Talk:Annals of Anatomy 22 (1904): Difference between revisions

From Embryology
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MARINE BIOLOGICAL LABORATORY.
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OPQtopy uiithout the peptnission of the Tpustees.
ANATOMISCHER ANZEIGER.  
ANATOMISCHER ANZEIGER.  


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nelle capsule soprarenali. Con 3 fig. p. 493 — 497.  
nelle capsule soprarenali. Con 3 fig. p. 493 — 497.  
Czermak, N., Das Centrosoma im Befruchtungsmomente bei den Salmo-
Czermak, N., Das Centrosoma im Befruchtungsmomente bei den Salmoniden. Mit 5 Abb. p. 393—400.  
niden. Mit 5 Abb. p. 393—400.  
Davison, Alvin, The Lymph System in the Extremities of the Cat.  
Davison, Alvin, The Lymph System in the Extremities of the Cat.  


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Con 8 fig. p. 329-357.  
Con 8 fig. p. 329-357.  
Goldstein, Kurt, Beiträge zur Entwickelungsgeschichte des mensch-
Goldstein, Kurt, Beiträge zur Entwickelungsgeschichte des menschlichen Gehirns, p. 415 — 417.  
lichen Gehirns, p. 415 — 417.  




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IV  
IV  


Gregor, Konrad, Die Entwickelung der Atemmechanik im Kindes-
Gregor, Konrad, Die Entwickelung der Atemmechanik im Kindesalter, p. 119—125.  
alter, p. 119—125.  


Harn mar, J. Aug., Das Schicksal der zweiten Schlundspalte beim  
Harn mar, J. Aug., Das Schicksal der zweiten Schlundspalte beim  
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p. 400—407.  
p. 400—407.  


Helly, Kon r ad. Die Glandulae duodenales (Brunneri) als Bestimmungs-
Helly, Kon r ad. Die Glandulae duodenales (Brunneri) als Bestimmungsmittel der Duodenallänge beim Menschen. Mit 1 Abb. p. 418 — -423.  
mittel der Duodenallänge beim Menschen. Mit 1 Abb. p. 418 — -423.  


— , Zur Milzfrage. Mit 2 Textabb. u. 1 Taf. p. 431—437.  
— , Zur Milzfrage. Mit 2 Textabb. u. 1 Taf. p. 431—437.  
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der Epithelzellen der Nebenniere. Mit 3 Abb. p. 9 — 14.  
der Epithelzellen der Nebenniere. Mit 3 Abb. p. 9 — 14.  


— , Ueber die „Trophospongien" der Nebenhodenzellen und der Leber-
— , Ueber die „Trophospongien" der Nebenhodenzellen und der Lebergangzellen von Helix pomatia. Mit 2 Abb. p. 83 — 86.  
gangzellen von Helix pomatia. Mit 2 Abb. p. 83 — 86.  


— , Weiteres über die „Trophospongien" der Leberzellen und der Darm-
— , Weiteres über die „Trophospongien" der Leberzellen und der Darmepithelzellen. Mit 8 Abb. p. 313—323.  
epithelzellen. Mit 8 Abb. p. 313—323.  


— , Einige Worte zu der Mitteilung von Kopsch : „Die Darstellung des  
— , Einige Worte zu der Mitteilung von Kopsch : „Die Darstellung des  
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mittels Osmiumsäure". Mit 2 Abb. p. 374 — 381.  
mittels Osmiumsäure". Mit 2 Abb. p. 374 — 381.  


— , Weitere Mitteilungen über die Trophospongienkanälchen der Neben-
— , Weitere Mitteilungen über die Trophospongienkanälchen der Nebennieren vom Igel. Mit 7 Abb. p. 476 — 481.  
nieren vom Igel. Mit 7 Abb. p. 476 — 481.  


Holmgren, Nils, Studien über Cuticularbildungen. Mit 5 Abb.  
Holmgren, Nils, Studien über Cuticularbildungen. Mit 5 Abb.  
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Motta Coco, Alfio, Sul potere osteogenetico della dura madre.  
Motta Coco, Alfio, Sul potere osteogenetico della dura madre.  


Contribute all' istologia della dura madre encefalica in alcuni verte-
Contribute all' istologia della dura madre encefalica in alcuni verte
 
brati inferiori. Con 3 fig. p. 1 — 9.  
brati inferiori. Con 3 fig. p. 1 — 9.  
— , e Distefano, Salvatore, Contribute alio studio delle terinina-
— , e Distefano, Salvatore, Contribute alio studio delle terinina
 
zioni nervöse nei muscoli bianchi. Con 3 fig. p. 457 — 466.  
zioni nervöse nei muscoli bianchi. Con 3 fig. p. 457 — 466.  
Niessing, Karl, Kurze Mitteilungen und Bemerkungen über Spermato-
Niessing, Karl, Kurze Mitteilungen und Bemerkungen über Spermatogenese. Mit 13 Abb. p. 112—118.  
genese. Mit 13 Abb. p. 112—118.  
Nusbaum, Jözef, Zur Kenntnis der Heteromorphose bei der Regeneration der älteren Forellenembryonen (Salmo irideus W. Gibb.). Mit  
Nusbaum, Jözef, Zur Kenntnis der Heteromorphose bei der Regene-
ration der älteren Forellenembryonen (Salmo irideus W. Gibb.). Mit  


1 Abb. p. 358—363.  
1 Abb. p. 358—363.  
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Con 1 fig. p. 21—25.  
Con 1 fig. p. 21—25.  
Saint-Hilaire, Const., Ueber den Bau des Darmepithels bei Am-
Saint-Hilaire, Const., Ueber den Bau des Darmepithels bei Am
 
phiuma. Mit 6 Abb. p. 489—493.  
phiuma. Mit 6 Abb. p. 489—493.  
Schaper, A., Ueber kontraktile Fibrillen in den glatten Muskelfasern  
Schaper, A., Ueber kontraktile Fibrillen in den glatten Muskelfasern  


des Mesenteriums der Urodelen. Mit 2 Taf u. 6 Abb. p. 65 — 82.  
des Mesenteriums der Urodelen. Mit 2 Taf u. 6 Abb. p. 65 — 82.  
— , Ueber die Fähigkeit des fertigen Dottersackepithels, geformte Dotter-
— , Ueber die Fähigkeit des fertigen Dottersackepithels, geformte Dotterelemente in sich aufzunehmen. Mit 2 Taf, p. 129 — 142.  
elemente in sich aufzunehmen. Mit 2 Taf, p. 129 — 142.  
Schlater, Gustav, Kritisches zur Frage vom Bau der Leberzelle.  
Schlater, Gustav, Kritisches zur Frage vom Bau der Leberzelle.  


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p. 437—446.  
p. 437—446.  
Staderini, R., Annotazioni a un recente lavoro sul „ventriculus ter-
Staderini, R., Annotazioni a un recente lavoro sul „ventriculus ter
 
minalis" nell'uomo. p. 500 — 502.  
minalis" nell'uomo. p. 500 — 502.  


Line 348: Line 228:
Strahl, H., Uteri gravidi des Orang-Utan. p. 170 — 175.  
Strahl, H., Uteri gravidi des Orang-Utan. p. 170 — 175.  


S t u d n i c k a , F. K., Schematische Darstellungen zur Entwickelungs-
S t u d n i c k a , F. K., Schematische Darstellungen zur Entwickelungs
 
geschichte einiger Gewebe. Mit 2 Taf. u. 2 Abb. im Text. p. 537  
geschichte einiger Gewebe. Mit 2 Taf. u. 2 Abb. im Text. p. 537  


Line 505: Line 384:
Con 3 figure.  
Con 3 figure.  


L' istologia della dura madre encefalica ha una scarsa lettera-
L' istologia della dura madre encefalica ha una scarsa lettera
 
tura, taute poco di nuovo si e venuto ad aggiungere per poter  
tura, taute poco di nuovo si e venuto ad aggiungere per poter  


Line 521: Line 399:
esili fibre elastiche. Tra i fasci vi si ritrovano due specie di cellule,  
esili fibre elastiche. Tra i fasci vi si ritrovano due specie di cellule,  
le comuni connettivali, e speciali element!, analoghi per Waldeyer  
le comuni connettivali, e speciali element!, analoghi per Waldeyer  
alle sue cellule plasmatiche, per Jacques, alia cellule giganti del mi-
alle sue cellule plasmatiche, per Jacques, alia cellule giganti del midollo delle ossa.  
dollo delle ossa.  


La direzione dei fasci fibrosi e molto varia, e muta a secondo  
La direzione dei fasci fibrosi e molto varia, e muta a secondo  
Line 532: Line 409:
al detto di alcuni, col suo foglietto esterno, I'ufficio di periostio della  
al detto di alcuni, col suo foglietto esterno, I'ufficio di periostio della  
parete craniaua, ed in conferma dell'ipotesi si e cousiderata come  
parete craniaua, ed in conferma dell'ipotesi si e cousiderata come  
costituita di due foglietti sovrapposti, 1' esterno, spesso, bianco-gial-
costituita di due foglietti sovrapposti, 1' esterno, spesso, bianco-giallastro, molto irrorato di vasi sanguigni; I'interno, sottile, biancobrillante, poco vascolarizzato. E indubitato che la dura madre protegge e domina la circolazione venosa della massa encefalica con la  
lastro, molto irrorato di vasi sanguigni; I'interno, sottile, bianco-
brillante, poco vascolarizzato. E indubitato che la dura madre pro-
tegge e domina la circolazione venosa della massa encefalica con la  
ricchezza dei suoi sistemi venosi e con la presenza dei seni a struttura  
ricchezza dei suoi sistemi venosi e con la presenza dei seni a struttura  
speciale ; ed in appoggio a questo concetto Foiore, Frolard, Key e  
speciale ; ed in appoggio a questo concetto Foiore, Frolard, Key e  
Line 549: Line 423:
Se non che a proposito della funzione osteogena, si e aperta una  
Se non che a proposito della funzione osteogena, si e aperta una  
certa discussione. Nella controversa questione molti anatomici si  
certa discussione. Nella controversa questione molti anatomici si  
sono dichiarati contrarii, poggiati su reperti istologici e sulle osser-
sono dichiarati contrarii, poggiati su reperti istologici e sulle osservazioni cliniche. Per la struttura hanno contrapposto tutto quanto  
vazioni cliniche. Per la struttura hanno contrapposto tutto quanto  
e sin'ora conosciuto per il periostio, ove si notano degli strati ben  
e sin'ora conosciuto per il periostio, ove si notano degli strati ben  
distinti, a tessitura speciale, molto vascolarizzati, ricchi di filetti ner-
distinti, a tessitura speciale, molto vascolarizzati, ricchi di filetti nervosi, provvisti di un sistema linfatico a pareti epiteliali. La dura  
vosi, provvisti di un sistema linfatico a pareti epiteliali. La dura  
madre al contrario non si puo scomporre a strati multo netti, e I'errore consumato per ammetterli lo si e riferito al fatto che dalla sua  
madre al contrario non si puo scomporre a strati multo netti, e I'er-
rore consumato per ammetterli lo si e riferito al fatto che dalla sua  
faccia interna si staccano dei setti destinati ad internarsi tra le varie  
faccia interna si staccano dei setti destinati ad internarsi tra le varie  
parti deir encefalo, costituiti unicamente dalle fibre profonde e non  
parti deir encefalo, costituiti unicamente dalle fibre profonde e non  
Line 571: Line 442:
per il cranio procede analogamente a quanto succede uelle rimanenti  
per il cranio procede analogamente a quanto succede uelle rimanenti  
ossa dello seheletro preformate in cartilagini; ossia che tanto la  
ossa dello seheletro preformate in cartilagini; ossia che tanto la  
dura madre che il pericranio fungono da vere membrane peri-
dura madre che il pericranio fungono da vere membrane pericondrali, le quali sono costituite da lamine ossee pericondrali fondamentali decorrenti in un senso parallelo e corrispondenti alle due  
condrali, le quali sono costituite da lamine ossee pericondrali fon-
superficie dell'osso, e sono sovrapposte ad oltre analoghe, e quest' ultirae delimitano con le prime altrettanti spazii allungati midollari o  
damentali decorrenti in un senso parallelo e corrispondenti alle due  
superficie dell'osso, e sono sovrapposte ad oltre analoghe, e quest' ul-
tirae delimitano con le prime altrettanti spazii allungati midollari o  
rimangono libere. Le lamelle si formano sulle fibre calcificate di  
rimangono libere. Le lamelle si formano sulle fibre calcificate di  
tessuto connettivo di alcuni strati delle membrane endo- ed estra-
tessuto connettivo di alcuni strati delle membrane endo- ed estracraniche, e si trovano sin da principio attorniate da numerosi osteoblasti liberi o parzialmente inglobati dal connettivo circostante che  
craniche, e si trovano sin da principio attorniate da numerosi osteo-
blasti liberi o parzialmente inglobati dal connettivo circostante che  
tende a sfibrillarsi. Cosi la demolizione delle cartilagini di sostegno  
tende a sfibrillarsi. Cosi la demolizione delle cartilagini di sostegno  
si fa per opera di queste cellule ossee, di vasi, di propaggini con-
si fa per opera di queste cellule ossee, di vasi, di propaggini conuettivali, provenienti tutti dal sottostante pericranio ed endocranio.  
uettivali, provenienti tutti dal sottostante pericranio ed endocranio.  
Per tutte queste osservazioni I'Autore conchiuse che per il cranio  
Per tutte queste osservazioni I'Autore conchiuse che per il cranio  
I'ossificazione si origina dalla dura madre e dal pericranio, piii da  
I'ossificazione si origina dalla dura madre e dal pericranio, piii da  
Line 593: Line 458:
Strato di osteoblast! e basa un tale asserto su i reperti delle sezioni,  
Strato di osteoblast! e basa un tale asserto su i reperti delle sezioni,  
per cui ha potuto stabilire che gli elementi ossei si piazzano tra le  
per cui ha potuto stabilire che gli elementi ossei si piazzano tra le  
anfrattuosita lasciate dalle diverse lamelle o negli interstizii che resi-
anfrattuosita lasciate dalle diverse lamelle o negli interstizii che residuano per la sovrapposizione dei diversi strati. Per la genesi degli  
duano per la sovrapposizione dei diversi strati. Per la genesi degli  
osteoblasti crede di doversi ammettere con molta probabilita, che una  
osteoblasti crede di doversi ammettere con molta probabilita, che una  
parte tra quelli situati dal lato durale provengano per migrazione dal  
parte tra quelli situati dal lato durale provengano per migrazione dal  
Line 601: Line 465:
Riguardaudo I'argomento dal lato dell' istologia sperimentale, rai  
Riguardaudo I'argomento dal lato dell' istologia sperimentale, rai  
e sembrato naturale ogni altro tentativo di studio improntato a nuove  
e sembrato naturale ogni altro tentativo di studio improntato a nuove  
ricerche sulla struttura e funzione della dura madre. Con questo in-
ricerche sulla struttura e funzione della dura madre. Con questo intento mi sou messo al lavoro, ed ho proseguito senza divagare.  
tento mi sou messo al lavoro, ed ho proseguito senza divagare.  


Espongo qui i risultati ottenuti, premettendo che essi si riferiscono  
Espongo qui i risultati ottenuti, premettendo che essi si riferiscono  
Line 612: Line 475:




servito per colorare dello scarlatto-ematossilina ; ho praticato le se-
servito per colorare dello scarlatto-ematossilina ; ho praticato le sezioni al microtomo, dopo le necessarie manipolazioni di tecnica per la  
zioni al microtomo, dopo le necessarie manipolazioni di tecnica per la  
disatratazione e inclusione.  
disatratazione e inclusione.  


Line 623: Line 485:
nella massa eucefalica (fig. 1). Le lamelle connettivali, in generale,  
nella massa eucefalica (fig. 1). Le lamelle connettivali, in generale,  
sono parallele tra di loro, ma hanno o possono avere una direzione  
sono parallele tra di loro, ma hanno o possono avere una direzione  
ditferente nella stessa zona di tessuto: alcune, le esterne o peri-
ditferente nella stessa zona di tessuto: alcune, le esterne o perif eric he, decorrono in senso parallele alia superficie ossea; altre, le  
f eric he, decorrono in senso parallele alia superficie ossea; altre, le  
interne o periencefaliche, parallele alia faccia esterna della  
interne o periencefaliche, parallele alia faccia esterna della  
massa cerebrale; altre ancora, che potrebbero denominarsi secon-
massa cerebrale; altre ancora, che potrebbero denominarsi secondarie, circondano concentricamente speciali formazioni vasali tra esse  
darie, circondano concentricamente speciali formazioni vasali tra esse  
situate (fig. 1). Di queste ultime le piii lontane dal centro provengouo  
situate (fig. 1). Di queste ultime le piii lontane dal centro provengouo  


possono provenire rispettivamente dalle periferiche e dalle peri-
possono provenire rispettivamente dalle periferiche e dalle periencefaliche, le centripete all' in verso sono indipendenti e costituiscono  
encefaliche, le centripete all' in verso sono indipendenti e costituiscono  
da sole il gruppo delle lamelle secondarie (fig. 1 e 3).  
da sole il gruppo delle lamelle secondarie (fig. 1 e 3).  


In nessun caso ho visto un sistema di lamelle circondare e ab-
In nessun caso ho visto un sistema di lamelle circondare e abbracciare per intero la circonferenza della dura madre. Esse si arrestano bruscamente, ad una distanza ineguale I'una dall'altra, senza  
bracciare per intero la circonferenza della dura madre. Esse si arre-
stano bruscamente, ad una distanza ineguale I'una dall'altra, senza  
anastomizzarsi tra di loro, indivise, come in tutto il loro percorso (fig.  
anastomizzarsi tra di loro, indivise, come in tutto il loro percorso (fig.  


1 6 2) : finiscono molto assottigliate, arcuate, e rarissime volte si ri-
1 6 2) : finiscono molto assottigliate, arcuate, e rarissime volte si risolvono in un pennello di delicate fibrille.  
solvono in un pennello di delicate fibrille.  


Cosi, in base alia disposizione speciale delle lamelle, una sola  
Cosi, in base alia disposizione speciale delle lamelle, una sola  
conseguenza se ne puo ricavare per la struttura della dura meninge:  
conseguenza se ne puo ricavare per la struttura della dura meninge:  
cioe, che essa e costituita di lamelle fondamentali, di-
cioe, che essa e costituita di lamelle fondamentali, divisibili in sistemi distinti in rapporto al posto che  
visibili in sistemi distinti in rapporto al posto che  
occupano (periferiche, periencefaliche, secondarie),  
occupano (periferiche, periencefaliche, secondarie),  
paralleletra loro, di lunghezza disuguale, nonpercorse  
paralleletra loro, di lunghezza disuguale, nonpercorse  
da fibre trasversali, indipendenti in tutto il lorode-
da fibre trasversali, indipendenti in tutto il lorodecorso.  
corso.  


Un'eccezione mi e parsa di rinvenirla nella disposizione delle  
Un'eccezione mi e parsa di rinvenirla nella disposizione delle  
Line 655: Line 509:
altri sistemi, marcatamente si continuano per tutta la circonferenza  
altri sistemi, marcatamente si continuano per tutta la circonferenza  
del lago sanguigno, ed a guisa di un anello complete vi si situano  
del lago sanguigno, ed a guisa di un anello complete vi si situano  
attorno. Una tal quale disposizione mi k sembrato opportune di ri-
attorno. Una tal quale disposizione mi k sembrato opportune di rilevarla, per il solo fatto che essa puo far intravedere I'ufficio a cui  
levarla, per il solo fatto che essa puo far intravedere I'ufficio a cui  
son destinate, in quantoche pare che servano a garantire e rafforzare  
son destinate, in quantoche pare che servano a garantire e rafforzare  
la parete del vaso.  
la parete del vaso.  
Line 662: Line 515:




La sostanza fondamentale vera e rappresentata dalla massa ce-
La sostanza fondamentale vera e rappresentata dalla massa cementante, finamente granulosa, interposta alle lamelle. Esiste dovunque,  
mentante, finamente granulosa, interposta alle lamelle. Esiste dovunque,  
raa in minime quantitä; si ritrova solamente tra i dififerenti piani lamellari, manca negli interstizii delle fibrille di cui ogni lamella risulta.  
raa in minime quantitä; si ritrova solamente tra i dififerenti piani la-
mellari, manca negli interstizii delle fibrille di cui ogni lamella risulta.  




Line 697: Line 548:
Fig. 1.  
Fig. 1.  


Fig. 1. Oc. 3, obb. 7 Leitz. Dura madre ence-
Fig. 1. Oc. 3, obb. 7 Leitz. Dura madre encefalica di rana. Coloi'azione scarlatto-ematossilina. A Lamelle durali nella siiperficie superiore ed inferiore della  
falica di rana. Coloi'azione scarlatto-ematossilina. A La-
melle durali nella siiperficie superiore ed inferiore della  
meninge. B Setti a struttiira laniellare che si distaceano  
meninge. B Setti a struttiira laniellare che si distaceano  
dalla siiperficie infei'iore della dura meninge. C Lamelle  
dalla siiperficie infei'iore della dura meninge. C Lamelle  
esterne o periferiche. Z> Lamelle periencefaliche. E La-
esterne o periferiche. Z> Lamelle periencefaliche. E Lamelle secoudarie. F. Lago sanguigno.  
melle secoudarie. F. Lago sanguigno.  


Fig. 2. Oc. 3, obb. 7 Leitz. Dura madre di lueer-
Fig. 2. Oc. 3, obb. 7 Leitz. Dura madre di lueertola. Colarazione come sopra. A Lamelle durali, di  
tola. Colarazione come sopra. A Lamelle durali, di  
lunghezza ineguale, assottigliate agli estremi, libere nel  
lunghezza ineguale, assottigliate agli estremi, libere nel  
loro percorso. B Lago sauguigno situato verso gli strati  
loro percorso. B Lago sauguigno situato verso gli strati  
Line 712: Line 559:
del lago sanguigno.  
del lago sanguigno.  


Fig. 3. Oc. 3, obb. 7 Leitz. Dura madre di tri-
Fig. 3. Oc. 3, obb. 7 Leitz. Dura madre di tritone. Colorazione come sopra. A Lago sanguigno. B  
tone. Colorazione come sopra. A Lago sanguigno. B  
Strato lamellare periferico. C Lamelle secondarie centripete. D Lamelle esterne del lago sanguigno.  
Strato lamellare periferico. C Lamelle secondarie centri-
pete. D Lamelle esterne del lago sanguigno.  




Line 729: Line 574:
spars! unlformemente nelle varie zone. I pochi che v! si rlscontrano  
spars! unlformemente nelle varie zone. I pochi che v! si rlscontrano  
sono !nd!ti'erenteraente plazzat! o uello spessore delle lamelle o negl!  
sono !nd!ti'erenteraente plazzat! o uello spessore delle lamelle o negl!  
spaz!! interlamellar! : sono, !u generale, oblungb!, affusati, senza pro-
spaz!! interlamellar! : sono, !u generale, oblungb!, affusati, senza prolungameuti, clrcondati da poca sostanza fundamentale, e, quando sono  
lungameuti, clrcondati da poca sostanza fundamentale, e, quando sono  
nello spessore delle lamelle, s! presentano allogat! !n cellette special!,  
nello spessore delle lamelle, s! presentano allogat! !n cellette special!,  
fatte a spese del tessuto lamellare che in que! punt! si e dovuto di-
fatte a spese del tessuto lamellare che in que! punt! si e dovuto diradare per darvi posto.  
radare per darvi posto.  


Tenendo presente I'iraportanza conseguita da differenze struttural!  
Tenendo presente I'iraportanza conseguita da differenze struttural!  
rilevabil! tra le varie parti, ho insistite con grande interesse nella osser-
rilevabil! tra le varie parti, ho insistite con grande interesse nella osservazioni delle varie zone della dura meninge; ma debbo subito dichiarare che ho costantemente ricavato repert! negativ!. Verso la superficia esterna la struttura e analoga come negl! strati sottostanti, se  
vazioni delle varie zone della dura meninge; ma debbo subito dichia-
rare che ho costantemente ricavato repert! negativ!. Verso la super-
ficia esterna la struttura e analoga come negl! strati sottostanti, se  
anche non voglia dirsi che la ! vas! sanguign! e gl! element! cellulari  
anche non voglia dirsi che la ! vas! sanguign! e gl! element! cellulari  
scarseggino in rapporto a quanto si nota nelle zone inferior!.  
scarseggino in rapporto a quanto si nota nelle zone inferior!.  
Line 759: Line 599:


Rimarrebbe a considerare P innervazione della dura meninge, ma  
Rimarrebbe a considerare P innervazione della dura meninge, ma  
questo punto non I'ho preso di mira nel mio studio per i lavor! re-
questo punto non I'ho preso di mira nel mio studio per i lavor! recent! ed esaurient! che si sono succeduti in quest! ultim! tempi. L' unico  
cent! ed esaurient! che si sono succeduti in quest! ultim! tempi. L' unico  
corollario a cui si e tratti dopo i risultati ottenuti si aggira a stabilire la funzione della dura madre. E realmente la sua tessitura giustifica pienamente una sola funzione, quella, cioe, di proteggere la circolazione venosa dell'encefalo a fine di aiutare lo sgorgo del sangue  
corollario a cui si e tratti dopo i risultati ottenuti si aggira a stabi-
lire la funzione della dura madre. E realmente la sua tessitura giusti-
fica pienamente una sola funzione, quella, cioe, di proteggere la circo-
lazione venosa dell'encefalo a fine di aiutare lo sgorgo del sangue  
refluo. Se fosse diversamente, sarebbe stata inesplicabile I'esistenza  
refluo. Se fosse diversamente, sarebbe stata inesplicabile I'esistenza  
di un ricco sistema di vas! venosi, e, analogicamente, non saprebbe  
di un ricco sistema di vas! venosi, e, analogicamente, non saprebbe  
Line 792: Line 628:
rispettivo periostio, e quindi, a mezzo di un cuchiaio di Volkmann,  
rispettivo periostio, e quindi, a mezzo di un cuchiaio di Volkmann,  
raschiavo I'epicranico, e con un punteruolo infuocato scontinuavo  
raschiavo I'epicranico, e con un punteruolo infuocato scontinuavo  
I'osso, attraversandolo e ledendolo per una piccola estensione. Distac-
I'osso, attraversandolo e ledendolo per una piccola estensione. Distaccavo il periostio per una larga superficie, e precisamente per un  
cavo il periostio per una larga superficie, e precisamente per un  
ambito il cui raggio superava di molto il diametre della lesione creata.  
ambito il cui raggio superava di molto il diametre della lesione creata.  


Sagrificavo gli animali in periodi differenti, sempre pero incomin-
Sagrificavo gli animali in periodi differenti, sempre pero incominciando da uno non inferiore alle 96 ore dalF operazione, coutinuavo  
ciando da uno non inferiore alle 96 ore dalF operazione, coutinuavo  
con rintervallo di 48 ore, terminando dopo 12 giorni dal periodo iniziale. Studiavo suUe ossa decalcificate, conseguentemeute lavate e poi  
con rintervallo di 48 ore, terminando dopo 12 giorni dal periodo ini-
ziale. Studiavo suUe ossa decalcificate, conseguentemeute lavate e poi  
indurite nella serie graduale degli alcool, ed in ultimo colorate con  
indurite nella serie graduale degli alcool, ed in ultimo colorate con  
r ematossilina o col carminio.  
r ematossilina o col carminio.  


Prevenendo i risultati finali inuanzi di esporre le singola osser-
Prevenendo i risultati finali inuanzi di esporre le singola osservazione, mi sembra di poter aununciare la seguente conclusione : 1 e  
vazione, mi sembra di poter aununciare la seguente conclusione : 1 e  
ferite delle ossa del cranio nell'aniraale adulto, con  
ferite delle ossa del cranio nell'aniraale adulto, con  
perdita discreta di sostanza ossea e col distacco del  
perdita discreta di sostanza ossea e col distacco del  
Line 816: Line 648:
Ad incominciare dai primi stadii, si vede, man mano che la cute si  
Ad incominciare dai primi stadii, si vede, man mano che la cute si  
rigenera e progredisce in direzione centripeta, che nella parte ove  
rigenera e progredisce in direzione centripeta, che nella parte ove  
I'osso e mancante si neoforma e si sviluppa un tessuto connettivo em-
I'osso e mancante si neoforma e si sviluppa un tessuto connettivo embrionale. Questo a poco a poco si trasforma in tessuto fibroso, tendineo, e, a sviluppo inoltrato, viene a costituire una specie di tappo  
brionale. Questo a poco a poco si trasforma in tessuto fibroso, ten-
dineo, e, a sviluppo inoltrato, viene a costituire una specie di tappo  




Line 825: Line 655:


membranoso che chiude e ripara la perdita di sostanza. Quando la  
membranoso che chiude e ripara la perdita di sostanza. Quando la  
cute e del tutto rigenerata, il tessuto di cicatrice aderisce completa-
cute e del tutto rigenerata, il tessuto di cicatrice aderisce completamente alia faccia inferiore della pelle, che nel punto della lesione s' iufossa e finisce di essere scorrevole, e dalla parte opposta si perde verso  
mente alia faccia inferiore della pelle, che nel punto della lesione s' iu-
fossa e finisce di essere scorrevole, e dalla parte opposta si perde verso  
gli strati superiori della dura meninge.  
gli strati superiori della dura meninge.  


Trattandosi di ossa della volta, e particolarmente di ossa di rana,  
Trattandosi di ossa della volta, e particolarmente di ossa di rana,  
ove, a norma di quanto stabili il Chiarugi, 1' ossificazione procede in  
ove, a norma di quanto stabili il Chiarugi, 1' ossificazione procede in  
modo differente che nei vertebrati superiori, ho seguito V ulteriore evo-
modo differente che nei vertebrati superiori, ho seguito V ulteriore evoluzione dal tessuto neoformato sino nei periodi tardivi. In altri termine ho voluto davvicino studiare le varie fasi del processo, alio scopo  
luzione dal tessuto neoformato sino nei periodi tardivi. In altri ter-
mine ho voluto davvicino studiare le varie fasi del processo, alio scopo  
di convincermi se vi fosse la possibilita e la capacita del connettivo  
di convincermi se vi fosse la possibilita e la capacita del connettivo  
ad ossificarsi, come ebbero ad annunziare Kölliker e Sharpey per  
ad ossificarsi, come ebbero ad annunziare Kölliker e Sharpey per  
Line 841: Line 667:


Ho potuto rassicurarmi che in nessun caso questo fatto si pre^  
Ho potuto rassicurarmi che in nessun caso questo fatto si pre^  
senta. Di specioso risalta la circostanza non infrequente della im-
senta. Di specioso risalta la circostanza non infrequente della impregnazione di sali calcarei verso la superficie esterna, mentre al lato  
pregnazione di sali calcarei verso la superficie esterna, mentre al lato  
interno, o della dura madre, resta sempre immutato. Gli elementi  
interno, o della dura madre, resta sempre immutato. Gli elementi  
cellulari non subiscono modificazione di sorta, meno che s' impiccioli-
cellulari non subiscono modificazione di sorta, meno che s' impiccioliscono e si avvizziscono per la pressione considerevole esercitata dai  
scono e si avvizziscono per la pressione considerevole esercitata dai  
fasci fibrosi retratti.  
fasci fibrosi retratti.  


Stando cosi le cose potrei concludere ripetendo la stessa pro-
Stando cosi le cose potrei concludere ripetendo la stessa proposizione annunziata in principio del capitolo, e cosi faccio; ma mi  
posizione annunziata in principio del capitolo, e cosi faccio; ma mi  
preme pero innanzi di finire esporre alcune considerazioni che credo  
preme pero innanzi di finire esporre alcune considerazioni che credo  
utili per I'argomento.  
utili per I'argomento.  


Anzitutto comprendo la possibilita che sempre permane a potersi  
Anzitutto comprendo la possibilita che sempre permane a potersi  
opporre alle mie afifermazioni altre contrarie, poggiandosi nella casui-
opporre alle mie afifermazioni altre contrarie, poggiandosi nella casuitica di traumatologia, denunziata da Küster, Bruns, Bergmann,  
tica di traumatologia, denunziata da Küster, Bruns, Bergmann,  
Willemer ecc, i quali rinvennero completamente riparate delle perdite di sostanza ossea di 8 — 10 cm di circonferenza. Ma non mi nascondo che si ha poca ragione a contraddire, comprendendosi di quanto  
Willemer ecc, i quali rinvennero completamente riparate delle per-
dite di sostanza ossea di 8 — 10 cm di circonferenza. Ma non mi na-
scondo che si ha poca ragione a contraddire, comprendendosi di quanto  
poco valore potranno essere le rare eccezioni di fronte a ripetute  
poco valore potranno essere le rare eccezioni di fronte a ripetute  
constatazioni e numerose osservazioni sperimentali.  
constatazioni e numerose osservazioni sperimentali.  
Line 865: Line 685:
speciali accompagnano o precedono la neoformazione ossea nei casi  
speciali accompagnano o precedono la neoformazione ossea nei casi  
rari succitati, essendo ben noto che la clinica apprezza sempre I'esito  
rari succitati, essendo ben noto che la clinica apprezza sempre I'esito  
finale di un processo, ma puo trascurare i dettagli, i fatti secon-
finale di un processo, ma puo trascurare i dettagli, i fatti secondarii che vi contribuiscono, I'essenza e la genesi di ogni singolo fattore che giova a volgere in un senso o in un altro I'andamento ulteriore del focolaio morboso.  
darii che vi contribuiscono, I'essenza e la genesi di ogni singolo fat-
tore che giova a volgere in un senso o in un altro I'andamento ul-
teriore del focolaio morboso.  
 
La piu importante nozione che si ricava dalle osservazioni pre-


La piu importante nozione che si ricava dalle osservazioni pre




Line 882: Line 698:
Se dunque il distacco del periostio non produce la iiecrosi, se,  
Se dunque il distacco del periostio non produce la iiecrosi, se,  
come altri ha notato (Tillaux), neanco lo stesso etfetto si ottiene  
come altri ha notato (Tillaux), neanco lo stesso etfetto si ottiene  
depo il distacco della dura madre; tuttocio vuol dire che ue il peri-
depo il distacco della dura madre; tuttocio vuol dire che ue il periostio ne la dura meninge concorrono di molto a nutrire ie ossa. La  
ostio ne la dura meninge concorrono di molto a nutrire ie ossa. La  
prova chiara e data dalla difficolta addimostrata dalle ossa del cranio  
prova chiara e data dalla difficolta addimostrata dalle ossa del cranio  
a riprodursi per colmare una perdita di sostanza, perche esse vivono,  
a riprodursi per colmare una perdita di sostanza, perche esse vivono,  
siuo ad un certo punto di vita antonoma, e di conseguenza i processi  
siuo ad un certo punto di vita antonoma, e di conseguenza i processi  
rigenerativi sono lenti o mancano, mancando assolutamente o relativa-
rigenerativi sono lenti o mancano, mancando assolutamente o relativamente I'impulso e il coucorso valido del periostio, come per le altre  
mente I'impulso e il coucorso valido del periostio, come per le altre  
ossa dello scheletro, e quello della dura madre, la quale non possiede  
ossa dello scheletro, e quello della dura madre, la quale non possiede  
alcun potere osteogene.  
alcun potere osteogene.  
Line 900: Line 714:
Le fratture complete della volta rientrano per la guarigione nel  
Le fratture complete della volta rientrano per la guarigione nel  
caso precedente. La rigenerazione avviene debolmente, e procede dal  
caso precedente. La rigenerazione avviene debolmente, e procede dal  
tavolato esterno verso I'interno: tante volte vi rimangono degli in-
tavolato esterno verso I'interno: tante volte vi rimangono degli infossamenti visibili ad occhio nudo verso 1' esterno; e quando nessuna  
fossamenti visibili ad occhio nudo verso 1' esterno; e quando nessuna  
traccia residuale permane, la rigenerazione e molto ritardata da parte  
traccia residuale permane, la rigenerazione e molto ritardata da parte  
della superficie interna dell'osso, laddove sul tavolato esterno le fes-
della superficie interna dell'osso, laddove sul tavolato esterno le fessure si colmano in uu tempo relativamente precoce.  
sure si colmano in uu tempo relativamente precoce.  




Line 916: Line 728:
Mit 3 Abbildungen.  
Mit 3 Abbildungen.  
Ich habe schon früher in dieser Zeitschrift über das Vorkommen von  
Ich habe schon früher in dieser Zeitschrift über das Vorkommen von  
„Saftkanälchen" innerhalb der Leberzellen, und zwar von Erinaceus, be-
„Saftkanälchen" innerhalb der Leberzellen, und zwar von Erinaceus, berichtet^). Die kurze Erwähnung war von ungefähr folgendem Inhalt :  
richtet^). Die kurze Erwähnung war von ungefähr folgendem Inhalt :  




Line 930: Line 741:
„Die Leberzellen sind mehr oder weniger reichlich durch Kanälchen  
„Die Leberzellen sind mehr oder weniger reichlich durch Kanälchen  
durchbohrt, die sich in auffallend ähnlicher Weise verhalten wie die  
durchbohrt, die sich in auffallend ähnlicher Weise verhalten wie die  
oben erwähnten Kanälchen der Hundenervenzelle : teilweise korkzieher-
oben erwähnten Kanälchen der Hundenervenzelle : teilweise korkzieherförmig gewunden oder in parallelem Verlaufe dicht nebeneinander.  
förmig gewunden oder in parallelem Verlaufe dicht nebeneinander.  
Diese Kanälchen gehören gewiß einem „Trophospongium" an, was ich  
Diese Kanälchen gehören gewiß einem „Trophospongium" an, was ich  
auf Grund anderer Beobachtungen vermuten möchte. — Ich glaube  
auf Grund anderer Beobachtungen vermuten möchte. — Ich glaube  
nicht, daß diese intracellulären Kanälchen mit den Gallenkapillaren im  
nicht, daß diese intracellulären Kanälchen mit den Gallenkapillaren im  
Zusammenhange stehen. Soweit ich nämlich sehen kann, entleeren sie  
Zusammenhange stehen. Soweit ich nämlich sehen kann, entleeren sie  
sich in den perivasculären Umgebungen." Ich kann hierbei hinzu-
sich in den perivasculären Umgebungen." Ich kann hierbei hinzufügen, daß ich bei den fraglichen Studien mehrere Igel benutzt hatte,  
fügen, daß ich bei den fraglichen Studien mehrere Igel benutzt hatte,  
deren Lebern teils mit dem ÜAßNOY'schen Gemisch, teils mit 5%  
deren Lebern teils mit dem ÜAßNOY'schen Gemisch, teils mit 5%  
Trichlormilchsäure fixiert worden waren. Bei den sämtlichen Lebern  
Trichlormilchsäure fixiert worden waren. Bei den sämtlichen Lebern  
Line 945: Line 754:


Das nähere Studium der fraglichen Lebern scheint mir indessen  
Das nähere Studium der fraglichen Lebern scheint mir indessen  
auch in der Hinsicht bedeutungsvoll zu sein, daß man, wie schon vor-
auch in der Hinsicht bedeutungsvoll zu sein, daß man, wie schon vorher Browicz hervorgehoben hat und wie die Fig. 1 wiedergibt, in  
her Browicz hervorgehoben hat und wie die Fig. 1 wiedergibt, in  








einer und derselben Leberzelle nebeneinander iutra-
einer und derselben Leberzelle nebeneinander iutracelluläre Gallenkapillaren und „Sa ft kanälchen" beobachten kann. Die intercellulären Gallenkapillaren sind bekanntlich  
celluläre Gallenkapillaren und „Sa ft kanälchen" beob-
mit Schlußleisten versehen , die nach Konservierung in Carnoy's Ge
achten kann. Die intercellulären Gallenkapillaren sind bekanntlich  
mit Schlußleisten versehen , die nach Konservierung in Carnoy's Ge-
 




misch und Eisenhämatoxylinfärbung leicht darstellbar sind. Aus diesen  
misch und Eisenhämatoxylinfärbung leicht darstellbar sind. Aus diesen  
epicellulären Kanälchen können, obwohl seltenerweise, binnenzellige  
epicellulären Kanälchen können, obwohl seltenerweise, binnenzellige  
Sekretkapillaren mehr oder weniger tief in die Leberzelle hinein-
Sekretkapillaren mehr oder weniger tief in die Leberzelle hineindringen. Mitunter erreichen diese, nicht durch Schlußleiste, wohl  
dringen. Mitunter erreichen diese, nicht durch Schlußleiste, wohl  
aber durch hämatoxylingefärbte Wände abgegrenzten Kapillaren, den  
aber durch hämatoxylingefärbte Wände abgegrenzten Kapillaren, den  
Kern der Leberzelle, dringen jedoch, soweit ich habe Hoden können,  
Kern der Leberzelle, dringen jedoch, soweit ich habe Hoden können,  
Line 967: Line 771:
Arbeiten eine entgegengesetzte Meinung vertreten, daß nämlich die  
Arbeiten eine entgegengesetzte Meinung vertreten, daß nämlich die  
binnenzelligen Gallenkapillaren in dem Kerne ihre Wurzeln haben  
binnenzelligen Gallenkapillaren in dem Kerne ihre Wurzeln haben  
sollten. Wie die epicellulären Gallenkapillaren, sind auch die binnen-
sollten. Wie die epicellulären Gallenkapillaren, sind auch die binnenzelligen Kapillaren nach der genannten Behandlung nicht ganz hell,  
zelligen Kapillaren nach der genannten Behandlung nicht ganz hell,  
sondern treten etwas getrübt hervor. — Wir haben augenscheinlich bei den fraglichen Leberzellen ähnliche Beziehungen zwischen den epicellulären und den endocellulären Sekretkapillaren vor uns, wie wir dieselben  
sondern treten etwas getrübt hervor. — Wir haben augen-
an denFundusdrüsen des Magens finden. — Eine Verwechselung der endocellulären Gallenkapillaren und der endocellulären  
scheinlich bei den fraglichen Leberzellen ähnliche Be-
ziehungen zwischen den epicellulären und den endo-
cellulären Sekretkapillaren vor uns, wie wir dieselben  
an denFundusdrüsen des Magens finden. — Eine Ver-
wechselung der endocellulären Gallenkapillaren und der endocellulären  
„Saftkanälchen" ist nicht möglich. Die „Saftkanälchen" sind nämlich  
„Saftkanälchen" ist nicht möglich. Die „Saftkanälchen" sind nämlich  
immer ganz hell und stehen niemals in direkter Verbindung mit den  
immer ganz hell und stehen niemals in direkter Verbindung mit den  
Line 982: Line 781:


Dieser Befund von in einer Leberzelle eventuell  
Dieser Befund von in einer Leberzelle eventuell  
gleichzeitig auftretenden Gallenkapillaren und „Saft-
gleichzeitig auftretenden Gallenkapillaren und „Saftkanälchen" scheint mir von großer prinzipieller Bedeutung zu sein; denn er legt dar, daß man nicht berechtigt sein kann, ap rioristisch die „Saftkanälchen"  
kanälchen" scheint mir von großer prinzipieller Be-
deutung zu sein; denn er legt dar, daß man nicht be-
rechtigt sein kann, ap rioristisch die „Saftkanälchen"  
mit binnenzelligen Sekretkapillaren zu vergleichen,  
mit binnenzelligen Sekretkapillaren zu vergleichen,  
v/as man — wie ich vielfach erfahren habe — an man-
v/as man — wie ich vielfach erfahren habe — an mancher Seite hat versuchen wollen. Diese endocellulären  
cher Seite hat versuchen wollen. Diese endocellulären  
Bildungen entsprechen einander nicht, sondern stellen  
Bildungen entsprechen einander nicht, sondern stellen  
vielmehr ganz verschiedene Dinge dar.  
vielmehr ganz verschiedene Dinge dar.  


Daß die „Saftkanälchen" der Leberzelle mit den chemischen Stoff-
Daß die „Saftkanälchen" der Leberzelle mit den chemischen Stoffwechselungen etwas zu thun haben müssen, scheint mir aus dem Verhalten hervorzugehen, daß, falls man anstatt mit Eisenhämatoxylin  
wechselungen etwas zu thun haben müssen, scheint mir aus dem Ver-
mit Thiazinrot R + Toluidinblau oder mit Toluidinblau + Erythrosin färbt , man sehr deutlich findet , wie blaugefärbte ergastische  
halten hervorzugehen, daß, falls man anstatt mit Eisenhämatoxylin  
Bestandteile in größerer oder geringerer Menge sich um die „Saftkanälchen" herum abgelagert haben, während keine solche stofflichen  
mit Thiazinrot R + Toluidinblau oder mit Toluidinblau + Erythro-
sin färbt , man sehr deutlich findet , wie blaugefärbte ergastische  
Bestandteile in größerer oder geringerer Menge sich um die „Saft-
kanälchen" herum abgelagert haben, während keine solche stofflichen  
Ablagerungen, wenigstens in mehr auffallender W^eise, an anderen  
Ablagerungen, wenigstens in mehr auffallender W^eise, an anderen  
Stellen des Zellkörpers zu sehen sind.  
Stellen des Zellkörpers zu sehen sind.  
Line 1,008: Line 799:


Es hat meine Freude erweckt, daß ich die „Saftkanälchen" in  
Es hat meine Freude erweckt, daß ich die „Saftkanälchen" in  
schönster Weise auch bei den Epithelzellen der Nebenniere wieder-
schönster Weise auch bei den Epithelzellen der Nebenniere wiedergefunden habe. Auch in Betreff dieser Zellen hat sich der Igel als  
gefunden habe. Auch in Betreff dieser Zellen hat sich der Igel als  
ein vorzügliches Objekt dokumentiert. — Ich habe die Nebennieren teils  
ein vorzügliches Objekt dokumentiert. — Ich habe die Nebennieren teils  
mit Carnoy's Gemisch und mit Sublimat-Pikrinsäure, teils mit 5-proz.  
mit Carnoy's Gemisch und mit Sublimat-Pikrinsäure, teils mit 5-proz.  
Trichlormilchsäure fixiert, habe jedoch bisher nur mit den beiden erst-
Trichlormilchsäure fixiert, habe jedoch bisher nur mit den beiden erstgenannten Methoden gute Resultate erzielen können.  
genannten Methoden gute Resultate erzielen können.  


Die „Saftkanälchen" der Nebennieren habe ich fast in allen Zonen  
Die „Saftkanälchen" der Nebennieren habe ich fast in allen Zonen  
Line 1,021: Line 810:
in der Fig. 2 einen Schnitt  
in der Fig. 2 einen Schnitt  


^_ von der genannten Zone ab-
^_ von der genannten Zone ab
 
-=>, gebildet. Um eine etwas schräg  
-=>, gebildet. Um eine etwas schräg  


abgeschnittene Blutkapillare  
abgeschnittene Blutkapillare  


-'4^'-^ sind die Epithelzellen ange-
-'4^'-^ sind die Epithelzellen ange
 
^ (y^ "x ordnet. Die Kerne dieser letz  
^ (y^ "x ordnet. Die Kerne dieser letz -
'i, "" \ V ^~~ A teren sind oft exzentrisch loka
 
'i, "" \ V ^~~ A teren sind oft exzentrisch loka-
 
. '?^/pP^'^-=r-.^ '^ lisiert, von dem Kapillarlumen  
. '?^/pP^'^-=r-.^ '^ lisiert, von dem Kapillarlumen  


Line 1,041: Line 826:
/(^v^^^-T^^ des Kernes sind die Zellkörper  
/(^v^^^-T^^ des Kernes sind die Zellkörper  


-t,. o von Kanälchen reichlich durch-
-t,. o von Kanälchen reichlich durch
 
Fig. 2.  
Fig. 2.  


bohrt, die in jeder Hinsicht  
bohrt, die in jeder Hinsicht  
mit den „Saftkanälchen" der Nervenzellen, Leberzellen, Darmepithel-
mit den „Saftkanälchen" der Nervenzellen, Leberzellen, Darmepithelzellen u, s. f. übereinstimmen. Was mir besonders interessant scheint,  
zellen u, s. f. übereinstimmen. Was mir besonders interessant scheint,  
ist, daß die „Saftkanälchen" in deutlichster Weise mit den perivaskulären Interstitien oder mit deren intercellulären Fortsetzungen direkt  
ist, daß die „Saftkanälchen" in deutlichster Weise mit den perivasku-
lären Interstitien oder mit deren intercellulären Fortsetzungen direkt  
zusammenhängen. Die Uebereinstimmung mit den „Saftkanälchen" der  
zusammenhängen. Die Uebereinstimmung mit den „Saftkanälchen" der  
Leberzellen wird dadurch noch mehr auffallend. Bei den Neben-
Leberzellen wird dadurch noch mehr auffallend. Bei den Nebennierenzellen ist dieses Verhalten (wenigstens an meinem Material)  
nierenzellen ist dieses Verhalten (wenigstens an meinem Material)  
übrigens noch deuthcher zu sehen als bei den Leberzellen. — Wie  
übrigens noch deuthcher zu sehen als bei den Leberzellen. — Wie  
bei den Leberzellen, Darmepithelzellen , Drüsenzellen , Nervenzellen  
bei den Leberzellen, Darmepithelzellen , Drüsenzellen , Nervenzellen  
u. s. f. findet man desgleichen bei den Nebennierenzellen (nach Fär-
u. s. f. findet man desgleichen bei den Nebennierenzellen (nach Färbung mit Toluidinblau -}- Erythrosin oder Thiazinrot R + Toluidin),  
bung mit Toluidinblau -}- Erythrosin oder Thiazinrot R + Toluidin),  
daß die bedeutsameren Stoflwechselungen innerhalb der Zone dieser  
daß die bedeutsameren Stoflwechselungen innerhalb der Zone dieser  
Zellen zustande kommen , wo die „Saftkanälchen" auftreten , also  
Zellen zustande kommen , wo die „Saftkanälchen" auftreten , also  
(bei deu Nebenniereuzellen) zwischen den Kernen und dem Capillar-
(bei deu Nebenniereuzellen) zwischen den Kernen und dem Capillarlumen.  
lumen.  


Es ist indessen nicht immer das Verhalten, daß die „Kanälchen"  
Es ist indessen nicht immer das Verhalten, daß die „Kanälchen"  
der Nebennieren so hervortreten, wie ich es oben demonstriert habe.  
der Nebennieren so hervortreten, wie ich es oben demonstriert habe.  
Sie können nämlich sich auch so gestalten, wie es die Fig. 3 wieder-
Sie können nämlich sich auch so gestalten, wie es die Fig. 3 wieder
 




13  
13  


gibt. Mau findet (nach Färbung mit Eisenhämatoxylin und Säure-
gibt. Mau findet (nach Färbung mit Eisenhämatoxylin und Säurefuchsiu-Orange), daß die perivaskulären, durch Säurefuchsin gefärbten  
fuchsiu-Orange), daß die perivaskulären, durch Säurefuchsin gefärbten  
Interstitien als einfache Zweige sich bis an den Kern der Epithelzellen  
Interstitien als einfache Zweige sich bis an den Kern der Epithelzellen  
in diese letzteren hineindrängen können, um hier ein Knäuel von  
in diese letzteren hineindrängen können, um hier ein Knäuel von  
„Kanälchen" zu bilden. Im Centrum dieser  
„Kanälchen" zu bilden. Im Centrum dieser  
Knäuel findet man zwei oder drei in-
Knäuel findet man zwei oder drei in
 




Line 1,107: Line 883:
gewonnen, daß es nicht gern die Frage von einem Drainagesystem, von  
gewonnen, daß es nicht gern die Frage von einem Drainagesystem, von  
einer zirkulatorischen Einrichtung der Zelle sein kann. Vielmehr bin  
einer zirkulatorischen Einrichtung der Zelle sein kann. Vielmehr bin  
ich dahin geleitet, in dem Auftreten der „Saftkanälchen" einen morpho-
ich dahin geleitet, in dem Auftreten der „Saftkanälchen" einen morphologischen Ausdruck gewisser stofflicher Umsetzungen oder, näher gesagt, gewisser Phasen der stofflichen Einwirkungen der bezüglichen  
logischen Ausdruck gewisser stofflicher Umsetzungen oder, näher ge-
sagt, gewisser Phasen der stofflichen Einwirkungen der bezüglichen  
Zellen und der diesen letzteren zugehörenden multipolar gestalteten  
Zellen und der diesen letzteren zugehörenden multipolar gestalteten  
Zellen auf einander, aus denen die exogenen „Trophospongien'' zu-
Zellen auf einander, aus denen die exogenen „Trophospongien'' zunächst hervorgehen. Ich bin nämlich hinsichthch der Leberzelle, der  
nächst hervorgehen. Ich bin nämlich hinsichthch der Leberzelle, der  
Nebenuierenzelle, der Pankreaszelle, der Darmepithelzelle, der Deciduazelle der Meinung, daß die „Saftkanälchen" dieser Zellen, wie es  
Nebenuierenzelle, der Pankreaszelle, der Darmepithelzelle, der Deci-
duazelle der Meinung, daß die „Saftkanälchen" dieser Zellen, wie es  
in Betreff' der Nervenzellen als sicher angesehen werden muß, in  
in Betreff' der Nervenzellen als sicher angesehen werden muß, in  
der That innerhalb eines protoplasmatischen Netzwerkes zustande  
der That innerhalb eines protoplasmatischen Netzwerkes zustande  
kommen, das eigentlich von anderen, dicht außerhalb dieser Zellen  
kommen, das eigentlich von anderen, dicht außerhalb dieser Zellen  
lokalisierten Zellen herstammt. In den einzelnen Strängen dieses  
lokalisierten Zellen herstammt. In den einzelnen Strängen dieses  
Netzes (des ,,Trophospongiums") können Veränderungen des Aggre-
Netzes (des ,,Trophospongiums") können Veränderungen des Aggregatzustandes auftreten, infolgedessen solche Stränge entweder nur  
gatzustandes auftreten, infolgedessen solche Stränge entweder nur  
teilweise oder vollständig verflüssigt werden. Je nach der Intensität  
teilweise oder vollständig verflüssigt werden. Je nach der Intensität  
oder der Qualität der lokalen Stoffwechselprozesse können durch diese  
oder der Qualität der lokalen Stoffwechselprozesse können durch diese  
Verflüssigungen entweder „Kanälchen" entstehen, die nicht von dem  
Verflüssigungen entweder „Kanälchen" entstehen, die nicht von dem  
Zellplasma selbst, sondern vom Trophospongienplasma abgegrenzt wer-
Zellplasma selbst, sondern vom Trophospongienplasma abgegrenzt werden, oder auch (bei vollständiger Verflüssigung der Netzteile) „Kanal
den, oder auch (bei vollständiger Verflüssigung der Netzteile) „Kanal-
 




Line 1,135: Line 904:
und sagen : hier finden die oder die vitalen, fermentativen Prozesse  
und sagen : hier finden die oder die vitalen, fermentativen Prozesse  
statt, aus denen als Produkte körnige oder flüssige (in der Form von  
statt, aus denen als Produkte körnige oder flüssige (in der Form von  
Tröpfehen oder Tropfen — scbleehthin Vakuolen genannt — ) Zellein-
Tröpfehen oder Tropfen — scbleehthin Vakuolen genannt — ) Zelleinscblüsse entstehen. — Diese von mir vermeinte Entstebungsweise der  
scblüsse entstehen. — Diese von mir vermeinte Entstebungsweise der  
„Kanäleben", die ja quantitativ, aber wabrseheinlieb aueb qualitativ so  
„Kanäleben", die ja quantitativ, aber wabrseheinlieb aueb qualitativ so  
versebiedenartig sein kann, giebt uns, wie ich denke, einen erweiterten  
versebiedenartig sein kann, giebt uns, wie ich denke, einen erweiterten  
Line 1,142: Line 910:
voraussetzen muß und was Hofmeister in einem geistvollen Vortrage  
voraussetzen muß und was Hofmeister in einem geistvollen Vortrage  
entwickelt bat (Die cbemisebe Organisation der Zelle, Braunschweig  
entwickelt bat (Die cbemisebe Organisation der Zelle, Braunschweig  
1901) — an verschiedenen Stellen einer und derselben Zelle gleich-
1901) — an verschiedenen Stellen einer und derselben Zelle gleichzeitig die verschiedenartigsten ebemischeu Umsetzungen stattfinden  
zeitig die verschiedenartigsten ebemischeu Umsetzungen stattfinden  
können.  
können.  


Line 1,166: Line 933:
zeigen, daß die sog. „plateau striee" nichts als ein umgewandelter  
zeigen, daß die sog. „plateau striee" nichts als ein umgewandelter  
Ciliarsaum ist. Die vorMegende Untersuchung dürfte dazu beitragen,  
Ciliarsaum ist. Die vorMegende Untersuchung dürfte dazu beitragen,  
diese Behauptung zu stützen. Ebenso dürfte aus derselben hervor-
diese Behauptung zu stützen. Ebenso dürfte aus derselben hervorgehen, daß die Cilien nicht nur Bildner der „plateau stride" sind,  
gehen, daß die Cilien nicht nur Bildner der „plateau stride" sind,  
sondern auch integrierende Teile anderer Cuticularbildungen bilden.  
sondern auch integrierende Teile anderer Cuticularbildungen bilden.  


W'iREN^) ist der Ansicht, daß die im allgemeinen homogene,  
W'iREN^) ist der Ansicht, daß die im allgemeinen homogene,  
strukturlose Cuticula der Körperbaut wie des Mundscbildes von Chaeto-
strukturlose Cuticula der Körperbaut wie des Mundscbildes von Chaetoderma durch successive Umbildung der Hypodermiszellen entstanden  
derma durch successive Umbildung der Hypodermiszellen entstanden  
wäre, und erklärt hieraus das Eindringen der Neurofibrillen in dieselben. Er kommt zu dieser Annahme hauptsächlieb auf Grund der  
wäre, und erklärt hieraus das Eindringen der Neurofibrillen in die-
selben. Er kommt zu dieser Annahme hauptsächlieb auf Grund der  




Line 1,187: Line 951:
15  
15  


Abwesenheit von äußeren Zellengrenzen und läßt also die Hypodermis-
Abwesenheit von äußeren Zellengrenzen und läßt also die Hypodermiszelle direkt in die Cuticula übergehen. Ferner gibt Wiren (1. c.) an,  
zelle direkt in die Cuticula übergehen. Ferner gibt Wiren (1. c.) an,  
daß die Spiculae vielleicht aus einer ursprünglichen Wanderzelle  
daß die Spiculae vielleicht aus einer ursprünglichen Wanderzelle  
hervorgehen. In der Umgebung der Spiculae ist die Cuticula vertikal  
hervorgehen. In der Umgebung der Spiculae ist die Cuticula vertikal  
Line 1,195: Line 958:
Die vorliegende Untersuchung ist auf Material basiert, das im  
Die vorliegende Untersuchung ist auf Material basiert, das im  
PERENYi'schen und FLEMMiNG'schen Gemische und Sublimat fixiert ist.  
PERENYi'schen und FLEMMiNG'schen Gemische und Sublimat fixiert ist.  
Die Färbung war hauptsächlich Eisenhämatoxylin-Kongorot. Die Unter-
Die Färbung war hauptsächlich Eisenhämatoxylin-Kongorot. Die Untersuchung beschränkte sich auf die Mundschild-, die Körperhaut- und die  
suchung beschränkte sich auf die Mundschild-, die Körperhaut- und die  
Mitteldarmcuticula von Chaetoderma nitidulum.  
Mitteldarmcuticula von Chaetoderma nitidulum.  


Line 1,209: Line 971:
Zelle.  
Zelle.  


Die Matrixzellen sind gut von der Cuticula abgegrenzt. Die Zell-
Die Matrixzellen sind gut von der Cuticula abgegrenzt. Die Zellstruktur ist fibrillar mit vertikal auf die Cuticularschicht gerichteten  
struktur ist fibrillar mit vertikal auf die Cuticularschicht gerichteten  
Fibrillen. Am Distalende dieser Zellen  
Fibrillen. Am Distalende dieser Zellen  
l)emerkt man an dünnen Schnitten eine '^^  
l)emerkt man an dünnen Schnitten eine '^^  
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distalen setzen sich in den Streifen der Cuticula fest. Dies sind also  
distalen setzen sich in den Streifen der Cuticula fest. Dies sind also  
morphologische Flimmerhaare. Die proximalen sind die oben erwähnten  
morphologische Flimmerhaare. Die proximalen sind die oben erwähnten  
intracellulären Fibrillen. Es ist also die Cuticula des Mund-
intracellulären Fibrillen. Es ist also die Cuticula des Mundschildes als eine sog. „plateau striee" und also aus verklebten Cilien gebildet zu betrachten. Die äußere dünne  
schildes als eine sog. „plateau striee" und also aus ver-
klebten Cilien gebildet zu betrachten. Die äußere dünne  
Cuticulalage ist, glaube ich, ein wahres Absonderungsproduct.  
Cuticulalage ist, glaube ich, ein wahres Absonderungsproduct.  


Wie WiREN (1. c.) gezeigt hat, dringen Neurofibrillen in die Cuti-
Wie WiREN (1. c.) gezeigt hat, dringen Neurofibrillen in die Cuticula ein. Dies Eindringen läßt sich auch bei dieser Entstehungsweise  
cula ein. Dies Eindringen läßt sich auch bei dieser Entstehungsweise  
der Cuticula leicht erklären, denn man mag sich nur vorstellen, daß  
der Cuticula leicht erklären, denn man mag sich nur vorstellen, daß  
die Cilien unter gleichzeitiger Absonderung der Klebmasse hervor-
die Cilien unter gleichzeitiger Absonderung der Klebmasse hervorwachsen. Es scheint dabei entweder ein Zurückziehen der Matrixzelle  
wachsen. Es scheint dabei entweder ein Zurückziehen der Matrixzelle  




Line 1,252: Line 1,009:
oder ein Aufheben der Cuticularlage zu bestehen, während die Neuro  
oder ein Aufheben der Cuticularlage zu bestehen, während die Neuro  
fibrille, deren Spitze ja durch die innersten Teile der Cuticularmasse  
fibrille, deren Spitze ja durch die innersten Teile der Cuticularmasse  
fixiert ist, ihre Lage behält. Sie wird dadurch von der Cuticula um-
fixiert ist, ihre Lage behält. Sie wird dadurch von der Cuticula umlagert.  
lagert.  


Die Körperhautcuticula (Fig. 2, 3 und 4),  
Die Körperhautcuticula (Fig. 2, 3 und 4),  


Die Körperhaut von Chaetoderma ist durch eine dicke Cuticular-
Die Körperhaut von Chaetoderma ist durch eine dicke Cuticularlage charakterisiert. In dieser Lage sind die Spiculae befestigt. Demnach ist die Cuticula nach außen uneben, mit tiefen Gruben versehen,  
lage charakterisiert. In dieser Lage sind die Spiculae befestigt. Dem-
nach ist die Cuticula nach außen uneben, mit tiefen Gruben versehen,  
welche die Stellen markieren, wo vorher ein Spiculum gesessen hat.  
welche die Stellen markieren, wo vorher ein Spiculum gesessen hat.  
Größtenteils istdie Cuticularlage gänzlich strukturlos  
Größtenteils istdie Cuticularlage gänzlich strukturlos  
und bekundet sich da als ein wahres Ausscheidungs-
und bekundet sich da als ein wahres Ausscheidungsprodukt der Matrixzellen. An anderen Orten bemerkt man aber  
produkt der Matrixzellen. An anderen Orten bemerkt man aber  
gewisse Strukturen. Hierauf komme ich bald zurück.  
gewisse Strukturen. Hierauf komme ich bald zurück.  


Die Matrixschicht, das ist die Hypodermis, besteht aus einer  
Die Matrixschicht, das ist die Hypodermis, besteht aus einer  
einzigen Epithelzellenlage. Es hat Wiren (1. c.) besonders kräftig hervor-
einzigen Epithelzellenlage. Es hat Wiren (1. c.) besonders kräftig hervorgehoben, daß es bei Chaetoderma nitidulum keine „Hypodermispapillen"  
gehoben, daß es bei Chaetoderma nitidulum keine „Hypodermispapillen"  
gebe. Dies ist aber nicht zutreffend, denn die Zellen bilden am  
gebe. Dies ist aber nicht zutreffend, denn die Zellen bilden am  
ganzen Körper kleinere Papillen um 3 — 5 Zellen. Hierdurch erhält  
ganzen Körper kleinere Papillen um 3 — 5 Zellen. Hierdurch erhält  
die Hypodermis ein welliges Aussehen. Fig. 2 zeigt diese Papillen  
die Hypodermis ein welliges Aussehen. Fig. 2 zeigt diese Papillen  
vom vorderen Teil des Tieres, Fig. 4 von dem hinteren. Diese Papillen  
vom vorderen Teil des Tieres, Fig. 4 von dem hinteren. Diese Papillen  
welche jedoch viel schwächer entwickelt sind, entsprechen wahrschein-
welche jedoch viel schwächer entwickelt sind, entsprechen wahrscheinlich den Hypodermispapillen von Proneomenia und Neomenia. An der  
lich den Hypodermispapillen von Proneomenia und Neomenia. An der  
Spitze jeder solchen Papille liegt die Matrixzelle eines Spiculums oder  
Spitze jeder solchen Papille liegt die Matrixzelle eines Spiculums oder  
einer „Riesenzelle", d. i. nach Wiren (1. c.) eine degenerierte Spiculum-
einer „Riesenzelle", d. i. nach Wiren (1. c.) eine degenerierte Spiculummatrixzelle. Diese Zelle ist von Exkretionsprodukten strotzend gefüllt und soll nach Wiren (1. c.) vielleicht aus einer Wanderzelle hervorgegangen sein. In der „Riesenzelle" bemerkt man aber dieselben  
matrixzelle. Diese Zelle ist von Exkretionsprodukten strotzend ge-
füllt und soll nach Wiren (1. c.) vielleicht aus einer Wanderzelle her-
vorgegangen sein. In der „Riesenzelle" bemerkt man aber dieselben  
fädigen Strukturen, welche den übrigen Hypodermiszellen eigen sind,  
fädigen Strukturen, welche den übrigen Hypodermiszellen eigen sind,  
ebenso findet man, daß alle Uebergänge zwischen „Riesenzellen" und  
ebenso findet man, daß alle Uebergänge zwischen „Riesenzellen" und  
Line 1,293: Line 1,041:




1) Hieraus wage ich jedoch keine Folgerungen über diese Matrix-
1) Hieraus wage ich jedoch keine Folgerungen über diese Matrixzellen zu ziehen, denn es läßt sich ja denken, daß eine derart entwickelte  
zellen zu ziehen, denn es läßt sich ja denken, daß eine derart entwickelte  
Wanderzelle strukturell mit den Hypodermiszellen übereinstimmen kann,  
Wanderzelle strukturell mit den Hypodermiszellen übereinstimmen kann,  
obgleich es wirklich keinen genetischen Zusammenhang zwischen ihnen  
obgleich es wirklich keinen genetischen Zusammenhang zwischen ihnen  
Line 1,310: Line 1,057:
Oc. 4. '''  
Oc. 4. '''  


Fig. 3. Wimperzelle mit cutieulari-
Fig. 3. Wimperzelle mit cutieularisirten Flimmerhaaren. B3I Basalmembran.  
sirten Flimmerhaaren. B3I Basalmembran.  
Nc Neugebildete Cuticularsubstanz. Rz Riesenzelle. Wsch Wimperschopf. Uebrige Bezeichnungen wie oben. Leitz hom. Imm. V.o,  
Nc Neugebildete Cuticularsubstanz. Rz Riesen-
zelle. Wsch Wimperschopf. Uebrige Bezeich-
nungen wie oben. Leitz hom. Imm. V.o,  
Oc. 4. ''  
Oc. 4. ''  


Line 1,427: Line 1,171:




u . ^'^' i'r Hypodermispapille aus dem vorderen Körperteil. Mc Muskelcuticular-
u . ^'^' i'r Hypodermispapille aus dem vorderen Körperteil. Mc Muskelcuticularsubstanz. 3Is Muskelzelle (quergeschnittene). 5/ Sarkoplasmafaden. Uebrige Bezeichnungen wie oben. Leitz hom. Imm. Vi6> Oc. 5.  
substanz. 3Is Muskelzelle (quergeschnittene). 5/ Sarkoplasmafaden. Uebrige Bezeich-
nungen wie oben. Leitz hom. Imm. Vi6> Oc. 5.  


Anat. Am. XXII. Aufsätze. 9  
Anat. Am. XXII. Aufsätze. 9  
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18  
18  


am Hinterende. Am fliiiterende sind sie „stundenglasförmig" , ob-
am Hinterende. Am fliiiterende sind sie „stundenglasförmig" , obgleich nicht so deutlich, wie es Wiren (1. c.) hervorhebt (Fig. 2).  
gleich nicht so deutlich, wie es Wiren (1. c.) hervorhebt (Fig. 2).  
Die zwischen den „stundenglascähnlichen" Zellen befindlichen Hohlräume, welche Wiken (1. c.) beschrieben hat und welche von einem  
Die zwischen den „stundenglascähnlichen" Zellen befindlichen Hohl-
feinen Fasernetz durchzogen sind, sind die Einkerbungen der Hypodermislage, welche durch das Dasein von Papillen verursacht sind  
räume, welche Wiken (1. c.) beschrieben hat und welche von einem  
feinen Fasernetz durchzogen sind, sind die Einkerbungen der Hypo-
dermislage, welche durch das Dasein von Papillen verursacht sind  
(Fig. 2). Die feinen intercellulären Fädchen sind Sarkoglia- Ausläufer  
(Fig. 2). Die feinen intercellulären Fädchen sind Sarkoglia- Ausläufer  
der Ringnmskeln, welche sich an der Hypodermis anheften. (Siehe  
der Ringnmskeln, welche sich an der Hypodermis anheften. (Siehe  
über diese Frage unten !) Am Vorderende können die Hypodermis-
über diese Frage unten !) Am Vorderende können die Hypodermiszellen verschiedene Formen annehmen, bald sind sie zylinderähnlich,  
zellen verschiedene Formen annehmen, bald sind sie zylinderähnlich,  
bald sind sie abgeplattet, bald kugelrund (Fig. 4). Der Kern ist  
bald sind sie abgeplattet, bald kugelrund (Fig. 4). Der Kern ist  
rundlich, ziemlich chromatinreich. Die Zellstruktur ist eine sehr deut-
rundlich, ziemlich chromatinreich. Die Zellstruktur ist eine sehr deutliche, vertikal fädige, und die Fäden laufen gewöhnlich von der Base  
liche, vertikal fädige, und die Fäden laufen gewöhnlich von der Base  
der Zelle bis an die Spitze. Die Zellengrenzen sind in allen Richtungen deutlich; nie gehen die Zellen direkt ohne scharfe Grenze in  
der Zelle bis an die Spitze. Die Zellengrenzen sind in allen Rich-
tungen deutlich; nie gehen die Zellen direkt ohne scharfe Grenze in  
die Cuticula über, wie es Wiren behauptet und es kann somit von  
die Cuticula über, wie es Wiren behauptet und es kann somit von  
einer Cuticularbildung im Sinne Tullbergs^) nicht die Rede sein.  
einer Cuticularbildung im Sinne Tullbergs^) nicht die Rede sein.  
Line 1,458: Line 1,194:


Was die Hypodermis nebst Cuticula von Chaetoderma besonders  
Was die Hypodermis nebst Cuticula von Chaetoderma besonders  
interessant macht, ist das Vorkommen von abweichenden Hypodermis-
interessant macht, ist das Vorkommen von abweichenden Hypodermiszellen und deshalb auch abweichenden Cuticularbildungen. In gewissen  
zellen und deshalb auch abweichenden Cuticularbildungen. In gewissen  
Hypodermiszellen, und diese kommen besonders im Vorderende des  
Hypodermiszellen, und diese kommen besonders im Vorderende des  
Tieres ziemlich allgemein vor, bemerkt man eine periphere Lage am  
Tieres ziemlich allgemein vor, bemerkt man eine periphere Lage am  
Eisenhämatoxyliupräparate intensiv schwarz gefärbter Körperchen, von  
Eisenhämatoxyliupräparate intensiv schwarz gefärbter Körperchen, von  
welchen nach außen ein Büschel von cuticularisierten Fäden ausgeht  
welchen nach außen ein Büschel von cuticularisierten Fäden ausgeht  
(Fig. 3). Es sind diese Körperchen die Blepharoplasten einer Ciliar-
(Fig. 3). Es sind diese Körperchen die Blepharoplasten einer Ciliarzelle, deren Cilien cutinisiert sind. Es beteiligen sich also  
zelle, deren Cilien cutinisiert sind. Es beteiligen sich also  
auch bei Chaetoderma nitidulum Cilien an der Bildung  
auch bei Chaetoderma nitidulum Cilien an der Bildung  
der K ö r p e r h a u t cu t i c u 1 a.  
der K ö r p e r h a u t cu t i c u 1 a.  
Line 1,472: Line 1,206:
auch eine andere Zellkategorie an der Cuticulabildung teilnimmt,  
auch eine andere Zellkategorie an der Cuticulabildung teilnimmt,  
nämlich die Muskelzellen; dies ist auch der Fall bei Chaetoderma.  
nämlich die Muskelzellen; dies ist auch der Fall bei Chaetoderma.  
Wiren (1. c.) hat gezeigt, daß es zwischen den Muskelzellen des Haut-
Wiren (1. c.) hat gezeigt, daß es zwischen den Muskelzellen des Hautmuskelschlauches feine sarkoplasmatische Ausläufer giebt, die die  
muskelschlauches feine sarkoplasmatische Ausläufer giebt, die die  
verschiedenen Muskelzellen miteinander verbinden. Diese Ausläufer  
verschiedenen Muskelzellen miteinander verbinden. Diese Ausläufer  
kann man sehr leicht an einem Längsschnitte durch den Hautnmskel-
kann man sehr leicht an einem Längsschnitte durch den Hautnmskelschlauch verfolgen. Sie verbinden in der Tat auch die benachbarten  
schlauch verfolgen. Sie verbinden in der Tat auch die benachbarten  
Muskelzellen miteinander und sind Sarkoplasma-Ausläufer, aber sie  
Muskelzellen miteinander und sind Sarkoplasma-Ausläufer, aber sie  


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haben noch eine andere Bedeutung, wie dies aus meinen Unter-
haben noch eine andere Bedeutung, wie dies aus meinen Untersuchungen hervorgegangen ist. Untersucht man nämlich die oberflächlichsten Teile der Ringmuskellage, so findet man, daß diese Fädchen  
suchungen hervorgegangen ist. Untersucht man nämlich die oberfläch-
lichsten Teile der Ringmuskellage, so findet man, daß diese Fädchen  
nicht nur Muskelzellen mit einander verbinden, sondern auch die  
nicht nur Muskelzellen mit einander verbinden, sondern auch die  
Muskelzellen mit der Hypodermis verbinden, und noch mehr, daß sie  
Muskelzellen mit der Hypodermis verbinden, und noch mehr, daß sie  
die Muskelzellen in der Cuticula befestigen (Fig. 4). Verfolgt man  
die Muskelzellen in der Cuticula befestigen (Fig. 4). Verfolgt man  
nämlich einen dieser Fäden, so findet man, daß dieser, der sich an Eisen-
nämlich einen dieser Fäden, so findet man, daß dieser, der sich an Eisenhämatoxylin-Kongorot- Präparaten proximal rot färbt, in der unmittelbaren Nähe der Hypodermiszellen intensiv schwarz tiugiert. Nachdem  
hämatoxylin-Kongorot- Präparaten proximal rot färbt, in der unmittel-
baren Nähe der Hypodermiszellen intensiv schwarz tiugiert. Nachdem  
dieser Faden die Hypodermis erreicht hat, drängt er sich entweder  
dieser Faden die Hypodermis erreicht hat, drängt er sich entweder  
zwischen zwei Hypodermiszellen ein oder durchsetzt eine Hypodermis-
zwischen zwei Hypodermiszellen ein oder durchsetzt eine Hypodermiszelle gänzlich. In beiden Fällen bohrt er sich, nachdem er sich in  
zelle gänzlich. In beiden Fällen bohrt er sich, nachdem er sich in  
mehrere Fädchen aufgelöst hat, in die Cuticula hinein. Der in der  
mehrere Fädchen aufgelöst hat, in die Cuticula hinein. Der in der  
Cuticula gelegene Teil der Sarkoplasma- Ausläufer färbt sich wieder rot,  
Cuticula gelegene Teil der Sarkoplasma- Ausläufer färbt sich wieder rot,  
unterscheidet sich aber von dem Proximalteil des Fadens durch sein  
unterscheidet sich aber von dem Proximalteil des Fadens durch sein  
Lichtbrechungsvermögen ; er ist also distal cutinisiert. Da jeder Sarko-
Lichtbrechungsvermögen ; er ist also distal cutinisiert. Da jeder Sarkoplasma-Ausläufer sich in eine Menge kleinerer Fädchen auflöst, und  
plasma-Ausläufer sich in eine Menge kleinerer Fädchen auflöst, und  
diese sich in die Cuticula hineindrängen, so entsteht die fädige Struktur  
diese sich in die Cuticula hineindrängen, so entsteht die fädige Struktur  
der zugehörigen Cuticula. Diese Muskelinsertionsstellen sind sehr allge-
der zugehörigen Cuticula. Diese Muskelinsertionsstellen sind sehr allgemein in der Haut von Chaetoderma verbreitet. Besonders reichlich  
mein in der Haut von Chaetoderma verbreitet. Besonders reichlich  
kommen sie an allen Seiten der Spiculamatrixzellen vor und rufen dort  
kommen sie an allen Seiten der Spiculamatrixzellen vor und rufen dort  
die fädige Cuticularstruktur hervor, die Wiren (1. c.) beschrieben hat  
die fädige Cuticularstruktur hervor, die Wiren (1. c.) beschrieben hat  
(Fig. 4). In der Hautcuticula enden auch zahlreiche Nerven.  
(Fig. 4). In der Hautcuticula enden auch zahlreiche Nerven.  


Auch an der Mundschildcuticula finden wir derartige Muskel-
Auch an der Mundschildcuticula finden wir derartige Muskelinsertionen, sie sind aber hier viel schwieriger zu studieren.  
insertionen, sie sind aber hier viel schwieriger zu studieren.  


Daß das Hineinwachsen der Sarkoplasmafäden nicht ein automa-
Daß das Hineinwachsen der Sarkoplasmafäden nicht ein automatisches ist, kann man a priori annehmen. Das Hineinwachsen geht  
tisches ist, kann man a priori annehmen. Das Hineinwachsen geht  
vielleicht in der oben für die Neurofibrillen des Mundschildes angedeuteten ^Yeise vor sich.  
vielleicht in der oben für die Neurofibrillen des Mundschildes ange-
deuteten ^Yeise vor sich.  


Die Mitteid arm cuticula (Fig. 5).  
Die Mitteid arm cuticula (Fig. 5).  


Ueber die Epithelzellen des Mitteldarmes von Chaetoderma niti-
Ueber die Epithelzellen des Mitteldarmes von Chaetoderma nitidulum schreibt Wiren (1. c): „Das Mitteldarmepithel besteht aus einer  
dulum schreibt Wiren (1. c): „Das Mitteldarmepithel besteht aus einer  
einzigen Lage kleiner, fast kubischer Zellen mit großen Kernen. Im  
einzigen Lage kleiner, fast kubischer Zellen mit großen Kernen. Im  
Uebergange vom Vorderdarme zum Mitteldarme sind die Zellen hoch  
Uebergange vom Vorderdarme zum Mitteldarme sind die Zellen hoch  
Line 1,559: Line 1,280:


Fig. 5. Zellen aus  
Fig. 5. Zellen aus  
dem Mitteldarme. CCen-
dem Mitteldarme. CCentrosomeu. GBl größere  
trosomeu. GBl größere  
Blepharoblasten (= ciliierte Ceutrosomen. KBl  
Blepharoblasten (= cili-
ierte Ceutrosomen. KBl  
kleinere Blepharoblasten.  
kleinere Blepharoblasten.  
Ss Stäbchensaiim.  
Ss Stäbchensaiim.  
Line 1,568: Line 1,287:




Was aber die Mitteldarmzellen von Chaetoderma besonders inter-
Was aber die Mitteldarmzellen von Chaetoderma besonders interessant macht, ist das Verhalten der Blepharoblasten. Jedem Flimmerhaare gehört ein Blepharoblast von ziemlich großen Dimensionen an,  
essant macht, ist das Verhalten der Blepharoblasten. Jedem Flimmer-
während es an jedem Streifen des Cuticularsaumes einen kleinen Blepharoblasten giebt (Fig. 5). Der Cuticularsaum des Mitteldarmes von  
haare gehört ein Blepharoblast von ziemlich großen Dimensionen an,  
während es an jedem Streifen des Cuticularsaumes einen kleinen Blepharo-
blasten giebt (Fig. 5). Der Cuticularsaum des Mitteldarmes von  
Chaetoderma ist aus reduzierten, starren Cilien aufgebaut. Es ist somit  
Chaetoderma ist aus reduzierten, starren Cilien aufgebaut. Es ist somit  
eine Arbeitsteilung zwischen den Flimmerhaaren eingetreten. Die einen  
eine Arbeitsteilung zwischen den Flimmerhaaren eingetreten. Die einen  
Line 1,589: Line 1,305:
zu diesen Cilien gehörenden Blepharoblasten ist immer genau dieselbe  
zu diesen Cilien gehörenden Blepharoblasten ist immer genau dieselbe  
wie die der Centrosomen der cilienlosen Mitteldarmzellen. Es liegt  
wie die der Centrosomen der cilienlosen Mitteldarmzellen. Es liegt  
daher nahe, anzunehmen, daß die Blepharoblasten wirklich Centro-
daher nahe, anzunehmen, daß die Blepharoblasten wirklich Centrosomen sind, wie ich ^) es vorher mit Lenhossek -) u. a. geglaubt habe.  
somen sind, wie ich ^) es vorher mit Lenhossek -) u. a. geglaubt habe.  


1) Anat. Anz., Bd. 21, No. 4, 1902.  
1) Anat. Anz., Bd. 21, No. 4, 1902.  
Line 1,616: Line 1,331:
Nel corso di un lavoro sperimentale sulla produzione eteroplastica  
Nel corso di un lavoro sperimentale sulla produzione eteroplastica  
dell'osso-) abbiarao avuto occasione di osservare un particolare di  
dell'osso-) abbiarao avuto occasione di osservare un particolare di  
struttura degli osteoblasti, sul quale abbianio creduto opportuno di in-
struttura degli osteoblasti, sul quale abbianio creduto opportuno di insistere con ulteriori ricerche.  
sistere con ulteriori ricerche.  


I preparati che abbiamo allora studiato, generalmente, erano alle-
I preparati che abbiamo allora studiato, generalmente, erano allestiti da pezzi fissati in liquido di Zenker e, senza ulteriore decalcificazione (perche, trattandosi di sottili e giovani trabecole ossee, questa  
stiti da pezzi fissati in liquido di Zenker e, senza ulteriore decalci-
ficazione (perche, trattandosi di sottili e giovani trabecole ossee, questa  
e sufficientemente raggiunta dal liquido di Zenker), inclusi in paraffina  
e sufficientemente raggiunta dal liquido di Zenker), inclusi in paraffina  
per averne sottili sezioni che poi erano colorate con ematossilina ed  
per averne sottili sezioni che poi erano colorate con ematossilina ed  
eosina. In questi preparati gli osteoblasti si mostravano molto evident!  
eosina. In questi preparati gli osteoblasti si mostravano molto evident!  
perche il loro abbondante citoplasma presentava notevole colorabilitä  
perche il loro abbondante citoplasma presentava notevole colorabilitä  
con r ematossilina, contenendo molta sostanza basofila. Inoltre, serven-
con r ematossilina, contenendo molta sostanza basofila. Inoltre, servendoci di un buon ingrandimento (Zeiß, Ob. E, o, meglio, Koristka Vi 5  
doci di un buon ingrandimento (Zeiß, Ob. E, o, meglio, Koristka Vi 5  
imm. om., Oc. comp. 4) fin dai primi preparati studiati ci fu possibile  
imm. om., Oc. comp. 4) fin dai primi preparati studiati ci fu possibile  
distinguere con sicurezza gli osteoblasti da qualunque altra cellula  
distinguere con sicurezza gli osteoblasti da qualunque altra cellula  
con cui potessero confondersi (per esempio dai fibroblasti) per la pre-
con cui potessero confondersi (per esempio dai fibroblasti) per la presenza, a lato del nucleo, generalmente eccentrico, di una regolare rarefazione sferica del citoplasma, di diametro presso a poco uguale a  
senza, a lato del nucleo, generalmente eccentrico, di una regolare rare-
fazione sferica del citoplasma, di diametro presso a poco uguale a  
quello del nucleo. Questa formazione ha l'apparenza di un vacuolo;  
quello del nucleo. Questa formazione ha l'apparenza di un vacuolo;  
in realtä perö, non possiamo dire che si tratti di un vero vacuolo,  
in realtä perö, non possiamo dire che si tratti di un vero vacuolo,  
perche non abbiamo potuto dimostrare di essere di fronte ad una  
perche non abbiamo potuto dimostrare di essere di fronte ad una  
escavazione contenente una qualunque sostanza: piuttosto tale appa-
escavazione contenente una qualunque sostanza: piuttosto tale apparenza si puö dire dovuta ad una porzione sferica di citoplasma nella  
renza si puö dire dovuta ad una porzione sferica di citoplasma nella  
quale non esistono quelle sostanze che si colorano con 1' ematossilina ;  
quale non esistono quelle sostanze che si colorano con 1' ematossilina ;  
questa porzione del corpo cellulare, quindi, nei nostri preparati appariva  
questa porzione del corpo cellulare, quindi, nei nostri preparati appariva  
Line 1,644: Line 1,352:




1) I risultati di queste ricerche furono comunicati alia R. Acca-
1) I risultati di queste ricerche furono comunicati alia R. Accademia di Medicina di Torino nella seduta del 14 marzo 1902.  
demia di Medicina di Torino nella seduta del 14 marzo 1902.  


2) Comunicato alia R. Accademia di Medicina di Torino il 29 no-
2) Comunicato alia R. Accademia di Medicina di Torino il 29 novembre 1901 e pubblicato nel Vikchow's Archiv, Bd. 168.  
vembre 1901 e pubblicato nel Vikchow's Archiv, Bd. 168.  




Line 1,656: Line 1,362:
in roseo della eosina. Nel ceutro di questa formazione in parecchi  
in roseo della eosina. Nel ceutro di questa formazione in parecchi  
osteoblast! abbiamo anche notato un piccolo corpicciuolo costituito da  
osteoblast! abbiamo anche notato un piccolo corpicciuolo costituito da  
sostanza simile al rimaneute del citoplasma e quiudi di aspetto gra-
sostanza simile al rimaneute del citoplasma e quiudi di aspetto granuloso e colorabile con 1' ematossilina.  
nuloso e colorabile con 1' ematossilina.  


Poiche questo reperto ci era apparso nei nostri preparati costante  
Poiche questo reperto ci era apparso nei nostri preparati costante  
e poiche non ne abbiamo trovato cenno in nessuno dei piii accreditati  
e poiche non ne abbiamo trovato cenno in nessuno dei piii accreditati  
trattati di Istologia normale ne in alcun lavoro speciale, abbiamo vo-
trattati di Istologia normale ne in alcun lavoro speciale, abbiamo volute vedere se si trattasse di una particolarita esclusiva degli osteoblast! di produzione eteroplastica sperimentale o se fosse comune a  
lute vedere se si trattasse di una particolarita esclusiva degli osteo-
blast! di produzione eteroplastica sperimentale o se fosse comune a  
tutti gli osteoblast!. Abbiamo, quindi, esaminato piccole ossa, in via  
tutti gli osteoblast!. Abbiamo, quindi, esaminato piccole ossa, in via  
di sviluppo, di coniglio, di cavia, di ratto albino e di uomo. E in  
di sviluppo, di coniglio, di cavia, di ratto albino e di uomo. E in  
tutti quest! mammifer! abbiamo potuto accertare la costanza del de-
tutti quest! mammifer! abbiamo potuto accertare la costanza del descritto particolare d! struttura degli osteoblast!. Anche nella ossifica
scritto particolare d! struttura degli osteoblast!. Anche nella ossifica-
zione fisiologica in par
 
zione fisiologica in par-
 
'' ecchi osteoblast! al centro  
'' ecchi osteoblast! al centro  


Line 1,677: Line 1,377:
per brevita, continueremo  
per brevita, continueremo  
achiamare vacuole, si nota  
achiamare vacuole, si nota  
il gia accennato corpic-
il gia accennato corpicciuolo basofilo ed, iuoltre,  
ciuolo basofilo ed, iuoltre,  
.. ' d in questa, come nella ossificazione eteroplastica, ab  
.. ' d in questa, come nella ossi-
ficazione eteroplastica, ab  
biamo visto che il vacuolo  
biamo visto che il vacuolo  
e evidente anche nella gio-
e evidente anche nella gio>i van! cellule ossee (come  
>i van! cellule ossee (come  
appare dell' annessa figura)  
appare dell' annessa figura)  
quando il citoplasma non  
quando il citoplasma non  
Line 1,692: Line 1,389:
" liquido di Zenker — color,  
" liquido di Zenker — color,  


ematossilina e eosina. Ingrandi-
ematossilina e eosina. Ingrandimento 600 D [Koristka ob. Vis,  
mento 600 D [Koristka ob. Vis,  
00. comp. 4]). a osteoblasti.  
00. comp. 4]). a osteoblasti.  
h coi'pieciuolo centrale del va-
h coi'pieciuolo centrale del vacuolo. c giovane cellula ossea  
cuolo. c giovane cellula ossea  
presentante ancora il vacuolo.  
presentante ancora il vacuolo.  
d cellula ossea completamente  
d cellula ossea completamente  
evoluta. e sostanza fondamen-
evoluta. e sostanza fondamentale dell'osso.  
tale dell'osso.  


e ancora raggrinzato come nella cellule ossee completamente evolute.  
e ancora raggrinzato come nella cellule ossee completamente evolute.  
Ci occorse anche di esaminare della neoformazione ossea provocata  
Ci occorse anche di esaminare della neoformazione ossea provocata  
in una mandibola umana da invasione di zaffi carcinomatosi pro-
in una mandibola umana da invasione di zaffi carcinomatosi provenienti dal pavimento della bocca, ed anche in questo caso tutti  
venienti dal pavimento della bocca, ed anche in questo caso tutti  
gli osteoblasti presentavano il vacuolo.  
gli osteoblasti presentavano il vacuolo.  


Line 1,716: Line 1,409:
facilmente quando la sezione sia sottile e quando sia allestita da materiale  
facilmente quando la sezione sia sottile e quando sia allestita da materiale  
ben fissato e che successivamente non abbia subite le manipolazioni messe  
ben fissato e che successivamente non abbia subite le manipolazioni messe  
generalmente in atto per la decalcificazione. In fatti, stabilita la co-
generalmente in atto per la decalcificazione. In fatti, stabilita la costanza del nostro reperto in tutti gli osteoblasti che avevamo studiato,  
stanza del nostro reperto in tutti gli osteoblasti che avevamo studiato,  
costanza che ci permette di riteuerlo caratteristico almeno per i mammiferi, aveudo noi da prima eseguite le nostre ricerche anche nel  
costanza che ci permette di riteuerlo caratteristico almeno per i mam-
miferi, aveudo noi da prima eseguite le nostre ricerche anche nel  
campo fisiologico su piccole ossa fissate in liquido di Zenker, abbiamo  
campo fisiologico su piccole ossa fissate in liquido di Zenker, abbiamo  
voluto studiare ossa in via di sviluppo fissate con altri metodi al  
voluto studiare ossa in via di sviluppo fissate con altri metodi al  
doppio scopo, di escludere la possibilita che il vacuolo fosse eventual-
doppio scopo, di escludere la possibilita che il vacuolo fosse eventualmente un artefatto dovuto al liquido fissatore e di chiarirne possibilmente la natura.  
mente un artefatto dovuto al liquido fissatore e di chiarirne possibil-
mente la natura.  


Avendo fissato ossa in via di sviluppo in alcool, in liquido di  
Avendo fissato ossa in via di sviluppo in alcool, in liquido di  
Müller, in liquido di Flemming, in soluzione concentrata di sublimato,  
Müller, in liquido di Flemming, in soluzione concentrata di sublimato,  
e successivamente avendo sottoposto il materiale alia decalcificazione,  
e successivamente avendo sottoposto il materiale alia decalcificazione,  
coi raigliori metodi suggeriti dalla tecnica (compreso quello alia fluoro-
coi raigliori metodi suggeriti dalla tecnica (compreso quello alia fluoroglucina), il vacuolo non ci apparve che in casi eccezionali e non mai  
glucina), il vacuolo non ci apparve che in casi eccezionali e non mai  
ben evidente. Se questo fatto ci spiegava da uu lato la ragione per  
ben evidente. Se questo fatto ci spiegava da uu lato la ragione per  
cui un cosi costante reperto fosse sfuggito alia osservazione di tanti di-
cui un cosi costante reperto fosse sfuggito alia osservazione di tanti diligenti studiosi che ci avevano preceduto nelle ricerche sulla ossificazione, ci lasciava pero sempre piu il dubbio di essere di fronte ad un  
ligenti studiosi che ci avevano preceduto nelle ricerche sulla ossifica-
zione, ci lasciava pero sempre piu il dubbio di essere di fronte ad un  
artefatto. Abbiamo quindi voluto vedere anche gli osteoblasti non  
artefatto. Abbiamo quindi voluto vedere anche gli osteoblasti non  
fissati, e vi siamo arrivati dilacerando pazientemente dei frammenti di  
fissati, e vi siamo arrivati dilacerando pazientemente dei frammenti di  
Line 1,745: Line 1,431:
chiaramente si vede il vacuolo se si fanno macerare per un paio di  
chiaramente si vede il vacuolo se si fanno macerare per un paio di  
giorni degli ossicini in via di sviluppo in liquido di MtJLLER allungato  
giorni degli ossicini in via di sviluppo in liquido di MtJLLER allungato  
con 2 parti di acqua. Dagli ossicini cosi macerati, merce la dilace-
con 2 parti di acqua. Dagli ossicini cosi macerati, merce la dilacerazione, si ottengono abbastanza facilmente degli osteoblasti isolati che,  
razione, si ottengono abbastanza facilmente degli osteoblasti isolati che,  
avendo il loro citoplasma colorato in giallognolo, presentano ben distinto il vacuolo; di piii, si puo fare la dilacerazione in picrocarmino  
avendo il loro citoplasma colorato in giallognolo, presentano ben di-
e dopo avvenuta la colorazione, sostituire, sotto al vetrino, alia sostanza colorante dell' acqua e quindi della glicerina leggermeute picrica.  
stinto il vacuolo; di piii, si puo fare la dilacerazione in picrocarmino  
e dopo avvenuta la colorazione, sostituire, sotto al vetrino, alia so-
stanza colorante dell' acqua e quindi della glicerina leggermeute picrica.  
In questo modo si possono ottenere dei preparati molto dimostrativi,  
In questo modo si possono ottenere dei preparati molto dimostrativi,  
nei quali gli osteoblasti isolati presentano il loro citoplasma tinto in  
nei quali gli osteoblasti isolati presentano il loro citoplasma tinto in  
Line 1,763: Line 1,446:


dimostrato che il vacuolo da iioi osservato non e un prodotto artificiale,  
dimostrato che il vacuolo da iioi osservato non e un prodotto artificiale,  
ma un reale particolare di struttura costante degli osteoblast! del niam-
ma un reale particolare di struttura costante degli osteoblast! del niamraiferi.  
raiferi.  


Con questo, pero, non potevamo ritenere esaurito il nostro com-
Con questo, pero, non potevamo ritenere esaurito il nostro compito, ma dovevarao ancora insistere nella ricerca per vedere se ci fosse  
pito, ma dovevarao ancora insistere nella ricerca per vedere se ci fosse  
possibile stabilire qualche cosa sul significato del particolare di struttura da noi messo in evideuza. Ma pur troppo qui i nostri sforzi non  
possibile stabilire qualche cosa sul significato del particolare di strut-
tura da noi messo in evideuza. Ma pur troppo qui i nostri sforzi non  
raccolsero grandi risultati.  
raccolsero grandi risultati.  


Abbianio applicato alio studio degli osteoblasti i pin svariati  
Abbianio applicato alio studio degli osteoblasti i pin svariati  
metodi di colorazione, ma fiuora non ci e stato possibile mettere in  
metodi di colorazione, ma fiuora non ci e stato possibile mettere in  
evidenza nel vacuolo alcuna sostanza speciale. Abbiamo principal-
evidenza nel vacuolo alcuna sostanza speciale. Abbiamo principalmente insistito con la colorazione all'emotossilina ferrica perclie sospettammo che il vacuolo contenesse il centrosoma, . ma senza sicuro  
mente insistito con la colorazione all'emotossilina ferrica perclie so-
spettammo che il vacuolo contenesse il centrosoma, . ma senza sicuro  
risultato. Abbiamo applicati metodi atti a rivelare tracce di sostanza  
risultato. Abbiamo applicati metodi atti a rivelare tracce di sostanza  
calcarea e cioe il metodo suggerito da Kossa i), basato sulla proprieta  
calcarea e cioe il metodo suggerito da Kossa i), basato sulla proprieta  
Line 1,782: Line 1,460:
e quello suggerito da Grandis e Mainini 2) basato sulla proprieta  
e quello suggerito da Grandis e Mainini 2) basato sulla proprieta  
della purpurina di colorare i sali di calce in grembo ai tessuti organici ;  
della purpurina di colorare i sali di calce in grembo ai tessuti organici ;  
ma il risultato fu sempre negativo. Finalmente abbiamo voluto ve-
ma il risultato fu sempre negativo. Finalmente abbiamo voluto vedere come neir osteoblasto fosse distribuito il fosforo, che ha tanta  
dere come neir osteoblasto fosse distribuito il fosforo, che ha tanta  
importanza nel fenomeuo della ossificazione. A questo scopo abbiamo  
importanza nel fenomeuo della ossificazione. A questo scopo abbiamo  
cercato di ottenere e seguire con I'osservazione microscopica la reazione  
cercato di ottenere e seguire con I'osservazione microscopica la reazione  
Line 1,792: Line 1,469:
o qualcuno di tali elementi abbiamo sostituito, mediante aspirazione  
o qualcuno di tali elementi abbiamo sostituito, mediante aspirazione  
con carta bibula, alia soluzione indifferente della soluzione di molibdato  
con carta bibula, alia soluzione indifferente della soluzione di molibdato  
d'ammonio secondo Fresenius; dopo un po' di tempo da che il mo-
d'ammonio secondo Fresenius; dopo un po' di tempo da che il molibdato aveva agito, con lo stesso metodo lo abbiamo sostituito con  
libdato aveva agito, con lo stesso metodo lo abbiamo sostituito con  
soluzione di pirogallolo. Avvenuta la reazione, e utile far di nuovo  
soluzione di pirogallolo. Avvenuta la reazione, e utile far di nuovo  
passare tra il coprioggetti e il portoggetti della soluzione di cloruro  
passare tra il coprioggetti e il portoggetti della soluzione di cloruro  
Line 1,818: Line 1,494:
che nel vacuolo fa difetto.  
che nel vacuolo fa difetto.  


In conclusione, adunque, ci pare logico ammettere che il parti-
In conclusione, adunque, ci pare logico ammettere che il particolare di struttura da noi messo in evidenza debba ritenersi costante  
colare di struttura da noi messo in evidenza debba ritenersi costante  
e caratteristico degli osteoblasti e quindi collegato con la speciale  
e caratteristico degli osteoblasti e quindi collegato con la speciale  
funzione metabolica di questi elementi. ülteriori ricerche potranno  
funzione metabolica di questi elementi. ülteriori ricerche potranno  
forse dirci qualche cosa di piii concreto nel suo meccanismo di pro-
forse dirci qualche cosa di piii concreto nel suo meccanismo di produzione e sul suo intimo significato. Se tale particolare non e stato  
duzione e sul suo intimo significato. Se tale particolare non e stato  
finora descritto crediamo sia da riferirsi a cio che non e visible che  
finora descritto crediamo sia da riferirsi a cio che non e visible che  
in sezioni molto sottili ottenute da materiale bene fissato e che dopo  
in sezioni molto sottili ottenute da materiale bene fissato e che dopo  
Line 1,869: Line 1,543:
coronale sinistra e la faccia era rivolta a destra.  
coronale sinistra e la faccia era rivolta a destra.  


4" caso. Gen. Papio. Nel 1877 il Prof. Paolo Broca (4) veri-
4" caso. Gen. Papio. Nel 1877 il Prof. Paolo Broca (4) verified un caso in un cranio di giovane Mandrillo (mandrill jeune, Cynocephalus mormon Desm.) appartenente al Museum d'Histoire  
fied un caso in un cranio di giovane Mandrillo (mandrill jeune, Cyno-
cephalus mormon Desm.) appartenente al Museum d'Histoire  
Naturelle di Parigi ove era catalogato col No. 5 I 179. „Sur ce  
Naturelle di Parigi ove era catalogato col No. 5 I 179. „Sur ce  
crane" dice il Broca, „les sutures etaient ouvertes excepte la branche  
crane" dice il Broca, „les sutures etaient ouvertes excepte la branche  
Line 1,902: Line 1,574:
Questo cranio appartiene, con  
Questo cranio appartiene, con  
molta probabilita, ad un individuo  
molta probabilita, ad un individuo  
vecchio giacche la coronale, la sagit-
vecchio giacche la coronale, la sagittale e la lambdoidea sono sinostosate.  
tale e la lambdoidea sono sinostosate.  


r^^^^ Nella porzione cefalica di questo  
r^^^^ Nella porzione cefalica di questo  
Line 1,909: Line 1,580:
^^ cranio non vi e alcuna alterazione  
^^ cranio non vi e alcuna alterazione  


"^ ^^'^^ notevole da rilevare; la sede del-
"^ ^^'^^ notevole da rilevare; la sede del
 
r alterazione e nelle ossa della faccia  
r alterazione e nelle ossa della faccia  
che sono asimmetriche in grado  
che sono asimmetriche in grado  
notevole. La metä destra della por-
notevole. La metä destra della porzione anteriore del mascellare superiore e spostata in avanti ed in alto  
zione anteriore del mascellare supe-
riore e spostata in avanti ed in alto  
tanto da formare un piano inclinato  
tanto da formare un piano inclinato  
che contrasta assai con la dolce in-
che contrasta assai con la dolce incurvatura della corrispondente por
curvatura della corrispondente por-
 




Line 1,944: Line 1,610:
spostato in un piano anteriore a quello del suo corrispondente incisivo  
spostato in un piano anteriore a quello del suo corrispondente incisivo  
nella metä sinistra. II canino destro e spostato in avanti ed in alto,  
nella metä sinistra. II canino destro e spostato in avanti ed in alto,  
rispetto al canino di sinistra, tanto da trovarsi alio stesso livello del-
rispetto al canino di sinistra, tanto da trovarsi alio stesso livello delr incisivo mediano del medesimo lato. La radice di questo canino,  
r incisivo mediano del medesimo lato. La radice di questo canino,  
essendo ipertrofica e sollevando la porzione di osso in cui e inserita,  
essendo ipertrofica e sollevando la porzione di osso in cui e inserita,  
accentua maggiormente T asimmetria. Un' ultima particolarita da no-
accentua maggiormente T asimmetria. Un' ultima particolarita da notare — Neir articolazione della mandibola, il canino inferiore, invece di  
tare — Neir articolazione della mandibola, il canino inferiore, invece di  
andare ad allogarsi nel diastema che esiste fra il canino ed il prirao  
andare ad allogarsi nel diastema che esiste fra il canino ed il prirao  
premolare superiore, come accade normalmente nelle scimmie, esso va  
premolare superiore, come accade normalmente nelle scimmie, esso va  
Line 1,981: Line 1,645:


Fig. 2. Cranio di Cercopitliecus patas Eexl. CJ), ridotto di "/^ dalla grandezza naturale.  
Fig. 2. Cranio di Cercopitliecus patas Eexl. CJ), ridotto di "/^ dalla grandezza naturale.  
Fig. 3. Cranio di Cercopitliecus callithrichus E. Geoff., ridotto di ^/^ dalla gran-
Fig. 3. Cranio di Cercopitliecus callithrichus E. Geoff., ridotto di ^/^ dalla grandezza naturale.  
dezza naturale.  




Line 1,989: Line 1,652:


Questo cranio appartiene ad un indiviclio adulto quantunque  
Questo cranio appartiene ad un indiviclio adulto quantunque  
vi persista la fontanella ipoasterica sinistra con una traccia di su-
vi persista la fontanella ipoasterica sinistra con una traccia di sutura squamo - condiloidea lunga 4 mm. Nell' augolo lambdico del  
tura squamo - condiloidea lunga 4 mm. Nell' augolo lambdico del  
parietale sinistro si nota un po di erosione che spicca sulla lucidezza della rimauente porzione della volta. Sulla porzione posteriore  
parietale sinistro si nota un po di erosione che spicca sulla luci-
dezza della rimauente porzione della volta. Sulla porzione posteriore  
si nota una prevalenza accentuata della metä destra sulla sinistra.  
si nota una prevalenza accentuata della metä destra sulla sinistra.  
Questa prevalenza e dovuta ad uno sviluppo del parietale destro  
Questa prevalenza e dovuta ad uno sviluppo del parietale destro  
maggiore del sinistro e ad un sollevamento della regione occipitale  
maggiore del sinistro e ad un sollevamento della regione occipitale  
destra causato forse da tumore o ematoma del cervello. Questo ri-
destra causato forse da tumore o ematoma del cervello. Questo rigonfiamento, o sollevamento, che dir si voglia, dell'osso, produce una  
gonfiamento, o sollevamento, che dir si voglia, dell'osso, produce una  
vistosissima asimmetria della sutura lambdoidea e della linea nucae  
vistosissima asimmetria della sutura lambdoidea e della linea nucae  
superiore.  
superiore.  
Line 2,006: Line 1,666:


Questo cranio e importantissimo per la presenza della sutura  
Questo cranio e importantissimo per la presenza della sutura  
patietale verticale totale e della fontanella episquamosa destra, parti-
patietale verticale totale e della fontanella episquamosa destra, particolarita giä da me descritte nelle „Notes de Cranologie Corapar^e" ^)  
colarita giä da me descritte nelle „Notes de Cranologie Corapar^e" ^)  
alle quali indirizzo il lettore desideroso di maggiori particolari. Guardato dalla norma superiore questo cranio si rivela asimmetrico perche  
alle quali indirizzo il lettore desideroso di maggiori particolari. Guar-
dato dalla norma superiore questo cranio si rivela asimmetrico perche  
il parietale destro e piii basso del sinistro e perche anche vi e un p6  
il parietale destro e piii basso del sinistro e perche anche vi e un p6  
di plagiocefalia occipitale destra. Questa plagiocefalia sposta il piano  
di plagiocefalia occipitale destra. Questa plagiocefalia sposta il piano  
della metä destra dell' occipitale in avanti influenzando anche la por-
della metä destra dell' occipitale in avanti influenzando anche la porzione mastoidea del temporale che viene trasportata in un piano  
zione mastoidea del temporale che viene trasportata in un piano  
anteriore a quello della porzione mastoidea del lato sinistro.  
anteriore a quello della porzione mastoidea del lato sinistro.  


Line 2,021: Line 1,678:
teste descritti, risulta che, la plagiocefalia e la plagioprosopia sono  
teste descritti, risulta che, la plagiocefalia e la plagioprosopia sono  
associate a siuostosi di qualche sutura (caso di Chundzinski e di  
associate a siuostosi di qualche sutura (caso di Chundzinski e di  
Broca), e a ditfetto di sviluppo (2*^ caso descritto da me). Probabil-
Broca), e a ditfetto di sviluppo (2*^ caso descritto da me). Probabilmente pero, anche per le Scimmie, si potranno ammettere le cause  
mente pero, anche per le Scimmie, si potranno ammettere le cause  
che si sono ammesse per la plagiocefalia e per la plagioprosopia nelI'uomo. Si potranno cioe ammettere cause patologiche come I'epilesssia  
che si sono ammesse per la plagiocefalia e per la plagioprosopia nel-
I'uomo. Si potranno cioe ammettere cause patologiche come I'epilesssia  
(5), Tidrocefalia (6), il rachitismo (7), I'idiozia (8), o equivalenti di  
(5), Tidrocefalia (6), il rachitismo (7), I'idiozia (8), o equivalenti di  
questi, e cause meccaniche come: contrazioni uterine (9), giacituradel  
questi, e cause meccaniche come: contrazioni uterine (9), giacituradel  
Line 2,070: Line 1,725:


2) „Le defaut de symetrie, si commun parmi les Cetaces, n'est pas un  
2) „Le defaut de symetrie, si commun parmi les Cetaces, n'est pas un  
fait accidentel, et qui surgit apres la naissance; il exists deja tres-sou-
fait accidentel, et qui surgit apres la naissance; il exists deja tres-souvent dans le foetus et principalement dans certains genres. Ce defaut  
vent dans le foetus et principalement dans certains genres. Ce defaut  
se fait surtout remarquer dans les os qui entourent les fosses nasales,  
se fait surtout remarquer dans les os qui entourent les fosses nasales,  
et c'est dans la famille des ziphio'ides qu'il arrive a son maximum.  
et c'est dans la famille des ziphio'ides qu'il arrive a son maximum.  
Line 2,078: Line 1,732:
et les OS nasaux differer notablement k droit et ä gauche.  
et les OS nasaux differer notablement k droit et ä gauche.  


M. Huxley a represents une tete de foetus de cachalot dans la-
M. Huxley a represents une tete de foetus de cachalot dans laquelle on voit deja tres-distinctement cette absence de symetrie. Ce  
quelle on voit deja tres-distinctement cette absence de symetrie. Ce  
n'est done ni I'effet de l'äge, ni I'effet de la grande taille. Les intermaxillaires atteignent de tres-bonne heure, des hauteurs differentes autour  
n'est done ni I'effet de l'äge, ni I'effet de la grande taille. Les inter-
maxillaires atteignent de tres-bonne heure, des hauteurs differentes autour  
des marines et surplombent irregulierement les os propres du nez, qui  
des marines et surplombent irregulierement les os propres du nez, qui  
sent completement dififerents ä droit et k gauche. De tous les Cetaces  
sent completement dififerents ä droit et k gauche. De tous les Cetaces  
■ce sont les baleines qui ont les os les plus symetriques." (Van Beneden  
■ce sont les baleines qui ont les os les plus symetriques." (Van Beneden  
et Paul Gervais. Osteographie des Cetaces vivants et fos-
et Paul Gervais. Osteographie des Cetaces vivants et fossiles, p. 3, Paris, Arthus Bertrand, 1880.)  
siles, p. 3, Paris, Arthus Bertrand, 1880.)  


Per avere altre notizie generali sulla asimmetria dei Cetacei vedi  
Per avere altre notizie generali sulla asimmetria dei Cetacei vedi  
Line 2,099: Line 1,750:
verificata la nostra legge per la filogenesi, quantunque, pei Cetacei, ci  
verificata la nostra legge per la filogenesi, quantunque, pei Cetacei, ci  
potrebbero obbiettare il fenomeno ceuogenetico deH'addattameDto alia  
potrebbero obbiettare il fenomeno ceuogenetico deH'addattameDto alia  
vita acquatica. Per la ontogenosi pero, le poche ricerche sinora ese-
vita acquatica. Per la ontogenosi pero, le poche ricerche sinora eseguite, uon ci autorizzerebbero a concludere ugualmente; ci darebbero  
guite, uon ci autorizzerebbero a concludere ugualmente; ci darebbero  
anzi torto poiche secondo i risultati di Reh (15) negli animali superiori ii feto e piu simmetrico dell'adulto ed anche perche secondo  
anzi torto poiche secondo i risultati di Reh (15) negli animali supe-
riori ii feto e piu simmetrico dell'adulto ed anche perche secondo  
le ricerche di Guldberg (16) la disimmetria e poco accentuata nei  
le ricerche di Guldberg (16) la disimmetria e poco accentuata nei  
fanciulli.  
fanciulli.  
Line 2,175: Line 1,824:
„die alte Angabe Sedgwicks, nach der die bleibende Niere bein)  
„die alte Angabe Sedgwicks, nach der die bleibende Niere bein)  
Hühnchen aus einem dem WoLFFSchen Körper homodynamen hinteren  
Hühnchen aus einem dem WoLFFSchen Körper homodynamen hinteren  
Urnierenabschnitt hervorgeht, für eine größere Zahl von Amnioten be-
Urnierenabschnitt hervorgeht, für eine größere Zahl von Amnioten bestätigt. Schrf:iner glaubt der Erste zu sein, welcher auf diese Weise  
stätigt. Schrf:iner glaubt der Erste zu sein, welcher auf diese Weise  
die nicht zur Anerkennung gelangten Befunde Sedgwicks zu Ehren  
die nicht zur Anerkennung gelangten Befunde Sedgwicks zu Ehren  
bringt. Die Tatsachen der Ontogenie sind jedoch von mir in mit  
bringt. Die Tatsachen der Ontogenie sind jedoch von mir in mit  
Line 2,187: Line 1,835:
zu Gebote stand."  
zu Gebote stand."  


Was die in der Notiz Groschuffs von ihm erhobene Prioritäts-
Was die in der Notiz Groschuffs von ihm erhobene Prioritätsfrage betrifi't, so überlasse ich die Entscheidung derselben unseren  
frage betrifi't, so überlasse ich die Entscheidung derselben unseren  
Kollegen.  
Kollegen.  


Ich bedaure sehr, daß der klare und übersichtliche Artikel Herrn  
Ich bedaure sehr, daß der klare und übersichtliche Artikel Herrn  
Groschuffs meiner Aufmerksamkeit entgangen war, bis ich denselben  
Groschuffs meiner Aufmerksamkeit entgangen war, bis ich denselben  
in Brauers Arbeit (Beiträge zur Kenntnis der Entwickelung und Ana-
in Brauers Arbeit (Beiträge zur Kenntnis der Entwickelung und Anatomie der Gymnophionen, III, Zool. Jahrb., Abteilung f. Anatomie u.  
tomie der Gymnophionen, III, Zool. Jahrb., Abteilung f. Anatomie u.  
Ontogenie d. Tiere, Bd. 16, Heft 1, 1902) zitiert sah. Wie Herr  
Ontogenie d. Tiere, Bd. 16, Heft 1, 1902) zitiert sah. Wie Herr  
Groschuff selbst in seiner Notiz im Anat. Anz. zugibt, ist sein Ar-
Groschuff selbst in seiner Notiz im Anat. Anz. zugibt, ist sein Artikel recht schwer auffindbar, was zu meiner Entschuldigung sprechen  
tikel recht schwer auffindbar, was zu meiner Entschuldigung sprechen  
möchte ^).  
möchte ^).  


Line 2,204: Line 1,849:
mittlerweile nicht gewesen. Auf weniger als zwei Seiten hat Herr  
mittlerweile nicht gewesen. Auf weniger als zwei Seiten hat Herr  
Groschuff in seinem Artikel eine Uebersicht der Entwickelung des  
Groschuff in seinem Artikel eine Uebersicht der Entwickelung des  
ganzen Exkretionssystems bei den Amnioten geliefert, auch die Ver-
ganzen Exkretionssystems bei den Amnioten geliefert, auch die Verhältnisse bei den Anamuiern werden berücksichtigt ^). Er schließt sich  
hältnisse bei den Anamuiern werden berücksichtigt ^). Er schließt sich  






1) Brauer hat — wie Herr Groschuff mitteilt — infolge persön-
1) Brauer hat — wie Herr Groschuff mitteilt — infolge persönlicher Uebersendung des Verfassers mit Hinweis auf die darin enthaltene  
licher Uebersendung des Verfassers mit Hinweis auf die darin enthaltene  
Bestätigung der Befunde Sedgwicks den betreffenden Artikel zitiert.  
Bestätigung der Befunde Sedgwicks den betreffenden Artikel zitiert.  


Line 2,221: Line 1,864:


in seiner Auffassung über die Entstehung des nephrogenen Gewebes,  
in seiner Auffassung über die Entstehung des nephrogenen Gewebes,  
wie Emery, Renson und Herring, Sedgwick an, liefert aber ebenso-
wie Emery, Renson und Herring, Sedgwick an, liefert aber ebensowenig wie die drei erwähnten Autoren den Beweis der Richtigkeit  
wenig wie die drei erwähnten Autoren den Beweis der Richtigkeit  
dieser Autfassung, welche — wie bekannt — im schärfsten Gegensatz  
dieser Autfassung, welche — wie bekannt — im schärfsten Gegensatz  
zu einer anderen Auflassung steht, die besonders durch Koelliker,  
zu einer anderen Auflassung steht, die besonders durch Koelliker,  
ToLDT, Nagel, 0. Schultze und Minot vertreten wurde.  
ToLDT, Nagel, 0. Schultze und Minot vertreten wurde.  


Als ich meine Arbeit über die Entwickelung der Nachniere ver-
Als ich meine Arbeit über die Entwickelung der Nachniere veröffentlichte, so war meine Aufgabe nicht nur, meine Auffassung  
öffentlichte, so war meine Aufgabe nicht nur, meine Auffassung  
über diesen Gegenstand darzustellen, sondern vor allem den Beweis  
über diesen Gegenstand darzustellen, sondern vor allem den Beweis  
der Richtigkeit dieser Auffassung zu liefern. Hierdurch  
der Richtigkeit dieser Auffassung zu liefern. Hierdurch  
Line 2,234: Line 1,875:
und Herring, wie auch von dem Artikel Groschupfs.  
und Herring, wie auch von dem Artikel Groschupfs.  


Daß ich durch meine Untersuchungen eine in jeder Richtung be-
Daß ich durch meine Untersuchungen eine in jeder Richtung befriedigende Lösung der Erage nach der Phylogenie der Nachniere nicht  
friedigende Lösung der Erage nach der Phylogenie der Nachniere nicht  
erreicht habe, das gebe ich mehr als gerne zu, dazu waren meine  
erreicht habe, das gebe ich mehr als gerne zu, dazu waren meine  
Arbeitsmethoden und mein Material viel zu beschränkt, was ich auch  
Arbeitsmethoden und mein Material viel zu beschränkt, was ich auch  
Line 2,241: Line 1,881:
meiner Arbeit war auch — wie ich p. 121 ausdrücklich bemerke —  
meiner Arbeit war auch — wie ich p. 121 ausdrücklich bemerke —  
nicht eine Monographie über die Entwickelung der Nachniere, sondern  
nicht eine Monographie über die Entwickelung der Nachniere, sondern  
nur die Prinzipien, nach welchen die Entwickelung bei den ver-
nur die Prinzipien, nach welchen die Entwickelung bei den verschiedenen Amniotenklassen vor sich geht, festzustellen. Nach meinem  
schiedenen Amniotenklassen vor sich geht, festzustellen. Nach meinem  
Arbeitsplan sollte die schon veröffentlichte Abhandlung die Einleitung  
Arbeitsplan sollte die schon veröffentlichte Abhandlung die Einleitung  
meiner weiteren , spezielleren , vergleichend - morphologischen Unter-
meiner weiteren , spezielleren , vergleichend - morphologischen Untersuchungen über die Nachniere bilden.  
suchungen über die Nachniere bilden.  


Wenn Herr Groschuff durch die Bearbeitung seines reichen  
Wenn Herr Groschuff durch die Bearbeitung seines reichen  
Line 2,267: Line 1,905:


In meinem Aufsatz ,^ur Kenntnis des Kehlsackes beim Renntier" haben sich  
In meinem Aufsatz ,^ur Kenntnis des Kehlsackes beim Renntier" haben sich  
leider zwei Druckfehler in den Figureuerkläruugen eingeschlichen, welche ich jetzt be-
leider zwei Druckfehler in den Figureuerkläruugen eingeschlichen, welche ich jetzt berichtigen möchte.  
richtigen möchte.  


In der Erklärung zu Fig. 1 steht . . . etwa 1 ^/^ Jahre alten männlichen Beutel-
In der Erklärung zu Fig. 1 steht . . . etwa 1 ^/^ Jahre alten männlichen Beuteltieres ... es soll natürlich „Renntieres" heißen.  
tieres ... es soll natürlich „Renntieres" heißen.  


In der Erklärung zu Fig. 3 steht . . . Rehkuh statt „Rennkuh".  
In der Erklärung zu Fig. 3 steht . . . Rehkuh statt „Rennkuh".  
Line 2,316: Line 1,952:
Inhalt. AufsHtze. Carlo Martinotti, Sur un noyau de cellules cerebrales  
Inhalt. AufsHtze. Carlo Martinotti, Sur un noyau de cellules cerebrales  
semblables aux granules du cervelet. Avec 2 planches et 1 figure, p. 33 — 39. —  
semblables aux granules du cervelet. Avec 2 planches et 1 figure, p. 33 — 39. —  
Andrea Giardina, Note sul rueccanismo della fecondazione e della divisione cellu-
Andrea Giardina, Note sul rueccanismo della fecondazione e della divisione cellulare, studiato principalmente in uova di echini. Con 6 figure, p. 40 — 58. —  
lare, studiato principalmente in uova di echini. Con 6 figure, p. 40 — 58. —  
A. Koelliker, Zur Erinnerung an Eudolf Virchow. p. 59—62.  
A. Koelliker, Zur Erinnerung an Eudolf Virchow. p. 59—62.  


Biicheraiizeigeu. O. Jaekel, p. 62. — Grenzfragen des Nerven- und Seelen-
Biicheraiizeigeu. O. Jaekel, p. 62. — Grenzfragen des Nerven- und Seelenlebens, p. 63. — Gary N. Calkins, p. 63. — Encyklopädie der mikroskopischen  
lebens, p. 63. — Gary N. Calkins, p. 63. — Encyklopädie der mikroskopischen  
Technik mit besonderer Berücksichtigung der Färbelehre, p. 63. — Walter Gutt
Technik mit besonderer Berücksichtigung der Färbelehre, p. 63. — Walter Gutt-
 
MANN, p. 64.  
MANN, p. 64.  


Line 2,353: Line 1,986:
les tniites d'anatomie uous diseut qu'elle comprend la substance grise  
les tniites d'anatomie uous diseut qu'elle comprend la substance grise  
des veiitricules lat^raux; mais, jusqii'a present, il u'a encore 6te fait,  
des veiitricules lat^raux; mais, jusqii'a present, il u'a encore 6te fait,  
a ce sujet, aucuue etude de line auatomie avec application des m6-
a ce sujet, aucuue etude de line auatomie avec application des m6thodes les plus adaptees. Les limites auterieure et post6rieure de  
thodes les plus adaptees. Les limites auterieure et post6rieure de  
cette cloison sent donn^es par deux plans, qui passent transversalement  
cette cloison sent donn^es par deux plans, qui passent transversalement  
a Tenct^phale: I'uu, en correspoudance de la partie ant(^rieure du sep-
a Tenct^phale: I'uu, en correspoudance de la partie ant(^rieure du septum lucidum; I'autre. a sa partie posterieure. Cette cloison presente des vari4t6s de conformation chez les maramiferes d'ordre sup6rieur et chez Thomme, et cela a cause du divers developpement que  
tum lucidum; I'autre. a sa partie posterieure. Cette cloison pre-
sente des vari4t6s de conformation chez les maramiferes d'ordre su-
p6rieur et chez Thomme, et cela a cause du divers developpement que  
prend chez eux le septum lucidum: ainsi, chez le rat et chez le  
prend chez eux le septum lucidum: ainsi, chez le rat et chez le  
lapin, eile presente une forme quadrangulaire, tandis que, chez le chat,  
lapin, eile presente une forme quadrangulaire, tandis que, chez le chat,  
Line 2,370: Line 1,999:
Cette methode ainsi appliqu6e ne m'a pas seulement permis de tres  
Cette methode ainsi appliqu6e ne m'a pas seulement permis de tres  
bien etudier les rapports de la cloison susdite, eile m'a encore fait  
bien etudier les rapports de la cloison susdite, eile m'a encore fait  
constater clairement la presence d'un noyau ou groupe special de pe-
constater clairement la presence d'un noyau ou groupe special de petites cellules, dont, jusqu'ici, ou n'avait pas soup(,^onn6 I'existence.  
tites cellules, dont, jusqu'ici, ou n'avait pas soup(,^onn6 I'existence.  


J'ai deja fait, au sujet de ce groupe de cellules, une breve com-
J'ai deja fait, au sujet de ce groupe de cellules, une breve communication a la Societe de m^decine de Pavie, avec demonstration de  
munication a la Societe de m^decine de Pavie, avec demonstration de  
preparations.  
preparations.  


Line 2,382: Line 2,009:
une description morphologique plus detaillee, mais encore pour en faire  
une description morphologique plus detaillee, mais encore pour en faire  
un examen comparatif chez les divers animaux de I'echelle superieure ;  
un examen comparatif chez les divers animaux de I'echelle superieure ;  
et c'etait la I'miique moyen qui put procurer quelque indice, relative-
et c'etait la I'miique moyen qui put procurer quelque indice, relativement ä sou importance physiologique. Avec d'autres methodes que  
ment ä sou importance physiologique. Avec d'autres methodes que  
celle de Golgi, il aurait ete presque impossible d'arriver a sa connaissance, et maintenant encore, bien qu'ou soit averti de sa presence,  
celle de Golgi, il aurait ete presque impossible d'arriver a sa con-
il est difficile de la constater avec les methodes ordiuaires de coloration, parce qu'alors ce groupe de cellules pent facilement se coufondre  
naissance, et maintenant encore, bien qu'ou soit averti de sa presence,  
il est difficile de la constater avec les methodes ordiuaires de colo-
ration, parce qu'alors ce groupe de cellules pent facilement se coufondre  
avec la partie cerebrale en^ironnante.  
avec la partie cerebrale en^ironnante.  


Line 2,412: Line 2,036:


Dans ce dessin, cette cloison se montre essentiellement constituee  
Dans ce dessin, cette cloison se montre essentiellement constituee  
de trois parties. On y observe d'abord un faisceau de fibres myelini-
de trois parties. On y observe d'abord un faisceau de fibres myeliniques (&), qui part d'en bas, decrivant comme un arc, et qui, arrive a  
ques (&), qui part d'en bas, decrivant comme un arc, et qui, arrive a  
moitiö de la hauteur de la  
moitiö de la hauteur de la  
cloison, tend ä s'61argir et  
cloison, tend ä s'61argir et  
se porte vers le corps cal-
se porte vers le corps calleux (a). Au milieu de ce  
leux (a). Au milieu de ce  
faisceau se trouvent de nombreuses cellules nerveuses de  
faisceau se trouvent de nom-
breuses cellules nerveuses de  
moyenne grandeur, de forme  
moyenne grandeur, de forme  
fusel6e et irreguliere. Ce  
fusel6e et irreguliere. Ce  
faisceau de filjres provient,  
faisceau de filjres provient,  
chez le lapin, de la sub-
chez le lapin, de la substance blanche de la face externe des hemispheres et correspondrait, chez I'homme,  
stance blanche de la face ex-
terne des hemispheres et cor-
respondrait, chez I'homme,  


Fig. 1. a coi-ps calleux. b faisceau de fibres myeliniques. e coupe des ventriculcs  
Fig. 1. a coi-ps calleux. b faisceau de fibres myeliniques. e coupe des ventriculcs  
Line 2,432: Line 2,050:
commissure blanche antSrieure.  
commissure blanche antSrieure.  


au faisceau que Ton d^signe sous le nom de faisceau de la sub-
au faisceau que Ton d^signe sous le nom de faisceau de la substance grise des ventricules lat6raux et du septum lucidum. Chez le lapin, comme il n'y a presque pas de trace du  
stance grise des ventricules lat6raux et du septum lu-
cidum. Chez le lapin, comme il n'y a presque pas de trace du  
septum lucidum, les fibres de ce faisceau passen t en tres grande  
septum lucidum, les fibres de ce faisceau passen t en tres grande  
partie dans le corps calleux, avec lequel cependant elles ne contractent  
partie dans le corps calleux, avec lequel cependant elles ne contractent  
Line 2,442: Line 2,058:
grise (e), laquelle prend des rapports ä I'externe avec les ventricules  
grise (e), laquelle prend des rapports ä I'externe avec les ventricules  
lateraux. Cette substance, qui constitue la seconde partie de la cloison,  
lateraux. Cette substance, qui constitue la seconde partie de la cloison,  
est composee de cellules de forme irreguliere presentant les memes ca-
est composee de cellules de forme irreguliere presentant les memes caracteres que les cellules du corps strie; eile prend meme, chez le lapin,  
racteres que les cellules du corps strie; eile prend meme, chez le lapin,  
des rapports de continuity avec la portion externe de ce corps, c'estä-dire avec le noyau lenticulaire. Cette substance grise, specialement  
des rapports de continuity avec la portion externe de ce corps, c'est-
avec la methode du nitrate d'argent, arrive ä se distinguer tres nettement du faisceau prec6demment decrit, et particulierement en haut,  
ä-dire avec le noyau lenticulaire. Cette substance grise, specialement  
avec la methode du nitrate d'argent, arrive ä se distinguer tres nette-
ment du faisceau prec6demment decrit, et particulierement en haut,  


3*  
3*  
Line 2,458: Line 2,071:
Oll ce faisceau s'ölargit presque en maniere d'6ventail. C'est dans  
Oll ce faisceau s'ölargit presque en maniere d'6ventail. C'est dans  
cette limite tres nette eutre la substance grise et le faisceau d6crit,  
cette limite tres nette eutre la substance grise et le faisceau d6crit,  
que se trouve un groupe de cellules tres petites (d) qui möritent v6ri-
que se trouve un groupe de cellules tres petites (d) qui möritent v6ritablement le nom de noyau, parce que dans aucune locality, pas  
tablement le nom de noyau, parce que dans aucune locality, pas  
meme dans la moelle allong^e, on ne trouve un ensemble de cellules  
meme dans la moelle allong^e, on ne trouve un ensemble de cellules  
aussi bien circonscrit. Et en effet ces petites cellules, avee leurs pro-
aussi bien circonscrit. Et en effet ces petites cellules, avee leurs prolongements, ne se melent point aux cellules environnantes, pas plus que  
longements, ne se melent point aux cellules environnantes, pas plus que  
celles-ci ne p^netrent dans le groupe de cellules d6signe.  
celles-ci ne p^netrent dans le groupe de cellules d6signe.  


Line 2,482: Line 2,093:
volume repr^sente environ la huitieme partie de celui du precedent,  
volume repr^sente environ la huitieme partie de celui du precedent,  
et qui ont les memes caracteres que ce dernier. lis sont nettement  
et qui ont les memes caracteres que ce dernier. lis sont nettement  
circonscrits, et la morphologie aussi bien que le groupement des cel-
circonscrits, et la morphologie aussi bien que le groupement des cellules sont 6galement les memes. On pourrait par consequent demander  
lules sont 6galement les memes. On pourrait par consequent demander  
pourquoi ces noyaux ne sont pas constants comme le premier. II est  
pourquoi ces noyaux ne sont pas constants comme le premier. II est  
ä observer que je n'ai jamais rencontr6 ces groupes surnumeraires de  
ä observer que je n'ai jamais rencontr6 ces groupes surnumeraires de  
Line 2,490: Line 2,100:
grand, que le noyau d6crit va prendre chez les animaux superieurs.  
grand, que le noyau d6crit va prendre chez les animaux superieurs.  


J'arrive maintenant ä la fine anatomie de ce noyau, laquelle prä-
J'arrive maintenant ä la fine anatomie de ce noyau, laquelle präsente un tres grand intöret, aussi bien pour la morphologie de ses  
sente un tres grand intöret, aussi bien pour la morphologie de ses  
cellules que pour leur disposition. Jamais I'appellation de nids de  
cellules que pour leur disposition. Jamais I'appellation de nids de  
cellules n'a 6t6 mieux adapt^e que dans ce cas, puisque celles-ci  
cellules n'a 6t6 mieux adapt^e que dans ce cas, puisque celles-ci  
Line 2,498: Line 2,107:
le nom de noyaux ä quelques groupes de cellules qui forment I'origine  
le nom de noyaux ä quelques groupes de cellules qui forment I'origine  
reelle des nerfs, ces groupes n'ont cependant pas une delimitation bien  
reelle des nerfs, ces groupes n'ont cependant pas une delimitation bien  
nette. Leurs cellules nerveuses envoient de longs prolongements proto-
nette. Leurs cellules nerveuses envoient de longs prolongements protoplasmatiques qui p6netrent dans les parties environnantes; dans le  
plasmatiques qui p6netrent dans les parties environnantes; dans le  




Line 2,505: Line 2,113:
37  
37  


noyau en question, au contraire, on n'observe pas ce passage de pro-
noyau en question, au contraire, on n'observe pas ce passage de prolongements protoplasraatiques. II en rösulte que, quand on a d'une  
longements protoplasraatiques. II en rösulte que, quand on a d'une  
maniere complete la reaction de Golgi, le noyau apparait, meme ä  
maniere complete la reaction de Golgi, le noyau apparait, meme ä  
oeil nu, comme un point noir, nettement limits, tandis que la zone de  
oeil nu, comme un point noir, nettement limits, tandis que la zone de  
passage du noyau aux parties environnantes est claire.  
passage du noyau aux parties environnantes est claire.  


Les cellules nerveuses que Ton rencontre dans ce noyau appartien-
Les cellules nerveuses que Ton rencontre dans ce noyau appartiennent ä la cat6gorie des plus petites cellules nerveuses que Ton connaisse (PI. I, fig. 1). Pour leurs dimensions, il n'y a que les granules  
nent ä la cat6gorie des plus petites cellules nerveuses que Ton con-
naisse (PI. I, fig. 1). Pour leurs dimensions, il n'y a que les granules  
du cervelet qu'on puisse leur comparer. En effet, si Ton Studie ce  
du cervelet qu'on puisse leur comparer. En effet, si Ton Studie ce  
noyau avec les methodes ordinaires de coloration, on a cet aspect  
noyau avec les methodes ordinaires de coloration, on a cet aspect  
Line 2,525: Line 2,130:
granules du cervelet, ä une certaine distance du corps de la cellule,  
granules du cervelet, ä une certaine distance du corps de la cellule,  
subissent une decomposition qui les transforme en un amas granuleux,  
subissent une decomposition qui les transforme en un amas granuleux,  
sur la signification duquel nous ne possedons pas encore de con-
sur la signification duquel nous ne possedons pas encore de connaissances. Les prolongements des petites cellules en question, au  
naissances. Les prolongements des petites cellules en question, au  
contraire, ne pr6sentent pas ce caractere; ils ont un cours plus long;  
contraire, ne pr6sentent pas ce caractere; ils ont un cours plus long;  
dans la premiere portion, en proximity de la cellule, ils sont robustes,  
dans la premiere portion, en proximity de la cellule, ils sont robustes,  
puis ils vont en se subdivisant dichotomiquement et en s'amincissant  
puis ils vont en se subdivisant dichotomiquement et en s'amincissant  
(PI. I, fig. 1). Ces fines subdivisions prennent un cours tortueux, for-
(PI. I, fig. 1). Ces fines subdivisions prennent un cours tortueux, formant ainsi un entrelacement avec les prolongements des cellules voisines. C'est une caract^ristique de ces prolongements de se maintenir  
mant ainsi un entrelacement avec les prolongements des cellules voi-
sines. C'est une caract^ristique de ces prolongements de se maintenir  
entrelac^s et d'6tablir ainsi une distinction entre eux et les parties  
entrelac^s et d'6tablir ainsi une distinction entre eux et les parties  
qui environnent le noyau. Dans ces prolongements, on peut encore  
qui environnent le noyau. Dans ces prolongements, on peut encore  
voir de fins appendices lat6raux, ce qu'il n'a pas et6 possible de d6-
voir de fins appendices lat6raux, ce qu'il n'a pas et6 possible de d6montrer, jusqu'ici, pour les granules du cervelet.  
montrer, jusqu'ici, pour les granules du cervelet.  


Ce n'est pas le cas de soulever ici la question de savoir s'il s'agit  
Ce n'est pas le cas de soulever ici la question de savoir s'il s'agit  
Line 2,545: Line 2,146:
il n'a pas 6t6 possible d'y observer de fins rameaux collat6raux.  
il n'a pas 6t6 possible d'y observer de fins rameaux collat6raux.  


De meme aussi, il reste encore incertain si ce tres mince pro-
De meme aussi, il reste encore incertain si ce tres mince prolongement nerveux se perd plutot dans le reseau diflfus du noyau ou  
longement nerveux se perd plutot dans le reseau diflfus du noyau ou  
dans celui des parties environnantes, ou bien s'il a quelque analogic  
dans celui des parties environnantes, ou bien s'il a quelque analogic  
de terminaison avec le prolongement nerveux des granules du cervelet.  
de terminaison avec le prolongement nerveux des granules du cervelet.  
Line 2,560: Line 2,160:
proprement dans le centre du noyau, et par consequent sans aucun  
proprement dans le centre du noyau, et par consequent sans aucun  
rapport de continuite avec les autres cellules situees autour de celui-ci.  
rapport de continuite avec les autres cellules situees autour de celui-ci.  
Elles ont des dimensions d'environ 25 (x, et leurs prolongements lie s'6ten-
Elles ont des dimensions d'environ 25 (x, et leurs prolongements lie s'6tendent pas hors du noyau. Relativement ä leur prolongement nerveux,  
dent pas hors du noyau. Relativement ä leur prolongement nerveux,  
je n'ai pu parvenir a 6tablir rien de precis.  
je n'ai pu parvenir a 6tablir rien de precis.  


Line 2,567: Line 2,166:
ä 6tendre les rechercbes sur les cerveaux d'animaux sup^rieurs. La  
ä 6tendre les rechercbes sur les cerveaux d'animaux sup^rieurs. La  
forme de la region homologue, chez le chat, chez le chien et chez  
forme de la region homologue, chez le chat, chez le chien et chez  
I'homme, se modifie un peu, comme je Tai d6ja dit, par suite du de-
I'homme, se modifie un peu, comme je Tai d6ja dit, par suite du developpement plus grand que prend le septum lucidum; mais, dans  
veloppement plus grand que prend le septum lucidum; mais, dans  
I'ensemble, on peut toujours bien distinguer les trois parties correspondant ä celles du lapin, c'est-a-dire le faisceau de fibres myeliniques (&), la substance grise (e), qui se trouve dans la concavite de ce  
I'ensemble, on peut toujours bien distinguer les trois parties corre-
spondant ä celles du lapin, c'est-a-dire le faisceau de fibres myelini-
ques (&), la substance grise (e), qui se trouve dans la concavite de ce  
faisceau, et le noyau special de petites cellules (d). Chez les animaux  
faisceau, et le noyau special de petites cellules (d). Chez les animaux  
sup6rieurs, cependant, ce noyau prend un plus grand d6veloppement,  
sup6rieurs, cependant, ce noyau prend un plus grand d6veloppement,  
Line 2,588: Line 2,184:
de coupes concernant la partie que nous 6tudions. On a gen^ralement  
de coupes concernant la partie que nous 6tudions. On a gen^ralement  
une coupe transversale au genou du corps calleux, une autre un peu  
une coupe transversale au genou du corps calleux, une autre un peu  
plus en arriere, qui tombe sur le tiers anterieur du septum luci-
plus en arriere, qui tombe sur le tiers anterieur du septum lucidum. La coupe suivante vient tomber a la partie anterieure du tiers  
dum. La coupe suivante vient tomber a la partie anterieure du tiers  
moyen du s e p t u m 1 u c i d u m et au bas du bord post6rieur du chiasma.  
moyen du s e p t u m 1 u c i d u m et au bas du bord post6rieur du chiasma.  
Entre ces coupes, il se produit de notables modifications de structure,  
Entre ces coupes, il se produit de notables modifications de structure,  
que je mentionnerai dans un travail plus d6taill6; pour ne pas trop  
que je mentionnerai dans un travail plus d6taill6; pour ne pas trop  
m'etendre ici, je dirai qu'elles rappellent a I'esprit la description semi-
m'etendre ici, je dirai qu'elles rappellent a I'esprit la description semischematique de la cloison, d6jä faite pr6c6demment.  
schematique de la cloison, d6jä faite pr6c6demment.  


Avec la m6thode de la reaction noire, le noyau de petites cellules  
Avec la m6thode de la reaction noire, le noyau de petites cellules  
Line 2,609: Line 2,203:
du cervelet, et elles sont par consequent les plus petites cellules que  
du cervelet, et elles sont par consequent les plus petites cellules que  
Ton rencontre dans le cerveau. Ce fait ne doit done pas etre regarde  
Ton rencontre dans le cerveau. Ce fait ne doit done pas etre regarde  
comme una simple curiosity anatomique, mais il faut encore lui attri-
comme una simple curiosity anatomique, mais il faut encore lui attribuer quelque importance. Le corps de ces petites cellules est le plus  
buer quelque importance. Le corps de ces petites cellules est le plus  
souvent de forme arrondie, avec deux ou trois prolongements protoplasmatiques, qui vont rapidement en s'amincissant et qui ont un cours  
souvent de forme arrondie, avec deux ou trois prolongements proto-
plasmatiques, qui vont rapidement en s'amincissant et qui ont un cours  
tortueux, de sorte que, dans leur ensemble, ils apparaissent comme  
tortueux, de sorte que, dans leur ensemble, ils apparaissent comme  
entrelaces les uns avec les autres. Le prolongement nerveux est tres  
entrelaces les uns avec les autres. Le prolongement nerveux est tres  
Line 2,619: Line 2,211:


Ce noyau, done, outre qu'il donne ä la cloison ou il se trouve un  
Ce noyau, done, outre qu'il donne ä la cloison ou il se trouve un  
aspect particulier, preterait a des considerations speciales d'ordre anato-
aspect particulier, preterait a des considerations speciales d'ordre anatomique et physiologique. Laissant de c6t6 ces dernieres, pour le moment — puisqu'on ne possede pas de donn6es pour les appuyer —  
mique et physiologique. Laissant de c6t6 ces dernieres, pour le mo-
ment — puisqu'on ne possede pas de donn6es pour les appuyer —  
je m'arreterai au fait, que ce noyau entre comme partie Constituante  
je m'arreterai au fait, que ce noyau entre comme partie Constituante  
de ce qu'on appelle la substance grise des ventricules lat6raux. Cette  
de ce qu'on appelle la substance grise des ventricules lat6raux. Cette  
substance, localis6e par quelques auteurs sur le fond des ventricules  
substance, localis6e par quelques auteurs sur le fond des ventricules  
lat^raux, aux cotes du septum lucidum, montre done, par la pre-
lat^raux, aux cotes du septum lucidum, montre done, par la presence du noyau d6crit, qu'elle est plus compliqu6e qu'on ne I'admettait  
sence du noyau d6crit, qu'elle est plus compliqu6e qu'on ne I'admettait  
jusqu'a present; et, si, en commengant ä d6crire en eile diverses especes  
jusqu'a present; et, si, en commengant ä d6crire en eile diverses especes  
de cellules, on voulait donner un nom ä ce noyau, on devrait le de-
de cellules, on voulait donner un nom ä ce noyau, on devrait le designer sous celui de noyau de petites cellules de la substance grise des ventricules lat^raux.  
signer sous celui de noyau de petites cellules de la sub-
stance grise des ventricules lat^raux.  


Planche I.  
Planche I.  
Line 2,654: Line 2,241:
Nachdruck verboten.  
Nachdruck verboten.  


Note sul meccanismo della fecondazioiie e della diTisione cellii-
Note sul meccanismo della fecondazioiie e della diTisione celliilare, stiidiato i)rincipalmente in iiova di ecliini.  
lare, stiidiato i)rincipalmente in iiova di ecliini.  


II. Sulla fecondazion e.  
II. Sulla fecondazion e.  
Line 2,667: Line 2,253:
Col proponiraento di esaminare piü da vicino il meccanismo del  
Col proponiraento di esaminare piü da vicino il meccanismo del  
moti nucleari di traslazione e specialmente di quelli dei due pronuclei,  
moti nucleari di traslazione e specialmente di quelli dei due pronuclei,  
ho intrapreso lo studio della fecondazione delle uova di Strongylo-
ho intrapreso lo studio della fecondazione delle uova di Strongylocentrotus lividus, che, per la loro trasparenza, si prestano benissimo alle osservazioni sul vivo.  
centrotus lividus, che, per la loro trasparenza, si prestano be-
nissimo alle osservazioni sul vivo.  


Seguendo continuatamente il processo, col sussidio di forti in-
Seguendo continuatamente il processo, col sussidio di forti ingrandimenti, fui colpito dal fatto, che spesso il nucleo ovulare cominciava a muoversi solo dopo che quello spermatico aveva raggiunto una  
grandimenti, fui colpito dal fatto, che spesso il nucleo ovulare comin-
ciava a muoversi solo dopo che quello spermatico aveva raggiunto una  
posizione di relativo riposo; e, costantemente, non prima che fosse  
posizione di relativo riposo; e, costantemente, non prima che fosse  
raggiunto e tocco dalle irradiazioni dell' aster spermatico. E che, appena  
raggiunto e tocco dalle irradiazioni dell' aster spermatico. E che, appena  
Line 2,683: Line 2,265:
dal centro spermatico per via di una forza speciale che si propaga  
dal centro spermatico per via di una forza speciale che si propaga  
attraverso il citoplasma con la stessa velocitä con cui si estendono i  
attraverso il citoplasma con la stessa velocitä con cui si estendono i  
raggi deir aster, cosi che giunga al nucleo insieme con questi. II pro-
raggi deir aster, cosi che giunga al nucleo insieme con questi. II problema del moto del nucleo veniva cosi a diventare strettamente unito  
blema del moto del nucleo veniva cosi a diventare strettamente unito  
col problema della formazione e della natura dell'aster. Fra le varie  
col problema della formazione e della natura dell'aster. Fra le varie  
ipotesi possibili, quella, che meglio risponde a queste condizioni, 6  
ipotesi possibili, quella, che meglio risponde a queste condizioni, 6  
senza dubbio 1' ipotesi di un' azione chemotattica esercitata dal centro-
senza dubbio 1' ipotesi di un' azione chemotattica esercitata dal centrosoma sul nucleo ovulare, considerando il centrosoma come un centro  
soma sul nucleo ovulare, considerando il centrosoma come un centro  
di diffusione di sostanze specifiche.  
di diffusione di sostanze specifiche.  


Line 2,707: Line 2,287:


fenomeni esterni della fecondazione  
fenomeni esterni della fecondazione  
sono facilmente riconducibili ad azioni chemotattiche, secondo I'opi-
sono facilmente riconducibili ad azioni chemotattiche, secondo I'opinione del Pfeffer, avvalorata dalla sua celebre esperienza e poi dai  
nione del Pfeffer, avvalorata dalla sua celebre esperienza e poi dai  
numerosi esempii di chemotattismo determinate in cellule di varia  
numerosi esempii di chemotattismo determinate in cellule di varia  
natura come amebe, leucociti, batteri ecc.  
natura come amebe, leucociti, batteri ecc.  
Line 2,730: Line 2,309:
elettiva; poiche, come hanno obiettato Borodin e Kulagin (1898),  
elettiva; poiche, come hanno obiettato Borodin e Kulagin (1898),  
non esistono che due specie di elettricita: la positiva e la negativa.  
non esistono che due specie di elettricita: la positiva e la negativa.  
Di stimoli chimici invece se ne possono immaginare un numero in-
Di stimoli chimici invece se ne possono immaginare un numero indefinito.  
definito.  


Per quanto riguarda invece i  
Per quanto riguarda invece i  
Line 2,741: Line 2,319:


Giä fin dalle belle ricerche di 0. Hertwig del 1875 si sa come  
Giä fin dalle belle ricerche di 0. Hertwig del 1875 si sa come  
uno dei fatti piu salienti dell' intimo processo di fecondazione sia 1' av-
uno dei fatti piu salienti dell' intimo processo di fecondazione sia 1' avvicinarsi e il fondersi insieme del nucleo ovulare e del uucleo spermatico, o, come piu brevemente si dice, dei pronuclei. E vero che  
vicinarsi e il fondersi insieme del nucleo ovulare e del uucleo sper-
matico, o, come piu brevemente si dice, dei pronuclei. E vero che  
le nuove ricerche sulIa partenogenesi e sulla fecondazione merogonica  
le nuove ricerche sulIa partenogenesi e sulla fecondazione merogonica  
dimostrano come questa unione non sia essenziale per lo sviluppo in-
dimostrano come questa unione non sia essenziale per lo sviluppo individuale; ma come esse non tolgono alia copulazione dei pronuclei  
dividuale; ma come esse non tolgono alia copulazione dei pronuclei  
quel significato profondo, che le si era attribuito, per il meccanismo  
quel significato profondo, che le si era attribuito, per il meccanismo  
della ereditä e dell' evoluzione della specie, cosi pure non menomano  
della ereditä e dell' evoluzione della specie, cosi pure non menomano  
Line 2,755: Line 2,330:


rimportanza del processo di copulazione nucleare dal punto di vista  
rimportanza del processo di copulazione nucleare dal punto di vista  
della fisiologia della fecondazione. Risolvere il problema dell' avvicina-
della fisiologia della fecondazione. Risolvere il problema dell' avvicinamento del pronuclei significa risolvere, in gran parte, la questioue del  
mento del pronuclei significa risolvere, in gran parte, la questioue del  
meccanismo della fecondazione.  
meccanismo della fecondazione.  


Delle varie ipotesi emesse per spiegare il movimento dei pronuclei  
Delle varie ipotesi emesse per spiegare il movimento dei pronuclei  
Tun verso I'altro, mi pare che sia subito da scartare quella che si  
Tun verso I'altro, mi pare che sia subito da scartare quella che si  
tratti di semplice attrazione di massa paragonabile all' attrazione uni-
tratti di semplice attrazione di massa paragonabile all' attrazione universale. Gli argoraenti del Vialleton (1888) e dell'HERRERA (1897)  
versale. Gli argoraenti del Vialleton (1888) e dell'HERRERA (1897)  
a favore di questa idea non mi pare che dicano molto, poiche, non  
a favore di questa idea non mi pare che dicano molto, poiche, non  
tengon conto di cio che, nella fecondazione, vi ha di specifico. Vera-
tengon conto di cio che, nella fecondazione, vi ha di specifico. Veramente il Vialleton vuole che la sua idea sia intesa nel senso che,  
mente il Vialleton vuole che la sua idea sia intesa nel senso che,  
cominciato che sia il movimento di copulazione, il suo decorso sembra  
cominciato che sia il movimento di copulazione, il suo decorso sembra  
regolato dalle leggi dell' attrazione universale, non pronunziandosi sul  
regolato dalle leggi dell' attrazione universale, non pronunziandosi sul  
primo movente. Questa restrizione, a parer mio, impHca una contra-
primo movente. Questa restrizione, a parer mio, impHca una contradizione logica, facile a dichiarare. Ma oltre a cio le osservazioni stesse,  
dizione logica, facile a dichiarare. Ma oltre a cio le osservazioni stesse,  
eseguite sulla seppia, non sono nemmeno bastevoli a dimostrare 1' assunto, e si spiegano benissimo analogaraente a cio che accade nel riccio  
eseguite sulla seppia, non sono nemmeno bastevoli a dimostrare 1' as-
sunto, e si spiegano benissimo analogaraente a cio che accade nel riccio  
di mare^),  
di mare^),  


E negli esperimenti messi avanti dall' Herrera si tratta di feno-
E negli esperimenti messi avanti dall' Herrera si tratta di fenomeni di capillarita. Se non fosse un' andar troppo per le lunghe, sarebbe facile raostrare che la pretesa penetrazione del sughero (che  
meni di capillarita. Se non fosse un' andar troppo per le lunghe, sa-
rebbe facile raostrare che la pretesa penetrazione del sughero (che  
funge da spermatozoo) nella goccia di tuorlo d' novo e invece un fatto  
funge da spermatozoo) nella goccia di tuorlo d' novo e invece un fatto  
di rivestimento del sughero da parte del liquido per semplice azione  
di rivestimento del sughero da parte del liquido per semplice azione  
capillare.  
capillare.  


Non vi e nulla da paragonare sia alia penetrazione dello sper-
Non vi e nulla da paragonare sia alia penetrazione dello spermatozoo nell'uovo, sia alia copulazione dei pronuclei.  
matozoo nell'uovo, sia alia copulazione dei pronuclei.  


Le altre ipotesi, che si presentano piii plausibili, hanno invece la  
Le altre ipotesi, che si presentano piii plausibili, hanno invece la  
Line 2,792: Line 2,359:
secondo il mio modo di vedere, sono la vera sorgente del moto.  
secondo il mio modo di vedere, sono la vera sorgente del moto.  


Infatti i pronuclei potrebbero benissimo essere trasportati passiva-
Infatti i pronuclei potrebbero benissimo essere trasportati passivamente da correnti di protoplasma, come varii autori, tra cui Ziegler  
mente da correnti di protoplasma, come varii autori, tra cui Ziegler  
(1895), Erlanger (1897) e Conklin (1899) credono, e come io stesso  
(1895), Erlanger (1897) e Conklin (1899) credono, e come io stesso  
credo per taluni casi, senza che sia esclusa 1' ipotesi che queste cor-
credo per taluni casi, senza che sia esclusa 1' ipotesi che queste correnti siano determinate da chemotattici (vedi Giardina, Riv. Scienze  
renti siano determinate da chemotattici (vedi Giardina, Riv. Scienze  
biologiche, 1900).  
biologiche, 1900).  


1} Si deve solo ammettere, cio che del resto risulta dalla lettura  
1} Si deve solo ammettere, cio che del resto risulta dalla lettura  
del pregevole lavoro del Vialleton, che il nucleo prossimale ai corpu-
del pregevole lavoro del Vialleton, che il nucleo prossimale ai corpuscoli polari rappresenti il nucleo ovulare, e il distale sia quelle sperinatico.  
scoli polari rappresenti il nucleo ovulare, e il distale sia quelle sperinatico.  




Line 2,866: Line 2,430:
po' di cloroformio, il quale si mescola bene col bergamotto. La nuova  
po' di cloroformio, il quale si mescola bene col bergamotto. La nuova  
goccia agisce come ceiitro chemotattico sull'essenza di garofani, poiche  
goccia agisce come ceiitro chemotattico sull'essenza di garofani, poiche  
lascia ditfoodere neH'alcool del cloroformio, il quale pel suo peso di-
lascia ditfoodere neH'alcool del cloroformio, il quale pel suo peso discende verso il ceutro del vasetto ove sta la piccola goccia di essenza  
scende verso il ceutro del vasetto ove sta la piccola goccia di essenza  
Questa tende a spostarsi dal lato della minore tensione superficiale  
Questa tende a spostarsi dal lato della minore tensione superficiale  
cioe verso il cloroformio, e tosto iufatti la vediamo deformarsi incontro  
cioe verso il cloroformio, e tosto iufatti la vediamo deformarsi incontro  
alia sorgente chemotattica, e finalmente cominciare a muoversi, dap-
alia sorgente chemotattica, e finalmente cominciare a muoversi, dapprima lenta, poi piii veloce, risalendo luugo la parete del vaso, verso  
prima lenta, poi piii veloce, risalendo luugo la parete del vaso, verso  
la goccia di bergamotto, superando non solo la forza della corrente  
la goccia di bergamotto, superando non solo la forza della corrente  
di cloroformio, ma anche la diflferenza di livello.  
di cloroformio, ma anche la diflferenza di livello.  
Line 2,877: Line 2,439:
Giunta a coutatto con il bergamotto, si comporta nel modo piü  
Giunta a coutatto con il bergamotto, si comporta nel modo piü  
diverso. Talvolta, fra l'altro, la goccia di essenza di garofani subisce  
diverso. Talvolta, fra l'altro, la goccia di essenza di garofani subisce  
una specie di esplosione e viene lanciata all'ingiro in minutissimi fram-
una specie di esplosione e viene lanciata all'ingiro in minutissimi frammenti, ma spesso si fonde completamente con l'altra, in una goccia  
menti, ma spesso si fonde completamente con l'altra, in una goccia  
unica, come i pronuclei ^).  
unica, come i pronuclei ^).  


Line 2,891: Line 2,452:
bergamotto e subito si ritira, dopo avere, per cosi dire, assorbito un po'  
bergamotto e subito si ritira, dopo avere, per cosi dire, assorbito un po'  
del bergamotto, come si riconosce dal colorito piü cliiaro che assume il  
del bergamotto, come si riconosce dal colorito piü cliiaro che assume il  
piccolo pseudopodo. La goccia ridiventa sferica, si allontana un mo-
piccolo pseudopodo. La goccia ridiventa sferica, si allontana un momento dal bergamotto, poi torna ad avvicinarsi, emette un altro prolungamento simile al primo e ritorna d'un tratto all'assalto. E cosi  
mento dal bergamotto, poi torna ad avvicinarsi, emette un altro pro-
lungamento simile al primo e ritorna d'un tratto all'assalto. E cosi  
per varie volte ; finche la goccia di essenza, cresciuta in dimensioni  
per varie volte ; finche la goccia di essenza, cresciuta in dimensioni  
finisce per galleggiare, e poscia, satura e per cosi dire sazia di berga-
finisce per galleggiare, e poscia, satura e per cosi dire sazia di bergamotto, si allontana definitivamente. I suoi movimenti sembrano quelli  
motto, si allontana definitivamente. I suoi movimenti sembrano quelli  
di un essere dotato di volontä, che torni ripetute volte all' assalto di  
di un essere dotato di volontä, che torni ripetute volte all' assalto di  
un cibo molto gustoso. Evidentemente si tratta di altrettanti tentativi  
un cibo molto gustoso. Evidentemente si tratta di altrettanti tentativi  
Line 2,908: Line 2,466:
l'Amphorina coerulea, confermata per altri opistobranchi dal Mac  
l'Amphorina coerulea, confermata per altri opistobranchi dal Mac  
Farland (1897), secondo la quale il. globulo polare si comporterebbe  
Farland (1897), secondo la quale il. globulo polare si comporterebbe  
rispetto all' novo come nel nostro esperimento la goccia di essenza di garo-
rispetto all' novo come nel nostro esperimento la goccia di essenza di garofani rispetto al bergamotto. Questa osservazione, sulle cui modalitä  
fani rispetto al bergamotto. Questa osservazione, sulle cui modalitä  
non voglio dilungarmi, indica che molto probabilmente viene esercitata  
non voglio dilungarmi, indica che molto probabilmente viene esercitata  
un' attrazione chemotattica dall'uovo sul globulo o sui globuli polari.  
un' attrazione chemotattica dall'uovo sul globulo o sui globuli polari.  
Line 2,929: Line 2,486:
I'oggetto classico di studio ed il meglio conosciuto, sarebbero:  
I'oggetto classico di studio ed il meglio conosciuto, sarebbero:  


1° II fatto ormai ben stabilito, che il cammino del nucleo sper-
1° II fatto ormai ben stabilito, che il cammino del nucleo spermatico non e rettilineo, ma curvilineo, e che e diretto, non verso il  
matico non e rettilineo, ma curvilineo, e che e diretto, non verso il  
nucleo ovulare, ma piuttosto verso il centro dell'uovo, senza mostrare  
nucleo ovulare, ma piuttosto verso il centro dell'uovo, senza mostrare  
nemmeno alcuna costante relazione con la posizione del nucleo ovulare  
nemmeno alcuna costante relazione con la posizione del nucleo ovulare  
Line 2,936: Line 2,492:
dei pronuclei non puo essere dovuto alia semplice attrazione dei nuclei,  
dei pronuclei non puo essere dovuto alia semplice attrazione dei nuclei,  
e infatti il Wilson (1900) crede che sia determinato da alnieno due  
e infatti il Wilson (1900) crede che sia determinato da alnieno due  
fattori differenti, uno dei quali e un' attrazione tra i nuclei e il cito-
fattori differenti, uno dei quali e un' attrazione tra i nuclei e il citoplasma e I'altro 1' attrazione dei nuclei fra loro, fattori di cui ci sfugge  
plasma e I'altro 1' attrazione dei nuclei fra loro, fattori di cui ci sfugge  
completaraente la natura.  
completaraente la natura.  


Line 2,943: Line 2,498:


3<^ Molti fenomeni che han luogo nella polispermia e specialmente  
3<^ Molti fenomeni che han luogo nella polispermia e specialmente  
il fatto primieramente riconosciuto dai fratelli Hertwig (1887), che nel-
il fatto primieramente riconosciuto dai fratelli Hertwig (1887), che nelr novo di echini tanto e piii difficile la copulazione di alraeno un nucleo  
r novo di echini tanto e piii difficile la copulazione di alraeno un nucleo  
spermatico con quello ovulare, quanto maggiore e il numero di spermatozoi penetrati, mentre, come gia osservarono gli stessi Hertwig,  
spermatico con quello ovulare, quanto maggiore e il numero di sper-
matozoi penetrati, mentre, come gia osservarono gli stessi Hertwig,  
se esistesse quell' attrazione sessuale tra i pronuclei, dovrebbe accadere  
se esistesse quell' attrazione sessuale tra i pronuclei, dovrebbe accadere  
proprio il contrario ^).  
proprio il contrario ^).  
Line 2,962: Line 2,515:
vie diverse, uno solo di essi copulandosi poi con il pronucleo femminile.  
vie diverse, uno solo di essi copulandosi poi con il pronucleo femminile.  


E bene dire che, quantunque forse in nessun case 1' unione dei pro-
E bene dire che, quantunque forse in nessun case 1' unione dei pronuclei sia determinata da mutua attrazione, non e detto che il meccanismo di questa unione debba essere dovunque identico a quello degli  
nuclei sia determinata da mutua attrazione, non e detto che il mecca-
nismo di questa unione debba essere dovunque identico a quello degli  
echini, che anzi esso deve adattarsi alle varie condizioni e specialmente  
echini, che anzi esso deve adattarsi alle varie condizioni e specialmente  
alia presenza o pur no di micropilo, e alia diversa quantita e distri-
alia presenza o pur no di micropilo, e alia diversa quantita e distribuzione del tuorlo nutritivo.  
buzione del tuorlo nutritivo.  




Line 2,976: Line 2,526:
alcuna azione su quello spermatico. Questi altri fatti mostrano, che  
alcuna azione su quello spermatico. Questi altri fatti mostrano, che  
non solo l'attrazione vicendevole dei pronuclei non e  
non solo l'attrazione vicendevole dei pronuclei non e  
buona (come riconobbe il Wilson) a spiegare, da sola, il pro-
buona (come riconobbe il Wilson) a spiegare, da sola, il processo; ma anche che essa non vi ha proprio parte alcuna.  
cesso; ma anche che essa non vi ha proprio parte alcuna.  
Cosicche non rimane che esaminare l'altra ipotesi, emessa giä fin  
Cosicche non rimane che esaminare l'altra ipotesi, emessa giä fin  
dalla prima pagina, che l'agente attivo che determina, il  
dalla prima pagina, che l'agente attivo che determina, il  
moto, la traiettoria e Tunione dei pronuclei sia, nel  
moto, la traiettoria e Tunione dei pronuclei sia, nel  
caso degli echini, il centrosoma spermatico, il quale ver-
caso degli echini, il centrosoma spermatico, il quale verrebbe considerato quale centro di diffusioni specifiche e  
rebbe considerato quale centro di diffusioni specifiche e  
agirebbe tanto sul ialoplasma che sui nuclei come un  
agirebbe tanto sul ialoplasma che sui nuclei come un  
centro chemotattico.  
centro chemotattico.  
Line 2,990: Line 2,538:
o del cloroformio tra due gocce d' olio di ricino poste in alcool  
o del cloroformio tra due gocce d' olio di ricino poste in alcool  
(Rhumbleu) avviene un avvicinamento e anche una fusione delle due  
(Rhumbleu) avviene un avvicinamento e anche una fusione delle due  
gocce. Ma e uecessario vedere, nel caso tipico degli echini, se i parti-
gocce. Ma e uecessario vedere, nel caso tipico degli echini, se i particolari del processo concordino con questa idea, analizzando 1' un dopo  
colari del processo concordino con questa idea, analizzando 1' un dopo  
l'altro il moto del pronucleo maschile e quello del nucleo ovulare.  
l'altro il moto del pronucleo maschile e quello del nucleo ovulare.  


Moto del nucleo spermatico.  
Moto del nucleo spermatico.  


Ammessa V ipotesi ora esposta sulla natura ed azione del centro-
Ammessa V ipotesi ora esposta sulla natura ed azione del centrosoma, ne viene di conseguenza che lo spermatozoo, penetrato nell' novo,  
soma, ne viene di conseguenza che lo spermatozoo, penetrato nell' novo,  
rappresenta un insieme di due parti eterogenee riguardo all' azione  
rappresenta un insieme di due parti eterogenee riguardo all' azione  
che hanno sul citoplasma. In questo sistema il corpo intermediario,  
che hanno sul citoplasma. In questo sistema il corpo intermediario,  
Line 3,005: Line 2,551:
gonfiando per semplice assorbimento. Si potrebbe pensare che il moto  
gonfiando per semplice assorbimento. Si potrebbe pensare che il moto  
del sistema spermatico, entro l'uovo, sia dovuto appunto alia detta  
del sistema spermatico, entro l'uovo, sia dovuto appunto alia detta  
eterogeneitä di composizione, per la quale 1' azione dello spermato-
eterogeneitä di composizione, per la quale 1' azione dello spermatocentro sul citoplasma e la corrispondeute reazione del ialoplasma, cioe  
centro sul citoplasma e la corrispondeute reazione del ialoplasma, cioe  
a dire, i fenomeni di diffusione, invece di esercitarsi uniformemente  
a dire, i fenomeni di diffusione, invece di esercitarsi uniformemente  
tutto all'ingiro, sarebbero necessariamente unilaterali.  
tutto all'ingiro, sarebbero necessariamente unilaterali.  


Per meglio spiegare questo peusiero valga il seguente esperimento.  
Per meglio spiegare questo peusiero valga il seguente esperimento.  
Una laminetta di gelatina o di paraffina galleggiano sull' acqua, rima-
Una laminetta di gelatina o di paraffina galleggiano sull' acqua, rimanendo ferme al posto ove si pongono (quaudo perö sieno escluse le  
nendo ferme al posto ove si pongono (quaudo perö sieno escluse le  
azioni capillari delle pareti). Del pari una goccia d' alcool, posta delicatamente sull' acqua, si diffonde rapidamente negli strati superficiaH, senza spostarsi, dalla posizione datale. Formiamo invece dei  
azioni capillari delle pareti). Del pari una goccia d' alcool, posta de-
licatamente sull' acqua, si diffonde rapidamente negli strati super-
ficiaH, senza spostarsi, dalla posizione datale. Formiamo invece dei  
due un sistema strettamente connesso: pratichiamo in una laminetta,  
due un sistema strettamente connesso: pratichiamo in una laminetta,  


Line 3,024: Line 2,566:


perfettaniente simmetrica rispetto ad un asse (come, ad es., quella  
perfettaniente simmetrica rispetto ad un asse (come, ad es., quella  
nella fig. 1), uu piccolo foro verso un' estremita ; poniaraola a galleg-
nella fig. 1), uu piccolo foro verso un' estremita ; poniaraola a galleggiare sull'acqua e facciamo cadere, con cura, una gocciolina d'alcool  
giare sull'acqua e facciamo cadere, con cura, una gocciolina d'alcool  
al disopra del piccolo foro, in modo che non arrivi al  
al disopra del piccolo foro, in modo che non arrivi al  
margine della laminetta.  
margine della laminetta.  
Line 3,039: Line 2,580:
grande freccia il senso del moto.  
grande freccia il senso del moto.  


Ma, sebbene V eterogeneita del sistema sia, come vedremo, un ele-
Ma, sebbene V eterogeneita del sistema sia, come vedremo, un elemento di grande importanza, pure essa non basta a spiegare tutti i  
mento di grande importanza, pure essa non basta a spiegare tutti i  
particolari del moto del pronucleo. Infatti sappiamo che, entrato nelr uovo, lo spermatozoo subisce una rotazione di 180*^ all'incirca, pur  
particolari del moto del pronucleo. Infatti sappiamo che, entrato nel-
continuando a muoversi verso il centro dell' uovo, cosi che lo spermatocentro viene a trovarsi in avanti nel movimento. Ebbene, con un  
r uovo, lo spermatozoo subisce una rotazione di 180*^ all'incirca, pur  
continuando a muoversi verso il centro dell' uovo, cosi che lo sper-
matocentro viene a trovarsi in avanti nel movimento. Ebbene, con un  
sistema come quello ora costruito, si possono produrre bensi rotazioni  
sistema come quello ora costruito, si possono produrre bensi rotazioni  
svariatissime e anche di 180^, dando una forma non perfettamente  
svariatissime e anche di 180^, dando una forma non perfettamente  
Line 3,054: Line 2,592:
ritorna talvolta al punto di partenza.  
ritorna talvolta al punto di partenza.  


Occorre dunque ammettere che il centrosoma, in-
Occorre dunque ammettere che il centrosoma, indipendenteme nte dalla sua unione col pronucleo, sia  
dipendenteme nte dalla sua unione col pronucleo, sia  
dotato di un moto suo proprio, determinate dalle sole  
dotato di un moto suo proprio, determinate dalle sole  
azioni reciproche tra esso e il cito plasma, movimento che  
azioni reciproche tra esso e il cito plasma, movimento che  
tenda verso una posizione di maggiore equilibrio, che verosilmente si  
tenda verso una posizione di maggiore equilibrio, che verosilmente si  
realizza al centro dell' uovo. Non vi sarä alcuna difficoltä ad am-
realizza al centro dell' uovo. Non vi sarä alcuna difficoltä ad ammettere la possibilitä di questo potere di moto quando si pensi ai  
mettere la possibilitä di questo potere di moto quando si pensi ai  
moti di tante sostanze in liquidi ove diflbndono, come pezzettini di  
moti di tante sostanze in liquidi ove diflbndono, come pezzettini di  


Line 3,078: Line 2,614:
immerse in un mezzo conveniente. In alcool a 70", ad esempio, ho  
immerse in un mezzo conveniente. In alcool a 70", ad esempio, ho  
ottenuto moti di traslazione di gocce di essenza di bergamotto, di  
ottenuto moti di traslazione di gocce di essenza di bergamotto, di  
balsamo del Canada sciolto in xilolo, e di altre sostanze, ma special-
balsamo del Canada sciolto in xilolo, e di altre sostanze, ma specialmente di cloroformio, i cui moti sono addirittura meravigliosi.  
mente di cloroformio, i cui moti sono addirittura meravigliosi.  


Ammessa percio tale interpretazione, si potrebbe concepire il pro-
Ammessa percio tale interpretazione, si potrebbe concepire il processo nel modo seguente.  
cesso nel modo seguente.  


Entrato lo spermatozoo nell'uovo, lo spermatocentro comincia a  
Entrato lo spermatozoo nell'uovo, lo spermatocentro comincia a  
muoversi, e tende a spingere innanzi a se il nucleo spermatico. Questo  
muoversi, e tende a spingere innanzi a se il nucleo spermatico. Questo  
peio, dovendo muoversi in un liquido dotato di cosi forte attrito in-
peio, dovendo muoversi in un liquido dotato di cosi forte attrito interno quale e il protoplasma, deve offrire una considerevole resistenza,  
terno quale e il protoplasma, deve offrire una considerevole resistenza,  
che impedirebbe o renderebbe troppo lento il moto del sistema in  
che impedirebbe o renderebbe troppo lento il moto del sistema in  
avanti. Cosi che se si avverasse, a un dato istante, una leggera disugua-
avanti. Cosi che se si avverasse, a un dato istante, una leggera disuguaglianza di resistenza, in una qualsiasi direzione, intorno alio spermatozoo, ne verrebbe come conseguenza necessaria una rotazione generale del sistema. E non si puo fare a meno di ammettere I'esistenza  
glianza di resistenza, in una qualsiasi direzione, intorno alio sper-
matozoo, ne verrebbe come conseguenza necessaria una rotazione gene-
rale del sistema. E non si puo fare a meno di ammettere I'esistenza  
di questa disuguaglianza di resistenza, giä fin dal principio del moto,  
di questa disuguaglianza di resistenza, giä fin dal principio del moto,  
ove si pensi alia struttura irregolarmente alveolare del protoplasma e  
ove si pensi alia struttura irregolarmente alveolare del protoplasma e  
Line 3,103: Line 2,633:
quale segue ora il centrosoma nel suo moto, non piii spinto o tirato,  
quale segue ora il centrosoma nel suo moto, non piii spinto o tirato,  
ma, secondo I'ipotesi che in questo momento esaminiamo, attratto per  
ma, secondo I'ipotesi che in questo momento esaminiamo, attratto per  
via chemotattica, dal centrosoma. Questo, prima incapace a spin-
via chemotattica, dal centrosoma. Questo, prima incapace a spingerlo, lo trascina adesso facilmente per invisibili, ma pur inesorabili  
gerlo, lo trascina adesso facilmente per invisibili, ma pur inesorabili  
fila^).  
fila^).  


Line 3,115: Line 2,644:
1) Poniamo in alcool a 70 ° una goccia di cloroformio e una goccia  
1) Poniamo in alcool a 70 ° una goccia di cloroformio e una goccia  
d' olio di ricino. Questa rimane immobile, mentre la prima si sposta  
d' olio di ricino. Questa rimane immobile, mentre la prima si sposta  
rapidamente a guisa di una vera ameba. Messe le due gocce a con-
rapidamente a guisa di una vera ameba. Messe le due gocce a contatto, la goccia d' olio segue quella di cloroformio come se costituissero  
tatto, la goccia d' olio segue quella di cloroformio come se costituissero  
un unico sistema, presentando, oltre a moti di rotazione, anche uno di  
un unico sistema, presentando, oltre a moti di rotazione, anche uno di  
traslazione, in cui, d' ordinai'io, e 11 cloroformio che precede. Questo  
traslazione, in cui, d' ordinai'io, e 11 cloroformio che precede. Questo  
Line 3,130: Line 2,658:
Secondo questo modo di vedere l'eterogeneitä del sistema  
Secondo questo modo di vedere l'eterogeneitä del sistema  
spiegherebbedunque larotazione finora tantomisterio  
spiegherebbedunque larotazione finora tantomisterio  
sa dello spermatozoo; la quale a sua volta potrebbe essere in-
sa dello spermatozoo; la quale a sua volta potrebbe essere invocata per spiegare il percorso curvilineo del nucleo spermatico, di  
vocata per spiegare il percorso curvilineo del nucleo spermatico, di  
cui ho parlato in un precedente paragrafo. Poiche durante la rotazione continua il meto di traslazione, e naturale, infatti, che la traiettoria risultante non sia piii perfettamente radiale ma segua una  
cui ho parlato in un precedente paragrafo. Poiche durante la rota-
zione continua il meto di traslazione, e naturale, infatti, che la tra-
iettoria risultante non sia piii perfettamente radiale ma segua una  
curva di cui si potrebbe fors'anco determinare a priori la natura.  
curva di cui si potrebbe fors'anco determinare a priori la natura.  


Line 3,147: Line 2,672:
raggiunto una certa estensione. E il Fol nell' Asterias ha da lungo  
raggiunto una certa estensione. E il Fol nell' Asterias ha da lungo  
tempo osservato che esso resta immobile fino a che le irradiazioni non  
tempo osservato che esso resta immobile fino a che le irradiazioni non  
arrivano a contatto con esso. Anch' io, da un gran numero di osser-
arrivano a contatto con esso. Anch' io, da un gran numero di osservazioni su uova di Str. lividus, ho potuto convincermi che il moto  
vazioni su uova di Str. lividus, ho potuto convincermi che il moto  
comincia solo quando l'estremitä appena distinta dei raggi dell' aster  
comincia solo quando l'estremitä appena distinta dei raggi dell' aster  
ha toccato il nucleo ovulare. Questo, fino allora inerte, come tocco  
ha toccato il nucleo ovulare. Questo, fino allora inerte, come tocco  
Line 3,167: Line 2,691:


Tutto invece tende a mostrare la verosimiglianza della idea  
Tutto invece tende a mostrare la verosimiglianza della idea  
espressa in principio e sostenuta nella nota precedente che le irradia-
espressa in principio e sostenuta nella nota precedente che le irradiazioni deir aster siano espressione non solo di un'orientazione speciale  
zioni deir aster siano espressione non solo di un'orientazione speciale  
del moto del ialoplasma verso il centro, ma anche di vie di difi"usione  
del moto del ialoplasma verso il centro, ma anche di vie di difi"usione  
di un chemotattico irradiantesi dal centrosoma. Poiche quando il  
di un chemotattico irradiantesi dal centrosoma. Poiche quando il  
nucleo ovulare e raggiunto dall'irradiazione, esso sa-
nucleo ovulare e raggiunto dall'irradiazione, esso sarebbe tocco, nel tempo istesso, dall'agente chemotattico, che ne diminuirebbe un ilateralmente, agendo forse  
rebbe tocco, nel tempo istesso, dall'agente chemotat-
tico, che ne diminuirebbe un ilateralmente, agendo forse  


Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 4  
Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 4  
Line 3,181: Line 2,702:
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50  


come dissolvente della membraneil a, la tensione super-
come dissolvente della membraneil a, la tensione superficiale, e I'obligherebbe tosto ad avvicinarsi al ceutro  
ficiale, e I'obligherebbe tosto ad avvicinarsi al ceutro  
chemotattico, alio spermatoceutro.  
chemotattico, alio spermatoceutro.  


Line 3,190: Line 2,710:
da suggerire I'idea di un vero moto di locomozione ameboide da parte  
da suggerire I'idea di un vero moto di locomozione ameboide da parte  
del nucleo ovulare, e su cui il Wilson recentemente (1901) ritorna,  
del nucleo ovulare, e su cui il Wilson recentemente (1901) ritorna,  
sostenendo che, in tal caso, questa idea dovrebbe estendersi al movi-
sostenendo che, in tal caso, questa idea dovrebbe estendersi al movimento del nucleo spermatico.  
mento del nucleo spermatico.  


11 fatto in se stesso e vero, ed io credo anzi che non sia ecce-
11 fatto in se stesso e vero, ed io credo anzi che non sia eccezionale ; ma che accada in tutte le uova, essendo visibile solo nei cast  
zionale ; ma che accada in tutte le uova, essendo visibile solo nei cast  
in cui il centrosoma e il nucleo ovulare in movimento stanno nello  
in cui il centrosoma e il nucleo ovulare in movimento stanno nello  
stesso piano ottico. II che si spiega pensando che il nucleo ovulare  
stesso piano ottico. II che si spiega pensando che il nucleo ovulare  
Line 3,201: Line 2,719:
veduta, si ditfonde il chemotattico, cosicche, quando le irradiazioni e  
veduta, si ditfonde il chemotattico, cosicche, quando le irradiazioni e  
la traiettoria del nucleo sono nello stesso piano ottico, puo vedersi  
la traiettoria del nucleo sono nello stesso piano ottico, puo vedersi  
un allungamento temporaneo del nucleo dalla parte ove i raggi con-
un allungamento temporaneo del nucleo dalla parte ove i raggi confluiscouo, quasi che volesse insinuarsi e aprirsi piii facilmente la via,  
fluiscouo, quasi che volesse insinuarsi e aprirsi piii facilmente la via,  
allungamento che puo ripetersi piu volte durante il cammino. In casi  
allungamento che puo ripetersi piu volte durante il cammino. In casi  
molto favorevoli si vedono anche formarsi nel nucleo delle piccole  
molto favorevoli si vedono anche formarsi nel nucleo delle piccole  
Line 3,210: Line 2,727:


Ognuno vede come questo fenomeno sia paragon abile piuttosto  
Ognuno vede come questo fenomeno sia paragon abile piuttosto  
alia deformazione ameboide provocata dal Rhumbler e da me in so-
alia deformazione ameboide provocata dal Rhumbler e da me in sostanze non viventi, anziehe al movimento di un'ameba, ove le condizioni del moto, ossia dei variare della tensione superficiale in alcuni  
stanze non viventi, anziehe al movimento di un'ameba, ove le condi-
zioni del moto, ossia dei variare della tensione superficiale in alcuni  
punti, risiedono, secondo tutte le probabilita, nell'elemento istesso, e  
punti, risiedono, secondo tutte le probabilita, nell'elemento istesso, e  
ove il moto puo considerarsi, in questo senso, come spontaneo. Qui  
ove il moto puo considerarsi, in questo senso, come spontaneo. Qui  
invece la deformazione nucleare, luugi dall'essere  
invece la deformazione nucleare, luugi dall'essere  
causa attiva del moto di traslazione, deve esser con-
causa attiva del moto di traslazione, deve esser considerata, al pari di questo moto, effetto di una niedesi ma causa, cioe delTazionechemotattiica del centrosoma  
siderata, al pari di questo moto, effetto di una niede-
si ma causa, cioe delTazionechemotattiica del centrosoma  
attraverso il ialoplasma. Per la medesima ragione il  
attraverso il ialoplasma. Per la medesima ragione il  
nucleo spermatico seguirebbe docilmente nel suo cam-
nucleo spermatico seguirebbe docilmente nel suo cammino lo spermatoceutro, ad ogni ist ante sollecitato  
mino lo spermatoceutro, ad ogni ist ante sollecitato  
dall'azione chemotattica del medesimo.  
dall'azione chemotattica del medesimo.  


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I fenomeni ulteriori della fecondazione non hanno speciale im-
I fenomeni ulteriori della fecondazione non hanno speciale importanza per la questione che ci occupa. Diro soltanto che quando  
portanza per la questione che ci occupa. Diro soltanto che quando  
poi i nuclei vengono a contatto, d'ordinario tra i due poli dell'anfiastro, dopo un tempo abbastanza lungo il nucleo spermatico viene  
poi i nuclei vengono a contatto, d'ordinario tra i due poli dell'an-
fiastro, dopo un tempo abbastanza lungo il nucleo spermatico viene  
spesso ricevuto, per cosi dire, in una insenatura del nucleo ovulare,  
spesso ricevuto, per cosi dire, in una insenatura del nucleo ovulare,  
assumendo la forma, tante volte descritta, di una lente biconvessa.  
assumendo la forma, tante volte descritta, di una lente biconvessa.  
Line 3,254: Line 2,764:
quella emessa da Kostanecki e Wierzejski nel loro bei lavoro suUa  
quella emessa da Kostanecki e Wierzejski nel loro bei lavoro suUa  
fecondazione nella Physa (1896). Condividendo pienamente 1' ipotesi  
fecondazione nella Physa (1896). Condividendo pienamente 1' ipotesi  
del BovERi, questi autori credono che nel pezzo intermediario dello sper-
del BovERi, questi autori credono che nel pezzo intermediario dello spermatozoo sia contenuto il complemento necessario all' uovo acciocche  
matozoo sia contenuto il complemento necessario all' uovo acciocche  
questo si possa dividere e cioe il protoplasma speciale raccolto attorno al centrosoma. II protoplasma spermatico , dapprima compresso, divenuto libero dei suoi movimenti, nel vasto campo ovulare,  
questo si possa dividere e cioe il protoplasma speciale raccolto at-
torno al centrosoma. II protoplasma spermatico , dapprima com-
presso, divenuto libero dei suoi movimenti, nel vasto campo ovulare,  
si distende e s'irradia in un potente aster, che si accresce a spese del  
si distende e s'irradia in un potente aster, che si accresce a spese del  
protoplasma dell' uovo, ch' esso, aster spermatico, assimila incessantemente.  
protoplasma dell' uovo, ch' esso, aster spermatico, assimila incessantemente.  
Questa assimilazione incessante ha per effetto di spostare il centre mor-
Questa assimilazione incessante ha per effetto di spostare il centre morfologico e fisiologico dell' uovo, la cui funzione viene assunta dal centre  
fologico e fisiologico dell' uovo, la cui funzione viene assunta dal centre  
spermatico ; e tale e la causa, secondo questi autori, del ravvicinamento  
spermatico ; e tale e la causa, secondo questi autori, del ravvicinamento  
dei nuclei sessuali.  
dei nuclei sessuali.  
Line 3,270: Line 2,776:
spermatico, sembra la traduzione, in linguaggio figurato, del fatto di  
spermatico, sembra la traduzione, in linguaggio figurato, del fatto di  
correnti centripete di ialoplasma provocate da correnti di una diffusione  
correnti centripete di ialoplasma provocate da correnti di una diffusione  
specifica, partenti dal centre. Che se da una parte 1' aster e principal-
specifica, partenti dal centre. Che se da una parte 1' aster e principalmente formato dal protoplasma ovulare i cui alveoli sono orientati in  
mente formato dal protoplasma ovulare i cui alveoli sono orientati in  
file, sotto 1' influenza del centro, dall'altra vi e qualche cosa di vero  
file, sotto 1' influenza del centro, dall'altra vi e qualche cosa di vero  
neir opinione che fa derivare 1' aster dal pezzo intermediario. Intesa la  
neir opinione che fa derivare 1' aster dal pezzo intermediario. Intesa la  
Line 3,297: Line 2,802:
momento in cui il nucleo  
momento in cui il nucleo  
ovulare si mette in moto,  
ovulare si mette in moto,  
potrebbero essere inter-
potrebbero essere interpetrate cosi :  
petrate cosi :  


In generale quaudo  
In generale quaudo  
Line 3,306: Line 2,810:
spermatozoo e piccola, il  
spermatozoo e piccola, il  
nucleo ovulare si muove  
nucleo ovulare si muove  
(verso lo spermatocen-
(verso lo spermatocentro) mentre il nucleo  
tro) mentre il nucleo  
spermatico e ancora in  
spermatico e ancora in  
moto (fig, 2) ; e si riceve  
moto (fig, 2) ; e si riceve  
cosi r impressione che i  
cosi r impressione che i  
due pronuclei si vadano  
due pronuclei si vadano  
incontro per mutua at-
incontro per mutua attrazione. Ma , quando  
trazione. Ma , quando  
quella distanza e grande,  
quella distanza e grande,  
il sistema spermatico ha  
il sistema spermatico ha  
Line 3,326: Line 2,828:


Cosi assai spesso il  
Cosi assai spesso il  
pronucleo ovulare co-
pronucleo ovulare comincia a muoversi dopo  
mincia a muoversi dopo  
che quello spermatico,  
che quello spermatico,  
col relativo centro, si  
col relativo centro, si  
Line 3,352: Line 2,853:
fig. 3 e 4, dimostrano  
fig. 3 e 4, dimostrano  
appuiito : 1) che il nucleo  
appuiito : 1) che il nucleo  
ovulare non esercita al-
ovulare non esercita alcuna attrazione sul nucleo  
cuna attrazione sul nucleo  
spermatico, 2) che neppure negli altri casi il  
spermatico, 2) che nep-
pure negli altri casi il  


corrersi incontro dei  
corrersi incontro dei  
Line 3,368: Line 2,867:
come nel caso della fig. 5,  
come nel caso della fig. 5,  
quando le traiettorie dei  
quando le traiettorie dei  
nuclei non cadono nem-
nuclei non cadono nem
 
meno approssimativamente lungo lo stesso diametro, e i nuclei si muovono insieme ; poiche, in  
meno approssimativa-
mente lungo lo stesso dia-
metro, e i nuclei si muo-
vono insieme ; poiche, in  
tal caso, mentre quello  
tal caso, mentre quello  
maschile segue docil-
maschile segue docilmente lo spermatocentro,  
mente lo spermatocentro,  
il cui moto avviene come  
il cui moto avviene come  
se non vi fosse alcun  
se non vi fosse alcun  
Line 3,382: Line 2,876:
centro della cellula, il  
centro della cellula, il  
nucleo femrainile muta  
nucleo femrainile muta  
ad ogni istante la di-
ad ogni istante la direzione del suo moto  
rezione del suo moto  
secondo lo spostamento  
secondo lo spostamento  


Line 3,391: Line 2,884:
Fig. 5.  
Fig. 5.  
Fig. 2, 3, 4, 5. Diagrammi illustranti le variazioni delle traiettorie dei prouiiclei.  
Fig. 2, 3, 4, 5. Diagrammi illustranti le variazioni delle traiettorie dei prouiiclei.  
Per alcuue posizioui successive del pronucleo femminile e dello spermatocentro ho se-
Per alcuue posizioui successive del pronucleo femminile e dello spermatocentro ho segnato, durante le osservazioni, il minuto corrisijondente deU' orologio. Naturalmente sul  
gnato, durante le osservazioni, il minuto corrisijondente deU' orologio. Naturalmente sul  
vivo non si vede il centrosoma, ma solo se ne puö inferire la posizione, dal punto  
vivo non si vede il centrosoma, ma solo se ne puö inferire la posizione, dal punto  
di convergeuza delle irradiazioni. Ho anche diseguato il nucleo spei-matico, quando  
di convergeuza delle irradiazioni. Ho anche diseguato il nucleo spei-matico, quando  
Line 3,415: Line 2,907:
cammino, arrestarsi definitivaraente in una posizione di equilibrio,  
cammino, arrestarsi definitivaraente in una posizione di equilibrio,  


senza avvicinarsi piü al-
senza avvicinarsi piü alTuno che aH'altro, appunto perche non sono  
Tuno che aH'altro, ap-
punto perche non sono  
i nuclei spermatici che  
i nuclei spermatici che  
vanno incontro al nucleo  
vanno incontro al nucleo  
ovulare, ma questo va  
ovulare, ma questo va  
incontro alio spermato-
incontro alio spermatocentro.  
centro.  


Naturale conseguenza  
Naturale conseguenza  
Line 3,430: Line 2,919:
in generale , quanto  
in generale , quanto  
maggiore e il numero  
maggiore e il numero  
degli spermatozoi en-
degli spermatozoi entrati, tan to piü difficile  
trati, tan to piü difficile  
e che il nucleo segua una  
e che il nucleo segua una  
delle tante vie di attra-
delle tante vie di attrazione che lo sollecitano  
zione che lo sollecitano  
da ogni parte. Cosi pure e naturale che, avvenuta la copulazione con  
da ogni parte. Cosi pure e naturale che, avvenuta la copulazione con  
uno due, tutti gU altri nuclei spermatici rimangano esclusi e non si  
uno due, tutti gU altri nuclei spermatici rimangano esclusi e non si  
avvicinino oltre; non giä che ciö dipenda da una specie di neutralizzazione  
avvicinino oltre; non giä che ciö dipenda da una specie di neutralizzazione  
delle affinitä nucleari (esclusa giä dagli esperimenti dei fratelli Hert-
delle affinitä nucleari (esclusa giä dagli esperimenti dei fratelli HertwiG, 1887), ma dallo sviluppo considerevole che prende 1' anfiastro del  
wiG, 1887), ma dallo sviluppo considerevole che prende 1' anfiastro del  
nucleo di copulazione, che tiene a rispettosa distanza gli altri aster.  
nucleo di copulazione, che tiene a rispettosa distanza gli altri aster.  
Al modo istesso, venendo a contatto varii campi di ditfusione (ad  
Al modo istesso, venendo a contatto varii campi di ditfusione (ad  
esempio, di essenza di garofani in alcool a 90'^), il campo piü vigo-
esempio, di essenza di garofani in alcool a 90'^), il campo piü vigoroso, estendendosi, tende a sospingere lontano i campi piü deboli.  
roso, estendendosi, tende a sospingere lontano i campi piü deboli.  
Similmente sono da interpretarsi le figure osservate recentemente dal  
Similmente sono da interpretarsi le figure osservate recentemente dal  
Wilson (1901) nella partenogenesi artificiale in cui, d'ordinario, gli  
Wilson (1901) nella partenogenesi artificiale in cui, d'ordinario, gli  
aster citoplasmatici accessori sono ricacciati sempre piü verso la peri-
aster citoplasmatici accessori sono ricacciati sempre piü verso la periferia man mano che quelli della figura di segmentazione vanno acquistando  
feria man mano che quelli della figura di segmentazione vanno acquistando  
in intensita e vigore.  
in intensita e vigore.  


Line 3,471: Line 2,955:


Studiando il processo in uova viventi si vede benissimo, come ha  
Studiando il processo in uova viventi si vede benissimo, come ha  
recentemente riconosciuto il Wilson (1901) che il nucleo ovulare per-
recentemente riconosciuto il Wilson (1901) che il nucleo ovulare percorre un lungo cammino, spostando e lasciando dietro le granulazioni  
corre un lungo cammino, spostando e lasciando dietro le granulazioni  
alveolari e anche quelle messe in evidenza con la colorazione in vita.  
alveolari e anche quelle messe in evidenza con la colorazione in vita.  
Contro I'idea che in tali correnti possa essere coinvolto il solo ialo-
Contro I'idea che in tali correnti possa essere coinvolto il solo ialoplasma, il Wilson oppone che, in tal caso, dovremmo trovare un' accuraulo di ialoplasma nelle vicinanze del nucleo ovulare, il che, fintanto che questo non si sia unito col nucleo maschile, non esiste. Ne  
plasma, il Wilson oppone che, in tal caso, dovremmo trovare un' ac-
curaulo di ialoplasma nelle vicinanze del nucleo ovulare, il che, fin-
tanto che questo non si sia unito col nucleo maschile, non esiste. Ne  
al movimento del ialoplasma verso il centro, puo essere secondo,  
al movimento del ialoplasma verso il centro, puo essere secondo,  
me, addebitato il trasporto dei nuclei, poiche il ialoplasma, date le  
me, addebitato il trasporto dei nuclei, poiche il ialoplasma, date le  
considerevoli resistenze che ostacolerebbero il moto del nucleo, scor-
considerevoli resistenze che ostacolerebbero il moto del nucleo, scorrerebbe lungo i nuclei senza trascinarli. Occorre dunque ammettere  
rerebbe lungo i nuclei senza trascinarli. Occorre dunque ammettere  
un'azione chemotattica specifica, oltre che sul ialoplasma, anche sui  
un'azione chemotattica specifica, oltre che sul ialoplasma, anche sui  
nuclei. II ialoplasma non fa che da intermediario, lasciando dififondere  
nuclei. II ialoplasma non fa che da intermediario, lasciando dififondere  
Line 3,489: Line 2,968:


Delle tante obiezioni, che si potrebbero opporre a queste vedute,  
Delle tante obiezioni, che si potrebbero opporre a queste vedute,  
mi limitero ad alcune piü importanti. P Una, messa avanti dal Mor-
mi limitero ad alcune piü importanti. P Una, messa avanti dal Morgan (1899), che il nucleo ovulare non sia afifatto influenzato dall'astrosfera, parte dall' esperimento notevolissimo dello Ziegler (1898), il  
gan (1899), che il nucleo ovulare non sia afifatto influenzato dall'astro-
sfera, parte dall' esperimento notevolissimo dello Ziegler (1898), il  
quale riusci a separare delle uova di riccio di mare in due parti:  
quale riusci a separare delle uova di riccio di mare in due parti:  
contenenti una lo spermatocentro col nucleo maschile, I'altra il nucleo  
contenenti una lo spermatocentro col nucleo maschile, I'altra il nucleo  
Line 3,500: Line 2,977:
Ora questo esperimento potrebbe essere opposto con ragione alia  
Ora questo esperimento potrebbe essere opposto con ragione alia  
ipotesi di un'azione di trazione da parte della sfera, non mai, come  
ipotesi di un'azione di trazione da parte della sfera, non mai, come  
fa il Morgan, all' azione di un centro in generale. Poiche, se non si pos-
fa il Morgan, all' azione di un centro in generale. Poiche, se non si possono addebitare questi fenomeni, quasi partenogenetici, all' azione traumatica del taglio, si puo benissimo supporre che lo spermatozoo comunichi a tutto il protoplasma uno stimolo, che agisca anche dopo che  
sono addebitare questi fenomeni, quasi partenogenetici, all' azione trau-
matica del taglio, si puo benissimo supporre che lo spermatozoo comu-
nichi a tutto il protoplasma uno stimolo, che agisca anche dopo che  
lo spermatozoo e stato asportato, qualora si concepisca questo stimolo  
lo spermatozoo e stato asportato, qualora si concepisca questo stimolo  
come un'azione chimica, anziehe come una trazione o qualcosaltro di  
come un'azione chimica, anziehe come una trazione o qualcosaltro di  
Line 3,533: Line 3,007:


E quando avviene la loro unione? Solo quando lo spermatozoo  
E quando avviene la loro unione? Solo quando lo spermatozoo  
entra nell' uovo assai vicino al nucleo ovulare, nel qual case si uni-
entra nell' uovo assai vicino al nucleo ovulare, nel qual case si uniscono, invece che in una dozzina di minuti, in un tempo che  
scono, invece che in una dozzina di minuti, in un tempo che  
va da li^Vs ^ ^ ore! Si aggiunga che neppure con il cloralio  
va da li^Vs ^ ^ ore! Si aggiunga che neppure con il cloralio  
avviene la coniugazione dei pronuclei, salvo in qualche caso in  
avviene la coniugazione dei pronuclei, salvo in qualche caso in  
cui, secoudo I'opinione degli stessi fratelli Hertwig (1887), i nuclei  
cui, secoudo I'opinione degli stessi fratelli Hertwig (1887), i nuclei  
„wahrscheinlich waren gleich von Anfang an nur durch einen ge-
„wahrscheinlich waren gleich von Anfang an nur durch einen geringen Zwischenraum getrennt", E ciö si puö spiegare ammettendo che  
ringen Zwischenraum getrennt", E ciö si puö spiegare ammettendo che  
l'azione dell' etere (Wilson), del cloralio o del chinino (0. e R. Hertwig) del freddo (0. Hertwig 1890) sia quello di diminuire notevolmente la diffusione dal centro spermatico, ma non di annullarla  
l'azione dell' etere (Wilson), del cloralio o del chinino (0. e R. Hert-
wig) del freddo (0. Hertwig 1890) sia quello di diminuire note-
volmente la diffusione dal centro spermatico, ma non di annullarla  
del tutto, cosi come altre sostanze, quali nicotina e stricnina, sembrano  
del tutto, cosi come altre sostanze, quali nicotina e stricnina, sembrano  
invece raiforzare quest' azione (0. e R. Hertwig). La quale, cosi di-
invece raiforzare quest' azione (0. e R. Hertwig). La quale, cosi diminuita, non sarä piü tanto forte da organizzare un aster, ma puo  
minuita, non sarä piü tanto forte da organizzare un aster, ma puo  
essere ancora tale da farsi sentire sui nuclei in caso di estrema vicinanza, sui nuclei, che sono ben altrimenti sensibili del ialoplasma alr azione chemotattica.  
essere ancora tale da farsi sentire sui nuclei in caso di estrema vici-
nanza, sui nuclei, che sono ben altrimenti sensibili del ialoplasma al-
r azione chemotattica.  


Giacche bisogna pure ammettere, che, se 1' azione di quegli agenti  
Giacche bisogna pure ammettere, che, se 1' azione di quegli agenti  
chimici o fisici sopprime Taster, non distrugge certo lo spermatocentro!  
chimici o fisici sopprime Taster, non distrugge certo lo spermatocentro!  
Tanto vero che riportando le uova in acqua normale, tosto un magni-
Tanto vero che riportando le uova in acqua normale, tosto un magnifico aster si sviluppa rapidamente a fianco del nucleo spermatico,  
fico aster si sviluppa rapidamente a fianco del nucleo spermatico,  
centrato intorno a un cospicuo centrosoma e la copulazione dei pronuclei non tarda ad avvenire.  
centrato intorno a un cospicuo centrosoma e la copulazione dei pro-
nuclei non tarda ad avvenire.  


Le interessant! osservazioni del Wilson, dunque, lungi dalTin-
Le interessant! osservazioni del Wilson, dunque, lungi dalTindebolire la nostra ipotesi, Tavvalorano anzi con Tautoritä che da sempre  
debolire la nostra ipotesi, Tavvalorano anzi con Tautoritä che da sempre  
T esperimento.  
T esperimento.  


Line 3,573: Line 3,037:
da cio che conosciamo sulla diflfusione dei liquidi, dobbiamo ritenere  
da cio che conosciamo sulla diflfusione dei liquidi, dobbiamo ritenere  
che un sia pur lieve cambiamento dello stato chimico del citoplasma  
che un sia pur lieve cambiamento dello stato chimico del citoplasma  
puo modificare di molto la sua tensione superficiale e per con-
puo modificare di molto la sua tensione superficiale e per conseguenza il potere di diflfusione del centrosoma e 1' azione chemotattica  
seguenza il potere di diflfusione del centrosoma e 1' azione chemotattica  
del medesimo. E non credo si possa sostenere che quegli agenti  
del medesimo. E non credo si possa sostenere che quegli agenti  
chimici non alterino chimicamente il citoplasma, tanto piii che alcuni  
chimici non alterino chimicamente il citoplasma, tanto piii che alcuni  
esperimenti dei fratelli Hertwig provano proprio il contrario. Questi  
esperimenti dei fratelli Hertwig provano proprio il contrario. Questi  
autori potettero osservare, fra I'altro, che in soluzioni di chinina o di  
autori potettero osservare, fra I'altro, che in soluzioni di chinina o di  
morfina i piccoli granuli di pigmento della uova di Strongylo-
morfina i piccoli granuli di pigmento della uova di Strongylocentrotus si dissolvono, e che lo spazio tra I'uovo e la membrana  
centrotus si dissolvono, e che lo spazio tra I'uovo e la membrana  
prende un colorito giallo chiaro, il che indica manifestamente che il  
prende un colorito giallo chiaro, il che indica manifestamente che il  
pigmento viene disciolto ed eliminato. Questo ed altri fatti da loro  
pigmento viene disciolto ed eliminato. Questo ed altri fatti da loro  
osservati inducono a ritenere che modificazioni chiraiche del cito-
osservati inducono a ritenere che modificazioni chiraiche del citoplasma occorrano sempre, quantunque non sempre visibili, e percio  
plasma occorrano sempre, quantunque non sempre visibili, e percio  
anche sotto 1' azione dell'etere. Tutti questi fatti anzi, come abbiamo  
anche sotto 1' azione dell'etere. Tutti questi fatti anzi, come abbiamo  
veduto altrove, parlano tanto a favore della ipotesi della partecipazione  
veduto altrove, parlano tanto a favore della ipotesi della partecipazione  
Line 3,593: Line 3,054:
II centrosoma nella fecondazione degli echini.  
II centrosoma nella fecondazione degli echini.  


In questa analisi del meccanismo della fecondazione abbiamo esami-
In questa analisi del meccanismo della fecondazione abbiamo esaminato i varii fatti dal punto di vista della nostra ipotesi, e abbiamo  
nato i varii fatti dal punto di vista della nostra ipotesi, e abbiamo  
veduto come questa oflfra dei vantaggi per la loro spiegazione scientifica, vantaggi che presenta pure, come abbiamo veduto, per il modo  
veduto come questa oflfra dei vantaggi per la loro spiegazione scienti-
fica, vantaggi che presenta pure, come abbiamo veduto, per il modo  
d' interpretare alcuni fatti della mitosi (v. la Nota 1^).  
d' interpretare alcuni fatti della mitosi (v. la Nota 1^).  


E naturale che questo genere di dimostrazione, trattandosi di ri-
E naturale che questo genere di dimostrazione, trattandosi di ricondurre i fatti visibili a fatti invisibili, non sia suscettibile di prova  
condurre i fatti visibili a fatti invisibili, non sia suscettibile di prova  
sperimentale diretta. Ma cio non toglie che la nostra ipotesi, pur  
sperimentale diretta. Ma cio non toglie che la nostra ipotesi, pur  
essendo una „working hypothesis", abbia un valore logico esplicativo,  
essendo una „working hypothesis", abbia un valore logico esplicativo,  
Line 3,627: Line 3,085:
del nuovo organismo e della specie in generale, si compie, se la nostra  
del nuovo organismo e della specie in generale, si compie, se la nostra  
interpretazione ha qualclie giustezza, col giuoco di un meccauismo  
interpretazione ha qualclie giustezza, col giuoco di un meccauismo  
relativamente semplice, in cui ciascun organo fa la sua parte obbe-
relativamente semplice, in cui ciascun organo fa la sua parte obbedendo solo alia propria natura meccanica e fisica.  
dendo solo alia propria natura meccanica e fisica.  


Per adesso, naturalmente non possiamo ideare che semplici tenta-
Per adesso, naturalmente non possiamo ideare che semplici tentativi di spiegazione meccanica, ma, supposta anche una completa conoscenza del meccanismo o della serie di meccanismi in cui dovrebbe  
tivi di spiegazione meccanica, ma, supposta anche una completa co-
noscenza del meccanismo o della serie di meccanismi in cui dovrebbe  
poter essere risoluto il ciclo della vita, sarebbe illusione supporre con  
poter essere risoluto il ciclo della vita, sarebbe illusione supporre con  
cio tutto spiegato ; perche ci sfuggirebbe ancora, io credo, la forza che  
cio tutto spiegato ; perche ci sfuggirebbe ancora, io credo, la forza che  
organizza e dispone quella serie ininterrotta di meccanismi al fine im-
organizza e dispone quella serie ininterrotta di meccanismi al fine immediato di assicurare all' organismo I'esistenza nel maggior numero  
mediato di assicurare all' organismo I'esistenza nel maggior numero  
possibile di condizioni diverse.  
possibile di condizioni diverse.  


Ma V alto valore di queste spiegazioni meccaniche sta appunto in  
Ma V alto valore di queste spiegazioni meccaniche sta appunto in  
cio, che, pur ricacciando sempre piii indietro in un al di la enigraatico  
cio, che, pur ricacciando sempre piii indietro in un al di la enigraatico  
I'elemento vitalistico, e mostrando sempre megho 1' impossibilita del-
I'elemento vitalistico, e mostrando sempre megho 1' impossibilita delr esistenza di un fatto sui generis, vitalistico, che sia intercalato qua  
r esistenza di un fatto sui generis, vitalistico, che sia intercalato qua  
la tra i termini di una serie meccanica, non solo non valgono in alcun  
la tra i termini di una serie meccanica, non solo non valgono in alcun  
modo ad eliminare quell' elemento, ma anzi, mi pare, che tan to piu  
modo ad eliminare quell' elemento, ma anzi, mi pare, che tan to piu  
Line 3,651: Line 3,104:


Ma lasciando in questo luogo tale questione irta delle piii aspre  
Ma lasciando in questo luogo tale questione irta delle piii aspre  
difficolta, e ritornando, per finire, in un terreno strettamente fisio-
difficolta, e ritornando, per finire, in un terreno strettamente fisiologico, non posso fare a meno di notare come le vedute espresse in  
logico, non posso fare a meno di notare come le vedute espresse in  
questo scritto armonizzino con cio che vi ha di essenziale nella ben  
questo scritto armonizzino con cio che vi ha di essenziale nella ben  
nota teoria della fecondazione proposta dal Boveri, poiche mostrano  
nota teoria della fecondazione proposta dal Boveri, poiche mostrano  
Line 3,676: Line 3,128:
begreifen, der weiß, wie nahe wir uns standen und welch gemeinsames  
begreifen, der weiß, wie nahe wir uns standen und welch gemeinsames  
Streben in unserer Jugendzeit uns vereinte. Und da die jetzige Zeit  
Streben in unserer Jugendzeit uns vereinte. Und da die jetzige Zeit  
von dieser Epoche in Virchows Leben im ganzen nur wenig unter-
von dieser Epoche in Virchows Leben im ganzen nur wenig unterrichtet ist, erlaube ich mir hier aus meinen „Erinnerungen" einiges,  
richtet ist, erlaube ich mir hier aus meinen „Erinnerungen" einiges,  
zum Teil wörtlich, anzuführen, was geeignet ist, das Bild, das wir von  
zum Teil wörtlich, anzuführen, was geeignet ist, das Bild, das wir von  
diesem großen Forscher und edlen Menschen uns machen, zu vervoll-
diesem großen Forscher und edlen Menschen uns machen, zu vervollständigen.  
ständigen.  


Am 28. November 1896 erwähnte ich l^ei Gelegenheit der Er-
Am 28. November 1896 erwähnte ich l^ei Gelegenheit der Eröifnung des neuen Kollegienhauses in Würzburg in einer öffentlichen  
öifnung des neuen Kollegienhauses in Würzburg in einer öffentlichen  
Rede folgendes: „Als Mohr, der trefl'hche pathologische Anatom, im  
Rede folgendes: „Als Mohr, der trefl'hche pathologische Anatom, im  
Jahre 1849 von uns schied, lenkten sich unsere Augen auf den jungen  
Jahre 1849 von uns schied, lenkten sich unsere Augen auf den jungen  
Prosektor an der Charit^ in Berlin, Rudolf Virchow, und gelang es  
Prosektor an der Charit^ in Berlin, Rudolf Virchow, und gelang es  
den energischen Bemühungen von Rinecker, Kiwisch und m i r, trotz-
den energischen Bemühungen von Rinecker, Kiwisch und m i r, trotzdem Virchow politisch sehr anrüchig geworden war, ihn im Jahre  
dem Virchow politisch sehr anrüchig geworden war, ihn im Jahre  
1849 für uijs zu gewinnen. Etwas vor dieser Zeit war auch durch  
1849 für uijs zu gewinnen. Etwas vor dieser Zeit war auch durch  
meine Initiative die Physikalisch-medizinische Gesellschaft ins Leben  
meine Initiative die Physikalisch-medizinische Gesellschaft ins Leben  
getreten, deren erster, konstituierender Sitzung auch Virchow bei-
getreten, deren erster, konstituierender Sitzung auch Virchow beiwohnte, und so begann dann in den 50er Jahren des verflossenen  
wohnte, und so begann dann in den 50er Jahren des verflossenen  
Jahrhunderts in Würzburg ein wissenschaftliches Leben sich zu entfalten, das die größten Früchte trug und seinesgleichen suchte. In  
Jahrhunderts in Würzburg ein wissenschaftliches Leben sich zu ent-
falten, das die größten Früchte trug und seinesgleichen suchte. In  
der genannten Gesellschaft und auf der alten, ersten Würzburger  
der genannten Gesellschaft und auf der alten, ersten Würzburger  
Anatomie, die in einem kaum anders denn als finstere Spelunke zu  
Anatomie, die in einem kaum anders denn als finstere Spelunke zu  
Line 3,700: Line 3,146:
damals epochemachende Entdeckungen gemacht und Vorträge von  
damals epochemachende Entdeckungen gemacht und Vorträge von  
größter Bedeutung gehalten, unter denen ich nur die von Virchow  
größter Bedeutung gehalten, unter denen ich nur die von Virchow  
über den Bau der Bindesubstanzen und der Bindegewebs-
über den Bau der Bindesubstanzen und der Bindegewebskörperchen und die von Heinrich Müller über die Netzhaut  
körperchen und die von Heinrich Müller über die Netzhaut  
im Auge erwähne. Hier ergaben sich auch bei Virchow die ersten  
im Auge erwähne. Hier ergaben sich auch bei Virchow die ersten  
Anregungen zur Aufstellung der Cellular pathologie und bei  
Anregungen zur Aufstellung der Cellular pathologie und bei  
mir zur Annahme einer Abstammung aller Zellen eines In-
mir zur Annahme einer Abstammung aller Zellen eines Individuums unmittelbar aus der Eizelle und zur Verwerfung einer freien Zellenbildung. Junge Männer, die später  
dividuums unmittelbar aus der Eizelle und zur Verwer-
fung einer freien Zellenbildung. Junge Männer, die später  
zu hervorragenden Gelehrten sich entwickelten, saßen zu unseren  
zu hervorragenden Gelehrten sich entwickelten, saßen zu unseren  
Füßen, unter denen Gegenbaur und Friedreich, Corti und J. Czer-
Füßen, unter denen Gegenbaur und Friedreich, Corti und J. CzerMAK, später His, Hensen und Ed. Lent namhaft gemacht sein sollen.  
MAK, später His, Hensen und Ed. Lent namhaft gemacht sein sollen.  


Eine ausführliche Schilderung der damaligen großartigen Zeit  
Eine ausführliche Schilderung der damaligen großartigen Zeit  
Line 3,723: Line 3,165:
Aloys Geigel, Kunkel statt vieler anderer auszusprechen, um dies  
Aloys Geigel, Kunkel statt vieler anderer auszusprechen, um dies  
zu belegen, und nenne ich besonders mit Freude und Stolz meinen  
zu belegen, und nenne ich besonders mit Freude und Stolz meinen  
früheren anatomischen Assistenten Gerhard, meine ehemaligen Pro-
früheren anatomischen Assistenten Gerhard, meine ehemaligen Prosektoren WiEDERSHEiM Und Flesch Und meinen ehemaligen Schüler  
sektoren WiEDERSHEiM Und Flesch Und meinen ehemaligen Schüler  
und P'reund E. Ziegler, die ich alle hier erblicke."  
und P'reund E. Ziegler, die ich alle hier erblicke."  


Als ViRCHOW nach 6 Jahren seines Wirkens in Würzburg von  
Als ViRCHOW nach 6 Jahren seines Wirkens in Würzburg von  
uns schied, sprach ich in einer Festsitzung der Physikalisch-medizini-
uns schied, sprach ich in einer Festsitzung der Physikalisch-medizinischen Gesellschaft am 9. August 1856 meine Gefühle unter Ueberreichung eines Bildes, einer Ansicht von Würzburg von A. Geist jr., in  
schen Gesellschaft am 9. August 1856 meine Gefühle unter Ueber-
reichung eines Bildes, einer Ansicht von Würzburg von A. Geist jr., in  
folgenden Worten aus:  
folgenden Worten aus:  


Line 3,741: Line 3,180:
uns auch ein hochbegabtes geistiges Element, unsere beste Kraft dahin.  
uns auch ein hochbegabtes geistiges Element, unsere beste Kraft dahin.  
Indem ich dies ausspreche, bin ich weit entfernt davon, die Verdienste  
Indem ich dies ausspreche, bin ich weit entfernt davon, die Verdienste  
aller derer schmälern zu wollen, welche seit Jahren mit so unermüd-
aller derer schmälern zu wollen, welche seit Jahren mit so unermüdlichem Fleiße der Gesellschaft Opfer gebracht haben und noch bringen,  
lichem Fleiße der Gesellschaft Opfer gebracht haben und noch bringen,  
denn keiner kann die Leistungen dieser Männer freudiger anerkennen  
denn keiner kann die Leistungen dieser Männer freudiger anerkennen  
als ich; nichtsdestoweniger ist es meine innerste Ueberzeugung, daß  
als ich; nichtsdestoweniger ist es meine innerste Ueberzeugung, daß  
keiner die Bedeutung und die Endzwecke unserer Gesellschaft so er-
keiner die Bedeutung und die Endzwecke unserer Gesellschaft so erfaßt und in seinen Bestrebungen so glücklich verfolgt hat wie Virchow,  
faßt und in seinen Bestrebungen so glücklich verfolgt hat wie Virchow,  
und weiß ich auch gewiß, daß Sie alle, meine Herren, diese Ueberzeugung mit mir teilen. Virchows Bedeutung für unsere Gesellschaft lag übrigens nicht bloß in seinen wissenschaftlichen  
und weiß ich auch gewiß, daß Sie alle, meine Herren, diese Ueber-
zeugung mit mir teilen. Virchows Bedeutung für unsere Gesell-
schaft lag übrigens nicht bloß in seinen wissenschaftlichen  
Leistungen, so Großes und Eingreifendes dieselben auch zutage  
Leistungen, so Großes und Eingreifendes dieselben auch zutage  
förderten und so anregend und belehrend dieselben auch wirkten, die-
förderten und so anregend und belehrend dieselben auch wirkten, dieselbe beruhte ebenso sehr in dem Geiste, mit dem er das Ganze  
selbe beruhte ebenso sehr in dem Geiste, mit dem er das Ganze  
durchdrang. Sie alle, meine geehrten Freunde, wissen, wie Virchow  
durchdrang. Sie alle, meine geehrten Freunde, wissen, wie Virchow  
auch in unserer Gesellschaft die humanistische Richtung, die  
auch in unserer Gesellschaft die humanistische Richtung, die  
sein ganzes Wirken durchzieht, tatkräftig durchgeführt hat, und daß  
sein ganzes Wirken durchzieht, tatkräftig durchgeführt hat, und daß  
wir ihm beinahe alles verdanken, was für die Verbindung von Wissen-
wir ihm beinahe alles verdanken, was für die Verbindung von Wissenschaft und Leben durch uns geschehen ist. Wer von Ihnen erinnert  
schaft und Leben durch uns geschehen ist. Wer von Ihnen erinnert  
sich nicht an seine unermüdlich wiederholten Anregungen zur Erforschung der natu r historischen Verhältnisse unseres Landes  
sich nicht an seine unermüdlich wiederholten Anregungen zur Erfor-
schung der natu r historischen Verhältnisse unseres Landes  
im weitesten Sinne, die dann auch zum Teil schon schöne Früchte  
im weitesten Sinne, die dann auch zum Teil schon schöne Früchte  
trugen, und anerkennt nicht, was Virchow selbst in seinen Arbeiten  
trugen, und anerkennt nicht, was Virchow selbst in seinen Arbeiten  
Line 3,765: Line 3,197:
den Kretinismus in dieser Beziehung Bedeutendes geleistet hat?  
den Kretinismus in dieser Beziehung Bedeutendes geleistet hat?  
Und wenn es ihm auch lange nicht immer gelang, die erstrebten Ziele  
Und wenn es ihm auch lange nicht immer gelang, die erstrebten Ziele  
zu erreichen, wie bei seinen Versuchen, die Gesellschaft zur Organi-
zu erreichen, wie bei seinen Versuchen, die Gesellschaft zur Organisation populärer Vorträge zu bewegen, so fällt die Schuld doch nie  
sation populärer Vorträge zu bewegen, so fällt die Schuld doch nie  
auf ihn, und weiß jeder, daß eine Ungunst der Verhältnisse, die hier  
auf ihn, und weiß jeder, daß eine Ungunst der Verhältnisse, die hier  
nicht weiter zu erörtern ist, allein den günstigen Erfolg verhinderte.  
nicht weiter zu erörtern ist, allein den günstigen Erfolg verhinderte.  
So kam es, daß Virchow nicht bloß als Forscher, als Gelehrter, son-
So kam es, daß Virchow nicht bloß als Forscher, als Gelehrter, sondern auch als leitender Gedanke für die Gesellschaft von der  
dern auch als leitender Gedanke für die Gesellschaft von der  
größten Bedeutung war, und daß uns sein Weggang auch in dieser  
größten Bedeutung war, und daß uns sein Weggang auch in dieser  


Line 3,781: Line 3,211:
Beziehung das zu leisten, was wir ursprünglich als Ziel uns setzten,  
Beziehung das zu leisten, was wir ursprünglich als Ziel uns setzten,  
und um nicht über der reinen Befriedigung an der Wissenschaft die  
und um nicht über der reinen Befriedigung an der Wissenschaft die  
vaterländische und allgemein menschliche Bedeutung unserer Gesell-
vaterländische und allgemein menschliche Bedeutung unserer Gesellschaft aus den Augen zu verlieren.  
schaft aus den Augen zu verlieren.  


Doch, meine geehrten Freunde, wir sind nicht hier, um von uns  
Doch, meine geehrten Freunde, wir sind nicht hier, um von uns  
Line 3,793: Line 3,222:
vorfinden, was er sich ersehnt, möge er aber auch die fernen Freunde  
vorfinden, was er sich ersehnt, möge er aber auch die fernen Freunde  
der Würzburger Gesellschaft nie vergessen. Und da wir uns der  
der Würzburger Gesellschaft nie vergessen. Und da wir uns der  
Hoffnung hingeben, daß er auch der bescheidenen Stätte seines bis-
Hoffnung hingeben, daß er auch der bescheidenen Stätte seines bisherigen Wirkens stets seine Anhänglichkeit bewahren werde, so haben  
herigen Wirkens stets seine Anhänglichkeit bewahren werde, so haben  
wir gedacht, es werde ihm auch Freude machen, dieselbe von Zeit zu  
wir gedacht, es werde ihm auch Freude machen, dieselbe von Zeit zu  
Zeit im Bilde verkörpert zu sehen.  
Zeit im Bilde verkörpert zu sehen.  


Lieber Virchow! So nimm es denn hin, dieses Bild, in Liebe  
Lieber Virchow! So nimm es denn hin, dieses Bild, in Liebe  
und Freundschaft, wie wir es Dir geben. Denke, wenn Du es be-
und Freundschaft, wie wir es Dir geben. Denke, wenn Du es betrachtest, an die reichen Fluren und blumigen Höhen des Frankenlandes, die Du so gern durchstreiftest, und in denen Du so manche  
trachtest, an die reichen Fluren und blumigen Höhen des Franken-
landes, die Du so gern durchstreiftest, und in denen Du so manche  
schöne Stunde in reinem Genießen verlebtest. Denke aber auch dabei  
schöne Stunde in reinem Genießen verlebtest. Denke aber auch dabei  
an uns und bewahre uns stets die Liebe und Treue, die uns hier  
an uns und bewahre uns stets die Liebe und Treue, die uns hier  
Line 3,807: Line 3,233:


Sie aber, meine Freunde, füllen Sie Ihre Gläser und trinken Sie  
Sie aber, meine Freunde, füllen Sie Ihre Gläser und trinken Sie  
mit mir auf das Wohl unseres scheidenden Freundes, Herrn Pro-
mit mir auf das Wohl unseres scheidenden Freundes, Herrn Professor Virchow, ein donnerndes Hoch!"  
fessor Virchow, ein donnerndes Hoch!"  


Anschließend an diese Abschiedsrede möchte ich nur noch kurz  
Anschließend an diese Abschiedsrede möchte ich nur noch kurz  
Line 3,816: Line 3,241:
„Eine Prüfung hat uns in diesem Jahre betroffen, der Verlust  
„Eine Prüfung hat uns in diesem Jahre betroffen, der Verlust  
unseres Virchow. Ich nenne ihn mit Bewußtsein und mit Stolz den  
unseres Virchow. Ich nenne ihn mit Bewußtsein und mit Stolz den  
Unseren. Ist doch gerade Würzburg und vor allem unsere Gesell-
Unseren. Ist doch gerade Würzburg und vor allem unsere Gesellschaft, der er fast vom Momente ihrer Gründung angehörte, die Stätte  
schaft, der er fast vom Momente ihrer Gründung angehörte, die Stätte  
gewesen, wo er eigentlich sich erst zu dem entfaltete, was er jetzt  
gewesen, wo er eigentlich sich erst zu dem entfaltete, was er jetzt  
ist, und dürfen wir uns das Zeugnis geben, ihn von Anfang an in  
ist, und dürfen wir uns das Zeugnis geben, ihn von Anfang an in  
seinem hohen Werte erkannt und — jeder nach seinen Kräften —  
seinem hohen Werte erkannt und — jeder nach seinen Kräften —  
seine Bestrebungen gefördert zu haben. Und damit niemand hierüber  
seine Bestrebungen gefördert zu haben. Und damit niemand hierüber  
im Zweifel sei, so erlauben Sie mir, Ihnen das Wort zurückzu-
im Zweifel sei, so erlauben Sie mir, Ihnen das Wort zurückzurufen, das unser Freund als Abschiedsgruß uns darbot: „Er habe  
rufen, das unser Freund als Abschiedsgruß uns darbot: „Er habe  
viel von uns gelernt." Hat Virchow von uns gelernt, so verdanken wir ihm noch weit mehr, und es ist sicherlich keiner unter  
viel von uns gelernt." Hat Virchow von uns gelernt, so ver-
Ihnen, der nicht bereit wäre, dies jederzeit offen und kräftig zu bekennen. Aus diesem Grunde ist auch hier der Ort nicht, wo Virchow^s  
danken wir ihm noch weit mehr, und es ist sicherlich keiner unter  
Ihnen, der nicht bereit wäre, dies jederzeit offen und kräftig zu be-
kennen. Aus diesem Grunde ist auch hier der Ort nicht, wo Virchow^s  
Verdienste und Leistungen im einzelnen ausführhch gewürdigt zu  
Verdienste und Leistungen im einzelnen ausführhch gewürdigt zu  
werden l)rauchen, und geschieht es eigentlich mehr für Fernerstehende,  
werden l)rauchen, und geschieht es eigentlich mehr für Fernerstehende,  
Line 3,836: Line 3,257:
62  
62  


Anatomen und Aer^^te, die Physiker wie die Chemiker, an der kon-
Anatomen und Aer^^te, die Physiker wie die Chemiker, an der konsequenten und unermüdlichen Weise, mit der er einer exakten Naturforschung huldigte, ein Vorbild sich nehmen konnten, die Mediziner  
sequenten und unermüdlichen Weise, mit der er einer exakten Natur-
forschung huldigte, ein Vorbild sich nehmen konnten, die Mediziner  
im besonderen ihm die Einsicht in den wahren Wert der  
im besonderen ihm die Einsicht in den wahren Wert der  
pathologischen Anatomie und Physiologie, als der Basis  
pathologischen Anatomie und Physiologie, als der Basis  
ihrer ganzen Wissenschaft, schulden. Ihm verdanken sie die Ueber-
ihrer ganzen Wissenschaft, schulden. Ihm verdanken sie die Ueberzeugung, daß die Lehre von den krankhaften Veränderungen des  
zeugung, daß die Lehre von den krankhaften Veränderungen des  
Körpers nur dann wissenschaftliche und praktische Bedeutung hat,  
Körpers nur dann wissenschaftliche und praktische Bedeutung hat,  
wenn sie zur Lebens- und Entwickelungsgeschichte derselben wird  
wenn sie zur Lebens- und Entwickelungsgeschichte derselben wird  
und die Prozesse von ihrem ersten Werden an durch alle Umbildungen  
und die Prozesse von ihrem ersten Werden an durch alle Umbildungen  
bis zu ihrem letzten Ende verfolgt, eine Ueberzeugung, die jedem um  
bis zu ihrem letzten Ende verfolgt, eine Ueberzeugung, die jedem um  
so unauslöschlicher sich einprägen mußte, wenn er sah, wie ihr Ver-
so unauslöschlicher sich einprägen mußte, wenn er sah, wie ihr Vertreter an der Hand derselben immer und immer von neuem die  
treter an der Hand derselben immer und immer von neuem die  
schwierigsten Fragen in glänzender Weise ihrer Lösung entgegenführte."  
schwierigsten Fragen in glänzender Weise ihrer Lösung entgegenführte."  


Einen solchen Forscher zu verlieren, war damals für uns, seine  
Einen solchen Forscher zu verlieren, war damals für uns, seine  
Würzburger Kollegen, ein harter Schlag, jetzt aber ist sein Tod ein  
Würzburger Kollegen, ein harter Schlag, jetzt aber ist sein Tod ein  
wirkliches Unglück, da Virchow in so glänzender Weise alle Hoff-
wirkliches Unglück, da Virchow in so glänzender Weise alle Hoffnungen erfüllt hat, die man in seiner Jugend auf ihn setzte. Jetzt  
nungen erfüllt hat, die man in seiner Jugend auf ihn setzte. Jetzt  
trauert die ganze wissenschaftliche Welt um den so üljerreich begabten  
trauert die ganze wissenschaftliche Welt um den so üljerreich begabten  
Gelehrten. Bei mir, als seinem ältesten Freunde und Studiengenossen,  
Gelehrten. Bei mir, als seinem ältesten Freunde und Studiengenossen,  
gesellt sich noch die persönliche Trauer dazu, vereint mit dem Kum-
gesellt sich noch die persönliche Trauer dazu, vereint mit dem Kummer um das Geschick, das seine teure edle Gattin so unerwartet und  
mer um das Geschick, das seine teure edle Gattin so unerwartet und  
jäh getroffen hat. Möge derselben, sowie ihren Kindern der Gedanke,  
jäh getroffen hat. Möge derselben, sowie ihren Kindern der Gedanke,  
daß ViRCHOws Name auf immer in der Wissenschaft als  
daß ViRCHOws Name auf immer in der Wissenschaft als  
Line 3,883: Line 3,298:
fast bis zum Ekel wiedergekauten Phrasen und dogmatisch gewordenen  
fast bis zum Ekel wiedergekauten Phrasen und dogmatisch gewordenen  
Anschauungen zu entrinnen die Absiebt und die Kraft fühlen, seien diese  
Anschauungen zu entrinnen die Absiebt und die Kraft fühlen, seien diese  
Betrachtungen Jaekels, welche sich durchweg auf positive Beobach-
Betrachtungen Jaekels, welche sich durchweg auf positive Beobachtungen stützen und durch eine große Anzahl Abbildungen erläutert  
tungen stützen und durch eine große Anzahl Abbildungen erläutert  
werden, warm empfohlen.  
werden, warm empfohlen.  


Line 3,898: Line 3,312:


Grrenz fragen des Nerven- und Seelenlebens. Herausgeg. von  
Grrenz fragen des Nerven- und Seelenlebens. Herausgeg. von  
L. Loewenfeld und H. Kurella. Heft 14—17. Wiesbaden, J. F. Berg-
L. Loewenfeld und H. Kurella. Heft 14—17. Wiesbaden, J. F. Bergmann, 1902.  
mann, 1902.  


Von diesen interessanten, an dieser Stelle mehrfach gewürdigten  
Von diesen interessanten, an dieser Stelle mehrfach gewürdigten  
„Grenzfragen" sind folgende Hefte erschienen, welche sämtlich dem  
„Grenzfragen" sind folgende Hefte erschienen, welche sämtlich dem  
Studium der Biologen empfohlen sein sollen : 14. A. Hoche, Die Frei-
Studium der Biologen empfohlen sein sollen : 14. A. Hoche, Die Freiheit des Willens vom Standpunkte der Psychopathologie; 15. Ernst  
heit des Willens vom Standpunkte der Psychopathologie; 15. Ernst  
Jentsch, Die Laune; 16. W. v. Bechterew, Die Energie des lebenden  
Jentsch, Die Laune; 16. W. v. Bechterew, Die Energie des lebenden  
Organismus und ihre psycho-biologische Bedeutung; 17. Paul Julius  
Organismus und ihre psycho-biologische Bedeutung; 17. Paul Julius  
Line 3,918: Line 3,330:


Gary N. Calkins, The Protozoa. (Columbia University Biological  
Gary N. Calkins, The Protozoa. (Columbia University Biological  
Series. VL) New York, The Macmillan Company; London, Mac-
Series. VL) New York, The Macmillan Company; London, Macmillan & Co., Ltd., 1901. XVI, 347 pp. 8«. 153 Fig. Preis geb.  
millan & Co., Ltd., 1901. XVI, 347 pp. 8«. 153 Fig. Preis geb.  
3 Dollars.  
3 Dollars.  


Bei dem stetig steigenden Interesse, welches die niedersten Lebe-
Bei dem stetig steigenden Interesse, welches die niedersten Lebewesen erregen, wird es wohl manchem, der sich sonst nur mit höheren  
wesen erregen, wird es wohl manchem, der sich sonst nur mit höheren  
Tieren befaßt, erwünscht sein, sich über jene näher zu unterrichten.  
Tieren befaßt, erwünscht sein, sich über jene näher zu unterrichten.  
Für diesen Zweck erscheint das vorliegende Buch von Calkins sehr  
Für diesen Zweck erscheint das vorliegende Buch von Calkins sehr  
Line 3,929: Line 3,339:
H. F. OsBORN und Edm. B. Wilson herausgegeben wird. Ais Motto  
H. F. OsBORN und Edm. B. Wilson herausgegeben wird. Ais Motto  
steht auf dem Titel dieses Protozoen-Bandes: „Lies dieses Buch und  
steht auf dem Titel dieses Protozoen-Bandes: „Lies dieses Buch und  
lern dabey, wie gros Gott auch im Kleinen sey". Zahlreiche Abbild-
lern dabey, wie gros Gott auch im Kleinen sey". Zahlreiche Abbildungen sind beigegeben. — Eine sehr angenehme Beigabe ist eine alphabetisch geordnete, umfassende Bibliographie (17 Druckseiten).  
ungen sind beigegeben. — Eine sehr angenehme Beigabe ist eine alpha-
betisch geordnete, umfassende Bibliographie (17 Druckseiten).  


Encyklopädie der mikroskopischen Technik mit beson-
Encyklopädie der mikroskopischen Technik mit besonderer Berücksichtigung der Färbelehre. In Verbindung  
derer Berücksichtigung der Färbelehre. In Verbindung  
mit zahlreichen Gelehrten herausgegeben von P. Ehrlich, Rudolf  
mit zahlreichen Gelehrten herausgegeben von P. Ehrlich, Rudolf  
Krause, Max Mosse, Heinrich Rosin, Carl Weigert. Mit zahlreichen  
Krause, Max Mosse, Heinrich Rosin, Carl Weigert. Mit zahlreichen  
Line 3,948: Line 3,355:


technischen Fragen der Mikroskopie giebt. Sie umfaßt in möglichster  
technischen Fragen der Mikroskopie giebt. Sie umfaßt in möglichster  
Vollständigkeit alle Daten, welche sich auf Anatomie und Entwickelungs-
Vollständigkeit alle Daten, welche sich auf Anatomie und Entwickelungsgeschichte, pathologische Anatomie, Bakteriologie, Zoologie und Botanik  
geschichte, pathologische Anatomie, Bakteriologie, Zoologie und Botanik  
beziehen, soweit sie für die Mikroskopie dieser Disciplinen von Bedeutung sind. Ein umfassendes Werk auf diesem Gebiete wurde schon  
beziehen, soweit sie für die Mikroskopie dieser Disciplinen von Be-
längst als dringendes Bedürfnis empfunden, da die Lehrbücher der Mikrotechnik sich fast alle auf ein bestimmtes, eng umgrenztes Gebiet beschränkten, während eine umfassende Bearbeitung wegen der genaueren  
deutung sind. Ein umfassendes Werk auf diesem Gebiete wurde schon  
längst als dringendes Bedürfnis empfunden, da die Lehrbücher der Mikro-
technik sich fast alle auf ein bestimmtes, eng umgrenztes Gebiet be-
schränkten, während eine umfassende Bearbeitung wegen der genaueren  
Kenntnis der Nachbargebiete von besonderem Nutzen sein muß.  
Kenntnis der Nachbargebiete von besonderem Nutzen sein muß.  
Auch wurde ein näheres Eingehen auf die chemischen und physikalischen  
Auch wurde ein näheres Eingehen auf die chemischen und physikalischen  
Line 3,966: Line 3,369:
solchen Forschern, welche eine möglichst ausgedehnte Erfahrung in  
solchen Forschern, welche eine möglichst ausgedehnte Erfahrung in  
ihnen besitzen, bearbeitet wurden. Die Encyklopädie wird somit ein  
ihnen besitzen, bearbeitet wurden. Die Encyklopädie wird somit ein  
getreues Bild von dem Stande der Mikrotechnik zu Beginn des 20. Jahr-
getreues Bild von dem Stande der Mikrotechnik zu Beginn des 20. Jahrhunderts liefern.  
hunderts liefern.  


Das Werk, auf 70 — 80 Bogen berechnet, erscheint in drei Ab-
Das Werk, auf 70 — 80 Bogen berechnet, erscheint in drei Abteilungen, deren letzte im Laufe des Oktober 1902 zur Ausgabe gelangen soll.  
teilungen, deren letzte im Laufe des Oktober 1902 zur Ausgabe ge-
langen soll.  


Medicinische Terminologie. Ableitung und Erklärung der  
Medicinische Terminologie. Ableitung und Erklärung der  
ge bräuchlichen Fachausdrücke aller Zweige der Me-
ge bräuchlichen Fachausdrücke aller Zweige der Medizin und ihrer Hilfswissenschaften. Von Walter Guttmann.  
dizin und ihrer Hilfswissenschaften. Von Walter Guttmann.  
Urban & Schwarzenberg, Berlin und Wien, 1902. VIII, 1 142 pp.  
Urban & Schwarzenberg, Berlin und Wien, 1902. VIII, 1 142 pp.  
Gr.-8o. Preis (nur geb.) 15 M.  
Gr.-8o. Preis (nur geb.) 15 M.  


Verf. hat sich die Aufgabe gestellt, die gebräuchlichsten Fachaus-
Verf. hat sich die Aufgabe gestellt, die gebräuchlichsten Fachausdrücke der gesamten modernen Medizin einschließlich ihrer naturwissenschaftlichen Hilfsdisciplinen (bes. Chemie, Physik, Botanik, Zoologie) begrifflich und etymologisch zu erklären. Den Hauptwert legt Verf. auf  
drücke der gesamten modernen Medizin einschließlich ihrer naturwissen-
schaftlichen Hilfsdisciplinen (bes. Chemie, Physik, Botanik, Zoologie) be-
grifflich und etymologisch zu erklären. Den Hauptwert legt Verf. auf  
kurze, aber klare Definitionen; erst an zweiter Stelle kommen die  
kurze, aber klare Definitionen; erst an zweiter Stelle kommen die  
etymologischen Ableitungen in Betracht.  
etymologischen Ableitungen in Betracht.  
Line 4,032: Line 3,428:
Inhalt. Aufsätze. A. Schaper, lieber kontraktile Fibrillen in den glatten  
Inhalt. Aufsätze. A. Schaper, lieber kontraktile Fibrillen in den glatten  
Muskelfasern des Mesenteriums der Urodelen. Mit 2 Tafeln und 6 Abbildungen  
Muskelfasern des Mesenteriums der Urodelen. Mit 2 Tafeln und 6 Abbildungen  
im Text. p. 65 — 82. — Emil Holmgren, lieber die „Trophospongien" der Neben-
im Text. p. 65 — 82. — Emil Holmgren, lieber die „Trophospongien" der Nebenbodenzellen und der Lebergangzellen von Helix pomatia. Mit 2 Abbildungen,  
bodenzellen und der Lebergangzellen von Helix pomatia. Mit 2 Abbildungen,  
p. 83 — 86. — Fred Taussig*, lieber einen cystiseh und syncytial veränderten  
p. 83 — 86. — Fred Taussig*, lieber einen cystiseh und syncytial veränderten  
AUantoisgang in einem ein monatlichen Abortiv -Ei. Mit 3 Abbildungen, p. 86  
AUantoisgang in einem ein monatlichen Abortiv -Ei. Mit 3 Abbildungen, p. 86  
Line 4,078: Line 3,473:
sich nämlich die ganze mesenteriale Membran durchsetzt von zahlreichen  
sich nämlich die ganze mesenteriale Membran durchsetzt von zahlreichen  
zartesten Fibrillen, die, tief blauschwarz gefärbt, sich von dem völlig  
zartesten Fibrillen, die, tief blauschwarz gefärbt, sich von dem völlig  
farblosen Hintergrund mit größter Schärfe abhoben. Dieselben ver-
farblosen Hintergrund mit größter Schärfe abhoben. Dieselben verliefen teils, wie in Fig. 1 (Tafel III) dargestellt, in parallelen Zügen in  
liefen teils, wie in Fig. 1 (Tafel III) dargestellt, in parallelen Zügen in  
der Richtung der Hauptgefäße (also von der Radix mesenterii aus in  
der Richtung der Hauptgefäße (also von der Radix mesenterii aus in  
radiärer Ausbreitung gegen den Darm zu), teils einzeln oder zu  
radiärer Ausbreitung gegen den Darm zu), teils einzeln oder zu  
Line 4,090: Line 3,484:
zeigten. Ich hatte nie zuvor etwas Aehnliches gesehen und war im  
zeigten. Ich hatte nie zuvor etwas Aehnliches gesehen und war im  
ersten Augenblicke ratlos, was ich aus diesen eigenartigen Gebilden  
ersten Augenblicke ratlos, was ich aus diesen eigenartigen Gebilden  
machen sollte, zumal meiue Präparate der angewandten Färbung ent-
machen sollte, zumal meiue Präparate der angewandten Färbung entsprechend außer diesen Fibrillen und Kernen so gut wie nichts von  
sprechend außer diesen Fibrillen und Kernen so gut wie nichts von  
anderen Strukturen erkennen ließen.  
anderen Strukturen erkennen ließen.  


Line 4,100: Line 3,493:
muskulöser Elemente im Mesenterium nichts bekannt war. Erst eine  
muskulöser Elemente im Mesenterium nichts bekannt war. Erst eine  
genauere Durchsicht der Präparate lenkte meine Aufmerksamkeit auf  
genauere Durchsicht der Präparate lenkte meine Aufmerksamkeit auf  
gewisse Kerne, die sich sowohl durch Form und Struktur wesent-
gewisse Kerne, die sich sowohl durch Form und Struktur wesentlich von denen des Bindegewebes und der Epithelzellen unterschieden  
lich von denen des Bindegewebes und der Epithelzellen unterschieden  
und durch ihre Lage gewisse Beziehungen zu den Fibrillenbüudeln zu  
und durch ihre Lage gewisse Beziehungen zu den Fibrillenbüudeln zu  
haben schienen. Es waren dies große langgestreckte Kerne mit ab-
haben schienen. Es waren dies große langgestreckte Kerne mit abgerundeten Enden, die alle Eigenschaften derjenigen glatter Muskelzellen trugen. War durch diesen Befund das Vorhandensein glatter  
gerundeten Enden, die alle Eigenschaften derjenigen glatter Muskel-
zellen trugen. War durch diesen Befund das Vorhandensein glatter  
Muskelelemente im Mesenterium von Salamandra (obgleich von  
Muskelelemente im Mesenterium von Salamandra (obgleich von  
den Zellen selbst bislang nichts zu sehen war) schon ziemlich sicher-
den Zellen selbst bislang nichts zu sehen war) schon ziemlich sichergestellt, so verschafften mir andere, mit Plasmafarben nachgefärbte  
gestellt, so verschafften mir andere, mit Plasmafarben nachgefärbte  
Präparate bald völlige Gewißheit darüber. Weiterhin belehrte mich  
Präparate bald völlige Gewißheit darüber. Weiterhin belehrte mich  
überdies eine Einsicht der bezüglichen Litteratur, daß dieser Befund  
überdies eine Einsicht der bezüglichen Litteratur, daß dieser Befund  
durchaus nichts Neues war, indem schon Leydig in seinem Lehrbuch  
durchaus nichts Neues war, indem schon Leydig in seinem Lehrbuch  
der Histologie (1857, p. 325) anführt, daß verschiedene niedere Wirbel-
der Histologie (1857, p. 325) anführt, daß verschiedene niedere Wirbeltiere und unter diesen auch die Urodelen ein mit glatten Muskelfasern  
tiere und unter diesen auch die Urodelen ein mit glatten Muskelfasern  




Line 4,121: Line 3,509:
ausgestattetes Mesenterium besitzen. Späterhin habe ich denn auch  
ausgestattetes Mesenterium besitzen. Späterhin habe ich denn auch  
unter dem mir gerade zur Verfügung stehenden Material außer bei  
unter dem mir gerade zur Verfügung stehenden Material außer bei  
Salamandra atra Muskelfasern in den Mesenterien von Sala-
Salamandra atra Muskelfasern in den Mesenterien von Salamandra maculosa, Triton cristatus, Necturus und A c a n thias vulgaris nachweisen können, doch waren sie bei letzteren  
mandra maculosa, Triton cristatus, Necturus und A c a n -
thias vulgaris nachweisen können, doch waren sie bei letzteren  
beiden bei weitem nicht so zahlreich vorhanden wie bei Salamandra  
beiden bei weitem nicht so zahlreich vorhanden wie bei Salamandra  
und Triton.  
und Triton.  


War hiermit außer Zweifel gestellt, daß die in den vorliegenden  
War hiermit außer Zweifel gestellt, daß die in den vorliegenden  
Präparaten beobachteten Fibrillen morphologische Bestand-
Präparaten beobachteten Fibrillen morphologische Bestandteile glatter Muskelfasern darstellten, so regte die Eigenartigkeit der Erscheinung dieser Fibrillen zu weiteren Nachforschungen an  
teile glatter Muskelfasern darstellten, so regte die Eigenartig-
keit der Erscheinung dieser Fibrillen zu weiteren Nachforschungen an  
über die feinere Struktur derselben, die Art ihrer Beziehungen zu  
über die feinere Struktur derselben, die Art ihrer Beziehungen zu  
den Muskelzellen, sowie speziell über die Bedeutung der bei der hier  
den Muskelzellen, sowie speziell über die Bedeutung der bei der hier  
angewandten Färbung so deutlich hervortretenden Segmentierung.  
angewandten Färbung so deutlich hervortretenden Segmentierung.  
Durch andere Arbeiten in Anspruch genommen, bin ich leider nicht in  
Durch andere Arbeiten in Anspruch genommen, bin ich leider nicht in  
der Lage gewesen, .dem Gegenstand eine derartig eingehende Unter-
der Lage gewesen, .dem Gegenstand eine derartig eingehende Untersuchung zu teil werden zu lassen, wie er es wohl verdiente. Immerhin  
suchung zu teil werden zu lassen, wie er es wohl verdiente. Immerhin  
ist es mir gelungen, durch Anfertigung einiger weiterer Präparate  
ist es mir gelungen, durch Anfertigung einiger weiterer Präparate  
(namentlich von Triton) mir in diesem und jenem Punkte etwas mehr  
(namentlich von Triton) mir in diesem und jenem Punkte etwas mehr  
Line 4,147: Line 3,530:
sich eingehender mit dem Studium dieser Strukturelemente befassen,  
sich eingehender mit dem Studium dieser Strukturelemente befassen,  
ein vielleicht sehr geeignetes Material für weitere Untersuchungen auf  
ein vielleicht sehr geeignetes Material für weitere Untersuchungen auf  
diesem Gebiete bilden dürfte. Zu diesem Zwecke wurden die Prä-
diesem Gebiete bilden dürfte. Zu diesem Zwecke wurden die Präparate auch auf der letzten Anatomenversammlung in Halle bereits  
parate auch auf der letzten Anatomenversammlung in Halle bereits  
demonstriert.  
demonstriert.  


Was zunächst die Form, Anordnung und gegenseitigen  
Was zunächst die Form, Anordnung und gegenseitigen  
Beziehungen der Muskelfasern im Urodelenmeseuterium be-
Beziehungen der Muskelfasern im Urodelenmeseuterium betrifft, so läßt sich in Kürze folgendes darüber sagen. Die Muskelfasern  
trifft, so läßt sich in Kürze folgendes darüber sagen. Die Muskelfasern  
sind meist zu zarten Bündeln vereint, die in vorwiegend radiärem Verlauf von der Radix mesenterii gegen die Peripherie zu ausstrahlen,  
sind meist zu zarten Bündeln vereint, die in vorwiegend radiärem Ver-
lauf von der Radix mesenterii gegen die Peripherie zu ausstrahlen,  
hier und dort jedoch sich nach allen Richtungen durchkreuzen und  
hier und dort jedoch sich nach allen Richtungen durchkreuzen und  
solchergestalt ein zierliches weitmaschiges Flechtwerk bilden. Bis-
solchergestalt ein zierliches weitmaschiges Flechtwerk bilden. Bisweilen auch sieht man einzelne Zellen hintereinander gereiht auf lange  
weilen auch sieht man einzelne Zellen hintereinander gereiht auf lange  
Strecken zu feinsten Strängen vereinigt. Diese Anordnungsweise (Fig. 3,  
Strecken zu feinsten Strängen vereinigt. Diese Anordnungsweise (Fig. 3,  
Tafel IV) der Muskelfasern erinnert stellenweise sehr an das Verhalten  
Tafel IV) der Muskelfasern erinnert stellenweise sehr an das Verhalten  
Line 4,172: Line 3,551:
Bezüglich des Zusaiumenh anges der Zellen untereinander haben  
Bezüglich des Zusaiumenh anges der Zellen untereinander haben  
mir meine Präparate folgendes gezeigt: Sind die Zellen zu Bündeln  
mir meine Präparate folgendes gezeigt: Sind die Zellen zu Bündeln  
vereinigt, so bleiben sie meist durch einen sehr schmalen, aber deut-
vereinigt, so bleiben sie meist durch einen sehr schmalen, aber deutlichen Spaltraum voneinander getrennt; dort jedoch, wo sie eng aneinander liegen , verschwinden alle Zellgrenzen (vergl. hierzu auch  
lichen Spaltraum voneinander getrennt; dort jedoch, wo sie eng an-
einander liegen , verschwinden alle Zellgrenzen (vergl. hierzu auch  
Textfigur 1). Häufig beobachtet man auch, daß Bündel sich teilen oder  
Textfigur 1). Häufig beobachtet man auch, daß Bündel sich teilen oder  
mehrere Bündel sich zu einem vereinen ; ebenso sieht man Teilstränge  
mehrere Bündel sich zu einem vereinen ; ebenso sieht man Teilstränge  
Line 4,184: Line 3,561:
Zwischenräume von lockerem Bindegewebe erfüllt zu sein scheinen.  
Zwischenräume von lockerem Bindegewebe erfüllt zu sein scheinen.  
Hiernach würden also die einzelnen Muskelzellen resp. die durch  
Hiernach würden also die einzelnen Muskelzellen resp. die durch  
Hintereinanderlagerung gebildeten Stränge derselben ziemlich unab-
Hintereinanderlagerung gebildeten Stränge derselben ziemlich unabhängig voneinander das enge Bindegewebsreticulum das Mesenteriums  
hängig voneinander das enge Bindegewebsreticulum das Mesenteriums  
(Fig. B, Tafel IV) durchziehen. Anders jedoch scheinen sich meinen  
(Fig. B, Tafel IV) durchziehen. Anders jedoch scheinen sich meinen  
Wahrnehmungen nach die Endstücke der Muskelzellen zu verhalten.  
Wahrnehmungen nach die Endstücke der Muskelzellen zu verhalten.  
Line 4,201: Line 3,577:
Vereinigung ihrer Enden zu langen Ketten verbunden. Hier und da  
Vereinigung ihrer Enden zu langen Ketten verbunden. Hier und da  
beobachtete ich auch, wie das Endstück einer Muskelzelle, seitlich an  
beobachtete ich auch, wie das Endstück einer Muskelzelle, seitlich an  
eine benachbarte Zelle herantretend, sich derartig mit letzterer ver-
eine benachbarte Zelle herantretend, sich derartig mit letzterer vereinigte, daß eine morphologische Trennung beider in ihrem weiteren  
einigte, daß eine morphologische Trennung beider in ihrem weiteren  
Verlauf nicht mehr möglich war (Textfig. 1). Die Verlötung der  
Verlauf nicht mehr möglich war (Textfig. 1). Die Verlötung der  
Zellen scheint in beiden Fällen in der Tat eine so innige, daß der  
Zellen scheint in beiden Fällen in der Tat eine so innige, daß der  
Gedanke eines syncytialen Zusammenhanges derselben sehr nahe ge-
Gedanke eines syncytialen Zusammenhanges derselben sehr nahe gelegt ist, obgleich die Zartheit des Objektes eine sichere Entscheidung  
legt ist, obgleich die Zartheit des Objektes eine sichere Entscheidung  
hierüber einigermaßen schwierig gestaltet. Noch mehr bestärkt in  
hierüber einigermaßen schwierig gestaltet. Noch mehr bestärkt in  
dieser Auffassung wurde ich durch das Verhalten der Fibrillen, worauf  
dieser Auffassung wurde ich durch das Verhalten der Fibrillen, worauf  
Line 4,212: Line 3,586:


Die einzelnen Zellen sind außerordentlich langgestreckte,  
Die einzelnen Zellen sind außerordentlich langgestreckte,  
dünne, faserartige Gebilde, welche die gewöhnliche spindelförmige Ge-
dünne, faserartige Gebilde, welche die gewöhnliche spindelförmige Ge
 




Line 4,224: Line 3,597:
Dicke in der Gegend des Kernes 8 — 9 (.i und gegen das Ende zu  
Dicke in der Gegend des Kernes 8 — 9 (.i und gegen das Ende zu  
ca 2 (.1. Der Kern mißt im Durchschnitt 6 f.i in der Breite und  
ca 2 (.1. Der Kern mißt im Durchschnitt 6 f.i in der Breite und  
50—70 ^i in der Länge (60—70 /< bei Triton, 50—60 /< bei Sala-
50—70 ^i in der Länge (60—70 /< bei Triton, 50—60 /< bei Salamandra atra).  
mandra atra).  


Eine ganz eigenartige Erscheinung tritt uns hier und da im Ver-
Eine ganz eigenartige Erscheinung tritt uns hier und da im Verlauf einiger Fasern entgegen. Statt der gewöhnlichen cylindrischen  
lauf einiger Fasern entgegen. Statt der gewöhnlichen cylindrischen  
Form zeigen solche Zellen nämlich, wie in Textfig. 2 abgebildet, auf  
Form zeigen solche Zellen nämlich, wie in Textfig. 2 abgebildet, auf  
gewisse Strecken eine ganze Keihe hintereinander folgender spindel-
gewisse Strecken eine ganze Keihe hintereinander folgender spindelförmiger Verdickungen, die nur durch dünne, fadenartige Zwischenstücke in Verbindung stehen. Ueber die  
förmiger Verdickungen, die nur durch dünne, faden-
Bedeutung dieser Erscheinung habe ich mir bei dem geringen Beobachtungsmaterial leider keine Klarheit verschaffen können. Vielleicht  
artige Zwischenstücke in Verbindung stehen. Ueber die  
Bedeutung dieser Erscheinung habe ich mir bei dem geringen Be-
obachtungsmaterial leider keine Klarheit verschaffen können. Vielleicht  
handelt es sich dabei um gewisse atypische Kontraktionszustände  
handelt es sich dabei um gewisse atypische Kontraktionszustände  
der Muskelfaser (s. auch weiter unten). Auch an die Möglichkeit  
der Muskelfaser (s. auch weiter unten). Auch an die Möglichkeit  
Line 4,257: Line 3,625:
es zweckmäßig sein, von jenem Objekte auszugehen, welches zum Teile  
es zweckmäßig sein, von jenem Objekte auszugehen, welches zum Teile  
bereits zur Illustration der im Vorigen geschilderten ■ Verhältnisse  
bereits zur Illustration der im Vorigen geschilderten ■ Verhältnisse  
diente und sich dadurch auszeichnete, daß eine eigentliche Fibrillen-
diente und sich dadurch auszeichnete, daß eine eigentliche Fibrillenfärbung nicht gelungen war, sondern der gesamte Zellinhalt mehr oder  
färbung nicht gelungen war, sondern der gesamte Zellinhalt mehr oder  
weniger diffus blau gefärbt erschien. Derartige Präparate (Textfig. 1)  
weniger diffus blau gefärbt erschien. Derartige Präparate (Textfig. 1)  
zeigen uns zunächst, daß die Intensität der Färbung nicht  
zeigen uns zunächst, daß die Intensität der Färbung nicht  
Line 4,270: Line 3,637:
Außerdem bemerken wir eine zarteLäugsstreifungder Fasern,  
Außerdem bemerken wir eine zarteLäugsstreifungder Fasern,  
die in der Nähe des Kernes, wo sich die Faser verbreitert, besonders  
die in der Nähe des Kernes, wo sich die Faser verbreitert, besonders  
deutlich hervortritt. Diese Streifung ist, wie bekannt, der Aus-
deutlich hervortritt. Diese Streifung ist, wie bekannt, der Ausdruck der fibrillären Struktur der glatten Muskelzellen, wie sie bei den verschiedensten Untersuchungsmethoden und  
druck der fibrillären Struktur der glatten Muskel-
zellen, wie sie bei den verschiedensten Untersuchungsmethoden und  
gelegentlich auch am frischen Präparate beobachtet werden kann. M.  
gelegentlich auch am frischen Präparate beobachtet werden kann. M.  
Heidenhain ^) unterscheidet nun bei den glatten Muskeln der Wirbel-
Heidenhain ^) unterscheidet nun bei den glatten Muskeln der Wirbeltiere derbere, an der Peripherie der Zelle gelegene Grenzfibrillen  
tiere derbere, an der Peripherie der Zelle gelegene Grenzfibrillen  
im Gegensatz zu feineren, im axialen Teile der Zelle befindlichen  
im Gegensatz zu feineren, im axialen Teile der Zelle befindlichen  
Binnenfib rillen. Ich glaube, daß die in den mir vorliegenden  
Binnenfib rillen. Ich glaube, daß die in den mir vorliegenden  
Präparaten sichtbare Längsstreifung vorwiegend durch jene Grenz-
Präparaten sichtbare Längsstreifung vorwiegend durch jene Grenzfibrillen bedingt wird, wofür besonders die später anzuführenden  
fibrillen bedingt wird, wofür besonders die später anzuführenden  
Erscheinungen auf Querschnitten sprechen.  
Erscheinungen auf Querschnitten sprechen.  


Bemerkenswert ist nun, daß gegen den Kern zu die dunkler ge-
Bemerkenswert ist nun, daß gegen den Kern zu die dunkler gefärbte periphere Schicht allmählich an Breite abnimmt und den Kern  
färbte periphere Schicht allmählich an Breite abnimmt und den Kern  
nur in Form einer äußerst zarten dunklen Linie umzieht. Es macht  
nur in Form einer äußerst zarten dunklen Linie umzieht. Es macht  
in der Tat den Eindruck, als ob die meisten Fibrillen  
in der Tat den Eindruck, als ob die meisten Fibrillen  
Line 4,292: Line 3,654:
homogenen Hof umgeben, dessen spitze Ausläufer beiderseits ziemlich  
homogenen Hof umgeben, dessen spitze Ausläufer beiderseits ziemlich  
weit in den axialen Teil der Faser hineinragen. Durch dieses helle  
weit in den axialen Teil der Faser hineinragen. Durch dieses helle  
Feld hindurch habe ich selbst bei stärkerer Vergrößerung keine Fi-
Feld hindurch habe ich selbst bei stärkerer Vergrößerung keine Fibrillen auf die andere Seite der Zelle hinüber verfolgen können. Sie  
brillen auf die andere Seite der Zelle hinüber verfolgen können. Sie  
schienen vielmehr unter pinselförmiger Ausstrahlung  
schienen vielmehr unter pinselförmiger Ausstrahlung  
gegen die Grenze des hellen Feldes zu allmählich zu  
gegen die Grenze des hellen Feldes zu allmählich zu  
verschwinden. Noch deutlicher trat diese Erscheinung hier und  
verschwinden. Noch deutlicher trat diese Erscheinung hier und  
da an anderen Präparaten hervor, in denen bei intensiver Färbung  
da an anderen Präparaten hervor, in denen bei intensiver Färbung  
mit Eisenhämatoxyliu, aber nicht genügender nachträglicher Differen-
mit Eisenhämatoxyliu, aber nicht genügender nachträglicher Differenzierung die ganze Faser mit Ausnahme der Kernregion tiefschwarz  
zierung die ganze Faser mit Ausnahme der Kernregion tiefschwarz  
erschien. Hier sehen wir, wie die beistehende halbschematische Abbildung (Textfig. 3) zeigt, gegen den Kern zu den schwarzen Zellinhalt sich in ein Büschel von Fibrillen auflösen, die, in eine Spitze  
erschien. Hier sehen wir, wie die beistehende halbschematische Ab-
bildung (Textfig. 3) zeigt, gegen den Kern zu den schwarzen Zell-
inhalt sich in ein Büschel von Fibrillen auflösen, die, in eine Spitze  
auslaufend, in der hellen Kernregion des Zelleibes plötzlich enden.  
auslaufend, in der hellen Kernregion des Zelleibes plötzlich enden.  
Desgleichen sind mir auch zahlreiche Querschnittsbilder durch die  
Desgleichen sind mir auch zahlreiche Querschnittsbilder durch die  
Line 4,316: Line 3,674:


Kernregiou vou Muskelzellen zu Gesicht gekommen, wo in dem engen  
Kernregiou vou Muskelzellen zu Gesicht gekommen, wo in dem engen  
Räume zwischen Kern und Sarkolemm keine Spur von Fibrillen an-
Räume zwischen Kern und Sarkolemm keine Spur von Fibrillen an
 




Line 4,325: Line 3,682:


zutreffen war (Textfig. 4 B, h). Daß dies jedoch durchaus nicht immer  
zutreffen war (Textfig. 4 B, h). Daß dies jedoch durchaus nicht immer  
der Fall ist, haben mir wiederum andere Zellen bewiesen, wo auf Quer-
der Fall ist, haben mir wiederum andere Zellen bewiesen, wo auf Querschnitten durch die Kernregion besonders voluminöser Muskelzellen  
schnitten durch die Kernregion besonders voluminöser Muskelzellen  
zwischen Kern und Zellmembran deutlich schwarz gefärbte Fibrillen  
zwischen Kern und Zellmembran deutlich schwarz gefärbte Fibrillen  
oder Fibrillenbündel im Durchschnitt erschienen (Textfig. 4 B, a).  
oder Fibrillenbündel im Durchschnitt erschienen (Textfig. 4 B, a).  
Ich muß es daher dahingestellt sein lassen, ob die scheinbare Unter-
Ich muß es daher dahingestellt sein lassen, ob die scheinbare Unterbrechung der Fibrillen, wie sie sich an einzelnen Präparaten darstellt,  
brechung der Fibrillen, wie sie sich an einzelnen Präparaten darstellt,  
einem aktuellen Verhalten derselben entspricht, oder ob es sich, wie  
einem aktuellen Verhalten derselben entspricht, oder ob es sich, wie  
ich für wahrscheinlicher halte, nur um eine Täuschung handelt, die  
ich für wahrscheinlicher halte, nur um eine Täuschung handelt, die  
vielleicht durch starke Verschmächtigung der Fibrillen in dieser be-
vielleicht durch starke Verschmächtigung der Fibrillen in dieser beengten Zellregion uud dadurch bedingte frühzeitige Entfärbung derselben beim Differenzierungsprozeß hervorgerufen wurde.  
engten Zellregion uud dadurch bedingte frühzeitige Entfärbung der-
selben beim Differenzierungsprozeß hervorgerufen wurde.  


Erwähnenswert ist ferner, daß in den oben beschriebenen Fasern  
Erwähnenswert ist ferner, daß in den oben beschriebenen Fasern  
Line 4,343: Line 3,696:
bei stärkster Vergrößerung nichts von Fibrillen zu erkennen ist.  
bei stärkster Vergrößerung nichts von Fibrillen zu erkennen ist.  


Besondere Schwierigkeiten für eine dem bisher Gesehenen ent-
Besondere Schwierigkeiten für eine dem bisher Gesehenen entsprechende Deutung der inneren Struktur der Muskelzellen erwuchsen  
sprechende Deutung der inneren Struktur der Muskelzellen erwuchsen  
mir aus der Ver schieden ar tig keit der Bilder, unter denen  
mir aus der Ver schieden ar tig keit der Bilder, unter denen  
die kontraktile Substanz besonders in der Flächenan-
die kontraktile Substanz besonders in der Flächenansicht des Mesenteriums in Erscheinung trat. Neben den  
sicht des Mesenteriums in Erscheinung trat. Neben den  
eben beschriebenen Färbungsresultaten der Muskelfasern mit Eisenhämatoxylin von diffusem Blau zu undurchsichtigem Schwarz, von denen die  
eben beschriebenen Färbungsresultaten der Muskelfasern mit Eisenhäma-
ersteren die fibrilläre Struktur kaum deutlicher zeigten, als mit zahlreichen anderen Methoden erreicht werden kann, die letzteren aber  
toxylin von diffusem Blau zu undurchsichtigem Schwarz, von denen die  
ersteren die fibrilläre Struktur kaum deutlicher zeigten, als mit zahl-
reichen anderen Methoden erreicht werden kann, die letzteren aber  
von der inneren Struktur so gut wie nichts erkennen ließen, lagen mir  
von der inneren Struktur so gut wie nichts erkennen ließen, lagen mir  
die schon oben kurz beschriebenen Präparate vor, wo die Muskelzüge  
die schon oben kurz beschriebenen Präparate vor, wo die Muskelzüge  
Line 4,357: Line 3,706:
sie auf Tafel III in Fig. 1 und 2 abgebildet finden.  
sie auf Tafel III in Fig. 1 und 2 abgebildet finden.  


Erst ein genaueres Studium von Querschnitten durch Muskel-
Erst ein genaueres Studium von Querschnitten durch Muskelfasern verschiedener Präparate verschaffte mir die nötigen Anhaltspunkte, um für die Verschiedenartigkeit der Färbungsresultate in  
fasern verschiedener Präparate verschaffte mir die nötigen Anhalts-
punkte, um für die Verschiedenartigkeit der Färbungsresultate in  




Line 4,368: Line 3,715:
können. Es zeigte sich nämlich hierbei, daß in Uebereinstimmung  
können. Es zeigte sich nämlich hierbei, daß in Uebereinstimmung  
mit den HEiDENHAiNschen Erfahrungen (1. c.) die wesentlichen  
mit den HEiDENHAiNschen Erfahrungen (1. c.) die wesentlichen  
Unterschiede in derErscheinung der kontraktilen Sub-
Unterschiede in derErscheinung der kontraktilen Substanz auf der Intensität der Färbung mit Eisenhämatoxylin, resp. auf der kürzeren oder längeren Einwirkung der Differenzierungsflüssigkeit beruhen. Die beistehenden Abbildungen mögen zur Erläuterung dieser Erscheinungen  
stanz auf der Intensität der Färbung mit Eisenhäma-
dienen. Fig. 4 A zeigt uns zunächst Durchschnitte von stark über
toxylin, resp. auf der kürzeren oder längeren Einwir-
kung der Differenzierungsflüssigkeit beruhen. Die bei-
stehenden Abbildungen mögen zur Erläuterung dieser Erscheinungen  
dienen. Fig. 4 A zeigt uns zunächst Durchschnitte von stark über-
 




Line 4,392: Line 3,734:




Fig. 4 A. Querschnitte durch glatte Musijelzellen .des Mesenteriums von Sala-
Fig. 4 A. Querschnitte durch glatte Musijelzellen .des Mesenteriums von Salamandra maculosa. Sublimat-Eisenhämatoxylin. (Geringere Differenzierung !) Vergr. 1250.  
mandra maculosa. Sublimat-Eisenhämatoxylin. (Geringere Differenzierung !) Vergr. 1250.  


Fig. 4 B. Querschnitte durch glatte Muskelzellen des Mesenteriums von Sala-
Fig. 4 B. Querschnitte durch glatte Muskelzellen des Mesenteriums von Salamandra maculosa. Sublimat-Eisenhämatoxylin. (Stärkere Differenzierung!) Vergr. 1250.  
mandra maculosa. Sublimat-Eisenhämatoxylin. (Stärkere Differenzierung!) Vergr. 1250.  


färbten Muskelzellen. Wir sehen hier eine zentrale hellere Partie von  
färbten Muskelzellen. Wir sehen hier eine zentrale hellere Partie von  
Line 4,402: Line 3,742:
sich entweder glatt an die Zellmembran anlegt oder hier und da kleine  
sich entweder glatt an die Zellmembran anlegt oder hier und da kleine  
Einkerbungen zeigt, nach innen jedoch sich meist unregelmäßig gegen  
Einkerbungen zeigt, nach innen jedoch sich meist unregelmäßig gegen  
das zentrale Feld abgrenzt. Je größer der Durchmesser des Quer-
das zentrale Feld abgrenzt. Je größer der Durchmesser des Querschnitts, um so breiter ist auch im allgemeinen dieser schwarze Ring.  
schnitts, um so breiter ist auch im allgemeinen dieser schwarze Ring.  
Von einzelnen Fibrillen ist hier nichts zu erkennen. In den Querschnitten der Fig. 4 B, c? sehen wir die Extraktion des Hämatoxylins  
Von einzelnen Fibrillen ist hier nichts zu erkennen. In den Quer-
schnitten der Fig. 4 B, c? sehen wir die Extraktion des Hämatoxylins  
viel weiter vorgeschritten. Die schwarze periphere Zone ist, soweit  
viel weiter vorgeschritten. Die schwarze periphere Zone ist, soweit  
überhaupt noch vorhanden, beträchtlich verschmälert und bildet nur  
überhaupt noch vorhanden, beträchtlich verschmälert und bildet nur  
selten noch einen allseitig geschlossenen Ring. Wir finden statt dessen  
selten noch einen allseitig geschlossenen Ring. Wir finden statt dessen  
meist unregelmäßig gestaltete schwarze Schollen zerstreut der Zell-
meist unregelmäßig gestaltete schwarze Schollen zerstreut der Zellmembran anliegen. In einzelnen Querschnitten (Fig. 4 B, c) endlich  
membran anliegen. In einzelnen Querschnitten (Fig. 4 B, c) endlich  
sind diese Schollen durch weitere Extraktion des Farbstoffes in noch  
sind diese Schollen durch weitere Extraktion des Farbstoffes in noch  
kleinere Teilchen aufgelöst, von welchen die kleinsten von rund-
kleinere Teilchen aufgelöst, von welchen die kleinsten von rundlicher Form offenbar die Querschnitte von Primitiv fib rillen  
licher Form offenbar die Querschnitte von Primitiv fib rillen  
darstellen. Sie messen etwa 1 /ti im Durchmesser. Es sind  
darstellen. Sie messen etwa 1 /ti im Durchmesser. Es sind  
zweifellos derartig differenzierte Muskelfasern, die in  
zweifellos derartig differenzierte Muskelfasern, die in  
den Flächenbildern der Figur 1 und 2 auf Tafel III vor-
den Flächenbildern der Figur 1 und 2 auf Tafel III vor
 




73  
73  


liegen, wo durch die färberische Isolierung der kontrak-
liegen, wo durch die färberische Isolierung der kontraktilen Elemente die Fibrillen entweder einzeln oder hier  
tilen Elemente die Fibrillen entweder einzeln oder hier  
und da zu zweien oder dreien vereint in ihrem Längsverlauf durch die Muskelzelle sich präsentieren. Mit  
und da zu zweien oder dreien vereint in ihrem Längs-
verlauf durch die Muskelzelle sich präsentieren. Mit  
dieser Auffassung stimmen auch die Messungen der Fibrillen in  
dieser Auffassung stimmen auch die Messungen der Fibrillen in  
Fig. 1 und 2 überein, indem die feinsten derselben die Dicke von 1 //  
Fig. 1 und 2 überein, indem die feinsten derselben die Dicke von 1 //  
Line 4,433: Line 3,766:
Fibrillen erhebt. Es handelt sich hier wohl um Durchschnitte dünner  
Fibrillen erhebt. Es handelt sich hier wohl um Durchschnitte dünner  
Endstücke von Muskelzellen, die entweder nur noch eine einzige Fibrille  
Endstücke von Muskelzellen, die entweder nur noch eine einzige Fibrille  
enthalten , oder ein Bündel von einigen wenigen, eng aneinander ge-
enthalten , oder ein Bündel von einigen wenigen, eng aneinander gelagerten und färberisch nicht voneinander isolierten Fibrillen.  
lagerten und färberisch nicht voneinander isolierten Fibrillen.  


Welche Schlüsse lassen sich nun aus den hier ge-
Welche Schlüsse lassen sich nun aus den hier gemachten Erfahrungen über das verschiedenartige Inerschein ungtreten der kontraktilen Substanz bezüglich  
machten Erfahrungen über das verschiedenartige In-
erschein ungtreten der kontraktilen Substanz bezüglich  
der morphologischen Konstitution der Fibrillen, ihrer  
der morphologischen Konstitution der Fibrillen, ihrer  
Anordnung und ihrer Menge innerhalb der Muskelzelle  
Anordnung und ihrer Menge innerhalb der Muskelzelle  
Line 4,444: Line 3,774:
Amphibien mit Fibrillen dicht erfüllt sein, und zwar unterscheidet er  
Amphibien mit Fibrillen dicht erfüllt sein, und zwar unterscheidet er  
auch hier derbere Grenzfibrillen, die dicht unter dem Sarkolemm lagern,  
auch hier derbere Grenzfibrillen, die dicht unter dem Sarkolemm lagern,  
von feinsten Binnenfibrillen. Erstere sollen besonders gut nach Fär-
von feinsten Binnenfibrillen. Erstere sollen besonders gut nach Färbung mit Eisenhämatoxylin hervortreten. Ob sich die Binnenfibrillen  
bung mit Eisenhämatoxylin hervortreten. Ob sich die Binnenfibrillen  
mit Eisenhämatoxylin überhaupt nicht färben, geht aus Heidenhains  
mit Eisenhämatoxylin überhaupt nicht färben, geht aus Heidenhains  
Darlegung nicht deutlich hervor.  
Darlegung nicht deutlich hervor.  
Line 4,457: Line 3,786:
abgeben als die peripheren Teile der kontraktilen Substanz. Ja, wenn  
abgeben als die peripheren Teile der kontraktilen Substanz. Ja, wenn  
die gegenteilige Angabe eines so erfahrenen Kenners der kontraktilen  
die gegenteilige Angabe eines so erfahrenen Kenners der kontraktilen  
Substanz, wie Heidenhain, mich zunächst nicht zu größter Vor-
Substanz, wie Heidenhain, mich zunächst nicht zu größter Vorsicht mahnte, möchte ich aus meinen Präparaten sogar folgern,  
sicht mahnte, möchte ich aus meinen Präparaten sogar folgern,  
daß Binnenfibrillen in den vorliegenden Muskelfasern überhaupt nicht vorhanden sind, indem selbst mit den stärksten Immersionssystemen sich keinerlei Andeutung von Querschnittsbildern derselben in dem hellen homogenen Zentrum der Zelle optisch diff'erenzieren ließen.  
daß Binnenfibrillen in den vorliegenden Muskelfasern über-
haupt nicht vorhanden sind, indem selbst mit den stärksten Immer-
sionssystemen sich keinerlei Andeutung von Querschnittsbildern der-
selben in dem hellen homogenen Zentrum der Zelle optisch diff'eren-
zieren ließen.  


Was weiterhin die den Farbstoff" mit so großer Zähigkeit festhaltende  
Was weiterhin die den Farbstoff" mit so großer Zähigkeit festhaltende  
Line 4,471: Line 3,795:
74  
74  


periphere Zone des Zellinhaltes, welche die Grenzfibrillen ent-
periphere Zone des Zellinhaltes, welche die Grenzfibrillen enthält, anbetrifft, so müssen wir annehmen, daß dieselbe in ihrer Gesamtheit eine größere „Affinität" zum Eisenhämatoxylin besitzt als die  
hält, anbetrifft, so müssen wir annehmen, daß dieselbe in ihrer Ge-
samtheit eine größere „Affinität" zum Eisenhämatoxylin besitzt als die  
axiale Partie und sich daher auch chemisch oder physikalisch von letzterer  
axiale Partie und sich daher auch chemisch oder physikalisch von letzterer  
unterscheidet. Heidenhain nimmt au, daß es sich in dieser Randzone  
unterscheidet. Heidenhain nimmt au, daß es sich in dieser Randzone  
um eine „verdichtete Rindenschicht des protoplasmatischen Zellinhalts"  
um eine „verdichtete Rindenschicht des protoplasmatischen Zellinhalts"  
handelt, mit welcher „die Grenzfibrillen in untrennbarer Weise ver-
handelt, mit welcher „die Grenzfibrillen in untrennbarer Weise verschmolzen sind". So viel scheint jedenfalls festzustehen, daß diese die  
schmolzen sind". So viel scheint jedenfalls festzustehen, daß diese die  
Grenzfibrillen umhüllende Rindenschicht sich dem Eisenhämatoxylin  
Grenzfibrillen umhüllende Rindenschicht sich dem Eisenhämatoxylin  
gegenüber sehr ähnhch verhält, wie die Fibrillen selbst, indem erst  
gegenüber sehr ähnhch verhält, wie die Fibrillen selbst, indem erst  
nach relativ langer Einwirkung der Differenzierungsflüssigkeit eine Ent-
nach relativ langer Einwirkung der Differenzierungsflüssigkeit eine Entfärbung derselben beginnt und die Fibrillen isoHert aus derselben hervortreten. Ist dieses Stadium der Differenzierung (Fig. 1 und 2) erreicht, so setzt bei fortgesetzter Extraktion auch sehr bald eine allmähliche Entfärbung der Grenzfibrillen ein, so daß man den ganzen  
färbung derselben beginnt und die Fibrillen isoHert aus derselben her-
vortreten. Ist dieses Stadium der Differenzierung (Fig. 1 und 2) er-
reicht, so setzt bei fortgesetzter Extraktion auch sehr bald eine all-
mähliche Entfärbung der Grenzfibrillen ein, so daß man den ganzen  
Prozeß sehr sorgsam unter dem Mikroskop kontrollieren muß, wenn  
Prozeß sehr sorgsam unter dem Mikroskop kontrollieren muß, wenn  
man eine distinkte Schwarzfärbung der einzelnen Fibrillen erhalten will.  
man eine distinkte Schwarzfärbung der einzelnen Fibrillen erhalten will.  
Line 4,498: Line 3,815:
entscheiden können.  
entscheiden können.  


Bezüglich der Lagerung und Anzahl der Grenz-
Bezüglich der Lagerung und Anzahl der Grenzfibrillen in einer Muskelzelle bleibt zu bemerken, daß ich  
fibrillen in einer Muskelzelle bleibt zu bemerken, daß ich  
dieselben in meinen Präparaten niemals in einer derartig regelmäßigen  
dieselben in meinen Präparaten niemals in einer derartig regelmäßigen  
Anordnung und solcher Menge angetroffen habe, wie sie von Heiden-
Anordnung und solcher Menge angetroffen habe, wie sie von Heidenhain beispielsweise in schematischen Querschnittsbildern der Uterusmuskulatur des Kaninchens (1. c. Fig. 19) dargestellt wurden. Ich  
hain beispielsweise in schematischen Querschnittsbildern der Uterus-
muskulatur des Kaninchens (1. c. Fig. 19) dargestellt wurden. Ich  
habe in zahlreichen untersuchten Querschnitten, wo die Fibrillen gut  
habe in zahlreichen untersuchten Querschnitten, wo die Fibrillen gut  
differenziert waren, nie mehr als höchstens fünf Fibrillendurchschnitte  
differenziert waren, nie mehr als höchstens fünf Fibrillendurchschnitte  
dicht unter der Oberfläche angetroffen, und zwar meist in ganz un-
dicht unter der Oberfläche angetroffen, und zwar meist in ganz unregelmäßiger Gruppierung, wie Fig. 4 B, c zeigt. Ein gleiches Verhalten der Fibrillen scheint mir aus den Flächenbildern (Fig. 1 und 2)  
regelmäßiger Gruppierung, wie Fig. 4 B, c zeigt. Ein gleiches Ver-
halten der Fibrillen scheint mir aus den Flächenbildern (Fig. 1 und 2)  
hervorzugehen. Es liegt nun allerdings die Möglichkeit vor, daß ein  
hervorzugehen. Es liegt nun allerdings die Möglichkeit vor, daß ein  
Teil der Fibrillen infolge frühzeitiger Entfärbung mit unserer Methode  
Teil der Fibrillen infolge frühzeitiger Entfärbung mit unserer Methode  
nicht zur Anschauung kam. Auch ist zu berücksichtigen, daß bei der  
nicht zur Anschauung kam. Auch ist zu berücksichtigen, daß bei der  
auf Flächenbildern häufig zu beobachtenden Diskontinuität der Fibrillen-
auf Flächenbildern häufig zu beobachtenden Diskontinuität der Fibrillen
 




75  
75  


färbung sich auf Querschnitten manche Fibrillen leicht unserer Wahr-
färbung sich auf Querschnitten manche Fibrillen leicht unserer Wahrnehmung entziehen, sobald der Schnitt eben durch ein ungefärbtes  
nehmung entziehen, sobald der Schnitt eben durch ein ungefärbtes  
Segment der Fibrille geht, infolgedessen wir uns über die wahre Zahl  
Segment der Fibrille geht, infolgedessen wir uns über die wahre Zahl  
der in einem Muskelquerschnitt vorhandenen Fibrillen wohl täuschen  
der in einem Muskelquerschnitt vorhandenen Fibrillen wohl täuschen  
Line 4,528: Line 3,838:


Von besonderem Interesse scheint mir die schon  
Von besonderem Interesse scheint mir die schon  
mehrfach erwähnte eigenartige Segmentierung der Fi-
mehrfach erwähnte eigenartige Segmentierung der Fibrillen (Fig. 1 und 2) , die durch eine Diskontinuität der Färbung  
brillen (Fig. 1 und 2) , die durch eine Diskontinuität der Färbung  
derselben in Erscheinung tritt, und dürfte es daher wohl am Platze  
derselben in Erscheinung tritt, und dürfte es daher wohl am Platze  
sein, mit wenigen Worten noch einige Einzelheiten über die hier vor-
sein, mit wenigen Worten noch einige Einzelheiten über die hier vorliegenden Verhältnisse hinzuzufügen. Daß diese Segmentierung  
liegenden Verhältnisse hinzuzufügen. Daß diese Segmentierung  
zunächst keine Unterbrechung in der substantiellen  
zunächst keine Unterbrechung in der substantiellen  
Kontinuität der Fibrille bedeutet, ergab mit Sicherheit  
Kontinuität der Fibrille bedeutet, ergab mit Sicherheit  
eine genauere Prüfung der Präparate mit starken Ver-
eine genauere Prüfung der Präparate mit starken Ver
 




Line 4,543: Line 3,850:


größerungen. Hierbei stellte sich heraus, daß die schwarz gefärbten  
größerungen. Hierbei stellte sich heraus, daß die schwarz gefärbten  
Segmente durch ein zartkonturiertes farbloses Zwischenstück in Ver-
Segmente durch ein zartkonturiertes farbloses Zwischenstück in Verbindung stehen, welches, wie in der beistehenden schematischen Abbildung (Textfig. 5) dargestellt, entweder cylindrisch und von annähernd  
bindung stehen, welches, wie in der beistehenden schematischen Ab-
bildung (Textfig. 5) dargestellt, entweder cylindrisch und von annähernd  
gleicher Weite wie das dunkle Segment ist, oder eine mehr oder minder  
gleicher Weite wie das dunkle Segment ist, oder eine mehr oder minder  
starke Einschnürung zeigt, wodurch die dunkleren Teile dann spindel-
starke Einschnürung zeigt, wodurch die dunkleren Teile dann spindelförmig aufgetrieben erscheinen. Durch Nachfärbung der Eisenhämatoxylin-Präparate mit Rubin S werden diese hellen Zwischenstücke durch  
förmig aufgetrieben erscheinen. Durch Nachfärbung der Eisenhämato-
Annahme eines leicht rötlichen Tones etwas deutlicher. Bis zu einem gewissen Grade scheint das Inerscheinungtreten dieser Segmentierung von  
xylin-Präparate mit Rubin S werden diese hellen Zwischenstücke durch  
dem wechselnden Erfolge der Färbung und vielleicht auch von dem Ausfall der Fixation abhängig zu sein. Mit jener Deutlichkeit, wie sie in  
Annahme eines leicht rötlichen Tones etwas deutlicher. Bis zu einem ge-
wissen Grade scheint das Inerscheinungtreten dieser Segmentierung von  
dem wechselnden Erfolge der Färbung und vielleicht auch von dem Aus-
fall der Fixation abhängig zu sein. Mit jener Deutlichkeit, wie sie in  
Figur 1 und 2 abgebildet wurde, tritt sie überhaupt nur an Präparaten  
Figur 1 und 2 abgebildet wurde, tritt sie überhaupt nur an Präparaten  
auf, welche nach sehr intensiver Färbung eine ganz exakte DiÖerenzierung  
auf, welche nach sehr intensiver Färbung eine ganz exakte DiÖerenzierung  
zeigen. Fiel die Färbung mehr diffus aus, so ist auch die Segmentierung  
zeigen. Fiel die Färbung mehr diffus aus, so ist auch die Segmentierung  
undeutlich, die Fibrillen erscheinen mehr oder weniger gleichmäßig ge-
undeutlich, die Fibrillen erscheinen mehr oder weniger gleichmäßig gefärbt und zeigen höchstens hier und da hintereinander gereihte spindelförmige Anschwellungen. Die Segmentierung der Fibrillen ist nun  
färbt und zeigen höchstens hier und da hintereinander gereihte spindel-
förmige Anschwellungen. Die Segmentierung der Fibrillen ist nun  




Line 4,569: Line 3,868:
Fibrillen solche, bei denen die Segmentierung auf größere Strecken  
Fibrillen solche, bei denen die Segmentierung auf größere Strecken  
völlig fehlt. Bisweilen auch sieht man in Flächenbilderu die dunklen  
völlig fehlt. Bisweilen auch sieht man in Flächenbilderu die dunklen  
Segmeute benachbarter Fibrillen miteinander verschmelzen, wie eben-
Segmeute benachbarter Fibrillen miteinander verschmelzen, wie ebenfalls aus Textfig. 5 ersichtlich; eine Erscheinung, die vielleicht auf  
falls aus Textfig. 5 ersichtlich; eine Erscheinung, die vielleicht auf  
eine umschriebene ungenügende Entfärbung des dazwischenhegenden  
eine umschriebene ungenügende Entfärbung des dazwischenhegenden  
Sarkoplasmas zurückzutühren ist, und auf Querschnitten Bildern ent-
Sarkoplasmas zurückzutühren ist, und auf Querschnitten Bildern entsprechen dürfte wie in Textfig. 4 B, c, wo die beiden biskuitförmig  
sprechen dürfte wie in Textfig. 4 B, c, wo die beiden biskuitförmig  
gestalteten Gebilde möglicherweise zwei durch gefärbtes Sarkoplasma  
gestalteten Gebilde möglicherweise zwei durch gefärbtes Sarkoplasma  
noch vereinigte Fibrillendurchschuitte repräsentieren.  
noch vereinigte Fibrillendurchschuitte repräsentieren.  


Ueber die Bedeutung dieser höchst eigenartigen Er-
Ueber die Bedeutung dieser höchst eigenartigen Erscheinungen steht mir bei der Unzulänglichkeit meiner bisherigen  
scheinungen steht mir bei der Unzulänglichkeit meiner bisherigen  
Beobachtungen natürlich kein entscheidendes Urteil zu. Nur so viel  
Beobachtungen natürlich kein entscheidendes Urteil zu. Nur so viel  
scheint mir sicher, daß wir es in der beschriebenen Segmentierung der  
scheint mir sicher, daß wir es in der beschriebenen Segmentierung der  
Line 4,585: Line 3,881:
Aehuhchkeit der mir vorliegenden Bilder (vergl. Fig. 1 auf Taf. III) mit  
Aehuhchkeit der mir vorliegenden Bilder (vergl. Fig. 1 auf Taf. III) mit  
frühen Entwickelungsphasen kontraktiler Fibrillen, wie sie beispielsweise  
frühen Entwickelungsphasen kontraktiler Fibrillen, wie sie beispielsweise  
von GoDLEWSKT ^) iu den Herzmuskelzellen abgebildet wurden, legen viel-
von GoDLEWSKT ^) iu den Herzmuskelzellen abgebildet wurden, legen vielmehr die Vermutung nahe, daß die bei geeigneter Färbung so  
mehr die Vermutung nahe, daß die bei geeigneter Färbung so  
deutlich auftretende Segmentierung irgendwie in der  
deutlich auftretende Segmentierung irgendwie in der  
Struktur oder Substanzverteilung der Fibrillen begründet  
Struktur oder Substanzverteilung der Fibrillen begründet  
sein muß, welche ihrerseits wieder keine stabile zu sein braucht, sondern  
sein muß, welche ihrerseits wieder keine stabile zu sein braucht, sondern  
dem jeweiligen funktionellen Zustande der Fibrille« entsprechend ge-
dem jeweiligen funktionellen Zustande der Fibrille« entsprechend gewissen Schwankungen unterliegen kann. Daraus dürfte sich wohl die  
wissen Schwankungen unterliegen kann. Daraus dürfte sich wohl die  
Veränderlichkeit und das gelegentliche völMge Fehlen der Segmentierung  
Veränderlichkeit und das gelegentliche völMge Fehlen der Segmentierung  
ebenfalls erklären. Eine andere Frage ist, ob die glatte Muskelzelle  
ebenfalls erklären. Eine andere Frage ist, ob die glatte Muskelzelle  
unter normalen Bedingungen eine völlig analoge Differenzierung auf-
unter normalen Bedingungen eine völlig analoge Differenzierung aufweisen würde. Es ist nämlich sehr wohl möglich, daß durch irgend  
weisen würde. Es ist nämlich sehr wohl möglich, daß durch irgend  
welche Einflüsse während der Präparation oder durch die chemische Einwirkung der eindringenden Fixierungsflüssigkeit ein derartig intensiver  
welche Einflüsse während der Präparation oder durch die chemische Ein-
Reiz auf die Muskelzelle ausgeübt wird, daß eine abnorme Kontraktionsweise der Fibrillen sowohl wie auch der gesamten Faser (Textfig. 2)  
wirkung der eindringenden Fixierungsflüssigkeit ein derartig intensiver  
Reiz auf die Muskelzelle ausgeübt wird, daß eine abnorme Kontraktions-
weise der Fibrillen sowohl wie auch der gesamten Faser (Textfig. 2)  
daraus resultiert. Dementsprechend würde also die von uns beobachtete  
daraus resultiert. Dementsprechend würde also die von uns beobachtete  






1 1 Emil Godi.ewskt jun., Die Entwickelung des Skelet- und Herz-
1 1 Emil Godi.ewskt jun., Die Entwickelung des Skelet- und Herzmuskelgewebes der Säugetiere. Arch. f. mikrosk. Anat., Bd, 60, 1902.  
muskelgewebes der Säugetiere. Arch. f. mikrosk. Anat., Bd, 60, 1902.  




Line 4,619: Line 3,909:




Fig. 6. Halbschematische Dai-stellung der syncytialen Vereinigung dreier Muskel-
Fig. 6. Halbschematische Dai-stellung der syncytialen Vereinigung dreier Muskelzellen aus dem Mesenterium von Salamandra atra und des Verhaltens der kontraktilen  
zellen aus dem Mesenterium von Salamandra atra und des Verhaltens der kontraktilen  
Fibrillen.  
Fibrillen.  


Was endlich noch die Verbindung der Muskelzellen unter-
Was endlich noch die Verbindung der Muskelzellen untereinander und die Beziehungen der kontraktilen Fibrillen  
einander und die Beziehungen der kontraktilen Fibrillen  
zu derselben anbetrifft, so habe ich schou vorher auf Grund meiner  
zu derselben anbetrifft, so habe ich schou vorher auf Grund meiner  
Präparate als höchst wahrscheinlich hingestellt, daß es sich hier vielfach  
Präparate als höchst wahrscheinlich hingestellt, daß es sich hier vielfach  
Line 4,634: Line 3,922:
bei weitem übertrafen, ohne mit Sicherheit eine Endigung derselben  
bei weitem übertrafen, ohne mit Sicherheit eine Endigung derselben  
nachweisen zu können, und andererseits, weil ich ab und zu Bildern  
nachweisen zu können, und andererseits, weil ich ab und zu Bildern  
begegnet bin, wo, wie in Textfigur 6 in halbschematischer Weise dar-
begegnet bin, wo, wie in Textfigur 6 in halbschematischer Weise dargestellt, die Enden dreier Muskelzellen unter schwimmhautartiger  
gestellt, die Enden dreier Muskelzellen unter schwimmhautartiger  
Ausbreitung ihres Sarkoplasnias zu verschmelzen schienen, und die  
Ausbreitung ihres Sarkoplasnias zu verschmelzen schienen, und die  
randständigen Fibrillen durch dieses dreieckige Feld von einer zur  
randständigen Fibrillen durch dieses dreieckige Feld von einer zur  
Line 4,651: Line 3,938:
78  
78  


Fibrillen durch verschiedene Zellterritorien hindurch, wie es im Mes-
Fibrillen durch verschiedene Zellterritorien hindurch, wie es im Mesenterium der Urodelen offenbar der Fall ist, durchaus nichts Auffallendes  
enterium der Urodelen offenbar der Fall ist, durchaus nichts Auffallendes  
an sich zu haben.  
an sich zu haben.  


Wie schon in der Einleitung hervorgehoben, machen die hier mit-
Wie schon in der Einleitung hervorgehoben, machen die hier mitgeteilten Beobachtungen nicht den geringsten Anspruch auf eine abgeschlossene Untersuchung. Es lag mir lediglich daran , die jedenfalls  
geteilten Beobachtungen nicht den geringsten Anspruch auf eine abge-
schlossene Untersuchung. Es lag mir lediglich daran , die jedenfalls  
interessanten Erscheinungen, welche ich an der kontraktilen Substanz  
interessanten Erscheinungen, welche ich an der kontraktilen Substanz  
der glatten Muskelzellen zu beobachten Gelegenheit hatte, zur Kenntnis  
der glatten Muskelzellen zu beobachten Gelegenheit hatte, zur Kenntnis  
der Fachgenossen zu bringen, um dadurch vielleicht zu weiteren Unter-
der Fachgenossen zu bringen, um dadurch vielleicht zu weiteren Untersuchungen, wozu ich selbst im Augenblick nicht in der Lage bin, anzuregen. Die Unzulänglichkeit meines Untersuchungsmaterials hat mir  
suchungen, wozu ich selbst im Augenblick nicht in der Lage bin, an-
zuregen. Die Unzulänglichkeit meines Untersuchungsmaterials hat mir  
in der Deutung der vorliegenden Erscheinungen notwendigerweise große  
in der Deutung der vorliegenden Erscheinungen notwendigerweise große  
Zurückhaltung auferlegt, und vielfach habe ich mich, ohne zu einem  
Zurückhaltung auferlegt, und vielfach habe ich mich, ohne zu einem  
bestimmten Urteil zu gelangen, auf Vermutungen und Hindeutungen  
bestimmten Urteil zu gelangen, auf Vermutungen und Hindeutungen  
beschränken müssen. Doch steht zu erwarten, daß eine weitere Ver-
beschränken müssen. Doch steht zu erwarten, daß eine weitere Verfolgung des Gegenstandes an dem äußerst günstigen Untersuchungsmaterial neue Thatsachen über die Natur der kontraktilen Substanz  
folgung des Gegenstandes an dem äußerst günstigen Untersuchungs-
material neue Thatsachen über die Natur der kontraktilen Substanz  
zu Tage fördern wird.  
zu Tage fördern wird.  


Line 4,677: Line 3,957:
der Bericht der Verhandlungen der Anatomischen Gesellschaft auf  
der Bericht der Verhandlungen der Anatomischen Gesellschaft auf  
der diesjährigen Versammlung zu Halle in meine Hände mit einem  
der diesjährigen Versammlung zu Halle in meine Hände mit einem  
Artikel von C. Benda: „Ueber den feineren Bau der glatten Muskel-
Artikel von C. Benda: „Ueber den feineren Bau der glatten Muskelfasern des Menschen". Die hier mitgeteilten Untersuchungen beziehen sich ebenfalls auf die fibrilläre Struktur der glatten  
fasern des Menschen". Die hier mitgeteilten Untersuchungen be-
Muskeln, wobei es unserem Autor in erster Linie gelang, in Uebereinstimmung mit den Angaben M. Heidenhains und Apäthys die  
ziehen sich ebenfalls auf die fibrilläre Struktur der glatten  
Existenz von zwei verschiedenen Fibrillenarten („Grenzfibrillen" und „Binuenfibrillen") an Säugetier- und besonders menschlichem Material zu bestätigen. Von besonderem Interesse für uns  
Muskeln, wobei es unserem Autor in erster Linie gelang, in Ueber-
sind nun im Anschluß an meine obigen Mitteilungen diejenigen Beobachtungen, welche Benda an den derben Grenzfibrillen gemacht hat. Obgleich der BENDAsche Aufsatz keine Hlustrationen  
einstimmung mit den Angaben M. Heidenhains und Apäthys die  
Existenz von zwei verschiedenen Fibrillenarten („Grenz-
fibrillen" und „Binuenfibrillen") an Säugetier- und besonders mensch-
lichem Material zu bestätigen. Von besonderem Interesse für uns  
sind nun im Anschluß an meine obigen Mitteilungen diejenigen Be-
obachtungen, welche Benda an den derben Grenzfibrillen ge-
macht hat. Obgleich der BENDAsche Aufsatz keine Hlustrationen  
besitzt und auch seine in Halle demonstrierten Präparate mir nicht  
besitzt und auch seine in Halle demonstrierten Präparate mir nicht  
zu Gesicht gekommen sind (da ich leider im letzten Augenblick ver-
zu Gesicht gekommen sind (da ich leider im letzten Augenblick verhindert war, an der Versammlung teilzunehmen), so scheint mir doch  
hindert war, an der Versammlung teilzunehmen), so scheint mir doch  
aus der Beschreibung unzweideutig hervorzugehen, daß Benda in  
aus der Beschreibung unzweideutig hervorzugehen, daß Benda in  


Line 4,714: Line 3,986:
Ganz vereinzelt endlich und sehr voluminös treten sie am auifälligsten  
Ganz vereinzelt endlich und sehr voluminös treten sie am auifälligsten  
in den Muskelzellen der inneren Schichten des Vas deferens auf. —  
in den Muskelzellen der inneren Schichten des Vas deferens auf. —  
Auf Längsschnitten durch Muskelbündel konnte Benda fest-
Auf Längsschnitten durch Muskelbündel konnte Benda feststellen, daß die groben Fibrillen, „unbekümmert um Zellgrenzen das  
stellen, daß die groben Fibrillen, „unbekümmert um Zellgrenzen das  
ganze Bündel der Länge nach durchlaufen", so daß „eine eigentliche  
ganze Bündel der Länge nach durchlaufen", so daß „eine eigentliche  
Endigung der Fibrillen, die einem Zellende entspräche, nicht vor-
Endigung der Fibrillen, die einem Zellende entspräche, nicht vorkommt".  
kommt".  


Weitere Untersuchungen von Flächenbildern der Froschblase,  
Weitere Untersuchungen von Flächenbildern der Froschblase,  
Line 4,724: Line 3,994:
zu späterer Zeit vorgenommen wurden, ließen Benda endlich diese  
zu späterer Zeit vorgenommen wurden, ließen Benda endlich diese  
Kontinuität der Fibrillen in der Längsrichtung der Zellen  
Kontinuität der Fibrillen in der Längsrichtung der Zellen  
mit noch größerer Deutlichkeit und in größerer Ausdehnung er-
mit noch größerer Deutlichkeit und in größerer Ausdehnung erkennen und dabei die weitere Beobachtung machen, „daß spitzwinkelige Teilungen der Fibrillen resp. Verschmelzungen vorkommen,  
kennen und dabei die weitere Beobachtung machen, „daß spitz-
winkelige Teilungen der Fibrillen resp. Verschmelzungen vorkommen,  
so daß die groben Fibrillen der sich kreuzenden, zusammentretenden  
so daß die groben Fibrillen der sich kreuzenden, zusammentretenden  
und auseinandergehenden Muskelbündel in den mannigfachsten Be-
und auseinandergehenden Muskelbündel in den mannigfachsten Beziehungen zueinander stehen, bald große parallele Bündel, bald  
ziehungen zueinander stehen, bald große parallele Bündel, bald  
völlige Netzwerke bilden".  
völlige Netzwerke bilden".  


Alles, was Benda über die Eigenschaften seiner „groben Fi-
Alles, was Benda über die Eigenschaften seiner „groben Fibrillen" und bezüglich ihrer Beziehungen zu den Muskelzellen uns  
brillen" und bezüglich ihrer Beziehungen zu den Muskelzellen uns  
hier mitteilt, stimmt demnach sehr wohl mit meinen Wahrnehmungen  
hier mitteilt, stimmt demnach sehr wohl mit meinen Wahrnehmungen  
an den Fibrillen des Urodelen-Mesenteriums überein, und begrüße  
an den Fibrillen des Urodelen-Mesenteriums überein, und begrüße  
Line 4,739: Line 4,005:
meiner eigenen Befunde. Auffällig ist allerdings, daß Benda in  
meiner eigenen Befunde. Auffällig ist allerdings, daß Benda in  
seinen Präparaten niemals etwas von einer Segmentierung der  
seinen Präparaten niemals etwas von einer Segmentierung der  
Fibrillen gesehen zu haben scheint. Ich habe im Vorigen aber be-
Fibrillen gesehen zu haben scheint. Ich habe im Vorigen aber bereits darauf hingewiesen , daß sich dieselbe auch in meinen Prä
reits darauf hingewiesen , daß sich dieselbe auch in meinen Prä-
 




Line 4,747: Line 4,011:


paraten durchaus nicht konstant zeigte und selbst in solchen, wo  
paraten durchaus nicht konstant zeigte und selbst in solchen, wo  
sie mit größter Deutlichkeit in Erscheinung trat, an einzelnen Fi-
sie mit größter Deutlichkeit in Erscheinung trat, an einzelnen Fibrillen doch völlig fehlen konnte. Durch die scheinbar gänzliche  
brillen doch völlig fehlen konnte. Durch die scheinbar gänzliche  
Abwesenheit derselben in Bendas Präparaten ist daher ein weiteres  
Abwesenheit derselben in Bendas Präparaten ist daher ein weiteres  
Zeugnis dafür gegeben, daß dieselbe nur unter ganz bestimmten  
Zeugnis dafür gegeben, daß dieselbe nur unter ganz bestimmten  
Bedingungen in Erscheinung tritt. Welcher Natur diese Beding-
Bedingungen in Erscheinung tritt. Welcher Natur diese Bedingungen sind, bleibt durch weitere Untersuchungen festzustellen.  
ungen sind, bleibt durch weitere Untersuchungen festzustellen.  


Von Interesse ist nun weiterhin, daß Benda im Gegensatz zu der  
Von Interesse ist nun weiterhin, daß Benda im Gegensatz zu der  
Auffassung früherer Autoren geneigt ist, seinen „groben Fibrillen''  
Auffassung früherer Autoren geneigt ist, seinen „groben Fibrillen''  
eine besondere spezifische Funktion innerhalb der Muskelzelle zuzu-
eine besondere spezifische Funktion innerhalb der Muskelzelle zuzuschreiben. Zwar hält er sie in Uebereinstimmung mit mir für das  
schreiben. Zwar hält er sie in Uebereinstimmung mit mir für das  
Homologon der HEiDENHAiNschen „Grenzfibrillen", glaubt ihnen  
Homologon der HEiDENHAiNschen „Grenzfibrillen", glaubt ihnen  
aber auf Grund seiner Beobachtungen die Eigenschaft der Kontrak-
aber auf Grund seiner Beobachtungen die Eigenschaft der Kontraktilität absprechen und diese allein auf die zarten Binnenfibrillen beschränken zu müssen. Benda glaubt vielmehr, „in den groben  
tilität absprechen und diese allein auf die zarten Binnenfibrillen be-
schränken zu müssen. Benda glaubt vielmehr, „in den groben  
Fibrillen eine spezifische Stützsubstanz der glatten  
Fibrillen eine spezifische Stützsubstanz der glatten  
Muskulatur der Wirbeltiere" vor sich zu sehen, die vermöge  
Muskulatur der Wirbeltiere" vor sich zu sehen, die vermöge  
ihrer elastischen Natur dazu berufen ist, den Muskel einerseits  
ihrer elastischen Natur dazu berufen ist, den Muskel einerseits  
nach jeder Kontraktion möglichst schnell in den Status quo ante  
nach jeder Kontraktion möglichst schnell in den Status quo ante  
zurückzuführen und andererseits vor einer zu starken passiven Ueber-
zurückzuführen und andererseits vor einer zu starken passiven Ueberdehnung zu schützen. Die Annahme einer derartigen funktionellen  
dehnung zu schützen. Die Annahme einer derartigen funktionellen  
und substantiellen Eigenart der Grenzfibrillen gegenüber den zarteren  
und substantiellen Eigenart der Grenzfibrillen gegenüber den zarteren  
Binnenfibrillen glaubt Benda begründen zu können einmal durch  
Binnenfibrillen glaubt Benda begründen zu können einmal durch  
Line 4,779: Line 4,037:
Es würde über die Grenzen eines „Nachtrags" hinausgehen,  
Es würde über die Grenzen eines „Nachtrags" hinausgehen,  
wollte ich mich an dieser Stelle auf eine ausführlichere Diskussion  
wollte ich mich an dieser Stelle auf eine ausführlichere Diskussion  
der BENDAschen Hypothese einlassen. Doch kann ich nicht ver-
der BENDAschen Hypothese einlassen. Doch kann ich nicht verhehlen, daß die morphologische Begründung derselben mir vorderhand auf etwas schwachen Füßen zu stehen scheint und sich wohl  
hehlen, daß die morphologische Begründung derselben mir vorder-
hand auf etwas schwachen Füßen zu stehen scheint und sich wohl  
mancherlei Bedenken gegen dieselben vorbringen ließen, von denen  
mancherlei Bedenken gegen dieselben vorbringen ließen, von denen  
ich nur folgende in Kürze anführen möchte:  
ich nur folgende in Kürze anführen möchte:  


1) Weshalb die Kontinuität der Fibrillen in der Längsrich-
1) Weshalb die Kontinuität der Fibrillen in der Längsrichtung der Muskelbündel gegen die kontraktile Natur derselben sprechen  
tung der Muskelbündel gegen die kontraktile Natur derselben sprechen  
soll, ist mir zunächst nicht recht ersichtlich; um so mehr als in der  
soll, ist mir zunächst nicht recht ersichtlich; um so mehr als in der  
Entwickelung der kontraktilen Fibrillen eine kontinuierliche Anlage  
Entwickelung der kontraktilen Fibrillen eine kontinuierliche Anlage  
Line 4,794: Line 4,049:
81  
81  


derselben durch verschiedene Zellterritorien hindurch bereits nach-
derselben durch verschiedene Zellterritorien hindurch bereits nachgewiesen ist.  
gewiesen ist.  


2) Die angebliche Starrheit der Fibrillen ist bislang durch  
2) Die angebliche Starrheit der Fibrillen ist bislang durch  
Line 4,817: Line 4,071:
Was endlich die physiologische Seite der BENDA'schen  
Was endlich die physiologische Seite der BENDA'schen  
Hypothese anbetrifft, so glaube ich, daß gegen die Existenz einer  
Hypothese anbetrifft, so glaube ich, daß gegen die Existenz einer  
derartig angeordneten, elastisch wirksamen Stützvorrichtung inner-
derartig angeordneten, elastisch wirksamen Stützvorrichtung innerhalb der Muskelzelle sich allein schon aus rein mechanischen  
halb der Muskelzelle sich allein schon aus rein mechanischen  
Gründen mehrfache Bedenken erheben ließen. Ich möchte hier nur  
Gründen mehrfache Bedenken erheben ließen. Ich möchte hier nur  
zu erwägen geben, daß, wenn die den groben Fibrillen supponierte  
zu erwägen geben, daß, wenn die den groben Fibrillen supponierte  
elastische Kraft zwar zur Restitution der Muskelzelle nach stattge-
elastische Kraft zwar zur Restitution der Muskelzelle nach stattgehabter Kontraktion förderlich sein könnte, sie auf der anderen Seite  
habter Kontraktion förderlich sein könnte, sie auf der anderen Seite  
auch einer prompten Wirkung der kontraktilen Substanz (da sie derselben entgegenwirkt) in gleichem Grade beträchtliche Hindernisse  
auch einer prompten Wirkung der kontraktilen Substanz (da sie der-
entgegensetzen müßte. Wenn also mit anderen Worten eine derartige Einrichtung vielleicht geeignet wäre, durch Erhöhung der  
selben entgegenwirkt) in gleichem Grade beträchtliche Hindernisse  
entgegensetzen müßte. Wenn also mit anderen Worten eine der-
artige Einrichtung vielleicht geeignet wäre, durch Erhöhung der  
Elastizität der Muskelzelle die Phase der Restitution zu verkürzen,  
Elastizität der Muskelzelle die Phase der Restitution zu verkürzen,  
so würde sie doch andererseits die Phase der Kontraktion auch not-
so würde sie doch andererseits die Phase der Kontraktion auch notwendigerweise verlängern müssen und dementsprechend einer schnelleren Aufeinanderfolge von Kontraktionen, wie Benda annimmt, kaum  
wendigerweise verlängern müssen und dementsprechend einer schnel-
leren Aufeinanderfolge von Kontraktionen, wie Benda annimmt, kaum  
förderlich sein können. Es scheint mir vielmehr, daß durch eine  
förderlich sein können. Es scheint mir vielmehr, daß durch eine  
elastische Wirkungsweise der groben Fibrillen kaum ein anderer  
elastische Wirkungsweise der groben Fibrillen kaum ein anderer  
Effekt auf die Muskelzellen ausgeübt werden könnte als durch die-
Effekt auf die Muskelzellen ausgeübt werden könnte als durch diejenigen Zugkräfte, welche in der Umgebung der Zelle in allen  
jenigen Zugkräfte, welche in der Umgebung der Zelle in allen  
Muskeln (von selten des Bindegewebes, des elastischen Gewebes  
Muskeln (von selten des Bindegewebes, des elastischen Gewebes  
des Gewichts der zu hebenden Teile etc.) beständig wirksam sind,  
des Gewichts der zu hebenden Teile etc.) beständig wirksam sind,  
Line 4,848: Line 4,095:
Muskelzelle in der relativ langen Restitutionsphase zu bewirken,  
Muskelzelle in der relativ langen Restitutionsphase zu bewirken,  
ohne daß es nötig wäre, einen besonderen intracellulären Apparat  
ohne daß es nötig wäre, einen besonderen intracellulären Apparat  
für diesen Zweck zu postulieren. Anders mag es sich zur Ermög-
für diesen Zweck zu postulieren. Anders mag es sich zur Ermöglichung einer schnelleren Aufeinanderfolge der Kontraktionen bei  
lichung einer schnelleren Aufeinanderfolge der Kontraktionen bei  
den quergestreiften Muskeln verhalten. Hier könnte man mit  
den quergestreiften Muskeln verhalten. Hier könnte man mit  
Benda wohl annehmen, daß innerhalb der hier komplizierter gebauten  
Benda wohl annehmen, daß innerhalb der hier komplizierter gebauten  
kontraktilen Fibrillen selbst nach stattgehabter Kontraktion Kräfte  
kontraktilen Fibrillen selbst nach stattgehabter Kontraktion Kräfte  
zur Geltung kommen, welche die Dehnung des Muskels während  
zur Geltung kommen, welche die Dehnung des Muskels während  
der Restitutionspause beschleunigen. Ich bin jedoch mit der Muskel-
der Restitutionspause beschleunigen. Ich bin jedoch mit der Muskelphysiologie nicht vertraut genug, um mir über die Zulässigkeit einer  
physiologie nicht vertraut genug, um mir über die Zulässigkeit einer  
derartigen Annahme im Augenblick volle Rechenschaft geben zu  
derartigen Annahme im Augenblick volle Rechenschaft geben zu  
können.  
können.  


Sehr auffällig muß bei Annahme der BENDAschen Hypothese  
Sehr auffällig muß bei Annahme der BENDAschen Hypothese  
endlich auch der Umstand erscheinen, daß die groben Fibrillen be-
endlich auch der Umstand erscheinen, daß die groben Fibrillen besonders mächtig und zahlreich entwickelt sind in solchen Muskeln,  
sonders mächtig und zahlreich entwickelt sind in solchen Muskeln,  
deren Kontraktionen besonders träge verlaufen und deren Elemente  
deren Kontraktionen besonders träge verlaufen und deren Elemente  
der Gefahr einer Ueberdehnung kaum ausgesetzt sein dürften, wie  
der Gefahr einer Ueberdehnung kaum ausgesetzt sein dürften, wie  
Line 4,868: Line 4,112:
für die von mir im Mesenterium der Urodelen nachgewiesenen  
für die von mir im Mesenterium der Urodelen nachgewiesenen  
„groben Fibrillen", die dasselbe in großer Menge durchsetzen. Auch  
„groben Fibrillen", die dasselbe in großer Menge durchsetzen. Auch  
hier handelt es sich gerade um Muskeln, deren Kontraktionen zweifel-
hier handelt es sich gerade um Muskeln, deren Kontraktionen zweifellos mit größter Trägheit verlaufen und nur in langen Zwischenpausen  
los mit größter Trägheit verlaufen und nur in langen Zwischenpausen  
auftreten. Ihrer Ueberdehnung aber dürfte allein schon durch den  
auftreten. Ihrer Ueberdehnung aber dürfte allein schon durch den  
relativ festen Bau der mesenterialen Membran, die überdies, wie ich  
relativ festen Bau der mesenterialen Membran, die überdies, wie ich  
Line 4,884: Line 4,127:
Mesenteriums von Salamandra atra. Sublimatfixation. Eisen hämatoxylin. Vergr. 300.  
Mesenteriums von Salamandra atra. Sublimatfixation. Eisen hämatoxylin. Vergr. 300.  


Figur 3: Glatte Muskelfasern und Bindegewebsr eticulum im Mesen-
Figur 3: Glatte Muskelfasern und Bindegewebsr eticulum im Mesenterium von Salamandra ati'a. Sublimatfixation. Eisenhämatoxylin-Rubin S. Vei'gr. 100.  
terium von Salamandra ati'a. Sublimatfixation. Eisenhämatoxylin-Rubin S. Vei'gr. 100.  




Line 4,904: Line 4,146:
In diesem Jahre ist von Fuchs ^) eine interessante Abhandlung  
In diesem Jahre ist von Fuchs ^) eine interessante Abhandlung  
über die Epithelzellen des Nebenhodens von der Maus veröft'entlicht  
über die Epithelzellen des Nebenhodens von der Maus veröft'entlicht  
worden, worin unter anderem berichtet wird, daß der Autor eigentüm-
worden, worin unter anderem berichtet wird, daß der Autor eigentümliche Fadenknäuel in der Innenzone dieser Zellen, zwischen Kern und  
liche Fadenknäuel in der Innenzone dieser Zellen, zwischen Kern und  
Lumen, gesehen hat. Das Material war in den verschiedensten  
Lumen, gesehen hat. Das Material war in den verschiedensten  
Flüssigkeiten konserviert, wie in der ZENKERSchen Flüssigkeit, im  
Flüssigkeiten konserviert, wie in der ZENKERSchen Flüssigkeit, im  
HERMANNSchen und FLEMMiNGschen Gemisch, und mit Eisenhämatoxylin  
HERMANNSchen und FLEMMiNGschen Gemisch, und mit Eisenhämatoxylin  
gefärbt. — In der nächsten Nähe der genannten Knäuel treten die  
gefärbt. — In der nächsten Nähe der genannten Knäuel treten die  
ersten gefärbten Granula und die ersten Tröpfchen auf; und hinsicht-
ersten gefärbten Granula und die ersten Tröpfchen auf; und hinsichtlich der biologischen Bedeutung dieser Knäuelbilduugen ist auch  
lich der biologischen Bedeutung dieser Knäuelbilduugen ist auch  
Fuchs zu der Auffassung gelangt, „daß das flüssige Sekret in dem  
Fuchs zu der Auffassung gelangt, „daß das flüssige Sekret in dem  
Fadenknäuel gebildet wird, während die Granulakörnchen vielleicht  
Fadenknäuel gebildet wird, während die Granulakörnchen vielleicht  
aus dem Zelleib aufgenommen und im Faden knäuel zu kleinen Häuf-
aus dem Zelleib aufgenommen und im Faden knäuel zu kleinen Häufchen geformt werden". — Besonders interessant ist auch die Fuchssche Beobachtung, daß der Fadenknäuel, der je nach dem funktionellen Zustande sich sehr verändert, jedoch niemals ganz schwindet.  
chen geformt werden". — Besonders interessant ist auch die Fuchs-
sche Beobachtung, daß der Fadenknäuel, der je nach dem funktio-
nellen Zustande sich sehr verändert, jedoch niemals ganz schwindet.  


Infolge eigener Studien über die Nebenhodenzellen desselben  
Infolge eigener Studien über die Nebenhodenzellen desselben  
Tieres, den Fuchs benutzt hatte, habe ich mich davon überzeugen  
Tieres, den Fuchs benutzt hatte, habe ich mich davon überzeugen  
können, daß die von dem letztgenannten Autor beschriebenen Faden-
können, daß die von dem letztgenannten Autor beschriebenen Fadenknäuel in der Tat (was ich schon früher kürzlich angedeutet habe —  
knäuel in der Tat (was ich schon früher kürzlich angedeutet habe —  
Anat. Anz., Bd. 22, No. 1) meinen „Trophospongien" entsprechen  
Anat. Anz., Bd. 22, No. 1) meinen „Trophospongien" entsprechen  
müssen. Ebenso muß es bei den FucHSSchen Befunden sehr nahe  
müssen. Ebenso muß es bei den FucHSSchen Befunden sehr nahe  
liegen, an die von Negri durch die Cbromsilbermethode hergestellten,  
liegen, an die von Negri durch die Cbromsilbermethode hergestellten,  
ähnlich lokalisierten Netzwerke derselben Zellen zu denken, — was  
ähnlich lokalisierten Netzwerke derselben Zellen zu denken, — was  
Fuchs jedoch, wie es scheint, nicht getan hat. Falls man näm-
Fuchs jedoch, wie es scheint, nicht getan hat. Falls man nämlich die Nebenhoden der weißen Maus mit meiner Trichlormilchsäure-Resorcin-Fuchsin- Methode behandelt, findet man bei den fraglichen Epithelzellen, zwischen Kern und Lumen, ein dunkel gefärbtes  
lich die Nebenhoden der weißen Maus mit meiner Trichlormilch-
säure-Resorcin-Fuchsin- Methode behandelt, findet man bei den frag-
lichen Epithelzellen, zwischen Kern und Lumen, ein dunkel gefärbtes  
Netzwerk von körnigen Fäden (Fig 1), die „Saftkanälcheu" (bei a)  
Netzwerk von körnigen Fäden (Fig 1), die „Saftkanälcheu" (bei a)  


Line 4,957: Line 4,190:




bilden können. Das Netz stimmt in jeder Hinsicht mit den „Tropho-
bilden können. Das Netz stimmt in jeder Hinsicht mit den „Trophospongien" der Darmepithelzelleu überein. Wie ich es schon vorher hinsichtlich der „Trophospongien" der Nervenzellen hervorgehoben habe,  
spongien" der Darmepithelzelleu überein. Wie ich es schon vorher hin-
sichtlich der „Tropho-
spongien" der Nervenzel-
len hervorgehoben habe,  
treten diese Netzwerke  
treten diese Netzwerke  
der Nebenhodenzellen mit-
der Nebenhodenzellen mitunter auch als eher von  
unter auch als eher von  
membranartig gestalteten  
membranartig gestalteten  
als von fadenähnlichen  
als von fadenähnlichen  
Line 4,980: Line 4,208:
waren. An mit Alkohol-Chloroform-Eiessig konserviertem und durch  
waren. An mit Alkohol-Chloroform-Eiessig konserviertem und durch  
Eisenhämatoxylin gefärbtem Material habe ich jedoch selbst aus dem  
Eisenhämatoxylin gefärbtem Material habe ich jedoch selbst aus dem  
am öftesten als ein mehr unbestimmbares, etwas streifiges und dunkel-
am öftesten als ein mehr unbestimmbares, etwas streifiges und dunkelgrau gefärbtes Klümpchen (ähnlich den FucHSschen Bildern) hervortretenden „Fadenknäuel" intensiv schwarz gefärbte netzbildende Fäden  
grau gefärbtes Klümpchen (ähnlich den FucHSschen Bildern) hervor-
tretenden „Fadenknäuel" intensiv schwarz gefärbte netzbildende Fäden  
hervorrufen können, die ganz auffallend nichts anderes als Teile des  
hervorrufen können, die ganz auffallend nichts anderes als Teile des  
genannten „Trophospongiums" ausmachen.  
genannten „Trophospongiums" ausmachen.  
Line 4,990: Line 4,216:
den Zelleib durchziehen, in inniger Verbindung steht, indem die  
den Zelleib durchziehen, in inniger Verbindung steht, indem die  
letzteren alle nach ihm hinstreben". — üeber diesen Gegenstand  
letzteren alle nach ihm hinstreben". — üeber diesen Gegenstand  
habe ich, infolge der FucHSschen Angaben, zahlreiche und mühe-
habe ich, infolge der FucHSschen Angaben, zahlreiche und mühevolle Untersuchungen an mit den verschiedensten Konservierungsund Färbungsmitteln behandelten Nebenhoden der weißen Maus vorgenommen, habe jedoch solche Bilder nicht bekommen [können, die  
volle Untersuchungen an mit den verschiedensten Konservierungs-
und Färbungsmitteln behandelten Nebenhoden der weißen Maus vor-
genommen, habe jedoch solche Bilder nicht bekommen [können, die  
für die FucHSsche Meinung mit einiger Sicherheit sprechen sollten. —  
für die FucHSsche Meinung mit einiger Sicherheit sprechen sollten. —  
Dagegen habe ich (wie ich schon vorher bemerkt habe — Anat. Anz.,  
Dagegen habe ich (wie ich schon vorher bemerkt habe — Anat. Anz.,  
Bd. 22, No. 1) in den cilienlülirenden Lebergangsepithelien von  
Bd. 22, No. 1) in den cilienlülirenden Lebergangsepithelien von  
Helix pomatia ein besonders geeignetes Objekt gefunden, um das  
Helix pomatia ein besonders geeignetes Objekt gefunden, um das  
reciproke Verhalten zwischen dem Fadenapparat und dem „Tropho-
reciproke Verhalten zwischen dem Fadenapparat und dem „Tropho
 




Line 5,006: Line 4,228:
spoDgium" zu eruieren. — Bekanntlich hat der ausgezeichnete Histologe  
spoDgium" zu eruieren. — Bekanntlich hat der ausgezeichnete Histologe  
Martin Heidenhain i) auf Grund seiner Studien unter anderem über  
Martin Heidenhain i) auf Grund seiner Studien unter anderem über  
die Flimmerzellen der Lebergänge von Helix und die Darmepithel-
die Flimmerzellen der Lebergänge von Helix und die Darmepithelzellen des Frosches uns einen neuen Einblick in den Bau des Fadenapparates der Cilienzellen geben können. Je nach der Schnittführung  
zellen des Frosches uns einen neuen Einblick in den Bau des Faden-
apparates der Cilienzellen geben können. Je nach der Schnittführung  
kann man, nach Heidenhain, den Fadenapparat ungleich gestaltet  
kann man, nach Heidenhain, den Fadenapparat ungleich gestaltet  
bekommen. Im „Sagittalschnitt" wird der einfache Pseudoconus ge-
bekommen. Im „Sagittalschnitt" wird der einfache Pseudoconus gesehen ; im „Frontalschnitt" dagegen ergibt die Fasermasse jederseits  
sehen ; im „Frontalschnitt" dagegen ergibt die Fasermasse jederseits  
oberhalb des Kernes das Bild zweier symmetrisch gelegener Vorhänge,  
oberhalb des Kernes das Bild zweier symmetrisch gelegener Vorhänge,  
die einen mittleren faserfreien , nach oben hin sich verlierenden  
die einen mittleren faserfreien , nach oben hin sich verlierenden  
Line 5,019: Line 4,238:
schärfsten ausgezogene Spitze nach oben, dessen schmale Basis gegen  
schärfsten ausgezogene Spitze nach oben, dessen schmale Basis gegen  
den Kern hin liegt. — Der Faden apparat und der tote Raum treten  
den Kern hin liegt. — Der Faden apparat und der tote Raum treten  
nun an meinen eigenen Lebergangspräparaten von Helix (mit Trichlor-
nun an meinen eigenen Lebergangspräparaten von Helix (mit Trichlormilchsäure - Resorcin - Fuchsin  
milchsäure - Resorcin - Fuchsin  
behandelt) sehr schön und  
behandelt) sehr schön und  
distinkt hervor, und die  
distinkt hervor, und die  
Line 5,026: Line 4,244:
dem ganzen Zelleninhalte das  
dem ganzen Zelleninhalte das  
am schärfsten Tingierte. Es \lJäljiJdi;.jtyß,i  
am schärfsten Tingierte. Es \lJäljiJdi;.jtyß,i  
zeigt sich bei dem sorgfäl-
zeigt sich bei dem sorgfältigen Studium dieser guten  
tigen Studium dieser guten  
Präparate (Fig. 2), daß die  
Präparate (Fig. 2), daß die  
„Trophospongien" aus-
„Trophospongien" ausschließlich innerhalb  
schließlich innerhalb  
des körnigen oder mit Fig. 2.  
des körnigen oder mit Fig. 2.  


Tröpfchen erfüllten  
Tröpfchen erfüllten  
toten Raumes, wohl das Endoplasma der Flimmerzelle  
toten Raumes, wohl das Endoplasma der Flimmerzelle  
darstellend, auftreten; und ich habe bei diesem inter-
darstellend, auftreten; und ich habe bei diesem interessanten Befunde niemals Bilder bekommen, die darlegen könnten, daß die „Trophospongien" und die Fadenapparate in irgend einer Weise bei Helix miteinander  
essanten Befunde niemals Bilder bekommen, die dar-
legen könnten, daß die „Trophospongien" und die Faden-
apparate in irgend einer Weise bei Helix miteinander  
in direkter Verbindung stehen sollten. Dagegen habe ich  
in direkter Verbindung stehen sollten. Dagegen habe ich  
hin und wieder, wie von dem eigentlichen Bau des Fadenapparates  
hin und wieder, wie von dem eigentlichen Bau des Fadenapparates  
leicht zu erwarten war, Trugbilder gefunden, die infolge der zufälliger-
leicht zu erwarten war, Trugbilder gefunden, die infolge der zufälligerweise vorhandenen Schnittrichtung für einen direkten Zusammenhang  
weise vorhandenen Schnittrichtung für einen direkten Zusammenhang  




Line 5,063: Line 4,275:
einigermaßen sprechen könnten. — Ich will selbstverständlich nicht  
einigermaßen sprechen könnten. — Ich will selbstverständlich nicht  
bestreiten, daß bei der Maus andere Verhältnisse vorhanden sein  
bestreiten, daß bei der Maus andere Verhältnisse vorhanden sein  
könnten als bei Helix, aber es liegt wohl eine nur geringe Wahr-
könnten als bei Helix, aber es liegt wohl eine nur geringe Wahrscheinlichkeit für eine solche Annahme vor.  
scheinlichkeit für eine solche Annahme vor.  


Daß endlich die von Negri hergestellten Chromsilbernetze die  
Daß endlich die von Negri hergestellten Chromsilbernetze die  
Line 5,070: Line 4,281:
Zellen darstellen, halte ich für sicher.  
Zellen darstellen, halte ich für sicher.  


Endlich sei es mir gestattet, zu erwähnen, daß ich an den Epi-
Endlich sei es mir gestattet, zu erwähnen, daß ich an den Epithelzellen des Uterus und der Schilddrüse ganz ähnlich  
thelzellen des Uterus und der Schilddrüse ganz ähnlich  
lokalisirte und ähnlich aussehende kanälchenbildende „Trophospongien"  
lokalisirte und ähnlich aussehende kanälchenbildende „Trophospongien"  
wiedergefunden habe. Diese Netze sind jedoch kleiner und einfacher  
wiedergefunden habe. Diese Netze sind jedoch kleiner und einfacher  
Line 5,106: Line 4,316:
äußeren Gestalt nicht mißbildet zu sein. In der ersten  
äußeren Gestalt nicht mißbildet zu sein. In der ersten  
Kiemenspalte läßt sich schon die Anlage des äußeren Gehörganges  
Kiemenspalte läßt sich schon die Anlage des äußeren Gehörganges  
nachweisen. Die Nasengruben sind noch nicht von der Mundhöhle ge-
nachweisen. Die Nasengruben sind noch nicht von der Mundhöhle getrennt. Die Unterkieferfortsätze sind vereinigt. Die Extremitäten sind  
trennt. Die Unterkieferfortsätze sind vereinigt. Die Extremitäten sind  
dreiteilig, aber es besteht noch keine Andeutung der Finger, Vom  
dreiteilig, aber es besteht noch keine Andeutung der Finger, Vom  
Genitalhöcker ist nichts zu sehen. Ein 1^/2 mm langer Schwanz ist  
Genitalhöcker ist nichts zu sehen. Ein 1^/2 mm langer Schwanz ist  
Line 5,123: Line 4,332:
Amnion liegend, ein IVa ^^^ langes, rundliches Gebilde zu sehen, der  
Amnion liegend, ein IVa ^^^ langes, rundliches Gebilde zu sehen, der  
Dottersack. Die Decidua war noch über die ganze Eiaußenfläche  
Dottersack. Die Decidua war noch über die ganze Eiaußenfläche  
gleichmäßig verbreitet, eine Placentaranlage also nicht zu unter-
gleichmäßig verbreitet, eine Placentaranlage also nicht zu unterscheiden.  
scheiden.  


Zur mikroskopischen Untersuchung wurde die Nabelschnur und ihre  
Zur mikroskopischen Untersuchung wurde die Nabelschnur und ihre  
Line 5,147: Line 4,355:




v^-
v^
 




Line 5,162: Line 4,369:


Fig. 1. Uebersichtsbild der Nabelschnur-Insertionsstelle. Vergrößerung 10 : 1.  
Fig. 1. Uebersichtsbild der Nabelschnur-Insertionsstelle. Vergrößerung 10 : 1.  
D Dottersack. DS Dottei-stiel. CH Chorion. Am Amnion. NA Nabelarterie. AI Al-
D Dottersack. DS Dottei-stiel. CH Chorion. Am Amnion. NA Nabelarterie. AI Allantois. L Lumen, dessen Deutung unklar ist.  
lantois. L Lumen, dessen Deutung unklar ist.  


dieser Schnitte gegeben. Es findet sich am placentaren Ende der  
dieser Schnitte gegeben. Es findet sich am placentaren Ende der  
Nabelschnur, wo diese durch einen etwas breiteren Stiel auf die Ei-
Nabelschnur, wo diese durch einen etwas breiteren Stiel auf die Eihüllen übergeht, ein eigentümlicher, mit epitheloiden Zellen  
hüllen übergeht, ein eigentümlicher, mit epitheloiden Zellen  
ausgekleideter Gang, der mitten zwischen den beiden  
ausgekleideter Gang, der mitten zwischen den beiden  
Nabelarterien liegt. Dieser besitzt ein mehr oder wenig weites  
Nabelarterien liegt. Dieser besitzt ein mehr oder wenig weites  
Line 5,173: Line 4,378:
Lage des normalen Allautoisgauges, wie Minot(I), His (2) und andere  
Lage des normalen Allautoisgauges, wie Minot(I), His (2) und andere  
ihn in dieser Entwickelungsperiode beschreiben. Man kann ihn aber  
ihn in dieser Entwickelungsperiode beschreiben. Man kann ihn aber  
nur eine kurze Strecke in der Nabelschnur verfolgen. Weiter frontal-
nur eine kurze Strecke in der Nabelschnur verfolgen. Weiter frontalwärts ist zwar zwischen den Nabelarterien ein Lumen zu sehen, das möglicherweise von demselben Gang abstammt; doch sind die Zellen in  
wärts ist zwar zwischen den Nabelarterien ein Lumen zu sehen, das mög-
licherweise von demselben Gang abstammt; doch sind die Zellen in  
seiner Wandung hier zu stark verändert , um zu einem positiven  
seiner Wandung hier zu stark verändert , um zu einem positiven  
Urteil zu gelangen, und ein direkter Zusammenhang mit dem Gange  
Urteil zu gelangen, und ein direkter Zusammenhang mit dem Gange  
kann nicht konstatiert werden. Dotterstiel und Dottersack sind deut-
kann nicht konstatiert werden. Dotterstiel und Dottersack sind deutlich zu verfolgen. Der Gang ist in keiner Weise mit ihnen in Verbindung.  
lich zu verfolgen. Der Gang ist in keiner Weise mit ihnen in Ver-
bindung.  




Line 5,190: Line 4,391:
Manchmal sieht man ihn cystisch erweitert, bisweilen zu einem  
Manchmal sieht man ihn cystisch erweitert, bisweilen zu einem  
Durchmesser von 0,4 — 0,5 mm, manchmal als einen kleinen soliden  
Durchmesser von 0,4 — 0,5 mm, manchmal als einen kleinen soliden  
Strang, aus einigen epitheloiden Zellen zusammengesetzt. Stellen-
Strang, aus einigen epitheloiden Zellen zusammengesetzt. Stellenweise zeigt er sogar Ausbuchtungen, so daß er zweimal im selben  
weise zeigt er sogar Ausbuchtungen, so daß er zweimal im selben  
Schnitt getroffen wird, oder es findet sich ein aus epitheloiden Zellen  
Schnitt getroffen wird, oder es findet sich ein aus epitheloiden Zellen  
gebildetes Septum, das den Gang in zwei Hälften teilt. Auf Grund  
gebildetes Septum, das den Gang in zwei Hälften teilt. Auf Grund  
der Serie muß man den Gang als ein im Bindegewebe der Nabel-
der Serie muß man den Gang als ein im Bindegewebe der Nabelschnur sitzendes, stellenweise hydatidenartig erweitertes, verzweigtes  
schnur sitzendes, stellenweise hydatidenartig erweitertes, verzweigtes  
Gebilde auffassen.  
Gebilde auffassen.  


In der Umgebung des Ganges ist keine Verdichtung oder Infiltra-
In der Umgebung des Ganges ist keine Verdichtung oder Infiltration des Bindegewebes zu sehen. Aufallend ist nur, daß an mehreren  
tion des Bindegewebes zu sehen. Aufallend ist nur, daß an mehreren  
Stellen kleinere Aeste der Umbilicalgef äße in inniger  
Stellen kleinere Aeste der Umbilicalgef äße in inniger  
Verbindung mit der Wand des Ganges sind. Fig. 2 zeigt  
Verbindung mit der Wand des Ganges sind. Fig. 2 zeigt  
Line 5,222: Line 4,420:
B. Keüitz gez.  
B. Keüitz gez.  


Fig. 2. Cystisch erweiterter Allantoisgang mit dicht anliegenden Gefäßen. Ver-
Fig. 2. Cystisch erweiterter Allantoisgang mit dicht anliegenden Gefäßen. Vergrößerung 240 : 1. Am Amnion. AI Allantois. BG Blutgefäße.  
größerung 240 : 1. Am Amnion. AI Allantois. BG Blutgefäße.  


eine solche Stelle. Der hier cystisch erweiterte Gang ist von den be-
eine solche Stelle. Der hier cystisch erweiterte Gang ist von den beschriebenen epitheloiden Zellen ausgekleidet, und ihm eng anliegend  
schriebenen epitheloiden Zellen ausgekleidet, und ihm eng anliegend  
findet man mehrfache Gefäße mit noch gut erhaltenen roten Blutkörperchen.  
findet man mehrfache Gefäße mit noch gut erhaltenen roten Blut-
körperchen.  


Noch interessanter als die cystischen Veränderungen sind die  
Noch interessanter als die cystischen Veränderungen sind die  
Line 5,239: Line 4,434:
der Wandung aus großen Zellen mit hellem Protoplasmaleib, deutlichen  
der Wandung aus großen Zellen mit hellem Protoplasmaleib, deutlichen  
Zellgrenzen und rundlichem Kerne. Gelegentlich aber findet man statt  
Zellgrenzen und rundlichem Kerne. Gelegentlich aber findet man statt  
dessen an einer Seite des Ganges eine plötzliche Zellvermeh-
dessen an einer Seite des Ganges eine plötzliche Zellvermehrung unter Zunahme der Höhe des Epithels, wie in Plg. 3 abgebildet  
rung unter Zunahme der Höhe des Epithels, wie in Plg. 3 abgebildet  




Line 5,254: Line 4,448:
mit normalem Epithel. Syn Syncytiumbiklung. BG Blutgefäße.  
mit normalem Epithel. Syn Syncytiumbiklung. BG Blutgefäße.  


ist. Die Kerne sind hier dunkler tingiert und die Zell-
ist. Die Kerne sind hier dunkler tingiert und die Zellgrenzen nicht mehr wahrzunehmen. Es besteht also eine  
grenzen nicht mehr wahrzunehmen. Es besteht also eine  
gewisse Aehnlichkeit mit dem Syncytium des Chorions, doch sind diese  
gewisse Aehnlichkeit mit dem Syncytium des Chorions, doch sind diese  
Stellen insofern verschieden, als nirgends Ausläufer zu sehen sind, und  
Stellen insofern verschieden, als nirgends Ausläufer zu sehen sind, und  
als sich das Protoplasma verhältnismäßig wenig färbt. Gegen die An-
als sich das Protoplasma verhältnismäßig wenig färbt. Gegen die Annahme, daß diese Syncytiumbiklung ein durch Nekrose hervorgerufenes  
nahme, daß diese Syncytiumbiklung ein durch Nekrose hervorgerufenes  
Kunstprodukt wäre, spricht die gute Konservierung des angrenzenden  
Kunstprodukt wäre, spricht die gute Konservierung des angrenzenden  
Gewebes und der eigentümliche einseitige Sitz der Veränderungen.  
Gewebes und der eigentümliche einseitige Sitz der Veränderungen.  
Line 5,265: Line 4,457:
In der Litteratur habe ich nur wenig über ähnliche Vorgänge an  
In der Litteratur habe ich nur wenig über ähnliche Vorgänge an  
der Allantois gefunden. Im Urachus findet man zwar gar nicht so  
der Allantois gefunden. Im Urachus findet man zwar gar nicht so  
selten cystische Erweiterung, wie von Luschka (3) und Strahl (4) her-
selten cystische Erweiterung, wie von Luschka (3) und Strahl (4) hervorgehoben wird. KoELLiKER (5) behauptet, daß auch der in der Nabelschnur befindliche Teil des Allautoisganges Ausbuchtungen besitzen  
vorgehoben wird. KoELLiKER (5) behauptet, daß auch der in der Nabel-
schnur befindliche Teil des Allautoisganges Ausbuchtungen besitzen  
kann. Mall (6) beschreibt unter seinen pathologischen Embryonen einen  
kann. Mall (6) beschreibt unter seinen pathologischen Embryonen einen  


Line 5,295: Line 4,485:
Herrn Dozent Dr. Otto Grosser, Assistent am 1. Anat. Institut,  
Herrn Dozent Dr. Otto Grosser, Assistent am 1. Anat. Institut,  
der die Freundlichkeit hatte, die Präparate durchzusehen, und dem ich  
der die Freundlichkeit hatte, die Präparate durchzusehen, und dem ich  
an dieser Stelle meinen besten Dank ausspreche, war auch der Mei-
an dieser Stelle meinen besten Dank ausspreche, war auch der Meinung, daß diese Autfassung berechtigt wäre.  
nung, daß diese Autfassung berechtigt wäre.  


Zu einem positiven Urteil könnte man wohl nur durch weitere  
Zu einem positiven Urteil könnte man wohl nur durch weitere  
Line 5,321: Line 4,510:
embryos. Johns Hopkins Hosp. Reports, Vol. 9, p. 1 — 68.  
embryos. Johns Hopkins Hosp. Reports, Vol. 9, p. 1 — 68.  


7) Keibel, Ueber einen menschlichen Embryo mit scheinbar bläschen-
7) Keibel, Ueber einen menschlichen Embryo mit scheinbar bläschenförmiger Allantois. Arch. f. Anatomie u. Physiologie, 1891, p. 352.  
förmiger Allantois. Arch. f. Anatomie u. Physiologie, 1891, p. 352.  




Line 5,364: Line 4,552:
assai interessant! nelle varie classi di questi animali e ciö non solo  
assai interessant! nelle varie classi di questi animali e ciö non solo  
riguardo al maggiore o minore sviluppo di essa, ma anche quanto alia  
riguardo al maggiore o minore sviluppo di essa, ma anche quanto alia  
fine struttura; come ho potuto vedere anch' io su preparati di ghian-
fine struttura; come ho potuto vedere anch' io su preparati di ghiandole di varie specie di ucceili. Nel polio, e a questo intendo per  
dole di varie specie di ucceili. Nel polio, e a questo intendo per  
ora di limitarmi, essa viene da tutti descritta come risultante di due  
ora di limitarmi, essa viene da tutti descritta come risultante di due  
sacchetti fibrosi accollati strettamente fra loro, situati posteriormente  
sacchetti fibrosi accollati strettamente fra loro, situati posteriormente  
e superiormente alle ultime vertebre. L'interno dei due sacchetti e  
e superiormente alle ultime vertebre. L'interno dei due sacchetti e  
occupato dalla massa ghiandolare, che circonda (nel polio) una piccola  
occupato dalla massa ghiandolare, che circonda (nel polio) una piccola  
cavita, in cui si raccoglie il secreto. Due tubi escretori distinti ser-
cavita, in cui si raccoglie il secreto. Due tubi escretori distinti servano a portare il secreto stesso all'esterno e sboccano alia sommita  
vano a portare il secreto stesso all'esterno e sboccano alia sommita  




Line 5,377: Line 4,563:
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92  


di una piccola promineuza, che sovrasta a mo'di capezzolo la ghiau-
di una piccola promineuza, che sovrasta a mo'di capezzolo la ghiaudola stessa. All'apice di questo piccolo capezzolino si trova un fascetto di piccole penne. Anche la conformazioue della regione corrispondente alia glandula e varia nei vari uccelli, ma di questo ripeto,  
dola stessa. All'apice di questo piccolo capezzolino si trova un fas-
cetto di piccole penne. Anche la conformazioue della regione corri-
spondente alia glandula e varia nei vari uccelli, ma di questo ripeto,  
che non intendo per ora occuparmi. La cavita, che si trova al centro  
che non intendo per ora occuparmi. La cavita, che si trova al centro  
del due sacchetti ghiandolari, non si presenta a pareti liscie ed uni-
del due sacchetti ghiandolari, non si presenta a pareti liscie ed uniformi, ma invece ha un aspetto assai irregolare esseudo percorsa da  
formi, ma invece ha un aspetto assai irregolare esseudo percorsa da  
delle numerose trabecule, che s'intrecciano in vario senso dando cosi  
delle numerose trabecule, che s'intrecciano in vario senso dando cosi  
r aspetto della faccia interna dei due ventricoli del cuore.  
r aspetto della faccia interna dei due ventricoli del cuore.  
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r interno, si' presenta costituita da prima da una probabile raembrana  
r interno, si' presenta costituita da prima da una probabile raembrana  
basale, quiudi da uno strato epiteliale, che fornisce il prodotto di  
basale, quiudi da uno strato epiteliale, che fornisce il prodotto di  
secrezione. Questo epitelio e costituito da piii strati di cellule irre-
secrezione. Questo epitelio e costituito da piii strati di cellule irregolarmente poligonali, in cui le cellule degli strati piu profondi sono  
golarmente poligonali, in cui le cellule degli strati piu profondi sono  
piccole, scure, fornite di nuclei vescicolari non molto ricchi di cromatina. Procedendo agli strati piu superficial! i limiti fra le cellule si  
piccole, scure, fornite di nuclei vescicolari non molto ricchi di croma-
tina. Procedendo agli strati piu superficial! i limiti fra le cellule si  
fanno piii evident!. I nuclei aumentano di volume e nel protoplasma  
fanno piii evident!. I nuclei aumentano di volume e nel protoplasma  
appare una struttura caratteristica ; si ha infatti in esso un reticolo  
appare una struttura caratteristica ; si ha infatti in esso un reticolo  
elegantissimo costituito da maglie nette, eguali fra loro, regolarissime.  
elegantissimo costituito da maglie nette, eguali fra loro, regolarissime.  
II reticolo si mantiene anche negli strati rimanenti. Venendo ancora  
II reticolo si mantiene anche negli strati rimanenti. Venendo ancora  
piu superficialmente vediamo, che le cellule vanno sempre piu sfascian-
piu superficialmente vediamo, che le cellule vanno sempre piu sfasciandosi. Scompaiono a poco a poco i limiti fra di esse: il nucleo si deforma, si spezzetta e si ha cosi una massa uniforme detritica, che  
dosi. Scompaiono a poco a poco i limiti fra di esse: il nucleo si de-
forma, si spezzetta e si ha cosi una massa uniforme detritica, che  
costituisce il secreto. Comuuemente esso viene rassomigliato al sebo:  
costituisce il secreto. Comuuemente esso viene rassomigliato al sebo:  
ma in base ad alcune reazioni, che per ora non posso che accennare,  
ma in base ad alcune reazioni, che per ora non posso che accennare,  
sarei indotto a dubitare un po' di questa sua natura. Ho pure intra-
sarei indotto a dubitare un po' di questa sua natura. Ho pure intraveduto nella struttura di questo epitelio alcune particolarita assai  
veduto nella struttura di questo epitelio alcune particolarita assai  
interessanti di cui avro fra breve campo ad occuparmi. Fra i singoli  
interessanti di cui avro fra breve campo ad occuparmi. Fra i singoli  
tubuli esiste come ho giä detto uno scarso spazio destinato senza  
tubuli esiste come ho giä detto uno scarso spazio destinato senza  
Line 5,427: Line 4,604:
tunica costituisce due veri piccoli sacchi, che delimitaao due cavita  
tunica costituisce due veri piccoli sacchi, che delimitaao due cavita  
affatto distinte Tuna dall'altra e che snmigliano per la loro forma a  
affatto distinte Tuna dall'altra e che snmigliano per la loro forma a  
un piccolo fiasco. Avvicinandosi al condotto escretore la tunica va assot-
un piccolo fiasco. Avvicinandosi al condotto escretore la tunica va assottigliandosi e perdendo la propria continuita: mi sembra pero, che nel  
tigliandosi e perdendo la propria continuita: mi sembra pero, che nel  
suo modo di comportarsi in questo punto si possa riconoscere una  
suo modo di comportarsi in questo punto si possa riconoscere una  
certa regolarita. A costituire questa tunica prendono parte anche delle  
certa regolarita. A costituire questa tunica prendono parte anche delle  
fibre muscolari liscie, che sono la continuazione di alcuni fasci mus-
fibre muscolari liscie, che sono la continuazione di alcuni fasci muscolari ben individualizzati. che si trovano nel piccolo capezzolino giä  
colari ben individualizzati. che si trovano nel piccolo capezzolino giä  
sopra rammentato. Dalla faccia esterna della tunica fibrosa partono  
sopra rammentato. Dalla faccia esterna della tunica fibrosa partono  
dei fasci connettivali, che servono alia fissita dell'organo: dalla faccia  
dei fasci connettivali, che servono alia fissita dell'organo: dalla faccia  
Line 5,438: Line 4,613:
lacerti connettivali, che si spingono in alto fra i tubi.  
lacerti connettivali, che si spingono in alto fra i tubi.  


Facendoci ora ad osservare la parte piii centrale dei tubuli ghian-
Facendoci ora ad osservare la parte piii centrale dei tubuli ghiandolari, vediamo che essi perdono in parte la loro distribuzione regolare,  
dolari, vediamo che essi perdono in parte la loro distribuzione regolare,  
in quanto cominciauo ad apparire delle cavita piu o meno ample ed  
in quanto cominciauo ad apparire delle cavita piu o meno ample ed  
irregolari, che non sono che le sezioni delle anfrattuosita, che si sono  
irregolari, che non sono che le sezioni delle anfrattuosita, che si sono  
notate in corrispondenza della parete della cavita interna. Si riscon-
notate in corrispondenza della parete della cavita interna. Si riscontrano parimente in tal luogo le sezioni delle trabecole gia rammentate.  
trano parimente in tal luogo le sezioni delle trabecole gia rammentate.  
Si presentano esse sotto una forma assai irregolare a seconda del  
Si presentano esse sotto una forma assai irregolare a seconda del  
modo con cui e caduta la sezione. Risultano in generale di uno  
modo con cui e caduta la sezione. Risultano in generale di uno  
Line 5,454: Line 4,627:


Assai interessante e la struttura del condotto escretore. Giä ho  
Assai interessante e la struttura del condotto escretore. Giä ho  
detto come esso sia duplice, cioe si abbia un condotto per ogni sac-
detto come esso sia duplice, cioe si abbia un condotto per ogni sacchetto ghiandolare e come essi sboccando alia sommita del piccolo  
chetto ghiandolare e come essi sboccando alia sommita del piccolo  
capezzolo si mantengano sempre distinti I'uno dall'altro. I condotti  
capezzolo si mantengano sempre distinti I'uno dall'altro. I condotti  
sono rivestiti in tutta la loro lunghezza da un epitelio pavimentoso  
sono rivestiti in tutta la loro lunghezza da un epitelio pavimentoso  
Line 5,473: Line 4,645:
94  
94  


pavimeutoso stratificato con strati superficiali corneificati. E total-
pavimeutoso stratificato con strati superficiali corneificati. E totalmente sprovvisto di peli e di ghiandole ed e separate dagli stratj  
mente sprovvisto di peli e di ghiandole ed e separate dagli stratj  
sottostanti da un po'di connettivo in cui decorrono abbondanti i vasi  
sottostanti da un po'di connettivo in cui decorrono abbondanti i vasi  
e i nervi.  
e i nervi.  


Ho tentato pure sulla ghiandola uropigetica del Polio il metodo  
Ho tentato pure sulla ghiandola uropigetica del Polio il metodo  
GoLGi, onde mettere in evidenza i nervi. Ed ho ottenuto I'impregna-
GoLGi, onde mettere in evidenza i nervi. Ed ho ottenuto I'impregnazione di molte fibre nervöse decorrenti negl'interstizi fra i tubuli.  
zione di molte fibre nervöse decorrenti negl'interstizi fra i tubuli.  
Come pure ho ivi ritrovato una ricchissima rete di canalicoli adiacente  
Come pure ho ivi ritrovato una ricchissima rete di canalicoli adiacente  
alle pareti dei tubuli, i quali ne sono circondati d'ogni parte. Sulla  
alle pareti dei tubuli, i quali ne sono circondati d'ogni parte. Sulla  
Line 5,513: Line 4,683:
befindlichen lockeren Bindegewebes tun, und nahm dann nochmals das  
befindlichen lockeren Bindegewebes tun, und nahm dann nochmals das  
Wort, nachdem die Herren Koll. Roux und Kollmann gesprochen  
Wort, nachdem die Herren Koll. Roux und Kollmann gesprochen  
und die Diskussion damit zu allgemeineren Fragen gekommen war. Ver-
und die Diskussion damit zu allgemeineren Fragen gekommen war. Veranlassung zu dieser zweiten Wortergreifung gab mir eine während  
anlassung zu dieser zweiten Wortergreifung gab mir eine während  
Kollmann's Ausführungen (welche Roux im vorliegenden Falle als  
Kollmann's Ausführungen (welche Roux im vorliegenden Falle als  
Vertreter einer morphologischen Auffassung ansprachen) in Form des  
Vertreter einer morphologischen Auffassung ansprachen) in Form des  
Zwischenrufes „und Füebeingee der mechanischen" erfolgte Bemer-
Zwischenrufes „und Füebeingee der mechanischen" erfolgte Bemerkung des Herrn Koll. Virchow. Daran anknüpfend, führte ich aus,  
kung des Herrn Koll. Virchow. Daran anknüpfend, führte ich aus,  
daß ich mich mit meiner dargelegten Auffassung zu der von GegenBAUR und seinen Schülern vertretenen morphologischen Richtung nicht  
daß ich mich mit meiner dargelegten Auffassung zu der von Gegen-
BAUR und seinen Schülern vertretenen morphologischen Richtung nicht  
im Widerspruch befinde, daß vielmehr diese nicht eine derartige  
im Widerspruch befinde, daß vielmehr diese nicht eine derartige  
Scheidung zwischen Morphologie und Mechanik mache, wie Herr  
Scheidung zwischen Morphologie und Mechanik mache, wie Herr  
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95  
95  


ViRCHOw vermute, sondern auch physiologischen und entwickelungs-
ViRCHOw vermute, sondern auch physiologischen und entwickelungsraechanischen Instanzen bei ihren morphologischen Betrachtungen eine  
raechanischen Instanzen bei ihren morphologischen Betrachtungen eine  
wichtige Stellung einräume. Da Herr Virchow nichts darauf erwiderte, nahm ich an, daß er gegen diese meine Ausführungen nichts  
wichtige Stellung einräume. Da Herr Virchow nichts darauf er-
widerte, nahm ich an, daß er gegen diese meine Ausführungen nichts  
einzuwenden habe.  
einzuwenden habe.  


Line 5,542: Line 4,707:
zusammengezogen, wobei ich die allgemeineren Aeußungen den  
zusammengezogen, wobei ich die allgemeineren Aeußungen den  
spezielleren (zeitlich früheren) voranstellte, habe auch infolge eines  
spezielleren (zeitlich früheren) voranstellte, habe auch infolge eines  
Lapsus calami von „Bemerkungen" des Herrn Virchow anstatt „Be-
Lapsus calami von „Bemerkungen" des Herrn Virchow anstatt „Bemerkung" gesprochen.  
merkung" gesprochen.  


Herr Koll. Virchow hat in einem Briefe an mich auf die er-
Herr Koll. Virchow hat in einem Briefe an mich auf die erwähnten Punkte hingewiesen und mir zugleich mitgeteilt, daß in seinem  
wähnten Punkte hingewiesen und mir zugleich mitgeteilt, daß in seinem  
Zwischenrufe ein Urteil oder eine Vermutung über die von Gegenbaur  
Zwischenrufe ein Urteil oder eine Vermutung über die von Gegenbaur  
und seinen Schülern vertretene Richtung nicht gelegen habe, sondern  
und seinen Schülern vertretene Richtung nicht gelegen habe, sondern  
Line 5,553: Line 4,716:
lang ausgezogene Diskussion nicht noch mehr habe verlängern wollen.  
lang ausgezogene Diskussion nicht noch mehr habe verlängern wollen.  


Gern habe ich diese Mitteilungen des Herrn Koll. Virchow em-
Gern habe ich diese Mitteilungen des Herrn Koll. Virchow empfangen und gebe sie mit dem Ausdruck der Zustimmung hier wieder.  
pfangen und gebe sie mit dem Ausdruck der Zustimmung hier wieder.  


Heidelberg, den 18. September 1902.  
Heidelberg, den 18. September 1902.  
Line 5,568: Line 4,730:
Jena, Gustav Fischer. 274 pp. 8". Preis 16 M,  
Jena, Gustav Fischer. 274 pp. 8". Preis 16 M,  


Verf. stößt so ziemlich alles um, was die Histologie und die Phy-
Verf. stößt so ziemlich alles um, was die Histologie und die Physiologie über das Nervensystem lehren. Er findet überall Wanderzellen  
siologie über das Nervensystem lehren. Er findet überall Wanderzellen  
in den Nervenzellen und läßt sich die Zelle durch diese regenerieren,  
in den Nervenzellen und läßt sich die Zelle durch diese regenerieren,  
„Die Nervenzelle teilt sich niemals, nicht im Embryo und nicht im  
„Die Nervenzelle teilt sich niemals, nicht im Embryo und nicht im  
Line 5,578: Line 4,739:
dauernd neu." Die Hauptsache im Nervensystem sind nach Verf. die  
dauernd neu." Die Hauptsache im Nervensystem sind nach Verf. die  
Fasern, welche von Peripherie zu Peripherie laufen, ohne in der Zelle  
Fasern, welche von Peripherie zu Peripherie laufen, ohne in der Zelle  
zu enden (Apathy, Bethe). — Kurz: „die Nervenzelle ist kein Or-
zu enden (Apathy, Bethe). — Kurz: „die Nervenzelle ist kein Organismus". „Es giebt Empfindung ohne Nervensystem" etc. „Nervenzelle wird eine Zelle im centralen Nervensystem erst in dem Augenblick, in dem sie zur Multiplicationsstation wird , in dem von und zur  
ganismus". „Es giebt Empfindung ohne Nervensystem" etc. „Nerven-
zelle wird eine Zelle im centralen Nervensystem erst in dem Augen-
blick, in dem sie zur Multiplicationsstation wird , in dem von und zur  
Peripherie eilende Fasern ihr Protoplasma durchziehen."  
Peripherie eilende Fasern ihr Protoplasma durchziehen."  


Line 5,589: Line 4,747:


Außer mit der Nervenzelle befaßt sich das Buch noch mit der Zelle  
Außer mit der Nervenzelle befaßt sich das Buch noch mit der Zelle  
im allgemeinen , ferner mit der Urzeugung , der Vererbung , der Ent-
im allgemeinen , ferner mit der Urzeugung , der Vererbung , der Entstehung der Geschwülste und mit dem Tode, also mit den höchsten  
stehung der Geschwülste und mit dem Tode, also mit den höchsten  
Problemen der Biologie,  
Problemen der Biologie,  


Line 5,601: Line 4,758:
Von diesen im alten, eigentlichen und weiteren Sinne des Wortes  
Von diesen im alten, eigentlichen und weiteren Sinne des Wortes  
„anthropologischen Studien" liegt jetzt die 2. Auflage vor, ein Beweis,  
„anthropologischen Studien" liegt jetzt die 2. Auflage vor, ein Beweis,  
daß hier eine Lücke ausgefüllt worden ist. Das Buch ist als Ergän-
daß hier eine Lücke ausgefüllt worden ist. Das Buch ist als Ergänzung zu jedem Lehrbuche der Anatomie zu bezeichnen, da diese sich  
zung zu jedem Lehrbuche der Anatomie zu bezeichnen, da diese sich  
immer noch viel zu wenig um die postembryonale Entwickelung und  
immer noch viel zu wenig um die postembryonale Entwickelung und  
das Wachstum des Menschen bekümmern, — weil leider ja noch viel  
das Wachstum des Menschen bekümmern, — weil leider ja noch viel  
zu wenig genügende Einzelarbeiten darüber vorliegen. Außer anderem  
zu wenig genügende Einzelarbeiten darüber vorliegen. Außer anderem  
soll zum Lobe des Buches hervorgehoben werden, daß hier (wie vor  
soll zum Lobe des Buches hervorgehoben werden, daß hier (wie vor  
Jahren von Lazaküs) die richtige Schreibweise Fetus statt des an-
Jahren von Lazaküs) die richtige Schreibweise Fetus statt des anscheinend nicht auszurottenden Foetus (vgl. coecus, coelum, Zwückauer)  
scheinend nicht auszurottenden Foetus (vgl. coecus, coelum, Zwückauer)  
gebraucht wird. Der Unterzeichnete nimmt Anlaß, die Herren Kollegen  
gebraucht wird. Der Unterzeichnete nimmt Anlaß, die Herren Kollegen  
und die vielleicht für eine Revision der B. N. A. einzusetzende Kom-
und die vielleicht für eine Revision der B. N. A. einzusetzende Kommission darauf hinzuweisen, daß auch in der „amtlichen'' Schreibweise  
mission darauf hinzuweisen, daß auch in der „amtlichen'' Schreibweise  
Fehler wie Foetus etc. vorkommen und ausgemerzt werden müssen.  
Fehler wie Foetus etc. vorkommen und ausgemerzt werden müssen.  


Line 5,619: Line 4,773:


Eine Reihe von Schülern des Edinburger Anatomen Sir William  
Eine Reihe von Schülern des Edinburger Anatomen Sir William  
Turner hat sich unter Führung des ältesten und würdigsten, D. J. Cun-
Turner hat sich unter Führung des ältesten und würdigsten, D. J. Cunningham in Dublin, vereinigt, um dieses Lehrbuch der menschlichen  
ningham in Dublin, vereinigt, um dieses Lehrbuch der menschlichen  
Anatomie herauszugeben. Ambr. Birmingham bearbeitete den Darmtractus, Cunningham Centralnervensystem, Atmungsorgane und Drüsen  
Anatomie herauszugeben. Ambr. Birmingham bearbeitete den Darm-
tractus, Cunningham Centralnervensystem, Atmungsorgane und Drüsen  
ohne Ausführungsgang (Milz, Nebenniere, Thj'reoidea, Thymus etc.),  
ohne Ausführungsgang (Milz, Nebenniere, Thj'reoidea, Thymus etc.),  
Francis Dixon Urogenitalsystem, D. Hepburn Gelenke,. R. Howden  
Francis Dixon Urogenitalsystem, D. Hepburn Gelenke,. R. Howden  
Haut- und Sinnesorgane, Paterson Muskeln und periphere Nerven, Ar-
Haut- und Sinnesorgane, Paterson Muskeln und periphere Nerven, Arthur Robinson und Alfred Young Allgemeine Entwickelungsgeschichte  
thur Robinson und Alfred Young Allgemeine Entwickelungsgeschichte  
und Gefäßsystem, Harold J. Stiles Oberfläche und chirurgische Anatomie,  
und Gefäßsystem, Harold J. Stiles Oberfläche und chirurgische Anatomie,  
Arthur Thomson Osteologie.  
Arthur Thomson Osteologie.  
Line 5,687: Line 4,838:
Nachdruck verboten.  
Nachdruck verboten.  


On transitory epithelial Structures associated with the Mam-
On transitory epithelial Structures associated with the Mammary Apparatus in Man.  
mary Apparatus in Man.  


By H. E. Walter.  
By H. E. Walter.  
Line 5,700: Line 4,850:
In 1896 Hugo Schmidt (15) discovered on a series of seven human  
In 1896 Hugo Schmidt (15) discovered on a series of seven human  
embryos, ranging in length from 28 to 60 mm, a number of epithelial  
embryos, ranging in length from 28 to 60 mm, a number of epithelial  
thickenings which he interpreted as Anlagen of supernumerary mam-
thickenings which he interpreted as Anlagen of supernumerary mammary organs. His reasons for thus interpreting these structures are  
mary organs. His reasons for thus interpreting these structures are  
as follows.  
as follows.  


Line 5,721: Line 4,870:
other known epithelial structures.  
other known epithelial structures.  


IV. There is no other plausible explanation. The epithelial struc-
IV. There is no other plausible explanation. The epithelial structures of this region, namely, Montgomery- glands, sweat glands, sebaceous glands and hair-Anlagen, are known to arise considerably later.  
tures of this region, namely, Montgomery- glands, sweat glands, seba-
ceous glands and hair-Anlagen, are known to arise considerably later.  
Moreover, if these epithelial thickenings were destined to give rise to  
Moreover, if these epithelial thickenings were destined to give rise to  
any of the structures just mentioned they ought to be found still per-
any of the structures just mentioned they ought to be found still persisting in embryos slightly older, but an examination of embryos of  
sisting in embryos slightly older, but an examination of embryos of  
64, 65, 150 and 229 mm in length showed that they had entirely vanished. Schmidt therefore comes to the following conclusion: There  
64, 65, 150 and 229 mm in length showed that they had entirely van-
ished. Schmidt therefore comes to the following conclusion: There  
occur in man normally, hyperthelial Anlagen which are  
occur in man normally, hyperthelial Anlagen which are  
usually temporary since in the newly-born and in adults  
usually temporary since in the newly-born and in adults  
Line 5,739: Line 4,884:
namely those between 17 and 45 mm in length, the same sort of  
namely those between 17 and 45 mm in length, the same sort of  
epithelial thickenings were found. He does not however agree with  
epithelial thickenings were found. He does not however agree with  
Schmidt that they are all to be explained as Anlagen of supernumer-
Schmidt that they are all to be explained as Anlagen of supernumerary mammae but he is unable to give any interpretatioD of their  
ary mammae but he is unable to give any interpretatioD of their  
significance other than that they certainly have some connection with  
significance other than that they certainly have some connection with  
the mammary apparatus.  
the mammary apparatus.  
Line 5,764: Line 4,908:
BuRCKHARDT (5), foi' sheep, swine and male deer by Profe (12), for  
BuRCKHARDT (5), foi' sheep, swine and male deer by Profe (12), for  
the white rat by Henneberg (6), for the guinea-pig and mouse by  
the white rat by Henneberg (6), for the guinea-pig and mouse by  
Schickerle (14), for the Cetacea by Kükenthal (11), and for Mar-
Schickerle (14), for the Cetacea by Kükenthal (11), and for Marsupials by Hennig (7) and Bresslau (4). A nriost excellent review  
supials by Hennig (7) and Bresslau (4). A nriost excellent review  
of the work done up to 1897 is given by Bonnet (3). Whether the  
of the work done up to 1897 is given by Bonnet (3). Whether the  
supernumeraries described by these authors are in all cases homologous  
supernumeraries described by these authors are in all cases homologous  
to the structures in man described by Hugo Schmidt is doubtful. It  
to the structures in man described by Hugo Schmidt is doubtful. It  
is more probable that they are homologous to persistent supernumer-
is more probable that they are homologous to persistent supernumeraries in man, since it is by no means certain that these persistent  
aries in man, since it is by no means certain that these persistent  
human supernumeraries are the survivors of the temporary Anlagen of  
human supernumeraries are the survivors of the temporary Anlagen of  
Hugo Schmidt.  
Hugo Schmidt.  
Line 5,792: Line 4,934:
Schmitt and Kallius used the forebrain - coccyx ("Kopf- Steißbein")  
Schmitt and Kallius used the forebrain - coccyx ("Kopf- Steißbein")  
dimension and Strahl and Hirschland do not specify which they  
dimension and Strahl and Hirschland do not specify which they  
did use, makes the arrangement of such a table somewhat problema-
did use, makes the arrangement of such a table somewhat problematical.  
tical.  


Piper II S- This embryo was preserved in chrom-aceto-sublimate,  
Piper II S- This embryo was preserved in chrom-aceto-sublimate,  
Line 5,804: Line 4,945:
the leg. Two wax models were reconstructed from the sections, one  
the leg. Two wax models were reconstructed from the sections, one  
of the whole embryo (enlarged 16^/3 times, every fourth section being  
of the whole embryo (enlarged 16^/3 times, every fourth section being  
used), and the other of that region alone showing the epithelial struc-
used), and the other of that region alone showing the epithelial structures in question (enlarged 66^/3 times, every section being used).  
tures in question (enlarged 66^/3 times, every section being used).  




Line 5,812: Line 4,952:


In addition to the normal milk points ("Milchhiigel", Bonnet),  
In addition to the normal milk points ("Milchhiigel", Bonnet),  
five isolated thickenings of the epidermis are found on each side si-
five isolated thickenings of the epidermis are found on each side situated so far within the axillary region as to be entirely hidden from  
tuated so far within the axillary region as to be entirely hidden from  
view on the model until the arms were cut oft' at the shoulders. The  
view on the model until the arms were cut oft' at the shoulders. The  
relative position of these structures is shown in Diagram I. There is  
relative position of these structures is shown in Diagram I. There is  
no area of thickened epithelium present which could be termed homo-
no area of thickened epithelium present which could be termed homologous to the "Milchstreifen" (Scbtvvalbe) found in younger embryos.  
logous to the "Milchstreifen" (Scbtvvalbe) found in younger embryos.  
See Table I. Moreover the fact that these epithelial thickenings are  
See Table I. Moreover the fact that these epithelial thickenings are  
isolated and without bridges of raised epithelium connecting them shows  
isolated and without bridges of raised epithelium connecting them shows  
Line 5,824: Line 4,962:
has been described by various authors for earlier stages. See Table I.  
has been described by various authors for earlier stages. See Table I.  


A tabular description of the size, shape and locahty of each epi-
A tabular description of the size, shape and locahty of each epithelial thickening, including the true milk-points, is given in Table II.  
thelial thickening, including the true milk-points, is given in Table II.  


In addition to these pectoral Anlagen a small, somewhat spherical  
In addition to these pectoral Anlagen a small, somewhat spherical  
outgrowth of epithelium about 90 i-i in diameter was found in the in-
outgrowth of epithelium about 90 i-i in diameter was found in the inguinal region near the attachment of the leg to the body on either  
guinal region near the attachment of the leg to the body on either  
side. Its form on the left side is shown in Fig. 4 and the corresponding growth on the right side is quite similar.  
side. Its form on the left side is shown in Fig. 4 and the corre-
sponding growth on the right side is quite similar.  


This is the youngest human embryo in which the Hugo Schmidt-
This is the youngest human embryo in which the Hugo Schmidtstructures have been described as a glance at Table I will show.  
structures have been described as a glance at Table I will show.  


Piper I S, Preserved in chrom - aceto - sublimate , stained with  
Piper I S, Preserved in chrom - aceto - sublimate , stained with  
Line 5,850: Line 4,984:
described by Hugo Schmidt besides the two milk points but nothing  
described by Hugo Schmidt besides the two milk points but nothing  
which could be called either a mammary line or a "Milchstreifen" is  
which could be called either a mammary line or a "Milchstreifen" is  
present. In addition a pair of spherical epidermal structures, homo-
present. In addition a pair of spherical epidermal structures, homologous to those seen in the inguinal region of Piper II, appear in this  
logous to those seen in the inguinal region of Piper II, appear in this  
embryo also (Fig. 14) but, since they evidently belong to a difl'erent  
embryo also (Fig. 14) but, since they evidently belong to a difl'erent  
category than the forty pectoral Anlagen, they are not included in the  
category than the forty pectoral Anlagen, they are not included in the  
Line 5,870: Line 5,003:
homologous to these, in two of his embryos. In describing embryo  
homologous to these, in two of his embryos. In describing embryo  
IV (35 mm) he says: "Von demselben Embryo habe ich dann noch  
IV (35 mm) he says: "Von demselben Embryo habe ich dann noch  
beiderseits die Regiones hypogastricae zur Anfertigung von Querschnitt-
beiderseits die Regiones hypogastricae zur Anfertigung von Querschnittserien verwendet. Die linke Seite ist unbrauchbar, weil die Schnitte  
serien verwendet. Die linke Seite ist unbrauchbar, weil die Schnitte  
zum größten Teil ihres Epithels beraubt sind. Doch findet sich auch  
zum größten Teil ihres Epithels beraubt sind. Doch findet sich auch  
hier unter den fragmentarischen Epithelresten eine hügelförmige An-
hier unter den fragmentarischen Epithelresten eine hügelförmige Anlage, die in 2 Schnitten ä 30 (.i nachweisbar ist und eine Länge und  
lage, die in 2 Schnitten ä 30 (.i nachweisbar ist und eine Länge und  
Breite von etwa 50 — 60 (.i besitzt."  
Breite von etwa 50 — 60 (.i besitzt."  


Line 5,884: Line 5,015:


Tables III and IV give in detail the location , size and form of  
Tables III and IV give in detail the location , size and form of  
the Anlagen in Piper I while Diagram II, made from the wax recon-
the Anlagen in Piper I while Diagram II, made from the wax reconstructions, represents graphically their arrangement.  
structions, represents graphically their arrangement.  


Conclusions.  
Conclusions.  
Line 5,938: Line 5,068:
preceding the mammary line and so find in their 4 mm embryo  
preceding the mammary line and so find in their 4 mm embryo  
(Table I, 1) the very first Anlagen of the mammary apparatus in man.  
(Table I, 1) the very first Anlagen of the mammary apparatus in man.  
If this is the true view the erratic distribution of the Hugo Schmidt-
If this is the true view the erratic distribution of the Hugo Schmidtstructures is easily accounted for by saying that they have their origin  
structures is easily accounted for by saying that they have their origin  
in this broad area of raised epithelium, and are therefore homologous  
in this broad area of raised epithelium, and are therefore homologous  
to the true milk points. Doubt is cast on the phylogenetic importance  
to the true milk points. Doubt is cast on the phylogenetic importance  
Line 5,946: Line 5,075:
reptiles and birds where mammary Anlagen are out of the question.  
reptiles and birds where mammary Anlagen are out of the question.  
Again the fact that the "Milchstreifen" in man extends not only down  
Again the fact that the "Milchstreifen" in man extends not only down  
the sides of the body between the appendages but also over the gill-
the sides of the body between the appendages but also over the gillarches and over the stumps of the appendages as well as out on to  
arches and over the stumps of the appendages as well as out on to  
the tail, w^ould seem to indicate that it is to be interpreted as an  
the tail, w^ould seem to indicate that it is to be interpreted as an  
ontogenetic phenomenon connected with the mechanics of growth and  
ontogenetic phenomenon connected with the mechanics of growth and  
Line 5,961: Line 5,089:
103  
103  


be termed Anlageu of supernumerary mammae. Therefore, the deri-
be termed Anlageu of supernumerary mammae. Therefore, the derivation of the Anlagen from the "Milchstreifen" does not necessarily  
vation of the Anlagen from the "Milchstreifen" does not necessarily  
make them homologous to the true milk glands as the supernumeraries  
make them homologous to the true milk glands as the supernumeraries  
would need to be.  
would need to be.  
Line 5,968: Line 5,095:
V. Bardeleben (1) summarizes data from various sources and  
V. Bardeleben (1) summarizes data from various sources and  
shows that out of 2894 cases of supernumeraries in adult man 2224,  
shows that out of 2894 cases of supernumeraries in adult man 2224,  
or 777o, are located below the true mammary glands. Lichten-
or 777o, are located below the true mammary glands. LichtenSTERN, as cited by Hugo Schmidt, out of 105 observations finds 91 ^/^  
STERN, as cited by Hugo Schmidt, out of 105 observations finds 91 ^/^  
below. Table V shows the locality of the 266 Hugo Schmidt- Anlagen which have been described. The result is not what would be  
below. Table V shows the locality of the 266 Hugo Schmidt- An-
lagen which have been described. The result is not what would be  
expected if these are the Anlagen of supernumeraries, for only 29°/j,  
expected if these are the Anlagen of supernumeraries, for only 29°/j,  
occur below the milk points.  
occur below the milk points.  


In passing it may be observed that Bardeleben finds decidedly  
In passing it may be observed that Bardeleben finds decidedly  
more supernumeraries on the left side than on the right i), while re-
more supernumeraries on the left side than on the right i), while reference to Table V shows that the difference in the observed cases of  
ference to Table V shows that the difference in the observed cases of  
the Anlagen in question is too slight to have any significance. Thus  
the Anlagen in question is too slight to have any significance. Thus  
the locality of these Anlagen does not entirely correspond with that  
the locality of these Anlagen does not entirely correspond with that  
Line 5,995: Line 5,119:
underneath. It is certain these marsupial pockets are not homologous  
underneath. It is certain these marsupial pockets are not homologous  
to the marsupium itself since this organ develops later, its Anlage  
to the marsupium itself since this organ develops later, its Anlage  
being farmed by the uniting of the outer edges of the chain of mar-
being farmed by the uniting of the outer edges of the chain of marsupial pockets themselves while the remainder of these temporary  
supial pockets themselves while the remainder of these temporary  
structures surrounding the milk points entirely disappears. May not  
structures surrounding the milk points entirely disappears. May not  
the hyperthelial structures of Hugo Schmidt be homolo-
the hyperthelial structures of Hugo Schmidt be homologous to the marsupial pockets of Bresslau?  
gous to the marsupial pockets of Bresslau?  


Some of the reasons which point to the probability of this hypo-
Some of the reasons which point to the probability of this hypothesis are as follows:  
thesis are as follows:  




Line 6,016: Line 5,137:


I. That the Hugo ScHMiDT-Anlagen certainly have some relation  
I. That the Hugo ScHMiDT-Anlagen certainly have some relation  
to the mammary apparatus is conceded on all sides. Their early dis-
to the mammary apparatus is conceded on all sides. Their early disappearance ontogenetically indicates that, if they are phylogenetically  
appearance ontogenetically indicates that, if they are phylogenetically  
significant at all, they must date back to something quite as primitive  
significant at all, they must date back to something quite as primitive  
as the marsupial pockets of Bresslau. Furthermore the temporary  
as the marsupial pockets of Bresslau. Furthermore the temporary  
Line 6,028: Line 5,148:
structures are contemporaneous with the marsupial pockets.  
structures are contemporaneous with the marsupial pockets.  


II. Their general locality, scattered around in the immediate vi-
II. Their general locality, scattered around in the immediate vicinity of the milk points but largely above and axillary to the same,  
cinity of the milk points but largely above and axillary to the same,  
is easily explained on the supposition that they are relics of marsupial pockets. This is very evident on the left side of Piper II (Diagram II). The fact that the marsupial pockets in the opossum are  
is easily explained on the supposition that they are relics of marsu-
pial pockets. This is very evident on the left side of Piper II (Dia-
gram II). The fact that the marsupial pockets in the opossum are  
mostly inguinal in position while these epithelial thickenings iu man  
mostly inguinal in position while these epithelial thickenings iu man  
are mostly pectoral, is not a serious obstacle to their homology. In  
are mostly pectoral, is not a serious obstacle to their homology. In  
Line 6,046: Line 5,163:
IV. When all the Anlagen which have been described (see Table V)  
IV. When all the Anlagen which have been described (see Table V)  
are arranged according to their form they make a series such  
are arranged according to their form they make a series such  
as is shown in Table VI. The sequence of forms in this table corre-
as is shown in Table VI. The sequence of forms in this table corresponds with the sequence in the early phases through which the milk  
sponds with the sequence in the early phases through which the milk  
point itself passes, as first shown by Rein (13). In no case are the  
point itself passes, as first shown by Rein (13). In no case are the  
Anlagen found as far advanced as the true milk Anlagen and the great  
Anlagen found as far advanced as the true milk Anlagen and the great  
majority of them do not get beyond what may be compared with the  
majority of them do not get beyond what may be compared with the  
very earliest stages of the true milk Anlagen. It will be seen that the  
very earliest stages of the true milk Anlagen. It will be seen that the  
prevailing type is that of an ingrowth of epithelial cells ("zapfen-
prevailing type is that of an ingrowth of epithelial cells ("zapfenförmig") without any corresponding elevation over the surface. This  
förmig") without any corresponding elevation over the surface. This  
is exactly what Bresslau represents for the cross-section of his marsupial pockets in Didelphys. If these epithelial thickenings are  
is exactly what Bresslau represents for the cross-section of his mar-
Anlagen of supernumerary mammae and take their origin from a homologous source as the true milk points it would naturally be expected  
supial pockets in Didelphys. If these epithelial thickenings are  
Anlagen of supernumerary mammae and take their origin from a ho-
mologous source as the true milk points it would naturally be expected  
that they would pass through the same general phases of development.  
that they would pass through the same general phases of development.  


Line 6,245: Line 5,358:


Summary. The time of the appearance and disappearance of  
Summary. The time of the appearance and disappearance of  
the temporary epithelial structures connected with the mammary appa-
the temporary epithelial structures connected with the mammary apparatus in man, their grouping around the milk points, their arrangement with reference to relative width and length and, lastly, their individual form, seem to be more clearly explained by the hypothesis  
ratus in man, their grouping around the milk points, their arrange-
ment with reference to relative width and length and, lastly, their in-
dividual form, seem to be more clearly explained by the hypothesis  
that such structures are the remains of ancestral marsupial pockets —  
that such structures are the remains of ancestral marsupial pockets —  
than by considering them as Anlagen of supernumerary mammae.  
than by considering them as Anlagen of supernumerary mammae.  
Line 6,269: Line 5,379:




Raised Epi-
Raised Epithelium
thelium
("MilchStreiten")  
("Milch-
Streiten")  




Line 7,312: Line 6,420:




-








-




Line 8,682: Line 7,788:
Table V.  
Table V.  


Showing arrangement of the epitheUal thickenings with reference to the true mük-
Showing arrangement of the epitheUal thickenings with reference to the true mük
 
Anlagen, and also the side of the body on which they were found.  
Anlagen, and also the side of the body on which they were found.  


Line 8,702: Line 7,807:




No-
No
 


to the  
to the  
Line 8,727: Line 7,831:




Oppo-
Opposite
site




Line 10,106: Line 9,209:




-




Line 10,202: Line 9,304:
Bd. 11, 1897.  
Bd. 11, 1897.  


3) Bonnet, R., Die Mammarorgane im Lichte der Ontogenie und Phylo-
3) Bonnet, R., Die Mammarorgane im Lichte der Ontogenie und Phylogenie. Ergebn. d. Anat. u. Entwickelungsgesch. von Merkel und  
genie. Ergebn. d. Anat. u. Entwickelungsgesch. von Merkel und  
Bonnet, Bd. 7, 1897.  
Bonnet, Bd. 7, 1897.  


Line 10,218: Line 9,319:
7) Hennig, C, Naturforsch. Gesellsch. zu Leipzig, 1898.  
7) Hennig, C, Naturforsch. Gesellsch. zu Leipzig, 1898.  


8) HiESCHLAND, L., Beiträge zur ersten Entwickelung der Mammar-
8) HiESCHLAND, L., Beiträge zur ersten Entwickelung der Mammarorgane beim Menschen. Anat. Hefte, Bd. 11, 1898.  
organe beim Menschen. Anat. Hefte, Bd. 11, 1898.  


9) His, W., Anatomie menschlicher Embryonen. Leipzig 1880.  
9) His, W., Anatomie menschlicher Embryonen. Leipzig 1880.  


10) Kallius, E., Ein Fall von Milchleiste bei einem menschlichen Em-
10) Kallius, E., Ein Fall von Milchleiste bei einem menschlichen Embryo. Anat. Hefte, Bd. 8, Heft 24, 1897.  
bryo. Anat. Hefte, Bd. 8, Heft 24, 1897.  


11) Kükenthal, W., Denkschr. der Med.-naturwiss. Gesellsch. zu Jena,  
11) Kükenthal, W., Denkschr. der Med.-naturwiss. Gesellsch. zu Jena,  
Bd. 3, Heft 2.  
Bd. 3, Heft 2.  


12) Prüfe, 0., Beiträge zur Ontogenie und Phylogenie der Mammar-
12) Prüfe, 0., Beiträge zur Ontogenie und Phylogenie der Mammarorgane. Anat. Hefte, Bd. 11, Heft 3, 1899.  
organe. Anat. Hefte, Bd. 11, Heft 3, 1899.  


13) Rein, G., Untersuchungen über die embryonale Entwickelungs-
13) Rein, G., Untersuchungen über die embryonale Entwickelungsgeschichte der Milchdrüse. Arch. f. mikrosk. Anat., I. Teil, Bd. 20,  
geschichte der Milchdrüse. Arch. f. mikrosk. Anat., I. Teil, Bd. 20,  
1882.  
1882.  


Line 10,281: Line 9,378:
Neues über das Verhalten von Zentralkörper und Achsenfaden in den  
Neues über das Verhalten von Zentralkörper und Achsenfaden in den  
Spermatiden, als was Meves und v. Lenhossek bereits beschrieben  
Spermatiden, als was Meves und v. Lenhossek bereits beschrieben  
haben, beibringen kann, so ist es im Interesse der ganzen Sache viel-
haben, beibringen kann, so ist es im Interesse der ganzen Sache vielleicht nicht überflüssig, nochmals einige Beläge für die schon gemachten  
leicht nicht überflüssig, nochmals einige Beläge für die schon gemachten  
Beobachtungen zu veröffentlichen.  
Beobachtungen zu veröffentlichen.  


Line 10,290: Line 9,386:
sieht aus wie zwei dicht nebeneinander liegende Kügelchen, die durch  
sieht aus wie zwei dicht nebeneinander liegende Kügelchen, die durch  
eine schmale Brücke von derselben Substanz verbunden sind. Sie  
eine schmale Brücke von derselben Substanz verbunden sind. Sie  
stehen dabei in den neugebildeten Spermatiden fast stets auf der Zell-
stehen dabei in den neugebildeten Spermatiden fast stets auf der Zellwand, und zwar mit ihrer Längsachse senkrecht zu ihr, übereinander.  
wand, und zwar mit ihrer Längsachse senkrecht zu ihr, übereinander.  
Dieser Zustand kann sich zuweilen eine ganze Zeit lang forterhalten.  
Dieser Zustand kann sich zuweilen eine ganze Zeit lang forterhalten.  
Mit oder kurz nach Veränderung ihrer Lageanordnung, die darin be-
Mit oder kurz nach Veränderung ihrer Lageanordnung, die darin besteht, daß sie beide mit ihrer Längsachse etwa parallel zur Zellwand  
steht, daß sie beide mit ihrer Längsachse etwa parallel zur Zellwand  
treten, nehmen die Zentralkörper die Gestalt von kurzen Stäbchen an.  
treten, nehmen die Zentralkörper die Gestalt von kurzen Stäbchen an.  
Zuerst vollzieht die Lageveränderung der dem Kern näher gelegene  
Zuerst vollzieht die Lageveränderung der dem Kern näher gelegene  
(proximale) Zentralkörper, und erst nachdem dies geschehen, folgt der  
(proximale) Zentralkörper, und erst nachdem dies geschehen, folgt der  
andere (distale) nach. In Fig. 1 zeigt die rechte Zelle die soeben ein-
andere (distale) nach. In Fig. 1 zeigt die rechte Zelle die soeben einsetzende Umlagerung des proximalen Zentralkörpers mit der Längsachse  
setzende Umlagerung des proximalen Zentralkörpers mit der Längsachse  
etwa parallel zur Zellwand, bei der linken Zelle ist die Lageveränderung  
etwa parallel zur Zellwand, bei der linken Zelle ist die Lageveränderung  
des gleichen Zentralkörpers bereits vollendet. Ich habe gerade diese  
des gleichen Zentralkörpers bereits vollendet. Ich habe gerade diese  
beiden Zellen gewählt, um darzutuu, daß die soeben beschriebene Lage-
beiden Zellen gewählt, um darzutuu, daß die soeben beschriebene Lage
 




Line 10,335: Line 9,427:
gelegene ist größer und etwas in die Breite gezogen und macht eher  
gelegene ist größer und etwas in die Breite gezogen und macht eher  
den Eindruck eines kurzen, gedrungenen Stäbchens (Fig. 3 und 4;  
den Eindruck eines kurzen, gedrungenen Stäbchens (Fig. 3 und 4;  
vergl. Meves, Ueber das Verhalten der Zentralkörper bei der Histo-
vergl. Meves, Ueber das Verhalten der Zentralkörper bei der Histogenese der Samenfäden von Mensch und Ratte, Verhandl. der Anat.  
genese der Samenfäden von Mensch und Ratte, Verhandl. der Anat.  
Gesellsch. 1898).  
Gesellsch. 1898).  


Im weiteren Verfolg der Zentralkörper bei den Meerschweiuchen-
Im weiteren Verfolg der Zentralkörper bei den Meerschweiuchenspermatiden kann ich mich im großen und ganzen der Darstellung von  
spermatiden kann ich mich im großen und ganzen der Darstellung von  
Meves (1. c.) anschließen. Die beiden Figg. 5 und 6 zeigen die Anlagerung und weitere Differenzierung der Zentralkörper etwa in der  
Meves (1. c.) anschließen. Die beiden Figg. 5 und 6 zeigen die An-
gleichen Weise, wie sie Meves geschildert hat. Ein genaueres Eingehen auf alle Einzelheiten möchte ich deshalb bei dieser kurzen Veröffentlichung unterlassen.  
lagerung und weitere Differenzierung der Zentralkörper etwa in der  
gleichen Weise, wie sie Meves geschildert hat. Ein genaueres Ein-
gehen auf alle Einzelheiten möchte ich deshalb bei dieser kurzen Ver-
öffentlichung unterlassen.  


Sphäre. Zu meiner Behauptung, die ich im Arch. f. mikr. Anat.,  
Sphäre. Zu meiner Behauptung, die ich im Arch. f. mikr. Anat.,  
Line 10,351: Line 9,438:
— wie beim Meerschweinchen — der Spitzenknopf in den Spermatiden  
— wie beim Meerschweinchen — der Spitzenknopf in den Spermatiden  
aus . in den Sphären vorhandenen Mikrosomen hervorgehe , möchte  
aus . in den Sphären vorhandenen Mikrosomen hervorgehe , möchte  
ich durch einige Abbildungen den Beweis erbringen. Die Sphären-
ich durch einige Abbildungen den Beweis erbringen. Die Sphärenmikrosomen mit heller Umhüllung (Fig. 7) vereinigen sich allmählich zu 2—3 solcher Gebilde (Fig. 8 und 9), bis der Vorgang in  
mikrosomen mit heller Umhüllung (Fig. 7) vereinigen sich allmäh-
lich zu 2—3 solcher Gebilde (Fig. 8 und 9), bis der Vorgang in  
einem Korn und einem Bläschen endet (Fig. 10). Ich habe diesen  
einem Korn und einem Bläschen endet (Fig. 10). Ich habe diesen  
Punkt hiermit nochmals besonders hervorgehoben, weil v. Lenhossek ^)  
Punkt hiermit nochmals besonders hervorgehoben, weil v. Lenhossek ^)  
Line 10,369: Line 9,454:


die EntstehuDg des Spitzenknopfes in den Sperraatiden sowohl beim  
die EntstehuDg des Spitzenknopfes in den Sperraatiden sowohl beim  
Meerschweinchen als auch speciell bei der Ratte aus etwas schon Vor-
Meerschweinchen als auch speciell bei der Ratte aus etwas schon Vorhandenem — den Mikrosomen — entschieden bestreitet. Die gezeich
handenem — den Mikrosomen — entschieden bestreitet. Die gezeich-
 




Line 10,411: Line 9,494:
Erklärung der Abbildungen.  
Erklärung der Abbildungen.  
Meerschweinchen :  
Meerschweinchen :  
Fig. 1. Zwei zusammenhängende Spermatiden mit den Zentralkörpern und Achsen-
Fig. 1. Zwei zusammenhängende Spermatiden mit den Zentralkörpern und Achsenfäden. Chromatoide Nebenkörper.  
fäden. Chromatoide Nebenkörper.  


Fig. 2. Spermatidengruppe. In allen Zellen Zentralkörper mit Achsenfäden.  
Fig. 2. Spermatidengruppe. In allen Zellen Zentralkörper mit Achsenfäden.  
Line 10,478: Line 9,560:




Fig. 3. Spermatide mit den Zentralkörpeni und Achsenfaden. Sphäre und cliroma-
Fig. 3. Spermatide mit den Zentralkörpeni und Achsenfaden. Sphäre und cliromatoider Nebenkörper im Schuitt nicht enthalten.  
toider Nebenkörper im Schuitt nicht enthalten.  


Fig. 4. Desgl. Zentralkörper mit Achsenfaden, chromatoider Nebenkörper, ein  
Fig. 4. Desgl. Zentralkörper mit Achsenfaden, chromatoider Nebenkörper, ein  
Line 10,511: Line 9,592:
genau dieselben Beobachtungen wie bei der Ratte machen können.  
genau dieselben Beobachtungen wie bei der Ratte machen können.  


Chromatoider Nebenkörper. Außer der Sphäre und den Zentral-
Chromatoider Nebenkörper. Außer der Sphäre und den Zentralkörpern kommt neben dem Kern im Zelleib der Spermatiden noch ein  
körpern kommt neben dem Kern im Zelleib der Spermatiden noch ein  
dritter, sich stets dunkel färbender Körper vor, über den ich bereits  
dritter, sich stets dunkel färbender Körper vor, über den ich bereits  
1896 (1. c.) genauere Angaben gemacht und den ich nach dem Vorgange  
1896 (1. c.) genauere Angaben gemacht und den ich nach dem Vorgange  
Bendas mit dem Namen „Chromatoider Nebenkörper" belegt habe.  
Bendas mit dem Namen „Chromatoider Nebenkörper" belegt habe.  


Auf eine Beobachtung, die nicht speziell zur Spermatogenese ge-
Auf eine Beobachtung, die nicht speziell zur Spermatogenese gehört,' möchte ich noch mit einigen Worten eingehen, v. Lenhossek  
hört,' möchte ich noch mit einigen Worten eingehen, v. Lenhossek  
(1. c.) erwähnt in seiner Arbeit, daß die sog. Sphäre (Idiozom Meves)  
(1. c.) erwähnt in seiner Arbeit, daß die sog. Sphäre (Idiozom Meves)  
sich bei der Teilung der Säugetiersamenzellen nicht am Aufbau der  
sich bei der Teilung der Säugetiersamenzellen nicht am Aufbau der  
Line 10,526: Line 9,605:
Jahre für einen anderen Zweck gezeichnet hatte. Die Figur zeigt 2  
Jahre für einen anderen Zweck gezeichnet hatte. Die Figur zeigt 2  
Rattenspermatocyten in der Teilung mit Spindelfiguren und je einer frei  
Rattenspermatocyten in der Teilung mit Spindelfiguren und je einer frei  
im Zellplasma liegenden Sphäre. Um vieles deutlicher und charak-
im Zellplasma liegenden Sphäre. Um vieles deutlicher und charakteristischer stellt sich diese Thatsache in den Samenzellen des Meerschweinchens dar. Bei der Ratte könnte vielleicht der Einwand erhoben werden, der graue Ballen sei gar nicht die Sphäre, sondern etwas  
teristischer stellt sich diese Thatsache in den Samenzellen des Meer-
Zufälliges oder gar ein Kunstprodukt. Beim Meerschweinchen ist jedoch jeder Zweifel dabei ausgeschlossen. Durch meine und Meves'  
schweinchens dar. Bei der Ratte könnte vielleicht der Einwand er-
hoben werden, der graue Ballen sei gar nicht die Sphäre, sondern etwas  
Zufälliges oder gar ein Kunstprodukt. Beim Meerschweinchen ist je-
doch jeder Zweifel dabei ausgeschlossen. Durch meine und Meves'  
Untersuchungen (1. c.) ist festgestellt worden, daß die Sphäre in den  
Untersuchungen (1. c.) ist festgestellt worden, daß die Sphäre in den  
Samenzellen des Meerschweinchens (Sperraatocyten und Spermatiden)  
Samenzellen des Meerschweinchens (Sperraatocyten und Spermatiden)  
Line 10,553: Line 9,628:
habe, über das weitere Schicksal der Sphären etwas zu erforschen, —  
habe, über das weitere Schicksal der Sphären etwas zu erforschen, —  
ich meine, in welcher Weise die Sphäre einer Samenzelle auf die beiden  
ich meine, in welcher Weise die Sphäre einer Samenzelle auf die beiden  
Tochterzellen übergeht — so habe ich etwas Positives in dieser Be-
Tochterzellen übergeht — so habe ich etwas Positives in dieser Beziehung bis jetzt nicht feststellen können. An den Meerschweinchensamenzellen ließ sich also in unanfechtbarer Weise der Beweis erbringen, daß der als Sphäre bekannte Körper sich nicht am Aufbau  
ziehung bis jetzt nicht feststellen können. An den Meerschweinchen-
samenzellen ließ sich also in unanfechtbarer Weise der Beweis er-
bringen, daß der als Sphäre bekannte Körper sich nicht am Aufbau  
der Spindelfigur bei der Zellteilung beteiligt.  
der Spindelfigur bei der Zellteilung beteiligt.  


Bemerkungen. Hermann^) hält in seiner Arbeit über Spermato-
Bemerkungen. Hermann^) hält in seiner Arbeit über Spermatogenese vom Jahre 1897 meine Angaben (1. c.) über die Veränderungen,  
genese vom Jahre 1897 meine Angaben (1. c.) über die Veränderungen,  
die sich in der Sphäre der Säugetierspermatiden abspielen, für mehr  
die sich in der Sphäre der Säugetierspermatiden abspielen, für mehr  
als bedenklich. Ich möchte hier gleich einfügen, daß ich von den  
als bedenklich. Ich möchte hier gleich einfügen, daß ich von den  
Centrosomen, die ich in den Spermatidensphären beschrieben habe,  
Centrosomen, die ich in den Spermatidensphären beschrieben habe,  
absehe, da durch Fortlassen derselben an der ganzen Darstellung der  
absehe, da durch Fortlassen derselben an der ganzen Darstellung der  
Vorgänge sowie an dem Resultate, nämlich der Entstehung des Spitzen-
Vorgänge sowie an dem Resultate, nämlich der Entstehung des Spitzenknopfes und der Kopfkappe, eigentlich nichts geändert wird. Hermann sträubt sich noch immer gegen die Entstehung der Kopfkappe  
knopfes und der Kopfkappe, eigentlich nichts geändert wird. Her-
aus der Sphäre und will dieselbe als Vakuole aufgefaßt wussen, entstanden durch Auspressung von Kernsaft in den umgebenden Zelleib  
mann sträubt sich noch immer gegen die Entstehung der Kopfkappe  
aus der Sphäre und will dieselbe als Vakuole aufgefaßt wussen, ent-
standen durch Auspressung von Kernsaft in den umgebenden Zelleib  
im Stadium der Chromatinverdichtung. In dem Spitzenknopf sieht  
im Stadium der Chromatinverdichtung. In dem Spitzenknopf sieht  
Hermann lediglich eine an der Austrittsstelle der Vakuole gelegene  
Hermann lediglich eine an der Austrittsstelle der Vakuole gelegene  
cirkumskripte Verdichtung der Kernmembran, welch letztere die Kopf-
cirkumskripte Verdichtung der Kernmembran, welch letztere die Kopfkappe des Spermatozoons allmählich aus sich hervorgehen läßt. Diese  
kappe des Spermatozoons allmählich aus sich hervorgehen läßt. Diese  
Auffassung halte ich für Säugetiere als vollständig unzutrefiend. Außer  
Auffassung halte ich für Säugetiere als vollständig unzutrefiend. Außer  
meinen Beobachtungen beweisen dies auch zur Genüge die Angaben,  
meinen Beobachtungen beweisen dies auch zur Genüge die Angaben,  
Line 10,597: Line 9,664:


als chromatoider Nebenkörper bezeichnete Gebilde identisch sei mit dem  
als chromatoider Nebenkörper bezeichnete Gebilde identisch sei mit dem  
farblosen Anteil seines Nebenkerus oder dem, was Benda ^) als Arclii-
farblosen Anteil seines Nebenkerus oder dem, was Benda ^) als Arcliiplasma bezeichnet hat. Diese Auffassung halte ich für ganz verfehlt,  
plasma bezeichnet hat. Diese Auffassung halte ich für ganz verfehlt,  
da das Verhalten des farblosen Anteils von Hermanns sog, Nebenkern  
da das Verhalten des farblosen Anteils von Hermanns sog, Nebenkern  
und des von mir als chromatoiden Nebenkörpers bezeichneten Gebildes  
und des von mir als chromatoiden Nebenkörpers bezeichneten Gebildes  
bei der weiteren Entwickelung der Spermatide nicht in Einklang zu  
bei der weiteren Entwickelung der Spermatide nicht in Einklang zu  
bringen ist. Nach Hermann ^) bleibt der farblose Anteil seines Neben-
bringen ist. Nach Hermann ^) bleibt der farblose Anteil seines Nebenkerns als farblose Kugel, entfernt vom Kern, im Zelleib liegen, bis  
kerns als farblose Kugel, entfernt vom Kern, im Zelleib liegen, bis  
«r mit ihm schließlich zu Grunde geht, während das von mir als  
«r mit ihm schließlich zu Grunde geht, während das von mir als  
chromatoider Nebenkörper bezeichnete Gebilde, stets dunkel  
chromatoider Nebenkörper bezeichnete Gebilde, stets dunkel  
Line 10,609: Line 9,674:
hinteren Pole des Spermatidenkerns lokalisiert und dort in mehrere  
hinteren Pole des Spermatidenkerns lokalisiert und dort in mehrere  
Stücke zerfällt. Zwei Körper, die ein so grundverschiedenes Verhalten  
Stücke zerfällt. Zwei Körper, die ein so grundverschiedenes Verhalten  
zeigen, wird man wohl kaum für identisch halten dürfen ! Meine An-
zeigen, wird man wohl kaum für identisch halten dürfen ! Meine Angaben über das von mir als chromatoider Nebenkörper bezeichnete  
gaben über das von mir als chromatoider Nebenkörper bezeichnete  
Gebilde sind, um den Einwand einer falschen Beobachtung von vornherein abzuweisen, von v. Lenhossek und Meves (1. c.) in jeder Hinsicht bestätigt worden.  
Gebilde sind, um den Einwand einer falschen Beobachtung von vorn-
herein abzuweisen, von v. Lenhossek und Meves (1. c.) in jeder Hin-
sicht bestätigt worden.  


Schon diese kurze Betrachtung zeigt, wie wenig Berechtigung  
Schon diese kurze Betrachtung zeigt, wie wenig Berechtigung  
vorlag, die beiden Körper für identisch zu halten. Vielmehr gleicht  
vorlag, die beiden Körper für identisch zu halten. Vielmehr gleicht  
in der zweiten Hälfte der Entwickelung der Spermatide der farblose  
in der zweiten Hälfte der Entwickelung der Spermatide der farblose  
Anteil von Hermanns Nebenkern in seinem Verhalten genau dem Ge-
Anteil von Hermanns Nebenkern in seinem Verhalten genau dem Gebilde, das ich als Sphärenrest beschrieben habe. — Weiterhin erhebt  
bilde, das ich als Sphärenrest beschrieben habe. — Weiterhin erhebt  
in dieser Veröffentlichung Hermann den Anspruch auf die Priorität  
in dieser Veröffentlichung Hermann den Anspruch auf die Priorität  
der Entdeckung der Zentralkörper in den Säugetierspermatiden, die  
der Entdeckung der Zentralkörper in den Säugetierspermatiden, die  
in dem dunklen Abschnitt seines Nebenkerns zu erblicken seien. Wie  
in dem dunklen Abschnitt seines Nebenkerns zu erblicken seien. Wie  
ich meine, hat Meves (1. c. 99) bereits diesen Anspruch in zutreffen-
ich meine, hat Meves (1. c. 99) bereits diesen Anspruch in zutreffender Weise zurückgewiesen. Das Verdienst, die Zentralkörper in den  
der Weise zurückgewiesen. Das Verdienst, die Zentralkörper in den  
Säugetierspermatiden in unzweideutiger Weise zuerst nachgewiesen zu  
Säugetierspermatiden in unzweideutiger Weise zuerst nachgewiesen zu  
haben, gebührt wohl v. Lenhossek und Meves.  
haben, gebührt wohl v. Lenhossek und Meves.  
Line 10,630: Line 9,690:




1) Benda, Neue Mitteilungen über die Entwickelung der Genital-
1) Benda, Neue Mitteilungen über die Entwickelung der Genitaldrüsen und über die Metamorphose der Samenzellen. Arch, f, Anat. u.  
drüsen und über die Metamorphose der Samenzellen. Arch, f, Anat. u.  
Phys,, 1891,  
Phys,, 1891,  


Line 10,664: Line 9,723:
Anforderungen dadurch sehr leistungsfähig, daß die Frequenz ohne  
Anforderungen dadurch sehr leistungsfähig, daß die Frequenz ohne  
Schwierigkeit auf das Doppelte gesteigert werden kann. (Große  
Schwierigkeit auf das Doppelte gesteigert werden kann. (Große  
Aktions fr ei heit der Atmung mit Aufwand großer Ar-
Aktions fr ei heit der Atmung mit Aufwand großer Arbeitsleistung.)  
beitsleistung.)  


IL Zweites Lebens halb jähr und zweites Lebensjahr:  
IL Zweites Lebens halb jähr und zweites Lebensjahr:  
Frequente Atmung; die Frequenz kann nicht mehr in dem hohen  
Frequente Atmung; die Frequenz kann nicht mehr in dem hohen  
Grade wie früher variiert werden. Die allmähliche Vertiefung der  
Grade wie früher variiert werden. Die allmähliche Vertiefung der  
Atmung hält mit dem Wachstum nicht gleichen Schritt. (Fre-
Atmung hält mit dem Wachstum nicht gleichen Schritt. (Frequente Atmung von geringerer Aktions fr eiheit.)  
quente Atmung von geringerer Aktions fr eiheit.)  


IIL Drittes bis siebentes Lebensjahr: Entwickelung  
IIL Drittes bis siebentes Lebensjahr: Entwickelung  
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IV. Achtes bis vierzehntes Lebensjahr: Geringere  
IV. Achtes bis vierzehntes Lebensjahr: Geringere  
Aktionsfreiheit. Weitere erhebliche VerminderungderArbeits-
Aktionsfreiheit. Weitere erhebliche VerminderungderArbeitsleistung durch Vertiefung der Atmung.  
leistung durch Vertiefung der Atmung.  


Vergleichende Beobachtungen an gesunden und kranken Kindern  
Vergleichende Beobachtungen an gesunden und kranken Kindern  
zeigten ferner, daß der Atmungstypus sich unter ungünstigen Be-
zeigten ferner, daß der Atmungstypus sich unter ungünstigen Bedingungen in anderer Weise entwickelt. Der Endeffekt einer derartigen gestörten Entwickelung der Respiration ist deshalb als pathologisch aufzufassen, weil seine Leistungen sich schon  
dingungen in anderer Weise entwickelt. Der Endeffekt einer der-
bei notwendig werdenden geringfügigen Steigerungen des Luftverbrauchs als insufficient erweisen. Die Abweichungen, die ich bei  
artigen gestörten Entwickelung der Respiration ist des-
halb als pathologisch aufzufassen, weil seine Leistungen sich schon  
bei notwendig werdenden geringfügigen Steigerungen des Luftver-
brauchs als insufficient erweisen. Die Abweichungen, die ich bei  




Line 10,697: Line 9,749:
120  
120  


der Untersuchung der Atmungsgröße pathologischer Fälle fand, deu-
der Untersuchung der Atmungsgröße pathologischer Fälle fand, deuteten andererseits darauf hin, welche Momente in dem wiederholt auftretenden, umfassenden Wechsel im Bilde der Atemmechanik von  
teten andererseits darauf hin, welche Momente in dem wiederholt auf-
tretenden, umfassenden Wechsel im Bilde der Atemmechanik von  
Bedeutung für die normale Entwickelung derselben sind.  
Bedeutung für die normale Entwickelung derselben sind.  


Line 10,712: Line 9,762:
Der Uebergang von einer Entwickelungsphase zur anderen ist  
Der Uebergang von einer Entwickelungsphase zur anderen ist  
zwar ein allmählicher, der Wechsel im Atemtypus aber doch dabei  
zwar ein allmählicher, der Wechsel im Atemtypus aber doch dabei  
ein so umfassender und grob wahrnehmbarer, daß die Annahme ge-
ein so umfassender und grob wahrnehmbarer, daß die Annahme gerechtfertigt erscheint, daß die Aenderungen der Respirationsmechanik  
rechtfertigt erscheint, daß die Aenderungen der Respirationsmechanik  
nicht allein mit dem zunehmenden Wachstum des kindlichen Organismus in Verbindung stehen, sondern daß vielmehr äußere  
nicht allein mit dem zunehmenden Wachstum des kindlichen Or-
ganismus in Verbindung stehen, sondern daß vielmehr äußere  
Momente in die Entwickelung der Atembewegungen hemmend  
Momente in die Entwickelung der Atembewegungen hemmend  
und fördernd eingreifen.  
und fördernd eingreifen.  
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mittlere Atemtiefe, welche im zweiten Lebenshalbjahr das 3- bis 4-fache,  
mittlere Atemtiefe, welche im zweiten Lebenshalbjahr das 3- bis 4-fache,  
im vierten Lebensjahr erst das 5-fache des Anfangswertes erreicht hat,  
im vierten Lebensjahr erst das 5-fache des Anfangswertes erreicht hat,  
steigt im 9. Lebensjahr auf das 17-fache an. Dagegen weist die re-
steigt im 9. Lebensjahr auf das 17-fache an. Dagegen weist die relative Atmuugsgröße des Kindes, d. h. die pro 1 kg Körpergewicht und  
lative Atmuugsgröße des Kindes, d. h. die pro 1 kg Körpergewicht und  
1 Minute durchschnittlich geatmete Luftmenge zweimal eine erbebliche  
1 Minute durchschnittlich geatmete Luftmenge zweimal eine erbebliche  
Reduktion auf: das erste Mal an der Grenze des Säuglingsalters, das  
Reduktion auf: das erste Mal an der Grenze des Säuglingsalters, das  
Line 10,759: Line 9,806:
ja ebenfalls alle Atmungstypen, die wir in der Säugetierreihe verfolgen  
ja ebenfalls alle Atmungstypen, die wir in der Säugetierreihe verfolgen  
können, allmählich durchläuft, ist nach der eben angegebenen Richtung  
können, allmählich durchläuft, ist nach der eben angegebenen Richtung  
bisher nicht studiert worden. Ebenso fehlte es bisher an einer einwands-
bisher nicht studiert worden. Ebenso fehlte es bisher an einer einwandsfreien Methode der Bestimmung und Messung der kindlichen Ateml)ewegungen. Die lediglich auf die Messungen des Brustumfanges und  
freien Methode der Bestimmung und Messung der kindlichen Atem-
l)ewegungen. Die lediglich auf die Messungen des Brustumfanges und  
die Experimente Kehrer's gestützten Angaben in der pädiatrischen  
die Experimente Kehrer's gestützten Angaben in der pädiatrischen  
Litteratur über den Atmungstypus des Kindes weisen daher, so spär-
Litteratur über den Atmungstypus des Kindes weisen daher, so spärlich sie sich vorfinden, eine Reihe von Widersprüchen auf, die die  
lich sie sich vorfinden, eine Reihe von Widersprüchen auf, die die  
Anstellung exakter Untersuchungen in dieser Richtung als wünschenswert erscheinen lassen.  
Anstellung exakter Untersuchungen in dieser Richtung als wünschens-
wert erscheinen lassen.  


Auch für den Weg der klinischen Untersuchung der Atem-
Auch für den Weg der klinischen Untersuchung der Atembewegungen haben wir C. Hasse ^) eine Anregung und eine einwandsfreie Methode zu verdanken, deren Anwendung den Klinikern bisher  
bewegungen haben wir C. Hasse ^) eine Anregung und eine einwands-
freie Methode zu verdanken, deren Anwendung den Klinikern bisher  
entgangen zu sein scheint. Es ist dies die photographische Aufnahme  
entgangen zu sein scheint. Es ist dies die photographische Aufnahme  
zweier Atmungsphasen nacheinander auf eine Platte. Diese Methode  
zweier Atmungsphasen nacheinander auf eine Platte. Diese Methode  
ermöglicht nicht allein die exakte Messung aller bei der Atmung er-
ermöglicht nicht allein die exakte Messung aller bei der Atmung erfolgenden Exkursionen der Lungen- und Bauchwandungen, sondern sie  
folgenden Exkursionen der Lungen- und Bauchwandungen, sondern sie  
bietet noch außerdem den Vorteil, daß sie die Atembewegungen  
bietet noch außerdem den Vorteil, daß sie die Atembewegungen  
mit der individuellen Konfiguration der Atmungsorgane in Beziehung  
mit der individuellen Konfiguration der Atmungsorgane in Beziehung  
Line 10,781: Line 9,821:
Studium der kindlichen Atemmechanik.  
Studium der kindlichen Atemmechanik.  


Ich habe mich dieser Methode zur Untersuchung der Atem-
Ich habe mich dieser Methode zur Untersuchung der Atembewegungen bei Kindern mit normaler und solcher mit gestörter Atmungsentwickelung bedient. Die Ergebnisse der Untersuchungen sind,  
bewegungen bei Kindern mit normaler und solcher mit gestörter At-
soweit sie das gesunde Kind betreffen, in meiner Arbeit-): Untersuchungen über die Atembewegungen des Kindes zusammengestellt und ausführlich besprochen und geben eine Ergänzung  
mungsentwickelung bedient. Die Ergebnisse der Untersuchungen sind,  
zu den s. Z. von C. Hasse auf dieselbe W^eise angestellten Untersuchungen am Erwachsenen.  
soweit sie das gesunde Kind betreffen, in meiner Arbeit-): Unter-
suchungen über die Atembewegungen des Kindes zu-
sammengestellt und ausführlich besprochen und geben eine Ergänzung  
zu den s. Z. von C. Hasse auf dieselbe W^eise angestellten Unter-
suchungen am Erwachsenen.  


Der Arbeit ist eine Tafel beigegeben, auf welcher 24 nach der  
Der Arbeit ist eine Tafel beigegeben, auf welcher 24 nach der  
oben erwähnten Methode hergestellte Profilaufnahmen vereinigt sind.  
oben erwähnten Methode hergestellte Profilaufnahmen vereinigt sind.  
Auf jeder einzelnen Aufnahme sind die Hebung und eventuelle Er-
Auf jeder einzelnen Aufnahme sind die Hebung und eventuelle Erweiterung der oberen und der unteren Brustapertur, die Verschiebung  
weiterung der oberen und der unteren Brustapertur, die Verschiebung  
der Vorderwand des Brustkorbes in sagittaler Richtung, die Bewegung  
der Vorderwand des Brustkorbes in sagittaler Richtung, die Bewegung  


Line 10,805: Line 9,839:


der vorderen Bauch^YaDd sowie begleitende Bewegungen des Kopfes  
der vorderen Bauch^YaDd sowie begleitende Bewegungen des Kopfes  
und Schultergürtels deutlich zu erkennen und mit Hilfe des mit-
und Schultergürtels deutlich zu erkennen und mit Hilfe des mitphotographierten Präcisionsgitters auch exakt zu messen.  
photographierten Präcisionsgitters auch exakt zu messen.  


Die photographischen Aufnahmen sind mit Zuhilfenahme der von  
Die photographischen Aufnahmen sind mit Zuhilfenahme der von  
Line 10,812: Line 9,845:
der Breslauer anatomischen Anstalt von mir hergestellt worden.  
der Breslauer anatomischen Anstalt von mir hergestellt worden.  


Die Kinder nahmen bei der photographischen Untersuchung die-
Die Kinder nahmen bei der photographischen Untersuchung diejenige Körperhaltung ein, die ihnen für eine forcierte Inspiration die  
jenige Körperhaltung ein, die ihnen für eine forcierte Inspiration die  
bequemste war, und erhielten den Auftrag, so tief wie möglich einzuatmen und den Atem anzuhalten. In diesem Moment wurde die Platte  
bequemste war, und erhielten den Auftrag, so tief wie möglich einzu-
atmen und den Atem anzuhalten. In diesem Moment wurde die Platte  
zum ersten Male exponiert. Die folgende Exspiration wurde sodann für  
zum ersten Male exponiert. Die folgende Exspiration wurde sodann für  
die zweite Aufnahme benutzt. Die Expositionen mußten sehr kurze  
die zweite Aufnahme benutzt. Die Expositionen mußten sehr kurze  
sein und wurden mit Hilfe eines sich selbst spannenden Momentver-
sein und wurden mit Hilfe eines sich selbst spannenden Momentverschlusses vorgenommen.  
schlusses vorgenommen.  


Das Resultat meiner Untersuchungen ist kurz folgendes: Die  
Das Resultat meiner Untersuchungen ist kurz folgendes: Die  
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gleichmäßig ausgesucht worden. Trotzdem wiesen die Atembewegungen  
gleichmäßig ausgesucht worden. Trotzdem wiesen die Atembewegungen  
bei beiden Geschlechtern bemerkenswerte Verschiedenheiten auf. Bei  
bei beiden Geschlechtern bemerkenswerte Verschiedenheiten auf. Bei  
9 unter den 13 Mädchen fand ich ein Fehlen oder starkes Zurück-
9 unter den 13 Mädchen fand ich ein Fehlen oder starkes Zurückbleiben in der Hebung der unteren Brustapertur gegenüber derjenigen  
bleiben in der Hebung der unteren Brustapertur gegenüber derjenigen  
der oberen. Bei den Knaben war ein solches Verhalten in keinem einzigen Falle zu konstatieren. Die Verlagerung der vorderen Brustwand  
der oberen. Bei den Knaben war ein solches Verhalten in keinem ein-
bei der Inspiration zeigte in den von mir untersuchten Fällen außerordentliche Verschiedenheiten. In zwei Fällen fehlte eine ausgiebige  
zigen Falle zu konstatieren. Die Verlagerung der vorderen Brustwand  
bei der Inspiration zeigte in den von mir untersuchten Fällen außer-
ordentliche Verschiedenheiten. In zwei Fällen fehlte eine ausgiebige  
Hebung der vorderen Brustwand in vertikaler Richtung; sie wurde in  
Hebung der vorderen Brustwand in vertikaler Richtung; sie wurde in  
einem Falle durch starke Erweiterung der unteren Brustkorbhälfte im  
einem Falle durch starke Erweiterung der unteren Brustkorbhälfte im  
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der vorderen Brustwand eine parallele Verlagerung derselben zu  
der vorderen Brustwand eine parallele Verlagerung derselben zu  
der Exspirationsstellung. Bei allen übrigen Kindern war dagegen mit  
der Exspirationsstellung. Bei allen übrigen Kindern war dagegen mit  
der Hebung eine Wölbung der Vorderwand des Brustkorbes ver-
der Hebung eine Wölbung der Vorderwand des Brustkorbes verbunden. Gerade diese Inspirationsbewegung aber zeigte den bemerkenswertesten Unterschied zwischen der Atmung der Knaben und derjenigen der Mädchen. Bei den letzteren erfolgte die Wölbung durch  
bunden. Gerade diese Inspirationsbewegung aber zeigte den bemerkens-
wertesten Unterschied zwischen der Atmung der Knaben und der-
jenigen der Mädchen. Bei den letzteren erfolgte die Wölbung durch  
Zug am unteren Ste malende nach innen, bei den Knaben  
Zug am unteren Ste malende nach innen, bei den Knaben  
durch Zug und Drehung des Manubrium sterni in dem  
durch Zug und Drehung des Manubrium sterni in dem  
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123  


Schon hierdurch charakterisiert sich die Atmung der von mir unter-
Schon hierdurch charakterisiert sich die Atmung der von mir untersuchten Mädchen als eine aus abdominaler und thorakaler Atmung  
suchten Mädchen als eine aus abdominaler und thorakaler Atmung  
kombinierte mit vorwiegender Zwerchfellsbeteiligung und schwacher  
kombinierte mit vorwiegender Zwerchfellsbeteiligung und schwacher  
Aktion des Schultergürtels; diejenige der Knaben dagegen als eine  
Aktion des Schultergürtels; diejenige der Knaben dagegen als eine  
vorwiegend thorakale mit starker Beteiligung der Schultermuskeln,  
vorwiegend thorakale mit starker Beteiligung der Schultermuskeln,  
selbst bei den Fällen, welche in der Ruhestellung eine auffallend  
selbst bei den Fällen, welche in der Ruhestellung eine auffallend  
„schlechte Haltung" infolge Drehung der Schultern nach vorn-
„schlechte Haltung" infolge Drehung der Schultern nach vorninnen aufwiesen.  
innen aufwiesen.  


Diese sogenannte „schlechte Hai t ung" der Kinder erwies sich  
Diese sogenannte „schlechte Hai t ung" der Kinder erwies sich  
übrigens bei Knaben und Mädchen in gleicher Weise als leicht korri-
übrigens bei Knaben und Mädchen in gleicher Weise als leicht korrigierbar, indem auf Kommando die Schultern zurückgenommen werden  
gierbar, indem auf Kommando die Schultern zurückgenommen werden  
konnten. Bei den Knaben wurde diese Bewegung bei forcirter Inspiration spontan ausgeführt, bei den Mädchen aber in der Mehrzahl  
konnten. Bei den Knaben wurde diese Bewegung bei forcirter In-
spiration spontan ausgeführt, bei den Mädchen aber in der Mehrzahl  
der Fälle nicht; vielmehr erfolgte statt dessen bei den Mädchen eine  
der Fälle nicht; vielmehr erfolgte statt dessen bei den Mädchen eine  
kräftige Einziehung der Regio epigastrica, welche neben der Wölbung  
kräftige Einziehung der Regio epigastrica, welche neben der Wölbung  
der vorderen Brustwand noch eine Verbreiterung des unteren Brustkorb-
der vorderen Brustwand noch eine Verbreiterung des unteren Brustkorbabschnittes in frontaler Richtung bewirkte.  
abschnittes in frontaler Richtung bewirkte.  


Dementsprechend war im Profilbilde der Verlauf der vorderen Brust-
Dementsprechend war im Profilbilde der Verlauf der vorderen Brustkontur bei Mädchen und Knaben ein wesentlich verschiedener. Abgesehen  
kontur bei Mädchen und Knaben ein wesentlich verschiedener. Abgesehen  
davon, daß die Exkursionen der Brustwand bei den Knaben weit stärkere  
davon, daß die Exkursionen der Brustwand bei den Knaben weit stärkere  
waren, bildete bei ihnen in der Mehrzahl der Fälle Inspirations- und  
waren, bildete bei ihnen in der Mehrzahl der Fälle Inspirations- und  
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Die mehr oder weniger kräftige Ausübung der thorakalen Atmung  
Die mehr oder weniger kräftige Ausübung der thorakalen Atmung  
hat Bewegungen der Bauchdecken zur Folge, auf deren Bedeutung für  
hat Bewegungen der Bauchdecken zur Folge, auf deren Bedeutung für  
die Atmung und für die Sekretionsvorgänge in den Bauchorganen zu-
die Atmung und für die Sekretionsvorgänge in den Bauchorganen zuerst C. Hasse 1) hingewiesen hat. Die Beteiligung der Bauchdeckenmuskulatur war in den von mir untersuchten Fällen ebenso wie die  
erst C. Hasse 1) hingewiesen hat. Die Beteiligung der Bauchdecken-
muskulatur war in den von mir untersuchten Fällen ebenso wie die  
Bewegung der Brustwand eine außerordentlich charakteristische und  
Bewegung der Brustwand eine außerordentlich charakteristische und  
zeigte alle Abstufungen von energischer inspiratorischer Einziehung  
zeigte alle Abstufungen von energischer inspiratorischer Einziehung  
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letztere größtenteils ersetzt wird. Innerhalb des Zeitraumes vom 7.  
letztere größtenteils ersetzt wird. Innerhalb des Zeitraumes vom 7.  
bis zum 14. Lebensjahre fand ich bezüglich der Entwickelung der  
bis zum 14. Lebensjahre fand ich bezüglich der Entwickelung der  
Atemmechanik, abgesehen von den erwähnten individuellen Verschieden-
Atemmechanik, abgesehen von den erwähnten individuellen Verschiedenheiten, keine erheblichen Veränderungen. Der Atemtypus dieser Jahre  
heiten, keine erheblichen Veränderungen. Der Atemtypus dieser Jahre  
ist also eine kombinierte thorakale und abdominelle Atmung; bei forcierter Atmung wird von Knaben vorwiegend die Schulter-, von Mädchen  
ist also eine kombinierte thorakale und abdominelle Atmung; bei for-
cierter Atmung wird von Knaben vorwiegend die Schulter-, von Mädchen  
die Zwerchfellmuskulatur im Sinne einer Auxiliarwirkung herangezogen.  
die Zwerchfellmuskulatur im Sinne einer Auxiliarwirkung herangezogen.  


Der Zeitpunkt, in welchem die thorakale Atmung eine solche  
Der Zeitpunkt, in welchem die thorakale Atmung eine solche  
Ausbildung erfährt, daß sie auf die Mitwirkung des Zwerchfells nicht  
Ausbildung erfährt, daß sie auf die Mitwirkung des Zwerchfells nicht  
mehr angewiesen ist, kann erst jenseits derjenigen Periode des Säug-
mehr angewiesen ist, kann erst jenseits derjenigen Periode des Säuglingsalters angenommen werden, in welcher sich bei dem Kinde die  
lingsalters angenommen werden, in welcher sich bei dem Kinde die  
statischen Funktionen, Gehen und Stehen, entwickeln. Denn erst durch  
statischen Funktionen, Gehen und Stehen, entwickeln. Denn erst durch  
die Aufrichtung des Körpers aus der liegenden in die vertikale Stellung  
die Aufrichtung des Körpers aus der liegenden in die vertikale Stellung  
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der thorakalen Atmung geschaffen.  
der thorakalen Atmung geschaffen.  


Wir finden in der Entwickelung der Atemmechanik in der Säuge-
Wir finden in der Entwickelung der Atemmechanik in der Säugetierreihe ein Analogon für diesen Abschnitt der kindlichen Respirationstätigkeit. Die abdominelle Atmung ist für diejenigen Säugetiere  
tierreihe ein Analogon für diesen Abschnitt der kindlichen Respirations-
charakteristisch, welche ihre Körperlast gleichmäßig auf die 4 Extremitäten stützen UEd die Muskeln der letzteren zum Fortbewegen der  
tätigkeit. Die abdominelle Atmung ist für diejenigen Säugetiere  
charakteristisch, welche ihre Körperlast gleichmäßig auf die 4 Extre-
mitäten stützen UEd die Muskeln der letzteren zum Fortbewegen der  
verhältnismäßig bedeutenden Körpermasse oder zum beschleunigten  
verhältnismäßig bedeutenden Körpermasse oder zum beschleunigten  
Laufe benutzen. Die thorakale Atmung ersetzt die abdominelle bei  
Laufe benutzen. Die thorakale Atmung ersetzt die abdominelle bei  
denjenigen Säugern, [welche ihre Körperlast auf die hinteren Extre-
denjenigen Säugern, [welche ihre Körperlast auf die hinteren Extremitäten allein stützen, die anderen zum Festhalten, Klettern oder  
mitäten allein stützen, die anderen zum Festhalten, Klettern oder  
Flattern benutzen^).  
Flattern benutzen^).  


Wie in der Entwickelung der Atmung in der Säugetierreihe der  
Wie in der Entwickelung der Atmung in der Säugetierreihe der  
Moment, von dem an die Schwererichtung aus einer ventralen eine  
Moment, von dem an die Schwererichtung aus einer ventralen eine  
kephalokaudale wird, von bestimmendem Einfluß auf den Atmungs-
kephalokaudale wird, von bestimmendem Einfluß auf den Atmungstypus wird, so stellt auch im frühen Kindesalter die Zeit der Entwickelung der statischen Funktionen für die Atemmechanik einen  
typus wird, so stellt auch im frühen Kindesalter die Zeit der Ent-
Wendepunkt dar. Die veränderte Schwererichtung äußert sich indessen beim Kinde in anderer Weise auf die Atemthätigkeit als beim  
wickelung der statischen Funktionen für die Atemmechanik einen  
Tiere. Denn das Kind richtet sich aus der Kückenlage auf, die Schwererichtung wird aus einer dorsalen eine kephalokaudale. Dieser  
Wendepunkt dar. Die veränderte Schwererichtung äußert sich in-
dessen beim Kinde in anderer Weise auf die Atemthätigkeit als beim  
Tiere. Denn das Kind richtet sich aus der Kückenlage auf, die Schwere-
richtung wird aus einer dorsalen eine kephalokaudale. Dieser  




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125  
125  


Unterschied hat beim Menschen für die Dauer der vorwiegend ab-
Unterschied hat beim Menschen für die Dauer der vorwiegend abdominellen Atmung eine besondere Bedeutung, denn der inspiratorische  
dominellen Atmung eine besondere Bedeutung, denn der inspiratorische  
Zug der Schwerewirkung der Bauchorgane, der sowohl beim abdominell  
Zug der Schwerewirkung der Bauchorgane, der sowohl beim abdominell  
atmenden Tiere wie beim thorakal atmenden, also sowohl bei kephalo-
atmenden Tiere wie beim thorakal atmenden, also sowohl bei kephaloventraler wie bei kephalokaudaler Schwererichtung, im Sinne einer  
ventraler wie bei kephalokaudaler Schwererichtung, im Sinne einer  
Auxiliarwirkung der Atmung aufzufassen ist, fällt beim liegenden  
Auxiliarwirkung der Atmung aufzufassen ist, fällt beim liegenden  
Menschen weg, vielmehr wirkt der Druck, den in der Rückenlage Leber,  
Menschen weg, vielmehr wirkt der Druck, den in der Rückenlage Leber,  
Line 10,975: Line 9,978:
der Atmung in Wegfall gekommen ist und später nach dem eingetretenen  
der Atmung in Wegfall gekommen ist und später nach dem eingetretenen  
Descensus der vorderen Brustwand sich die Leistungen der thorakalen  
Descensus der vorderen Brustwand sich die Leistungen der thorakalen  
Atmung mit denen der Zwerchfellsatmung in zweckmäßiger Weise kom-
Atmung mit denen der Zwerchfellsatmung in zweckmäßiger Weise kombinieren.  
binieren.  




Line 11,018: Line 10,020:
The superficial vessels of the feet were injected by inserting a  
The superficial vessels of the feet were injected by inserting a  
pointed canula just through the dermis on the pads of the toes and  
pointed canula just through the dermis on the pads of the toes and  
the metacarpus, and pushing it along about a centimetre in the sub-
the metacarpus, and pushing it along about a centimetre in the subcutaneous connective tissue. In each case for the space of about ten  
cutaneous connective tissue. In each case for the space of about ten  
minutes, from five to ten ccm of the fluid were forced gradually through  
minutes, from five to ten ccm of the fluid were forced gradually through  
the canula by a hard- rubber syringe while the limb was massaged  
the canula by a hard- rubber syringe while the limb was massaged  
Line 11,082: Line 10,083:
the dorsal aspect of the foot, turns to the outer side of the leg in  
the dorsal aspect of the foot, turns to the outer side of the leg in  
the distal region of the crus, whence it proceeds to the popliteal  
the distal region of the crus, whence it proceeds to the popliteal  
gland lying in a bed of fat between the biceps femoris and semitend-
gland lying in a bed of fat between the biceps femoris and semitendinosus muscles. From this gland, a single large vessel accompanying  
inosus muscles. From this gland, a single large vessel accompanying  
the small saphenous vein, leads direct to the gluteal gland imbedded  
the small saphenous vein, leads direct to the gluteal gland imbedded  
in the fat mass lying at the root of the tail. The other group com-
in the fat mass lying at the root of the tail. The other group composed of two or three vessels arising from the plantar portion of the  
posed of two or three vessels arising from the plantar portion of the  
foot, accompanies the great saphenous vein to its junction with the  
foot, accompanies the great saphenous vein to its junction with the  
femoral vein along which it continues to the lumbar glands lying on  
femoral vein along which it continues to the lumbar glands lying on  
Line 11,129: Line 10,128:
artery. Another trunk  
artery. Another trunk  
leads from the region  
leads from the region  
of the knee to the popH-
of the knee to the popHteal gland hidden in the  
teal gland hidden in the  
fat mass between the biceps femoris and semitendinosus muscles.  
fat mass between the bi-
ceps femoris and semi-
tendinosus muscles.  


The deep system  
The deep system  
Line 11,154: Line 10,150:


It is worthy of note that while the number of lymph glands in  
It is worthy of note that while the number of lymph glands in  
the cat is not more than one-tenth that in the human, yet the capil-
the cat is not more than one-tenth that in the human, yet the capillary net work on the tendons seem to be quite as rich as in man  
lary net work on the tendons seem to be quite as rich as in man  
(Fig. 1). The sub-cutaneous network, while not so fine meshed  
(Fig. 1). The sub-cutaneous network, while not so fine meshed  
as that of the tendons is very thick in many places. It is most  
as that of the tendons is very thick in many places. It is most  
Line 11,201: Line 10,196:




Inhalt. Aufsätze. A. Schaper, Ueber die Fälligkeit des fertigen Dotter-
Inhalt. Aufsätze. A. Schaper, Ueber die Fälligkeit des fertigen Dottersackepithels, geformte Dotterelemente in sich aufzunehmen. 3Iit 2 Tafeln, p. 129  
sackepithels, geformte Dotterelemente in sich aufzunehmen. 3Iit 2 Tafeln, p. 129  
bis 142. — J. Kumaris und G. Sclavunos, Ueber einige Varietäten der Muskeln,  
bis 142. — J. Kumaris und G. Sclavunos, Ueber einige Varietäten der Muskeln,  
Gefäße und Nerven. Mit 4 Abbildungen, p. 142—152. — Lydia P^licine, Bei-
Gefäße und Nerven. Mit 4 Abbildungen, p. 142—152. — Lydia P^licine, Beitrag zur Anatomie der Nebenniere, p. 152 — 156. — Browicz, Die Beziehungen  
trag zur Anatomie der Nebenniere, p. 152 — 156. — Browicz, Die Beziehungen  
zwischen den intraacinösen Blutkajjillaren und den intracellulären Ernährungskanälchen der Lebcrzelle. p. 157 — 162. — Wilhelm Kose, Ueber das Vorkommen  
zwischen den intraacinösen Blutkajjillaren und den intracellulären Ernährungs-
kanälchen der Lebcrzelle. p. 157 — 162. — Wilhelm Kose, Ueber das Vorkommen  
einer „Carotisdrüse" und der „chromaffinen Zellen" bei Vögeln, p. 162 — 170. —  
einer „Carotisdrüse" und der „chromaffinen Zellen" bei Vögeln, p. 162 — 170. —  
H. Strahl, Uteri gravidi des Orang-Utan. p. 170 — 175.  
H. Strahl, Uteri gravidi des Orang-Utan. p. 170 — 175.  
Line 11,226: Line 10,218:
von A. SCHAPER.  
von A. SCHAPER.  


(Aus der entwickelungsgeschichtlichen Abteilung des anatomischen In-
(Aus der entwickelungsgeschichtlichen Abteilung des anatomischen Instituts der Universität Breslau.)  
stituts der Universität Breslau.)  


Hierzu 2 Tafeln.  
Hierzu 2 Tafeln.  


Ueber den Bildungsmodus des Dottersackepithels des Hühnchens  
Ueber den Bildungsmodus des Dottersackepithels des Hühnchens  
aus dem Dotterentoblast des Keimwalls sowie über die weiteren Um-
aus dem Dotterentoblast des Keimwalls sowie über die weiteren Um
 
Anat. Anz. XXII. Aulsätze. 9  
Anat. Anz. XXII. Aulsätze. 9  


Line 11,243: Line 10,233:
Zustande durchläuft, sind wir in erster Linie durch die sorgfältigen  
Zustande durchläuft, sind wir in erster Linie durch die sorgfältigen  
Untersuchungen H. Virchows ^) zur Genüge orientiert. Auch wissen  
Untersuchungen H. Virchows ^) zur Genüge orientiert. Auch wissen  
wir, daß während der Bildung dieser Zellen, d. h. während der Cellu-
wir, daß während der Bildung dieser Zellen, d. h. während der Cellularisierung des syncytialen, mit Dotterkörnern beladenen Protoplasmas  
larisierung des syncytialen, mit Dotterkörnern beladenen Protoplasmas  
des Keimwalles bemerkenswerte Mengen von Dotterelementen unverändert und in geformtem Zustande von vornherein in die Zellen  
des Keimwalles bemerkenswerte Mengen von Dotterelementen un-
verändert und in geformtem Zustande von vornherein in die Zellen  
des Dottersackes aufgenommen werden. Virchow hat uns ferner  
des Dottersackes aufgenommen werden. Virchow hat uns ferner  
gezeigt, wie sich die Zellen weiterhin mit der Verarbeitung der aus  
gezeigt, wie sich die Zellen weiterhin mit der Verarbeitung der aus  
dem Dotter aufgenommenen fett- und eiweißartigen Substanzen be-
dem Dotter aufgenommenen fett- und eiweißartigen Substanzen beschäftigen, so daß beispielsweise die großen, sich charakteristisch  
schäftigen, so daß beispielsweise die großen, sich charakteristisch  
färbenden, eiweißartigen Ballen, welche anfangs (nahe dem Keirawall) dicht gedrängt die Zellen erfüllen, proximalwärts (d. h. in  
färbenden, eiweißartigen Ballen, welche anfangs (nahe dem Keira-
wall) dicht gedrängt die Zellen erfüllen, proximalwärts (d. h. in  
älteren, dem. Ductus omphalomesentericus näher gelegenen Zellen)  
älteren, dem. Ductus omphalomesentericus näher gelegenen Zellen)  
allmählich an Größe und Zahl abnehmen und schließlich in den  
allmählich an Größe und Zahl abnehmen und schließlich in den  
hohen cylindrischen Zellen des Gefäßbezirks völlig fehlen. Dem-
hohen cylindrischen Zellen des Gefäßbezirks völlig fehlen. Dementsprechend können wir mit Virchow annehmen, daß in diesem  
entsprechend können wir mit Virchow annehmen, daß in diesem  
vorgeschrittenen Entwickelungsstadium die Dottersackzellen den weitaus größten Teil desjenigen Nahrungsmaterials bereits aufgearbeitet  
vorgeschrittenen Entwickelungsstadium die Dottersackzellen den weit-
aus größten Teil desjenigen Nahrungsmaterials bereits aufgearbeitet  
haben, welches sie bei ihrer ersten Bildung in sich aufnahmen.  
haben, welches sie bei ihrer ersten Bildung in sich aufnahmen.  


Schon am 7. Tage der Bebrütung etwa hat nun das Dottersack-
Schon am 7. Tage der Bebrütung etwa hat nun das Dottersackepithel den Dotter bereits völlig umwachsen , und muß daher von  
epithel den Dotter bereits völlig umwachsen , und muß daher von  
diesem Zeitpunkt an eine primäre Aufnahme geformter Dottermassen von Seiten des Dottersackepithels, d. h. eine Aufnahme im  
diesem Zeitpunkt an eine primäre Aufnahme geformter Dotter-
massen von Seiten des Dottersackepithels, d. h. eine Aufnahme im  
Augenblick der Entstehung des letzteren im Keimwall zum Stillstand  
Augenblick der Entstehung des letzteren im Keimwall zum Stillstand  
kommen. Durch diesen Prozeß wurde überdies nur ein verschwindend  
kommen. Durch diesen Prozeß wurde überdies nur ein verschwindend  
kleiner Bruchteil der in dem Dottersack aufgespeicherten Dotter-
kleiner Bruchteil der in dem Dottersack aufgespeicherten Dottermassen in den embryonalen Keim aufgenommen, und wenn, wie wir  
massen in den embryonalen Keim aufgenommen, und wenn, wie wir  
annehmen müssen, ausschließlich dem Dottersackepithel die Funktion  
annehmen müssen, ausschließlich dem Dottersackepithel die Funktion  
zukommt, die im Dottersack angehäuften Nahrungsstoffe aus diesem  
zukommt, die im Dottersack angehäuften Nahrungsstoffe aus diesem  
aufzunehmen, zu verdauen und in geeignetem Zustande zum Auf-
aufzunehmen, zu verdauen und in geeignetem Zustande zum Aufbau des embryonalen Körpers an das im Gefäßhof zirkulierende  
bau des embryonalen Körpers an das im Gefäßhof zirkulierende  
Blut wieder abzugeben, so ist daraus zu folgern, daß für das  
Blut wieder abzugeben, so ist daraus zu folgern, daß für das  
Dottersack epithel erst in seinem jetzigen Zustande,  
Dottersack epithel erst in seinem jetzigen Zustande,  
d.h. nach völliger Um wach sung des Dotters, die Haupt-
d.h. nach völliger Um wach sung des Dotters, die Hauptarbeit beginnt.  
arbeit beginnt.  




Line 11,284: Line 10,263:
für den Gefäßbezirk des Dottersacks charakteristisch ist.  
für den Gefäßbezirk des Dottersacks charakteristisch ist.  


2) H. Virchow, Der Dottersack des Huhnes. Festschr. zu R. Vie-
2) H. Virchow, Der Dottersack des Huhnes. Festschr. zu R. VieCHOw's 70. Geburtstag, I, 1891.  
CHOw's 70. Geburtstag, I, 1891.  




Line 11,296: Line 10,274:
Sicheres über den Aufnahmemodus des Dotters von selten des  
Sicheres über den Aufnahmemodus des Dotters von selten des  
Dottersackepithels bekannt. Auch H. Virchow, der diese Frage  
Dottersackepithels bekannt. Auch H. Virchow, der diese Frage  
wohl am eingehendsten behandelt hat, drückt sich noch ziemlich un-
wohl am eingehendsten behandelt hat, drückt sich noch ziemlich unbestimmt darüber aus. Virchow hat zunächst festgestellt, daß im  
bestimmt darüber aus. Virchow hat zunächst festgestellt, daß im  
Laufe der Bebrütung die oberflächlichen Partien des Dotters eine  
Laufe der Bebrütung die oberflächlichen Partien des Dotters eine  
Art von Verflüssigung erfahren, so daß in späteren Bebrütungstagen  
Art von Verflüssigung erfahren, so daß in späteren Bebrütungstagen  
Line 11,305: Line 10,282:
eiweißartiger Substanzen besteht. Ferner finden wir innerhalb der  
eiweißartiger Substanzen besteht. Ferner finden wir innerhalb der  
Zellen des fertigen einschichtigen Dotterepithels gewisse Einschlüsse,  
Zellen des fertigen einschichtigen Dotterepithels gewisse Einschlüsse,  
die nach ihren physikalischen Eigenschaften und färberischen Re-
die nach ihren physikalischen Eigenschaften und färberischen Reaktionen den im Dotter suspendierten Elementen gleichen; es sind  
aktionen den im Dotter suspendierten Elementen gleichen; es sind  
dies neben meist recht umfangreichen Fettropfen größere und  
dies neben meist recht umfangreichen Fettropfen größere und  
kleinere Kügelchen, die sich mit Karmin mehr oder minder intensiv  
kleinere Kügelchen, die sich mit Karmin mehr oder minder intensiv  
färben, besonders zahlreich sich an der Kuppe der Zellen finden,  
färben, besonders zahlreich sich an der Kuppe der Zellen finden,  
aber auch innerhalb der Protoplasmabälkchen zwischen den Fett-
aber auch innerhalb der Protoplasmabälkchen zwischen den Fettvakuolen anzutreff'en sind. Daß diese Einlagerungen diejenigen  
vakuolen anzutreff'en sind. Daß diese Einlagerungen diejenigen  
Stoffe repräsentieren, die im Laufe der Entwickelung^des Eies vom  
Stoffe repräsentieren, die im Laufe der Entwickelung^des Eies vom  
Dottersackepithel fortwährend aus dem Dotter aufgenommen, um  
Dottersackepithel fortwährend aus dem Dotter aufgenommen, um  
nach geeigneter Umsetzung als Nährstoffe für den wachsenden Em-
nach geeigneter Umsetzung als Nährstoffe für den wachsenden Embryo wieder ausgeschieden zu werden, unterliegt keinem Zweifel.  
bryo wieder ausgeschieden zu werden, unterliegt keinem Zweifel.  
Unentschieden jedoch war bislang die Frage, in welcher Form  
Unentschieden jedoch war bislang die Frage, in welcher Form  
diese Stoffe in die Zellen hinein gelangen. Hierbei kom-
diese Stoffe in die Zellen hinein gelangen. Hierbei kommen zwei Möglichkeiten in Betracht: einmal können die fettund eiweißartigen Substanzen in derselben Form, wie  
men zwei Möglichkeiten in Betracht: einmal können die fett-
und eiweißartigen Substanzen in derselben Form, wie  
wir sie im „Dotterbrei" fanden, als Tröpfchen oder  
wir sie im „Dotterbrei" fanden, als Tröpfchen oder  
Körnchen mechanisch in die Zelle einverleibt werden,  
Körnchen mechanisch in die Zelle einverleibt werden,  
Line 11,328: Line 10,300:
Körnchen im Innern der Zellen sprechen, die in ihren Eigenschaften  
Körnchen im Innern der Zellen sprechen, die in ihren Eigenschaften  
durchaus mit denen im freien Dotter übereinzustimmen scheinen.  
durchaus mit denen im freien Dotter übereinzustimmen scheinen.  
Dabei ist aber nicht zu vergessen, daß diese Körnchen auch Ge-
Dabei ist aber nicht zu vergessen, daß diese Körnchen auch Gerinnungsprodukte ursprünglich gelöster Eiweißstoffe in der Zelle sein  
rinnungsprodukte ursprünglich gelöster Eiweißstoffe in der Zelle sein  
können, verursacht durch die koagulierende Wirkung der Fixationsmittel. Unsere Stellungnahme zu der vorliegenden Frage hängt  
können, verursacht durch die koagulierende Wirkung der Fixations-
mittel. Unsere Stellungnahme zu der vorliegenden Frage hängt  


9*  
9*  
Line 11,340: Line 10,310:


wohl in erster Liniö von einer Entscheidung darüber ab, ob die  
wohl in erster Liniö von einer Entscheidung darüber ab, ob die  
Zellen des Dottersackepithels überhaupt die Fähig-
Zellen des Dottersackepithels überhaupt die Fähigkeit besitzen, korpuskulare Elemente in sich aufzunehmen.  
keit besitzen, korpuskulare Elemente in sich aufzu-
nehmen.  


Daß die von physiologischen Gesichtspunkten an und für sich  
Daß die von physiologischen Gesichtspunkten an und für sich  
interessante Frage bislang eine befriedigende Antwort nicht erfahren  
interessante Frage bislang eine befriedigende Antwort nicht erfahren  
hat, dürfte sich wohl aus den Schwierigkeiten erklären, die sich einer  
hat, dürfte sich wohl aus den Schwierigkeiten erklären, die sich einer  
Feststellung eines derartigen Geschehens bei ausschließlich histo-
Feststellung eines derartigen Geschehens bei ausschließlich histologischer Untersuchung solcher Präparate erfahrungsgemäß entgegenstellen. Eine sichere Entscheidung darüber schien mir in erster  
logischer Untersuchung solcher Präparate erfahrungsgemäß ent-
gegenstellen. Eine sichere Entscheidung darüber schien mir in erster  
Linie vom Experiment zu erhoffen sein, und meine in dieser  
Linie vom Experiment zu erhoffen sein, und meine in dieser  
Richtung angestellten Versuche, nämlich nach Injektion einer  
Richtung angestellten Versuche, nämlich nach Injektion einer  
Farbstoff suspension in den Dottersack eines Hühner-
Farbstoff suspension in den Dottersack eines Hühnereies während der Bebrütung das Verhalten des Dottersackepithels zu diesen unter dem Mikroskop leicht nachweisbaren Beimengungen festzustellen, ergaben eine Reihe positiver Resultate, die  
eies während der Bebrütung das Verhalten des Dottersack-
epithels zu diesen unter dem Mikroskop leicht nachweisbaren Bei-
mengungen festzustellen, ergaben eine Reihe positiver Resultate, die  
ich mir im folgenden mitzuteilen erlaube.  
ich mir im folgenden mitzuteilen erlaube.  


Meine ersten diesbezüglichen Versuche galten zunächst nur der  
Meine ersten diesbezüglichen Versuche galten zunächst nur der  
Erprobung der anzuwendenden Technik und der Feststellung, ob  
Erprobung der anzuwendenden Technik und der Feststellung, ob  
das Ei überhaupt derartige Eingriffe ohne Einbuße seiner Entwicke-
das Ei überhaupt derartige Eingriffe ohne Einbuße seiner Entwickelungsfähigkeit ertragen würde. Als Injektionsflüssigkeit verwandte ich eine Suspension von feinstem Karminpulver in physiologischer Kochsalzlösung, welche vor  
lungsfähigkeit ertragen würde. Als Injektionsflüssigkeit ver-
wandte ich eine Suspension von feinstem Karmin-
pulver in physiologischer Kochsalzlösung, welche vor  
dem Gebrauch auf 39** C erwärmt wurde. Zunächst nun dienten  
dem Gebrauch auf 39** C erwärmt wurde. Zunächst nun dienten  
mir zwei Tage lang bebrütete Hühnereier zu meinen Ver-
mir zwei Tage lang bebrütete Hühnereier zu meinen Versuchen. Die Injektion wurde in folgender Weise ausgeführt. An  
suchen. Die Injektion wurde in folgender Weise ausgeführt. An  
dem horizontal liegenden Ei wurde mit einem spitzen Instrumente  
dem horizontal liegenden Ei wurde mit einem spitzen Instrumente  
etwa 2 cm seitlich von dem höchsten Punkte des Eies ein möglichst  
etwa 2 cm seitlich von dem höchsten Punkte des Eies ein möglichst  
kleines Loch in die Schale gebohrt, durch dieses in annähernd hori-
kleines Loch in die Schale gebohrt, durch dieses in annähernd horizontaler Richtung die Nadel einer PRAVAz'schen Spritze mit schnellem  
zontaler Richtung die Nadel einer PRAVAz'schen Spritze mit schnellem  
Stoß so weit eingeführt, daß ihre Spitze schätzungsweise etwa in den  
Stoß so weit eingeführt, daß ihre Spitze schätzungsweise etwa in den  
oberen Teil der Dotterkugel ziemlich dicht unter die  
oberen Teil der Dotterkugel ziemlich dicht unter die  
Line 11,379: Line 10,337:
und dann Y4 ccm des Inhalts durch die Nadel in den Dotter sack  
und dann Y4 ccm des Inhalts durch die Nadel in den Dotter sack  
injiziert. Die so behandelten Eier (10 Stück) wurden auf 3 weitere Tage  
injiziert. Die so behandelten Eier (10 Stück) wurden auf 3 weitere Tage  
in den Brütofen zurückgebracht und dann geöffnet. Die ersten Resul-
in den Brütofen zurückgebracht und dann geöffnet. Die ersten Resultate waren schlecht. Die Embryonen waren sämtlich abgestorben und  
tate waren schlecht. Die Embryonen waren sämtlich abgestorben und  
bereits stark maceriert. Weitere Versuche zeigten, daß gewisse asep
bereits stark maceriert. Weitere Versuche zeigten, daß gewisse asep-
 




133  
133  


tische Kautelen nötig waren (sowohl bei der Herstellung der Injektions-
tische Kautelen nötig waren (sowohl bei der Herstellung der Injektionsflüssigkeit als bei der vorherigen Reinigung der zu verwendenden  
flüssigkeit als bei der vorherigen Reinigung der zu verwendenden  
Instrumente), um zum gewünschten Ziele zu gelangen. So glückte  
Instrumente), um zum gewünschten Ziele zu gelangen. So glückte  
es mir denn endlich, einige Eier zu erhalten, die beim  
es mir denn endlich, einige Eier zu erhalten, die beim  
Line 11,394: Line 10,349:
normalem Entwickelungsgange befanden und einen  
normalem Entwickelungsgange befanden und einen  
lebenden Embryo enthielten. Von diesen Eiern wurde unter  
lebenden Embryo enthielten. Von diesen Eiern wurde unter  
erwärmter physiologischer Kochsalzlösung der größte Teil des Dotter-
erwärmter physiologischer Kochsalzlösung der größte Teil des Dottersackes vorsichtig vom Dotter abgehoben , in der Salzlösung durch  
sackes vorsichtig vom Dotter abgehoben , in der Salzlösung durch  
leichtes Schwenken von dem oberflächlich anhaftenden Karminbelag  
leichtes Schwenken von dem oberflächlich anhaftenden Karminbelag  
befreit und dann in Alkohol abs. fixiert. Schon in frischem Zu-
befreit und dann in Alkohol abs. fixiert. Schon in frischem Zustande zeigte sich bei Lupenbetrachtung, daß das Karmin sowohl im  
stande zeigte sich bei Lupenbetrachtung, daß das Karmin sowohl im  
Innern des Dotters als auch dort, wo es oberflächlich am Dottersack  
Innern des Dotters als auch dort, wo es oberflächlich am Dottersack  
haften blieb, überall noch in körnigem Zustande vorhanden war,  
haften blieb, überall noch in körnigem Zustande vorhanden war,  
und alle diejenigen Teile des Dottersackes, welche frei von Karmin-
und alle diejenigen Teile des Dottersackes, welche frei von Karminkörnern waren, auch völlig weiß erschienen. Es war also keine  
körnern waren, auch völlig weiß erschienen. Es war also keine  
nachweisbare Lösung des Farbstoffes im Ei eingetreten, ein Umstand, der für die Deutung der späteren Befunde  
nachweisbare Lösung des Farbstoffes im Ei einge-
treten, ein Umstand, der für die Deutung der späteren Befunde  
von gewisser Wichtigkeit ist.  
von gewisser Wichtigkeit ist.  


Line 11,411: Line 10,362:
die mikroskopische Untersuchung Aufklärung geben.  
die mikroskopische Untersuchung Aufklärung geben.  
Zu diesem Zwecke wurden kleine Stücke aus verschiedenen Teilen  
Zu diesem Zwecke wurden kleine Stücke aus verschiedenen Teilen  
der Dottersackwand herausgeschnitten, leicht mit Hämatoxylin ge-
der Dottersackwand herausgeschnitten, leicht mit Hämatoxylin gefärbt, in Paraffin eingebettet und auf dem Mikrotom in Querschnitte  
färbt, in Paraffin eingebettet und auf dem Mikrotom in Querschnitte  
von 10 a Dicke zerlegt. Bei Durchmusterung dieser Schnitte ergab  
von 10 a Dicke zerlegt. Bei Durchmusterung dieser Schnitte ergab  
sich nun zunächst der bemerkenswerte Befund, daß an zahlreichen  
sich nun zunächst der bemerkenswerte Befund, daß an zahlreichen  
Line 11,419: Line 10,369:
oder kleiner Karminkörnchen, teils einzeln, teils zu  
oder kleiner Karminkörnchen, teils einzeln, teils zu  
Ballen vereinigt, durchsetzt war. Daß dieselben in der  
Ballen vereinigt, durchsetzt war. Daß dieselben in der  
Tat intracellular gelegen waren, ließ sich durch verschiedene Er-
Tat intracellular gelegen waren, ließ sich durch verschiedene Erscheinungen leicht außer Zweifel stellen. Zudem war es ganz  
scheinungen leicht außer Zweifel stellen. Zudem war es ganz  
ausschließlich das Dottersackepithel, welches diese  
ausschließlich das Dottersackepithel, welches diese  
Farbstoffeinschlüsse enthielt; niemals habe ich weder in  
Farbstoffeinschlüsse enthielt; niemals habe ich weder in  
den Blutgefäßen, noch in den übrigen Geweben Spuren von Farb-
den Blutgefäßen, noch in den übrigen Geweben Spuren von Farbkörnern entdecken können. Diese Verhältnisse sind auf Tafel V in  
körnern entdecken können. Diese Verhältnisse sind auf Tafel V in  
Abbildung 1 wiedergegeben, welche einen Querschnitt durch einen  
Abbildung 1 wiedergegeben, welche einen Querschnitt durch einen  
„D Otter sack wul st" mit darin hegendem großen Blutgefäße dar-
„D Otter sack wul st" mit darin hegendem großen Blutgefäße darstellt. Man könnte nun geneigt sein, schon aus diesen Befunden  
stellt. Man könnte nun geneigt sein, schon aus diesen Befunden  
auf eine Aufnahme von Karminpartikeln von selten des fertigen  
auf eine Aufnahme von Karminpartikeln von selten des fertigen  


Line 11,436: Line 10,383:
üottersackepithels aus dem anliegenden Dotter zu schließen. Daß  
üottersackepithels aus dem anliegenden Dotter zu schließen. Daß  
jedoch bei der vorliegenden Versuchsanordnung ein derartiger Schluß  
jedoch bei der vorliegenden Versuchsanordnung ein derartiger Schluß  
noch nicht völlig berechtigt erscheint, dürfte aus folgender Ueber-
noch nicht völlig berechtigt erscheint, dürfte aus folgender Ueberlegung hervorgehen. Das Ei wurde am zweiten Bebrütungstage injiziert, also zu einer Zeit, wo das Dottersackepithel nur erst einen  
legung hervorgehen. Das Ei wurde am zweiten Bebrütungstage in-
jiziert, also zu einer Zeit, wo das Dottersackepithel nur erst einen  
geringen Teil des Dotters umwachsen hat, und die Area vasculosa,  
geringen Teil des Dotters umwachsen hat, und die Area vasculosa,  
also diejenige Region, die fertiges Dottersackepithel enthält,  
also diejenige Region, die fertiges Dottersackepithel enthält,  
Line 11,444: Line 10,389:
mit der Möglichkeit zu rechnen, daß die zur Zeit der Eröffnung  
mit der Möglichkeit zu rechnen, daß die zur Zeit der Eröffnung  
des Eies mit Karmin beladenen Epithelzellen dies nicht in ihrem  
des Eies mit Karmin beladenen Epithelzellen dies nicht in ihrem  
fertigen Entwickelungszustande aus dem Dotter aufnahmen, son-
fertigen Entwickelungszustande aus dem Dotter aufnahmen, sondern bereits seit ihrer Entstehung im Keimwall enthielten, wo, wie  
dern bereits seit ihrer Entstehung im Keimwall enthielten, wo, wie  
Figur 2 der Tafel V zeigt, der körnige Farbstoff samt den übrigen  
Figur 2 der Tafel V zeigt, der körnige Farbstoff samt den übrigen  
Dotterbestandteilen sich mit dem Syncytium des in den Dotter ein-
Dotterbestandteilen sich mit dem Syncytium des in den Dotter eindringenden Entoblasts vermischt und bei der Cellularisierung des  
dringenden Entoblasts vermischt und bei der Cellularisierung des  
letzteren zusammen mit den Dotterkugeln in die Zellterritorien  
letzteren zusammen mit den Dotterkugeln in die Zellterritorien  
eingeschlossen wird. Durch die vorliegenden Präparate war daher  
eingeschlossen wird. Durch die vorliegenden Präparate war daher  
noch kein strikter Beweis geliefert, daß die intracellulären Karmin-
noch kein strikter Beweis geliefert, daß die intracellulären Karminpartikel wirklich von dem fertigen Epithel aus dem Dotter aufgenommen wurden, um so mehr, als ich versäumt hatte, die aus verschiedenen Teilen des Dottersackes entnommenen Stücke ihrer Lage  
partikel wirklich von dem fertigen Epithel aus dem Dotter aufge-
nommen wurden, um so mehr, als ich versäumt hatte, die aus ver-
schiedenen Teilen des Dottersackes entnommenen Stücke ihrer Lage  
nach genau zu bezeichnen, so daß ich später nicht mehr im stände  
nach genau zu bezeichnen, so daß ich später nicht mehr im stände  
war, zu bestimmen, ob beispielsweise das Stück, dem die Figur 1  
war, zu bestimmen, ob beispielsweise das Stück, dem die Figur 1  
Line 11,462: Line 10,402:
Die Injektionsversuche mußten also wiederholt werden, und  
Die Injektionsversuche mußten also wiederholt werden, und  
zwar in derart abgeänderter Weise, daß die zu einer einwandsfreien  
zwar in derart abgeänderter Weise, daß die zu einer einwandsfreien  
Interpretation der späteren Befunde nötigen Vorbedingungen ge-
Interpretation der späteren Befunde nötigen Vorbedingungen gegeben waren. Zu dem Zwecke verwandte ich zunächst zur Injektion  
geben waren. Zu dem Zwecke verwandte ich zunächst zur Injektion  
Eier vom sechsten Bebrütungstage, also von einem Entwickelungsgrade, wo das Dotter sackepithel den Dotter bereits annähernd völlig umwachsen hatte, und der Durchmesser der Area vasculosa ca. 4,5 cm beträgt. Derartige Eier  
Eier vom sechsten Bebrütungstage, also von einem Ent-
besaßen also zur Zeit der Injektion im proximalen Bezirk des Dottersackes bereits ein umfangreiches, aus  
wickelungsgrade, wo das Dotter sackepithel den Dotter be-
reits annähernd völlig umwachsen hatte, und der Durch-
messer der Area vasculosa ca. 4,5 cm beträgt. Derartige Eier  
besaßen also zur Zeit der Injektion im proximalen Be-
zirk des Dottersackes bereits ein umfangreiches, aus  
fertigem hohen Epithel bestehendes Entoblastgebiet.  
fertigem hohen Epithel bestehendes Entoblastgebiet.  
Dieinjizierten Eier wurden aufvier weite reTagein den  
Dieinjizierten Eier wurden aufvier weite reTagein den  
Line 11,483: Line 10,418:
beim OeJffnen einen lebenden Embryo enthielten, ebenso wie früher  
beim OeJffnen einen lebenden Embryo enthielten, ebenso wie früher  
keine Spur einer Lösung des Karmins bemerkbar ; sowohl  
keine Spur einer Lösung des Karmins bemerkbar ; sowohl  
der dem Dotter beigemischte Farbstoff als der dem Dottersack an-
der dem Dotter beigemischte Farbstoff als der dem Dottersack anhängende oberflächliche Belag erschien unter dem Mikroskop auch  
hängende oberflächliche Belag erschien unter dem Mikroskop auch  
am frischen Präparat deutlich körnig, während alle dazwischen  
am frischen Präparat deutlich körnig, während alle dazwischen  
liegenden Teile völlig farblos waren; Verhältnisse, die nach der  
liegenden Teile völlig farblos waren; Verhältnisse, die nach der  
Line 11,498: Line 10,432:
höckerige Innenfläche des Dottersackes dicht belegt mit Karmin, so  
höckerige Innenfläche des Dottersackes dicht belegt mit Karmin, so  
daß diese Teile gleichmäßig und intensiv rot gefärbt erschienen.  
daß diese Teile gleichmäßig und intensiv rot gefärbt erschienen.  
Weiter nach innen zu wurde dieser Belag allmählich lichter und er-
Weiter nach innen zu wurde dieser Belag allmählich lichter und erschien in den zentral gelegenen Teilen des Gefäßhofes nur noch als  
schien in den zentral gelegenen Teilen des Gefäßhofes nur noch als  
leichte Bestäubung. Etwas anders verhielten sich die in radiärer  
leichte Bestäubung. Etwas anders verhielten sich die in radiärer  
Richtung vom Ductus omphalomesentericus nach der Peripherie  
Richtung vom Ductus omphalomesentericus nach der Peripherie  
Line 11,505: Line 10,438:
Dottergefäße umschließen. An diese schien sich die Karminmasse  
Dottergefäße umschließen. An diese schien sich die Karminmasse  
mit besonderer Vorliebe anzuheften, so daß dieselben, häufig in einen  
mit besonderer Vorliebe anzuheften, so daß dieselben, häufig in einen  
dichten Farbbelag gehüllt, als intensiv rote Stränge die helleren da-
dichten Farbbelag gehüllt, als intensiv rote Stränge die helleren dazwischen liegenden Teile des Dottersackes durchzogen. Es wurde  
zwischen liegenden Teile des Dottersackes durchzogen. Es wurde  
nun aus dem Dottersack ein Sektor herausgeschnitten, dessen Basis  
nun aus dem Dottersack ein Sektor herausgeschnitten, dessen Basis  
durch den Rand des Gefäßbezirks resp. durch den Keimwall ge-
durch den Rand des Gefäßbezirks resp. durch den Keimwall gebildet war und dessen Spitze an die Abgangsstelle des Ductus  
bildet war und dessen Spitze an die Abgangsstelle des Ductus  
omphalomesentericus stieß. Dieses Stück wurde durch zwei Querschnitte wieder in drei kleinere Stücke zerlegt, von denen also das  
omphalomesentericus stieß. Dieses Stück wurde durch zwei Quer-
schnitte wieder in drei kleinere Stücke zerlegt, von denen also das  
zentral gelegene (neben dem Dotterstiel) den ältesten Abschnitt, das  
zentral gelegene (neben dem Dotterstiel) den ältesten Abschnitt, das  
periphere hingegen (Randteil des Gefäßbezirks) den jüngsten Ab-
periphere hingegen (Randteil des Gefäßbezirks) den jüngsten Abschnitt des Dottersackepithels enthielt. Diese drei Stücke wurden  
schnitt des Dottersackepithels enthielt. Diese drei Stücke wurden  
dann wie früher leicht mit Hämatoxylin gefärbt, in Paraffin eingebettet und jedes für sich in 10 fi dicke Schnitte (quer zu den Dotterwülsten) zerlegt. Die daraus sich ergebenden mikroskopischen Bilder sind durch die Figuren 3, 4, 5 und 6 der  
dann wie früher leicht mit Hämatoxylin gefärbt, in Paraffin einge-
bettet und jedes für sich in 10 fi dicke Schnitte (quer zu den Dotter-
wülsten) zerlegt. Die daraus sich ergebenden mikrosko-
pischen Bilder sind durch die Figuren 3, 4, 5 und 6 der  
Tafel VI veranschaulicht. Figur 3 zeigt uns zunächst einen  
Tafel VI veranschaulicht. Figur 3 zeigt uns zunächst einen  
Querschnitt durch einen Dottersack wulst aus dem  
Querschnitt durch einen Dottersack wulst aus dem  
Line 11,530: Line 10,456:
Blutinsel, die ein sich entwickelndes Gefäß umschließt. Das Ganze  
Blutinsel, die ein sich entwickelndes Gefäß umschließt. Das Ganze  
ist von einem geschichteten Epithel umgeben, welches sich in  
ist von einem geschichteten Epithel umgeben, welches sich in  
gleicher Weise auf die benachbarten Teile des Dottersackes fort-
gleicher Weise auf die benachbarten Teile des Dottersackes fortsetzt. Das gesamte Epithel ist nun dicht durchsetzt  
setzt. Das gesamte Epithel ist nun dicht durchsetzt  
mit Karmin, welches sich entweder in Form kleiner  
mit Karmin, welches sich entweder in Form kleiner  
Körnchen oder zu Klumpen zusammengeballt inner-
Körnchen oder zu Klumpen zusammengeballt innerhalb der einzelnen Zellen findet und hier und da auch  
halb der einzelnen Zellen findet und hier und da auch  
der Oberfläche des Epithels anliegt. Diese Anhäufung beträchtlicher Karminmassen teils im Innern der Zellen, teils auf der  
der Oberfläche des Epithels anliegt. Diese Anhäufung be-
trächtlicher Karminmassen teils im Innern der Zellen, teils auf der  
Oberfläche erklärt die schon vorher bei Flächenbetrachtung des  
Oberfläche erklärt die schon vorher bei Flächenbetrachtung des  
Dottersackes wahrgenommene intensive Färbung in diesem peripheren  
Dottersackes wahrgenommene intensive Färbung in diesem peripheren  
Line 11,546: Line 10,469:
bei weitem der größte Teil, wenn nicht alles dieser intracellulären  
bei weitem der größte Teil, wenn nicht alles dieser intracellulären  
Karminmassen aus jener frühen Entwickelungsperiode stammt, wo  
Karminmassen aus jener frühen Entwickelungsperiode stammt, wo  
die Zellen bei ihrer Bildung im Keimwall zugleich mit den Dotter-
die Zellen bei ihrer Bildung im Keimwall zugleich mit den Dotterkugeln auch die dazwischen gelegenen Karminpartikel in sich einschlössen. Dafür scheint mir auch eine andere Thatsache in unseren  
kugeln auch die dazwischen gelegenen Karminpartikel in sich ein-
schlössen. Dafür scheint mir auch eine andere Thatsache in unseren  
Bildern zu sprechen, nämlich der Befund, daß sich an den in  
Bildern zu sprechen, nämlich der Befund, daß sich an den in  
Figur 3 näher bezeichneten Stellen die K ar m i n k ö r n chen  
Figur 3 näher bezeichneten Stellen die K ar m i n k ö r n chen  
in feinster Verteilung kapselartig um kleinere und  
in feinster Verteilung kapselartig um kleinere und  
größere Dotterkugeln gelegt haben, eine Erscheinung, die  
größere Dotterkugeln gelegt haben, eine Erscheinung, die  
ich nur in diesen peripheren Teilen des Dottersackepithels wahrge-
ich nur in diesen peripheren Teilen des Dottersackepithels wahrgenommen habe. Eine derartige gleichmäßige Umlagerung der Dotterkugeln durch Karminpartikel ist wohl nur innerhalb des freien  
nommen habe. Eine derartige gleichmäßige Umlagerung der Dotter-
kugeln durch Karminpartikel ist wohl nur innerhalb des freien  
Dotters möglich, wo die Karminkörnchen, freibeweglich in der  
Dotters möglich, wo die Karminkörnchen, freibeweglich in der  
flüssigen Zwischensubstanz des Dotters suspendiert, leicht durch Ad-
flüssigen Zwischensubstanz des Dotters suspendiert, leicht durch Adhäsion an der Oberfläche der Dotterkugeln festgehalten und dann  
häsion an der Oberfläche der Dotterkugeln festgehalten und dann  
mit diesen zusammen von den sich bildenden Zellen des Dotterentoblasts umschlossen werden.  
mit diesen zusammen von den sich bildenden Zellen des Dotter-
entoblasts umschlossen werden.  


Die beiden folgenden Abbildungen (Fig. 4 u. 5 der Tafel VI)  
Die beiden folgenden Abbildungen (Fig. 4 u. 5 der Tafel VI)  
Line 11,566: Line 10,483:
vom Ansatz des Dotterstiels entfernt) entnommen, also einem Teil  
vom Ansatz des Dotterstiels entfernt) entnommen, also einem Teil  
der Dottersackwand, der zur Zeit der Injektion mit  
der Dottersackwand, der zur Zeit der Injektion mit  
größter Wahrscheinlichkeit bereits ]nit fertigem e i n -
größter Wahrscheinlichkeit bereits ]nit fertigem e i n schichtigem Epithel ausgekleidet war. Figur 4 stellt  
schichtigem Epithel ausgekleidet war. Figur 4 stellt  
wiederum einen Querschnitt durch einen Dottersackwulst mit  
wiederum einen Querschnitt durch einen Dottersackwulst mit  
Blutinsel und zentralem Gefäß dar, Figur 5 hingegen einen zwischen  
Blutinsel und zentralem Gefäß dar, Figur 5 hingegen einen zwischen  
Line 11,577: Line 10,493:


beiden Präparaten fällt uns sofort die Durchsetzung  
beiden Präparaten fällt uns sofort die Durchsetzung  
des gesamten Epithels mit zahlreichen Karmiukörn-
des gesamten Epithels mit zahlreichen Karmiukörnchen auf, und zwar eine besonders massenhafte Ansammlung derselben in den Zellen des Dotterwulstes  
chen auf, und zwar eine besonders massenhafte An-
sammlung derselben in den Zellen des Dotterwulstes  
(Fig. 4). Dieses Verhalten entspricht der schon im Flächenbilde  
(Fig. 4). Dieses Verhalten entspricht der schon im Flächenbilde  
beobachteten intensiveren Rotfärbung der Gefäßwülste gegenüber  
beobachteten intensiveren Rotfärbung der Gefäßwülste gegenüber  
Line 11,585: Line 10,499:
ferner die vorwiegende Ansammlung des Karmins in dem  
ferner die vorwiegende Ansammlung des Karmins in dem  
dem Dotter zugewandten freien Teile der Zelle, der  
dem Dotter zugewandten freien Teile der Zelle, der  
kuppenförmig nach außen vorspringt. Von diesen peripheren An-
kuppenförmig nach außen vorspringt. Von diesen peripheren Anhäufungen sieht man hier und da Körnchenreihen innerhalb zarter  
häufungen sieht man hier und da Körnchenreihen innerhalb zarter  
Protoplasmabälkchen in zentralere Partien der Zelle ziehen. Diese  
Protoplasmabälkchen in zentralere Partien der Zelle ziehen. Diese  
Befunde stehen in auffälligem Gegensatze zu denen des vorigen  
Befunde stehen in auffälligem Gegensatze zu denen des vorigen  
Line 11,594: Line 10,507:
Lagerung der Karmi.nkörner in den Zellen des mehr  
Lagerung der Karmi.nkörner in den Zellen des mehr  
proximal gelegenen Dottersackepithels scheint mir  
proximal gelegenen Dottersackepithels scheint mir  
aber in besonderem Maße dafür zu sprechen, daß die-
aber in besonderem Maße dafür zu sprechen, daß dieselben sekundär in die völlig ausgebildeten Epithelzellen von der dem Dotter zugewandten Oberfläche  
selben sekundär in die völlig ausgebildeten Epithel-
zellen von der dem Dotter zugewandten Oberfläche  
her eingetreten sind. Bemerkenswert ist ferner, daß, wie mir  
her eingetreten sind. Bemerkenswert ist ferner, daß, wie mir  
meine Präparate (besonders deutlich nach Fixation in Zenker)  
meine Präparate (besonders deutlich nach Fixation in Zenker)  
zeigen, gerade die Kuppen der Zellen besonders reich an Proto-
zeigen, gerade die Kuppen der Zellen besonders reich an Protoplasma sind, und, wie auch Virchow bereits beschrieben hat, häufig  
plasma sind, und, wie auch Virchow bereits beschrieben hat, häufig  
große Mengen feinkörniger Massen enthalten, die denen im angrenzenden freien Dotter ihrem Aussehen sowohl als ihrer färberischen Reaktion nach völlig gleichen. Nach unseren obigen Befunden dürfte daher wohl die Annahme berechtigt sein, daß auch  
große Mengen feinkörniger Massen enthalten, die denen im an-
diese Körnchen, teils fett-, teils eiweißartiger Natur, ebenfalls in geformtem Zustande und in gleicher Weise wie die Karminpartikel in  
grenzenden freien Dotter ihrem Aussehen sowohl als ihrer fär-
berischen Reaktion nach völlig gleichen. Nach unseren obigen Be-
funden dürfte daher wohl die Annahme berechtigt sein, daß auch  
diese Körnchen, teils fett-, teils eiweißartiger Natur, ebenfalls in ge-
formtem Zustande und in gleicher Weise wie die Karminpartikel in  
späteren Entwickelungsstadien in die Zellen aufgenommen wurden.  
späteren Entwickelungsstadien in die Zellen aufgenommen wurden.  
Um etwa noch bestehende Zweifel an der sekundären Auf-
Um etwa noch bestehende Zweifel an der sekundären Aufnahme der Karminkörner von selten des fertigen Dottersackepithels vollends zu beseitigen, dürften schließlich diejenigen Befunde dienen, die sich an Präparaten boten, welche von dem am  
nahme der Karminkörner von selten des fertigen Dottersack-
weitesten proximal gelegenen Abschnitte des Dottersackes (ca. 1 cm vom Ansatz des Dotterstiels entfernt) hergestellt  
epithels vollends zu beseitigen, dürften schließlich diejenigen Be-
wurden, bei welchem völlig außer Frage steht, daß das ihm zugehörige Epithel zur Zeit der Injektion bereits in fertigem  
funde dienen, die sich an Präparaten boten, welche von dem am  
weitesten proximal gelegenen Abschnitte des Dotter-
sackes (ca. 1 cm vom Ansatz des Dotterstiels entfernt) hergestellt  
wurden, bei welchem völlig außer Frage steht, daß das ihm zuge-
hörige Epithel zur Zeit der Injektion bereits in fertigem  
Zustande vorhanden war. Abbildung 6 ist einem dieser  
Zustande vorhanden war. Abbildung 6 ist einem dieser  


Line 11,628: Line 10,529:
in das Netzwerk der Protoplasmabälkchen.  
in das Netzwerk der Protoplasmabälkchen.  


Es ist nach alledem durch die vorliegenden Ex-
Es ist nach alledem durch die vorliegenden Experimente zunächst gezeigt worden, daß die im Laufe  
perimente zunächst gezeigt worden, daß die im Laufe  
der Bebrütung in den Dottersack injizierten Karmin körnchen nicht nur bei der Bildung des Dottersackepithels im Keimwall samt den übrigen Bestandteilen  
der Bebrütung in den Dottersack injizierten Karmin -
körnchen nicht nur bei der Bildung des Dottersack-
epithels im Keimwall samt den übrigen Bestandteilen  
des Dotters von den in statu nascente befindlichen  
des Dotters von den in statu nascente befindlichen  
Zellen umschlossen werden, sondern auch sekundär i n  
Zellen umschlossen werden, sondern auch sekundär i n  
Line 11,638: Line 10,536:
hohe Epithel unverändert hineingelang en^).  
hohe Epithel unverändert hineingelang en^).  


Hiermit dürfte aber auch der positive Beweis er-
Hiermit dürfte aber auch der positive Beweis er
 




1) Es ist mir zwar der Einwand erhoben worden, daß die Mög-
1) Es ist mir zwar der Einwand erhoben worden, daß die Möglichkeit nicht ausgeschlossen sei, daß das Karmin innerhalb der  
lichkeit nicht ausgeschlossen sei, daß das Karmin innerhalb der  
Dotter flüssigkeit zum Teil zur Lösung kam, in diesem gelösten Zustande von den Zellen aufgenommen und schließlich durch die  
Dotter flüssigkeit zum Teil zur Lösung kam, in diesem ge-
lösten Zustande von den Zellen aufgenommen und schließlich durch die  
Alkoholwirkung bei der Fixation innerhalb der Zellen in körnigem  
Alkoholwirkung bei der Fixation innerhalb der Zellen in körnigem  
Zustande präcipitiert wurde. Gegen eine derartige Annahme  
Zustande präcipitiert wurde. Gegen eine derartige Annahme  
Line 11,656: Line 10,551:
Lösungserscheinungen des Karmins jedoch waren nur im Dottersack  
Lösungserscheinungen des Karmins jedoch waren nur im Dottersack  
abgestorbener Eier wahrzunehmen, in denen der Embryo schon  
abgestorbener Eier wahrzunehmen, in denen der Embryo schon  
stark maceriert war. Wir müssen annehmen, daß die Lösung des Kar-
stark maceriert war. Wir müssen annehmen, daß die Lösung des Karmins hier unter dem Einflüsse der postmortalen chemischen Umsetzung  
mins hier unter dem Einflüsse der postmortalen chemischen Umsetzung  
der Gewebssäfte vor sich ging, und die abgestorbenen Gewebe alsdann  
der Gewebssäfte vor sich ging, und die abgestorbenen Gewebe alsdann  
den gelösten Farbstoff imbibierten. Schnitte durch ein derartiges , in  
den gelösten Farbstoff imbibierten. Schnitte durch ein derartiges , in  
Alkohol fixiertes Stück des Dottersackes zeigten eine leichte diffuse ßosa-
Alkohol fixiertes Stück des Dottersackes zeigten eine leichte diffuse ßosafärbung aller Gewebsteile und eine etwas intensivere Färbung der Kerne.  
färbung aller Gewebsteile und eine etwas intensivere Färbung der Kerne.  
Von einer körnigen Ausfällung des gelösten Farbstoffes  
Von einer körnigen Ausfällung des gelösten Farbstoffes  
durch Einwirkung des Alkohols war aber auch hier nichts  
durch Einwirkung des Alkohols war aber auch hier nichts  
wahrzunehmen. Endlich bleibt zu bedenken, daß, wenn die be-
wahrzunehmen. Endlich bleibt zu bedenken, daß, wenn die beträchtlichen Mengen von Karminkörnern, die wir in den Zellen des  
trächtlichen Mengen von Karminkörnern, die wir in den Zellen des  
Dottersackes antrafen, vorher in Lösung in demselben vorhanden gewesen wären, die ganze Dottersack wand in frischem Zustande in intensivestem diffusen Rot hätte erscheinen müssen. Diese Tatsachen und  
Dottersackes antrafen, vorher in Lösung in demselben vorhanden ge-
wesen wären, die ganze Dottersack wand in frischem Zustande in inten-
sivestem diffusen Rot hätte erscheinen müssen. Diese Tatsachen und  
Ueberlegungen dürften wohl genügen, um in dem hier vorliegenden  
Ueberlegungen dürften wohl genügen, um in dem hier vorliegenden  
Falle obigen Einwand von der Möglichkeit einer Aufnahme des Kar-
Falle obigen Einwand von der Möglichkeit einer Aufnahme des Karmins in flüssigem Zustande zurückzuweisen.  
mins in flüssigem Zustande zurückzuweisen.  




Line 11,681: Line 10,570:
Teile aus dem Dotter in unverändertem Zustande in  
Teile aus dem Dotter in unverändertem Zustande in  
sich aufzunehmen. War die Wahrscheinlichkeit eines derartigen  
sich aufzunehmen. War die Wahrscheinlichkeit eines derartigen  
Vorganges der Dotteraufnahme schon durch die Anwesenheit zahl-
Vorganges der Dotteraufnahme schon durch die Anwesenheit zahlreicher Körnchen besonders in den Kuppen der Zellen, die den  
reicher Körnchen besonders in den Kuppen der Zellen, die den  
körnigen Massen im anliegenden Dotterbrei in vieler Beziehung  
körnigen Massen im anliegenden Dotterbrei in vieler Beziehung  
glichen, nahe gelegt worden, so dürfte derselbe jetzt als eine That-
glichen, nahe gelegt worden, so dürfte derselbe jetzt als eine Thatsache zu betrachten sein, die für das Verständnis der Stoffwechselprozesse im bebrüteten Hühnerei von gewisser Bedeutung ist. Daß  
sache zu betrachten sein, die für das Verständnis der Stoffwechsel-
neben dieser Aufnahme korpuskularer Dotterelemente auch verflüssigte Dotterteile zur Resorption gelangen können, ist dadurch  
prozesse im bebrüteten Hühnerei von gewisser Bedeutung ist. Daß  
neben dieser Aufnahme korpuskularer Dotterelemente auch ver-
flüssigte Dotterteile zur Resorption gelangen können, ist dadurch  
natürhcherweise nicht ausgeschlossen.  
natürhcherweise nicht ausgeschlossen.  


Es bleibt nun weiterhin zu untersuchen, aufweiche  
Es bleibt nun weiterhin zu untersuchen, aufweiche  
Weise die geformten Dotterbestandteile in die Zelle  
Weise die geformten Dotterbestandteile in die Zelle  
hin ein gelangen. Zwei Möglichkeiten kommen hierbei in Be-
hin ein gelangen. Zwei Möglichkeiten kommen hierbei in Betracht: einmal eine Aufnahme geformter Teile durch aktive Thätigkeit des Dottersackepithels nach Analogie des Vorganges, wie er  
tracht: einmal eine Aufnahme geformter Teile durch aktive Thätig-
keit des Dottersackepithels nach Analogie des Vorganges, wie er  
sich bei amöboiden Zellen abspielt, und zweitens eine passive  
sich bei amöboiden Zellen abspielt, und zweitens eine passive  
Aufnahme, die ohne besondere Lebensäußerung der Zelle vor sich  
Aufnahme, die ohne besondere Lebensäußerung der Zelle vor sich  
Line 11,703: Line 10,586:
Was den ersten Modus anbetrifft, so ist derselbe auch von H.  
Was den ersten Modus anbetrifft, so ist derselbe auch von H.  
ViRCHOW bereits in Diskussion gezogen und schließlich als für das  
ViRCHOW bereits in Diskussion gezogen und schließlich als für das  
Dottersackepithel nicht zutreffend abgewiesen worden unter der Be-
Dottersackepithel nicht zutreffend abgewiesen worden unter der Begründung, daß es ihm niemals gelungen sei, an jenen Zellen (nämlich  
gründung, daß es ihm niemals gelungen sei, an jenen Zellen (nämlich  
an dem fertigen Dottersackepithel) weder ein Offenstehen der  
an dem fertigen Dottersackepithel) weder ein Offenstehen der  
freien Kuppe, noch irgend welche Fortsätze an derselben wahrzu-
freien Kuppe, noch irgend welche Fortsätze an derselben wahrzunehmen, die auf eine amöboide Beweglichkeit derselben hätten  
nehmen, die auf eine amöboide Beweglichkeit derselben hätten  
schließen lassen. Es ist nun allerdings richtig, daß, wie ich mich  
schließen lassen. Es ist nun allerdings richtig, daß, wie ich mich  
auch an meinen Präparaten überzeugen konnte, an genau in der  
auch an meinen Präparaten überzeugen konnte, an genau in der  
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1) L. Ehumbler, Physikalische Analyse von Lebenserscheinungen  
1) L. Ehumbler, Physikalische Analyse von Lebenserscheinungen  
der Zelle. L Bewegung, Nahrungsaufnahme, Defäcation, Vacuolenpul-
der Zelle. L Bewegung, Nahrungsaufnahme, Defäcation, Vacuolenpulsation und Gehäusebildung bei lobosen Rhizopoden. Arch, f. Entwickelungsmech., Bd. 7, 1898,  
sation und Gehäusebildung bei lobosen Rhizopoden. Arch, f. Entwicke-
lungsmech., Bd. 7, 1898,  




Line 11,727: Line 10,606:
140  
140  


an einzelnen Zellen, zumal solchen, die mit großen Fettvakuolen er-
an einzelnen Zellen, zumal solchen, die mit großen Fettvakuolen erfüllt sind und unter dem Einfluß einer inneren Spannung zu stehen  
füllt sind und unter dem Einfluß einer inneren Spannung zu stehen  
scheinen, hier und da wohl den Eindruck, als ob auch die freie  
scheinen, hier und da wohl den Eindruck, als ob auch die freie  
Kuppe von einer Membran umschlossen sei. Bei zahlreichen  
Kuppe von einer Membran umschlossen sei. Bei zahlreichen  
Line 11,735: Line 10,613:
die, wie auch Virchow beschreibt, in ihrer Kuppe eine größere  
die, wie auch Virchow beschreibt, in ihrer Kuppe eine größere  
Menge mit Körnchen durchsetzten Protoplasmas enthalten. Dieses  
Menge mit Körnchen durchsetzten Protoplasmas enthalten. Dieses  
Protoplasma scheint mit seiner unregelmäßigen Ober-
Protoplasma scheint mit seiner unregelmäßigen Oberfläche völlig nackt an dem benachbarten Dotter anzuliegen, und hier und da bemerkt man sogar kleinste  
fläche völlig nackt an dem benachbarten Dotter an-
zottenartige Fortsätze gegen den Dotter zu vorspringen, die auch in Figur 4 und 5 wohl zu erkennen  
zuliegen, und hier und da bemerkt man sogar kleinste  
sind. Der Kontakt zwischen dem körnigen Dotterbrei und dem oberflächlichen Protoplasma dieser Epithelzellen ist in der That ein so  
zottenartige Fortsätze gegen den Dotter zu vor-
springen, die auch in Figur 4 und 5 wohl zu erkennen  
sind. Der Kontakt zwischen dem körnigen Dotterbrei und dem ober-
flächlichen Protoplasma dieser Epithelzellen ist in der That ein so  
inniger, daß man kaum im stände ist, die Grenze zwischen beiden  
inniger, daß man kaum im stände ist, die Grenze zwischen beiden  
festzustellen. Wenn daher auch bei unseren Zellen nicht eine der-
festzustellen. Wenn daher auch bei unseren Zellen nicht eine derartig intensive Pseudopodienbildung stattfindet, wie wir sie von den  
artig intensive Pseudopodienbildung stattfindet, wie wir sie von den  
Amöben oder weißen Blutkörperchen her kennen, so liegen doch  
Amöben oder weißen Blutkörperchen her kennen, so liegen doch  
immerhin Verhältnisse vor, die eine amöboide Beweglichkeit  
immerhin Verhältnisse vor, die eine amöboide Beweglichkeit  
inkleinemMaßstabehöchstwahr sc heinlich machen. Ich  
inkleinemMaßstabehöchstwahr sc heinlich machen. Ich  
halte es nach diesen Beobachtungen für durchaus an-
halte es nach diesen Beobachtungen für durchaus annehmbar, daß die Aufnahme geformter Dotterteile von  
nehmbar, daß die Aufnahme geformter Dotterteile von  
selten der Epithelzellen durch eine aktive Thätigkeit ihres Protoplasmas, d.h. durch Umfließen nahegerückter Dotterkörnchen und nach herig er Intussusception derselben in den Zellleib zu stände kommen  
selten der Epithelzellen durch eine aktive Thätig-
keit ihres Protoplasmas, d.h. durch Umfließen nahe-
gerückter Dotterkörnchen und nach herig er Intussus-
ception derselben in den Zellleib zu stände kommen  
kann.  
kann.  


Ueber die andere Möglichkeit der Aufnahme fester Bestandteile,  
Ueber die andere Möglichkeit der Aufnahme fester Bestandteile,  
nämlich durch Einziehung oder „Import" (Rhumbler) ist auf  
nämlich durch Einziehung oder „Import" (Rhumbler) ist auf  
Grund histologischer Präparate kaum eine Entscheidung bei-
Grund histologischer Präparate kaum eine Entscheidung beizubringen, zumal dieser Prozeß völlig ohne Form Veränderung, wie  
zubringen, zumal dieser Prozeß völlig ohne Form Veränderung, wie  
überhaupt ohne Aeußerung einer vitalen Eigenschaft der Zelle vor  
überhaupt ohne Aeußerung einer vitalen Eigenschaft der Zelle vor  
sich gehen kann. Rhumbler hat beispielsweise gezeigt, daß in das  
sich gehen kann. Rhumbler hat beispielsweise gezeigt, daß in das  
Innere einer Amöbe, ohne daß dieselbe hierzu irgend welche nam-
Innere einer Amöbe, ohne daß dieselbe hierzu irgend welche namhafte Bewegungen zu machen braucht, lange biegsame Algenfäden,  
hafte Bewegungen zu machen braucht, lange biegsame Algenfäden,  
die um vieles länger als die Amöbe selbst sind, eintreten können  
die um vieles länger als die Amöbe selbst sind, eintreten können  
und sich hier zu dichtem Knäuel aufwickeln. In gleicher Weise  
und sich hier zu dichtem Knäuel aufwickeln. In gleicher Weise  
Line 11,776: Line 10,643:
der Nahrungsaufnahme an unorganisierten Flüssigkeiten, die er mit  
der Nahrungsaufnahme an unorganisierten Flüssigkeiten, die er mit  
geeigneten Fremdkörpern in Berührung brachte, nachahmen können  
geeigneten Fremdkörpern in Berührung brachte, nachahmen können  
und auf Grund der physikalischen Analyse dieses Prozesses ge-
und auf Grund der physikalischen Analyse dieses Prozesses gezeigt, „daß Fremdkörper von der Amöbe dann aufgenommen werden müssen, wenn die Ober flächenstelle  
zeigt, „daß Fremdkörper von der Amöbe dann aufge-
nommen werden müssen, wenn die Ober flächenstelle  
der Amöbe, mit welcher der Fremdkörper in Berührung  
der Amöbe, mit welcher der Fremdkörper in Berührung  
gekommen ist, zur Zeit der Berührung eine größere  
gekommen ist, zur Zeit der Berührung eine größere  
Adhäsion zu dem Fremdkörper besitzt als das um-
Adhäsion zu dem Fremdkörper besitzt als das umgebende Wasser zu dem Fremdkörper".  
gebende Wasser zu dem Fremdkörper".  


Derartige Verhältnisse sind aber auch zwischen dem Proto-
Derartige Verhältnisse sind aber auch zwischen dem Protoplasma unserer Dottersackepithelien und den im Dotter suspendierten  
plasma unserer Dottersackepithelien und den im Dotter suspendierten  
Körnermassen (resp. Karrainkörnchen) sehr wohl denkbar, und würde  
Körnermassen (resp. Karrainkörnchen) sehr wohl denkbar, und würde  
einem dadurch ermöglichten „Import" dieser Fremdkörper in das  
einem dadurch ermöglichten „Import" dieser Fremdkörper in das  
Innere der Epithelzellen sich, nach meinen Beobachtungen wenig-
Innere der Epithelzellen sich, nach meinen Beobachtungen wenigstens, ein mechanisches Hindernis (Zellmembran etc.) nicht entgegensetzen.  
stens, ein mechanisches Hindernis (Zellmembran etc.) nicht entgegen-
setzen.  


Eine sichere Entscheidung darüber, ob es sich in unserem Falle  
Eine sichere Entscheidung darüber, ob es sich in unserem Falle  
Line 11,804: Line 10,665:
Seiten der Zelle existiert übrigens, wie auch Rhumbler hervorhebt,  
Seiten der Zelle existiert übrigens, wie auch Rhumbler hervorhebt,  
keine scharfe Grenze. Es kann der passive Import auch von einer  
keine scharfe Grenze. Es kann der passive Import auch von einer  
gleichzeitigen Umfließung des Fremdkörpers durch aktiv sich be-
gleichzeitigen Umfließung des Fremdkörpers durch aktiv sich bewegendes Protoplasma begleitet sein, und es ist daher nicht  
wegendes Protoplasma begleitet sein, und es ist daher nicht  
unmöglich, daß beide Prozesse bei der Aufnahme der  
unmöglich, daß beide Prozesse bei der Aufnahme der  
geformten Dottersubstanzen gleichzeitig thätig sind.  
geformten Dottersubstanzen gleichzeitig thätig sind.  
Line 11,822: Line 10,682:
zahlreiche eingelagerte Karminkörnchen.  
zahlreiche eingelagerte Karminkörnchen.  


Fig. 3. Querschnitt durch einen Gefäßwulst nahe am Rande der Area vas-
Fig. 3. Querschnitt durch einen Gefäßwulst nahe am Rande der Area vasculosa der Dottersackwand eines zehn Tage bebrüteten Hühnereies,  
culosa der Dottersackwand eines zehn Tage bebrüteten Hühnereies,  




Line 11,840: Line 10,699:
angehäuft.  
angehäuft.  


Fig. 5. Schnitt durch den zwischen den Gefäßwülsten gelegenen glatten Teil der-
Fig. 5. Schnitt durch den zwischen den Gefäßwülsten gelegenen glatten Teil derselben Region der Area vasculosa des vorigen Dottersackes. Vergr. 150.  
selben Region der Area vasculosa des vorigen Dottersackes. Vergr. 150.  
Auch hier zeigt sich das Karmin besonders deutlich , wenn auch in geringerer Menge  
Auch hier zeigt sich das Karmin besonders deutlich , wenn auch in geringerer Menge  
als in Figur 4 im Kuppenteil der Zellen angehäuft.  
als in Figur 4 im Kuppenteil der Zellen angehäuft.  
Line 11,847: Line 10,705:
Fig. 6. Querschnitt durch einen Gefäßwulst des proximalen Teiles der  
Fig. 6. Querschnitt durch einen Gefäßwulst des proximalen Teiles der  
Area vasculosa (nahe dem Dotterstiele) desselben Dottersackes. Vergr. 150.  
Area vasculosa (nahe dem Dotterstiele) desselben Dottersackes. Vergr. 150.  
Auch in den Zellen dieses ältesten Teiles des Dottersackentoblasts finden sich Karmin-
Auch in den Zellen dieses ältesten Teiles des Dottersackentoblasts finden sich Karmineinlagerungen, und zwar sieht man, wie die einzelnen Körnchen auf dem Wege der  
einlagerungen, und zwar sieht man, wie die einzelnen Körnchen auf dem Wege der  
feinen Protoplasmabälkchen weiter in das Innere der Zelle transportiert Averdeu.  
feinen Protoplasmabälkchen weiter in das Innere der Zelle transportiert Averdeu.  


Line 11,877: Line 10,734:
die auf dem Präpariersaal beobachteten Varietäten nicht gesammelt  
die auf dem Präpariersaal beobachteten Varietäten nicht gesammelt  
und wissenschaftlich verwertet werden. Aus diesem Grunde ließ Prof.  
und wissenschaftlich verwertet werden. Aus diesem Grunde ließ Prof.  
Sclavunos, gleich nachdem er im Jahre 1899 die Leitung des hie-
Sclavunos, gleich nachdem er im Jahre 1899 die Leitung des hiesigen anatomischen Instituts übernommen hatte, ein Buch herrichten,  
sigen anatomischen Instituts übernommen hatte, ein Buch herrichten,  
in welchem alle Varietäten und sonstige Abnormitäten aufgeschrieben  
in welchem alle Varietäten und sonstige Abnormitäten aufgeschrieben  
werden. Dabei ließ er sich von denselben Gesichtspunkten leiten,  
werden. Dabei ließ er sich von denselben Gesichtspunkten leiten,  
Line 11,895: Line 10,751:
sondern auch der Wissenschaft nützlich werde, zumal von Varietäten  
sondern auch der Wissenschaft nützlich werde, zumal von Varietäten  
der griechischen Rasse bis jetzt wenig oder gar nichts bekannt ist.  
der griechischen Rasse bis jetzt wenig oder gar nichts bekannt ist.  
Denn an Material fehlt es nun jetzt nicht; jährlich kommen durch-
Denn an Material fehlt es nun jetzt nicht; jährlich kommen durchschnittlich 80 Leichen zum Untersuchen, davon werden 60 mit TeichMANNscher Masse injiziert.  
schnittlich 80 Leichen zum Untersuchen, davon werden 60 mit Teich-
MANNscher Masse injiziert.  


Von den zahlreichen während der 3 verflossenen Wintersemester  
Von den zahlreichen während der 3 verflossenen Wintersemester  
Line 11,908: Line 10,762:
Von ihm sind bis jetzt über, 130 Fälle 3) veröffentlicht worden, un.d doch  
Von ihm sind bis jetzt über, 130 Fälle 3) veröffentlicht worden, un.d doch  
ist seine morphologische Bedeutung noch nicht klargelegt. Anfangs  
ist seine morphologische Bedeutung noch nicht klargelegt. Anfangs  
hat man sie zu erschließen versucht aus der Form, Lage und Be-
hat man sie zu erschließen versucht aus der Form, Lage und Beziehung zum Benachbarten, und so entstand die Kontroverse, ob es  
ziehung zum Benachbarten, und so entstand die Kontroverse, ob es  
sich dabei um einen regressiven, in der Tierwelt vorkommenden oder  
sich dabei um einen regressiven, in der Tierwelt vorkommenden oder  
um einen progressiven, dem Menschen eigenen Muskel handelt.  
um einen progressiven, dem Menschen eigenen Muskel handelt.  
Line 11,915: Line 10,768:
Diese Kontroverse wurde auf bessere Bahn geleitet, seitdem vor allem  
Diese Kontroverse wurde auf bessere Bahn geleitet, seitdem vor allem  
Bardeleben die Aufmerksamkeit der Untersucher auf die Innervation  
Bardeleben die Aufmerksamkeit der Untersucher auf die Innervation  
des Sternalis richtete ; denn der Nerv entscheidet über die Zusammen-
des Sternalis richtete ; denn der Nerv entscheidet über die Zusammengehörigkeit eines Muskels zu einer Muskelgruppe. Seit dieser Zeit sind  
gehörigkeit eines Muskels zu einer Muskelgruppe. Seit dieser Zeit sind  
Fälle veröffentlicht erstens mit ausschließlicher Intercostalisinnervation '^),  
Fälle veröffentlicht erstens mit ausschließlicher Intercostalisinnervation '^),  
zweitens mit Innervation von Thoracicus ant., drittens mit gemischter  
zweitens mit Innervation von Thoracicus ant., drittens mit gemischter  
Line 11,924: Line 10,776:




1) Ergänzungsheft zvi Bd. 14 des Anatom. Anzeigers, 1898, Er-
1) Ergänzungsheft zvi Bd. 14 des Anatom. Anzeigers, 1898, Eröffnungsrede etc.  
öffnungsrede etc.  


2) Ueber wissenschaftliche Verwertung der Arbeit im Präpariersaal.  
2) Ueber wissenschaftliche Verwertung der Arbeit im Präpariersaal.  
Line 11,944: Line 10,795:
Pubohyoidsystem (Bardeleben), 2) eine Sternalisbildung, die einen  
Pubohyoidsystem (Bardeleben), 2) eine Sternalisbildung, die einen  
Teil der sekundären Thoraxmuskulatur und zwar des Pectoralis maj,  
Teil der sekundären Thoraxmuskulatur und zwar des Pectoralis maj,  
ausmacht (Cunningham), 3) eine Sternalisbildung, die gemischten Ur-
ausmacht (Cunningham), 3) eine Sternalisbildung, die gemischten Ursprungs ist, also sowohl dem Pubohyoidsystem als den Pectoralmuskeln  
sprungs ist, also sowohl dem Pubohyoidsystem als den Pectoralmuskeln  
angehörig ist (Ficks Musculus sternalis compositus). Und wenn  
angehörig ist (Ficks Musculus sternalis compositus). Und wenn  
wir die zum Panniculus carnosus (Platysma) engere Beziehung einiger  
wir die zum Panniculus carnosus (Platysma) engere Beziehung einiger  
Line 11,952: Line 10,802:


Diese vielartige Auffassung der Stern alisfälle wird in einer neuesten  
Diese vielartige Auffassung der Stern alisfälle wird in einer neuesten  
sorgfältigen Arbeit von Eisler ^) bekämpft, und zwar auf Grund der Inner-
sorgfältigen Arbeit von Eisler ^) bekämpft, und zwar auf Grund der Innervation von einigen Sternalisfällen. Eisler findet nämlich, daß in den  
vation von einigen Sternalisfällen. Eisler findet nämlich, daß in den  
von ihm untersuchten Fällen die Intercostalnerven den Muskel einfach  
von ihm untersuchten Fällen die Intercostalnerven den Muskel einfach  
durchbohren, ohne in ihm zu endigen. Dagegen konnte er mittelst der  
durchbohren, ohne in ihm zu endigen. Dagegen konnte er mittelst der  
von Frohse eingeführten Methode der intramuskulären Verfolgung der  
von Frohse eingeführten Methode der intramuskulären Verfolgung der  
Nervenästchen feststellen, daß die von ihm untersuchten Sternalis aus-
Nervenästchen feststellen, daß die von ihm untersuchten Sternalis ausnahmsweise ihre Nerven vom N. thoracicus ant. erhielten. Diese  
nahmsweise ihre Nerven vom N. thoracicus ant. erhielten. Diese  
Nerven traten, nachdem sie den Pectoralis maj. durchbohrten und eine  
Nerven traten, nachdem sie den Pectoralis maj. durchbohrten und eine  
kurze Strecke unter seiner Fascie verliefen, von seinem äußeren Rand  
kurze Strecke unter seiner Fascie verliefen, von seinem äußeren Rand  
oder von seiner dorsalen Seite in den Muskel ein. Aus der Inner-
oder von seiner dorsalen Seite in den Muskel ein. Aus der Innervation und den entwickelungsgeschichtlichen Betrachtungen schließt nun  
vation und den entwickelungsgeschichtlichen Betrachtungen schließt nun  
im weiteren Eisler, daß der Sternalis weder ein progressiver, noch  
im weiteren Eisler, daß der Sternalis weder ein progressiver, noch  
ein regressiver Muskel, sondern eine Bildung ist, die durch Ent-
ein regressiver Muskel, sondern eine Bildung ist, die durch Entwickelungsstörung des Pectoralis maj. bedingt wird und die zu den  
wickelungsstörung des Pectoralis maj. bedingt wird und die zu den  
„selbständig gewordenen Aberrationen" gehört. Danach ist also der  
„selbständig gewordenen Aberrationen" gehört. Danach ist also der  
Sternalis ein abgetrennter Teil des Pectoralis major. Nach  
Sternalis ein abgetrennter Teil des Pectoralis major. Nach  
Eisler trennt sich vom Pectoralis maj., während er in seiner Ent-
Eisler trennt sich vom Pectoralis maj., während er in seiner Entwickelung noch keine Anheftungsstelle weder am Humerus, noch am  
wickelung noch keine Anheftungsstelle weder am Humerus, noch am  
Thorax gefunden hat, eine Partie seiner Muskelmasse ab, die sich in  
Thorax gefunden hat, eine Partie seiner Muskelmasse ab, die sich in  
weiterer Entwickelung so dreht, daß ihr ursprünglich humerales  
weiterer Entwickelung so dreht, daß ihr ursprünglich humerales  
Line 11,984: Line 10,829:


1) Der Musculus sternalis, seine Ursache und Entstehung etc.  
1) Der Musculus sternalis, seine Ursache und Entstehung etc.  
Zeitschrift für Morphologie und Anthropogie, Bd. 2, p. 21. Auch Er-
Zeitschrift für Morphologie und Anthropogie, Bd. 2, p. 21. Auch Ergebnisse der Anatomie und Entwickelungsgesch. von Bonnet, Bd. 10,  
gebnisse der Anatomie und Entwickelungsgesch. von Bonnet, Bd. 10,  
1900.  
1900.  


Line 11,998: Line 10,842:
unter 100 Leichen wenigstens 3mal vorkommt.  
unter 100 Leichen wenigstens 3mal vorkommt.  


Fall 1. In diesem Falle handelt es sich um einen kleinen, rudimen-
Fall 1. In diesem Falle handelt es sich um einen kleinen, rudimentären, doppelseitigen Muskel, der, von der 5. Rippe entspringend, sich  
tären, doppelseitigen Muskel, der, von der 5. Rippe entspringend, sich  
schräg zum Sternum wendet, um an der Grenze zwischen Körper und  
schräg zum Sternum wendet, um an der Grenze zwischen Körper und  
Manubrium desselben zu enden,  
Manubrium desselben zu enden,  
Line 12,005: Line 10,848:
Fall 2. Leiche eines 45-jährigen Wirtes. Der Muskel hatte eine  
Fall 2. Leiche eines 45-jährigen Wirtes. Der Muskel hatte eine  
Länge von 16 V2 cd^ und gegen sein kaudales Ende eine Breite von  
Länge von 16 V2 cd^ und gegen sein kaudales Ende eine Breite von  
3 cm. Er entsprang au der vorderen Fläche des 4. und 5. Rippen -
3 cm. Er entsprang au der vorderen Fläche des 4. und 5. Rippen knorpels und ging in der Höhe des 2. sternocostalen Gelenkes,  
knorpels und ging in der Höhe des 2. sternocostalen Gelenkes,  
schmäler werdend, in eine Sehne über, die sich bald in zwei Zipfel  
schmäler werdend, in eine Sehne über, die sich bald in zwei Zipfel  
teilte, von denen jeder mit dem sternalen Ursprung des Stern ocleido-
teilte, von denen jeder mit dem sternalen Ursprung des Stern ocleidomastoideus zusammenhing. Der Muskel war sowohl an seinem Ursprung als an seinem Ansatz fest mit dem Pectoralis  
mastoideus zusammenhing. Der Muskel war sowohl an seinem Ur-
sprung als an seinem Ansatz fest mit dem Pectoralis  
maj. verwachsen.  
maj. verwachsen.  


Line 12,038: Line 10,878:
vorhanden war, das, von  
vorhanden war, das, von  


Fig. 1. St Urspitmg des Sterno-
Fig. 1. St Urspitmg des Sternocleidomastoideus. Cl Claviciila. a rudimentärer rechter M. sterualis.  
cleidomastoideus. Cl Claviciila. a rudi-
mentärer rechter M. sterualis.  


dem 5. Rippenknorpel entspringend, in eine kleine rundliche Sehne  
dem 5. Rippenknorpel entspringend, in eine kleine rundliche Sehne  
Line 12,056: Line 10,894:
146  
146  


eine Verdoppelung des linken oder rechten Sternalis kein häufiges Vor-
eine Verdoppelung des linken oder rechten Sternalis kein häufiges Vorkommnis zu sein ^).  
kommnis zu sein ^).  


Fall 4. Ursprung sehnig von der Aponeurose des Rectus abdominis  
Fall 4. Ursprung sehnig von der Aponeurose des Rectus abdominis  
und dem 5. sternocostalen Gelenk. Seine Sehne, in der Höhe der  
und dem 5. sternocostalen Gelenk. Seine Sehne, in der Höhe der  
2. Rippe beginnend, ging in den sternalen Ursprung des Sternocleido-
2. Rippe beginnend, ging in den sternalen Ursprung des Sternocleidomastoideus über. Der Muskel hatte an seinem kaudalen Ende eine  
mastoideus über. Der Muskel hatte an seinem kaudalen Ende eine  
Breite von 2V2 cm.  
Breite von 2V2 cm.  


Line 12,102: Line 10,938:
erst gegen sein oberes Drittel überzieht. Sein äußerer Rand, dünner  
erst gegen sein oberes Drittel überzieht. Sein äußerer Rand, dünner  
werdend, verlor sich allmählich in die Fascie des Pectoralis maj.  
werdend, verlor sich allmählich in die Fascie des Pectoralis maj.  
(Fig. 2). Der Muskel war muskulös bis zur Höhe des 3. Rippen-
(Fig. 2). Der Muskel war muskulös bis zur Höhe des 3. Rippenknorpels, von wo ab er sehnig zu werden begann. Seine Sehne teilte  
knorpels, von wo ab er sehnig zu werden begann. Seine Sehne teilte  
sich durch den Durchtritt eines R. perforans N. intercostalis m 2 Schenkel, von denen der innere dickere (&) zum Sternocleidomastoideus hinlenkte, während der äußere (a) zum Teil in den Sternocleidomastoideus  
sich durch den Durchtritt eines R. perforans N. intercostalis m 2 Schen-
kel, von denen der innere dickere (&) zum Sternocleidomastoideus hin-
lenkte, während der äußere (a) zum Teil in den Sternocleidomastoideus  
überging, zum Teil an dem sternalen Ende der Clavicula inserierte.  
überging, zum Teil an dem sternalen Ende der Clavicula inserierte.  
Noch bemerkenswert an diesem Falle ist es, 1) daß entlang der  
Noch bemerkenswert an diesem Falle ist es, 1) daß entlang der  
lateralen Seite des äußeren Sehnenschenkels ober-
lateralen Seite des äußeren Sehnenschenkels oberflächliche Fasern der sternalen Portion des Pectoralis  
flächliche Fasern der sternalen Portion des Pectoralis  
major inserierten, 2) daß Fasern der medialen Seite  
major inserierten, 2) daß Fasern der medialen Seite  
des inneren Schenkels die Mittellinie des Sternums  
des inneren Schenkels die Mittellinie des Sternums  
Line 12,123: Line 10,955:
oben gerichteten Dreieckes. Sein innerer Rand verlief frei längs der  
oben gerichteten Dreieckes. Sein innerer Rand verlief frei längs der  
sternalen Ursprungslinie des Pectoralis maj. Sein Ursprung begann  
sternalen Ursprungslinie des Pectoralis maj. Sein Ursprung begann  
längs einer schiefen Linie, die genau dem Verlauf des 5. Rippen-
längs einer schiefen Linie, die genau dem Verlauf des 5. Rippenknorpels entsprach. An der inneren Hälfte dieser Linie war der  
knorpels entsprach. An der inneren Hälfte dieser Linie war der  
Muskel sehnig verwachsen mit  
Muskel sehnig verwachsen mit  
der anderen Fläche des 5. Knor-
der anderen Fläche des 5. Knorpels, an der lateralen Hälfte hing  
pels, an der lateralen Hälfte hing  
er nicht mit dem Knorpel, sondern mit einem sehnigen Blatt /  
er nicht mit dem Knorpel, son-
dern mit einem sehnigen Blatt /  
zusammen, welches sich aus von \\  
zusammen, welches sich aus von \\  
innen und von lateral bogen- {  
innen und von lateral bogen- {  
Line 12,141: Line 10,970:
des Obliquus abdom. ext. ver- h  
des Obliquus abdom. ext. ver- h  


loren (Fig. 3 a, ?>). Bemerkens-
loren (Fig. 3 a, ?>). Bemerkens
 




Fig. 3. a innere, b äußere bogen-
Fig. 3. a innere, b äußere bogenförmig verlaufende sehnige Ursprungsfasera des M. sternalis.  
förmig verlaufende sehnige Ursprungs-
fasera des M. sternalis.  




Line 12,164: Line 10,990:
Nach oben sich verschmälernd, ging der Muskel in der Höhe des  
Nach oben sich verschmälernd, ging der Muskel in der Höhe des  
2. Rippenknorpels in eine rundliche Sehne über, die mit der medialen  
2. Rippenknorpels in eine rundliche Sehne über, die mit der medialen  
Seite des sternalen Ursprungs des Sternocleidomastoideus ununter-
Seite des sternalen Ursprungs des Sternocleidomastoideus ununterbrochen zusammenhing. Von der lateralen Seite dieser Sehne entsprangen oberflächliche Fasern des oberen Teiles der  
brochen zusammenhing. Von der lateralen Seite dieser Sehne ent-
sprangen oberflächliche Fasern des oberen Teiles der  
Sternalportion des Pectoralis maj.  
Sternalportion des Pectoralis maj.  


Line 12,219: Line 11,043:
im Muskel endigen sahen, so müssen wir vorläufig annehmen, daß er  
im Muskel endigen sahen, so müssen wir vorläufig annehmen, daß er  
von feinen perforierenden Aestchen des N. thoracicus ant. innerviert  
von feinen perforierenden Aestchen des N. thoracicus ant. innerviert  
wurde, die vielleicht mit der schon fortpräparierten Fascie des Pec-
wurde, die vielleicht mit der schon fortpräparierten Fascie des Pectoralis maj. abgeschnitten wurden.  
toralis maj. abgeschnitten wurden.  


Bei Fall 5 und 6 wurde noch das Thoraxskelett berücksichtigt,  
Bei Fall 5 und 6 wurde noch das Thoraxskelett berücksichtigt,  
Line 12,301: Line 11,124:




Auf dieser Tabelle fällt vor allem die geringe Weite des 2. Inter-
Auf dieser Tabelle fällt vor allem die geringe Weite des 2. Intercostalraumes auf. Doch ist dieselbe nicht durch eine Verkrümmung  
costalraumes auf. Doch ist dieselbe nicht durch eine Verkrümmung  
des Sternums bedingt, sondern durch folgendes eigentümliche Verhalten der 3. Rippe. Diese nämlich, gegen ihr vorderes Ende  
des Sternums bedingt, sondern durch folgendes eigentümliche Ver-
halten der 3. Rippe. Diese nämlich, gegen ihr vorderes Ende  
breiter geworden, spaltete sich gabelig, und aus ihren Gabelungsästen  
breiter geworden, spaltete sich gabelig, und aus ihren Gabelungsästen  
begannen zwei Knorpel, die sich zum 3. Rippenknorpel vereinigten, der  
begannen zwei Knorpel, die sich zum 3. Rippenknorpel vereinigten, der  
Line 12,313: Line 11,134:
rudimentären Intercostalraum darstellte, indem  
rudimentären Intercostalraum darstellte, indem  
sie von eigenen Intercostalmuskeln ausgefüllt  
sie von eigenen Intercostalmuskeln ausgefüllt  
war, zwischen welchen sich ein feiner Intercostal-
war, zwischen welchen sich ein feiner Intercostalnerv aus dem 1. Intercostalnerven verzweigte.  
nerv aus dem 1. Intercostalnerven verzweigte.  
Auch eine feine Arterie aus der Mammaria  
Auch eine feine Arterie aus der Mammaria  
interna verlief auf dem genannten rudimentären  
interna verlief auf dem genannten rudimentären  
Line 12,330: Line 11,150:
Ob die angelülirteii Skelettanomalien in irgend welcher Beziehung,  
Ob die angelülirteii Skelettanomalien in irgend welcher Beziehung,  
zur Sternalisbildung, wie Eisler meint, stehen, darüber können wir  
zur Sternalisbildung, wie Eisler meint, stehen, darüber können wir  
einstweilen nichts sagen. Auffällig ist es aber, daß sich diese Skelett-
einstweilen nichts sagen. Auffällig ist es aber, daß sich diese Skelettanomalien auf jener Seite des Falles 6 dokumentierten, auf welcher  
anomalien auf jener Seite des Falles 6 dokumentierten, auf welcher  
gerade ein rudimentärer Sternalis vorhanden war.  
gerade ein rudimentärer Sternalis vorhanden war.  


Line 12,338: Line 11,157:
Muskel, der vom Lig. rhomboideum des Handgelenkes entsprang und  
Muskel, der vom Lig. rhomboideum des Handgelenkes entsprang und  
durch eine Sehne an der 2. Phalanx des Zeigefingers inserierte. Wie  
durch eine Sehne an der 2. Phalanx des Zeigefingers inserierte. Wie  
bekannt, stellt der Extensor indicis einen Rest des bei Tieren gut ent-
bekannt, stellt der Extensor indicis einen Rest des bei Tieren gut entwickelten Extensor digit, profundus dar. Vorliegende Varietät müssen  
wickelten Extensor digit, profundus dar. Vorliegende Varietät müssen  
wir für eine starke Rückbildung dieses Muskels ansehen, wobei der Rest  
wir für eine starke Rückbildung dieses Muskels ansehen, wobei der Rest  
desselben vom Unterarm auf den Carpus herabglitt [vergl. BtJHLER^)].  
desselben vom Unterarm auf den Carpus herabglitt [vergl. BtJHLER^)].  
Line 12,354: Line 11,172:
Psoas minor sich bei einigen Tieren (z. B. Wiederkäuern) tief bis zum  
Psoas minor sich bei einigen Tieren (z. B. Wiederkäuern) tief bis zum  
Promontorium erstreckt, so wäre es vielleicht richtiger, die beschriebene  
Promontorium erstreckt, so wäre es vielleicht richtiger, die beschriebene  
abnorme Sehne für einen rückgebildeten Ursprungsteil des Muskels anzu-
abnorme Sehne für einen rückgebildeten Ursprungsteil des Muskels anzusehen. Die Varietät scheint selten vorzukommen, denn nur bei Poiuier^)  
sehen. Die Varietät scheint selten vorzukommen, denn nur bei Poiuier^)  
wird Theile citiert, der auch obige Varietät beobachtet hat.  
wird Theile citiert, der auch obige Varietät beobachtet hat.  


Biventer maxillae. Bei einem, wie es scheint, selten auf-
Biventer maxillae. Bei einem, wie es scheint, selten auftretenden Falle ging links von der Zwischensehne des Biventer ein  
tretenden Falle ging links von der Zwischensehne des Biventer ein  
Muskelchen aus, das, nach rechts sich wendend, schief über die Raphe  
Muskelchen aus, das, nach rechts sich wendend, schief über die Raphe  
des Mylohyoideus zog, um sich mit der entgegengesetzten (rechten)  
des Mylohyoideus zog, um sich mit der entgegengesetzten (rechten)  
Line 12,367: Line 11,183:
Angulus.  
Angulus.  


Sternothyreoideus. 2mal wurde ein plattes Muskelchen be-
Sternothyreoideus. 2mal wurde ein plattes Muskelchen beobachtet, das, vom Sternothyreoideus sich abtrennend, auf der Gefäß
obachtet, das, vom Sternothyreoideus sich abtrennend, auf der Gefäß-
 




Line 12,394: Line 11,208:
die Art. brachialis bei den Griechen in 22 Proz. höher als normal  
die Art. brachialis bei den Griechen in 22 Proz. höher als normal  
teilt. Von den 33 hohen Teilungen fanden sich 13 auf dem oberen  
teilt. Von den 33 hohen Teilungen fanden sich 13 auf dem oberen  
Drittel des Oberarmes, aber keine unterhalb der sonst normalen Tei-
Drittel des Oberarmes, aber keine unterhalb der sonst normalen Teilung der Arteria brachialis.  
lung der Arteria brachialis.  


Bei allen 33 Fällen von hoher Teilung verliefen sowohl die Art.  
Bei allen 33 Fällen von hoher Teilung verliefen sowohl die Art.  
Line 12,401: Line 11,214:
Fascie. Nur in einem Falle verlief die Ulnaris tiefer unter Muskeln.  
Fascie. Nur in einem Falle verlief die Ulnaris tiefer unter Muskeln.  
Bei diesem Falle teilte sich die Art. brachialis gegen das untere  
Bei diesem Falle teilte sich die Art. brachialis gegen das untere  
Drittel des Oberarmes in 2 Aeste, von welchen der eine als Inter-
Drittel des Oberarmes in 2 Aeste, von welchen der eine als Interossea weiter in die Tiefe verlief, während sich der äußere (radiale)  
ossea weiter in die Tiefe verlief, während sich der äußere (radiale)  
Ast in der Ellbogeubeuge in 2 gleich dicke Aeste spaltete. Diese  
Ast in der Ellbogeubeuge in 2 gleich dicke Aeste spaltete. Diese  
2 Aeste verliefen zuerst parallel an der normalen Stelle der Art.  
2 Aeste verliefen zuerst parallel an der normalen Stelle der Art.  
Line 12,426: Line 11,238:
Thyreoidea inferior. Die normale Arterie aus dem Truncus  
Thyreoidea inferior. Die normale Arterie aus dem Truncus  
thyreocervicalis war ganz rudimentär. Statt derselben entsprang aus  
thyreocervicalis war ganz rudimentär. Statt derselben entsprang aus  
der Art. carotis communis eine starke Arterie, die sich wie die Thyre-
der Art. carotis communis eine starke Arterie, die sich wie die Thyreoidea inferior verhielt. Henle 2) erwähnt eine solche seltene Varietät.  
oidea inferior verhielt. Henle 2) erwähnt eine solche seltene Varietät.  




Line 12,452: Line 11,263:
in ihm endete. Bei Testut ^) und Poirier ^) wird Sabatifr citiert, der  
in ihm endete. Bei Testut ^) und Poirier ^) wird Sabatifr citiert, der  
einen ähnlichen abnormen Ast des Facialis auf der äußeren Fläche  
einen ähnlichen abnormen Ast des Facialis auf der äußeren Fläche  
des Sternocleidomastoideus mit dem Plexus cervicalis anastomo-
des Sternocleidomastoideus mit dem Plexus cervicalis anastomosieren gesehen hat. Ob der Nerv Facialisfasern oder vielmehr  
sieren gesehen hat. Ob der Nerv Facialisfasern oder vielmehr  
Accessorius- oder Cervikalfasern auf der Bahn des Facialis dem  
Accessorius- oder Cervikalfasern auf der Bahn des Facialis dem  
Muskel zugeführt erhält, das läßt sich nur vermuten. Mit Rücksicht  
Muskel zugeführt erhält, das läßt sich nur vermuten. Mit Rücksicht  
aber auf die Ansicht einiger Forscher über die dysmetamerale Bildung  
aber auf die Ansicht einiger Forscher über die dysmetamerale Bildung  
des Musculus sternocleidomastoideus [Bolk*)] halten wir obige Ano-
des Musculus sternocleidomastoideus [Bolk*)] halten wir obige Anomalie für interessant.  
malie für interessant.  


Endlich erwähnen wir, was die Eingeweide betrifft, daß in unserem  
Endlich erwähnen wir, was die Eingeweide betrifft, daß in unserem  
Varietätenbuch während der 3 Jahre ein Fall von doppelseitigem extra-
Varietätenbuch während der 3 Jahre ein Fall von doppelseitigem extralaryngeale Ventriculus Morgagni und ein Fall von sogenanntem biloculären Magen aufgeschrieben sind, von welchen wir aber ein anderes  
laryngeale Ventriculus Morgagni und ein Fall von sogenanntem bilocu-
lären Magen aufgeschrieben sind, von welchen wir aber ein anderes  
Mal besondere Mitteilung machen werden.  
Mal besondere Mitteilung machen werden.  


Line 12,482: Line 11,289:
es bis jetzt weder der Embryologie, wo der Streit über die Herkunft  
es bis jetzt weder der Embryologie, wo der Streit über die Herkunft  


der Mark- und Rindensubstanz noch sehr heftig ist, noch der Histo-
der Mark- und Rindensubstanz noch sehr heftig ist, noch der Histo
 




Line 12,508: Line 11,314:
Seine Angaben über eine Drüsenthätigkeit in der Nebenniere beziehen  
Seine Angaben über eine Drüsenthätigkeit in der Nebenniere beziehen  
sich hauptsächlich auf die Rindensubstanz; nur an dieser konnte er  
sich hauptsächlich auf die Rindensubstanz; nur an dieser konnte er  
funktionelle Veränderungen beobachten. Was die Marksubstauz anbe-
funktionelle Veränderungen beobachten. Was die Marksubstauz anbetrifft, so ist ihre Natur und Bedeutung auch für ihn völlig rätselhaft  
trifft, so ist ihre Natur und Bedeutung auch für ihn völlig rätselhaft  
geblieben.  
geblieben.  


Die Anschauung, daß die Nebenniere funktionell in ihrer Mark-
Die Anschauung, daß die Nebenniere funktionell in ihrer Markund Rindensubstanz, oder nur in der letzteren einer Drüse entspricht,  
und Rindensubstanz, oder nur in der letzteren einer Drüse entspricht,  
ist weit verbreitet. Doch nur wenige Forscher haben sich bemüht,  
ist weit verbreitet. Doch nur wenige Forscher haben sich bemüht,  
auf die Frage nach der Bildung des Sekrets in den Drüsenzellen und  
auf die Frage nach der Bildung des Sekrets in den Drüsenzellen und  
Line 12,520: Line 11,324:


Gottschau vertrat die Ansicht, daß die Markzellen zum Teil nackt  
Gottschau vertrat die Ansicht, daß die Markzellen zum Teil nackt  
an die Lichtung der Venen angrenzen und ganze Teile ihres Proto-
an die Lichtung der Venen angrenzen und ganze Teile ihres Protoplasmaleibes in dieselbe abstoßen.  
plasmaleibes in dieselbe abstoßen.  


HuLTGREN und ANDERSON meinen, das Sekret gelange aus dem  
HuLTGREN und ANDERSON meinen, das Sekret gelange aus dem  
Protoplasma des Zelleibes direkt in die Blutbahn durch die Wan-
Protoplasma des Zelleibes direkt in die Blutbahn durch die Wandungen der Blutgefäße in Form von feinsten Partikelchen. Ueber das  
dungen der Blutgefäße in Form von feinsten Partikelchen. Ueber das  
Vorhandensein irgend welcher spezifischen Wege wird nirgendwo etwas  
Vorhandensein irgend welcher spezifischen Wege wird nirgendwo etwas  
berichtet. Hultgren und Anderson glauben, in ihren histologischen  
berichtet. Hultgren und Anderson glauben, in ihren histologischen  
Präparaten kleine Sekretpartikelcheu in den Wandungen der Blutge-
Präparaten kleine Sekretpartikelcheu in den Wandungen der Blutgefäße liegen zu sehen ; die Untersuchung des Blutes beim lebenden  
fäße liegen zu sehen ; die Untersuchung des Blutes beim lebenden  
Tiere ergab das Vorhandensein dieser Partikelchen sogar in der Vena  
Tiere ergab das Vorhandensein dieser Partikelchen sogar in der Vena  
renalis. Ein derartiger Weg des Sekretes durch die Wandungen der  
renalis. Ein derartiger Weg des Sekretes durch die Wandungen der  
Line 12,552: Line 11,353:
154  
154  


scharf definierter, wandloser Lücken zwischen den Markzellen konsta-
scharf definierter, wandloser Lücken zwischen den Markzellen konstatieren, welche meiner Meinung nach als intercelluläre Kanäle aufzufassen sind. Sie sind deutlich von schwarzen Linien (Eisenhäraatoxyliufärbung nach Heidenhain) begrenzt; dieses ist der Hauptunterschied  
tieren, welche meiner Meinung nach als intercelluläre Kanäle aufzu-
fassen sind. Sie sind deutlich von schwarzen Linien (Eisenhäraatoxyliu-
färbung nach Heidenhain) begrenzt; dieses ist der Hauptunterschied  
der Kanäle von zufälligen Rissen infolge der Behandlung. Die Linien,  
der Kanäle von zufälligen Rissen infolge der Behandlung. Die Linien,  
in denen zwei, ein intercelluläres Kanälchen begrenzende Zellen zu-
in denen zwei, ein intercelluläres Kanälchen begrenzende Zellen zusammenstoßen, erscheinen mit Hämatoxylin etwas dunkler gefärbt; in  
sammenstoßen, erscheinen mit Hämatoxylin etwas dunkler gefärbt; in  
Querschnittsbildern kommt hier ein scharf konturierter schwarzer Punkt  
Querschnittsbildern kommt hier ein scharf konturierter schwarzer Punkt  
zum Vorschein, so daß man in auffallender Weise an die von Zimmer-
zum Vorschein, so daß man in auffallender Weise an die von Zimmermann beschriebenen Schlußleisten erinnert wird. Ob wir es tatsächlich mit einer besonders modifizierten intercellulären Kittsubstanz an  
mann beschriebenen Schlußleisten erinnert wird. Ob wir es tatsäch-
lich mit einer besonders modifizierten intercellulären Kittsubstanz an  
der Grenze der intercellulären Kanälchen zu tun haben, und ob wir  
der Grenze der intercellulären Kanälchen zu tun haben, und ob wir  
infolge davon unsere intercellulären Kanäle für einigermaßen kon-
infolge davon unsere intercellulären Kanäle für einigermaßen konstante Gebilde halten dürfen, bleibt vorläufig fraglich. Es scheint  
stante Gebilde halten dürfen, bleibt vorläufig fraglich. Es scheint  
vielmehr mancherlei dafür zu sprechen, daß intercelluläre Kanäle und  
vielmehr mancherlei dafür zu sprechen, daß intercelluläre Kanäle und  
Lücken in der Marksubstanz der Nebenniere je nach dem Funktions-
Lücken in der Marksubstanz der Nebenniere je nach dem Funktionsstadium bald hier, bald dort neu entstehen und vergehen können. Ich  
stadium bald hier, bald dort neu entstehen und vergehen können. Ich  
möchte deshalb vorziehen, diese dunkleren Linien, in denen sich die  
möchte deshalb vorziehen, diese dunkleren Linien, in denen sich die  
Zellen , welche das intercelluläre Kanälcheu begrenzen , zusammen-
Zellen , welche das intercelluläre Kanälcheu begrenzen , zusammenschheßen, als „Schlußlinien" zu bezeichnen.  
schheßen, als „Schlußlinien" zu bezeichnen.  


Die oben genannten Kanäle haben wir bei allen von uns unter-
Die oben genannten Kanäle haben wir bei allen von uns untersuchten Tieren gesehen. Das spärliche Material beim Menschen und  
suchten Tieren gesehen. Das spärliche Material beim Menschen und  
Igel läßt uns bei diesen Tieren zu keinen definitiven Schlüssen  
Igel läßt uns bei diesen Tieren zu keinen definitiven Schlüssen  
kommen.  
kommen.  
Line 12,584: Line 11,375:
allerfeinsten Kanälcheu oder Anfängen von solchen.  
allerfeinsten Kanälcheu oder Anfängen von solchen.  


Nicht selten gelang es uns auch, einen Längsschnitt eines inter-
Nicht selten gelang es uns auch, einen Längsschnitt eines intercellulären Kanals zu sehen; auch in diesem Falle waren mitunter die  
cellulären Kanals zu sehen; auch in diesem Falle waren mitunter die  
schwarzen Schlußlinien der begrenzenden Zellen deutlicher imprägniert  
schwarzen Schlußlinien der begrenzenden Zellen deutlicher imprägniert  
zu sehen. In sehr vielen Fällen konnten wir den Verlauf eines solchen  
zu sehen. In sehr vielen Fällen konnten wir den Verlauf eines solchen  
Kanals bis zu einer Lakune und seine Mündung in dieselbe verfolgen.  
Kanals bis zu einer Lakune und seine Mündung in dieselbe verfolgen.  
Diese Lakunen befinden sich im Zentrum resp. in der Achse der Drüsen-
Diese Lakunen befinden sich im Zentrum resp. in der Achse der Drüsenläppchen, aus welchen die ganze Marksubstanz der Nebenniere konstruiert ist.  
läppchen, aus welchen die ganze Marksubstanz der Nebenniere kon-
struiert ist.  


Als bestes Objekt zur Untersuchung der Nebenniere in dieser  
Als bestes Objekt zur Untersuchung der Nebenniere in dieser  
Line 12,603: Line 11,391:


ein kleines, axial verlaufendes Gefäß, welches sich in die größeren  
ein kleines, axial verlaufendes Gefäß, welches sich in die größeren  
Venen ergießt. Abgesehen von zahlreichen großen, leicht zu er-
Venen ergießt. Abgesehen von zahlreichen großen, leicht zu erkennenden Venen, welche den zwischen den Läppchen frei bleibenden  
kennenden Venen, welche den zwischen den Läppchen frei bleibenden  
Raum ausfüllen, finden sich zwischen ihnen auch zahlreiche kleinere,  
Raum ausfüllen, finden sich zwischen ihnen auch zahlreiche kleinere,  
schwer zu erkennende Gefäße, welche durch die einander eng anliegen-
schwer zu erkennende Gefäße, welche durch die einander eng anliegenden Oberflächen der benachbarten Läppchen so stark komprimiert  
den Oberflächen der benachbarten Läppchen so stark komprimiert  
werden, daß wir lange im Zweifel blieben, ob wir nicht eine einfache  
werden, daß wir lange im Zweifel blieben, ob wir nicht eine einfache  
bindegewebige Scheidewand zwischen den Läppchen vor uns hätten.  
bindegewebige Scheidewand zwischen den Läppchen vor uns hätten.  
Line 12,626: Line 11,412:
münden.  
münden.  


Was die Beziehungen der Lakunen zum zentralen Gefäß anbe-
Was die Beziehungen der Lakunen zum zentralen Gefäß anbetrifft, so sind sie ganz eigentümlicher Art: Es gelang uns, in vielen  
trifft, so sind sie ganz eigentümlicher Art: Es gelang uns, in vielen  
Fällen nachzuweisen, daß vom Zentrum einer Lakune aus ein kleines  
Fällen nachzuweisen, daß vom Zentrum einer Lakune aus ein kleines  
Gefäß seinen Ursprung nimmt. Bei günstiger Schnittrichtung läßt sich  
Gefäß seinen Ursprung nimmt. Bei günstiger Schnittrichtung läßt sich  
Line 12,636: Line 11,421:
der freien Kommunikation der Lakune mit dem Blutgefäßsystem. Es  
der freien Kommunikation der Lakune mit dem Blutgefäßsystem. Es  
wäre vielleicht das Richtige, in Anbetracht des freien Anfangs der  
wäre vielleicht das Richtige, in Anbetracht des freien Anfangs der  
oben erwähnten Gefäße innerhalb der Lakunen, erstere für Lymph-
oben erwähnten Gefäße innerhalb der Lakunen, erstere für Lymphgefäße statt für Blutgefäße zu erklären. Wir hätten somit hier den  
gefäße statt für Blutgefäße zu erklären. Wir hätten somit hier den  
Fall, daß kleine Lymphgefäße direkt in die venöse Blutbahn münden.  
Fall, daß kleine Lymphgefäße direkt in die venöse Blutbahn münden.  
Die zuletzt beschriebenen Verhältnisse beziehen sich vor allem auf das  
Die zuletzt beschriebenen Verhältnisse beziehen sich vor allem auf das  
Line 12,654: Line 11,438:
in dessen Lumen. Die Dimension der Läppchen ist kleiner als beim  
in dessen Lumen. Die Dimension der Läppchen ist kleiner als beim  
Kaninchen, auch die Menge der intercellulären Kanäle ist geringer.  
Kaninchen, auch die Menge der intercellulären Kanäle ist geringer.  
Die Nebenniere der Feldmaus, Ratte und Maus ist mit kleinen Läpp-
Die Nebenniere der Feldmaus, Ratte und Maus ist mit kleinen Läppchen versehen, in welchen keine Lumina zu sehen sind; anstatt dieser  
chen versehen, in welchen keine Lumina zu sehen sind; anstatt dieser  
sind kleine zentrale wandlose Gefäße und intercelluläre Kanäle vorhanden.  
sind kleine zentrale wandlose Gefäße und intercelluläre Kanäle vor-
handen.  


Aus diesen Bildern kann man nur einen Schluß ziehen : die Mark-
Aus diesen Bildern kann man nur einen Schluß ziehen : die Marksubstanz der Nebenniere ist eine Drüse mit innerer Sekretion;  
substanz der Nebenniere ist eine Drüse mit innerer Sekretion;  
die Drüsenzellen werden von den Blutgefäßen, welche um die Drüsenläppchen herum liegen, ernährt, und das in den Drüsenzellen gebildete  
die Drüsenzellen werden von den Blutgefäßen, welche um die Drüsen-
Sekret wird wiederum in die Gefäße und somit in die Blutbahn gebracht. Der Weg, den das Sekret von den Zellen aus bis in die Gefäße nimmt, ist folgender: das Sekret gelangt zuerst aus der Zelle in  
läppchen herum liegen, ernährt, und das in den Drüsenzellen gebildete  
die intercellulären Gänge, welche dasselbe in ein zentrales Lakunensystem ergießen, wie es beim Kaninchen der Fall ist, oder in ein einziges zentrales wandloses Gefäß (Lakune), wie wir es bei Ratte und  
Sekret wird wiederum in die Gefäße und somit in die Blutbahn ge-
bracht. Der Weg, den das Sekret von den Zellen aus bis in die Ge-
fäße nimmt, ist folgender: das Sekret gelangt zuerst aus der Zelle in  
die intercellulären Gänge, welche dasselbe in ein zentrales Lakunen-
system ergießen, wie es beim Kaninchen der Fall ist, oder in ein ein-
ziges zentrales wandloses Gefäß (Lakune), wie wir es bei Ratte und  
Maus zu sehen bekommen haben.  
Maus zu sehen bekommen haben.  


Line 12,676: Line 11,452:
aus wird es durch die Blutbahn in den Organismus weitergeführt.  
aus wird es durch die Blutbahn in den Organismus weitergeführt.  


Nicht selten konnten wir beobachten, daß nicht bloß die Mark-
Nicht selten konnten wir beobachten, daß nicht bloß die Markgefäße, wie HuLTGREN Und Anderson beobachteten, sondern daß auch  
gefäße, wie HuLTGREN Und Anderson beobachteten, sondern daß auch  
die Lakunen und die in sie mündenden intercellulären Gänge mit  
die Lakunen und die in sie mündenden intercellulären Gänge mit  
schwarz gefärbten, feinen Partikelchen gefüllt waren; um aber die-
schwarz gefärbten, feinen Partikelchen gefüllt waren; um aber dieselben für das Sekret der Drüse erklären zu können, fehlen uns doch  
selben für das Sekret der Drüse erklären zu können, fehlen uns doch  
bis jetzt noch die genügend sicheren Beweise.  
bis jetzt noch die genügend sicheren Beweise.  


Line 12,702: Line 11,476:
Von Prof. Browicz in Krakau.  
Von Prof. Browicz in Krakau.  


Im Jahre 1897 habe ich die Beobachtung veröffentlicht, daß Ery-
Im Jahre 1897 habe ich die Beobachtung veröffentlicht, daß Erythrocyten in der Leberzelle des Hundes im physiologischen Zustande  
throcyten in der Leberzelle des Hundes im physiologischen Zustande  
der Leber vorgefunden werden, woraus ich schon damals folgerte, daß  
der Leber vorgefunden werden, woraus ich schon damals folgerte, daß  
zwischen den Leberzellen und den Blutkapillaren ständige Verbindungs-
zwischen den Leberzellen und den Blutkapillaren ständige Verbindungswege existieren müssen. Weitere Befunde mikrochemisch aufdeckbarer  
wege existieren müssen. Weitere Befunde mikrochemisch aufdeckbarer  
hämoglobinärer Pigmentablagerungen innerhalb scharf begrenzter Räume,  
hämoglobinärer Pigmentablagerungen innerhalb scharf begrenzter Räume,  
Vakuolen, im Cyto- und Karyoplasma der Leberzelle sowohl in patho-
Vakuolen, im Cyto- und Karyoplasma der Leberzelle sowohl in pathologischen Zuständen beim Menschen als auch nach der Einführung von  
logischen Zuständen beim Menschen als auch nach der Einführung von  
Hämoglobinlösung in die Halsvene beim Hunde bestärkten mich in  
Hämoglobinlösung in die Halsvene beim Hunde bestärkten mich in  
dieser Anschauung, und ich schloß daraus auf die Existenz von Er-
dieser Anschauung, und ich schloß daraus auf die Existenz von Ernährungskanälchen in der Leberzelle, welche, da sowohl flüssiges  
nährungskanälchen in der Leberzelle, welche, da sowohl flüssiges  
Hämoglobin als auch wohlerhaltene Erythrocyten bis in den Kern  
Hämoglobin als auch wohlerhaltene Erythrocyten bis in den Kern  
hineingelangen, bis in den Kern hineinreichen und mit den intraacinösen  
hineingelangen, bis in den Kern hineinreichen und mit den intraacinösen  
Line 12,729: Line 11,499:
Holmgren hat seine Trophospongien der Nervenzelle auch in  
Holmgren hat seine Trophospongien der Nervenzelle auch in  
anderen Zellarten wiedergefunden und unter anderen auch in den  
anderen Zellarten wiedergefunden und unter anderen auch in den  
Leberzellen des Igels. Die Trophospongien faßt Holmgren als intra-
Leberzellen des Igels. Die Trophospongien faßt Holmgren als intracellular verlaufende Ausläufer anderer multipolar gestalteten Zellen  
cellular verlaufende Ausläufer anderer multipolar gestalteten Zellen  
auf, welche Ausläufer ursprünglich protoplasmatischer Natur sind. In  
auf, welche Ausläufer ursprünglich protoplasmatischer Natur sind. In  
gewissen funktionellen Stadien oder in gewissen Stadien stofflicher  
gewissen funktionellen Stadien oder in gewissen Stadien stofflicher  
Line 12,742: Line 11,511:


die bezüglichen Zellen ein mehr oder weniger ausgesprochen kanalisiertes  
die bezüglichen Zellen ein mehr oder weniger ausgesprochen kanalisiertes  
Aussehen annehmen. Diese Kanälchen nannte Holmgren früher Saft-
Aussehen annehmen. Diese Kanälchen nannte Holmgren früher Saftkanälchen. Diese seine intracellulären Kanälchen, sagt Holmgren,  
kanälchen. Diese seine intracellulären Kanälchen, sagt Holmgren,  
stehen nicht mit Gallenkapillaren im Zusammenhange und entleeren  
stehen nicht mit Gallenkapillaren im Zusammenhange und entleeren  
sich in die „perivaskulären Umgebungen". Holmgren hat also diese  
sich in die „perivaskulären Umgebungen". Holmgren hat also diese  
Line 12,749: Line 11,517:
danach nicht Sekretions-, sondern Ernährungskanälchen in meinem  
danach nicht Sekretions-, sondern Ernährungskanälchen in meinem  
Sinne. Und mit Recht erwähnt Holmgren in dem genannten Aufsatze  
Sinne. Und mit Recht erwähnt Holmgren in dem genannten Aufsatze  
(Anat. Anz., No. 16), daß ich ihm, wie er sich ausdrückt, etwas Un-
(Anat. Anz., No. 16), daß ich ihm, wie er sich ausdrückt, etwas Unrecht angetan habe, indem ich sagte, daß Holmgren deren Charakter,  
recht angetan habe, indem ich sagte, daß Holmgren deren Charakter,  
ob Sekretions- oder Ernährungskanälchen, nicht bestimmt hat, was ich  
ob Sekretions- oder Ernährungskanälchen, nicht bestimmt hat, was ich  
jetzt gern korrigiere. Die HoLMGRENSchen intracellulären Kanälchen  
jetzt gern korrigiere. Die HoLMGRENSchen intracellulären Kanälchen  
in der Leberzelle sind, glaube ich, eins und dasselbe mit meinen Er-
in der Leberzelle sind, glaube ich, eins und dasselbe mit meinen Ernährungskanälchen, sie münden ja nach außen, wie es Holmgren ausdrücklich sagt. Holmgren behandelt also nur die Frage der Existenz  
nährungskanälchen, sie münden ja nach außen, wie es Holmgren aus-
von Ernährungswegen der von ihm sogen. Trophospongien, welcher Befund, abgesehen davon, ob das intracelluläre Netz der Ausdruck von von  
drücklich sagt. Holmgren behandelt also nur die Frage der Existenz  
von Ernährungswegen der von ihm sogen. Trophospongien, welcher Be-
fund, abgesehen davon, ob das intracelluläre Netz der Ausdruck von von  
außen in die Leberzelle hineindringenden Ausläufern anderer Zellen ist  
außen in die Leberzelle hineindringenden Ausläufern anderer Zellen ist  
und, was Holmgren als nicht unwahrscheinlich ansieht, von Ausläufern  
und, was Holmgren als nicht unwahrscheinlich ansieht, von Ausläufern  
der sogen. KuPFFERschen Sternzellen, welche Ausläufer in gewissen  
der sogen. KuPFFERschen Sternzellen, welche Ausläufer in gewissen  
funktionellen Stadien oder in gewissen Stadien stofflicher Umsetzung  
funktionellen Stadien oder in gewissen Stadien stofflicher Umsetzung  
mehr oder weniger verflüssigt werden sollen, wodurch erst die bezüg-
mehr oder weniger verflüssigt werden sollen, wodurch erst die bezüglichen Zellen ein mehr oder weniger ausgesprochen kanalisiertes Aussehen annehmen, oder ein, wie ich annehme, intracelluläres Netz  
lichen Zellen ein mehr oder weniger ausgesprochen kanalisiertes Aus-
sehen annehmen, oder ein, wie ich annehme, intracelluläres Netz  
ständiger Kanälchen ist, mir sehr willkommen ist. Es ergibt sich ja  
ständiger Kanälchen ist, mir sehr willkommen ist. Es ergibt sich ja  
daraus, daß auch andere die Einführung von Ernährungs- und Funktions-
daraus, daß auch andere die Einführung von Ernährungs- und Funktionsmaterial auf präformierten Wegen und nicht durch Osmose stricto  
material auf präformierten Wegen und nicht durch Osmose stricto  
sensu anzunehmen geneigt sind, worauf ich in meinen Publikationen  
sensu anzunehmen geneigt sind, worauf ich in meinen Publikationen  
hingewiesen habe.  
hingewiesen habe.  


Auf Grund mehrjähriger Untersuchungen der Leber inkl. Leber-
Auf Grund mehrjähriger Untersuchungen der Leber inkl. Leberzelle mußte ich in der Leberzelle ein zweifaches intracelluläres Kanälchensystem annehmen, nämlich ein intracelluläres Gallenkanälchensystem,  
zelle mußte ich in der Leberzelle ein zweifaches intracelluläres Kanälchen-
welches unmittelbar mit den intercellulären Gallenkanälchen zusammenhängt, und ein zweites, das Ernährungskanälchensystem, das  
system annehmen, nämlich ein intracelluläres Gallenkanälchensystem,  
welches unmittelbar mit den intercellulären Gallenkanälchen zu-
sammenhängt, und ein zweites, das Ernährungskanälchensystem, das  
den Leberzellen Ernährungs- und Funktionsmaterial zuführt und mit  
den Leberzellen Ernährungs- und Funktionsmaterial zuführt und mit  
den intraacinösen Blutkapillaren in einem mittelbaren Zusammen-
den intraacinösen Blutkapillaren in einem mittelbaren Zusammenhange sich befindet. Das unmittelbare Zusammenhängen der intracellulären Gallenkanälchen mit den intercellulären Gallenkanälchen  
hange sich befindet. Das unmittelbare Zusammenhängen der intra-
cellulären Gallenkanälchen mit den intercellulären Gallenkanälchen  
konnte ich auch an Präparaten konstatieren, welche mit der von  
konnte ich auch an Präparaten konstatieren, welche mit der von  
meinem Assistenten Prof. Ciechanowski angewendeten WEiGERT'schen  
meinem Assistenten Prof. Ciechanowski angewendeten WEiGERT'schen  
Line 12,795: Line 11,551:
oder entsprechende von den Gallengängeu oder Blutgefäßen injizierte  
oder entsprechende von den Gallengängeu oder Blutgefäßen injizierte  
Massen, enthalten, kann die Zugehörigkeit einzelner Zweige zu einem  
Massen, enthalten, kann die Zugehörigkeit einzelner Zweige zu einem  
der beiden Kanälchensysteme, Sekretions- oder Ernährungskanälchen-
der beiden Kanälchensysteme, Sekretions- oder Ernährungskanälchensystem, nicht bestimmt werden, in dieser Richtung nun könnte meine  
system, nicht bestimmt werden, in dieser Richtung nun könnte meine  
von Holmgren berührte Ausdrucksweise gedeutet werden.  
von Holmgren berührte Ausdrucksweise gedeutet werden.  


Line 12,802: Line 11,557:
Blutkapillaren hat mir wieder Holmgren etwas Unrecht angetan, wenn  
Blutkapillaren hat mir wieder Holmgren etwas Unrecht angetan, wenn  
er sagt (p. 483, Anat. Anz.): „Jedenfalls können die Injektionspräparate  
er sagt (p. 483, Anat. Anz.): „Jedenfalls können die Injektionspräparate  
für mich unmöglich das beweisen, was Schäfer und Browicz ver-
für mich unmöglich das beweisen, was Schäfer und Browicz vermeinen, nämlich daß die intracellulären Kanälchen in direkter Verbindung mit den Blutkapillaren stehen sollen." In meiner Publikation  
meinen, nämlich daß die intracellulären Kanälchen in direkter Ver-
bindung mit den Blutkapillaren stehen sollen." In meiner Publikation  
in ViRCHOws Archiv (Bd. 168), worin ich meine Ansichten über den  
in ViRCHOws Archiv (Bd. 168), worin ich meine Ansichten über den  
Bau der Leberzelle vorgebracht habe, sage ich wörtlich: „Die intra-
Bau der Leberzelle vorgebracht habe, sage ich wörtlich: „Die intracellulären Gallenkanälchen sind in einem unmittelbaren Zusammenhange mit den intercellulären Gallenkanälchen, die von der Leberzelle  
cellulären Gallenkanälchen sind in einem unmittelbaren Zusammen-
secernierte Galle gelaugt unmittelbar in dieselben, während die intracellulären Ernährungskanälchen nur mittelbar mit den intraacinösen  
hange mit den intercellulären Gallenkanälchen, die von der Leberzelle  
secernierte Galle gelaugt unmittelbar in dieselben, während die intra-
cellulären Ernährungskanälchen nur mittelbar mit den intraacinösen  
Blutkapillareu zusammenhängen, obwohl dieselben, wie dies die mir  
Blutkapillareu zusammenhängen, obwohl dieselben, wie dies die mir  
vorliegenden ScHÄFERSchen Präparate dartun, von den Blutkapillaren  
vorliegenden ScHÄFERSchen Präparate dartun, von den Blutkapillaren  
I her mit der Injektionsmasse injiziert werden können. Die Wand-
I her mit der Injektionsmasse injiziert werden können. Die Wand/zellen der Blutkapillaren, welche, wie ich und Kupffer gleichI zeitig nachgewiesen haben, nur aus einer einzigen Zelllage bestehen,  
/zellen der Blutkapillaren, welche, wie ich und Kupffer gleich-
J vermjiiteln den Zusammenhang zwischen den LeberVzellen und den Blutkapillaren. Dafür sprechen die Bilder,  
I zeitig nachgewiesen haben, nur aus einer einzigen Zelllage bestehen,  
J vermjiiteln den Zusammenhang zwischen den Leber-
Vzellen und den Blutkapillaren. Dafür sprechen die Bilder,  
welche die großen, saftigen (vergl. meine Abhandlung über den Bau  
welche die großen, saftigen (vergl. meine Abhandlung über den Bau  
der intraacinösen Blutkapillaren und ihr Verhältnis zu den Leberzellen,  
der intraacinösen Blutkapillaren und ihr Verhältnis zu den Leberzellen,  
Anz. der Akad. der Wiss. in Krakau, Mai 1900, sowie meine Be-
Anz. der Akad. der Wiss. in Krakau, Mai 1900, sowie meine Bemerkungen zu dem Aufsatze Heinz' über die Phagocytose der Lebergefäßendothelien. Arch. f. mikr. Anat., Bd. 60), ins Lumen der Blutkapillaren hineinragenden Wandzellen darbieten, welche Erythrocyten  
merkungen zu dem Aufsatze Heinz' über die Phagocytose der Leber-
gefäßendothelien. Arch. f. mikr. Anat., Bd. 60), ins Lumen der Blut-
kapillaren hineinragenden Wandzellen darbieten, welche Erythrocyten  
oder Hämoglobinablagerungen enthalten, und in Fällen von akutem  
oder Hämoglobinablagerungen enthalten, und in Fällen von akutem  
experimentell mittels Toluilendiamin beim Hunde hevorgerufenem  
experimentell mittels Toluilendiamin beim Hunde hevorgerufenem  
Line 12,836: Line 11,580:


ihr Verhältnis zu den Leberzellen hervorgehoben habe, darauf hin,  
ihr Verhältnis zu den Leberzellen hervorgehoben habe, darauf hin,  
daß auch in den Wandzellen, Zellen anderer Gattung als die Leber-
daß auch in den Wandzellen, Zellen anderer Gattung als die Leberzellen, intracelluläre Kanälchen existieren."  
zellen, intracelluläre Kanälchen existieren."  


Die Wandzellen der Blutkapillaren sind ja eben die sogenannten  
Die Wandzellen der Blutkapillaren sind ja eben die sogenannten  
KuPFFERschen Sternzellen. Kupffer hat ja selbst seine frühere An-
KuPFFERschen Sternzellen. Kupffer hat ja selbst seine frühere Angabe von der extravaskulären Lage seiner Sternzelleu zurückgenommen und betrachtet dieselben ganz richtig als Bestandteile der  
gabe von der extravaskulären Lage seiner Sternzelleu zurückge-
nommen und betrachtet dieselben ganz richtig als Bestandteile der  
Kapillarwand.  
Kapillarwand.  


Holmgren führt ferner an, daß seine Kanälchen sich in die  
Holmgren führt ferner an, daß seine Kanälchen sich in die  
perivaskulären Umgebungen entleeren, mit den perivaskulären Inter-
perivaskulären Umgebungen entleeren, mit den perivaskulären Interstitien immer zusammenhängen, und es ist Holmgren nicht unwahrscheinlich, daß sein intracelluläres Netz, aus dem die Saftkanälchen  
stitien immer zusammenhängen, und es ist Holmgren nicht unwahr-
scheinlich, daß sein intracelluläres Netz, aus dem die Saftkanälchen  
ausgehen, in der That den multipolar gestalteten KuPFFERSchen  
ausgehen, in der That den multipolar gestalteten KuPFFERSchen  
Sternzellen zugehört. Diese Ansicht Holmgrens berührt die Frage,  
Sternzellen zugehört. Diese Ansicht Holmgrens berührt die Frage,  
Line 12,854: Line 11,593:
ich auch jetzt noch unberührt lasse, ob die intracellulären Kanälchen  
ich auch jetzt noch unberührt lasse, ob die intracellulären Kanälchen  
autochthone oder von außen in die Leberzelle eindringende Gebilde  
autochthone oder von außen in die Leberzelle eindringende Gebilde  
sind. Wenn also das HoLMGRENsche intracelluläre Netz aus Aus-
sind. Wenn also das HoLMGRENsche intracelluläre Netz aus Ausläufern der Wandzellen, d. i. der bisher sog. KuPFFERSchen Sternzellen entsteht, so müssen die Wandzellen innig mit den Leberzellen  
läufern der Wandzellen, d. i. der bisher sog. KuPFFERSchen Stern-
zusammenhängen, was ich zu wiederholten Malen in meinen Publikationen behaupte, Zufolgedessen kann ein perivaskulärer Raum nicht  
zellen entsteht, so müssen die Wandzellen innig mit den Leberzellen  
zusammenhängen, was ich zu wiederholten Malen in meinen Publi-
kationen behaupte, Zufolgedessen kann ein perivaskulärer Raum nicht  
existieren, was ich auch in meinen Publikationen behaupte und in  
existieren, was ich auch in meinen Publikationen behaupte und in  
einer nächstens erscheinenden Abhandlung weiter zu begründen be-
einer nächstens erscheinenden Abhandlung weiter zu begründen bemüht sein werde.  
müht sein werde.  


In Anbetracht dessen, daß flüssiges Hämoglobin als auch Erythro-
In Anbetracht dessen, daß flüssiges Hämoglobin als auch Erythrocyten, Substanzen, deren Anwesenheit in der Leberzelle sicher nachgewiesen werden kann, von den Leberzellen eingesogen und in scharf  
cyten, Substanzen, deren Anwesenheit in der Leberzelle sicher nach-
begrenzten Räumen in der Leberzelle abgelagert werden, was ich sowohl an pathologischen als auch physiologischen und experimentell  
gewiesen werden kann, von den Leberzellen eingesogen und in scharf  
begrenzten Räumen in der Leberzelle abgelagert werden, was ich so-
wohl an pathologischen als auch physiologischen und experimentell  
hervorgerufenen Bildern konstatieren konnte, scheint mir ein Entstehen  
hervorgerufenen Bildern konstatieren konnte, scheint mir ein Entstehen  
von Kanälchen als Folge der Verflüssigung intracellulärer von außen  
von Kanälchen als Folge der Verflüssigung intracellulärer von außen  
in die Leberzelle hineindringender Zellenausläufer nicht plausibel zu  
in die Leberzelle hineindringender Zellenausläufer nicht plausibel zu  
sein, und ich bin der Meinung, daß ebenso wie intracelluläre Gallen-
sein, und ich bin der Meinung, daß ebenso wie intracelluläre Gallenkanälchen, welche man z. B. an pathologischen Objekten ganz deutlich  
kanälchen, welche man z. B. an pathologischen Objekten ganz deutlich  
zu sehen bekommt, deren Wandungen es gelingt sowohl mittels Van  
zu sehen bekommt, deren Wandungen es gelingt sowohl mittels Van  
GiESONS Methode (Fuchsinrot) als auch mittels der Eppingers und  
GiESONS Methode (Fuchsinrot) als auch mittels der Eppingers und  
Line 12,887: Line 11,618:
Netze zum Vorschein kommen.  
Netze zum Vorschein kommen.  


Die Gründe, welche mich bewogen haben, anzunehmen, daß intra-
Die Gründe, welche mich bewogen haben, anzunehmen, daß intracelluläre Gallenkanälchen ihren Anfang im Kerne nehmen und Ernährungskanälchen in den Kern hineinreichen, habe ich in der letzten  
celluläre Gallenkanälchen ihren Anfang im Kerne nehmen und Er-
nährungskanälchen in den Kern hineinreichen, habe ich in der letzten  
Publikation in Virchows Archiv aus meinen früheren Publikationen  
Publikation in Virchows Archiv aus meinen früheren Publikationen  
in der Akademie der Wissenschaften in Krakau zusammengestellt.  
in der Akademie der Wissenschaften in Krakau zusammengestellt.  
Line 12,899: Line 11,628:
durchmustert habe, habe ich ein Eindringen der Injektionsmasse in  
durchmustert habe, habe ich ein Eindringen der Injektionsmasse in  
den Kern in scharfbegrenzten Bahnen, wie es das meiner Publikation  
den Kern in scharfbegrenzten Bahnen, wie es das meiner Publikation  
in Virchows Archiv beigefügte Bild wiedergiebt, ganz bestimmt an-
in Virchows Archiv beigefügte Bild wiedergiebt, ganz bestimmt angetroffen.  
getroffen.  


Was die Injektionsbilder in den mir vorliegenden ScHÄFERSchen  
Was die Injektionsbilder in den mir vorliegenden ScHÄFERSchen  
Präparaten anbetrifft, so sind dieselben geradezu ideal. Von Extra-
Präparaten anbetrifft, so sind dieselben geradezu ideal. Von Extravasaten, von denen Holmgren ein Bild vorführt, ist nichts zu sehen,  
vasaten, von denen Holmgren ein Bild vorführt, ist nichts zu sehen,  
so daß nach dem, was ich vor mir habe, von allerlei Kunstprodukten,  
so daß nach dem, was ich vor mir habe, von allerlei Kunstprodukten,  
wie sich Holmgren äußert, nicht die Rede sein kann. Die mir vor-
wie sich Holmgren äußert, nicht die Rede sein kann. Die mir vorliegenden ScHÄFERSchen Bilder konnte ich also als eine weitere Stütze  
liegenden ScHÄFERSchen Bilder konnte ich also als eine weitere Stütze  
meiner auf anderen Wegen errungenen Anschauung anführen.  
meiner auf anderen Wegen errungenen Anschauung anführen.  


Aber auch bei Anwesenheit von perivaskulären Extravasaten ver-
Aber auch bei Anwesenheit von perivaskulären Extravasaten verlieren die ScHÄFERSchen Präparate und Bilder, meiner Ansicht nach,  
lieren die ScHÄFERSchen Präparate und Bilder, meiner Ansicht nach,  
nicht an Bedeutung. Ob die Injektionsmasse direkt aus den Blutkapillaren oder erst nach Extravasation zwischen die Kapillarwand  
nicht an Bedeutung. Ob die Injektionsmasse direkt aus den Blut-
kapillaren oder erst nach Extravasation zwischen die Kapillarwand  
und die Leberzellen in die Leberzellen eindringt, ändert nichts  
und die Leberzellen in die Leberzellen eindringt, ändert nichts  
an der Beweiskraft dieser Bilder, besonders da in den intercellulären  
an der Beweiskraft dieser Bilder, besonders da in den intercellulären  
Line 12,928: Line 11,652:
infolge der Ablösung der Kapillarwandungen entstehen) wahrnehmbar  
infolge der Ablösung der Kapillarwandungen entstehen) wahrnehmbar  
ist. Es ist deshalb nichts Sonderbares, daß die Injektionsmasse, wenn  
ist. Es ist deshalb nichts Sonderbares, daß die Injektionsmasse, wenn  
dieselbe irgendwo die dünne Kapillarwandung durchbricht und die-
dieselbe irgendwo die dünne Kapillarwandung durchbricht und die
 
Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 1 1  
Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 1 1  


Line 12,941: Line 11,664:
Archiv beigefügten Bildern, ja teilweise selbst auf dem von Holmgren  
Archiv beigefügten Bildern, ja teilweise selbst auf dem von Holmgren  
im Anat. Anzeiger dargestellten Bilde ist der Verlauf der in die  
im Anat. Anzeiger dargestellten Bilde ist der Verlauf der in die  
Leberzellen eindringenden Injektionsmasse in länglichen, scharfbe-
Leberzellen eindringenden Injektionsmasse in länglichen, scharfbegrenzten, sich verzweigenden, Netze bildenden, in verschiedenem Niveau  
grenzten, sich verzweigenden, Netze bildenden, in verschiedenem Niveau  
liegenden Bahnen, teils in Gestalt von Querschnitten derselben als  
liegenden Bahnen, teils in Gestalt von Querschnitten derselben als  
gleichsam gröbere Körner ersichtlich. Die Bilder, welche Schäfers  
gleichsam gröbere Körner ersichtlich. Die Bilder, welche Schäfers  
Line 12,953: Line 11,675:
Nachdruck verboten.  
Nachdruck verboten.  


Ueber das Vorkommen einer „Carotisdrüse" und der „chrom-
Ueber das Vorkommen einer „Carotisdrüse" und der „chromafflnen Zellen" bei Vögeln.  
afflnen Zellen" bei Vögeln.  


Nebst Bemerkungen über die Kiemenspaltende rivate.  
Nebst Bemerkungen über die Kiemenspaltende rivate.  
Line 12,963: Line 11,684:
Litteratur vor. Meines Wissens sind es nur zwei Forscher, Schaper  
Litteratur vor. Meines Wissens sind es nur zwei Forscher, Schaper  
und Verdun, die sich mit dieser Frage beschäftigt haben. Während  
und Verdun, die sich mit dieser Frage beschäftigt haben. Während  
ersterer erfolglos nach einer Carotisdrüse suchte, war letzterer glück-
ersterer erfolglos nach einer Carotisdrüse suchte, war letzterer glücklicher, indem er auch bei den Vögeln dieses Organ nachweisen  
licher, indem er auch bei den Vögeln dieses Organ nachweisen  
konnte.  
konnte.  


Schaper sagt: „Bei den Vögeln fehlt sie (die Carotisdrüse) be-
Schaper sagt: „Bei den Vögeln fehlt sie (die Carotisdrüse) bereits, wenigstens triö't man in der Umgebung der Carotisbifurkation  
reits, wenigstens triö't man in der Umgebung der Carotisbifurkation  
kein homologes Organ, wie mir meine vergeblichen Nachforschungen  
kein homologes Organ, wie mir meine vergeblichen Nachforschungen  
bei der Gans und bei alten Hühnerembryonen erwiesen haben."  
bei der Gans und bei alten Hühnerembryonen erwiesen haben."  


Verdun dagegen behauptet : „Vers le neuvieme jour (chez l'em-
Verdun dagegen behauptet : „Vers le neuvieme jour (chez l'embryon du poulet) la tunique externe de la carotide s'epaissit vis-a-vis  
bryon du poulet) la tunique externe de la carotide s'epaissit vis-a-vis  
des glandules branchiales et fournit un organ qui r6pond par sa structure histologique ä la glande carotidienne. Celle-ci peut affecter  
des glandules branchiales et fournit un organ qui r6pond par sa struc-
avec les divers d6riv6s branchiaux et le corps postbrauchial, des connexions assez intimes pour qu'on ne puisse Ten distinguer qu'ä l'aide  
ture histologique ä la glande carotidienne. Celle-ci peut affecter  
avec les divers d6riv6s branchiaux et le corps postbrauchial, des con-
nexions assez intimes pour qu'on ne puisse Ten distinguer qu'ä l'aide  
d'un examen tres attentif."  
d'un examen tres attentif."  


Eine genaue Nachprüfung der tatsächlichen Verhältnisse war da-
Eine genaue Nachprüfung der tatsächlichen Verhältnisse war daher dringend geboten, und in den folgenden Zeilen will ich über die  
her dringend geboten, und in den folgenden Zeilen will ich über die  
Resultate meiner diesbezüglichen Arbeiten berichten.  
Resultate meiner diesbezüglichen Arbeiten berichten.  


Line 12,992: Line 11,707:
163  
163  


Wenn ich heute schon, vor definitivem Abschlüsse der verglei-
Wenn ich heute schon, vor definitivem Abschlüsse der vergleichenden Untersuchungen über die sympathischen Ganglien der Vögel,  
chenden Untersuchungen über die sympathischen Ganglien der Vögel,  
die bisher gewonnenen Ergebnisse in Form dieser vorläufigen Mitteilung veröffentliche, so geschieht dies, weil mir der sichere Nachweis  
die bisher gewonnenen Ergebnisse in Form dieser vorläufigen Mittei-
des ausnahmslosen Vorkommens eines d er sogenannten „Carotisdrüse" der Säugetiere gleichwertigen Organes bei  
lung veröffentliche, so geschieht dies, weil mir der sichere Nachweis  
des ausnahmslosen Vorkommens eines d er sogenannten „Ca-
rotisdrüse" der Säugetiere gleichwertigen Organes bei  
allen untersuchten Vögeln gelang, und weil die Vorarbeiten für die  
allen untersuchten Vögeln gelang, und weil die Vorarbeiten für die  
ausführliche Arbeit noch längere Zeit in Anspruch nehmen werden.  
ausführliche Arbeit noch längere Zeit in Anspruch nehmen werden.  
Line 13,005: Line 11,717:
gewebliche Natur der Carotisdrüse zu präzisieren. Ich  
gewebliche Natur der Carotisdrüse zu präzisieren. Ich  
glaube, mir ein näheres Eingehen auf die diesbezügliche Litteratur  
glaube, mir ein näheres Eingehen auf die diesbezügliche Litteratur  
jetzt um so eher ersparen zu dürfen, als die hierher gehörenden An-
jetzt um so eher ersparen zu dürfen, als die hierher gehörenden Angaben in der ausführlichen Mitteilung zur Besprechung kommen sollen.  
gaben in der ausführlichen Mitteilung zur Besprechung kommen sollen.  


Es ist bekannt, daß seit der Entdeckung der Carotisdrüse die  
Es ist bekannt, daß seit der Entdeckung der Carotisdrüse die  
verschiedensten Meinungen über die Natur ihrer spezifischen Gewebs-
verschiedensten Meinungen über die Natur ihrer spezifischen Gewebselemente geherrscht haben. Alle die oft sehr gent^uen Detailstudien  
elemente geherrscht haben. Alle die oft sehr gent^uen Detailstudien  
brachten aber keine Klarheit in dieser strittigen Frage, und erst die  
brachten aber keine Klarheit in dieser strittigen Frage, und erst die  
Untersuchungen Kohns erwiesen aufs deutlichste die Zugehörigkeit  
Untersuchungen Kohns erwiesen aufs deutlichste die Zugehörigkeit  
Line 13,018: Line 11,728:


Die spezifischen Gewebselemente der Carotisdrüse bilden nach  
Die spezifischen Gewebselemente der Carotisdrüse bilden nach  
KoHN die von ihm sogenannten chromaffinen Zellen des Sym-
KoHN die von ihm sogenannten chromaffinen Zellen des Sympathicus. Was sind nun diese chromaffinen Zellen? Die Antw^ort lautet  
pathicus. Was sind nun diese chromaffinen Zellen? Die Antw^ort lautet  
folgendermaßen: Die chromaffinen Zellen sind überall im ganzen  
folgendermaßen: Die chromaffinen Zellen sind überall im ganzen  
Sympathicus in wechselnder Menge und Anordnung verbreitete Zellen,  
Sympathicus in wechselnder Menge und Anordnung verbreitete Zellen,  
die aus den noch unvollkommen differenzierten Anlagen der sym-
die aus den noch unvollkommen differenzierten Anlagen der sympathischen Ganglien hervorgehen und zeitlebens neben Ganglienzellen  
pathischen Ganglien hervorgehen und zeitlebens neben Ganglienzellen  
und Nervenfasern sich im Sympathicus finden, oder auch mehr selbständige Organe, die Paraganglien oder chromaffinen Körper,  
und Nervenfasern sich im Sympathicus finden, oder auch mehr selb-
ständige Organe, die Paraganglien oder chromaffinen Körper,  
bilden.  
bilden.  


Line 13,033: Line 11,740:
eine geringe ist oder überhaupt nicht eintritt, doch noch darin ihren  
eine geringe ist oder überhaupt nicht eintritt, doch noch darin ihren  
Ausdruck, daß diese Zellen durch Chromsäure und ihre Salze gut  
Ausdruck, daß diese Zellen durch Chromsäure und ihre Salze gut  
fixiert werden, während andere Fixierungsflüssigkeiten, wie z. B. Sub-
fixiert werden, während andere Fixierungsflüssigkeiten, wie z. B. Sublimatlösungen, keine oder nur eine sehr mangelhafte Fixierung des  
limatlösungen, keine oder nur eine sehr mangelhafte Fixierung des  
Zelleibes herbeiführen.  
Zelleibes herbeiführen.  


Line 13,048: Line 11,754:
von den Nachbargewüben den Eindruck eines selbständigen Organes  
von den Nachbargewüben den Eindruck eines selbständigen Organes  
macht. Meine Untersuchungen haben mich davon überzeugt, daß die  
macht. Meine Untersuchungen haben mich davon überzeugt, daß die  
gleiche Anschauung für die Carotisdrüse derVögel an-
gleiche Anschauung für die Carotisdrüse derVögel annehmbar ist.  
nehmbar ist.  


Es ist selbstverständHch, daß bei der unmittelbaren Nähe der  
Es ist selbstverständHch, daß bei der unmittelbaren Nähe der  
Kiemenspaltende rivate auch diesen die Aufmerksamkeit zu-
Kiemenspaltende rivate auch diesen die Aufmerksamkeit zugewendet werden mußte. Speziell der postbranchiale Körper  
gewendet werden mußte. Speziell der postbranchiale Körper  
verdient unser höchstes Interesse, weshalb ich im folgenden auch über  
verdient unser höchstes Interesse, weshalb ich im folgenden auch über  
ihn und die Epithelkörper einige Beobachtungen mitteilen werde.  
ihn und die Epithelkörper einige Beobachtungen mitteilen werde.  
Line 13,060: Line 11,764:
Hier will ich nur in Kürze die bisher erhaltenen Resultate anführen.  
Hier will ich nur in Kürze die bisher erhaltenen Resultate anführen.  


1) Die Carotisdrüse kommt bei allen von mir unter-
1) Die Carotisdrüse kommt bei allen von mir untersuchten Vögeln ausnahmslos vor. Sie liegt stets in der  
suchten Vögeln ausnahmslos vor. Sie liegt stets in der  
Nähe eines der Thyreoidea benachbarten oder ihr unmittelbar anliegenden Epithelkörpers. In ihren Lagebeziehungen zu letzterem können  
Nähe eines der Thyreoidea benachbarten oder ihr unmittelbar anlie-
genden Epithelkörpers. In ihren Lagebeziehungen zu letzterem können  
folgende Abstufungen stattfinden :  
folgende Abstufungen stattfinden :  


Line 13,069: Line 11,771:
bindegewebigen, relativ zellarmen, dicken Hülle. Bloß diese Hülle  
bindegewebigen, relativ zellarmen, dicken Hülle. Bloß diese Hülle  
oder Kapsel ist fest mit dem Epithelkörper verbunden, indem sie  
oder Kapsel ist fest mit dem Epithelkörper verbunden, indem sie  
einen langen Fortsatz tief in eine spaltenartige Vertiefung des Epithel-
einen langen Fortsatz tief in eine spaltenartige Vertiefung des Epithelkörpers sendet. Das eigentliche Carotisdrüsengewebe bleibt stets  
körpers sendet. Das eigentliche Carotisdrüsengewebe bleibt stets  
außerhalb des Epithelkörpers gelegen und erstreckt sich nirgends mit  
außerhalb des Epithelkörpers gelegen und erstreckt sich nirgends mit  
der Hülle in den Epithelkörper hinein.  
der Hülle in den Epithelkörper hinein.  
Line 13,076: Line 11,777:
b) Die Carotisdrüse besitzt eine Hülle überhaupt nicht oder  
b) Die Carotisdrüse besitzt eine Hülle überhaupt nicht oder  
kaum merklich entwickelt und liegt dem Epithelkörper sehr nahe,  
kaum merklich entwickelt und liegt dem Epithelkörper sehr nahe,  
öfters unmittelbar an. Sie bleibt aber immer von ihm deutlich ge-
öfters unmittelbar an. Sie bleibt aber immer von ihm deutlich getrennt; niemals sendet hier die Hülle einen Fortsatz in den Epithelkörper.  
trennt; niemals sendet hier die Hülle einen Fortsatz in den Epithel-
körper.  


c) Die Carotisdrüse liegt, ohne von einer besonderen Hülle  
c) Die Carotisdrüse liegt, ohne von einer besonderen Hülle  
umgeben zu sein, in einer mehr minder tiefen Bucht des Epithel-
umgeben zu sein, in einer mehr minder tiefen Bucht des Epithelkörpers. Diese Einlagerung kann manchmal so weit gehen, daß die  
körpers. Diese Einlagerung kann manchmal so weit gehen, daß die  
Carotisdrüse stellenweise ganz vom Epithelkörper umschlossen wird.  
Carotisdrüse stellenweise ganz vom Epithelkörper umschlossen wird.  
In diesem Falle sieht man dann die Carotisdrüse von einem Ringe  
In diesem Falle sieht man dann die Carotisdrüse von einem Ringe  
Line 13,090: Line 11,788:


So viel in bezug auf die Lage der Carotisdrüse zu dem am  
So viel in bezug auf die Lage der Carotisdrüse zu dem am  
meisten kopfwärts gelagerten Epithelkörper, der seinerseits, wie er-
meisten kopfwärts gelagerten Epithelkörper, der seinerseits, wie erwähnt, der Schilddrüse anliegt.  
wähnt, der Schilddrüse anliegt.  




Line 13,102: Line 11,799:
Stellen :  
Stellen :  


a) In einer ähnlichen, hilusartigen Vertiefung des nächsten, tie-
a) In einer ähnlichen, hilusartigen Vertiefung des nächsten, tieferen, mehr der Brust zugekehrten Epithelkörpers, liegt öfters eine  
feren, mehr der Brust zugekehrten Epithelkörpers, liegt öfters eine  
ähnliche, wenn auch kleinere Zellenansammlung. Beide Partien von  
ähnliche, wenn auch kleinere Zellenansammlung. Beide Partien von  
Carotisdrüsengewebe sind in der Regel durch ein kontinuierliches  
Carotisdrüsengewebe sind in der Regel durch ein kontinuierliches  
Line 13,130: Line 11,826:
seiner bindegewebigen Hülle mit eingeschlossen. Manchmal allerdings  
seiner bindegewebigen Hülle mit eingeschlossen. Manchmal allerdings  
ragen diese an der Peripherie gelegenen Anhäufungen chromaffiner  
ragen diese an der Peripherie gelegenen Anhäufungen chromaffiner  
Zellen ziemlich weit aus dem Ganglion heraus, ohne jedoch den Zu-
Zellen ziemlich weit aus dem Ganglion heraus, ohne jedoch den Zusammenhang mit diesem zu verlieren. Den Ganglien des Bauchgrenzstranges lagern manchmal typische, kleine, rundliche chrom affine Körper oder Paraganglien an. Diese bestehen fast  
sammenhang mit diesem zu verlieren. Den Ganglien des Bauch-
grenzstranges lagern manchmal typische, kleine, rundliche chrom -
affine Körper oder Paraganglien an. Diese bestehen fast  
nur aus chromaffinen, leuchtend gelb gefärbten Zellen  
nur aus chromaffinen, leuchtend gelb gefärbten Zellen  
und Zellenballen.  
und Zellenballen.  
Line 13,140: Line 11,833:
kommen chromaffine, gelbe Zellen besonders gehäuft vor.  
kommen chromaffine, gelbe Zellen besonders gehäuft vor.  


Am Halse und in der Brust bilden die in den peripheren, sym-
Am Halse und in der Brust bilden die in den peripheren, sympathischen Geflechten liegenden, chromaffinen Zellen fast ausnahmslos typische, im Querschnitt meist kreisrunde Zellenballen.  
pathischen Geflechten liegenden, chromaffinen Zellen fast aus-
Zuweilen besitzen diese Gruppen eine mehr ovale, längliche oder un
nahmslos typische, im Querschnitt meist kreisrunde Zellenballen.  
Zuweilen besitzen diese Gruppen eine mehr ovale, längliche oder un-
 




Line 13,155: Line 11,845:
Zellenballen, in den in die Carotisdrüse direkt eintretenden Nerven und  
Zellenballen, in den in die Carotisdrüse direkt eintretenden Nerven und  
in den Nerven der Bauchgeflechte. Sehr schöne, meist rundliche  
in den Nerven der Bauchgeflechte. Sehr schöne, meist rundliche  
Gruppen chromaffiner Zellen findet man häufig in dem der Carotis-
Gruppen chromaffiner Zellen findet man häufig in dem der Carotisdrüse zunächst gelegenen sympathischen Halsganglion, insbesondere  
drüse zunächst gelegenen sympathischen Halsganglion, insbesondere  
an der Abgangs- oder Eintrittsstelle von Nervenstämmchen. Abweichend von den oben erwähnten überall im Sympathicus gelegenen  
an der Abgangs- oder Eintrittsstelle von Nervenstämmchen. Ab-
weichend von den oben erwähnten überall im Sympathicus gelegenen  
chromaffinen Zellen, kommen nach Wiesel bei Reptilien chromaffine  
chromaffinen Zellen, kommen nach Wiesel bei Reptilien chromaffine  
Zellen, ohne nachweisbaren Zusammenhang mit Nerven, in der Wand  
Zellen, ohne nachweisbaren Zusammenhang mit Nerven, in der Wand  
von Abdorainalgefäßen vor. Diese Beobachtung kann ich für die Vögel  
von Abdorainalgefäßen vor. Diese Beobachtung kann ich für die Vögel  
bestätigen, indem ich einmal beim Zeisig in der Tunica adventitia  
bestätigen, indem ich einmal beim Zeisig in der Tunica adventitia  
und media einer großen Bauchvene deutliche große, gelb ge-
und media einer großen Bauchvene deutliche große, gelb gefärbte, chromaffine Zellen, scheinbar ganz unabhängig vom  
färbte, chromaffine Zellen, scheinbar ganz unabhängig vom  
Nervensysteme, vorfand.  
Nervensysteme, vorfand.  


Nachdem wir nun die Anordnung und Verbreitung der chrom-
Nachdem wir nun die Anordnung und Verbreitung der chromaffinen Zellen im allgemeinen kennen gelernt haben, kehren wir  
affinen Zellen im allgemeinen kennen gelernt haben, kehren wir  
zu den schon früher erwähnten Bildungen von Carotisdrüsengewebe  
zu den schon früher erwähnten Bildungen von Carotisdrüsengewebe  
am Herzen zurück. Durch Zusammentreten mehrerer solcher kugeliger  
am Herzen zurück. Durch Zusammentreten mehrerer solcher kugeliger  
Line 13,198: Line 11,884:


Zellen vollkommen gleichen ; teils liegen solche vereinzelte chromaffiue  
Zellen vollkommen gleichen ; teils liegen solche vereinzelte chromaffiue  
Zellen über weitere Strecken zerstreut zwischen den einzelnen Nerven-
Zellen über weitere Strecken zerstreut zwischen den einzelnen Nervenfasern eines sympathischen Nervenstämmchens. Die Gruppen und  
fasern eines sympathischen Nervenstämmchens. Die Gruppen und  
einzelnen Zellen findet man entweder inmitten der Ganglien und  
einzelnen Zellen findet man entweder inmitten der Ganglien und  
Nervenbündel gelegen, oder mehr der Peripherie beider genähert.  
Nervenbündel gelegen, oder mehr der Peripherie beider genähert.  
Auffallend ist nun der Umstand, daß sowohl die einzelnen  
Auffallend ist nun der Umstand, daß sowohl die einzelnen  
chromaffinen Zellen, als auch die aus vielen solchen Zellen zusammen-
chromaffinen Zellen, als auch die aus vielen solchen Zellen zusammengesetzten Gruppen nur in den seltensten Fällen eine Gelbfärbung erkennen lassen, ein Verhalten, das sie von den im Grenzstrange und in den abdominalen, peripheren sympathischen Geflechten  
gesetzten Gruppen nur in den seltensten Fällen eine Gelb-
färbung erkennen lassen, ein Verhalten, das sie von den im Grenz-
strange und in den abdominalen, peripheren sympathischen Geflechten  
und Ganglien vorkommenden chromaffinen gelben Zellen wohl  
und Ganglien vorkommenden chromaffinen gelben Zellen wohl  
unterscheidet.  
unterscheidet.  
Line 13,222: Line 11,904:
gelegenen Zellen von den übrigen gelben chromaffinen Zellen zu trennen.  
gelegenen Zellen von den übrigen gelben chromaffinen Zellen zu trennen.  


Nachdem ich nun das Verhalten und die Gruppierung der chrom-
Nachdem ich nun das Verhalten und die Gruppierung der chromaffinen Sympathicuszellen am Halse und in der Nähe des Herzens  
affinen Sympathicuszellen am Halse und in der Nähe des Herzens  
eingehender geschildert habe, kehre ich zur eigenthchen „Carotisdrüse"  
eingehender geschildert habe, kehre ich zur eigenthchen „Carotisdrüse"  
zurück.  
zurück.  
Line 13,229: Line 11,910:
Bei allen Vögeln kommt also Carotisdrüsengewebe in mehreren  
Bei allen Vögeln kommt also Carotisdrüsengewebe in mehreren  
voneinander weit entfernten Partien vor, die aber typische Lagerung  
voneinander weit entfernten Partien vor, die aber typische Lagerung  
zu bestimmten benachbarten Organen zeigen. Fassen wir das Wesent-
zu bestimmten benachbarten Organen zeigen. Fassen wir das Wesentliche des eben Gesagten nochmals zusammen, so müssen wir sagen:  
liche des eben Gesagten nochmals zusammen, so müssen wir sagen:  


Die Carotisdrüse ist eine besonders reiche, mehr oder minder scharf  
Die Carotisdrüse ist eine besonders reiche, mehr oder minder scharf  
Line 13,238: Line 11,918:
vor. Man kann durch das Studium fortlaufender Serien mühelos  
vor. Man kann durch das Studium fortlaufender Serien mühelos  
feststellen, wie durch das Zusammentreten von Nervenstämmchen, die  
feststellen, wie durch das Zusammentreten von Nervenstämmchen, die  
chromaffine Zellen führen, die Carotisdrüse gebildet wird. Ihre Zu-
chromaffine Zellen führen, die Carotisdrüse gebildet wird. Ihre Zusammensetzung aus einzelnen Ballen ist meist in den am Halse, in  
sammensetzung aus einzelnen Ballen ist meist in den am Halse, in  
der Nähe der Epithelkörper, vorkommenden Partien verwischt, dagegen  
der Nähe der Epithelkörper, vorkommenden Partien verwischt, dagegen  
sehr deutlich in den am Vorhofe liegenden Gruppen.  
sehr deutlich in den am Vorhofe liegenden Gruppen.  
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168  
168  


Ich bin mir vollkommen bewußt, daß die Bezeichnung Carotis-
Ich bin mir vollkommen bewußt, daß die Bezeichnung Carotisdrüse für die Vögel in noch weit höherem Maße als für die Säugetiere, schlecht gewählt ist.  
drüse für die Vögel in noch weit höherem Maße als für die Säuge-
tiere, schlecht gewählt ist.  


Ganz abgesehen davon, daß die sogenannte Carotisdrüse mit einer  
Ganz abgesehen davon, daß die sogenannte Carotisdrüse mit einer  
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die der Carotisdrüse der Säugetiere entsprechen. — Müssen wir daher  
die der Carotisdrüse der Säugetiere entsprechen. — Müssen wir daher  
aus allen diesen Gründen die Bezeichnung „Carotisdrüse" fallen  
aus allen diesen Gründen die Bezeichnung „Carotisdrüse" fallen  
lassen, so möchte ich für jene Gruppe chromaffiner Zellen, die kon-
lassen, so möchte ich für jene Gruppe chromaffiner Zellen, die konstant in der Nähe des obersten Epithelkörpers und eines großen  
stant in der Nähe des obersten Epithelkörpers und eines großen  
sympathischen Ganglions liegt, die Bezeichnung Paraganglion  
sympathischen Ganglions liegt, die Bezeichnung Paraganglion  
caroticum vorschlagen, weil das die Zellgruppen mit zahlreichen  
caroticum vorschlagen, weil das die Zellgruppen mit zahlreichen  
Line 13,268: Line 11,944:


2) Jenes Gewebe, welches Verdun als postbranchialen  
2) Jenes Gewebe, welches Verdun als postbranchialen  
Körper der Vögel bezeichnet, hatte ich stets mitzuuntersuchen Ge-
Körper der Vögel bezeichnet, hatte ich stets mitzuuntersuchen Gelegenheit. Es findet sich bei allen von mir untersuchten Vögeln auf der  
legenheit. Es findet sich bei allen von mir untersuchten Vögeln auf der  
inken Halsseite ausnahmslos; rechts fehlt es häufig ganz,  
inken Halsseite ausnahmslos; rechts fehlt es häufig ganz,  
oder zeigt eine bis auf wenig Zellgruppen sich erstreckende Redu-
oder zeigt eine bis auf wenig Zellgruppen sich erstreckende Reduzierung. Sollte es sich nach Bearbeitung eines größeren Materiales  
zierung. Sollte es sich nach Bearbeitung eines größeren Materiales  
herausstellen, daß das eventuelle Fehlen oder die mangelhafte Ausbildung des postbranchialen Körpers, stets auf der rechten Halsseite  
herausstellen, daß das eventuelle Fehlen oder die mangelhafte Aus-
bildung des postbranchialen Körpers, stets auf der rechten Halsseite  
zu beobachten wäre, so würde diese Tatsache im Hinblicke auf die  
zu beobachten wäre, so würde diese Tatsache im Hinblicke auf die  
Befunde bei Reptilien von höchstem Interesse sein.  
Befunde bei Reptilien von höchstem Interesse sein.  


Der postbranchiale Körper bildet teils kompakte Zell-
Der postbranchiale Körper bildet teils kompakte Zellansammlungen, denen aber die scharfe Begrenzung, welche die Epithelkörper auszeichnet, fehlt, teils entsendet er nach allen Richtungen des  
ansammlungen, denen aber die scharfe Begrenzung, welche die Epithel-
Raumes Zellenstränge und Zellengruppen, welche die auffallende Tendenz haben, alle Nachbargewebe zu umgeben, wie dies bereits Verdun  
körper auszeichnet, fehlt, teils entsendet er nach allen Richtungen des  
in ausführlicher Weise beschrieben hat. So werden Gefäße, Epithelkörper und auch die Carotisdrüse samt ihren zugehörigen Nerven,  
Raumes Zellenstränge und Zellengruppen, welche die auffallende Ten-
denz haben, alle Nachbargewebe zu umgeben, wie dies bereits Verdun  
in ausführlicher Weise beschrieben hat. So werden Gefäße, Epithel-
körper und auch die Carotisdrüse samt ihren zugehörigen Nerven,  
welche die chromaffinen Zellen und schöne Ganglienzellen enthalten,  
welche die chromaffinen Zellen und schöne Ganglienzellen enthalten,  
vom postbranchialen Körper oft so innig umgeben, daß sie vollkommen  
vom postbranchialen Körper oft so innig umgeben, daß sie vollkommen  
in sein Inneres zu liegen kommen, ohne aber natürlich etwas anderes  
in sein Inneres zu liegen kommen, ohne aber natürlich etwas anderes  
als andersartige Einschlüsse des postbranchialen Kör-
als andersartige Einschlüsse des postbranchialen Körpers darzustellen. Wo immer man Nerven mit Ganglienzellen oder  
pers darzustellen. Wo immer man Nerven mit Ganglienzellen oder  
chromaffinen Zellen, oder typische chromaffine Körper oder Para
chromaffinen Zellen, oder typische chromaffine Körper oder Para-
 




Line 13,310: Line 11,977:
häufig auch in der Mehrzahl vor. So zählte ich einmal beim Huhne  
häufig auch in der Mehrzahl vor. So zählte ich einmal beim Huhne  
5 voneinander vollkommen getrennte, selbständige Epithelkörper  
5 voneinander vollkommen getrennte, selbständige Epithelkörper  
auf der rechten Halsseite; 3 und 4 Epithelkörper, welche wohl von-
auf der rechten Halsseite; 3 und 4 Epithelkörper, welche wohl voneinander abgegrenzt sind und nirgends zusammenhängen, auf der  
einander abgegrenzt sind und nirgends zusammenhängen, auf der  
rechten oder linken Halsseite, oder auf beiden zugleich, bei ein und  
rechten oder linken Halsseite, oder auf beiden zugleich, bei ein und  
demselben Individuum, gehören gar nicht zu den Seltenheiten. Manch-
demselben Individuum, gehören gar nicht zu den Seltenheiten. Manchmal hängen 2 Epithelkörper derselben Seite durch eine schmale epitheliale Brücke miteinander zusammen. Mitten im postbranchialen  
mal hängen 2 Epithelkörper derselben Seite durch eine schmale epi-
theliale Brücke miteinander zusammen. Mitten im postbranchialen  
Körper kommen manchmal kleine Epithelkörper vor, die durch den  
Körper kommen manchmal kleine Epithelkörper vor, die durch den  
Besitz kleiner Hohlräume sich auszeichnen, eine Tatsache, die schon  
Besitz kleiner Hohlräume sich auszeichnen, eine Tatsache, die schon  
Line 13,323: Line 11,987:
der sie zusammensetzenden Epithelstränge. Insbesondere ist dies bei  
der sie zusammensetzenden Epithelstränge. Insbesondere ist dies bei  
den ganz im postbranchialen Körper gelegenen, kleinen Epithelkörpern  
den ganz im postbranchialen Körper gelegenen, kleinen Epithelkörpern  
der Fall. Die oft weit im postbranchialen Körper verlaufenden Zell-
der Fall. Die oft weit im postbranchialen Körper verlaufenden Zellstränge zerfallen leicht in einzelne unregelmäßig gestaltete Gruppen,  
stränge zerfallen leicht in einzelne unregelmäßig gestaltete Gruppen,  
und durch mächtige Dilatation der in ihnen vorkommenden Hohlräume  
und durch mächtige Dilatation der in ihnen vorkommenden Hohlräume  
entstehen cystische, im postbranchialen Körper gelegene  
entstehen cystische, im postbranchialen Körper gelegene  
Line 13,341: Line 12,004:


Bei dieser Gelegenheit will ich einiger mehr isolierter  
Bei dieser Gelegenheit will ich einiger mehr isolierter  
cystischer Bildungen in der Nähe des kranialwärts gelegenen Epithel-
cystischer Bildungen in der Nähe des kranialwärts gelegenen Epithelkörpers Erwähnung tun. Diese, oft ansehnliche Dimensionen erreichenden Bildungen dürften entweder als Kiemenspaltenreste  
körpers Erwähnung tun. Diese, oft ansehnliche Dimensionen er-
reichenden Bildungen dürften entweder als Kiemenspaltenreste  




Line 13,350: Line 12,011:


aufzufassen sein, oder man kann daran denken, daß sie die letzten  
aufzufassen sein, oder man kann daran denken, daß sie die letzten  
Ueberbleibsel eines ad maximum reduzierten post-
Ueberbleibsel eines ad maximum reduzierten postbranchialen Körpers sind, da in ihrer unmittelbaren Nähe  
branchialen Körpers sind, da in ihrer unmittelbaren Nähe  
öfters Zellengruppen vorkommen, die denen des postbranchialen  
öfters Zellengruppen vorkommen, die denen des postbranchialen  
Körpers täuschend ähnlich sehen. Diese eben beschriebenen Cysten  
Körpers täuschend ähnlich sehen. Diese eben beschriebenen Cysten  
Line 13,357: Line 12,017:


4) Thymusläppchen sind bei den verschiedenen Individuen  
4) Thymusläppchen sind bei den verschiedenen Individuen  
in wechselnder Stärke ausgebildet und können auf einer Seite manch-
in wechselnder Stärke ausgebildet und können auf einer Seite manchmal ganz fehlen.  
mal ganz fehlen.  


Auch in ihnen entstehen Hohlräume, und zwar durch Zerfall der,  
Auch in ihnen entstehen Hohlräume, und zwar durch Zerfall der,  
hier allerdings nicht zu typischen konzentrischen Körpern angeordneten,  
hier allerdings nicht zu typischen konzentrischen Körpern angeordneten,  
großen, centralen epitheloiden Zellen. Diese Hohlräume können eben-
großen, centralen epitheloiden Zellen. Diese Hohlräume können ebenfalls eine mächtige cystische Dilatation erfahren und als selbständige  
falls eine mächtige cystische Dilatation erfahren und als selbständige  
Bildungen imponieren, insbesondere wenn das übrige Thymu'sgewebe  
Bildungen imponieren, insbesondere wenn das übrige Thymu'sgewebe  
stark reduzirt ist. Ich fand aber immer in der Nähe dieser Cysten  
stark reduzirt ist. Ich fand aber immer in der Nähe dieser Cysten  
Line 13,380: Line 12,038:
Jahres Emil Selenka durch einen raschen Tod dahingeraftt. Es  
Jahres Emil Selenka durch einen raschen Tod dahingeraftt. Es  
war ihm nicht vergönnt, die Bearbeitung des reichen Materiales für  
war ihm nicht vergönnt, die Bearbeitung des reichen Materiales für  
die Embryologie der Affen, das er auf seinen jüngsten Reisen ge-
die Embryologie der Affen, das er auf seinen jüngsten Reisen gesammelt, selbst zu Ende zu führen.  
sammelt, selbst zu Ende zu führen.  


Wie bekannt, hatte er sich in den letzten Jahren mit regem Eifer  
Wie bekannt, hatte er sich in den letzten Jahren mit regem Eifer  
der Untersuchung über Körperbau und erste Entwickelung der  
der Untersuchung über Körperbau und erste Entwickelung der  
Menscheuatten zugewendet. Eine Reihe von Heften seiner Studien  
Menscheuatten zugewendet. Eine Reihe von Heften seiner Studien  
über Entwickeluugsgeschichte der Tiere (Heft 6, 7, 8, 9) giebt hier-
über Entwickeluugsgeschichte der Tiere (Heft 6, 7, 8, 9) giebt hiervon Zeugnis, ein neues war in der Vorbereitung ziemlich weit vorgeschritten; mit Plänen für die Bearbeitung der Placenten und der  
von Zeugnis, ein neues war in der Vorbereitung ziemlich weit vor-
geschritten; mit Plänen für die Bearbeitung der Placenten und der  
Entwickelung der Körperformen der Menschenaffen trug er sich in der  
Entwickelung der Körperformen der Menschenaffen trug er sich in der  
allerletzten Zeit.  
allerletzten Zeit.  


Mit dem Tode jedes wissenschaftlichen Arbeiters geht ein ge-
Mit dem Tode jedes wissenschaftlichen Arbeiters geht ein gewisses geistiges Kapital unwiederbringlich und unersetzlich verloren;  
wisses geistiges Kapital unwiederbringlich und unersetzlich verloren;  
keiner der Nachfolger vermag einen vollkommenen Ersatz zu geben  
keiner der Nachfolger vermag einen vollkommenen Ersatz zu geben  
für das, was der einzelne in jahrelanger Tätigkeit sich zu eigen ge-
für das, was der einzelne in jahrelanger Tätigkeit sich zu eigen ge
 




Line 13,409: Line 12,062:
Eine Fortführung des von Selenka begonnenen Werkes erscheint  
Eine Fortführung des von Selenka begonnenen Werkes erscheint  
bei der allgemeinen Bedeutung desselben aber unter allen Umständen  
bei der allgemeinen Bedeutung desselben aber unter allen Umständen  
und nach den verschiedensten Richtungen hin geboten und wurde ge-
und nach den verschiedensten Richtungen hin geboten und wurde gewünscht.  
wünscht.  


Da das vorhandene Material auch jetzt noch ein sehr reiches ist,  
Da das vorhandene Material auch jetzt noch ein sehr reiches ist,  
Line 13,417: Line 12,069:


Von diesem Gesichtspunkte aus haben es die Kollegen Hubkecht  
Von diesem Gesichtspunkte aus haben es die Kollegen Hubkecht  
und Keibel übernommen, geraeinsam mit mir an die weitere Ver-
und Keibel übernommen, geraeinsam mit mir an die weitere Verarbeitung der uns in freundlichem Entgegenkommen von Frau Prof.  
arbeitung der uns in freundlichem Entgegenkommen von Frau Prof.  
Selenka anvertrauten Materialien zu gehen.  
Selenka anvertrauten Materialien zu gehen.  


Wir wollen zunächst die von Selenka begonnenen Studien über  
Wir wollen zunächst die von Selenka begonnenen Studien über  
Entwickelungsgeschichte der Tiere fortsetzen und zum Abschluß bringen.  
Entwickelungsgeschichte der Tiere fortsetzen und zum Abschluß bringen.  
Es wird in Bälde ein Heft erscheinen, in welchem neben einer Bio-
Es wird in Bälde ein Heft erscheinen, in welchem neben einer Biographie Selenkas sein litterarischer Nachlaß, als Fragment gedruckt,  
graphie Selenkas sein litterarischer Nachlaß, als Fragment gedruckt,  
enthalten ist.  
enthalten ist.  


Line 13,433: Line 12,083:
Ich selbst habe für jetzt die Bearbeitung der Placenten begonnen  
Ich selbst habe für jetzt die Bearbeitung der Placenten begonnen  
und kann in dem Folgenden kurz über die Resultate der Untersuchung  
und kann in dem Folgenden kurz über die Resultate der Untersuchung  
einer Anzahl gravider Uteri von Simia satyrus berichten; die Prä-
einer Anzahl gravider Uteri von Simia satyrus berichten; die Präparate sind neben anderem als Vergleichsobjekte mit den entsprechenden Entwickelungsvorgängen vom Menschen von lebhaftem Interesse.  
parate sind neben anderem als Vergleichsobjekte mit den entsprechen-
den Entwickelungsvorgängen vom Menschen von lebhaftem Interesse.  


Es sind im ganzen 5 gravide Uteri, welche mir bislang zur  
Es sind im ganzen 5 gravide Uteri, welche mir bislang zur  
Untersuchung vorliegen. Dieselben gehören sehr verschiedenen Ent-
Untersuchung vorliegen. Dieselben gehören sehr verschiedenen Entwickeluugsstadien an, von allerjüngsten bis zu einer Zeit, in der die  
wickeluugsstadien an, von allerjüngsten bis zu einer Zeit, in der die  
Placenta im Prinzip jedenfalls fertig ist. Die Präparate befinden sich  
Placenta im Prinzip jedenfalls fertig ist. Die Präparate befinden sich  
in verschiedenem Konservierungszustand ; alle so, daß sie für die  
in verschiedenem Konservierungszustand ; alle so, daß sie für die  
Line 13,447: Line 12,094:
einzelnen ebenfalls recht gut.  
einzelnen ebenfalls recht gut.  


Von den Uteris war nur noch einer im ganzen erhalten, die an-
Von den Uteris war nur noch einer im ganzen erhalten, die anderen wohl auch in situ fixiert, aber bereits mehr oder minder eröffnet.  
deren wohl auch in situ fixiert, aber bereits mehr oder minder eröffnet.  




Line 13,458: Line 12,104:
2. Woche der Gravidität taxiert wird. Er war also über die ersten  
2. Woche der Gravidität taxiert wird. Er war also über die ersten  
Anlagerungsvorgänge der Fruchtblase bereits hinaus, ließ im übrigen  
Anlagerungsvorgänge der Fruchtblase bereits hinaus, ließ im übrigen  
aber so charakteristische Verhältnisse erkennen, daß man die Ent-
aber so charakteristische Verhältnisse erkennen, daß man die Entwickelungserscheinungen der älteren Präparate gut auf dieses früheste  
wickelungserscheinungen der älteren Präparate gut auf dieses früheste  
Stadium zurückführen konnte.  
Stadium zurückführen konnte.  


Line 13,467: Line 12,112:
Die Vorderwand gewährte ein Bild nicht unähnlich dem von  
Die Vorderwand gewährte ein Bild nicht unähnlich dem von  
Leopold in seinem Atlas von einem jungen graviden menschlichen  
Leopold in seinem Atlas von einem jungen graviden menschlichen  
Uterus abgebildeten und auf eine Graviditätszeit von 8 Tagen ge-
Uterus abgebildeten und auf eine Graviditätszeit von 8 Tagen geschätzten Präparat : ein rundhches Feld erhob sich etwas über die  
schätzten Präparat : ein rundhches Feld erhob sich etwas über die  
freie Fläche der Schleimhaut; es war umgeben von einem Kranz von  
freie Fläche der Schleimhaut; es war umgeben von einem Kranz von  
Drüsenmündungen, die zum Teil noch auf seinen Rand heraufrückten,  
Drüsenmündungen, die zum Teil noch auf seinen Rand heraufrückten,  
Line 13,476: Line 12,120:
was die fernere Untersuchung bestätigte. Um das Material möglichst  
was die fernere Untersuchung bestätigte. Um das Material möglichst  
auszunutzen, habe ich zunächst den Uterus photographiert und dann  
auszunutzen, habe ich zunächst den Uterus photographiert und dann  
die Capsularis mit dem anhängenden Chorion laeve durch einen cir-
die Capsularis mit dem anhängenden Chorion laeve durch einen cirkulären Schnitt abgenommen ; dann wurde ein im Innern der so eröffneten Fruchtblase liegendes Gerinnsel vorsichtig ausgepinselt, und  
kulären Schnitt abgenommen ; dann wurde ein im Innern der so er-
nun erschien ein kleiner Embryonalkörper mit Amnion und Nabelblase, der durch einen kurzen Haftstiel an der Innenfläche des Chorion  
öffneten Fruchtblase liegendes Gerinnsel vorsichtig ausgepinselt, und  
nun erschien ein kleiner Embryonalkörper mit Amnion und Nabel-
blase, der durch einen kurzen Haftstiel an der Innenfläche des Chorion  
frondosum befestigt war.  
frondosum befestigt war.  


Ich habe dann unmittelbar neben dem Embryo die Fruchtblase  
Ich habe dann unmittelbar neben dem Embryo die Fruchtblase  
mit der anhaftenden Uteruswand durch einen glatten Schnitt in zwei  
mit der anhaftenden Uteruswand durch einen glatten Schnitt in zwei  
Teile zerlegt und einen Abschnitt für die Feststellung der makro-
Teile zerlegt und einen Abschnitt für die Feststellung der makroskopischen Verhältnisse, den anderen für mikroskopische Untersuchung  
skopischen Verhältnisse, den anderen für mikroskopische Untersuchung  
verwendet.  
verwendet.  


Line 13,508: Line 12,148:
173  
173  


Sie erscheinen mir in diesem Stadium breiter und plumper als die-
Sie erscheinen mir in diesem Stadium breiter und plumper als diejenigen junger menschlicher Fruchtblasen entsprechenden Alters,  
jenigen junger menschlicher Fruchtblasen entsprechenden Alters,  
stehen aber wohl nicht so dicht wie diese. Inwieweit auf den  
stehen aber wohl nicht so dicht wie diese. Inwieweit auf den  
Zottenspitzen jetzt eine ektodermale Schale vorhanden war, wie sie  
Zottenspitzen jetzt eine ektodermale Schale vorhanden war, wie sie  
Line 13,518: Line 12,157:
der Basalis. Diese zeigt von der Fläche des intervillösen Raumes  
der Basalis. Diese zeigt von der Fläche des intervillösen Raumes  
her eine ganz eigentümliche Leistenbildung, welche mir vom Menschen  
her eine ganz eigentümliche Leistenbildung, welche mir vom Menschen  
nicht bekannt ist. Ziemlich hohe Falten erheben sich so, daß die-
nicht bekannt ist. Ziemlich hohe Falten erheben sich so, daß dieselben zwar unregelmäßig, aber doch im ganzen unverkennbar radiär  
selben zwar unregelmäßig, aber doch im ganzen unverkennbar radiär  
gegen eine Stelle nahe der Mitte des Basalfeldes zusammenlaufen.  
gegen eine Stelle nahe der Mitte des Basalfeldes zusammenlaufen.  
In dem nächsten Stadium ist dies noch auffälliger als in den vor-
In dem nächsten Stadium ist dies noch auffälliger als in den vorhegenden. Die Schnittpräparate lehren, daß in der Decidua basalis stark  
hegenden. Die Schnittpräparate lehren, daß in der Decidua basalis stark  
erweiterte Uterindrüsen mit wohl erhaltenem Epithel gelegen sind;  
erweiterte Uterindrüsen mit wohl erhaltenem Epithel gelegen sind;  
zwischen diesen finden sich starkwandige Gefäße, namentlich Arterien,  
zwischen diesen finden sich starkwandige Gefäße, namentlich Arterien,  
und die letzteren gehen nach oben ein in breite Straßen decidualen  
und die letzteren gehen nach oben ein in breite Straßen decidualen  
Gewebes, welche wohl die makroskopisch sichtbaren Leisten der Ba-
Gewebes, welche wohl die makroskopisch sichtbaren Leisten der Basalis sind.  
salis sind.  


Die Basalisleisten und die Anordnung der erwei-
Die Basalisleisten und die Anordnung der erweiterten Uterindrüsen geben die für die vorliegendeEntwickelungszeit am meisten ins Auge fallenden Unterschiede gegenüber den bisher bekannten entsprechenden Entwickelungsstadien des Menschen ab, ebenso die  
terten Uterindrüsen geben die für die vorliegendeEnt-
wickelungszeit am meisten ins Auge fallenden Unter-
schiede gegenüber den bisher bekannten entsprechen-
den Entwickelungsstadien des Menschen ab, ebenso die  
Größenverhältnisse der ganzen Fruchtblase.  
Größenverhältnisse der ganzen Fruchtblase.  


Line 13,546: Line 12,178:
Basalisleisten und Drüsenentwickelung — sind aber nun auch, soweit  
Basalisleisten und Drüsenentwickelung — sind aber nun auch, soweit  
ich die Präparate bis dahin übersehe, zugleich einige der wesentlichsten  
ich die Präparate bis dahin übersehe, zugleich einige der wesentlichsten  
Eigentümlichkeiten der späteren Stadien gegenüber dem Uterus gra-
Eigentümlichkeiten der späteren Stadien gegenüber dem Uterus gravidus des Menschen gegeben, insofern das, was ich bei denselben  
vidus des Menschen gegeben, insofern das, was ich bei denselben  
finde, wesentlich die weitere Fortentwickelung der eben aufgeführten  
finde, wesentlich die weitere Fortentwickelung der eben aufgeführten  
Erscheinungen darstellt.  
Erscheinungen darstellt.  


Uterus 2 war eröffnet und die Fruchtblase aus demselben heraus-
Uterus 2 war eröffnet und die Fruchtblase aus demselben herausgenommen, auch aus dieser der Embryo entfernt; der letztere liegt  
genommen, auch aus dieser der Embryo entfernt; der letztere liegt  
mir nicht mehr vor. Die Fruchtblase entspricht etwa einer solchen  
mir nicht mehr vor. Die Fruchtblase entspricht etwa einer solchen  


Line 13,559: Line 12,189:
174  
174  


vom Menschen aus der 5.-6. Woche. Sie ist rings mit Zotten be-
vom Menschen aus der 5.-6. Woche. Sie ist rings mit Zotten besetzt, die nunmehr entschieden merklich feiner sind als an der ersten  
setzt, die nunmehr entschieden merklich feiner sind als an der ersten  
Fruchtblase. Die Basalis, von welcher der Chorionsack abgenommen  
Fruchtblase. Die Basalis, von welcher der Chorionsack abgenommen  
ist, zeigt hier das System der radiären Falten in einem sehr ausge-
ist, zeigt hier das System der radiären Falten in einem sehr ausgesprochenen Maße entwickelt.  
sprochenen Maße entwickelt.  


Uterus 3 war auf der einen Seite breit eröffnet; er enthält einen  
Uterus 3 war auf der einen Seite breit eröffnet; er enthält einen  
Line 13,570: Line 12,198:
durch die Placenta bekommen mußte. Derselbe ging zugleich so an  
durch die Placenta bekommen mußte. Derselbe ging zugleich so an  
der Xabelblase vorbei, daß er diese freilegte und zeigte, daß dieselbe  
der Xabelblase vorbei, daß er diese freilegte und zeigte, daß dieselbe  
in größerer Ausdehnung erhalten war als bei dem entsprechend ent-
in größerer Ausdehnung erhalten war als bei dem entsprechend entwickelten menschlichen Embryo. Die Placenta zeigt jetzt eine sehr  
wickelten menschlichen Embryo. Die Placenta zeigt jetzt eine sehr  
große Aehnlichkeit mit der menschlichen, enthält aber in dem uterinen  
große Aehnlichkeit mit der menschlichen, enthält aber in dem uterinen  
Abschnitt noch die gleichen großen Uterindrüsen, wie sie für die jungen  
Abschnitt noch die gleichen großen Uterindrüsen, wie sie für die jungen  
Line 13,577: Line 12,204:


Die beiden Uteri 4 und 5 sind beträchtlich älter. Sie enthalten je  
Die beiden Uteri 4 und 5 sind beträchtlich älter. Sie enthalten je  
einen stark zusammengekrümmten Foetus, von denen der jüngere, ge-
einen stark zusammengekrümmten Foetus, von denen der jüngere, geradegestreckt, eine Scheitel-Steißlänge von etwa 90 mm besitzt. Der  
radegestreckt, eine Scheitel-Steißlänge von etwa 90 mm besitzt. Der  
andere beträchtlich ältere ist stark gehärtet, und wollte ich denselben  
andere beträchtlich ältere ist stark gehärtet, und wollte ich denselben  
nicht mit Gewalt strecken. Er mißt im gekrümmten Zustand knapp  
nicht mit Gewalt strecken. Er mißt im gekrümmten Zustand knapp  
Line 13,587: Line 12,213:
gut mit seinem Zusammenhang mit den Zottenspitzen erhalten.  
gut mit seinem Zusammenhang mit den Zottenspitzen erhalten.  


Auch hier sind die Decidualf alten noch vorhanden, dieselben ver-
Auch hier sind die Decidualf alten noch vorhanden, dieselben vergrößern sich aber nicht im gleichen Verhältnis, wie die Tiefe des  
größern sich aber nicht im gleichen Verhältnis, wie die Tiefe des  
intervillösen Raumes zunimmt.  
intervillösen Raumes zunimmt.  


Line 13,601: Line 12,226:
als auch hier wie bei diesen die Zotte in erster Linie von Syncytium  
als auch hier wie bei diesen die Zotte in erster Linie von Syncytium  
überzogen ist. Die Zellschicht ist im Stamm der Zotte reduziert, findet  
überzogen ist. Die Zellschicht ist im Stamm der Zotte reduziert, findet  
sich aber noch in ziemlicher Ausdehnung an den Spitzen der Haft-
sich aber noch in ziemlicher Ausdehnung an den Spitzen der Haftzotten vor, da wo diese mit der Basalis in Zusammenhang treten. An  
zotten vor, da wo diese mit der Basalis in Zusammenhang treten. An  
der Basalis lagern sich die Spitzen der Haftzotten vielfach auf größere  
der Basalis lagern sich die Spitzen der Haftzotten vielfach auf größere  
Strecken horizontal auf die Uteruswand auf, kriechen gleichsam in der  
Strecken horizontal auf die Uteruswand auf, kriechen gleichsam in der  
Line 13,618: Line 12,242:
die Basallage ab und überzieht sie auf lange Strecken, sich dabei  
die Basallage ab und überzieht sie auf lange Strecken, sich dabei  
bisweilen so verdünnend, daß es fast wie eine Endotbellage — eine  
bisweilen so verdünnend, daß es fast wie eine Endotbellage — eine  
solche ist ja von den Autoren für Affenplacenten an dieser Stelle be-
solche ist ja von den Autoren für Affenplacenten an dieser Stelle beschrieben — sich ausnehmen kann.  
schrieben — sich ausnehmen kann.  


Soweit ich bis jetzt beurteilen kann, entsprechen die Basalisleisten  
Soweit ich bis jetzt beurteilen kann, entsprechen die Basalisleisten  
Line 13,628: Line 12,251:


Auch in Bezug auf das Venensystem sind Uebereinstimmungen  
Auch in Bezug auf das Venensystem sind Uebereinstimmungen  
so weit vorhanden, als hier Venen Öffnungen zwischen den Leisten nach-
so weit vorhanden, als hier Venen Öffnungen zwischen den Leisten nachweisbar sind.  
weisbar sind.  


Ich möchte aus theoretischen Gründen annehmen, daß dem eigen-
Ich möchte aus theoretischen Gründen annehmen, daß dem eigenartigen Relief der Basalis auch die Anordnung der Chorionzotten  
artigen Relief der Basalis auch die Anordnung der Chorionzotten  
folgen wird, habe mich aber bis dahin am Präparate noch nicht davon  
folgen wird, habe mich aber bis dahin am Präparate noch nicht davon  
überzeugen können.  
überzeugen können.  
Line 13,641: Line 12,262:
beobachtete, sich gruppieren.  
beobachtete, sich gruppieren.  


Im allgemeinen ist, wie zu erwarten war, dieUeber-
Im allgemeinen ist, wie zu erwarten war, dieUebereinstimmung der Placenta des Orang-Utan mit der  
einstimmung der Placenta des Orang-Utan mit der  
menschlichen sehr groß, immerhin sind ^I er k male genug vorhanden, um eine Unterscheidung im einzelnen  
menschlichen sehr groß, immerhin sind ^I er k male ge-
nug vorhanden, um eine Unterscheidung im einzelnen  
möglich zu machen.  
möglich zu machen.  


Line 13,657: Line 12,276:
Seit Ende März (s. Bd. 21, Xo. 1 d. Z.) haben folgende Herren  
Seit Ende März (s. Bd. 21, Xo. 1 d. Z.) haben folgende Herren  
Jahresbeiträge gezahlt: Sussdorf Ol. 02, Cori Ol. 02, Kohn 02,  
Jahresbeiträge gezahlt: Sussdorf Ol. 02, Cori Ol. 02, Kohn 02,  
Leche 02, Frohse Ol. 02, Eismond Ol. 02, Anderson 02. 03, \^il-
Leche 02, Frohse Ol. 02, Eismond Ol. 02, Anderson 02. 03, \^il
 




Line 13,668: Line 12,286:
Holmgren 02, Retterer 02, v. Genersich 00. Ol. 02, Gerota 00.  
Holmgren 02, Retterer 02, v. Genersich 00. Ol. 02, Gerota 00.  
Ol , L. Sala 02 , Fürbringer 03. 04 , Decker 02 , Blochmann 02,  
Ol , L. Sala 02 , Fürbringer 03. 04 , Decker 02 , Blochmann 02,  
V. KoELLiKER 02, Kaestner 02, Paulli 02. 03, Ppitzner 02, Nico-
V. KoELLiKER 02, Kaestner 02, Paulli 02. 03, Ppitzner 02, Nicolas 02, Ludwig 02, Emil Schmidt 02, Weigert 02, Unna 02,  
las 02, Ludwig 02, Emil Schmidt 02, Weigert 02, Unna 02,  
Pavesi 02, Hammar 02. 03, Laguesse 02. 03, Soltmann 02, Koelliker 02, Eckhard 02, Oehl 02, Acquisto 02, Spemann 02, ZumSTEiN 02, Gerota 02, Held 02, Scarenzio Ol. 02, Rosenberg 02,  
Pavesi 02, Hammar 02. 03, Laguesse 02. 03, Soltmann 02, Koel-
liker 02, Eckhard 02, Oehl 02, Acquisto 02, Spemann 02, Zum-
STEiN 02, Gerota 02, Held 02, Scarenzio Ol. 02, Rosenberg 02,  
Van Bambeke 02, Grobben 02, Weidenreich 02, Römer 00. Ol. 02,  
Van Bambeke 02, Grobben 02, Weidenreich 02, Römer 00. Ol. 02,  
Studnicka Ol. 02, Perroncito Ol. 02, Lubosch 02, 0. Israel 02, Neu-
Studnicka Ol. 02, Perroncito Ol. 02, Lubosch 02, 0. Israel 02, Neumeyer 02, Giglio-Tos 02, Vastarini-Cresi Ol. 02, Rawitz 00. Ol. 02,  
meyer 02, Giglio-Tos 02, Vastarini-Cresi Ol. 02, Rawitz 00. Ol. 02,  
Villiger Ol. 02, G. Mingazzini 02, Preiswerk 00. Ol. 02, R. Vmchow 02, Rosenthal 02, Haller Ol. 02, Kronthal 02, Geberg 02,  
Villiger Ol. 02, G. Mingazzini 02, Preiswerk 00. Ol. 02, R. Vm-
chow 02, Rosenthal 02, Haller Ol. 02, Kronthal 02, Geberg 02,  
CoGGi 02, Frassetto Ol. 02, Mitrophanow 02, R. Krause 02, Gruber  
CoGGi 02, Frassetto Ol. 02, Mitrophanow 02, R. Krause 02, Gruber  


Line 13,696: Line 12,309:
Postauftrag erfolgen.  
Postauftrag erfolgen.  


Da solche nach Dänemark, Großbritannien, Nord-
Da solche nach Dänemark, Großbritannien, NordAmerika, Rußland und Spanien nicht zulässig sind, werden  
Amerika, Rußland und Spanien nicht zulässig sind, werden  
die in den genannten Ländern wohnenden Mitglieder nochmals ersucht,  
die in den genannten Ländern wohnenden Mitglieder nochmals ersucht,  
die rückständigen Beiträge an den Unterzeichneten einzusenden.  
die rückständigen Beiträge an den Unterzeichneten einzusenden.  
Line 13,768: Line 12,380:
Nachdruck verboten.  
Nachdruck verboten.  


Ricerche suU' api)arato di secrezione e sul secreto della Cocci-
Ricerche suU' api)arato di secrezione e sul secreto della Coccinella 7-punctata L.  
nella 7-punctata L.  


Pel Dott. Antonio Porta.  
Pel Dott. Antonio Porta.  
Line 13,816: Line 12,427:
e osservando la goccia gialla, si vede la sua natura di sangue, e da  
e osservando la goccia gialla, si vede la sua natura di sangue, e da  
una osservazione comparata appare l'identitä dei due liquidi; e che  
una osservazione comparata appare l'identitä dei due liquidi; e che  
infine sotto la chitiua delle articolazioni nessun' altra formazione glan-
infine sotto la chitiua delle articolazioni nessun' altra formazione glandolare si trova, all'infuori delle sollte glandole della cute. L' apertura nella articolazioue per cui il sangue esce non gli e riuscito di  
dolare si trova, all'infuori delle sollte glandole della cute. L' aper-
tura nella articolazioue per cui il sangue esce non gli e riuscito di  
vederla.  
vederla.  


Line 13,830: Line 12,439:
assai probabilmente si trovano molto discoste dal punto di emissione.  
assai probabilmente si trovano molto discoste dal punto di emissione.  
Sembrami cioe, e spero poter confermare 1' asserzione con ulteriori  
Sembrami cioe, e spero poter confermare 1' asserzione con ulteriori  
studi, che glandole per tale ufficio, sieno riposte in uno strato sotto-
studi, che glandole per tale ufficio, sieno riposte in uno strato sottostante al dermascheletro si del torace che dell'addome, tan to inferiormente che superiormente, e che per le anche i trocanteri ed i  
stante al dermascheletro si del torace che dell'addome, tan to inferi-
ormente che superiormente, e che per le anche i trocanteri ed i  
femori passino i loro condotti escretori."  
femori passino i loro condotti escretori."  


Line 13,851: Line 12,458:
almeno per la forma, ritengo di ossalato di calce. Quanto al liquide  
almeno per la forma, ritengo di ossalato di calce. Quanto al liquide  
che vien fuori dalla bocca o dalle articolazioni non poteva cader il  
che vien fuori dalla bocca o dalle articolazioni non poteva cader il  
sospetto che si trattasse di sangue : in primo luogo perche era invero-
sospetto che si trattasse di sangue : in primo luogo perche era inverosimile che I'insetto sprecasse irapunemente tanta copia di sangue; in  
simile che I'insetto sprecasse irapunemente tanta copia di sangue; in  
secondo luogo poi perche in molti altri insetti si osservano secrezioni  
secondo luogo poi perche in molti altri insetti si osservano secrezioni  
analoghe di un umore piu o meno colorato, e che non e sangue, come  
analoghe di un umore piu o meno colorato, e che non e sangue, come  
Line 13,858: Line 12,464:


Come si vede il De Bono e caduto in un grave errore dicendo  
Come si vede il De Bono e caduto in un grave errore dicendo  
che I'analisi spettroscopica, la quale esclude la presenza della emo-
che I'analisi spettroscopica, la quale esclude la presenza della emoglobina e della carboemoglobina, dimostri per se stessa che il liquido  
globina e della carboemoglobina, dimostri per se stessa che il liquido  
in questione non e sangue ; poiche come si sa negli Artropodi il  
in questione non e sangue ; poiche come si sa negli Artropodi il  
sangue e un liquido incoloro. Per eccezione e rosso e contiene emo-
sangue e un liquido incoloro. Per eccezione e rosso e contiene emoglobina nell' A p u s , in qualche C y p r i s etc.  
globina nell' A p u s , in qualche C y p r i s etc.  


II De Bono spiega poi la fuoruscita del liquido dalle punture in  
II De Bono spiega poi la fuoruscita del liquido dalle punture in  
Line 13,873: Line 12,477:
strumento penetrante, venga a stabilire una comunicazione fra lo strato  
strumento penetrante, venga a stabilire una comunicazione fra lo strato  
profondo, glanduläre, e lo strato superficiale dell' integumento, e che  
profondo, glanduläre, e lo strato superficiale dell' integumento, e che  
per quella via venga fuori il liquido giä raccolto negli otricoli glando-
per quella via venga fuori il liquido giä raccolto negli otricoli glandolari, o che si secerne nel momeuto stesso, e per eccitazione della  
lari, o che si secerne nel momeuto stesso, e per eccitazione della  
puntura. Analogaraente si spiegherebbe la fuoruscita dello stesso  
puntura. Analogaraente si spiegherebbe la fuoruscita dello stesso  
umore dalla superficie di taglio delle antenne o degli arti."  
umore dalla superficie di taglio delle antenne o degli arti."  
Line 13,890: Line 12,493:
non dando all' una maggior valore che all'altra.  
non dando all' una maggior valore che all'altra.  


II CuENOT ammette che il liquido difensivo non e sempre il pro-
II CuENOT ammette che il liquido difensivo non e sempre il prodotto di secrezione glandolare ; in un certo numero di coleotteri e il  
dotto di secrezione glandolare ; in un certo numero di coleotteri e il  
sangue medesimo dell'animale carico di prodotti nocivi che esce dal  
sangue medesimo dell'animale carico di prodotti nocivi che esce dal  
corpo per rotture del tegumento. Egli e dell'opinione del Leydig,  
corpo per rotture del tegumento. Egli e dell'opinione del Leydig,  
Line 13,905: Line 12,507:
orificio preforraato per I'uscita del liquido.  
orificio preforraato per I'uscita del liquido.  


Recentemente il Lutz tratta diffusamente I'argomento nei Cocci-
Recentemente il Lutz tratta diffusamente I'argomento nei Coccinellidi, venendo a conclusioni ideutiche a quelle del Leydig. Egli  
nellidi, venendo a conclusioni ideutiche a quelle del Leydig. Egli  
pero e riuscito a trovare I'apertura, per cui esce il liquido, la cui  
pero e riuscito a trovare I'apertura, per cui esce il liquido, la cui  
esistenza era stata da alcuni intuita, da altri negata, II Lutz riassume  
esistenza era stata da alcuni intuita, da altri negata, II Lutz riassume  
Line 13,912: Line 12,513:


„1) Che nei Coccinellidi per una fessura nell' articolazione esce il  
„1) Che nei Coccinellidi per una fessura nell' articolazione esce il  
sangue, questa fessura si trova esternamente ai due tendini delFesten-
sangue, questa fessura si trova esternamente ai due tendini delFestensore della tibia, all'estremitä di ciascun feraore.  
sore della tibia, all'estremitä di ciascun feraore.  


2) II sangue esce per forti contrazioni della parte posteriore del  
2) II sangue esce per forti contrazioni della parte posteriore del  
corpo e del flessore della tibia, ed e un atto arbitrario.  
corpo e del flessore della tibia, ed e un atto arbitrario.  


3) il un mezzo di difesa, poiche il sangue agisce sopra gli ani-
3) il un mezzo di difesa, poiche il sangue agisce sopra gli animali nemici come repulsivo.  
mali nemici come repulsivo.  


4) Nella Tim arc ha (nel caso in cui il sangue esca non per la  
4) Nella Tim arc ha (nel caso in cui il sangue esca non per la  
Line 13,929: Line 12,528:


Le idee dei diversi Autori si possono quindi riassumere cosi:  
Le idee dei diversi Autori si possono quindi riassumere cosi:  
I. che il secreto sia sangue inalterato dell'insetto; II. che sia il pro-
I. che il secreto sia sangue inalterato dell'insetto; II. che sia il prodotto di speciali glandole.  
dotto di speciali glandole.  


Verro ora ad esporre i risultati delle mie ricerche nel seguente  
Verro ora ad esporre i risultati delle mie ricerche nel seguente  
Line 13,956: Line 12,554:


Con il metodo di Pettenkofer (zucchero e acido solforico) si ha  
Con il metodo di Pettenkofer (zucchero e acido solforico) si ha  
la reazione degli acidi biliari (colorazione rossa). II reattivo di Günz-
la reazione degli acidi biliari (colorazione rossa). II reattivo di Günz
 




Line 13,964: Line 12,561:
BURG (floroglucina-vaniglina) non da la reazione rosso vivo deH'acido  
BURG (floroglucina-vaniglina) non da la reazione rosso vivo deH'acido  
cloridrico, e cosi pure il reattivo di Boas (resorcioa e zucchero di  
cloridrico, e cosi pure il reattivo di Boas (resorcioa e zucchero di  
canna); si noti che la sensibilitä di questi reattivi e assai considere-
canna); si noti che la sensibilitä di questi reattivi e assai considerevole, potendosi con essi dimostrare evidentemente fino il 0,005 7o di  
vole, potendosi con essi dimostrare evidentemente fino il 0,005 7o di  
acido cloridrico. Se ne puö quindi escludere la presenza,  
acido cloridrico. Se ne puö quindi escludere la presenza,  


Line 13,976: Line 12,572:
l'altro del corpo.  
l'altro del corpo.  


Analisi spettroscopica. Con 1' ematospettroscopio di Henoc-
Analisi spettroscopica. Con 1' ematospettroscopio di HenocQUE si ha la stria di assorbimento dei pigmenti biliari.  
QUE si ha la stria di assorbimento dei pigmenti biliari.  


Si tratterebbe quindi di un pigmento del gruppo dei biliari, e  
Si tratterebbe quindi di un pigmento del gruppo dei biliari, e  
Line 13,984: Line 12,579:
di Fraunhofer e la mancanza della reazione di Gmelin ^), la quale  
di Fraunhofer e la mancanza della reazione di Gmelin ^), la quale  
mancanza se non e dovuta alia poca quantitä di sostanza di cui  
mancanza se non e dovuta alia poca quantitä di sostanza di cui  
potevo disporre, starebbe a dimostrare che il detto pigmento e tras-
potevo disporre, starebbe a dimostrare che il detto pigmento e trasformato, avvicinandosi in certo quäl modo alia urobilina.  
formato, avvicinandosi in certo quäl modo alia urobilina.  


Analisi microscopic a. AI microscopic il liquido presenta  
Analisi microscopic a. AI microscopic il liquido presenta  
numerose goccioline, e corpi ripieni di granulazioni e anche di goccio-
numerose goccioline, e corpi ripieni di granulazioni e anche di goccioline omogenee.  
line omogenee.  


Questi elementi sono di varia dimensione e forma, e manifesta-
Questi elementi sono di varia dimensione e forma, e manifestamente appaiono in via di dissoluzione. (Ved. fig. 1.)  
mente appaiono in via di dissoluzione. (Ved. fig. 1.)  


Nel secreto della larva sono piii numerosi, ma presentano la  
Nel secreto della larva sono piii numerosi, ma presentano la  
medesima struttura che nell' adulto.  
medesima struttura che nell' adulto.  


Facendo numerosi preparati, si osserva che il numero degli ele-
Facendo numerosi preparati, si osserva che il numero degli elementi e molto variabile.  
menti e molto variabile.  


Quantitä del liquido secreto. Per determinare la quantitä  
Quantitä del liquido secreto. Per determinare la quantitä  
Line 14,008: Line 12,599:
1) Si mettono in un bicchiere a calice 5 cmc. di acido nitrico nitroso,  
1) Si mettono in un bicchiere a calice 5 cmc. di acido nitrico nitroso,  
e mediante una pipetta si lascia colare cautamente sopra il reattivo la  
e mediante una pipetta si lascia colare cautamente sopra il reattivo la  
soluzione del pigmento ; nel limite di contatto tra il reattivo e la solu-
soluzione del pigmento ; nel limite di contatto tra il reattivo e la soluzione del pigmento, si forma un anello con diversi strati colorati  
zione del pigmento, si forma un anello con diversi strati colorati  
successivamente dalF alto in basso in verde, azzurro, violette, rosso e in  
successivamente dalF alto in basso in verde, azzurro, violette, rosso e in  
fine giallo.  
fine giallo.  
Line 14,026: Line 12,616:
La quantita della sostanza varia da iudividuo ad individuo, secondo  
La quantita della sostanza varia da iudividuo ad individuo, secondo  
la dimensione, e la floridezza ; 1' aniraale infatti appena tolto alia sua  
la dimensione, e la floridezza ; 1' aniraale infatti appena tolto alia sua  
vita campestre, ne emette in copia, invece dopo alcuni giorni di pri-
vita campestre, ne emette in copia, invece dopo alcuni giorni di prigionia ne emette, anche dietro forti eccitamenti, in poca dose. Avendo  
gionia ne emette, anche dietro forti eccitamenti, in poca dose. Avendo  
fatto I'esperimento descritto su pareccbi individui, ho trovato che la  
fatto I'esperimento descritto su pareccbi individui, ho trovato che la  
quantita maggiore di liquido secreta da un individuo, e di gr. 0,0049 ;  
quantita maggiore di liquido secreta da un individuo, e di gr. 0,0049 ;  
Line 14,035: Line 12,624:
Eccitamenti. Ho sottoposto le Coccinelle a diversi eccitamenti :  
Eccitamenti. Ho sottoposto le Coccinelle a diversi eccitamenti :  
meccanici (pressione), chimici (soluzione di cloruro di sodio,  
meccanici (pressione), chimici (soluzione di cloruro di sodio,  
ammoniaca, etere acetico e solforico, cloroformio, acido acetico, clori-
ammoniaca, etere acetico e solforico, cloroformio, acido acetico, cloridrico e nitrico), t e r m i c i (riscaldamento in recipienti di vetro, ago  
drico e nitrico), t e r m i c i (riscaldamento in recipienti di vetro, ago  
incandescente, etc.), elettrici (macchina elettro-magnetica di Clarke).  
incandescente, etc.), elettrici (macchina elettro-magnetica di Clarke).  
L' eccitamento piii forte e 1' elettrico come giä ho descritto.  
L' eccitamento piii forte e 1' elettrico come giä ho descritto.  
Line 14,057: Line 12,645:
h. 15 10' Iniezione ipodermica di gr. 0,0975 di sostanza (cmc. 0,5 di  
h. 15 10' Iniezione ipodermica di gr. 0,0975 di sostanza (cmc. 0,5 di  


una soluzione acquosa salina della sostanza, ottenuta immer-
una soluzione acquosa salina della sostanza, ottenuta immer
 
gendo 150 Coccinelle in 2 cmc. d' acqua).  
gendo 150 Coccinelle in 2 cmc. d' acqua).  
h. 15 13' Paralisi completa, messa sul dorso non si muove piü, e non  
h. 15 13' Paralisi completa, messa sul dorso non si muove piü, e non  
Line 14,278: Line 12,865:
dopo poco muore.  
dopo poco muore.  


Esaminata I'urina, estratta dalla vescica, presenta emoglo-
Esaminata I'urina, estratta dalla vescica, presenta emoglo
 
bina e urobilina.  
bina e urobilina.  
Esperienza 10. Cavia cobaya S, peso gr. 106. 23. Maggio  
Esperienza 10. Cavia cobaya S, peso gr. 106. 23. Maggio  
Line 14,292: Line 12,878:
presenta fenomeni convulsivi ; minge.  
presenta fenomeni convulsivi ; minge.  
h. 16 48' Paralisi nella parte posteriore del corpo.  
h. 16 48' Paralisi nella parte posteriore del corpo.  
h. 17 22' I fenomeni convulsivi, quasi fossero conati di vomito, con-
h. 17 22' I fenomeni convulsivi, quasi fossero conati di vomito, con
 
tinuano ; 1' animale cammina lentamente trascinando la parte  
tinuano ; 1' animale cammina lentamente trascinando la parte  


Line 14,391: Line 12,976:
h. 13 10' I battiti si mantengono pressoche costanti.  
h. 13 10' I battiti si mantengono pressoche costanti.  


h. 13 25' L' animale muore dopo 25 minuti dall' iniezione ; il cuore con-
h. 13 25' L' animale muore dopo 25 minuti dall' iniezione ; il cuore continua a pulsare regolarmente e si ferma dopo h. 4 15' in diastole.  
tinua a pulsare regolarmente e si ferma dopo h. 4 15' in diastole.  
L' esperienza dimostra che il rallentamento delle pulsazioni,  
L' esperienza dimostra che il rallentamento delle pulsazioni,  
non e causato da paralisi del muscolo cardiaco, ma bensi  
non e causato da paralisi del muscolo cardiaco, ma bensi  
da influenza nervosa prodotta da alterazione dei centri  
da influenza nervosa prodotta da alterazione dei centri  
cerebro-spinali. Sarebbe state certo meglio fare quest' espe-
cerebro-spinali. Sarebbe state certo meglio fare quest' esperienza coir apparecchio di Williams per la circolazione artificiale, perche cosi si interrompe ogni comunicazione fra i  
rienza coir apparecchio di Williams per la circolazione arti-
ficiale, perche cosi si interrompe ogni comunicazione fra i  
centri nervosi e il cuore.  
centri nervosi e il cuore.  


Line 14,498: Line 13,080:


Esposta la natura del liquido, e la sua azione fisiologica, verro  
Esposta la natura del liquido, e la sua azione fisiologica, verro  
ora a parlare deH'organo che lo produce. Come risulta dalla biblio-
ora a parlare deH'organo che lo produce. Come risulta dalla bibliografia che io brevemente ho riassunto, due sono le idee esposte sulI'argoraento: I'una che il secreto sia sangue inalterato dell' animale;  
grafia che io brevemente ho riassunto, due sono le idee esposte sul-
I'argoraento: I'una che il secreto sia sangue inalterato dell' animale;  
I'altra che sia il prodotto di glandole speciali.  
I'altra che sia il prodotto di glandole speciali.  


Io intrapresi le mie ricerche con IIa convinzione che non si  
Io intrapresi le mie ricerche con IIa convinzione che non si  
trattasse di emissione di sangue, e cio per le seguenti ragioni : primie-
trattasse di emissione di sangue, e cio per le seguenti ragioni : primieramente perche mi sembrava inaramissibile che l'insetto potesse consumare un liquido cosi importante; secondo perche tenuto l'insetto  
ramente perche mi sembrava inaramissibile che l'insetto potesse con-
sumare un liquido cosi importante; secondo perche tenuto l'insetto  
in un prolungato digiuno, non si ha piu alcuna secrezione; ed infine  
in un prolungato digiuno, non si ha piu alcuna secrezione; ed infine  
perche il liquido secreto ha reazione acida, mentre noi sappiamo che  
perche il liquido secreto ha reazione acida, mentre noi sappiamo che  
Line 14,539: Line 13,117:
anche dalla seguente esperienza, che trattando il materiale nero o  
anche dalla seguente esperienza, che trattando il materiale nero o  
verdastro, che si trova nell' intestino medio delle Coccinelle e che  
verdastro, che si trova nell' intestino medio delle Coccinelle e che  
manifestamente non e che il materiale ingerito, si aveva pure la re-
manifestamente non e che il materiale ingerito, si aveva pure la reazione degli acidi biliari.  
azione degli acidi biliari.  


Qui credo utile ricordare che prolungando la pressione sui segmenti  
Qui credo utile ricordare che prolungando la pressione sui segmenti  
Line 14,551: Line 13,128:
loro iraportante funzione.  
loro iraportante funzione.  


Come noi sapiamo 1' intestino degli insetti e costituito istologi-
Come noi sapiamo 1' intestino degli insetti e costituito istologicamente, da una membrana mucosa interna rivestita da uno strato  
camente, da una membrana mucosa interna rivestita da uno strato  
muscolare e fornita esteriormente da una tunica sierosa.  
muscolare e fornita esteriormente da una tunica sierosa.  


Line 14,579: Line 13,155:
peptiche, aventi molta analogia secondo il Sirodot con le glandole  
peptiche, aventi molta analogia secondo il Sirodot con le glandole  
a pepsina degli animali vertebrati. II Sirodot inoltre aggiunge che  
a pepsina degli animali vertebrati. II Sirodot inoltre aggiunge che  
essendo 1' acidita dei liquido un fatto chimico incontestabile, si dimo-
essendo 1' acidita dei liquido un fatto chimico incontestabile, si dimostrerebbe cosi l'aciditä del succo gastrico.  
strerebbe cosi l'aciditä del succo gastrico.  


Per osservar bene queste glandole, ho lavato I'intestino medio  
Per osservar bene queste glandole, ho lavato I'intestino medio  
Line 14,600: Line 13,175:


A queste glandole follicolari io credo fermamente che spetti non  
A queste glandole follicolari io credo fermamente che spetti non  
giä una funzione peptica, ma bensi epatica ; funzione questa importan-
giä una funzione peptica, ma bensi epatica ; funzione questa importantissima non ancora ben descritta negli Insetti, attribuendosi da alcuni  
tissima non ancora ben descritta negli Insetti, attribuendosi da alcuni  
(Hektwig, Claus) solamente alle appendici ceche.  
(Hektwig, Claus) solamente alle appendici ceche.  


Line 14,626: Line 13,200:
questo epitelio si rinnova ad ogni digestione. Ora la maggiore attivita  
questo epitelio si rinnova ad ogni digestione. Ora la maggiore attivita  
della disquamazione epiteliale forse coincide con il contatto di questa  
della disquamazione epiteliale forse coincide con il contatto di questa  
sostanza biliare, la quale servirebbe a rinnovare il rivestimento cellu-
sostanza biliare, la quale servirebbe a rinnovare il rivestimento cellulare, e ad aiutare la caduta degli element! vecchi, e la restaurazione  
lare, e ad aiutare la caduta degli element! vecchi, e la restaurazione  
dei nuovi, come appunto avviene nei Vertebrati col contatto della bile.  
dei nuovi, come appunto avviene nei Vertebrati col contatto della bile.  


Line 14,651: Line 13,224:
liquido emesso dalle articolazioni.  
liquido emesso dalle articolazioni.  


2) La preseiiza nel liquido di elementi di varia forma e diraen-
2) La preseiiza nel liquido di elementi di varia forma e diraensione.  
sione.  


3) La presenza di goccioline, osservate pure dal Magretti nei  
3) La presenza di goccioline, osservate pure dal Magretti nei  
Line 14,662: Line 13,234:
Nel prirao caso se noi pungiamo o tagliamo una antenna o un  
Nel prirao caso se noi pungiamo o tagliamo una antenna o un  
arto di una Coccinella florida, il liquido che dietro questo eccitamento  
arto di una Coccinella florida, il liquido che dietro questo eccitamento  
fuoresce dall'intestino e passa nel celoma, esce oltre che dalle artico-
fuoresce dall'intestino e passa nel celoma, esce oltre che dalle articolazioni anche dalla nuova apertura anormale; e i due liquidi sono  
lazioni anche dalla nuova apertura anormale; e i due liquidi sono  
identici perche comune ^ la loro origine.  
identici perche comune ^ la loro origine.  


Line 14,680: Line 13,251:
hquido secreto.  
hquido secreto.  


Parecchi fatti pero mi pare si possono opporre a questa obbie-
Parecchi fatti pero mi pare si possono opporre a questa obbiezioue: 1. Noi sapiamo che malgrado I'assenza di canaH nettamente  
zioue: 1. Noi sapiamo che malgrado I'assenza di canaH nettamente  
costituiti, il sangue negli Insetti e sottomesso a correnti d'una rapidita  
costituiti, il sangue negli Insetti e sottomesso a correnti d'una rapidita  
e d'una regolarita rimarchevole; di cio e facile rendersene conto  
e d'una regolarita rimarchevole; di cio e facile rendersene conto  
Line 14,688: Line 13,258:
perfetta costanza. Dato cio si puo capire benissimo come possa non  
perfetta costanza. Dato cio si puo capire benissimo come possa non  
venire la mescolanza dei due liquidi, ma che bensi la corrente  
venire la mescolanza dei due liquidi, ma che bensi la corrente  
sanguigna continui nel suo percorso, II. La reazione acida sensi-
sanguigna continui nel suo percorso, II. La reazione acida sensibilissima del secreto. III. La natura degli elementi che appaiono in  
bilissima del secreto. III. La natura degli elementi che appaiono in  
via di dissoluzione. 11 Magretti che come giä ho detto, ha studiato  
via di dissoluzione. 11 Magretti che come giä ho detto, ha studiato  
il prodotto di secrezione in alcuni Meloidi, dopo un accurato esame  
il prodotto di secrezione in alcuni Meloidi, dopo un accurato esame  
Line 14,715: Line 13,284:


Un' altra obbiezione si potrebbe fare alia mia interpretazione, che  
Un' altra obbiezione si potrebbe fare alia mia interpretazione, che  
gli elementi che si trovano nel liquido non siano che cellule dell'epi-
gli elementi che si trovano nel liquido non siano che cellule dell'epitelio mucoso della tunica interna, cadute nell'intestino. L' obbiezione  
telio mucoso della tunica interna, cadute nell'intestino. L' obbiezione  
sarebbe questa: che attraverso i semplici pori della parete intestinale  
sarebbe questa: che attraverso i semplici pori della parete intestinale  
e difficile che passino cellule. L'elasticita della parete intestinale, e  
e difficile che passino cellule. L'elasticita della parete intestinale, e  
Line 14,729: Line 13,297:
alia bile dei Vertebrati, credo tuttavia ne differisca per la composizione ;  
alia bile dei Vertebrati, credo tuttavia ne differisca per la composizione ;  
infatti in questi ad esempio e neutra o leggermente alcalina, mentre  
infatti in questi ad esempio e neutra o leggermente alcalina, mentre  
nella Coccinella e acida, inoltre diverse si mostrano alia analisi spettro-
nella Coccinella e acida, inoltre diverse si mostrano alia analisi spettroscopica.  
scopica.  


Infine la relazione fra la quantita di liquido secreto e la floridezza  
Infine la relazione fra la quantita di liquido secreto e la floridezza  
Line 14,771: Line 13,338:


1) La secrezione della Coccinella, come pure quella della  
1) La secrezione della Coccinella, come pure quella della  
Timarcha e della Meloe, e dovuta ad un fenomeno riflesso pro-
Timarcha e della Meloe, e dovuta ad un fenomeno riflesso provocato da qualsiasi eccitamento.  
vocato da qualsiasi eccitamento.  


2) La quantita media di liquido secreto dalla Coccinella e di  
2) La quantita media di liquido secreto dalla Coccinella e di  
Line 14,796: Line 13,362:


8) La Coccinella si serve probabilmente di questa secrezione  
8) La Coccinella si serve probabilmente di questa secrezione  
come mezzo di difesa, sia per I'odore che puo spiacere agli altri in-
come mezzo di difesa, sia per I'odore che puo spiacere agli altri insetti, sia anche perche quel liquido giallastro inganna i nemici, facendo  
setti, sia anche perche quel liquido giallastro inganna i nemici, facendo  
loro credere di aver da fare con sostanze nocive.  
loro credere di aver da fare con sostanze nocive.  


Line 14,874: Line 13,439:
Ob. DD. 240:1.) Camera lucida di Zeiss.  
Ob. DD. 240:1.) Camera lucida di Zeiss.  


Fig. 4. Somiti di larva di Coccinella, mostranti i pertugi di emissione del li-
Fig. 4. Somiti di larva di Coccinella, mostranti i pertugi di emissione del liquide. (Zeiss Oc. 2, Ob. A. 50:1.) Camera lucida di Zeiss.  
quide. (Zeiss Oc. 2, Ob. A. 50:1.) Camera lucida di Zeiss.  


Fig. 5. Apertura di secrezione nella larva di Coccinella. (Zeiss Oc. 3, Ob. Imm.  
Fig. 5. Apertura di secrezione nella larva di Coccinella. (Zeiss Oc. 3, Ob. Imm.  
Line 14,913: Line 13,477:


Der Bau der Hoden.  
Der Bau der Hoden.  
Der gröbere Bau der Hoden von Silpha ist durch die Unter-
Der gröbere Bau der Hoden von Silpha ist durch die Untersuchungen DuFOURS^), BoRDAs'2) u. a. bekannt. Sie bestehen aus  
suchungen DuFOURS^), BoRDAs'2) u. a. bekannt. Sie bestehen aus  
einer Menge kolbenförmiger Follikel, die basal mit einigen Ausführungsgängen in den Samengang einmünden (Fig. 1). Unter diesen  
einer Menge kolbenförmiger Follikel, die basal mit einigen Aus-
führungsgängen in den Samengang einmünden (Fig. 1). Unter diesen  








Fig. 1. Schematische Quer-
Fig. 1. Schematische Querschnitte eines größeren und drei  
schnitte eines größeren und drei  
kleinerer HodenfoUikel, um die Anordnung der spenuatogenen Zellen  
kleinerer HodenfoUikel, um die An-
ordnung der spenuatogenen Zellen  
zu zeigen. \lo\ Spermatogonien.  
zu zeigen. \lo\ Spermatogonien.  


Line 14,953: Line 13,513:
dünnen Peritonäallage. Die Hülle wird von Tracheen durchbohrt.  
dünnen Peritonäallage. Die Hülle wird von Tracheen durchbohrt.  


Jeder Hodenfollikel ist von einer dünnen Epithellage, der Hoden-
Jeder Hodenfollikel ist von einer dünnen Epithellage, der Hodenkapsel, begrenzt. In den Hodenfollikeln liegen die spermatogenen  
kapsel, begrenzt. In den Hodenfollikeln liegen die spermatogenen  
Zellen in „Spermatocysten" angeordnet. Ebenso giebt es in den  
Zellen in „Spermatocysten" angeordnet. Ebenso giebt es in den  
größeren Follikeln 1—3 VERSONsche Zellen.  
größeren Follikeln 1—3 VERSONsche Zellen.  
Line 14,969: Line 13,528:
Follikel gelegen, daß die jüngsten apikal, die älteren basal  
Follikel gelegen, daß die jüngsten apikal, die älteren basal  
gelegen sind (Fig. 1). In der Spitze der größeren Follikel werden  
gelegen sind (Fig. 1). In der Spitze der größeren Follikel werden  
die spermatogenen Zellen gebildet und von dieser während der Ent-
die spermatogenen Zellen gebildet und von dieser während der Entwickelung basalwärts verschoben.  
wickelung basalwärts verschoben.  


In den kürzeren Follikeln ist das Verhältnis das  
In den kürzeren Follikeln ist das Verhältnis das  
gegenwärtige. Hier liegen die Spermien (Fig. 1 Oll] ) resp. Spermato-
gegenwärtige. Hier liegen die Spermien (Fig. 1 Oll] ) resp. Spermatocyten zweiter Ordnung (Fig. 1 § ) apikal, die Spermatocyten erster  
cyten zweiter Ordnung (Fig. 1 § ) apikal, die Spermatocyten erster  
Ordnung (Fig. 1 |zi| ) dagegen basal.  
Ordnung (Fig. 1 |zi| ) dagegen basal.  


Line 14,983: Line 13,540:
Aus Obigem geht hervor, daß die größeren Follikel  
Aus Obigem geht hervor, daß die größeren Follikel  
primär und als wahre Hodenfollikel zu betrachten sind,  
primär und als wahre Hodenfollikel zu betrachten sind,  
während die kleineren sekundär sind und nur als Be-
während die kleineren sekundär sind und nur als Behälter der samenbildenden Elemente fungieren.  
hälter der samenbildenden Elemente fungieren.  


Wie hervorgehoben, gibt es in den größeren Follikeln 1 — 3  
Wie hervorgehoben, gibt es in den größeren Follikeln 1 — 3  
Line 14,993: Line 13,549:
Die Entvtdckelung der spermatogenen Zellen.  
Die Entvtdckelung der spermatogenen Zellen.  
Die Periodeneinteilung der Spermatogenese, welche ich befolgt  
Die Periodeneinteilung der Spermatogenese, welche ich befolgt  
habe, ist von der gebräuchlichen etwas verschieden. Ich teile sie näm-
habe, ist von der gebräuchlichen etwas verschieden. Ich teile sie nämlich folgendermaßen ein:  
lich folgendermaßen ein:  


13*  
13*  
Line 15,002: Line 13,557:
196  
196  


1) die Bildungsperiode, während welcher die Urspermato-
1) die Bildungsperiode, während welcher die Urspermatogonien gebildet werden ;  
gonien gebildet werden ;  


2) die Vermehrungsperiode, welche der Vermehrungsperiode  
2) die Vermehrungsperiode, welche der Vermehrungsperiode  
Line 15,011: Line 13,565:
Autoren ebenfalls entspricht;  
Autoren ebenfalls entspricht;  


4) die Reifungsperiode, während welcher die Reifungstei-
4) die Reifungsperiode, während welcher die Reifungsteilungen stattfinden, und  
lungen stattfinden, und  


5) die Umbildungsperiode, während welcher die Spermien  
5) die Umbildungsperiode, während welcher die Spermien  
Line 15,023: Line 13,576:


A. Die Bildungsperiode.  
A. Die Bildungsperiode.  
Bei Staphylinus (Philontus) habe ich gezeigt^), daß Urspermato-
Bei Staphylinus (Philontus) habe ich gezeigt^), daß Urspermatogonien aus der Hodenkapsel gebildet werden, indem einige Zellen sich  
gonien aus der Hodenkapsel gebildet werden, indem einige Zellen sich  
in dem Kapselsyncytium abrunden und von einer Cystenhaut umgeben  
in dem Kapselsyncytium abrunden und von einer Cystenhaut umgeben  
werden. Bei Silpha ist das Verhältnis dasselbe. Sowohl die Urspermato-
werden. Bei Silpha ist das Verhältnis dasselbe. Sowohl die Urspermatogonien wie die Cystenhautzellen sind von den indiäerenten Zellen  
gonien wie die Cystenhautzellen sind von den indiäerenten Zellen  
der Hodenkapsel herzuleiten.  
der Hodenkapsel herzuleiten.  


Line 15,038: Line 13,589:


Die Urspermatogonien (Fig. 2 a) kommen in der Nähe der  
Die Urspermatogonien (Fig. 2 a) kommen in der Nähe der  
VERSONSchen Zelle vor. Diese sind die größten Elemente des Silpha-
VERSONSchen Zelle vor. Diese sind die größten Elemente des Silphahodens. Im Ruhestadium (Fig. 2 a) sind ihre Kerne chromatinarm.  
hodens. Im Ruhestadium (Fig. 2 a) sind ihre Kerne chromatinarm.  
Die Zellen enthalten chromatische Körner, welche gewiß den Mitochondrien Bendas entsprechen. In der Zelle giebt es 2 Zentralkörperchen. Ein zusammenhängender Spiremfaden wird in der Prophase  
Die Zellen enthalten chromatische Körner, welche gewiß den Mito-
der Teilung nicht gebildet. Die Teilungen der Urspermatogonien sowie die der übrigen Spermatogongenerationen sind Aequationsteilungen,  
chondrien Bendas entsprechen. In der Zelle giebt es 2 Zentral-
indem die Chromosomen sich der Länge nach teilen. Die Chromosomenzahl ist 32. Die Teilungen gehen nicht vollständig durch, sondern die  
körperchen. Ein zusammenhängender Spiremfaden wird in der Prophase  
Tochterzellen bleiben durch die Verbindungsfäden miteinander in Zu
der Teilung nicht gebildet. Die Teilungen der Urspermatogonien so-
wie die der übrigen Spermatogongenerationen sind Aequationsteilungen,  
indem die Chromosomen sich der Länge nach teilen. Die Chromosomen-
zahl ist 32. Die Teilungen gehen nicht vollständig durch, sondern die  
Tochterzellen bleiben durch die Verbindungsfäden miteinander in Zu-
 




Line 15,061: Line 13,606:


sammenhang (Fig. 2 b). Diese Fäden ballen sich zusammen und bilden  
sammenhang (Fig. 2 b). Diese Fäden ballen sich zusammen und bilden  
einen wahren „Nebenkern", der sich durch Einwanderung der Zentral-
einen wahren „Nebenkern", der sich durch Einwanderung der Zentralkörper als ein „Idiozom" dokumentiert. Durch solche nicht vollendete  
körper als ein „Idiozom" dokumentiert. Durch solche nicht vollendete  
Teilungen entstehen  
Teilungen entstehen  
die „Rosetten" der  
die „Rosetten" der  
Autoren (Fig. 2 c).  
Autoren (Fig. 2 c).  
Diese „Rosetten" hän-
Diese „Rosetten" hängen somit durch wirk
gen somit durch wirk-
 
Hche „Zellkoppel"  
Hche „Zellkoppel"  


Line 15,074: Line 13,616:
zusammen.  
zusammen.  


Fig. 2. Spermato-
Fig. 2. Spermatogonien. a Urspermatogon.  
gonien. a Urspermatogon.  
b zwei kleinere Sjjermatogonien mit Nebenkernen.  
b zwei kleinere Sjjermato-
e Zellkoppel, d Spermatogon der letzten Generation.  
gonien mit Nebenkernen.  
e Zellkoppel, d Spermato-
gon der letzten Generation.  


Die Mitochondrien schwinden schon bei der 3. bis 4. Spermatogon-
Die Mitochondrien schwinden schon bei der 3. bis 4. Spermatogongeneration oder sie entziehen sich der optischen Differenzierung.  
generation oder sie entziehen sich der optischen Differenzierung.  


Die letzte Spermatogongeneration wird durch die Kleinheit der  
Die letzte Spermatogongeneration wird durch die Kleinheit der  
Zellen charakterisiert. Im Monasterstadium (Fig. 2d) wird sogar der  
Zellen charakterisiert. Im Monasterstadium (Fig. 2d) wird sogar der  
ganze Zellkörper in die Strahlfigur eingeschlossen, und die Zentral-
ganze Zellkörper in die Strahlfigur eingeschlossen, und die Zentralkörper liegen in der Peripherie der Zelle. Die Zellen sind nun ganz  
körper liegen in der Peripherie der Zelle. Die Zellen sind nun ganz  
voneinander frei.  
voneinander frei.  


C. Die Wachsturasperiode.  
C. Die Wachsturasperiode.  
Aus der letzten Spermatogonteilung gehen die Spermatocyten  
Aus der letzten Spermatogonteilung gehen die Spermatocyten  
erster Ordnung hervor. Anfangs sind sie sehr klein , aber nach be-
erster Ordnung hervor. Anfangs sind sie sehr klein , aber nach beendigtem Wachstum ziemlich große Zellen. Die Nebenkerne, welche  
endigtem Wachstum ziemlich große Zellen. Die Nebenkerne, welche  
idiosoraatisch werden, wachsen auch zu und liegen mehr oder weniger  
idiosoraatisch werden, wachsen auch zu und liegen mehr oder weniger  
peripherisch. Ehe die junge Spermatocytenzelle in das Ruhestadium  
peripherisch. Ehe die junge Spermatocytenzelle in das Ruhestadium  
Line 15,099: Line 13,635:
Stadien hindurch:  
Stadien hindurch:  


1) Die Anaphase, in welcher die Tochtersterne von einer Kern-
1) Die Anaphase, in welcher die Tochtersterne von einer Kernmerabran umgeben werden, und die U-förmigen Chromosomen allmählich miteinander verschmelzen. Die Zellkörperstruktur wird deutlich  
merabran umgeben werden, und die U-förmigen Chromosomen allmäh-
lich miteinander verschmelzen. Die Zellkörperstruktur wird deutlich  
fibrillar mit konzentrischer Fibrillenanordnung,  
fibrillar mit konzentrischer Fibrillenanordnung,  


Line 15,119: Line 13,653:
Zellsubstanz ist bedeutend vergrößert.  
Zellsubstanz ist bedeutend vergrößert.  


4) Die Telophase (Fig. 3c). Die Chromatinschleifen der Post-
4) Die Telophase (Fig. 3c). Die Chromatinschleifen der Postsynapsis werden uneben und konfluieren miteinander. Das Wachstum  
synapsis werden uneben und konfluieren miteinander. Das Wachstum  
des Zellkörpers ist beendigt. Der „Nebenkern" (Sphäre) enthält zwei  
des Zellkörpers ist beendigt. Der „Nebenkern" (Sphäre) enthält zwei  
Zentralkörper, welche durch eine zarte Zentralspindel verbunden sind.  
Zentralkörper, welche durch eine zarte Zentralspindel verbunden sind.  
Line 15,130: Line 13,663:
eher aufgelöst werden, als wenn die Spermien daraus hervorgehen.  
eher aufgelöst werden, als wenn die Spermien daraus hervorgehen.  


Diese sind ganz nor-
Diese sind ganz norfc,\ mal und scheinen nor
fc,\ mal und scheinen nor-
 
,^ ^ , d- ^y'Z<^^ maleSpermatozoenzu  
,^ ^ , d- ^y'Z<^^ maleSpermatozoenzu  
^ /iJ*^^^ rk^S-^^ erzeugen.  
^ /iJ*^^^ rk^S-^^ erzeugen.  


Fig. 3. Spermato-
Fig. 3. Spermatocyten erster Ordnung, a  
cyten erster Ordnung, a  
Synapsisstadium. h Postsynapsisstadium. c Telophasenstadium. d Ruhestadium.  
Synapsisstadium. h Post-
synapsisstadium. c Telo-
phasenstadium. d Ruhe-
stadium.  


Das Ruhestadium (Fig. 3d) wird erreicht durch fortgesetztes  
Das Ruhestadium (Fig. 3d) wird erreicht durch fortgesetztes  
Line 15,159: Line 13,686:
Bei Silpha kommen zwei Arten Spermatocyten erster Ordnung  
Bei Silpha kommen zwei Arten Spermatocyten erster Ordnung  
vor. Die einen sind ungefähr doppelt so groß wie die anderen. (Vergl.  
vor. Die einen sind ungefähr doppelt so groß wie die anderen. (Vergl.  
die Figuren 5d und e, 6a und b, 7a und b, 8a und b.) Infolge-
die Figuren 5d und e, 6a und b, 7a und b, 8a und b.) Infolgedessen kommen zweierlei Spermatozoen vor, von denen  
dessen kommen zweierlei Spermatozoen vor, von denen  
die einen doppelt so groß als die anderen sind. Struktural  
die einen doppelt so groß als die anderen sind. Struktural  
stimmen sie aber völlig überein.  
stimmen sie aber völlig überein.  
Line 15,183: Line 13,709:
Der abweichende Teilungsvorgang, Die perlbandartigen  
Der abweichende Teilungsvorgang, Die perlbandartigen  
Chromatinsegmente zerfallen in 16 Stäbchen. Diese Stäbchen dürfen  
Chromatinsegmente zerfallen in 16 Stäbchen. Diese Stäbchen dürfen  
deshalb doppelwertig sein. Eine Läugsteilung geschieht in diesen Stäb-
deshalb doppelwertig sein. Eine Läugsteilung geschieht in diesen Stäbchen. Die Stäbchenpaare werden in längliche Ringe transformiert  
chen. Die Stäbchenpaare werden in längliche Ringe transformiert  
(Fig. 4 a), diese sind also vierwertig. Die Kernmembran schwindet,  
(Fig. 4 a), diese sind also vierwertig. Die Kernmembran schwindet,  


Line 15,200: Line 13,725:
und die Ringe ordnen sich so in die Aequatorialebene ein, daß ihre  
und die Ringe ordnen sich so in die Aequatorialebene ein, daß ihre  
Längsachsen mit der Achse der Mitose parallel sind. Die Zentralkörper  
Längsachsen mit der Achse der Mitose parallel sind. Die Zentralkörper  
liegen nun polar. In der Metaphase bersten die Ringe in der Aequa-
liegen nun polar. In der Metaphase bersten die Ringe in der Aequatorialebene auf (Fig. 4b). Diese Teilung ist also eine Querteilung  
torialebene auf (Fig. 4b). Diese Teilung ist also eine Querteilung  
der ursprünglichen Chromatinstäbchen. Wie aus den Figuren 4c und  
der ursprünglichen Chromatinstäbchen. Wie aus den Figuren 4c und  
6c hervorgeht, ist die Form der Ringe der abweichenden Teilung eine  
6c hervorgeht, ist die Form der Ringe der abweichenden Teilung eine  
Line 15,208: Line 13,732:


Der normale Teilungsvorgang. Die erste Andeutung der  
Der normale Teilungsvorgang. Die erste Andeutung der  
beginnenden Prophase bekundet sich in dem ruhenden Zellkern da-
beginnenden Prophase bekundet sich in dem ruhenden Zellkern dadurch, daß die chromatischen Ausläufer eingezogen werden, und daß  
durch, daß die chromatischen Ausläufer eingezogen werden, und daß  
das Chromatin sich in perlbandähnlichen Schleifen anordnet. Das  
das Chromatin sich in perlbandähnlichen Schleifen anordnet. Das  
chromatisch färbbare Element der Spermatocyten konzentriert sich  
chromatisch färbbare Element der Spermatocyten konzentriert sich  
Line 15,215: Line 13,738:
sind. In diesen Knoten bemerkt man bald eine deutliche Längsteilung  
sind. In diesen Knoten bemerkt man bald eine deutliche Längsteilung  
(Fig. 5 a), welche sich auch zu den Lininbrücken erstreckt. Hiernach  
(Fig. 5 a), welche sich auch zu den Lininbrücken erstreckt. Hiernach  
zerfallen die Fäden in Fragmente, welche je zwei Knotenpaare ent-
zerfallen die Fäden in Fragmente, welche je zwei Knotenpaare enthalten (Fig. 5d). Auf diese Weise werden die Vierergruppen gebildet.  
halten (Fig. 5d). Auf diese Weise werden die Vierergruppen gebildet.  
Diese Gruppen, welche anfangs sehr zart sind, vergrößern sich all
Diese Gruppen, welche anfangs sehr zart sind, vergrößern sich all-
 




Line 15,224: Line 13,745:


mählich, und bilden endlich ziemlich große, längliche Ringe, deren  
mählich, und bilden endlich ziemlich große, längliche Ringe, deren  
Zusammensetzung aus 4 Chromosomen (nach hinreichender Differen-
Zusammensetzung aus 4 Chromosomen (nach hinreichender Differenzierung der Eisenhämatoxylinfarbe) sehr deutlich ist (Fig. 5 c— e). In  
zierung der Eisenhämatoxylinfarbe) sehr deutlich ist (Fig. 5 c— e). In  
diesem Stadium bemerken wir, daß die Grundsubstanz der Kerne nicht  
diesem Stadium bemerken wir, daß die Grundsubstanz der Kerne nicht  
ungefärbt ist (Fig. 5d und e) wie im Ruhestadium, sondern sich so-
ungefärbt ist (Fig. 5d und e) wie im Ruhestadium, sondern sich sowohl durch Saffrauin schwach rötlich, wie durch Hämatoxylin schwach  
wohl durch Saffrauin schwach rötlich, wie durch Hämatoxylin schwach  
bläulich färbt. Dies kann, glaube ich, auf nichts anderem beruhen, als  
bläulich färbt. Dies kann, glaube ich, auf nichts anderem beruhen, als  
daß etwas Chromatinsubstanz darin aufgelöst ist (wenn man es nämlich  
daß etwas Chromatinsubstanz darin aufgelöst ist (wenn man es nämlich  
Line 15,237: Line 13,756:




Fig. 5. Nonntile Prophiisenstadien der ersten Spermatocytteilung. a Vierergrujipen-
Fig. 5. Nonntile Prophiisenstadien der ersten Spermatocytteilung. a Vierergrujipenbildvmg. b junge Vierergruppe, c und d gnißere Sperniatocyten erster Ordnung auf  
bildvmg. b junge Vierergruppe, c und d gnißere Sperniatocyten erster Ordnung auf  
Vierergruppenstadien, e kleinere Siiermatoevten auf demselben Stadium.  
Vierergruppenstadien, e kleinere Siiermatoevten auf demselben Stadium.  


Die Zellsubstanz ist anfangs konzentrisch angeordnet, wird aber  
Die Zellsubstanz ist anfangs konzentrisch angeordnet, wird aber  
bald granuliert (?). Die Zeutralkörper haben polare Lagen erreicht  
bald granuliert (?). Die Zeutralkörper haben polare Lagen erreicht  
und sind durch eine schöne Zentralspindel verbunden. Die Neben-
und sind durch eine schöne Zentralspindel verbunden. Die Nebenkerne sind entweder durch die auftretende „Astrosp-häre" aufgelöst,  
kerne sind entweder durch die auftretende „Astrosp-häre" aufgelöst,  
oder sie liegen exzentrisch in den Zellen als dunkel gefärbte Körper.  
oder sie liegen exzentrisch in den Zellen als dunkel gefärbte Körper.  
Die Mitochondrien sind zahlreicher und hauptsächlich in bleibender  
Die Mitochondrien sind zahlreicher und hauptsächlich in bleibender  
Line 15,250: Line 13,767:
aber bald in polarer Richtung und scheinen mit der Zentraspindel in  
aber bald in polarer Richtung und scheinen mit der Zentraspindel in  
dynamischem Zusammenhange zu stehen. Sie zeigen bald eine Neigung,  
dynamischem Zusammenhange zu stehen. Sie zeigen bald eine Neigung,  
sich in Reihen anzuordnen (Fig. 5d und e), wie es Meves^) für Py-
sich in Reihen anzuordnen (Fig. 5d und e), wie es Meves^) für Pygaera beschreibt.  
gaera beschreibt.  


Im Monaster Stadium (Fig. 6 a und b) liegen die Ringe in der Aequa-
Im Monaster Stadium (Fig. 6 a und b) liegen die Ringe in der Aequatorialebene mit ihren Längsachsen parallel mit der Achse der Mitose. Die Strahlungen sind schön entwickelt. Die Zentralkörper hegen  
torialebene mit ihren Längsachsen parallel mit der Achse der Mi-
tose. Die Strahlungen sind schön entwickelt. Die Zentralkörper hegen  
streng polar. Entweder sind sie einfach oder haben sich je in zwei  
streng polar. Entweder sind sie einfach oder haben sich je in zwei  
geteilt (Fig. 6 a und b), welche miteinander durch wirkliche Centro-
geteilt (Fig. 6 a und b), welche miteinander durch wirkliche Centrodesmosis verbunden sind. Die Teilung der Zentralkörper ist oft so  
desmosis verbunden sind. Die Teilung der Zentralkörper ist oft so  
weit gegangen, daß die Teile nicht mehr mit einander durch Centrodesmosis verbunden sind. Anstatt dessen gibt es nun eine zarte tertiäre Zentralspindel. Von den Strahlen der sekundären Zentralspindeln  
weit gegangen, daß die Teile nicht mehr mit einander durch Centro-
desmosis verbunden sind. Anstatt dessen gibt es nun eine zarte ter-
tiäre Zentralspindel. Von den Strahlen der sekundären Zentralspindeln  




Line 15,272: Line 13,783:


haften zwei an jeder Hälfte der Vierergruppen. Bei der Teilung der  
haften zwei an jeder Hälfte der Vierergruppen. Bei der Teilung der  
Zentralkörper werden die achromatischen Fäden so auf jede Zentral-
Zentralkörper werden die achromatischen Fäden so auf jede Zentralkörperhälfte verteilt, daß die beiden Fäden, welche zu einer Vierergruppenhälfte gehören, auf je eine Zentralkörperhälfte kommen (Fig. 6a).  
körperhälfte verteilt, daß die beiden Fäden, welche zu einer Vierer-
gruppenhälfte gehören, auf je eine Zentralkörperhälfte kommen (Fig. 6a).  
Die Mitochondrien bilden einen dicken Mantel, welcher die mitotische  
Die Mitochondrien bilden einen dicken Mantel, welcher die mitotische  
Figur von Pol zu Pol bekleidet. Sie sind sehr in die Länge gestreckt  
Figur von Pol zu Pol bekleidet. Sie sind sehr in die Länge gestreckt  
und liegen in Reihen von 2 — 4 zusammen. Der Zellkörper ist gra-
und liegen in Reihen von 2 — 4 zusammen. Der Zellkörper ist granuliert und vakuolisiert.  
nuliert und vakuolisiert.  




Line 15,286: Line 13,794:




Fig. 6. Noi'male Spennatocytteilungen. n Monasterstadium der größereu Sper-
Fig. 6. Noi'male Spennatocytteilungen. n Monasterstadium der größereu Spermatocyten erster Ordnung. b Monasterstadium der kleineren Spermatoeyten erster  
matocyten erster Ordnung. b Monasterstadium der kleineren Spermatoeyten erster  
Ordnung, c die Berstungen der Ringe, d Diasterstadiiim.  
Ordnung, c die Berstungen der Ringe, d Diasterstadiiim.  


Line 15,293: Line 13,800:
Hierdurch kommen zwei Schwesterchromosomen auf jeden Pol. Die  
Hierdurch kommen zwei Schwesterchromosomen auf jeden Pol. Die  
Berstung ist eine unregelmäßige, indem sie teils beiderseitig, teils  
Berstung ist eine unregelmäßige, indem sie teils beiderseitig, teils  
zuerst nur einseitig ist. (Siehe Fig. 6 c.) Wenn die Berstung ein-
zuerst nur einseitig ist. (Siehe Fig. 6 c.) Wenn die Berstung einseitig ist, wird der geborstene Teil der Ringe sofort nach dem Pol gezogen, wo er sich zusammenballt. Auf jeden Pol kommen 16 Ringhälften, also 32 Chromosomen.  
seitig ist, wird der geborstene Teil der Ringe sofort nach dem Pol ge-
zogen, wo er sich zusammenballt. Auf jeden Pol kommen 16 Ring-
hälften, also 32 Chromosomen.  


Während der Metaphase sind die Zentralkörperhälften auseinander-
Während der Metaphase sind die Zentralkörperhälften auseinandergerückt, und die tertiäre Zentralspindel ist augenscheinlich verschwunden.  
gerückt, und die tertiäre Zentralspindel ist augenscheinlich verschwunden.  
Die Mitochondrien wie auch die ganze Spermatocyte ist in die Länge  
Die Mitochondrien wie auch die ganze Spermatocyte ist in die Länge  
ausgezogen.  
ausgezogen.  
Line 15,307: Line 13,810:
202  
202  


Die Vierergruppenhälften sind in den Tochterplatten dicht ange-
Die Vierergruppenhälften sind in den Tochterplatten dicht angeordnet (Fig. 6d). Ihre Enden sind beide zusammengeballt, so daß das  
ordnet (Fig. 6d). Ihre Enden sind beide zusammengeballt, so daß das  
Ganze Biskuitform (Fig. 7 c) angenommen hat. Eine Folge der Zentralkörperteilung ist, daß die Doppelchromosomen quer in den Tochterplatten liegen. Die Zentralkörperhälften liegen nun auf den beiden  
Ganze Biskuitform (Fig. 7 c) angenommen hat. Eine Folge der Zentral-
körperteilung ist, daß die Doppelchromosomen quer in den Tochter-
platten liegen. Die Zentralkörperhälften liegen nun auf den beiden  
Seiten der Tochterplatte. Der Zelleib ist in der Mitte eingeschnürt.  
Seiten der Tochterplatte. Der Zelleib ist in der Mitte eingeschnürt.  
Diese Einschnürung scheidet endlich die beiden Tochterzellen vonein-
Diese Einschnürung scheidet endlich die beiden Tochterzellen voneinander. Bei dieser Zellkörperteilung werden die Mitochondrien auch  
ander. Bei dieser Zellkörperteilung werden die Mitochondrien auch  
einbezogen; ebenso die Verbindungsfäden.  
einbezogen; ebenso die Verbindungsfäden.  


Line 15,321: Line 13,820:
zweiter Ordnung in Teilung über. Diese Teilung ist schon während  
zweiter Ordnung in Teilung über. Diese Teilung ist schon während  
der ersten Reifungsteilung durch die Zentralkörperteilung vorbereitet.  
der ersten Reifungsteilung durch die Zentralkörperteilung vorbereitet.  
Die Doppelchromosomen ordnen sich unmittelbar in die neue Aequa-
Die Doppelchromosomen ordnen sich unmittelbar in die neue Aequatorialebene ein (Fig. 7 a). Sie liegen hier mit ihren Längsachsen der  
torialebene ein (Fig. 7 a). Sie liegen hier mit ihren Längsachsen der  
Polarebene parallel. Die Einschnürungen der Doppelchromosomen  
Polarebene parallel. Die Einschnürungen der Doppelchromosomen  
liegen somit in der Aequatorialebene. Im Metaphasenstadium bersten  
liegen somit in der Aequatorialebene. Im Metaphasenstadium bersten  
die Doppelchromosomen in dieser Ebene auf, und die Chromosomen  
die Doppelchromosomen in dieser Ebene auf, und die Chromosomen  
werden auf jede Tochterplatte verteilt (Fig. 8 a und b). Diese er-
werden auf jede Tochterplatte verteilt (Fig. 8 a und b). Diese erhalten also je 16 Chromosomen. Diese Teilung ist somit eine Längsteilung der ursprünglichen Chromatinschleifen.  
halten also je 16 Chromosomen. Diese Teilung ist somit eine Längs-
teilung der ursprünglichen Chromatinschleifen.  




Line 15,344: Line 13,840:
e Doppelchromosom.  
e Doppelchromosom.  


Fig. 8. Zweite Spermatoej^tteilung. a Diasterstadium der größeren Spermato-
Fig. 8. Zweite Spermatoej^tteilung. a Diasterstadium der größeren Spermatocyten. b altes Metaphasenstadium der kleineren Spei'matocyteu.  
cyten. b altes Metaphasenstadium der kleineren Spei'matocyteu.  


Die Mitochondrien werden auch in diese Teilung einbezogen und  
Die Mitochondrien werden auch in diese Teilung einbezogen und  
ballen sich zu einem dunkel gefärbten Körper, dem Mitochondrien-
ballen sich zu einem dunkel gefärbten Körper, dem Mitochondrienkörper (Meves, 1. c), zusammen (Fig. 9 a).  
körper (Meves, 1. c), zusammen (Fig. 9 a).  


Die Folge dieser Teilung ist die Entstehung der Spermien, deren  
Die Folge dieser Teilung ist die Entstehung der Spermien, deren  
Line 15,355: Line 13,849:


Betreffs der Reifungsteilungen verhalten sich in der Hauptsache  
Betreffs der Reifungsteilungen verhalten sich in der Hauptsache  
die Käfergattungen Tenebrio, Harpalus, Philonthus, Agriotes und Ce-
die Käfergattungen Tenebrio, Harpalus, Philonthus, Agriotes und Cetonia übereinstimmend. Bei Agriotes und Harpalus tritt die Bildung  
tonia übereinstimmend. Bei Agriotes und Harpalus tritt die Bildung  
der Vierergruppen besonders gut hervor.  
der Vierergruppen besonders gut hervor.  


Line 15,366: Line 13,859:
Aus dem Obigen geht hervor:  
Aus dem Obigen geht hervor:  


1) daß in der Prophase der ersten Spermatocytenteilung 16 vier-
1) daß in der Prophase der ersten Spermatocytenteilung 16 vierwertige Chromatinsegmente (Vierergruppen) eintreten;  
wertige Chromatinsegmente (Vierergruppen) eintreten;  


2) daß diese durch eine Längsteilung und eine Querteilung eines  
2) daß diese durch eine Längsteilung und eine Querteilung eines  
ursprünglichen Chromatinsegmentes gebildet sind;  
ursprünglichen Chromatinsegmentes gebildet sind;  


3) daß diese Vierergruppen in der ersten spermatocytischen Meta-
3) daß diese Vierergruppen in der ersten spermatocytischen Metaphase quer halbiert werden;  
phase quer halbiert werden;  


4) daß also auf die zweiten Spermatocyten 16 zweiwertige  
4) daß also auf die zweiten Spermatocyten 16 zweiwertige  
Schwesterchromatinsegmente kommen, und  
Schwesterchromatinsegmente kommen, und  


5) daß diese zweiwertigen Segmente durch die zweite Spermato-
5) daß diese zweiwertigen Segmente durch die zweite Spermatocytenteilung so geteilt werden, daß auf jeden Spermienkern 16 Chromosomen kommen.  
cytenteilung so geteilt werden, daß auf jeden Spermienkern 16 Chromo-
somen kommen.  


Also kommen bei Silpha carinata vor:  
Also kommen bei Silpha carinata vor:  
Line 15,485: Line 13,974:
noch keine Kernraembran.  
noch keine Kernraembran.  


Fig. 9 b repräsentiert eine etwas ältere Spermie. Eine Kern-
Fig. 9 b repräsentiert eine etwas ältere Spermie. Eine Kernmembran ist gebildet. Der Zentralkörper hat sich geteilt. Das eine  
membran ist gebildet. Der Zentralkörper hat sich geteilt. Das eine  
der beiden Zentralkörperchen (das Kerncentrosom) hat ein kurzes Filament ausgeschossen, den bleibenden Achsenfaden.  
der beiden Zentralkörperchen (das Kerncentrosom) hat ein kurzes Fi-
lament ausgeschossen, den bleibenden Achsenfaden.  




Line 15,498: Line 13,985:
liegt dem Kerne dicht an. Von hier läuft der Achsenfaden aus. Der  
liegt dem Kerne dicht an. Von hier läuft der Achsenfaden aus. Der  
andere Zentralkörper hat sich mit einer hyalinen Sphäre umgeben.  
andere Zentralkörper hat sich mit einer hyalinen Sphäre umgeben.  
Die Mitochondrien haben einen (oder zwei, Fig. 9 c) Mitochondrien-
Die Mitochondrien haben einen (oder zwei, Fig. 9 c) Mitochondrienkörper gebildet. Fig. 9d zeigt außerdem, daß der Sphärenzentralkörper sich in 2 geteilt hat, welche dicht aneinander liegen, ebenso  
körper gebildet. Fig. 9d zeigt außerdem, daß der Sphärenzentral-
zeigt Fig. 9d, daß der Mitochondrienkörper von einem Vakuoleuring umgeben ist. Der Kern ist feingranuliert; er behält diese Struktur auch  
körper sich in 2 geteilt hat, welche dicht aneinander liegen, ebenso  
zeigt Fig. 9d, daß der Mitochondrienkörper von einem Vakuoleuring um-
geben ist. Der Kern ist feingranuliert; er behält diese Struktur auch  
in den folgenden Stadien.  
in den folgenden Stadien.  


Fig. 9e zeigt, wie die Sphäre an dem verlängerten Achsenfaden  
Fig. 9e zeigt, wie die Sphäre an dem verlängerten Achsenfaden  
liegt, und wie der eine der Zentralkörper sich an den Faden legt.  
liegt, und wie der eine der Zentralkörper sich an den Faden legt.  
Der Mitochondrienkörper besteht nun aus drei Schichten. Die Va-
Der Mitochondrienkörper besteht nun aus drei Schichten. Die Vakuolen beginnen miteinander zu verschmelzen. Fig. 9f zeigt, wie  
kuolen beginnen miteinander zu verschmelzen. Fig. 9f zeigt, wie  
das Achsenfadencentrosom die Sphäre verlassen hat und wie das Sphärencentrosom gegen den Kern gewandert ist.  
das Achsenfadencentrosom die Sphäre verlassen hat und wie das Sphären-
centrosom gegen den Kern gewandert ist.  




Line 15,519: Line 14,001:
Querschnitt. Die Spermie ist nun länglich, der Mitochondrienkörper  
Querschnitt. Die Spermie ist nun länglich, der Mitochondrienkörper  
ebenso. Der Vakuolen („Mitochondrienvakuolen") sind jetzt nur zwei,  
ebenso. Der Vakuolen („Mitochondrienvakuolen") sind jetzt nur zwei,  
welche den Mitochondrienkörper schalenartig umgeben. Der Achsen-
welche den Mitochondrienkörper schalenartig umgeben. Der Achsenfaden durchsetzt die ganze Zelle.  
faden durchsetzt die ganze Zelle.  


Fig. 9i — s zeigen die Umbildungen der Mitochondrienkörper.  
Fig. 9i — s zeigen die Umbildungen der Mitochondrienkörper.  
Fig. 9i zeigt, wie von dem Mitochondrienkörper zwei Balken abge-
Fig. 9i zeigt, wie von dem Mitochondrienkörper zwei Balken abgespaltet werden, welche in die schalenförmigen Mitochondrienvakuolen  
spaltet werden, welche in die schalenförmigen Mitochondrienvakuolen  
eindringen und hier die „Mitochondrienbalken" bilden. Fig. 9j zeigt»  
eindringen und hier die „Mitochondrienbalken" bilden. Fig. 9j zeigt»  
wie die Mitochondrienbalken perlbandähnlich aufgelöst werden. Fig. 9k  
wie die Mitochondrienbalken perlbandähnlich aufgelöst werden. Fig. 9k  
ist ein Querschnitt durch eine Spermie, welche sich in demselben Sta-
ist ein Querschnitt durch eine Spermie, welche sich in demselben Stadium befindet. Der „Mitochondrienrestkörper" liegt in der Mitte.  
dium befindet. Der „Mitochondrienrestkörper" liegt in der Mitte.  
Draußen sieht man die beiden im Querschnitte halbmondförmigen Mitochondrienvakuolen mit dem darin liegenden Querschnitte der Mitochondrienbalken. Ziemlich exzentrisch liegt der Querschnitt des Achsenfadens.  
Draußen sieht man die beiden im Querschnitte halbmondförmigen Mito-
chondrienvakuolen mit dem darin liegenden Querschnitte der Mito-
chondrienbalken. Ziemlich exzentrisch liegt der Querschnitt des Achsen-
fadens.  


Auf Fig. 91 und m ist der Restkörper verschwunden und seine  
Auf Fig. 91 und m ist der Restkörper verschwunden und seine  
Lage ist vom Achsenfaden (m) eingenommen.  
Lage ist vom Achsenfaden (m) eingenommen.  


Fig. 9n und o zeigen, wie die vorher perlbandähnlichen Mito-
Fig. 9n und o zeigen, wie die vorher perlbandähnlichen Mitochondrienbalken wieder kondensiert sind und wirkliche Balken darstellen.  
chondrienbalken wieder kondensiert sind und wirkliche Balken dar-
stellen.  


Fig. 9q und q zeigen eine noch ältere Spermie. Sie ist in die  
Fig. 9q und q zeigen eine noch ältere Spermie. Sie ist in die  
Line 15,566: Line 14,040:
Der Achsenfaden muß dem einen dieser Balken angelagert sein.  
Der Achsenfaden muß dem einen dieser Balken angelagert sein.  


Fig. 9 s repräsentiert eine noch ältere Spermie. Die Mito-
Fig. 9 s repräsentiert eine noch ältere Spermie. Die Mitochondrienbalken sind im Begriff, aufgelöst zu  
chondrienbalken sind im Begriff, aufgelöst zu  
werden.  
werden.  


Fig. 9 t zeigt die Spermie nach Auflösung der Mitochondrien-
Fig. 9 t zeigt die Spermie nach Auflösung der Mitochondrienbalken.  
balken.  


Schon auf Stadium Fig. 9 p habe ich das Achsencentrosom außer  
Schon auf Stadium Fig. 9 p habe ich das Achsencentrosom außer  
Line 15,579: Line 14,051:
Zentralkörper bilden das „Akrosom".  
Zentralkörper bilden das „Akrosom".  


Fig. 10 c— g zeigen die letzten Entwickelungsstadien der Sper-
Fig. 10 c— g zeigen die letzten Entwickelungsstadien der Spermien, Fig. 10 h das fertige Spermatozoon.  
mien, Fig. 10 h das fertige Spermatozoon.  


Aus Obigem geht hervor, daß der Entwickelungsmodus bei Silpha  
Aus Obigem geht hervor, daß der Entwickelungsmodus bei Silpha  
Line 15,598: Line 14,069:
Mit 1 Abbildung.  
Mit 1 Abbildung.  


In dieser Notiz beabsichtige ich die Beschreibung eines sehr sel-
In dieser Notiz beabsichtige ich die Beschreibung eines sehr seltenen Falles von ungewöhnlich langem Wurmfortsatz, welchen ich bei  
tenen Falles von ungewöhnlich langem Wurmfortsatz, welchen ich bei  
einer Sektion beobachtet habe. Dieser Fall ist deshalb besonders  
einer Sektion beobachtet habe. Dieser Fall ist deshalb besonders  
interessant, da der Wurmfortsatz in seiner ganzen Länge durch das  
interessant, da der Wurmfortsatz in seiner ganzen Länge durch das  
Bauchfell bedeckt wurde : in seinem Umfange wurde er vom parietalen  
Bauchfell bedeckt wurde : in seinem Umfange wurde er vom parietalen  
Blatt bedeckt, der Rest war in das Mesenterium des Dünndarmes ein-
Blatt bedeckt, der Rest war in das Mesenterium des Dünndarmes eingeschlossen, indem er oberflächlich unter dem rechten Blatt der Duplikatur des Bauchfelles lag.  
geschlossen, indem er oberflächlich unter dem rechten Blatt der Du-
plikatur des Bauchfelles lag.  


Weibliche Leiche, 40 Jahre alt, gestorben am Flecktyphus. Die  
Weibliche Leiche, 40 Jahre alt, gestorben am Flecktyphus. Die  
Line 15,615: Line 14,083:
in der Fossa ihaca dextra, fast im Eingang des kleinen Beckens.  
in der Fossa ihaca dextra, fast im Eingang des kleinen Beckens.  


Auf der vorderen Oberfläche des Blinddarmes und des Colon ascen-
Auf der vorderen Oberfläche des Blinddarmes und des Colon ascendens sieht man eine sehr deutlich entwickelte Taenia libera, welche,  
dens sieht man eine sehr deutlich entwickelte Taenia libera, welche,  
nach unten laufend, direkt in die Muskulatur des Wurmfortsatzes übergeht, so daß der Blinddarm, sich trichterförmig verengend, ohne deut
nach unten laufend, direkt in die Muskulatur des Wurmfortsatzes über-
geht, so daß der Blinddarm, sich trichterförmig verengend, ohne deut-
 




Line 15,632: Line 14,097:
hinteren Bauchwand ist der Wurmfortsatz scharf nach unten und links  
hinteren Bauchwand ist der Wurmfortsatz scharf nach unten und links  
gebogen und legt sich in die Masse des Dünndarmmesenteriums, wo  
gebogen und legt sich in die Masse des Dünndarmmesenteriums, wo  
er fast parallel dem freien Ende desselben anliegt. Das blinde zuge-
er fast parallel dem freien Ende desselben anliegt. Das blinde zugespitzte Ende des Fortsatzes geht in ein sehr deutliches und scharf  
spitzte Ende des Fortsatzes geht in ein sehr deutliches und scharf  
begrenztes Bündel von fibrösen Fasern über. Dieses Bündel läuft in  
begrenztes Bündel von fibrösen Fasern über. Dieses Bündel läuft in  
derselben Richtung bis zu dem freien Ende des Mesenteriums. Die  
derselben Richtung bis zu dem freien Ende des Mesenteriums. Die  
Line 15,646: Line 14,110:




Nach einer photographischen Aufnahme. Oberer rechter Quadrant: Caecum, Mün-
Nach einer photographischen Aufnahme. Oberer rechter Quadrant: Caecum, Mündung des Dünndarmes in dasselbe und Anfang des Wunnfortsatzes. Unterer linker  
dung des Dünndarmes in dasselbe und Anfang des Wunnfortsatzes. Unterer linker  
Quadrant: nach oben gezogener Abschnitt des Colon ascendens, Fossa subcaecalis, Rand  
Quadrant: nach oben gezogener Abschnitt des Colon ascendens, Fossa subcaecalis, Rand  
des kleinen Beckens mit Vasa iliaca und Knickung des Wurmfortsatzes. Oberer rechter  
des kleinen Beckens mit Vasa iliaca und Knickung des Wurmfortsatzes. Oberer rechter  
Quadrant : Dünndarm und freier Rand des Mesenteriums, in dessen Masse der Wurm-
Quadrant : Dünndarm und freier Rand des Mesenteriums, in dessen Masse der Wurmfortsatz und das von demselben ausgehende fibröse Bündel liegen.  
fortsatz und das von demselben ausgehende fibröse Bündel liegen.  




Line 15,657: Line 14,119:
208  
208  


der Biegung des Wurmfortsatzes befindet sich 3 cm oberhalb der Ar-
der Biegung des Wurmfortsatzes befindet sich 3 cm oberhalb der Articulatio sacro-iliaca und die Befestigung des fibrösen Bündels an dem  
ticulatio sacro-iliaca und die Befestigung des fibrösen Bündels an dem  
Rande des Mesenteriums 14 cm links von demselben Punkte. Der  
Rande des Mesenteriums 14 cm links von demselben Punkte. Der  
Wurmfortsatz läuft fast parallel dem freien Rande des Mesenteriums  
Wurmfortsatz läuft fast parallel dem freien Rande des Mesenteriums  
etwa 3 cm von demselben entfernt. Die Lage des Wurmfortsatzes ist  
etwa 3 cm von demselben entfernt. Die Lage des Wurmfortsatzes ist  
klar aus der Abbildung ersichtlich, wo die Fossa iliaca dextra dar-
klar aus der Abbildung ersichtlich, wo die Fossa iliaca dextra dargestellt ist. Durch die Verschiebung des Dünndarmes nach links ist  
gestellt ist. Durch die Verschiebung des Dünndarmes nach links ist  
der Sinus mesentericus dexter sichtbar geworden. Das Dünndarmmesenterium ist etwas gespannt, und sein rechtes Blatt ist nach vorne  
der Sinus mesentericus dexter sichtbar geworden. Das Dünndarm-
gerichtet. Der Blinddarm und der untere Abschnitt des Colon ascendens sind nach oben gezogen.  
mesenterium ist etwas gespannt, und sein rechtes Blatt ist nach vorne  
gerichtet. Der Blinddarm und der untere Abschnitt des Colon ascen-
dens sind nach oben gezogen.  


Nach der Herstellung einer photographischen Aufnahme in situ  
Nach der Herstellung einer photographischen Aufnahme in situ  
wurden die entsprechenden Teile des Colon ascendens und das Dünn-
wurden die entsprechenden Teile des Colon ascendens und das Dünndarmmesenterium aus der Leiche sorgfältig herausgeschnitten. Die  
darmmesenterium aus der Leiche sorgfältig herausgeschnitten. Die  
weitere Untersuchung ergab, daß die Valvula Bauhini sehr gut entwickelt ist (besonders die Muskelschicht), die Valvula Gerlachi aber gar  
weitere Untersuchung ergab, daß die Valvula Bauhini sehr gut ent-
wickelt ist (besonders die Muskelschicht), die Valvula Gerlachi aber gar  
nicht vorhanden war, sodaß der Wurmfortsatz einen direkten Fortsatz  
nicht vorhanden war, sodaß der Wurmfortsatz einen direkten Fortsatz  
des Blinddarmes bildete. Die in den Wurmfortsatz eingeführte Metall-
des Blinddarmes bildete. Die in den Wurmfortsatz eingeführte Metallsonde erwies den Wurmfortsatz bis zu seinem Ende durchgängig.  
sonde erwies den Wurmfortsatz bis zu seinem Ende durchgängig.  
Das Präparat wurde in die Konservierungsflüssigkeit von Wickersheimer  
Das Präparat wurde in die Konservierungsflüssigkeit von Wickersheimer  
gelegt und wird in dem Museum der Anatomie aufbewahrt.  
gelegt und wird in dem Museum der Anatomie aufbewahrt.  


Der eben beschriebene Fall hat schon deshalb Interesse, weil, so-
Der eben beschriebene Fall hat schon deshalb Interesse, weil, soviel ich nach der mir bekannten Litteratur schätzen kann, der von  
viel ich nach der mir bekannten Litteratur schätzen kann, der von  
mir beschriebene Wurmfortsatz durch seine Länge alle bis jetzt beschriebenen Fälle übertrifft, also in dieser Beziehung ein Unikum ist.  
mir beschriebene Wurmfortsatz durch seine Länge alle bis jetzt be-
schriebenen Fälle übertrifft, also in dieser Beziehung ein Unikum ist.  


In der Tat, wenn man von der Länge des Wurmfortsatzes spricht,  
In der Tat, wenn man von der Länge des Wurmfortsatzes spricht,  
so nimmt man seine mittlere Länge beim Erwachsenen für 9,2 cm  
so nimmt man seine mittlere Länge beim Erwachsenen für 9,2 cm  
(Berry) oder 8,7 bezw. 8,5 (W. Müller). Selbstverständlich sind Ab-
(Berry) oder 8,7 bezw. 8,5 (W. Müller). Selbstverständlich sind Abweichungen möglich. So z. B. beschreibt Ribbert einen sehr kurzen  
weichungen möglich. So z. B. beschreibt Ribbert einen sehr kurzen  
Wurmfortsatz von 2,5 cm, Laffokge u. a. von 3 cm. Die längsten  
Wurmfortsatz von 2,5 cm, Laffokge u. a. von 3 cm. Die längsten  
Fortsätze wurden beschrieben von Gegenbaur: 20 cm; Ribbert:  
Fortsätze wurden beschrieben von Gegenbaur: 20 cm; Ribbert:  
Line 15,700: Line 14,152:
kann.  
kann.  


Endlich nicht weniger interessant ist unser Fall auch vom prak-
Endlich nicht weniger interessant ist unser Fall auch vom praktischen Standpunkte aus.  
tischen Standpunkte aus.  


Indem wir zu den Auseinandersetzungen rein embryologischen  
Indem wir zu den Auseinandersetzungen rein embryologischen  
Line 15,712: Line 14,163:
Länge des Wurmfortsatzes, seine Lage in der Masse des Mesenteriums,  
Länge des Wurmfortsatzes, seine Lage in der Masse des Mesenteriums,  
Auslaufen eines fibrösen Bündels aus demselben, übergehen, können  
Auslaufen eines fibrösen Bündels aus demselben, übergehen, können  
wir behaupten, daß diese Erscheinungen in erster Linie nicht patho-
wir behaupten, daß diese Erscheinungen in erster Linie nicht pathologischer Natur sind, da keine Verwachsungen und Zusammenschnürungen des Mesenteriums der angrenzenden Teile vorhanden sind, folglich dieselben embryologischen Ursprungs sind und in der früheren  
logischer Natur sind, da keine Verwachsungen und Zusammenschnü-
Periode des Embryonallebens entstanden sind (4. Monat, wenn die Entwickelung des Darmkanals und nachher die Versetzung des Dickdarmes  
rungen des Mesenteriums der angrenzenden Teile vorhanden sind, folg-
lich dieselben embryologischen Ursprungs sind und in der früheren  
Periode des Embryonallebens entstanden sind (4. Monat, wenn die Ent-
wickelung des Darmkanals und nachher die Versetzung des Dickdarmes  
aus dem linken Teil der embryonalen Bauchhöhle in die rechte [resp.  
aus dem linken Teil der embryonalen Bauchhöhle in die rechte [resp.  
Fossa iliaca] stattfinden).  
Fossa iliaca] stattfinden).  
Line 15,726: Line 14,173:
liegen geblieben ist, zu welchem Vorgang ganz besonders das fibröse  
liegen geblieben ist, zu welchem Vorgang ganz besonders das fibröse  
Bündel beigetragen hat, welches einerseits an den freien Rand des  
Bündel beigetragen hat, welches einerseits an den freien Rand des  
embryonalen Mesenteriums, andererseits an den Wurmfortsatz be-
embryonalen Mesenteriums, andererseits an den Wurmfortsatz befestigt ist, deshalb den Fortsatz in der Masse des Mesenteriums hielt  
festigt ist, deshalb den Fortsatz in der Masse des Mesenteriums hielt  
und, seinen Bewegungen folgend, wie eine Saite gespannt wurde.  
und, seinen Bewegungen folgend, wie eine Saite gespannt wurde.  


Während seiner Wendung nach der Fossa iliaca, zog der Blind-
Während seiner Wendung nach der Fossa iliaca, zog der Blinddarm selbstverständlich auch den Wurmfortsatz mit sich, jedoch nicht  
darm selbstverständlich auch den Wurmfortsatz mit sich, jedoch nicht  
den ganzen Fortsatz, da er von dem Rand des Mesenteriums fixiert  
den ganzen Fortsatz, da er von dem Rand des Mesenteriums fixiert  
war, sondern nur jene Teile desselben, welche sich befreien konnten  
war, sondern nur jene Teile desselben, welche sich befreien konnten  
Line 15,738: Line 14,183:
seiner früheren Stelle, d. h. in der Masse des Mesenteriums (Pars  
seiner früheren Stelle, d. h. in der Masse des Mesenteriums (Pars  
mesenterica). Die Knickung des Wurmfortsatzes, welche sich an der  
mesenterica). Die Knickung des Wurmfortsatzes, welche sich an der  
Stelle der Befestigung des Colon ascendens an der hinteren Bauch-
Stelle der Befestigung des Colon ascendens an der hinteren Bauchwand befindet, zeigt uns die Richtung der Kräfte, welche ihre Wirkung  
wand befindet, zeigt uns die Richtung der Kräfte, welche ihre Wirkung  
auf den Fortsatz ausübten, d. h. das Ziehen seitens des Blinddarmes  
auf den Fortsatz ausübten, d. h. das Ziehen seitens des Blinddarmes  
(von oben nach unten) bei seinem Niedersteigen in die Fossa iliaca,  
(von oben nach unten) bei seinem Niedersteigen in die Fossa iliaca,  
Line 15,749: Line 14,193:


Bei der Beschreibung eines ungewöhnhch langen Wurmfortsatzes  
Bei der Beschreibung eines ungewöhnhch langen Wurmfortsatzes  
und dessen direkten Ueberganges in den Blinddarm konnte man selbst-
und dessen direkten Ueberganges in den Blinddarm konnte man selbstverständlich auch über die Genesis solcher Fälle vom vergleichendanatomischen Standpunkte sprechen, doch dieser Frage sind spezielle  
verständlich auch über die Genesis solcher Fälle vom vergleichend-
Arbeiten gewidmet, und werden wir uns begnügen, wenn unsere Mit
anatomischen Standpunkte sprechen, doch dieser Frage sind spezielle  
Arbeiten gewidmet, und werden wir uns begnügen, wenn unsere Mit-
 
Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 14  
Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 14  


Line 15,768: Line 14,209:
Wir benutzen diese Gelegenheit, um unsere höchste Anerkennung  
Wir benutzen diese Gelegenheit, um unsere höchste Anerkennung  
und unseren tiefsten Dank für die wichtigen Ratschläge, welche uns  
und unseren tiefsten Dank für die wichtigen Ratschläge, welche uns  
bei der Zusammenstellung dieser Notiz gegeben wurden, Herrn Ge-
bei der Zusammenstellung dieser Notiz gegeben wurden, Herrn Geheimrat Prof. Dr. Waldeyer auszusprechen.  
heimrat Prof. Dr. Waldeyer auszusprechen.  




Line 15,781: Line 14,221:


In Nu. 9, Bd. 21, 1902, dieser Zeitschrift sind 2 Styloidea  
In Nu. 9, Bd. 21, 1902, dieser Zeitschrift sind 2 Styloidea  
ultimalia beschrieben worden. Doch mußte damals manches Be-
ultimalia beschrieben worden. Doch mußte damals manches Bemerkenswerte unerledigt bleiben. Jene Lücken auszufüllen, sind die  
merkenswerte unerledigt bleiben. Jene Lücken auszufüllen, sind die  
folgenden Zeilen bestimmt. Anfangs beabsichtigend, eines der beiden  
folgenden Zeilen bestimmt. Anfangs beabsichtigend, eines der beiden  
Styloidea zur Mazeration zu bringen, den von allen Weichteilen be-
Styloidea zur Mazeration zu bringen, den von allen Weichteilen befreiten Knochen mit dem unversehrten frischen zu vergleichen und ihn  
freiten Knochen mit dem unversehrten frischen zu vergleichen und ihn  
sodann an Sägeschnitten auf seine innere Architektur zu untersuchen,  
sodann an Sägeschnitten auf seine innere Architektur zu untersuchen,  
schlug ich in der Folge einen anderen Weg ein. Das Styloideum des  
schlug ich in der Folge einen anderen Weg ein. Das Styloideum des  
linken Carpus wurde aus allen Verbindungen vorsichtig gelöst, in ge-
linken Carpus wurde aus allen Verbindungen vorsichtig gelöst, in geeigneter Lage photographisch aufgenommen und sodann in verdünnter  
eigneter Lage photographisch aufgenommen und sodann in verdünnter  
Salzsäure erweicht. Von dem in Weingeist wieder genügend gehärteten wurden einige feinere Schnitte abgenommen, die auch mit  
Salzsäure erweicht. Von dem in Weingeist wieder genügend ge-
härteten wurden einige feinere Schnitte abgenommen, die auch mit  
dem Mikroskope betrachtet werden können.  
dem Mikroskope betrachtet werden können.  


Line 15,799: Line 14,235:
Anschauung der Lage des Knochens. Man erkennt die keilförmige  
Anschauung der Lage des Knochens. Man erkennt die keilförmige  
Grube, in der das Styloideum geruht hat; sie befindet sich zwischen  
Grube, in der das Styloideum geruht hat; sie befindet sich zwischen  
dem Multangulum minus und Capitatum einerseits und den Meta-
dem Multangulum minus und Capitatum einerseits und den Metacarpalia II und III anderseits. Die in der Tiefe der Grube liegende  
carpalia II und III anderseits. Die in der Tiefe der Grube liegende  
Schneide des Hohlkeiles hat eine Länge von 4 mm. Die der Basis  
Schneide des Hohlkeiles hat eine Länge von 4 mm. Die der Basis  
entsprechende Eingangsöffnung der Grube ist unregelmäßig vier-
entsprechende Eingangsöffnung der Grube ist unregelmäßig vierseitig begrenzt; am ausgedehntesten ist die konvexe, dem Capitatum  
seitig begrenzt; am ausgedehntesten ist die konvexe, dem Capitatum  
zugehörige Seite. Dann folgen der Ausdehnung nach die Seiten,  
zugehörige Seite. Dann folgen der Ausdehnung nach die Seiten,  
welche dem Metacarpale III, Multangulum minus und Metacarpale II  
welche dem Metacarpale III, Multangulum minus und Metacarpale II  
Line 15,840: Line 14,274:
minus ; M II, 31 III, zum Metacarpale II und III.  
minus ; M II, 31 III, zum Metacarpale II und III.  


Das Positiv zu der soeben beschriebenen Lücke, d. i. das Sty-
Das Positiv zu der soeben beschriebenen Lücke, d. i. das Styloideum sinistrum selber, liegt in Fig. 2 5mal vergrößert vor. Die  
loideum sinistrum selber, liegt in Fig. 2 5mal vergrößert vor. Die  
Schneide des Keiles (zwischen c, c und Mil gelegen) ist dem Beobachter zugewendet, die beträchtlich gewölbte Basis von ihm abgewendet. Die mit c bezeichnete überknorpelte Fläche artikuliert mit  
Schneide des Keiles (zwischen c, c und Mil gelegen) ist dem Be-
obachter zugewendet, die beträchtlich gewölbte Basis von ihm abge-
wendet. Die mit c bezeichnete überknorpelte Fläche artikuliert mit  
dem Capitatum und ist konkav-konvex gestaltet. Größer noch als die  
dem Capitatum und ist konkav-konvex gestaltet. Größer noch als die  
Gelenkfläche zum Capitatum ist die angrenzende, dem Bandapparate  
Gelenkfläche zum Capitatum ist die angrenzende, dem Bandapparate  
angehörende und Bindegewebsmassen tragende Fläche c, welche unvoll-
angehörende und Bindegewebsmassen tragende Fläche c, welche unvollkommen in 3 Felder sich scheidet, als Ganzes aber mit dem Capitatum  
kommen in 3 Felder sich scheidet, als Ganzes aber mit dem Capitatum  
verbunden war.  
verbunden war.  


Line 15,869: Line 14,299:
sieht man die Insertion eines kräftigen dorsalen Hilfsbandes.  
sieht man die Insertion eines kräftigen dorsalen Hilfsbandes.  


Wie ist dieser Knochen im Inneren gestaltet ? Ein nach voll-
Wie ist dieser Knochen im Inneren gestaltet ? Ein nach vollzogener Entkalkung entnommener Schnitt des Knochens zeigt das in  
zogener Entkalkung entnommener Schnitt des Knochens zeigt das in  
Fig. 3 wiedergegebene Bild, Die Schuittführung läuft über Schneide  
Fig. 3 wiedergegebene Bild, Die Schuittführung läuft über Schneide  
und Basis hinweg und trifft die beiden Seitenflächen c und Mil  
und Basis hinweg und trifft die beiden Seitenflächen c und Mil  
Line 15,902: Line 14,331:
Höhenachse, durch die Gelenkflächen für das Capitatum und Metacarpale II, sowie durch  
Höhenachse, durch die Gelenkflächen für das Capitatum und Metacarpale II, sowie durch  
die Basis; ca. 8/1. 1 kompakte Rinde der Facies doi-salis; 2 Facies ossis metacarpalis II;  
die Basis; ca. 8/1. 1 kompakte Rinde der Facies doi-salis; 2 Facies ossis metacarpalis II;  
8 Facies ossis capitati ; ^ Periost ; 5 Bandmassen. Die Ziffern 2 und 3 stehen im Ge-
8 Facies ossis capitati ; ^ Periost ; 5 Bandmassen. Die Ziffern 2 und 3 stehen im Gelenkknorpel, dessen verkalkte Zone unmittelbar an den Knochen grenzt.  
lenkknorpel, dessen verkalkte Zone unmittelbar an den Knochen grenzt.  


Das sich darbietende Bild ist ein unerwartetes, obwohl sich  
Das sich darbietende Bild ist ein unerwartetes, obwohl sich  
Line 15,936: Line 14,364:
abnimmt. Die Innenfläche dieser kompakten Rinde nun nimmt alle  
abnimmt. Die Innenfläche dieser kompakten Rinde nun nimmt alle  
jene spongiösen Züge auf, welche, von beiden Gelenkflächen ausgehend,  
jene spongiösen Züge auf, welche, von beiden Gelenkflächen ausgehend,  
das Innere des Raumes durchsetzen und ihrerseits wieder durch be-
das Innere des Raumes durchsetzen und ihrerseits wieder durch besondere Züge verbunden werden.  
sondere Züge verbunden werden.  


Ein größerer Raum für die Ansammlung von Knochenmark ist  
Ein größerer Raum für die Ansammlung von Knochenmark ist  
nicht vorhanden; überall treten uns nur kleine Markräume entgegen,  
nicht vorhanden; überall treten uns nur kleine Markräume entgegen,  
die da und dort miteinander in Verbindung treten, je nach der Reihen-
die da und dort miteinander in Verbindung treten, je nach der Reihenfolge der Schnitte.  
folge der Schnitte.  


Wie in dem Felde c keine kompakte Rinde zu erwarten ist, so  
Wie in dem Felde c keine kompakte Rinde zu erwarten ist, so  
ist es auch für das Feld c und die Felder m und Mill der Fall.  
ist es auch für das Feld c und die Felder m und Mill der Fall.  


Nicht allzuschwer ist es nunmehr, sich in Gedanken zu vergegen-
Nicht allzuschwer ist es nunmehr, sich in Gedanken zu vergegenwärtigen, wie ein Schnitt beschafl'en wäre, welcher die Schneide des  
wärtigen, wie ein Schnitt beschafl'en wäre, welcher die Schneide des  
Keiles in ihrer ganzen Länge träfe und zugleich durch die Mitte  
Keiles in ihrer ganzen Länge träfe und zugleich durch die Mitte  
der Basis zöge, also senkrecht auf dem eben betrachteten Schnitte  
der Basis zöge, also senkrecht auf dem eben betrachteten Schnitte  
Line 15,960: Line 14,385:
und eine plastische Rekonstruktion in vergrößertem Maßstabe, woran  
und eine plastische Rekonstruktion in vergrößertem Maßstabe, woran  
sich dann die eingehendere Untersuchung anzuschließen haben würde.  
sich dann die eingehendere Untersuchung anzuschließen haben würde.  
Schon von verschiedenen Seiten ist ein dahin zielender Wunsch ausge-
Schon von verschiedenen Seiten ist ein dahin zielender Wunsch ausgesprochen, von keiner aber bisher, obwohl die Sache leicht durchführbar,  
sprochen, von keiner aber bisher, obwohl die Sache leicht durchführbar,  
erfüllt worden. Vielleicht wird gerade die Erwägung des ümstandes,  
erfüllt worden. Vielleicht wird gerade die Erwägung des ümstandes,  
daß nicht einmal ein so kleiner Knochen, wie ein Stylojdeum, in seiner  
daß nicht einmal ein so kleiner Knochen, wie ein Stylojdeum, in seiner  
Line 15,972: Line 14,396:


Ganz unbekannt ist bis jetzt der Processus styloideus des  
Ganz unbekannt ist bis jetzt der Processus styloideus des  
3. Metacarpale selber hinsichtlich seiner Architektur und ihres Ver-
3. Metacarpale selber hinsichtlich seiner Architektur und ihres Verhältnisses zur Basis desselben Metacarpale. Daher ist es auch zur  
hältnisses zur Basis desselben Metacarpale. Daher ist es auch zur  
Zeit unmöglich, das Os styloideum mit dem Processus styloideus  
Zeit unmöglich, das Os styloideum mit dem Processus styloideus  
strukturell zu vergleichen, was in mancher Beziehung interessant wäre.  
strukturell zu vergleichen, was in mancher Beziehung interessant wäre.  


Liegt hiernach auch kein Abschluß unserer Kenntnis des Os sty-
Liegt hiernach auch kein Abschluß unserer Kenntnis des Os styloideum vor, so doch ein erweiterter Anfang. Ein Blick auf die vorhandene engmaschige Spongiosa und ihren Zusammenhang mit der  
loideum vor, so doch ein erweiterter Anfang. Ein Blick auf die vor-
handene engmaschige Spongiosa und ihren Zusammenhang mit der  
dorsalen Rinde ergibt ohne weiteres, daß man es in diesem Knochen  
dorsalen Rinde ergibt ohne weiteres, daß man es in diesem Knochen  
keineswegs mit einem funktionslosen Körper zu thun habe. Vielmehr  
keineswegs mit einem funktionslosen Körper zu thun habe. Vielmehr  
Line 15,996: Line 14,417:
Mit 7 Abbildungen.  
Mit 7 Abbildungen.  


Die interessante Arbeit von Schwalbe „Ueber die Fontanella met-
Die interessante Arbeit von Schwalbe „Ueber die Fontanella metopica (medio-frontalis) und ihre Bildungen" ist gewiß für viele Veranlassung geworden, die ihnen zur Verfügung stehenden Schädel auf  
opica (medio-frontalis) und ihre Bildungen" ist gewiß für viele Ver-
anlassung geworden, die ihnen zur Verfügung stehenden Schädel auf  
den neuen und doch zugleich Jahrzehnte alten merkwürdigen Befund  
den neuen und doch zugleich Jahrzehnte alten merkwürdigen Befund  
hin zu untersuchen. So hat seitdem einstweilen Eugen Fischer eine  
hin zu untersuchen. So hat seitdem einstweilen Eugen Fischer eine  
Line 16,009: Line 14,428:
ihrem Verhalten an die bisher bekannt gewordenen Fälle wesentlich  
ihrem Verhalten an die bisher bekannt gewordenen Fälle wesentlich  
anschließen. An einem jener Schädel treten die Merkmale nicht nur  
anschließen. An einem jener Schädel treten die Merkmale nicht nur  
einer ehemaligen Fontanelle, sondern auch eines Os interfrontale so-
einer ehemaligen Fontanelle, sondern auch eines Os interfrontale sowohl an der äußeren als auch an der inneren Oberfläche des Stirnbeines deutlich zu Tage. Schon Schwalbe schildert 2 entsprechende  
wohl an der äußeren als auch an der inneren Oberfläche des Stirn-
beines deutlich zu Tage. Schon Schwalbe schildert 2 entsprechende  
Fälle. Denjenigen, den ich hier beschreiben will, habe ich aber nicht  
Fälle. Denjenigen, den ich hier beschreiben will, habe ich aber nicht  
nur im Flächenbilde, sondern auch an Schliffen untersucht ; er bietet  
nur im Flächenbilde, sondern auch an Schliffen untersucht ; er bietet  
Line 16,033: Line 14,450:
Augengegend eines erwachsenen Schädels von männlichem Typus. Die  
Augengegend eines erwachsenen Schädels von männlichem Typus. Die  
Ziffern 1 und 2 weisen  
Ziffern 1 und 2 weisen  
auf die ansehnlichen Ar-
auf die ansehnlichen Arcus superciliares hin. Die  
cus superciliares hin. Die  
Foramina supraorbitalia  
Foramina supraorbitalia  
sind 50 mm voneinander  
sind 50 mm voneinander  
Line 16,040: Line 14,456:
der Nasalia sind auffallend  
der Nasalia sind auffallend  
schmal, um so breiter die  
schmal, um so breiter die  
Nasenfortsätze der Maxil-
Nasenfortsätze der Maxillaria. Die Breite der  
laria. Die Breite der  


Fig. 1. Teil der Stirn-,  
Fig. 1. Teil der Stirn-,  
Nasen- und Augengegend eines  
Nasen- und Augengegend eines  
erwachsenen Schädels. 1, 2 Ar-
erwachsenen Schädels. 1, 2 Arcus superciliaris ; S Os interfrontale, Außenfläche.  
cus superciliaris ; S Os inter-
frontale, Außenfläche.  


beiden Nasenbeine zusammen beträgt nämlich am frontalen Ende nur 6 mm,  
beiden Nasenbeine zusammen beträgt nämlich am frontalen Ende nur 6 mm,  
etwas weiter unten nur 4 mm ; gegen das freie Ende verbreitern sie sich  
etwas weiter unten nur 4 mm ; gegen das freie Ende verbreitern sie sich  
auf das gewöhnliche Maß. Die Sutura internasahs ist oben und unten ver-
auf das gewöhnliche Maß. Die Sutura internasahs ist oben und unten verschwunden und verläuft im ganzen etwas schräg von links nach rechts.  
schwunden und verläuft im ganzen etwas schräg von links nach rechts.  
Das rechte Nasenbein ist am unteren Ende mit dem Nasen fortsatze  
Das rechte Nasenbein ist am unteren Ende mit dem Nasen fortsatze  
des Oberkiefers verwachsen. Die Apertura piriformis zeigt starke  
des Oberkiefers verwachsen. Die Apertura piriformis zeigt starke  
Line 16,060: Line 14,472:
interorbitalen Septums beträgt, zwischen den beiderseitigen Lacrimalia  
interorbitalen Septums beträgt, zwischen den beiderseitigen Lacrimalia  
gemessen, 30,5 mm. Der Processus nasalis maxillae hat jederseits eine  
gemessen, 30,5 mm. Der Processus nasalis maxillae hat jederseits eine  
Breite von 16—17 mm. Jederseits ist teilweise Synostose des Pro-
Breite von 16—17 mm. Jederseits ist teilweise Synostose des Processus nasalis maxillae mit dem Lacrimale vorhanden.  
cessus nasalis maxillae mit dem Lacrimale vorhanden.  


Vom Nasion aufwärts erkennt man deutliche Reste einer Sutura  
Vom Nasion aufwärts erkennt man deutliche Reste einer Sutura  
frontalis bis zu einer Höhe von 12 mm. In einer Entfernung von  
frontalis bis zu einer Höhe von 12 mm. In einer Entfernung von  
20 mm vom Nasion aufwärts, ebenso in der Mitte einer queren Linie,  
20 mm vom Nasion aufwärts, ebenso in der Mitte einer queren Linie,  
welche die oberen Enden beider Arcus superciliares miteinander ver-
welche die oberen Enden beider Arcus superciliares miteinander verbindet, befindet sich nun die für uns wichtigste Stelle (5). Kräftige  
bindet, befindet sich nun die für uns wichtigste Stelle (5). Kräftige  
Nahtspuren fassen seitlich eine Knochenplatte ein, welche etwa 6 mm  
Nahtspuren fassen seitlich eine Knochenplatte ein, welche etwa 6 mm  
Breite besitzt, aber nicht mediane, sondern paramediane Lage hat.  
Breite besitzt, aber nicht mediane, sondern paramediane Lage hat.  
Line 16,094: Line 14,504:
inneren Oberfläche. Wie Fig. 2 belehrt, befindet sich an der  
inneren Oberfläche. Wie Fig. 2 belehrt, befindet sich an der  


inneren Oberfläche ein den äuße-
inneren Oberfläche ein den äußeren Nahtspuren gegenüberliegendes  
ren Nahtspuren gegenüberliegendes  
Paar von scharfen und tiefen Längsfissur e n , welche eine schmale  
Paar von scharfen und tiefen Längs-
fissur e n , welche eine schmale  
Knochenplatte zwischen sich fassen.  
Knochenplatte zwischen sich fassen.  
Die linke Fissur ist die längere und  
Die linke Fissur ist die längere und  
Line 16,105: Line 14,513:
Auch an der Außenfläche des  
Auch an der Außenfläche des  
Knochens ist die rechte Nahtspur  
Knochens ist die rechte Nahtspur  
die kleinere. Oben und unten ver-
die kleinere. Oben und unten verstreichen beide Fissuren allmählich.  
streichen beide Fissuren allmählich.  


Fig. 2. Mittelteil der Fossa eranii  
Fig. 2. Mittelteil der Fossa eranii  
Line 16,120: Line 14,527:
Welches ist die Tiefe der beiden Fissuren und wie verhalten sie  
Welches ist die Tiefe der beiden Fissuren und wie verhalten sie  
sich zu den äußeren Nahtspuren, die 6 mm auseinanderliegen,  
sich zu den äußeren Nahtspuren, die 6 mm auseinanderliegen,  
während die beiden Fissuren oberflächlich nur 1 mm voneinander ent-
während die beiden Fissuren oberflächlich nur 1 mm voneinander entfernt sind?  
fernt sind?  


Hierüber orientiert Fig. 3, welche einen Quer schliff durch die  
Hierüber orientiert Fig. 3, welche einen Quer schliff durch die  
Line 16,144: Line 14,550:




Fig. 3. Querschliff durch das Stirnbein in der Gegend der Mitte des Os inter-
Fig. 3. Querschliff durch das Stirnbein in der Gegend der Mitte des Os interfrontale. 1 Fissura dextra; ;^ Fissura sinistra der Inuentafel ; 5 Sulcus dexter; .5 Sulcus  
frontale. 1 Fissura dextra; ;^ Fissura sinistra der Inuentafel ; 5 Sulcus dexter; .5 Sulcus  
sinister der Außentafel. Links und rechts von 4 Compacta suturalis ; s Sinus frontalis  
sinister der Außentafel. Links und rechts von 4 Compacta suturalis ; s Sinus frontalis  
dexter.  
dexter.  
Line 16,155: Line 14,560:


Verfolgt man die Bahn der kleineren Fissur, rechts von 1 in  
Verfolgt man die Bahn der kleineren Fissur, rechts von 1 in  
Fig. 3, so hört sie als solche nach kurzem Verlaufe auf. Ganz deut-
Fig. 3, so hört sie als solche nach kurzem Verlaufe auf. Ganz deutlich aber setzt sie sich in eine auswärts gebogene und einmal geknickte Linie fort, um sodann vorläufig in einem mächtigen Hohlräume  
lich aber setzt sie sich in eine auswärts gebogene und einmal ge-
knickte Linie fort, um sodann vorläufig in einem mächtigen Hohlräume  
zu endigen (s). Dieser Raum ist nichts anderes als ein am weitesten  
zu endigen (s). Dieser Raum ist nichts anderes als ein am weitesten  
medianwärts vordringendes Stück des Sinus frontalis dexter. Letzterer  
medianwärts vordringendes Stück des Sinus frontalis dexter. Letzterer  
Line 16,185: Line 14,588:
Querschnitt hat. Die Schneide des Keiles gehört der inneren, die  
Querschnitt hat. Die Schneide des Keiles gehört der inneren, die  
Basis der äußeren Oberfläche an. Die rechte Flanke ist durch den  
Basis der äußeren Oberfläche an. Die rechte Flanke ist durch den  
Sinus frontalis dexter ausgehöhlt. Im ganzen läßt sich die oben auf-
Sinus frontalis dexter ausgehöhlt. Im ganzen läßt sich die oben aufgeworfene Frage nunmehr also dahin beantworten, es liege hier der  
geworfene Frage nunmehr also dahin beantworten, es liege hier der  
Fall vor eines Os fonticulare, welches jederseits teilweise sutural,  
Fall vor eines Os fonticulare, welches jederseits teilweise sutural,  
teilweise synostotisch mit dem zugehörigen Frontale verbunden ist,  
teilweise synostotisch mit dem zugehörigen Frontale verbunden ist,  
Line 16,193: Line 14,595:
Wie soll man die in Frage stehende Fontanelle und ihren hier  
Wie soll man die in Frage stehende Fontanelle und ihren hier  
und da auftretenden besonderen Knochen, oder in anderen Fällen  
und da auftretenden besonderen Knochen, oder in anderen Fällen  
deren mehrere, am besten bezeichnen? Unter den vielen für sie auf-
deren mehrere, am besten bezeichnen? Unter den vielen für sie aufgekommenen Namen würde ich den 1870 von Le Courtois empfohlenen,  
gekommenen Namen würde ich den 1870 von Le Courtois empfohlenen,  
Fonticulus glabellaris, für den besten halten, wenn nicht gerade mit dem  
Fonticulus glabellaris, für den besten halten, wenn nicht gerade mit dem  
Namen Glabella Verschiedenes bezeichnet würde. Nur mit der Bezeich-
Namen Glabella Verschiedenes bezeichnet würde. Nur mit der Bezeichnung Fonticulus metopicus, Os metopicum, Sutura metopica vermag ich  
nung Fonticulus metopicus, Os metopicum, Sutura metopica vermag ich  
mich nicht zu befreunden. Das Wort Metopon, (.dxionov^ %\ (von i.iE%ä.  
mich nicht zu befreunden. Das Wort Metopon, (.dxionov^ %\ (von i.iE%ä.  
und a'^) heißt ja doch nichts anderes als Stirn, Frons; im übertragenen  
und a'^) heißt ja doch nichts anderes als Stirn, Frons; im übertragenen  
Line 16,206: Line 14,606:
= Fonticulus frontaUs; ein Cranium metopicum wäre gar ein Cranium  
= Fonticulus frontaUs; ein Cranium metopicum wäre gar ein Cranium  
frontale. Mit dem Beiworte metopicus würde folglich fernerhin ein  
frontale. Mit dem Beiworte metopicus würde folglich fernerhin ein  
Mißbrauch nicht zu treiben sein. Daher vermied ich in der Ueber-
Mißbrauch nicht zu treiben sein. Daher vermied ich in der Ueberschrift dieses Beiwort und schlage vor, die betreffende Fontanelle und  
schrift dieses Beiwort und schlage vor, die betreffende Fontanelle und  
ihren oder ihre Knochen einfach Fonticulus interfrontalis , Os interfrontale zu nennen, da ein Mißverständnis ausgeschlossen ist. Die  
ihren oder ihre Knochen einfach Fonticulus interfrontalis , Os inter-
frontale zu nennen, da ein Mißverständnis ausgeschlossen ist. Die  
oberhalb gelegene „große Fontanelle" und ihre Knochen haben  
oberhalb gelegene „große Fontanelle" und ihre Knochen haben  
andere Bezeichnungen; die unterhalb gelegene Fontanelle und ihre  
andere Bezeichnungen; die unterhalb gelegene Fontanelle und ihre  
Line 16,220: Line 14,618:
1869, enthält in ihren 23 vortrefflichen schematisierten Abbildungen  
1869, enthält in ihren 23 vortrefflichen schematisierten Abbildungen  
zwei Nummern, die sich auf unseren Gegenstand beziehen. Es  
zwei Nummern, die sich auf unseren Gegenstand beziehen. Es  
sind die Figuren 4 und 5, die ich hier unter den gleichen Zahlen re-
sind die Figuren 4 und 5, die ich hier unter den gleichen Zahlen reproduziere, da jene Dissertation schwer erhältlich sein wird. Fig. 4  
produziere, da jene Dissertation schwer erhältlich sein wird. Fig. 4  
und 5 also zeigen Schaltknochen des Stirnbeines des Neugeborenen, und zwar Fig. 5 einen median gelagerten, Fig. 4 einen  
und 5 also zeigen Schaltknochen des Stirnbeines des Neu-
geborenen, und zwar Fig. 5 einen median gelagerten, Fig. 4 einen  




Line 16,229: Line 14,625:
219  
219  


paramedian gelagerten, unilateralen, sinistrolateralen. Aller Wahr-
paramedian gelagerten, unilateralen, sinistrolateralen. Aller Wahrscheinlichkeit nach ist dieser letztere Fall als die Grundlage des oben  
scheinlichkeit nach ist dieser letztere Fall als die Grundlage des oben  
beschriebenen Falles vom  
beschriebenen Falles vom  
Erwachsenen (Fig. 1) an-
Erwachsenen (Fig. 1) anzusprechen.  
zusprechen.  




Line 16,240: Line 14,634:
Fig. 4 und 5. Kopien  
Fig. 4 und 5. Kopien  
zweier Figuren von Hartmann  
zweier Figuren von Hartmann  
(1869) vom neugeborenen Men-
(1869) vom neugeborenen Menschen ; 5 = Os interfrontale  
schen ; 5 = Os interfrontale  
unicum = medianum ; 4 = Os  
unicum = medianum ; 4 = Os  
interfrontale sinistrum. Fig. 4. Fig. 5.  
interfrontale sinistrum. Fig. 4. Fig. 5.  
Line 16,266: Line 14,659:
So zeigt uns Fig. 6 ein oberhalb der Nasenwurzel gelegenes, rings  
So zeigt uns Fig. 6 ein oberhalb der Nasenwurzel gelegenes, rings  
von Nahtspuren umgebenes länghches, auch in der Farbe besonderes  
von Nahtspuren umgebenes länghches, auch in der Farbe besonderes  
Knochenfeld, welches schmal an dem Mittelteile der Sutura nasofron-
Knochenfeld, welches schmal an dem Mittelteile der Sutura nasofrontalis beginnt, sich aufwärts etwas verbreitert und nach einem Längsverlaufe von 15 mm breit endigt. Die Nasenwurzel ist dadurch ausgezeichnet, daß ihre Mitte als ein ansehnlicher Fortsatz nach oben  
talis beginnt, sich aufwärts etwas verbreitert und nach einem Längs-
verlaufe von 15 mm breit endigt. Die Nasenwurzel ist dadurch aus-
gezeichnet, daß ihre Mitte als ein ansehnlicher Fortsatz nach oben  
springt. Die Sutura internasalis ist im oberen Drittel und am unteren  
springt. Die Sutura internasalis ist im oberen Drittel und am unteren  
Ende synostosiert. Aufwärts von der Mitte des erwähnten supranasalen  
Ende synostosiert. Aufwärts von der Mitte des erwähnten supranasalen  
Knochenfeldes schließt sich in einer Ausdehnung von 10 mm die An-
Knochenfeldes schließt sich in einer Ausdehnung von 10 mm die Andeutung einer feinen Sutura frontalis an, deutlicher am wirklichen Schädel als an der Abbildung wahrnehmbar.  
deutung einer feinen Sutura frontalis an, deutlicher am wirk-
lichen Schädel als an der Abbildung wahrnehmbar.  


Dieses supranasale Kuochenfeld läßt sich kaum anders deuten  
Dieses supranasale Kuochenfeld läßt sich kaum anders deuten  
Line 16,280: Line 14,668:
eines Os supranasale. Die Form ist in den mir vorliegenden Schädeln  
eines Os supranasale. Die Form ist in den mir vorliegenden Schädeln  
nicht immer die gleiche, sondern schwankt in weiten Grenzen. Der  
nicht immer die gleiche, sondern schwankt in weiten Grenzen. Der  
untere Teil der Knochenplatte kann sich verbreitern, der obere ver-
untere Teil der Knochenplatte kann sich verbreitern, der obere verschmälern. Die Seitenränder können einander parallel oder konkav,  
schmälern. Die Seitenränder können einander parallel oder konkav,  




Line 16,306: Line 14,693:


Man darf Fälle dieser Art nicht verwechseln mit jenen häufigen  
Man darf Fälle dieser Art nicht verwechseln mit jenen häufigen  
anderen, in welchen Spuren einer Sutura frontalis oberhalb der Nasen-
anderen, in welchen Spuren einer Sutura frontalis oberhalb der Nasenwurzel sich dadurch auszeichnen, daß mehr oder weniger zahlreiche  
wurzel sich dadurch auszeichnen, daß mehr oder weniger zahlreiche  
schmale, aber lange Zähne der beiderseitigen Frontalia sich  
schmale, aber lange Zähne der beiderseitigen Frontalia sich  
ineinander verschränken und dadurch ein quer zerklüftetes Knochenfeld  
ineinander verschränken und dadurch ein quer zerklüftetes Knochenfeld  
bilden, welches ein Os supranasale vortäuschen könnte.  
bilden, welches ein Os supranasale vortäuschen könnte.  


Andererseits giebt es Fälle mit querer Zerklüftung des supra-
Andererseits giebt es Fälle mit querer Zerklüftung des supranasalen Knochenfeldes, welches durch je eine seitliche Grenzlinie von  
nasalen Knochenfeldes, welches durch je eine seitliche Grenzlinie von  
den beiden Frontalia geschieden wird. Einen solchen Fall zeigt  
den beiden Frontalia geschieden wird. Einen solchen Fall zeigt  
Figur 7. Nach meinem Dafürhalten liegt hier ein Os supranasale vor,  
Figur 7. Nach meinem Dafürhalten liegt hier ein Os supranasale vor,  
Line 16,322: Line 14,707:


Wie verhält es sich in dieser Hinsicht mit kindlichen Schädeln?  
Wie verhält es sich in dieser Hinsicht mit kindlichen Schädeln?  
An den wenigen der hiesigen Sammlung ist nichts von einem Fonti-
An den wenigen der hiesigen Sammlung ist nichts von einem Fonticulus supranasalis zu sehen. Auch Hartmann giebt in seiner Arbeit  
culus supranasalis zu sehen. Auch Hartmann giebt in seiner Arbeit  
keine Anhaltspunkte.  
keine Anhaltspunkte.  


Line 16,333: Line 14,717:
erschienenen Schrift: Schädel und Skeletteile aus Peking, I, Fig. 62,  
erschienenen Schrift: Schädel und Skeletteile aus Peking, I, Fig. 62,  
p. 109, den Schädel eines Inuus ab, mit einem paarigen supranasalen  
p. 109, den Schädel eines Inuus ab, mit einem paarigen supranasalen  
Knochen, der vielleicht als Os supranasale gedeutet werden kann; in-
Knochen, der vielleicht als Os supranasale gedeutet werden kann; indessen ist eine untere, sehr feine unmittelbare Verbindung mit dem  
dessen ist eine untere, sehr feine unmittelbare Verbindung mit dem  
Nasale vorhanden, so daß man das supranasale Stück auch als oberen  
Nasale vorhanden, so daß man das supranasale Stück auch als oberen  
Anhang des Nasale beurteilen kann. Ich hoffe, daß Schwalbe seiner  
Anhang des Nasale beurteilen kann. Ich hoffe, daß Schwalbe seiner  
Line 16,347: Line 14,730:


Das Scliicksal der zweiten Sclilundspalte l)eim Menschen.  
Das Scliicksal der zweiten Sclilundspalte l)eim Menschen.  
Zur yergieichenden Embryologie und Mori)hologie der Oaumen-
Zur yergieichenden Embryologie und Mori)hologie der Oaumen
 
tonsille.  
tonsille.  


Line 16,356: Line 14,738:
im Archiv für mikroskopische Anatomie und Entwickelungsgeschichte  
im Archiv für mikroskopische Anatomie und Entwickelungsgeschichte  
in ausführlicher Darstellung erscheinenden Aufsatzes. Es knüpft sich  
in ausführlicher Darstellung erscheinenden Aufsatzes. Es knüpft sich  
der Bericht an meine früheren Veröffentlichungen über die Entwicke-
der Bericht an meine früheren Veröffentlichungen über die Entwickelung des Vorderdarmes ^) unmittelbar an.  
lung des Vorderdarmes ^) unmittelbar an.  


1) Die dorsale Hälfte der 2. Schlundfurche des Menschen wird im  
1) Die dorsale Hälfte der 2. Schlundfurche des Menschen wird im  
Line 16,371: Line 14,752:


1) Zur allgemeinen Morphologie der Schlundspalten des Menschen.  
1) Zur allgemeinen Morphologie der Schlundspalten des Menschen.  
Zur Entwickelungsgeschichte des Mittelohrraumes, des äußeren Gehör-
Zur Entwickelungsgeschichte des Mittelohrraumes, des äußeren Gehörganges und des Paukenfelles beim Menschen. Dieser Anzeiger, Bd. 20,  
ganges und des Paukenfelles beim Menschen. Dieser Anzeiger, Bd. 20,  
1901. — Studien über die Entwickelung des Vorderdarmes. I. Arch. f.  
1901. — Studien über die Entwickelung des Vorderdarmes. I. Arch. f.  
mikrosk. Anat., Bd. 59, 1902.  
mikrosk. Anat., Bd. 59, 1902.  
Line 16,379: Line 14,759:
Herzprominenz an der Körperoberfläche des Embrj^os verlaufende Furche,  
Herzprominenz an der Körperoberfläche des Embrj^os verlaufende Furche,  
in welche die Schlundfurchen ventralwärts auslaufen. Vergl. hierüber  
in welche die Schlundfurchen ventralwärts auslaufen. Vergl. hierüber  
ferner: Hammae, Zur Bildungsgeschichte des Halses. Upsala Läkare-
ferner: Hammae, Zur Bildungsgeschichte des Halses. Upsala Läkareförenings Förhandlingar, N. F. Bd. 7, 1902.  
förenings Förhandlingar, N. F. Bd. 7, 1902.  




Line 16,389: Line 14,768:
derart vertieft worden, daß sie in einen langen, schmalen Epithelgang,  
derart vertieft worden, daß sie in einen langen, schmalen Epithelgang,  
den Kiemengang (Rabl), umgestaltet worden ist. Dieser steigt,  
den Kiemengang (Rabl), umgestaltet worden ist. Dieser steigt,  
sich dem kaudalen Rande der 2. Schlundtasche an einer Strecke an-
sich dem kaudalen Rande der 2. Schlundtasche an einer Strecke anschließend, dorsalwärts und geht hier in das das Schlundspaltenorgan  
schließend, dorsalwärts und geht hier in das das Schlundspaltenorgan  
darstellende freie Blindsäckchen kontinuierlich über.  
darstellende freie Blindsäckchen kontinuierlich über.  


Line 16,401: Line 14,779:
übrig bleibt.  
übrig bleibt.  


4) In diese schwache dorsale Ausbuchtung wächst ein vom Schlund-
4) In diese schwache dorsale Ausbuchtung wächst ein vom Schlundboden sich entwickelnder Höcker, der Tonsillenhöcker, hinein.  
boden sich entwickelnder Höcker, der Tonsillenhöcker, hinein.  
Die dorsale Taschenverlängerung wird hierdurch erweitert. Bei dem  
Die dorsale Taschenverlängerung wird hierdurch erweitert. Bei dem  
im Zusammenhange mit der Gaumenbildung erfolgenden Entstehen  
im Zusammenhange mit der Gaumenbildung erfolgenden Entstehen  
Line 16,408: Line 14,785:
und eine schärfere Abgrenzung. Also entsteht die Tonsillen bucht.  
und eine schärfere Abgrenzung. Also entsteht die Tonsillen bucht.  


Die Tonsillenbucht und der Tonsillenhöcker sind die bei der Ton-
Die Tonsillenbucht und der Tonsillenhöcker sind die bei der Tonsillenbildung grundlegenden Gebilde. Ihr Verhalten ist bei verschiedenen Tierspecies verschieden.  
sillenbildung grundlegenden Gebilde. Ihr Verhalten ist bei verschie-
denen Tierspecies verschieden.  


5) Bei der Ratte, wo eine Gaumentonsille nicht vorkommt,  
5) Bei der Ratte, wo eine Gaumentonsille nicht vorkommt,  
werden die fraglichen Tonsillenanlagen überhanpt nicht gebildet.  
werden die fraglichen Tonsillenanlagen überhanpt nicht gebildet.  


6) Bei einer Form der Tonsillenbildung, v/elche ich die pri-
6) Bei einer Form der Tonsillenbildung, v/elche ich die primäre nenne, bleibt nebst der Tonsillenbucht auch der Tonsillenhöcker  
märe nenne, bleibt nebst der Tonsillenbucht auch der Tonsillenhöcker  
bestehen und nimmt an der Tonsillenbildung teil. Um die Tonsillenbucht bildet sich lymphoides Gewebe, das die Bucht ringsum einbettet und hierbei das Innere des Tonsillenhöckers in größerem oder  
bestehen und nimmt an der Tonsillenbildung teil. Um die Tonsillen-
bucht bildet sich lymphoides Gewebe, das die Bucht ringsum ein-
bettet und hierbei das Innere des Tonsillenhöckers in größerem oder  
geringerem Umfange einnimmt (Kaninchen, Eichhörnchen, Igel, Katze,  
geringerem Umfange einnimmt (Kaninchen, Eichhörnchen, Igel, Katze,  
Hund). Die Tonsillenbucht selbst kann gleichzeitig eine mehr oder  
Hund). Die Tonsillenbucht selbst kann gleichzeitig eine mehr oder  
Line 16,427: Line 14,799:
bildet sie eine den Tonsillenhöcker umschließende „Tonsillenkammer".  
bildet sie eine den Tonsillenhöcker umschließende „Tonsillenkammer".  


7) Bei einer anderen Form der Tonsillenentwickelung — dersekun-
7) Bei einer anderen Form der Tonsillenentwickelung — dersekundären — wird ein Tonsillenhöcker zwar angelegt, nimmt aber an der  
dären — wird ein Tonsillenhöcker zwar angelegt, nimmt aber an der  
Tonsillenbildung keinen Anteil, sondern atrophiert in der Regel früher  
Tonsillenbildung keinen Anteil, sondern atrophiert in der Regel früher  
oder später (Schwein, Rind, Schaf und Mensch). Es wachsen in sämt-
oder später (Schwein, Rind, Schaf und Mensch). Es wachsen in sämtlichen näher untersuchten Fällen dieser Art aus der Bucht Epithelsprossen in die Tiefe, welche mit eintretender Verhornung später hohl  
lichen näher untersuchten Fällen dieser Art aus der Bucht Epithel-
sprossen in die Tiefe, welche mit eintretender Verhornung später hohl  
werden und um welche sich das lymphoide Gewebe herausditferenziert.  
werden und um welche sich das lymphoide Gewebe herausditferenziert.  


Line 16,441: Line 14,810:
223  
223  


die Tonsillenbildung eingezogen zu werden. Die Tonsille bildet dem-
die Tonsillenbildung eingezogen zu werden. Die Tonsille bildet demgemäß hier eine einheitliche Masse.  
gemäß hier eine einheitliche Masse.  


Bei dem Rinde, dem Schafe und dem Menschen wird die Bucht  
Bei dem Rinde, dem Schafe und dem Menschen wird die Bucht  
durch eine in sie einschneidende Intratonsillar falte in zwei  
durch eine in sie einschneidende Intratonsillar falte in zwei  
Recesse aufgeteilt. Aus den Tonsillarrecessen sprossen Epithel-
Recesse aufgeteilt. Aus den Tonsillarrecessen sprossen Epithelstränge heraus, welche beim Rinde eine reichliche baumartige Verzweigung zeigen, beim Menschen ebenfalls reichlich, aber regellos verteilt sind, beim Schafe endhch spärlich sind und Faltungen der  
stränge heraus, welche beim Rinde eine reichliche baumartige Ver-
zweigung zeigen, beim Menschen ebenfalls reichlich, aber regellos ver-
teilt sind, beim Schafe endhch spärlich sind und Faltungen der  
Wände oder aus ihnen hervorgehende Blindsäckchen erzeugen. Indem  
Wände oder aus ihnen hervorgehende Blindsäckchen erzeugen. Indem  
sich im Anschluß an jeden Receß für sich lymphoides Gewebe heraus-
sich im Anschluß an jeden Receß für sich lymphoides Gewebe herausbildet, erhalten diese Tonsillen einen zweilappigen Charakter.  
bildet, erhalten diese Tonsillen einen zweilappigen Charakter.  




Line 16,489: Line 14,853:
224  
224  


8) Die Intratonsillarfalte läßt beim Rinde (Fig. 2E) einen ober-
8) Die Intratonsillarfalte läßt beim Rinde (Fig. 2E) einen oberflächlichen Abschnict der Tonsillenbucht ungeteilt; die Recesse geben  
flächlichen Abschnict der Tonsillenbucht ungeteilt; die Recesse geben  
davon als Zweige eines gemeinsamen Stammes aus.  
davon als Zweige eines gemeinsamen Stammes aus.  


Beim Schafe (Fig. 2F) wird die Tonsillenbucht durch die Falte gänz-
Beim Schafe (Fig. 2F) wird die Tonsillenbucht durch die Falte gänzlich geteilt, so daß jeder Receß für sich an die freie Oberfläche mündet.  
lich geteilt, so daß jeder Receß für sich an die freie Oberfläche mündet.  


Beim Menschen (Fig. lA'— D) schwindet die Intratonsillarfalte  
Beim Menschen (Fig. lA'— D) schwindet die Intratonsillarfalte  
Line 16,502: Line 14,864:
Entstehungsweise.  
Entstehungsweise.  


9) Es kann beim Menschen der Tonsillenhöcker als eine dem vor-
9) Es kann beim Menschen der Tonsillenhöcker als eine dem vorderen unteren Tonsillenrande entlang verlaufende Falte, die Plica  
deren unteren Tonsillenrande entlang verlaufende Falte, die Plica  
triangularis (His), bestehen bleiben ; an der Tonsillenbildung nimmt  
triangularis (His), bestehen bleiben ; an der Tonsillenbildung nimmt  
er aber auch dann keinen direkten Anteil. Oftmals verschwindet er  
er aber auch dann keinen direkten Anteil. Oftmals verschwindet er  
Line 16,509: Line 14,870:


Längs des hinteren oberen Randes der Menschentonsille kann in den  
Längs des hinteren oberen Randes der Menschentonsille kann in den  
späteren Fötalmonaten eine inkonstante Falte, die Retro ton sill ar-
späteren Fötalmonaten eine inkonstante Falte, die Retro ton sill arfalte, sekundär entstehen. Diese inkonstanten Falten, die Plica triangularis und die Plica retrotonsillaris, bedingen beim erwachsenen  
falte, sekundär entstehen. Diese inkonstanten Falten, die Plica tri-
Menschen vier verschiedene, wenngleich durch Zwischenformen ineinander übergehende Tonsillentypen :  
angularis und die Plica retrotonsillaris, bedingen beim erwachsenen  
Menschen vier verschiedene, wenngleich durch Zwischenformen inein-
ander übergehende Tonsillentypen :  


A. wo eine Plica triangularis bestehen geblieben, eine Plica retro-
A. wo eine Plica triangularis bestehen geblieben, eine Plica retrotonsillaris aber nicht vorhanden ist (Fig. 1 A) ;  
tonsillaris aber nicht vorhanden ist (Fig. 1 A) ;  


B. wo die beiden genannten Falten gleichzeitig vorkommen, so  
B. wo die beiden genannten Falten gleichzeitig vorkommen, so  
Line 16,525: Line 14,882:
retrotonsillaris aber vorhanden (Fig. 20);  
retrotonsillaris aber vorhanden (Fig. 20);  


D. endlich wo beide Falten fehlen und die mediale Tonsillen-
D. endlich wo beide Falten fehlen und die mediale Tonsillenfläche mit der Umgebung in derselben Flucht liegt (Fig. 2 D).  
fläche mit der Umgebung in derselben Flucht liegt (Fig. 2 D).  


10) Beim Menschen findet im Fötalleben ein Abschnüren von Epithel-
10) Beim Menschen findet im Fötalleben ein Abschnüren von Epithelknospen in der Tonsille statt; diese können als durch Zellendetritus ausgedehnte Cysten bestehen bleiben ; meistens fallen sie der Atrophie anheim. An der Bildung der Sekundärknötchen sind sie nicht beteiligt.  
knospen in der Tonsille statt; diese können als durch Zellendetritus aus-
gedehnte Cysten bestehen bleiben ; meistens fallen sie der Atrophie an-
heim. An der Bildung der Sekundärknötchen sind sie nicht beteiligt.  


Die Bildung des lymphoiden Gewebes der Tonsille wird durch eine  
Die Bildung des lymphoiden Gewebes der Tonsille wird durch eine  
starke Vermehrung der fixen Bindegewebszellen eingeleitet. Die Lympho-
starke Vermehrung der fixen Bindegewebszellen eingeleitet. Die Lymphocyten, welche erst relativ spät im Fötalleben etwas massenhafter in das  
cyten, welche erst relativ spät im Fötalleben etwas massenhafter in das  
Gewebe auftreten, stammen wahrscheinlich der Hauptsache nach nicht  
Gewebe auftreten, stammen wahrscheinlich der Hauptsache nach nicht  
aus den Gefäßen, sondern sind wahrscheinlich Derivate der fixen Zellen.  
aus den Gefäßen, sondern sind wahrscheinlich Derivate der fixen Zellen.  
Line 16,577: Line 14,929:
Inhalt. Aufsätze. Nils Holmgren, lieber die Exkretionsorgane des Apion  
Inhalt. Aufsätze. Nils Holmgren, lieber die Exkretionsorgane des Apion  
flavipes und Dacytes niger. Mit 12 Abbildungen, p. 225 — 239. — H. Adolphi,  
flavipes und Dacytes niger. Mit 12 Abbildungen, p. 225 — 239. — H. Adolphi,  
Ueber den Ursprung des Musculus piriformis am Körper des menschlichen Kreuz-
Ueber den Ursprung des Musculus piriformis am Körper des menschlichen Kreuzbeines. Mit 7 Abbildungen, p. 239—248.  
beines. Mit 7 Abbildungen, p. 239—248.  


Berichtigung. — A. Koelliker, Adresse, p. 248.  
Berichtigung. — A. Koelliker, Adresse, p. 248.  
Line 16,596: Line 14,947:
(Aus dem zootomischen Institut zu Stockholm.)  
(Aus dem zootomischen Institut zu Stockholm.)  
Mit 12 Abbildungen.  
Mit 12 Abbildungen.  
Bei den beiden Käferarten Apion flavipes (Curculionidae) und Da-
Bei den beiden Käferarten Apion flavipes (Curculionidae) und Dacytes niger (Cantharidae) kommen betreffend die Exkretionsorgane Verhältnisse vor, welche nicht mit denjenigen der übrigen Insekten übereinstimmen. Die Exkretionsorgane kommen nämlich bei diesen Insekten  
cytes niger (Cantharidae) kommen betreffend die Exkretionsorgane Ver-
in zweierlei verschiedenen Formen vor. Teils sind sie normale tubuläre Drüsenröhren (MALPiGHische Gefäße), teils sind sie kurze, kolbenförmige acinose Drüsen. Dimorphe Exkretionsorgane bei Coleopteren  
hältnisse vor, welche nicht mit denjenigen der übrigen Insekten über-
einstimmen. Die Exkretionsorgane kommen nämlich bei diesen Insekten  
in zweierlei verschiedenen Formen vor. Teils sind sie normale tubu-
läre Drüsenröhren (MALPiGHische Gefäße), teils sind sie kurze, kolben-
förmige acinose Drüsen. Dimorphe Exkretionsorgane bei Coleopteren  
sind freilich durch die Untersuchungen Dufours, Leydigs, Schindlers  
sind freilich durch die Untersuchungen Dufours, Leydigs, Schindlers  


Line 16,623: Line 14,969:
Im vorliegenden Aufsatze will ich die Exkretionsorgane von Apion  
Im vorliegenden Aufsatze will ich die Exkretionsorgane von Apion  
flavipes und Dacytes niger näher beschreiben, um hierdurch Material  
flavipes und Dacytes niger näher beschreiben, um hierdurch Material  
zur Beurteilung der Art der Funktionsveränderung zu erhalten. Außer-
zur Beurteilung der Art der Funktionsveränderung zu erhalten. Außerdem will ich, da ja die umgewandelten Exkretionsorgane dazu ein besonders gutes Material darbieten, die Exkretbildung näher studieren.  
dem will ich, da ja die umgewandelten Exkretionsorgane dazu ein be-
sonders gutes Material darbieten, die Exkretbildung näher studieren.  


Das Material, welches ich für diese Untersuchungen gebraucht  
Das Material, welches ich für diese Untersuchungen gebraucht  
Line 16,645: Line 14,989:


und 2) zwei kurze acinose Drüsen :  
und 2) zwei kurze acinose Drüsen :  
die umgewandelten MALPiGHischeu Ge-
die umgewandelten MALPiGHischeu Gefäße.  
fäße.  


Fig. 1. Teil des Darmes von Apion flavipes  
Fig. 1. Teil des Darmes von Apion flavipes  
Line 16,662: Line 15,005:
Insekten überein. Sie enthalten schwach gefärbte Exkretkugeln.  
Insekten überein. Sie enthalten schwach gefärbte Exkretkugeln.  


Die MALPiGHischen Gefäße bestehen histologisch aus drei ver-
Die MALPiGHischen Gefäße bestehen histologisch aus drei verschiedenen Schichten (Fig. 2): 1) einer äußeren, dünnen Peritonäallage  
schiedenen Schichten (Fig. 2): 1) einer äußeren, dünnen Peritonäallage  
mit sehr spärlichen Zellkernen ;  
mit sehr spärlichen Zellkernen ;  


Line 16,672: Line 15,014:


2) einer kräftigen secernierenden Epithellage aus großen, ziemlich  
2) einer kräftigen secernierenden Epithellage aus großen, ziemlich  
großkernigen Zellen ; in diesen Zellen gibt es Mengen gerundeter Ex-
großkernigen Zellen ; in diesen Zellen gibt es Mengen gerundeter Exkretkörper. 2 — 3 Zellen umfassen das ganze  
kretkörper. 2 — 3 Zellen umfassen das ganze  


Lumen der MALPiGHischen Gefäße;  
Lumen der MALPiGHischen Gefäße;  


3) einer dünnen chitinösen Cuticular-
3) einer dünnen chitinösen Cuticularlage, „Stäbchensaum" („bordure en brosse").  
lage, „Stäbchensaum" („bordure en brosse").  


Fig. 2. Querschnitt eines normalen Malp. Ge-
Fig. 2. Querschnitt eines normalen Malp. Gefäßes. Seibert V, Oberhäusers Camera.  
fäßes. Seibert V, Oberhäusers Camera.  


Die umgewandelten MALPiGHischen Gefäße.  
Die umgewandelten MALPiGHischen Gefäße.  


Diese Organe sind aus einem blasenförmigen, ovalen Drüsenteil und  
Diese Organe sind aus einem blasenförmigen, ovalen Drüsenteil und  
einem röhrenförmigen Ausführungsgange gebildet. Die beiden Ausfüh-
einem röhrenförmigen Ausführungsgange gebildet. Die beiden Ausführungsgänge münden dicht aneinander so im Hinterdarme hinein, daß  
rungsgänge münden dicht aneinander so im Hinterdarme hinein, daß  
die Mündungsstellen denjenigen der normalen MALPiGHischen Gefäße  
die Mündungsstellen denjenigen der normalen MALPiGHischen Gefäße  
gegenüberliegen.  
gegenüberliegen.  
Line 16,698: Line 15,036:
von denen 4 sehr lange, welche distal mit dem Rectum verbunden  
von denen 4 sehr lange, welche distal mit dem Rectum verbunden  
sind, nahe beieinander an dem vordersten Teile des Proctodaeums in  
sind, nahe beieinander an dem vordersten Teile des Proctodaeums in  
denselben Darmteil münden. Diese enthalten gewöhnlich gefärbte Ex-
denselben Darmteil münden. Diese enthalten gewöhnlich gefärbte Exkretkugeln. Diese sind gewiß mit den entsprechenden des Apion flavipes homolog. Die 2 übrigen MALPiGHischen Gefäße des Apion sp.  
kretkugeln. Diese sind gewiß mit den entsprechenden des Apion flavi-
pes homolog. Die 2 übrigen MALPiGHischen Gefäße des Apion sp.  
sind ebenfalls lang, röhrenförmig und stimmen ziemlich  
sind ebenfalls lang, röhrenförmig und stimmen ziemlich  
nahe mit den anderen überein. Die distalen Enden  
nahe mit den anderen überein. Die distalen Enden  
Line 16,743: Line 15,079:
verursacht hat.  
verursacht hat.  


Nachdem wir nun konstatiert haben , daß die 2 oben beschrie-
Nachdem wir nun konstatiert haben , daß die 2 oben beschriebenen Drüsenorgane wirklich MALPiGHische Gefäße sind, gehen wir  
benen Drüsenorgane wirklich MALPiGHische Gefäße sind, gehen wir  
zur Beschreibung ihrer histologischen Zusammensetzung über.  
zur Beschreibung ihrer histologischen Zusammensetzung über.  


Line 16,771: Line 15,106:


2) solche, welche, distal gelegen, Excretkugeln absondern. Diese  
2) solche, welche, distal gelegen, Excretkugeln absondern. Diese  
letzteren Zellen sind bedeutend größer als die vorigen (sogar kolos-
letzteren Zellen sind bedeutend größer als die vorigen (sogar kolossal). Sie sind großkernig, gewöhnlich durch ungefärbte Exkretkugeln  
sal). Sie sind großkernig, gewöhnlich durch ungefärbte Exkretkugeln  
strotzend gefüllt. Die Kerne sind nach der Sekretionsphase chromatin
strotzend gefüllt. Die Kerne sind nach der Sekretionsphase chromatin-




 
1) Dies hängt gewiß damit zusammen, daß die Exkrete dieser Gefäße viel größer sind als die der normalen. Sie können deshalb nicht  
1) Dies hängt gewiß damit zusammen, daß die Exkrete dieser Ge-
fäße viel größer sind als die der normalen. Sie können deshalb nicht  
zwischen die Stäbchen in das Drüsenlumen kommen, ohne einen event,  
zwischen die Stäbchen in das Drüsenlumen kommen, ohne einen event,  
vorhandenen Stäbchensaum zu zerstören.  
vorhandenen Stäbchensaum zu zerstören.  
Line 16,786: Line 15,118:
229  
229  


reich bis chromatinarm. Die Exkretkugeln sind deujenigen der nor-
reich bis chromatinarm. Die Exkretkugeln sind deujenigen der normalen MALPiGHischen Gefäße an Größe bedeutend überlegen.  
malen MALPiGHischen Gefäße an Größe bedeutend überlegen.  


Die Bildung der Exkretprodukte.  
Die Bildung der Exkretprodukte.  
Line 16,796: Line 15,127:
den normalen Gefäßen wegeh der Kleinheit der Zellen sehr schwer ist.  
den normalen Gefäßen wegeh der Kleinheit der Zellen sehr schwer ist.  


Das Sekret , welches von diesen abnormen MALPiGHischen Ge-
Das Sekret , welches von diesen abnormen MALPiGHischen Gefäßen produziert wird, ist von zweierlei Art. Teils besteht es aus  
fäßen produziert wird, ist von zweierlei Art. Teils besteht es aus  
kleinsten, an Eisenhämatoxylinpräparaten intensiv schwarz gefärbten  
kleinsten, an Eisenhämatoxylinpräparaten intensiv schwarz gefärbten  
Körnchen (Fig. 4 k), teils aus großen, langgestreckten Cylindern  
Körnchen (Fig. 4 k), teils aus großen, langgestreckten Cylindern  
Line 16,807: Line 15,137:
Betreffs der ersteren Art des Exkretes ist zu bemerken , daß  
Betreffs der ersteren Art des Exkretes ist zu bemerken , daß  
es nur aus den Zellen produziert wird, welche an dem Uebergange  
es nur aus den Zellen produziert wird, welche an dem Uebergange  
des erweiterten Endteiles in dem Ausführungsgange des Gefäßes ge-
des erweiterten Endteiles in dem Ausführungsgange des Gefäßes gelegen sind. Die Exkretbildung ist hier verhältnismäßig schwer zu ermitteln. Einen Fingerzeig zur Deutung der Exkretkörnchen, welche in  
legen sind. Die Exkretbildung ist hier verhältnismäßig schwer zu er-
mitteln. Einen Fingerzeig zur Deutung der Exkretkörnchen, welche in  
einigen Zellen nahe ihrer Innenfläche dicht angehäuft liegen, finden  
einigen Zellen nahe ihrer Innenfläche dicht angehäuft liegen, finden  
wir in anderen derartigen Zellen, welche eine Menge diffus verbreiteter  
wir in anderen derartigen Zellen, welche eine Menge diffus verbreiteter  
Körnchen dieser Art besitzen. Diese Körnchen kann man an günstigen  
Körnchen dieser Art besitzen. Diese Körnchen kann man an günstigen  
Präparaten auf aus dem Kern ausgewanderte Chromatinkörnchen zu-
Präparaten auf aus dem Kern ausgewanderte Chromatinkörnchen zurückführen. Da, wo solche Körner aus dem Kern auswandern, ist die  
rückführen. Da, wo solche Körner aus dem Kern auswandern, ist die  
Kernraembran aufgelöst und läßt hier Bilder zum Vorschein kommen,  
Kernraembran aufgelöst und läßt hier Bilder zum Vorschein kommen,  
welche mit den von Korschelt in der Eianlage bei Insekten nachge-
welche mit den von Korschelt in der Eianlage bei Insekten nachgewiesenen nahe übereinstimmen.  
wiesenen nahe übereinstimmen.  


Der Bildungsgang dieser Exkretkörnchen ist meiner Meinung nach  
Der Bildungsgang dieser Exkretkörnchen ist meiner Meinung nach  
der folgende: Die Kernmembran wird aufgelöst, und es wandern Chro-
der folgende: Die Kernmembran wird aufgelöst, und es wandern Chromatinkörnchen in die Zellsubstanz heraus. Diese Chromatinkörnchen  
matinkörnchen in die Zellsubstanz heraus. Diese Chromatinkörnchen  
sind die Exkretkörnchen. Diese werden in den Zellen distal vom Kern  
sind die Exkretkörnchen. Diese werden in den Zellen distal vom Kern  
in ein dichtes Häufchen gesammelt, um von hier aus nach außen, d. h.  
in ein dichtes Häufchen gesammelt, um von hier aus nach außen, d. h.  
Line 16,829: Line 15,154:
Die andere Art der Sekretkörperchen bietet eine sehr interessante  
Die andere Art der Sekretkörperchen bietet eine sehr interessante  
Bildungsgeschichte dar, welche dazu sehr geeignet ist, die Art der  
Bildungsgeschichte dar, welche dazu sehr geeignet ist, die Art der  
Exkretbildung in den gewöhnlichen MALPiGHischen Gefäßen zu er-
Exkretbildung in den gewöhnlichen MALPiGHischen Gefäßen zu erklären.  
klären.  
 
Auf drei verschiedenen Stadien der Tätigkeit der Exkretions-


Auf drei verschiedenen Stadien der Tätigkeit der Exkretions




Line 16,848: Line 15,171:
sie wenigstens doppelt so groß wird wie am Beginn der Exkretbildung.  
sie wenigstens doppelt so groß wird wie am Beginn der Exkretbildung.  


Die ersten Stadien, welche ich ge-
Die ersten Stadien, welche ich gesehen habe, sind auf Fig. 5 abgebildet.  
sehen habe, sind auf Fig. 5 abgebildet.  
Der Kern ist groß, chroraatinreich, basal  
Der Kern ist groß, chroraatinreich, basal  
in der Zelle gelegen. Der Kernmembran  
in der Zelle gelegen. Der Kernmembran  
Line 16,869: Line 15,191:


Fig. 4. Längsschnitt eines umgewandelten  
Fig. 4. Längsschnitt eines umgewandelten  
Malp. Gefäßes von Apion flavipes. a große Ex-
Malp. Gefäßes von Apion flavipes. a große Exkretionszelle. k kömiges Exkret der kleineren Zellen.  
kretionszelle. k kömiges Exkret der kleineren Zellen.  
V ans dem Zellverband verdrängte Zelle. Leitz,  
V ans dem Zellverband verdrängte Zelle. Leitz,  
Obj. 6. Ok. 1. Abbes Camera.  
Obj. 6. Ok. 1. Abbes Camera.  
Line 16,889: Line 15,210:


der Zellsubstanz liegen Exkretkugeln unregelmäßig zerstreut. Das größte  
der Zellsubstanz liegen Exkretkugeln unregelmäßig zerstreut. Das größte  
Interesse bieten aber die in die Zellsubstanz eingewanderten Chromatin-
Interesse bieten aber die in die Zellsubstanz eingewanderten Chromatinkörnchen. In der Nähe des Ortes, wo die Kernmembran verschwunden ist, liegen diese Körnchen frei in der Zellsubstanz. An  
körnchen. In der Nähe des Ortes, wo die Kernmembran ver-
schwunden ist, liegen diese Körnchen frei in der Zellsubstanz. An  
anderen Orten bemerkt man, daß diese Körnchen durch einen kleinen,  
anderen Orten bemerkt man, daß diese Körnchen durch einen kleinen,  
körnigen, scharf abgegrenzten Hof umgeben sind. Die Begrenzung  
körnigen, scharf abgegrenzten Hof umgeben sind. Die Begrenzung  
Line 16,899: Line 15,218:
Hofes als flüssig auffassen. Immerhin treten diese Kügelchen sehr  
Hofes als flüssig auffassen. Immerhin treten diese Kügelchen sehr  
gut hervor. Sie messen anfangs 3 — 7 /<. Außer kleinsten Kügelchen  
gut hervor. Sie messen anfangs 3 — 7 /<. Außer kleinsten Kügelchen  
gibt es solche von allerlei Größe (bis 15 /Oi d. h. es gibt alle Ueber-
gibt es solche von allerlei Größe (bis 15 /Oi d. h. es gibt alle Uebergänge zwischen den 3 f^i großen bis zu den 15 /< großen. Dies Ver
gänge zwischen den 3 f^i großen bis zu den 15 /< großen. Dies Ver-
 




Line 16,909: Line 15,226:


hältnis kann man nur so auffassen, daß die kleinsten Kügelchen an  
hältnis kann man nur so auffassen, daß die kleinsten Kügelchen an  
Größe zunehmen. Dies wird auch durch das Verhalten des in die Kügel-
Größe zunehmen. Dies wird auch durch das Verhalten des in die Kügelchen eingehenden Chromatinkörnchens bestätigt. Dies nimmt nämlich  
chen eingehenden Chromatinkörnchens bestätigt. Dies nimmt nämlich  
proportional [mit dem Kügelchen an Größe zu. War es zu Beginn  
proportional [mit dem Kügelchen an Größe zu. War es zu Beginn  
nur ein kleines Körnchen, so wird es zuletzt ein ansehnliches Chromatin-
nur ein kleines Körnchen, so wird es zuletzt ein ansehnliches Chromatingebilde, welches in den größten Kugeln eine mehr oder weniger geschlängelte Chromatinschleife darstellt. Die Aehnhchkeit dieser Schleifen  
gebilde, welches in den größten Kugeln eine mehr oder weniger ge-
schlängelte Chromatinschleife darstellt. Die Aehnhchkeit dieser Schleifen  
mit einem Chromosom ist täuschend. Der plasmatische Teil der  
mit einem Chromosom ist täuschend. Der plasmatische Teil der  
größten Kugeln ist deutlich wabig (Fig. 7 c). Ob die Waben durch  
größten Kugeln ist deutlich wabig (Fig. 7 c). Ob die Waben durch  
Line 16,923: Line 15,237:
Exkretkugeln strotzend gefüllt (Fig. 4 ä). Diese Kugeln sind sehr  
Exkretkugeln strotzend gefüllt (Fig. 4 ä). Diese Kugeln sind sehr  
groß, bis 25 fi (und etwas größer). Der Kern ist fortwährend sehr  
groß, bis 25 fi (und etwas größer). Der Kern ist fortwährend sehr  
groß, ist aber chromatinärmer geworden. Die Kernmembran ist frei-
groß, ist aber chromatinärmer geworden. Die Kernmembran ist freilich nicht ganz vollständig, aber die Auswanderung der Chromatinkörner ist verhältnismäßig gering.  
lich nicht ganz vollständig, aber die Auswanderung der Chromatin-
körner ist verhältnismäßig gering.  
Ein Stadium, das diesem sehr nahe  
Ein Stadium, das diesem sehr nahe  
liegt, zeigt die Kernmembran völlig  
liegt, zeigt die Kernmembran völlig  
abgeschlossen. Hier ist aber der  
abgeschlossen. Hier ist aber der  
Kern ziemlich chromatinarm. Die Ex-
Kern ziemlich chromatinarm. Die Exkretkugeln füllen die Zelle gänzlich.  
kretkugeln füllen die Zelle gänzlich.  


Bald platzt die Zellmembran,  
Bald platzt die Zellmembran,  
und die Exkretkugeln, welche in  
und die Exkretkugeln, welche in  
der nächsten Nachbarschaft der Mem-
der nächsten Nachbarschaft der Membran liegen, werden in das Lumen  
bran liegen, werden in das Lumen  
der Drüse entleert. Die mehr basal  
der Drüse entleert. Die mehr basal  
gelegenen Kugeln bleiben in der  
gelegenen Kugeln bleiben in der  
Line 16,941: Line 15,251:
danach die Zellmembran. Eine solche  
danach die Zellmembran. Eine solche  
Zelle ist in der Fig. 6 abgebildet.  
Zelle ist in der Fig. 6 abgebildet.  
Der Kern ist blaß. In der Zellsub-
Der Kern ist blaß. In der Zellsubstanz gibt es größere und kleinere  
stanz gibt es größere und kleinere  




Line 16,984: Line 15,293:




Vakuolen, zwischen denen die zurückgebliebenen Excretkugeln zer-
Vakuolen, zwischen denen die zurückgebliebenen Excretkugeln zerstreut liegen. Der Apikaiteil der Zelle ist von Exkretkugeln ganz frei  
streut liegen. Der Apikaiteil der Zelle ist von Exkretkugeln ganz frei  
und hier kann man in der Zellsubstanz eine fädige Struktur wahrnehmen.  
und hier kann man in der Zellsubstanz eine fädige Struktur wahr-
nehmen.  




Line 16,993: Line 15,300:
232  
232  


Bei der Exkvetbildung in den umgewandelten Mal-
Bei der Exkvetbildung in den umgewandelten MalpiGHischen Gefäße desApion flavipes beteiligen sich somit der Kern wie auch die Zellsubstanz.  
piGHischen Gefäße desApion flavipes beteiligen sich so-
mit der Kern wie auch die Zellsubstanz.  


Im vorigen haben wir nur die Anfangsstadien der Exkretkugel-
Im vorigen haben wir nur die Anfangsstadien der Exkretkugelbildung behandelt. Wir haben gesehen, daß sie aus einem chromatischen  
bildung behandelt. Wir haben gesehen, daß sie aus einem chromatischen  
und plasmatischen Teile bestehen, wir haben sie aber, ehe sie vollgebildet  
und plasmatischen Teile bestehen, wir haben sie aber, ehe sie vollgebildet  
wurden, außer Augen gelassen. Ehe sie aber vollgebildet sind, müssen  
wurden, außer Augen gelassen. Ehe sie aber vollgebildet sind, müssen  
Line 17,024: Line 15,328:
Körnchen auflöst (Fig. 7d, d, d), welche sich an der Außenfläche  
Körnchen auflöst (Fig. 7d, d, d), welche sich an der Außenfläche  
der Kugel in verschiedener Weise sich anordnen. Bald bilden sie  
der Kugel in verschiedener Weise sich anordnen. Bald bilden sie  
einen Gürtel um die Kugel (Fig. 7 dg), bald bilden sie am Durch-
einen Gürtel um die Kugel (Fig. 7 dg), bald bilden sie am Durchschnitt zwei Kreise, welche einander in der Mitte der Kugel berühren  
schnitt zwei Kreise, welche einander in der Mitte der Kugel berühren  
(Fig. 7 (^3), bald sind sie im Zentrum der Kugel an einigen Radien  
(Fig. 7 (^3), bald sind sie im Zentrum der Kugel an einigen Radien  
und um den Umkreis desselben verteilt (Fig. 7 d^), so daß die ganze  
und um den Umkreis desselben verteilt (Fig. 7 d^), so daß die ganze  
Line 17,043: Line 15,346:
messen, frei in der Zellsubstanz verlagert (Fig. 7f). Wie sie frei  
messen, frei in der Zellsubstanz verlagert (Fig. 7f). Wie sie frei  
werden, ist mir unbekannt, ich vermute aber, daß es durch Auflösung  
werden, ist mir unbekannt, ich vermute aber, daß es durch Auflösung  
der Muttermembran bedingt ist. Immerhin findet man die Tochter-
der Muttermembran bedingt ist. Immerhin findet man die Tochterkugel frei in der Zellsubstanz, Die Teilung des Mutterkugelinhalts  
kugel frei in der Zellsubstanz, Die Teilung des Mutterkugelinhalts  
in Tochterkugeln halte ich nicht für einen vitalen Prozeß, sondern  
in Tochterkugeln halte ich nicht für einen vitalen Prozeß, sondern  
betrachte es vielmehr als eine gänzlich mechanische (kapillare) Er-
betrachte es vielmehr als eine gänzlich mechanische (kapillare) Erscheinung,  
scheinung,  


Nun geht eine Konzentration der Chromatinkörnchen zum Zentrum  
Nun geht eine Konzentration der Chromatinkörnchen zum Zentrum  
Line 17,066: Line 15,367:
ein automatischer (resp. mechanischer) Umwandlungsprozesse anzusehen.  
ein automatischer (resp. mechanischer) Umwandlungsprozesse anzusehen.  
Gewissermaßen kann man aber nicht den Exkretkugeln eine gewisse  
Gewissermaßen kann man aber nicht den Exkretkugeln eine gewisse  
Vitalität absprechen, dafür spricht auch die Regelmäßigkeit ihrer Ent-
Vitalität absprechen, dafür spricht auch die Regelmäßigkeit ihrer Entwickelung.  
wickelung.  


Dacytes niger.  
Dacytes niger.  
Line 17,076: Line 15,376:
vor (Fig. 8). Vielleicht sind die letzteren umgewandelte MALPiGHische  
vor (Fig. 8). Vielleicht sind die letzteren umgewandelte MALPiGHische  
Gefäße, Man würde in diesem Falle erwarten können, daß wenigstens  
Gefäße, Man würde in diesem Falle erwarten können, daß wenigstens  
einige Canthariden 12 MALPiGHische Gefäße besitzen. Aus den litte-
einige Canthariden 12 MALPiGHische Gefäße besitzen. Aus den litterarischen Angaben finde ich aber, daß die Canthariden im allgemeinen  
rarischen Angaben finde ich aber, daß die Canthariden im allgemeinen  
nur 6 MALPiGHische Gefäße besitzen. Ich muß also den Gedanken  
nur 6 MALPiGHische Gefäße besitzen. Ich muß also den Gedanken  


Line 17,086: Line 15,385:




Verwerfen, daß die kolbenförmigen Exkretionsorgane des Dacytes um-
Verwerfen, daß die kolbenförmigen Exkretionsorgane des Dacytes umgewandelte MALPiGHische Gefäße seien, und ich tue dies um so viel  
gewandelte MALPiGHische Gefäße seien, und ich tue dies um so viel  
mehr, weil ich bei keinem anderen Canthariden  
mehr, weil ich bei keinem anderen Canthariden  
derartige Organe gefunden habe und weil beim  
derartige Organe gefunden habe und weil beim  
Männchen von Dacytes diese Organe ganz fehlen.  
Männchen von Dacytes diese Organe ganz fehlen.  
Im folgenden werde ich diese Organe als ac-
Im folgenden werde ich diese Organe als accessorische Exkretionsorgane bezeichnen.  
cessorische Exkretionsorgane bezeichnen.  


Die MALPiGHischen Gefäße.  
Die MALPiGHischen Gefäße.  
Line 17,100: Line 15,397:
vereinigt. Diese 2 Bündel ^ erbinden sich mit  
vereinigt. Diese 2 Bündel ^ erbinden sich mit  
dem Hinterdarme an zwei  
dem Hinterdarme an zwei  
ziemlich weit voneinander ge-
ziemlich weit voneinander gelegenen Orten.  
legenen Orten.  


Fig. 8. Darmtractus des Dacytes  
Fig. 8. Darmtractus des Dacytes  
Line 17,107: Line 15,403:
Exkretionsorgane und Oenocyten.  
Exkretionsorgane und Oenocyten.  


Fig. 9. Querschnitt eines nor-
Fig. 9. Querschnitt eines normalen Malp. Gefäßes von Dacytes.  
malen Malp. Gefäßes von Dacytes.  
Seibert, Obj. 4, Oberhäusers Camera.  
Seibert, Obj. 4, Oberhäusers Camera.  


Line 17,126: Line 15,421:
2) einer Lage von Exkretionszellen und  
2) einer Lage von Exkretionszellen und  


3) einer chitinösen Innenmembran („bordure en brosse'')-
3) einer chitinösen Innenmembran („bordure en brosse'')
 
Die Peritonäallage besitzt spärlich zerstreute Kerne, welche sehr  
Die Peritonäallage besitzt spärlich zerstreute Kerne, welche sehr  
abgeplattet sind.  
abgeplattet sind.  
Line 17,133: Line 15,427:
Die Lage der Exkretionszellen ist kräftig und besteht aus großen,  
Die Lage der Exkretionszellen ist kräftig und besteht aus großen,  
großkernigen Zellen , von denen 2 auf einem Querschnitte durch  
großkernigen Zellen , von denen 2 auf einem Querschnitte durch  
das Gefäß kommen. Diese Zellen sind durch Exkretionsprodukte ge-
das Gefäß kommen. Diese Zellen sind durch Exkretionsprodukte gefüllt. Diese sind von zweierlei Art: teils intensiv braungelb gefärbte,  
füllt. Diese sind von zweierlei Art: teils intensiv braungelb gefärbte,  
teils ungefärbte Exkretkugeln. Der Kern ist chromatinreich und  
teils ungefärbte Exkretkugeln. Der Kern ist chromatinreich und  
von solchen (mehr oder weniger) ungefärbten Kügelchen strotzend ge-
von solchen (mehr oder weniger) ungefärbten Kügelchen strotzend gefüllt. Dagegen habe ich im Kern nie gefärbte Exkrete gefunden. Am  
füllt. Dagegen habe ich im Kern nie gefärbte Exkrete gefunden. Am  
Innenrande der Zellen gibt es eine Blepharoblastenreihe.  
Innenrande der Zellen gibt es eine Blepharoblastenreihe.  


Line 17,153: Line 15,445:
In der Beschreibung der Exkretionszellen finden wir hinreichende  
In der Beschreibung der Exkretionszellen finden wir hinreichende  
Tatsachen, um das Sekretionsphänomen zu verstehen. Die ungefärbten  
Tatsachen, um das Sekretionsphänomen zu verstehen. Die ungefärbten  
Exkrete entstehen im Kerne und werden von hier aus in den Zell-
Exkrete entstehen im Kerne und werden von hier aus in den Zellkörper verbreitet, um endlich in das Lumen der Drüse zu geraten.  
körper verbreitet, um endlich in das Lumen der Drüse zu geraten.  
Die gefärbten Elemente aber sind nicht im Kern gebildet, sondern  
Die gefärbten Elemente aber sind nicht im Kern gebildet, sondern  
sind als solche Exkretionsprodukte zu betrachten, welche, ohne irgend  
sind als solche Exkretionsprodukte zu betrachten, welche, ohne irgend  
Line 17,160: Line 15,451:
Das sind mit anderen Worten Exkretionsprodukte, welche schon in der  
Das sind mit anderen Worten Exkretionsprodukte, welche schon in der  
Körperhöhle ihre definitive Form erhalten haben. Daß eine solche  
Körperhöhle ihre definitive Form erhalten haben. Daß eine solche  
Durchwanderung möglich ist, geht aus den Untersuchungen Kowa-
Durchwanderung möglich ist, geht aus den Untersuchungen KowaLEWSKYS u. a. hervor. Dieser Forscher hat ja gezeigt (was übrigens  
LEWSKYS u. a. hervor. Dieser Forscher hat ja gezeigt (was übrigens  
leicht zu konstatieren ist), daß einzelne Körner in die Körperhöhle  
leicht zu konstatieren ist), daß einzelne Körner in die Körperhöhle  
eingespritzter P'arbstoffe die Zellen der MALPiGHischen Gefäße un-
eingespritzter P'arbstoffe die Zellen der MALPiGHischen Gefäße unverändert passieren, um in das Lumen derselben einzutreten und von  
verändert passieren, um in das Lumen derselben einzutreten und von  
hier in den Darm entleert zu werden.  
hier in den Darm entleert zu werden.  


Die accessorischen Exkretionsorgane.  
Die accessorischen Exkretionsorgane.  


Wie vorher hervorgehoben wurde, kommen diese Organe bei Da-
Wie vorher hervorgehoben wurde, kommen diese Organe bei Dacytes niger in der Sechszahl vor. Obgleich sie mit den MALPiGHischen  
cytes niger in der Sechszahl vor. Obgleich sie mit den MALPiGHischen  
Gefäßen viel gemein haben, kann ich, wie oben gesagt, sie nicht als  
Gefäßen viel gemein haben, kann ich, wie oben gesagt, sie nicht als  
solche unbedingt ansehen. Sie stellen kleine Drüsenbläschen dar,,  
solche unbedingt ansehen. Sie stellen kleine Drüsenbläschen dar,,  
Line 17,201: Line 15,489:
Die Epithel-Drüsenschicht besteht aus verschiedenartigen Zellen.  
Die Epithel-Drüsenschicht besteht aus verschiedenartigen Zellen.  
Im Ausführuugsgange sind die Zellen niedrig, ziemlich großkernig,  
Im Ausführuugsgange sind die Zellen niedrig, ziemlich großkernig,  
nixiht oder wenig drüsig, ebenso in dem proximalen Teile des Drüsen-
nixiht oder wenig drüsig, ebenso in dem proximalen Teile des Drüsenteiles. Je mehr distalwärts man die Zellen untersucht, je drüsiger  
teiles. Je mehr distalwärts man die Zellen untersucht, je drüsiger  
und größer findet man die Zellen, und im proximalen Ende des Exkretionsorgans findet man 2 kolossale Drüsenzellen (Fig. 10). Diese  
und größer findet man die Zellen, und im proximalen Ende des Ex-
kretionsorgans findet man 2 kolossale Drüsenzellen (Fig. 10). Diese  
besorgen den größten Teil der Exkretbildung. Da der Schwerpunkt  
besorgen den größten Teil der Exkretbildung. Da der Schwerpunkt  
der Drüsentätigkeit auf diesen beiden Zellen ruht, will ich sie ein-
der Drüsentätigkeit auf diesen beiden Zellen ruht, will ich sie eingehender beschreiben. Leider sind alle Individuen, welche ich untersucht habe, betreffs der Sekretionsphase dieser Zellen auf demselben  
gehender beschreiben. Leider sind alle Individuen, welche ich unter-
Niveau, so daß ich deshalb nicht alle Vorgänge der Exkretion verfolgen kann.  
sucht habe, betreffs der Sekretionsphase dieser Zellen auf demselben  
Niveau, so daß ich deshalb nicht alle Vorgänge der Exkretion ver-
folgen kann.  


Diese Zellen liegen dicht beieinander, ihre medialen Flächen sind  
Diese Zellen liegen dicht beieinander, ihre medialen Flächen sind  
Line 17,218: Line 15,501:
der Zellen ist sehr groß in distal-proximaler Richtung abgeplattet.  
der Zellen ist sehr groß in distal-proximaler Richtung abgeplattet.  
Der proximale Rand ist gewöhnlich ein wenig eingekerbt. Die Lage  
Der proximale Rand ist gewöhnlich ein wenig eingekerbt. Die Lage  
des Kernes ist eine streng basale, indem nur eine dünne Zellsubstanz-
des Kernes ist eine streng basale, indem nur eine dünne Zellsubstanzschicht den Kern von der Zellmembran trennt. Der Kern scheint  
schicht den Kern von der Zellmembran trennt. Der Kern scheint  
chromatinreich zu sein, aber untersucht man ihn näher und mit den  
chromatinreich zu sein, aber untersucht man ihn näher und mit den  
größten Vergrößerungen an dünnen Schnitten, so findet man, daß er  
größten Vergrößerungen an dünnen Schnitten, so findet man, daß er  
Line 17,228: Line 15,510:
Zellen des normalen MALPiGHischen Gefäßes genau übereinstimmen.  
Zellen des normalen MALPiGHischen Gefäßes genau übereinstimmen.  
Außerdem stimmen sie mit den Kügelchen des Kernes genau überein.  
Außerdem stimmen sie mit den Kügelchen des Kernes genau überein.  
In dem Stadium der Zellen, welches ich untersucht habe, sind die Ex-
In dem Stadium der Zellen, welches ich untersucht habe, sind die Exkretkugeln hauptsächlich in dem distalen Teil der Zellen massenhaft  
kretkugeln hauptsächlich in dem distalen Teil der Zellen massenhaft  
angehäuft, während die Spitzen relativ kugelfrei sind (Fig. 10 und 11).  
angehäuft, während die Spitzen relativ kugelfrei sind (Fig. 10 und 11).  
Das Lumen der Drüse ist mit solchen Kügelchen erfüllt. — Andere  
Das Lumen der Drüse ist mit solchen Kügelchen erfüllt. — Andere  
Line 17,241: Line 15,522:
zu gelangen und weiter befördert zu werden.  
zu gelangen und weiter befördert zu werden.  


Es bleibt nun eine neue Frage, woher der Kern die Stoffe be-
Es bleibt nun eine neue Frage, woher der Kern die Stoffe bekommt, welche die notwendige Voraussetzung einer Exkretbildung  
kommt, welche die notwendige Voraussetzung einer Exkretbildung  




Line 17,261: Line 15,541:


Von besonderem Interesse ist das Verhältnis, daß diese Oenocyten  
Von besonderem Interesse ist das Verhältnis, daß diese Oenocyten  
mit den accessorischen Exkretionsdrüsen in einer bestimmten Lage-
mit den accessorischen Exkretionsdrüsen in einer bestimmten Lagebeziehung stehen. Man bemerkt nämlich sehr oft (Fig. 12), daß die  
beziehung stehen. Man bemerkt nämlich sehr oft (Fig. 12), daß die  
Spitze des Exkretionsorganes in eine Oenocyte eingebohrt ist, oder  
Spitze des Exkretionsorganes in eine Oenocyte eingebohrt ist, oder  
richtiger, daß die Oenocyte, wel-
richtiger, daß die Oenocyte, welcher man ein gewisses selbständiges Bewegungsvermögen zuschreiben muß, sich um die Exkretionsorgane gelegt hat.  
cher man ein gewisses selbstän-
diges Bewegungsvermögen zu-
schreiben muß, sich um die Ex-
kretionsorgane gelegt hat.  


Fig. 12. Beziehung zwischen einem  
Fig. 12. Beziehung zwischen einem  
Line 17,276: Line 15,551:


Dies Verhältnis deutet dahin, daß es einen gewissen Austausch  
Dies Verhältnis deutet dahin, daß es einen gewissen Austausch  
zwischen der Oenocyte einerseits und dem Exkretionsorgan anderer-
zwischen der Oenocyte einerseits und dem Exkretionsorgan andererseits giebt. Dies wird noch deutlicher, wenn man das Verhalten der  
seits giebt. Dies wird noch deutlicher, wenn man das Verhalten der  
Peritonäalmembran untersucht. Hier findet man nämlich, daß an der  
Peritonäalmembran untersucht. Hier findet man nämlich, daß an der  
Berührungsfläche der beiden Organe sich die Peritonäalhaut, die an  
Berührungsfläche der beiden Organe sich die Peritonäalhaut, die an  
Eisenhämatoxylinpräparaten an anderen Orten schwach bläulich ge-
Eisenhämatoxylinpräparaten an anderen Orten schwach bläulich gefärbt ist, eine intensiv schwarze Färbung hat.  
färbt ist, eine intensiv schwarze Färbung hat.  


Die proximal gelegenen Zellen der accessorischen Exkretionsorgane  
Die proximal gelegenen Zellen der accessorischen Exkretionsorgane  
Line 17,292: Line 15,565:
daß den accessorischen Exkretionsorganen hauptsächlich nur die eine  
daß den accessorischen Exkretionsorganen hauptsächlich nur die eine  
der Funktionen der normalen zukommt, nämlich das Ausscheiden  
der Funktionen der normalen zukommt, nämlich das Ausscheiden  
farbloser Exkretkugeln. Es hat somit in gewissem Grade eine Arbeits-
farbloser Exkretkugeln. Es hat somit in gewissem Grade eine Arbeitsteilung zwischen den beiden Organen stattgefunden.  
teilung zwischen den beiden Organen stattgefunden.  


Eine Vergleichung zwischen den abnormen MALPiGHischen Gefäßen  
Eine Vergleichung zwischen den abnormen MALPiGHischen Gefäßen  
Line 17,304: Line 15,576:
des Apion flavipes und den accessorischen Exkretionsorganen des Dacytes  
des Apion flavipes und den accessorischen Exkretionsorganen des Dacytes  
niger zeigt, daß wir es hier mit physiologisch ganz ungleichwertigen  
niger zeigt, daß wir es hier mit physiologisch ganz ungleichwertigen  
Organen zu tun haben. Bei Apion flavipes geschieht die Exkretions-
Organen zu tun haben. Bei Apion flavipes geschieht die Exkretionsproduktbildung im Zellkörper unter Beteiligung von chromatischen  
produktbildung im Zellkörper unter Beteiligung von chromatischen  
Bestandteilen, bei Dacytes dagegen sind die Exkretionsprodukte schon  
Bestandteilen, bei Dacytes dagegen sind die Exkretionsprodukte schon  
im Kerne gebildet, und es beteiligen sich keine Zellkörperbestandteile  
im Kerne gebildet, und es beteiligen sich keine Zellkörperbestandteile  
Line 17,313: Line 15,584:
Experimen teile s.  
Experimen teile s.  


Neben diesen histologischen Untersuchungen habe ich auch experi-
Neben diesen histologischen Untersuchungen habe ich auch experimentelle Untersuchungen mit Dacytes vorgenommen, um dadurch ein Kriterium für die Richtigkeit der vorhergehenden Darstellung zu erhalten.  
mentelle Untersuchungen mit Dacytes vorgenommen, um dadurch ein Kri-
terium für die Richtigkeit der vorhergehenden Darstellung zu erhalten.  
Die Experimente wurden so ausgeführt, daß in die Körperhöhle des  
Die Experimente wurden so ausgeführt, daß in die Körperhöhle des  
Tieres verschiedene Farbstofie eingeführt wurden. Dabei empfiehlt es  
Tieres verschiedene Farbstofie eingeführt wurden. Dabei empfiehlt es  
sich, am besten die Farbstoffe in kleinsten Mengen als Pulver einzu-
sich, am besten die Farbstoffe in kleinsten Mengen als Pulver einzuführen, denn löst man den Farbstoff" in physiologischer Kochsalzlösung  
führen, denn löst man den Farbstoff" in physiologischer Kochsalzlösung  
auf, und wird die Lösung in das Tier eingespritzt, so überlebt es die Behandlung nur kurze Zeit, d. h. die physiologische Kochsalzlösung ist  
auf, und wird die Lösung in das Tier eingespritzt, so überlebt es die Be-
handlung nur kurze Zeit, d. h. die physiologische Kochsalzlösung ist  
für den Dacytes nicht physiologisch. Läßt man aber den Farbstoff" in  
für den Dacytes nicht physiologisch. Läßt man aber den Farbstoff" in  
die Körpersäfte des Tieres sich lösen, so kann man ziemlich sicher  
die Körpersäfte des Tieres sich lösen, so kann man ziemlich sicher  
sein, daß die Lösung wirkHch physiologisch ist, wenn die Farb-
sein, daß die Lösung wirkHch physiologisch ist, wenn die Farbstoff"e an und für sich indifferent sind. Die Farbstoff"e, welche ich  
stoff"e an und für sich indifferent sind. Die Farbstoff"e, welche ich  
hauptsächlich verwendet habe, sind: Methylenblau, Alizarincyanin,  
hauptsächlich verwendet habe, sind: Methylenblau, Alizarincyanin,  
Karmin, sulphalizarinsaures Natron, Nigrosin, Neutralrot, Azoblau,  
Karmin, sulphalizarinsaures Natron, Nigrosin, Neutralrot, Azoblau,  
Orcein, Methylorange, Berlinerblau u. a. Meine Versuche gaben nicht  
Orcein, Methylorange, Berlinerblau u. a. Meine Versuche gaben nicht  
alle verwendbare Resultate. Nur die Methylenblau- und Alizarin-
alle verwendbare Resultate. Nur die Methylenblau- und Alizarincyaninversuche gaben unzweideutige Resultate, indem bei Verwendung  
cyaninversuche gaben unzweideutige Resultate, indem bei Verwendung  
dieser Farbstoffe keine diffuse Färbung der Organe zustande kam.  
dieser Farbstoffe keine diffuse Färbung der Organe zustande kam.  


Ich teile in der Tabelle S. 239 einen Auszug des Versuchsproto-
Ich teile in der Tabelle S. 239 einen Auszug des Versuchsprotokolles mit.  
kolles mit.  


Aus den Methylenblauversuchen, welche mehrmals kontrolliert  
Aus den Methylenblauversuchen, welche mehrmals kontrolliert  
Line 17,341: Line 15,605:
1) daß die erste Färbung den Kern berührt;  
1) daß die erste Färbung den Kern berührt;  


2) daß danach im Zellkörper intracellular gelegene Farbkörn-
2) daß danach im Zellkörper intracellular gelegene Farbkörnchen auftreten ;  
chen auftreten ;  


3) daß diese Körnchen die Zelle durchwandern und in das  
3) daß diese Körnchen die Zelle durchwandern und in das  
Line 17,348: Line 15,611:


4) daß die Oenocyten die Farbe auf dieselbe Weise aufnehmen.  
4) daß die Oenocyten die Farbe auf dieselbe Weise aufnehmen.  
Es scheint aber, als nähmen die Oenocyten die Farbe zuerst auf, in-
Es scheint aber, als nähmen die Oenocyten die Farbe zuerst auf, indem die . Kerne dieser Zellen sich ein wenig früher als die der accesso
dem die . Kerne dieser Zellen sich ein wenig früher als die der accesso-
 




Line 17,424: Line 15,685:




Lumen-
Lumeninhalt
inhalt




Line 17,484: Line 15,744:




mit Farb-
mit Farb
 


ungefärbt  
ungefärbt  




mit Farb-
mit Farb
 


)>  
)>  
Line 17,710: Line 15,968:


Was aber diese Versuche bedeutungsvoll macht, ist ein Vergleich  
Was aber diese Versuche bedeutungsvoll macht, ist ein Vergleich  
mit den Befunden der histologischen Untersuchung, welche oben be-
mit den Befunden der histologischen Untersuchung, welche oben berichtet sind. Die Exkretionsprozedur wurde hier folgendermaßen beschrieben: Exkretionsprodukte entstehen im Kern der Exkretionszellen, kommen von hier aus in den Zellkörper, um endlich ins Lumen  
richtet sind. Die Exkretionsprozedur wurde hier folgendermaßen be-
schrieben: Exkretionsprodukte entstehen im Kern der Exkretions-
zellen, kommen von hier aus in den Zellkörper, um endlich ins Lumen  
des Exkretionsorganes entleert zu werden. Dies stimmt ja völlig mit  
des Exkretionsorganes entleert zu werden. Dies stimmt ja völlig mit  
dem Wege der Farbstoftlösungen. In diesen unvollständigen Versuchen  
dem Wege der Farbstoftlösungen. In diesen unvollständigen Versuchen  
Line 17,730: Line 15,985:
Mit 7 Abbildungen.  
Mit 7 Abbildungen.  


Schon vor Jahren ist mir aufgefallen, daß an manchen Kreuz-
Schon vor Jahren ist mir aufgefallen, daß an manchen Kreuzbeinen zwei bogenförmige Knochenwälle über die Vorderfläche vom  
beinen zwei bogenförmige Knochenwälle über die Vorderfläche vom  
Körper des 2. oder 3. Sakralwirbels hinablaufen. Die Konkavität der  
Körper des 2. oder 3. Sakralwirbels hinablaufen. Die Konkavität der  


Line 17,741: Line 15,995:
Foramina sacralia anteriora zu. In den mir zur Verfügung stehenden  
Foramina sacralia anteriora zu. In den mir zur Verfügung stehenden  
Werken sind diese Linien im Texte nirgends erwähnt. Wohl aber  
Werken sind diese Linien im Texte nirgends erwähnt. Wohl aber  
sind sie bei Sernow^) und Spalteholz 2) auf Abbildungen zu er-
sind sie bei Sernow^) und Spalteholz 2) auf Abbildungen zu erkennen. Das Nächstliegende war, dieses Relief auf den Ursprung des  
kennen. Das Nächstliegende war, dieses Relief auf den Ursprung des  
Musculus piriformis zu beziehen; ein Hinweis darauf ist aber in den  
Musculus piriformis zu beziehen; ein Hinweis darauf ist aber in den  
Lehrbüchern nicht vorhanden. Hyrtl^) und Räuber^) machen gar  
Lehrbüchern nicht vorhanden. Hyrtl^) und Räuber^) machen gar  
keine Angaben, wie weit sich das Ursprungsfeld des Musculus piriformis  
keine Angaben, wie weit sich das Ursprungsfeld des Musculus piriformis  
medianwärts erstrecke. Wo präcise Angaben über diesen Punkt vor-
medianwärts erstrecke. Wo präcise Angaben über diesen Punkt vorliegen, ist ein Uebergreifen des Muskelursprunges auf die Wirbelkörper  
liegen, ist ein Uebergreifen des Muskelursprunges auf die Wirbelkörper  
nie erwähnt. Henle^) läßt den Musculus piriformis seitlich neben den  
nie erwähnt. Henle^) läßt den Musculus piriformis seitlich neben den  
vier oberen Foramina sacralia entspringen und von den Knochen-
vier oberen Foramina sacralia entspringen und von den Knochenbrücken zwischen diesen Oeönungen und Gegenbaur*^) von der Vorderfläche des Seitenfortsatzes des 2. bis 4. Sakralwirbels und dem lateralen  
brücken zwischen diesen Oeönungen und Gegenbaur*^) von der Vorder-
fläche des Seitenfortsatzes des 2. bis 4. Sakralwirbels und dem lateralen  
Umfange des 2. bis 4. Foramen sacrale anterius. Sernow und Merkel  
Umfange des 2. bis 4. Foramen sacrale anterius. Sernow und Merkel  
verlegen den Muskelursprung noch weiter lateralwärts. Merkel ^)  
verlegen den Muskelursprung noch weiter lateralwärts. Merkel ^)  
giebt an : „zur Seite der 4 oberen Foramina sacralia" und Sernow ^) :  
giebt an : „zur Seite der 4 oberen Foramina sacralia" und Sernow ^) :  
„lateral von den Foramina sacraha anteriora". In seinem großen  
„lateral von den Foramina sacraha anteriora". In seinem großen  
W'erke über Muskelanomalien erwähnt Testut'-*) das seltene Vor-
W'erke über Muskelanomalien erwähnt Testut'-*) das seltene Vorkommen eines überzähligen Ursprungsbüudels am 5. Sakralwirbel und  
kommen eines überzähligen Ursprungsbüudels am 5. Sakralwirbel und  
weist auf einen von Macalister beobachteten Fall hin, in welchem  
weist auf einen von Macalister beobachteten Fall hin, in welchem  
der Muskelursprung sich sogar bis auf das Steißbein ausdehnte. Nicht  
der Muskelursprung sich sogar bis auf das Steißbein ausdehnte. Nicht  
selten fehle ein Ursprungsbündel, am häufigsten das erste, dem 2. Sakral-
selten fehle ein Ursprungsbündel, am häufigsten das erste, dem 2. Sakralwirbel angehörende. Auf die Möglichkeit geringeren oder weiteren  
wirbel angehörende. Auf die Möglichkeit geringeren oder weiteren  
Vordringens des Piriformisursprunges nach der Medianebene zu weist  
Vordringens des Piriformisursprunges nach der Medianebene zu weist  






1) N. Seknow, Handbuch der beschreibenden Anatomie des Men-
1) N. Seknow, Handbuch der beschreibenden Anatomie des Menschen. Moskau 1891, p. 28, Fig. 19 A, und p. 33, Fig. 21 A, B u. D.  
schen. Moskau 1891, p. 28, Fig. 19 A, und p. 33, Fig. 21 A, B u. D.  
(Russisch.)  
(Russisch.)  


Line 17,798: Line 16,045:


Testut garnicht hin. Das Ursprungsfeld, das Testut^) in seinem  
Testut garnicht hin. Das Ursprungsfeld, das Testut^) in seinem  
Lehrbuch zeichnet, reicht medianwärts etwa bis zur Hälfte der Knochen-
Lehrbuch zeichnet, reicht medianwärts etwa bis zur Hälfte der Knochenbrücken zwischen den Foramina sacralia anteriora. Nur in dem bald  
brücken zwischen den Foramina sacralia anteriora. Nur in dem bald  
hundert Jahre alten Werke von Loder 2) finde ich den Muskelursprung  
hundert Jahre alten Werke von Loder 2) finde ich den Muskelursprung  
deutlich auf den Körper des 2. Sakralwirbels übergreifend dargestellt.  
deutlich auf den Körper des 2. Sakralwirbels übergreifend dargestellt.  
Im Januar dieses Jahres begann ich zu Demonstrationszwecken  
Im Januar dieses Jahres begann ich zu Demonstrationszwecken  
die Ursprünge und Insertionen der Muskeln auf die einzelnen Knochen  
die Ursprünge und Insertionen der Muskeln auf die einzelnen Knochen  
des menschlichen Skelettes zu zeichnen. Ich benutzte dabei die be-
des menschlichen Skelettes zu zeichnen. Ich benutzte dabei die bekannten Zeichnungen von Testut und zur Kontrolle die Leiche eines  
kannten Zeichnungen von Testut und zur Kontrolle die Leiche eines  
Mannes mit sehr kräftig entwickelter Muskulatur, es war ein Lette  
Mannes mit sehr kräftig entwickelter Muskulatur, es war ein Lette  
aus Riga. Das Kreuzbein dieses Mannes (Fig. 1 und 2) bestand aus  
aus Riga. Das Kreuzbein dieses Mannes (Fig. 1 und 2) bestand aus  
Line 17,822: Line 16,067:
auch vom 3. Sakralwirbel gebildet. Es lagen also durchaus „normale"  
auch vom 3. Sakralwirbel gebildet. Es lagen also durchaus „normale"  
Verhältnisse vor. Die sehr kräftig entwickelten Musculi piriformes  
Verhältnisse vor. Die sehr kräftig entwickelten Musculi piriformes  
habe ich auf das sorgfältigste präpariert und das Ursprungsfeld der-
habe ich auf das sorgfältigste präpariert und das Ursprungsfeld derselben gezeichnet. Fig. 1 gibt die ventrale Ansicht dieses Kreuzbeines nach der Maceration wieder, in Fig. 2 ist das Muskelfeld durch  
selben gezeichnet. Fig. 1 gibt die ventrale Ansicht dieses Kreuz-
beines nach der Maceration wieder, in Fig. 2 ist das Muskelfeld durch  
quere Schraffierung bezeichnet.  
quere Schraffierung bezeichnet.  


Line 17,855: Line 16,098:
vom Boden und den Bändern einer tiefen Grube, die von der Seite  
vom Boden und den Bändern einer tiefen Grube, die von der Seite  
her in den Körper des 3. Sakralwirbels einspringt, das linke Bündel  
her in den Körper des 3. Sakralwirbels einspringt, das linke Bündel  
von einem entsprechend gelegenen grubigen Felde. Beide Ursprungs-
von einem entsprechend gelegenen grubigen Felde. Beide Ursprungsbündel sind sich bis auf 14 mm genähert. Das dritte Paar der Muskelbündel ist das schwächste. Es entspringt von der Knochenbrücke  
bündel sind sich bis auf 14 mm genähert. Das dritte Paar der Muskel-
bündel ist das schwächste. Es entspringt von der Knochenbrücke  
zwischen 3. und 4. Foramen sacrale anterius, wobei das linke Bündel  
zwischen 3. und 4. Foramen sacrale anterius, wobei das linke Bündel  
ein klein wenig auf den Wirbelkörper übergreift. Alle Muskelbüudel  
ein klein wenig auf den Wirbelkörper übergreift. Alle Muskelbüudel  
setzen ihren Ursprung über die Knochenbrücken auf die Pars lateralis  
setzen ihren Ursprung über die Knochenbrücken auf die Pars lateralis  
fort, wo sie konfluieren. Der sehr geringe Zwischenraum zwischen  
fort, wo sie konfluieren. Der sehr geringe Zwischenraum zwischen  
erstem und zweitem Ursprungsbündel war beiderseits von einem Sehnen-
erstem und zweitem Ursprungsbündel war beiderseits von einem Sehnenbogen überbrückt. Dieser Sehnenbogen, unter welchem ein Gefäßund Nervenbündel hindurchtritt, lag noch einige Millimeter medianwärts vom Innenrande des Sakralloches, und von ihm entsprangen einige  
bogen überbrückt. Dieser Sehnenbogen, unter welchem ein Gefäß-
und Nervenbündel hindurchtritt, lag noch einige Millimeter median-
wärts vom Innenrande des Sakralloches, und von ihm entsprangen einige  
Muskelfasern. So war denn das zweite Paar der Foramina sacralia  
Muskelfasern. So war denn das zweite Paar der Foramina sacralia  
anteriora durch den Musculus piiiformis vollständig gedeckt, und der  
anteriora durch den Musculus piiiformis vollständig gedeckt, und der  
Line 17,872: Line 16,110:


Daß das besprochene Relief des Sacrum durch den Ursprung des  
Daß das besprochene Relief des Sacrum durch den Ursprung des  
Musculus piriformis bedingt sei, läßt sich in diesem Falle nicht be-
Musculus piriformis bedingt sei, läßt sich in diesem Falle nicht bezweifeln. Ich habe mich aber noch an 8 weiteren Muskelleichen davon  
zweifeln. Ich habe mich aber noch an 8 weiteren Muskelleichen davon  
überzeugen können, daß der Zusammenhang zwischen Knochenrelief  
überzeugen können, daß der Zusammenhang zwischen Knochenrelief  
und Muskelursprung allgemein besteht.  
und Muskelursprung allgemein besteht.  
Line 17,917: Line 16,154:
des 3. Sakralwirbes läuft jederseits eine Linea piriformis herab. An  
des 3. Sakralwirbes läuft jederseits eine Linea piriformis herab. An  
den Seitenfortsätzen des 4. Sakralwirbels hat der Musculus piriformis  
den Seitenfortsätzen des 4. Sakralwirbels hat der Musculus piriformis  
gleichfalls einen Eindruck hinterlassen ; er reicht dicht an den Wirbel-
gleichfalls einen Eindruck hinterlassen ; er reicht dicht an den Wirbelkörper heran.  
körper heran.  


Eine so starke Entwickelung des Reliefs, wie sie Fig. 1, 3 und 4  
Eine so starke Entwickelung des Reliefs, wie sie Fig. 1, 3 und 4  
zeigen, ist aber durchaus nicht allgemein verbreitet. Am 2. Sakral-
zeigen, ist aber durchaus nicht allgemein verbreitet. Am 2. Sakralwirbel reduziert sich die Linea piriformis, indem sie das Foramen  
wirbel reduziert sich die Linea piriformis, indem sie das Foramen  


16*  
16*  
Line 17,961: Line 16,196:




Am 3. Sakralwirbel nimmt die Reduktion des Rehefs einen ähn-
Am 3. Sakralwirbel nimmt die Reduktion des Rehefs einen ähnlichen Verlauf. Bemerkenswert ist nur das schon oben erwähnte  
lichen Verlauf. Bemerkenswert ist nur das schon oben erwähnte  
relativ häufige Vorkommen einer tiefen Grube, wie sie in Fig. 3 und 5  
relativ häufige Vorkommen einer tiefen Grube, wie sie in Fig. 3 und 5  
besonders deutlich auf der linken Seite zu sehen ist.  
besonders deutlich auf der linken Seite zu sehen ist.  
Line 17,975: Line 16,209:




1) Rechts hat dieses Kreuzbein am oberen Rande des ersten Sakral-
1) Rechts hat dieses Kreuzbein am oberen Rande des ersten Sakralloches ein Höckerchen. Bei einer Muskelleiche sah ich von diesem  
loches ein Höckerchen. Bei einer Muskelleiche sah ich von diesem  
Punkte des 1. Sakral wirbeis ein Piriformisbündel entspringen.  
Punkte des 1. Sakral wirbeis ein Piriformisbündel entspringen.  


Line 17,986: Line 16,219:


Frau. Es war dieses das einzige Kreuzbein, an welchem sich gar  
Frau. Es war dieses das einzige Kreuzbein, an welchem sich gar  
keine Reliefzeichnung fand, die sich hätte auf den Ursprung des Mus-
keine Reliefzeichnung fand, die sich hätte auf den Ursprung des Musculus piriformis beziehen lassen.  
culus piriformis beziehen lassen.  


Ob der Ursprung des Musculus piriformis am 2. und 3. Sakral-
Ob der Ursprung des Musculus piriformis am 2. und 3. Sakralwirbel weiter medianwärts vorragt, hängt in hohem Grade vom Bau  
wirbel weiter medianwärts vorragt, hängt in hohem Grade vom Bau  
des Sacrum ab. Teilt man die Kreuzbeine in solche, bei denen die  
des Sacrum ab. Teilt man die Kreuzbeine in solche, bei denen die  
Lineae piriformes medianwärts so weit vorragen, daß am 2., 2. und 3.  
Lineae piriformes medianwärts so weit vorragen, daß am 2., 2. und 3.  
oder 3. Sakralwirbel nur ^/g oder weniger von der Breite des Wirbel-
oder 3. Sakralwirbel nur ^/g oder weniger von der Breite des Wirbelkörpers zwischen ihnen frei bleibt, und solche, bei denen das Muskelfeld medianwärts weniger weit vorragt, so entfallen, wie die untenstehende Tabelle zeigt, auf diese Gruppen je 33, ö] 24 und 87 Beobachtungen, das ist je 22,1 Proz., 3,4 Proz., 16,1 Proz. und 58,4 Proz. aller  
körpers zwischen ihnen frei bleibt, und solche, bei denen das Muskel-
feld medianwärts weniger weit vorragt, so entfallen, wie die unten-
stehende Tabelle zeigt, auf diese Gruppen je 33, ö] 24 und 87 Beobach-
tungen, das ist je 22,1 Proz., 3,4 Proz., 16,1 Proz. und 58,4 Proz. aller  




Line 18,029: Line 16,256:




nur am 2. Sa-
nur am 2. Sa
 


am 2. und 3.  
am 2. und 3.  
Line 18,107: Line 16,333:




5 Sakralwirbeil), Krüm-
5 Sakralwirbeil), Krüm
 




Line 18,138: Line 16,363:




5 Sakral Wirbel '-), dop-
5 Sakral Wirbel '-), dop
 




Line 18,152: Line 16,376:


peltes Promontorium  
peltes Promontorium  
6 Sakralwirbei ^ ), Krüm-
6 Sakralwirbei ^ ), Krüm
 


1 (10,0)  
1 (10,0)  
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6 Sakralwirbel*), dop-
6 Sakralwirbel*), dop
 




Line 18,255: Line 16,477:


1) 2 mal beteiligte sich der letzte Sakralwirbel nur einseitig an  
1) 2 mal beteiligte sich der letzte Sakralwirbel nur einseitig an  
der Bildung der Pars lateralis. 20mal war ein Coccygealwirbel synosto-
der Bildung der Pars lateralis. 20mal war ein Coccygealwirbel synostotisch mit dem Sacrum verbunden, 2mal waren es zwei, Imal sogar  
tisch mit dem Sacrum verbunden, 2mal waren es zwei, Imal sogar  
drei Coccygealwirbel.  
drei Coccygealwirbel.  


Line 18,263: Line 16,484:


3) 2 mal beteiligte sich der letzte Sakralwirbel nur einseitig an  
3) 2 mal beteiligte sich der letzte Sakralwirbel nur einseitig an  
der Bildung der Pars lateralis. 2 mal war ein Coccygealwirbel synosto-
der Bildung der Pars lateralis. 2 mal war ein Coccygealwirbel synostotisch mit dem Sacrum verbunden.  
tisch mit dem Sacrum verbunden.  


4) 2 mal war der 1. Sakralwirbel mit den übrigen nicht synosto-
4) 2 mal war der 1. Sakralwirbel mit den übrigen nicht synostotisch verbunden, sondern frei. 1 mal beteiligte sieh der letzte Sakralwirbel nur einseitig an der Bildung der Pars lateralis.  
tisch verbunden, sondern frei. 1 mal beteiligte sieh der letzte Sakral-
wirbel nur einseitig an der Bildung der Pars lateralis.  


Sacra, deren 1. Wirbel nur einseitig mit dem Ileum artikulierte  
Sacra, deren 1. Wirbel nur einseitig mit dem Ileum artikulierte  
Line 18,281: Line 16,499:
Fälle. Die geringere Ausdehnung des Muskelfeldes findet sich bei  
Fälle. Die geringere Ausdehnung des Muskelfeldes findet sich bei  
den verschiedenen Formen des Sacrum nahezu gleich häufig: mag das  
den verschiedenen Formen des Sacrum nahezu gleich häufig: mag das  
Sacrum aus 5 oder 6 Wirbeln zusammengesetzt sein, möge die Krüm-
Sacrum aus 5 oder 6 Wirbeln zusammengesetzt sein, möge die Krümmung einheitlich sein oder ein doppeltes Promontorium bestehen, die  
mung einheitlich sein oder ein doppeltes Promontorium bestehen, die  
Häufigkeit dieser letzteren Fälle schwankt nur zwischen 50 und 60 Proz.  
Häufigkeit dieser letzteren Fälle schwankt nur zwischen 50 und 60 Proz.  
Ganz anders verhalten sich die Fälle, bei welchen die Lineae piriformes  
Ganz anders verhalten sich die Fälle, bei welchen die Lineae piriformes  
medianwärts weiter vorragen.  
medianwärts weiter vorragen.  


Besteht das Sacrum aus 5 Wirbeln und ist die Krümmung ein-
Besteht das Sacrum aus 5 Wirbeln und ist die Krümmung einheitlich, so gehören die medianwärts weit vorragenden Lineae piriformes vorwiegend dem 2. Sakralwirbel an. Besteht das Sacrum aus  
heitlich, so gehören die medianwärts weit vorragenden Lineae piri-
formes vorwiegend dem 2. Sakralwirbel an. Besteht das Sacrum aus  
5 Wirbeln und ist das Promontorium doppelt, so hat vorwiegend der  
5 Wirbeln und ist das Promontorium doppelt, so hat vorwiegend der  
3. Sakralwirbel die medianwärts weit vorspringenden Lineae piriformes.  
3. Sakralwirbel die medianwärts weit vorspringenden Lineae piriformes.  
Das Gleiche findet sich, und zwar mit zunehmender Häufigkeit, bei  
Das Gleiche findet sich, und zwar mit zunehmender Häufigkeit, bei  
Kreuzbeinen, die aus 6 Wirbeln bestehen. Daß das Ursprungsfeld des  
Kreuzbeinen, die aus 6 Wirbeln bestehen. Daß das Ursprungsfeld des  
Musculus pii'iformis sowohl am 2. wie auch am 3. Sakralwirbel median-
Musculus pii'iformis sowohl am 2. wie auch am 3. Sakralwirbel medianwärts weit vorragt, ist überhaupt selten; bei 6.wirbeligen Kreuzbeinen mit doppeltem Promontorium habe ich diesen Zustand keinmal  
wärts weit vorragt, ist überhaupt selten; bei 6.wirbeligen Kreuz-
beinen mit doppeltem Promontorium habe ich diesen Zustand keinmal  
gefunden.  
gefunden.  


Bedingt ist das scheinbare Tiefertreten des Piriformisursprunges  
Bedingt ist das scheinbare Tiefertreten des Piriformisursprunges  
durch das Tiefertreten der Facies auricularis. Diese steht im allge-
durch das Tiefertreten der Facies auricularis. Diese steht im allgemeinen am höchsten, wenn das Sacrum aus 5 Wirbeln besteht und die  
meinen am höchsten, wenn das Sacrum aus 5 Wirbeln besteht und die  
Krümmung einheitlich ist ; sie reicht tiefer hinunter, wenn bei 5 Sakralwirbeln das Promontorium doppelt ist, noch tiefer, wenn das Sacrum  
Krümmung einheitlich ist ; sie reicht tiefer hinunter, wenn bei 5 Sakral-
wirbeln das Promontorium doppelt ist, noch tiefer, wenn das Sacrum  
aus 6 Wirbeln besteht, und am tiefsten, wenn das Promontorium  
aus 6 Wirbeln besteht, und am tiefsten, wenn das Promontorium  
dabei doppelt ist ^). In dieser Reihenfolge nimmt die Häufigkeit eines  
dabei doppelt ist ^). In dieser Reihenfolge nimmt die Häufigkeit eines  
Line 18,311: Line 16,522:
von 5,8 Proz. auf 30,0, 35,3 und 47,4 Proz. steigt.  
von 5,8 Proz. auf 30,0, 35,3 und 47,4 Proz. steigt.  


Bei kräftig entwickelter Muskulatur läßt sich dem-
Bei kräftig entwickelter Muskulatur läßt sich demnach erwarten, daß der Ursprung des Musculus piriformis auf den Körper mindestens eines Sakralwirbels  
nach erwarten, daß der Ursprung des Musculus piri-
formis auf den Körper mindestens eines Sakralwirbels  
übergreift.  
übergreift.  


Ich habe auch versucht, der Frage näher zu treten, ob das Ur-
Ich habe auch versucht, der Frage näher zu treten, ob das Ursprungsfeld des Musculus piriformis verschieden sei, je nachdem welcher  
sprungsfeld des Musculus piriformis verschieden sei, je nachdem welcher  
Wirbel der 1. Sakral wirbel ist. Es zeigt sich, daß dieselben Relief
Wirbel der 1. Sakral wirbel ist. Es zeigt sich, daß dieselben Relief-
 




Line 18,334: Line 16,541:




Verhältnisse wiederkehren, ob nun Wirbel 24, 25 oder 26 der 1. Sakral-
Verhältnisse wiederkehren, ob nun Wirbel 24, 25 oder 26 der 1. Sakralwirbel ist.  
wirbel ist.  


Ein gewisser Geschlechtsdimorphismus ist deutlich vorhanden.  
Ein gewisser Geschlechtsdimorphismus ist deutlich vorhanden.  
Line 18,341: Line 16,547:


Ich will nicht unerwähnt lassen, daß bei 23 männhchen und  
Ich will nicht unerwähnt lassen, daß bei 23 männhchen und  
4 weiblichen Kreuzbeinen bekannt war, welchem Volksstamme sie an-
4 weiblichen Kreuzbeinen bekannt war, welchem Volksstamme sie angehörten. Es waren 14 Türken, 4 Tataren, 2 Russen, 2 Letten, 1 Este,  
gehörten. Es waren 14 Türken, 4 Tataren, 2 Russen, 2 Letten, 1 Este,  
2 Estinen, 1 Litauerin und 1 Negerin. Unter diesen Kreuzbeinen  
2 Estinen, 1 Litauerin und 1 Negerin. Unter diesen Kreuzbeinen  
war das Ursprungsfeld des Musculus piriformis medianwärts weit aus-
war das Ursprungsfeld des Musculus piriformis medianwärts weit ausdehnt bei: 7 Türken, 2 Tataren, den beiden Letten und der Negerin.  
dehnt bei: 7 Türken, 2 Tataren, den beiden Letten und der Negerin.  
Das Kreuzbein dieses Negermädchens besteht aus den Wirbeln 25—30.  
Das Kreuzbein dieses Negermädchens besteht aus den Wirbeln 25—30.  
Die Sakralkrümmung ist einheitlich. Die Facies auricularis gehört  
Die Sakralkrümmung ist einheitlich. Die Facies auricularis gehört  
dem 1., 2, und dem ganzen 3. Sakralwirbel an. Auf der Vorderfläche  
dem 1., 2, und dem ganzen 3. Sakralwirbel an. Auf der Vorderfläche  
des Körpers vom 3. Sakralwirbel näherten sich die beiderseitigen  
des Körpers vom 3. Sakralwirbel näherten sich die beiderseitigen  
Muskelfelder bis auf 18 mm ; der Wirbel -
Muskelfelder bis auf 18 mm ; der Wirbel körper ist oben 32 mm, unten 29 mm  
körper ist oben 32 mm, unten 29 mm  
breit.  
breit.  


Line 18,358: Line 16,561:
bei anthropoiden Affen vorzuliegen. Ein  
bei anthropoiden Affen vorzuliegen. Ein  
dem hiesigen vergleichend-anatomischen  
dem hiesigen vergleichend-anatomischen  
Institute gehöriges Kreuzbein vom Orang-
Institute gehöriges Kreuzbein vom OrangUtan ist in Fig. 7 abgebildet. Es besteht aus den Wirbeln 24 — 28 ; mit letzterem ist Wirbel 29 synostotisch verbunden , doch hat derselbe coccygealen  
Utan ist in Fig. 7 abgebildet. Es be-
steht aus den Wirbeln 24 — 28 ; mit letz-
terem ist Wirbel 29 synostotisch verbun-
den , doch hat derselbe coccygealen  
Charakter, da er sich nicht an der Bildung  
Charakter, da er sich nicht an der Bildung  
der Pars lateralis beteiligt. Die Sakral-
der Pars lateralis beteiligt. Die Sakralkrümmung ist einheitlich , die Facies  
krümmung ist einheitlich , die Facies  
auricularis gehört dem 1., 2. und zu einem  
auricularis gehört dem 1., 2. und zu einem  
geringen Teile auch dem 3. Sakralwirbel  
geringen Teile auch dem 3. Sakralwirbel  
an. Ueber den Körper des 3. Sakral-
an. Ueber den Körper des 3. Sakralwirbels zieht jederseits eine medianwärts  
wirbels zieht jederseits eine medianwärts  
nur wenig ausgebauchte Knochenleiste herab,  
nur wenig ausgebauchte Knochenleiste herab,  
des Seitenfortsatzes sehr nahe.  
des Seitenfortsatzes sehr nahe.  


Im zoologischen Museum der Kaiserlichen Akademie der Wissen-
Im zoologischen Museum der Kaiserlichen Akademie der Wissenschaften in St. Petersburg stehen 5 Anthropoidenskelette. Das Kreuzbein eines männlichen Orang gleicht sehr dem eben beschriebenen  
schaften in St. Petersburg stehen 5 Anthropoidenskelette. Das Kreuz-
Exemplare. Es besteht aus den Wirbeln 24—28. Die Sakralkrümraung ist einheitlich. Die Facies auricularis gehört dem 1. und 2.  
bein eines männlichen Orang gleicht sehr dem eben beschriebenen  
Exemplare. Es besteht aus den Wirbeln 24—28. Die Sakralkrüm-
raung ist einheitlich. Die Facies auricularis gehört dem 1. und 2.  
und zu einem kleinen Teile auch dem 3. Sakralwirbel an. Der  
und zu einem kleinen Teile auch dem 3. Sakralwirbel an. Der  


Line 18,409: Line 16,603:


Am Skelett eines weiblichen Schimpanse und an den beiden  
Am Skelett eines weiblichen Schimpanse und an den beiden  
Gorillaskeletten des Museums waren Lineae piriformes nicht zu be-
Gorillaskeletten des Museums waren Lineae piriformes nicht zu bemerken ; doch ist daran wahrscheinlich der nicht tadellose Erhaltungszustand der Knochenoberfläche schuld.  
merken ; doch ist daran wahrscheinlich der nicht tadellose Erhaltungs-
zustand der Knochenoberfläche schuld.  


14  
14  
Line 18,421: Line 16,613:
Das Manuskript ist am 30. Juli d. J. hier eingegangen.  
Das Manuskript ist am 30. Juli d. J. hier eingegangen.  
Da die Korrektur nicht zurückkam, ist sie hier gelesen worden.  
Da die Korrektur nicht zurückkam, ist sie hier gelesen worden.  
Dabei ist in der letzten Zeile der sinnentstellende Fehler: inter-
Dabei ist in der letzten Zeile der sinnentstellende Fehler: intercellular e stehen geblieben statt : intracelluläre, was zu verbessern  
cellular e stehen geblieben statt : intracelluläre, was zu verbessern  
bittet  
bittet  


Line 18,433: Line 16,624:
Notiz betreffend Adresse.  
Notiz betreffend Adresse.  


Der Unterzeichnete bittet ihm in diesem Winter kleinere Zu-
Der Unterzeichnete bittet ihm in diesem Winter kleinere Zusendungen zu schicken nach Pegli bei Genua, Hotel de la  
sendungen zu schicken nach Pegli bei Genua, Hotel de la  
Mediterran^e.  
Mediterran^e.  


Line 18,483: Line 16,673:


Inhalt. Aufsätze. Gustav Schlater, Kritisches zur Frage vom Bau der  
Inhalt. Aufsätze. Gustav Schlater, Kritisches zur Frage vom Bau der  
Leberzelle. Mit 1 Abbildung, p. 249—259. — Franz Weidenreich, Zur Milz-
Leberzelle. Mit 1 Abbildung, p. 249—259. — Franz Weidenreich, Zur Milzfrage. Mit 2 Abbildungen, p. 260 — 267. — Richard Weinberg, Die Interzentralbrücke der Carnivoren und der Sulcus Eolandi. Mit 4 Abbildungen, p. 268 — 280.  
frage. Mit 2 Abbildungen, p. 260 — 267. — Richard Weinberg, Die Interzentral-
brücke der Carnivoren und der Sulcus Eolandi. Mit 4 Abbildungen, p. 268 — 280.  




Line 18,507: Line 16,695:
gab ich eine eingehende Schilderung der Strukturverhältnisse in der  
gab ich eine eingehende Schilderung der Strukturverhältnisse in der  
Leberzelle und entwarf ein anschauliches Bild ihrer Architektur, wobei  
Leberzelle und entwarf ein anschauliches Bild ihrer Architektur, wobei  
ich die permanenten, lebendigen Strukturelemente und ihre gegen-
ich die permanenten, lebendigen Strukturelemente und ihre gegenseitigen topographischen Beziehungen präcisierte. Dabei ergaben sich  
seitigen topographischen Beziehungen präcisierte. Dabei ergaben sich  
einige höchst interessante Verhältnisse. Da jedoch diese Arbeit nur  
einige höchst interessante Verhältnisse. Da jedoch diese Arbeit nur  


Line 18,517: Line 16,704:
250  
250  


in russischer Sprache erschien, dabei in begrenzter Anzahl von Exem-
in russischer Sprache erschien, dabei in begrenzter Anzahl von Exemplaren, und da verschiedene Umstände mich verhinderten, dieselbe in  
plaren, und da verschiedene Umstände mich verhinderten, dieselbe in  
einer fremdländischen Sprache zu veröffentlichen, sowie meine Untersuchungen weiterzuführen, so scheint sie leider den Fachgenossen unbekannt gebheben zu sein. Gegenwärtig nun bin ich im Begriff,  
einer fremdländischen Sprache zu veröffentlichen, sowie meine Unter-
suchungen weiterzuführen, so scheint sie leider den Fachgenossen un-
bekannt gebheben zu sein. Gegenwärtig nun bin ich im Begriff,  
meine diesbezüglichen Untersuchungen wieder aufzunehmen. Vorläufig  
meine diesbezüglichen Untersuchungen wieder aufzunehmen. Vorläufig  
sei es mir jedoch gestattet, an dieser Stelle eine ganz spezielle Frage  
sei es mir jedoch gestattet, an dieser Stelle eine ganz spezielle Frage  
Line 18,530: Line 16,714:
Ich bin mit T. Browicz vollkommen einverstanden, wenn er die  
Ich bin mit T. Browicz vollkommen einverstanden, wenn er die  
Existenz von zwei Kapillarsystemen (im Sinne bestimmter permanenter  
Existenz von zwei Kapillarsystemen (im Sinne bestimmter permanenter  
Strukturelemente der Zelle) in der Leberzelle für bewiesen und voll-
Strukturelemente der Zelle) in der Leberzelle für bewiesen und vollkommen gerechtfertigt hält. Obschon ich selbst diese Systeme keiner  
kommen gerechtfertigt hält. Obschon ich selbst diese Systeme keiner  
speziellen Untersuchung unterzogen hatte, so habeich ihnen doch in meiner  
speziellen Untersuchung unterzogen hatte, so habeich ihnen doch in meiner  
citierten russischen Arbeit mehrere Seiten gewidmet (p. 68 — 76), wobei  
citierten russischen Arbeit mehrere Seiten gewidmet (p. 68 — 76), wobei  
ich die ganze hierhergehörige Litteratur besprochen habe und schließ-
ich die ganze hierhergehörige Litteratur besprochen habe und schließlich mich dahin ausspreche: „So daß wir, sogar auf Grund nur der  
lich mich dahin ausspreche: „So daß wir, sogar auf Grund nur der  
Litteraturangaben, berechtigt sind anzuerkennen, daß im Leibe der  
Litteraturangaben, berechtigt sind anzuerkennen, daß im Leibe der  
Leberzelle bestimmte Kapillarwege vorhanden sind,  
Leberzelle bestimmte Kapillarwege vorhanden sind,  
Line 18,542: Line 16,724:
auch den Blutkapillaren" (p. 72). , . .  
auch den Blutkapillaren" (p. 72). , . .  


„Und wenn wir weiterhin eine ganze Reihe physiologischer Mo-
„Und wenn wir weiterhin eine ganze Reihe physiologischer Momente aus der Physiologie der Zelle berücksichtigen, so sind wir schon  
mente aus der Physiologie der Zelle berücksichtigen, so sind wir schon  
a priori geneigt, an die Notwendigkeit einer Existenz von intracellulären Kapillaren zu glauben" (p. 74).  
a priori geneigt, an die Notwendigkeit einer Existenz von intracellu-
lären Kapillaren zu glauben" (p. 74).  


Und weiterhin sage ich über das topographische Verhältnis der-
Und weiterhin sage ich über das topographische Verhältnis derselben in der Zelle: „Ich glaube, daß es sogar ohne jegliche Beweise  
selben in der Zelle: „Ich glaube, daß es sogar ohne jegliche Beweise  
vollkommen klar ist, daß sie nur in [der Grundsubstanz (intercytoblastische Substanz) verlaufen können, und zwar, wenn wir uns die Abbildungen der Autoren vergegenwärtigen, in den Balken und Aesten  
vollkommen klar ist, daß sie nur in [der Grundsubstanz (intercyto-
blastische Substanz) verlaufen können, und zwar, wenn wir uns die Ab-
bildungen der Autoren vergegenwärtigen, in den Balken und Aesten  
des oben beschriebenen Zellkörpergerüstes, d. h. an den Stellen einer  
des oben beschriebenen Zellkörpergerüstes, d. h. an den Stellen einer  
mächtigeren Entwickelung der intercytoblastischen Substanz. Diese  
mächtigeren Entwickelung der intercytoblastischen Substanz. Diese  
sozusagen Hauptkapillaren senden, höchst wahrscheinlich, feinste Aest-
sozusagen Hauptkapillaren senden, höchst wahrscheinlich, feinste Aestchen aus, welche in den Maschen dieses Gerüstes, in der intercytoblastiscden Substanz, zwischen den einzelnen Waben, verlaufen" (p. 85).  
chen aus, welche in den Maschen dieses Gerüstes, in der intercyto-
blastiscden Substanz, zwischen den einzelnen Waben, verlaufen" (p. 85).  
AehnHch stellt sich die topographischen Verhältnisse der intracellulären  
AehnHch stellt sich die topographischen Verhältnisse der intracellulären  
Kapillarsysteme auch T. Browicz vor, denn in seiner unlängst er-
Kapillarsysteme auch T. Browicz vor, denn in seiner unlängst erschienenen Arbeit: „Meine Ansicht über den Bau der Leberzelle", VirCHOws Archiv, Bd. 168, H. 1, 1902, sagt er:  
schienenen Arbeit: „Meine Ansicht über den Bau der Leberzelle", Vir-
CHOws Archiv, Bd. 168, H. 1, 1902, sagt er:  




Line 18,571: Line 16,744:
gleiche Verhalten und Aussehen dieser intracellulären Fibrillen mit  
gleiche Verhalten und Aussehen dieser intracellulären Fibrillen mit  
den leeren oder gefüllten intracellulären Gallenkanälchen führt zu der,  
den leeren oder gefüllten intracellulären Gallenkanälchen führt zu der,  
glaube ich, wohlbegründeten Annahme, daß innerhalb des Leberzellen-
glaube ich, wohlbegründeten Annahme, daß innerhalb des Leberzellenparenchyms ein Gerüst besteht (Holmgrens Trophospongium) , in  
parenchyms ein Gerüst besteht (Holmgrens Trophospongium) , in  
welchem die intracellulären Kanälchen verlaufen, so daß dadurch ein  
welchem die intracellulären Kanälchen verlaufen, so daß dadurch ein  
schwammiger Bau entsteht. Innerhalb der Maschen dieses schwam-
schwammiger Bau entsteht. Innerhalb der Maschen dieses schwammigen Gerüstes sind die übrigen Bestandteile der Zelle enthalten."  
migen Gerüstes sind die übrigen Bestandteile der Zelle enthalten."  
Diese letzte Arbeit Browiczs war für mich auch in der Hinsicht erfreulich, daß sie einige Bemerkungen enthält, welche zeigen, daß dieser  
Diese letzte Arbeit Browiczs war für mich auch in der Hinsicht er-
Forscher über die Architektur des Leberzellenbaues in den Hauptzügen dieselbe Vorstellung zu haben scheint wie ich. Er sagt z. B. :  
freulich, daß sie einige Bemerkungen enthält, welche zeigen, daß dieser  
Forscher über die Architektur des Leberzellenbaues in den Haupt-
zügen dieselbe Vorstellung zu haben scheint wie ich. Er sagt z. B. :  
„Die Leberzelle muß . . . , eine komplizierte morphologische Struktur, analog  
„Die Leberzelle muß . . . , eine komplizierte morphologische Struktur, analog  
einem Organismus, haben." Sodann findet sich folgender Passus;  
einem Organismus, haben." Sodann findet sich folgender Passus;  
„Das Hineingelangen von Erythrocyten und Hämoglobin in die Leber-
„Das Hineingelangen von Erythrocyten und Hämoglobin in die Leberzelle, das Befördern derselben bis in den Kern hinein, deutet auf eine  
zelle, das Befördern derselben bis in den Kern hinein, deutet auf eine  
gewisse Kontraktihtät des Parenchyms der Leberzelle hin, was möglicherweise dem von mir angenommenen Zellgerüst zukommt." In  
gewisse Kontraktihtät des Parenchyms der Leberzelle hin, was mög-
licherweise dem von mir angenommenen Zellgerüst zukommt." In  
meiner ausführlichen russischen Arbeit spreche ich dieselbe Vermutung  
meiner ausführlichen russischen Arbeit spreche ich dieselbe Vermutung  
aus: „Was die Grundsubstanz selbst betrifft, so ist sie anscheinend  
aus: „Was die Grundsubstanz selbst betrifft, so ist sie anscheinend  
Line 18,597: Line 16,764:
J. Arnolds gedenke: „Ueber feinere Strukturen in der Leber; ein  
J. Arnolds gedenke: „Ueber feinere Strukturen in der Leber; ein  
weiterer Beitrag zur Granulalehre", Virchows Archiv, Bd. 166, 1901  
weiterer Beitrag zur Granulalehre", Virchows Archiv, Bd. 166, 1901  
— welche den Granula (oder Cytoblasten) die Bedeutung wahrer Struktur-
— welche den Granula (oder Cytoblasten) die Bedeutung wahrer Strukturelemente der Leberzelle sichert — so ergibt sich für mich eine angenehme Bestätigung meiner (1898) ausführlich entwickelten Ansichten.  
elemente der Leberzelle sichert — so ergibt sich für mich eine an-
genehme Bestätigung meiner (1898) ausführlich entwickelten Ansichten.  


Das Vorhandensein eines doppelten Kanälchensystems im Leibe  
Das Vorhandensein eines doppelten Kanälchensystems im Leibe  
der Leberzelle, oder im Parenchym der Leberzelle (sehr treffender  
der Leberzelle, oder im Parenchym der Leberzelle (sehr treffender  
Ausdruck von Browicz), halte ich also für bewiesen. (Und zwar un-
Ausdruck von Browicz), halte ich also für bewiesen. (Und zwar ungeachtet dessen, daß es von solch einem Forscher, wie J. Arnold, in  
geachtet dessen, daß es von solch einem Forscher, wie J. Arnold, in  
Abrede gestellt wird — 1. c.) Sehr möglich, und wahrscheinlich, daß  
Abrede gestellt wird — 1. c.) Sehr möglich, und wahrscheinlich, daß  
eines dieser Systeme seinen Ursprung im Kerne hat. Diese Ansicht  
eines dieser Systeme seinen Ursprung im Kerne hat. Diese Ansicht  
vertritt Browicz. Schon in seiner im Jahre 1897 erschienenen Mit-
vertritt Browicz. Schon in seiner im Jahre 1897 erschienenen Mit
 
17*  
17*  


Line 18,615: Line 16,778:
252  
252  


teilung : „Die Verschiedeoheit der intracellularen galligen Pigmentab-
teilung : „Die Verschiedeoheit der intracellularen galligen PigmentablageruDgen in der Leber in Bezug auf Farbe und Aggregatzustand und  
lageruDgen in der Leber in Bezug auf Farbe und Aggregatzustand und  
die daraus zu ziehenden Schlüsse", Deutsche med, Wochenschr , 1897,  
die daraus zu ziehenden Schlüsse", Deutsche med, Wochenschr , 1897,  
No. 23, formuliert er die bisherigen Ergebnisse seiner Untersuchungen  
No. 23, formuliert er die bisherigen Ergebnisse seiner Untersuchungen  
Line 18,624: Line 16,786:
Grundlage von pathologischer Vakuolisation des Kernes bilden". . . .  
Grundlage von pathologischer Vakuolisation des Kernes bilden". . . .  
„Innerhalb der Chromatingrundsubstanz des Kernes der Leberzelle  
„Innerhalb der Chromatingrundsubstanz des Kernes der Leberzelle  
besteht ein S3^stem von feineu Räumen oder Kanälchen, welche in un-
besteht ein S3^stem von feineu Räumen oder Kanälchen, welche in unmittelbarer Verbindung stehen mit einem intraprotoplasmatischen  
mittelbarer Verbindung stehen mit einem intraprotoplasmatischen  
Kanälchensystem, das wieder mit den intercellulären Gallengängen unmittelbar zusammenhängt". . . „Der Anfang der Gallenkanälchen müßte  
Kanälchensystem, das wieder mit den intercellulären Gallengängen un-
mittelbar zusammenhängt". . . „Der Anfang der Gallenkanälchen müßte  
demnach in den Kern der Leberzelle verlegt werden."  
demnach in den Kern der Leberzelle verlegt werden."  


Meine eingehende histologische Analyse der topographischen Struk-
Meine eingehende histologische Analyse der topographischen Strukturverhältnisse, welcher ich in meiner russischen Arbeit den Kern  
turverhältnisse, welcher ich in meiner russischen Arbeit den Kern  
unterzog, führte zum Entwurf eines Schemas der Architektur des  
unterzog, führte zum Entwurf eines Schemas der Architektur des  
Kernes. Dabei erwies es sich, daß im Zentrum des Kernes ein ellipso-
Kernes. Dabei erwies es sich, daß im Zentrum des Kernes ein ellipsoider Hohlraum vorhanden sein müsse. Ich führe hier die betreifende  
ider Hohlraum vorhanden sein müsse. Ich führe hier die betreifende  
Ausführung aus meiner Arbeit an. Auf p. 55/56 heißt es: „Nicht  
Ausführung aus meiner Arbeit an. Auf p. 55/56 heißt es: „Nicht  
selten gewahrt man Kerne, welche in ihrem Inneren gewisse unge-
selten gewahrt man Kerne, welche in ihrem Inneren gewisse ungefärbte Räume zeigen. Diese Räume haben bald eine ziemlich regelrechte runde Form, bald zeigen sie die Umrisse eines Ovals; sie  
färbte Räume zeigen. Diese Räume haben bald eine ziemlich regel-
rechte runde Form, bald zeigen sie die Umrisse eines Ovals; sie  
liegen bald im Zentrum des Kernes, bald etwas exzentrisch, dabei wie  
liegen bald im Zentrum des Kernes, bald etwas exzentrisch, dabei wie  
in den runden so auch in den ovalen Kernen, so daß, in den ver-
in den runden so auch in den ovalen Kernen, so daß, in den verschiedenen Zellkernbildern diese Räume, anscheinend, verschiedene  
schiedenen Zellkernbildern diese Räume, anscheinend, verschiedene  
Form und verschiedene Lagerung haben. Jedoch ein Vergleich der  
Form und verschiedene Lagerung haben. Jedoch ein Vergleich der  
Kerne untereinander, wobei dieselben Bedingungen betreffs der Schnitt-
Kerne untereinander, wobei dieselben Bedingungen betreffs der Schnittrichtung berücksichtigt werden müssen, führt uns zu dem Schlüsse, daß  
richtung berücksichtigt werden müssen, führt uns zu dem Schlüsse, daß  
dieser ungefärbt gebliebene Raum im Inneren des Kernes eine bestimmte Form l)esitzt, welche der Form des Kernes entspricht, d. h.  
dieser ungefärbt gebliebene Raum im Inneren des Kernes eine be-
stimmte Form l)esitzt, welche der Form des Kernes entspricht, d. h.  
die Form eines Ellipsoids. Dabei konstatieren wir die Tatsache, daß  
die Form eines Ellipsoids. Dabei konstatieren wir die Tatsache, daß  
dieser Raum im Inneren jenes vermeintlichen Oktaeders liegt, welcher  
dieser Raum im Inneren jenes vermeintlichen Oktaeders liegt, welcher  
Line 18,654: Line 16,807:




1) Damit die in dieser Mitteilung besprochenen Verhältnisse voll-
1) Damit die in dieser Mitteilung besprochenen Verhältnisse vollkommen klar und deutlich den Lesern vor Augen treten, und um meinen  
kommen klar und deutlich den Lesern vor Augen treten, und um meinen  
Standpunkt etwas genauer zu präcisieren, gebe ich eine Abbildung,  
Standpunkt etwas genauer zu präcisieren, gebe ich eine Abbildung,  
welche meiner russischen Arbeit entnommen ist. Sie stellt das von mir  
welche meiner russischen Arbeit entnommen ist. Sie stellt das von mir  
konstruierte Schema der Architektur des Leberzellkernes dar. Ein paar  
konstruierte Schema der Architektur des Leberzellkernes dar. Ein paar  
W^orte über das Kernkörperchensystem und die dasselbe zusammen-
W^orte über das Kernkörperchensystem und die dasselbe zusammensetzenden Kernkörperchenapparate, werde ich noch weiter unten sagen.  
setzenden Kernkörperchenapparate, werde ich noch weiter unten sagen.  




Line 18,675: Line 16,826:
mit einem Worte — ein zeitliches Gebilde, und nicht der Ausdruck  
mit einem Worte — ein zeitliches Gebilde, und nicht der Ausdruck  
einer permanenten Kernstruktur. Welches aber auch die physiologische  
einer permanenten Kernstruktur. Welches aber auch die physiologische  
Bedeutung dieser Räume sein möge, wir können einstweilen, in An-
Bedeutung dieser Räume sein möge, wir können einstweilen, in Anbetracht ihres beständigen Vorkommens, ihrer bestimmten und regelrechten Form und auf  
betracht ihres beständigen Vorkommens, ihrer bestimmten und regel-
rechten Form und auf  


Grund einiger mikrosko- ^\)  
Grund einiger mikrosko- ^\)  


pischer Bilder, nur eins  
pischer Bilder, nur eins  
konstatieren: daß näm-
konstatieren: daß nämlich die beschriebenen  
lich die beschriebenen  
Gebilde bestimmte Hohlräume von ellipsoider  
Gebilde bestimmte Hohl-
räume von ellipsoider  
Gestaltdarstellen, welche  
Gestaltdarstellen, welche  
im Zentrum des Kernes,  
im Zentrum des Kernes,  
im Inneren des Kernkör-
im Inneren des Kernkörperchensystems liegen,  
perchensystems liegen,  
wobei die lange Achse  
wobei die lange Achse  
dieses Hohlraumes mit  
dieses Hohlraumes mit  
Line 18,697: Line 16,843:
vom übrigen Leibe des  
vom übrigen Leibe des  
Kernes abgegrenzt wird ;  
Kernes abgegrenzt wird ;  
ob er in einem organi-
ob er in einem organischen Zusammenhange  
schen Zusammenhange  


a der intranucleäre ellipsoide Hohlraum, h die sechs Kernköi-perchenapparate (der  
a der intranucleäre ellipsoide Hohlraum, h die sechs Kernköi-perchenapparate (der  
Line 18,710: Line 16,855:


mit den intracellulären Kapillaren steht und durch deren Vermittelung  
mit den intracellulären Kapillaren steht und durch deren Vermittelung  
also auch mit den extracellulären, dabei mit welchen, den venösen, ar-
also auch mit den extracellulären, dabei mit welchen, den venösen, arteriellen oder den Gallenkapillaren ; sowie einige andere wichtige Fragen  
teriellen oder den Gallenkapillaren ; sowie einige andere wichtige Fragen  
— bleiben einstweilen ohne jegliche befriedigende Klärung. Einstweilen  
— bleiben einstweilen ohne jegliche befriedigende Klärung. Einstweilen  
müssen wir uns begnügen, das Faktum zu konstatieren, um so mehr, als  
müssen wir uns begnügen, das Faktum zu konstatieren, um so mehr, als  
Line 18,723: Line 16,867:
vermerken sind, wie wir noch weiter unten sehen werden." Auf p. 80  
vermerken sind, wie wir noch weiter unten sehen werden." Auf p. 80  
sage ich: „Daß solch ein Hohlraum existiert, ist ein Faktum, welches,  
sage ich: „Daß solch ein Hohlraum existiert, ist ein Faktum, welches,  
meiner Meinung nach, nicht bezweifelt werden kann: zu deutlich ver-
meiner Meinung nach, nicht bezweifelt werden kann: zu deutlich veranschaulichen das einige Präparate. Die Frage ist nur die: Wie ist  
anschaulichen das einige Präparate. Die Frage ist nur die: Wie ist  
dieses Faktum zu verstehen und auszulegen? Ich persönlich enthalte  
dieses Faktum zu verstehen und auszulegen? Ich persönlich enthalte  
mich einstweilen von jeglichem Urteil darüber." Was haben wir nun  
mich einstweilen von jeglichem Urteil darüber." Was haben wir nun  
in der Litteratur über diese spezielle Frage? Nur sehr wenige, in-
in der Litteratur über diese spezielle Frage? Nur sehr wenige, indirekte Hinweise. Und ich finde es angezeigt, an dieser Stelle diese  
direkte Hinweise. Und ich finde es angezeigt, an dieser Stelle diese  
wenigen, sozusagen vorübergehenden Angaben mit meinen positiven  
wenigen, sozusagen vorübergehenden Angaben mit meinen positiven  
in Einklang zu bringen. Die von mir beschriebenen Hohlräume im  
in Einklang zu bringen. Die von mir beschriebenen Hohlräume im  
Kerne der Leberzellen haben außer mir zwei Forscher vor sich ge-
Kerne der Leberzellen haben außer mir zwei Forscher vor sich gehabt, gesehen, sogar abgebildet, aber entweder nicht besonders beachtet, oder als pathologische Gebilde aufgefaßt. Diese zwei Forscher  
habt, gesehen, sogar abgebildet, aber entweder nicht besonders be-
sind: A. Tkambusti und T. Bkowicz. Daß Trambusti diese Hohlräume gesehen hat, beweisen mir deutlich die Abbildungen 24 und 26  
achtet, oder als pathologische Gebilde aufgefaßt. Diese zwei Forscher  
sind: A. Tkambusti und T. Bkowicz. Daß Trambusti diese Hohl-
räume gesehen hat, beweisen mir deutlich die Abbildungen 24 und 26  
in seiner Arbeit: „Contributo alio studio della fisio-patologia della  
in seiner Arbeit: „Contributo alio studio della fisio-patologia della  
cellula epatica"; Ricerche fatte nel Laboratorio di Anatomia normale  
cellula epatica"; Ricerche fatte nel Laboratorio di Anatomia normale  
della Universitä di Roma ed in altri Laboratori biologici, Vol. 5, Fase. 2,  
della Universitä di Roma ed in altri Laboratori biologici, Vol. 5, Fase. 2,  
1896. — Jedoch er analysierte zu oberflächlich die Strukturverhält-
1896. — Jedoch er analysierte zu oberflächlich die Strukturverhältnisse des Kernes. Den fraglichen Gebilden widmet er zwar mehrere  
nisse des Kernes. Den fraglichen Gebilden widmet er zwar mehrere  
Seiten, faßt sie jedoch als pathologische Bildungen auf, sucht sie in  
Seiten, faßt sie jedoch als pathologische Bildungen auf, sucht sie in  
Zusammenhang zu bringen mit verschiedenen Angaben der Litteratur  
Zusammenhang zu bringen mit verschiedenen Angaben der Litteratur  
Line 18,751: Line 16,889:
daß er die Hohlräume im Inneren des Kernes vor sich gehabt und  
daß er die Hohlräume im Inneren des Kernes vor sich gehabt und  
gesehen hat. Man vergleiche seine Fig. 4 auf Taf. 3 der Arbeit:  
gesehen hat. Man vergleiche seine Fig. 4 auf Taf. 3 der Arbeit:  
„0 patologicznym stanie jq,dra komörek wi^trobnych" etc., w. Kra-
„0 patologicznym stanie jq,dra komörek wi^trobnych" etc., w. Krakowie 1897, oder Fig. 4 und 6, Taf. 5 seiner Arbeit: Jaki w jakiej  
kowie 1897, oder Fig. 4 und 6, Taf. 5 seiner Arbeit: Jaki w jakiej  
postaci otrzymujf^ komörki w^trobne hemoglobine?, w. Krakowie  
postaci otrzymujf^ komörki w^trobne hemoglobine?, w. Krakowie  
1897 ; und Fig. 6 seiner letzten Arbeit : „Meine Ansicht über den Bau  
1897 ; und Fig. 6 seiner letzten Arbeit : „Meine Ansicht über den Bau  
der Leberzelle", Virchows Archiv, Bd. 168, H. 1, 1902. Jedoch Bro-
der Leberzelle", Virchows Archiv, Bd. 168, H. 1, 1902. Jedoch Browicz hat die feineren Architekturverhältnisse der Leberzelle viel zu  
wicz hat die feineren Architekturverhältnisse der Leberzelle viel zu  
wenig analysiert. Wie schon gesagt, ist seine allgemeine Vorstellung  
wenig analysiert. Wie schon gesagt, ist seine allgemeine Vorstellung  
vom Leberzellenbau der Wiikhchkeit sehr nahe, jedoch die feinere  
vom Leberzellenbau der Wiikhchkeit sehr nahe, jedoch die feinere  
Line 18,767: Line 16,903:
255  
255  


pathologische Vakuolisation sowohl des Kernes als auch des Proto-
pathologische Vakuolisation sowohl des Kernes als auch des Protoplasmas, welche in pathologischen Zuständen der Leberzellen angetroffen wird, ist an die Existenz des intranucleären und intraprotoplasmatischen Sekretionskanälchensystems gebunden." Zwar sind diese  
plasmas, welche in pathologischen Zuständen der Leberzellen ange-
troffen wird, ist an die Existenz des intranucleären und intraproto-
plasmatischen Sekretionskanälchensystems gebunden." Zwar sind diese  
Gebilde, seiner Ansicht nach, insofern präfornaierte Strukturen der  
Gebilde, seiner Ansicht nach, insofern präfornaierte Strukturen der  
Kerne, als er diese Hohlräume (pathologische Vakuolen) mit seinen  
Kerne, als er diese Hohlräume (pathologische Vakuolen) mit seinen  
intranucleären Kapillaren in genetischen Zusammenhang stellt und sie  
intranucleären Kapillaren in genetischen Zusammenhang stellt und sie  
für pathologische (durch Gallen- oder Blutstauung hervorgerufene) Er-
für pathologische (durch Gallen- oder Blutstauung hervorgerufene) Erweiterungen dieser, im normalen Zustande des Kernes nicht sichtbaren  
weiterungen dieser, im normalen Zustande des Kernes nicht sichtbaren  
Kanälchen hält. Folglich hat auch Browicz keine Vorstellung von  
Kanälchen hält. Folglich hat auch Browicz keine Vorstellung von  
der wahren Natur dieser Gebilde. Ich will an dieser Stelle die Lit-
der wahren Natur dieser Gebilde. Ich will an dieser Stelle die Litteratur über die verschiedenen pathologischen Vakuolisationen der  
teratur über die verschiedenen pathologischen Vakuolisationen der  
Kerne nicht berühren; ich gebe auch gerne zu, daß Trambusti und  
Kerne nicht berühren; ich gebe auch gerne zu, daß Trambusti und  
auch Browicz auch wirklich pathologische Bildungen vor sich gehabt  
auch Browicz auch wirklich pathologische Bildungen vor sich gehabt  
Line 18,784: Line 16,915:
Falle keinen Unterschied gemacht haben zwischen pathologischen  
Falle keinen Unterschied gemacht haben zwischen pathologischen  
Vakuolisationen und wirklicher Kernstruktur ^). Man vergleiche nur  
Vakuolisationen und wirklicher Kernstruktur ^). Man vergleiche nur  
ihre oben angeführten Abbildungen z. B. mit Fig. Tb) meiner vor-
ihre oben angeführten Abbildungen z. B. mit Fig. Tb) meiner vorläufigen Mitteilung (Anat. Anz., Bd. 14, 1897) und mit Fig. IV meiner  
läufigen Mitteilung (Anat. Anz., Bd. 14, 1897) und mit Fig. IV meiner  
russischen Arbeit (1898). Dieser Vergleich wird zeigen, daß so wie  
russischen Arbeit (1898). Dieser Vergleich wird zeigen, daß so wie  
Trambusti, so auch Browicz dieselben Hohlräume gesehen haben,  
Trambusti, so auch Browicz dieselben Hohlräume gesehen haben,  
welche ich ausführlich beschrieben habe und für vollkommen nor-
welche ich ausführlich beschrieben habe und für vollkommen normale Gebilde des L eberzellkern es halte. Daß es präformierte,  
male Gebilde des L eberzellkern es halte. Daß es präformierte,  
normal in den Leberzellkernen enthaltene Hohlräume sind, bin ich  
normal in den Leberzellkernen enthaltene Hohlräume sind, bin ich  
vollkommen überzeugt. Mein Untersuchungsmaterial stammte von  
vollkommen überzeugt. Mein Untersuchungsmaterial stammte von  
Line 18,798: Line 16,927:
zwar^ zeigten sie unter dem Mikroskope wechselnde Umrisse und  
zwar^ zeigten sie unter dem Mikroskope wechselnde Umrisse und  
Lagerung, was in gewisser Abhängigkeit und Beziehung stand zu den  
Lagerung, was in gewisser Abhängigkeit und Beziehung stand zu den  
auch wechselnden und verschiedenen Kernbildern. Die Verschieden-
auch wechselnden und verschiedenen Kernbildern. Die Verschiedenheit aber der Kernbilder hängt ab von der Verschiedenheit der Schnittflächen, in denen die Kerne vom Mikrotommesser getroffen wurden.  
heit aber der Kernbilder hängt ab von der Verschiedenheit der Schnitt-
flächen, in denen die Kerne vom Mikrotommesser getroffen wurden.  
Eine eingehende mikroskopische Analyse dieser Bilder und der  
Eine eingehende mikroskopische Analyse dieser Bilder und der  
ziemlich kompHzierten Struktur- und Architekturverhältnisse des  
ziemlich kompHzierten Struktur- und Architekturverhältnisse des  
Line 18,819: Line 16,946:
bestimmtem topographischen Verhältnis stehen zu den verschiedenen  
bestimmtem topographischen Verhältnis stehen zu den verschiedenen  
Strukturelementen des Kernes. Man glaube aber nur ja nicht, daß  
Strukturelementen des Kernes. Man glaube aber nur ja nicht, daß  
ich hiermit die Existenz des von Bkowicz angenommenen Kapillar-
ich hiermit die Existenz des von Bkowicz angenommenen Kapillarsystems im Kerne in Abrede stellen möchte. Durchaus nicht. Ein  
systems im Kerne in Abrede stellen möchte. Durchaus nicht. Ein  
Teil der von ihm gesehenen großen Vakuolen kann ja, wie gesagt,  
Teil der von ihm gesehenen großen Vakuolen kann ja, wie gesagt,  
aus einer pathologischen Erv^eiterung dieser Kapillaren entstanden  
aus einer pathologischen Erv^eiterung dieser Kapillaren entstanden  
Line 18,826: Line 16,952:
Kapillaren im Leibe des Kernes, zwischen dem beschriebenen Hohlräume  
Kapillaren im Leibe des Kernes, zwischen dem beschriebenen Hohlräume  
und der Kernoberfläche gelegen ; und zwar würden die Kanälchen  
und der Kernoberfläche gelegen ; und zwar würden die Kanälchen  
dann in der intercytoblastischen Substanz, in dem feinen sogen. „Linin-
dann in der intercytoblastischen Substanz, in dem feinen sogen. „Liningerüst" verlaufen. Diese Verhältnisse kann man sich aus dem beiliegenden Schema der Architektur des Leberzellkernes veranschaulichen.  
gerüst" verlaufen. Diese Verhältnisse kann man sich aus dem bei-
liegenden Schema der Architektur des Leberzellkernes veranschaulichen.  
Hier muß ich nun um fast 40 Jahre zurückgreifen und auf eine  
Hier muß ich nun um fast 40 Jahre zurückgreifen und auf eine  
Arbeit von Mac-Gillavry hinweisen, in der eine kurze, interessante,  
Arbeit von Mac-Gillavry hinweisen, in der eine kurze, interessante,  
Line 18,835: Line 16,959:
Akad. d. Wissensch. Wien, Jahrg. 1864, Bd. 50). Am Ende dieser  
Akad. d. Wissensch. Wien, Jahrg. 1864, Bd. 50). Am Ende dieser  
Arbeit, in einem Nachtrage ist folgendes zu lesen: „Der Leberzelle  
Arbeit, in einem Nachtrage ist folgendes zu lesen: „Der Leberzelle  
aber wollen wir noch ein paar Zeilen widmen, weil wir noch ein Er-
aber wollen wir noch ein paar Zeilen widmen, weil wir noch ein Ergebnis der Lymphinjektion mitzuteilen haben, das uns vorderhand ganz  
gebnis der Lymphinjektion mitzuteilen haben, das uns vorderhand ganz  
dunkel erscheint, aber vielleicht für Studien über den feineren Bau  
dunkel erscheint, aber vielleicht für Studien über den feineren Bau  
der Leberzellen einen Anhaltspunkt gewährt. In einer frischen Hunde-
der Leberzellen einen Anhaltspunkt gewährt. In einer frischen Hundeleber hatten wir die Arteria hepatica ausgespritzt mit dickem Leim,  
leber hatten wir die Arteria hepatica ausgespritzt mit dickem Leim,  
dem präcipitiertes Bichromas plumbi zugesetzt war. Nachdem der  
dem präcipitiertes Bichromas plumbi zugesetzt war. Nachdem der  
Leim erstarrt war, wurde wässeriges Berlinerblau von den Lymph-
Leim erstarrt war, wurde wässeriges Berlinerblau von den Lymphwurzeln der Gallenblase aus in die oberflächlichen Lymphgefäße der  
wurzeln der Gallenblase aus in die oberflächlichen Lymphgefäße der  
Leber getrieben. Die an den injizierten Partien gewonnenen Präparate zeigten nun neben vielen mit blauer Masse gefüllten Lymphräumen die Kerne der Zellen intensiv blau gefärbt. Die  
Leber getrieben. Die an den injizierten Partien gewonnenen Prä-
parate zeigten nun neben vielen mit blauer Masse gefüllten Lymph-
räumen die Kerne der Zellen intensiv blau gefärbt. Die  
Gallenkapillaren waren deutlich erkennbar als helle, scharf konturierte  
Gallenkapillaren waren deutlich erkennbar als helle, scharf konturierte  
Polygone und zeigten hie und da ebenfalls einen geringen blauen  
Polygone und zeigten hie und da ebenfalls einen geringen blauen  
Line 18,856: Line 16,975:
die körnige Zellenmasse zu hinterlassen, seinen Weg bis zum Kerne  
die körnige Zellenmasse zu hinterlassen, seinen Weg bis zum Kerne  
gefunden und sich auf diesem niedergeschlagen hat, darüber haben  
gefunden und sich auf diesem niedergeschlagen hat, darüber haben  
wir kaum eine Vermutung." Wie ist nun diese Angabe Mac-Gil-
wir kaum eine Vermutung." Wie ist nun diese Angabe Mac-Gil
 




Line 18,863: Line 16,981:


LAVRYs aufzufassen? Aus diesen wenigen Zeilen ist nur zu ersehen,  
LAVRYs aufzufassen? Aus diesen wenigen Zeilen ist nur zu ersehen,  
daß es ihm in einem Falle gelungen ist, mit in die Lymphbahn in-
daß es ihm in einem Falle gelungen ist, mit in die Lymphbahn injizierten Berlinerblau fast nur die Kerne der Leberzellen zu färben.  
jizierten Berlinerblau fast nur die Kerne der Leberzellen zu färben.  
Mac-Gillavry selbst, dem dieses Faktum ein Rätsel ist, und welcher  
Mac-Gillavry selbst, dem dieses Faktum ein Rätsel ist, und welcher  
nur sagt, der Farbstoff habe sich auf dem Kerne, d. h. auf seiner  
nur sagt, der Farbstoff habe sich auf dem Kerne, d. h. auf seiner  
Line 18,876: Line 16,993:
der im Zellparenchym verlaufenden Kapillaren, in den Kern gelangt,  
der im Zellparenchym verlaufenden Kapillaren, in den Kern gelangt,  
wo sie in etwaigen Kanälchen oder Hohlräumen sich angesammelt hat,  
wo sie in etwaigen Kanälchen oder Hohlräumen sich angesammelt hat,  
wobei aus irgend welchen Umständen nur der Kern dieselbe festge-
wobei aus irgend welchen Umständen nur der Kern dieselbe festgehalten hat. Nun kann man sich vorstellen, 'wenn man sich mein  
halten hat. Nun kann man sich vorstellen, 'wenn man sich mein  
Schema der Architektur des Kernes vergegenwärtigt, daß entweder  
Schema der Architektur des Kernes vergegenwärtigt, daß entweder  
eine vollständige Injektion und Erweiterung des Kernkapillarsystems  
eine vollständige Injektion und Erweiterung des Kernkapillarsystems  
(Browicz) vorgelegen habe, oder eine Füllung des von mir beschrie-
(Browicz) vorgelegen habe, oder eine Füllung des von mir beschriebenen zentralen Hohlraumes, oder beides zusammen. Nach der Fig. 11  
benen zentralen Hohlraumes, oder beides zusammen. Nach der Fig. 11  
Mac-Gillavrys zu urteilen, wo anstatt der Kerne blau gefärbte Ovale  
Mac-Gillavrys zu urteilen, wo anstatt der Kerne blau gefärbte Ovale  
zu sehen sind, bin ich geneigt, anzunehmen, daß in dem von ihm mit-
zu sehen sind, bin ich geneigt, anzunehmen, daß in dem von ihm mitgeteilten Falle eine vollständige Injektion und Erweiterung vorgelegen  
geteilten Falle eine vollständige Injektion und Erweiterung vorgelegen  
habe, wie des zentralen Hohlraumes, so auch des zwischen demselben  
habe, wie des zentralen Hohlraumes, so auch des zwischen demselben  
und der Kernoberfläche gelegenen Kapillarsystems. Nur so ist dieser  
und der Kernoberfläche gelegenen Kapillarsystems. Nur so ist dieser  
Fall zu deuten. Eine andere Annahme würde mit unserer heutigen  
Fall zu deuten. Eine andere Annahme würde mit unserer heutigen  
Kenntnis vom Bau der Leberzelle nicht in Einklang zu bringen sein.  
Kenntnis vom Bau der Leberzelle nicht in Einklang zu bringen sein.  
Es sei hier noch in Kürze der Ansichten A. Adamkiewiczs ge-
Es sei hier noch in Kürze der Ansichten A. Adamkiewiczs gedacht, welche, obschon sie sich auf die Spinalganglienzelle beziehen,  
dacht, welche, obschon sie sich auf die Spinalganglienzelle beziehen,  
meine Anschauung bekräftigen können. Andererseits gewinnt auch  
meine Anschauung bekräftigen können. Andererseits gewinnt auch  
Adamkiewiczs Auffassung, mag sie auch in einigen Einzelheiten eine  
Adamkiewiczs Auffassung, mag sie auch in einigen Einzelheiten eine  
Line 18,896: Line 17,009:
von den intracellulären Kapillaren der Leberzelle. Der Kernpunkt  
von den intracellulären Kapillaren der Leberzelle. Der Kernpunkt  
seiner interessanten Arbeit: „Der Blutkreislauf der Ganglienzelle", Berlin  
seiner interessanten Arbeit: „Der Blutkreislauf der Ganglienzelle", Berlin  
1886, und seiner letzten Mitteilung: „Zum Blutgefäßapparat der Gan-
1886, und seiner letzten Mitteilung: „Zum Blutgefäßapparat der Ganglienzelle, Anat. Anz., Bd. 17, No. 2/3,' 1900 — ist der, daß er bewiesen hat,  
glienzelle, Anat. Anz., Bd. 17, No. 2/3,' 1900 — ist der, daß er bewiesen hat,  
daß das venöse Kapillarsystem seinen Ursprung im Kerne der Zelle  
daß das venöse Kapillarsystem seinen Ursprung im Kerne der Zelle  
hat, von wo aus ein dünnes Kanälchen (selten zwei) — seine „zen-
hat, von wo aus ein dünnes Kanälchen (selten zwei) — seine „zentrale Ganglienvene" — durch den Zelleib hindurch in das extracelluläre kapillare Venensystem mündet. Es gelang ihm nämlich, die  
trale Ganglienvene" — durch den Zelleib hindurch in das extra-
celluläre kapillare Venensystem mündet. Es gelang ihm nämlich, die  
Vena vertebrahs injizierend, hübsche Injektionsbilder des Kernes und  
Vena vertebrahs injizierend, hübsche Injektionsbilder des Kernes und  


Line 18,909: Line 17,019:


seines Abflußkanälchens zu geben. In seiner Mitteilung (x\nat, Anz.,  
seines Abflußkanälchens zu geben. In seiner Mitteilung (x\nat, Anz.,  
Bd. 17) sagt Adamkiewicz : „Von den Venen aber gelangt die In-
Bd. 17) sagt Adamkiewicz : „Von den Venen aber gelangt die Injektionsmasse auf quer durch den Kapselraum und die Ganglienzelle  
jektionsmasse auf quer durch den Kapselraum und die Ganglienzelle  
verlaufenden Wegen, den Zentralvenen, wie ich sie genannt habe,  
verlaufenden Wegen, den Zentralvenen, wie ich sie genannt habe,  
direkt in den Kern. Sie durchbrechen ihn und stehen mit seinem  
direkt in den Kern. Sie durchbrechen ihn und stehen mit seinem  
Line 18,918: Line 17,027:
Holmgren) kann auf dieses Ergebnis mit um so größerer Sicherheit  
Holmgren) kann auf dieses Ergebnis mit um so größerer Sicherheit  
rechnen, als die Erkenntnis von der hohlen Beschaffenheit des Kernes  
rechnen, als die Erkenntnis von der hohlen Beschaffenheit des Kernes  
und seines Zusammenhanges mit einem der Zelle eigentümlichem Ge-
und seines Zusammenhanges mit einem der Zelle eigentümlichem Gefäßsystem nunmehr auch für die Zelle der Leber festgestellt ist (Browicz). Wir stehen somit einer Thatsache von allgemeiner Bedeutung  
fäßsystem nunmehr auch für die Zelle der Leber festgestellt ist (Bro-
wicz). Wir stehen somit einer Thatsache von allgemeiner Bedeutung  
gegenüber." Ich kann an dieser Stelle auf Adamkiewiczs Ansichten  
gegenüber." Ich kann an dieser Stelle auf Adamkiewiczs Ansichten  
nicht des näheren eingehen, ich möchte nur hervorheben, daß ich  
nicht des näheren eingehen, ich möchte nur hervorheben, daß ich  
seine Befunde folgendermaßen auffasse: Es ist ihm gelungen, eine voll-
seine Befunde folgendermaßen auffasse: Es ist ihm gelungen, eine vollständige Injektion nebst Erweiterung des intranucleären Kapillarsystems  
ständige Injektion nebst Erweiterung des intranucleären Kapillarsystems  
und dessen Abführungskanälchens zu erzielen, was den Anschein hervorgerufen, der Kern stelle eine Hohlkugel dar. Ob ein Hohlraum im  
und dessen Abführungskanälchens zu erzielen, was den Anschein her-
vorgerufen, der Kern stelle eine Hohlkugel dar. Ob ein Hohlraum im  
Inneren des Ganglienzellkernes existiert, ist noch die Frage; leicht  
Inneren des Ganglienzellkernes existiert, ist noch die Frage; leicht  
möglich ist es; aber die Abbildungen in Adamkiewiczs Arbeit (1886)  
möglich ist es; aber die Abbildungen in Adamkiewiczs Arbeit (1886)  
Line 18,938: Line 17,043:
müßte sonst noch eine ganze Reihe von Litteraturangaben anführen.  
müßte sonst noch eine ganze Reihe von Litteraturangaben anführen.  
Mein Ziel war — nur eine ganz spezielle Frage der Kernstruktur der  
Mein Ziel war — nur eine ganz spezielle Frage der Kernstruktur der  
Leberzelle zu berühren, die Frage von einem intranucleären Hohl-
Leberzelle zu berühren, die Frage von einem intranucleären Hohlräume, und zwar einerseits, weil meine diesbezügliche, vor 4 Jahren  
räume, und zwar einerseits, weil meine diesbezügliche, vor 4 Jahren  
veröffentlichte Arbeit unbekannt geblieben, und andererseits, weil  
veröffentlichte Arbeit unbekannt geblieben, und andererseits, weil  
einige, wenn auch indirekte, Litteraturangaben meine Befunde bestätigen.  
einige, wenn auch indirekte, Litteraturangaben meine Befunde bestätigen.  
Line 18,945: Line 17,049:
Untersuchung unterziehen, einstweilen jedoch formuliere ich meine  
Untersuchung unterziehen, einstweilen jedoch formuliere ich meine  
Ansicht darüber in Kürze, wie folgt: Im Inneren des Kernes der  
Ansicht darüber in Kürze, wie folgt: Im Inneren des Kernes der  
Leberzelle befindet sich ein Hohlraum'), welcher die-
Leberzelle befindet sich ein Hohlraum'), welcher die
 
1) Ich gebrauche den Ausdruck: Hohlraum. Daraus folgt nicht,  
1) Ich gebrauche den Ausdruck: Hohlraum. Daraus folgt nicht,  
daß dieser Raum wirklich hohl sein muß ; er kann von irgend welcher  
daß dieser Raum wirklich hohl sein muß ; er kann von irgend welcher  
Line 18,957: Line 17,060:


selbe Konfiguration wie der Kern selbst hat, d, li. ein  
selbe Konfiguration wie der Kern selbst hat, d, li. ein  
Ellipsoid darstellt, wobei beide Ellipsoide ein gemein-
Ellipsoid darstellt, wobei beide Ellipsoide ein gemeinsames Zentrum haben und ihre großen Achsen in einer  
sames Zentrum haben und ihre großen Achsen in einer  
Linie zu liegen scheinen. Zwischen der Oberfläche  
Linie zu liegen scheinen. Zwischen der Oberfläche  
dieses Hohlraumes und der Oberfläche des Kernes be-
dieses Hohlraumes und der Oberfläche des Kernes befindet sich also der eigentliche Leib des Kernes, über  
findet sich also der eigentliche Leib des Kernes, über  
dessen Struktur und Architektur ich einstweilen nichts  
dessen Struktur und Architektur ich einstweilen nichts  
mitteile. Nur so viel sei der Anschaulichkeit halber  
mitteile. Nur so viel sei der Anschaulichkeit halber  
gesagt: Wie ich dargethan habe (russische Arbeit 1898)  
gesagt: Wie ich dargethan habe (russische Arbeit 1898)  
sind in jedem Leberzellkerne sechs Kernkörperc hen -
sind in jedem Leberzellkerne sechs Kernkörperc hen apparate^) vorhanden. Die Lagerung dieser sechs Kernkörperchen ist nun eine streng bestimmte. Zwei von  
apparate^) vorhanden. Die Lagerung dieser sechs Kern-
körperchen ist nun eine streng bestimmte. Zwei von  
ihnen liegen an beiden Enden der langen Kernachse,  
ihnen liegen an beiden Enden der langen Kernachse,  
näher zur Kernoberfläche; die übrigen vier — liegen  
näher zur Kernoberfläche; die übrigen vier — liegen  
Line 18,974: Line 17,073:
entsprechenden vierEnden der beiden kürzeren Achsen  
entsprechenden vierEnden der beiden kürzeren Achsen  
des Ellipsoids, ebenfalls näher zur Oberfläche des  
des Ellipsoids, ebenfalls näher zur Oberfläche des  
Kernes. Wenn wir uns nun diese Kernkörperchenappa-
Kernes. Wenn wir uns nun diese Kernkörperchenapparate untereinander verbunden denken, so entsteht ein  
rate untereinander verbunden denken, so entsteht ein  
regelrechtes Oktaeder. Im Inneren dieses Oktaeders  
regelrechtes Oktaeder. Im Inneren dieses Oktaeders  
liegt nun der uns interessierende Hohlraum.  
liegt nun der uns interessierende Hohlraum.  
Line 18,986: Line 17,084:
In meiner russischen Arbeit sagte ich auf p. 81 darüber: „Hier bemerke  
In meiner russischen Arbeit sagte ich auf p. 81 darüber: „Hier bemerke  
ich nur so viel, daß zuweilen dieser zentrale Hohlraum wirklich als  
ich nur so viel, daß zuweilen dieser zentrale Hohlraum wirklich als  
solcher erscheint, indem er gar nicht gefärbt ist; manchmal jedoch ge-
solcher erscheint, indem er gar nicht gefärbt ist; manchmal jedoch gewahrt man Bilder, welche zeigen, daß dieser Raum von einer homogenen,  
wahrt man Bilder, welche zeigen, daß dieser Raum von einer homogenen,  
mit blauen Farben ganz schwach tingierbaren Masse erfüllt ist. Ob es  
mit blauen Farben ganz schwach tingierbaren Masse erfüllt ist. Ob es  
ein Sekret ist oder ein Ausscheidungsprodukt, oder ob es ein Reserve-
ein Sekret ist oder ein Ausscheidungsprodukt, oder ob es ein Reservestofi ist, kann vorläufig nicht gesagt werden ; ebensowenig kann bestimmt werden, in was für einem Zusammenhange und was für einer  
stofi ist, kann vorläufig nicht gesagt werden ; ebensowenig kann be-
stimmt werden, in was für einem Zusammenhange und was für einer  
Abhängigkeit die Funktion dieses Raumes von den übrigen Funktionen  
Abhängigkeit die Funktion dieses Raumes von den übrigen Funktionen  
der Leberzelle steht." Heute füge ich nur hinzu, daß es mehr oder  
der Leberzelle steht." Heute füge ich nur hinzu, daß es mehr oder  
weniger wahrscheinlich ist, daß dieser Hohlraum in einem Zusammen-
weniger wahrscheinlich ist, daß dieser Hohlraum in einem Zusammenhange mit dem intranucleären und durch Vermittelung des Zellleibes  
hange mit dem intranucleären und durch Vermittelung des Zellleibes  
auch mit dem extracellulären Kapillarsystem steht, und zwar wahrschweinlich mit dem venösen.  
auch mit dem extracellulären Kapillarsystem steht, und zwar wahr-
schweinlich mit dem venösen.  


1) In meiner vorläufigen Mitteilung (Anat. Anz., Bd. 14, 1897)  
1) In meiner vorläufigen Mitteilung (Anat. Anz., Bd. 14, 1897)  
Line 19,003: Line 17,096:
Topographie nichts Genaueres mitteile. Meine weitere, eingehende  
Topographie nichts Genaueres mitteile. Meine weitere, eingehende  
Analyse hat nun gezeigt, daß jeder Kern sechs Kernkörperchenapparate  
Analyse hat nun gezeigt, daß jeder Kern sechs Kernkörperchenapparate  
besitzt, wobei ich ausführlich ihre Struktur und Topographie in meiner rus-
besitzt, wobei ich ausführlich ihre Struktur und Topographie in meiner russischen Arbeit bespreche („Vom Bau der Leberzelle", St. Petersburg 1898).  
sischen Arbeit bespreche („Vom Bau der Leberzelle", St. Petersburg 1898).  




Line 19,020: Line 17,112:


Im Arch. f. mikr. Anat. (Bd. 61, p. 245) hat soebeu Hellt eiue  
Im Arch. f. mikr. Anat. (Bd. 61, p. 245) hat soebeu Hellt eiue  
Abhandlung: „Die Blutbahnen der Milz und deren funktionelle Be-
Abhandlung: „Die Blutbahnen der Milz und deren funktionelle Bedeutung" publiziert, die sich ausschließlich gegen meine an derselben  
deutung" publiziert, die sich ausschließlich gegen meine an derselben  
Stelle erschienenen (Bd. 58, p. 247) Ausführungen richtet und in der  
Stelle erschienenen (Bd. 58, p. 247) Ausführungen richtet und in der  
er zu dem Ergebnis gelangt, daß ofifene Bahnen oder freie Gefäß-
er zu dem Ergebnis gelangt, daß ofifene Bahnen oder freie Gefäßenden und -anfange in der Milz nicht existieren, sondern die Bahn  
enden und -anfange in der Milz nicht existieren, sondern die Bahn  
kontinuierlich sei, allerdings bei außerordentlich durchlässigen Wandungen. Ich habe hier nicht die Absicht, mich eingehend mitseinen  
kontinuierlich sei, allerdings bei außerordentlich durchlässigen Wan-
dungen. Ich habe hier nicht die Absicht, mich eingehend mitseinen  
Angaben zu beschäftigen, weil ich so wie so darauf in einer Reihe  
Angaben zu beschäftigen, weil ich so wie so darauf in einer Reihe  
von Arbeiten ausführlich zu sprechen kommen und die Haltlosigkeit  
von Arbeiten ausführlich zu sprechen kommen und die Haltlosigkeit  
Line 19,038: Line 17,127:


Helly erwähnt gleich im Eingang, daß er das meiste meiner  
Helly erwähnt gleich im Eingang, daß er das meiste meiner  
Angaben bestätigen könne und nur eben über die Art des Gefäß-
Angaben bestätigen könne und nur eben über die Art des Gefäßzusammenhanges anderer Meinung als ich wäre ; seine Uebereinstimmung  
zusammenhanges anderer Meinung als ich wäre ; seine Uebereinstimmung  
bezieht sich also wohl auf den von mir beschriebenen Bau der einzelnen Gefäßabschnitte. Es wäre nun ganz am Platze gewesen, diese  
bezieht sich also wohl auf den von mir beschriebenen Bau der ein-
zelnen Gefäßabschnitte. Es wäre nun ganz am Platze gewesen, diese  
Punkte hervorzuheben, um so mehr, da doch einzelne, wie das Endothel  
Punkte hervorzuheben, um so mehr, da doch einzelne, wie das Endothel  
der Milzsinus, Gegenstand von Kontroversen sind ; ebenso fällt auf,  
der Milzsinus, Gegenstand von Kontroversen sind ; ebenso fällt auf,  
daß nur ganz am Schlüsse sich das außerordentliche wichtige Zu-
daß nur ganz am Schlüsse sich das außerordentliche wichtige Zugeständnis findet, daß Lymphgefäße des Milzparenchyms in  
geständnis findet, daß Lymphgefäße des Milzparenchyms in  
keiner Weise nachweisbar sind und daß die Milz als  
keiner Weise nachweisbar sind und daß die Milz als  
„eine regionäre Lymphdrüse des Blutes" zu bezeichnen  
„eine regionäre Lymphdrüse des Blutes" zu bezeichnen  
Line 19,070: Line 17,156:
weil man bei so dünnen Schnitten nie sicher sei, ob man nicht einen  
weil man bei so dünnen Schnitten nie sicher sei, ob man nicht einen  
Schrägschnitt vor sich habe, zumal doch allenthalben die Wand dieser  
Schrägschnitt vor sich habe, zumal doch allenthalben die Wand dieser  
Gefäßchen durch feine Fasern mit dem umgebenden Reticulum in Ver-
Gefäßchen durch feine Fasern mit dem umgebenden Reticulum in Verbindung stände. Schön, wir wollen einmal damit rechnen, es sei unmöglich, so feine Röhrchen, wie diese Kapillaren es sind, auf 3 i.iSchnitten und Serien weiter zu verfolgen! Wie kommt denn aber nun  
bindung stände. Schön, wir wollen einmal damit rechnen, es sei un-
möglich, so feine Röhrchen, wie diese Kapillaren es sind, auf 3 i.i-
Schnitten und Serien weiter zu verfolgen! Wie kommt denn aber nun  
plötzlich Hellt, der diese Methode bei anderen nicht gelten lassen  
plötzlich Hellt, der diese Methode bei anderen nicht gelten lassen  
will, dazu, auf Grund der gleichen Methode die Behauptung aufzustellen,  
will, dazu, auf Grund der gleichen Methode die Behauptung aufzustellen,  
Line 19,081: Line 17,164:
Gefäßen bei 667facher Vergrößerung ein Plattenmodell anzufertigen,  
Gefäßen bei 667facher Vergrößerung ein Plattenmodell anzufertigen,  
um so den Uebergang zu erweisen ! Was dem einen recht ist, ist dem  
um so den Uebergang zu erweisen ! Was dem einen recht ist, ist dem  
anderen billig! Ist die Methode nach Hellys Ansicht un-
anderen billig! Ist die Methode nach Hellys Ansicht unbrauchbar, dann hätte er selbst damit nicht einen Beweis versuchen sollen! Diesen Aussetzungen gegenüber möchte  
brauchbar, dann hätte er selbst damit nicht einen Be-
weis versuchen sollen! Diesen Aussetzungen gegenüber möchte  
ich nochmals aufmerksam machen, daß der Bau der Wand und  
ich nochmals aufmerksam machen, daß der Bau der Wand und  
der Inhalt ein ganz wesentliches Kriterium beider Beurteilung der-
der Inhalt ein ganz wesentliches Kriterium beider Beurteilung derartiger Bilder liefert; die Lymphröhrchen haben nicht die charakteristischen Endothelzellen und Ringfasern der Milzsinus (was Hellt ja  
artiger Bilder liefert; die Lymphröhrchen haben nicht die charak-
teristischen Endothelzellen und Ringfasern der Milzsinus (was Hellt ja  
selbst bestätigt) und unterscheiden sich von den arteriellen Kapillaren,  
selbst bestätigt) und unterscheiden sich von den arteriellen Kapillaren,  
daß ihre Wand die doppelte Schicht dieser — eine innere Endothel-
daß ihre Wand die doppelte Schicht dieser — eine innere Endothellage und eine äußere fibrilläre, die Fortsetzung der Kapillarhülse —  
lage und eine äußere fibrilläre, die Fortsetzung der Kapillarhülse —  
vermissen läßt, endlich dadurch, daß der Inhalt fast ausschließlich aus  
vermissen läßt, endlich dadurch, daß der Inhalt fast ausschließlich aus  
Leukocyten und nicht aus roten Blutkörperchen besteht, ein Blick auf  
Leukocyten und nicht aus roten Blutkörperchen besteht, ein Blick auf  
meine Figg. 17, 26, 27 und 28 lehrt dies ohne weiteres. Durch Bau  
meine Figg. 17, 26, 27 und 28 lehrt dies ohne weiteres. Durch Bau  
und Inhalt unterscheiden sich die Lymphröhrchen also  
und Inhalt unterscheiden sich die Lymphröhrchen also  
völlig von den übrigen Gefäßen; wenn Hellt von ihrer Be-
völlig von den übrigen Gefäßen; wenn Hellt von ihrer Besonderheit sich nicht überzeugen konnte, so liegt dies eben wohl daran,  
sonderheit sich nicht überzeugen konnte, so liegt dies eben wohl daran,  
daß seine Präparate der menschlichen Milz nicht gut ausgefallen  
daß seine Präparate der menschlichen Milz nicht gut ausgefallen  
waren ^). Weiterhin aber kommt in Betracht, daß weder auf den  
waren ^). Weiterhin aber kommt in Betracht, daß weder auf den  
folgenden, noch auf den vorausgehenden Schnitten in dem von Hellt  
folgenden, noch auf den vorausgehenden Schnitten in dem von Hellt  
kritisierten Präparate dort, wo eine eventuelle Fortsetzung des Lymph-
kritisierten Präparate dort, wo eine eventuelle Fortsetzung des Lymph
 
1) Fr. VVeidenreich, Nochmals: Geschlossene oder offene Blutbahn  
1) Fr. VVeidenreich, Nochmals: Geschlossene oder offene Blutbahn  
der Milz. Anat. Anz., Bd. 20, 1901, S. 204—206.  
der Milz. Anat. Anz., Bd. 20, 1901, S. 204—206.  
Line 19,116: Line 17,192:
Bedeutung besitzen, wird sich noch zeigen.  
Bedeutung besitzen, wird sich noch zeigen.  


Seine Haupteinwände, mit welchen er aber nun mich zu wider-
Seine Haupteinwände, mit welchen er aber nun mich zu widerlegen sich bemüht, sind den Ergebnissen der Bluttransfusion  
legen sich bemüht, sind den Ergebnissen der Bluttransfusion  
entnommen. Die von mir beobachtete Tatsache, daß Blut eines  
entnommen. Die von mir beobachtete Tatsache, daß Blut eines  
fremden Tieres, das durch die Form seiner zelligen Elemente leicht  
fremden Tieres, das durch die Form seiner zelligen Elemente leicht  
diagnostiziert werden kann, in die Blutbahn des lebenden Versuchs-
diagnostiziert werden kann, in die Blutbahn des lebenden Versuchstieres gebracht, sofort in der Umgebung der Milzknötchen, und zwar  
tieres gebracht, sofort in der Umgebung der Milzknötchen, und zwar  
in der von mir so bezeichneten Randzone außerhalb jeden Gefäßes zu  
in der von mir so bezeichneten Randzone außerhalb jeden Gefäßes zu  
finden ist, wird von Hellt vollkommen bestätigt, aber nicht als ein  
finden ist, wird von Hellt vollkommen bestätigt, aber nicht als ein  
Beweis für eine freie Endigung der Milzknötchenkapillaren gedeutet,  
Beweis für eine freie Endigung der Milzknötchenkapillaren gedeutet,  
sondern auf eine reichliche Diapedese zurückgeführt. Nun sieht man,  
sondern auf eine reichliche Diapedese zurückgeführt. Nun sieht man,  
das ist nicht zu leugnen, tatsächlich einzelne transfundierte Blut-
das ist nicht zu leugnen, tatsächlich einzelne transfundierte Blutkörperchen in der Wand der Milzsinus stecken, der weitaus größte  
körperchen in der Wand der Milzsinus stecken, der weitaus größte  
Teil derselben findet sich aber außerhalb derGefäße, und  
Teil derselben findet sich aber außerhalb derGefäße, und  
das um so reichlicher, je rascher nach der begonnenen  
das um so reichlicher, je rascher nach der begonnenen  
Transfusion die Herausnahme und Fixation der Milz  
Transfusion die Herausnahme und Fixation der Milz  
stattgefunden hat. Ich besitze Präparate, die ich gerne jedermann  
stattgefunden hat. Ich besitze Präparate, die ich gerne jedermann  
zur Kontrolle zur Verfügung stelle, bei denen die Milz bei laparo-
zur Kontrolle zur Verfügung stelle, bei denen die Milz bei laparotomiertera Tier genau 15 Sekunden nach Beginn der Transfusion in die Vena jugularis herausgeschnitten und dann fixiert  
tomiertera Tier genau 15 Sekunden nach Beginn der Trans-
wurde ; an diesen sieht man zahllose transfundierte Blutkörperchen außerhalb jeder Gefäße in der Knötchenrandzone liegen und absolut keine oder nur ab und zu  
fusion in die Vena jugularis herausgeschnitten und dann fixiert  
wurde ; an diesen sieht man zahllose transfundierte Blut-
körperchen außerhalb jeder Gefäße in der Knötchen-
randzone liegen und absolut keine oder nur ab und zu  
eines in den angrenzenden Sinus; Diapedese wurde dabei nicht  
eines in den angrenzenden Sinus; Diapedese wurde dabei nicht  
konstatiert. Wartet man längere Zeit mit der Heraus-
konstatiert. Wartet man längere Zeit mit der Herausnahme, so nimmt die Zahl in den Sinus zu und in der  
nahme, so nimmt die Zahl in den Sinus zu und in der  
Randzone entsprechend ab, der Weg des Blutes führt  
Randzone entsprechend ab, der Weg des Blutes führt  
also aus der Randzone in die Sinus hinein und nicht  
also aus der Randzone in die Sinus hinein und nicht  
umgekehrt, und demnach ist auch die Richtung in der  
umgekehrt, und demnach ist auch die Richtung in der  
Diapedese befindlichen Blutkörperchen gegeben. Ganz be-
Diapedese befindlichen Blutkörperchen gegeben. Ganz besonders schön kann man sich von der Richtigkeit dieser Beobachtungen  
sonders schön kann man sich von der Richtigkeit dieser Beobachtungen  
überzeugen, wenn zwei Randzonen, d. h. Milzknötchen, in größerer  
überzeugen, wenn zwei Randzonen, d. h. Milzknötchen, in größerer  
Ausdehnung unmittelbar aneinander liegen, eine beim Kaninchen be-
Ausdehnung unmittelbar aneinander liegen, eine beim Kaninchen bekanntlich sehr häufige Erscheinung. An einer solchen Stelle fehlen  
kanntlich sehr häufige Erscheinung. An einer solchen Stelle fehlen  
natürlich die Sinus vollständig, trotzdem findet man auch  
natürlich die Sinus vollständig, trotzdem findet man auch  
hier bereits nach 15 Sekunden in ungeheuren Mengen  
hier bereits nach 15 Sekunden in ungeheuren Mengen  
Line 19,163: Line 17,229:
Präparate an Hellt eingeschickt; in seiner Abhandlung sucht er  
Präparate an Hellt eingeschickt; in seiner Abhandlung sucht er  
nun ihre Beweiskraft dadurch herabzudrücken, daß er bei einer  
nun ihre Beweiskraft dadurch herabzudrücken, daß er bei einer  
Nachprüfung mehr Blutkörperchen in den Sinus als in der Rand-
Nachprüfung mehr Blutkörperchen in den Sinus als in der Randzone gefunden haben will; er gibt dabei aber selbst zu, daß ihm  
zone gefunden haben will; er gibt dabei aber selbst zu, daß ihm  
die Experimente erst beim dritten Mal geglückt sind. Helly hat  
die Experimente erst beim dritten Mal geglückt sind. Helly hat  
aber dabei einen großen Fehler gemacht, er hat nämlich vor der  
aber dabei einen großen Fehler gemacht, er hat nämlich vor der  
Transfusion Stückchen von der Milz abgeschnitten; damit erööuet er  
Transfusion Stückchen von der Milz abgeschnitten; damit erööuet er  
aber natürlich einen außerordenthch günstigen Abfluß aus den Milz-
aber natürlich einen außerordenthch günstigen Abfluß aus den Milzsinus, und da, wie ich nachgewiesen habe, eine doppelte Bahn besteht,  
sinus, und da, wie ich nachgewiesen habe, eine doppelte Bahn besteht,  
fließt das transfundierte Blut natürlich auf dem bequemeren direkten  
fließt das transfundierte Blut natürlich auf dem bequemeren direkten  
Wege in die überall untereinander kommunizierenden Sinus, da hier  
Wege in die überall untereinander kommunizierenden Sinus, da hier  
Line 19,181: Line 17,245:
Er stützt sich dabei auf die auch von mir bestätigte Tatsache, daß  
Er stützt sich dabei auf die auch von mir bestätigte Tatsache, daß  
die Kapillarhülsen für Blutkörperchen durchgängig seien ; allein er  
die Kapillarhülsen für Blutkörperchen durchgängig seien ; allein er  
hat dabei den Lapsus begangen , zu übersehen , daß den Milz-
hat dabei den Lapsus begangen , zu übersehen , daß den Milzknötchenkapillaren überhaupt keine Hülse zukommt, der Hinweis  
knötchenkapillaren überhaupt keine Hülse zukommt, der Hinweis  
in diesen Zusammenhang beruht also auf einem Irrtum. Nun gibt  
in diesen Zusammenhang beruht also auf einem Irrtum. Nun gibt  
Hellt in seinen Figg. 8 und 9 Zeichnungen wieder, aus denen ersicht-
Hellt in seinen Figg. 8 und 9 Zeichnungen wieder, aus denen ersichtlich sein soll, daß ein Durchtritt aus derartigen arteriellen Gefäßen  
lich sein soll, daß ein Durchtritt aus derartigen arteriellen Gefäßen  
statthat. Herr Hellt war so liebenswürdig, mir die betreffenden  
statthat. Herr Hellt war so liebenswürdig, mir die betreffenden  
Präparate zuzuschicken, ich habe ihm darauf erwidert, daß er einer  
Präparate zuzuschicken, ich habe ihm darauf erwidert, daß er einer  
Line 19,197: Line 17,259:
12 zeigt, wie die Stelle in seinem Präparate ausschaut, I^ den  
12 zeigt, wie die Stelle in seinem Präparate ausschaut, I^ den  
vorausgehenden Schnitt, I'^ den folgenden der Serie. Man erkennt  
vorausgehenden Schnitt, I'^ den folgenden der Serie. Man erkennt  
daraus, daß der nach Hellt austretende Leukocyt über-
daraus, daß der nach Hellt austretende Leukocyt über
 




Line 19,209: Line 17,270:
Originalpräparaten zu sehen ist. I^ Vorhei-gehender Schnitt. I* Folgender Schnitt.  
Originalpräparaten zu sehen ist. I^ Vorhei-gehender Schnitt. I* Folgender Schnitt.  


a art. Kapillare, a' Kapillare nach Helly ; l * angeblich durchtretender Leuko-
a art. Kapillare, a' Kapillare nach Helly ; l * angeblich durchtretender Leukocyt., l^ abgeschnittenes Stück desselben, l^ ebenfalls durch die Hüllenmaschen tretender  
cyt., l^ abgeschnittenes Stück desselben, l^ ebenfalls durch die Hüllenmaschen tretender  
Leukocyt.  
Leukocyt.  


haupt nicht in einem Gefäß liegt, sondern in den Reticulum-
haupt nicht in einem Gefäß liegt, sondern in den Reticulummaschen der Knötchenhülle ; so fehlt an einer Stelle die Wand  
maschen der Knötchenhülle ; so fehlt an einer Stelle die Wand  
vollständig, von Helly allerdings übersehen (cf. I^ mit P). Besonders schön tritt dies aber hervor, wenn man den folgenden Schnitt  
vollständig, von Helly allerdings übersehen (cf. I^ mit P). Beson-
ders schön tritt dies aber hervor, wenn man den folgenden Schnitt  
betrachtet (P), man sieht hier ein abgeschnittenes Stück (l^) des  
betrachtet (P), man sieht hier ein abgeschnittenes Stück (l^) des  
Leukocyten, der nach Helly noch im Gefäß liegen würde, die Ka-
Leukocyten, der nach Helly noch im Gefäß liegen würde, die Kapillare dagegen befindet sich an der gleichen Stelle wie in den vorhergehenden Schnitten, ohne überhaupt in irgend welche Beziehung zutreten zudemLeukocyten. Helly bildet gar noch  
pillare dagegen befindet sich an der gleichen Stelle wie in den vorher-
gehenden Schnitten, ohne überhaupt in irgend welche Be-
ziehung zutreten zudemLeukocyten. Helly bildet gar noch  
ein Vogelblutkörperchen in dem Gefäß ab, ein solches existiert dort  
ein Vogelblutkörperchen in dem Gefäß ab, ein solches existiert dort  
überhaupt nicht, das, was Helly dafür hält, ist eben gerade die  
überhaupt nicht, das, was Helly dafür hält, ist eben gerade die  
Line 19,232: Line 17,287:
tretenden Leukocyten (l^) sehen kann. Genau so ist es, wie hier, mit  
tretenden Leukocyten (l^) sehen kann. Genau so ist es, wie hier, mit  
der Beweiskraft des zweiten von Helly reproduzierten Falles, den ich  
der Beweiskraft des zweiten von Helly reproduzierten Falles, den ich  
gleichfalls so wiedergebe, wie er tatsächlich ist, mitsamt dem voraus-
gleichfalls so wiedergebe, wie er tatsächlich ist, mitsamt dem vorausgehenden und folgenden Schnitt; man sieht, daß es sich dabei um  
gehenden und folgenden Schnitt; man sieht, daß es sich dabei um  
keine arterielle Kapillare handelt, sondern um eine lockere Stelle in  
keine arterielle Kapillare handelt, sondern um eine lockere Stelle in  
der Randzone, bedingt durch eine deutliche Zerreißung des Präparates ;  
der Randzone, bedingt durch eine deutliche Zerreißung des Präparates ;  
das angeblich in Diapedese befindliche transfundierte Blutkörperchen  
das angeblich in Diapedese befindliche transfundierte Blutkörperchen  
(Hb) liegt deuthch auf dem Schnitt (die Faser läuft darunter  
(Hb) liegt deuthch auf dem Schnitt (die Faser läuft darunter  
weiter, cf. H^ mit H^) und nicht in dem Schnittniveau, ein Ab-
weiter, cf. H^ mit H^) und nicht in dem Schnittniveau, ein Ab
 




Line 19,253: Line 17,306:
Schluß nach rechts, wie ihn Helly abbildet, existiert nicht  
Schluß nach rechts, wie ihn Helly abbildet, existiert nicht  
(cf. II 1 mit II 2). Helly scheint also hier Dinge gesehen, die  
(cf. II 1 mit II 2). Helly scheint also hier Dinge gesehen, die  
überhaupt nicht da sind, und andere, die da sind, über-
überhaupt nicht da sind, und andere, die da sind, übersehen zu haben. Dabei handelt es sich im vorliegenden Falle nicht  
sehen zu haben. Dabei handelt es sich im vorliegenden Falle nicht  
um sehr feine und schwer zu beurteilende Verhältnisse, sondern um  
um sehr feine und schwer zu beurteilende Verhältnisse, sondern um  
grobe Fasern. Es besteht also ein auffallender Wider-
grobe Fasern. Es besteht also ein auffallender Widerspruch zwischen dem, wasHELLY abbildet, und dem, was  
spruch zwischen dem, wasHELLY abbildet, und dem, was  
ich wenigstens an seinen Präparaten sehen konnte. (Ich  
ich wenigstens an seinen Präparaten sehen konnte. (Ich  
selbst habe in meinem von Helly kritisierten Präparat die von ihm als  
selbst habe in meinem von Helly kritisierten Präparat die von ihm als  
Line 19,273: Line 17,324:
derartiger Vorgang überhaupt nicht als Diapedese bezeichnet werden  
derartiger Vorgang überhaupt nicht als Diapedese bezeichnet werden  
kann (cf. die Angaben Strickers, Prussaks, Cohnheims etc.) — ?  
kann (cf. die Angaben Strickers, Prussaks, Cohnheims etc.) — ?  
Helly scheint sich die Folge dieser Annahme nicht recht klar ge-
Helly scheint sich die Folge dieser Annahme nicht recht klar gemacht zu haben, er spricht nur immer von „Durchlässigkeit", ohne  
macht zu haben, er spricht nur immer von „Durchlässigkeit", ohne  
aber dem Wesen derselben auf den Grund zu gehen. Da doch die  
aber dem Wesen derselben auf den Grund zu gehen. Da doch die  


Line 19,291: Line 17,341:
roten Blutkörperchen nicht selbsttätig durch die Wand  
roten Blutkörperchen nicht selbsttätig durch die Wand  
treten, sondern nur vorhandene Lücken passieren,  
treten, sondern nur vorhandene Lücken passieren,  
müssen also zwischen den Endothelzellen der Milz-
müssen also zwischen den Endothelzellen der Milzknötchenkapillaren und denen der Anfänge der Sinus  
knötchenkapillaren und denen der Anfänge der Sinus  
zahlreicheLückeu vorhanden sein, die so weit sind, daß  
zahlreicheLückeu vorhanden sein, die so weit sind, daß  
sie nicht nur den Blutkörperchen des eigenen Tieres,  
sie nicht nur den Blutkörperchen des eigenen Tieres,  
sondern auch Frosch- oder Vogelblutkörperchen, die an  
sondern auch Frosch- oder Vogelblutkörperchen, die an  
Größe die des Versuchstieres (Kaninchen) um ein Vielfaches über-
Größe die des Versuchstieres (Kaninchen) um ein Vielfaches übertreffen, die Passage gestatten, d.h. also die Endothelz eilen  
treffen, die Passage gestatten, d.h. also die Endothelz eilen  
liegen hier nicht unmittelbar aneinander, sondern sind  
liegen hier nicht unmittelbar aneinander, sondern sind  
durch Zwischenräume voneinander getrennt, die demnach  
durch Zwischenräume voneinander getrennt, die demnach  
auf 6 f^i Durchmesser zu schätzten sein dürften; durch diese  
auf 6 f^i Durchmesser zu schätzten sein dürften; durch diese  
Lücken kommuniziert das Gefäßinnere mit den Ma-
Lücken kommuniziert das Gefäßinnere mit den Maschenräumen des Reticulums der Milzpulpa, auf gut  
schenräumen des Reticulums der Milzpulpa, auf gut  
deutsch übersetzt, es besteht neben der direkten Einmündung auch  
deutsch übersetzt, es besteht neben der direkten Einmündung auch  
eine offene Bahn, wie sie von den älteren Autoren schon  
eine offene Bahn, wie sie von den älteren Autoren schon  
Line 19,313: Line 17,360:
Wie nun überhaupt Helly an meinen Angaben herumdeutet,  
Wie nun überhaupt Helly an meinen Angaben herumdeutet,  
das geht am besten hervor, wenn man sich seine Beanstandung der  
das geht am besten hervor, wenn man sich seine Beanstandung der  
von mir gewählten Nomenklatur ansieht. Ich habe als „Milz-
von mir gewählten Nomenklatur ansieht. Ich habe als „Milzparenchym" jenes Maschengewebe bezeichnet, das zwischen den Milzknötcheu, Sinus u. s. w. ausgespannt ist; Helly belehrt mich nun,  
parenchym" jenes Maschengewebe bezeichnet, das zwischen den Milz-
knötcheu, Sinus u. s. w. ausgespannt ist; Helly belehrt mich nun,  
daß es dem Sprachgebrauch der Anatomen und Physiologen entspreche,  
daß es dem Sprachgebrauch der Anatomen und Physiologen entspreche,  
als Parenchym das zu bezeichnen, was nach Abzug der Kapsel, des  
als Parenchym das zu bezeichnen, was nach Abzug der Kapsel, des  
gröberen Bindegewebes und der Gefäße übrig bleibe. Ja ge-
gröberen Bindegewebes und der Gefäße übrig bleibe. Ja gerade deswegen habe ich doch jenes Gewebe so genannt;  
rade deswegen habe ich doch jenes Gewebe so genannt;  
denn zu den Gefäßen, die in Abrechnung zu bringen sind, gehören  
denn zu den Gefäßen, die in Abrechnung zu bringen sind, gehören  
eben auch die „kapillaren Venen" oder Milzsinus und die von  
eben auch die „kapillaren Venen" oder Milzsinus und die von  
Line 19,336: Line 17,380:
267  
267  


dem Worte ,Milzsinus' festzuhalten." Die Logik in dieser Schluß-
dem Worte ,Milzsinus' festzuhalten." Die Logik in dieser Schlußfolgerung dürfte nicht ganz klar sein ; wenn ich die Bluträume nur  
folgerung dürfte nicht ganz klar sein ; wenn ich die Bluträume nur  
deswegen als Sinus bezeichnet hätte, weil sie stets offen sind, dann  
deswegen als Sinus bezeichnet hätte, weil sie stets offen sind, dann  
könnte sie doch auch Hellt, wenn diese Voraussetzung falsch wäre,  
könnte sie doch auch Hellt, wenn diese Voraussetzung falsch wäre,  
Line 19,345: Line 17,388:
Bau abweichen von all dem, was man sonst als Venen bezeichnet,  
Bau abweichen von all dem, was man sonst als Venen bezeichnet,  
weil sie ferner einen anderen Inhalt als die gewöhnlichen Venen  
weil sie ferner einen anderen Inhalt als die gewöhnlichen Venen  
führen, insofern sie bei dem Fehlen von Lymphgefäßen auch die Ab-
führen, insofern sie bei dem Fehlen von Lymphgefäßen auch die Abführwege für die in der Milz produzierten Lymphbestandteile sind  
führwege für die in der Milz produzierten Lymphbestandteile sind  
(eine gleichfalls von Hellt zugegebene Tatsache), weil sie also mit  
(eine gleichfalls von Hellt zugegebene Tatsache), weil sie also mit  
einem Worte der Milz eigentümliche Bildungen sui generis sind.  
einem Worte der Milz eigentümliche Bildungen sui generis sind.  
Line 19,353: Line 17,395:


Nun noch ein Wort über die Blutlymphdrüsen! Da Hellt  
Nun noch ein Wort über die Blutlymphdrüsen! Da Hellt  
die an diesen Organen von mir und anderen Autoren gefundenen Tat-
die an diesen Organen von mir und anderen Autoren gefundenen Tatsachen nicht zu widerlegen vermag, begnügt er sich damit, den Namen  
sachen nicht zu widerlegen vermag, begnügt er sich damit, den Namen  
wenigstens zu bemängeln, übersieht dabei aber, daß er selbst die Milz  
wenigstens zu bemängeln, übersieht dabei aber, daß er selbst die Milz  
eine Lymphdrüse des Blutes nennt, und weil ihm diese Tatsachen  
eine Lymphdrüse des Blutes nennt, und weil ihm diese Tatsachen  
Line 19,361: Line 17,402:
Fragen nach irgend einer Richtung hin noch ein weiterer Fortschritt  
Fragen nach irgend einer Richtung hin noch ein weiterer Fortschritt  
erzielt werden, so ist dies nur durch neue Tatsachen möglich, welche  
erzielt werden, so ist dies nur durch neue Tatsachen möglich, welche  
an der Milz selbst gewonnen werden ; keineswegs aber lassen sich Ana-
an der Milz selbst gewonnen werden ; keineswegs aber lassen sich Analogieschlüsse auf eine gänzlich oder teilweise intermediäre Bahn dieses  
logieschlüsse auf eine gänzlich oder teilweise intermediäre Bahn dieses  
Organes von anderen Organen aus ziehen." Ich glaube vielmehr, und  
Organes von anderen Organen aus ziehen." Ich glaube vielmehr, und  
darin darf ich wohl der Zustimmung fast aller Fachkollegen sicher  
darin darf ich wohl der Zustimmung fast aller Fachkollegen sicher  
sein, daß gerade erst durch das Studium verwandter Or-
sein, daß gerade erst durch das Studium verwandter OrganederBau der Milz richtig verstanden und gewürdigt  
ganederBau der Milz richtig verstanden und gewürdigt  
werden kann. Mit welchem Erfolg und in welchem Umfang dies  
werden kann. Mit welchem Erfolg und in welchem Umfang dies  
möglich ist, das wird sich in Bälde zeigen.  
möglich ist, das wird sich in Bälde zeigen.  
Line 19,393: Line 17,432:
„int er zentraler" Windungszüge, die als Gyrus intercentralis i)  
„int er zentraler" Windungszüge, die als Gyrus intercentralis i)  
superior s. marginalis, G. intercentralis raedius und G. intercentralis  
superior s. marginalis, G. intercentralis raedius und G. intercentralis  
inferior s. opercularis sich darstellen. Ihre ontogenetischen und phylo-
inferior s. opercularis sich darstellen. Ihre ontogenetischen und phylogenetischen Beziehungen sind gleich bemerkenswert; nicht minder ihr  
genetischen Beziehungen sind gleich bemerkenswert; nicht minder ihr  
Verhalten zueinander. Unsere Aufmerksamkeit richtet sich vor allem  
Verhalten zueinander. Unsere Aufmerksamkeit richtet sich vor allem  
auf den Gyrus intercentralis medius, die „Interzentralbrücke"  
auf den Gyrus intercentralis medius, die „Interzentralbrücke"  
der Carnivoren.  
der Carnivoren.  


Er ist es bekanntlich, dessen ungewöhnhche Entfaltung sog. Ueber-
Er ist es bekanntlich, dessen ungewöhnhche Entfaltung sog. Ueberbrückungen der menschlichen Zentralfurche hervorruft. Woher haben  
brückungen der menschlichen Zentralfurche hervorruft. Woher haben  
wir diesen Gyrus, und welches ist seine Bedeutung? Schon vor  
wir diesen Gyrus, und welches ist seine Bedeutung? Schon vor  
längerer Zeit schöpften wir aus dem Studium des Tiergehirns die  
längerer Zeit schöpften wir aus dem Studium des Tiergehirns die  
Line 19,410: Line 17,447:
Doch hat gerade primatenabwärts die Homologisierung der Furche  
Doch hat gerade primatenabwärts die Homologisierung der Furche  
große Schwierigkeiten. Und als ihre fetale Anordnung, dank einer  
große Schwierigkeiten. Und als ihre fetale Anordnung, dank einer  
glücklichen Konstellation, unterdessen erkannt war, galt es, ein geeig-
glücklichen Konstellation, unterdessen erkannt war, galt es, ein geeignetes Specimen vom erwachsenen Menschenhirn zu finden, um mit  
netes Specimen vom erwachsenen Menschenhirn zu finden, um mit  
Aussicht auf Erfolg den Weg des Beweises antreten zu können.  
Aussicht auf Erfolg den Weg des Beweises antreten zu können.  






1) Man hat bisher vielfach „Gj^rus fronto-parietalis" gesagt. Die Be-
1) Man hat bisher vielfach „Gj^rus fronto-parietalis" gesagt. Die Bezeichnung setzt den Sulcus Rolandi als lappentrennende Furche voraus.  
zeichnung setzt den Sulcus Rolandi als lappentrennende Furche voraus.  
Die Namen der Lappen des Gehirns führen ihrerseits auf bestimmte  
Die Namen der Lappen des Gehirns führen ihrerseits auf bestimmte  
Schädelknochen und -regionen zurück. Das ergibt verwickelte Beziehungen.  
Schädelknochen und -regionen zurück. Das ergibt verwickelte Beziehungen.  
Wichtiger ist, daß auch die in Deutschland übliche Bezeichnung des  
Wichtiger ist, daß auch die in Deutschland übliche Bezeichnung des  
S. Rolandi als „Zen tral"-Furche. die wohl für das Menschen- und  
S. Rolandi als „Zen tral"-Furche. die wohl für das Menschen- und  
allenfalls noch für das Anthropoidenhirn zutreffen mag , in der ver-
allenfalls noch für das Anthropoidenhirn zutreffen mag , in der vergleichenden Anatomie gar keinen Sinn hat. Die „Zentral"-Furche der  
gleichenden Anatomie gar keinen Sinn hat. Die „Zentral"-Furche der  
Ungulaten, der Carnivoren u. s. w. nimmt am Hirn nichts weniger als  
Ungulaten, der Carnivoren u. s. w. nimmt am Hirn nichts weniger als  
zentrale Lage ein.  
zentrale Lage ein.  
Line 19,450: Line 17,484:
Fig. 1. Doppelseitige Ueberbrückung der EOLANDOschen Furche. Objektiv auf  
Fig. 1. Doppelseitige Ueberbrückung der EOLANDOschen Furche. Objektiv auf  
die Mitte des Hirns eingestellt : man erkennt hier den Gyrus intercentralis medius  
die Mitte des Hirns eingestellt : man erkennt hier den Gyrus intercentralis medius  
zwischen den beiden Furchenfragmenten. — Yg der natürlichen Größe. (Die Furchen-
zwischen den beiden Furchenfragmenten. — Yg der natürlichen Größe. (Die Furchenbezeichnungen, die hier im Interesse des Bildes fortfielen, sind aus Fig. 2 und 3, den  
bezeichnungen, die hier im Interesse des Bildes fortfielen, sind aus Fig. 2 und 3, den  
Lateralansichten desselben Gehirns, leicht ersichtlich.)  
Lateralansichten desselben Gehirns, leicht ersichtlich.)  


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überbrückt — eine Anordnung, die weder irgendwo erwähnt, noch  
überbrückt — eine Anordnung, die weder irgendwo erwähnt, noch  
beschrieben oder abgebildet sich findet und jedenfalls ungemein  
beschrieben oder abgebildet sich findet und jedenfalls ungemein  
selten ist. Wir geben im folgenden eine möglichst getreue Dar-
selten ist. Wir geben im folgenden eine möglichst getreue Darstellung des in seiner Art einzig dastehenden Objektes, zunächst  
stellung des in seiner Art einzig dastehenden Objektes, zunächst  
mit Rücksicht auf das Verhalten der Region der Zentralwindungen:  
mit Rücksicht auf das Verhalten der Region der Zentralwindungen:  
An der rechten Hemisphäre des in jeder Hinsicht wohlentwickelten,  
An der rechten Hemisphäre des in jeder Hinsicht wohlentwickelten,  
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1105 g) Gehirns kommt die Rolando - F u r c h e aus der Fiss.  
1105 g) Gehirns kommt die Rolando - F u r c h e aus der Fiss.  
Sylvii hervor. Der Zusammenhang ist allerdings kein sehr tief-
Sylvii hervor. Der Zusammenhang ist allerdings kein sehr tiefgehender. Das Lateralende der Furche weicht nämlich etwa 1 cm  
gehender. Das Lateralende der Furche weicht nämlich etwa 1 cm  
oberhalb der Fissura Sylvii in einen hinteren und vorderen Strahl  
oberhalb der Fissura Sylvii in einen hinteren und vorderen Strahl  
auseinander (Fig. 2), zwischen denen eine zur Fissura Sylvii abfallende  
auseinander (Fig. 2), zwischen denen eine zur Fissura Sylvii abfallende  
dreieckige Vertiefung jenes opercularen Saumes besteht, der unter ge-
dreieckige Vertiefung jenes opercularen Saumes besteht, der unter gewöhnlichen Verhältnissen die beiden Zentralwindungen unten miteinander verbindet. Der proximale Strahl erreicht die Fissura Sylvii nicht,  
wöhnlichen Verhältnissen die beiden Zentralwindungen unten mitein-
ander verbindet. Der proximale Strahl erreicht die Fissura Sylvii nicht,  
wohl aber scheint dies der distale zu tun, vor welchem, durch einen  
wohl aber scheint dies der distale zu tun, vor welchem, durch einen  
zierlichen Gyrus getrennt, eine kleine, schräg nach oben-vorn ziehende  
zierlichen Gyrus getrennt, eine kleine, schräg nach oben-vorn ziehende  
Klappdeckelkerbe in jeuer Operculardepression (die auf unserer  
Klappdeckelkerbe in jeuer Operculardepression (die auf unserer  
Figur 2 durch Schraffierung angedeutet ist) sich vorfindet: ein rudi-
Figur 2 durch Schraffierung angedeutet ist) sich vorfindet: ein rudimentärer, aber typischer Sulcus subcentralis anterior. Es besteht also  
mentärer, aber typischer Sulcus subcentralis anterior. Es besteht also  
unter allen Unständen eine durch die Subzentralkerbe vermittelte und  
unter allen Unständen eine durch die Subzentralkerbe vermittelte und  
durch eine lokale Depression des Operculumsaumes unterstützte  
durch eine lokale Depression des Operculumsaumes unterstützte  
Kommunikation zwischen Sulcus Rolandi und Fissura Sylvii.  
Kommunikation zwischen Sulcus Rolandi und Fissura Sylvii.  


Von der bezeichneten lateralen Verbreiterung ihres Grundes be-
Von der bezeichneten lateralen Verbreiterung ihres Grundes begibt sich die Zentralfurche nun in der direkten Fortsetzung des  
gibt sich die Zentralfurche nun in der direkten Fortsetzung des  
hinteren Endstrahles zunächst eine kleine Strecke proximo-dorsalwärts,  
hinteren Endstrahles zunächst eine kleine Strecke proximo-dorsalwärts,  
biegt dann stumpfwinklig, aus der Spitze des Winkels einen kurzen  
biegt dann stumpfwinklig, aus der Spitze des Winkels einen kurzen  
Ast nach vorn entsendend, disto-dorsalwärts um und spaltet sich  
Ast nach vorn entsendend, disto-dorsalwärts um und spaltet sich  
nahezu genau in oder etwas oberhalb der Mitte zwischen Ram. hori-
nahezu genau in oder etwas oberhalb der Mitte zwischen Ram. horizontalis fiss. Sylvii und der großen Längsspalte des Gehirns, ähnlich  
zontalis fiss. Sylvii und der großen Längsspalte des Gehirns, ähnlich  
wie am Lateralende, in einen vorderen-oberen und einen hinterenunteren Ast, die zusammengenommen das untere Fragment der überbrückten Zentralfurche T-artig zum Abschlüsse bringen.  
wie am Lateralende, in einen vorderen-oberen und einen hinteren-
unteren Ast, die zusammengenommen das untere Fragment der über-
brückten Zentralfurche T-artig zum Abschlüsse bringen.  


Die Fortsetzung der Zentralfurche nach oben beginnt 11 mm dorsal-
Die Fortsetzung der Zentralfurche nach oben beginnt 11 mm dorsalwärts und distalwärts vom geschilderten Ende des unteren Fragmentes.  
wärts und distalwärts vom geschilderten Ende des unteren Fragmentes.  
Sie läuft zunächst parallel jenem T-förmigen Aufsatze proximo-dorsalwärts und erreicht, mit ihrem Endstück stark nach hinten geschweift,  
Sie läuft zunächst parallel jenem T-förmigen Aufsatze proximo-dorsal-
wärts und erreicht, mit ihrem Endstück stark nach hinten geschweift,  
in nach vorn und innen konvexem Bogen (Fig. 1) die Mantelkaute,  
in nach vorn und innen konvexem Bogen (Fig. 1) die Mantelkaute,  
in welche sie einschneidet und dadurch auf der Medianfläche 0,5 cm  
in welche sie einschneidet und dadurch auf der Medianfläche 0,5 cm  
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271  
271  


Sylvii nicht, sondern endigt, leicht nach hinten abgelenkt, 0,5 cm ober-
Sylvii nicht, sondern endigt, leicht nach hinten abgelenkt, 0,5 cm oberhalb derselben. Von da zieht sie etwa 2 era weit geradeswegs nach  
halb derselben. Von da zieht sie etwa 2 era weit geradeswegs nach  
oben-hinten, beschreibt sodann einen kleinen, distal konvexen Bogen  
oben-hinten, beschreibt sodann einen kleinen, distal konvexen Bogen  
mit einem kurzen Zweig zum Gyrus centralis posterior und zieht  
mit einem kurzen Zweig zum Gyrus centralis posterior und zieht  
sich dann noch 1 cm in der anfänglichen Richtung hin, um 33 mm  
sich dann noch 1 cm in der anfänglichen Richtung hin, um 33 mm  
unter der Mantelkante blind zu endigen. Hier erweist sich die  
unter der Mantelkante blind zu endigen. Hier erweist sich die  
Furche durch einen 0,5 cm breiten nahezu transver-
Furche durch einen 0,5 cm breiten nahezu transversalen Gyrulus, welcher die beiden Zentral Windungen  
salen Gyrulus, welcher die beiden Zentral Windungen  
untereinander direkt verbindet, deutlich überbrückt  
untereinander direkt verbindet, deutlich überbrückt  
Um die Breite dieser Brücke weiter nach hinten findet sich der An-
Um die Breite dieser Brücke weiter nach hinten findet sich der Anfang der dorsalen Zentralfurchenhälfte (c^), welche in ähnlichem Verlaufe wie rechts, nur etwas stärker nach vorn gebogen und unter Abgabe eines Strahles schließlich die Mantelkante erreicht, hier ebenfalls  
fang der dorsalen Zentralfurchenhälfte (c^), welche in ähnlichem Ver-
in der bekannten typischen Lagebeziehung zum Ende des Sulcus callosomarginalis erscheinend (Fig. 1 links). Während jedoch die Brücke  
laufe wie rechts, nur etwas stärker nach vorn gebogen und unter Ab-
gabe eines Strahles schließlich die Mantelkante erreicht, hier ebenfalls  
in der bekannten typischen Lagebeziehung zum Ende des Sulcus calloso-
marginalis erscheinend (Fig. 1 links). Während jedoch die Brücke  
der rechten Zentralfurche vollständig im Niveau der übrigen Gyri sich  
der rechten Zentralfurche vollständig im Niveau der übrigen Gyri sich  
befindet, ist die linke Zentralspaltenbrücke nicht nur schmäler, sondern  
befindet, ist die linke Zentralspaltenbrücke nicht nur schmäler, sondern  
Line 19,539: Line 17,555:
angrenzenden Zentralwindungen. Es betrifft allerdings diese Vertiefung  
angrenzenden Zentralwindungen. Es betrifft allerdings diese Vertiefung  
wesentlich nur den mittleren Teil der Brücke; wo sie in die Masse  
wesentlich nur den mittleren Teil der Brücke; wo sie in die Masse  
der Zentralwiudungen überzugehen sich anschickt, da erreicht sie voll-
der Zentralwiudungen überzugehen sich anschickt, da erreicht sie vollkommen das allgemeine Niveau der übrigen Hirnrinde.  
kommen das allgemeine Niveau der übrigen Hirnrinde.  


Sowohl der Lage nach, als auch in ihrer allgemeinen Anordnung  
Sowohl der Lage nach, als auch in ihrer allgemeinen Anordnung  
entspricht die linksseitige Zentralfurchenbrücke mit unwesentlichen  
entspricht die linksseitige Zentralfurchenbrücke mit unwesentlichen  
Abweichungen der analogen an der rechten Hemisphäre bestehenden  
Abweichungen der analogen an der rechten Hemisphäre bestehenden  
Bildung. Insbesondere die durch sie erzeugte typische Dislo-
Bildung. Insbesondere die durch sie erzeugte typische Dislokation der beiden Furchen fr agmente ist an beiden Hemisphären des vorliegenden Gehirns die gleiche, indem die  
kation der beiden Furchen fr agmente ist an beiden Hemi-
sphären des vorliegenden Gehirns die gleiche, indem die  
trennende Brücke das untere Fragment (c) proximalwärts,  
trennende Brücke das untere Fragment (c) proximalwärts,  
das obere (c^) distalwärts verlagert (Fig. 1 — 3).  
das obere (c^) distalwärts verlagert (Fig. 1 — 3).  
Line 19,556: Line 17,569:
dieses Gehirns einen nach vorn ofi'enen Winkel von 128 '^ einschließen.  
dieses Gehirns einen nach vorn ofi'enen Winkel von 128 '^ einschließen.  


Es finden sich, was den Aufbau der übrigen Furchen und Win-
Es finden sich, was den Aufbau der übrigen Furchen und Windungen betrifft, mancherlei bemerkenswerte Abweichungen vom gewöhnlichen Typus, und zwar sowohl an dem Rhinencephalon, wie am Pallium.  
dungen betrifft, mancherlei bemerkenswerte Abweichungen vom gewöhn-
lichen Typus, und zwar sowohl an dem Rhinencephalon, wie am Pallium.  
Daß die rechte Zentralfurche mit der Fissura Sylvii vereinigt erscheint, ist  
Daß die rechte Zentralfurche mit der Fissura Sylvii vereinigt erscheint, ist  
oben schon erwähnt worden. W' ich tige Varietäten sind dann im Gebiete des  
oben schon erwähnt worden. W' ich tige Varietäten sind dann im Gebiete des  
Stirnhirns, am Sulcus cinguli u. s. w. zu bemerken; doch haben die-
Stirnhirns, am Sulcus cinguli u. s. w. zu bemerken; doch haben dieselben keine nähere Beziehung zu dem hier erörterten speziellen  
selben keine nähere Beziehung zu dem hier erörterten speziellen  
Gegenstand und sollen deshalb vorläufig nicht genauer behandelt werden.  
Gegenstand und sollen deshalb vorläufig nicht genauer behandelt werden.  


Line 19,572: Line 17,582:




Fig. 2. Doppelseitige Ueberbrückung der EOLANDOscheu Furche. Eechte Lateral-
Fig. 2. Doppelseitige Ueberbrückung der EOLANDOscheu Furche. Eechte Lateralansicht von Fig. 1. c, c^ Fragmente des überbrückten Sulcus Rolandi, zwischen ihnen  
ansicht von Fig. 1. c, c^ Fragmente des überbrückten Sulcus Rolandi, zwischen ihnen  
der Gyrus intercentralis medius. — An diesem Gehirn fehlt rechts der Gyrus intercentralis inferior, wie bei den Eaubtiei'en.  
der Gyrus intercentralis medius. — An diesem Gehirn fehlt rechts der Gyrus inter-
centralis inferior, wie bei den Eaubtiei'en.  








Fig. 3. Doppelseitige Ueberbrückung der ROLANDOschen Furche. Linke Lateral-
Fig. 3. Doppelseitige Ueberbrückung der ROLANDOschen Furche. Linke Lateralansicht von Fig. 1. Der Gyi'us intercentralis medius, zwischen den Fragmenten c und  
ansicht von Fig. 1. Der Gyi'us intercentralis medius, zwischen den Fragmenten c und  
c' des Sulcus Rolandi sich von einer zur anderen Zentralwindung hiuüberkrünimend,  
c' des Sulcus Rolandi sich von einer zur anderen Zentralwindung hiuüberkrünimend,  
hier schmäler als rechts, vgl. auch Fig. 1. — Der Gyrus intercentralis inferior auf dieser  
hier schmäler als rechts, vgl. auch Fig. 1. — Der Gyrus intercentralis inferior auf dieser  
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dreimal mit je einem Fall (Wagner, Gehirn des Klinikers Fuchs  
dreimal mit je einem Fall (Wagner, Gehirn des Klinikers Fuchs  
in Göttingen, dann Giacomini und Sernow) Darstellung gefunden  
in Göttingen, dann Giacomini und Sernow) Darstellung gefunden  
hat. Es hat aber keiner der bisherigen Beobachter den Versuch ge-
hat. Es hat aber keiner der bisherigen Beobachter den Versuch gemacht, auf das eigentliche Wesen der Sache einzugehen und über die  
macht, auf das eigentliche Wesen der Sache einzugehen und über die  
Bedeutung der auffallenden Furchenanordnung Klarheit zu schatfen.  
Bedeutung der auffallenden Furchenanordnung Klarheit zu schatfen.  
Man begnügte sich, ihre Häufigkeit (die übrigens recht verschieden  
Man begnügte sich, ihre Häufigkeit (die übrigens recht verschieden  
angegeben wird) zu schätzen und der Anschauung Raum zu geben, es  
angegeben wird) zu schätzen und der Anschauung Raum zu geben, es  
handle sich da um eine unschuldige, ganz gewöhnliche sog. „indivi-
handle sich da um eine unschuldige, ganz gewöhnliche sog. „individuelle" Variation , die gar keine physiologische , psychologische oder  
duelle" Variation , die gar keine physiologische , psychologische oder  
sonstige Bedeutung beanspruche.  
sonstige Bedeutung beanspruche.  


Da nun in unserer vorhin geschilderten Beobachtung ein unge-
Da nun in unserer vorhin geschilderten Beobachtung ein ungewöhnlich eklatantes Specimen der „unterbrochenen" Zentralfurche sich  
wöhnlich eklatantes Specimen der „unterbrochenen" Zentralfurche sich  
bietet, das wegen der hochgradigen Entwickelung und zumal wegen  
bietet, das wegen der hochgradigen Entwickelung und zumal wegen  
der Doppelseitigkeit der Ueberbrückung als ganz besonders  
der Doppelseitigkeit der Ueberbrückung als ganz besonders  
günstiges Objekt zum Studium der Erscheinung sich darstellt ; so er-
günstiges Objekt zum Studium der Erscheinung sich darstellt ; so ergiebt sich die Pflicht, auf das Wesen des Vorganges zurückzugehen und  
giebt sich die Pflicht, auf das Wesen des Vorganges zurückzugehen und  
eine Erklärung desselben auf morphologischer Grundlage zu versuchen.  
eine Erklärung desselben auf morphologischer Grundlage zu versuchen.  


n. Die Gyri inter centrales der Carnivoren.  
n. Die Gyri inter centrales der Carnivoren.  


Wenn im Verlaufe einer für gewöhnlich kontinuierlichen Hirn-
Wenn im Verlaufe einer für gewöhnlich kontinuierlichen Hirnfurche ausnahmsweise eine trennende Brücke auftritt, so darf man  
furche ausnahmsweise eine trennende Brücke auftritt, so darf man  
schließen, daß die Furche ursprünglich aus zwei Stücken hervorgeht,  
schließen, daß die Furche ursprünglich aus zwei Stücken hervorgeht,  
die sekundär während des späteren Wachstumes der Rinde inein-
die sekundär während des späteren Wachstumes der Rinde ineinander fließen. Der Schluß wird doppelt berechtigt sein, wenn sich  
ander fließen. Der Schluß wird doppelt berechtigt sein, wenn sich  
nachweisen läßt, daß jene Brücke schon unter gewöhnlichen Verhältnissen als „Tiefenwindung" an entsprechender Stelle des Furchengrundes sich vorfindet. Herrscht hierüber volle Einigkeit bei den  
nachweisen läßt, daß jene Brücke schon unter gewöhnlichen Verhält-
nissen als „Tiefenwindung" an entsprechender Stelle des Furchen-
grundes sich vorfindet. Herrscht hierüber volle Einigkeit bei den  
Morphologen, so darf man weiter gehen und die Erwartung hegen,  
Morphologen, so darf man weiter gehen und die Erwartung hegen,  
jenen ursprünglichen Zustand der getrennten Furchenanlage auf  
jenen ursprünglichen Zustand der getrennten Furchenanlage auf  
Line 19,655: Line 17,654:
274  
274  


an der Einheitlichkeit der fetalen Zentralfurche. Man sagte, sie ent-
an der Einheitlichkeit der fetalen Zentralfurche. Man sagte, sie entwickele sich aus einem Stück. Demgegenüber bringen neuere Entdeckungen, die man Cunningham und Retzius verdankt, den Beweis,  
wickele sich aus einem Stück. Demgegenüber bringen neuere Ent-
deckungen, die man Cunningham und Retzius verdankt, den Beweis,  
daß in Wirklichkeit die Zentralfurche beim Fetus — in der Zeit  
daß in Wirklichkeit die Zentralfurche beim Fetus — in der Zeit  
zwischen Ende des 5. und Ende des 7. Monates — in gewissen  
zwischen Ende des 5. und Ende des 7. Monates — in gewissen  
Line 19,663: Line 17,660:
ist. Das neue, von den beiden genannten Forschern entzündete  
ist. Das neue, von den beiden genannten Forschern entzündete  
Licht erwies sich von weittragender Bedeutung. Es lag nahe, die  
Licht erwies sich von weittragender Bedeutung. Es lag nahe, die  
Brücke zwischen oberem und unterem Abschnitt der fetalen Zentral-
Brücke zwischen oberem und unterem Abschnitt der fetalen Zentralfurche als Vorläufer der fast immer nachweisbaren Tiefenwindung des  
furche als Vorläufer der fast immer nachweisbaren Tiefenwindung des  
erwachsenen Gehirns anzusehen, und zwar um so mehr, als beide —  
erwachsenen Gehirns anzusehen, und zwar um so mehr, als beide —  
Fetalbrücke und Tiefenwindung — an einem ganz charakteristischen  
Fetalbrücke und Tiefenwindung — an einem ganz charakteristischen  
Line 19,677: Line 17,673:
ob er nun, wie in unserem Fall (Fig. 1), bis zu voller Ueberbrückung  
ob er nun, wie in unserem Fall (Fig. 1), bis zu voller Ueberbrückung  
der Zentralfurche entwickelt ist oder als Tiefenwindung vorliegt, unter  
der Zentralfurche entwickelt ist oder als Tiefenwindung vorliegt, unter  
allen Umständen gleichzusetzen ist jener die fetale Zentralfurche über-
allen Umständen gleichzusetzen ist jener die fetale Zentralfurche überbrückenden ßindenpartie. Es erscheint also die beim erwachsenen Menschen so ungemein selten, unter 1000  
brückenden ßindenpartie. Es erscheint also die beim er-
Fällen vielleicht 1— 2mal zu beobachtende Ueberbrückung der Zentralfurche als ein Zustand, der. in der  
wachsenen Menschen so ungemein selten, unter 1000  
Fällen vielleicht 1— 2mal zu beobachtende Ueber-
brückung der Zentralfurche als ein Zustand, der. in der  
Fetalentwickelun g des Menschenhirns z wischen fünftem  
Fetalentwickelun g des Menschenhirns z wischen fünftem  
und siebentem Monat, wennauch nicht gerade die Regel  
und siebentem Monat, wennauch nicht gerade die Regel  
Line 19,688: Line 17,681:


Und nun ein Blick auf die Tierwelt. Wo verbirgt sich der  
Und nun ein Blick auf die Tierwelt. Wo verbirgt sich der  
phylogenetische Vorläufer jenes mittleren Interzentral-
phylogenetische Vorläufer jenes mittleren Interzentralgyrus, über dessen Ontogenie Cunninghams und Retzius' Entdeckungen ein so überraschendes Licht verbreiten?  
gyrus, über dessen Ontogenie Cunninghams und Retzius' Ent-
deckungen ein so überraschendes Licht verbreiten?  


In der Reihe der Primaten ist, soweit unsere Kenntnis reicht, ein  
In der Reihe der Primaten ist, soweit unsere Kenntnis reicht, ein  
Line 19,696: Line 17,687:
Hirn höherer Primaten. Jener Typus der Zentralfurchenanordnung, wie  
Hirn höherer Primaten. Jener Typus der Zentralfurchenanordnung, wie  
er am Menschenhirn hervortritt, ist unzweifelhaft Primatenbesitz.  
er am Menschenhirn hervortritt, ist unzweifelhaft Primatenbesitz.  
Spezifisch anthropologisch erscheinen nur gewisse Einzelheiten, bei-
Spezifisch anthropologisch erscheinen nur gewisse Einzelheiten, beispielsweise die bekannten Schlängelungen und Kniebildungen der  
spielsweise die bekannten Schlängelungen und Kniebildungen der  
Zentralwindungen, die indessen schon den Gibbonen und vor allem  
Zentralwindungen, die indessen schon den Gibbonen und vor allem  


Line 19,738: Line 17,728:




Fig. 4. Die ROLANDOsche Furche am Cai'nivoren- und Menschenhirn, a Seiten-
Fig. 4. Die ROLANDOsche Furche am Cai'nivoren- und Menschenhirn, a Seitenansicht eines Fuchshirns : Raubtiertypus der Windungen, b Oberansicht vom Bärenhirn,  
ansicht eines Fuchshirns : Raubtiertypus der Windungen, b Oberansicht vom Bärenhirn,  
linke Hemisphäre, c Oberansicht vom Menschenhirn, rechte Hemisphäre.  
linke Hemisphäre, c Oberansicht vom Menschenhirn, rechte Hemisphäre.  


Line 19,752: Line 17,741:
wahren Lichte. Im Raubtiertypus ist die Zentral furche nie anders  
wahren Lichte. Im Raubtiertypus ist die Zentral furche nie anders  
als unterbrochen^). Jener Gyrus iutercentralis medius, der beim  
als unterbrochen^). Jener Gyrus iutercentralis medius, der beim  
erwachsenen Menschen so außerordentlich selten an die Gehirnober-
erwachsenen Menschen so außerordentlich selten an die Gehirnoberfläche tritt, liegt am Raubtierhirn ausnahmslos frei zu Tage^  
fläche tritt, liegt am Raubtierhirn ausnahmslos frei zu Tage^  
die Windung a, die „Inte rzentralbrücke" der Carnivoren,  
die Windung a, die „Inte rzentralbrücke" der Carnivoren,  
zwischen Sulcus cruciatus und Sulcus praesylvius ein-
zwischen Sulcus cruciatus und Sulcus praesylvius eingeschoben, ist ihm vollkommen homolog. Ueberbrückte  
geschoben, ist ihm vollkommen homolog. Ueberbrückte  
Zentralfurchen am Menschenhirn entsprechen in jeder  
Zentralfurchen am Menschenhirn entsprechen in jeder  
Hinsicht dem Verhalten des Carnivorentypus, erscheinen  
Hinsicht dem Verhalten des Carnivorentypus, erscheinen  
Line 19,762: Line 17,749:
phylogenetisch fernliegenden architektonischen Idee,  
phylogenetisch fernliegenden architektonischen Idee,  


Haben wir den für unsere Betrachtung so wichtigen Gyrus inter-
Haben wir den für unsere Betrachtung so wichtigen Gyrus intercentralis medius in der Windung a des Raubtierhirns wiedergefunden,  
centralis medius in der Windung a des Raubtierhirns wiedergefunden,  
so bleibt zu untersuchen, wie sich bei solcher Voraussetzung die  
so bleibt zu untersuchen, wie sich bei solcher Voraussetzung die  
Furchen verhalten und welche Tatsachen die neue Auffassung der  
Furchen verhalten und welche Tatsachen die neue Auffassung der  
Dinge begünstigen.  
Dinge begünstigen.  


Zunächst der Sulcus praesylvius. Er allein kann der Zentral-
Zunächst der Sulcus praesylvius. Er allein kann der Zentralfurche wohl nicht entsprechen. Erstreckt sich doch die Zentralfurche  
furche wohl nicht entsprechen. Erstreckt sich doch die Zentralfurche  
am Primatenhirn weit aufwärts zur Mantelkante und über sie hinweg.  
am Primatenhirn weit aufwärts zur Mantelkante und über sie hinweg.  
Hingegen der Sulcus praesylvius durchzieht kaum mehr als ^3 oder  
Hingegen der Sulcus praesylvius durchzieht kaum mehr als ^3 oder  
Line 19,805: Line 17,790:
277  
277  


in der Ansicht von oben ! Von der Callosom argin alis sieht man, ge-
in der Ansicht von oben ! Von der Callosom argin alis sieht man, gelangt sie nach außen, immer nur ein ganz kurzes Stück auf der  
langt sie nach außen, immer nur ein ganz kurzes Stück auf der  
Konvexität; dahingegen der Sulcus cruciatus strebt weit nach außen und  
Konvexität; dahingegen der Sulcus cruciatus strebt weit nach außen und  
ventralwärts über die Hemisphärenbreite, was nicht allein bei manchen  
ventralwärts über die Hemisphärenbreite, was nicht allein bei manchen  
Line 19,820: Line 17,804:
und als Gyrus inter centralis superior aufführten, ist bei den  
und als Gyrus inter centralis superior aufführten, ist bei den  
Raubtieren in der Nähe des Hemisphärenrandes am Grunde des Sulcus  
Raubtieren in der Nähe des Hemisphärenrandes am Grunde des Sulcus  
cruciatus zu suchen. Geht die menschliche Zentralfurche — was ge-
cruciatus zu suchen. Geht die menschliche Zentralfurche — was gelegentlich vorkommt — einmal kontinuierlich in den Sulcus callosomarginalis über: dann haben wir voll und ganz jenen Zustand des  
legentlich vorkommt — einmal kontinuierlich in den Sulcus calloso-
Sulcus cruciatus vor uns, der für den Carnivorentyp so außerordentlich bezeichnend ist.  
marginalis über: dann haben wir voll und ganz jenen Zustand des  
Sulcus cruciatus vor uns, der für den Carnivorentyp so außerordent-
lich bezeichnend ist.  


Ob man also vom Sulcus praesylvius oder vom Sulcus splenialis her  
Ob man also vom Sulcus praesylvius oder vom Sulcus splenialis her  
die Analyse der in Betrachtung kommenden Furchengebilde ausgehen  
die Analyse der in Betrachtung kommenden Furchengebilde ausgehen  
läßt: überall ergibt sich die Notwendigkeit, der einheitlich erscheinenden  
läßt: überall ergibt sich die Notwendigkeit, der einheitlich erscheinenden  
Zentralfurche des Primatentypus zwei getrennte Furchen des Carni-
Zentralfurche des Primatentypus zwei getrennte Furchen des Carnivorenhirns gegenüberzustellen. Daß es sich dabei nur um den Sulcus  
vorenhirns gegenüberzustellen. Daß es sich dabei nur um den Sulcus  
praesylvius und um den Sulcus cruciatus handeln kann, muß dem unbefangenen Blick eigentlich recht naheliegend erscheinen. Schwer in das Gewicht fällt jedenfalls das eigentümliche, durch die ganze Carnivorenreihe  
praesylvius und um den Sulcus cruciatus handeln kann, muß dem unbe-
fangenen Blick eigentlich recht naheliegend erscheinen. Schwer in das Ge-
wicht fällt jedenfalls das eigentümliche, durch die ganze Carnivorenreihe  
konstante wechselseitige Lageverhältnis der beiden Furchen.  
konstante wechselseitige Lageverhältnis der beiden Furchen.  
Wie schon erwähnt, bewirkt Ueberbrückung der Zentralfurche beim  
Wie schon erwähnt, bewirkt Ueberbrückung der Zentralfurche beim  
Menschen (Fig. 1—3) eine ganz typische Dislokation der Furchen-
Menschen (Fig. 1—3) eine ganz typische Dislokation der Furchenfragmente, wobei das obere Fragment nach hinten, das untere nach  
fragmente, wobei das obere Fragment nach hinten, das untere nach  
vorn tritt. Genau so liegen Sulcus cruciatus und Sulcus praesylvius  
vorn tritt. Genau so liegen Sulcus cruciatus und Sulcus praesylvius  
zueinander am Carnivorenhirn (Fig. 4). Man sieht, so selten  
zueinander am Carnivorenhirn (Fig. 4). Man sieht, so selten  
der Gyrus in tercen trails medius beim erwachsenen  
der Gyrus in tercen trails medius beim erwachsenen  
Menschen oberflächlich verbleibt, so fest hat er jene  
Menschen oberflächlich verbleibt, so fest hat er jene  
uralte Wachstumstendenz beibehalten, die die ihm homo-
uralte Wachstumstendenz beibehalten, die die ihm homologe Windung a am Carnivorenhirn entfaltete.  
loge Windung a am Carnivorenhirn entfaltete.  


Fassen wir kurz zusammen:  
Fassen wir kurz zusammen:  
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Beide Sätze zusammengenommen liefern, zumal in Verbindung mit  
Beide Sätze zusammengenommen liefern, zumal in Verbindung mit  
den erwähnten Tatsachen der Ontogenie und den Beobachtungen am  
den erwähnten Tatsachen der Ontogenie und den Beobachtungen am  
erwachsenen Hirn des Menschen, eine ungezwungene und völlig aus-
erwachsenen Hirn des Menschen, eine ungezwungene und völlig ausreichende Erklärung der bisher so dunklen Erscheinung der sog.  
reichende Erklärung der bisher so dunklen Erscheinung der sog.  
Zentralfurchenunterbrechungen. Nach unserer Auffassung der Verhältnisse stellt sich die Form der überbrückten KoLANDO-Furche als eine  
Zentralfurchenunterbrechungen. Nach unserer Auffassung der Ver-
im Raubtiertyp weit verbreitete Anordnung dar. Daß in dem Fötalzustande des Menschenhirns die tierähnliche Einrichtung öfter auftritt  
hältnisse stellt sich die Form der überbrückten KoLANDO-Furche als eine  
im Raubtiertyp weit verbreitete Anordnung dar. Daß in dem Fötal-
zustande des Menschenhirns die tierähnliche Einrichtung öfter auftritt  
als beim Erwachsenen, ist ja eine sehr gewöhnliche Eigentümlichkeit  
als beim Erwachsenen, ist ja eine sehr gewöhnliche Eigentümlichkeit  
primitiver Formverhältnisse.  
primitiver Formverhältnisse.  
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man unschwer die gleichen Grundlagen , die am Carnivorenhirn für  
man unschwer die gleichen Grundlagen , die am Carnivorenhirn für  
den Aufbau der Gyri centrales maßgebend sind. Leider sind wir  
den Aufbau der Gyri centrales maßgebend sind. Leider sind wir  
mangels genügenden Materials außerstande, die gerade am Ungulaten-
mangels genügenden Materials außerstande, die gerade am Ungulatenhirn so schwierige Homologisierung der Zentralfurche mit Bestimmtheit  
hirn so schwierige Homologisierung der Zentralfurche mit Bestimmtheit  
verfolgen zu können. Sicher ist uns nur, daß der Sulcus coronalis  
verfolgen zu können. Sicher ist uns nur, daß der Sulcus coronalis  
am Ungulatenhirn vielfach da gesetzt wird, wo Homologisierung mit  
am Ungulatenhirn vielfach da gesetzt wird, wo Homologisierung mit  
dem Sulcus cruciatus naheliegt.  
dem Sulcus cruciatus naheliegt.  


Der Ausdruck „Unterbrechung" erscheint von dem hier ver-
Der Ausdruck „Unterbrechung" erscheint von dem hier vertretenen Standpunkte morphologisch nicht gerechtfertigt, wenigstens  
tretenen Standpunkte morphologisch nicht gerechtfertigt, wenigstens  
nicht mit Beziehung auf die menschliche Zentralfurche. Unterbrochen sein  
nicht mit Beziehung auf die menschliche Zentralfurche. Unterbrochen sein  
kann nur etwas, was früher einmal zusammenhing. Das Ursprüngliche  
kann nur etwas, was früher einmal zusammenhing. Das Ursprüngliche  
ist aber, wie wir gezeigt zu haben glauben, gerade die „unterbrochene"  
ist aber, wie wir gezeigt zu haben glauben, gerade die „unterbrochene"  
Zentralfurche, hingegen die einheitliche, zusammenhängende, nicht  
Zentralfurche, hingegen die einheitliche, zusammenhängende, nicht  
unterbrochene das Sekundäre, wie ja die Eutwickelung beweist. Zu-
unterbrochene das Sekundäre, wie ja die Eutwickelung beweist. Zutreffender schon ist der Begriff „Ueberbrückung" vom Standpunkte der  
treffender schon ist der Begriff „Ueberbrückung" vom Standpunkte der  
Morphologie. Denn auf den Zustand der Interzentralbrücke a bezw.  
Morphologie. Denn auf den Zustand der Interzentralbrücke a bezw.  
des Gyrus in tercen trails medius, ob er hoch oder tief gelegen, darauf  
des Gyrus in tercen trails medius, ob er hoch oder tief gelegen, darauf  
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die Furchen den sekundären (passiven) Faktor darstellen.  
die Furchen den sekundären (passiven) Faktor darstellen.  


Zwei Worte über das merkwürdige Verhalten des Gyrus inter-
Zwei Worte über das merkwürdige Verhalten des Gyrus intercentralis inferior, des untersten unserer eingangs erwähnten 3 luterzentralbrücken. Sein Besitz bildet augenscheinlich ein Vorrecht des  
centralis inferior, des untersten unserer eingangs erwähnten 3 luter-
zentralbrücken. Sein Besitz bildet augenscheinlich ein Vorrecht des  
Primatenhirns. Die Gyrencephalen vom Nichtprimatentypus zeigen ihn  
Primatenhirns. Die Gyrencephalen vom Nichtprimatentypus zeigen ihn  
noch nicht, zum mindestens nicht an der Oberfläche. Dagegen ist der  
noch nicht, zum mindestens nicht an der Oberfläche. Dagegen ist der  
Line 19,914: Line 17,882:
Vorkommnis ^) — voll und ganz mit der Fissura Sylvii zusammen, so  
Vorkommnis ^) — voll und ganz mit der Fissura Sylvii zusammen, so  
liegt der gleiche Zustand des Raubtiertypus vor, wie wir ihn im Falle  
liegt der gleiche Zustand des Raubtiertypus vor, wie wir ihn im Falle  
des Fehlens der obersten Interzentralbrücke verwirklicht sehen. Es er-
des Fehlens der obersten Interzentralbrücke verwirklicht sehen. Es erscheint gewiß bemerkenswert, daß an der rechten Hemisphäre jenes  
scheint gewiß bemerkenswert, daß an der rechten Hemisphäre jenes  
oben beschriebenen Hirns mit überbrückter Zentralfurche (Fig. 2) auch  
oben beschriebenen Hirns mit überbrückter Zentralfurche (Fig. 2) auch  
der Gyrus intercentralis inferior im Bilde des Carnivorenhirns auftritt.  
der Gyrus intercentralis inferior im Bilde des Carnivorenhirns auftritt.  
Hinzuweisen ist hier schließlich kurz auf das Korrelations-
Hinzuweisen ist hier schließlich kurz auf das Korrelationsgesetz derHirnwindungen in seiner Anwendung auf die im Vorstehenden betrachtete Rindenregion. Es sind nämlich, wie zu erwarten,  
gesetz derHirnwindungen in seiner Anwendung auf die im Vor-
stehenden betrachtete Rindenregion. Es sind nämlich, wie zu erwarten,  
nicht nur die Brückenwindungen der rechten und linken Zentralfurche  
nicht nur die Brückenwindungen der rechten und linken Zentralfurche  
stets ungleich stark entwickelt, sondern es herrscht unter den Inter-
stets ungleich stark entwickelt, sondern es herrscht unter den Interzentralbrücken der gleichen Hirnhälfte ein derartiges wechselseitiges  
zentralbrücken der gleichen Hirnhälfte ein derartiges wechselseitiges  
Verhältnis vor: daß, wenn die mittlere Brücke wächst, die untere zurücktritt, und umgekehrt. Unsere Figg. 2 und 3 gewähren eine vorzügliche  
Verhältnis vor: daß, wenn die mittlere Brücke wächst, die untere zurück-
tritt, und umgekehrt. Unsere Figg. 2 und 3 gewähren eine vorzügliche  
Erläuterung dieses Korrelationsgesetzes, auf welches wir an einem  
Erläuterung dieses Korrelationsgesetzes, auf welches wir an einem  
anderen Orte ausführlicher zurückkommen. Im allgemeinen zeigen  
anderen Orte ausführlicher zurückkommen. Im allgemeinen zeigen  
Line 19,947: Line 17,910:
Untersuchungen in dem Rufe besonders hoher physiologischer Dignität,  
Untersuchungen in dem Rufe besonders hoher physiologischer Dignität,  
Wir würden auf den Gegenstand nicht eingehen, hätte nicht noch in  
Wir würden auf den Gegenstand nicht eingehen, hätte nicht noch in  
ganz neuer Zeit J. D. Cunningham einer ganz ähnlichen Be-
ganz neuer Zeit J. D. Cunningham einer ganz ähnlichen Betrachtungsweise Raum gegeben. „The interrupted form of fissural  
trachtungsweise Raum gegeben. „The interrupted form of fissural  


1) Am öftesten bisher an Chinesenhirnen beobachtet.  
1) Am öftesten bisher an Chinesenhirnen beobachtet.  
Line 19,957: Line 17,919:


development", heißt es bei ihm wörtlich, „bespeaks a higher  
development", heißt es bei ihm wörtlich, „bespeaks a higher  
type^) and is peculiarly characteristic of man". Es liegt uns selbst-
type^) and is peculiarly characteristic of man". Es liegt uns selbstverständlich nichts ferner, als den Anschauungen des um die Gehirnanatomie so hochverdienten Forschers nach irgend einer Richtung hin  
verständlich nichts ferner, als den Anschauungen des um die Gehirn-
anatomie so hochverdienten Forschers nach irgend einer Richtung hin  
entgegentreten zu wollen. Es ist aber nach der von Cunningham  
entgegentreten zu wollen. Es ist aber nach der von Cunningham  
gegebenen neuen Anregung zweierlei zu erwägen:  
gegebenen neuen Anregung zweierlei zu erwägen:  
Line 19,965: Line 17,925:
Erstens: Rückt in die Bahn einer Hirnfurche eine trennende  
Erstens: Rückt in die Bahn einer Hirnfurche eine trennende  
Brücke ein, so ist — rein mechanisch gedacht — nicht Gewinn,  
Brücke ein, so ist — rein mechanisch gedacht — nicht Gewinn,  
sondern Verlust an Rindenoberfiäche die Folge, wie ja leicht er-
sondern Verlust an Rindenoberfiäche die Folge, wie ja leicht ersichtlich. [Auf die kompensatorischen Vorgänge, die bei solcher  
sichtlich. [Auf die kompensatorischen Vorgänge, die bei solcher  
Brückenbildung Platz greifen (G. Retzius) können wir hier noch nicht  
Brückenbildung Platz greifen (G. Retzius) können wir hier noch nicht  
näher eingehen, da die Art der Kompensationsvorgänge in jedem  
näher eingehen, da die Art der Kompensationsvorgänge in jedem  
Line 19,972: Line 17,931:


Zweitens: Wer zugibt, bei der Rindenentwickelung seien die Gyri  
Zweitens: Wer zugibt, bei der Rindenentwickelung seien die Gyri  
aktives Moment, welches zu den Furchen sich etwa verhält, wie Ur-
aktives Moment, welches zu den Furchen sich etwa verhält, wie Ursache zu Wirkung, wird unschwer erkennen, daß Brückenbildung  
sache zu Wirkung, wird unschwer erkennen, daß Brückenbildung  
im Verlauf von Furchen Folge sei verlangsamten Wachstum es an den betreffenden Punkten der Hirnrinde. Denn die Furche  
im Verlauf von Furchen Folge sei verlangsamten Wachs-
tum es an den betreffenden Punkten der Hirnrinde. Denn die Furche  
an sich ist allemal Ausdruck jenes gesteigerten Rindenwachstumes,  
an sich ist allemal Ausdruck jenes gesteigerten Rindenwachstumes,  
dessen Endeffekt uns als Windung erscheint.  
dessen Endeffekt uns als Windung erscheint.  
Line 19,981: Line 17,938:
Es kommt aber noch ein Drittes hinzu. Nachdem das für die  
Es kommt aber noch ein Drittes hinzu. Nachdem das für die  
Hirnform so hoch bedeutungsvolle Auftreten eines Gyrus intercentralis  
Hirnform so hoch bedeutungsvolle Auftreten eines Gyrus intercentralis  
medius beim erwachsenen Menschen von uns als eine primitive Ein-
medius beim erwachsenen Menschen von uns als eine primitive Einrichtung des Säugetier- und speziell des Raubtierhirns erkannt worden  
richtung des Säugetier- und speziell des Raubtierhirns erkannt worden  
war, schien die Auffassung des Vorganges als einfache „Tierähnlichkeit" den tatsächlichen Verhältnissen vorläufig am meisten angemessen. Wo bleibt da aber die Superiorität der Entwicklung unterbrochener Furchenanordnungen? Wo die Grundlage jenes „higher type",  
war, schien die Auffassung des Vorganges als einfache „Tierähnlich-
keit" den tatsächlichen Verhältnissen vorläufig am meisten ange-
messen. Wo bleibt da aber die Superiorität der Entwicklung unter-
brochener Furchenanordnungen? Wo die Grundlage jenes „higher type",  
wovon Cunningham redet? Es läge sicher für das morphologische  
wovon Cunningham redet? Es läge sicher für das morphologische  
Denken der entgegengesetzte Schluß viel näher, wüßten wir nicht, daß  
Denken der entgegengesetzte Schluß viel näher, wüßten wir nicht, daß  
Line 19,992: Line 17,945:
im Range weit unter ihm stehen. Andererseits treten unmittelbar  
im Range weit unter ihm stehen. Andererseits treten unmittelbar  
neben exquisiten Tierähnlichkeiten gerade an dem Menschenhirn —  
neben exquisiten Tierähnlichkeiten gerade an dem Menschenhirn —  
wir erinnern nur an den obersten Interzentralgyrus und seinen ausge-
wir erinnern nur an den obersten Interzentralgyrus und seinen ausgesprochenen Primatencharakter — so oft Signa fortgeschrittener Fornibildungen hervor, daß niao vielleicht gut tun wird, auf eine einheitliche Auffassung der Windungsbrücken an dem Menschenhirn vorläufig noch zu verzichten.  
sprochenen Primatencharakter — so oft Signa fortgeschrittener Forni-
bildungen hervor, daß niao vielleicht gut tun wird, auf eine einheit-
liche Auffassung der Windungsbrücken an dem Menschenhirn vor-
läufig noch zu verzichten.  




Line 20,041: Line 17,990:
Inhalt. Aufsätze, riorence R. Sabin, A Note concerning the Model of  
Inhalt. Aufsätze, riorence R. Sabin, A Note concerning the Model of  
the Medulla, Pons and Midbrain of a New-born Babe as Reproduced by Herr  
the Medulla, Pons and Midbrain of a New-born Babe as Reproduced by Herr  
¥. Ziegler. With 2 Figures, p. 281—289. — Adolf Wallenberg, Eine zentri-
¥. Ziegler. With 2 Figures, p. 281—289. — Adolf Wallenberg, Eine zentrifugal leitende direkte Verbindung der frontalen Vorderhirn basis mit der Oblongata  
fugal leitende direkte Verbindung der frontalen Vorderhirn basis mit der Oblongata  
(+ Rückenmark?) bei der Ente. Mit 8 Abbildungen, p. 289— 292. — O. Pragnito,  
(+ Rückenmark?) bei der Ente. Mit 8 Abbildungen, p. 289— 292. — O. Pragnito,  
Per la genesi della cellula nervosa, p. 292 — 297. — P. Leydig, Bemerkung zu  
Per la genesi della cellula nervosa, p. 292 — 297. — P. Leydig, Bemerkung zu  
Line 20,050: Line 17,998:
p. 305—308.  
p. 305—308.  


Bücheraiizeigen. Carl Heitzmann, p. 308—309. — Handbuch der ver-
Bücheraiizeigen. Carl Heitzmann, p. 308—309. — Handbuch der vergleichenden und experimentellen Entwickelungslehre der Wirbeltiere, p. 309. —  
gleichenden und experimentellen Entwickelungslehre der Wirbeltiere, p. 309. —  
M. V. Lenhossek, p. 309. — HELMHOLXZ-Biographie, p. 309—310.  
M. V. Lenhossek, p. 309. — HELMHOLXZ-Biographie, p. 309—310.  


Line 20,085: Line 18,032:


At the suggestion of Professor Stöhr in Würzburg, Herr Ziegler  
At the suggestion of Professor Stöhr in Würzburg, Herr Ziegler  
(Atelier für wissenschaftliche Plastik) in Freiburg i. B., has under-
(Atelier für wissenschaftliche Plastik) in Freiburg i. B., has undertaken to reproduce the model ^) in order that it may be put into  
taken to reproduce the model ^) in order that it may be put into  
the hands of those especially interested in the study of the nervous  
the hands of those especially interested in the study of the nervous  
system.  
system.  
Line 20,143: Line 18,089:
cord to that of the medulla. The fourth shows the deeper structures  
cord to that of the medulla. The fourth shows the deeper structures  
which make the foundation as frame work, namely the medial and  
which make the foundation as frame work, namely the medial and  
lateral lemnisci, the corpus trapezoideum, and the fasciculus longi-
lateral lemnisci, the corpus trapezoideum, and the fasciculus longitudinalis medialis. It relates the white matter of the cord to that of  
tudinalis medialis. It relates the white matter of the cord to that of  
the medulla.  
the medulla.  


Line 20,165: Line 18,110:


In as much as the model was made from the brain of a new-born  
In as much as the model was made from the brain of a new-born  
babe, some of the fibre tracts are not yet medullated. The most im-
babe, some of the fibre tracts are not yet medullated. The most important of these are the pyramids and the brachium pontis. These  
portant of these are the pyramids and the brachium pontis. These  
two structures lie near the surface, however, and are easily shown  
two structures lie near the surface, however, and are easily shown  
schematically. The course of the pyramidal tract is shown by heavy  
schematically. The course of the pyramidal tract is shown by heavy  
Line 20,172: Line 18,116:
is indicated on model II.  
is indicated on model II.  


The first model consists of six sections, so mounted as to cor-
The first model consists of six sections, so mounted as to correspond in position with models II — IV. The outlines of this sections  
respond in position with models II — IV. The outlines of this sections  
are drawn on model II.  
are drawn on model II.  


Line 20,214: Line 18,157:


This model also shows the relation of the three cerebellar peduncles  
This model also shows the relation of the three cerebellar peduncles  
to each other. The middle peduncle, or brachium pontis is non-
to each other. The middle peduncle, or brachium pontis is nonmedullated and shows as a narrow band on the surface form on the  
medullated and shows as a narrow band on the surface form on the  
right hand side. The superior and inferior peduncles have been prolonged slighthy free hand by the aid of transverse sections in order  
right hand side. The superior and inferior peduncles have been pro-
longed slighthy free hand by the aid of transverse sections in order  
to show their relative positions as they enter the cerebellum. The  
to show their relative positions as they enter the cerebellum. The  
superior peduncle or brachium conjunctivum passes obliquely dorsal-
superior peduncle or brachium conjunctivum passes obliquely dorsalward to the corpus dentatum, the anterior, ventral tip of which is  
ward to the corpus dentatum, the anterior, ventral tip of which is  
shown in outline. — The inferior peduncle or corpus restiforme passes  
shown in outline. — The inferior peduncle or corpus restiforme passes  
dorsalward just lateral to the anterior tip of the corpus dentatum and  
dorsalward just lateral to the anterior tip of the corpus dentatum and  
Line 20,255: Line 18,195:
The contrast between these two groups of nerves is well brought  
The contrast between these two groups of nerves is well brought  
out. The nuclei of the median group lie in the floor of the ventriculus  
out. The nuclei of the median group lie in the floor of the ventriculus  
quartus or aqueductus Silvius, along the course of the fasciculus longi-
quartus or aqueductus Silvius, along the course of the fasciculus longitudinalis medialis. The root fibres all pass directly ventralward and  
tudinalis medialis. The root fibres all pass directly ventralward and  
emerge near the median ventral line, except these of the N. trochlearis  
emerge near the median ventral line, except these of the N. trochlearis  
which pass dorsal ward, decussate in the velum and emerge near the  
which pass dorsal ward, decussate in the velum and emerge near the  
Line 20,285: Line 18,224:


fibres take two separate paths. First a definite compact bundle passes  
fibres take two separate paths. First a definite compact bundle passes  
inward and dorsalward just lateral to the tractus spinalis n. trige-
inward and dorsalward just lateral to the tractus spinalis n. trigemini and turns spinalward to make the tractus solitarius. Second,  
mini and turns spinalward to make the tractus solitarius. Second,  
scattered fibres pass through the tractus spinalis n. trigemini and  
scattered fibres pass through the tractus spinalis n. trigemini and  
enter the ala cinerea. With these scattered fibres run the motor fibres  
enter the ala cinerea. With these scattered fibres run the motor fibres  
Line 20,340: Line 18,278:
in this model. In the cord the area is small and limited to the angle  
in this model. In the cord the area is small and limited to the angle  
between the two horns. In the medulla the area is wide and lies  
between the two horns. In the medulla the area is wide and lies  
dorsal to the olive and lateral to the fibres of the fasciculus longi-
dorsal to the olive and lateral to the fibres of the fasciculus longitudinalis medialis. In the pons the area is dorsal to the lemniscus  
tudinalis medialis. In the pons the area is dorsal to the lemniscus  
medialis while in the midbrain it is internal to the lemniscus and  
medialis while in the midbrain it is internal to the lemniscus and  
dorsal to the nucleus ruber. In the medulla the fibres which lie be-
dorsal to the nucleus ruber. In the medulla the fibres which lie between the lemniscus medialis and the fasciculus longitudinalis medialis  
tween the lemniscus medialis and the fasciculus longitudinalis medialis  
belong also to the formatio reticularis. In the course of this path  
belong also to the formatio reticularis. In the course of this path  
lies the nucleus centralis inferior just spinalward from the N. abducens.  
lies the nucleus centralis inferior just spinalward from the N. abducens.  
Line 20,351: Line 18,287:
the course of these fibres lies the great mass of cells called the nucleus  
the course of these fibres lies the great mass of cells called the nucleus  
centralis superior; the pars medialis of which lies in the central line,  
centralis superior; the pars medialis of which lies in the central line,  
while the pars lateralis occupies the hollow of the brachium conjunc-
while the pars lateralis occupies the hollow of the brachium conjunctivum. These relations can be seen in Fig. 13 in the Atlas.  
tivum. These relations can be seen in Fig. 13 in the Atlas.  




Line 20,411: Line 18,346:
funiculi gracilis. From here a new set of fibres passes across the  
funiculi gracilis. From here a new set of fibres passes across the  
median line as the decussatio lemniscorum and enters the lemniscus  
median line as the decussatio lemniscorum and enters the lemniscus  
medialis of the opposite side. 2) One bundle of fibres from the fas-
medialis of the opposite side. 2) One bundle of fibres from the fasciculus cuneatus enters the nucleus funiculi cuneati lateralis (Blumenau)  
ciculus cuneatus enters the nucleus funiculi cuneati lateralis (Blumenau)  
while fibres enter the corpus restiforme. The fibres which pass directly  
while fibres enter the corpus restiforme. The fibres which pass directly  
from the dorsal funiculi to the corpus restiforme are shown on  
from the dorsal funiculi to the corpus restiforme are shown on  
Line 20,434: Line 18,368:
ventral surface.  
ventral surface.  


The ventral columns of the cord consist first of the direct pyra-
The ventral columns of the cord consist first of the direct pyramidal fibres which show best on the ventral surface of the fourth  
midal fibres which show best on the ventral surface of the fourth  
model. The rest of the ventral column fibres show best on the left  
model. The rest of the ventral column fibres show best on the left  
side of the model or from its dorsal aspect. For the most part they  
side of the model or from its dorsal aspect. For the most part they  
Line 20,481: Line 18,414:
verfolgt werden. Bei Tauben gelang es mir zwar Spuren des Tractus  
verfolgt werden. Bei Tauben gelang es mir zwar Spuren des Tractus  
strio-mesencephalicus degenerativ noch in der Höhe des Quintuseintrittes  
strio-mesencephalicus degenerativ noch in der Höhe des Quintuseintrittes  
nachzuweisen, hier aber entschwanden sie dem Blick. Das lag wahr-
nachzuweisen, hier aber entschwanden sie dem Blick. Das lag wahrscheinlich an dem winzigen Kaliber der betreffenden Fasern, denn bei  
scheinlich an dem winzigen Kaliber der betreffenden Fasern, denn bei  
der Ente reicht ein Teil dieser Vorderhirnstrahlung bis nahe an die  
der Ente reicht ein Teil dieser Vorderhirnstrahlung bis nahe an die  
kaudale Grenze der Oblongata, ja, ich glaube Grund zur Annahme zu  
kaudale Grenze der Oblongata, ja, ich glaube Grund zur Annahme zu  
Line 20,491: Line 18,423:
und die absteigenden Degenerationen mit der MARCHi-Methode verfolgt.  
und die absteigenden Degenerationen mit der MARCHi-Methode verfolgt.  
Ein aus groben Fasern bestehendes Bündel legte sich kaudal von der  
Ein aus groben Fasern bestehendes Bündel legte sich kaudal von der  
Stelle der Läsion (Fig. 3) dem Tractus quinto-frontalis medial an, be-
Stelle der Läsion (Fig. 3) dem Tractus quinto-frontalis medial an, begleitete ihn au gleicher Stelle durch den Thalamus und das Mittelhirn  
gleitete ihn au gleicher Stelle durch den Thalamus und das Mittelhirn  
(Fig. 4 u. 5), einzelne Fasern traten direkt in den Tractus quintofrontalis ein, die übrigen blieben medial von ihm, soweit sie nicht  
(Fig. 4 u. 5), einzelne Fasern traten direkt in den Tractus quinto-
dorsalwärts in die Umgebung ausstrahlten. In der Höhe der Trochleariskreuzung (Fig. 5) wandte sich das bis dahin streng sagittal laufende  
frontalis ein, die übrigen blieben medial von ihm, soweit sie nicht  
dorsalwärts in die Umgebung ausstrahlten. In der Höhe der Trochlearis-
kreuzung (Fig. 5) wandte sich das bis dahin streng sagittal laufende  




Line 20,512: Line 18,441:
gezeichneten Querschnittes). Bei genauerer Durchsicht der Präparate  
gezeichneten Querschnittes). Bei genauerer Durchsicht der Präparate  
schien es mir, als ob eine feinkörnige Schwärzung bis zum obersten  
schien es mir, als ob eine feinkörnige Schwärzung bis zum obersten  
Halsmark in dem Winkel zwischen Vorder- und Hinterhorn zu ver-
Halsmark in dem Winkel zwischen Vorder- und Hinterhorn zu verfolgen wäre.  
folgen wäre.  


Der eben beschriebene Faserzug, den ich Tractus fronto-
Der eben beschriebene Faserzug, den ich Tractus frontobulbaris (-f- spinalis?) nennen möchte, erweckt das Interesse einmal dadurch, daß er meines Wissens eine bisher unbekannte direkte  
bulbaris (-f- spinalis?) nennen möchte, erweckt das Interesse ein-
Verbindung des Vorderhirns mit kaudalen Abschnitten des Zentralnervensystems der Vögel herstellt und weil er andererseits unleugbare  
mal dadurch, daß er meines Wissens eine bisher unbekannte direkte  
Verbindung des Vorderhirns mit kaudalen Abschnitten des Zentral-
nervensystems der Vögel herstellt und weil er andererseits unleugbare  




Line 20,562: Line 18,487:


Tract,  
Tract,  
quinto-
quintofrontalis
frontalis




Line 20,569: Line 18,493:


Tract,  
Tract,  
quinto-
quintou frontalis  
u frontalis  




Line 20,640: Line 18,563:
Paul Kronthal, trovo intorno alia origine della cellula nervosa  
Paul Kronthal, trovo intorno alia origine della cellula nervosa  
descritti fatti e significate idee che molto si avvicinano, se non proprio  
descritti fatti e significate idee che molto si avvicinano, se non proprio  
coincidono, ai fatti e alle idee che io sono andato descrivendo e signi-
coincidono, ai fatti e alle idee che io sono andato descrivendo e significando in parechie pubblicazioni e comunicazioni dal 1899 ad oggi.  
ficando in parechie pubblicazioni e comunicazioni dal 1899 ad oggi.  


I fatti non sono proprio, nei particolari, gli stessi, poiche il mate-
I fatti non sono proprio, nei particolari, gli stessi, poiche il materiale di osservazione 6 stato diverso per il Kronthal e per me: egU  
riale di osservazione 6 stato diverso per il Kronthal e per me: egU  
ha investigato su animali giovani, adulti e vecchi; io, su embrioni di  
ha investigato su animali giovani, adulti e vecchi; io, su embrioni di  
tutte le eta. Le idee non sono proprio tutte le stesse; poich6 si tro-
tutte le eta. Le idee non sono proprio tutte le stesse; poich6 si trovano nei libro del Kronthal ipotesi che io non ho fatte, che ora non  
vano nei libro del Kronthal ipotesi che io non ho fatte, che ora non  
posso discutere, e sulle quali dovrö tornare in altra pur troppo non  
posso discutere, e sulle quali dovrö tornare in altra pur troppo non  
lontana occasione. Ma ben conveniarao, il Kronthal ed io, nei fatto  
lontana occasione. Ma ben conveniarao, il Kronthal ed io, nei fatto  
fondamentale che la cellula nervosa appartenga alia categoria dei  
fondamentale che la cellula nervosa appartenga alia categoria dei  
sincizii; che, cioe, essa non provengu da un'unica cellula e non cresca,  
sincizii; che, cioe, essa non provengu da un'unica cellula e non cresca,  
per usare le parole del Kronthal, nei senso biologico, per assimi-
per usare le parole del Kronthal, nei senso biologico, per assimilazione di sostanze di nutrizione, si bene nasca e cresca per addizione  
lazione di sostanze di nutrizione, si bene nasca e cresca per addizione  
e fusione di piccole cellule. Ora, lasciando da parte la natura di  
e fusione di piccole cellule. Ora, lasciando da parte la natura di  






1) P. Kronthal, Von der Nervenzelle und der Zelle im Allge-
1) P. Kronthal, Von der Nervenzelle und der Zelle im Allgemeinen. Jena, G. Fischer, 1902. Un volume di 274 pagine, con nove  
meinen. Jena, G. Fischer, 1902. Un volume di 274 pagine, con nove  
tavole aggiunte.  
tavole aggiunte.  


Line 20,668: Line 18,586:
queste ultime, sulla quale il Kronthal ha espresso opinion! che io  
queste ultime, sulla quale il Kronthal ha espresso opinion! che io  
non posso in alcun modo seguitare, ecco come, tre anni prima del  
non posso in alcun modo seguitare, ecco come, tre anni prima del  
Kronthal, nel Settembre del 1899, io descrivevo le formazioni sin-
Kronthal, nel Settembre del 1899, io descrivevo le formazioni sinciziali nei centri nervosi:  
ciziali nei centri nervosi:  


„Nella sostanza grigia del midollo allungato e del ponte di feti  
„Nella sostanza grigia del midollo allungato e del ponte di feti  
Line 20,676: Line 18,593:
tutto nucleare: una membrana molto colorata, un reticolo filamentoso  
tutto nucleare: una membrana molto colorata, un reticolo filamentoso  
sparso di granuli, anch' esso colorato intensamente, ed una sostanza  
sparso di granuli, anch' esso colorato intensamente, ed una sostanza  
intermedia, scarsa, incolora, appena visibile. In alcuui punti del reti-
intermedia, scarsa, incolora, appena visibile. In alcuui punti del reticolo nucleare si vedono dei noduletti, dei corpicciuoli rotondi, piccolissimi, ora in connessione con i filamenti del reticolo, ora atfato indipendenti da essi. Spesso tra questi noduletti ve n' e uno che spicca  
colo nucleare si vedono dei noduletti, dei corpicciuoli rotondi, picco-
lissimi, ora in connessione con i filamenti del reticolo, ora atfato indi-
pendenti da essi. Spesso tra questi noduletti ve n' e uno che spicca  
per grandezza un poco superiore a quella degli altri, e accenna a  
per grandezza un poco superiore a quella degli altri, e accenna a  
divenire il nucleolo. Nessuna traccia di protoplasma intorno alia mem-
divenire il nucleolo. Nessuna traccia di protoplasma intorno alia membrana nucleare. Noi, quindi, chiameremo questi elementi cellule  
brana nucleare. Noi, quindi, chiameremo questi elementi cellule  
nucleari, o addirittura nuclei, e distingueremo in essi, fin da  
nucleari, o addirittura nuclei, e distingueremo in essi, fin da  
questo stadio di sviluppo, una sostanza cromatica, fatta di fill, di gra-
questo stadio di sviluppo, una sostanza cromatica, fatta di fill, di granuli e di noduli, oltre la membrana nucleare, ed una sostanza acromatica, uniforme, inditferenziata."  
nuli e di noduli, oltre la membrana nucleare, ed una sostanza acro-
matica, uniforme, inditferenziata."  


„Ma tra questi nuclei intensamente colorati dal carminio, alcuni  
„Ma tra questi nuclei intensamente colorati dal carminio, alcuni  
Line 20,709: Line 18,620:
secondarii."  
secondarii."  


„Molti di questi nuclei secondarii si dispongono in serie e si al-
„Molti di questi nuclei secondarii si dispongono in serie e si allungano per costituire fibre: fatto osservabile con evidenza nelle re
lungano per costituire fibre: fatto osservabile con evidenza nelle re-
 




Line 20,718: Line 18,627:
gioni delle radici dei nervi cranici; e molti altri si dispongono in  
gioni delle radici dei nervi cranici; e molti altri si dispongono in  
cerchio intorno a ciascun nucleo primario. Sono questi ultimi che  
cerchio intorno a ciascun nucleo primario. Sono questi ultimi che  
hanno richiamato la mia attenzione e che io addito alia considera-
hanno richiamato la mia attenzione e che io addito alia considerazione degli istologi."  
zione degli istologi."  


„Essi dappriina circondano piu o meno strettamente il nucleo prin-
„Essi dappriina circondano piu o meno strettamente il nucleo principale, conservando Integra la loro individualita e la loro forma sferoidale: tra la membrana del nucleo principale e la membrana di  
cipale, conservando Integra la loro individualita e la loro forma sfe-
roidale: tra la membrana del nucleo principale e la membrana di  
uno dei nuclei secondarii addossatigli si riesce spesso, con i forti  
uno dei nuclei secondarii addossatigli si riesce spesso, con i forti  
ingrandimenti, a vedere uno spazio vuoto che separa Tuna dall' altra;  
ingrandimenti, a vedere uno spazio vuoto che separa Tuna dall' altra;  
Line 20,732: Line 18,638:
„In progresso di sviluppo, questi nuclei secondarii vanno a poco  
„In progresso di sviluppo, questi nuclei secondarii vanno a poco  
a poco perdendo la loro figura sferica: si alluugano assottigliandosi  
a poco perdendo la loro figura sferica: si alluugano assottigliandosi  
e s'incurvano a mo' di semiluue o, piu propriamente, a mo' di seg-
e s'incurvano a mo' di semiluue o, piu propriamente, a mo' di segmenti d'un cerchio di ruota, adattando il loro margine concavo alia  
menti d'un cerchio di ruota, adattando il loro margine concavo alia  
periferia convessa del nucleo primario. Non tutti, pero, si allungauo  
periferia convessa del nucleo primario. Non tutti, pero, si allungauo  
egualmente e coutemporaneamente: che anzi, tra element! allungati  
egualmente e coutemporaneamente: che anzi, tra element! allungati  
al segno da abbracciare un quarto delia periferia del nucleo prin-
al segno da abbracciare un quarto delia periferia del nucleo principale, se ne vede qualcuno ancora assolutamente sferico. In questo stadio, il nucleo principale, che e sensibilmente aumentato di  
cipale, se ne vede qualcuno ancora assolutamente sferico. In que-
sto stadio, il nucleo principale, che e sensibilmente aumentato di  
volume, non e piu circondato da una corona di elementi sferoidali,  
volume, non e piu circondato da una corona di elementi sferoidali,  
ma e stretto da un anello, or si or no completo, fatto di diversi seg-
ma e stretto da un anello, or si or no completo, fatto di diversi segment!, ciascuno dei quali corrisponde ad un nucleo secondario allungato."  
ment!, ciascuno dei quali corrisponde ad un nucleo secondario al-
lungato."  


„Alia modificazione delia forma esterna dei nuclei secondarii cir-
„Alia modificazione delia forma esterna dei nuclei secondarii circondanti il nucleo primario segue una modificazione intima delle sostanze che li costituiscono. Sono notevoli sopra tutto le modificazioni  
condanti il nucleo primario segue una modificazione intima delle so-
stanze che li costituiscono. Sono notevoli sopra tutto le modificazioni  
delia sostanza cromatica, la quale si va raccogliendo intorno a certi  
delia sostanza cromatica, la quale si va raccogliendo intorno a certi  
punti di attrazione, rappresentati dai noduli, che abbiamo visti nello  
punti di attrazione, rappresentati dai noduli, che abbiamo visti nello  
stadio precedente, e dalla membrana nucleare. Nel primo caso, i no-
stadio precedente, e dalla membrana nucleare. Nel primo caso, i noduli che, per 1' allungamento curvilineo subito dall'elemento al quale  
duli che, per 1' allungamento curvilineo subito dall'elemento al quale  
appartengono, si sono disposti anch' essi lungo una linea curva, si  
appartengono, si sono disposti anch' essi lungo una linea curva, si  
vedono crescere di volume e pigliare una forma o rotondeggiante o  
vedono crescere di volume e pigliare una forma o rotondeggiante o  
alquanto allungata. Nel secondo caso, la membrana nucleare s'ispes-
alquanto allungata. Nel secondo caso, la membrana nucleare s'ispessisce nella parte che costeggia il margine convesso o il margine concavo deir elemento, attraendo a se tutta la sostanza cromatica in esso  
sisce nella parte che costeggia il margine convesso o il margine con-
cavo deir elemento, attraendo a se tutta la sostanza cromatica in esso  
contenuta, e poi si divide in frammenti, che pare restino isolati 1' uno  
contenuta, e poi si divide in frammenti, che pare restino isolati 1' uno  
dall'altro. Si verifica, quindi, nei nuclei secondarii quello che abbia-
dall'altro. Si verifica, quindi, nei nuclei secondarii quello che abbiamo visto nei primarii: un raccoglimento, una concentrazione delia  
mo visto nei primarii: un raccoglimento, una concentrazione delia  
sostanza cromatica del reticolo nucleare, che nei nuclei primarii mena  
sostanza cromatica del reticolo nucleare, che nei nuclei primarii mena  


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295  
295  


alia formazione del nucleolo e di qualche filamento, nei nuclei secon-
alia formazione del nucleolo e di qualche filamento, nei nuclei secondarii alia forraazione di zolle cromofile, che saranno i granuli del Nissl  
darii alia forraazione di zolle cromofile, che saranno i granuli del Nissl  
le zolle di sostanza cromatica viste dal Paladino con il suo metodo  
le zolle di sostanza cromatica viste dal Paladino con il suo metodo  
al joduro di palladio. Giacche, aquestopunto, nonpossi-
al joduro di palladio. Giacche, aquestopunto, nonpossiamo piu parlare di nucleo primario e nuclei secondarii.  
amo piu parlare di nucleo primario e nuclei secondarii.  
Questiultimi hanno sacrificato la propria individualta  
Questiultimi hanno sacrificato la propria individualta  
a beneficio del nucleo primario, a cui hanno formato un  
a beneficio del nucleo primario, a cui hanno formato un  
Protoplasma. Cosi, quella colonia cellulare primitiva,  
Protoplasma. Cosi, quella colonia cellulare primitiva,  
a capo della quale stava il nucleo primario, si e tras-
a capo della quale stava il nucleo primario, si e trasformata nel modo seguente: il nucleo primario, chiarosplendente, ovale o sferico, col suo grosso nucleolo,  
formata nel modo seguente: il nucleo primario, chiaro-
splendente, ovale o sferico, col suo grosso nucleolo,  
qualche altro piccolo granulo di sostanza cromatica e  
qualche altro piccolo granulo di sostanza cromatica e  
qualche filamento, e divenuto il nucleo di una cellula  
qualche filamento, e divenuto il nucleo di una cellula  
ganglionare; i nuclei secondarii hanno formato le di-
ganglionare; i nuclei secondarii hanno formato le diverse parti del protoplasma della cellula ganglionare  
verse parti del protoplasma della cellula ganglionare  
medesima, alcune ben differenzia te (corpuscoli cromatici),  
medesima, alcune ben differenzia te (corpuscoli cromatici),  
altre non ancora (sostanza acromatica)."  
altre non ancora (sostanza acromatica)."  


E dopo aver descritto altri particolari, che qui tralascio, e accen-
E dopo aver descritto altri particolari, che qui tralascio, e accennato alio sviluppo della corteccia cerebrale, chiudevo la mia breve  
nato alio sviluppo della corteccia cerebrale, chiudevo la mia breve  
nota cosi :  
nota cosi :  


„Resta per ora fermo il concetto che la cellula nervosa, sia nella  
„Resta per ora fermo il concetto che la cellula nervosa, sia nella  
corteccia cerebrale che nel midollo allungato e nel ponte, ha una  
corteccia cerebrale che nel midollo allungato e nel ponte, ha una  
costituzione embriologica molto piiv complessa di quella finora attri-
costituzione embriologica molto piiv complessa di quella finora attribuitale. Essa ha una genesi pluri cellulare, come la fibra;  
buitale. Essa ha una genesi pluri cellulare, come la fibra;  
e le sostanze che la compongono adulta sono le stesse  
e le sostanze che la compongono adulta sono le stesse  
sostanze embrionali, variamente evolute. La sostanza  
sostanze embrionali, variamente evolute. La sostanza  
cromatica, comunque distribuita nella cellula adulta,  
cromatica, comunque distribuita nella cellula adulta,  
non e che il risultato della condensazione della so-
non e che il risultato della condensazione della sostanza cromatica dei varii nuclei secondarii, che Concor rono alia costituzione del protoplasma della cellula  
stanza cromatica dei varii nuclei secondarii, che Con-
cor rono alia costituzione del protoplasma della cellula  
ganglionare"^).  
ganglionare"^).  


Line 20,804: Line 18,690:
dieses seine chromatischen Substanzen bezieht. Ein Zweifel an der  
dieses seine chromatischen Substanzen bezieht. Ein Zweifel an der  
chemischen Identität der Schollen, Körner, Wolken im Protoplasma  
chemischen Identität der Schollen, Körner, Wolken im Protoplasma  
mit den chromatischen Substanzen im Kern geht bei ihrer überein-
mit den chromatischen Substanzen im Kern geht bei ihrer übereinstimmenden Aufnahme von Farbstoffen nicht an, insofern mikrochemi
stimmenden Aufnahme von Farbstoffen nicht an, insofern mikrochemi-
 




1) 0. Fragnito, La cellula nervosa rappresenta un'unitä embrio-
1) 0. Fragnito, La cellula nervosa rappresenta un'unitä embriologica? Ann. di Nevrologia, Anno 17 (1899), Fase. 3, p. 109.  
logica? Ann. di Nevrologia, Anno 17 (1899), Fase. 3, p. 109.  




Line 20,827: Line 18,710:
piü attinenza hanno con le sue conclusion^ La mia prima nota,  
piü attinenza hanno con le sue conclusion^ La mia prima nota,  
pubblicata negli Annali di Nevrologia, fu riprodotta integralmente in  
pubblicata negli Annali di Nevrologia, fu riprodotta integralmente in  
tedesco, con 1' aggiunta di qualche figura, nel Centralblatt für Nerven-
tedesco, con 1' aggiunta di qualche figura, nel Centralblatt für Nervenheilkunde und Psychiatrie (23, Jahrgang, p. 1); e di questa come di  
heilkunde und Psychiatrie (23, Jahrgang, p. 1); e di questa come di  
un'altra successiva, apparsa negli Annali di Nervologia e nella Bibliographie Anatomique 2), come di |una comunicazione del dott. CapoBiANCO ^), confermante ed estendente le mie ricerche, fatta al Congresso  
un'altra successiva, apparsa negli Annali di Nervologia e nella Biblio-
graphie Anatomique 2), come di |una comunicazione del dott. Capo-
BiANCO ^), confermante ed estendente le mie ricerche, fatta al Congresso  
che r Anatomische Gesellschaft tenne a Pavia neirAprile del 1900,  
che r Anatomische Gesellschaft tenne a Pavia neirAprile del 1900,  
si trova un sunto sufficiente nel Bericht del Prof. Edinger (Jahre  
si trova un sunto sufficiente nel Bericht del Prof. Edinger (Jahre  
1899 u. 1900, p. 25), ed in altri Berichte tedeschi, certo non inacces-
1899 u. 1900, p. 25), ed in altri Berichte tedeschi, certo non inaccessibili al dott. Kronthal.  
sibili al dott. Kronthal.  


E non avrei altro da aggiungere, se non desiderassi di mostrare  
E non avrei altro da aggiungere, se non desiderassi di mostrare  
Line 20,888: Line 18,767:
Johann (Zeitschr. f. wiss. Zool., 1899) eine Arbeit über „eigentümliche  
Johann (Zeitschr. f. wiss. Zool., 1899) eine Arbeit über „eigentümliche  
epitheliale Gebilde, Leuchtorgane", bei Spinax niger veröfientlicht, zu  
epitheliale Gebilde, Leuchtorgane", bei Spinax niger veröfientlicht, zu  
welcher ich die Vermutung nicht unterdrücken kann, daß gewisse Bil-
welcher ich die Vermutung nicht unterdrücken kann, daß gewisse Bildungen, die ich bei Teleostiern beschrieben habe, nächst verwandte,  
dungen, die ich bei Teleostiern beschrieben habe, nächst verwandte,  
um nicht zu sagen die gleichen, Organe vorstellen. (Zool. Jahrb.,  
um nicht zu sagen die gleichen, Organe vorstellen. (Zool. Jahrb.,  
Bd. 8, Integument u. Hautsinnesorgaue der Knochenfische.)  
Bd. 8, Integument u. Hautsinnesorgaue der Knochenfische.)  


Ferner hat Burckhakdt, der wahrscheinlich ebensowenig mit  
Ferner hat Burckhakdt, der wahrscheinlich ebensowenig mit  
meinen Mitteilungen bekannt gewesen ist, denselben Gegenstand be-
meinen Mitteilungen bekannt gewesen ist, denselben Gegenstand behandelt in: Annais and Magazine of Natural History, 1900, On the  
handelt in: Annais and Magazine of Natural History, 1900, On the  
Luminous Organs of Selachian Fishes. Es mag erlaubt sein, auf die  
Luminous Organs of Selachian Fishes. Es mag erlaubt sein, auf die  
Sache zurückzukommen, um das Uebereinstimmende und die Ver-
Sache zurückzukommen, um das Uebereinstimmende und die Verschiedenheit unserer Angaben aufzuzeigen.  
schiedenheit unserer Angaben aufzuzeigen.  


Betreffend die Verteilung der Gebilde über den Körper hin, so  
Betreffend die Verteilung der Gebilde über den Körper hin, so  
Line 20,907: Line 18,783:
nur vereinzelt auftreten können. — Mit Interesse betrachtet man auch  
nur vereinzelt auftreten können. — Mit Interesse betrachtet man auch  
die Abbildungen bei Burckhardt, welche die Verteilung der Organe  
die Abbildungen bei Burckhardt, welche die Verteilung der Organe  
von zwei Arten Laemargus, dann von Isistius brasiliensis, Eupro-
von zwei Arten Laemargus, dann von Isistius brasiliensis, Euprotomiscus Laordii, Centroscyllium granulosum und Paracentroscyllium  
tomiscus Laordii, Centroscyllium granulosum und Paracentroscyllium  
ornatum vor Augen bringen. Die Gebikle erstrecken sich abermals bei  
ornatum vor Augen bringen. Die Gebikle erstrecken sich abermals bei  
der einen Species in bestimmten Linien über die Körperoberfläche hin,  
der einen Species in bestimmten Linien über die Körperoberfläche hin,  
Line 20,915: Line 18,790:




1) 0. Fragnito, Lo sviluppo della cellula nervosa sul midollo spi-
1) 0. Fragnito, Lo sviluppo della cellula nervosa sul midollo spinale di pollo. Ann. di Nevrologia, Anno 20, 1902, Fase. 3, p. 361 e 862.  
nale di pollo. Ann. di Nevrologia, Anno 20, 1902, Fase. 3, p. 361 e 862.  


Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 20  
Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 20  
Line 20,931: Line 18,805:
Selachiern sind meine Angaben über das, was ich bei Knochenfischen  
Selachiern sind meine Angaben über das, was ich bei Knochenfischen  
sah, gering, da ich bloß anzuführen fand, daß ich die Organe an  
sah, gering, da ich bloß anzuführen fand, daß ich die Organe an  
Salmo „hin und wieder neben der Seitenlinie", noch dazu „recht ver-
Salmo „hin und wieder neben der Seitenlinie", noch dazu „recht vereinzelt" antraf; ferner beim Aal „an der Schnauze" und selbst bezüglich des Leucaspius habe ich nichts weiter aufgezeichnet, als daß  
einzelt" antraf; ferner beim Aal „an der Schnauze" und selbst be-
züglich des Leucaspius habe ich nichts weiter aufgezeichnet, als daß  
ich der betreifenden Bildungen an Schnitten, welche von der Haut des  
ich der betreifenden Bildungen an Schnitten, welche von der Haut des  
Kopfes genommen waren, ansichtig geworden war.  
Kopfes genommen waren, ansichtig geworden war.  
Line 20,940: Line 18,812:
folgende Punkte hervorgehoben zu werden.  
folgende Punkte hervorgehoben zu werden.  


Bei Leucaspius dehneatus liegen die Organe innerhalb der Epi-
Bei Leucaspius dehneatus liegen die Organe innerhalb der Epidermis, welch letztere über sie verdickt hinweggeht; sie sind größer  
dermis, welch letztere über sie verdickt hinweggeht; sie sind größer  
als die Sinnesknospen (Sinnesbecher, Becherorgane) und von ungefähr  
als die Sinnesknospen (Sinnesbecher, Becherorgane) und von ungefähr  
kugeligem Umriß. — Zwischen den sie zusammensetzenden gewöhn-
kugeligem Umriß. — Zwischen den sie zusammensetzenden gewöhnlichen Epidermiszelleo sind solche vorhanden, welche an „Schleimzellen" erinnern und, weil gehäuft stehend, verursachen, daß den  
lichen Epidermiszelleo sind solche vorhanden, welche an „Schleim-
Organen eine andere Lichtbrechung zukommt, als die übrige Epidermis aufweist. — Die Lederhaut wölbt sich deutlich gegen die  
zellen" erinnern und, weil gehäuft stehend, verursachen, daß den  
Organen eine andere Lichtbrechung zukommt, als die übrige Epi-
dermis aufweist. — Die Lederhaut wölbt sich deutlich gegen die  
Organe vor, und es besteht hier eine so innige Verbindung zwischen  
Organe vor, und es besteht hier eine so innige Verbindung zwischen  
Epidermis und Cutis, daß sie fest aneinander haften bleiben, während  
Epidermis und Cutis, daß sie fest aneinander haften bleiben, während  
Line 20,957: Line 18,825:
Auch bezüglich des Aales, Anguilla vulgaris, erwähnte ich, daß  
Auch bezüglich des Aales, Anguilla vulgaris, erwähnte ich, daß  
die Erhebung der Papille der Lederhaut, welche dem epithelialen  
die Erhebung der Papille der Lederhaut, welche dem epithelialen  
Orgau entgegenwächst, ausgezeichnet sei durch eine größere An-
Orgau entgegenwächst, ausgezeichnet sei durch eine größere Anhäufung von Kernen an dieser Stelle.  
häufung von Kernen an dieser Stelle.  


Ziehen wir nun zum Vergleich heran , was Johann auf Grund  
Ziehen wir nun zum Vergleich heran , was Johann auf Grund  
Line 20,967: Line 18,834:
seien halbkugelige Einsenkungen der Epidermis in die Cutis, umgeben  
seien halbkugelige Einsenkungen der Epidermis in die Cutis, umgeben  
von einem schalenförmigen Blutsinus ; ihre zelligen Elemente, insoweit  
von einem schalenförmigen Blutsinus ; ihre zelligen Elemente, insoweit  
sie nicht mit den Zellen der Epidermis gleichartig sind, jedoch be-
sie nicht mit den Zellen der Epidermis gleichartig sind, jedoch bedeutend kleinere Kerne zu besitzen scheinen, zerlegt unser Autor in  
deutend kleinere Kerne zu besitzen scheinen, zerlegt unser Autor in  
„Leuchtzellen" und „Liusenzellen". Die ersteren seien von spitzeiförmiger Gestalt, ihr Kern liege nach außen ; im Inneren der Zelle  
„Leuchtzellen" und „Liusenzellen". Die ersteren seien von spitzei-
förmiger Gestalt, ihr Kern liege nach außen ; im Inneren der Zelle  




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299  
299  


befindet sich eine große Vakuole mit etwas feinkörnigem Inhalt, unter-
befindet sich eine große Vakuole mit etwas feinkörnigem Inhalt, untermischt mit großen und kleinen lichtbrechendeu Körnchen, die nach  
mischt mit großen und kleinen lichtbrechendeu Körnchen, die nach  
ihrer Farbenreaktion für eiweißartige Körper zu halten seien. Endlich  
ihrer Farbenreaktion für eiweißartige Körper zu halten seien. Endlich  
unterscheide man auch noch als Elemente der Epidermis „Palissaden-
unterscheide man auch noch als Elemente der Epidermis „Palissadenzellen", die sich über den „Leuchtzellen" zu einem Gewölbe zusammenschließen.  
zellen", die sich über den „Leuchtzellen" zu einem Gewölbe zusammen-
schließen.  


Bei den „Linsenzellen" befinde sich der Kern ebenfalls an der  
Bei den „Linsenzellen" befinde sich der Kern ebenfalls an der  
Wand ; das Innere der Zelle sei erfüllt mit einem Sekret, welches dem  
Wand ; das Innere der Zelle sei erfüllt mit einem Sekret, welches dem  
der Leuchtzellen sehr ähnlich sehe, aber bei Anwendung eines Reagens,  
der Leuchtzellen sehr ähnlich sehe, aber bei Anwendung eines Reagens,  
welches das Sekret der Leuchtzellen intensiv gelb färbe, hier blau ge-
welches das Sekret der Leuchtzellen intensiv gelb färbe, hier blau gefärbt werde.  
färbt werde.  


Die zwei von Johann aufgeführten Zellenarten sind in meiner Mit-
Die zwei von Johann aufgeführten Zellenarten sind in meiner Mitteilung unter der Bezeichnung „Schleimzellen" aufgeführt, denen sie,  
teilung unter der Bezeichnung „Schleimzellen" aufgeführt, denen sie,  
was auch unser Autor bemerkt, „sehr ähnlich sehen".  
was auch unser Autor bemerkt, „sehr ähnlich sehen".  


Line 21,002: Line 18,862:
höchstens an die Peripherie der Leuchtorgaue heranzogen, um sich  
höchstens an die Peripherie der Leuchtorgaue heranzogen, um sich  
mit ihren Endverzweigungen in das pigmenthaltige Gewebe der Cutis,  
mit ihren Endverzweigungen in das pigmenthaltige Gewebe der Cutis,  
das die Organe korbartig umgiebt, zu verlieren. Im allgemeinen er-
das die Organe korbartig umgiebt, zu verlieren. Im allgemeinen ergebe sich, daß im Verhältnis zur Gesamtzahl der Leuchtorgane die  
gebe sich, daß im Verhältnis zur Gesamtzahl der Leuchtorgane die  
Menge derer, an die ein Nerv herantritt, äußerst klein sei.  
Menge derer, an die ein Nerv herantritt, äußerst klein sei.  


BuRCKHARDT geht ctwas weniger auf den feineren Bau ein, doch  
BuRCKHARDT geht ctwas weniger auf den feineren Bau ein, doch  
bemerkt er zu seiner Abbildung „microscopical section of the lumi-
bemerkt er zu seiner Abbildung „microscopical section of the luminous organ of L. rostratus", daß außer den zusammensetzenden Zellen,  
nous organ of L. rostratus", daß außer den zusammensetzenden Zellen,  
welche von der normalen Art der Epidermiszellen seien, noch andere  
welche von der normalen Art der Epidermiszellen seien, noch andere  
zugegen wären, „which contain a prismatic corpuscle". Die Figur zeigt  
zugegen wären, „which contain a prismatic corpuscle". Die Figur zeigt  
auch das Herangehen eines stattlichen Nerven und es scheint unserem  
auch das Herangehen eines stattlichen Nerven und es scheint unserem  
Beobachter, daß dem gegenüber die Nerven bei Spinax niger, den An-
Beobachter, daß dem gegenüber die Nerven bei Spinax niger, den Angaben Johanns zufolge, in der Rückbildung begriöen gewesen seien.  
gaben Johanns zufolge, in der Rückbildung begriöen gewesen seien.  






Eingangs wurde schon erklärt, daß die besagten Organe bei  
Eingangs wurde schon erklärt, daß die besagten Organe bei  
Knochenfischen mit jenen der Selachier wohl verwandtschaftlich zu-
Knochenfischen mit jenen der Selachier wohl verwandtschaftlich zusammengehören mögen, und was im voranstehenden nach den beiderseitigen Mitteilungen hervorgehoben wurde, scheint mir dies unzweifelhaft  
sammengehören mögen, und was im voranstehenden nach den beider-
zu bestätigen. Ebenso deutlich ist aber auch, daß nach den Fischarten gewisse Unterschiede bestehen in Rücksicht der Sonderung und  
seitigen Mitteilungen hervorgehoben wurde, scheint mir dies unzweifelhaft  
zu bestätigen. Ebenso deutlich ist aber auch, daß nach den Fisch-
arten gewisse Unterschiede bestehen in Rücksicht der Sonderung und  


20*  
20*  
Line 21,034: Line 18,888:


Wo soll man, allgemein betrachtet, die Organe unterbringen?  
Wo soll man, allgemein betrachtet, die Organe unterbringen?  
Johann möchte sie als „Drüsen" auffassen. Ich habe jene der Knochen-
Johann möchte sie als „Drüsen" auffassen. Ich habe jene der Knochenfische, unsicher, wohin ich sie stellen sollte, einstweilen und vermutungsweise den „Becherorganen als modifizierte Bildungen" angereiht, auch  
fische, unsicher, wohin ich sie stellen sollte, einstweilen und vermutungs-
bemerkt, es liege der Gedanke nahe, sie der „zweiten Art von Epithelknospen", welche Solger vom Embryo des Salmo erwähnt, zuzurechnen.  
weise den „Becherorganen als modifizierte Bildungen" angereiht, auch  
bemerkt, es liege der Gedanke nahe, sie der „zweiten Art von Epithel-
knospen", welche Solger vom Embryo des Salmo erwähnt, zuzurechnen.  


Noch eine andere Auflassung verdient Erwähnung, obwohl ich der-
Noch eine andere Auflassung verdient Erwähnung, obwohl ich derselben keineswegs zustimmen kann. Johann spricht nämlich die Ansicht aus, daß die von mir (Arch. f. Anat. u. Physiol, 1879) beschriebenen „pigmentlosen Organe in der Haut von Chauliodus Sloani  
selben keineswegs zustimmen kann. Johann spricht nämlich die An-
sicht aus, daß die von mir (Arch. f. Anat. u. Physiol, 1879) be-
schriebenen „pigmentlosen Organe in der Haut von Chauliodus Sloani  
Bloch" (richtiger Sloanei) Beziehungen zu den „Leuchtorganen" von  
Bloch" (richtiger Sloanei) Beziehungen zu den „Leuchtorganen" von  
Spinax niger haben. Es müsse eine gewisse Verwandtschaft zwischen  
Spinax niger haben. Es müsse eine gewisse Verwandtschaft zwischen  
beiden vorgenannten Organen angenommen werden, insbesondere ent-
beiden vorgenannten Organen angenommen werden, insbesondere entspreche der Innenkörper der pigmentlosen Organe den Leuchtzellen,  
spreche der Innenkörper der pigmentlosen Organe den Leuchtzellen,  
die peripherischen Zellen den umgebenden Palissadenzellen.  
die peripherischen Zellen den umgebenden Palissadenzellen.  


Nach meiner Meinung lassen sich beiderlei Organe wegen allzu-
Nach meiner Meinung lassen sich beiderlei Organe wegen allzugroßer Unterschiede kaum aneinander reihen. Die „Leuchtorgane"  
großer Unterschiede kaum aneinander reihen. Die „Leuchtorgane"  
gehören der Epidermis an, sind umgebildete Teile derselben ; die Organe  
gehören der Epidermis an, sind umgebildete Teile derselben ; die Organe  
bei Chauliodus hegen in der Lederhaut, sie besitzen eine nach außen  
bei Chauliodus hegen in der Lederhaut, sie besitzen eine nach außen  
abschließende Tunica propria, welche den Leuchtorganen fehlt. Die  
abschließende Tunica propria, welche den Leuchtorganen fehlt. Die  
pigmentlosen Organe von Chauliodus, wenn von beträchtlichem Um-
pigmentlosen Organe von Chauliodus, wenn von beträchtlichem Umfang, lassen sich mit den pigmentierten, welche als „Nebenaugen"  
fang, lassen sich mit den pigmentierten, welche als „Nebenaugen"  
manchem gelten, auf eine Linie stellen, und diese wird niemand den  
manchem gelten, auf eine Linie stellen, und diese wird niemand den  
epithelialen Bildungen der Selachier vergleichen wollen.  
epithelialen Bildungen der Selachier vergleichen wollen.  
Line 21,062: Line 18,907:
Einer Arbeit von Oppenheimer „Ueber eigentümliche Organe der  
Einer Arbeit von Oppenheimer „Ueber eigentümliche Organe der  
Haut einiger Reptilien" (Morphologische Arbeiten, herausgegeben von  
Haut einiger Reptilien" (Morphologische Arbeiten, herausgegeben von  
Schwalbe, Bd. 5) darf an dieser Stelle noch gedacht werden, wenn-
Schwalbe, Bd. 5) darf an dieser Stelle noch gedacht werden, wenngleich sie nach ihrem Nebentitel : ,,ein Beitrag zur Physiologie der  
gleich sie nach ihrem Nebentitel : ,,ein Beitrag zur Physiologie der  
Haare" keinen Bezug zu unserer Frage zu haben scheint. Der Autor  
Haare" keinen Bezug zu unserer Frage zu haben scheint. Der Autor  
beschreibt bei Hatteria, Crocodilus und Alhgator kugelige Zellenhaufen  
beschreibt bei Hatteria, Crocodilus und Alhgator kugelige Zellenhaufen  
in der Epidermis, deren Zellen von den Elementen der umgebenden  
in der Epidermis, deren Zellen von den Elementen der umgebenden  
Epidermis etwas abweichen, was auf der Hatteria betreffenden Ab-
Epidermis etwas abweichen, was auf der Hatteria betreffenden Abbildung (a. a. 0. Fig. 2) am deutlichsten sich bemerkbar macht;  
bildung (a. a. 0. Fig. 2) am deutlichsten sich bemerkbar macht;  
außerdem heißt es in der Tafelerklärung zu dem Längsschnitt des  
außerdem heißt es in der Tafelerklärung zu dem Längsschnitt des  
Organs von Crocodilus vulgaris (a. a. O. Fig. (ii) „in den Zellhaufen  
Organs von Crocodilus vulgaris (a. a. O. Fig. (ii) „in den Zellhaufen  
eintretender Strang, ob Nerv?" Die schönen Abbildungen dürften bei  
eintretender Strang, ob Nerv?" Die schönen Abbildungen dürften bei  
dem Beschauer sofort den Eindruck hervorrufen, daß diese Zellen-
dem Beschauer sofort den Eindruck hervorrufen, daß diese Zellenhaufen den von mir bei Leucaspius, Salmo und Anguilla angezeigten  
haufen den von mir bei Leucaspius, Salmo und Anguilla angezeigten  
Bildungen verwandt sein mögen; selbst ein herantretender Nerv  
Bildungen verwandt sein mögen; selbst ein herantretender Nerv  


Line 21,090: Line 18,932:
nötig machen wird.  
nötig machen wird.  


Endlich zum Schluß — und um zu zeigen, wie sehr die Gesichts-
Endlich zum Schluß — und um zu zeigen, wie sehr die Gesichtspunkte schwanken — mag noch einmal bemerkt werden, daß die  
punkte schwanken — mag noch einmal bemerkt werden, daß die  
„Leuchtorgane" der Selachier für Johann nicht die Bedeutung von  
„Leuchtorgane" der Selachier für Johann nicht die Bedeutung von  
Sinnesapparaten haben, sondern als Drüsen gelten, in welcher Auf-
Sinnesapparaten haben, sondern als Drüsen gelten, in welcher Auffassung eine ähnliche Meinungsverschiedenheit wiederkehrt, wie dies  
fassung eine ähnliche Meinungsverschiedenheit wiederkehrt, wie dies  
bezüglich der Becherorgane sich kundgibt: dem einen sind sie Drüsen,  
bezüglich der Becherorgane sich kundgibt: dem einen sind sie Drüsen,  
dem anderen Sinnesorgane, weshalb vielleicht daran erinnert werden  
dem anderen Sinnesorgane, weshalb vielleicht daran erinnert werden  
darf, daß meinen Wahrnehmungen zufolge ,,Sinneszellen" und „Drüsen -
darf, daß meinen Wahrnehmungen zufolge ,,Sinneszellen" und „Drüsen Zellen" sich sehr nahestehen können.  
Zellen" sich sehr nahestehen können.  




Line 21,112: Line 18,951:
Mit 2 Abbildungen.  
Mit 2 Abbildungen.  


Als ich bei meiner Untersuchung über die Entwickelungsge-
Als ich bei meiner Untersuchung über die Entwickelungsgeschichte des Urogenitalapparates von Echidna, welche mir von Herrn  
schichte des Urogenitalapparates von Echidna, welche mir von Herrn  
Semon anvertraut ist, zu den älteren Stadien vorrückte, ergab sich,  
Semon anvertraut ist, zu den älteren Stadien vorrückte, ergab sich,  
daß die dort gemachten Befunde mit den Beschreibungen in den Lehr-
daß die dort gemachten Befunde mit den Beschreibungen in den Lehrbüchern und auch in den Originalarbeiten, besonders was die Einmündungsverhältnisse der WoLFFSchen und MÜLLERSchen Gänge und  
büchern und auch in den Originalarbeiten, besonders was die Ein-
mündungsverhältnisse der WoLFFSchen und MÜLLERSchen Gänge und  
der Ureteren in den Sinus urogenitalis anlangt, nicht stimmen wollten.  
der Ureteren in den Sinus urogenitalis anlangt, nicht stimmen wollten.  
Auch die Beziehungen der Blase zu den Ureteren ergaben sich als  
Auch die Beziehungen der Blase zu den Ureteren ergaben sich als  
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die Verhältnisse auch beim erwachsenen Tier zu untersuchen. Diese  
die Verhältnisse auch beim erwachsenen Tier zu untersuchen. Diese  
Untersuchung wurde mir durch die Liebenswürdigkeit von Herrn Semon  
Untersuchung wurde mir durch die Liebenswürdigkeit von Herrn Semon  
und FüRBRiNGER ermöglicht, welche mir das Material dafür zur Ver-
und FüRBRiNGER ermöglicht, welche mir das Material dafür zur Verfügung stellten. Auch konnte ich einige ältere Präparate aus der  
fügung stellten. Auch konnte ich einige ältere Präparate aus der  




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302  
302  


Sammlung des hiesigen anatomischen Institutes verwerten, deren Be-
Sammlung des hiesigen anatomischen Institutes verwerten, deren Benutzung mir von Herrn Wiedersheim gütigst gestattet wurde.  
nutzung mir von Herrn Wiedersheim gütigst gestattet wurde.  


Die Untersuchung ergab, daß die Beschreibungen, wie sie bis  
Die Untersuchung ergab, daß die Beschreibungen, wie sie bis  
jetzt vorliegen, teils nicht vollständig, teils direkt unrichtig sind, und  
jetzt vorliegen, teils nicht vollständig, teils direkt unrichtig sind, und  
daß die Verhältnisse bei den erwachsenen Tieren durchaus denen ent-
daß die Verhältnisse bei den erwachsenen Tieren durchaus denen entsprechen, wie ich sie bei den jungen Stadien gefunden. Die nicht zutreffenden Angaben selbst vorzüglicher Forscher erklären sich leicht  
sprechen, wie ich sie bei den jungen Stadien gefunden. Die nicht zu-
treffenden Angaben selbst vorzüglicher Forscher erklären sich leicht  
aus dem mangelhaften Erhaltungszustande des Materials, das ihnen  
aus dem mangelhaften Erhaltungszustande des Materials, das ihnen  
für ihre Untersuchungen vorgelegen. Mit am interessantesten er-
für ihre Untersuchungen vorgelegen. Mit am interessantesten erscheint es mir, daß das Verhalten der Ureteren zur Blase und der  
scheint es mir, daß das Verhalten der Ureteren zur Blase und der  
Mechanismus, wie der Urin in die Blase kommt und aus ihr entleert  
Mechanismus, wie der Urin in die Blase kommt und aus ihr entleert  
wird, durch meine Befunde in einfachster Weise klargestellt wird.  
wird, durch meine Befunde in einfachster Weise klargestellt wird.  
Line 21,154: Line 18,985:
meine später erscheinende Abhandlung in dem SEMONSchen Reisewerk  
meine später erscheinende Abhandlung in dem SEMONSchen Reisewerk  
(Zoologische Forschungsreisen in Australien und dem Malayischen  
(Zoologische Forschungsreisen in Australien und dem Malayischen  
Archipel , Jena ; Denkschriften der Medizinisch - naturwissenschaft-
Archipel , Jena ; Denkschriften der Medizinisch - naturwissenschaftlichen Gesellschaft in Jena) verweise; ich will hier nur eine ganz  
lichen Gesellschaft in Jena) verweise; ich will hier nur eine ganz  
kurze Darstellung der Verhältnisse an der Hand zweier Schemata geben,  
kurze Darstellung der Verhältnisse an der Hand zweier Schemata geben,  
da ich glaube, daß die Frage auch weitere Kreise interessieren wird.  
da ich glaube, daß die Frage auch weitere Kreise interessieren wird.  
Line 21,168: Line 18,998:


Die Falten in der Blase, dem Sinus urogenitalis und der Kloake  
Die Falten in der Blase, dem Sinus urogenitalis und der Kloake  
sind nicht zur Darstellung gebracht, dagegen sind die Falten im End-
sind nicht zur Darstellung gebracht, dagegen sind die Falten im Enddarm und in jenem Teil der Kloake, in welchen der Darm einmündet,  
darm und in jenem Teil der Kloake, in welchen der Darm einmündet,  
angedeutet. Damit das Schema für beide Geschlechter Geltung hat,  
angedeutet. Damit das Schema für beide Geschlechter Geltung hat,  
sind die WoLFFSchen und MÜLLERschen Gänge in noch undifferenziertem  
sind die WoLFFSchen und MÜLLERschen Gänge in noch undifferenziertem  
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in den Sinus urogenitalis {S. ug.). D Enddarm.  
in den Sinus urogenitalis {S. ug.). D Enddarm.  
Dr Oeffnungen, ans denen Haarbüschel treten,  
Dr Oeffnungen, ans denen Haarbüschel treten,  
in die Bälge derselben münden Talg- und Kniiuel-
in die Bälge derselben münden Talg- und Kniiueldrüsen. gr J'Genitaltasche. Ä" Knickungsstelle des  
drüsen. gr J'Genitaltasche. Ä" Knickungsstelle des  
retrahierten Samenrohres {HR). L lymphatisches  
retrahierten Samenrohres {HR). L lymphatisches  
Gewebe. Mg MÜLLERscher »Gang. PT Prä-
Gewebe. Mg MÜLLERscher »Gang. PT Präputialtasche, in ihr das Geschlechtsglied. SR  
putialtasche, in ihr das Geschlechtsglied. SR  
Samenrohr des Geschleehtsgliedes. IS. ug. Sinus  
Samenrohr des Geschleehtsgliedes. IS. ug. Sinus  
urogenitalis. U Ureter. UP Ureterenpapille. Wg  
urogenitalis. U Ureter. UP Ureterenpapille. Wg  
WOLFFseher Gang, x Mündung der Präputial-
WOLFFseher Gang, x Mündung der Präputialtasche in die Kloake. 2 Mündimg des Darmes  
tasche in die Kloake. 2 Mündimg des Darmes  
in die Kloake.  
in die Kloake.  


Line 21,219: Line 19,045:
Sinus urogenitalis ragt von der dorsalen Seite des Sinus urogenitalis  
Sinus urogenitalis ragt von der dorsalen Seite des Sinus urogenitalis  
eine hohe Papille hinein, auf deren Gipfel die beiden üreteren dicht  
eine hohe Papille hinein, auf deren Gipfel die beiden üreteren dicht  
nebeneinander münden. In die beiden seitlichen Zipfel der oberen Aus-
nebeneinander münden. In die beiden seitlichen Zipfel der oberen Ausbuchtung des Sinus urogenitalis, wir wollen sie Genitaltaschen (GT)  
buchtung des Sinus urogenitalis, wir wollen sie Genitaltaschen (GT)  
nennen, münden die WoLFPSchen und MüLLERschen Gänge; die Müllerschen Gänge etwas weiter kranial und lateral. Aus dem Gesagten  
nennen, münden die WoLFPSchen und MüLLERschen Gänge; die Müller-
schen Gänge etwas weiter kranial und lateral. Aus dem Gesagten  
ergibt sich sofort, daß der Urin, der aus den Oefl'nungen der üi'eteren  
ergibt sich sofort, daß der Urin, der aus den Oefl'nungen der üi'eteren  
abfließt, nicht in den Sinus urogenitahs gelaugt, sondern unmittelbar in  
abfließt, nicht in den Sinus urogenitahs gelaugt, sondern unmittelbar in  
die Blase. Erst wenn diese gefüllt ist, wird sie durch eine energische  
die Blase. Erst wenn diese gefüllt ist, wird sie durch eine energische  
Kontraktion ihrer sehr kräftigen Muskulatur den Harn auf einmal  
Kontraktion ihrer sehr kräftigen Muskulatur den Harn auf einmal  
entleeren. Die Kontraktion der Harnblasenmuskulatur erweitert zu-
entleeren. Die Kontraktion der Harnblasenmuskulatur erweitert zugleich die Oeffnung der Blase in den Sinus urogenitalis und flacht die  
gleich die Oeffnung der Blase in den Sinus urogenitalis und flacht die  
Ureterenpapille ab, doch soll der besondere Mechanismus dieses Vorganges hier nicht näher besprochen werden. - Folgen wir dem Sinus  
Ureterenpapille ab, doch soll der besondere Mechanismus dieses Vor-
urogenitalis weiter nach abwärts, so finden wir nicht weit von seiner Ausmündungsstelle in die Kloake eine kleine dorsale Ausbuchtung, in ihr liegt  
ganges hier nicht näher besprochen werden. - Folgen wir dem Sinus  
die innere Mündung des das Geschlechtsglied durchbohrenden Samenrohres {SR). Das Samenrohr (SR) teilt sich gegen das vordere Ende des  
urogenitalis weiter nach abwärts, so finden wir nicht weit von seiner Aus-
mündungsstelle in die Kloake eine kleine dorsale Ausbuchtung, in ihr liegt  
die innere Mündung des das Geschlechtsglied durchbohrenden Samen-
rohres {SR). Das Samenrohr (SR) teilt sich gegen das vordere Ende des  
Geschlechtsgliedes hin, wo dieses in seine 4 bekannten Lappen zerfällt,  
Geschlechtsgliedes hin, wo dieses in seine 4 bekannten Lappen zerfällt,  
erst in 2 Kanäle, dann in 4 und so weiter immer dichotomisch in eine  
erst in 2 Kanäle, dann in 4 und so weiter immer dichotomisch in eine  
große Zahl von Kanälen, die wie eine Brause auf den 4 großen Papillen  
große Zahl von Kanälen, die wie eine Brause auf den 4 großen Papillen  
des Geschlechtsgliedes münden. In dem Schema sind nur 2 Lappen dar-
des Geschlechtsgliedes münden. In dem Schema sind nur 2 Lappen dargestellt, und die Zahl der Ausmündungen des Samenrohres ist sehr viel  
gestellt, und die Zahl der Ausmündungen des Samenrohres ist sehr viel  
kleiner dargestellt, als sie wirkhch ist. An der Basis dieser 4 Hauptpapillen und auf dem angrenzenden Teil des Geschlechtsgliedes erkennt  
kleiner dargestellt, als sie wirkhch ist. An der Basis dieser 4 Haupt-
papillen und auf dem angrenzenden Teil des Geschlechtsgliedes erkennt  
man an besser konservierten Präparaten kleine, mit den Spitzen rückwärts  
man an besser konservierten Präparaten kleine, mit den Spitzen rückwärts  
gerichtete Papillen. In dem Schema ist das Geschlechtsglied retrahiert  
gerichtete Papillen. In dem Schema ist das Geschlechtsglied retrahiert  
dargestellt, und auch der M. retractor ist angedeutet (R). Das Samen-
dargestellt, und auch der M. retractor ist angedeutet (R). Das Samenrohr ist in diesem Zustande bei K geknickt, und das Geschlechtsglied  
rohr ist in diesem Zustande bei K geknickt, und das Geschlechtsglied  
liegt in seiner Präputialtasche (PT), die sich bei x in die Kloake  
liegt in seiner Präputialtasche (PT), die sich bei x in die Kloake  
ötfiiet. Bei der Erektion des Gliedes tritt dasselbe aus seiner Präputial-
ötfiiet. Bei der Erektion des Gliedes tritt dasselbe aus seiner Präputialtasche und aus der Oetfnung der Kloake heraus, dabei streckt sich  
tasche und aus der Oetfnung der Kloake heraus, dabei streckt sich  
das Samenrohr und bildet nun die direkte Fortsetzung des Sinus urogenitahs, dessen untere Oeö'nung in die Kloake wohl schon durch das  
das Samenrohr und bildet nun die direkte Fortsetzung des Sinus uro-
infolge der Füllung des Schwellgewebes mächtig vergrößerte Glied zugedrückt wird. Die Ureterenpapille wird dem abwärts strömenden Sperma  
genitahs, dessen untere Oeö'nung in die Kloake wohl schon durch das  
infolge der Füllung des Schwellgewebes mächtig vergrößerte Glied zuge-
drückt wird. Die Ureterenpapille wird dem abwärts strömenden Sperma  
kein Hindernis entgegenstellen, da dieses leicht rechts und links von ihr  
kein Hindernis entgegenstellen, da dieses leicht rechts und links von ihr  
vorbeiströmen kann. Die Eier werden natürlich durch die Oeffnung des  
vorbeiströmen kann. Die Eier werden natürlich durch die Oeffnung des  
Line 21,271: Line 19,085:
aus denen Haargruppen hervorragen. In diese Oetinungen münden  
aus denen Haargruppen hervorragen. In diese Oetinungen münden  
mächtig entwickelte Talgdrüsen und Knäueldrüsen. Die Knäueldrüsen  
mächtig entwickelte Talgdrüsen und Knäueldrüsen. Die Knäueldrüsen  
liegen tiefer als die Talgdrüsen und umgeben, einen mächtigen Drüsen-
liegen tiefer als die Talgdrüsen und umgeben, einen mächtigen Drüsenwjilst bildend, die Kloakenöönung bis auf einen kleinen kranialen Teil.  
wjilst bildend, die Kloakenöönung bis auf einen kleinen kranialen Teil.  
An der Einmündungssteile des Enddarmes in die Kloake hören  
An der Einmündungssteile des Enddarmes in die Kloake hören  
die mächtigen Schleimhautfalten ^) dieses Darmteiles plötzlich auf,  
die mächtigen Schleimhautfalten ^) dieses Darmteiles plötzlich auf,  
Line 21,278: Line 19,091:
Grenze des Enddarmes gegen die Kloake bezeichnet. Dann folgt im  
Grenze des Enddarmes gegen die Kloake bezeichnet. Dann folgt im  
Kloakengebiet eine Region mit vielen Falten, und hier sehe ich bei  
Kloakengebiet eine Region mit vielen Falten, und hier sehe ich bei  
jungen Tieren, wie das Epithel in das darunterliegende Gewebe ein-
jungen Tieren, wie das Epithel in das darunterliegende Gewebe einwächst und sich an den betreffenden Stellen reichliches lymphoides  
wächst und sich an den betreffenden Stellen reichliches lymphoides  
Gewebe ansammelt. Die Bilder erinnern durchaus an die, welche wir  
Gewebe ansammelt. Die Bilder erinnern durchaus an die, welche wir  
von der Entwickeluug der Gaumentonsillen kennen. Dafür, daß die  
von der Entwickeluug der Gaumentonsillen kennen. Dafür, daß die  
Line 21,286: Line 19,098:
nichts. Auch das lymphatische Gewebe, wie die Knäueldrüsen, bildet  
nichts. Auch das lymphatische Gewebe, wie die Knäueldrüsen, bildet  
eine oben offene Spange. An den oberen Enden dieser Spange rechts  
eine oben offene Spange. An den oberen Enden dieser Spange rechts  
und links, unmittelbar hinter der Einniündungsstelle des Sinus uro-
und links, unmittelbar hinter der Einniündungsstelle des Sinus urogenitalis in die Kloake, ist das lymphatische Gewebe besonders stark entwickelt. Die Ausdehnung des lymphoiden Gewebes ist im Schema durch  
genitalis in die Kloake, ist das lymphatische Gewebe besonders stark ent-
wickelt. Die Ausdehnung des lymphoiden Gewebes ist im Schema durch  
Punktierung angegeben.  
Punktierung angegeben.  


Line 21,315: Line 19,125:
1) MiTROPHANOw (1) citiert einen Passus von Nowack (2), dessen  
1) MiTROPHANOw (1) citiert einen Passus von Nowack (2), dessen  
Arbeit ich (3) als sorgfältig bezeichnet hatte, zur Bestätigung dafür,  
Arbeit ich (3) als sorgfältig bezeichnet hatte, zur Bestätigung dafür,  
daß der Dotter des Hühnereies „binnen wenigen Stunden und insbe-
daß der Dotter des Hühnereies „binnen wenigen Stunden und insbesondere bei der Bebrütungstemperatur in der größten Mehrzahl der  
sondere bei der Bebrütungstemperatur in der größten Mehrzahl der  
Fälle eine derartige Lage einnimmt, daß die Keimscheibe gerade in  
Fälle eine derartige Lage einnimmt, daß die Keimscheibe gerade in  
den höchsten Punkt zu liegen kommt". Diese Ausführungen sollen  
den höchsten Punkt zu liegen kommt". Diese Ausführungen sollen  
Line 21,329: Line 19,138:
Auffinden der Keimscheibe. Mitrophanow hat auch hier wieder einen  
Auffinden der Keimscheibe. Mitrophanow hat auch hier wieder einen  
Autor mißverstanden, denn Nowack schreibt mir mit Rücksicht auf  
Autor mißverstanden, denn Nowack schreibt mir mit Rücksicht auf  
diesen Punkt: „Nach meinen Beobachtungen ist die Lage der Keim-
diesen Punkt: „Nach meinen Beobachtungen ist die Lage der Keimscheibe nicht derart mathematisch genau, wie sie für die Methode  
scheibe nicht derart mathematisch genau, wie sie für die Methode  
Mitrophanows durchaus nötig wäre."  
Mitrophanows durchaus nötig wäre."  


Line 21,337: Line 19,145:
dessen Untersuchungen ich nicht immer habe folgen können,  
dessen Untersuchungen ich nicht immer habe folgen können,  
hebe ich hervor' etc. (p. 1092) mit denen Kopschs: ,es dürfte nicht  
hebe ich hervor' etc. (p. 1092) mit denen Kopschs: ,es dürfte nicht  
notwendig sein, den Irrwegen seiner Darstellung und seiner Schluß-
notwendig sein, den Irrwegen seiner Darstellung und seiner Schlußfolgerungen zu folgen, was an vielen Stellen kaum möglich  
folgerungen zu folgen, was an vielen Stellen kaum möglich  
ist, wie esauch Keibel (p. 1092) empfunden hat' (p. 25) übereinstimmen".  
ist, wie esauch Keibel (p. 1092) empfunden hat' (p. 25) überein-
stimmen".  


Mitrophanow setzt also Zweifel darin, daß ich Keibels Ansicht  
Mitrophanow setzt also Zweifel darin, daß ich Keibels Ansicht  
richtig erkannt habe. Auch hier irrt sich xMitrophanow, denn Keibel  
richtig erkannt habe. Auch hier irrt sich xMitrophanow, denn Keibel  
schreibt mir: „Was Mitrophanow anlangt, so haben Sie in Ihrem Ab-
schreibt mir: „Was Mitrophanow anlangt, so haben Sie in Ihrem Abwehrartikel meine Empfindungen durchaus richtig interpretiert."  
wehrartikel meine Empfindungen durchaus richtig interpretiert."  


3) Ist es sehr bedauerlich, daß der „Redaktionsfehler" und ein  
3) Ist es sehr bedauerlich, daß der „Redaktionsfehler" und ein  
Line 21,353: Line 19,158:
könnte wohl auf den Gedanken kommen, daß an Stelle der Worte „Der  
könnte wohl auf den Gedanken kommen, daß an Stelle der Worte „Der  
Meinung von Assheton und Peebles gemäß müssen wir anerkennen,  
Meinung von Assheton und Peebles gemäß müssen wir anerkennen,  
daß . . . der Primitivstreifen . . . sich . . . nicht in den Embryo ver-
daß . . . der Primitivstreifen . . . sich . . . nicht in den Embryo verwandelt" zu denken ist: Den Experimenten von Assheton und  
wandelt" zu denken ist: Den Experimenten von Assheton und  
der Meinung von Peebles gemäß müssen wir anerkennen, daß . . .  
der Meinung von Peebles gemäß müssen wir anerkennen, daß . . .  
der Primitivstreifen . . . sich . . . nicht i m G a n z e n in den Embryo  
der Primitivstreifen . . . sich . . . nicht i m G a n z e n in den Embryo  
Line 21,360: Line 19,164:


Aber auch in dieser Fassung ist Asshetons Meinung unrichtig  
Aber auch in dieser Fassung ist Asshetons Meinung unrichtig  
wiedergegeben, wie sich aus beifolgender Figur ergiebt, welche Asshe-
wiedergegeben, wie sich aus beifolgender Figur ergiebt, welche Assheton mir freundlichst zur Verfügung gestellt hat. 1) Asshetons (IL)  
ton mir freundlichst zur Verfügung gestellt hat. 1) Asshetons (IL)  
Wachstumszeutrum liegt am hinteren Ende des Primitivstreifens, nicht  
Wachstumszeutrum liegt am hinteren Ende des Primitivstreifens, nicht  
aber, wie Mitrophanow glaubt, „im Gebiete des vorderen Endes des  
aber, wie Mitrophanow glaubt, „im Gebiete des vorderen Endes des  
Line 21,394: Line 19,197:


4) Meint Mitrophanow, daß Nowack mir entschieden in einem  
4) Meint Mitrophanow, daß Nowack mir entschieden in einem  
sehr wichtigen Punkte widerspricht, und macht aufmerksam auf fol-
sehr wichtigen Punkte widerspricht, und macht aufmerksam auf folgende Worte NowACKs: „Man kann aus diesem Befunde wohl einige  
gende Worte NowACKs: „Man kann aus diesem Befunde wohl einige  
Schlüsse über die Bedeutung der Primitivrinne machen. Die Primitivrinne erfährt keine weitere Umbildung, sondern sie  
Schlüsse über die Bedeutung der Primitivrinne machen. Die Primi-
tivrinne erfährt keine weitere Umbildung, sondern sie  
verschwindet später mit dem Primitivstreifen." Auch  
verschwindet später mit dem Primitivstreifen." Auch  
hier kann ich keinen Gegensatz zwischen Nowack und mir finden,  
hier kann ich keinen Gegensatz zwischen Nowack und mir finden,  
im Gegenteil stimmen Nowack und ich darin überein, daß die Primi-
im Gegenteil stimmen Nowack und ich darin überein, daß die Primitivrinne nur ein Teil des Primitivstreifens ist. Der von Mitrophanow  
tivrinne nur ein Teil des Primitivstreifens ist. Der von Mitrophanow  
angeführte Passus soll ausdrücken, wie mir Nowack schreibt: „daß  
angeführte Passus soll ausdrücken, wie mir Nowack schreibt: „daß  
die Primitivrinne ein Gebilde von untergeordneter Bedeutung und nur  
die Primitivrinne ein Gebilde von untergeordneter Bedeutung und nur  
ein Teil des Primitivstreifens ist, mit dem sie in untrennbarem Zu-
ein Teil des Primitivstreifens ist, mit dem sie in untrennbarem Zusammenhang steht."  
sammenhang steht."  


Also auch hier hat Mitrophanow wieder einen Autor mißver-
Also auch hier hat Mitrophanow wieder einen Autor mißverstanden. Ebenso sehr beruht es auf einer irrigen Auffassung, wenn  
standen. Ebenso sehr beruht es auf einer irrigen Auffassung, wenn  
Mitrophanow gegenüber meiner Aufforderung an Nowack, die Ideen  
Mitrophanow gegenüber meiner Aufforderung an Nowack, die Ideen  
MiTROPHANOWS einer Kritik zu unterziehen, die Uebereinstimmung  
MiTROPHANOWS einer Kritik zu unterziehen, die Uebereinstimmung  
Line 21,420: Line 19,218:
308  
308  


Betrachtungen über die Entstehung und das Wachstum des Primitiv-
Betrachtungen über die Entstehung und das Wachstum des Primitivstreifens und des Gefäßhofes in der sorgfältigen Arbeit Nowacks Bestätigung finden, so bezieht sich dies wesentlich darauf, daß ich auf  
streifens und des Gefäßhofes in der sorgfältigen Arbeit Nowacks Be-
Grund experimenteller Untersuchungen zur Konstruktion einer hypothetischen Neurula gekommen bin, deren tatsächliches Vorhandensein  
stätigung finden, so bezieht sich dies wesentlich darauf, daß ich auf  
Grund experimenteller Untersuchungen zur Konstruktion einer hypo-
thetischen Neurula gekommen bin, deren tatsächliches Vorhandensein  
in der von mir konstruierten Form sich aus der Arbeit von Nowack  
in der von mir konstruierten Form sich aus der Arbeit von Nowack  
ergibt. Dies ist in der Tat sehr erfreulich.  
ergibt. Dies ist in der Tat sehr erfreulich.  
Line 21,430: Line 19,225:
Litte ratur.  
Litte ratur.  


1) MiTROPHANOw, P., Berichtigungen (Antwort auf Kopschs „Zur Ab-
1) MiTROPHANOw, P., Berichtigungen (Antwort auf Kopschs „Zur Abwehr«), Anat. Anz., Bd. 21, 1902, p. 668-680.  
wehr«), Anat. Anz., Bd. 21, 1902, p. 668-680.  


2) Nowack, Kukt, Neue Untersuchungen über die Bildung der beiden  
2) Nowack, Kukt, Neue Untersuchungen über die Bildung der beiden  
Line 21,439: Line 19,233:
3) Kopscii, Pr., Zur Abwehr. Anat. Anz., Bd. 21, 1902, p. 21—27.  
3) Kopscii, Pr., Zur Abwehr. Anat. Anz., Bd. 21, 1902, p. 21—27.  


4) Keibel, f., Die Gastrulation und die Keimblattbildung der Wirbel-
4) Keibel, f., Die Gastrulation und die Keimblattbildung der Wirbeltiere. Ergebn. Anat. u. Entwickelungsgesch., Bd. 10, 1900, p. 1002  
tiere. Ergebn. Anat. u. Entwickelungsgesch., Bd. 10, 1900, p. 1002  
—1119.  
—1119.  


Line 21,455: Line 19,248:


Heitzmann , Carl , Atlas der deskriptiven Anatomie des  
Heitzmann , Carl , Atlas der deskriptiven Anatomie des  
M e n s c h e n. 9., vollst, umgearbeitete Aufl. Herausgeg. von E. Zucker-
M e n s c h e n. 9., vollst, umgearbeitete Aufl. Herausgeg. von E. Zuckerkandl. 1. Bd. Knochen, Gelenke, Bänder, Muskeln. Mit 343 zumeist farbigen Abbildungen. Wien und Leipzig, Wilh. Braumüller,  
kandl. 1. Bd. Knochen, Gelenke, Bänder, Muskeln. Mit 343 zu-
meist farbigen Abbildungen. Wien und Leipzig, Wilh. Braumüller,  
1902. 283 pp. Preis 10 M.  
1902. 283 pp. Preis 10 M.  


Line 21,464: Line 19,255:
er war, trotz mancher Fehler, für Studenten und Aerzte brauchbar,  
er war, trotz mancher Fehler, für Studenten und Aerzte brauchbar,  
jedenfalls sehr bequem, weil H., nach dem Vorgange von Henry Gkay  
jedenfalls sehr bequem, weil H., nach dem Vorgange von Henry Gkay  
(Holmes), in Deutschland zxierst die ausführliche Bezeichnung (Be-
(Holmes), in Deutschland zxierst die ausführliche Bezeichnung (Beschriftung) in oder an den Figuren einführte. Allmählich kam „der  
schriftung) in oder an den Figuren einführte. Allmählich kam „der  
Heitzmann" in das Hintertreffen, da er mit dem Fortschritte der Anatomie, zum Teil auch der Technik, nicht Schritt hielt, da Lehrbücher  
Heitzmann" in das Hintertreffen, da er mit dem Fortschritte der Ana-
mit vielen Abbildungen und ähnlicher bequemer Figurerklärung erschienen. Als nun gar die neuen schönen Atlanten von Toldt und  
tomie, zum Teil auch der Technik, nicht Schritt hielt, da Lehrbücher  
von Spalteholz herauskamen, schien der HEiTZMANNSche Atlas endgiltig „tot", zumal nachdem sein Verfasser wirklich gestorben war.  
mit vielen Abbildungen und ähnlicher bequemer Figurerklärung er-
schienen. Als nun gar die neuen schönen Atlanten von Toldt und  
von Spalteholz herauskamen, schien der HEiTZMANNSche Atlas end-
giltig „tot", zumal nachdem sein Verfasser wirklich gestorben war.  


Jetzt werden wir eines besseren belehrt. E. Zuckerkandl in Wien,  
Jetzt werden wir eines besseren belehrt. E. Zuckerkandl in Wien,  
Line 21,482: Line 19,269:
zur ersten Auflage lobend erwähnt wird , hat sich entschlossen, die  
zur ersten Auflage lobend erwähnt wird , hat sich entschlossen, die  
neunte Auflage, das 55. — 60. Tausend (!), herauszugeben. Er hat eine  
neunte Auflage, das 55. — 60. Tausend (!), herauszugeben. Er hat eine  
derartige Menge von Veränderungen, gleichzeitig Verbesserungen, vor-
derartige Menge von Veränderungen, gleichzeitig Verbesserungen, vorgenommen, daß dieser Heitzmann redivivus wie ein neues Werk erscheint. Die Muskeln sind, wie dies schon der verstorbene H. beabsichtigt hatte, koloriert worden. Die Reproduktion ist zum Teil photographisch und dann mit Autotypie, zum Teil in Holzschnitt erfolgt.  
genommen, daß dieser Heitzmann redivivus wie ein neues Werk er-
scheint. Die Muskeln sind, wie dies schon der verstorbene H. beabsich-
tigt hatte, koloriert worden. Die Reproduktion ist zum Teil photo-
graphisch und dann mit Autotypie, zum Teil in Holzschnitt erfolgt.  
Die Ausstattung ist, wie schon der originelle („Jugendstil") Umschlag  
Die Ausstattung ist, wie schon der originelle („Jugendstil") Umschlag  
ahnen läßt, eine sehr gute, der Preis (jeder Band 10 M, , das ganze  
ahnen läßt, eine sehr gute, der Preis (jeder Band 10 M, , das ganze  
Line 21,499: Line 19,282:
wiederholt angezeigten Handbuches bilden den ersten Teil des zweiten  
wiederholt angezeigten Handbuches bilden den ersten Teil des zweiten  
Bandes und enthalten die Kapitel I. Mund, Mundhöhle (außer Zähne),  
Bandes und enthalten die Kapitel I. Mund, Mundhöhle (außer Zähne),  
Schwimmblase, Lunge, Kehlkopf, von E. Göppert; Kap. IL Darm-
Schwimmblase, Lunge, Kehlkopf, von E. Göppert; Kap. IL Darmsystem, von F. Maurer; Kap. IIL Haut und ihre Nebenorgane, von  
system, von F. Maurer; Kap. IIL Haut und ihre Nebenorgane, von  
W. Krause; Kap. IV. Verknöcherungen des Integuments und der Mundhöhle (Zähne), von R. Burckhardt.  
W. Krause; Kap. IV. Verknöcherungen des Integuments und der Mund-
höhle (Zähne), von R. Burckhardt.  


Die Ausstattung ist dieselbe vorzügliche, wie bei den anderen  
Die Ausstattung ist dieselbe vorzügliche, wie bei den anderen  
Line 21,516: Line 19,297:
L. hat das vielbesprochene, früher stets den Schatten des Hades  
L. hat das vielbesprochene, früher stets den Schatten des Hades  
gleich bei jedem Versuche des Erfassens ins Unbekannte zurückweichende  
gleich bei jedem Versuche des Erfassens ins Unbekannte zurückweichende  
Problem in einem Vortrage vor der Kgl. ungarischen naturwissen-
Problem in einem Vortrage vor der Kgl. ungarischen naturwissenschaftlichen Gesellschaft in Budapest abgehandelt und gibt hier eine  
schaftlichen Gesellschaft in Budapest abgehandelt und gibt hier eine  
deutsche Bearbeitung. L. kommt zu dem Schlüsse, daß mit großer  
deutsche Bearbeitung. L. kommt zu dem Schlüsse, daß mit großer  
Wahrscheinlichkeit die Tatsache als wahr erkannt sei, daß im Tierreiche  
Wahrscheinlichkeit die Tatsache als wahr erkannt sei, daß im Tierreiche  
die Bestimmung des Geschlechts ein Vorrecht des mütterlichen Organis-
die Bestimmung des Geschlechts ein Vorrecht des mütterlichen Organismus ist und daß diese Bestimmung schon vor der Befruchtung im Ei  
mus ist und daß diese Bestimmung schon vor der Befruchtung im Ei  
vollzogen erscheint. Fesselnd geschrieben, gut ausgestattet, billig.  
vollzogen erscheint. Fesselnd geschrieben, gut ausgestattet, billig.  


Line 21,536: Line 19,315:
wissenschaftliche Welt von größtem Interesse.  
wissenschaftliche Welt von größtem Interesse.  


Vieljährige persönliche und wissenschaftliche Beziehungen zu Her-
Vieljährige persönliche und wissenschaftliche Beziehungen zu Hermann von Helmholtz und der dringend wiederholte Wunsch seiner  
mann von Helmholtz und der dringend wiederholte Wunsch seiner  
jetzt verstorbenen Witwe haben den Verfasser den Entschluß fassen  
jetzt verstorbenen Witwe haben den Verfasser den Entschluß fassen  
lassen, sich der schwierigen Aufgabe zu unterziehen, auf Grund des  
lassen, sich der schwierigen Aufgabe zu unterziehen, auf Grund des  
Line 21,548: Line 19,326:
gestellten Briefe von Helmholtz an seinen Vater und der Antworten  
gestellten Briefe von Helmholtz an seinen Vater und der Antworten  
auf dieselben , der umfangreichen Korrespondenz mit persönlichen und  
auf dieselben , der umfangreichen Korrespondenz mit persönlichen und  
wissenschaftlichen Freunden, sowie der von der preußischen Unterrichts-
wissenschaftlichen Freunden, sowie der von der preußischen Unterrichtsverwaltung gestatteten Einsichtnahme in die Akten des Ministeriums,  
verwaltung gestatteten Einsichtnahme in die Akten des Ministeriums,  
unter tatkräftiger Unterstützung von selten der Familie eine umfangreiche Darstellung des Lebens und der Werke des großen Forschers zu  
unter tatkräftiger Unterstützung von selten der Familie eine umfang-
reiche Darstellung des Lebens und der Werke des großen Forschers zu  
geben, der in seiner ganzen wissenschaftlichen Bedeutung erfaßt und als  
geben, der in seiner ganzen wissenschaftlichen Bedeutung erfaßt und als  
Mensch in dem harmonischen Zusammenhange seines ganzen Tuns und  
Mensch in dem harmonischen Zusammenhange seines ganzen Tuns und  
Line 21,561: Line 19,337:
zu teil wurde.  
zu teil wurde.  


Dem soeben erschienenen ersten Bande wird der das Werk ab-
Dem soeben erschienenen ersten Bande wird der das Werk abschließende zweite Band Anfang nächsten Jahres folgen.  
schließende zweite Band Anfang nächsten Jahres folgen.  


Die Ausstattung ist eine vornehme, des großen Mannes würdige.  
Die Ausstattung ist eine vornehme, des großen Mannes würdige.  
Line 21,580: Line 19,355:
Zweck.  
Zweck.  


§ 1. Die Anatomische Gesellschaft hat zum Zwecke die För-
§ 1. Die Anatomische Gesellschaft hat zum Zwecke die Förderung der anatomischen Wissenschaften in deren ganzem Umfange,  
derung der anatomischen Wissenschaften in deren ganzem Umfange,  
sowie die Pflege persönlicher kollegialer Beziehungen zwischen deren  
sowie die Pflege persönlicher kollegialer Beziehungen zwischen deren  
Vertretern.  
Vertretern.  
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befaßt haben.  
befaßt haben.  


Die Aufnahme erfolgt nach schriftlicher oder mündlicher Mel-
Die Aufnahme erfolgt nach schriftlicher oder mündlicher Meldung beim Schriftführer durch den Vorstand. Der Vorstand kann  
dung beim Schriftführer durch den Vorstand. Der Vorstand kann  
den Schriftführer zur Aufnahme neuer Mitglieder bevollmächtigen.  
den Schriftführer zur Aufnahme neuer Mitglieder bevollmächtigen.  


Line 21,615: Line 19,388:
Versammlungen.  
Versammlungen.  


§ 5. Alljährlich findet eine mehrere Tage dauernde Versamm-
§ 5. Alljährlich findet eine mehrere Tage dauernde Versammlung statt. Ort und Zeit derselben bestimmt der Vorstand.  
lung statt. Ort und Zeit derselben bestimmt der Vorstand.  


§ 6. Alle Beschlüsse, mit Ausnahme der über Veränderung der  
§ 6. Alle Beschlüsse, mit Ausnahme der über Veränderung der  
Line 21,624: Line 19,396:
gültigen Stimmen. Dasselbe gilt für die Wahlen. Nur diejenigen  
gültigen Stimmen. Dasselbe gilt für die Wahlen. Nur diejenigen  
Mitglieder haben eine Stimme, welche ihre Beiträge für das laufende  
Mitglieder haben eine Stimme, welche ihre Beiträge für das laufende  
und die früheren Jahre gezahlt haben und ihren sonstigen Ver-
und die früheren Jahre gezahlt haben und ihren sonstigen Verpflichtungen gegen die Gesellschaft nachgekommen sind.  
pflichtungen gegen die Gesellschaft nachgekommen sind.  


Bei Wahlen entscheidet, falls in den ersten zwei Wahlgängen  
Bei Wahlen entscheidet, falls in den ersten zwei Wahlgängen  
Line 21,652: Line 19,423:
3) dem Schriftführer.  
3) dem Schriftführer.  


Die Wahlen (ad a und c) erfolgen alle vier Jahre durch Stimm-
Die Wahlen (ad a und c) erfolgen alle vier Jahre durch Stimmzettel. Der Schriftführer kann nach 12jähriger Amtsführung auf  
zettel. Der Schriftführer kann nach 12jähriger Amtsführung auf  
Lebenszeit gewählt werden.  
Lebenszeit gewählt werden.  


Line 21,661: Line 19,431:
§ 8. Der Schriftführer verwaltet auch die Kasse und ist aus  
§ 8. Der Schriftführer verwaltet auch die Kasse und ist aus  
den Mitteln der Gesellschaft für seine Auslagen und Bemühungen  
den Mitteln der Gesellschaft für seine Auslagen und Bemühungen  
zu entschädigen. Die Höhe der Entschädigung bestimmt der Vor-
zu entschädigen. Die Höhe der Entschädigung bestimmt der Vorstand.  
stand.  


Kommissionen.  
Kommissionen.  
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312  
312  


Die Entlastung des Schriftführers hat auf der Jahresversamm-
Die Entlastung des Schriftführers hat auf der Jahresversammlung durch die Gesellschaft zu erfolgen, nachdem zwei vom Vorsitzenden ernannte Revisoren die Rechnungen geprüft und richtig  
lung durch die Gesellschaft zu erfolgen, nachdem zwei vom Vor-
befunden haben. Dies ist in dem Rechnungsbuche von den Revisoren mit Namensunterschrift zu vermerken. Die Entlastung durch  
sitzenden ernannte Revisoren die Rechnungen geprüft und richtig  
befunden haben. Dies ist in dem Rechnungsbuche von den Revi-
soren mit Namensunterschrift zu vermerken. Die Entlastung durch  
die Gesellschaft bezeugt an derselben Stelle der erste Vorsitzende  
die Gesellschaft bezeugt an derselben Stelle der erste Vorsitzende  
oder dessen Vertreter.  
oder dessen Vertreter.  


Das Jahresbudget ist vom Schriftführer aufzustellen und vom  
Das Jahresbudget ist vom Schriftführer aufzustellen und vom  
Vorstand zu genehmigen. Im Jahresbericht ist eine kurze Ueber-
Vorstand zu genehmigen. Im Jahresbericht ist eine kurze Uebersicht des Vermögensstandes sowie der Einnahmen und Ausgaben zu  
sicht des Vermögensstandes sowie der Einnahmen und Ausgaben zu  
publizieren.  
publizieren.  


Line 21,703: Line 19,468:
Aenderungen enthalten, müssen mindestens 6 Wochen vor Beginn  
Aenderungen enthalten, müssen mindestens 6 Wochen vor Beginn  
der Jahresversammlung im Anatomischen Anzeiger bekannt gemacht  
der Jahresversammlung im Anatomischen Anzeiger bekannt gemacht  
und auf dem Programm (Tagesordnung) der betreffenden Versamm-
und auf dem Programm (Tagesordnung) der betreffenden Versammlung abgedruckt werden.  
lung abgedruckt werden.  


§ 12. Aenderungen oder Zusätze, welche Aenderungen ent-
§ 12. Aenderungen oder Zusätze, welche Aenderungen enthalten, können nur mit Ys Mehrheit der in der betreffenden Geschäftssitzung anwesenden stimmberechtigten Mitglieder beschlossen  
halten, können nur mit Ys Mehrheit der in der betreffenden Ge-
schäftssitzung anwesenden stimmberechtigten Mitglieder beschlossen  
werden.  
werden.  


Auflösung der Gesellschaft.  
Auflösung der Gesellschaft.  
§ 13. Die Auflösung der Gesellschaft oder die Vereinigung mit  
§ 13. Die Auflösung der Gesellschaft oder die Vereinigung mit  
einer anderen Gesellschaft kann nur unter Beobachtung der Be-
einer anderen Gesellschaft kann nur unter Beobachtung der Bestimmungen im § 6, ebenfalls nur von ^g der anwesenden stimmberechtigten Mitglieder beschlossen werden.  
stimmungen im § 6, ebenfalls nur von ^g der anwesenden stimm-
berechtigten Mitglieder beschlossen werden.  


Das Gesellschaftsvermögen darf im Falle der Auflösung der  
Das Gesellschaftsvermögen darf im Falle der Auflösung der  
Line 21,734: Line 19,494:
Halle. Prof. Ernst Mehnert ist am 17. November gestorbeu.  
Halle. Prof. Ernst Mehnert ist am 17. November gestorbeu.  


München. Prof. Albert Oppel ist nach Stuttgart (Augusten-
München. Prof. Albert Oppel ist nach Stuttgart (Augustenstraße 37) übergesiedelt.  
straße 37) übergesiedelt.  


Lemberg. Dr. Jözef Nusbaum, o. Prof. an der Tierärztlichen  
Lemberg. Dr. Jözef Nusbaum, o. Prof. an der Tierärztlichen  
Line 21,804: Line 19,563:
Obwohl es eigentlich nicht die Meinung war, meine fortgesetzten  
Obwohl es eigentlich nicht die Meinung war, meine fortgesetzten  
Studien über die fraglichen Strukturen vorläufig zu erwähnen, weil  
Studien über die fraglichen Strukturen vorläufig zu erwähnen, weil  
ich dieselben in der nächsten Zeit in einer größeren Arbeit zusammen-
ich dieselben in der nächsten Zeit in einer größeren Arbeit zusammenzustellen beabsichtige, so bin ich jedoch durch einen von Professor  
zustellen beabsichtige, so bin ich jedoch durch einen von Professor  
Browicz ^) in dieser Zeitschrift neulich veröffentlichten Aufsatz ver
Browicz ^) in dieser Zeitschrift neulich veröffentlichten Aufsatz ver-
 




Line 21,827: Line 19,584:
zu nehmen — was ich nicht gern unberücksichtigt lassen kann.  
zu nehmen — was ich nicht gern unberücksichtigt lassen kann.  


Daß Browicz schon seit mehreren Jahren die Auffassung ver-
Daß Browicz schon seit mehreren Jahren die Auffassung verfochten hat, daß die Leberzellen mit intracellulären „Ernährungskanälchen" und Sekretkapillaren ausgestattet sein sollen, ist zwar allgemein bekannt. Die Belege aber, die Browicz für die vermeinte  
fochten hat, daß die Leberzellen mit intracellulären „Ernährungs-
kanälchen" und Sekretkapillaren ausgestattet sein sollen, ist zwar all-
gemein bekannt. Die Belege aber, die Browicz für die vermeinte  
VorfindHchkeit bin nenzeiliger „Ernähruugskanälchen" vorgebracht hat  
VorfindHchkeit bin nenzeiliger „Ernähruugskanälchen" vorgebracht hat  
(soweit sie nämlich aus seinen eigenen Befunden herzuleiten seien),  
(soweit sie nämlich aus seinen eigenen Befunden herzuleiten seien),  
Line 21,836: Line 19,590:
auch den Grund zu suchen, warum man bisher den BROwiczschen  
auch den Grund zu suchen, warum man bisher den BROwiczschen  
Behauptungen eine nur geringe Aufmerksamkeit hat widmen können  
Behauptungen eine nur geringe Aufmerksamkeit hat widmen können  
und dieselben mitunter selbst — wie es Oppel tut^) — als Phan-
und dieselben mitunter selbst — wie es Oppel tut^) — als Phantasien bezeichnet hat. Welche Belege hat denn Browicz infolge  
tasien bezeichnet hat. Welche Belege hat denn Browicz infolge  
eigener Studien für seine Auffassung hervorbringen können? Man  
eigener Studien für seine Auffassung hervorbringen können? Man  
findet dieselben in einer seiner letzten Arbeiten 2) zusammengestellt  
findet dieselben in einer seiner letzten Arbeiten 2) zusammengestellt  
und näher entwickelt: 1) An formalingehärteten Muskatnußlebern sah  
und näher entwickelt: 1) An formalingehärteten Muskatnußlebern sah  
er, sowohl im Cytoplasma als auch im Karyoplasraa, in vorwiegend  
er, sowohl im Cytoplasma als auch im Karyoplasraa, in vorwiegend  
als Vakuolen, jedoch manchmal auch als längliche Bildungen gestal-
als Vakuolen, jedoch manchmal auch als längliche Bildungen gestalteten und scharf begrenzten Räumen teils körniges, teils nadeiförmig  
teten und scharf begrenzten Räumen teils körniges, teils nadeiförmig  
kristallinisches Pigment abgelagert, das er auf Grund seiner Untersuchungen an formalingehärteten Lebern nach intravenöser Injektion  
kristallinisches Pigment abgelagert, das er auf Grund seiner Unter-
suchungen an formalingehärteten Lebern nach intravenöser Injektion  
von Hämoglobinlösungen als metamorphosiertes Hämoglobin deuten  
von Hämoglobinlösungen als metamorphosiertes Hämoglobin deuten  
mußte. 2) An Lebern von Hunden, die während der Verdauung ge-
mußte. 2) An Lebern von Hunden, die während der Verdauung getötet worden waren, konnte er sowohl im Cyto- als Karyoplasma gut  
tötet worden waren, konnte er sowohl im Cyto- als Karyoplasma gut  
erhaltene Erythrocyten (in scharf begrenzten Räumen eingeschlossen),  
erhaltene Erythrocyten (in scharf begrenzten Räumen eingeschlossen),  
im Kerne auch Hämoglobinkristalle wahrnehmen. — Aus diesen Be-
im Kerne auch Hämoglobinkristalle wahrnehmen. — Aus diesen Befunden zieht nun Browicz die Folgerung, daß ein inniger (obwohl nur  
funden zieht nun Browicz die Folgerung, daß ein inniger (obwohl nur  
mittelbarer) Zusammenhang zwischen den Leberzellen und den intraaeinösen Blutkapillaren existieren müsse, daß in der Leberzelle spezielle  
mittelbarer) Zusammenhang zwischen den Leberzellen und den intra-
aeinösen Blutkapillaren existieren müsse, daß in der Leberzelle spezielle  
„Ernährungskanälchen" existieren müssen, durch welche die genannten  
„Ernährungskanälchen" existieren müssen, durch welche die genannten  
Zelleinschlüsse in die Leberzellen hineingelangt wären. Diese Kanäl-
Zelleinschlüsse in die Leberzellen hineingelangt wären. Diese Kanälchen sollen ihren Anfang im Kern der Leberzelle haben. Ist er jedoch  
chen sollen ihren Anfang im Kern der Leberzelle haben. Ist er jedoch  
berechtigt gewesen, aus den genannten Befunden solche Schlüsse zu  
berechtigt gewesen, aus den genannten Befunden solche Schlüsse zu  


Line 21,874: Line 19,621:
Befunden meinesErachtens keineEntdeckung etwaiger  
Befunden meinesErachtens keineEntdeckung etwaiger  
Kanälchen bildungen. Ehe man wahre Kanälchen gesehen hat,  
Kanälchen bildungen. Ehe man wahre Kanälchen gesehen hat,  
hat man solche nicht „entdecken" können. — Daß sich das Proto-
hat man solche nicht „entdecken" können. — Daß sich das Protoplasma infolge der fixierenden Flüssigkeiten von fremdartigen, in die  
plasma infolge der fixierenden Flüssigkeiten von fremdartigen, in die  
Zellkörper in etwaiger Weise hineingelangten oder in denselben entstandenen Bildungen mehr oder weniger retrahieren kann , ist allgemein bekannt. Man kann deshalb nicht ohne weiteres berechtigt  
Zellkörper in etwaiger Weise hineingelangten oder in denselben ent-
standenen Bildungen mehr oder weniger retrahieren kann , ist all-
gemein bekannt. Man kann deshalb nicht ohne weiteres berechtigt  
sein, solche Hohlräume als präformierte Kanälchen zu bezeichnen. —  
sein, solche Hohlräume als präformierte Kanälchen zu bezeichnen. —  
Browicz hat auch versucht, seine eigenen so lückenhaften Belege durch  
Browicz hat auch versucht, seine eigenen so lückenhaften Belege durch  
Line 21,884: Line 19,628:
Schäfer i) publizierten Injektionsbefunde an einer Kaninchenleber und  
Schäfer i) publizierten Injektionsbefunde an einer Kaninchenleber und  
die von mir 2) beschriebenen „Saftkanälchen" der Leberzellen von  
die von mir 2) beschriebenen „Saftkanälchen" der Leberzellen von  
Igeln als eine Bestätigung seiner eigenen „Entdeckungen" be-
Igeln als eine Bestätigung seiner eigenen „Entdeckungen" behandelt.  
handelt.  


Wie in dem BROWiczschen Aufsatze, der mich veranlaßt hat,  
Wie in dem BROWiczschen Aufsatze, der mich veranlaßt hat,  
Line 21,894: Line 19,637:
wo man in deutlicher Weise sehen kann, daß die Injektionsmassen  
wo man in deutlicher Weise sehen kann, daß die Injektionsmassen  
aus den Blutkapillaren her in die Interstitien zwischen diesen letzteren  
aus den Blutkapillaren her in die Interstitien zwischen diesen letzteren  
und den Leberzellen ausgetreten und hiervon in die Leberzellen hin-
und den Leberzellen ausgetreten und hiervon in die Leberzellen hineingelangt waren ^). Browicz, der Schnitte derselben injizierten  
eingelangt waren ^). Browicz, der Schnitte derselben injizierten  
Leber auch persönlich hat studieren können , hat dagegen , wie  
Leber auch persönlich hat studieren können , hat dagegen , wie  
er hervorhebt, keine solchen Extravasate gesehen und hält auch diese  
er hervorhebt, keine solchen Extravasate gesehen und hält auch diese  
Line 21,903: Line 19,645:
Präparaten liegt nun eine Injektion durch die Vena porta vor; und  
Präparaten liegt nun eine Injektion durch die Vena porta vor; und  
durch diese Injektion hat man strangförmige Injektionsmassen, die  
durch diese Injektion hat man strangförmige Injektionsmassen, die  
sich hier und da verzweigen (die von Browicz als injizierte „Er-
sich hier und da verzweigen (die von Browicz als injizierte „Er




1) On nutritive Channels within the Liver Cells which communicate with the lobular Capillaries. Anat. Anz., Bd. 21, 1902, No. 1.


1) On nutritive Channels within the Liver Cells which communi-
2) Einige Worte über das „Trophospongium" verschiedener Zellarten. Anat. Anz., Bd. 20, 1902, No. 18. — lieber die „Saftkanälchen"  
cate with the lobular Capillaries. Anat. Anz., Bd. 21, 1902, No. 1.
 
2) Einige Worte über das „Trophospongium" verschiedener Zell-
arten. Anat. Anz., Bd. 20, 1902, No. 18. — lieber die „Saftkanälchen"  
der Leberzellen und der Epithelzellen der Nebenniere. Anat. Anz.,  
der Leberzellen und der Epithelzellen der Nebenniere. Anat. Anz.,  
Bd. 22, 1902, No. 1.  
Bd. 22, 1902, No. 1.  


3) Ueber die „Trophospongien" der Darmepithelzellen nebst einer  
3) Ueber die „Trophospongien" der Darmepithelzellen nebst einer  
Bemerkung in betreff einer von Prof. Browicz neulich publizierten Ab-
Bemerkung in betreff einer von Prof. Browicz neulich publizierten Abhandlung über die Leberzellen. Auat. Anz., Bd. 21, 1902, No. 16/17.  
handlung über die Leberzellen. Auat. Anz., Bd. 21, 1902, No. 16/17.  


21*  
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nährungskanälchen" aufgefaßteü Bildungeu), auch innerhalb der Leber-
nährungskanälchen" aufgefaßteü Bildungeu), auch innerhalb der Leberzellen bekommen. Hier muß also die Injektion aus den Blutkapillaren  
zellen bekommen. Hier muß also die Injektion aus den Blutkapillaren  
her in die Leberzellen hineingelangt sein. Andere Wege für das  
her in die Leberzellen hineingelangt sein. Andere Wege für das  
Hineindringen der injizierten Massen in die Leberzellen sind ja nicht  
Hineindringen der injizierten Massen in die Leberzellen sind ja nicht  
denkbar. Nun ist indessen Browicz, wie er in seinem letzten Auf-
denkbar. Nun ist indessen Browicz, wie er in seinem letzten Aufsatze besonders betont hat, der Meinung, daß die „Ernährungskanälchen" nicht, wie man es doch gern von Browicz hatte vermuten  
satze besonders betont hat, der Meinung, daß die „Ernährungskanäl-
müssen, in unmittelbarer, sondern nur in mittelbarer Verbindung (unter Vermittelung der v. KuPFFERSchen Sternzellen) mit  
chen" nicht, wie man es doch gern von Browicz hatte vermuten  
müssen, in unmittelbarer, sondern nur in mittelbarer Ver-
bindung (unter Vermittelung der v. KuPFFERSchen Sternzellen) mit  
den Blutkapillaren stehen sollen ; und nichtdestoweniger sollen nach  
den Blutkapillaren stehen sollen ; und nichtdestoweniger sollen nach  
Browicz die ScHÄFERSchen Injektionsbilder als „geradezu ideal"  
Browicz die ScHÄFERSchen Injektionsbilder als „geradezu ideal"  
eine herrliche Bestätigung der BROwiczschen Ideen ausmachen !  
eine herrliche Bestätigung der BROwiczschen Ideen ausmachen !  
Nein, ich stimme mit dem hingeschiedenen Professor Rutherford  
Nein, ich stimme mit dem hingeschiedenen Professor Rutherford  
vollkommen überein, unter dessen Leitung die ScHÄFERschen Prä-
vollkommen überein, unter dessen Leitung die ScHÄFERschen Präparate von Simpson seit langen Jahren zurück ausgeführt worden  
parate von Simpson seit langen Jahren zurück ausgeführt worden  
waren, „who would not let me publish a note of them" (s. Schäfers  
waren, „who would not let me publish a note of them" (s. Schäfers  
Aufsatz 1. c, Anat. Anz., p. 20) ! Meines Erachtens beweisen weder  
Aufsatz 1. c, Anat. Anz., p. 20) ! Meines Erachtens beweisen weder  
die von Browicz vorgelegten eigenen Befunde, noch die von Schäfer  
die von Browicz vorgelegten eigenen Befunde, noch die von Schäfer  
publizierten Injektionsbilder etwas in betreif der Präexistenz intra-
publizierten Injektionsbilder etwas in betreif der Präexistenz intracellulärer Kanälchenbildungen in den Leberzellen; ich muß daran fortfahrend festhalten. Wir müssen nach besseren Belegen suchen.  
cellulärer Kanälchenbildungen in den Leberzellen; ich muß daran fort-
fahrend festhalten. Wir müssen nach besseren Belegen suchen.  


Es könnte vielleicht ganz unnötig sein, auf die übrigen Diver-
Es könnte vielleicht ganz unnötig sein, auf die übrigen Divergenzen zwischen Browicz und mir einzugehen, da es im höchsten  
genzen zwischen Browicz und mir einzugehen, da es im höchsten  
Grade fraghch ist, ob die von mir beschriebenen „S aft k anal che n"  
Grade fraghch ist, ob die von mir beschriebenen „S aft k anal che n"  
der Leberzellen von Igeln, die eine ganz charakteristische  
der Leberzellen von Igeln, die eine ganz charakteristische  
Form und Anordnung zeigen und niemals etwaige eigen-
Form und Anordnung zeigen und niemals etwaige eigengefärbte oder färbbare Bestandteile enthalten, sondern immer ganz hell und farblos erscheinen, mit den  
gefärbte oder färbbare Bestandteile enthalten, son-
dern immer ganz hell und farblos erscheinen, mit den  
oben erwähnten BROwiczschen Befunden etwas gemeinsam haben  
oben erwähnten BROwiczschen Befunden etwas gemeinsam haben  
können. Da es jedoch vielleicht den einen oder anderen Forscher gibt,  
können. Da es jedoch vielleicht den einen oder anderen Forscher gibt,  
der — ohne sich in die Frage weiter zu vertiefen — von den BRO-
der — ohne sich in die Frage weiter zu vertiefen — von den BROwiczschen Bemerkungen eine Anschauung über die Natur der wahren  
wiczschen Bemerkungen eine Anschauung über die Natur der wahren  
„Saftkanälchen" der Leberzellen, wie ich dieselben beim Igel aufgefunden habe, bekommen könnte, muß ich auch an einigen anderen  
„Saftkanälchen" der Leberzellen, wie ich dieselben beim Igel aufge-
funden habe, bekommen könnte, muß ich auch an einigen anderen  
Stellen des BROwiczschen Aufsatzes für einen Augenblick bleiben.  
Stellen des BROwiczschen Aufsatzes für einen Augenblick bleiben.  


Line 21,966: Line 19,692:
nach Browicz Meinung „ein perivaskulärer Raum nicht existieren",  
nach Browicz Meinung „ein perivaskulärer Raum nicht existieren",  
was er auch in seinen früheren Publikationen behauptet hat „und in  
was er auch in seinen früheren Publikationen behauptet hat „und in  
einer nächstens erscheinenden Abhandlung weiter zu begründen be-
einer nächstens erscheinenden Abhandlung weiter zu begründen bemüht sein" wird. — Ich kann kaum glauben, daß es Browicz gelingen  
müht sein" wird. — Ich kann kaum glauben, daß es Browicz gelingen  




Line 21,982: Line 19,707:
multipolaren, dicht außerhalb der Leberzellen befindlichen Zellen (als  
multipolaren, dicht außerhalb der Leberzellen befindlichen Zellen (als  
Ausläufer derselben) herzuleiten sind, möchte ich fortfahrend vermuten.  
Ausläufer derselben) herzuleiten sind, möchte ich fortfahrend vermuten.  
Daß sie dagegen eben aus den v. KuPFFERSchen Sternzellen her-
Daß sie dagegen eben aus den v. KuPFFERSchen Sternzellen herstammen und nicht aus etwaigen anderen multipolar gestalteten Zellen,  
stammen und nicht aus etwaigen anderen multipolar gestalteten Zellen,  
kann wohl indessen etwas schwierig sein, sicher abzumachen. Gehören  
kann wohl indessen etwas schwierig sein, sicher abzumachen. Gehören  
die V. KupFFERSchen Sternzellen in der That den Kapillarwänden als  
die V. KupFFERSchen Sternzellen in der That den Kapillarwänden als  
Line 21,992: Line 19,716:
deren lamelläre Verzweigungen die Leberzellen umfassen sollen. Ich  
deren lamelläre Verzweigungen die Leberzellen umfassen sollen. Ich  
hatte an die v. KuPFFERschen Sternzellen gedacht, weil sie auf Grund  
hatte an die v. KuPFFERschen Sternzellen gedacht, weil sie auf Grund  
ihres Vermögens, Blutkörperchen zu destruiren, als eine Art trophi-
ihres Vermögens, Blutkörperchen zu destruiren, als eine Art trophischer Elemente für die Leberzellen betrachtet werden könnten. Da  
scher Elemente für die Leberzellen betrachtet werden könnten. Da  
wir indessen nur durch ganz spezielle und für das Studium der feineren  
wir indessen nur durch ganz spezielle und für das Studium der feineren  
Struktur der Leberzellen kaum verwendbare Methoden die Sternzellen  
Struktur der Leberzellen kaum verwendbare Methoden die Sternzellen  
Line 22,000: Line 19,723:


Gegen meine Auffassung, daß die „Saftkanälchen" infolge einer  
Gegen meine Auffassung, daß die „Saftkanälchen" infolge einer  
lokalen Verflüssigung gewisser Netzteile der „Trophospongien" zu-
lokalen Verflüssigung gewisser Netzteile der „Trophospongien" zustande kommen und damit auch einer mehr accidentellen Natur  
stande kommen und damit auch einer mehr accidentellen Natur  
sein sollen, tritt Browicz mit der Behauptung auf, daß diese  
sein sollen, tritt Browicz mit der Behauptung auf, daß diese  
Kanälchen ständige Röhrchen sind, die als zusammengefallen nicht  
Kanälchen ständige Röhrchen sind, die als zusammengefallen nicht  
zu sehen sind und nur in gefülltem Zustande für unsere Augen  
zu sehen sind und nur in gefülltem Zustande für unsere Augen  
hervortreten können. Ich kann nun nicht einsehen, wie Browicz eine  
hervortreten können. Ich kann nun nicht einsehen, wie Browicz eine  
solche entgegengesetzte Meinung hat wollen geltend machen. Zu-
solche entgegengesetzte Meinung hat wollen geltend machen. Zuerst ist es nämlich mehr als zweifelhaft, ob Browicz berechtigt sein  
erst ist es nämlich mehr als zweifelhaft, ob Browicz berechtigt sein  
kann, über die Natur der wahren „Saftkanälchen" zu diskutieren, da  
kann, über die Natur der wahren „Saftkanälchen" zu diskutieren, da  
er meines Wissens solche Kanälchen niemals gesehen hat oder wenig-
er meines Wissens solche Kanälchen niemals gesehen hat oder wenigstens solche niemals beschrieben hat. Desgleichen hat Browicz betont, daß er an den Hohlräumchen, worin er Hämoglobinkristalle etc. eingeschlossen gesehen hat, und die er mit meinen  
stens solche niemals beschrieben hat. Desgleichen hat Browicz be-
tont, daß er an den Hohlräumchen, worin er Hämoglobin-
kristalle etc. eingeschlossen gesehen hat, und die er mit meinen  
„Saftkanälchen" identifizieren will, niemals besondere Wände  
„Saftkanälchen" identifizieren will, niemals besondere Wände  
hat beobachten können!  
hat beobachten können!  
Line 22,021: Line 19,739:


Ich habe geglaubt, daß die oben angeführten streitigen Punkte  
Ich habe geglaubt, daß die oben angeführten streitigen Punkte  
durch eine kurze Erwähnung meiner fortgesetzten Studien einiger-
durch eine kurze Erwähnung meiner fortgesetzten Studien einigermaßen weiter beleuchtet werden könnten, und ich lege deshalb diese  
maßen weiter beleuchtet werden könnten, und ich lege deshalb diese  
Untersuchungen in kürzester Weise anbei.  
Untersuchungen in kürzester Weise anbei.  


Wie in meinen früheren Mitteilungen über die Leberzellen zu  
Wie in meinen früheren Mitteilungen über die Leberzellen zu  
sehen ist, habe ich vorwiegend die Leber von Igeln untersucht. Bis-
sehen ist, habe ich vorwiegend die Leber von Igeln untersucht. Bisher habe ich 8 Igel studiert, deren Lebern ich durch die bewährtesten  
her habe ich 8 Igel studiert, deren Lebern ich durch die bewährtesten  
Methoden konserviert habe; und da ich bei sämtlichen dieser Tiere  
Methoden konserviert habe; und da ich bei sämtlichen dieser Tiere  
prinzipiell übereinstimmende Befunde habe erzielen können, finde ich  
prinzipiell übereinstimmende Befunde habe erzielen können, finde ich  
Line 22,034: Line 19,750:
von Igeln, die Insekten, Myriapoden und andere Tiere gefressen hatten,  
von Igeln, die Insekten, Myriapoden und andere Tiere gefressen hatten,  
habe ich durch Sublimat- Pikrinsäure oder (noch besser) durch das  
habe ich durch Sublimat- Pikrinsäure oder (noch besser) durch das  
vortreffliche CARNOYsche Gemisch (Alkohol-Chloroform-Eisessig) kon-
vortreffliche CARNOYsche Gemisch (Alkohol-Chloroform-Eisessig) konserviert und die angefertigten sehr dünnen Schnitte mit Thiazinrot  
serviert und die angefertigten sehr dünnen Schnitte mit Thiazinrot  
R - Toluidinblau gefärbt. (Diese für manche verschiedene Zwecke so  
R - Toluidinblau gefärbt. (Diese für manche verschiedene Zwecke so  
ausgezeichnete Methode habe ich bei M. Heidenhain gelernt.) Das  
ausgezeichnete Methode habe ich bei M. Heidenhain gelernt.) Das  
perivaskuläre Bindegewebe der Acini (die sog. Gitterfasern) wird hier-
perivaskuläre Bindegewebe der Acini (die sog. Gitterfasern) wird hierbei von einer braunen Neutralfarbe in elektiver Weise gefärbt und  
bei von einer braunen Neutralfarbe in elektiver Weise gefärbt und  
läßt sich in deutlicher Weise zwischen den Leberzellen bis an die  
läßt sich in deutlicher Weise zwischen den Leberzellen bis an die  
Schlußleisten der epicellulären Gallenkapillareu verfolgen. Färbt man  
Schlußleisten der epicellulären Gallenkapillareu verfolgen. Färbt man  
ein in ähnlicher Weise konserviertes Material mit der ebenfalls sehr  
ein in ähnlicher Weise konserviertes Material mit der ebenfalls sehr  
nützlichen Farbenkombination Eisenhämatoxylin-Säurefuchsin-Orange, so  
nützlichen Farbenkombination Eisenhämatoxylin-Säurefuchsin-Orange, so  
bekommt man dasselbe Bindegewebe mit seinen zwischenzelligen Ver-
bekommt man dasselbe Bindegewebe mit seinen zwischenzelligen Verlängerungen von Säurefuchsin (jedoch mit einem Stich in Orange) gefärbt. Ich möchte mich deshalb Reinkes^) Auffassung anschließen,  
längerungen von Säurefuchsin (jedoch mit einem Stich in Orange) ge-
färbt. Ich möchte mich deshalb Reinkes^) Auffassung anschließen,  
daß die Leberzelle ringsherum von Bindegewebe umgeben sein soll.  
daß die Leberzelle ringsherum von Bindegewebe umgeben sein soll.  
Den zwischenzelligen Teil desselben Gewebes als eine Cuticulabildung  
Den zwischenzelligen Teil desselben Gewebes als eine Cuticulabildung  
aufzufassen, scheint mir auf Grund dessen kaum möglich zu sein,  
aufzufassen, scheint mir auf Grund dessen kaum möglich zu sein,  
daß er in unverkennbarer Weise direkt in das perivaskuläre Binde-
daß er in unverkennbarer Weise direkt in das perivaskuläre Bindegewebe übergeht. — Bei Igeln mit der oben genannten Fütterung sind  
gewebe übergeht. — Bei Igeln mit der oben genannten Fütterung sind  
die Leberzellen feinkörnig, hier und da mit kleinen Tröpfchenbildungen.  
die Leberzellen feinkörnig, hier und da mit kleinen Tröpfchenbildungen.  
Die Körnchen sind resp. rötlich oder orange gefärbt. Ist man in-
Die Körnchen sind resp. rötlich oder orange gefärbt. Ist man indessen bei seinem Studium etwas aufmerksamer, so wird man bald eigentümliche strangförmige Gebilde gewahr, die bei der Färbung mit  
dessen bei seinem Studium etwas aufmerksamer, so wird man bald eigen-
tümliche strangförmige Gebilde gewahr, die bei der Färbung mit  
Thiazinrot R-Toluidinblau hell neutral gefärbt, bei der Färbung mit  
Thiazinrot R-Toluidinblau hell neutral gefärbt, bei der Färbung mit  
Eisenhämatoxylin-Säurefuchsin-Orange von einer sehr charakteristischen  
Eisenhämatoxylin-Säurefuchsin-Orange von einer sehr charakteristischen  
Gemischfarbe von Säurefuchsin und Orange (wobei die Säurefuchsin-
Gemischfarbe von Säurefuchsin und Orange (wobei die Säurefuchsin
 
1) Ueber direkte Kernteilungen und Kernschwund der menschlichen  
1) Ueber direkte Kernteilungen und Kernschwund der menschlichen  
Leberzellen. Anat. Anz., Bd. 14, Ergänzungsheft, 1898.  
Leberzellen. Anat. Anz., Bd. 14, Ergänzungsheft, 1898.  
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färben wie die „Trophospongien" der Nervenzellen, werden in der Regel  
färben wie die „Trophospongien" der Nervenzellen, werden in der Regel  
von resp. von Toluidinblau oder von Eisenhämatoxylin gefärbten feinen  
von resp. von Toluidinblau oder von Eisenhämatoxylin gefärbten feinen  
Körnchenablagerungen begrenzt, wodurch sie am leichtesten wahr-
Körnchenablagerungen begrenzt, wodurch sie am leichtesten wahrnehmbar werden. Sie stellen durch gegenseitige Verbindungen ein  
nehmbar werden. Sie stellen durch gegenseitige Verbindungen ein  
intracelluläres Netz dar  
intracelluläres Netz dar  
(Fig. 1, a). Wo sie das  
(Fig. 1, a). Wo sie das  
pericelluläre resp. inter-
pericelluläre resp. intercelluläre Bindegewebe  
celluläre Bindegewebe  
erreichen, gehen sie in  
erreichen, gehen sie in  
dasselbe ganz unvermit-
dasselbe ganz unvermittelt über. Auffallend  
telt über. Auffallend  
oft schmiegen sich Teile  
oft schmiegen sich Teile  
dieser Netze dicht um  
dieser Netze dicht um  
den Kern der Leber-
den Kern der Leberzellen herum, dringen  
zellen herum, dringen  
jedoch niemals in  
jedoch niemals in  
denselben hinein,  
denselben hinein,  
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ist, können mehr oder weniger zahlreiche Stränge solcher Netze  
ist, können mehr oder weniger zahlreiche Stränge solcher Netze  
sich in der Weise verändern, daß sie unfärbbar und gleichzeitig er-
sich in der Weise verändern, daß sie unfärbbar und gleichzeitig erweitert werden, gewiß infolge einer Verflüssigung ihrer Masse. Sie  
weitert werden, gewiß infolge einer Verflüssigung ihrer Masse. Sie  
gehen in „Saftkanälchen" über, die oft (Fig. 1, c) sehr weit und damit  
gehen in „Saftkanälchen" über, die oft (Fig. 1, c) sehr weit und damit  
auch auffallend gestreckt oder wie aufgerollt werden. Wie die Netze  
auch auffallend gestreckt oder wie aufgerollt werden. Wie die Netze  
selbst mit dem pericellulären Bindegewebe in direktem Zustmmen-
selbst mit dem pericellulären Bindegewebe in direktem Zustmmenhange stehen, so können sich die aus denselben hervorgehenden „Saftkanälchen" auch hier und da bis in die „perivaskulären Interstitien"  
hange stehen, so können sich die aus denselben hervorgehenden „Saft-
kanälchen" auch hier und da bis in die „perivaskulären Interstitien"  
erstrecken. Daß sie indessen so immer tun sollen, glaube ich nicht.  
erstrecken. Daß sie indessen so immer tun sollen, glaube ich nicht.  
— Mit der Verflüssigung der Netzteile werden in der Regel die um-
— Mit der Verflüssigung der Netzteile werden in der Regel die umlagernden resp. von Toluidinblau oder von Eisenhämatoxylin gefärbten  
lagernden resp. von Toluidinblau oder von Eisenhämatoxylin gefärbten  
Körnchenbildungen immer zahlreicher. — Wir haben bei diesen  
Körnchenbildungen immer zahlreicher. — Wir haben bei diesen  
Strukturen ganz unzweideutig mit meinen „Tropho-
Strukturen ganz unzweideutig mit meinen „Trophospongien" und aus diesen durch eine Verflüssigung  
spongien" und aus diesen durch eine Verflüssigung  
hervorgehenden „Saftkanälchen" oder (wie ich sie eher  
hervorgehenden „Saftkanälchen" oder (wie ich sie eher  
nennen möchte) „Trophospongienkanälchen" zu tun.  
nennen möchte) „Trophospongienkanälchen" zu tun.  


Wie ich an mehreren Stellen berichtet habe, habe ich eine spezielle  
Wie ich an mehreren Stellen berichtet habe, habe ich eine spezielle  
Methode ausgearbeitet, um im allgemeinen die „Trophospongien" her-
Methode ausgearbeitet, um im allgemeinen die „Trophospongien" herzustellen. Ich konserviere durch 5-proz. Trichlormilchsäurelösung und  
zustellen. Ich konserviere durch 5-proz. Trichlormilchsäurelösung und  




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färbe mit der verdünnten WEiGERTschen Resorcin-Fuchsinfarbe. Durch  
färbe mit der verdünnten WEiGERTschen Resorcin-Fuchsinfarbe. Durch  
diese Methode gelang es in der Regel, an den verschiedenen Organen  
diese Methode gelang es in der Regel, an den verschiedenen Organen  
die „Trophospongien" zu Ansicht zu bringen. Indessen habe ich zahl-
die „Trophospongien" zu Ansicht zu bringen. Indessen habe ich zahlreiche mißlungene Versuche mit Lebern verschiedener Tiere gemacht,  
reiche mißlungene Versuche mit Lebern verschiedener Tiere gemacht,  
um die „Trophospongien" der Leberzellen durch die genannte Methode  
um die „Trophospongien" der Leberzellen durch die genannte Methode  
darzustellen. Durch eine kleine Modifikation der letztgenannten ist es  
darzustellen. Durch eine kleine Modifikation der letztgenannten ist es  
mir jedoch endlich gelungen, die Netze auch durch meine eigene  
mir jedoch endlich gelungen, die Netze auch durch meine eigene  
Methode deutlich zu sehen. Ich löse nämlich die Trichlormilchsäure  
Methode deutlich zu sehen. Ich löse nämlich die Trichlormilchsäure  
in 10-proz. Formalin. Die durch diese Methode hergestellten „Tropho-
in 10-proz. Formalin. Die durch diese Methode hergestellten „Trophospongien" stimmen in jeder Hinsicht mit den Bildern überein, die ich  
spongien" stimmen in jeder Hinsicht mit den Bildern überein, die ich  
oben demonstriert habe. Ich muß jedoch hierzu bemerken, daß für  
oben demonstriert habe. Ich muß jedoch hierzu bemerken, daß für  
die Leber nicht einmal die Formalinlösung der Trichlormilchsäure  
die Leber nicht einmal die Formalinlösung der Trichlormilchsäure  
(mit nachheriger WEiGERT-Färbung) allzu empfehlenswert ist. Wir  
(mit nachheriger WEiGERT-Färbung) allzu empfehlenswert ist. Wir  
müssen nach bedeutend besseren Methoden suchen, um die „Tropho-
müssen nach bedeutend besseren Methoden suchen, um die „Trophospongien" auch an anderen Tieren als den so unvergleichlich geeigneten  
spongien" auch an anderen Tieren als den so unvergleichlich geeigneten  
Igeln wiederzufinden.  
Igeln wiederzufinden.  


Läßt man den Igel hungern, so werden die „Saftkanäl-
Läßt man den Igel hungern, so werden die „Saftkanälchen" sehr spärlich, ja können fast ganz vermißt werden. Die  
chen" sehr spärlich, ja können fast ganz vermißt werden. Die  
„Trophospongien" sind jedoch immer vorhanden.  
„Trophospongien" sind jedoch immer vorhanden.  


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so werden sämtliche Leberzellen  
so werden sämtliche Leberzellen  
so umgestaltet, wie die Fig. 2  
so umgestaltet, wie die Fig. 2  
es wiedergibt. Infolge reich-
es wiedergibt. Infolge reichlicher Glykogenbildung werden  
licher Glykogenbildung werden  
die Zellen durch Tropfen erfüllt, die nach Konservierung als  
die Zellen durch Tropfen er-
füllt, die nach Konservierung als  
unfärbbare Lücken (Vakuolen)  
unfärbbare Lücken (Vakuolen)  
hervortreten, die voneinander  
hervortreten, die voneinander  
durch ein feinstes Netz kleiner  
durch ein feinstes Netz kleiner  
Körnchen geschieden sind. D i e  
Körnchen geschieden sind. D i e  
netzbildenden „Tropho-
netzbildenden „Trophospongien" stehen jedoch  
spongien" stehen jedoch  
zurück. Nach Thiazin-Toluidinfärbung werden sie hellbraun,- nach Eisenhämatoxylin
zurück. Nach Thiazin-Tolui-
dinfärbung werden sie hell-
braun,- nach Eisenhämatoxylin-
 
Säurefuchsin-Orangefärbung  
Säurefuchsin-Orangefärbung  
durch eine charakteristische  
durch eine charakteristische  
Mischfarbe von Säurefuchsin und Orange gefärbt, also in völliger Ueber-
Mischfarbe von Säurefuchsin und Orange gefärbt, also in völliger Uebereinstimmung mit den oben demonstrierten Lebern. Die „Trophospongien"  
einstimmung mit den oben demonstrierten Lebern. Die „Trophospongien"  
werden auch in diesem Falle mehr oder weniger vollständig von einer  
werden auch in diesem Falle mehr oder weniger vollständig von einer  


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Körnchenbildungen abgegrenzt. Nur seltener treten indessen  
Körnchenbildungen abgegrenzt. Nur seltener treten indessen  
in ähnlichen Lebern „Trophospongienkanälchen" auf. —  
in ähnlichen Lebern „Trophospongienkanälchen" auf. —  
Die fraghchen netzbilden-
Die fraghchen netzbildenden Stränge, die wohl mit  
den Stränge, die wohl mit  
den Strängen identisch sein  
den Strängen identisch sein  
sollen, die man schon früher  
sollen, die man schon früher  
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aus protoplasmatischen  
aus protoplasmatischen  
resp. ergastischen Körn-
resp. ergastischen Körnchenablagerungen an der  
chenablagerungen an der  
Oberfläche derselben. Es  
Oberfläche derselben. Es  
könnte in diesem Zusam-
könnte in diesem Zusammenhange geeignet sein,  
menhange geeignet sein,  
darauf hinzuweisen , daß  
darauf hinzuweisen , daß  
man in den Spinalganglien  
man in den Spinalganglien  
hin und wieder Nerven-
hin und wieder Nervenzellen zur Ansicht bekommt,  
zellen zur Ansicht bekommt,  
worin die spärliche Tigroidsubstanz nur als eine körnige Ablagerung an der Oberfläche des „Trophospongiums" hervortritt.  
worin die spärliche Tigroid-
substanz nur als eine kör-
nige Ablagerung an der Oberfläche des „Trophospongiums" hervortritt.  
Die dadurch bedingten Bilder der Nervenzellen sehen den genannten  
Die dadurch bedingten Bilder der Nervenzellen sehen den genannten  
Leberzellen sehr ähnlich (Fig. 3).  
Leberzellen sehr ähnlich (Fig. 3).  
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fortgesetzten Studien über die Darmepithelzellen berichten. — •  
fortgesetzten Studien über die Darmepithelzellen berichten. — •  
Ich habe schon vorher an einer anderen Stelle i) erwähnt, daß man  
Ich habe schon vorher an einer anderen Stelle i) erwähnt, daß man  
die „Trophospongien" dieser Zellen außer durch meine Trichlor-
die „Trophospongien" dieser Zellen außer durch meine Trichlorrailchsäuremethode auch durch Konservierung mit Sublimat-Pikrinsäure oder mit dem CARNOYSchen Gemisch und durch nachherige  
railchsäuremethode auch durch Konservierung mit Sublimat-Pikrin-
Färbung mit Thiazinrot R-Toluidinblau oder mit EisenhämatoxylinSäurefuchsin-Orange gut herstellen kann. Besonders schön treten die  
säure oder mit dem CARNOYSchen Gemisch und durch nachherige  
Färbung mit Thiazinrot R-Toluidinblau oder mit Eisenhämatoxylin-
Säurefuchsin-Orange gut herstellen kann. Besonders schön treten die  




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gleichen Höhe durch sämtliche Zellen kleine Körbe bildende Stränge  
gleichen Höhe durch sämtliche Zellen kleine Körbe bildende Stränge  
auf, die sich in charakteristischer Weise mit einem Gemisch von  
auf, die sich in charakteristischer Weise mit einem Gemisch von  
Säurefuchsin und Orange färben und mit zwischenzelligen, ähnlich ge-
Säurefuchsin und Orange färben und mit zwischenzelligen, ähnlich gefärbten lamellären Strängen direkt zusammenhängen. Die letztge
färbten lamellären Strängen direkt zusammenhängen. Die letztge-
 




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nannten kann man bis an die Basis der Zellen verfolgen, wo dieselben  
nannten kann man bis an die Basis der Zellen verfolgen, wo dieselben  
mit anderen Gewebselementen in direkter Verbindung stehen. Diese  
mit anderen Gewebselementen in direkter Verbindung stehen. Diese  
binnenzelligen , Körbchen bildenden und so charakteristisch lokali-
binnenzelligen , Körbchen bildenden und so charakteristisch lokalisierten Stränge können oft Kanälchen bilden, durch Verflüssigung gewisser Teile derselben; sie stellen deshalb nach meiner Ueberzeugung  
sierten Stränge können oft Kanälchen bilden, durch Verflüssigung ge-
„Trophospongien" her. — In der Fig. 5 sind einige Zotten epithelzellen von einem hingerichteten Manne abgebildet. Das Material war  
wisser Teile derselben; sie stellen deshalb nach meiner Ueberzeugung  
„Trophospongien" her. — In der Fig. 5 sind einige Zotten epithel-
zellen von einem hingerichteten Manne abgebildet. Das Material war  
durch Flemmings Gemisch konserviert und mit Eisenhämatoxyhn  
durch Flemmings Gemisch konserviert und mit Eisenhämatoxyhn  
gefärbt. Die „Trophospongienkanälchen" treten schön hervor. — In  
gefärbt. Die „Trophospongienkanälchen" treten schön hervor. — In  
den tieferen Teilen der Darmkrypten derselben beiden Präparate, wo  
den tieferen Teilen der Darmkrypten derselben beiden Präparate, wo  
der Stäbchensaum nicht mehr vorhanden ist, treten auch ähnliche  
der Stäbchensaum nicht mehr vorhanden ist, treten auch ähnliche  
Strukturen hervor ; nur scheinen sie vergleichsweise kleinere Dimen-
Strukturen hervor ; nur scheinen sie vergleichsweise kleinere Dimensionen zu besitzen. — Was die Paneth sehen Zellen derselben  
sionen zu besitzen. — Was die Paneth sehen Zellen derselben  
Präparate anlangt, so sind dieselben mit vergleichsweise großen  
Präparate anlangt, so sind dieselben mit vergleichsweise großen  
Trophospongiennetzen ausgestattet. Die Fig. 6 und 7 stellen solche  
Trophospongiennetzen ausgestattet. Die Fig. 6 und 7 stellen solche  
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Sie sind oft durch resp. von Toluidinblau oder von Eisenhämatoxylin  
Sie sind oft durch resp. von Toluidinblau oder von Eisenhämatoxylin  
gefärbte feine Körnchenansammlungen abgegrenzt, wodurch sie frappant  
gefärbte feine Körnchenansammlungen abgegrenzt, wodurch sie frappant  
an die „Trophospongien" der Leberzellen erinnern (Fig. 7). An quer-
an die „Trophospongien" der Leberzellen erinnern (Fig. 7). An quergeschnittenen PANETHSchen Zellen kann man sich leicht davon überzeugen , daß diese „Trophospongien", die auch Kanälchen (obv/ohl  
geschnittenen PANETHSchen Zellen kann man sich leicht davon über-
zeugen , daß diese „Trophospongien", die auch Kanälchen (obv/ohl  
gewöhnhch nur sehr feine) bilden können, überwiegend die zentralen  
gewöhnhch nur sehr feine) bilden können, überwiegend die zentralen  
Teile des Zellkörpers einnehmen. Es ist ja sehr interessant, zu sehen,  
Teile des Zellkörpers einnehmen. Es ist ja sehr interessant, zu sehen,  
daß die „Trophospongien" bei diesen eigenartigen Zellen fast den  
daß die „Trophospongien" bei diesen eigenartigen Zellen fast den  
ganzen Zellkörper durchziehen, gleichzeitig als diese Zellen von Tröpf-
ganzen Zellkörper durchziehen, gleichzeitig als diese Zellen von Tröpfchenbildungen vollgepfropft sind.  
chenbildungen vollgepfropft sind.  




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Endlich sei es mir gestattet, auch eine Becher zelle von dem-
Endlich sei es mir gestattet, auch eine Becher zelle von demselben Präparate zu zeigen (Fig. 8). Zwischen der Theca und dem  
selben Präparate zu zeigen (Fig. 8). Zwischen der Theca und dem  
Kerne tritt ein Netz hervor, das ich meinesteils als ein „Trophospongium" zu bezeichnen geneigt bin. Die Stränge färben sich nämlich den „Trophospongien" ähnlich, desgleichen habe ich an derselben  
Kerne tritt ein Netz hervor, das ich meinesteils als ein „Tropho-
spongium" zu bezeichnen geneigt bin. Die Stränge färben sich näm-
lich den „Trophospongien" ähnlich, desgleichen habe ich an derselben  
Stelle der Becherzelle Kanal chen wiedergefunden.  
Stelle der Becherzelle Kanal chen wiedergefunden.  


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gefunden, daß die sie verursachenden Pigmentzellen ganz  
gefunden, daß die sie verursachenden Pigmentzellen ganz  
anderer Natur sind als jene, die man gewöhnlich im Corium der  
anderer Natur sind als jene, die man gewöhnlich im Corium der  
Menschenhaut trifft, und daß diese eigentümlichen Pigment-
Menschenhaut trifft, und daß diese eigentümlichen Pigmentzellen auch bei europäischen Kindern, an denen man  
zellen auch bei europäischen Kindern, an denen man  
jene P' lecke nicht vermutet hatte, massenhaft vorhanden sind, worüber ich an dieser Stelle (Bd. 21, 1902, No. 1)^)  
jene P' lecke nicht vermutet hatte, massenhaft vor-
handen sind, worüber ich an dieser Stelle (Bd. 21, 1902, No. 1)^)  
schon berichtet habe, als ganz kurze vorläufige Mitteilung meiner  
schon berichtet habe, als ganz kurze vorläufige Mitteilung meiner  
schon im Mai 1902 au die Zeitschrift für Morphologie und Anthropo-
schon im Mai 1902 au die Zeitschrift für Morphologie und Anthropologie abgeschickten ausführlichen Abhandlung, wo sich jeder schon  
logie abgeschickten ausführlichen Abhandlung, wo sich jeder schon  
durch die Abbildungen mikroskopischer Bilder überzeugen kann, daß  
durch die Abbildungen mikroskopischer Bilder überzeugen kann, daß  
nicht nur annähernd Aehnliches, sondern Gleiches bei Europäern vor-
nicht nur annähernd Aehnliches, sondern Gleiches bei Europäern vorkommt. Es hat mir aber damals noch die Gelegenheit gefehlt, auch  
kommt. Es hat mir aber damals noch die Gelegenheit gefehlt, auch  
die äußeren blauen Hautflecke bei europäischen Kindern, allwo ich  
die äußeren blauen Hautflecke bei europäischen Kindern, allwo ich  
ihr Vorkommen stark vermutet hatte ^), zu finden. Ich habe nun im  
ihr Vorkommen stark vermutet hatte ^), zu finden. Ich habe nun im  
August mit Dr. K. FuziSAWA diesen blauen Fleck bei der rein  
August mit Dr. K. FuziSAWA diesen blauen Fleck bei der rein  
weißen Rasse gefunden, was ich hier jetzt als vorläufig mit-
weißen Rasse gefunden, was ich hier jetzt als vorläufig mitgeteilt gesagt haben möchte^).  
geteilt gesagt haben möchte^).  


Ich habe hier noch kurz zu sagen : Balz (Centr.-Bl. für Anthr.,  
Ich habe hier noch kurz zu sagen : Balz (Centr.-Bl. für Anthr.,  
Bd. 7, November 1902) hat meine „Einwürfe" als „völlig gegenstands-
Bd. 7, November 1902) hat meine „Einwürfe" als „völlig gegenstandslos" hingestellt; er beschäftigt sich trotzdem eingehend mit meiner  
los" hingestellt; er beschäftigt sich trotzdem eingehend mit meiner  
ganz kurzen vorläufigen Mitteilung und glaubt mit seinen Einwendungen meine Angaben widerlegt zu haben. Er sagt, „daß die  
ganz kurzen vorläufigen Mitteilung und glaubt mit seinen Ein-
blauen Flecke durch Ansammlung von Pigmentzellen im Corium entstehen, was ich schon 1883 nachgewiesen hatte". Gewiß erkenne ich  
wendungen meine Angaben widerlegt zu haben. Er sagt, „daß die  
blauen Flecke durch Ansammlung von Pigmentzellen im Corium ent-
stehen, was ich schon 1883 nachgewiesen hatte". Gewiß erkenne ich  
diese Entdeckung von Balz als sein Verdienst vollkommen an. —  
diese Entdeckung von Balz als sein Verdienst vollkommen an. —  
EscHRiCHT hat übrigens schon vor mehr als 50 Jahren, allerdings nur der  
EscHRiCHT hat übrigens schon vor mehr als 50 Jahren, allerdings nur der  
äußeren Farbe nach, diese blauen Flecke als Hautpigment behandelt.  
äußeren Farbe nach, diese blauen Flecke als Hautpigment behandelt.  
— Die von mir gefundene, eigentümliche und interessante Beschaffen-
— Die von mir gefundene, eigentümliche und interessante Beschaffenheit dieser Pigmentzellen, den wichtigsten Punkt meiner früheren vorläufigen Mitteilung, hat aber Balz gar nicht erwähnt. Bei ihm ist „nur  
heit dieser Pigmentzellen, den wichtigsten Punkt meiner früheren vor-
läufigen Mitteilung, hat aber Balz gar nicht erwähnt. Bei ihm ist „nur  
von mit bloßem Auge sichtbaren blauen Flecken die Rede", ich  
von mit bloßem Auge sichtbaren blauen Flecken die Rede", ich  
interessierte mich dagegen für die Natur der diese Flecke ver-
interessierte mich dagegen für die Natur der diese Flecke ver
 




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ursachenden Pigmentzellen. Diese Zellen sind nämlich von den ge-
ursachenden Pigmentzellen. Diese Zellen sind nämlich von den gewöhnlichen ganz verschieden; bei den Affen sind sie viel verbreiteter  
wöhnlichen ganz verschieden; bei den Affen sind sie viel verbreiteter  
als beim Menschen ; bei letzterem finden sie sich je nach der Rasse  
als beim Menschen ; bei letzterem finden sie sich je nach der Rasse  
in verschiedenen Mengen; sie sind nur in einem Stadium der Ent-
in verschiedenen Mengen; sie sind nur in einem Stadium der Entwickelung vorhanden, um darauf bald wieder zu verschwinden. Ob  
wickelung vorhanden, um darauf bald wieder zu verschwinden. Ob  
nun diese Mengenunterschiede in der äußeren Hautfarbe zum Ausdruck  
nun diese Mengenunterschiede in der äußeren Hautfarbe zum Ausdruck  
gelangen, ist Nebenerscheinung, wie denn überhaupt die allgemeine  
gelangen, ist Nebenerscheinung, wie denn überhaupt die allgemeine  
Line 22,467: Line 20,120:
Anschauung über das schöne Fest zu berichten. — Vorerst einiges über  
Anschauung über das schöne Fest zu berichten. — Vorerst einiges über  
das Familienfest. Am Morgen des 28. fand in der schönen Casa Golgi  
das Familienfest. Am Morgen des 28. fand in der schönen Casa Golgi  
in Gegenwart von 18 intimeren Freunden des Ehepaares die Feier des-
in Gegenwart von 18 intimeren Freunden des Ehepaares die Feier desselben statt. Ueber 170 Telegramme aus nah und fern, eine noch  
selben statt. Ueber 170 Telegramme aus nah und fern, eine noch  
größere Zahl von Briefen und Karten, ferner eine unglaubliche Menge  
größere Zahl von Briefen und Karten, ferner eine unglaubliche Menge  
von Blumenspendeu, wie ich solche noch nie so schön gesehen hatte,  
von Blumenspendeu, wie ich solche noch nie so schön gesehen hatte,  
und viele wertvolle Geschenke gaben der Verehrung und Liebe Aus-
und viele wertvolle Geschenke gaben der Verehrung und Liebe Ausdruck, welche Camillo Golgi und seiner vorzüglichen Gattin, Signora  
druck, welche Camillo Golgi und seiner vorzüglichen Gattin, Signora  
Lina, in reichstem Maße gezollt wurden. Diese Feier endete mit einer  
Lina, in reichstem Maße gezollt wurden. Diese Feier endete mit einer  
kurzen Ansprache Golgis an alle seine Freunde und einem herz-
kurzen Ansprache Golgis an alle seine Freunde und einem herzinnigen Danke an die treue Gefährtin seines Lebens, die ich mit einigen  
innigen Danke an die treue Gefährtin seines Lebens, die ich mit einigen  
Freundesworten begleitete.  
Freundesworten begleitete.  


An demselben Tage fand dann um 2 Uhr nachmittags in dem  
An demselben Tage fand dann um 2 Uhr nachmittags in dem  
großen Hörsaale des Institutes von Golgi in der Anatomie die eigent-
großen Hörsaale des Institutes von Golgi in der Anatomie die eigentliche wissenschaftliche Feier statt, an der über 300 frühere Schüler  
liche wissenschaftliche Feier statt, an der über 300 frühere Schüler  
Golgis, sowie Gelehrte aus allen Teilen Itahens nebst einigen Schweizern  
Golgis, sowie Gelehrte aus allen Teilen Itahens nebst einigen Schweizern  
und Deutschen, sowie eine Anzahl Damen aus Universitätskreisen teil-
und Deutschen, sowie eine Anzahl Damen aus Universitätskreisen teilnahmen. Den Glanzpunkt dieser Feier bildete die Ueberreichung der  
nahmen. Den Glanzpunkt dieser Feier bildete die Ueberreichung der  
gesammelten Werke Golgis durch Prof. Fusari von Turin. Diese  
gesammelten Werke Golgis durch Prof. Fusari von Turin. Diese  
Werke, drei große Quartbände in meisterhafter Ausführung, wie sie nur  
Werke, drei große Quartbände in meisterhafter Ausführung, wie sie nur  
Line 22,506: Line 20,154:
Hilfsmitteln von primitiver Einfachheit in Abbiategrasso im Institute  
Hilfsmitteln von primitiver Einfachheit in Abbiategrasso im Institute  
der Invaliden errungen wurden. Da begann es Licht zu werden in  
der Invaliden errungen wurden. Da begann es Licht zu werden in  
dem feineren Baue des Nervensystems nach den ersten Verötfent-
dem feineren Baue des Nervensystems nach den ersten Verötfentlichungen Golgis im Jahre 1873 über die feinste Struktur des kleinen  
lichungen Golgis im Jahre 1873 über die feinste Struktur des kleinen  
Hirnes und der Lobi olfactorii. In diesen Bänden finden sich ferner  
Hirnes und der Lobi olfactorii. In diesen Bänden finden sich ferner  
die Arbeiten, die in Pavia in dem alten Laboratorium angestellt  
die Arbeiten, die in Pavia in dem alten Laboratorium angestellt  
Line 22,515: Line 20,162:
auf Bergeshöhen, am Meeresstrande, in der lombardischen Ebene und in  
auf Bergeshöhen, am Meeresstrande, in der lombardischen Ebene und in  
der römischen Campagna anstellte, endlich jene anderen, durch welche  
der römischen Campagna anstellte, endlich jene anderen, durch welche  
das neue Laboratorium mit seinen reichen Mitteln und Apparaten tag-
das neue Laboratorium mit seinen reichen Mitteln und Apparaten tagtäglich als die Wissenschaft fördernd sich erwies. So kam es, daß das  
täglich als die Wissenschaft fördernd sich erwies. So kam es, daß das  
Laboratorium der allgemeinen Pathologie und Histologie in Pavia sowohl durch die Zahl der wichtigen, an demselben  
Laboratorium der allgemeinen Pathologie und Histo-
logie in Pavia sowohl durch die Zahl der wichtigen, an demselben  
angestellten Beobachtungen, als auch durch die Menge seiner Schüler  
angestellten Beobachtungen, als auch durch die Menge seiner Schüler  
aus Italien und dem Auslande nach und nach zu einem der wichtig-
aus Italien und dem Auslande nach und nach zu einem der wichtigsten Zentren der Wissenschaft der ganzen medizinischen Welt wurde  
sten Zentren der Wissenschaft der ganzen medizinischen Welt wurde  
und vor allem die GoLGische Methode der Nervenfärbung sich einen  
und vor allem die GoLGische Methode der Nervenfärbung sich einen  
großen Ruhm erwarb." Besonders erwähnt seien noch, außer den von  
großen Ruhm erwarb." Besonders erwähnt seien noch, außer den von  
Line 22,537: Line 20,181:
Geisteskrankheiten, die krankhaften Veränderungen der Lymphgefäße  
Geisteskrankheiten, die krankhaften Veränderungen der Lymphgefäße  
des Gehirns, die Veränderungen des Knochenmarks bei den Blattern,  
des Gehirns, die Veränderungen des Knochenmarks bei den Blattern,  
ferner die Beschaffenheit des Muskelgewebes in verschiedenen Krank-
ferner die Beschaffenheit des Muskelgewebes in verschiedenen Krankheiten und die Wirkungen der Transfusion von Blut in die Peritonäalhöhle.  
heiten und die Wirkungen der Transfusion von Blut in die Peritonäalhöhle.  
Sehr bedeutungsvoll waren die Untersuchungen Golgis über die  
Sehr bedeutungsvoll waren die Untersuchungen Golgis über die  
Malaria. Er wies zuerst nach, daß die von Laveran im Blute von  
Malaria. Er wies zuerst nach, daß die von Laveran im Blute von  
Line 22,557: Line 20,200:
dieser Krankheit außerhalb des Organismus zum Vorwurfe hatten.  
dieser Krankheit außerhalb des Organismus zum Vorwurfe hatten.  


Alle diese Arbeiten aus dem Gebiete der normalen und patho-
Alle diese Arbeiten aus dem Gebiete der normalen und pathologischen Anatomie sind in dem neuen Sammelwerke dargestellt, und  
logischen Anatomie sind in dem neuen Sammelwerke dargestellt, und  
soll nur noch erwähnt werden, daß unter denselben manches in Deutschland und sonst auswärts gar nicht oder nur mangelhaft Bekannte und  
soll nur noch erwähnt werden, daß unter denselben manches in Deutsch-
land und sonst auswärts gar nicht oder nur mangelhaft Bekannte und  
auch einiges ganz Neue sich findet und durch ausgezeichnete Abbildungen  
auch einiges ganz Neue sich findet und durch ausgezeichnete Abbildungen  
illustriert wird.  
illustriert wird.  
Line 22,581: Line 20,222:
Golgi selbst auf dem Katheder und dankte in erster Linie aufs  
Golgi selbst auf dem Katheder und dankte in erster Linie aufs  
wärmste allen alten und jungen Freunden, die zu seiner Begrüßung  
wärmste allen alten und jungen Freunden, die zu seiner Begrüßung  
sich in Pavia eingefunden. Dann setzte er in beredten Worten aus-
sich in Pavia eingefunden. Dann setzte er in beredten Worten auseinander, wie bei einer Uebereinstimmung der Ansichten und Bestrebungen, wie eine solche in den Worten und Aussprachen der verschiedenen  
einander, wie bei einer Uebereinstimmung der Ansichten und Bestre-
bungen, wie eine solche in den Worten und Aussprachen der verschiedenen  
Redner sich kundgab, das Wohl der Wissenschaft und die Größe des  
Redner sich kundgab, das Wohl der Wissenschaft und die Größe des  
Vaterlandes immer schöner zur Erscheinung komme. Außerdem sprach  
Vaterlandes immer schöner zur Erscheinung komme. Außerdem sprach  
sich in den Worten Golgis eine große Bescheidenheit aus, indem er  
sich in den Worten Golgis eine große Bescheidenheit aus, indem er  
besonders hervorhob, daß er die ganz außergewöhnlichen Ehren-
besonders hervorhob, daß er die ganz außergewöhnlichen Ehrenbezeugungen, die ihm zu teil geworden, nicht verdiene. Sein ganzes  
bezeugungen, die ihm zu teil geworden, nicht verdiene. Sein ganzes  
Verdienst sei, stets mit Eifer gearbeitet zu haben ; ferner habe er  
Verdienst sei, stets mit Eifer gearbeitet zu haben ; ferner habe er  
immer mit großer Aufopferung das Wohl seiner Zuhörer im Auge  
immer mit großer Aufopferung das Wohl seiner Zuhörer im Auge  
gehabt, eine Aufgabe, die ihm von jeher als eine der wichtigsten er-
gehabt, eine Aufgabe, die ihm von jeher als eine der wichtigsten erschienen sei, die dem Universitätslehrer zukomme. Zum Schlüsse  
schienen sei, die dem Universitätslehrer zukomme. Zum Schlüsse  
drückte er seine Grundanschauungen in folgenden Worten aus: „Zur  
drückte er seine Grundanschauungen in folgenden Worten aus: „Zur  
Erwerbung sicherer wissenschaftlicher Erfahrungen gelangt man nicht  
Erwerbung sicherer wissenschaftlicher Erfahrungen gelangt man nicht  
Line 22,615: Line 20,252:
Jubel in dem ganzen Auditorium aus, der auch uns zu Herzen ging.  
Jubel in dem ganzen Auditorium aus, der auch uns zu Herzen ging.  


Am Abende desselben Tages fanden sich dann die meisten Teil-
Am Abende desselben Tages fanden sich dann die meisten Teilnehmer des schönen Festes nebst vielen Damen und allen hervorragenden Persönlichkeiten von Pavia in der schönen Casa Golgi ein,  
nehmer des schönen Festes nebst vielen Damen und allen hervor-
und so schloß das Fest mit einem Triumphe, der auch die Liebenswürdigkeit der Signora Lina Golgi zu voller Entfaltung brachte.  
ragenden Persönlichkeiten von Pavia in der schönen Casa Golgi ein,  
und so schloß das Fest mit einem Triumphe, der auch die Liebens-
würdigkeit der Signora Lina Golgi zu voller Entfaltung brachte.  


Ich aber möchte noch beifügen, daß dieser 28. Oktober 1902 zeitlebens  
Ich aber möchte noch beifügen, daß dieser 28. Oktober 1902 zeitlebens  
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ViRCHOw, Waldeyer, Wilhelm Müller, Ebekth.  
ViRCHOw, Waldeyer, Wilhelm Müller, Ebekth.  


Das vorliegende Werk sollte zwar ursprünglich nur eine Neubear-
Das vorliegende Werk sollte zwar ursprünglich nur eine Neubearbeitung des BiRCH-HiRSCHFELDschen Buches sein ; dieses ist auch in  
beitung des BiRCH-HiRSCHFELDschen Buches sein ; dieses ist auch in  
einzelnen Abschnitten benutzt oder der Darstellung zu Grunde gelegt  
einzelnen Abschnitten benutzt oder der Darstellung zu Grunde gelegt  
worden — auch wurden ihm einige Figuren entnommen , aber zum  
worden — auch wurden ihm einige Figuren entnommen , aber zum  
weitaus größten Teile hat Ribbert es völlig neu niedergeschrieben.  
weitaus größten Teile hat Ribbert es völlig neu niedergeschrieben.  


Die Figuren hat Verf, abgesehen von 16 dem Birch-Hikschfeld-
Die Figuren hat Verf, abgesehen von 16 dem Birch-Hikschfeldschen Werk entnommenen, und 37 Photographien, sämtlich selbst gezeichnet. Die Ausstattung entspricht hohen Anforderungen. Der Preis  
schen Werk entnommenen, und 37 Photographien, sämtlich selbst ge-
zeichnet. Die Ausstattung entspricht hohen Anforderungen. Der Preis  
ist mäßig. B.  
ist mäßig. B.  


Line 22,707: Line 20,338:
Inhalt. Aufsätze. Andrea Giardina, Intorno ai cangiamenti di forma e  
Inhalt. Aufsätze. Andrea Giardina, Intorno ai cangiamenti di forma e  
di posizione del nucleo cellulare. Con 8 figure, p. 329 — 357. — Jözef Nusbaum,  
di posizione del nucleo cellulare. Con 8 figure, p. 329 — 357. — Jözef Nusbaum,  
Zur Kenntnis der Heteromorphose bei der Regeneration der älteren Forellen-
Zur Kenntnis der Heteromorphose bei der Regeneration der älteren Forellenembryonen (Salmo irideus W. Gibb.). Mit 1 Abbildung, p. 358—363. — Viktor  
embryonen (Salmo irideus W. Gibb.). Mit 1 Abbildung, p. 358—363. — Viktor  
Wigert und Hjalmar Ekberg-, lieber binnenzellige Kanal eben bildungen gewisser  
Wigert und Hjalmar Ekberg-, lieber binnenzellige Kanal eben bildungen gewisser  
Epithelzellen der Froschnieren. Mit 6 Abbildungen, p. 364 — 368. — H. Braus,  
Epithelzellen der Froschnieren. Mit 6 Abbildungen, p. 364 — 368. — H. Braus,  
Sekretkanälchen und Deckleisten. Mit 4 Abbildungen, p. 368 — 373. — Emil Holm-
Sekretkanälchen und Deckleisten. Mit 4 Abbildungen, p. 368 — 373. — Emil Holmgren, Einige Worte zu der Mitteilung von Kopsch : „Die Darstellung des Binnennetzes in spinalen Ganglienzellen und anderen Körperzellen mittels Osmiumsäure".  
gren, Einige Worte zu der Mitteilung von Kopsch : „Die Darstellung des Binnen-
netzes in spinalen Ganglienzellen und anderen Körperzellen mittels Osmiumsäure".  
Mit 2 Abbildungen, p. 374 — 381. — O. Bütschli, Bemerkungen zu der Arbeit  
Mit 2 Abbildungen, p. 374 — 381. — O. Bütschli, Bemerkungen zu der Arbeit  
von A. GiAEDiNA. p. 381—387. — G. Schwalbe, Ernst Mehnert f- P- 387  
von A. GiAEDiNA. p. 381—387. — G. Schwalbe, Ernst Mehnert f- P- 387  
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un altro della cellula stessa.  
un altro della cellula stessa.  


Ora si tratta di sapere se questi fenomeni di moto sono esseii-
Ora si tratta di sapere se questi fenomeni di moto sono esseiizialmente dovuti alPattivitä propria del nucleo o pur no. E il Ducleo  
zialmente dovuti alPattivitä propria del nucleo o pur no. E il Ducleo  
un corpo dotato della facolta di mutar forma e posizione e di eseguire,  
un corpo dotato della facolta di mutar forma e posizione e di eseguire,  
al pari delle amebe, dei movimenti spontanei? Oppure in questi feno-
al pari delle amebe, dei movimenti spontanei? Oppure in questi fenomeni, il nucleo si comporta invece passivamente, assumendo quella  
meni, il nucleo si comporta invece passivamente, assumendo quella  
forma e quel posto che forze esteriori gli impongono?  
forma e quel posto che forze esteriori gli impongono?  


Su cio vorro intrattenermi in questo articolo, visto che sulle pro-
Su cio vorro intrattenermi in questo articolo, visto che sulle proprieta fisiche del nucleo regna ancora raolta incertezza. Della medesima questione, ma da un punto di vista meno generale, mi sono occupato un paio di anni fa, in una nota „Sui pretesi movimenti ameboidi  
prieta fisiche del nucleo regna ancora raolta incertezza. Della mede-
sima questione, ma da un punto di vista meno generale, mi sono occu-
pato un paio di anni fa, in una nota „Sui pretesi movimenti ameboidi  
della vescicola germinativa ^), venendo anche alle medesime conclusion!.  
della vescicola germinativa ^), venendo anche alle medesime conclusion!.  
La presente nota si puo considerare inoltre come un' appendice al mio  
La presente nota si puo considerare inoltre come un' appendice al mio  
studio recentemente pubblicato sul meccanismo della fecondazione e  
studio recentemente pubblicato sul meccanismo della fecondazione e  
della divisione cellulare 2), poiche si fonda, in gran parte, su fatti e  
della divisione cellulare 2), poiche si fonda, in gran parte, su fatti e  
concetti ivi esposti; la qual cosa mi da agio, evitando le inutili ripe-
concetti ivi esposti; la qual cosa mi da agio, evitando le inutili ripetizioni, di esser molto piü breve.  
tizioni, di esser molto piü breve.  






I piü complessi tra i fenomeni di moto presentati dal nucleo cellu-
I piü complessi tra i fenomeni di moto presentati dal nucleo cellulare, si riferiscono alia luuga serie di modificazioni della sua struttura,  
lare, si riferiscono alia luuga serie di modificazioni della sua struttura,  
le quali si manifestano principalmente nel variare incessante dell'ordinamento della sostanza cromatica; modificazioni, che fanno poi capo ai  
le quali si manifestano principalmente nel variare incessante dell'ordi-
namento della sostanza cromatica; modificazioni, che fanno poi capo ai  
Processi meravigliosamente rapidi e regolati della cariocinesi. Ma in  
Processi meravigliosamente rapidi e regolati della cariocinesi. Ma in  
tutti questi fenomeni non sono in giuoco le proprieta fisiche del nucleo,  
tutti questi fenomeni non sono in giuoco le proprieta fisiche del nucleo,  
considerato come un sistema unico, bensi quelle delle singole sostanze  
considerato come un sistema unico, bensi quelle delle singole sostanze  
che stanno nel suo interno. Cio nou pertanto il prenderli in consi-
che stanno nel suo interno. Cio nou pertanto il prenderli in considerazione sara utile per la nostra questione. Invero il problema deve  
derazione sara utile per la nostra questione. Invero il problema deve  
porsi in ambo i casi nei medesimi termini.  
porsi in ambo i casi nei medesimi termini.  


Si muove la cromatina nucleare per una propria attivita spontanea  
Si muove la cromatina nucleare per una propria attivita spontanea  
o pur no? E piü specificatamente: e la cromatina una sostanza con-
o pur no? E piü specificatamente: e la cromatina una sostanza contrattile a guisa del protoplasma, e sono le sue svariate modificazioni  
trattile a guisa del protoplasma, e sono le sue svariate modificazioni  
il risultato del muoversi in determinate direzioni, deiranastomizzarsi,  
il risultato del muoversi in determinate direzioni, deiranastomizzarsi,  
del fondersi di particelle dotate di moto ameboide? Oppure si tratta  
del fondersi di particelle dotate di moto ameboide? Oppure si tratta  
di fenomeni essenzialmente passivi, in quanto lo scindersi in granuli,  
di fenomeni essenzialmente passivi, in quanto lo scindersi in granuli,  
r aggrupparsi di questi in grumi, o il distendersi su di un reticolo acro-
r aggrupparsi di questi in grumi, o il distendersi su di un reticolo acromatico, il fondersi insieme in cordoni il frammentarsi di questi; insomma ogni svariata forma assunta dalla cromatina, dipenderebbe da  
matico, il fondersi insieme in cordoni il frammentarsi di questi; in-
somma ogni svariata forma assunta dalla cromatina, dipenderebbe da  




Line 22,809: Line 20,425:
a sufficienza quale intima relazione vi sia tra la struttura nucleare e  
a sufficienza quale intima relazione vi sia tra la struttura nucleare e  
il chimismo cellulare e fanno credere che i varii atteggiamenti che la  
il chimismo cellulare e fanno credere che i varii atteggiamenti che la  
cromatina assume, le sieno, per cosi dire, imposti da forze fisico-
cromatina assume, le sieno, per cosi dire, imposti da forze fisicochimiche estranee ad essa.  
chimiche estranee ad essa.  


Di certo, la cromatina non e modellata da queste forze a guisa  
Di certo, la cromatina non e modellata da queste forze a guisa  
Line 22,819: Line 20,434:
del tutto passivo alle azioni esterne), d'altro canto, siccome la causa  
del tutto passivo alle azioni esterne), d'altro canto, siccome la causa  
dei suoi raoti sta fuori di se, essa non presenta affatto quella proprieta  
dei suoi raoti sta fuori di se, essa non presenta affatto quella proprieta  
che noi denotiamo col nome di spontaneita; e che sogliamo attri-
che noi denotiamo col nome di spontaneita; e che sogliamo attribuire per una obbiettivazione ed estensione di un nostro stato di coscienza, a tutti gli esseri animati, dal mammifero all'ameba. £] fuor  
buire per una obbiettivazione ed estensione di un nostro stato di co-
scienza, a tutti gli esseri animati, dal mammifero all'ameba. £] fuor  
di dubbio infatti che uei movimenti di un'ameba vi sia qualcosa che  
di dubbio infatti che uei movimenti di un'ameba vi sia qualcosa che  
li fa considerare come spontanei, e questo qualcosa e il fatto ch'essi  
li fa considerare come spontanei, e questo qualcosa e il fatto ch'essi  
sembrano autonomi, sembrano cioe prodotti a spese di un' energia Po-
sembrano autonomi, sembrano cioe prodotti a spese di un' energia Potenziale propria dell'ameba, alia quale le cause esteriori non danno  
tenziale propria dell'ameba, alia quale le cause esteriori non danno  
che r occasione di passare all' atto, servendo, come si dice, di stimolo.  
che r occasione di passare all' atto, servendo, come si dice, di stimolo.  


Line 22,840: Line 20,452:
ch' io voglia enumerare tutti i fenomeni di moto offerti dai nuclei, che  
ch' io voglia enumerare tutti i fenomeni di moto offerti dai nuclei, che  
a cio fare non basterebbe un volume, e sarebbe inoltre poco utile pel  
a cio fare non basterebbe un volume, e sarebbe inoltre poco utile pel  
nostro scopo, ma mi limitero a ricordarne qualcuno dei piu caratte-
nostro scopo, ma mi limitero a ricordarne qualcuno dei piu caratteristici che e stato o che potrebbe essere invocato a sostegno della  
ristici che e stato o che potrebbe essere invocato a sostegno della  
spontaneita del moto.  
spontaneita del moto.  


Line 22,847: Line 20,458:


I. Cangiamenti di posizione del nucleo,  
I. Cangiamenti di posizione del nucleo,  
al piu notevole dei quali, cioe a quello dei pronuclei nella feconda-
al piu notevole dei quali, cioe a quello dei pronuclei nella fecondazione, ho giä dedicato un lungo articolo che, essendo pubblicato in  
zione, ho giä dedicato un lungo articolo che, essendo pubblicato in  


22*  
22*  
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agirebbe, secondo la mia ipotesi, su ambo i nuclei come un centro di  
agirebbe, secondo la mia ipotesi, su ambo i nuclei come un centro di  
attrazione chemotattica, Dal centrosoma dififonderebbero determinate  
attrazione chemotattica, Dal centrosoma dififonderebbero determinate  
sostanze che, agendo sui nuclei chimicamente, ne diminuirebbero uni-
sostanze che, agendo sui nuclei chimicamente, ne diminuirebbero unilateralmente la tensione superficiale e quindi li obbligherebbero ad avvicinarsi al centro di diffusione, cioe al centrosoma stesso.  
lateralmente la tensione superficiale e quindi li obbligherebbero ad av-
vicinarsi al centro di diffusione, cioe al centrosoma stesso.  


Questa semplicissima interpretazione del meccanismo della fecon-
Questa semplicissima interpretazione del meccanismo della fecondazione degli echini, potrebbe senza dubbio venire applicata ad una  
dazione degli echini, potrebbe senza dubbio venire applicata ad una  
quantita di animali, qualora se ne studiasse il processo con tale intendimeuto. Si puo ammettere benissimo che il meccanismo della fecondazione debba essere simile la ove vi ha somiglianza di condizioui, e  
quantita di animali, qualora se ne studiasse il processo con tale inten-
dimeuto. Si puo ammettere benissimo che il meccanismo della fecon-
dazione debba essere simile la ove vi ha somiglianza di condizioui, e  
che, per conseguenza, in tutte le uova povere di tuorlo nutritive, esso  
che, per conseguenza, in tutte le uova povere di tuorlo nutritive, esso  
debba essere, su per giu, come nelle uova di echini.  
debba essere, su per giu, come nelle uova di echini.  


Ed e naturale altresi che nei numerosi casi in cui queste con-
Ed e naturale altresi che nei numerosi casi in cui queste condizioni sono diverse, debba aver luogo una diversita correlativa del  
dizioni sono diverse, debba aver luogo una diversita correlativa del  
meccanismo della copulazione dei nuclei. La massima difi"erenza deve  
meccanismo della copulazione dei nuclei. La massima difi"erenza deve  
esistere in uova a tuorlo nutritivo molto abbondante. E quantunque  
esistere in uova a tuorlo nutritivo molto abbondante. E quantunque  
non esista alcun caso di uova molto rieche di tuorlo in cui sia stata  
non esista alcun caso di uova molto rieche di tuorlo in cui sia stata  
studiata o sia possibile studiare la fecondazione come nelle uova di  
studiata o sia possibile studiare la fecondazione come nelle uova di  
echinodermi, e che, per conseguenza, le difficolta dell' analisi del mecca-
echinodermi, e che, per conseguenza, le difficolta dell' analisi del meccanismo siano considerevolmente accresciute, pure, io credo che si possa  
nismo siano considerevolmente accresciute, pure, io credo che si possa  
ammettere che 1' attrazione chemotattica del centrosoma eutri in campo  
ammettere che 1' attrazione chemotattica del centrosoma eutri in campo  
anche in queste uova, quantunque resa meno evidente od oscura da  
anche in queste uova, quantunque resa meno evidente od oscura da  
Line 22,891: Line 20,494:


Condizioni perfettamente opposte a quelle delle uova degli echini  
Condizioni perfettamente opposte a quelle delle uova degli echini  
troviamo nelle uova della maggior parte degh insetti. E mi sia per-
troviamo nelle uova della maggior parte degh insetti. E mi sia permesso esporre qui alcune osservazioni personali sulla fecondazione  
messo esporre qui alcune osservazioni personali sulla fecondazione  
della Mantis religiös a le cui uova sono straordinariamente rieche  
della Mantis religiös a le cui uova sono straordinariamente rieche  
di tuorlo. II Protoplasma e ridotto ad un semplice straterello super-
di tuorlo. II Protoplasma e ridotto ad un semplice straterello superficiale attorno all' enorme massa di tuorlo nutritivo, che e costituito  
ficiale attorno all' enorme massa di tuorlo nutritivo, che e costituito  
da una sostanza apparentemente omogenea in cui stanno sospese numerose gocce di grasso. Nella Mantis, come negli insetti studiati  
da una sostanza apparentemente omogenea in cui stanno sospese nu-
merose gocce di grasso. Nella Mantis, come negli insetti studiati  
dall'HENKiNG, ha luogo la polispermia cosi detta fisiologica, poiche  
dall'HENKiNG, ha luogo la polispermia cosi detta fisiologica, poiche  
entrano nell'uovo 2 spermatozoi, un solo dei 2 nuclei spermatici  
entrano nell'uovo 2 spermatozoi, un solo dei 2 nuclei spermatici  
Line 22,907: Line 20,507:


faccia concava dell'uovo e gli spermatozoi entrano dall'altra faccia,  
faccia concava dell'uovo e gli spermatozoi entrano dall'altra faccia,  
ove sta il micropilo, talche i due pronuclei, per unirsi, debbono per-
ove sta il micropilo, talche i due pronuclei, per unirsi, debbono percorrere ciascuno un considerevole cammino attraverso la massa di  
correre ciascuno un considerevole cammino attraverso la massa di  
tuorlo. Anche qui si puo dimostrare che non esiste una mutua attrazione  
tuorlo. Anche qui si puo dimostrare che non esiste una mutua attrazione  
tra i nuclei; e infatti: P i due nuclei spermatid penetrati insieme e  
tra i nuclei; e infatti: P i due nuclei spermatid penetrati insieme e  
dallo stesso punto, procedono sempre per vie alquanto differenti verso  
dallo stesso punto, procedono sempre per vie alquanto differenti verso  
il centro dell'uovo, mentre se fossero attratti dal nucleo ovulare do-
il centro dell'uovo, mentre se fossero attratti dal nucleo ovulare dovrebbero dirigersi entrambi per la stessa via verso di questo. 2*' ed  
vrebbero dirigersi entrambi per la stessa via verso di questo. 2*' ed  
inoltre i due nuclei spermatici raggiungono la posizione definitiva prima  
inoltre i due nuclei spermatici raggiungono la posizione definitiva prima  
ancora che il nucleo ovulare si sia messo in cammino, il quale poi si  
ancora che il nucleo ovulare si sia messo in cammino, il quale poi si  
avvicina ad uno di essi senza che quest' ultimo, dal canto suo, mostri  
avvicina ad uno di essi senza che quest' ultimo, dal canto suo, mostri  
di andargli incontro. Tutto cio e in perfetto accordo con quel che  
di andargli incontro. Tutto cio e in perfetto accordo con quel che  
accade uel riccio di mare, e fa vedere come non 1' attrazione vicende-
accade uel riccio di mare, e fa vedere come non 1' attrazione vicendevole dei nuclei, ma altri fattori debbano essere in giuoco.  
vole dei nuclei, ma altri fattori debbano essere in giuoco.  


Ed e verosimile che anche qui la parte attiva spetti al centro-
Ed e verosimile che anche qui la parte attiva spetti al centrosoraa spermatico: si dovrebbe ammettere pero che le azioni chemotattiche siano esercitate attraverso al tuorlo nutritive, senza formazione  
soraa spermatico: si dovrebbe ammettere pero che le azioni chemo-
tattiche siano esercitate attraverso al tuorlo nutritive, senza formazione  
di un aster che I'attraversi in tutto il suo spessore. E con cio si  
di un aster che I'attraversi in tutto il suo spessore. E con cio si  
spiegherebbe la grande durata del processo di copulazione dei nuclei,  
spiegherebbe la grande durata del processo di copulazione dei nuclei,  
che e piü di 2 ore, mentre negli echini il contatto ha luogo, normal-
che e piü di 2 ore, mentre negli echini il contatto ha luogo, normalmente, in una dozzina di minuti.  
mente, in una dozzina di minuti.  


In questa opinion e ci raö'orza il fatto che si puo escludere in  
In questa opinion e ci raö'orza il fatto che si puo escludere in  
modo perentorio che i nuclei si muovano per via di moti ameboidi  
modo perentorio che i nuclei si muovano per via di moti ameboidi  
propri di altri moti spontanea Infatti i nuclei, tanto quelli sperma-
propri di altri moti spontanea Infatti i nuclei, tanto quelli spermatici che r ovulare, nel loro cammino, sono circondati ciascuno da una  
tici che r ovulare, nel loro cammino, sono circondati ciascuno da una  
piccola massa di protoplasma, di forma ameboide, la quale evidentemente si muove in seno al fluido tuorlo, a guisa di ameba, trascinando  
piccola massa di protoplasma, di forma ameboide, la quale evidente-
mente si muove in seno al fluido tuorlo, a guisa di ameba, trascinando  
seco il nucleo, ch' essa contiene. Queste piccole masse protoplasmatiche  
seco il nucleo, ch' essa contiene. Queste piccole masse protoplasmatiche  
si originano dal protoplasma superficiale dal quale si staccano, se-
si originano dal protoplasma superficiale dal quale si staccano, seguendo ciascuna uno dei nuclei. Quando le piccole cellule ameboidi:  
guendo ciascuna uno dei nuclei. Quando le piccole cellule ameboidi:  
la femminile e una delle maschili si avvicinano e vengono a contatto,  
la femminile e una delle maschili si avvicinano e vengono a contatto,  
esse si fondono completamente, dando origine ad un'isoletta ameboide con  
esse si fondono completamente, dando origine ad un'isoletta ameboide con  
Line 22,943: Line 20,534:
di segmentazione donde verra fuori I'embrione: il rimanente dell'uovo  
di segmentazione donde verra fuori I'embrione: il rimanente dell'uovo  
servira, nella Mantis, di nutrimento. II trasporto dei nuclei sembra  
servira, nella Mantis, di nutrimento. II trasporto dei nuclei sembra  
percio immediatamente dovuto al movimento di piccole masse proto-
percio immediatamente dovuto al movimento di piccole masse protoplasmatiche: non sono due nuclei, ma due cellule che compiono il  
plasmatiche: non sono due nuclei, ma due cellule che compiono il  
lungo cammino. Esclusa dunque un' attrazione reciproca diretta tra  
lungo cammino. Esclusa dunque un' attrazione reciproca diretta tra  
i nuclei e I'esistenza di moti propri dei nuclei; non resta che I'ipotesi  
i nuclei e I'esistenza di moti propri dei nuclei; non resta che I'ipotesi  
Line 22,964: Line 20,554:
il fatto che a noi importa adesso appurare non tanto il meccanismo  
il fatto che a noi importa adesso appurare non tanto il meccanismo  
della fecondazione degli insetti, quanto il meccanismo immediato del  
della fecondazione degli insetti, quanto il meccanismo immediato del  
moto di traslazione dei pronuclei. E credo che quanto abbiamo ve-
moto di traslazione dei pronuclei. E credo che quanto abbiamo veduto della fecondazione degli echini e degli ortotteri, in questi 2 casi  
duto della fecondazione degli echini e degli ortotteri, in questi 2 casi  
estremi, basti ad escludere I'ipotesi che, nella fecondazione, si manifesti un'energia Potenziale e molto meno un qualsiasi potere di contrattilita dei nuclei.  
estremi, basti ad escludere I'ipotesi che, nella fecondazione, si mani-
festi un'energia Potenziale e molto meno un qualsiasi potere di con-
trattilita dei nuclei.  


In relazione col potere chemotattico del centrosoma dovrebbero  
In relazione col potere chemotattico del centrosoma dovrebbero  
porsi altri moti nucleari di traslazione.  
porsi altri moti nucleari di traslazione.  


I lettori ricorderanno, ad es., quegli spostamenti periodici del nu-
I lettori ricorderanno, ad es., quegli spostamenti periodici del nucleo verso la superficie cellulare, nei blastomeri di certi nematodi,  
cleo verso la superficie cellulare, nei blastomeri di certi nematodi,  
dei quali il Rhumbler (1900) ha cercato di dare una spiegazione  
dei quali il Rhumbler (1900) ha cercato di dare una spiegazione  
meccanica, fondata sulk teoria da lui condivisa dell' azione del centro-
meccanica, fondata sulk teoria da lui condivisa dell' azione del centrosoma. La spiegazione pero diventerebbe piu semplice sostituendo alia  
soma. La spiegazione pero diventerebbe piu semplice sostituendo alia  
sua teoria, fondata sul potere imbibitorio del centrosoma, I'ipotesi delr azione chemotattica del medesimo, esposta nelle precedenti note. E  
sua teoria, fondata sul potere imbibitorio del centrosoma, I'ipotesi del-
di cio si puo convincere chiunque vorra rileggere 1' interessante e minuta anahsi fatta dal Rhumbler, in questa rivista, la quale anzi mi  
r azione chemotattica del medesimo, esposta nelle precedenti note. E  
di cio si puo convincere chiunque vorra rileggere 1' interessante e mi-
nuta anahsi fatta dal Rhumbler, in questa rivista, la quale anzi mi  
permette di non dilungarmi oltre su questo argomento. Diro soltanto  
permette di non dilungarmi oltre su questo argomento. Diro soltanto  
che, con Tuna o con I'altra ipotesi, restano esclusi movimenti spontanei  
che, con Tuna o con I'altra ipotesi, restano esclusi movimenti spontanei  
Line 22,994: Line 20,577:
Frattanto si forma il primo ed unico globulo polare e poscia il nucleo  
Frattanto si forma il primo ed unico globulo polare e poscia il nucleo  
ovulare appena costituito, si muove a sua volta verso il centrosoma,  
ovulare appena costituito, si muove a sua volta verso il centrosoma,  
che, come ho detto, trovasi al centro dell'uovo. Questo fatto si spie-
che, come ho detto, trovasi al centro dell'uovo. Questo fatto si spiegherebbe benissimo con un'attrazione esercitata dal centrosoma sul  
gherebbe benissimo con un'attrazione esercitata dal centrosoma sul  
nucleo ovulare, ammettendo che quello, nel suo passaggio, abbia mutato talraente le condizioni chimiche del protoplasma circostante, da  
nucleo ovulare, ammettendo che quello, nel suo passaggio, abbia mu-
tato talraente le condizioni chimiche del protoplasma circostante, da  




Line 23,007: Line 20,588:


Quale importanza possa assumere il centrosoma come regolatore  
Quale importanza possa assumere il centrosoma come regolatore  
della posizione dei nuclei si puo vedere, a parer mio, da cio che ac-
della posizione dei nuclei si puo vedere, a parer mio, da cio che accade nel sincizio perilecitico o parablasto di molti pesci e che e stato  
cade nel sincizio perilecitico o parablasto di molti pesci e che e stato  
descritto minutamente dal Raffaele^). A un certo momento, quasi  
descritto minutamente dal Raffaele^). A un certo momento, quasi  
subito dopo la sua costituzione, il sincizio, dalla periferia del blasto-
subito dopo la sua costituzione, il sincizio, dalla periferia del blastoderma migra in massa verso la regione sottostante al medesimo e  
derma migra in massa verso la regione sottostante al medesimo e  
durante la migrazione hanno luogo numerosi casi di fusioni di due o  
durante la migrazione hanno luogo numerosi casi di fusioni di due o  
piu nuclei fra di loro, osservati dal Rafpaele anche sul vivo. Cio  
piu nuclei fra di loro, osservati dal Rafpaele anche sul vivo. Cio  
Line 23,030: Line 20,609:
a ciascun nucleo un territorio proprio, a tenere i nuclei a rispettosa  
a ciascun nucleo un territorio proprio, a tenere i nuclei a rispettosa  
distanza gli uni dagli altri e a impedire, in quell' accumularsi eccessivo  
distanza gli uni dagli altri e a impedire, in quell' accumularsi eccessivo  
di nuclei, una fusione tumultuaria dei medesimi, che potrebbe com-
di nuclei, una fusione tumultuaria dei medesimi, che potrebbe compromettere, data la funzione dei nuclei come organi essenziali al ricambio, l'integritä dell'ufficio del sincizio.  
promettere, data la funzione dei nuclei come organi essenziali al ri-
cambio, l'integritä dell'ufficio del sincizio.  


Analogamente, nella poHspermia degli echini, la presenza degli  
Analogamente, nella poHspermia degli echini, la presenza degli  
aster ostacola la fusione dei varii nuclei spermatid, eccetto che con-
aster ostacola la fusione dei varii nuclei spermatid, eccetto che condizioni anormali non diminuiscano I'azione dei centri, come ad esempio  
dizioni anormali non diminuiscano I'azione dei centri, come ad esempio  
in quelle uova patologiche, probabilmente per oltrepassata maturita,  
in quelle uova patologiche, probabilmente per oltrepassata maturita,  
studiate da O. Hertwig (1890).  
studiate da O. Hertwig (1890).  
Line 23,042: Line 20,618:




Ma non tutti i moti di traslazione dei nuclei dipendono dai centro-
Ma non tutti i moti di traslazione dei nuclei dipendono dai centrosomi, cosi come non ne dipendono tutti i movimenti della cromatina.  
somi, cosi come non ne dipendono tutti i movimenti della cromatina.  
II moto dovuto all'azione chimica del centrosoma dev' essere considerato come un caso particolare di quella categoria di mutamento di
II moto dovuto all'azione chimica del centrosoma dev' essere conside-
rato come un caso particolare di quella categoria di mutamento di-
 




Line 23,059: Line 20,632:
della vita cellulare, lega il nucleo col citoplasraa: all' incessante scambio  
della vita cellulare, lega il nucleo col citoplasraa: all' incessante scambio  
di sostaaze disciolte tra I'uno e I'altro, dimostrato necessario per lo  
di sostaaze disciolte tra I'uno e I'altro, dimostrato necessario per lo  
svolgimento del metabolismo costruttivo della cellula, e a tutti i Pro-
svolgimento del metabolismo costruttivo della cellula, e a tutti i Processi chimici che debbono svolgersi alia superficie di contatto tra i due  
cessi chimici che debbono svolgersi alia superficie di contatto tra i due  
liquidi, e che si mauifestano, in parte, nel formarsi, ingrossare e dissolversi della membrana nucleare.  
liquidi, e che si mauifestano, in parte, nel formarsi, ingrossare e dis-
solversi della membrana nucleare.  


Si comprende bene come, nei diversi punti della superficie nucleare,  
Si comprende bene come, nei diversi punti della superficie nucleare,  
I'intensita, la velocita e anche la natura di questi processi siano fun-
I'intensita, la velocita e anche la natura di questi processi siano funzione dello stato chimico del protoplasma nelle diverse direzioni normali alia superficie nucleare stessa; e che, ad eserapio, possano essere  
zione dello stato chimico del protoplasma nelle diverse direzioni nor-
mali alia superficie nucleare stessa; e che, ad eserapio, possano essere  
influenzate dalla presenza di un corpo difierenziato nel citoplasma (es. :  
influenzate dalla presenza di un corpo difierenziato nel citoplasma (es. :  
del centrosoma) o di un incluso cellulare qnalsisia, o ancora da con-
del centrosoma) o di un incluso cellulare qnalsisia, o ancora da condizioui chimiche speciali in determinati punti delle circostanze della  
dizioui chimiche speciali in determinati punti delle circostanze della  
cellula stessa.  
cellula stessa.  


Ora si puo facilmente ammettere come, essendo la superficie nu-
Ora si puo facilmente ammettere come, essendo la superficie nucleare sede di questi processi fisico - chimici, la tensione superficiale  
cleare sede di questi processi fisico - chimici, la tensione superficiale  
del nucleo possa variare, crescere o diminuire nei differenti punti, e  
del nucleo possa variare, crescere o diminuire nei differenti punti, e  
cio a seconda della natura e intensita di detti processi. Cosi noi pos-
cio a seconda della natura e intensita di detti processi. Cosi noi possiamo rappresentarci benissimo la superficie nucleare come sollecitata,  
siamo rappresentarci benissimo la superficie nucleare come sollecitata,  
ad ogni istante, da un grandissimo numero di forze applicate nei suoi  
ad ogni istante, da un grandissimo numero di forze applicate nei suoi  
punti, ed agenti in direzione normale alia superficie stessa. Quando  
punti, ed agenti in direzione normale alia superficie stessa. Quando  
Line 23,091: Line 20,657:
da anche ragione del fatto che spesso il nucleo ha, nella cellula, una  
da anche ragione del fatto che spesso il nucleo ha, nella cellula, una  
posizione determinata, e da una espressione ed una interpretazione  
posizione determinata, e da una espressione ed una interpretazione  
meccauica della legge gia riconosciuta da 0. Hertwig che tale posi-
meccauica della legge gia riconosciuta da 0. Hertwig che tale posizione sia determinata dalle azioni reciproche tra nucleo e protoplasma,  
zione sia determinata dalle azioni reciproche tra nucleo e protoplasma,  
cercando il nucleo di stare sempre nel centro della sua sfera d' azione.  
cercando il nucleo di stare sempre nel centro della sua sfera d' azione.  
Su questo soggetto anzi credo utile rinviare il lettore alia bella analisi  
Su questo soggetto anzi credo utile rinviare il lettore alia bella analisi  
fatta, in base a molti esempii, dall' Hertwig (Die Zelle und die Ge-
fatta, in base a molti esempii, dall' Hertwig (Die Zelle und die Gewebe) ; qui mi limitero a rilevare che in una cellula di forma regolare,  
webe) ; qui mi limitero a rilevare che in una cellula di forma regolare,  
a protoplasma omogeneo e messa in condizioni esterne pressoche identiche nelle direzioni opposte, siccome i varii processi diffusionali da e  
a protoplasma omogeneo e messa in condizioni esterne pressoche iden-
tiche nelle direzioni opposte, siccome i varii processi diffusionali da e  




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337  
337  


verso il nucleo si corapiono con intensita uguale nelle opposte dire-
verso il nucleo si corapiono con intensita uguale nelle opposte direzioni, e naturale che il nucleo abbia posizione costante nel punto d'incontro degli assi cellulari, com'e di fatto nella maggior parte delle  
zioni, e naturale che il nucleo abbia posizione costante nel punto d'in-
contro degli assi cellulari, com'e di fatto nella maggior parte delle  
cellule. Del pari nelle cellule a diffcrenziamento polare del contenuto  
cellule. Del pari nelle cellule a diffcrenziamento polare del contenuto  
cellulare il nucleo si trova spostato verso uno dei poll.  
cellulare il nucleo si trova spostato verso uno dei poll.  
Line 23,122: Line 20,683:
stesso constatare delle importanti modificazioni del chimismo della  
stesso constatare delle importanti modificazioni del chimismo della  
cellula. Cosi sembra accertato che uno spostamento del nucleo verso  
cellula. Cosi sembra accertato che uno spostamento del nucleo verso  
la periferia della cellula accada in certe alterazioni della cellula ner-
la periferia della cellula accada in certe alterazioni della cellula nervosa, in quelle che Marinesco chiama alterazioni secondarie, e che  
vosa, in quelle che Marinesco chiama alterazioni secondarie, e che  
si osservano in seguito al taglio del prolungamento nervoso. Questo  
si osservano in seguito al taglio del prolungamento nervoso. Questo  
taglio indubbianiente viene a produrre un forte mutamento nel chi-
taglio indubbianiente viene a produrre un forte mutamento nel chimismo cellulare, mutamento che vien anche direttamente dimostrato  
mismo cellulare, mutamento che vien anche direttamente dimostrato  
dalla comparsa di una cromatolisi centrale del protoplasma, talche non  
dalla comparsa di una cromatolisi centrale del protoplasma, talche non  
e per nulla azzardato supporre che, nelle nuove condizioni chimiche, la  
e per nulla azzardato supporre che, nelle nuove condizioni chimiche, la  
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e un'altra.  
e un'altra.  


Identicamente sono da interpretare le classiche ricerche dell'HABER-
Identicamente sono da interpretare le classiche ricerche dell'HABERLANDT sulla posizione dei nuclei in cellule in via di accrescimento, e  
LANDT sulla posizione dei nuclei in cellule in via di accrescimento, e  
che dimostrano come il nucleo si avvicini piii a quel punto ove e  
che dimostrano come il nucleo si avvicini piii a quel punto ove e  
piu attivo r accrescimento dello spessore o dell' estensione della mem-
piu attivo r accrescimento dello spessore o dell' estensione della membrana cellulare. Poiche va da se che la regione della cellula ove k  
brana cellulare. Poiche va da se che la regione della cellula ove k  
massimo uno di questi processi di accrescimento dev'essere pure sede  
massimo uno di questi processi di accrescimento dev'essere pure sede  
della massima attivita chimica, di un ricambio piu celere ; e nulla di  
della massima attivita chimica, di un ricambio piu celere ; e nulla di  
piu naturale che da essa si esercitino sul nucleo delle azioni chemo-
piu naturale che da essa si esercitino sul nucleo delle azioni chemotattiche.  
tattiche.  


E lo stesso vale per quel fenomeni interessanti che si osservano  
E lo stesso vale per quel fenomeni interessanti che si osservano  
Line 23,148: Line 20,704:
ne allontanano. II qual fatto, mentre dimostra che questi spostamenti  
ne allontanano. II qual fatto, mentre dimostra che questi spostamenti  
non possono accadere per semplice trasporto da parte di correnti di  
non possono accadere per semplice trasporto da parte di correnti di  
massa, rende assai verosimile che il luogo ferito sia sede di tali feno-
massa, rende assai verosimile che il luogo ferito sia sede di tali feno
 




Line 23,158: Line 20,713:
granuli di chlorofilla, ma in senso inverse. Recentemente il Rhumbler,  
granuli di chlorofilla, ma in senso inverse. Recentemente il Rhumbler,  
neir appendice II alia sua opera sui gusci doppi dell' Orb itolites^)  
neir appendice II alia sua opera sui gusci doppi dell' Orb itolites^)  
tenta spiegare questo spostamento dei nuclei verso il luogo di forma-
tenta spiegare questo spostamento dei nuclei verso il luogo di formazione della membrana cellulare, ammettendo ch'essi vadano „nach  
zione della membrana cellulare, ammettendo ch'essi vadano „nach  
den Stellen hin, wo die von Ihnen produzierten Stoffe gebraucht  
den Stellen hin, wo die von Ihnen produzierten Stoffe gebraucht  
werden". Ed ecco come:  
werden". Ed ecco come:  
Line 23,169: Line 20,723:
escano dal nucleo stesso, e necessario chel'adesione di dette sostanze  
escano dal nucleo stesso, e necessario chel'adesione di dette sostanze  
per il citoplasma nel quale immigrano sia maggiore di quella che hanno  
per il citoplasma nel quale immigrano sia maggiore di quella che hanno  
per la sostanza nucleare, e maggiore anche della coesione delle parti-
per la sostanza nucleare, e maggiore anche della coesione delle particelle citoplasmatiche con le quali vengono a contatto. E siccome pel  
celle citoplasmatiche con le quali vengono a contatto. E siccome pel  
solo fatto di questa emissione di sostanze deve crescere la tensione  
solo fatto di questa emissione di sostanze deve crescere la tensione  
superficiale del nucleo dal lato ove e avvenuta la secrezione, e il nucleo  
superficiale del nucleo dal lato ove e avvenuta la secrezione, e il nucleo  
sarebbe spinto a muoversi piuttosto in direzione opposta auzicche nella  
sarebbe spinto a muoversi piuttosto in direzione opposta auzicche nella  
direzione stessa della secrezione, e necessario ammettere che quelle  
direzione stessa della secrezione, e necessario ammettere che quelle  
sostanze secrete, una volta nel citoplasma, subiscano una trasforma-
sostanze secrete, una volta nel citoplasma, subiscano una trasformazione chimica tale per la quale aumenti di nuovo la loro adesione per  
zione chimica tale per la quale aumenti di nuovo la loro adesione per  
il nucleo, la cui tensione superficiale venga da quel lato nuovamente  
il nucleo, la cui tensione superficiale venga da quel lato nuovamente  
a diminuire e il nucleo si muova verso i suoi stessi prodotti.  
a diminuire e il nucleo si muova verso i suoi stessi prodotti.  


Ma ciö non basta ancora per spiegarci il movimento, occorre au-
Ma ciö non basta ancora per spiegarci il movimento, occorre aucora un'altra condizione: „werden die Abscheidungsprodukte durch  
cora un'altra condizione: „werden die Abscheidungsprodukte durch  
geeignete Adhäsions- und Kohäsiousverhältnisse nach bestimmten  
geeignete Adhäsions- und Kohäsiousverhältnisse nach bestimmten  
Stellen der Oberfläche hingezogen, so folgt ihnen der Kern also nach;  
Stellen der Oberfläche hingezogen, so folgt ihnen der Kern also nach;  
der Kern bewegt sich nach der Baustelle hin". Adunque anche nel-
der Kern bewegt sich nach der Baustelle hin". Adunque anche nell'ipotesi del Rhumbler verrebbe implicitamente assunta l'esistenza  
l'ipotesi del Rhumbler verrebbe implicitamente assunta l'esistenza  
di un'azione attrattiva partente da un dato punto della superficie  
di un'azione attrattiva partente da un dato punto della superficie  
cellulare, cosi come lo e esplicitamente dalla mia ipotesi.  
cellulare, cosi come lo e esplicitamente dalla mia ipotesi.  
Line 23,225: Line 20,775:
propria del nucleo, e tutto induce a credere che siano prodotti da  
propria del nucleo, e tutto induce a credere che siano prodotti da  
cause e forze esterne. E se talvolta si osservano delle deformazioni  
cause e forze esterne. E se talvolta si osservano delle deformazioni  
ameboidi durante la traslazione, come nel nucleo ovulare nella fecon-
ameboidi durante la traslazione, come nel nucleo ovulare nella fecondazione degli echini, queste son pure da riferirsi alia medesima azione  
dazione degli echini, queste son pure da riferirsi alia medesima azione  
chemotattica che determina il moto di traslazione, e non possono  
chemotattica che determina il moto di traslazione, e non possono  
assumersi come causa di questo moto.  
assumersi come causa di questo moto.  
Line 23,242: Line 20,791:
luminose si risolva in differenze del chimismo cellulare in varie  
luminose si risolva in differenze del chimismo cellulare in varie  
direzioni, differenze, che possono anche provocare non solo correnti  
direzioni, differenze, che possono anche provocare non solo correnti  
protoplasmatiche, ma anche movimenti esclusivi dei cromatofori, movi-
protoplasmatiche, ma anche movimenti esclusivi dei cromatofori, movimenti che sarebbero percio anche qui di natura chemotattica.  
menti che sarebbero percio anche qui di natura chemotattica.  




Line 23,256: Line 20,804:
difficoltä, quali sarebbero la migrazione della vescicola germinativa  
difficoltä, quali sarebbero la migrazione della vescicola germinativa  
alia periferia dell'uovo durante o dopo il periodo di accrescimento,  
alia periferia dell'uovo durante o dopo il periodo di accrescimento,  
la migrazione dei nuclei verso la periferia della cellula nella sporo-
la migrazione dei nuclei verso la periferia della cellula nella sporogonia e nelle uova a segmentazione endovitellina, e quei movimenti  
gonia e nelle uova a segmentazione endovitellina, e quei movimenti  
osservati dal Gerassimoff nelle cellule plurinucleate, ottenute sperimentalmente, della Spirogyra.  
osservati dal Gerassimoff nelle cellule plurinucleate, ottenute speri-
mentalmente, della Spirogyra.  


Quantunque uon si possa dire nulla di preciso sulle cause  
Quantunque uon si possa dire nulla di preciso sulle cause  
della spostamento della vescicola germinativa, pure resta sempre  
della spostamento della vescicola germinativa, pure resta sempre  
plausibile che anche in questo caso si tratti di tattismi di deter-
plausibile che anche in questo caso si tratti di tattismi di determinata natura chimica, per l'esistenza dei quali, di certo, esistono  
minata natura chimica, per l'esistenza dei quali, di certo, esistono  
nell'uovo condizioni favorevoli. Ma lasciamo stare questo fatto,  
nell'uovo condizioni favorevoli. Ma lasciamo stare questo fatto,  
e intratteniamoci un poco sulla segmentazione delle uova di molti  
e intratteniamoci un poco sulla segmentazione delle uova di molti  
Line 23,272: Line 20,817:


In molti casi il vitello nutritivo e racchiuso nelle maglie di un  
In molti casi il vitello nutritivo e racchiuso nelle maglie di un  
tessuto protoplasmatico che attraversa in tutti i sensi l'uovo mede-
tessuto protoplasmatico che attraversa in tutti i sensi l'uovo medesimo; per conseguenza i nuclei di segmentazione vengono a trovarsi  
simo; per conseguenza i nuclei di segmentazione vengono a trovarsi  
in una massa continua di protoplasma, costituendo una specie di  
in una massa continua di protoplasma, costituendo una specie di  
plasmodio. Pur dividendosi, arrivano alia superficie, ove poscia si  
plasmodio. Pur dividendosi, arrivano alia superficie, ove poscia si  
Line 23,282: Line 20,826:
Ora viene naturale l'idea, manifestata del resto, non e molto,  
Ora viene naturale l'idea, manifestata del resto, non e molto,  
dal Driesch, che sia il bisogno di ossigeno a spingere i nuclei alia  
dal Driesch, che sia il bisogno di ossigeno a spingere i nuclei alia  
periferia; la quale idea e poi avvalorata da tutte le ragioni che mili-
periferia; la quale idea e poi avvalorata da tutte le ragioni che militano a favore delF opinione emessa dal Loeb che il nucleo sia, fra  
tano a favore delF opinione emessa dal Loeb che il nucleo sia, fra  
l'altro, un organo respiratorio della cellula. Se questa idea e giusta  
l'altro, un organo respiratorio della cellula. Se questa idea e giusta  
si dovrebbe ammettere che V ossigeno, o direttamente difibndendosi  
si dovrebbe ammettere che V ossigeno, o direttamente difibndendosi  
dalla periferia dell'uovo nel suo interno, secondo le leggi della dif-
dalla periferia dell'uovo nel suo interno, secondo le leggi della diffusione dei gas, o indirettamente, pel tramite di processi chimici da esso  
fusione dei gas, o indirettamente, pel tramite di processi chimici da esso  
indotti nel citoplasma, eserciti un tattismo positivo sui nuclei.  
indotti nel citoplasma, eserciti un tattismo positivo sui nuclei.  


Inoltre, in questo caso, e assai probabile che il processo sia com-
Inoltre, in questo caso, e assai probabile che il processo sia complicato dair occorrenza di correnti protoplasmatiche che facilitino o  
plicato dair occorrenza di correnti protoplasmatiche che facilitino o  
assumano del tutto il trasporto dei nuclei, a giudicarne alraeno dal  
assumano del tutto il trasporto dei nuclei, a giudicarne alraeno dal  
fatto che durante il cammino verso la periferia, lungo i cordoni proto-
fatto che durante il cammino verso la periferia, lungo i cordoni protoplasmatici, si trova sempre, intorno a ciascun nucleo, in ogni sua posizione, un maggiore accumulo di protoplasma; la quäl cosa indica che il  
plasmatici, si trova sempre, intorno a ciascun nucleo, in ogni sua posi-
zione, un maggiore accumulo di protoplasma; la quäl cosa indica che il  
Protoplasma prende parte a questo moto di traslazione, non si puö  
Protoplasma prende parte a questo moto di traslazione, non si puö  
dire se trascinando il nucleo o essendone invece trascinato per  
dire se trascinando il nucleo o essendone invece trascinato per  
Line 23,304: Line 20,843:
341  
341  


endovitellina in cui si puo proprio dire i che nuclei son trascinati passi-
endovitellina in cui si puo proprio dire i che nuclei son trascinati passivamente. In niolti insetti in cui il tuorlo nutritive e molto abbondante,  
vamente. In niolti insetti in cui il tuorlo nutritive e molto abbondante,  
come nel caso giä descritto della Mantis, sono delle vere cellule  
come nel caso giä descritto della Mantis, sono delle vere cellule  
ameboidi che si spostano verso la periferia, ciascuna portando con se  
ameboidi che si spostano verso la periferia, ciascuna portando con se  
Line 23,331: Line 20,869:
E veniamo infine ad esaminare i fatti che hanno condotto il  
E veniamo infine ad esaminare i fatti che hanno condotto il  
botanico russo Gerassimoff a sostenere I'esistenza di una speciale  
botanico russo Gerassimoff a sostenere I'esistenza di una speciale  
energia nucleare, paragonabile all'energia elettrica, dalla quale dipen-
energia nucleare, paragonabile all'energia elettrica, dalla quale dipenderebbero le posizioni dei nuclei ^). Sottoponendo dei filamenti di Spirog y r a e di altre alghe durante la divisione delle loro cellule, all' azione  
derebbero le posizioni dei nuclei ^). Sottoponendo dei filamenti di Spiro-
g y r a e di altre alghe durante la divisione delle loro cellule, all' azione  
di basse temperature, Gerassimoff pote ottenere cellule anucleate e  
di basse temperature, Gerassimoff pote ottenere cellule anucleate e  
cellule con 2, 3 e piii nuclei, e pote studiare varii fatti riguardanti  
cellule con 2, 3 e piii nuclei, e pote studiare varii fatti riguardanti  
Line 23,340: Line 20,876:
della cellula, due nuclei vanno a porsi simmetricamente rispetto al  
della cellula, due nuclei vanno a porsi simmetricamente rispetto al  
centro; d'ordinario lungo uno degli assi principali della cellula; tre  
centro; d'ordinario lungo uno degli assi principali della cellula; tre  
nuclei ai vertici di un triangolo, il cui piano e per lo piii perpen-
nuclei ai vertici di un triangolo, il cui piano e per lo piii perpendicolare all'asse maggiore; etc. Gerassimoff crede che questo  
dicolare all'asse maggiore; etc. Gerassimoff crede che questo  
disporsi regolare dei nuclei dipenda da due fattori: 1) dall' azione  
disporsi regolare dei nuclei dipenda da due fattori: 1) dall' azione  


Line 23,369: Line 20,904:
nella legge generale della posizione dei nuclei che dianzi ho proposta.  
nella legge generale della posizione dei nuclei che dianzi ho proposta.  


Per dimostrare I'esistenza del 2^ fattore, cioe di un'azione reci-
Per dimostrare I'esistenza del 2^ fattore, cioe di un'azione reciproca tra i nuclei, il Gerassimoff ragiona cosi: Anche nella cellula  
proca tra i nuclei, il Gerassimoff ragiona cosi: Anche nella cellula  
binucleata ambo i nuclei stanno sotto I'azione di questa forza p  
binucleata ambo i nuclei stanno sotto I'azione di questa forza p  
diretta verso il centro, e percio essi dovrebbero incontrarsi nel centro.  
diretta verso il centro, e percio essi dovrebbero incontrarsi nel centro.  
Line 23,378: Line 20,912:
originarsi soltanto dalle azioni scambievoli dei nuclei; donde ne viene  
originarsi soltanto dalle azioni scambievoli dei nuclei; donde ne viene  
come conseguenza che ogni nucleo e la sorgente di un'energia tale,  
come conseguenza che ogni nucleo e la sorgente di un'energia tale,  
che due nuclei, quali portatori di questa energia, tendono ad allon-
che due nuclei, quali portatori di questa energia, tendono ad allontanarsi V uno dall' altro, proprio come si trattasse di energia elettrica.  
tanarsi V uno dall' altro, proprio come si trattasse di energia elettrica.  


E facile vedere come questo ragionamento celi un considerevole  
E facile vedere come questo ragionamento celi un considerevole  
Line 23,411: Line 20,944:
variaraente deformato, di forma ameboide, anulare o ramificata, le  
variaraente deformato, di forma ameboide, anulare o ramificata, le  
quali forme irregolari sono dovute, secondo il mio modo di vedere, a  
quali forme irregolari sono dovute, secondo il mio modo di vedere, a  
deformaziani prodotte da cause esterne ai nuclei stessi. Per dimo-
deformaziani prodotte da cause esterne ai nuclei stessi. Per dimostrare questo assunto, occorre esaminare da presso questi fenomeni;  
strare questo assunto, occorre esaminare da presso questi fenomeni;  
ma essendo il campo assai piu vasto di quello che si riferiva ai moti  
ma essendo il campo assai piu vasto di quello che si riferiva ai moti  
di traslazione, e strettamente necessario, per uscirne il piu brevemente  
di traslazione, e strettamente necessario, per uscirne il piu brevemente  
possibile, di procedere ad una classificazione delle varie forme irre-
possibile, di procedere ad una classificazione delle varie forme irregolari del nucleo, secondo il loro modo di origine. E, senza andar  
golari del nucleo, secondo il loro modo di origine. E, senza andar  
troppo per le lunghe, credo di poter distinguere:  
troppo per le lunghe, credo di poter distinguere:  


Line 23,427: Line 20,958:
d) „ „ „ a fenomeni di tensione superficiale,  
d) „ „ „ a fenomeni di tensione superficiale,  


e) „ „ „ a cause complesse. -
e) „ „ „ a cause complesse.  
 
a) Forme irregolari originarie.  
a) Forme irregolari originarie.  
Sono da considerarsi come tali i nuclei lobati di alcuni blastomeri  
Sono da considerarsi come tali i nuclei lobati di alcuni blastomeri  
Line 23,448: Line 20,978:
sondern als Lieferant von unentbehrlichen hochwichtigen Stoffen,  
sondern als Lieferant von unentbehrlichen hochwichtigen Stoffen,  


Diese Auffassung des Kernes mag wie eine wenigbesagende Um-
Diese Auffassung des Kernes mag wie eine wenigbesagende Umschreibung klingen, denn wenn der Kern zu allem notwendig ist, dann  
schreibung klingen, denn wenn der Kern zu allem notwendig ist, dann  
muß er auch in alles mit eingreifen, so könnte man denken, und es  
muß er auch in alles mit eingreifen, so könnte man denken, und es  
erscheint zunächst belanglos, ob man dieses Eingreifen als unmittelbar  
erscheint zunächst belanglos, ob man dieses Eingreifen als unmittelbar  
oder mehr oder weniger mittelbar ansieht. Das ist aber keineswegs  
oder mehr oder weniger mittelbar ansieht. Das ist aber keineswegs  
der Fall ; es handelt sich im Gegenteil um eine prinzipiell wichtige  
der Fall ; es handelt sich im Gegenteil um eine prinzipiell wichtige  
Auffassung. Denn ist der Kern bloß Stofflieferant und werden die Ge-
Auffassung. Denn ist der Kern bloß Stofflieferant und werden die Gestaltungsformen der Zellen . . . nur von den Spannungen innerhalb der  
staltungsformen der Zellen . . . nur von den Spannungen innerhalb der  
Zellleiber, nicht aber von den Kernen bestimmt."  
Zellleiber, nicht aber von den Kernen bestimmt."  


Line 23,475: Line 21,003:
pronto ad assumere la forma che corpi estranei gli impongono. Una  
pronto ad assumere la forma che corpi estranei gli impongono. Una  
dimostrazione sperimentale della sua grande plasticita si puo avere  
dimostrazione sperimentale della sua grande plasticita si puo avere  
sottoponendo artificialmente dei nuclei a pressioni o trazioni. L' esperi-
sottoponendo artificialmente dei nuclei a pressioni o trazioni. L' esperimento seguente valga per tutti.  
mento seguente valga per tutti.  


I tubi ovarici di molti insetti sono rivestiti da una membrana  
I tubi ovarici di molti insetti sono rivestiti da una membrana  
Line 23,486: Line 21,013:
uscire senza stento le cellule o anche i nuclei. I grossi nuclei delle  
uscire senza stento le cellule o anche i nuclei. I grossi nuclei delle  
cellule nutrici, pur obbligati a cacciarvisi, piuttosto che rompersi, si  
cellule nutrici, pur obbligati a cacciarvisi, piuttosto che rompersi, si  
deformano, si assottigliano e s'insinuano nella stretta fessura, ri-
deformano, si assottigliano e s'insinuano nella stretta fessura, ripigliando, man mano che vanno uscendo dall'altra parte della tunica,  
pigliando, man mano che vanno uscendo dall'altra parte della tunica,  
la forma sferica : cosi ad un certo momento, il nucleo strozzato sembra  
la forma sferica : cosi ad un certo momento, il nucleo strozzato sembra  
proprio prossimo a spezzarsi. Liberato alia fine da quella trafila, il  
proprio prossimo a spezzarsi. Liberato alia fine da quella trafila, il  
Line 23,504: Line 21,030:
trazione e alia pressione possono essere in giuoco processi di tensione  
trazione e alia pressione possono essere in giuoco processi di tensione  
superficiale, come vedremo in seguito. Ma rientrano perfettamente in  
superficiale, come vedremo in seguito. Ma rientrano perfettamente in  
questa categoria tutte le forme irregolari, lobate, ameboidi etc., deter-
questa categoria tutte le forme irregolari, lobate, ameboidi etc., determinate dalla pressione esercitata sul nucleo dagli inclusi cellulari,  
minate dalla pressione esercitata sul nucleo dagli inclusi cellulari,  
come sferette di sostanze lecitiche, di grasso etc., la cui tensione  
come sferette di sostanze lecitiche, di grasso etc., la cui tensione  


Line 23,522: Line 21,047:
di molte uova, sono cosi numerose, che non basterebbe una pagina a  
di molte uova, sono cosi numerose, che non basterebbe una pagina a  
ricordarle tutte. Esse sono state quasi sempre interpretate come  
ricordarle tutte. Esse sono state quasi sempre interpretate come  
espressione di movimenti ameboidi del nucleo, aventi per fine d'ingran-
espressione di movimenti ameboidi del nucleo, aventi per fine d'ingrandire la superficie di contatto tra nucleo e protoplasma, onde rendere  
dire la superficie di contatto tra nucleo e protoplasma, onde rendere  
piü facile la partecipazione del nucleo al metabolismo cellulare. Perö  
piü facile la partecipazione del nucleo al metabolismo cellulare. Perö  
io ho potuto dimostrare che tutte queste deformazioni ameboidi, com-
io ho potuto dimostrare che tutte queste deformazioni ameboidi, comprese quelle viste formarsi, in vita, dal Korschelt, sono dovute alia  
prese quelle viste formarsi, in vita, dal Korschelt, sono dovute alia  
pressione osmotica dei liquidi in cui si fa l'osservazione del materiale  
pressione osmotica dei liquidi in cui si fa l'osservazione del materiale  
fresco, di quelli adoperati per la fissazione, per il lavaggio etc.  
fresco, di quelli adoperati per la fissazione, per il lavaggio etc.  
Line 23,540: Line 21,063:
nel tempo istesso servono a dimostrarne in modo perentorio la  
nel tempo istesso servono a dimostrarne in modo perentorio la  
esistenza, tante volte posta in dubbio. E vero che recentemente  
esistenza, tante volte posta in dubbio. E vero che recentemente  
il FiCK-), interpretando la forma ameboide come espressioni di movi-
il FiCK-), interpretando la forma ameboide come espressioni di movimenti ameboidi, ha creduto dover negare 1' esistenza della membrana  
menti ameboidi, ha creduto dover negare 1' esistenza della membrana  
nucleare nelle uova di anfibii, perche questa sarebbe incompatibile  
nucleare nelle uova di anfibii, perche questa sarebbe incompatibile  
col verificarsi di quei pretesi movimenti; ma e da notare da un  
col verificarsi di quei pretesi movimenti; ma e da notare da un  
canto che le uova di anfibii sono appunto gli oggetti classici per la  
canto che le uova di anfibii sono appunto gli oggetti classici per la  
dimostrazione della membrana nucleare, e dall'altro che con, gli esperi-
dimostrazione della membrana nucleare, e dall'altro che con, gli esperimenti SU ricordati, si puö ben stabilire, le con opportune misurazioni,  
menti SU ricordati, si puö ben stabilire, le con opportune misurazioni,  
che si tratta di un raggrinzamento e che l'emissione di pseudopodi  
che si tratta di un raggrinzamento e che l'emissione di pseudopodi  
e solo apparente.  
e solo apparente.  
Line 23,577: Line 21,098:


La deformazione del nucleo pel variare della pressione osmotica  
La deformazione del nucleo pel variare della pressione osmotica  
puo essere utilizzata dalla tecnica per constatare I'esistenza e giudi-
puo essere utilizzata dalla tecnica per constatare I'esistenza e giudicare dello spessore della membrana nucleare, come pure per conoscere  
care dello spessore della membrana nucleare, come pure per conoscere  
qualche cosa dello stato fisico del coutenuto nucleare; perche il  
qualche cosa dello stato fisico del coutenuto nucleare; perche il  
raggrinzamento e tanto piü acceutuato quanto maggiore e il contenuto  
raggrinzamento e tanto piü acceutuato quanto maggiore e il contenuto  
Line 23,591: Line 21,111:
immersa in un altro liquido, puo presentare pel variare della tenzione  
immersa in un altro liquido, puo presentare pel variare della tenzione  
superficiale, troveremo tra essi, in primo luogo, dei moti di traslazioue,  
superficiale, troveremo tra essi, in primo luogo, dei moti di traslazioue,  
congiunti o non a deformazioni ameboidi della goccia, e poi trasfor-
congiunti o non a deformazioni ameboidi della goccia, e poi trasformazioni della goccia in figure molto irregolari, polimorfe, anulari.  
mazioni della goccia in figure molto irregolari, polimorfe, anulari.  
E, in generale, sappiamo che le gocce assumono forma sferica quando  
E, in generale, sappiamo che le gocce assumono forma sferica quando  
esiste una considerevole tensione superficiale, assumono forma di anelli  
esiste una considerevole tensione superficiale, assumono forma di anelli  
Line 23,599: Line 21,118:
tensione muta disugualmeute uei varii punti della goccia si possono  
tensione muta disugualmeute uei varii punti della goccia si possono  
avere, oltre che figure polimorfe svariatissime, anche frammentazione  
avere, oltre che figure polimorfe svariatissime, anche frammentazione  
in due o piü frammenti, spesso con processi paragonabili alia gemma-
in due o piü frammenti, spesso con processi paragonabili alia gemmazione.  
zione.  


E tutti questi processi di deformazione sono presentati dai nuclei,  
E tutti questi processi di deformazione sono presentati dai nuclei,  
alle volte in un medesimo tessuto! Per esempio, negli ultimi periodi  
alle volte in un medesimo tessuto! Per esempio, negli ultimi periodi  
della vita del sincizio perilecitico dei pesci ossei, i nuclei, secoudo il  
della vita del sincizio perilecitico dei pesci ossei, i nuclei, secoudo il  
Rafpaele „cominciano a presentarsi a contorni sinuosi, lobati, allun-
Rafpaele „cominciano a presentarsi a contorni sinuosi, lobati, allungati, altri con vacuole centrali, che aumentando di volume fan diventare il nucleo anulare; e poi nelle ultime fasi i nuclei sono allungatissimi o prolungati in sottili filamenti o a rosario, e si comincia  
gati, altri con vacuole centrali, che aumentando di volume fan diven-
tare il nucleo anulare; e poi nelle ultime fasi i nuclei sono allun-
gatissimi o prolungati in sottili filamenti o a rosario, e si comincia  
iuoltre ad osservare una specie di frammentazione dei nuclei che  
iuoltre ad osservare una specie di frammentazione dei nuclei che  
precorre alia loro totale degenerazione".  
precorre alia loro totale degenerazione".  
Line 23,625: Line 21,140:
alia tensione superficiale, a meno che, per mutato chimismo, essa  
alia tensione superficiale, a meno che, per mutato chimismo, essa  
membrana non venga sciolta o assottigliata, come succede appunto  
membrana non venga sciolta o assottigliata, come succede appunto  
negli oociti, in certi casi patologici. Ma credo pure che una mem-
negli oociti, in certi casi patologici. Ma credo pure che una membrana sottile non possa impedire il deformarsi del nucleo, voluto dal  
brana sottile non possa impedire il deformarsi del nucleo, voluto dal  
diminuire della tensione superficiale, e di cio puo convincersi ognuno  
diminuire della tensione superficiale, e di cio puo convincersi ognuno  
che voglia pensare al meccanismo probabile della formazione della  
che voglia pensare al meccanismo probabile della formazione della  
Line 23,649: Line 21,163:
v'e alcuna difficolta ad ammettere che appena il nucleo comincia  
v'e alcuna difficolta ad ammettere che appena il nucleo comincia  
a deformarsi e che si accenna per conseguenza un accrescimento  
a deformarsi e che si accenna per conseguenza un accrescimento  
della superficie di contatto col citoplasma, istantaneamente delle parti-
della superficie di contatto col citoplasma, istantaneamente delle particelle di membrana debbano depositarsi, cosi che ad ogni differenziale  
celle di membrana debbano depositarsi, cosi che ad ogni differenziale  
deir accrescimento in superficie corrisponda un diflerenziale della  
deir accrescimento in superficie corrisponda un diflerenziale della  
formazione della membrana.  
formazione della membrana.  
Line 23,678: Line 21,191:


Tentero di rendere piu plausibili queste supposizioni con il  
Tentero di rendere piu plausibili queste supposizioni con il  
seguente esperimento che mostra come la sola presenza di una mem-
seguente esperimento che mostra come la sola presenza di una membranella di tal genere sia sufficiente a cambiare notevolmente le proprieta fisiche di una goccia liquida. E infatti:  
branella di tal genere sia sufficiente a cambiare notevolmente le pro-
prieta fisiche di una goccia liquida. E infatti:  


1° ponendo una goccia di mercurio in una diluitissima soluzione  
1° ponendo una goccia di mercurio in una diluitissima soluzione  
Line 23,688: Line 21,199:
presta, d'ordinario, a lasciare la forma sferica o arrotondata, adesso,  
presta, d'ordinario, a lasciare la forma sferica o arrotondata, adesso,  
per la presenza di quell' esile pellicola, si lascia defoi-mare alquanto  
per la presenza di quell' esile pellicola, si lascia defoi-mare alquanto  
da una lieve pressione meccanica, e naturalmente, in questa deforma-
da una lieve pressione meccanica, e naturalmente, in questa deformazione, la pellicola di ossido di mercurio si estende di pari passo con  
zione, la pellicola di ossido di mercurio si estende di pari passo con  
la superficie. Se adesso sospendo la pressione, la tensione del mercurio vince la resistenza della pellicola e ripiglia la forma sferica.  
la superficie. Se adesso sospendo la pressione, la tensione del mer-
curio vince la resistenza della pellicola e ripiglia la forma sferica.  


2*^ Ma se adopero una soluzione, sempre debole, ma meno diluita  
2*^ Ma se adopero una soluzione, sempre debole, ma meno diluita  
Line 23,701: Line 21,210:
resistente da vincere la tensione superficiale del mercurio.  
resistente da vincere la tensione superficiale del mercurio.  


3" E se adesso, acidulando I'acqua, provoco una parziale dis-
3" E se adesso, acidulando I'acqua, provoco una parziale dissoluzione della membranella di ossido, ecco tosto il mercurio, cosi  
soluzione della membranella di ossido, ecco tosto il mercurio, cosi  
stranamente deformato, ripigliare rapidamente la sua forma regolare.  
stranamente deformato, ripigliare rapidamente la sua forma regolare.  


In questo esperimento sono realizzati i 3 casi possibili riguar-
In questo esperimento sono realizzati i 3 casi possibili riguardanti 1' influenza della membrana nucleare: al 1" e al 3° caso corrispondono forme irregolari instabili, mutevoli, temporanee, al 2" caso  
danti 1' influenza della membrana nucleare: al 1" e al 3° caso corri-
spondono forme irregolari instabili, mutevoli, temporanee, al 2" caso  
forme irregolari permanenti.  
forme irregolari permanenti.  


Line 23,742: Line 21,248:
Fig. 4. Fig. 5.  
Fig. 4. Fig. 5.  


Fig. 1 — 5. Forme successive date ad una goccia di mercurio posta in una solu-
Fig. 1 — 5. Forme successive date ad una goccia di mercurio posta in una soluzione di cromato potassico.  
zione di cromato potassico.  


hanno la loro sorgente fuori del nucleo. Naturalmente ciö non puö  
hanno la loro sorgente fuori del nucleo. Naturalmente ciö non puö  
essere direttamente constatabile, ma puö venir ritenuto estremamente  
essere direttamente constatabile, ma puö venir ritenuto estremamente  
probabile qualora si mostri come in ogni caso in cui ha luogo questo  
probabile qualora si mostri come in ogni caso in cui ha luogo questo  
genere di deformazione nucleare, si possa anche ricouoscere un muta-
genere di deformazione nucleare, si possa anche ricouoscere un mutamento del chimismo della cellula, mutamento che il piü delle volte  
mento del chimismo della cellula, mutamento che il piü delle volte  
dipende da mutate condizioni chimiche dell'intero tessuto o deirintero  
dipende da mutate condizioni chimiche dell'intero tessuto o deirintero  
organismo.  
organismo.  
Line 23,767: Line 21,271:
secretrice ;  
secretrice ;  


3"^ che nuclei ad anello troviamo nelle cellule giganti e nei leuco-
3"^ che nuclei ad anello troviamo nelle cellule giganti e nei leucociti patologici, nelle cellule grasse del tessuto grasso ordinario, etc.  
citi patologici, nelle cellule grasse del tessuto grasso ordinario, etc.  




Line 23,792: Line 21,295:


In tutti questi casi si possono riconoscere anche nel citoplasma  
In tutti questi casi si possono riconoscere anche nel citoplasma  
della cellula i segni di quel mutato chimismo che produce la defor-
della cellula i segni di quel mutato chimismo che produce la deformazione del nucleo; ma talvolta tra la struttura del citoplasma e la  
mazione del nucleo; ma talvolta tra la struttura del citoplasma e la  
forma del nucleo sembra esistere una relazione cosi evidente, che conviene fame menzione. Sono delle osservazioni assai note, dovute  
forma del nucleo sembra esistere una relazione cosi evidente, che con-
viene fame menzione. Sono delle osservazioni assai note, dovute  
principalmente al Meves, al Ballowitz e al Solger.  
principalmente al Meves, al Ballowitz e al Solger.  


Line 23,828: Line 21,329:
351  
351  


pure esse hanno per noi una certa iinportanza perche, col loro compor-
pure esse hanno per noi una certa iinportanza perche, col loro comportamento rendoao visibili le/modificazioni chimiche e fisiche che accadono, secondo le stagioni, Del protoplasraa, e dalle quali sembrano  
tamento rendoao visibili le/modificazioni chimiche e fisiche che acca-
dono, secondo le stagioni, Del protoplasraa, e dalle quali sembrano  
dipendere le modificazioni del nucleo. £^ notevole il fatto, che, quando  
dipendere le modificazioni del nucleo. £^ notevole il fatto, che, quando  
il nucleo diventa anulare, la pretesa sfera si trova nell'interno della  
il nucleo diventa anulare, la pretesa sfera si trova nell'interno della  
Line 23,839: Line 21,338:
comprima il nucleo e lo tagli in due. Questi fatti si spiegherebbero  
comprima il nucleo e lo tagli in due. Questi fatti si spiegherebbero  
ammettendo che la sostanza di cui e fatta questa fascia abbia forte  
ammettendo che la sostanza di cui e fatta questa fascia abbia forte  
tensione superficiale rispetto al nucleo, superiore a quella del rima-
tensione superficiale rispetto al nucleo, superiore a quella del rimanente citoplasma. Cosi come, facendo fluire esternamente ad una  
nente citoplasma. Cosi come, facendo fluire esternamente ad una  
goccia d'olio, posta in alcool, a due poli opposti, dell'alcool piii  
goccia d'olio, posta in alcool, a due poli opposti, dell'alcool piii  
debole la goccia si deprime e si strozza fino a dividersi in due. E  
debole la goccia si deprime e si strozza fino a dividersi in due. E  
Line 23,848: Line 21,346:
Meves sono osservazioni del Solger e del Ballowitz fatti in oggetti  
Meves sono osservazioni del Solger e del Ballowitz fatti in oggetti  
raolto diversi e che si riferiscono a nuclei anulari o semihmari nella  
raolto diversi e che si riferiscono a nuclei anulari o semihmari nella  
cui concavita stanno, nel citoplasma, dei corpi che gli autori consi-
cui concavita stanno, nel citoplasma, dei corpi che gli autori considerano anch'essi come sfere attrattive. E, anche in questo caso, la  
derano anch'essi come sfere attrattive. E, anche in questo caso, la  


sappiamo dai piii recenti studi sull'origine e sul significato della  
sappiamo dai piii recenti studi sull'origine e sul significato della  
Line 23,879: Line 21,376:


speciale forma a crescente si spiega benissimo ammettendo che la  
speciale forma a crescente si spiega benissimo ammettendo che la  
pretesa sfera attrattiva sia invece un corpo di molta tensione super-
pretesa sfera attrattiva sia invece un corpo di molta tensione superficiale rispetto al nucleo ; perche allora il nucleo si comporterebbe come  
ficiale rispetto al nucleo ; perche allora il nucleo si comporterebbe come  
la goccia d'olio a cui lateralmente si pone, nelFalcool, una goccia  
la goccia d'olio a cui lateralmente si pone, nelFalcool, una goccia  
di acqua.  
di acqua.  


Se in questi casi, ora citati, si trattasse proprio di sfere, si ver-
Se in questi casi, ora citati, si trattasse proprio di sfere, si verrebbe a contraddire la ipotesi da rae recentemente sostenuta dell'azione  
rebbe a contraddire la ipotesi da rae recentemente sostenuta dell'azione  
chemotropica positiva dei centrosomi sui nuclei. Ma ognuno vede  
chemotropica positiva dei centrosomi sui nuclei. Ma ognuno vede  
come, alio stato delle cose, i fatti raccolti in favore di quell' ipotesi  
come, alio stato delle cose, i fatti raccolti in favore di quell' ipotesi  
abbiano un valore decisivo, finche alraeno non si dimostri irrefutabil-
abbiano un valore decisivo, finche alraeno non si dimostri irrefutabilmente che le forraazioni descritte dal Meves, dal Ballowitz, dal  
mente che le forraazioni descritte dal Meves, dal Ballowitz, dal  
SoLGEK siano proprio sfere attrattive. Ma dubito molto che questa  
SoLGEK siano proprio sfere attrattive. Ma dubito molto che questa  
dimostrazione venga mai data. Non basta per aÖermare che si tratti  
dimostrazione venga mai data. Non basta per aÖermare che si tratti  
Line 23,895: Line 21,389:
si osservano e che arieggiano dei centrosomi ; e del resto da piü parti  
si osservano e che arieggiano dei centrosomi ; e del resto da piü parti  
si comincia a sentire la necessitä di andar cauti nell'attribuire il  
si comincia a sentire la necessitä di andar cauti nell'attribuire il  
significato di sfera ad un dato differenziamento cellulare, special-
significato di sfera ad un dato differenziamento cellulare, specialmente nelle cellule in riposo.  
mente nelle cellule in riposo.  




Line 23,904: Line 21,397:
nuclei ; cosi non sempre essi indicano una divisione diretta (Göppert).  
nuclei ; cosi non sempre essi indicano una divisione diretta (Göppert).  
In ogni modo non vi puo essere alcun dubbio che la divisione diretta  
In ogni modo non vi puo essere alcun dubbio che la divisione diretta  
e tutti gli svariati processi di frammentazione del nucleo siano feno-
e tutti gli svariati processi di frammentazione del nucleo siano fenomeni della stessa natura della deformazione polimorfa, e che difieriscono da questa solo di grado. Infatti lo straordinario numero di  
meni della stessa natura della deformazione polimorfa, e che difieri-
scono da questa solo di grado. Infatti lo straordinario numero di  
osservazioni sulle quali sono fondate le teorie del Flemming e quelle  
osservazioni sulle quali sono fondate le teorie del Flemming e quelle  
dello Ziegler e del Vom Rath sul significato deH'aniitosi provano  
dello Ziegler e del Vom Rath sul significato deH'aniitosi provano  
a sufficienza che la divisione diretta del nucleo ha luogo in quei  
a sufficienza che la divisione diretta del nucleo ha luogo in quei  
tessuti in cui e profondamente alterato il chimismo cellulare; o per  
tessuti in cui e profondamente alterato il chimismo cellulare; o per  
un' attivitä secretrice o assimilatrice molto intensa, o per cause infiam-
un' attivitä secretrice o assimilatrice molto intensa, o per cause infiammatorie e patologiche, o per senilitä dello stesso tessuto ; e dimostrano  
matorie e patologiche, o per senilitä dello stesso tessuto ; e dimostrano  
altresi che nemmeno nella divisione diretta il nucleo estrinseca una  
altresi che nemmeno nella divisione diretta il nucleo estrinseca una  
attivitä sua propria, mette in atto un'energia Potenziale, o manifesta  
attivitä sua propria, mette in atto un'energia Potenziale, o manifesta  
dei moti spontanei ; e che anch' essa e da ricondursi, come le deforma-
dei moti spontanei ; e che anch' essa e da ricondursi, come le deformazioni polimorfe del nucleo, alle condizioni generali di tensione superficiale, che hanno il loro fondamento negli svariati processi fisicochimici del protoplasma^). II fatto che la divisione diretta del nucleo  
zioni polimorfe del nucleo, alle condizioni generali di tensione super-
ficiale, che hanno il loro fondamento negli svariati processi fisico-
chimici del protoplasma^). II fatto che la divisione diretta del nucleo  




Line 23,942: Line 21,429:
del complicato processo di cariocinesi e necessaria l'esistenza dei  
del complicato processo di cariocinesi e necessaria l'esistenza dei  
sistemi centrati di forze attrattive, lo stesso non e per il semplice  
sistemi centrati di forze attrattive, lo stesso non e per il semplice  
strozzamento in due o piü pezzi del nucleo, per cui basta un cam-
strozzamento in due o piü pezzi del nucleo, per cui basta un cambiamento della tensione superficiale meno precisamente determinato.  
biamento della tensione superficiale meno precisamente determinato.  
Si potrebbero opporre altri fatti che, a prima giunta, sembrano contradire queste idee, quali ad es. questo che talvolta ha luogo anche  
Si potrebbero opporre altri fatti che, a prima giunta, sembrano con-
tradire queste idee, quali ad es. questo che talvolta ha luogo anche  
la divisione del corpo cellulare dopo la divisione diretta (leucociti e  
la divisione del corpo cellulare dopo la divisione diretta (leucociti e  
cellule linfoidi). Ma questa divisione e piuttosto da considerare come  
cellule linfoidi). Ma questa divisione e piuttosto da considerare come  
frammentazione paragonabile a quella subita prima dai nuclei e ricon-
frammentazione paragonabile a quella subita prima dai nuclei e riconducibile a cause fisiche dello stesso ordine, alia mutata tensione superficiale tra le cellule e il plasma in cui esse sono immerse.  
ducibile a cause fisiche dello stesso ordine, alia mutata tensione super-
ficiale tra le cellule e il plasma in cui esse sono immerse.  


Si potrebbe opporre anche il fatto che nelle prime fasi del sincizio  
Si potrebbe opporre anche il fatto che nelle prime fasi del sincizio  
Line 23,964: Line 21,447:
dell' amitosi. In base ad osservazioni sullo sviluppo del L o 1 i g o e del  
dell' amitosi. In base ad osservazioni sullo sviluppo del L o 1 i g o e del  
polio , in condizioni artificiali , viene alia conclusione che la cellula,  
polio , in condizioni artificiali , viene alia conclusione che la cellula,  
quando e posta in condizioni sfavorevoli, prima di cadere in degene-
quando e posta in condizioni sfavorevoli, prima di cadere in degenerazione, reagisce a queste condizioni, per via di un piü attivo ricambio,  
razione, reagisce a queste condizioni, per via di un piü attivo ricambio,  
che viene accompagnato dalla comparsa della divisione diretta. Da  
che viene accompagnato dalla comparsa della divisione diretta. Da  
questo punto di vista, dice l'A., si comprende perche la divisione diretta  
questo punto di vista, dice l'A., si comprende perche la divisione diretta  
Line 23,972: Line 21,454:
nelle prime fasi dell' anestesia, e al principio della degenerazione ; in  
nelle prime fasi dell' anestesia, e al principio della degenerazione ; in  
tutti questi casi abbiamo da fare con un piü attivo ricambio della cellula.  
tutti questi casi abbiamo da fare con un piü attivo ricambio della cellula.  
Questa conclusione dove alle parole „attivato ricambio" sosti-
Questa conclusione dove alle parole „attivato ricambio" sostituirei alterato ricambio mi sembra perfettamente in armonia con  
tuirei alterato ricambio mi sembra perfettamente in armonia con  
la mia interpretazione.  
la mia interpretazione.  


Line 23,981: Line 21,462:


Protoplasma dimostrano, a parer mio, Don come fu detto dal Demoor,  
Protoplasma dimostrano, a parer mio, Don come fu detto dal Demoor,  
r indipendenza fuuzionale del nucleo e del protoplasma, ma la mag-
r indipendenza fuuzionale del nucleo e del protoplasma, ma la maggiore sensibilitä del nucleo all'azione del centrosoma.  
giore sensibilitä del nucleo all'azione del centrosoma.  


E da credere inoltre che per questo graduale esaurirsi del potere  
E da credere inoltre che per questo graduale esaurirsi del potere  
Line 24,007: Line 21,487:
liquidi dal citoplasma ovulare e dal conseguente mutare della tensione  
liquidi dal citoplasma ovulare e dal conseguente mutare della tensione  
superficiale. A processi inversi bisogna dunque pensare per intendere  
superficiale. A processi inversi bisogna dunque pensare per intendere  
la deformazione, talvolta considerevole, avvenuta durante la Spermato-
la deformazione, talvolta considerevole, avvenuta durante la Spermatogenese
genese


La forma irregolare dei nuclei di molti infusori sembra avere una  
La forma irregolare dei nuclei di molti infusori sembra avere una  
certa stabilitä, che ha spesso una tal quale vaga relazione con la forma  
certa stabilitä, che ha spesso una tal quale vaga relazione con la forma  
della cellula; relazione che non puö essere che mediata, risolvendosi  
della cellula; relazione che non puö essere che mediata, risolvendosi  
senza dubbio nelle condizioni di equilibrio stabile della tensione super-
senza dubbio nelle condizioni di equilibrio stabile della tensione superficiale, che dipende dalla forma e dalla struttura della cellula. Pure,  
ficiale, che dipende dalla forma e dalla struttura della cellula. Pure,  
se si pensa che la tensione superficiale e un fattore molto soggetto a  
se si pensa che la tensione superficiale e un fattore molto soggetto a  
variare, difficilmente si vorrä far dipendere soltanto da esso quella  
variare, difficilmente si vorrä far dipendere soltanto da esso quella  
forma stabile di nuclei. Qui e da pensare all'esistenza di una mem-
forma stabile di nuclei. Qui e da pensare all'esistenza di una membranella nucleare, che, godendo di una maggiore stabilitä, nei limiti  
branella nucleare, che, godendo di una maggiore stabilitä, nei limiti  




Line 24,024: Line 21,501:
1) Arch. f. mikrosk. Anat. u. Entwicklungsgesch., Bd. 55, 1899.  
1) Arch. f. mikrosk. Anat. u. Entwicklungsgesch., Bd. 55, 1899.  


2) E ne e una prova il recente lavoro del Broman: Ueber gesetz-
2) E ne e una prova il recente lavoro del Broman: Ueber gesetzmäßige Bewegungs- und Wachstumserscheinungen der Spermatiden, ihrer  
mäßige Bewegungs- und Wachstumserscheinungen der Spermatiden, ihrer  
Zentralkörper, Idiozomen und Kerne. Ibid., Bd. 59, 1901.  
Zentralkörper, Idiozomen und Kerne. Ibid., Bd. 59, 1901.  


Line 24,032: Line 21,508:
355  
355  


delle oscillazioni normali del chimismo cellulare, puo ben rendere sta-
delle oscillazioni normali del chimismo cellulare, puo ben rendere stabile la forma assunta dal nucleo.  
bile la forma assunta dal nucleo.  


Lo stesso dicasi del nuclei polimorfi tipici di alcune glandule e  
Lo stesso dicasi del nuclei polimorfi tipici di alcune glandule e  
Line 24,044: Line 21,519:
conservano sempre la loro indipendenza, possa essersi originata e poi  
conservano sempre la loro indipendenza, possa essersi originata e poi  
possa sussistere lungo tempo immutata per virtu sola di un certo grado  
possa sussistere lungo tempo immutata per virtu sola di un certo grado  
di tensione, dipendente dal chimismo cellulare. Non che si debba ri-
di tensione, dipendente dal chimismo cellulare. Non che si debba ricorrere all'ipotesi di una speciale contrattilita del nucleo, ma e da  
correre all'ipotesi di una speciale contrattilita del nucleo, ma e da  
credere che anche concorra alia formazione e al mantenimento del  
credere che anche concorra alia formazione e al mantenimento del  
polimorfismo I'esistenza di una membranella; la quale in realta esiste,  
polimorfismo I'esistenza di una membranella; la quale in realta esiste,  
non cosi spiccata e spessa come negli oociti, ma pure tale da renders!  
non cosi spiccata e spessa come negli oociti, ma pure tale da renders!  
molto manifesta con gli esperimenti di pressione osmotica di cui ho  
molto manifesta con gli esperimenti di pressione osmotica di cui ho  
parlato in un precedente paragrafo. Cosi come quelle forme tanto com-
parlato in un precedente paragrafo. Cosi come quelle forme tanto complicate dette „forme mieliniche" che assume in condizioni speciali una  
plicate dette „forme mieliniche" che assume in condizioni speciali una  
goccia d'olio immersa in alcuni liquidi, e che somigliano tanto ai nuclei  
goccia d'olio immersa in alcuni liquidi, e che somigliano tanto ai nuclei  
polimorfi piu complicati, non si formano certo per sola virtu di varia-
polimorfi piu complicati, non si formano certo per sola virtu di variazioni della tensione superficiale. E quantunque queste forme mieliniche  
zioni della tensione superficiale. E quantunque queste forme mieliniche  
si formino in un modo, che potrebbe far credere all'emissione di pseudopodi da parte della goccia d'olio cioe per formazione di bozze alia  
si formino in un modo, che potrebbe far credere all'emissione di pseudo-
podi da parte della goccia d'olio cioe per formazione di bozze alia  
superficie della goccia, che crescono poi rapidamente in lunghezza,  
superficie della goccia, che crescono poi rapidamente in lunghezza,  
anche ramificandosi e attorcigliandosi fra loro in un gomitolo, raggiun-
anche ramificandosi e attorcigliandosi fra loro in un gomitolo, raggiungendo una compHcazione straordinaria, nessuno crede che si tratti di  
gendo una compHcazione straordinaria, nessuno crede che si tratti di  
moti ameboidi delle goccie, ma piuttosto si pensa alia formazione  
moti ameboidi delle goccie, ma piuttosto si pensa alia formazione  
istantanea di una sottile membrana attorno all' olio, per la quale ogni  
istantanea di una sottile membrana attorno all' olio, per la quale ogni  
Line 24,065: Line 21,535:
altre bozze e ramificazioni.  
altre bozze e ramificazioni.  


Similmente per i nuclei non abbiamo bisogno di ricorrere a movi-
Similmente per i nuclei non abbiamo bisogno di ricorrere a movimenti autonomi, tanto piu che questi nuclei polimorfi non si formano  
menti autonomi, tanto piu che questi nuclei polimorfi non si formano  
a guisa delle „forme mieliniche" per emissione di bozze, di sporgenze  
a guisa delle „forme mieliniche" per emissione di bozze, di sporgenze  
nucleari che si allungano e si ramificano sempre piu, ma bensi per  
nucleari che si allungano e si ramificano sempre piu, ma bensi per  
Fazione concomitante dell' accrescimento in volume del nucleo e per  
Fazione concomitante dell' accrescimento in volume del nucleo e per  
la formazione di sporgenze citoplasmatiche dentro il nucleo, come pro-
la formazione di sporgenze citoplasmatiche dentro il nucleo, come provano le fig. 6, 7, 8 che rappresentano le prime fasi della formazione  
vano le fig. 6, 7, 8 che rappresentano le prime fasi della formazione  
del nucleo polimorfo, cosi complicato, della cellula nutrice delle uova  
del nucleo polimorfo, cosi complicato, della cellula nutrice delle uova  
della Forficula auricularia. Sembra adunque risiedere nel cito-
della Forficula auricularia. Sembra adunque risiedere nel cito
 




356  
356  


plasma la causa diretta della deformazione del nucleo, mentre la con-
plasma la causa diretta della deformazione del nucleo, mentre la contemporanea formazione della membrana da ragione della stabilita della  
temporanea formazione della membrana da ragione della stabilita della  
deformazione stessa.  
deformazione stessa.  


Line 24,102: Line 21,568:
{ ' ' di [queste cellule in cui si incontrano  
{ ' ' di [queste cellule in cui si incontrano  


X V / nuclei polimorfi, la velocita di ac-
X V / nuclei polimorfi, la velocita di ac
 
\ ^y crescimento della membrana sia mag
\ ^y crescimento della membrana sia mag-
 
""^-~ ___:: ^'^ giore della velocita di accrescimento  
""^-~ ___:: ^'^ giore della velocita di accrescimento  


Line 24,117: Line 21,581:


in cui R sia il raggio del nucleo (supposto sferico) ed h lo spessore  
in cui R sia il raggio del nucleo (supposto sferico) ed h lo spessore  
della membrana nucleare. Se h si mantiene costante, cioe se lo spes-
della membrana nucleare. Se h si mantiene costante, cioe se lo spessore della membrana non aumenta il risultato dovrebb' essere senza  
sore della membrana non aumenta il risultato dovrebb' essere senza  
dubbio un estendersi della membrana in superficie onde essa dovrebbe  
dubbio un estendersi della membrana in superficie onde essa dovrebbe  
incresparsi, far delle pieghe e dare al nucleo una forma irregolare.  
incresparsi, far delle pieghe e dare al nucleo una forma irregolare.  
Ma questa ipotesi non sembra verosimile, poiche sappiamo che la mem-
Ma questa ipotesi non sembra verosimile, poiche sappiamo che la membrana nucleare puo accrescersi in ispessore e puo raggiungere anzi  
brana nucleare puo accrescersi in ispessore e puo raggiungere anzi  
uno spessore considerevole negli oociti, onde e molto piu plausibile  
uno spessore considerevole negli oociti, onde e molto piu plausibile  
supporre che qualora vi sia sovraproduzione di sostanza costituitiva  
supporre che qualora vi sia sovraproduzione di sostanza costituitiva  
della membrana, essa si depositi sempre in modo da produrre un ac-
della membrana, essa si depositi sempre in modo da produrre un accrescimento in ispessore e non in estensione, beninteso quando non vi  
crescimento in ispessore e non in estensione, beninteso quando non vi  
sono altre ragioni perche il nucleo si deformi, Anche negli esperimenti  
sono altre ragioni perche il nucleo si deformi, Anche negli esperimenti  
con la goccia di mercurio, aumentando la concentrazione della soluzione  
con la goccia di mercurio, aumentando la concentrazione della soluzione  
Line 24,149: Line 21,610:
possibilita di movimenti spontanei del nucleo per la sola ragione  
possibilita di movimenti spontanei del nucleo per la sola ragione  
che quelli da noi finora osservati non sono tali. Ma questo argomento  
che quelli da noi finora osservati non sono tali. Ma questo argomento  
e privo di ogni valore, perche nasconde un falso concetto del proce-
e privo di ogni valore, perche nasconde un falso concetto del procedimento logico delle scienze biologiche. Esso sarebbe valido qualora  
dimento logico delle scienze biologiche. Esso sarebbe valido qualora  
fosse nostro compito di dimostrare la impossibilita logica dell' esistenza  
fosse nostro compito di dimostrare la impossibilita logica dell' esistenza  
di moti spontanei del nucleo oppure la necessita che i moti del nuclei  
di moti spontanei del nucleo oppure la necessita che i moti del nuclei  
siano moti non spontanei; ma il nostro compito non e questo perche  
siano moti non spontanei; ma il nostro compito non e questo perche  
tutti i fatti e leggi della natura non hanno alcun carattere di neces-
tutti i fatti e leggi della natura non hanno alcun carattere di necessita logica. II nostro compito, nel caso presente, trovandoci di fronte  
sita logica. II nostro compito, nel caso presente, trovandoci di fronte  
a due interpretazioni contrarie, e di attenerci a quella che meglio  
a due interpretazioni contrarie, e di attenerci a quella che meglio  
calza ai fatti conosciuti; e non e un procedere illegittimo escludere  
calza ai fatti conosciuti; e non e un procedere illegittimo escludere  
Line 24,162: Line 21,621:
I'esame di questa ipotesi, sono meglio spiegati con un'altra.  
I'esame di questa ipotesi, sono meglio spiegati con un'altra.  


Si dirä poi che non vi e alcun motivo per rifiutare al cario-
Si dirä poi che non vi e alcun motivo per rifiutare al carioplasma la proprieta contrattile. E a cio ho risposto nel raio precedente articolo, col dire che questo argomento non puo avere alcun  
plasma la proprieta contrattile. E a cio ho risposto nel raio prece-
dente articolo, col dire che questo argomento non puo avere alcun  
peso, poiche si puo del pari affermare che non vi e alcun motivo per  
peso, poiche si puo del pari affermare che non vi e alcun motivo per  
accordargliela. Quale significato puo avere inoltre I'affermazione che  
accordargliela. Quale significato puo avere inoltre I'affermazione che  
il nucleo sia dotato di contrattilita mentre non manifesta questa pro-
il nucleo sia dotato di contrattilita mentre non manifesta questa proprieta, una proprieta appunto che non conosciamo se non nelle sue  
prieta, una proprieta appunto che non conosciamo se non nelle sue  
manifestazioni? Senza dubbio il significato di una pura negazione.  
manifestazioni? Senza dubbio il significato di una pura negazione.  
Quest' argomento dunque contiene una contraddizione logica.  
Quest' argomento dunque contiene una contraddizione logica.  
Line 24,193: Line 21,649:
Im Jahre 1900 habe ich in einer gemeinschafthch mit einem meiner  
Im Jahre 1900 habe ich in einer gemeinschafthch mit einem meiner  
Schüler veröffentlichten Arbeit die Regenerationsprozesse bei den älteren  
Schüler veröffentlichten Arbeit die Regenerationsprozesse bei den älteren  
Bachforellenembryonen beschrieben (Archiv f. Entwicklungsmech. d. Or-
Bachforellenembryonen beschrieben (Archiv f. Entwicklungsmech. d. Organismen, von Roux).  
ganismen, von Roux).  


Bei der Bearbeitung dieser Fragen habe ich schon damals ver-
Bei der Bearbeitung dieser Fragen habe ich schon damals verschiedene Abnormitäten in den Regenerationsprozessen beobachtet,  
schiedene Abnormitäten in den Regenerationsprozessen beobachtet,  
konnte aber wegen technischer Schwierigkeiten keine sicheren Aufschlüsse über dieselben erhalten.  
konnte aber wegen technischer Schwierigkeiten keine sicheren Auf-
schlüsse über dieselben erhalten.  


Erneute, ausgedehnte Untersuchungen, die ich zum Teil an der  
Erneute, ausgedehnte Untersuchungen, die ich zum Teil an der  
herrlich eingerichteten Landesstatiou für Fischzucht in Opary bei  
herrlich eingerichteten Landesstatiou für Fischzucht in Opary bei  
Drohobycz, zum Teil in meinem Institute an reichlichem Materiale  
Drohobycz, zum Teil in meinem Institute an reichlichem Materiale  
von soeben ausgeschlüpften oder etwas älteren Embryonen der kali-
von soeben ausgeschlüpften oder etwas älteren Embryonen der kalifornischen Forelle (Salmo irideus W. Gibb.) durchgeführt habe,  
fornischen Forelle (Salmo irideus W. Gibb.) durchgeführt habe,  
führten mich zu folgenden interessanten Angaben,  
führten mich zu folgenden interessanten Angaben,  


Line 24,211: Line 21,663:
soeben ausgeschlüpften Forellenembryo die Anlage der Schwanzflosse  
soeben ausgeschlüpften Forellenembryo die Anlage der Schwanzflosse  
an der Basis derselben ab (Fig. 1 A a — 6) , so regeneriert sie sich  
an der Basis derselben ab (Fig. 1 A a — 6) , so regeneriert sie sich  
vollständig und ganz normal (B), wobei das Hinterende der sich re-
vollständig und ganz normal (B), wobei das Hinterende der sich regenerierenden Wirbelsäule, wie gewöhnlich, stark gegen den Rücken  
generierenden Wirbelsäule, wie gewöhnlich, stark gegen den Rücken  
wächst, und die platten Basalknorpel {v) der Schwanzflosse, so wie bei  
wächst, und die platten Basalknorpel {v) der Schwanzflosse, so wie bei  
einer ganz normalen, ungestörten Entwickelung, an der unteren Seite  
einer ganz normalen, ungestörten Entwickelung, an der unteren Seite  
der Wirbelsäule entstehen und als veränderte Parapophysen (untere  
der Wirbelsäule entstehen und als veränderte Parapophysen (untere  
Bögen) erscheinen. In diesem Falle verläuft also der Regenerations-
Bögen) erscheinen. In diesem Falle verläuft also der Regenerationsprozeß ohne jede Spur von Heteromorphose.  
prozeß ohne jede Spur von Heteromorphose.  


Schneidet man bei einem ganz gleichen Embryo mit einem queren  
Schneidet man bei einem ganz gleichen Embryo mit einem queren  
Schnitt einen größeren Körperteil ab (Fig. 1 A c— ä), indem man den  
Schnitt einen größeren Körperteil ab (Fig. 1 A c— ä), indem man den  
Durchschnitt auf der Höhe der Afterflosse führt, so ist zwar die Re-
Durchschnitt auf der Höhe der Afterflosse führt, so ist zwar die Regeneration auch dann ganz vollständig, aber sie verläuft schon etwas  
generation auch dann ganz vollständig, aber sie verläuft schon etwas  
heteromorphisch. Und zwar, nachdem die Wundfläche, wie in anderen  
heteromorphisch. Und zwar, nachdem die Wundfläche, wie in anderen  


Line 24,231: Line 21,680:
Fällen, in der von mir schon in meiner früheren Arbeit beschriebenen  
Fällen, in der von mir schon in meiner früheren Arbeit beschriebenen  
Weise sich geschlossen hat, verlängert sich die durchgeschnittene  
Weise sich geschlossen hat, verlängert sich die durchgeschnittene  
Afterflossenanlage nach hinten hin und bildet so eine größere all-
Afterflossenanlage nach hinten hin und bildet so eine größere allgemeine Flossenanlage, die hinter dem After liegt und gegen  
gemeine Flossenanlage, die hinter dem After liegt und gegen  
den hinteren Körperrand, und zwar bis zur Hälfte seiner  
den hinteren Körperrand, und zwar bis zur Hälfte seiner  
Höhe, hinzieht. Sie ist also, der Lage und der Funktion nach,  
Höhe, hinzieht. Sie ist also, der Lage und der Funktion nach,  
Line 24,248: Line 21,696:


Fig. 1. Halbseheinatisehe Darstellung der Regenerationsprozesse  
Fig. 1. Halbseheinatisehe Darstellung der Regenerationsprozesse  
bei den Forellenembryonen. A Hinterer Körperabschnitt eines normalen Em-
bei den Forellenembryonen. A Hinterer Körperabschnitt eines normalen Embryos. Die Linien a — 6, c — h, e — ■/, g — l, i—k bezeichnen die Richtungen, in welchen  
bryos. Die Linien a — 6, c — h, e — ■/, g — l, i—k bezeichnen die Richtungen, in welchen  
die Querschnitte durchgeführt sind. B Hinterster Körperabschnitt eines regenerierten  
die Querschnitte durchgeführt sind. B Hinterster Körperabschnitt eines regenerierten  
Embryos, bei dem auf der Höhe der Linie a — b der hintere Körperteil abgeschnitten  
Embryos, bei dem auf der Höhe der Linie a — b der hintere Körperteil abgeschnitten  
worden ist. C, C^ Hinterster Körperabschnitt eines regenerierten Embryos (C jüngeres  
worden ist. C, C^ Hinterster Körperabschnitt eines regenerierten Embryos (C jüngeres  
Stadium, C* älteres Stadium), bei dem auf der Höhe der Linie c — h der hintere Körper-
Stadium, C* älteres Stadium), bei dem auf der Höhe der Linie c — h der hintere Körperteil abgeschnitten worden ist, u. s. w. Bezeichnung der Buchstaben : an After, u Hamöffnimg, ch.d. Chorda dorsalis, Af Afterflosse, s Schwanzflosse, d dorsale Bogen der  
teil abgeschnitten worden ist, u. s. w. Bezeichnung der Buchstaben : an After, u Ham-
öffnimg, ch.d. Chorda dorsalis, Af Afterflosse, s Schwanzflosse, d dorsale Bogen der  
Wirbel, v Basalknorpel der Schwanzflosse, f.s. dorsaler Flossensaum.  
Wirbel, v Basalknorpel der Schwanzflosse, f.s. dorsaler Flossensaum.  


Line 24,264: Line 21,709:
als eine After-Schwanzflosse zu bezeichnen (Fig. IC). Erst  
als eine After-Schwanzflosse zu bezeichnen (Fig. IC). Erst  
später (Fig. IC) differenziert sie sich 1) in einen 'unteren Abschnitt,  
später (Fig. IC) differenziert sie sich 1) in einen 'unteren Abschnitt,  
in welchem die knorpeligen Flossenträger in normaler Zahl hervor-
in welchem die knorpeligen Flossenträger in normaler Zahl hervortreten, indem die fehlenden aus dem hineinwachsenden jungen Bindegewebe hinter den zurückgebliebenen sich regenerieren — Afterflosse  
treten, indem die fehlenden aus dem hineinwachsenden jungen Binde-
gewebe hinter den zurückgebliebenen sich regenerieren — Afterflosse  
(Äf) — und 2) in einen hinteren Abschnitt, d. i. in eine definitive  
(Äf) — und 2) in einen hinteren Abschnitt, d. i. in eine definitive  
Schwanzflosse (s), welche von der Rückenseite her noch durch einen  
Schwanzflosse (s), welche von der Rückenseite her noch durch einen  
Line 24,283: Line 21,726:
e — /), und zwar, welche auf der Höhe des Afters durchgeschnitten  
e — /), und zwar, welche auf der Höhe des Afters durchgeschnitten  
worden sind, regeneriert sich auch die volle Zahl der Körpersegmente,  
worden sind, regeneriert sich auch die volle Zahl der Körpersegmente,  
aber die Flossen regenerieren sich hier auf eine noch etwas mehr hetero-
aber die Flossen regenerieren sich hier auf eine noch etwas mehr heteroraorphische Weise als im vorigen Falle. Und zwar, zuerst (Fig. ID)  
raorphische Weise als im vorigen Falle. Und zwar, zuerst (Fig. ID)  
bildet sich auch hier eine After - Schwanzflosse, die hinter dem After  
bildet sich auch hier eine After - Schwanzflosse, die hinter dem After  
{an) liegt und nach hinten und oben gegen den Rücken sich erstreckt,  
{an) liegt und nach hinten und oben gegen den Rücken sich erstreckt,  
so daß sie fast den ganzen hinteren Körperrand umgibt. Von der  
so daß sie fast den ganzen hinteren Körperrand umgibt. Von der  
Rückenseite her wird dieselbe auch hier durch einen Flossensaum (f. s.)  
Rückenseite her wird dieselbe auch hier durch einen Flossensaum (f. s.)  
vervollständigt, welcher sich als eine Epithelfalte (Ektodermfalte) ent-
vervollständigt, welcher sich als eine Epithelfalte (Ektodermfalte) entwickelt, in welche mesenchymatöses Gewebe eindringt. Indem nun  
wickelt, in welche mesenchymatöses Gewebe eindringt. Indem nun  
weiter diese After-Schwanzflosse (Fig. ID') sich in eine Afterflosse und  
weiter diese After-Schwanzflosse (Fig. ID') sich in eine Afterflosse und  
in eine Schwanzflosse dififerenziert, fließt diese letztere mit der ge-
in eine Schwanzflosse dififerenziert, fließt diese letztere mit der genannten Rückenfalte zusammen, so daß endlich auch hier eine einheitliche Schwanzflosse entsteht.  
nannten Rückenfalte zusammen, so daß endlich auch hier eine einheit-
liche Schwanzflosse entsteht.  


Sowohl in der Schwanzflosse wie auch in der Afterflosse entsteht  
Sowohl in der Schwanzflosse wie auch in der Afterflosse entsteht  
Line 24,303: Line 21,742:
Wirbel sind viel stärker entwickelt als im vorigen Falle  
Wirbel sind viel stärker entwickelt als im vorigen Falle  
und funktionieren neben den gewöhnlichen, unteren  
und funktionieren neben den gewöhnlichen, unteren  
Basalknorpeln (v) als obere Basalknorpel der Schwanz-
Basalknorpeln (v) als obere Basalknorpel der Schwanzflosse. Die Zahl der sich regenerierenden Metameren ist vollständig,  
flosse. Die Zahl der sich regenerierenden Metameren ist vollständig,  




Line 24,311: Line 21,749:


so daß die jungen Fischchen, welche schon ihre Dotterblasen gänzlich  
so daß die jungen Fischchen, welche schon ihre Dotterblasen gänzlich  
verloren haben, den normalen Fischchen desselben Alters ganz ähn-
verloren haben, den normalen Fischchen desselben Alters ganz ähnlich sind.  
lich sind.  


Bei Forellenembryonen, bei denen ein noch größerer Körperab-
Bei Forellenembryonen, bei denen ein noch größerer Körperabschnitt abgetragen wird, und zwar welche (Fig. lA g—T) quer  
schnitt abgetragen wird, und zwar welche (Fig. lA g—T) quer  
zwischen dem After und der hinteren Grenze der Rückenflosse durchgeschnitten werden, ist die Regeneration unvollständig, da in keinem  
zwischen dem After und der hinteren Grenze der Rückenflosse durch-
geschnitten werden, ist die Regeneration unvollständig, da in keinem  
einzigen Falle die volle Zahl der abgetrennten Körpersegmente sich  
einzigen Falle die volle Zahl der abgetrennten Körpersegmente sich  
regeneriert und in vielen Fällen nicht mehr als 6 oder 7 Körper-
regeneriert und in vielen Fällen nicht mehr als 6 oder 7 Körpermetameren sich neubildet, obwohl die Zahl der abgetrennten Körpersegmente 23—25 beträgt. Aber in diesem Falle ist die Heteromorphose  
metameren sich neubildet, obwohl die Zahl der abgetrennten Körper-
segmente 23—25 beträgt. Aber in diesem Falle ist die Heteromorphose  
unvergleichlich stärker als im vorigen. Und zwar (Fig. IE) sowohl  
unvergleichlich stärker als im vorigen. Und zwar (Fig. IE) sowohl  
der durchgeschnittene Darm wie auch der Harngang wachsen in der  
der durchgeschnittene Darm wie auch der Harngang wachsen in der  
geraden Richtung nach hinten, wo sie sich je mit einer kleinen ekto-
geraden Richtung nach hinten, wo sie sich je mit einer kleinen ektodermalen Einstülpung des Ektoderms der Wundfläche verbinden. Auf  
dermalen Einstülpung des Ektoderms der Wundfläche verbinden. Auf  
diese Weise entsteht sowohl die Afteröffnung (an) als auch die Harnöfinung (u) auf dem hinteren Körperende, nahe der Bauchfläche, also an einer ganz anderen Stelle, als in normalen  
diese Weise entsteht sowohl die Afteröffnung (an) als auch die Harn-
Fällen, in welchen bekanntlich diese Oeffnungen sich auf der Bauchseite weit vom Hinterende des Körpers befinden. Außerdem entwickelt  
öfinung (u) auf dem hinteren Körperende, nahe der Bauch-
fläche, also an einer ganz anderen Stelle, als in normalen  
Fällen, in welchen bekanntlich diese Oeffnungen sich auf der Bauch-
seite weit vom Hinterende des Körpers befinden. Außerdem entwickelt  
sich hier in der Mehrzahl der Fälle eine kleine Papille, auf deren  
sich hier in der Mehrzahl der Fälle eine kleine Papille, auf deren  
Gipfel der After liegt und auf deren Basis der Harngang ausmündet. Bei  
Gipfel der After liegt und auf deren Basis der Harngang ausmündet. Bei  
jungen Fischen, 2 Monate nach dem Ausschlüpfen, welche ihre Dotter-
jungen Fischen, 2 Monate nach dem Ausschlüpfen, welche ihre Dotterblasen schon vollständig verloren haben, existiert also eine Afterpapille oder einfach eine Aftermündung an einer ganz ungewöhnlichen  
blasen schon vollständig verloren haben, existiert also eine After-
Körperstelle. Dieser einzige Umstand beweist also, daß die Regeneration in dem beschriebenen Falle stark heteromorphisch vor sich gegangen ist. Aber auch in der Art und Weise der Regeneration der  
papille oder einfach eine Aftermündung an einer ganz ungewöhnlichen  
Körperstelle. Dieser einzige Umstand beweist also, daß die Regene-
ration in dem beschriebenen Falle stark heteromorphisch vor sich ge-
gangen ist. Aber auch in der Art und Weise der Regeneration der  
unpaaren Flossen erscheint hier eine auffallende Heteromorphose. Und  
unpaaren Flossen erscheint hier eine auffallende Heteromorphose. Und  
zwar am hinteren Rande des Körpers oberhalb derAfterpapille  
zwar am hinteren Rande des Körpers oberhalb derAfterpapille  
Line 24,344: Line 21,769:
dem Winkel zwischen denselben und den ventralen Abschnitten der  
dem Winkel zwischen denselben und den ventralen Abschnitten der  
hintersten Muskelsegmente entsteht eine Flosse von dreieckiger oder  
hintersten Muskelsegmente entsteht eine Flosse von dreieckiger oder  
etwas rhombischer Gestalt, die als After-Schwanzflosse funktio-
etwas rhombischer Gestalt, die als After-Schwanzflosse funktioniert. Indem dieselbe am hinteren Rande des Körpers liegt, ahmt  
niert. Indem dieselbe am hinteren Rande des Körpers liegt, ahmt  
sie eine Schwanzflosse nach, in Wirklichkeit aber stellt sie  
sie eine Schwanzflosse nach, in Wirklichkeit aber stellt sie  
eine Afterflosse dar, da sie mit knorpeligen Flossenträgern ver-
eine Afterflosse dar, da sie mit knorpeligen Flossenträgern versehen ist, die sich, wie in der gewöhnhchen Afterflosse, ganz unabhängig von der Wirbelsäule entwickeln, nicht aber als Basalknorpel,  
sehen ist, die sich, wie in der gewöhnhchen Afterflosse, ganz unab-
hängig von der Wirbelsäule entwickeln, nicht aber als Basalknorpel,  
d. h. veränderte, untere Bogen der letzten Wirbel erscheinen (wie es  
d. h. veränderte, untere Bogen der letzten Wirbel erscheinen (wie es  
in einer echten Schwanzflosse geschieht).  
in einer echten Schwanzflosse geschieht).  
Line 24,375: Line 21,797:
Rückenflosse, die in der Richtung nach hinten und nach unten  
Rückenflosse, die in der Richtung nach hinten und nach unten  
■wächst, und 2) der sich neubildenden Afterflosse, welche  
■wächst, und 2) der sich neubildenden Afterflosse, welche  
ganz in derselben Weise, wie in dem zuletzt beschriebenen Falle, ober-
ganz in derselben Weise, wie in dem zuletzt beschriebenen Falle, oberhalb der Afterpapille oder der After- und Harnöfi"nung im unteren  
halb der Afterpapille oder der After- und Harnöfi"nung im unteren  
Teile des hinteren Körperrandes entsteht, mit der Rückenflosse zusammenfließt und, wie in dem letzten Falle, gewöhnlich auch nur 5  
Teile des hinteren Körperrandes entsteht, mit der Rückenflosse zu-
sammenfließt und, wie in dem letzten Falle, gewöhnlich auch nur 5  
ganz unabhängig von der Wirbelsäule sich entwickelnde Flossenträger  
ganz unabhängig von der Wirbelsäule sich entwickelnde Flossenträger  
enthält.  
enthält.  
Line 24,387: Line 21,807:


1) Je ein größerer Körperteil des jugendlichen Forellenorganismus  
1) Je ein größerer Körperteil des jugendlichen Forellenorganismus  
abgeschnitten wird und je größere, innere Veränderungen in dem nor-
abgeschnitten wird und je größere, innere Veränderungen in dem normalen, korrelativen Zusammenhange aller Teile des Organismus dadurch  
malen, korrelativen Zusammenhange aller Teile des Organismus dadurch  
hervorgerufen werden — desto schwächer tritt der Regenerationsprozeß hervor, desto unvollständiger ist er. Die Intensität des  
hervorgerufen werden — desto schwächer tritt der Regenerations-
prozeß hervor, desto unvollständiger ist er. Die Intensität des  
Regenerationsprozesses ist hier alsomehroderweniger  
Regenerationsprozesses ist hier alsomehroderweniger  
umgekehrt proportional derGröße des abgeschnittenen  
umgekehrt proportional derGröße des abgeschnittenen  
Line 24,396: Line 21,814:


2) Je ein größerer Körperteil des jugendlichen Forellen Organismus  
2) Je ein größerer Körperteil des jugendlichen Forellen Organismus  
abgeschnitten wii'd, desto mehr heteromorphisch verläuft die Neu-
abgeschnitten wii'd, desto mehr heteromorphisch verläuft die Neubildung der abgetragenen Teile. Der Grad der Heteromorphose ist hier also mehr oder weniger proportional  
bildung der abgetragenen Teile. Der Grad der Heteromor-
phose ist hier also mehr oder weniger proportional  
der Größe des verloren gegangenen Körperabschnittes.  
der Größe des verloren gegangenen Körperabschnittes.  


3) Die Heteromorphose erscheint bei den Tieren immer als eine  
3) Die Heteromorphose erscheint bei den Tieren immer als eine  
funktionelle Anpassung und kann nach verschiedenen Regeln  
funktionelle Anpassung und kann nach verschiedenen Regeln  
vor sich gehen. Auf Grund meiner Untersuchungen über die Regene-
vor sich gehen. Auf Grund meiner Untersuchungen über die Regene
 




Line 24,413: Line 21,828:


a) Eine atavistische Heteromorphose, d. h. eine solche,  
a) Eine atavistische Heteromorphose, d. h. eine solche,  
bei welcher die Regenerationsprozesse auf phylogenetisch ein-
bei welcher die Regenerationsprozesse auf phylogenetisch einfachere Weise vorsieh gehen und somit auf einem geraderen und kürzeren Wege zum Ausdruck gelangen, wie dies z, B. bei der Regeneration  
fachere Weise vorsieh gehen und somit auf einem geraderen und kür-
zeren Wege zum Ausdruck gelangen, wie dies z, B. bei der Regeneration  
der cirkulären Muskelfasern der Enchyträiden stattfindet, die direkt  
der cirkulären Muskelfasern der Enchyträiden stattfindet, die direkt  
aus den basalen Teilen der Ektodermzellen der Regenerationsknospe  
aus den basalen Teilen der Ektodermzellen der Regenerationsknospe  
Line 24,422: Line 21,835:
Mesodermzellen, welche unter anderen auch die cirkuläre Muskulatur der  
Mesodermzellen, welche unter anderen auch die cirkuläre Muskulatur der  
Körperwand liefern sollen, sondern diese letztere stammt zum größten  
Körperwand liefern sollen, sondern diese letztere stammt zum größten  
Teil auf einem viel kürzeren Wege, direkt vom Ektoderm der Re-
Teil auf einem viel kürzeren Wege, direkt vom Ektoderm der Regenerationsknospe ab.  
generationsknospe ab.  


b) Eine präformative Heteromorphose (Prämorp hose),  
b) Eine präformative Heteromorphose (Prämorp hose),  
Line 24,436: Line 21,848:
einen anderen normalen Körperteil nachahmt, aber der Entwickelung  
einen anderen normalen Körperteil nachahmt, aber der Entwickelung  
nach einen ganz anderen, nicht homologen Körperteil darstellt, und  
nach einen ganz anderen, nicht homologen Körperteil darstellt, und  
zwar geschieht diese Nachahmung als ein Resultat einer funk-
zwar geschieht diese Nachahmung als ein Resultat einer funktionellen Anpassung an die gegebenen Verhältnisse, wie es in dem  
tionellen Anpassung an die gegebenen Verhältnisse, wie es in dem  
obigen Falle stattfindet, wo eine Afterflosse als eine die Schwanzflosse  
obigen Falle stattfindet, wo eine Afterflosse als eine die Schwanzflosse  
nachahmende Bildung hervortritt. Zu derselben Kategorie gehört auch  
nachahmende Bildung hervortritt. Zu derselben Kategorie gehört auch  
Line 24,449: Line 21,860:
aus dem „Poln. Arch. f. biol. u. med. Wiss.", Lemberg 1901.  
aus dem „Poln. Arch. f. biol. u. med. Wiss.", Lemberg 1901.  


2) J. NusBAUM und S. Sidoriak, Beitr. zur Kenntnis der Regene-
2) J. NusBAUM und S. Sidoriak, Beitr. zur Kenntnis der Regeneration der älteren Bachforellenembryonen u. s. w. Arch. f. Entwickelungsmech. d. Org. v. Roux, 1900.  
ration der älteren Bachforellenembryonen u. s. w. Arch. f. Entwicke-
lungsmech. d. Org. v. Roux, 1900.  


3) C. Herbst, Ueber die Regeneration von antennenähnl. Organen  
3) C. Herbst, Ueber die Regeneration von antennenähnl. Organen  
Line 24,479: Line 21,888:
Im Oktober dieses Jahres beobachtete Prof. E. Holmgren am  
Im Oktober dieses Jahres beobachtete Prof. E. Holmgren am  
hiesigen histologischen Institut ein binnenzelliges Kanälchensystem in  
hiesigen histologischen Institut ein binnenzelliges Kanälchensystem in  
gewissen Nierenepithelzellen von Rana esculenta, dessen näheres Stu-
gewissen Nierenepithelzellen von Rana esculenta, dessen näheres Studium er, wegen Mangels an Zeit, uns gütigst aufgetragen hat. Da wir  
dium er, wegen Mangels an Zeit, uns gütigst aufgetragen hat. Da wir  
der Meinung sind, daß der Befund — infolge der Deutung, die man  
der Meinung sind, daß der Befund — infolge der Deutung, die man  
demselben geben muß — von nicht geringer Bedeutung für die allge-
demselben geben muß — von nicht geringer Bedeutung für die allgemeine Auffassung binnenzelliger Kanälchenbildungen sein mag, haben  
meine Auffassung binnenzelliger Kanälchenbildungen sein mag, haben  
wir geglaubt, daß eine kurze Mitteilung unserer fraglichen Ergebnisse  
wir geglaubt, daß eine kurze Mitteilung unserer fraglichen Ergebnisse  
nicht ganz aus dem Wege liegen könnte. Wir beabsichtigen, über  
nicht ganz aus dem Wege liegen könnte. Wir beabsichtigen, über  
denselben Gegenstand baldigst eine genauere Beschreibung zu ver-
denselben Gegenstand baldigst eine genauere Beschreibung zu veröffentlichen.  
öffentlichen.  


Das Material, dessen wir uns bedient haben, ist teils in Alkohol-
Das Material, dessen wir uns bedient haben, ist teils in AlkoholChloroform-Eisessig konserviert und mit Eisenhämatoxylin gefärbt,  
Chloroform-Eisessig konserviert und mit Eisenhämatoxylin gefärbt,  
teils in Sublimat-Pikrinsäure konserviert und mit Toluidin-Erythrosin  
teils in Sublimat-Pikrinsäure konserviert und mit Toluidin-Erythrosin  
gefärbt. Schnittdicke 2—5 /^i. Bisher haben wir 6 Tiere, und zwar  
gefärbt. Schnittdicke 2—5 /^i. Bisher haben wir 6 Tiere, und zwar  
Line 24,496: Line 21,901:


Was sogleich bei der Durchmusterung unserer Präparate in die  
Was sogleich bei der Durchmusterung unserer Präparate in die  
Augen fällt, ist, daß diese binnenzelligen Kanälchen nicht in den-
Augen fällt, ist, daß diese binnenzelligen Kanälchen nicht in denjenigen Nierenkanälchen vorhanden sind, wo die Zellen mit einem  
jenigen Nierenkanälchen vorhanden sind, wo die Zellen mit einem  
Stäbchensaum und mit Basalfilamenten ausgestattet sind. Die Zellen,  
Stäbchensaum und mit Basalfilamenten ausgestattet sind. Die Zellen,  
welche das Lumen dieser Nierenkanäle auskleiden, zeigen ein mehr  
welche das Lumen dieser Nierenkanäle auskleiden, zeigen ein mehr  
homogenes Aussehen und besitzen, soweit unsere Erfahrungen hin-
homogenes Aussehen und besitzen, soweit unsere Erfahrungen hinreichen, keine in etwaiger Weise differenzierte Cuticula. Außerdem  
reichen, keine in etwaiger Weise differenzierte Cuticula. Außerdem  
ist es leicht wahrzunehmen, daß nicht alle Zellen dieser Teile der  
ist es leicht wahrzunehmen, daß nicht alle Zellen dieser Teile der  
Nierenkanäle dieselbe. Lage zum Lumen haben, sondern daß einige  
Nierenkanäle dieselbe. Lage zum Lumen haben, sondern daß einige  
derselben in auffallender Weise ähnlich lokalisiert sind wie die Beleg-
derselben in auffallender Weise ähnlich lokalisiert sind wie die Belegzellen des Magens (Fig. 1 u. 2). Es ist eben in diesen Zellen, wo  
zellen des Magens (Fig. 1 u. 2). Es ist eben in diesen Zellen, wo  
man die oben genannten binnenzelligen Kanälchen zu suchen hat.  
man die oben genannten binnenzelligen Kanälchen zu suchen hat.  


Line 24,583: Line 21,985:
in irgend einen Zusammenhang mit der Membrana propria zu treten.  
in irgend einen Zusammenhang mit der Membrana propria zu treten.  


— Der Zellkern, welcher das für die Nierenzellen gewöhnliche Aus-
— Der Zellkern, welcher das für die Nierenzellen gewöhnliche Aussehen hat, ist entweder gegen die Membrana propria der Zelle hin  
sehen hat, ist entweder gegen die Membrana propria der Zelle hin  
oder in eine der basalen Ecken derselben hinein verschoben; zuweilen  
oder in eine der basalen Ecken derselben hinein verschoben; zuweilen  
nimmt er, wenn die Kanälchen einen größeren Teil des Zellkörpers  
nimmt er, wenn die Kanälchen einen größeren Teil des Zellkörpers  
occupieren, eine mehr abgeplattete Form an. — Oft scheinen die Kanäl-
occupieren, eine mehr abgeplattete Form an. — Oft scheinen die Kanälchen nicht verzweigt zu sein, sondern endigen blind in der Nähe des  
chen nicht verzweigt zu sein, sondern endigen blind in der Nähe des  
mittleren Teiles der Zelle. Sie sind dann nicht selten mit einer keulenförmigen Verdickung am Ende versehen.  
mittleren Teiles der Zelle. Sie sind dann nicht selten mit einer keulen-
förmigen Verdickung am Ende versehen.  


Eigentümlich für diese Kanälchen ist, daß sie sich wie kompakte,  
Eigentümlich für diese Kanälchen ist, daß sie sich wie kompakte,  
oft verzweigte Stränge im Protoplasma anlegen (Fig. 1 u. 2). Diese  
oft verzweigte Stränge im Protoplasma anlegen (Fig. 1 u. 2). Diese  
kompakten Stränge werden dann kanalisiert, wahrscheinlich durch eine  
kompakten Stränge werden dann kanalisiert, wahrscheinlich durch eine  
Auflösung ihrer eigenen Substanz, und diese Kanalisation nimmt all-
Auflösung ihrer eigenen Substanz, und diese Kanalisation nimmt allmählich einen immer größeren Teil des präformierteu Stranges ein.  
mählich einen immer größeren Teil des präformierteu Stranges ein.  
Daß hier die Frage von wirklich kompakten Bildungen ist, und  
Daß hier die Frage von wirklich kompakten Bildungen ist, und  
daß keine fehlerhafte Beurteilung etwaiger Tangentialschnitte vorliegen  
daß keine fehlerhafte Beurteilung etwaiger Tangentialschnitte vorliegen  
kann, geht ohne weiteres daraus hervor, daß man oft auch quer-
kann, geht ohne weiteres daraus hervor, daß man oft auch quergeschnittene solche kompakte Gebilde findet, die keine Spur einer  
geschnittene solche kompakte Gebilde findet, die keine Spur einer  
Kanalisierung zeigen. Es ist sehr gewöhnlich zu sehen, wie ein Zweig  
Kanalisierung zeigen. Es ist sehr gewöhnlich zu sehen, wie ein Zweig  
kanalisiert ist, während ein anderer Zweig innerhalb derselben Zelle  
kanalisiert ist, während ein anderer Zweig innerhalb derselben Zelle  
Line 24,614: Line 22,011:
nach Fixierung in Sublimat-Pikrinsäure oder in Bichromat-Formalin  
nach Fixierung in Sublimat-Pikrinsäure oder in Bichromat-Formalin  


— von Eisenhämatoxylin gefärbt werden. Wenn man in Sublimat-
— von Eisenhämatoxylin gefärbt werden. Wenn man in SublimatPikrinsäure gehärtetes Material mit Toluidin-Erythrosin färbt, zeigt es  
Pikrinsäure gehärtetes Material mit Toluidin-Erythrosin färbt, zeigt es  
sich, daß diese Granulationen, nach intensivem Färben mit Toluidin,  
sich, daß diese Granulationen, nach intensivem Färben mit Toluidin,  
stark blau gefärbt werden, während übrige Körnchenbildungen Erythro-
stark blau gefärbt werden, während übrige Körnchenbildungen Erythrosin aufgenommen haben, und daß sie also, im Gegensatz zu den  
sin aufgenommen haben, und daß sie also, im Gegensatz zu den  
übrigen Sekretgranulationen der Nierenzellen, basophil reagieren.  
übrigen Sekretgranulationen der Nierenzellen, basophil reagieren.  


Es kann deshalb darüber kein Zweifel obwalten, daß diese binnen-
Es kann deshalb darüber kein Zweifel obwalten, daß diese binnenzelligen Kanälchen in irgend einem Zusammenhange mit dem Stoffwechsel der Drüsenzelle stehen, und daß sie — näher bestimmt —  
zelligen Kanälchen in irgend einem Zusammenhange mit dem Stoff-
wechsel der Drüsenzelle stehen, und daß sie — näher bestimmt —  




Line 24,631: Line 22,024:




der Sekretion dienen, und zwar wie eine Art binnenzellige Sekret-
der Sekretion dienen, und zwar wie eine Art binnenzellige Sekretkapillare.  
kapillare.  


Daß diese Kanälchen nicht infolge einer Kollabierung der frag-
Daß diese Kanälchen nicht infolge einer Kollabierung der fraglichen Zellen entstehen können, wobei die ursprüngliche Cuticula sich  
lichen Zellen entstehen können, wobei die ursprüngliche Cuticula sich  
in das Protoplasma hineinsenken und die Wand des Kanälchens bilden  
in das Protoplasma hineinsenken und die Wand des Kanälchens bilden  
sollte, worauf ihre tinktoriellen Eigenschaften vielleicht einigermaßen  
sollte, worauf ihre tinktoriellen Eigenschaften vielleicht einigermaßen  
Line 24,642: Line 22,033:
Gegenteil wollen wir die Aufmerksamkeit darauf richten, daß die  
Gegenteil wollen wir die Aufmerksamkeit darauf richten, daß die  
Zellen so stark aufgetrieben sind, daß sowohl ihre lateralen als ihre  
Zellen so stark aufgetrieben sind, daß sowohl ihre lateralen als ihre  
basalen Begrenzungen stark konvex hervortreten ; die übrigen Drüsen-
basalen Begrenzungen stark konvex hervortreten ; die übrigen Drüsenzellen, die der Lage nach den Prinzipalzellen des Magens entsprechen  
zellen, die der Lage nach den Prinzipalzellen des Magens entsprechen  
sollten, müssen Platz für die an Belegzellen erinnernden Zellen  
sollten, müssen Platz für die an Belegzellen erinnernden Zellen  
machen. Außerdem ist es unmöglich, in dieser Weise die Entstehung  
machen. Außerdem ist es unmöglich, in dieser Weise die Entstehung  
Line 24,649: Line 22,039:


Daß diese Zellen als im Dienste des Harnapparates stehend und  
Daß diese Zellen als im Dienste des Harnapparates stehend und  
keinem anderen Organsysteme, das in die Bildung der Urniere ein-
keinem anderen Organsysteme, das in die Bildung der Urniere eingeht, gehörend aufgefaßt werden müssen, geht daraus hervor, daß man  
geht, gehörend aufgefaßt werden müssen, geht daraus hervor, daß man  
in längsgeschnittenen Nierenkanälen hin und wieder beobachten kann,  
in längsgeschnittenen Nierenkanälen hin und wieder beobachten kann,  
wie es in einem Teile des Kanales mit Sekretkapillaren ausgestattete  
wie es in einem Teile des Kanales mit Sekretkapillaren ausgestattete  
Zellen, in einem anderen Teile desselben dagegen gewöhnliche Nieren-
Zellen, in einem anderen Teile desselben dagegen gewöhnliche Nierenzellen mit Stäbchensaum und Basalfilamenten gibt.  
zellen mit Stäbchensaum und Basalfilamenten gibt.  


Man kann keine größere Verschiedenheit der Struktur zwischen  
Man kann keine größere Verschiedenheit der Struktur zwischen  
Line 24,670: Line 22,058:
hinweisen, daß wir in den Nieren  
hinweisen, daß wir in den Nieren  
einiger Frösche die binnenzelligen  
einiger Frösche die binnenzelligen  
Kanälchen kolossal stark, ballon-
Kanälchen kolossal stark, ballonähnlich aufgetrieben gefunden  
ähnlich aufgetrieben gefunden  
haben (Fig. 6). Die Ablagerung er
haben (Fig. 6). Die Ablagerung er-
 
gastischer Bestandteile neben den Ballons ist dann sehr groß. Die  
gastischer Bestandteile neben den Ballons ist dann sehr groß. Die  
Ballons, die auffallend an Bildungen erinnern, welche von Rina und  
Ballons, die auffallend an Bildungen erinnern, welche von Rina und  
Line 24,687: Line 22,073:


AcHiLLE Monti in den Belegzellen des Magens bei Arctomys marmotta  
AcHiLLE Monti in den Belegzellen des Magens bei Arctomys marmotta  
im Winterschlafe beobachtet wurden ^), und welche von ihnen als diver-
im Winterschlafe beobachtet wurden ^), und welche von ihnen als divertikelartige Ausstülpungen des Lumens gedeutet worden sind, können  
tikelartige Ausstülpungen des Lumens gedeutet worden sind, können  
doch kaum in ähnlicher Weise erklärt werden, teils weil sie durch  
doch kaum in ähnlicher Weise erklärt werden, teils weil sie durch  
epicelluläre Sekretkapillaren münden können, teils wegen der starken  
epicelluläre Sekretkapillaren münden können, teils wegen der starken  
Line 24,712: Line 22,097:
Arbeit über Drüsen der menschlichen Regio respiratoria generell von  
Arbeit über Drüsen der menschlichen Regio respiratoria generell von  
der Verwendung der Deckleisten (Kittleisten) als Kriterium für die  
der Verwendung der Deckleisten (Kittleisten) als Kriterium für die  
Lage der Sekretkanälchen (Sekretkapillaren) schreibt: „Das Vor-
Lage der Sekretkanälchen (Sekretkapillaren) schreibt: „Das Vorhandensein von Kittleisten bei den intercellular gelegenen Sekretkapillaren und das Fehlen derselben bei den intracellular gelegeneu  
handensein von Kittleisten bei den intercellular gelegenen Sekret-
kapillaren und das Fehlen derselben bei den intracellular gelegeneu  
ist von Braus 2) zuerst erwähnt" (1. c. p. 237 Anm.). Obgleich dann  
ist von Braus 2) zuerst erwähnt" (1. c. p. 237 Anm.). Obgleich dann  
der ZiMMERMANNSchen Arbeit aus dem Jahre 1898 ^) vollkommen  
der ZiMMERMANNSchen Arbeit aus dem Jahre 1898 ^) vollkommen  
richtig das Verdienst zugeschrieben wird, die Deckleisten als difieren-
richtig das Verdienst zugeschrieben wird, die Deckleisten als difierentialdiagnostisches Merkmal für die Lage der Sekretkanälchen „aufgestellt und ausführhch begründet" zu haben, so wird doch durch die  
tialdiagnostisches Merkmal für die Lage der Sekretkanälchen „aufge-
stellt und ausführhch begründet" zu haben, so wird doch durch die  
Erwähnung meines Namens in der angegebenen Weise, die auf einem  
Erwähnung meines Namens in der angegebenen Weise, die auf einem  
Versehen beruht, dem Rechte K. W. Zimmermanns auf die Entdeckung  
Versehen beruht, dem Rechte K. W. Zimmermanns auf die Entdeckung  
Line 24,726: Line 22,107:




1) Le ghiandole gastriche delle Marmotte, durante 11 letargo in-
1) Le ghiandole gastriche delle Marmotte, durante 11 letargo invernale e l'attivitä estiva. Ricerche Lab. Anat. della R. Univ. di Roma  
vernale e l'attivitä estiva. Ricerche Lab. Anat. della R. Univ. di Roma  
e altri Lab. BioL, Vol. 9, 1902, Pasc. 2/3.  
e altri Lab. BioL, Vol. 9, 1902, Pasc. 2/3.  


Line 24,740: Line 22,120:
369  
369  


die Deckleisten gar nicht berührende Reklamation meinerseits ^) gegen-
die Deckleisten gar nicht berührende Reklamation meinerseits ^) gegenüber K. W. Zimmermann, welche die Lage von Sekretkanälchen betrifft, infolge ihrer Kürze Anlaß zu einer mißverständlichen Auffassung  
über K. W. Zimmermann, welche die Lage von Sekretkanälchen be-
trifft, infolge ihrer Kürze Anlaß zu einer mißverständlichen Auffassung  
geben könnte (obgleich ich nicht weiß und behaupten will, daß die  
geben könnte (obgleich ich nicht weiß und behaupten will, daß die  
irrtümliche Angabe im vorliegenden Fall so entstanden ist), so sei es  
irrtümliche Angabe im vorliegenden Fall so entstanden ist), so sei es  
mir gestattet, kurz auseinanderzusetzen, welche Kriterien uns  
mir gestattet, kurz auseinanderzusetzen, welche Kriterien uns  
in zweifelhaften Fällen über die Lage von Sekretkanäl-
in zweifelhaften Fällen über die Lage von Sekretkanälchen 2) zu den begrenzenden Zellen (zwischen- oder binnenzellige Lage) eine sichere Entscheidung gestatten, um dabei über die  
chen 2) zu den begrenzenden Zellen (zwischen- oder binnen-
zellige Lage) eine sichere Entscheidung gestatten, um dabei über die  
Prioritätsfrage zu berichten. Denn wie wohl alle, welche sich auf  
Prioritätsfrage zu berichten. Denn wie wohl alle, welche sich auf  
Grund der Arbeit K. W. Zimmermanns mit Drüsenstudien nach dessen  
Grund der Arbeit K. W. Zimmermanns mit Drüsenstudien nach dessen  
Line 24,759: Line 22,135:
mikroskopischen Bild unterscheiden zwischen solchen Kanälchen, welche  
mikroskopischen Bild unterscheiden zwischen solchen Kanälchen, welche  
in Längsschnitt, und solchen, welche im Querschnitt (sei es  
in Längsschnitt, und solchen, welche im Querschnitt (sei es  
in realen oder optischen Schnitten) zu sehen sind. Ein sicheres Merk-
in realen oder optischen Schnitten) zu sehen sind. Ein sicheres Merkmal für die Bestimmung der Lage der letzteren, für die Frage also,  
mal für die Bestimmung der Lage der letzteren, für die Frage also,  
ob ein Kanälchen -Querschnitt im konkreten Fall binnen- oder  
ob ein Kanälchen -Querschnitt im konkreten Fall binnen- oder  
zwischenzellig liege, war schon vor Erscheinen der Arbeit Zimmer-
zwischenzellig liege, war schon vor Erscheinen der Arbeit Zimmermanns und vor der Einführung des Deckleistennachweises für diese  
manns und vor der Einführung des Deckleistennachweises für diese  
Frage bekannt. Denn ein solcher Querschnitt (oder bei gewundenen  
Frage bekannt. Denn ein solcher Querschnitt (oder bei gewundenen  
Kanälchen die entsprechende Mehrzahl von Schräg- und Querschnitten)  
Kanälchen die entsprechende Mehrzahl von Schräg- und Querschnitten)  
Line 24,783: Line 22,157:
der Leberhistologie und für den Anfänger so häufig Verwechslung mit  
der Leberhistologie und für den Anfänger so häufig Verwechslung mit  
Blutgefäßkapillaren hervorruft, zumal wenn in der Kürze nur „Kapillaren"  
Blutgefäßkapillaren hervorruft, zumal wenn in der Kürze nur „Kapillaren"  
gesagt wird, im Kolleg schon seit längerer Zeit den Ausdruck „Sekret-
gesagt wird, im Kolleg schon seit längerer Zeit den Ausdruck „Sekretkanälchen" (Gallenkanälchen) vor, der wohl in jeder Beziehung den  
kanälchen" (Gallenkanälchen) vor, der wohl in jeder Beziehung den  
Vorzug verdient.  
Vorzug verdient.  


Line 24,806: Line 22,179:
zur Erläuterung dienen, dokumentieren die völlige Identität unserer  
zur Erläuterung dienen, dokumentieren die völlige Identität unserer  
beiderseitigen Argumentation. Da bis zu jener Zeit vielfach auf Bilder  
beiderseitigen Argumentation. Da bis zu jener Zeit vielfach auf Bilder  
von Längsansichten von Sekretkanälchen hin, welche ohne Berück-
von Längsansichten von Sekretkanälchen hin, welche ohne Berücksichtigung der Deckleisten häufig gar keine sichere Entscheidung über  
sichtigung der Deckleisten häufig gar keine sichere Entscheidung über  
die Lage der Kanälchen zu den Zellen gestatten (s. w. u.), ein irrtümlicher Schluß gezogen, die kritische Bedeutung der Querschnitte  
die Lage der Kanälchen zu den Zellen gestatten (s. w. u.), ein irrtüm-
licher Schluß gezogen, die kritische Bedeutung der Querschnitte  
aber vernachlässigt worden war i), so war hier fester Boden unter den  
aber vernachlässigt worden war i), so war hier fester Boden unter den  
Füßen gewonnen.  
Füßen gewonnen.  
Line 24,815: Line 22,186:
Durch K. W. Zimmermann (1898, p. 560) wurde nun für die  
Durch K. W. Zimmermann (1898, p. 560) wurde nun für die  
Querschnitte der Kanälchen als weiteres, ergänzendes Merkmal ihrer  
Querschnitte der Kanälchen als weiteres, ergänzendes Merkmal ihrer  
Lage das Vorhandensein oder Fehlen von Querschnitten der Deck-
Lage das Vorhandensein oder Fehlen von Querschnitten der Deckleisten zuerst eingeführt. Betrachtet man das körperliche Schema  
leisten zuerst eingeführt. Betrachtet man das körperliche Schema  
Zimmermanns von dem Verhalten der Deckleisten zweier Drüsenzellen  
Zimmermanns von dem Verhalten der Deckleisten zweier Drüsenzellen  
zu dem zwischenzellig verlaufenden Sekretkanälchen (teilweise repro-
zu dem zwischenzellig verlaufenden Sekretkanälchen (teilweise reproduziert in Fig. 3), so ist es klar, daß ein Querschnitt durch ein  
duziert in Fig. 3), so ist es klar, daß ein Querschnitt durch ein  
Kanälchen dieser Art zu entgegengesetzten Seiten je einen schwarzen  
Kanälchen dieser Art zu entgegengesetzten Seiten je einen schwarzen  
Punkt (den Querschnitt der Deckleiste) aufweisen muß (Fig. 4). Bei  
Punkt (den Querschnitt der Deckleiste) aufweisen muß (Fig. 4). Bei  
Line 24,828: Line 22,197:
für die Leber des Proteus eine binnenzellige Lage der Gallenkanälchen  
für die Leber des Proteus eine binnenzellige Lage der Gallenkanälchen  
angegeben hatte, durch Benutzung jenes Argumentes fest, daß hier und  
angegeben hatte, durch Benutzung jenes Argumentes fest, daß hier und  
bei allen Amphibien, die ich untersuchte, die Kanälchen nur zwischen-
bei allen Amphibien, die ich untersuchte, die Kanälchen nur zwischenzellig liegen. Gegen R. Krause wendet sich auch K. W. Zimmermann.  
zellig liegen. Gegen R. Krause wendet sich auch K. W. Zimmermann.  
Da ihm dabei meine bereits vorliegende Arbeit entgangen war, wies  
Da ihm dabei meine bereits vorliegende Arbeit entgangen war, wies  
ich in der oben citierten Abhandlung (1900) bei gegebener Gelegenheit  
ich in der oben citierten Abhandlung (1900) bei gegebener Gelegenheit  
kurz darauf hin. Von Deck- oder Kittleisten ist an der Stelle aus-
kurz darauf hin. Von Deck- oder Kittleisten ist an der Stelle ausdrücklich gesagt, daß sie für die ganze Lokalisationsfrage der Sekretkanälchen keinen absolut notwendigen Faktor bedeuten, ja ich konnte  
drücklich gesagt, daß sie für die ganze Lokalisationsfrage der Sekret-
kanälchen keinen absolut notwendigen Faktor bedeuten, ja ich konnte  
sie damals bei dem betreffenden Objekt (der CowPERSchen Drüse) nicht  
sie damals bei dem betreffenden Objekt (der CowPERSchen Drüse) nicht  
finden, obgleich sie (im Text s. w. u.) wohl vorhanden sind.  
finden, obgleich sie (im Text s. w. u.) wohl vorhanden sind.  
Line 24,844: Line 22,210:




einem Querschnitt durch ein binnenzelliges Kanälchen, welches natür-
einem Querschnitt durch ein binnenzelliges Kanälchen, welches natürlich nicht von Deckleisten begleitet wird, kann dies nie der Fall sein.  
lich nicht von Deckleisten begleitet wird, kann dies nie der Fall sein.  
In der Praxis ist dieses Merkmal nun außerordentlich wertvoll, weil bei distinkter Färbung die Querschnitte der  
In der Praxis ist dieses Merk-
mal nun außerordentlich wert-
voll, weil bei distinkter Fär-
bung die Querschnitte der  
Deckleisten sehr klar und oft  
Deckleisten sehr klar und oft  
schon bei Vergrößerungen her-
schon bei Vergrößerungen her
 




Fig. 3. Körperliches Schema  
Fig. 3. Körperliches Schema  
zweier Cylinderzellen mit zwischen-
zweier Cylinderzellen mit zwischenzelligen Sekretkanälchen. Die Deckleisten sind dui'ch dicke schwarze  
zelligen Sekretkanälchen. Die Deck-
leisten sind dui'ch dicke schwarze  
Linien wiedergegeben. Nach K. W.  
Linien wiedergegeben. Nach K. W.  
Zimmermann 1. c. p. 558, Fig. i.  
Zimmermann 1. c. p. 558, Fig. i.  
Line 24,880: Line 22,239:


vortreten, bei welchen die Zellwände nicht deutlich gesehen werden  
vortreten, bei welchen die Zellwände nicht deutlich gesehen werden  
können. Namentlich wenn mehrere Zellen das Sekretkanälchen be-
können. Namentlich wenn mehrere Zellen das Sekretkanälchen begrenzen, ermöglichen die dann natürlich in entsprechender Mehrzahl vorhandenen schwarzen Pünktchen eine leichte Orientierung.  
grenzen, ermöglichen die dann natürlich in entsprechender Mehr-
zahl vorhandenen schwarzen Pünktchen eine leichte Orientierung.  
Es mag auch vorkommen, wie schon Zimmermann hervorhob, daß  
Es mag auch vorkommen, wie schon Zimmermann hervorhob, daß  
in Fällen, wo die Zellgrenzen gar nicht zu sehen sind, jene Deck-
in Fällen, wo die Zellgrenzen gar nicht zu sehen sind, jene Deckleistenquerschnitte das einzige Argument für die Lagebestimmung  
leistenquerschnitte das einzige Argument für die Lagebestimmung  
der Kanälchen bilden. Aber dies wird jedenfalls zu den Seltenheiten gehören. Ja, es könnte der Fall eintreten, obgleich etwas derartiges, soviel ich weiß, bis jetzt überhaupt noch nicht beobachtet  
der Kanälchen bilden. Aber dies wird jedenfalls zu den Selten-
ist, daß bei solchen Querschnitten von Kanälchen, welche dem Kriterium der Zellwände nach binnenzellig liegen, doch Kittleistenquerschnitte vorhanden wären. Es wäre damit erst möglich, die bis  
heiten gehören. Ja, es könnte der Fall eintreten, obgleich etwas der-
artiges, soviel ich weiß, bis jetzt überhaupt noch nicht beobachtet  
ist, daß bei solchen Querschnitten von Kanälchen, welche dem Kri-
terium der Zellwände nach binnenzellig liegen, doch Kittleisten-
querschnitte vorhanden wären. Es wäre damit erst möglich, die bis  
jetzt ganz vage Behauptung mancher Autoren, daß die Zellwände  
jetzt ganz vage Behauptung mancher Autoren, daß die Zellwände  
zwischen benachbarten Drüsenzellen eingeschmolzen werden und ver-
zwischen benachbarten Drüsenzellen eingeschmolzen werden und vergehen könnten, wirklich zu begründen und das Deckleistenargument  
gehen könnten, wirklich zu begründen und das Deckleistenargument  
für die Vorgeschichte des Drüsenbaues (phylogenetisch) zu verwenden.  
für die Vorgeschichte des Drüsenbaues (phylogenetisch) zu ver-
wenden.  


Andererseits gelingt es aber nicht immer, die Deckleisten distinkt  
Andererseits gelingt es aber nicht immer, die Deckleisten distinkt  
Line 24,902: Line 22,252:
und zwar bei an sich guten Methoden an zu spätem Eindringen der  
und zwar bei an sich guten Methoden an zu spätem Eindringen der  
Fixierungsflüssigkeit in das zu untersuchende Epithel. In solchen  
Fixierungsflüssigkeit in das zu untersuchende Epithel. In solchen  
Fällen ist dann die genaue Beachtung der Lage von Kanälchen-
Fällen ist dann die genaue Beachtung der Lage von Kanälchenquerschnitten zu den Zellwänden das einzige zur Verfügung stehende,  
querschnitten zu den Zellwänden das einzige zur Verfügung stehende,  
aber auch völlig ausreichende Mittel zum Nachweis der binnen- oder  
aber auch völlig ausreichende Mittel zum Nachweis der binnen- oder  


Line 24,910: Line 22,259:
372  
372  


zwischenzelligen Lage. Ich halte es deshalb für das zu allge-
zwischenzelligen Lage. Ich halte es deshalb für das zu allgemeinerer Verwendung fähige Merkmal von den beiden.  
meinerer Verwendung fähige Merkmal von den beiden.  


Denn wie launisch die Deckleisten sein können, lehrte mich, um  
Denn wie launisch die Deckleisten sein können, lehrte mich, um  
ein Beispiel anzuführen, Material von der CowPERSchen Drüse des  
ein Beispiel anzuführen, Material von der CowPERSchen Drüse des  
Menschen (vergl. meine oben citierte Arbeit 1900). Von einem Hin-
Menschen (vergl. meine oben citierte Arbeit 1900). Von einem Hingerichteten wurde die Pars membranacea urethrae nebst Bulbus und  
gerichteten wurde die Pars membranacea urethrae nebst Bulbus und  
Muse, bulbocavernosus in ZENKERSche Flüssigkeit gelegt. Obgleich ein  
Muse, bulbocavernosus in ZENKERSche Flüssigkeit gelegt. Obgleich ein  
Querschnitt die Drüse durchtrennt und der Fixierungsflüssigkeit so-
Querschnitt die Drüse durchtrennt und der Fixierungsflüssigkeit sofortigen Zutritt verschafft hatte und auch die Erhaltung des Organs  
fortigen Zutritt verschafft hatte und auch die Erhaltung des Organs  
eine vortreffliche zu sein schien, gelang es doch nicht, Deckleisten  
eine vortreffliche zu sein schien, gelang es doch nicht, Deckleisten  
nachzuweisen. Ich hielt deshalb die Möglichkeit nicht für ausge-
nachzuweisen. Ich hielt deshalb die Möglichkeit nicht für ausgeschlossen, daß überhaupt solche nicht vorhanden seien; denn bei  
schlossen, daß überhaupt solche nicht vorhanden seien; denn bei  
Darmpräparaten desselben Hingerichteten gelang die Tinktion der  
Darmpräparaten desselben Hingerichteten gelang die Tinktion der  
Deckleisten sehr gut und leicht. Trotzdem muß wohl die Zeit, welche  
Deckleisten sehr gut und leicht. Trotzdem muß wohl die Zeit, welche  
zwischen dem Tode des Justifizierten und der Entnahme des Präparates  
zwischen dem Tode des Justifizierten und der Entnahme des Präparates  
verstrich und welche wegen der eingehaltenen Reihenfolge bei Ver-
verstrich und welche wegen der eingehaltenen Reihenfolge bei Verarbeitung der Organe fast 3 Stunden betrug, ungeachtet der Einhüllung der Leiche in heiße Tücher genügt haben, um die Drüse so weit  
arbeitung der Organe fast 3 Stunden betrug, ungeachtet der Ein-
hüllung der Leiche in heiße Tücher genügt haben, um die Drüse so weit  
zu verändern, daß speziell die ZENKERSche Flüssigkeit die Deckleisten  
zu verändern, daß speziell die ZENKERSche Flüssigkeit die Deckleisten  
nicht mehr zu fixieren vermochte. Seitdem habe ich bei einer Hin-
nicht mehr zu fixieren vermochte. Seitdem habe ich bei einer Hinrichtung abermals ein Präparat von der CowPERschen Drüse in derselben Weise gewonnen, nur mit der Modifikation, daß statt der  
richtung abermals ein Präparat von der CowPERschen Drüse in der-
selben Weise gewonnen, nur mit der Modifikation, daß statt der  
ZENKERSchen Flüssigkeit Formolalkohol (5 ccm Formol auf 95 ccm  
ZENKERSchen Flüssigkeit Formolalkohol (5 ccm Formol auf 95 ccm  
50-proz. Alkohols) benutzt wurde. Obgleich auch in diesem Fall  
50-proz. Alkohols) benutzt wurde. Obgleich auch in diesem Fall  
aus demselben Grunde wie früher 2^2 Stunden nach der Decapitatio  
aus demselben Grunde wie früher 2^2 Stunden nach der Decapitatio  
verstrichen, bevor das Präparat dem Leichnam entnommen und in die  
verstrichen, bevor das Präparat dem Leichnam entnommen und in die  
Flüssigkeit gelegt wurde, ließen sich doch mit HEiDENHAiNschem Eisen-
Flüssigkeit gelegt wurde, ließen sich doch mit HEiDENHAiNschem Eisenhämatoxylin Deckleisten sehr leicht und sehr scharf darstellen, so daß  
hämatoxylin Deckleisten sehr leicht und sehr scharf darstellen, so daß  
an ihrem Vorhandensein in der CowPERSchen Drüse des Menschen kein  
an ihrem Vorhandensein in der CowPERSchen Drüse des Menschen kein  
Zweifel mehr sein kann. Die rein zwischenzeliige Lage der Sekret-
Zweifel mehr sein kann. Die rein zwischenzeliige Lage der Sekretkanälchen, welche an den früheren Präparaten ohne Deckleistenfärbung  
kanälchen, welche an den früheren Präparaten ohne Deckleistenfärbung  
bereits festgestellt war, ließ sich an den neuen Schnitten ausnahmslos  
bereits festgestellt war, ließ sich an den neuen Schnitten ausnahmslos  
bestätigen.  
bestätigen.  
Line 24,951: Line 22,290:
Zellen, oder blickt man (für den Fall, daß sie flächenständig sind) so  
Zellen, oder blickt man (für den Fall, daß sie flächenständig sind) so  
auf dieselben, daß die betreffende Zellenzwischenwand in der Sehachse  
auf dieselben, daß die betreffende Zellenzwischenwand in der Sehachse  
liegt, so wird man zwar meist auch an Präparaten ohne Deckleisten-
liegt, so wird man zwar meist auch an Präparaten ohne Deckleistenfärbung die Zellwände bis an die Kanälchen heran verfolgen können.  
färbung die Zellwände bis an die Kanälchen heran verfolgen können.  




Line 24,965: Line 22,303:
geben, bei welchen ohne den Nachweis der Deckleisten keine deutliche  
geben, bei welchen ohne den Nachweis der Deckleisten keine deutliche  
Beziehung zu den Zellwänden zu konstatieren ist. Es sind das bei  
Beziehung zu den Zellwänden zu konstatieren ist. Es sind das bei  
zwischenzelligen Kanälchen diejenigen Fälle, wo die Kanälchen flächen-
zwischenzelligen Kanälchen diejenigen Fälle, wo die Kanälchen flächenständig liegen und die betreffende Zellzwischenwand außerdem in die  
ständig liegen und die betreffende Zellzwischenwand außerdem in die  
Schnittebene ganz oder annähernd gefallen ist. Die Zellenwände können  
Schnittebene ganz oder annähernd gefallen ist. Die Zellenwände können  
dann infolge ihrer geringen Dicke und großen Durchsichtigkeit völlig  
dann infolge ihrer geringen Dicke und großen Durchsichtigkeit völlig  
für das Auge des Beobachters verschwinden. Man wird sich zwar da-
für das Auge des Beobachters verschwinden. Man wird sich zwar dadurch nicht irre machen lassen, wenn man sämtliche Querschnitte  
durch nicht irre machen lassen, wenn man sämtliche Querschnitte  
von Kanälchen in Berührung mit Zellwänden findet, da es sonderbar wäre,  
von Kanälchen in Berührung mit Zellwänden findet, da es sonderbar wäre,  
wenn alle etwa vorhandenen binnenzelligen Sekretkanälchen in Längs-
wenn alle etwa vorhandenen binnenzelligen Sekretkanälchen in Längsansicht und keines im Querschnitt zu sehen wäre. Aber den direkten  
ansicht und keines im Querschnitt zu sehen wäre. Aber den direkten  
Nachweis ermöglicht doch in diesem Fall nur die Darstellung der  
Nachweis ermöglicht doch in diesem Fall nur die Darstellung der  
Deckleisten. Sowie solche als feine schwarze Linien die Sekret-
Deckleisten. Sowie solche als feine schwarze Linien die Sekretkanälchen begleiten (sei es zu beiden Seiten oder an der Vorder- und  
kanälchen begleiten (sei es zu beiden Seiten oder an der Vorder- und  
Hinterfläche, vergl. Fig. 3 sowie die übrigen Schemata in Zimmermanns  
Hinterfläche, vergl. Fig. 3 sowie die übrigen Schemata in Zimmermanns  
Arbeit), so steht die zwischenzellige und, falls sie fehlen, die binnen-
Arbeit), so steht die zwischenzellige und, falls sie fehlen, die binnenzellige Lage fest, ohne daß andere Stellen des Präparates zum Vergleich  
zellige Lage fest, ohne daß andere Stellen des Präparates zum Vergleich  
herangezogen zu werden brauchten.  
herangezogen zu werden brauchten.  


Der Umstand also, daß in Drüsenpräparaten, bei welchen die  
Der Umstand also, daß in Drüsenpräparaten, bei welchen die  
Deckleisten gefärbt sind, bei jedem beliebigen Sekretkanälchen  
Deckleisten gefärbt sind, bei jedem beliebigen Sekretkanälchen  
festgestellt werden kann, ob es zwischen- oder binnenzellig Hegt, gleich-
festgestellt werden kann, ob es zwischen- oder binnenzellig Hegt, gleichgültig wie es selbst und die zunächst liegende Zellwand vom Messer  
gültig wie es selbst und die zunächst liegende Zellwand vom Messer  
getroffen ist, muß jeden Untersucher veranlassen, soweit er die nötigen  
getroffen ist, muß jeden Untersucher veranlassen, soweit er die nötigen  
Bedingungen in der Hand hat, bei Drüsenstudien diese, zugleich so  
Bedingungen in der Hand hat, bei Drüsenstudien diese, zugleich so  
Line 24,994: Line 22,326:
bestimmen. Darauf hinzuweisen, scheint mir nicht unnötig, da vielfach  
bestimmen. Darauf hinzuweisen, scheint mir nicht unnötig, da vielfach  
der Deckleistennachweis für unumgänglich notwendig gehalten wird,  
der Deckleistennachweis für unumgänglich notwendig gehalten wird,  
wenn man die Lage von Sekretkanälchen bestimmen will, eine irrtüm-
wenn man die Lage von Sekretkanälchen bestimmen will, eine irrtümliche Meinung, welche jedoch auch K. W. Zimmermann selbst (1. c.  
liche Meinung, welche jedoch auch K. W. Zimmermann selbst (1. c.  
p. 562 Anm. 1) zu teilen scheint.  
p. 562 Anm. 1) zu teilen scheint.  


Line 25,009: Line 22,340:


Einige Worte zu der Mitteilung von Kopseh: „Die Darstellung  
Einige Worte zu der Mitteilung von Kopseh: „Die Darstellung  
des Binnennetzes in spinalen Ganglienzellen und anderen Körper-
des Binnennetzes in spinalen Ganglienzellen und anderen Körperzellen mittels Osniiumsäure" ^).  
zellen mittels Osniiumsäure" ^).  


Von Prof. Dr. Emil Holmgren in Stockholm.  
Von Prof. Dr. Emil Holmgren in Stockholm.  
Line 25,023: Line 22,353:
Netzwerk, besonders an den spinalen Nervenzellen, hat darstellen  
Netzwerk, besonders an den spinalen Nervenzellen, hat darstellen  
können, das er mit dem GoLGischen, durch die Chromsilbermethode  
können, das er mit dem GoLGischen, durch die Chromsilbermethode  
hergestellten „apparato reticolare interno" vergleichen will. Er be-
hergestellten „apparato reticolare interno" vergleichen will. Er berührt dabei auch vergleichsweise ziemlich umständlich meine „Trophospongien" und „Saftkanälchen" oder „Trophospongienkanälchen". Er  
rührt dabei auch vergleichsweise ziemlich umständlich meine „Tropho-
spongien" und „Saftkanälchen" oder „Trophospongienkanälchen". Er  
findet aber dabei, daß die Vergleichung des Osmiumnetzes mit meinen  
findet aber dabei, daß die Vergleichung des Osmiumnetzes mit meinen  
Befunden sehr schwierig ist. „Die Vergleichung wird ganz besonders  
Befunden sehr schwierig ist. „Die Vergleichung wird ganz besonders  
dadurch erschwert", sagt er (p. 3), „daß dieser betriebsame Forscher"  
dadurch erschwert", sagt er (p. 3), „daß dieser betriebsame Forscher"  
(seil, ich) „in der großen Zahl seiner kleineren und größeren Mit-
(seil, ich) „in der großen Zahl seiner kleineren und größeren Mitteilungen über diesen Gegenstand seine Ansichten fortdauernd geändert hat. An die Stelle der ursprünglich gefundenen, mit einer  
teilungen über diesen Gegenstand seine Ansichten fortdauernd ge-
ändert hat. An die Stelle der ursprünglich gefundenen, mit einer  
eigenen Wand ausgestatteten „Saftkanälchen", welche ursprünglich (bei  
eigenen Wand ausgestatteten „Saftkanälchen", welche ursprünglich (bei  
Lophius) sogar Blutgefäße sein sollten, treten in der siebenten Mit-
Lophius) sogar Blutgefäße sein sollten, treten in der siebenten Mitteilung die soliden „Kapselprozesse", welche sich später als die Ausläufer von „intrakapsulären Zellen" „entpuppen" und mit dem Namen  
teilung die soliden „Kapselprozesse", welche sich später als die Aus-
läufer von „intrakapsulären Zellen" „entpuppen" und mit dem Namen  
Trophospongium belegt werden. Aus den Fäden dieses Netzes sollen  
Trophospongium belegt werden. Aus den Fäden dieses Netzes sollen  
nun durch Verflüssigung der Substanz die früher beschriebenen „Saft-
nun durch Verflüssigung der Substanz die früher beschriebenen „Saftkanälchen" entstehen, welche jedoch nicht mehr als „wahre Röhrchenbildungen" aufgefaßt werden, sondern vielmehr „den morphologischen  
kanälchen" entstehen, welche jedoch nicht mehr als „wahre Röhrchen-
bildungen" aufgefaßt werden, sondern vielmehr „den morphologischen  
Ausdruck einer gewissen Phase der stoÖ'lichen Einwirkungen der  
Ausdruck einer gewissen Phase der stoÖ'lichen Einwirkungen der  
Nervenzelle und der dazu gehörenden intrakapsulären Zellen auf-
Nervenzelle und der dazu gehörenden intrakapsulären Zellen aufeinander darstellen".  
einander darstellen".  


Selbst falls die von Kopsch gegen mich gerichteten Einwendungen  
Selbst falls die von Kopsch gegen mich gerichteten Einwendungen  
Line 25,050: Line 22,371:
hat machen können, in seinem guten Rechte sein sollte, dieselbe  
hat machen können, in seinem guten Rechte sein sollte, dieselbe  
durch fortgesetzte Studien und durch von ihm selbst ausgearbeitete  
durch fortgesetzte Studien und durch von ihm selbst ausgearbeitete  
Methoden weiter zu entwickeln und zu vertiefen. Ist er ein „be-
Methoden weiter zu entwickeln und zu vertiefen. Ist er ein „betriebsamer Forscher" und liebt er seine Wissenschaft, so arbeitet  
triebsamer Forscher" und liebt er seine Wissenschaft, so arbeitet  




Line 25,063: Line 22,383:


er ununterbrochen und mit einem alles besiegenden Enthusiasmus;  
er ununterbrochen und mit einem alles besiegenden Enthusiasmus;  
und er ist ehrlich und vorurteilsfrei, falls er infolge reicherer Er-
und er ist ehrlich und vorurteilsfrei, falls er infolge reicherer Erfahrung an seiner ursprünglichen Auffassung nicht starr und einseitig festhält, sondern eventuell öffentlich dieselbe mehr oder weniger  
fahrung an seiner ursprünglichen Auffassung nicht starr und ein-
seitig festhält, sondern eventuell öffentlich dieselbe mehr oder weniger  
modifiziert, Ist er dagegen ein fauler Mensch, so produziert er weniger,  
modifiziert, Ist er dagegen ein fauler Mensch, so produziert er weniger,  
und die übrigen Forscher finden dann eine geringere Last, seine  
und die übrigen Forscher finden dann eine geringere Last, seine  
Arbeiten durchzugehen, und können deshalb dieselben leichter und  
Arbeiten durchzugehen, und können deshalb dieselben leichter und  
gewissenhafter übersehen. — Ich bewundere nicht solche Forscher, die  
gewissenhafter übersehen. — Ich bewundere nicht solche Forscher, die  
durch allerlei Advokaturen ihre einmal ausgesprochene Meinung zu ver-
durch allerlei Advokaturen ihre einmal ausgesprochene Meinung zu verteidigen suchen, wie unrichtig ihre Auflassung auch sein mag, denn  
teidigen suchen, wie unrichtig ihre Auflassung auch sein mag, denn  
solche Forscher arbeiten nicht um ihrer Wissenschaft willen, sondern  
solche Forscher arbeiten nicht um ihrer Wissenschaft willen, sondern  
in erster Reihe für ihre eigene ephemere Ehre.  
in erster Reihe für ihre eigene ephemere Ehre.  


Nun ist indessen Kopsch eigentlich nicht berechtigt gewesen, die  
Nun ist indessen Kopsch eigentlich nicht berechtigt gewesen, die  
oben citierten und andere in derselben Mitteilung eingeführten Ein-
oben citierten und andere in derselben Mitteilung eingeführten Einwendungen gegen mich zu richten ; denn dieselben sind teilweise ganz  
wendungen gegen mich zu richten ; denn dieselben sind teilweise ganz  
und gar falsch, teilweise machen sie ein ungenügendes Verständnis  
und gar falsch, teilweise machen sie ein ungenügendes Verständnis  
meiner Ideen und eine ziemlich lückenhafte sachliche Erfahrung  
meiner Ideen und eine ziemlich lückenhafte sachliche Erfahrung  
Line 25,083: Line 22,399:


In meiner Arbeit über die spinalen Nervenzellen von Lophius  
In meiner Arbeit über die spinalen Nervenzellen von Lophius  
piscatorius \) habe ich geglaubt, den FRiTSCHschen Befund von binnen-
piscatorius \) habe ich geglaubt, den FRiTSCHschen Befund von binnenzelligen Blutkapillaren konstatieren zu können; und in einem  
zelligen Blutkapillaren konstatieren zu können; und in einem  
Nachtrag derselben Arbeit habe ich unter anderem die  
Nachtrag derselben Arbeit habe ich unter anderem die  
erste Mitteilung von „Saftkanälchen" an den spinalen  
erste Mitteilung von „Saftkanälchen" an den spinalen  
Nervenzellen von Kaninchen gemacht. Aus diesen fak-
Nervenzellen von Kaninchen gemacht. Aus diesen faktischen Verhältnissen zu schließen , daß ich ursprünglich die Saftkanälchen als Blutkapillaren auflassen wollte, muß wohl als sehr  
tischen Verhältnissen zu schließen , daß ich ursprünglich die Saft-
unberechtigt betrachtet werden! Einen solchen Schluß öffentlich zu tun, ist indessen um so viel schlimmer, als ich  
kanälchen als Blutkapillaren auflassen wollte, muß wohl als sehr  
in allen meinen folgenden Arbeiten so stark wie möglich betont habe, daß eventuell vorhandene binnenzellige Blutgefäße an den Nervenzellen mit den „Saftkanälchen" absolut gar nichts gemeinsam haben können.  
unberechtigt betrachtet werden! Einen solchen Schluß öffent-
lich zu tun, ist indessen um so viel schlimmer, als ich  
in allen meinen folgenden Arbeiten so stark wie mög-
lich betont habe, daß eventuell vorhandene binnen-
zellige Blutgefäße an den Nervenzellen mit den „Saft-
kanälchen" absolut gar nichts gemeinsam haben können.  
Für eine Zusammenstellung der Blutkapillaren mit den „Saftkanälchen"  
Für eine Zusammenstellung der Blutkapillaren mit den „Saftkanälchen"  
kann Kopsch Adamkiewicz verantwortlich machen, der einen solchen  
kann Kopsch Adamkiewicz verantwortlich machen, der einen solchen  
Vergleich in der Tat eifrigst verfochten hat 2), was eine öffentliche  
Vergleich in der Tat eifrigst verfochten hat 2), was eine öffentliche  
Kontroverse zwischen mir und Adamkiewicz einmal veranlaßt hat, die  
Kontroverse zwischen mir und Adamkiewicz einmal veranlaßt hat, die  
Kopsch nicht unbekannt sein kann, da er sowohl den Adamkiewicz-
Kopsch nicht unbekannt sein kann, da er sowohl den Adamkiewiczschen fraglichen Aufsatz, als auch meine Antwort an Adamkiewicz ^)  
schen fraglichen Aufsatz, als auch meine Antwort an Adamkiewicz ^)  
in sein Litteraturverzeichnis aufgenommen hat. Ja, Kopsch kann,  
in sein Litteraturverzeichnis aufgenommen hat. Ja, Kopsch kann,  
falls es ihm gefällt, für einen solchen Vergleich auch Wallenberg  
falls es ihm gefällt, für einen solchen Vergleich auch Wallenberg  
und Edinger'^) verantwortlich machen, die besonders betont haben,  
und Edinger'^) verantwortlich machen, die besonders betont haben,  
daß die Analogie der „Saftkanälchen" und der Befunde, die Adam-
daß die Analogie der „Saftkanälchen" und der Befunde, die Adamkiewicz infolge arterieller Injektion an den Nervenzellen einmal hatte  
kiewicz infolge arterieller Injektion an den Nervenzellen einmal hatte  




Line 25,116: Line 22,423:
3) Anat. Anz., Bd. 17, p. 267.  
3) Anat. Anz., Bd. 17, p. 267.  


4) Bericht über die Leist. auf d. Geb. d. Anat. des Zentralnerven-
4) Bericht über die Leist. auf d. Geb. d. Anat. des Zentralnervensystems während der Jahre 1899 und 1900 (p. 17).  
systems während der Jahre 1899 und 1900 (p. 17).  




Line 25,143: Line 22,449:
— was auch in dem folgenden Jahre behauptet wurde ^). Es wird  
— was auch in dem folgenden Jahre behauptet wurde ^). Es wird  
dann hinzugefügt, daß diese Kanälchenwände, die sich außerhalb der  
dann hinzugefügt, daß diese Kanälchenwände, die sich außerhalb der  
Nervenzellen verfolgen lassen, indem sie unmittelbar in die Be-
Nervenzellen verfolgen lassen, indem sie unmittelbar in die Begrenzungen der extracellulären Spalten übergehen , worin sich die  
grenzungen der extracellulären Spalten übergehen , worin sich die  
Kanälchen hier und da öffnen können, auch durch die WEiGERTsche  
Kanälchen hier und da öffnen können, auch durch die WEiGERTsche  
Resorciu-Fuchsinfarbe (nach CARNOY-Konservierung) gefärbt werden  
Resorciu-Fuchsinfarbe (nach CARNOY-Konservierung) gefärbt werden  
können. Ich hatte in derselben Abhandlung auch niedere Vertebraten  
können. Ich hatte in derselben Abhandlung auch niedere Vertebraten  
und Evertebraten untersucht. Unter den ersteren hatte ich den Nerven-
und Evertebraten untersucht. Unter den ersteren hatte ich den Nervenzellen von Lophius eine erneute Untersuchung gewidmet und war  
zellen von Lophius eine erneute Untersuchung gewidmet und war  
dabei zu der Ueberzeugung gelangt, daß die Kanälchenbildungen, die  
dabei zu der Ueberzeugung gelangt, daß die Kanälchenbildungen, die  
ich früher mit Fritsch als Blutkapillaren gedeutet hatte, in der Tat  
ich früher mit Fritsch als Blutkapillaren gedeutet hatte, in der Tat  
mit Blutgefäßen nichts zu tun hätten, sondern mit den „ Saft-
mit Blutgefäßen nichts zu tun hätten, sondern mit den „ Saftkanälchen '^ zunächst zu vergleichen wären. Unter den Evertebraten  
kanälchen '^ zunächst zu vergleichen wären. Unter den Evertebraten  
hatte ich die Nervenzellen von Crustaceen untersucht und bei diesen  
hatte ich die Nervenzellen von Crustaceen untersucht und bei diesen  
Tieren ebenso unleugbar wie bei Lophius gefunden , daß die Saft-
Tieren ebenso unleugbar wie bei Lophius gefunden , daß die Saftkanälchen innerhalb kapsulärer Fortsätze, als Spalten derselben, zu  
kanälchen innerhalb kapsulärer Fortsätze, als Spalten derselben, zu  
Stande kommen. Aus den genannten Befunden an den verschiedensten  
Stande kommen. Aus den genannten Befunden an den verschiedensten  
Tieren war ich zu der Meinung gelangt, daß die „Saftkanälchen"'  
Tieren war ich zu der Meinung gelangt, daß die „Saftkanälchen"'  
eigentlich exogener Natur wären. Diese Auffassung habe ich seitdem  
eigentlich exogener Natur wären. Diese Auffassung habe ich seitdem  
in der von Kopsch als die siebente bezeichneten Mitteilung *) zu be-
in der von Kopsch als die siebente bezeichneten Mitteilung *) zu begründen versucht. Ich war zu der Meinung gelangt, daß die Nervenzellen durch „Kapselfortsätze", durch strangförmige Gebilde exogener  
gründen versucht. Ich war zu der Meinung gelangt, daß die Nerven-
zellen durch „Kapselfortsätze", durch strangförmige Gebilde exogener  
Natur netzförmig durchsetzt sein sollten, innerhalb welcher die  
Natur netzförmig durchsetzt sein sollten, innerhalb welcher die  
„Saftkanälchen" sich entwickelten. — So bekam ich zur Untersuchung  
„Saftkanälchen" sich entwickelten. — So bekam ich zur Untersuchung  
Schlundganglien von Helix pomatia^), wo ein Hineindringen von exo-
Schlundganglien von Helix pomatia^), wo ein Hineindringen von exogenen strangförmigen Bildungen, die sich miteinander netzförmig vereinigen können, auf das deutlichste wahrnehmbar war, selbst nach  
genen strangförmigen Bildungen, die sich miteinander netzförmig ver-
einigen können, auf das deutlichste wahrnehmbar war, selbst nach  




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377  
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den einfachsten Behandlungsmethoden. Auch an diesen „Kapsel-
den einfachsten Behandlungsmethoden. Auch an diesen „Kapselfortsätzen" lassen sich sehr leicht Flüssigkeiten führende Spalten  
fortsätzen" lassen sich sehr leicht Flüssigkeiten führende Spalten  
nachweisen. Es war ganz auffallend, daß diese exogenen Strangnetze  
nachweisen. Es war ganz auffallend, daß diese exogenen Strangnetze  
oft als Ausläufer multipolar gestalteter Stützelemente aufgefaßt werden  
oft als Ausläufer multipolar gestalteter Stützelemente aufgefaßt werden  
mußten. Ich stellte dann diese exquisiten Bilder von Helix an die  
mußten. Ich stellte dann diese exquisiten Bilder von Helix an die  
Seite der Bilder, die ich durch eine besondere, von mir selbst aus-
Seite der Bilder, die ich durch eine besondere, von mir selbst ausgearbeitete Methode an den Nervenzellen höherer Vertebraten (Mammalien) bekommen hatte ^). Da ich nämlich schon frühzeitig bei meinen  
gearbeitete Methode an den Nervenzellen höherer Vertebraten (Mamma-
lien) bekommen hatte ^). Da ich nämlich schon frühzeitig bei meinen  
Studien über die „Saftkanälchen" der Nervenzellen zu der Ansicht  
Studien über die „Saftkanälchen" der Nervenzellen zu der Ansicht  
gekommen war, daß diese Kanälchen auch bei höheren Vertebraten in  
gekommen war, daß diese Kanälchen auch bei höheren Vertebraten in  
Line 25,203: Line 22,498:
Trichlor- Essigsäure und nachherige Färbung mit der verdünnten  
Trichlor- Essigsäure und nachherige Färbung mit der verdünnten  
Resorcin-Fuchsinfarbe sehr vorteilhaft war. Diese Methode habe ich  
Resorcin-Fuchsinfarbe sehr vorteilhaft war. Diese Methode habe ich  
später sehr verbessert dadurch, daß ich anstatt der Trichlor-Essig-
später sehr verbessert dadurch, daß ich anstatt der Trichlor-Essigsäure Trichlor-Milchsäure benutzt habe^). An der Hand der Bilder,  
säure Trichlor-Milchsäure benutzt habe^). An der Hand der Bilder,  
die ich durch diese bisher für den fraglichen Zweck unübertroffene  
die ich durch diese bisher für den fraglichen Zweck unübertroffene  
Methode bekam, wobei ich fand, teils daß die „Saftkanälchen" wie  
Methode bekam, wobei ich fand, teils daß die „Saftkanälchen" wie  
Line 25,216: Line 22,510:
war ich zu der Ueberzeugung gekommen, daß die „Saftkanälchen"  
war ich zu der Ueberzeugung gekommen, daß die „Saftkanälchen"  
nicht gut, wie ich früher und mit mir andere Forscher angenommen  
nicht gut, wie ich früher und mit mir andere Forscher angenommen  
hatten, als ein lymphatisches Drainagesystem der Nervenzellen aufge-
hatten, als ein lymphatisches Drainagesystem der Nervenzellen aufgefaßt werden könnten, sondern „den morphologischen Ausdruck einer  
faßt werden könnten, sondern „den morphologischen Ausdruck einer  
gewissen Phase der stofflichen Einwirkungen der Nervenzelle und der  
gewissen Phase der stofflichen Einwirkungen der Nervenzelle und der  
dazu gehörenden" multipolaren Zellen aufeinander darstellten ^). —  
dazu gehörenden" multipolaren Zellen aufeinander darstellten ^). —  
Daß ich die fraglichen kanälchenbildenden „Kapselfortsätze" Tropho-
Daß ich die fraglichen kanälchenbildenden „Kapselfortsätze" Trophospongien der Nervenzelle genannt habe, bedeutet wohl kaum eine  
spongien der Nervenzelle genannt habe, bedeutet wohl kaum eine  
Aenderung in meinen sachlichen Vorstellungen. — Daß meine oben  
Aenderung in meinen sachlichen Vorstellungen. — Daß meine oben  
erwähnte Methode für die Trophospongien ganz spezifisch ist, geht  
erwähnte Methode für die Trophospongien ganz spezifisch ist, geht  
auch daraus in deutlicher Weise hervor, daß ich durch diese Methode  
auch daraus in deutlicher Weise hervor, daß ich durch diese Methode  
die Trophospongien auch innerhalb anderer Zellarten sehr gut habe  
die Trophospongien auch innerhalb anderer Zellarten sehr gut habe  
darstellen können^). Kopsch hat übrigens diese meine Methode (ob-
darstellen können^). Kopsch hat übrigens diese meine Methode (ob
 




Line 25,253: Line 22,544:
meine oben berichteten und — soweit ich selbst sehen kann —  
meine oben berichteten und — soweit ich selbst sehen kann —  
methodisch und konsequent durchgeführten Studien Veranlassung zu  
methodisch und konsequent durchgeführten Studien Veranlassung zu  
finden, ein tadelndes Urteil auszusprechen ? Selbst falls meine Ergeb-
finden, ein tadelndes Urteil auszusprechen ? Selbst falls meine Ergebnisse sich in einer oder anderer Hinsicht als nicht ganz richtig erweisen sollten — was jedoch Kopsch aus seinen vorgelegten eigenen  
nisse sich in einer oder anderer Hinsicht als nicht ganz richtig er-
weisen sollten — was jedoch Kopsch aus seinen vorgelegten eigenen  
Studien unmöglich abmachen kann — , so ist Kopsch nicht berechtigt  
Studien unmöglich abmachen kann — , so ist Kopsch nicht berechtigt  
gewesen, in der vorliegenden Frage mir eine schwankende Haltung  
gewesen, in der vorliegenden Frage mir eine schwankende Haltung  
Line 25,261: Line 22,550:
mir schon frühzeitig vorgeschwebt hat, die ich dann nicht zu verlassen  
mir schon frühzeitig vorgeschwebt hat, die ich dann nicht zu verlassen  
oder umzuwerfen, sondern zu erweitern und zu vertiefen versucht  
oder umzuwerfen, sondern zu erweitern und zu vertiefen versucht  
habe, und die ich, je reicher meine Erfahrung wird, immer besser be-
habe, und die ich, je reicher meine Erfahrung wird, immer besser begründet finde.  
gründet finde.  


Was nun die KopscHSchen Befunde von durch Osmiumsäure  
Was nun die KopscHSchen Befunde von durch Osmiumsäure  
Line 25,272: Line 22,560:
betont) sehr oft aus Körnchen aufgebaut zu sein scheinen; denn die  
betont) sehr oft aus Körnchen aufgebaut zu sein scheinen; denn die  
„Trophospongien" sind an den höheren Tieren in der Regel körnig.  
„Trophospongien" sind an den höheren Tieren in der Regel körnig.  
Soweit ich weiß, ist ein körniges Aussehen für den „apparato reti-
Soweit ich weiß, ist ein körniges Aussehen für den „apparato reticolare" nicht charakteristisch. Die mit Chromsilber gefärbten GolgiNetze, die ich selbst besitze, zeigen nicht die geringste Andeutung  
colare" nicht charakteristisch. Die mit Chromsilber gefärbten Golgi-
Netze, die ich selbst besitze, zeigen nicht die geringste Andeutung  
einer körnigen Zusammensetzung. — Nun ist indessen Kopsch der  
einer körnigen Zusammensetzung. — Nun ist indessen Kopsch der  
Meinung, daß sowohl die „Trophospongien" als die Osmiumnetze mit  
Meinung, daß sowohl die „Trophospongien" als die Osmiumnetze mit  
den GoLGi-Netzen identisch sein sollen, und er stützt sich bei dieser  
den GoLGi-Netzen identisch sein sollen, und er stützt sich bei dieser  
Auffassung darauf, daß weder die Osmiumnetze noch die „Tropho-
Auffassung darauf, daß weder die Osmiumnetze noch die „Trophospongien" die Oberfläche der Nervenzellen erreichen können, sondern  
spongien" die Oberfläche der Nervenzellen erreichen können, sondern  
immer, ohne Ausnahme, nur das Endoplasma occupieren ; also in  
immer, ohne Ausnahme, nur das Endoplasma occupieren ; also in  
völliger Uebereinstimmung mit den Angaben von Golgi und Veratti  
völliger Uebereinstimmung mit den Angaben von Golgi und Veratti  
in betreff' der Chromsilbernetze. Was die „Trophospongien"  
in betreff' der Chromsilbernetze. Was die „Trophospongien"  
betrifft, ist indessen diese KopscHsche Meinung durch-
betrifft, ist indessen diese KopscHsche Meinung durchaus unrichtig. Daran muß ich absolut festhalten; denn  
aus unrichtig. Daran muß ich absolut festhalten; denn  
ich glaube mehr meinen eigenen Augen als den KopscHschen Behauptungen. Desgleichen scheint mir Kopsch nicht besonders objektiv zu sein,  
ich glaube mehr meinen eigenen Augen als den KopscHschen Behaup-
tungen. Desgleichen scheint mir Kopsch nicht besonders objektiv zu sein,  
da er bei seinem angestellten Vergleich zwischen den GoLGi-Netzeu und  
da er bei seinem angestellten Vergleich zwischen den GoLGi-Netzeu und  
seinen Osraiumnetzen die von Retzius^), mir-) und Smirnow^) herge-
seinen Osraiumnetzen die von Retzius^), mir-) und Smirnow^) hergestellten Chromsilbernetze ganz ignoriert, obwohl er dieselben gewiß kennt  
stellten Chromsilbernetze ganz ignoriert, obwohl er dieselben gewiß kennt  
(er hat dieselben in sein Litteraturverzeichnis aufgenommen). Zwar  
(er hat dieselben in sein Litteraturverzeichnis aufgenommen). Zwar  
passen sie nur schlecht zu der KoPSCHschen Konstruktion, aber wir  
passen sie nur schlecht zu der KoPSCHschen Konstruktion, aber wir  
Line 25,310: Line 22,592:
teils an die Oberfläche der Nervenzellen heranreichen, teils auch ein  
teils an die Oberfläche der Nervenzellen heranreichen, teils auch ein  
sehr unregelmäßiges Aussehen, nämlich bald aus dünnen Zweigen, bald  
sehr unregelmäßiges Aussehen, nämlich bald aus dünnen Zweigen, bald  
aus kolossal verdickten Strängen aufgebaut, zeigen (vergl. die Retzius-
aus kolossal verdickten Strängen aufgebaut, zeigen (vergl. die Retziusschen Abbildungen!). Diese GoLGi-Netze erinnern nur äußerst wenig  
schen Abbildungen!). Diese GoLGi-Netze erinnern nur äußerst wenig  
an die Kopsciischen Osmiumnetze und machen darum auch einen  
an die Kopsciischen Osmiumnetze und machen darum auch einen  
Vergleich zwischen den Chromsilbernetzen und den Osmiumnetzen  
Vergleich zwischen den Chromsilbernetzen und den Osmiumnetzen  
Line 25,320: Line 22,601:
habe schon seit Jahren, ja schon seit meiner ersten Mitteilung über  
habe schon seit Jahren, ja schon seit meiner ersten Mitteilung über  
die „Saftkanälchen" der Nervenzellen die Auflassung verfochten, daß  
die „Saftkanälchen" der Nervenzellen die Auflassung verfochten, daß  
die GoLGi-Netze in der Tat die geschwärzten ,,Saftkanälchen'' dar-
die GoLGi-Netze in der Tat die geschwärzten ,,Saftkanälchen'' darstellen — eine Auffassung, die übrigens ziemlich allgemein acceptiert  
stellen — eine Auffassung, die übrigens ziemlich allgemein acceptiert  
wurde. Ich hatte nämlich schon frühzeitig bei meinen Studien über  
wurde. Ich hatte nämlich schon frühzeitig bei meinen Studien über  
die „Saftkanälchen" gefunden, daß dieselben eigentlich unter zwei  
die „Saftkanälchen" gefunden, daß dieselben eigentlich unter zwei  
verschiedenen Typen zu Tage treten können, nämlich teils in einer  
verschiedenen Typen zu Tage treten können, nämlich teils in einer  
Form, wobei die Kanälchen als äußerst fein und gleich fein ein dich-
Form, wobei die Kanälchen als äußerst fein und gleich fein ein dichteres oder lockeres Netz bilden, teils in einer Form, wobei sie teilweise als sehr weite spaltenähnliche Bildungen auftreten ' ). Diese  
teres oder lockeres Netz bilden, teils in einer Form, wobei sie teil-
weise als sehr weite spaltenähnliche Bildungen auftreten ' ). Diese  
beiden Typen der Kauälchen, die seitdem auch andere Forscher haben  
beiden Typen der Kauälchen, die seitdem auch andere Forscher haben  
wiederfinden können , erinnern in ganz auffallender Weise an die  
wiederfinden können , erinnern in ganz auffallender Weise an die  
Line 25,336: Line 22,614:
sehr unregelmäßiges Netz bilden können. — Die Trophospongieunetze  
sehr unregelmäßiges Netz bilden können. — Die Trophospongieunetze  
und, wie Kopsch hervorhebt, die Osmiumnetze dagegen sind in der  
und, wie Kopsch hervorhebt, die Osmiumnetze dagegen sind in der  
Regel aus fast gleich dicken, feinen Fäden aufgebaut — ein Ver-
Regel aus fast gleich dicken, feinen Fäden aufgebaut — ein Verhalten, das für mich auch geeignet zu sein scheint, die Identität der  
halten, das für mich auch geeignet zu sein scheint, die Identität der  
Trophospongien und der Osmiumnetze noch wahrscheinlicher zu machen.  
Trophospongien und der Osmiumnetze noch wahrscheinlicher zu machen.  
Auf p. 4 sagt Kopsch, er finde, „daß die Ergebnisse von Holm-
Auf p. 4 sagt Kopsch, er finde, „daß die Ergebnisse von Holmgrens neuester Methode, welche sehr gute Bilder liefert, wohl mit  
grens neuester Methode, welche sehr gute Bilder liefert, wohl mit  
den Befunden der Silber- oder Osmiumimprägnation in Beziehung gebracht werden können, den früheren Befunden von Holmgren aber  
den Befunden der Silber- oder Osmiumimprägnation in Beziehung ge-
direkt widersprechen. Dies wird am deutlichsten an den Spinalgangiienzellen der Vögel, bei welchen die Resorcin-Fuchsin-Färbung  
bracht werden können, den früheren Befunden von Holmgren aber  
direkt widersprechen. Dies wird am deutlichsten an den Spinal-
gangiienzellen der Vögel, bei welchen die Resorcin-Fuchsin-Färbung  
nach Trichlor-Essigsäure-Fixirung nur ein aus Fäden bestehendes Netz  
nach Trichlor-Essigsäure-Fixirung nur ein aus Fäden bestehendes Netz  
ergil^t, welches identisch ist mit dem durch Osmiumsäure an dem-
ergil^t, welches identisch ist mit dem durch Osmiumsäure an demselben Material darstellbaren, während doch nach Holmgren gerade  
selben Material darstellbaren, während doch nach Holmgren gerade  
die Vögel außerordentlich weite Kanäle besitzen sollen." — Es wäre  
die Vögel außerordentlich weite Kanäle besitzen sollen." — Es wäre  
sehr zu bedauern, wenn ich eine gute elektive Methode ausgearbeitet  
sehr zu bedauern, wenn ich eine gute elektive Methode ausgearbeitet  
hätte, der meine eigenen Angaben selbst widersprächen ! Glücklicher-
hätte, der meine eigenen Angaben selbst widersprächen ! Glücklicherweise ist dies jedoch nicht der Fall, wenn auch Kopsch infolge einer  
weise ist dies jedoch nicht der Fall, wenn auch Kopsch infolge einer  
allzu lückenhaften Erfahrung zu einer solchen Meinung gekommen ist.  
allzu lückenhaften Erfahrung zu einer solchen Meinung gekommen ist.  


Line 25,369: Line 22,641:
oben erwähnt habe, treten nun auch an den spinalen Nervenzellen der  
oben erwähnt habe, treten nun auch an den spinalen Nervenzellen der  
Vögel auf, wenn auch die spaltenähnliche Form bei diesen Tieren sehr  
Vögel auf, wenn auch die spaltenähnliche Form bei diesen Tieren sehr  
allgemein und fast unvergleichlich hochgradig entwickelt ist. Die Be-
allgemein und fast unvergleichlich hochgradig entwickelt ist. Die Beweiskraft des KopscHSchen oben citierten Vergleiches zwischen Netzwerke und Kauälchen bei den Vögeln ist deshalb ziemlich schwach;  
weiskraft des KopscHSchen oben citierten Vergleiches zwischen Netz-
werke und Kauälchen bei den Vögeln ist deshalb ziemlich schwach;  
denn es gibt, wie ich gleich zeigen will, auch bei den Vögeln  
denn es gibt, wie ich gleich zeigen will, auch bei den Vögeln  
Kanälchennetze, die ebenso fein und gleichförmig sind wie die  
Kanälchennetze, die ebenso fein und gleichförmig sind wie die  
GoLGischen Netzwerke ! Ich kann nicht umhin , mein Erstaunen  
GoLGischen Netzwerke ! Ich kann nicht umhin , mein Erstaunen  
darüber auszusprechen, daß Kopsch, der, wie er sagt, mehrere Vögel-
darüber auszusprechen, daß Kopsch, der, wie er sagt, mehrere Vögelarten studiert hat (Columba, Gallus, Anas), diese beiden so leicht auffindbaren Erscheinungsformen der „Saftkanälchen" nicht hat beobachten  
arten studiert hat (Columba, Gallus, Anas), diese beiden so leicht auf-
findbaren Erscheinungsformen der „Saftkanälchen" nicht hat beobachten  
können. Dies muß als eine seltene Zufälligkeit betrachtet werden. —  
können. Dies muß als eine seltene Zufälligkeit betrachtet werden. —  
Kopsch sagt (p. 4), daß „doch unter den zahlreichen Ganglienzellen  
Kopsch sagt (p. 4), daß „doch unter den zahlreichen Ganglienzellen  
eines Schnittes die eine oder andere diese Kanalisation'' zeigen müßte.  
eines Schnittes die eine oder andere diese Kanalisation'' zeigen müßte.  
Ich kann Kopsch versichern, daß es nicht notwendig ist, so unglücklich  
Ich kann Kopsch versichern, daß es nicht notwendig ist, so unglücklich  
zu sein, wie in dem eben genannten Falle, ein ganzes Ganglion durch-
zu sein, wie in dem eben genannten Falle, ein ganzes Ganglion durchzumustern, ohne eine einzige Kanalisation zu sehen ; manchmal aber  
zumustern, ohne eine einzige Kanalisation zu sehen ; manchmal aber  
findet man in fast jedem Schnitte eines Ganglions zahlreiche Kanälchenbildungen.  
findet man in fast jedem Schnitte eines Ganglions zahlreiche Kanälchen-
bildungen.  


Was nun indessen die oben citierten und für Kopsch so be-
Was nun indessen die oben citierten und für Kopsch so beweisenden Verhältnisse der Vögelganglien weiter betrifft, so will ich in  
weisenden Verhältnisse der Vögelganglien weiter betrifft, so will ich in  
diesem Zusammenhange 2 spinale Nervenzellen von einer Taube  
diesem Zusammenhange 2 spinale Nervenzellen von einer Taube  
(mit meiner Trichlor-Milchsäuremethode behandelt) demonstrieren.  
(mit meiner Trichlor-Milchsäuremethode behandelt) demonstrieren.  
Diese Zellen stellen keine exzeptionellen, sondern vielmehr ganz allge-
Diese Zellen stellen keine exzeptionellen, sondern vielmehr ganz allgemein vorkommende Verhältnisse dar. Kopsch hatte ja selbst an  
mein vorkommende Verhältnisse dar. Kopsch hatte ja selbst an  
Tauben beobachtet. In Fig. 1 finden wir ein feinfädiges binnenzelliges Netzwerk, das durch zwei vergleichsweise grobe Zweige mit  
Tauben beobachtet. In Fig. 1 finden wir ein feinfädiges binnen-
zelliges Netzwerk, das durch zwei vergleichsweise grobe Zweige mit  
einer „intrakapsulären Zelle" in direkter Verbindung steht. An  
einer „intrakapsulären Zelle" in direkter Verbindung steht. An  
einigen Stellen des Netzes sind infolge einer Verflüssigung Netzteile  
einigen Stellen des Netzes sind infolge einer Verflüssigung Netzteile  
Line 25,422: Line 22,685:
einen körnigen Zustand zurückkehren, muß man annehmen, daß diese  
einen körnigen Zustand zurückkehren, muß man annehmen, daß diese  
Netzteile in den endocelluläreu StoÖ'wechselprozessen ganz aufgehen  
Netzteile in den endocelluläreu StoÖ'wechselprozessen ganz aufgehen  
und dadurch verschwinden. Ich habe geglaubt, eben in diesem Ver-
und dadurch verschwinden. Ich habe geglaubt, eben in diesem Verhalten einen Grund zu finden, warum die Trophospongiennetze in  
halten einen Grund zu finden, warum die Trophospongiennetze in  
ihrer Dichtigkeit und binnenzelliger Lokalisation so hochgradig wechseln (s. hierüber weiter in meinen Aufsätzen im Arch. f. mikr. Anat..  
ihrer Dichtigkeit und binnenzelliger Lokalisation so hochgradig wech-
seln (s. hierüber weiter in meinen Aufsätzen im Arch. f. mikr. Anat..  
Bd. 60, 1902, und im Anat. Anz., Bd. 22, No. 1, 1902). — In  
Bd. 60, 1902, und im Anat. Anz., Bd. 22, No. 1, 1902). — In  
Fig. 2 wieder finden wir eine große Menge von .,Saftkanälchen", die  
Fig. 2 wieder finden wir eine große Menge von .,Saftkanälchen", die  
Line 25,435: Line 22,696:


Was zeigen uns nun ähnliche Bilder? Sie berichten uns, daß die  
Was zeigen uns nun ähnliche Bilder? Sie berichten uns, daß die  
fraglichen Nervenzellen von einem feinen, aus körnigen Fäden aufge-
fraglichen Nervenzellen von einem feinen, aus körnigen Fäden aufgebauten, mehr oder weniger dichten Netzwerke durchgesetzt werden,  
bauten, mehr oder weniger dichten Netzwerke durchgesetzt werden,  
das mit den „intrakapsulären Zellen" (wie Ausläufer derselben) in  
das mit den „intrakapsulären Zellen" (wie Ausläufer derselben) in  
direktem Zusammenhange steht, — daß mehr oder weniger zahlreiche  
direktem Zusammenhange steht, — daß mehr oder weniger zahlreiche  
Line 25,442: Line 22,702:
können, — daß diese Kanalisation mitunter als äußerst reichlich, fein  
können, — daß diese Kanalisation mitunter als äußerst reichlich, fein  
und gleichförmig zu Tage treten kann. Vorausgesetzt, daß diese  
und gleichförmig zu Tage treten kann. Vorausgesetzt, daß diese  
dichten, feineu Kanälchennetze von doppelchromsaurem Silber ausge-
dichten, feineu Kanälchennetze von doppelchromsaurem Silber ausgefüllt werden, müßten sie als die GoLGischen schwarzen Silhouetten  
füllt werden, müßten sie als die GoLGischen schwarzen Silhouetten  
hervortreten. Daran kann wohl niemand zweifeln ! — Ich kann —  
hervortreten. Daran kann wohl niemand zweifeln ! — Ich kann —  
trotz KopscH — nur diesen Schluß ziehen.  
trotz KopscH — nur diesen Schluß ziehen.  


In einer einzigen Hinsicht will ich doch endlich Kopsch meinen  
In einer einzigen Hinsicht will ich doch endlich Kopsch meinen  
Dank aussprechen. Er hat meine Trichlor-Essigsäure-Kesorcin-Fuchsin-
Dank aussprechen. Er hat meine Trichlor-Essigsäure-Kesorcin-FuchsinMethode geprüft und sehr gut gefunden. Damit habe ich nämlich  
Methode geprüft und sehr gut gefunden. Damit habe ich nämlich  
wenigstens einen Gewinn aus der KopscHSchen Mitteilung gezogen.  
wenigstens einen Gewinn aus der KopscHSchen Mitteilung gezogen.  
Es ist jedoch schade, daß Kopsch nicht die Trichlor-Milchsäure anstatt  
Es ist jedoch schade, daß Kopsch nicht die Trichlor-Milchsäure anstatt  
der Trichlor-Essigsäure verwandt hat, was ich doch empfohlen habe.  
der Trichlor-Essigsäure verwandt hat, was ich doch empfohlen habe.  
Die Tinktionen werden nämlich nach Trichlor-Milchsäure viel voll-
Die Tinktionen werden nämlich nach Trichlor-Milchsäure viel vollständiger als nach Trichlor-Essigsäure. Vielleicht hätte er in solchem  
ständiger als nach Trichlor-Essigsäure. Vielleicht hätte er in solchem  
Falle etwas von dem sehen können, was ihm jetzt entgangen ist.  
Falle etwas von dem sehen können, was ihm jetzt entgangen ist.  


Line 25,466: Line 22,723:
Von 0. BüTSCHLi.  
Von 0. BüTSCHLi.  


Zu der vor kurzem in dieser Zeitschrift (Bd. 21, p. 561) er-
Zu der vor kurzem in dieser Zeitschrift (Bd. 21, p. 561) erschienenen Betrachtung von Dr. Andrea Giardina: „Note sul meccanismo della fecondazione e della divisione cellulare  
schienenen Betrachtung von Dr. Andrea Giardina: „Note sul mec-
canismo della fecondazione e della divisione cellulare  




Line 25,481: Line 22,736:
Erfahrungen reichen, kann es sich ja fast immer nur um Mutmaßungen  
Erfahrungen reichen, kann es sich ja fast immer nur um Mutmaßungen  
handeln, wertvoll für die Richtung weiterer Forschungen ; aber es wird  
handeln, wertvoll für die Richtung weiterer Forschungen ; aber es wird  
lange dauern, bis sich aus diesen Vermutungen gesicherte und wohl-
lange dauern, bis sich aus diesen Vermutungen gesicherte und wohlbegründete Schlüsse ergeben werden. Ich bin daher auch gewiß nicht  
begründete Schlüsse ergeben werden. Ich bin daher auch gewiß nicht  
geneigt, das, was ich persönlich an derartigen Mutmaßungen und  
geneigt, das, was ich persönlich an derartigen Mutmaßungen und  
Deutungen bei Gelegenheit entwickelt habe, für besonders wichtig zu  
Deutungen bei Gelegenheit entwickelt habe, für besonders wichtig zu  
erachten. Dagegen vermag ich aber auch nicht stillzuschweigen, wenn  
erachten. Dagegen vermag ich aber auch nicht stillzuschweigen, wenn  
das, was ich dargelegt habe, entstellt wird oder gar keine Beachtung  
das, was ich dargelegt habe, entstellt wird oder gar keine Beachtung  
findet. Ich bin es ja seit geraumer Zeit gewöhnt, daß meine Unter-
findet. Ich bin es ja seit geraumer Zeit gewöhnt, daß meine Untersuchungen und Betrachtungen, durch welche ich einzelne Vorgänge  
suchungen und Betrachtungen, durch welche ich einzelne Vorgänge  
bei der Zellteilung etwas aufzuklären hoffte, zwar hier und da zitiert,  
bei der Zellteilung etwas aufzuklären hoffte, zwar hier und da zitiert,  
jedoch kaum ernstlich studiert werden, wie sich aus den meist sehr  
jedoch kaum ernstlich studiert werden, wie sich aus den meist sehr  
flüchtigen Citaten ergibt.  
flüchtigen Citaten ergibt.  


Einige Punkte dieser Art, die ich der Arbeit von Giaedina ent-
Einige Punkte dieser Art, die ich der Arbeit von Giaedina entnehme, erlaube ich mir hier etwas näher zu beleuchten.  
nehme, erlaube ich mir hier etwas näher zu beleuchten.  


1) Auf p. 563 kritisiert G. die von mir 1892^) vorgetragenen Be-
1) Auf p. 563 kritisiert G. die von mir 1892^) vorgetragenen Bemerkungen über die wahrscheinliche Wirkungsweise des Centrosoms bei  
merkungen über die wahrscheinliche Wirkungsweise des Centrosoms bei  
der Entstehung der sog. Attraktionssphäre (früher Centralhöfe) und der  
der Entstehung der sog. Attraktionssphäre (früher Centralhöfe) und der  
Asterenbildung. Ich basierte meine Ansicht: daß von dem Centrosom  
Asterenbildung. Ich basierte meine Ansicht: daß von dem Centrosom  
eine Zugwirkung auf das umgebende, wabig strukturierte Plasma ausgehe,  
eine Zugwirkung auf das umgebende, wabig strukturierte Plasma ausgehe,  
auf meine Studien über die, mit karyokinetischen Figuren frappant über-
auf meine Studien über die, mit karyokinetischen Figuren frappant übereinstimmenden sog. künstlichen karyokinetischen Figuren, die sich bei  
einstimmenden sog. künstlichen karyokinetischen Figuren, die sich bei  
Gerinnung dünner Gelatineschichten in schwacher Chromsäurelösung  
Gerinnung dünner Gelatineschichten in schwacher Chromsäurelösung  
bilden, wenn zwei kleine Luftbläschen in richtiger Entfernung in der  
bilden, wenn zwei kleine Luftbläschen in richtiger Entfernung in der  
Gelatine eingeschlossen sind. Indem, unter Verkleinerung dieser Luft-
Gelatine eingeschlossen sind. Indem, unter Verkleinerung dieser Luftbläschen, zunächst durch Abkühlung, später durch Absorption, eine  
bläschen, zunächst durch Abkühlung, später durch Absorption, eine  
prachtvolle Strahlung in der alveolären Gelatine sich entwickelt, entsteht dann bei Zusammenwirken zweier solcher Bläschen (in richtiger  
prachtvolle Strahlung in der alveolären Gelatine sich entwickelt, ent-
steht dann bei Zusammenwirken zweier solcher Bläschen (in richtiger  
Entfernung) eine vorzüghche Spindel samt Attraktionssphären und  
Entfernung) eine vorzüghche Spindel samt Attraktionssphären und  
Asteren, wobei die Luftbläschen die Stelle der Centrosomen einnehmen.  
Asteren, wobei die Luftbläschen die Stelle der Centrosomen einnehmen.  
Das Tatsächliche wurde später in meinem Werk über „Strukturen"  
Das Tatsächliche wurde später in meinem Werk über „Strukturen"  
1898 2) eingehend geschildert und ausführlich illustriert; aber, wie es  
1898 2) eingehend geschildert und ausführlich illustriert; aber, wie es  
scheint, ziemlich umsonst. Giakdina spricht nun von meinen Ver-
scheint, ziemlich umsonst. Giakdina spricht nun von meinen Versuchen über die sog. künstliche karyokinetische Figur in geronnener  
suchen über die sog. künstliche karyokinetische Figur in geronnener  
Gelatine als von den „modelli alia gelatina del Bütschli"  
Gelatine als von den „modelli alia gelatina del Bütschli"  
(p. 563 und 574). Aus dieser seltsamen Charakterisierung meiner  
(p. 563 und 574). Aus dieser seltsamen Charakterisierung meiner  
Line 25,522: Line 22,769:




1) 0. Bütschli, Ueber die künstliche Nachahmung der karyokine-
1) 0. Bütschli, Ueber die künstliche Nachahmung der karyokinetischen Figur. Verh. d. Naturhist.-med. Vereins Heidelberg, N. F. Bd. 1,  
tischen Figur. Verh. d. Naturhist.-med. Vereins Heidelberg, N. F. Bd. 1,  
p. 28— 4L  
p. 28— 4L  


Line 25,544: Line 22,790:
Vorgänge darauf zurück, daß das Centrosom, unter Volumzunahrae,  
Vorgänge darauf zurück, daß das Centrosom, unter Volumzunahrae,  
Flüssigkeit aus dem umgebenden Plasma aufnehme. Nun hat sich  
Flüssigkeit aus dem umgebenden Plasma aufnehme. Nun hat sich  
GiARDiNA diesen Vorgang auch überlegt und kam dabei zu dem Er-
GiARDiNA diesen Vorgang auch überlegt und kam dabei zu dem Ergebnis, daß die von Bütschli und später Rhumbler angenommene  
gebnis, daß die von Bütschli und später Rhumbler angenommene  
Zugwirkung des Plasmas, welches das sich vergrößernde Centrosom  
Zugwirkung des Plasmas, welches das sich vergrößernde Centrosom  
umgiebt, „una pura illusione" sei. Nun, so viel Logik dürfte mir  
umgiebt, „una pura illusione" sei. Nun, so viel Logik dürfte mir  
Line 25,556: Line 22,801:
von 1892 wirklich gelesen, so hätte er darin folgende Betrachtung  
von 1892 wirklich gelesen, so hätte er darin folgende Betrachtung  
über den fraglichen Vorgang gefunden (p. 36) : „Die Vergrößerung des  
über den fraglichen Vorgang gefunden (p. 36) : „Die Vergrößerung des  
Centrosoma kann nämlich nur auf Flüssigkeitsaufnahme aus dem um-
Centrosoma kann nämlich nur auf Flüssigkeitsaufnahme aus dem umgebenden Plasma beruhen. Ist nun unter diesen Bedingungen dennoch  
gebenden Plasma beruhen. Ist nun unter diesen Bedingungen dennoch  
das Eotstehen einer Strahlung möglich, entsprechend, derjenigen um  
das Eotstehen einer Strahlung möglich, entsprechend, derjenigen um  
die sich zusammenziehende Luftblase? Diese Möglichkeit scheint mir  
die sich zusammenziehende Luftblase? Diese Möglichkeit scheint mir  
tatsächlich vorhanden , sobald wir voraussetzen , daß das Centrosom  
tatsächlich vorhanden , sobald wir voraussetzen , daß das Centrosom  
die aufgenommene Flüssigkeit zum Teil chemisch binde, so daß das  
die aufgenommene Flüssigkeit zum Teil chemisch binde, so daß das  
Volum dieses Körpers weniger zunehme, als das Volum der dem um-
Volum dieses Körpers weniger zunehme, als das Volum der dem umgebenden Plasma entzogenen Flüssigkeit beträgt. Unter diesen Umständen wird zwar das Centrosom selbst sein Volum vergrößern, das  
gebenden Plasma entzogenen Flüssigkeit beträgt. Unter diesen Um-
ständen wird zwar das Centrosom selbst sein Volum vergrößern, das  
umgebende Plasma dagegen beträchtlicher an Volum abnehmen, so daß  
umgebende Plasma dagegen beträchtlicher an Volum abnehmen, so daß  
das Centrosom den Mittelpunkt einer sich zusammenziehenden, ver-
das Centrosom den Mittelpunkt einer sich zusammenziehenden, verkleineruden Protoplasmapartie bildet, die auf das übrige Plasma radiär  
kleineruden Protoplasmapartie bildet, die auf das übrige Plasma radiär  
gerichtete Zugkräfte ausübt und daher eine Strahlung hervorruft,  
gerichtete Zugkräfte ausübt und daher eine Strahlung hervorruft,  
welche jener um die Luftblase entspricht."  
welche jener um die Luftblase entspricht."  


In diesen Zeilen wurde also schon 1892 der nach 10 Jahren er-
In diesen Zeilen wurde also schon 1892 der nach 10 Jahren erhobene Einwand Giardinas erörtert, und die Möglichkeit gezeigt,  
hobene Einwand Giardinas erörtert, und die Möglichkeit gezeigt,  
wie eine Zugwirkung dennoch entstehen kann. Versuche mit Strahlungen um gebrannte Alabasterpartikel in geronnener Gelatine wurden  
wie eine Zugwirkung dennoch entstehen kann. Versuche mit Strah-
lungen um gebrannte Alabasterpartikel in geronnener Gelatine wurden  
besonders zur Prüfung der vorgetragenen Vermutung angestellt und  
besonders zur Prüfung der vorgetragenen Vermutung angestellt und  
1898 genauer beschrieben.  
1898 genauer beschrieben.  
Line 25,599: Line 22,838:
wahrscheinlich, daß von den Polen der Kernspindel (die Centrosome  
wahrscheinlich, daß von den Polen der Kernspindel (die Centrosome  
waren damals bekanntlich noch nicht entdeckt und der Vorgang der  
waren damals bekanntlich noch nicht entdeckt und der Vorgang der  
karyokinetischen Kernteilung in diesem Werk von mir zuerst ge-
karyokinetischen Kernteilung in diesem Werk von mir zuerst geschildert worden) „Flüssigkeit und vielleicht noch gewisse, sehr wichtige Stoti'e'' aus dem Kern in das Plasma eindringen, und daß die  
schildert worden) „Flüssigkeit und vielleicht noch gewisse, sehr wich-
tige Stoti'e'' aus dem Kern in das Plasma eindringen, und daß die  
Strahlung „der optische Ausdruck dieses Prozesses sei". Ich fahre  
Strahlung „der optische Ausdruck dieses Prozesses sei". Ich fahre  
dann folgendermaßen fort: „Die Annahme lautet daher, daß die strahlige  
dann folgendermaßen fort: „Die Annahme lautet daher, daß die strahlige  
Anordnung des Plasmas um die Centralhöfe der Ausdruck einer von  
Anordnung des Plasmas um die Centralhöfe der Ausdruck einer von  
diesen ausgehenden physikalisch -chemischen Aenderung des Plasmas  
diesen ausgehenden physikalisch -chemischen Aenderung des Plasmas  
sei, wobei eine allmähliche Abnahme dieser Aenderung von den Central-
sei, wobei eine allmähliche Abnahme dieser Aenderung von den Centralhöfen nach der Peripherie hin statthat, welche von ersteren aus unterhalten wird."  
höfen nach der Peripherie hin statthat, welche von ersteren aus unter-
halten wird."  


1892 dagegen änderte ich meine Meinung dahin, daß die Centro-
1892 dagegen änderte ich meine Meinung dahin, daß die Centrosome umgekehrt Stoffe aus dem umgebenden Plasma aufnähmen und  
some umgekehrt Stoffe aus dem umgebenden Plasma aufnähmen und  
dadurch die Strahlung bedingten.  
dadurch die Strahlung bedingten.  


Line 25,623: Line 22,857:
höheren osmotischen Druckes, d. h. dem Wasser aufnehmenden. So  
höheren osmotischen Druckes, d. h. dem Wasser aufnehmenden. So  
verstehe ich wenigstens seine etwas unklare Darstellung. — Hätte er  
verstehe ich wenigstens seine etwas unklare Darstellung. — Hätte er  
sich aber ein wenig bemüht, nachzusehen, was ich 1892 ^) über Strah-
sich aber ein wenig bemüht, nachzusehen, was ich 1892 ^) über Strahlungen berichtet habe, welche in Oelseifen schäum -Tropfen durch diffüsionelle Wasserentziehung oder Wasseraufuahme hervorgerufen werden  
lungen berichtet habe, welche in Oelseifen schäum -Tropfen durch diffü-
sionelle Wasserentziehung oder Wasseraufuahme hervorgerufen werden  
— und ich schmeichle mir gleichzeitig, der erste gewesen zu sein,  
— und ich schmeichle mir gleichzeitig, der erste gewesen zu sein,  
der das Entstehen von Strahlungen auf dieser Grundlage entdeckte —  
der das Entstehen von Strahlungen auf dieser Grundlage entdeckte —  
Line 25,631: Line 22,863:
solche Strahlungen in den Oelseifenschäumen sowohl bei diffusioneller  
solche Strahlungen in den Oelseifenschäumen sowohl bei diffusioneller  
Abgabe als Aufnahme von Wasser aus der Umgebung auftreten, daß  
Abgabe als Aufnahme von Wasser aus der Umgebung auftreten, daß  
sie daher von mir nur als Ausdruck einer diffusionellen Flüssigkeits-
sie daher von mir nur als Ausdruck einer diffusionellen Flüssigkeitswanderung, dagegen nicht als Anzeige einer Wanderung in bestimmter  
wanderung, dagegen nicht als Anzeige einer Wanderung in bestimmter  
Richtung angesehen worden sind. Wie gesagt, habe ich jedoch die  
Richtung angesehen worden sind. Wie gesagt, habe ich jedoch die  
Meinung, daß die Asterenbildung auf Diffüsionsströmen beruhe, bald  
Meinung, daß die Asterenbildung auf Diffüsionsströmen beruhe, bald  
Line 25,641: Line 22,872:
auf zwei konkurrierenden Vorgängen beruhen: 1) sollen von dem  
auf zwei konkurrierenden Vorgängen beruhen: 1) sollen von dem  
Centrosom aus gewisse „chemotropische Substanzen" in das alveoläre  
Centrosom aus gewisse „chemotropische Substanzen" in das alveoläre  
Plasma diffundieren und so schon durch Diffusionsströme eine Strah-
Plasma diffundieren und so schon durch Diffusionsströme eine Strahlung einleiten ; 2) setze jedoch diese chemotropisch wirksame Substanz  
lung einleiten ; 2) setze jedoch diese chemotropisch wirksame Substanz  




Line 25,652: Line 22,882:
385  
385  


die Oberflächentension des sog. Hyaloplasmas herab und rufe da-
die Oberflächentension des sog. Hyaloplasmas herab und rufe dadurch eine Zuwanderung desselben gegen die Centrosome hervor.  
durch eine Zuwanderung desselben gegen die Centrosome hervor.  
Das Hyaloplasma ist die Grundsubstanz (Substanz der Wabenwände)  
Das Hyaloplasma ist die Grundsubstanz (Substanz der Wabenwände)  
des alveolären Plasmas. Dies zugegeben, wird, wie ich glaube, Jeder,  
des alveolären Plasmas. Dies zugegeben, wird, wie ich glaube, Jeder,  
der sich Strömungen von Flüssigkeitstropfen auf Grund lokaler Herab-
der sich Strömungen von Flüssigkeitstropfen auf Grund lokaler Herabsetzung ihrer Oberflächentension etwas überlegt hat, mir darin beistimmen, daß diese ganze Vorstellung von chemotropischer Wanderung des Hyaloplasmas gegen die Centrosomen, zur Bildung der  
setzung ihrer Oberflächentension etwas überlegt hat, mir darin bei-
stimmen, daß diese ganze Vorstellung von chemotropischer Wande-
rung des Hyaloplasmas gegen die Centrosomen, zur Bildung der  
Attraktionssphären, eine einfache Unmöglichkeit ist. Wenn etwas unter  
Attraktionssphären, eine einfache Unmöglichkeit ist. Wenn etwas unter  
den gegebenen Umständen wandern könnte, so wären es die Alveolar-
den gegebenen Umständen wandern könnte, so wären es die Alveolartropfen, die Tröpfchen, welche in dem kontinuierlichen sog. Hyaloplasma enthalten sind und dessen schaumigen Charakter bedingen.  
tropfen, die Tröpfchen, welche in dem kontinuierlichen sog. Hyalo-
plasma enthalten sind und dessen schaumigen Charakter bedingen.  


Die Theorie aber, welche Giardina über die Ursachen der Asteren-
Die Theorie aber, welche Giardina über die Ursachen der Asterenbildung vorträgt, ist, wie man leicht sieht, in einem wesentlichen Teil  
bildung vorträgt, ist, wie man leicht sieht, in einem wesentlichen Teil  
dieselbe, welche ich schon 1876 entwickelte; worauf ich ihn hier aufmerksam machen möchte.  
dieselbe, welche ich schon 1876 entwickelte; worauf ich ihn hier auf-
merksam machen möchte.  


'6) Giardina wendet sich schließlich gegen diejenigen Theorien,  
'6) Giardina wendet sich schließlich gegen diejenigen Theorien,  
Line 25,680: Line 22,902:
auf diese Angelegenheit nochmals zurückgekommen bin. Giardinas  
auf diese Angelegenheit nochmals zurückgekommen bin. Giardinas  
Ansicht läuft nämlich darauf hinaus, daß die Oberflächen tension  
Ansicht läuft nämlich darauf hinaus, daß die Oberflächen tension  
der Eizelle unter der Wirkung der aus den Centrosoraen diffun-
der Eizelle unter der Wirkung der aus den Centrosoraen diffundierenden Substanz im Aequator der Zelle erhöht und ein Maximum  
dierenden Substanz im Aequator der Zelle erhöht und ein Maximum  
werde, und daß die Einfurchung und schließliche Durchschnürung eben  
werde, und daß die Einfurchung und schließliche Durchschnürung eben  
eine natürliche und notwendige Folge dieser Tensionserhöhung im  
eine natürliche und notwendige Folge dieser Tensionserhöhung im  
Line 25,688: Line 22,909:
die ich 1892 und 1900 bemerkte, daß ich, trotz aller Vermehrung  
die ich 1892 und 1900 bemerkte, daß ich, trotz aller Vermehrung  
unserer Erfahrungen, an dieser meiner Ansicht von 1876 in der  
unserer Erfahrungen, an dieser meiner Ansicht von 1876 in der  
Hauptsache auch jetzt noch festhalte. Giardina hat also eine Er-
Hauptsache auch jetzt noch festhalte. Giardina hat also eine Erklärung der Durchschnürung der Zelle als etwas Neues entwickelt,  
klärung der Durchschnürung der Zelle als etwas Neues entwickelt,  
die ich schon vor 26 Jahren aufgestellt habe. Meine kleine Schrift  
die ich schon vor 26 Jahren aufgestellt habe. Meine kleine Schrift  
von 1900 kannte er gleichfalls nicht.  
von 1900 kannte er gleichfalls nicht.  
Line 25,696: Line 22,916:
aufgestellte Erklärung der Zelldurchschnürung von derjenigen, die ich  
aufgestellte Erklärung der Zelldurchschnürung von derjenigen, die ich  
1876 gab. G. ist nämlich der Ansicht, daß die von den Centrosomen  
1876 gab. G. ist nämlich der Ansicht, daß die von den Centrosomen  
in das Plasma diffundierende chemotropische Substanz, welche die Ober-
in das Plasma diffundierende chemotropische Substanz, welche die Oberflächentension des Hyaloplasmas vermindere, zu den Polregionen der  
flächentension des Hyaloplasmas vermindere, zu den Polregionen der  
Zelle in größerer Menge gelange als zum Aequator, da die Centrosomen, resp. die Pole der Kernspindel, den Zellpolen näher liegen  
Zelle in größerer Menge gelange als zum Aequator, da die Centro-
somen, resp. die Pole der Kernspindel, den Zellpolen näher liegen  
als dem Aequator und deshalb zu ihnen früher mehr von dieser  
als dem Aequator und deshalb zu ihnen früher mehr von dieser  






1) 0. BüTSCHLi, Bemerkungen über Plasmaströmungen bei der Zell-
1) 0. BüTSCHLi, Bemerkungen über Plasmaströmungen bei der Zellteilung. Arch. f. Entwickl-Mechanik, Bd. 10, p. 52 — 57.  
teilung. Arch. f. Entwickl-Mechanik, Bd. 10, p. 52 — 57.  




Line 25,725: Line 22,942:
also die stärkste Wirkung auftreten, d. h. eine maximale Erhöhung  
also die stärkste Wirkung auftreten, d. h. eine maximale Erhöhung  
der Tension und damit Einfurchung etc. im Aequator. Ich halte auch  
der Tension und damit Einfurchung etc. im Aequator. Ich halte auch  
jetzt noch diese meiner Ansicht gegenüber der von Giardina ge-
jetzt noch diese meiner Ansicht gegenüber der von Giardina geäußerten für die richtige. — In der kleinen Schrift von 1900 suchte  
äußerten für die richtige. — In der kleinen Schrift von 1900 suchte  
ich weiterhin darzulegen, daß die bei gewissen Eizellen während  
ich weiterhin darzulegen, daß die bei gewissen Eizellen während  
der Einschnürung auftretenden oberflächlichen Strömungserscheinungen  
der Einschnürung auftretenden oberflächlichen Strömungserscheinungen  
die Theorie bestätigen ; insofern solche Strömungen von der Theorie  
die Theorie bestätigen ; insofern solche Strömungen von der Theorie  
verlangt werden, wenn sie richtig sein soll. Ich war es, der im  
verlangt werden, wenn sie richtig sein soll. Ich war es, der im  
Jahre 1876 zum erstenmal Oberflächentensionsverhältnisse zur Er-
Jahre 1876 zum erstenmal Oberflächentensionsverhältnisse zur Erklärung eines Umgestaltungsvorganges der Zelle (Zellkinetik) heranzog.  
klärung eines Umgestaltungsvorganges der Zelle (Zellkinetik) heranzog.  
Daß dieser Versuch Jahrzehnte hindurch keinerlei Beachtung fand,  
Daß dieser Versuch Jahrzehnte hindurch keinerlei Beachtung fand,  
dürfte doch wohl Giardina nicht berechtigen, ihn jetzt, wo die Ober-
dürfte doch wohl Giardina nicht berechtigen, ihn jetzt, wo die Oberflächentension modern geworden und dementsprechend als vielfach  
flächentension modern geworden und dementsprechend als vielfach  
unverstandenes Schlagwort mißbraucht wird, einfach zu ignorieren.  
unverstandenes Schlagwort mißbraucht wird, einfach zu ignorieren.  


Line 25,743: Line 22,957:
die Bewegungserscheinungen von Flüssigkeitstropfen, die dadurch  
die Bewegungserscheinungen von Flüssigkeitstropfen, die dadurch  
hervorgerufen werden, daß durch lokalen Herantritt von Substanzen,  
hervorgerufen werden, daß durch lokalen Herantritt von Substanzen,  
welche die Oberflächentension der Tropfen vermindern, ein sog. Aus-
welche die Oberflächentension der Tropfen vermindern, ein sog. Ausbreitungszentrum an dem Tropfen erzeugt wird, womit Vorwärtsbewegung des Tropfens in der Richtung gegen die chemotaktisch  
breitungszentrum an dem Tropfen erzeugt wird, womit Vorwärts-
bewegung des Tropfens in der Richtung gegen die chemotaktisch  
wirkende Substanz verbunden ist. Nach G. sollten diese Erscheinungen  
wirkende Substanz verbunden ist. Nach G. sollten diese Erscheinungen  
hauptsächlich durch die „esperienze di Quincke, Rhumbler und  
hauptsächlich durch die „esperienze di Quincke, Rhumbler und  
Line 25,771: Line 22,983:


Bewegungen von Tropfen unter den angegebenen Bedingungen, sowie  
Bewegungen von Tropfen unter den angegebenen Bedingungen, sowie  
die damit verbundenen Innenströmungen eingehend experimentell ver-
die damit verbundenen Innenströmungen eingehend experimentell verfolgt und zu erklären versucht. Im Anschluß daran wurden dann die  
folgt und zu erklären versucht. Im Anschluß daran wurden dann die  
Strömungen und Bewegungserscheinungen der von mir studierten  
Strömungen und Bewegungserscheinungen der von mir studierten  
Oelseifen schaumtropfen und ebenso die amöboide Bewegung der Proto-
Oelseifen schaumtropfen und ebenso die amöboide Bewegung der Protozoen zu deuten versucht. Vielleicht sieht sich Giardina auch einmal  
zoen zu deuten versucht. Vielleicht sieht sich Giardina auch einmal  
meine Untersuchungen über diesen Gegenstand etwas an, obgleich sie  
meine Untersuchungen über diesen Gegenstand etwas an, obgleich sie  
schon vor 10 Jahren erschienen sind und von neueren Autoren  
schon vor 10 Jahren erschienen sind und von neueren Autoren  
Line 25,789: Line 22,999:
Alter von nur 38 Jahren. Seinem Andenken widme ich diese Zeilen  
Alter von nur 38 Jahren. Seinem Andenken widme ich diese Zeilen  
in freundschaftlicher Erinnerung an die gemeinschaftliche Arbeit und  
in freundschaftlicher Erinnerung an die gemeinschaftliche Arbeit und  
Wirksamkeit am anatomischen Institut Straßburg, an die Zeit an-
Wirksamkeit am anatomischen Institut Straßburg, an die Zeit anregenden persönlichen Verkehrs, an die gemeinsamen Wanderungen  
regenden persönlichen Verkehrs, an die gemeinsamen Wanderungen  
der Erholung. Aus den Erinnerungen an diese Jahre will ich es versuchen, ein Bild des Verstorbenen zu gestalten.  
der Erholung. Aus den Erinnerungen an diese Jahre will ich es ver-
suchen, ein Bild des Verstorbenen zu gestalten.  


Mehnerts Entwickelung verlief in ruhiger, ungestörter Weise in  
Mehnerts Entwickelung verlief in ruhiger, ungestörter Weise in  
gebahntem Gleise. Er wurde am 21. Februar 1864 als Sohn des  
gebahntem Gleise. Er wurde am 21. Februar 1864 als Sohn des  
russischen Akademikers Ernst Wilhelm Mehnert geboren und ver-
russischen Akademikers Ernst Wilhelm Mehnert geboren und verbrachte seine Jugend in St. Petersburg, bezog darauf die Universität  
brachte seine Jugend in St. Petersburg, bezog darauf die Universität  
Dorpat, woselbst er im Jahre 1888 zum Doktor der Medizin promoviert  
Dorpat, woselbst er im Jahre 1888 zum Doktor der Medizin promoviert  
wurde. In Dorpat erhielt er unter Rosenberg die Anregung zu ver-
wurde. In Dorpat erhielt er unter Rosenberg die Anregung zu vergleichend-anatomischen und entwicklungsgschichtlichen Arbeiten, die  
gleichend-anatomischen und entwicklungsgschichtlichen Arbeiten, die  
schon im Jahre 1886 als frühe Frucht des rastlosen Strebens und  
schon im Jahre 1886 als frühe Frucht des rastlosen Strebens und  
Arbeitens des hochbegabten Studenten die Abhandlung: „Untersuch-
Arbeitens des hochbegabten Studenten die Abhandlung: „Untersuchungen über das Os pelvis der Vögel" zeitigte, eine Untersuchung,  
ungen über das Os pelvis der Vögel" zeitigte, eine Untersuchung,  
welche von der medizinischen Fakultät Dorpat preisgekrönt und im  
welche von der medizinischen Fakultät Dorpat preisgekrönt und im  
folgenden Jahre in Gegenbaurs Morphologischem Jahrbuch ausführ-
folgenden Jahre in Gegenbaurs Morphologischem Jahrbuch ausführlicher veröffentlicht wurde. Es wurden in dieser Arbeit durch Untersuchung der ersten Entwickelungsverhältnisse des knorpeligen Beckens  
licher veröffentlicht wurde. Es wurden in dieser Arbeit durch Unter-
suchung der ersten Entwickelungsverhältnisse des knorpeligen Beckens  
an einem reichen Material wichtige Grundlagen für die Beurteilung  
an einem reichen Material wichtige Grundlagen für die Beurteilung  
der morphologischen Deutung der einzelnen Bestandteile des Vogel-
der morphologischen Deutung der einzelnen Bestandteile des Vogelbeckens gewonnen. Wertvolle Arbeiten über die Entwickelung des  
beckens gewonnen. Wertvolle Arbeiten über die Entwickelung des  
ßeckengürtels bei den Säugetieren, bei Emys lutaria taurica und den  
ßeckengürtels bei den Säugetieren, bei Emys lutaria taurica und den  
Lacertiliern folgten in den nächsten Jahren im Anschluß an die Unter-
Lacertiliern folgten in den nächsten Jahren im Anschluß an die Untersuchungen über das Vogelbecken (Morphol. Jahrbuch, Bd. 15, 16 und  
suchungen über das Vogelbecken (Morphol. Jahrbuch, Bd. 15, 16 und  
17, 1889 — 1891). Das zu seinen Untersuchungen nötige Material  
17, 1889 — 1891). Das zu seinen Untersuchungen nötige Material  
verschaffte er sich auf eigens zu diesem Zweck angestellten Ex-
verschaffte er sich auf eigens zu diesem Zweck angestellten Expeditionen in die verschiedensten Teile des russischen Reiches; Embryonen der zahlreichen Arten von Sumpf- und Wasservögeln für seine  
peditionen in die verschiedensten Teile des russischen Reiches; Em-
bryonen der zahlreichen Arten von Sumpf- und Wasservögeln für seine  
Arbeit über die Entwickelung des Vogelbeckens sammelte er 1886 in  
Arbeit über die Entwickelung des Vogelbeckens sammelte er 1886 in  


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388  
388  


Estland und Livland. Um die Eier der Sumpfschildkröte (Emys lu-
Estland und Livland. Um die Eier der Sumpfschildkröte (Emys lutaria taurica) zu gewinnen, reiste er 1889 nach Südrußland und verschaffte sich dort unter großen Mühen und Entbehrungen ein außerordentlich großes und gut konserviertes Material von Embryonen dieser  
taria taurica) zu gewinnen, reiste er 1889 nach Südrußland und ver-
schaffte sich dort unter großen Mühen und Entbehrungen ein außer-
ordentlich großes und gut konserviertes Material von Embryonen dieser  
Schildkröte, das ihm zunächst für die Entwickelung des Beckens,  
Schildkröte, das ihm zunächst für die Entwickelung des Beckens,  
später auch für andere entwickelungsgeschichtliche Untersuchungen  
später auch für andere entwickelungsgeschichtliche Untersuchungen  
vortreffliche Dienste leistete und von ihm leider nicht mehr voll-
vortreffliche Dienste leistete und von ihm leider nicht mehr vollständig ausgewertet werden konnte.  
ständig ausgewertet werden konnte.  


Aber nicht nur auf dem Gebiete der vergleichenden Anatomie und  
Aber nicht nur auf dem Gebiete der vergleichenden Anatomie und  
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derer er sich im Jahre 1888 in Dorpat den Doktortitel erwarb. Durch  
derer er sich im Jahre 1888 in Dorpat den Doktortitel erwarb. Durch  
Thoma angeregt, veröffentlichte er als Doktorarbeit seine Schrift:  
Thoma angeregt, veröffentlichte er als Doktorarbeit seine Schrift:  
„Ueber die topographische Verbreitung der Angiosklerose nebst Bei-
„Ueber die topographische Verbreitung der Angiosklerose nebst Beiträgen zur Kenntnis des normalen Baues der Aeste des Aortenbogens  
trägen zur Kenntnis des normalen Baues der Aeste des Aortenbogens  
und einiger Venenstämme". Diese histologischen Studien, in welchen  
und einiger Venenstämme". Diese histologischen Studien, in welchen  
er insbesondere die Verbreitung der subendothelialen Bindegewebs-
er insbesondere die Verbreitung der subendothelialen Bindegewebsschicht in der Intima der großen von der Aorta sich abzweigenden  
schicht in der Intima der großen von der Aorta sich abzweigenden  
Arterien untersuchte, haben auch später noch ihn wiederholt und lebhaft beschäftigt. Er wählte diesen Stoff als Thema für die gelegentlich seiner Habilitation in Straßburg vor der Fakultät zu haltende  
Arterien untersuchte, haben auch später noch ihn wiederholt und leb-
haft beschäftigt. Er wählte diesen Stoff als Thema für die gelegent-
lich seiner Habilitation in Straßburg vor der Fakultät zu haltende  
Probevorlesung; und auch später noch sammelte er Material auf diesem  
Probevorlesung; und auch später noch sammelte er Material auf diesem  
Gebiete, insbesondere für eine vergleichend - anatomische Behandlung  
Gebiete, insbesondere für eine vergleichend - anatomische Behandlung  
der Frage nach der Verbreitung und Bedeutung der subendothelialen  
der Frage nach der Verbreitung und Bedeutung der subendothelialen  
Bindegewebsschicht. Veröffentlicht sind diese Studien nicht; das Inter-
Bindegewebsschicht. Veröffentlicht sind diese Studien nicht; das Interesse an ihnen wurde durch spätere Arbeiten verdrängt.  
esse an ihnen wurde durch spätere Arbeiten verdrängt.  


Im Jahre 1890 erfolgte Mehnerts Uebersiedelung nach Straß-
Im Jahre 1890 erfolgte Mehnerts Uebersiedelung nach Straßburg, welcher Universität er bis zum Jahre 1898 zunächst als zweiter,  
burg, welcher Universität er bis zum Jahre 1898 zunächst als zweiter,  
dann als erster Assistent am anatomischen Institut, und seit 1891  
dann als erster Assistent am anatomischen Institut, und seit 1891  
auch als Privatdozent angehörte. Hier fand er trotz seiner amtlichen  
auch als Privatdozent angehörte. Hier fand er trotz seiner amtlichen  
Tätigkeit als Assistent, in welcher er besonders im Präpariersaal  
Tätigkeit als Assistent, in welcher er besonders im Präpariersaal  
während der Wintermonate vollauf in Anspruch genommen war,  
während der Wintermonate vollauf in Anspruch genommen war,  
reichlich Zeit und Gelegenheit zu einer Reihe von wertvollen Publi-
reichlich Zeit und Gelegenheit zu einer Reihe von wertvollen Publikationen , welche anfangs noch enge Fühlung mit seinem Dorpater  
kationen , welche anfangs noch enge Fühlung mit seinem Dorpater  
Arbeitsgebiet bewahrten, sehr bald aber sich über andere, ihm bisher weniger bekannte Gebiete ausdehnten. Er hielt nicht fest an  
Arbeitsgebiet bewahrten, sehr bald aber sich über andere, ihm bis-
dem von Dorpat überkommenen Arbeitsstoff", trotzdem dieser ihn außerordentlich gefesselt hatte, und von ihm in der fruchtbarsten Weise  
her weniger bekannte Gebiete ausdehnten. Er hielt nicht fest an  
dem von Dorpat überkommenen Arbeitsstoff", trotzdem dieser ihn außer-
ordentlich gefesselt hatte, und von ihm in der fruchtbarsten Weise  
verwertet worden war. Sein rastloses Streben nach Ausdehnung seines  
verwertet worden war. Sein rastloses Streben nach Ausdehnung seines  
Wissens und Könnens, nach Erkenntnis, ließen ihn alle Seiten der um-
Wissens und Könnens, nach Erkenntnis, ließen ihn alle Seiten der umfassenden morphologischen Wissenschaft interessant erscheinen. Seine  
fassenden morphologischen Wissenschaft interessant erscheinen. Seine  
hohe Begabung machte ihm das Einarbeiten in neue Gebiete leicht,  
hohe Begabung machte ihm das Einarbeiten in neue Gebiete leicht,  
verschaffte ihm auf bisher unbetretenem Boden neue Erfolge.  
verschaffte ihm auf bisher unbetretenem Boden neue Erfolge.  


Eine Fortsetzung seiner entwickelungsgeschichtlichen Arbeiten der  
Eine Fortsetzung seiner entwickelungsgeschichtlichen Arbeiten der  
Dorpater Zeit ist seine Habilitationsschrift im Jahre 1891 : „Gastru-
Dorpater Zeit ist seine Habilitationsschrift im Jahre 1891 : „Gastrulation und Keimblätterbildung der Emys lutaria taurica". Ihr  
lation und Keimblätterbildung der Emys lutaria taurica". Ihr  
schließen sich stofflich an die Arbeiten: „Ueber Entwickelung, Bau  
schließen sich stofflich an die Arbeiten: „Ueber Entwickelung, Bau  
und Funktion des Amnion und Amnionganges nach Untersuchungen  
und Funktion des Amnion und Amnionganges nach Untersuchungen  
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Leiche anthropologisch gemessen wird. Der erste Assistent erhielt die  
Leiche anthropologisch gemessen wird. Der erste Assistent erhielt die  
spezielle Aufgabe, während der Wintermonate diese Leichenmessungen  
spezielle Aufgabe, während der Wintermonate diese Leichenmessungen  
auszuführen. Es handelte sich darum, möglichst Zeit bei diesen Mes-
auszuführen. Es handelte sich darum, möglichst Zeit bei diesen Messungen zu sparen. Zu diesem Zwecke wurde ein Messungsschema vereinbart, welches dann von Mehnert 1894 in seinem „Bericht über die  
sungen zu sparen. Zu diesem Zwecke wurde ein Messungsschema ver-
einbart, welches dann von Mehnert 1894 in seinem „Bericht über die  
Leichenmessungen am Straßburger anatomischen Institut" verötfenthcht  
Leichenmessungen am Straßburger anatomischen Institut" verötfenthcht  
wurde. Mehnert wurde durch diese dienstliche Nebenbeschäftigung  
wurde. Mehnert wurde durch diese dienstliche Nebenbeschäftigung  
zu weiteren anthropologischen Studien angeregt. Gern übernahm er  
zu weiteren anthropologischen Studien angeregt. Gern übernahm er  
auf meine Autforderung die Herstellung eines Katalogs der anthro-
auf meine Autforderung die Herstellung eines Katalogs der anthropologischen Sammlung des anatomischen Instituts, 1894 erschienen im  
pologischen Sammlung des anatomischen Instituts, 1894 erschienen im  
Archiv für Anthropologie als XV, der Reihe „Die anthropologischen  
Archiv für Anthropologie als XV, der Reihe „Die anthropologischen  
Sammlungen Deutschlands". Mit außerordentlicher Sorgfalt hat er die  
Sammlungen Deutschlands". Mit außerordentlicher Sorgfalt hat er die  
zahlreichen Messungen ausgeführt und den Katalog dadurch noch wert-
zahlreichen Messungen ausgeführt und den Katalog dadurch noch wertvoller gestaltet, daß er am Schluß eine vergleichende Zusammenstellung  
voller gestaltet, daß er am Schluß eine vergleichende Zusammenstellung  
der an seinem Material beobachteten Knochenvariationen gegeben hat.  
der an seinem Material beobachteten Knochenvariationen gegeben hat.  
Diese Studien nahmen sein Interesse derart in Anspruch, daß er als  
Diese Studien nahmen sein Interesse derart in Anspruch, daß er als  
Dozent anthropometrische Uebungen abhielt, welche bei den Studenten  
Dozent anthropometrische Uebungen abhielt, welche bei den Studenten  
vielen Beifall fanden. Ueberhaupt waren seine Vorlesungen sehr be-
vielen Beifall fanden. Ueberhaupt waren seine Vorlesungen sehr beliebt. Während seiner Straßburger Zeit hielt er außer den erwähnten  
liebt. Während seiner Straßburger Zeit hielt er außer den erwähnten  
Uebungen Vorlesungen über vergleichende Anatomie der Wirbeltiere,  
Uebungen Vorlesungen über vergleichende Anatomie der Wirbeltiere,  
über Ent Wickelungsgeschichte, über Nerven und Arterien des Menschen.  
über Ent Wickelungsgeschichte, über Nerven und Arterien des Menschen.  
Sein freundliches Wesen, das Interesse für seine Schüler, seine ange-
Sein freundliches Wesen, das Interesse für seine Schüler, seine angenehme Art des Unterrichts auf dem Präpariersaal verschafften ihm  
nehme Art des Unterrichts auf dem Präpariersaal verschafften ihm  
bedeutenden Lehrerfolg.  
bedeutenden Lehrerfolg.  


Die Beschäftigung auf dem Präpariersaal hatte aber noch eine  
Die Beschäftigung auf dem Präpariersaal hatte aber noch eine  
andere Folge für Mehnerts wissenschaftliche Entwickelung. Er ge-
andere Folge für Mehnerts wissenschaftliche Entwickelung. Er gewann diese Beschäftigung lieb, erkannte, wie mancherlei auch auf dem  
wann diese Beschäftigung lieb, erkannte, wie mancherlei auch auf dem  
Gebiete der makroskopischen Anatomie noch zu finden ist. Er erkannte die Verpflichtung des Lehres der Anatomie, dies Gebiet nicht  
Gebiete der makroskopischen Anatomie noch zu finden ist. Er er-
zu vernachlässigen, und wußte ihm alsbald interessante Seiten abzugewinnen. Nicht minder kam er zu der Erkenntnis, daß die Anatomie  
kannte die Verpflichtung des Lehres der Anatomie, dies Gebiet nicht  
sich nicht verschließen dürfe den Bedürfnissen der praktisch medizinischen Disziplinen, den Anforderungen, die diese an den Anatomen  
zu vernachlässigen, und wußte ihm alsbald interessante Seiten abzu-
gewinnen. Nicht minder kam er zu der Erkenntnis, daß die Anatomie  
sich nicht verschließen dürfe den Bedürfnissen der praktisch medi-
zinischen Disziplinen, den Anforderungen, die diese an den Anatomen  
stellen. So entstand als Frucht dieser Bestrebungen die Schrift:  
stellen. So entstand als Frucht dieser Bestrebungen die Schrift:  
„Ueber die klinische Bedeutung der Oesophagus- und Aorten- Varia-
„Ueber die klinische Bedeutung der Oesophagus- und Aorten- Variationen", im wesentlichen begründet auf Studien während seiner Tätigkeit im Straßburger Präpariersaal. In Straßburg vollendet, ist sie erst  
tionen", im wesentlichen begründet auf Studien während seiner Tätig-
keit im Straßburger Präpariersaal. In Straßburg vollendet, ist sie erst  
1899 nach Mehnerts Berufung nach Halle erschienen. Sie enthält  
1899 nach Mehnerts Berufung nach Halle erschienen. Sie enthält  
eine Zusammenstellung der Stellen, an welchen Verengerungen der  
eine Zusammenstellung der Stellen, an welchen Verengerungen der  
Speiseröhre bisher beobachtet worden sind, unter Hinzufügung zahl-
Speiseröhre bisher beobachtet worden sind, unter Hinzufügung zahlreicher eigener Beobachtungen mit der Deutung, daß diese Einschnürungen als Grenzen metamerer Elemente der Speiseröhre aufzufassen seien ; die in derselben Arbeit mitgeteilten Angaben über die  
reicher eigener Beobachtungen mit der Deutung, daß diese Ein-
schnürungen als Grenzen metamerer Elemente der Speiseröhre aufzu-
fassen seien ; die in derselben Arbeit mitgeteilten Angaben über die  




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Kiel 1898 gemachten Mitteilungen, in welchen die Lageunterschiede  
Kiel 1898 gemachten Mitteilungen, in welchen die Lageunterschiede  
beim Kind und beim Erwachsenen scharf betont werden mit ihren  
beim Kind und beim Erwachsenen scharf betont werden mit ihren  
zahlreichen individuellen Variationen. Das hohe Interesse, das Meh-
zahlreichen individuellen Variationen. Das hohe Interesse, das Mehnert in dieser Arbeit für die Anatomie der Lebensalter bekundet,  
nert in dieser Arbeit für die Anatomie der Lebensalter bekundet,  
beherrscht noch ganz besonders seine letzte größere aus der Hallenser  
beherrscht noch ganz besonders seine letzte größere aus der Hallenser  
Zeit stammende Schrift : „Ueber topographische Altersveränderungen des  
Zeit stammende Schrift : „Ueber topographische Altersveränderungen des  
Atmungsapparates" (Jena 1901), in welcher die Lagevariationen des  
Atmungsapparates" (Jena 1901), in welcher die Lagevariationen des  
Kehlkopfs, die Altersverlagerungen der Luftröhre, der Stand des Zwerch-
Kehlkopfs, die Altersverlagerungen der Luftröhre, der Stand des Zwerchfells etc. in den verschiedeneu Lebensaltern eine eingehende Würdigung  
fells etc. in den verschiedeneu Lebensaltern eine eingehende Würdigung  
linden.  
linden.  


Klingt schon aus diesen in das praktische Gebiet hinüber leitenden  
Klingt schon aus diesen in das praktische Gebiet hinüber leitenden  
Schriften Mehnerts hohes Interesse für die Tatsachen der individuellen  
Schriften Mehnerts hohes Interesse für die Tatsachen der individuellen  
Variation hindurch, so beschäftigen sich andere Arbeiten fast aus-
Variation hindurch, so beschäftigen sich andere Arbeiten fast ausschließlich mit dieser hochwichtigen Frage. Die Anregung wurde ihm  
schließlich mit dieser hochwichtigen Frage. Die Anregung wurde ihm  
dazu zum Teil im Straßburger Präpariersaale, in welchem ich seit  
dazu zum Teil im Straßburger Präpariersaale, in welchem ich seit  
langer Zeit eine Statistik einiger auffallenden und zugleich leicht zu  
langer Zeit eine Statistik einiger auffallenden und zugleich leicht zu  
Line 25,959: Line 23,125:
hatte, deren Resultate in der Folge in mehreren Abhandlungen von  
hatte, deren Resultate in der Folge in mehreren Abhandlungen von  
Pfitzner und mir verötfentlicht worden sind. Eine besondere Basis  
Pfitzner und mir verötfentlicht worden sind. Eine besondere Basis  
für seine Variationsforschungeu hatte sich Mehnert aber selbst ge-
für seine Variationsforschungeu hatte sich Mehnert aber selbst geschaffen durch seine reiche Sammlung von frühen Stadien von  
schaffen durch seine reiche Sammlung von frühen Stadien von  
Schildkrötenembryonen, welche ihm für die verschiedensten Fragen  
Schildkrötenembryonen, welche ihm für die verschiedensten Fragen  
reiches interessantes Material gewährte.  
reiches interessantes Material gewährte.  
Line 25,967: Line 23,132:
Variabilität gleich weit entwickelter Keimscheiben von Emys lutaria  
Variabilität gleich weit entwickelter Keimscheiben von Emys lutaria  
taurica aufmerksam. In einer besonderen Arbeit „Die individuelle  
taurica aufmerksam. In einer besonderen Arbeit „Die individuelle  
Variation des Wirbeltierembryo" (1896), die er selbst eine Zusammen-
Variation des Wirbeltierembryo" (1896), die er selbst eine Zusammenstellung nennt, faßt Mehnert, gestützt auf ein großes Material, seine  
stellung nennt, faßt Mehnert, gestützt auf ein großes Material, seine  
Ansichten über die Größe und Bedeutung der individuellen Variation  
Ansichten über die Größe und Bedeutung der individuellen Variation  
zusammen, betont insbesondere die Tatsache, dass Körpergröße und  
zusammen, betont insbesondere die Tatsache, dass Körpergröße und  
Line 25,977: Line 23,141:
Im Frühjahr 1895 reiste er nach Aegypten, um dort in der Nähe von  
Im Frühjahr 1895 reiste er nach Aegypten, um dort in der Nähe von  
Kairo bei Matarieh in der bereits in der Wüste gelegenen großartigen  
Kairo bei Matarieh in der bereits in der Wüste gelegenen großartigen  
Straußenzucht kostbares Material von Straußen-Embryonen zu er-
Straußenzucht kostbares Material von Straußen-Embryonen zu erwerben. Es wurde ihm dies ermöglicht durch das liebenswürdige  
werben. Es wurde ihm dies ermöglicht durch das liebenswürdige  
Entgegenkommen des Herrn Dr. Hess in Kairo, der ihm sogar sein  
Entgegenkommen des Herrn Dr. Hess in Kairo, der ihm sogar sein  
in Matarieh gelegenes Haus freundlichst zur Disposition stellte. Reich  
in Matarieh gelegenes Haus freundlichst zur Disposition stellte. Reich  
Line 26,010: Line 23,173:
(Acceleration). Er bezeichnet dies als Grundprinzip der Organogenese.  
(Acceleration). Er bezeichnet dies als Grundprinzip der Organogenese.  
Diese Ergebnisse führten ihn zur Besprechung der känogenetischen  
Diese Ergebnisse führten ihn zur Besprechung der känogenetischen  
Erscheinungen in der phylogenetischen Entwickelung und zur Be-
Erscheinungen in der phylogenetischen Entwickelung und zur Beschäftigung mit dem Problem der Vererbung. Der ganze zweite Teil  
schäftigung mit dem Problem der Vererbung. Der ganze zweite Teil  
seiner „Kainogenesis", endlich das größere, 1898 selbständig erschienene  
seiner „Kainogenesis", endlich das größere, 1898 selbständig erschienene  
Werk „Biomechanik, erschlossen aus dem Prinzipe der Organogenese"  
Werk „Biomechanik, erschlossen aus dem Prinzipe der Organogenese"  
Line 26,017: Line 23,179:
Mehnerts, an seine Beobachtungen nicht nur die nächsten allgemeineren  
Mehnerts, an seine Beobachtungen nicht nur die nächsten allgemeineren  
Schlußfolgerungen anzuknüpfen, sondern von ihnen die weitgehendsten  
Schlußfolgerungen anzuknüpfen, sondern von ihnen die weitgehendsten  
Folgerungen abzuleiten, charakterisieren diese beide Schriften in be-
Folgerungen abzuleiten, charakterisieren diese beide Schriften in besonderer Weise. Die spekulative Richtung beherrscht im zunehmenden  
sonderer Weise. Die spekulative Richtung beherrscht im zunehmenden  
Maße die schönen neuen Beobachtungen. Ein Hasten und Streben  
Maße die schönen neuen Beobachtungen. Ein Hasten und Streben  
nach Verständnis auch der schwierigsten Fragen der Biologie und die  
nach Verständnis auch der schwierigsten Fragen der Biologie und die  
Line 26,026: Line 23,187:
Ich habe im Vorstehenden in aller Kürze den wissenschaftlichen  
Ich habe im Vorstehenden in aller Kürze den wissenschaftlichen  
Entwickelungsgang und die wissenschaftlichen Leistungen Mehnerts  
Entwickelungsgang und die wissenschaftlichen Leistungen Mehnerts  
zu schildern versucht. Sie geben ein getreues Spiegelbild seiner inner-
zu schildern versucht. Sie geben ein getreues Spiegelbild seiner innersten Natur. Hingebende Neigung zu wissenschaftlicher Arbeit mit  
sten Natur. Hingebende Neigung zu wissenschaftlicher Arbeit mit  
allen ihren wechselnden Stimmungen, rastlose Energie, unterbrochen  
allen ihren wechselnden Stimmungen, rastlose Energie, unterbrochen  
vom Bedürfnis dringend notwendiger Erholung, bilden die Grundlage  
vom Bedürfnis dringend notwendiger Erholung, bilden die Grundlage  
Line 26,036: Line 23,196:


Sein rastloses, erfolgreiches Arbeiten und Streben fand endlich auch  
Sein rastloses, erfolgreiches Arbeiten und Streben fand endlich auch  
die äußere Anerkennung. Er erhielt im Jahre 1898 einen Ruf als außer-
die äußere Anerkennung. Er erhielt im Jahre 1898 einen Ruf als außerordentlicher Professor und histologischer Prosektor an das anatomische  
ordentlicher Professor und histologischer Prosektor an das anatomische  
Institut in Halle und verließ Straßburg im Herbst 1898, nachdem er  
Institut in Halle und verließ Straßburg im Herbst 1898, nachdem er  
im Frühjahr sein häusliches Glück durch Heimführung der geliebten  
im Frühjahr sein häusliches Glück durch Heimführung der geliebten  
Line 26,047: Line 23,206:


Trotzdem die neue Tätigkeit ein Einleben in neue, ungewohnte  
Trotzdem die neue Tätigkeit ein Einleben in neue, ungewohnte  
Verhältnisse erforderte, blieb er einer alten in Straßburg über-
Verhältnisse erforderte, blieb er einer alten in Straßburg übernommenen Verpflichtung treu. Dankbar gedenke ich an dieser Stelle  
nommenen Verpflichtung treu. Dankbar gedenke ich an dieser Stelle  




Line 26,054: Line 23,212:
392  
392  


seiner Tätigkeit als Referent für die von mir herausgegebenen Jahres-
seiner Tätigkeit als Referent für die von mir herausgegebenen Jahresberichte der Anatomie und Entwickelungsgeschichte, in welchen ihm  
berichte der Anatomie und Entwickelungsgeschichte, in welchen ihm  
anfangs die Kapitel Variation und Heredität, Regeneration, Descendenz  
anfangs die Kapitel Variation und Heredität, Regeneration, Descendenz  
und Entwickeluugsmechanik übertragen waren. Leider wurde er nicht  
und Entwickeluugsmechanik übertragen waren. Leider wurde er nicht  
Line 26,075: Line 23,232:
Dr. P. Zaaijer,  
Dr. P. Zaaijer,  


Prof. ordin. der Anatomie an der Universität Leiden, ist am 22. De-
Prof. ordin. der Anatomie an der Universität Leiden, ist am 22. Dezember am Herzschlag verschieden.  
zember am Herzschlag verschieden.  


Zaaijer war ein ausgezeichneter Dozent, ein Anatom vom alten  
Zaaijer war ein ausgezeichneter Dozent, ein Anatom vom alten  
Line 26,082: Line 23,238:
einer einzigen Ausnahme, zur reinen Anatomie.  
einer einzigen Ausnahme, zur reinen Anatomie.  


Geboren am 15. November 1837 in Dirksland, auf der südhollän-
Geboren am 15. November 1837 in Dirksland, auf der südholländischen Insel Over-Flakkee, wo sein Vater Bürgermeister war, studierte  
dischen Insel Over-Flakkee, wo sein Vater Bürgermeister war, studierte  
er in Leiden, Berlin und W^ien. 1862 promoviert, wurde er schon 1866  
er in Leiden, Berlin und W^ien. 1862 promoviert, wurde er schon 1866  
Prof. extraordiu., 187Q Ordinarius in Leiden.  
Prof. extraordiu., 187Q Ordinarius in Leiden.  
Line 26,151: Line 23,306:
Inhalt. Aufsätze. M". Czeruiak, Das Centrosoma im Befruchtungsmomente  
Inhalt. Aufsätze. M". Czeruiak, Das Centrosoma im Befruchtungsmomente  
bei den Salmoniden. Mit 5 Abbildungen, p. 393—400. — Hermann Helbing-,  
bei den Salmoniden. Mit 5 Abbildungen, p. 393—400. — Hermann Helbing-,  
Ueber den Darm einiger Selachier. Mit 3 Abbildungen, p. 400—407. — W. Rubascli-
Ueber den Darm einiger Selachier. Mit 3 Abbildungen, p. 400—407. — W. Rubasclikin, Ueber die Beziehungen des Nervus trigeminus zur Eiechschleimhaut. Mit  
kin, Ueber die Beziehungen des Nervus trigeminus zur Eiechschleimhaut. Mit  
4 Abbildungen, p. 407—415. — Kurt Goldstein, Beiträge zur Entwickelungsgeschichte des menschlichen Gehirns, p. 415 — 417. — Konrad Helly, Die Glandulae duodenales (Brunneri) als Bestimmungsmittel der Duodenallänge beim  
4 Abbildungen, p. 407—415. — Kurt Goldstein, Beiträge zur Entwickelungs-
geschichte des menschlichen Gehirns, p. 415 — 417. — Konrad Helly, Die Glan-
dulae duodenales (Brunneri) als Bestimmungsmittel der Duodenallänge beim  
Menschen. Mit 1 Abbildung, p. 418-423.  
Menschen. Mit 1 Abbildung, p. 418-423.  


Line 26,176: Line 23,328:
Unter diesem Titel habe ich im Herbst des vorigen Jahres (1901)  
Unter diesem Titel habe ich im Herbst des vorigen Jahres (1901)  
in der Jurjewer (Dorpatei') Naturforschergesellschaft eine Mitteilung  
in der Jurjewer (Dorpatei') Naturforschergesellschaft eine Mitteilung  
gemacht, in der ich die Resultate meiner Forschungen über die Be-
gemacht, in der ich die Resultate meiner Forschungen über die Befruchtung bei der Forelle dargelegt habe. Damals konnte ich nur  
fruchtung bei der Forelle dargelegt habe. Damals konnte ich nur  
als Vermutung aussagen, daß das weibliche Centrosoma existiert i) und  
als Vermutung aussagen, daß das weibliche Centrosoma existiert i) und  


Line 26,193: Line 23,344:
des männlichen Vorkerns anlegt, so daß die erste Furchungsspindel  
des männlichen Vorkerns anlegt, so daß die erste Furchungsspindel  
an dem einen Pole ein zusammengesetztes Centrosoma hat, wo das  
an dem einen Pole ein zusammengesetztes Centrosoma hat, wo das  
noch jüngere weibliche Centrosom einen Anhang am großen männ-
noch jüngere weibliche Centrosom einen Anhang am großen männlichen vorstellt (Fig. 4 links) ; am anderen Pole aber hat die Furchungsspindel ein kleineres und einfacheres Centrosom, das vom männlichen  
lichen vorstellt (Fig. 4 links) ; am anderen Pole aber hat die Furchungs-
spindel ein kleineres und einfacheres Centrosom, das vom männlichen  
Vorkerne allein abstammt. Somit erleidet nur eins der beiden ersten  
Vorkerne allein abstammt. Somit erleidet nur eins der beiden ersten  
Blastomeren — vielleicht sogar eins der vier ersten — eine voll-
Blastomeren — vielleicht sogar eins der vier ersten — eine vollständige Befruchtung und wird dadurch zu fortdauerndem Leben fähig,  
ständige Befruchtung und wird dadurch zu fortdauerndem Leben fähig,  
während das andere — wahrscheinlich sogar die drei anderen — vom  
während das andere — wahrscheinlich sogar die drei anderen — vom  
mütterlichen Organismus nur Kernteile, aber keine Centrosomateile  
mütterlichen Organismus nur Kernteile, aber keine Centrosomateile  
Line 26,208: Line 23,356:
(resp. 4) ersten Blastomeren trennen und bis zur Geschlechtsreife  
(resp. 4) ersten Blastomeren trennen und bis zur Geschlechtsreife  
züchten : falls die Hypothese recht hat, müssen von den zwei Tieren  
züchten : falls die Hypothese recht hat, müssen von den zwei Tieren  
dem einen (vielleicht von den vier Tieren den dreien) die Geschlechts-
dem einen (vielleicht von den vier Tieren den dreien) die Geschlechtszellen fehlen, während nur das andere — oder das eine von vieren  
zellen fehlen, während nur das andere — oder das eine von vieren  
— die Fähigkeit zur Reproduktion besitzt. Dieser Weg des biologischen Experimentes ist eine mühevolle Arbeit von mehreren Jahren,  
— die Fähigkeit zur Reproduktion besitzt. Dieser Weg des bio-
logischen Experimentes ist eine mühevolle Arbeit von mehreren Jahren,  
doch wenn die Umstände günstig werden, beabsichtige ich, sie zu  
doch wenn die Umstände günstig werden, beabsichtige ich, sie zu  
unternehmen. Der zweite Prüfungsweg ist rein morphologisch: was  
unternehmen. Der zweite Prüfungsweg ist rein morphologisch: was  
Line 26,220: Line 23,366:
unternommen und eine vollständige Reihe der Stadien von Lachseiern  
unternommen und eine vollständige Reihe der Stadien von Lachseiern  
aus den ersten 48 Stunden nach der Befruchtung, in Intervallen von  
aus den ersten 48 Stunden nach der Befruchtung, in Intervallen von  
je einer Viertelstunde gesammelt, konserviert. Jetzt ist die Be-
je einer Viertelstunde gesammelt, konserviert. Jetzt ist die Bearbeitung des Materials fast beendet und ich kann mit voller Sicherheit sagen:  
arbeitung des Materials fast beendet und ich kann mit voller Sicher-
heit sagen:  






und Physiologie in München, 1891) und Beheens (Die Reifung und Be-
und Physiologie in München, 1891) und Beheens (Die Reifung und Befruchtung des Forelleneies. Anatomische Hefte, Bd. 1(1, 1898, Heft 32)  
fruchtung des Forelleneies. Anatomische Hefte, Bd. 1(1, 1898, Heft 32)  
verneint. Blano (Etude sur la fecondation de l'oeuf de la Truite.  
verneint. Blano (Etude sur la fecondation de l'oeuf de la Truite.  
Festschrift für Weismann 1894) bildet die vt^eibliche Sphäre ab, sieht  
Festschrift für Weismann 1894) bildet die vt^eibliche Sphäre ab, sieht  
aber dabei als weibliche Sphäre verschiedene Gebilde an : einmal die  
aber dabei als weibliche Sphäre verschiedene Gebilde an : einmal die  
männliche Sphäre bei der Polyspermie (vergl. seine Abbildung der weib-
männliche Sphäre bei der Polyspermie (vergl. seine Abbildung der weiblichen Sphäre auf Fig. 18 mit der Abbildung der Polyspermie auf  
lichen Sphäre auf Fig. 18 mit der Abbildung der Polyspermie auf  
Fig. 28); ein andermal die große Vakuole, die der Pronucleus femininus  
Fig. 28); ein andermal die große Vakuole, die der Pronucleus femininus  
bei seiner Wanderung oft hinter sich läßt (1. c. Fig. 20); er hat aber  
bei seiner Wanderung oft hinter sich läßt (1. c. Fig. 20); er hat aber  
Line 26,241: Line 23,383:
395  
395  


1) das weibliche Centrosom existiert bei den Sal-
1) das weibliche Centrosom existiert bei den Salmoniden,  
moniden,  


2) bei der Berührung der beiden Vorkerne legt sich  
2) bei der Berührung der beiden Vorkerne legt sich  
Line 26,254: Line 23,395:
aus meinen Beobachtungen mitteilen.  
aus meinen Beobachtungen mitteilen.  


Ein glücklich orientiertes und nach speziell für die Centrosom-
Ein glücklich orientiertes und nach speziell für die Centrosomdiagnose bestimmter HEiDENHAiNschen Methode 2) gefärbtes Präparat  
diagnose bestimmter HEiDENHAiNschen Methode 2) gefärbtes Präparat  
eines Lachseies 4 Std. 52 Min. nach der Befruchtung zeigt die beiden  
eines Lachseies 4 Std. 52 Min. nach der Befruchtung zeigt die beiden  
Vorkerne noch weit voneinander (Fig. 1), Der weibliche Vorkern ist  
Vorkerne noch weit voneinander (Fig. 1), Der weibliche Vorkern ist  
Line 26,285: Line 23,425:
Fig. 1. Salmo salar 4 Stunden 52' nach der Befrachtung. Radialer (vertikaler)  
Fig. 1. Salmo salar 4 Stunden 52' nach der Befrachtung. Radialer (vertikaler)  
Schnitt. Links Pronucleus femininus blaß, von rosa Sphärensubstanz umgeben, deren  
Schnitt. Links Pronucleus femininus blaß, von rosa Sphärensubstanz umgeben, deren  
Pseudopodium das weibliche Centrosom enthält. Rechts Pronucleus masculinus mit hell-
Pseudopodium das weibliche Centrosom enthält. Rechts Pronucleus masculinus mit hellbrauner Sphäre, in der eine Zeichnung, einem gotischen Glockenturm gleich, zu sehen  
brauner Sphäre, in der eine Zeichnung, einem gotischen Glockenturm gleich, zu sehen  
ist. Dieses männliche Centrosom, ebenso wie die beiden Centriolen — das zentrale und  
ist. Dieses männliche Centrosom, ebenso wie die beiden Centriolen — das zentrale und  
periphere — des weiblichen Centrosomas sind dunkelbraun. Die Dotterkugeln (gl. v.)  
periphere — des weiblichen Centrosomas sind dunkelbraun. Die Dotterkugeln (gl. v.)  
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396  
396  


seinem Ende eine Kugel mit zwei dunkelbraunen Punk-
seinem Ende eine Kugel mit zwei dunkelbraunen Punkten: einem in der Mitte und dem anderen an der Peripherie. Leider habe ich das HEiDENHAiNsche Verfahren mit  
ten: einem in der Mitte und dem anderen an der Peri-
pherie. Leider habe ich das HEiDENHAiNsche Verfahren mit  
Bordeauxrot nur selten angewandt und noch seltener damit gute  
Bordeauxrot nur selten angewandt und noch seltener damit gute  
Präparate erhalten ^), kann daher die vollständige Lebensgeschichte  
Präparate erhalten ^), kann daher die vollständige Lebensgeschichte  
dieser Kugel — des weiblichen Centrosomas — nicht darlegen. Sein  
dieser Kugel — des weiblichen Centrosomas — nicht darlegen. Sein  
Ursprung steht aber in einem gewissen Grade in Zusammenhang mit  
Ursprung steht aber in einem gewissen Grade in Zusammenhang mit  
dem von mir schon früher beschriebenen Mitochondralkorb der Rich-
dem von mir schon früher beschriebenen Mitochondralkorb der RichtungsspindeP), denn mehrere Präparate zeigen, daß dieser Korb sich  
tungsspindeP), denn mehrere Präparate zeigen, daß dieser Korb sich  
desintegriert und in der Richtung des Zentrums des Keimes sozusagen  
desintegriert und in der Richtung des Zentrums des Keimes sozusagen  
zerfließt. Die kleinen schwarzen Punkte im Fuße der Richtungs-
zerfließt. Die kleinen schwarzen Punkte im Fuße der Richtungsspiudel sind wahrscheinlich die Centriolen des sich bildenden weiblichen Centrosomas.  
spiudel sind wahrscheinlich die Centriolen des sich bildenden weib-
lichen Centrosomas.  


Später finden wir, daß der männliche Vorkern eine Centralspindel  
Später finden wir, daß der männliche Vorkern eine Centralspindel  
mit zwei Centrosomen und Sonnenfiguren neben sich hat (Fig. 2), Der  
mit zwei Centrosomen und Sonnenfiguren neben sich hat (Fig. 2), Der  
weibliche Kern oder genauer seine Hülle verlängert sich in einen  
weibliche Kern oder genauer seine Hülle verlängert sich in einen  
dunklen Faserconus, dessen Spitze zu dem männlichen Vorkern ge-
dunklen Faserconus, dessen Spitze zu dem männlichen Vorkern gerichtet ist, und zwar zu einem Pole der Spindel, welchen ich Centrum activum nennen werde. Eine Reihe Vakuolen scheint denselben mit dem weiblichen Conus zu verbinden; dieser hat kurze  
richtet ist, und zwar zu einem Pole der Spindel, welchen ich Cen-
trum activum nennen werde. Eine Reihe Vakuolen scheint den-
selben mit dem weiblichen Conus zu verbinden; dieser hat kurze  
Protoplasmastrahlen an den Seiten.  
Protoplasmastrahlen an den Seiten.  


Bald nachher sehen wir (Fig. 3), daß die beiden Vorkerne, die  
Bald nachher sehen wir (Fig. 3), daß die beiden Vorkerne, die  
länglich geworden sind und fast parallel zueinander liegen , ihre  
länglich geworden sind und fast parallel zueinander liegen , ihre  
Sphären an einem Pole vermischen. Hier ist die Strahlung sehr un-
Sphären an einem Pole vermischen. Hier ist die Strahlung sehr unregelmäßig geworden : sie besteht aus mehreren Bündeln, einem Pferdeschweife gleich, von denen einige mehr zur weiblichen Sphäre orientiert  
regelmäßig geworden : sie besteht aus mehreren Bündeln, einem Pferde-
schweife gleich, von denen einige mehr zur weiblichen Sphäre orientiert  
sind, die meisten hingegen zur männlichen. Das männliche Centrosoma  
sind, die meisten hingegen zur männlichen. Das männliche Centrosoma  
ist nicht schwer zu sehen, da es an der Spitze des Faserkegels liegt,  
ist nicht schwer zu sehen, da es an der Spitze des Faserkegels liegt,  
Line 26,350: Line 23,479:
Lage wir im voraus nicht kennen!  
Lage wir im voraus nicht kennen!  


2) Anatomischer Anzeiger, Bd. 20, 1902, p. 158—160. (Die Mito-
2) Anatomischer Anzeiger, Bd. 20, 1902, p. 158—160. (Die Mitochondrien des Forelleneies.)  
chondrien des Forelleneies.)  




Line 26,400: Line 23,528:
das männliche Centrosom zu sehen, das viel weiter vom Kern liegt, als das Centrosom  
das männliche Centrosom zu sehen, das viel weiter vom Kern liegt, als das Centrosom  
des untätigen Pols (centrum jjassivum cp), was am wahrscheinlichsten der anziehenden  
des untätigen Pols (centrum jjassivum cp), was am wahrscheinlichsten der anziehenden  
Wirkung des weiblichen Conus (Fig. 2) zugeschrieben werden muß. Neben dem Centro-
Wirkung des weiblichen Conus (Fig. 2) zugeschrieben werden muß. Neben dem Centrosom des tätigen Pols sind einige ziemlich große, schwarze Körnchen zu sehen, unter  
som des tätigen Pols sind einige ziemlich große, schwarze Körnchen zu sehen, unter  
denen sich vielleicht das weibliche Centriolum der Fig. 1 findet. Den kleinen Conus  
denen sich vielleicht das weibliche Centriolum der Fig. 1 findet. Den kleinen Conus  
mit dem schwarzen Pünktchen an der Spitze, der in der Mitte der beiden gemischten  
mit dem schwarzen Pünktchen an der Spitze, der in der Mitte der beiden gemischten  
Line 26,416: Line 23,543:
Sphärensubstanz, die den tätigen Pol der beiden Vorkerne umgibt,  
Sphärensubstanz, die den tätigen Pol der beiden Vorkerne umgibt,  
treten besondere Gebilde auf, die den Spindelkegeln mit Centrosomen  
treten besondere Gebilde auf, die den Spindelkegeln mit Centrosomen  
sehr ähnlich sehen; das sind mitochondriale Centra oder Mito-
sehr ähnlich sehen; das sind mitochondriale Centra oder Mitocentra, wie ich sie kurz nennen will. Aus einem schwarz gefärbten,  
centra, wie ich sie kurz nennen will. Aus einem schwarz gefärbten,  
dem Centriolum ähnlichen Punkte gehen Fasern, zu einem Kegel gesammelt, zur Oberfläche des Kerns. Später, wenn die Kerne schon  
dem Centriolum ähnlichen Punkte gehen Fasern, zu einem Kegel ge-
sammelt, zur Oberfläche des Kerns. Später, wenn die Kerne schon  
zur Berührung gekommen sind, finden wir diese Mitocentra mit ihren  
zur Berührung gekommen sind, finden wir diese Mitocentra mit ihren  
Fasern nahe der Aequatorialebene der sich bildenden Furchungsspindel.  
Fasern nahe der Aequatorialebene der sich bildenden Furchungsspindel.  
Line 26,439: Line 23,564:


Aus dem Vergleich mit den Erscheinungen, die später bei der  
Aus dem Vergleich mit den Erscheinungen, die später bei der  
Furchung an Centrosomen zu beobachten sind, können wir die Ueber-
Furchung an Centrosomen zu beobachten sind, können wir die Ueberzeugung gewinnen, daß die Mitocentra den Centrosomen  
zeugung gewinnen, daß die Mitocentra den Centrosomen  
ihren Ursprung ver dan lien. Die Verwandlungen der Centrosomen bei der Furchung sollen den  
ihren Ursprung ver dan lien. Die Verwandlungen der Centro-
somen bei der Fur-
chung sollen den  
Gegenstand einer  
Gegenstand einer  
anderen Mitteilung  
anderen Mitteilung  
Line 26,454: Line 23,576:
verschafft haben, daß  
verschafft haben, daß  
bei den Salmoniden  
bei den Salmoniden  
das weibliche Cen-
das weibliche Centrosoma existieren  
trosoma existieren  
muß.  
muß.  


Line 26,466: Line 23,587:


Fig. 4. Salmo fario 8 Stunden 30' n. d. Befr. Horizontal(tangential) - Schnitt.  
Fig. 4. Salmo fario 8 Stunden 30' n. d. Befr. Horizontal(tangential) - Schnitt.  
Die Vorkerne berühren sich. Links 2 zusammengesetzte Centrosomen mit ihren Gitter-
Die Vorkerne berühren sich. Links 2 zusammengesetzte Centrosomen mit ihren Gitterhüllen vereint. Das größere (männliche?) Centriolum scheint im Begriff zu sein, sich  
hüllen vereint. Das größere (männliche?) Centriolum scheint im Begriff zu sein, sich  
zu teilen. Es stellt eine Kugel dar, die von unten tief eingeschnitten ist (gleich einer  
zu teilen. Es stellt eine Kugel dar, die von unten tief eingeschnitten ist (gleich einer  
Kaffeebohne) ; die Figur giebt das Bild der unteren angeschnittenen Peripherie wieder,  
Kaffeebohne) ; die Figur giebt das Bild der unteren angeschnittenen Peripherie wieder,  
welche in einem und demselben optischen Schnitt mit dem kleinen (weiblichen?) Cen-
welche in einem und demselben optischen Schnitt mit dem kleinen (weiblichen?) Centriolum liegt. Rechts ist das Centrosoma nicht genau zu bestimmen. Bei m ist der  
triolum liegt. Rechts ist das Centrosoma nicht genau zu bestimmen. Bei m ist der  
Uebergang eiuer Mitochondrialeiter in das doppelte Chromosom zu sehen. Fixierung  
Uebergang eiuer Mitochondrialeiter in das doppelte Chromosom zu sehen. Fixierung  
etc. wie bei Fig. 2, Abbe, Apochr. h. Imm. 1,5, Ok. 6.  
etc. wie bei Fig. 2, Abbe, Apochr. h. Imm. 1,5, Ok. 6.  
Line 26,478: Line 23,597:
zeigt die beiden Vorkerne, die sich bis zur Berührung genähert haben  
zeigt die beiden Vorkerne, die sich bis zur Berührung genähert haben  
(Fig. 4). Die Spindel besteht aus einem Netze von Fäden mit schwarzen  
(Fig. 4). Die Spindel besteht aus einem Netze von Fäden mit schwarzen  
Pünktchen in den Knoten. Links sehen wir ein großes zusammen-
Pünktchen in den Knoten. Links sehen wir ein großes zusammengesetztes Centrosom, das in der Mitte ein großes kugeliges Centriolum enthält; dieses letzte ist tief angeschnitten — Anfang der  
gesetztes Centrosom, das in der Mitte ein großes kugeliges Centri-
olum enthält; dieses letzte ist tief angeschnitten — Anfang der  
Teilung wahrscheinlich. Um dieses finden wir mehrere kleine schwarze  
Teilung wahrscheinlich. Um dieses finden wir mehrere kleine schwarze  
Körnchen, die durch feine Fäden untereinander verbunden sind. Die  
Körnchen, die durch feine Fäden untereinander verbunden sind. Die  
Spindelfasern und Protoplasmastrahlen sind an diesen Körnchen be-
Spindelfasern und Protoplasmastrahlen sind an diesen Körnchen befestigt. Dem großen Centrosom liegt ein ebenso gebautes  
festigt. Dem großen Centrosom liegt ein ebenso gebautes  
kleineres an: das kann nur das Centrosoma femininum  
kleineres an: das kann nur das Centrosoma femininum  
sein! Am anderen Pole ist das Centrosoma dicht von Protoplasraa-
sein! Am anderen Pole ist das Centrosoma dicht von Protoplasraafäden und Körnern umgeben, darum nicht so gut zu sehen; es scheint  
fäden und Körnern umgeben, darum nicht so gut zu sehen; es scheint  
nur aus einem Paar Körnern an der Spitze des Spindelkegels zu bestehen.  
nur aus einem Paar Körnern an der Spitze des Spindelkegels zu be-
stehen.  




Line 26,541: Line 23,655:
bemerken wir auf der rechten Seite.  
bemerken wir auf der rechten Seite.  


Wenn wirklich das doppelte Centrosoma der Fig. 5 vom zusammen-
Wenn wirklich das doppelte Centrosoma der Fig. 5 vom zusammengesetzten linken Centrosoma der Fig. 4 abstammt, so müssen wir annehmen, daß das große männliche Centriolum sich geteilt und einer  
gesetzten linken Centrosoma der Fig. 4 abstammt, so müssen wir an-
nehmen, daß das große männliche Centriolum sich geteilt und einer  
der Paarlinge sich mit dem kleinen weibUchen Centriolum vereinigt  
der Paarlinge sich mit dem kleinen weibUchen Centriolum vereinigt  
hat. Wären die beiden Centriolen des linken Pols der Fig. 5 wirklich  
hat. Wären die beiden Centriolen des linken Pols der Fig. 5 wirklich  
die Enkelcentriolen für die 4 ersten Blastomeren — wie das gewöhn-
die Enkelcentriolen für die 4 ersten Blastomeren — wie das gewöhnlich interpretiert wird — so läge die vollständige Befruchtung nur  
lich interpretiert wird — so läge die vollständige Befruchtung nur  




Line 26,556: Line 23,667:
dem mütterlichen Centrosoma nichts bekommen.  
dem mütterlichen Centrosoma nichts bekommen.  


Meine diesjährigen Studien an den Lachskeimen haben mir ge-
Meine diesjährigen Studien an den Lachskeimen haben mir gezeigt, daß das Centriolum nicht nur den Tochtercentriolen den Ursprung gibt, sondern auch den anderen, gleich aussehenden Gebilden  
zeigt, daß das Centriolum nicht nur den Tochtercentriolen den Ur-
— den Mitrocentra am wahrscheinlichsten. Jetzt muß ich die Möglichkeit ins Auge fassen, daß die Teilung der männlichen Centrosoma  
sprung gibt, sondern auch den anderen, gleich aussehenden Gebilden  
— den Mitrocentra am wahrscheinlichsten. Jetzt muß ich die Mög-
lichkeit ins Auge fassen, daß die Teilung der männlichen Centrosoma  
(Fig. 4) ein Mitocentrum für den künftigen Tochterkern liefert. In  
(Fig. 4) ein Mitocentrum für den künftigen Tochterkern liefert. In  
diesem Falle wäre das eine der beiden linken Centriolen der Fig. 5  
diesem Falle wäre das eine der beiden linken Centriolen der Fig. 5  
das durch Kopulation renovierte junge Centrosom für eins der beiden  
das durch Kopulation renovierte junge Centrosom für eins der beiden  
ersten Blastomeren, das andere hingegen das vom männlichen Centro-
ersten Blastomeren, das andere hingegen das vom männlichen Centrosom abstammende Mitocentrum für den Kern desselben ßlastomeres.  
som abstammende Mitocentrum für den Kern desselben ßlastomeres.  
Eins der 2 ersten Blastomeren also — nicht eins der 4 — würde  
Eins der 2 ersten Blastomeren also — nicht eins der 4 — würde  
eine vollständige Befruchtung erleiden. Diese Interpretation scheint  
eine vollständige Befruchtung erleiden. Diese Interpretation scheint  
mir jetzt glaubwürdiger zu sein als die frühere.  
mir jetzt glaubwürdiger zu sein als die frühere.  


Ich schließe meine Mitteilung mit dem Hinweis auf die merk-
Ich schließe meine Mitteilung mit dem Hinweis auf die merkwürdige Analogie der eben beschriebenen Prozesse mit der Konjugation  
würdige Analogie der eben beschriebenen Prozesse mit der Konjugation  
der Infusorien. Maupas hat konstatiert, daß die stationäre und die  
der Infusorien. Maupas hat konstatiert, daß die stationäre und die  
wandernde Mikronucleusspindel sich zuerst nur an einem „hinteren"  
wandernde Mikronucleusspindel sich zuerst nur an einem „hinteren"  
Line 26,592: Line 23,698:
Mit 3 Abbildungen.  
Mit 3 Abbildungen.  


Im Anschluß an die im Sommer dieses Jahres publizierten „Bei-
Im Anschluß an die im Sommer dieses Jahres publizierten „Beiträge zur Anatomie und Systematik der Lämargiden" im Band 21,  
träge zur Anatomie und Systematik der Lämargiden" im Band 21,  
No. 23, 24 dieses Blattes lasse ich hier einige kurze Mitteilungen  
No. 23, 24 dieses Blattes lasse ich hier einige kurze Mitteilungen  
folgen. Sie bilden gleichzeitig eine kleine Ergänzung zu Redekes  
folgen. Sie bilden gleichzeitig eine kleine Ergänzung zu Redekes  
Arbeit über „Die sogenannte Bursa Entiana der Selachier", im Ana-
Arbeit über „Die sogenannte Bursa Entiana der Selachier", im Ana
 




Line 26,626: Line 23,730:
I. Haifische mit Zwischendarm.  
I. Haifische mit Zwischendarm.  


Laemargus rostratus Risso: Im Jahre 1881 gab P. Doeder-
Laemargus rostratus Risso: Im Jahre 1881 gab P. DoederLEiN in seinem „Manuale Ittiologico del Mediterraneo" eine kurze  
LEiN in seinem „Manuale Ittiologico del Mediterraneo" eine kurze  
Schilderung des Digestionstractus von Laemargus rostratus, im Zusammenhang mit einigen anderen anatomischen Details. Elf Jahre  
Schilderung des Digestionstractus von Laemargus rostratus, im Zu-
sammenhang mit einigen anderen anatomischen Details. Elf Jahre  
später erschien im Morphologischen Jahrbuch, Bd. 18, eine Mitteilung  
später erschien im Morphologischen Jahrbuch, Bd. 18, eine Mitteilung  
von Gegenbaur „üeber Coecalanhänge am Mitteldarm der Selachier",  
von Gegenbaur „üeber Coecalanhänge am Mitteldarm der Selachier",  
Line 26,636: Line 23,738:
Gegenbaur war bei seiner Publikation auf Zeichnungen angewiesen,  
Gegenbaur war bei seiner Publikation auf Zeichnungen angewiesen,  
die er 14 Jahre zuvor angefertigt hatte, da ihm das zugehörige Objekt  
die er 14 Jahre zuvor angefertigt hatte, da ihm das zugehörige Objekt  
seither abhanden gekommen war. Die damals schon publizierte Ab-
seither abhanden gekommen war. Die damals schon publizierte Abbildung der betreffenden Verhältnisse ist neuerdings unverändert in  
bildung der betreffenden Verhältnisse ist neuerdings unverändert in  
das Lehrbuch der vergleichenden Anatomie, Bd. 2, 1901, übergegangen,  
das Lehrbuch der vergleichenden Anatomie, Bd. 2, 1901, übergegangen,  
nachdem das Jahr zuvor Redeke im Anatomischen Anzeiger, 1900,  
nachdem das Jahr zuvor Redeke im Anatomischen Anzeiger, 1900,  
Bd. 17, No. 6 u. 7 die TuRNERSchen Angaben korrigiert und durch  
Bd. 17, No. 6 u. 7 die TuRNERSchen Angaben korrigiert und durch  
eine neue Figur die im Vergleich zu anderen Selachiern etwas kom-
eine neue Figur die im Vergleich zu anderen Selachiern etwas komplizierten Verhältnisse am Darm von Laemargus borealis klargelegt  
plizierten Verhältnisse am Darm von Laemargus borealis klargelegt  
hatte.  
hatte.  


Line 26,656: Line 23,756:


Gegenbaur sagt: „Der aus dem weiten Oesophagus fortgezetzte  
Gegenbaur sagt: „Der aus dem weiten Oesophagus fortgezetzte  
Magen besaß kaudalwärts einen kurzen Blindsack, von dem ventral-
Magen besaß kaudalwärts einen kurzen Blindsack, von dem ventral
 




Line 26,669: Line 23,768:
einen längeren Blindschlauch aufzunehmen."  
einen längeren Blindschlauch aufzunehmen."  


Gegenbaues Beobachtung, daß tatsächlich zwei Blindsäcke exi-
Gegenbaues Beobachtung, daß tatsächlich zwei Blindsäcke existieren, kann ich durch meine Beobachtungen vollkommen bestätigen ;  
stieren, kann ich durch meine Beobachtungen vollkommen bestätigen ;  
doch muß der speziellen Beschreibung und der Rekonstruktion der zugehörigen Figur, wie ich zu zeigen versuchen möchte, ein Mißverständnis  
doch muß der speziellen Beschreibung und der Rekonstruktion der zu-
gehörigen Figur, wie ich zu zeigen versuchen möchte, ein Mißverständnis  
zu Grunde gelegen haben.  
zu Grunde gelegen haben.  


Line 26,682: Line 23,779:
Der innere Magenraum öffnet sich durch eine 1 cm breite Oeffnung  
Der innere Magenraum öffnet sich durch eine 1 cm breite Oeffnung  
in eine ca. 3 cm lange, von ihm wenig deutlich abgesetzte Pars pylorica.  
in eine ca. 3 cm lange, von ihm wenig deutlich abgesetzte Pars pylorica.  
Unmittelbar an ihrem, an das Ende des kleineren Blindsackes an-
Unmittelbar an ihrem, an das Ende des kleineren Blindsackes anstoßenden Abschnitt mündet der etwas versteckte Pylorus auf einer  
stoßenden Abschnitt mündet der etwas versteckte Pylorus auf einer  
kleinen Papille. Die Pars pylorica, der Pylorus und der kleinere Blind sack scheinen nämhch, in natürlichem Zustand betrachtet, einen kontinuierlichen Darmabschnitt zu bilden und mochten zu der irrigen Ansicht  
kleinen Papille. Die Pars pylorica, der Pylorus und der kleinere Blind -
sack scheinen nämhch, in natürlichem Zustand betrachtet, einen kon-
tinuierlichen Darmabschnitt zu bilden und mochten zu der irrigen Ansicht  
Veranlassung gegeben haben, daß sich Laemargus rostratus durch den  
Veranlassung gegeben haben, daß sich Laemargus rostratus durch den  
Besitz eines einzigen Blindsackes von anderen Selachiern besonders  
Besitz eines einzigen Blindsackes von anderen Selachiern besonders  
Line 26,692: Line 23,786:
der Pars pylorica führt auf eine zweite Papille, die der Innenwand  
der Pars pylorica führt auf eine zweite Papille, die der Innenwand  
des kleineren Blindsackes angehört und sich 3 cm vor dem blinden  
des kleineren Blindsackes angehört und sich 3 cm vor dem blinden  
Ende findet. Dieses Caecum stößt, wie dies Redeke für den homo-
Ende findet. Dieses Caecum stößt, wie dies Redeke für den homotypen Abschnitt bei Laemargus borealis hervorhebt, „mit seinem blinden  
typen Abschnitt bei Laemargus borealis hervorhebt, „mit seinem blinden  
Ende hart an die kurze Pars pylorica an". Zwischen diesem kleineren  
Ende hart an die kurze Pars pylorica an". Zwischen diesem kleineren  
Coecum und dem nach hinten gerichteten, in den Spiraldarm über-
Coecum und dem nach hinten gerichteten, in den Spiraldarm übergehenden Abschnitt des Darmrohrs liegt der um 6 mm verlängerte  
gehenden Abschnitt des Darmrohrs liegt der um 6 mm verlängerte  
zweite Bhndsack. Er besitzt kein vollkommen freies Ende, wie dies  
zweite Bhndsack. Er besitzt kein vollkommen freies Ende, wie dies  
Redeke für den entsprechenden Teil von Laemargus borealis ein-
Redeke für den entsprechenden Teil von Laemargus borealis eingezeichnet hat, sondern der dem kleineren Blindsack genäherte  
gezeichnet hat, sondern der dem kleineren Blindsack genäherte  
Abschnitt ist durch Bindegewebe mit der Pars pylorica eng verbunden.  
Abschnitt ist durch Bindegewebe mit der Pars pylorica eng verbunden.  
Beide Blindsäcke vereinigen sich oralwärts zu einem gemeinsamen  
Beide Blindsäcke vereinigen sich oralwärts zu einem gemeinsamen  
Line 26,714: Line 23,805:




Laemargus borealis den Wert 1/2 ^icht überschreitet. In dieser Be-
Laemargus borealis den Wert 1/2 ^icht überschreitet. In dieser Beziehung und im Modus der Verwachsung der Blindsäcke unter sich  
ziehung und im Modus der Verwachsung der Blindsäcke unter sich  
und mit der Pars pylorica des Magens ist jedenfalls der bedeutendste  
und mit der Pars pylorica des Magens ist jedenfalls der bedeutendste  
Unterschied der Darmapparate beider Laemargi zu suchen. Dazu  
Unterschied der Darmapparate beider Laemargi zu suchen. Dazu  
Line 26,724: Line 23,814:
des Zwischendarms ist sehr ungleich weit  
des Zwischendarms ist sehr ungleich weit  
gediehen, sie finden sich noch (verglichen  
gediehen, sie finden sich noch (verglichen  
mit Redekes Zeichnung vom Darm des Eis-
mit Redekes Zeichnung vom Darm des Eishaies) in einem Zustand der Sonderung, ein  
haies) in einem Zustand der Sonderung, ein  
Prozeß, der bei Laemargus borealis weiter  
Prozeß, der bei Laemargus borealis weiter  
fortgeschritten ist. Auf eine Strecke von  
fortgeschritten ist. Auf eine Strecke von  
5 cm ist die Trennungslinie beider Blind-
5 cm ist die Trennungslinie beider Blind
 
Fig. 1. Darmkanal von Laemargus rostratus.  
Fig. 1. Darmkanal von Laemargus rostratus.  
Ma Magen, ili Milz. B Blindsack des Magens. Pp  
Ma Magen, ili Milz. B Blindsack des Magens. Pp  
Line 26,738: Line 23,826:
Fig. 2. Darmkanal von Laemargus rostratus.  
Fig. 2. Darmkanal von Laemargus rostratus.  
Vom Pylorus aus gesehen. 3Ia Magen. Mi Milz. Pp  
Vom Pylorus aus gesehen. 3Ia Magen. Mi Milz. Pp  
Pars pylorica. p Pylorus. C, erster, C^ zweiter Blind-
Pars pylorica. p Pylorus. C, erster, C^ zweiter Blindsack des Zwischendarmes. Sp Spiraldarm.  
sack des Zwischendarmes. Sp Spiraldarm.  




Line 26,754: Line 23,841:


Säcke nur durch eine schwach markierte Furche angegeben. 1 cm  
Säcke nur durch eine schwach markierte Furche angegeben. 1 cm  
über der Pars pylorica scheinen die Caeca frei auszulaufen, die Tren-
über der Pars pylorica scheinen die Caeca frei auszulaufen, die Trennung ist aber bloß eine scheinbare, da die Furche einfach tiefer greift,  
nung ist aber bloß eine scheinbare, da die Furche einfach tiefer greift,  
ohne die Blindsäcke vollkommen voneinander zu trennen.  
ohne die Blindsäcke vollkommen voneinander zu trennen.  


Line 26,769: Line 23,855:
ist vom Magen noch deutlicher abgesetzt als am ausgewachsenen  
ist vom Magen noch deutlicher abgesetzt als am ausgewachsenen  
Tier, und die Stelle, wo der Pylorus in den der Magenwand  
Tier, und die Stelle, wo der Pylorus in den der Magenwand  
zunächst hegenden kleinern Blindsack mündet, erscheint etwas auf-
zunächst hegenden kleinern Blindsack mündet, erscheint etwas aufgetrieben. Der relative Längeuunterschied der beiden Caeca tritt am  
getrieben. Der relative Längeuunterschied der beiden Caeca tritt am  
embryonalen Darm noch mehr hervor. Die Caeca erreichen immerhin  
embryonalen Darm noch mehr hervor. Die Caeca erreichen immerhin  
schon eine Länge von 8 und 9,5 mm und beanspruchen hier bloß Vs  
schon eine Länge von 8 und 9,5 mm und beanspruchen hier bloß Vs  
der gesamten Zwischendarmlänge.  
der gesamten Zwischendarmlänge.  


Scymnus lichia: Der Darm von Scymnus ist bisher nicht ein-
Scymnus lichia: Der Darm von Scymnus ist bisher nicht eingehender beschrieben worden, und Redeke selbst ist er nicht zugänglich  
gehender beschrieben worden, und Redeke selbst ist er nicht zugänglich  
gewesen. Am Schlüsse seiner Arbeit „A Contribution to the visceral  
gewesen. Am Schlüsse seiner Arbeit „A Contribution to the visceral  
Anatomy of the Greenland Shark" weist Turner darauf hin, daß  
Anatomy of the Greenland Shark" weist Turner darauf hin, daß  
Line 26,790: Line 23,874:
Darmes ist die Bursa Eutiana."  
Darmes ist die Bursa Eutiana."  


Bei Scymnus handelt es sich aber um eine höchst eigenartige Aus-
Bei Scymnus handelt es sich aber um eine höchst eigenartige Ausbildung des Zwischendarms, Aeußerlich betrachtet, scheint er mit einer  
bildung des Zwischendarms, Aeußerlich betrachtet, scheint er mit einer  
wahren „Bursa Entiana" zum Verwechseln ähnlich. Redeke hat aber  
wahren „Bursa Entiana" zum Verwechseln ähnlich. Redeke hat aber  
neuerdings deutlich darauf hingewiesen, daß die eigentliche „Bursa  
neuerdings deutlich darauf hingewiesen, daß die eigentliche „Bursa  
Entiana" sich nur bei Galeus cauis findet und dort einen Bestandteil  
Entiana" sich nur bei Galeus cauis findet und dort einen Bestandteil  
des Magens repräsentiert. Hier liegt bloß ein der echten Bursa äußer-
des Magens repräsentiert. Hier liegt bloß ein der echten Bursa äußerlich ähnlich sehendes Gebilde vor, auch eine kapselartig gesonderte  
lich ähnlich sehendes Gebilde vor, auch eine kapselartig gesonderte  
Abteilung, die sich zwischen Pylorus und Spiraldarm einschiebt, aber  
Abteilung, die sich zwischen Pylorus und Spiraldarm einschiebt, aber  
durch die Valvula pylori vom Magen deutlich abgegrenzt erscheint.  
durch die Valvula pylori vom Magen deutlich abgegrenzt erscheint.  
Der dickwandige Magen geht kaudalwärts direkt in den stark musku-
Der dickwandige Magen geht kaudalwärts direkt in den stark muskulösen und kurzen Pylorus über, ohne die Andeutung eines Blindsackes  
lösen und kurzen Pylorus über, ohne die Andeutung eines Blindsackes  
aufzuweisen. Der Pylorus setzt sich nun aber nicht direkt in den  
aufzuweisen. Der Pylorus setzt sich nun aber nicht direkt in den  
dünnwandigen Zwischendarm fort, sondern scheint vielmehr seitlich  
dünnwandigen Zwischendarm fort, sondern scheint vielmehr seitlich  
Line 26,828: Line 23,909:


zu blindsackartigen Bildungen des Zwischendarms, von denen die  
zu blindsackartigen Bildungen des Zwischendarms, von denen die  
erstere der Größe nach sich über die Hälfte des gesamten Zwischen-
erstere der Größe nach sich über die Hälfte des gesamten Zwischendarras erstrecken kann, während sich das Längenverhältnis der Blindsäcke zum Zwischendarm bei  
darras erstrecken kann, während sich das Längen-
verhältnis der Blindsäcke zum Zwischendarm bei  
Laemargus rostratus auf nahezu V4 bestimmen ließ.  
Laemargus rostratus auf nahezu V4 bestimmen ließ.  


Daß es sich hier nicht um eine zufällige An-
Daß es sich hier nicht um eine zufällige Anschwellung handelt, die etwa als Folge eines „hohen  
schwellung handelt, die etwa als Folge eines „hohen  
Füllungszustandes des Darmkanals" oder mit der  
Füllungszustandes des Darmkanals" oder mit der  
„Konservierungsweise" im Zusammenhange steht, geht  
„Konservierungsweise" im Zusammenhange steht, geht  
aus dem übereinstimmenden Befund an drei ver-
aus dem übereinstimmenden Befund an drei verschiedenen Exemplaren derselben Species hervor,  
schiedenen Exemplaren derselben Species hervor,  
und ferner gibt die dünnwandige Beschaffenheit  
und ferner gibt die dünnwandige Beschaffenheit  
dieses mit der Mündungsstelle des Ductus chole-
dieses mit der Mündungsstelle des Ductus choledochus versehenen Darmabschnitts zwischen den angrenzenden stark muskulösen Teilen des Spiraldarms  
dochus versehenen Darmabschnitts zwischen den an-
und des pylorischen Rohres ein zu sicheres Merkmal ab, als daß hier an Artefakte gedacht werden  
grenzenden stark muskulösen Teilen des Spiraldarms  
und des pylorischen Rohres ein zu sicheres Merk-
mal ab, als daß hier an Artefakte gedacht werden  
dürfte (P. Mayer, contra Parker, C. Redeke).  
dürfte (P. Mayer, contra Parker, C. Redeke).  


Scymnusembryo 18 cm: Der Darmkanal  
Scymnusembryo 18 cm: Der Darmkanal  
zeigt außer dem erhalten gebliebenen Ductus vitello-
zeigt außer dem erhalten gebliebenen Ductus vitellointestinalis keine Besonderheiten, sondern schließt  
intestinalis keine Besonderheiten, sondern schließt  
sich unmittelbar den für den erwachenen Scymnus  
sich unmittelbar den für den erwachenen Scymnus  
beschriebenen Verhältnissen an.  
beschriebenen Verhältnissen an.  


Pristiophorus japonicus: Das mäßig erwei-
Pristiophorus japonicus: Das mäßig erweiterte Speiserohr geht in den wenig kapaciöseren Magen  
terte Speiserohr geht in den wenig kapaciöseren Magen  
über, der kaudal in einen schwachen Blindsack ausläuft. Die Pars pylorica ist wenig ausgeweitet und geht  
über, der kaudal in einen schwachen Blindsack aus-
läuft. Die Pars pylorica ist wenig ausgeweitet und geht  


Fig. 3. Darm von Scymnus lichia. Nach einem Formol-
Fig. 3. Darm von Scymnus lichia. Nach einem Formolpräparat. 3fa Magen. Mi Milz. Dch Ductus choledochus. B  
präparat. 3fa Magen. Mi Milz. Dch Ductus choledochus. B  
Blindsack des Zwischendarmes Zd. P Pylorus. Sp Spiraldarm.  
Blindsack des Zwischendarmes Zd. P Pylorus. Sp Spiraldarm.  
A Appendix digitiformis.  
A Appendix digitiformis.  
Line 26,868: Line 23,938:
erreicht bei weitem nicht die Länge, wie sie etwa für den Darmkanal  
erreicht bei weitem nicht die Länge, wie sie etwa für den Darmkanal  
von Rhinobatus oder Pristis charakteristisch ist, ebenso fehlt dem  
von Rhinobatus oder Pristis charakteristisch ist, ebenso fehlt dem  
Magen jede Spur einer Einteilung in zwei durch eine schwache Ein-
Magen jede Spur einer Einteilung in zwei durch eine schwache Einschnürung gesonderte Abschnitte, ein typisches Merkmal des Pristismagens. Die Milz liegt wie bei Scymnus lichia und Laemargus dem  
schnürung gesonderte Abschnitte, ein typisches Merkmal des Pristis-
kaudalen Blindsack des Magens an, im Gegensatz zu Pristis und Rhinobatus, wo sie der vorderen Magenwand lateral angefügt erscheint. Der  
magens. Die Milz liegt wie bei Scymnus lichia und Laemargus dem  
kaudalen Blindsack des Magens an, im Gegensatz zu Pristis und Rhino-
batus, wo sie der vorderen Magenwand lateral angefügt erscheint. Der  




Line 26,882: Line 23,949:
406  
406  


Aüsatz der Spiralfalte, sowie die Einmündungsstelle des Ductus chole-
Aüsatz der Spiralfalte, sowie die Einmündungsstelle des Ductus choledochus konnten der ungünstigen Konservierung wegen nicht genau  
dochus konnten der ungünstigen Konservierung wegen nicht genau  
ermittelt werden. Der vordere Abschnitt der Spiralfalte war aus dem  
ermittelt werden. Der vordere Abschnitt der Spiralfalte war aus dem  
Verband mit der Darmwand gelöst.  
Verband mit der Darmwand gelöst.  


Im ganzen zeigt aber Pristiophorus auch im Aufbau des Darm-
Im ganzen zeigt aber Pristiophorus auch im Aufbau des Darmkanals vorwiegend spinacide Merkmale.  
kanals vorwiegend spinacide Merkmale.  


Spinax niger: Die beiden von Redeke beobachteten Aus-
Spinax niger: Die beiden von Redeke beobachteten Ausbuchtungen am Anfang des Zwischeudarms werden wohl schwerlich  
buchtungen am Anfang des Zwischeudarms werden wohl schwerlich  
mit den Caeca am Zwischendarm von Laemargus in Beziehung gebracht werden können. Wahrscheinlich handelt es sich um eine besonders starke Kontraktion des pylorischen Ringmuskels. Ich habe  
mit den Caeca am Zwischendarm von Laemargus in Beziehung ge-
bracht werden können. Wahrscheinlich handelt es sich um eine be-
sonders starke Kontraktion des pylorischen Ringmuskels. Ich habe  
den Darmkanal von Spinax niger an einem 33 cm langen Exemplare  
den Darmkanal von Spinax niger an einem 33 cm langen Exemplare  
nachgeprüft und keine Spur dieser Ausbuchtungen am Zwischendarm  
nachgeprüft und keine Spur dieser Ausbuchtungen am Zwischendarm  
Line 26,901: Line 23,963:
Echinorhinus spinosus besitzt nach den Angaben von  
Echinorhinus spinosus besitzt nach den Angaben von  
W. Turner (Journal of Anatomy and Physiology, Vol. 9) einen im  
W. Turner (Journal of Anatomy and Physiology, Vol. 9) einen im  
Vergleich zur Gesamtlänge des Darmkanals recht kurzen Zwischen-
Vergleich zur Gesamtlänge des Darmkanals recht kurzen Zwischendarm. Turner sagt: ,,The fold of mucous membrane, which marked  
darm. Turner sagt: ,,The fold of mucous membrane, which marked  
the commencement of the spiral valve, began about 1 inch from the  
the commencement of the spiral valve, began about 1 inch from the  
pyloric tube, etc. . . ."  
pyloric tube, etc. . . ."  
Line 26,918: Line 23,979:
durch die Gestalt der Schleimhautfalten. Der kaudale Magenteil ist  
durch die Gestalt der Schleimhautfalten. Der kaudale Magenteil ist  
sackartig ausgeweitet, seine Längsachse steht zu derjenigen des vorderen  
sackartig ausgeweitet, seine Längsachse steht zu derjenigen des vorderen  
Abschnitts senkrecht. Der Ductus choledochus und der Ductus pan-
Abschnitts senkrecht. Der Ductus choledochus und der Ductus pancreaticus münden in den oberen Abschnitt des Spiraldarms ein.  
creaticus münden in den oberen Abschnitt des Spiraldarms ein.  


Cestracion galeatus: Der Oesophagus geht in einen einfachen,  
Cestracion galeatus: Der Oesophagus geht in einen einfachen,  
Line 26,933: Line 23,993:
407  
407  


übergeht. Der kolbig gestaltete Appendix digitiformis findet sich un-
übergeht. Der kolbig gestaltete Appendix digitiformis findet sich unmittelbar ani Ende des Spiraldarms. Das Rectum ist sehr weit und  
mittelbar ani Ende des Spiraldarms. Das Rectum ist sehr weit und  
auffallend lang.  
auffallend lang.  


Line 26,945: Line 24,004:
Nachdruck verboten.  
Nachdruck verboten.  


lieber die Beziehungen des Nervus trigeminus zur ßiecli-
lieber die Beziehungen des Nervus trigeminus zur ßiecli
 
schleimhaut.  
schleimhaut.  


Line 26,971: Line 24,029:


R. Y Cajal^) im Jahre 1889 und Van Gehuchten^) 1891, welche  
R. Y Cajal^) im Jahre 1889 und Van Gehuchten^) 1891, welche  
mit Hilfe derselben Methoden die Riechschleimhaut untersuchten, ver-
mit Hilfe derselben Methoden die Riechschleimhaut untersuchten, verneinten gänzlich die Existenz der freien intraepithelen Fasern und  
neinten gänzlich die Existenz der freien intraepithelen Fasern und  
betrachteten alle die zwischen den Epithelzellen der Membr. olfactoria  
betrachteten alle die zwischen den Epithelzellen der Membr. olfactoria  
sich befindenden Fibrillen als zentrale Fortsätze des Riechepithels.  
sich befindenden Fibrillen als zentrale Fortsätze des Riechepithels.  
Line 26,978: Line 24,035:




1) Geassi und Ca.stronovo, Beiträge zur Kenntnis des Geruchs-
1) Geassi und Ca.stronovo, Beiträge zur Kenntnis des Geruchsorgans des Hundes. Arch. f. mikr. Anat., 1889.  
organs des Hundes. Arch. f. mikr. Anat., 1889.  


2) R. Y Cajal, Nuevas applicaciones del metodo de coloracion de  
2) R. Y Cajal, Nuevas applicaciones del metodo de coloracion de  
Line 26,997: Line 24,053:


Brunn 2) hat sich nicht verzweigende Fasern an der Grenz des  
Brunn 2) hat sich nicht verzweigende Fasern an der Grenz des  
Riechepithels beschrieben, welche ganz zur Riechschleimhaut herauf-
Riechepithels beschrieben, welche ganz zur Riechschleimhaut heraufsteigen und frei in ihr endigen. Er hebt ihre im Verhältnis zu den  
steigen und frei in ihr endigen. Er hebt ihre im Verhältnis zu den  
Geruchsfibrillen große Dicke hervor. Aus diesem Grunde hält er sie  
Geruchsfibrillen große Dicke hervor. Aus diesem Grunde hält er sie  
für sensible Fasern des Nervus trigeminus. Retzius ^) hat bei Fröschen  
für sensible Fasern des Nervus trigeminus. Retzius ^) hat bei Fröschen  
Line 27,018: Line 24,073:
auch nicht, ihren sensiblen Charakter anzuerkennen.  
auch nicht, ihren sensiblen Charakter anzuerkennen.  


AicHEL ^), der die intraepithelialen Fibrillen bei Teleostiern be-
AicHEL ^), der die intraepithelialen Fibrillen bei Teleostiern beschrieben hat, spricht sich nicht klar über ihren Ursprung aus und  
schrieben hat, spricht sich nicht klar über ihren Ursprung aus und  
hält es für möglich, nur einen Teil von ihnen für Zweige des Nerv,  
hält es für möglich, nur einen Teil von ihnen für Zweige des Nerv,  
trigem. anzusehen, indem er sie von der Anastomose zwischen dem  
trigem. anzusehen, indem er sie von der Anastomose zwischen dem  
Line 27,034: Line 24,088:
Unters., Bd. 4, 1892.  
Unters., Bd. 4, 1892.  


4) LenhossI;k, Die Nervenursprünge und Endigungen im Jacobson-
4) LenhossI;k, Die Nervenursprünge und Endigungen im Jacobsonschen Organe des Kaninchens. Anat. Anz., 1892.  
schen Organe des Kaninchens. Anat. Anz., 1892.  


5) Lenhoss:6k, Beiträge zur Histol. des Nervensyst. und der Sinnes-
5) Lenhoss:6k, Beiträge zur Histol. des Nervensyst. und der Sinnesoi-g., 1894.  
oi-g., 1894.  


6) DissE, Ergebnisse der Anat. und Entwickelungsgesch. von Merkel  
6) DissE, Ergebnisse der Anat. und Entwickelungsgesch. von Merkel  
u. Bonnet, 1894.  
u. Bonnet, 1894.  


7) Aichel, Kurze Mitteilungen über den histolog. Bau der Riech-
7) Aichel, Kurze Mitteilungen über den histolog. Bau der Riechschleimh. embryon. Teleost. Sitzungsb. d. Gesellsch. f. Morph, u. Phys.  
schleimh. embryon. Teleost. Sitzungsb. d. Gesellsch. f. Morph, u. Phys.  
zu München, Bd. 11, 1895.  
zu München, Bd. 11, 1895.  


Line 27,069: Line 24,120:
waren als die übrigen Fasern des Riechbündels.  
waren als die übrigen Fasern des Riechbündels.  


Bei meinen Studien des zentralen Nervensystems und der Gefühls -
Bei meinen Studien des zentralen Nervensystems und der Gefühls Organe unter der Leitung von Prof. Dr. M. Lavdowsky in der K.  
Organe unter der Leitung von Prof. Dr. M. Lavdowsky in der K.  
miliär.-mediz. Akademie zu St. Petersburg stieß ich auf Erscheinungen,  
miliär.-mediz. Akademie zu St. Petersburg stieß ich auf Erscheinungen,  
welche diesen dunklen Punkt bis zu einem gewissen Grade beleuchten  
welche diesen dunklen Punkt bis zu einem gewissen Grade beleuchten  
Line 27,080: Line 24,130:
scheint, die Lösung des fraglichen Punktes liegt.  
scheint, die Lösung des fraglichen Punktes liegt.  


Meine Beobachtungen betreffen die Embryonen der Hüh-
Meine Beobachtungen betreffen die Embryonen der Hühner am 9. Tage der Inkubation und sind vermittels der Chromsilberimprägnation ausgeführt worden.  
ner am 9. Tage der Inkubation und sind vermittels der Chrom-
silberimprägnation ausgeführt worden.  


Mit der Riechschleimhaut der Hühnerembryonen verhält es sich in  
Mit der Riechschleimhaut der Hühnerembryonen verhält es sich in  
Line 27,088: Line 24,136:
Zellen des Stützepithels und die bipolaren Nervenzellen haben dasselbe  
Zellen des Stützepithels und die bipolaren Nervenzellen haben dasselbe  
Aussehen und zeigen dieselben Beziehungen, welche von Retzius,  
Aussehen und zeigen dieselben Beziehungen, welche von Retzius,  
Van Gehuchten, v. Lenhossek und anderen für die übrigen Tiere be-
Van Gehuchten, v. Lenhossek und anderen für die übrigen Tiere beschrieben worden sind, und diesen Beschreibungen habe ich nichts  
schrieben worden sind, und diesen Beschreibungen habe ich nichts  
Neues hinzuzufügen.  
Neues hinzuzufügen.  


In dieser Abhandlung wird beabsichtigt, einige Tatsachen vorzu-
In dieser Abhandlung wird beabsichtigt, einige Tatsachen vorzuführen betretend die Frage des Ursprungs der freien Intraepithelialfibrillen der Riechschleimhaut.  
führen betretend die Frage des Ursprungs der freien Intraepithelial-
fibrillen der Riechschleimhaut.  


Die Erforschung der vorderen und hinteren Teile der Membr.  
Die Erforschung der vorderen und hinteren Teile der Membr.  
Line 27,119: Line 24,164:
Beziehungen ein wenig anderer Art werden in den hinteren Teilen  
Beziehungen ein wenig anderer Art werden in den hinteren Teilen  
der Membr. olfact. beobachtet. Hier sind die zentralen Fortsätze der  
der Membr. olfact. beobachtet. Hier sind die zentralen Fortsätze der  
bipolaren Geruchszellen nicht auf einer so weiten Entfernung zu be-
bipolaren Geruchszellen nicht auf einer so weiten Entfernung zu bemerken, wie es der Fall ist in den vorderen Teilen der Membr. olfact.,  
merken, wie es der Fall ist in den vorderen Teilen der Membr. olfact.,  
denn sie entziehen sich der Beobachtung, sobald sie aus ihr heraustreten. An dicken Schnitten läßt es sich bisweilen beobachten, daß sie  
denn sie entziehen sich der Beobachtung, sobald sie aus ihr heraus-
treten. An dicken Schnitten läßt es sich bisweilen beobachten, daß sie  
einen Bogen beschreiben und dabei sich nach vorn zum Riechnerven  
einen Bogen beschreiben und dabei sich nach vorn zum Riechnerven  
wenden — eine Tatsache, welche von der fächerartigen Verteilung  
wenden — eine Tatsache, welche von der fächerartigen Verteilung  
Line 27,131: Line 24,174:
bedeutend erleichtert.  
bedeutend erleichtert.  


In dieser Gegend beobachtet man eine interessante Eigentümlich-
In dieser Gegend beobachtet man eine interessante Eigentümlichkeit, welche an anderen Stellen der Riechschleimhaut nicht anzutreffen  
keit, welche an anderen Stellen der Riechschleimhaut nicht anzutreffen  
ist, und der bis jetzt, soviel mir bekannt, nicht Beobachtung geschenkt worden ist. Wie aus den Zeichnungen zu ersehen, hegt unter  
ist, und der bis jetzt, soviel mir bekannt, nicht Beobachtung ge-
schenkt worden ist. Wie aus den Zeichnungen zu ersehen, hegt unter  
der Membr. olfactoria selbst ein Nervenknoten von ein wenig länglicher  
der Membr. olfactoria selbst ein Nervenknoten von ein wenig länglicher  
Form, welcher aus Zellen besteht, die bei Färbung mit einfachem  
Form, welcher aus Zellen besteht, die bei Färbung mit einfachem  
Hämatoxylin oder Anilinfarben sich von den gewöhnlichen Ganglien-
Hämatoxylin oder Anilinfarben sich von den gewöhnlichen Ganglienzellen nicht unterscheiden. Es erweist sich, daß dieser Knoten in sehr  
zellen nicht unterscheiden. Es erweist sich, daß dieser Knoten in sehr  
nahen Beziehungen zu den freien, baumartig sich verzweigenden Fibrillen  
nahen Beziehungen zu den freien, baumartig sich verzweigenden Fibrillen  
Disses steht. Schon auf Grund theoretischer Kombinationen kann  
Disses steht. Schon auf Grund theoretischer Kombinationen kann  
man diesen Knoten für einen von den Ganglien der sensiblen Ver-
man diesen Knoten für einen von den Ganglien der sensiblen Verzweigungen des Nervus trigeminus ansehen. Um tatsächliche Beweise  
zweigungen des Nervus trigeminus ansehen. Um tatsächliche Beweise  
für solche Voraussetzungen zu finden, hat man Schnitte aus den  
für solche Voraussetzungen zu finden, hat man Schnitte aus den  
hintersten Teilen der Membr. olfact. angefertigt — Schnitte, die nahe  
hintersten Teilen der Membr. olfact. angefertigt — Schnitte, die nahe  
Line 27,166: Line 24,205:
2 Wurzeln, die aus dem Gangl.  
2 Wurzeln, die aus dem Gangl.  
Gasseri herauskommen, sehen, und  
Gasseri herauskommen, sehen, und  
zwar den ersten und zweiten sen-
zwar den ersten und zweiten sensibeln Zweig des Nervus trigeminus.  
sibeln Zweig des Nervus trigeminus.  
Von diesen fesselt hauptsächlich  
Von diesen fesselt hauptsächlich  
der erste Zweig, der zur Riech-
der erste Zweig, der zur Riechschleimhaut herabsteigt , unsere  
schleimhaut herabsteigt , unsere  
Aufmerksamkeit. Er nimmt seinen  
Aufmerksamkeit. Er nimmt seinen  
Ursprung aus dem Gangl. Gasseri,  
Ursprung aus dem Gangl. Gasseri,  
als ein dicker Nervenstamm, und  
als ein dicker Nervenstamm, und  
indem er die Richtung zur Riech-
indem er die Richtung zur Riechschleimhaut einschlägt, gibt er  
schleimhaut einschlägt, gibt er  
einen unbedeutenden Zweig von  
einen unbedeutenden Zweig von  
sich, der sogleich sich zur Membr.  
sich, der sogleich sich zur Membr.  
olfact. wendet und an ihrer inne-
olfact. wendet und an ihrer inneren Oberfläche einen Nervenknoten  
ren Oberfläche einen Nervenknoten  
bildet. Zum Unterschiede von dem  
bildet. Zum Unterschiede von dem  
Ramus ethmoidalis nervi trigemini,  
Ramus ethmoidalis nervi trigemini,  


Fig. 1. Nerv, trigeminus und seine Beziehung zur Kiechschleimhaut (halb-
Fig. 1. Nerv, trigeminus und seine Beziehung zur Kiechschleimhaut (halbschematisch). g'ffl- Gangl. Gasseri; g.ol. Gangl. olfactorium ; R.ol. Ramus olfactorius  
schematisch). g'ffl- Gangl. Gasseri; g.ol. Gangl. olfactorium ; R.ol. Ramus olfactorius  
nervi trigemini ; m. ol. Membr. olfactoria.  
nervi trigemini ; m. ol. Membr. olfactoria.  


Line 27,194: Line 24,228:
Somit steht das Riechbündel des Nerv, trigeminus in unmittelbarem  
Somit steht das Riechbündel des Nerv, trigeminus in unmittelbarem  
Zusammenhange mit dem ersten Zweige des Nerv, trigeminus, resp.  
Zusammenhange mit dem ersten Zweige des Nerv, trigeminus, resp.  
mit dem Ganglion Gasseri. Auf nach der GoLGischen Methode im-
mit dem Ganglion Gasseri. Auf nach der GoLGischen Methode imprägnierten Präparaten (Fig. 2) ist klar zu ersehen, daß die zentralen  
prägnierten Präparaten (Fig. 2) ist klar zu ersehen, daß die zentralen  
Fortsätze (Axonen) verschiedener Zellen des Riechknotens in den  
Fortsätze (Axonen) verschiedener Zellen des Riechknotens in den  


Line 27,220: Line 24,253:
und der Beziehung des letzteren zur Riechschleimhaut.  
und der Beziehung des letzteren zur Riechschleimhaut.  


In den Zellenelementen des Knotens kann man zwei Typen unter-
In den Zellenelementen des Knotens kann man zwei Typen unterscheiden. Zum ersten, zu dem die Mehrzahl der Zellen gehört, zählen  
scheiden. Zum ersten, zu dem die Mehrzahl der Zellen gehört, zählen  
die bipolaren Zellen (Fig. 2 und 3), welche in morphologischer Hinsicht den bipolaren Zellen der Gangl. intervertebralia entsprechen,  
die bipolaren Zellen (Fig. 2 und 3), welche in morphologischer Hin-
sicht den bipolaren Zellen der Gangl. intervertebralia entsprechen,  
wie das von Retzius, Lenhossek, Prof. M. Lavdowskt und anderen  
wie das von Retzius, Lenhossek, Prof. M. Lavdowskt und anderen  
beschrieben worden ist, und wie ich es auf meinen Präparaten des  
beschrieben worden ist, und wie ich es auf meinen Präparaten des  
Line 27,254: Line 24,285:
Nervenknoten (intervertebralen und sympathischen) die Mehrzahl der  
Nervenknoten (intervertebralen und sympathischen) die Mehrzahl der  
Zellenelemente ebenfalls bipolar ist. Im gegebeneu Falle hat diese  
Zellenelemente ebenfalls bipolar ist. Im gegebeneu Falle hat diese  
Frage keine besondere Bedeutung, weil die bipolaren und die multi-
Frage keine besondere Bedeutung, weil die bipolaren und die multipolaren Zellen des Riechknotens zum Epithel der Membr. olfact. in  
polaren Zellen des Riechknotens zum Epithel der Membr. olfact. in  
gleicher Beziehung stehen, und der Unterschied nur in der Anzahl  
gleicher Beziehung stehen, und der Unterschied nur in der Anzahl  
der Fortsätze, welche in die Riechschleimhaut eindringen, besteht.  
der Fortsätze, welche in die Riechschleimhaut eindringen, besteht.  
Line 27,269: Line 24,299:
olfactoria ein, indem sie hierbei alle zusammen ein mehr oder weniger  
olfactoria ein, indem sie hierbei alle zusammen ein mehr oder weniger  
dichtes subepitheliales Geflecht bilden. Von hier gehen sie in Form  
dichtes subepitheliales Geflecht bilden. Von hier gehen sie in Form  
von quer aufsteigenden Zweigen zu den Epithelzellen hinauf und zer-
von quer aufsteigenden Zweigen zu den Epithelzellen hinauf und zerfallen hier in ihre Endzweige. Nicht selten schlagen sie keine streng  
fallen hier in ihre Endzweige. Nicht selten schlagen sie keine streng  
schräge Richtung ein, sondern vertauschen sie von neuem mit einer  
schräge Richtung ein, sondern vertauschen sie von neuem mit einer  
horizontalen und durchlaufen einen mehr oder minder langen Weg  
horizontalen und durchlaufen einen mehr oder minder langen Weg  
zwischen den Epithelzellen, indem sie hierbei aufsteigende Endzweige  
zwischen den Epithelzellen, indem sie hierbei aufsteigende Endzweige  
abgeben. Bei bipolaren Zellen dringt bloß ein Fortsatz in die Riech-
abgeben. Bei bipolaren Zellen dringt bloß ein Fortsatz in die Riechschleimhaut ein, während bei den multipolaren 2 — 3 und manchmal  
schleimhaut ein, während bei den multipolaren 2 — 3 und manchmal  
noch mehr Abkömmlinge sich zwischen den Zellen des Riech- und  
noch mehr Abkömmlinge sich zwischen den Zellen des Riech- und  
Stützepithels verzweigen.  
Stützepithels verzweigen.  
Line 27,296: Line 24,324:
Außer diesen, aus den Zellen des Riechknotens beginnenden Fibrillen  
Außer diesen, aus den Zellen des Riechknotens beginnenden Fibrillen  
kann man in der Riechschleimhaut auch noch andere konstatieren, die  
kann man in der Riechschleimhaut auch noch andere konstatieren, die  
mehr entfernten Ursprunges sind. Diese Fasern kommen in beträcht-
mehr entfernten Ursprunges sind. Diese Fasern kommen in beträchtlicher Anzahl auch in dem Ganglion selbst vor, nehmen an der Bildung  
licher Anzahl auch in dem Ganglion selbst vor, nehmen an der Bildung  
des subepithelialen Geflechts teil und treten zusammen mit den Fortsätzen der Zellen des Riechknotens in die Membr. olfactoria ein. Wegen  
des subepithelialen Geflechts teil und treten zusammen mit den Fort-
sätzen der Zellen des Riechknotens in die Membr. olfactoria ein. Wegen  
ihres morphologischen Charakters und des Typus ihrer Endzweige  
ihres morphologischen Charakters und des Typus ihrer Endzweige  
unterscheiden sie sich gar nicht von den Endzweigen der Fortsätze  
unterscheiden sie sich gar nicht von den Endzweigen der Fortsätze  
Line 27,325: Line 24,351:
So beweisen diese Tatsachen, daß wenigstens der bekannte Teil  
So beweisen diese Tatsachen, daß wenigstens der bekannte Teil  
der sogenannten freien Fibrillen von Grassi und Castronovo zu den  
der sogenannten freien Fibrillen von Grassi und Castronovo zu den  
sensiblen Fasern des Nervus trigeminus, und zwar zu den Zellen-
sensiblen Fasern des Nervus trigeminus, und zwar zu den Zellenfortsätzen seiner verschiedenen Knoten, gehören.  
fortsätzen seiner verschiedenen Knoten, gehören.  




Line 27,381: Line 24,406:
Vorläufige Mitteilung von Cand. med. Kürt Goldstein.  
Vorläufige Mitteilung von Cand. med. Kürt Goldstein.  


(Aus der entwicklungsgeschichtlichen Abteilung des anatomischen In-
(Aus der entwicklungsgeschichtlichen Abteilung des anatomischen Institutes der Universität Breslau.)  
stitutes der Universität Breslau.)  


Da die Verötfentlichung einer Arbeit, die ich über oben stehendes  
Da die Verötfentlichung einer Arbeit, die ich über oben stehendes  
Line 27,393: Line 24,417:
Der ganzen Untersuchung lag in erster Linie die Absicht zu Grunde,  
Der ganzen Untersuchung lag in erster Linie die Absicht zu Grunde,  
die Verhältnisse der großen Hirnkommissuren in der Zeit ihres ersten  
die Verhältnisse der großen Hirnkommissuren in der Zeit ihres ersten  
Entstehens beim Menschen einer genaueren Prüfung zu unter-
Entstehens beim Menschen einer genaueren Prüfung zu unterwerfen, und besonders die Beziehung derselben zur medialen Hemisphärenwand klarer darzulegen, wozu ein selten schön fixiertes Gehirn aus der zweiten Hälfte des vierten Monats, das Herr Prof. Schaper  
werfen, und besonders die Beziehung derselben zur medialen Hemi-
sphärenwand klarer darzulegen, wozu ein selten schön fixiertes Ge-
hirn aus der zweiten Hälfte des vierten Monats, das Herr Prof. Schaper  
mir gütigst überließ, Gelegenheit bot. Das Gehirn entstammte einem  
mir gütigst überließ, Gelegenheit bot. Das Gehirn entstammte einem  
Embryo von 10,5 cm Steiß-Scheitellänge; die größte Länge der Hemi-
Embryo von 10,5 cm Steiß-Scheitellänge; die größte Länge der Hemisphären betrug 31 mm.  
sphären betrug 31 mm.  


Die wesentlichsten Resultate der Untersuchung sind folgende:  
Die wesentlichsten Resultate der Untersuchung sind folgende:  


1) Die Hemisphären des menschlichen Großhirns sind im em-
1) Die Hemisphären des menschlichen Großhirns sind im embryonalen Alter von 3^2 Monaten noch absolut furchen los. Besonders ist hervorzuheben, daß weder eine vordere Bogenfurche (His),  
bryonalen Alter von 3^2 Monaten noch absolut furchen los. Be-
sonders ist hervorzuheben, daß weder eine vordere Bogenfurche (His),  
noch eine hintere im Sinne der Autoren vorhanden ist. Diese bisher  
noch eine hintere im Sinne der Autoren vorhanden ist. Diese bisher  
von allen Beobachtern mit Ausnahme von Hochstetter und Retzius  
von allen Beobachtern mit Ausnahme von Hochstetter und Retzius  
Line 27,421: Line 24,439:
die zwischen Ependym und dem Weiß der Stabkranzfasern gelegen ist,  
die zwischen Ependym und dem Weiß der Stabkranzfasern gelegen ist,  
und sich im vorliegenden Stadium, als auch an älteren Gehirnen von  
und sich im vorliegenden Stadium, als auch an älteren Gehirnen von  
4 und 5 Monaten, als deutlich abgegrenzter grauer Kern in der ventri-
4 und 5 Monaten, als deutlich abgegrenzter grauer Kern in der ventrikulären Partie der weißen Substanz unterscheiden läßt („Balkenursprungszone"). — Ebenso ist die Fornixfaserung schon deutUch zu  
kulären Partie der weißen Substanz unterscheiden läßt („Balkenur-
sprungszone"). — Ebenso ist die Fornixfaserung schon deutUch zu  
verfolgen. Balken und For nix entwickeln sich zwar in einem  
verfolgen. Balken und For nix entwickeln sich zwar in einem  
Bezirke der medialen Hemisphärenwand, der dem sog. Randbogen der  
Bezirke der medialen Hemisphärenwand, der dem sog. Randbogen der  
Line 27,431: Line 24,447:
Rede sein.  
Rede sein.  


3) Das erste Auftreten des Balkens wird nicht ein-
3) Das erste Auftreten des Balkens wird nicht eingeleitet durch eine vorhergehende Verwachsung bestimmter Teile der Hemisphären wände (Marchand u. a.),  
geleitet durch eine vorhergehende Verwachsung be-
sondern erfolgt in der von vornherein gegebenen Verbindung derselben durch die Lamina terminalis, deren sich allmählich mehr und  
stimmter Teile der Hemisphären wände (Marchand u. a.),  
mehr ausdehnende „Ectogliaschicht" (Minot) das morphologische Substrat liefert, durch welches die Balkenfasern von einer Hemisphäre  
sondern erfolgt in der von vornherein gegebenen Verbindung der-
selben durch die Lamina terminalis, deren sich allmählich mehr und  
mehr ausdehnende „Ectogliaschicht" (Minot) das morphologische Sub-
strat liefert, durch welches die Balkenfasern von einer Hemisphäre  
zur anderen hinüberwachsen. Dementsprechend kann auch im weiteren  
zur anderen hinüberwachsen. Dementsprechend kann auch im weiteren  
Fortschritt des Balkenwachstums von einer fortschreitenden Ver-
Fortschritt des Balkenwachstums von einer fortschreitenden Verwachsung der Randbogen und einem späteren Hineinwachsen der  
wachsung der Randbogen und einem späteren Hineinwachsen der  
Balkenfasern nicht die Rede sein, nach welcher Anschauung (v. MihalKovics) der Balken sich vorwiegend durch appositionelles  
Balkenfasern nicht die Rede sein, nach welcher Anschauung (v. Mihal-
Wachstum vergrößern würde. Die Vergrößerung kommt vielmehr dadurch zu Stande, daß bei gleichzeitigem Längenwachstum der Hemisphären sich immer neue Fasern zwischen die alten einschieben  
Kovics) der Balken sich vorwiegend durch appositionelles  
Wachstum vergrößern würde. Die Vergrößerung kommt vielmehr da-
durch zu Stande, daß bei gleichzeitigem Längenwachstum der Hemi-
sphären sich immer neue Fasern zwischen die alten einschieben  
(intussusceptionelles Wachstum), und die oberflächliche  
(intussusceptionelles Wachstum), und die oberflächliche  
„Ectoghaschicht" der Lamina terminalis dadurch eine entsprechende  
„Ectoghaschicht" der Lamina terminalis dadurch eine entsprechende  
Line 27,454: Line 24,462:
4) Die Bildung des Cavum septi pellucidi kommt nicht  
4) Die Bildung des Cavum septi pellucidi kommt nicht  
durch sekundäre Spaltbildung in einer vorher verwachsenen  
durch sekundäre Spaltbildung in einer vorher verwachsenen  
Partie der Hemisphärenwände (Marchand) zu stände; das Cavum ver-
Partie der Hemisphärenwände (Marchand) zu stände; das Cavum verdankt vielmehr seine Entstehung dem bogenförmig nach vorn und  
dankt vielmehr seine Entstehung dem bogenförmig nach vorn und  
unten stattfindenden Auswachsen des Balkens, wodurch unterhalb des  
unten stattfindenden Auswachsen des Balkens, wodurch unterhalb des  


Line 27,469: Line 24,476:


5) Thalamus und Striatum sind ursprünglich jederseits nur  
5) Thalamus und Striatum sind ursprünglich jederseits nur  
durch die relativ dünne Bodenpartie der Großhirnhemisphäre mit-
durch die relativ dünne Bodenpartie der Großhirnhemisphäre miteinander verbunden. Ihre spätere breite Gegenüberlagerung verdanken  
einander verbunden. Ihre spätere breite Gegenüberlagerung verdanken  
sie nicht, wie fast allgemein (auch noch neuerdings von Dejerine)  
sie nicht, wie fast allgemein (auch noch neuerdings von Dejerine)  
angenommen, einem Verwachsungsprozeß zwischen ihnen und dem  
angenommen, einem Verwachsungsprozeß zwischen ihnen und dem  
gleichzeitigen Zugrundegehen des zwischen ihnen befindlichen Hemi-
gleichzeitigen Zugrundegehen des zwischen ihnen befindlichen Hemisphärenwandstreifens, sondern einer Verbreiterung der erwähnten ursprünglichen Verbindungslamelle in horizontaler und vertikaler Richtung, welche durch das zunehmende Einwachsen der Stabkranzfasern  
sphärenwandstreifens, sondern einer Verbreiterung der erwähnten ur-
sprünglichen Verbindungslamelle in horizontaler und vertikaler Rich-
tung, welche durch das zunehmende Einwachsen der Stabkranzfasern  
in diese bei gleichzeitigem selbständigem Wachstum von Thalamus und  
in diese bei gleichzeitigem selbständigem Wachstum von Thalamus und  
Striatum zu Stande kommt. Es findet also durch allmähliche  
Striatum zu Stande kommt. Es findet also durch allmähliche  
Verbreiterung anfänglich schmaler Substanzbrücken  
Verbreiterung anfänglich schmaler Substanzbrücken  
zwischen benachbarten Gehirnteilen eine wesentliche  
zwischen benachbarten Gehirnteilen eine wesentliche  
Veränderung und Verschiebung äußerer Reliefverhält-
Veränderung und Verschiebung äußerer Reliefverhältnisse und innerer Strukturen statt, nicht eine Bildung  
nisse und innerer Strukturen statt, nicht eine Bildung  
neuer Kontinuitäten in der Hirnmasse.  
neuer Kontinuitäten in der Hirnmasse.  


6) Aus den vorstehenden, spezielleren Resultaten habe ich dann  
6) Aus den vorstehenden, spezielleren Resultaten habe ich dann  
zwei Folgerungen für die allgemeine Entwickelungsgeschichte des Ge-
zwei Folgerungen für die allgemeine Entwickelungsgeschichte des Gehirns gezogen :  
hirns gezogen :  


a) Verwachsung von ursprünglich getrennten, ober-
a) Verwachsung von ursprünglich getrennten, oberflächlichen Hirnpartien findet, wenigstens in vorgeschrittenen Ent Wickelungsstadien, nicht statt, ebensowenig ein Durchbrechen der Hirnwand durch Fasern.  
flächlichen Hirnpartien findet, wenigstens in vorge-
schrittenen Ent Wickelungsstadien, nicht statt, eben-
sowenig ein Durchbrechen der Hirnwand durch Fasern.  


b) Dem Auswachsen der Faserzüge, die ihren Weg  
b) Dem Auswachsen der Faserzüge, die ihren Weg  
Line 27,499: Line 24,497:
eine zunehmende Vergrößerung ihrer Maße erfahren,  
eine zunehmende Vergrößerung ihrer Maße erfahren,  
kommt durch Massenverschiebung ein wesentliches,  
kommt durch Massenverschiebung ein wesentliches,  
bestimmendes Moment für die morphologische Umge-
bestimmendes Moment für die morphologische Umgestaltung des Gehirns zu.  
staltung des Gehirns zu.  


Meine hoffentlich vor Ostern noch erscheinende ausführliche Arbeit  
Meine hoffentlich vor Ostern noch erscheinende ausführliche Arbeit  
ist mit einer großen Anzahl von Abbildungen (auch solchen von Platten-
ist mit einer großen Anzahl von Abbildungen (auch solchen von Plattenmodellen) ausgestattet, die zu einer klareren Darlegung der hier in  
modellen) ausgestattet, die zu einer klareren Darlegung der hier in  
betracht kommenden höchst komplizierten morphologischen Verhältnisse  
betracht kommenden höchst komplizierten morphologischen Verhältnisse  
wesentlich beitragen dürften,  
wesentlich beitragen dürften,  
Line 27,527: Line 24,523:
Mit 1 Abbildung.  
Mit 1 Abbildung.  


Im folgenden soll der Versuch unternommen werden, ein Merk-
Im folgenden soll der Versuch unternommen werden, ein Merkmal zu gewinnen, das es ermöglicht, an dem aus der Leiche herausgeschnittenen Darme mit ziemlicher Genauigkeit die Grenze zwischen  
mal zu gewinnen, das es ermöglicht, an dem aus der Leiche heraus-
geschnittenen Darme mit ziemlicher Genauigkeit die Grenze zwischen  
Duodenum und Jejunum aufzufinden. Diese Aufgabe ist nicht neu,  
Duodenum und Jejunum aufzufinden. Diese Aufgabe ist nicht neu,  
verdient aber dennoch einiges Interesse, da es ja bekanntlich Varie-
verdient aber dennoch einiges Interesse, da es ja bekanntlich Varietäten des Zwölffingerdarmes gibt, bei denen die Bestimmung seiner  
täten des Zwölffingerdarmes gibt, bei denen die Bestimmung seiner  
Länge nach den sonst üblichen Anhaltspunkten versagen kann. Hierher gehört vor allem das Vorkommen eines sogenannten freien Duodenalgekröses unter Bildung eines Mesenterium commune, sowie gewissermaßen im Gegensatze hierzu die Verlötung des Anfangsteiles  
Länge nach den sonst üblichen Anhaltspunkten versagen kann. Hier-
her gehört vor allem das Vorkommen eines sogenannten freien Duo-
denalgekröses unter Bildung eines Mesenterium commune, sowie ge-
wissermaßen im Gegensatze hierzu die Verlötung des Anfangsteiles  
des Jejunum mit der hinteren Bauchwand. Auch Fälle abnormer  
des Jejunum mit der hinteren Bauchwand. Auch Fälle abnormer  
Schlingenbildung des Duodenum wären hierherzuzählen.  
Schlingenbildung des Duodenum wären hierherzuzählen.  
Line 27,545: Line 24,535:
Doch gibt es Fälle — die erste der erwähnten Varietätenformen zählt  
Doch gibt es Fälle — die erste der erwähnten Varietätenformen zählt  
hierher — in denen von einer eigentlichen Flexura duodeuo-jejunaUs  
hierher — in denen von einer eigentlichen Flexura duodeuo-jejunaUs  
keine Rede ist, der M. suspensorius duodeni fehlt und auch die Kreu-
keine Rede ist, der M. suspensorius duodeni fehlt und auch die Kreuzung der Art. mesenterica superior mit dem Darme infolge der geänderten Gekröseverhältnisse ausbleiben mußte. Für solche Fälle  
zung der Art. mesenterica superior mit dem Darme infolge der ge-
änderten Gekröseverhältnisse ausbleiben mußte. Für solche Fälle  
schlägt Broesike (91) vor: „Wo keine mit Sicherheit erkennbare  
schlägt Broesike (91) vor: „Wo keine mit Sicherheit erkennbare  
Flexura duodeno-jejunalis vorliegt, können wir das Duodenum oder  
Flexura duodeno-jejunalis vorliegt, können wir das Duodenum oder  
Line 27,555: Line 24,543:
Wo jedoch eine annähernd normal gelegene Flexura duodeno-jejunalis  
Wo jedoch eine annähernd normal gelegene Flexura duodeno-jejunalis  
vorhanden ist, müssen wir dem alten Brauch die Konzession machen,  
vorhanden ist, müssen wir dem alten Brauch die Konzession machen,  
daß wir das Duodenum an derselben enden lassen. Nach den Resul-
daß wir das Duodenum an derselben enden lassen. Nach den Resultaten der Entwickelungsgeschichte wäre es allerdings nur konsequent,  
taten der Entwickelungsgeschichte wäre es allerdings nur konsequent,  
zum Duodenum s, Paukreaticura lediglich die sog. Pars transversa sup.  
zum Duodenum s, Paukreaticura lediglich die sog. Pars transversa sup.  
und Pars descendens zu rechnen, und die Pars ascendens einfach dem  
und Pars descendens zu rechnen, und die Pars ascendens einfach dem  
Line 27,564: Line 24,551:
419  
419  


Jejunum zuzuzählen oder höchstens als eine duodeno -jejunale Ueber-
Jejunum zuzuzählen oder höchstens als eine duodeno -jejunale Uebergangsportion zu betrachten." Bezüglich der weiteren Einzelheiten in  
gangsportion zu betrachten." Bezüglich der weiteren Einzelheiten in  
den Schlußfolgerungen Broesikes, namentlich bezüglich der Art und  
den Schlußfolgerungen Broesikes, namentlich bezüglich der Art und  
Weise, in welcher er die einander zum Teil entgegengesetzten Ansichten  
Weise, in welcher er die einander zum Teil entgegengesetzten Ansichten  
Line 27,581: Line 24,567:
entsprechend einer die Mitte zwischen beiden Rändern einhaltenden,  
entsprechend einer die Mitte zwischen beiden Rändern einhaltenden,  
über die Vorderfläche des Duodenum verlaufenden Linie auf ungefähr  
über die Vorderfläche des Duodenum verlaufenden Linie auf ungefähr  
17 — 21 cm bestimmt, was eine ziemlich bedeutende Variationsbreite er-
17 — 21 cm bestimmt, was eine ziemlich bedeutende Variationsbreite ergibt. Noch weniger ist es natürlich an Individuen, welche noch im Wachstume begriffen sind, möglich, eine genauere Abgrenzung des Duodenum  
gibt. Noch weniger ist es natürlich an Individuen, welche noch im Wachs-
tume begriffen sind, möglich, eine genauere Abgrenzung des Duodenum  
mit Hilfe der Messung zu erzielen.  
mit Hilfe der Messung zu erzielen.  


Line 27,590: Line 24,574:
Gänze, zukommt, den anderen Darmabschnitten aber fehlt. Als solches  
Gänze, zukommt, den anderen Darmabschnitten aber fehlt. Als solches  
können, wie ich glaube, die Glandulae duodenales (Brunneri) aufgefaßt  
können, wie ich glaube, die Glandulae duodenales (Brunneri) aufgefaßt  
werden. Ueber ihr Ausbreitungsgebiet bestehen zum Teil sehr wider-
werden. Ueber ihr Ausbreitungsgebiet bestehen zum Teil sehr widersprechende Angaben. Die größte Anzahl derselben findet sich bei  
sprechende Angaben. Die größte Anzahl derselben findet sich bei  
Oppel (1. c.) zusammengestellt. Während die einen die genannten  
Oppel (1. c.) zusammengestellt. Während die einen die genannten  
Drüsen nur bis in die Gegend der Mündung des Gallenganges reichen  
Drüsen nur bis in die Gegend der Mündung des Gallenganges reichen  
Line 27,601: Line 24,584:
Gegenbaur (96) schreibt über die BRUNNER'schen Drüsen: „Kleine,  
Gegenbaur (96) schreibt über die BRUNNER'schen Drüsen: „Kleine,  
acinose, auf den Anfang des Duodenum beschränkte Drüsen." Aehnlich  
acinose, auf den Anfang des Duodenum beschränkte Drüsen." Aehnlich  
heißt es bei Henle-Merkel (91): „Sie kommen auch dort (im Duo-
heißt es bei Henle-Merkel (91): „Sie kommen auch dort (im Duodenum) nur in der oberen Hälfte vor." Desgleichen Langer-Toldt (02):  
denum) nur in der oberen Hälfte vor." Desgleichen Langer-Toldt (02):  
„Im obersten Abschnitt des Duodenum sind sie dicht gedrängt,  
„Im obersten Abschnitt des Duodenum sind sie dicht gedrängt,  
im absteigenden Stück werden sie allmählich spärlicher und finden  
im absteigenden Stück werden sie allmählich spärlicher und finden  
sich schließlich nur mehr vereinzelt; in der unteren Hälfte des Duo-
sich schließlich nur mehr vereinzelt; in der unteren Hälfte des Duodenum fehlen sie gänzlich." Stöhr (03) äußert sich folgendermaßen  
denum fehlen sie gänzlich." Stöhr (03) äußert sich folgendermaßen  
über die Duodenaldrüsen : „Dieselben liegen beim Menschen dicht ge
über die Duodenaldrüsen : „Dieselben liegen beim Menschen dicht ge-
 




Line 27,614: Line 24,594:


dräDgt am Sphincter pylori, nehmen aber nach abwärts an Menge ab.  
dräDgt am Sphincter pylori, nehmen aber nach abwärts an Menge ab.  
Reichlicher finden sie sich wieder in der Nähe der Gallengangsmün-
Reichlicher finden sie sich wieder in der Nähe der Gallengangsmündung; gegen das Ende des Duodenum sind sie völlig verschwunden."  
dung; gegen das Ende des Duodenum sind sie völlig verschwunden."  


Während also die genannten Forscher die Glandulae duodenales  
Während also die genannten Forscher die Glandulae duodenales  
Line 27,621: Line 24,600:
andere ihnen dasselbe so ziemlich in seiner Gänze als Lagerstätte an.  
andere ihnen dasselbe so ziemlich in seiner Gänze als Lagerstätte an.  
Rauber (02) sagt: „Glandulae duodenales (ßrunneri), im oberen  
Rauber (02) sagt: „Glandulae duodenales (ßrunneri), im oberen  
Duodenum, wo sie eine Fläche von 8 — 10 cm vom Pylorus an ein-
Duodenum, wo sie eine Fläche von 8 — 10 cm vom Pylorus an einnehmen; in den unteren Teilen des Duodenum kommen sie nur vereinzelt vor." V. Ebner in Koelltker (02) sagt: „Am zahlreichsten  
nehmen; in den unteren Teilen des Duodenum kommen sie nur ver-
sind die BRUNNER'schen Drüsen am Pylorusringe. Unterhalb der Einmündung des Gallenganges werden die Drüsen spärhch und verlieren  
einzelt vor." V. Ebner in Koelltker (02) sagt: „Am zahlreichsten  
sind die BRUNNER'schen Drüsen am Pylorusringe. Unterhalb der Ein-
mündung des Gallenganges werden die Drüsen spärhch und verlieren  
sich vollständig gegen das Ende des Zwölffingerdarmes." Am weitesten  
sich vollständig gegen das Ende des Zwölffingerdarmes." Am weitesten  
gehen Böhm und v. Davidoff (03) : „Das ganze Duodenum" ist „durch  
gehen Böhm und v. Davidoff (03) : „Das ganze Duodenum" ist „durch  
Line 27,635: Line 24,611:
ich bei einer Anzahl Duodena , Leichen verschiedenen Lebensalters  
ich bei einer Anzahl Duodena , Leichen verschiedenen Lebensalters  
entstammend, mit Hilfe der mikroskopischen Untersuchungsmethode  
entstammend, mit Hilfe der mikroskopischen Untersuchungsmethode  
die Ausdehnung der Glandulae duodenales festzustellen gesucht. Da-
die Ausdehnung der Glandulae duodenales festzustellen gesucht. Dabei fand ich zunächst in 14 Fällen von vollkommen normalem Duodenum, daß immer dasselbe Ergebnis zu Tage kam, indem die betreifenden Drüsen, am Pylorus in dichter Lage beginnend und gegen den  
bei fand ich zunächst in 14 Fällen von vollkommen normalem Duo-
denum, daß immer dasselbe Ergebnis zu Tage kam, indem die be-
treifenden Drüsen, am Pylorus in dichter Lage beginnend und gegen den  
absteigenden Teil des Zwölffingerdarmes hin an Zahl und Mächtigkeit  
absteigenden Teil des Zwölffingerdarmes hin an Zahl und Mächtigkeit  
abwechselnd ab- und zunehmend, etwa von der Mündung des Galleu-
abwechselnd ab- und zunehmend, etwa von der Mündung des Galleuganges an bedeutend spärlicher werden, um schließlich auf der Höhe der  
ganges an bedeutend spärlicher werden, um schließlich auf der Höhe der  
Flexura duodeno-jejunalis gänzlich zu verschwinden. In der nebenstehenden schematisierten Zeichnung ist diese typische Verteilungsweise der Glandulae duodenales zum Ausdrucke gebracht. Im angrenzenden Teile des Jejunum fand ich in den von mir untersuchten  
Flexura duodeno-jejunalis gänzlich zu verschwinden. In der neben-
stehenden schematisierten Zeichnung ist diese typische Verteilungs-
weise der Glandulae duodenales zum Ausdrucke gebracht. Im an-
grenzenden Teile des Jejunum fand ich in den von mir untersuchten  
Fällen keine derartigen Drüsen mehr, was allerdings nicht ausschließt,  
Fällen keine derartigen Drüsen mehr, was allerdings nicht ausschließt,  
daß sie sehr vereinzelt und zerstreut auch dort gelegentlich vorkommen  
daß sie sehr vereinzelt und zerstreut auch dort gelegentlich vorkommen  
können.  
können.  


Wie sehr dieses Verhalten der BRUNNER'schen Drüsen in zweifel-
Wie sehr dieses Verhalten der BRUNNER'schen Drüsen in zweifelhaften Fällen verwertbar ist, möge folgendes Beispiel beleuchten. Als  
haften Fällen verwertbar ist, möge folgendes Beispiel beleuchten. Als  
15. Fall wählte ich zur Untersuchung ein in der Sammlung des I.  
15. Fall wählte ich zur Untersuchung ein in der Sammlung des I.  
anatomischen Institutes befindliches Präparat eines freien Mesenterium  
anatomischen Institutes befindliches Präparat eines freien Mesenterium  
commune, der Leiche eines, nach der Größe der übrigen Organe be-
commune, der Leiche eines, nach der Größe der übrigen Organe beurteilt, jungen, noch nicht völlig erwachsenen Individuums entstammend.  
urteilt, jungen, noch nicht völlig erwachsenen Individuums entstammend.  




Line 27,671: Line 24,638:
dem Jejunum angehörende, ebenfalls freie  
dem Jejunum angehörende, ebenfalls freie  
Schlinge übergeht. Es ist wohl eine Pars  
Schlinge übergeht. Es ist wohl eine Pars  
horizontalis superior und eine Pars descen-
horizontalis superior und eine Pars descendens kenntlich; von den übrigen Abschnitten  
dens kenntlich; von den übrigen Abschnitten  
des Duodenum und von einer Flexura duodenojejunalis kann aber keine Rede sein. Der  
des Duodenum und von einer Flexura duodeno-
jejunalis kann aber keine Rede sein. Der  
M. suspensorius duodeni fehlt, desgleichen die  
M. suspensorius duodeni fehlt, desgleichen die  
Ueberkreuzung der Art. mesenterica superior  
Ueberkreuzung der Art. mesenterica superior  
Line 27,690: Line 24,655:


Ich nahm nun die Suche nach den  
Ich nahm nun die Suche nach den  
Glandulae duodenales an einem herausge-
Glandulae duodenales an einem herausgeschnittenen Streifen des Darmes in der Richtung von unten nach oben vor. Die letzten  
schnittenen Streifen des Darmes in der Rich-
tung von unten nach oben vor. Die letzten  
Drüsen fanden sich in einer Entfernung von  
Drüsen fanden sich in einer Entfernung von  
etwa 14 cm vom Pylorus. Macht man weiter-
etwa 14 cm vom Pylorus. Macht man weiterhin den Versuch, das auf die Pars descendens nach abwärts folgende Darmstück an  
hin den Versuch, das auf die Pars descen-
dens nach abwärts folgende Darmstück an  
das Pankreas so anzulegen, daß dessen Kopf,  
das Pankreas so anzulegen, daß dessen Kopf,  
wie es dem normalen Verhalten entspräche,  
wie es dem normalen Verhalten entspräche,  
Line 27,720: Line 24,681:




jiA.-
jiA.
 




Line 27,734: Line 24,694:
eine schärfere Knickung hervorrufen, die nach Form und Lage etwa einer  
eine schärfere Knickung hervorrufen, die nach Form und Lage etwa einer  
Flexura duodeno-jejuualis entspricht. Gleichzeitig faltet sich natürlich  
Flexura duodeno-jejuualis entspricht. Gleichzeitig faltet sich natürlich  
der zwischen Darm und unterem Pankreasrande gelegene Gekrösteil zu-
der zwischen Darm und unterem Pankreasrande gelegene Gekrösteil zusammen. Es ist dies gewissermaßen ein Gegen versuch zu dem von  
sammen. Es ist dies gewissermaßen ein Gegen versuch zu dem von  
Broesike an einem 4 cm langen Embryo unternommenen, wobei er  
Broesike an einem 4 cm langen Embryo unternommenen, wobei er  
die bereits an das Pankreas angelegte Pars horizontalis inferior und  
die bereits an das Pankreas angelegte Pars horizontalis inferior und  
Pars ascendens, welche noch nicht mit der hinteren Bauchwand ver-
Pars ascendens, welche noch nicht mit der hinteren Bauchwand verlötet waren, von ersterem abzog und dabei das bereits zusammengefaltete Mesenterium wieder zur Entfaltung brachte. Das Interessanteste aber ist, daß die in meinem Versuche hervorgerufene künstliche Flexura duodeno-jejunalis ungefähr an der Stelle auftritt, bis zu  
lötet waren, von ersterem abzog und dabei das bereits zusammen-
welcher die BRUNNER'schen Zellen reichen. Es ist dadurch auch dargetan, daß in Fällen von freiem Mesenterium commune, wenigstens  
gefaltete Mesenterium wieder zur Entfaltung brachte. Das Inter-
essanteste aber ist, daß die in meinem Versuche hervorgerufene künst-
liche Flexura duodeno-jejunalis ungefähr an der Stelle auftritt, bis zu  
welcher die BRUNNER'schen Zellen reichen. Es ist dadurch auch dar-
getan, daß in Fällen von freiem Mesenterium commune, wenigstens  
nach meinem Fall zu urteilen, der untere Abschnitt des Duodenum  
nach meinem Fall zu urteilen, der untere Abschnitt des Duodenum  
zwar vorhanden ist, aber nicht an richtiger Stelle lagert. Ob dieser  
zwar vorhanden ist, aber nicht an richtiger Stelle lagert. Ob dieser  
Line 27,751: Line 24,705:
dem Scheitel der Flexura duodeno- umbilicalis zuzurechnen ist, wird  
dem Scheitel der Flexura duodeno- umbilicalis zuzurechnen ist, wird  
hierdurch allerdings nicht entschieden, da ja die Anlage der Glandulae  
hierdurch allerdings nicht entschieden, da ja die Anlage der Glandulae  
duodenales erst erfolgt, wenn das spätere Duodenum schon längst vor-
duodenales erst erfolgt, wenn das spätere Duodenum schon längst vorhanden ist. Da aber weiter diese Anlage im Bereiche des ganzen  
handen ist. Da aber weiter diese Anlage im Bereiche des ganzen  
Zwölffingerdarmes erfolgt und, wie ich an einem Fetus aus dem 5.  
Zwölffingerdarmes erfolgt und, wie ich an einem Fetus aus dem 5.  
Monate sah, denselben nicht überschreitet, kann man wohl in diesem  
Monate sah, denselben nicht überschreitet, kann man wohl in diesem  
Verhalten ein charakteristisches Merkmal für den genannten Darm-
Verhalten ein charakteristisches Merkmal für den genannten Darmabschnitt erblicken. Umgekehrt bedingt das Vorhandensein der Drüsen  
abschnitt erblicken. Umgekehrt bedingt das Vorhandensein der Drüsen  
zugleich das Vorhandensein des zugehörigen Darmabschnittes unabhängig von etwaigen durch Gekrösvarietäten bedingten Lageanomalien  
zugleich das Vorhandensein des zugehörigen Darmabschnittes unab-
hängig von etwaigen durch Gekrösvarietäten bedingten Lageanomalien  
desselben.  
desselben.  


Ich halte mich also nach dem Gesagten für berech-
Ich halte mich also nach dem Gesagten für berechtigt zu dem Vorschlage, daß die Längenbestimmung des  
tigt zu dem Vorschlage, daß die Längenbestimmung des  
Duodenum in zweifelhaften Fällen nach dem Ausdehnungsgebiete der Glandulae duodenales erfolge, da  
Duodenum in zweifelhaften Fällen nach dem Ausdeh-
dasselbe normalerweise bis zur Flexura duodeno-jejunalis hinabreicht, die ja als herkömmliche Grenze des  
nungsgebiete der Glandulae duodenales erfolge, da  
dasselbe normalerweise bis zur Flexura duodeno-jeju-
nalis hinabreicht, die ja als herkömmliche Grenze des  
Duodenum zu betrachten ist.  
Duodenum zu betrachten ist.  


Line 27,776: Line 24,724:
1903.  
1903.  


Broesike, Ueber intraabdominale (retroperitonäale) Hernien und Bauch-
Broesike, Ueber intraabdominale (retroperitonäale) Hernien und Bauchfelltaschen etc. Berlin 189L  
felltaschen etc. Berlin 189L  




Line 27,814: Line 24,761:
1902. VI, 424 pp. Preis 8 M.  
1902. VI, 424 pp. Preis 8 M.  


Seit dem Erscheinen der zweiten und letzten Auflage von Gegen-
Seit dem Erscheinen der zweiten und letzten Auflage von GegenBAURS Grundriß besitzen wir kein Lehrbuch der vergleichenden Anatomie,  
BAURS Grundriß besitzen wir kein Lehrbuch der vergleichenden Anatomie,  
welches Protozoen, Achordata und Chordata umfaßte, da das vor kurzem  
welches Protozoen, Achordata und Chordata umfaßte, da das vor kurzem  
erschienene, an dieser Stelle von berufenerer Feder ausführlich gewür-
erschienene, an dieser Stelle von berufenerer Feder ausführlich gewürdigte Handbuch Gegenbaurs sich im wesentlichen auf die Wirbeltiere  
digte Handbuch Gegenbaurs sich im wesentlichen auf die Wirbeltiere  
beschränkt. Da nun voraussichtlich der „Grundriß" keine neue Bearbeitung mehr erfahren wird, sowie aus anderen Gründen hat sich Verf.  
beschränkt. Da nun voraussichtlich der „Grundriß" keine neue Bear-
beitung mehr erfahren wird, sowie aus anderen Gründen hat sich Verf.  
entschlossen, dem entschieden vorhandenen Bedürfnis nach einem kurzen  
entschlossen, dem entschieden vorhandenen Bedürfnis nach einem kurzen  
Lehrbuche der gesamten vergleichenden Anatomie Rechnung zu tragen.  
Lehrbuche der gesamten vergleichenden Anatomie Rechnung zu tragen.  


Das Buch setzt die Kenntnis der Anfangsgründe der Zoologie vor-
Das Buch setzt die Kenntnis der Anfangsgründe der Zoologie voraus. Die Litteratur ist fortgelassen. Durch die Zuvorkommenheit der  
aus. Die Litteratur ist fortgelassen. Durch die Zuvorkommenheit der  
rühmlichst bekannten Verlagsbuchhandlung war es möglich, eine große  
rühmlichst bekannten Verlagsbuchhandlung war es möglich, eine große  
Zahl von Abbildungen in guter Wiedergabe dem Texte beizugeben,  
Zahl von Abbildungen in guter Wiedergabe dem Texte beizugeben,  
Line 27,831: Line 24,774:


Die erste Lieferung (Hälfte) reicht bis zu den Arthropoden. — Die  
Die erste Lieferung (Hälfte) reicht bis zu den Arthropoden. — Die  
Darstellung ist klar, fließend und erschöpfend, auch die zoologisch-syste-
Darstellung ist klar, fließend und erschöpfend, auch die zoologisch-systematische Seite des Gegenstandes ist genügend berücksichtigt, so daß  
matische Seite des Gegenstandes ist genügend berücksichtigt, so daß  
das Werk auch gleichzeitig als eine „Zoologie" benutzt werden kann.  
das Werk auch gleichzeitig als eine „Zoologie" benutzt werden kann.  
Es ist ja heutzutage überhaupt schwer, eine feste Grenze zwischen  
Es ist ja heutzutage überhaupt schwer, eine feste Grenze zwischen  
„Zoologie" und „vergleichender Anatomie" zu ziehen.  
„Zoologie" und „vergleichender Anatomie" zu ziehen.  


Die Ausstattung ist die stets bewährte, vortreffliche des G. F i s c h e r-
Die Ausstattung ist die stets bewährte, vortreffliche des G. F i s c h e rschen Verlages, der Preis niedrig.  
schen Verlages, der Preis niedrig.  




Line 27,846: Line 24,787:
Lehrbuch der Histologie des Menschen, einschließlich  
Lehrbuch der Histologie des Menschen, einschließlich  
der mikroskopischen Technik. Von A. A. Böhm und M. von  
der mikroskopischen Technik. Von A. A. Böhm und M. von  
Davidoff. Dritte umgearbeitete Auflage. Mit 278 Abbildungen. Wies-
Davidoff. Dritte umgearbeitete Auflage. Mit 278 Abbildungen. Wiesbaden, J. F. Bergmann, 1903. XIV, 417 pp. Preis 7 M.  
baden, J. F. Bergmann, 1903. XIV, 417 pp. Preis 7 M.  


Von diesem Buche liegt bereits die dritte Auflage vor, ein Beweis  
Von diesem Buche liegt bereits die dritte Auflage vor, ein Beweis  
Line 27,878: Line 24,818:
Direktor der anatomischen Anstalt ernannt worden.  
Direktor der anatomischen Anstalt ernannt worden.  


Strasburg Eis. Professor W. Pfitzner ist am 1. Januar ge-
Strasburg Eis. Professor W. Pfitzner ist am 1. Januar gestorben. Nachruf folgt.  
storben. Nachruf folgt.  


Jena. Am 1. Januar feierte der Verleger dieser Zeitschrift,  
Jena. Am 1. Januar feierte der Verleger dieser Zeitschrift,  
Dr. med. et phil. h. c. Gustav Fischer, das 25-jährige Geschäfts-
Dr. med. et phil. h. c. Gustav Fischer, das 25-jährige Geschäftsjubiläum. Der Herausgeber bringt dem Jubilar auch an dieser Stelle  
jubiläum. Der Herausgeber bringt dem Jubilar auch an dieser Stelle  
seine herzlichsten Glückwünsche dar.  
seine herzlichsten Glückwünsche dar.  


Line 27,927: Line 24,865:
Inhalt. Aiifeätze. August Weismann, Versuche über Regeneration bei  
Inhalt. Aiifeätze. August Weismann, Versuche über Regeneration bei  
Tritonen. Mit 3 Abbildungen, p. 425-431. — Konrad Kelly, Zur Milzfrage.  
Tritonen. Mit 3 Abbildungen, p. 425-431. — Konrad Kelly, Zur Milzfrage.  
Mit 2 Textfiguren und 1 Tafel, p. 431—437. — O. V. Srdinko, Beitrag zur Histo-
Mit 2 Textfiguren und 1 Tafel, p. 431—437. — O. V. Srdinko, Beitrag zur Histologie und Histogenie des Knorpels, p. 437—446. — A. Porta, La funzione epatica  
logie und Histogenie des Knorpels, p. 437—446. — A. Porta, La funzione epatica  
negli Insetti. p. 447—448. — P. Kronthal, Zum Kapitel : Leukocyt und Nervenzelle, p. 448—454.  
negli Insetti. p. 447—448. — P. Kronthal, Zum Kapitel : Leukocyt und Nerven-
zelle, p. 448—454.  


Bücheranzeigen. Alexander Goette, p. 455. — Wandtafeln für den  
Bücheranzeigen. Alexander Goette, p. 455. — Wandtafeln für den  
Line 27,969: Line 24,905:
426  
426  


niemals im gewöhnlichen Verlauf des Lebens verletzt oder ganz be-
niemals im gewöhnlichen Verlauf des Lebens verletzt oder ganz beseitigt werden, auch nicht regeneriert werden, wenn man sie künstlich  
seitigt werden, auch nicht regeneriert werden, wenn man sie künstlich  
verstümmelt oder ganz wegschneidet; diese Tatsache aber schien und  
verstümmelt oder ganz wegschneidet; diese Tatsache aber schien und  
scheint mir noch zu Gunsten meiner Ansicht zu sprechen, nach welcher  
scheint mir noch zu Gunsten meiner Ansicht zu sprechen, nach welcher  
Line 27,977: Line 24,912:
dadurch hervorgerufen ist, daß der Teil häufig im Laufe des Lebens  
dadurch hervorgerufen ist, daß der Teil häufig im Laufe des Lebens  
verstümmelt wurde, während er zugleich wesentlich für das Leben und  
verstümmelt wurde, während er zugleich wesentlich für das Leben und  
die Erhaltung der Fortpflanzungsfähigkeit des Individuums war. Or-
die Erhaltung der Fortpflanzungsfähigkeit des Individuums war. Organe oder Teile eines Tieres, welche im Naturzustand Verletzungen  
gane oder Teile eines Tieres, welche im Naturzustand Verletzungen  
nicht oder doch so selten ausgesetzt sind, daß der Artbestand dadurch  
nicht oder doch so selten ausgesetzt sind, daß der Artbestand dadurch  
nicht gefährdet wird, können auch, wie mir scheint, auf Regeneration  
nicht gefährdet wird, können auch, wie mir scheint, auf Regeneration  
nicht eingerichtet sein, weil die Handhabe zum Einsetzen von Selektions-
nicht eingerichtet sein, weil die Handhabe zum Einsetzen von Selektionsprozessen fehlt. Nur solche Teile, welche einerseits von ausschlaggebendem Nutzen für die Erhaltung und Fortpflanzung des Individuums  
prozessen fehlt. Nur solche Teile, welche einerseits von ausschlag-
gebendem Nutzen für die Erhaltung und Fortpflanzung des Individuums  
sind und welche andererseits zugleich häufig genug von Verstümmelung  
sind und welche andererseits zugleich häufig genug von Verstümmelung  
betroffen werden, können auf Regeneration eingerichtet sein.  
betroffen werden, können auf Regeneration eingerichtet sein.  
Line 27,992: Line 24,924:
dieser Richtung bedarf es kaum noch neuer Belege, und wenn ich am  
dieser Richtung bedarf es kaum noch neuer Belege, und wenn ich am  
Schluß hier einen Versuch bezüglich der Regeneration des Auges kurz  
Schluß hier einen Versuch bezüglich der Regeneration des Auges kurz  
mitteile, so sollten damit nur die älteren Versuche von neuem be-
mitteile, so sollten damit nur die älteren Versuche von neuem bekräftigt werden.  
kräftigt werden.  


Nach der anderen Seite aber fehlte es bisher an Versuchen, und diese  
Nach der anderen Seite aber fehlte es bisher an Versuchen, und diese  
Line 28,008: Line 24,939:
so daß man die Sache aufgeben mußte. Da in den Jahren 1890—93  
so daß man die Sache aufgeben mußte. Da in den Jahren 1890—93  
ein Absterben der Tiere nur selten vorgekommen war, werden wohl  
ein Absterben der Tiere nur selten vorgekommen war, werden wohl  
irgendwelche unbekannte, infektionäre Einflüsse bei den neuesten Ver-
irgendwelche unbekannte, infektionäre Einflüsse bei den neuesten Versuchen vermutet werden müssen. Es schien mir nur ein Versuch von  
suchen vermutet werden müssen. Es schien mir nur ein Versuch von  
Herrn Breinig mitteilenswert, der hier als letzter der Eileiterversuche  
Herrn Breinig mitteilenswert, der hier als letzter der Eileiterversuche  
angeführt werden soll.  
angeführt werden soll.  
Line 28,018: Line 24,948:


Alle Tiere wurden in der Aethernarkose operiert. Bei inneren  
Alle Tiere wurden in der Aethernarkose operiert. Bei inneren  
Orgauen wurde durch einen langen Längsschnitt die Bauchhöhle seit-
Orgauen wurde durch einen langen Längsschnitt die Bauchhöhle seitlich geöffnet, das betreffende Organ entfernt, und die Wunde mit 3 — 5  
lich geöffnet, das betreffende Organ entfernt, und die Wunde mit 3 — 5  
Catgutnähten geschlossen, alles unter antiseptischen Vorsichtsmaßregeln.  
Catgutnähten geschlossen, alles unter antiseptischen Vorsichtsmaßregeln.  
Trotz des starken Eingriffs erholten sich die Tiere rasch, immer schon  
Trotz des starken Eingriffs erholten sich die Tiere rasch, immer schon  
Line 28,027: Line 24,956:
ein anderer, dem der eine Eileiter großenteils entfernt worden war.  
ein anderer, dem der eine Eileiter großenteils entfernt worden war.  


Todesfälle infolge der Operation kamen 1890 — 93 nur ganz aus-
Todesfälle infolge der Operation kamen 1890 — 93 nur ganz ausnahmsweise vor (2 Fälle unter 28), dagegen entwisclite leider eine  
nahmsweise vor (2 Fälle unter 28), dagegen entwisclite leider eine  
Anzahl der operierten Tiere im Laufe der Monate, während deren  
Anzahl der operierten Tiere im Laufe der Monate, während deren  
ich sie nicht immer unter meiner persönhchen Aufsicht behalten konnte.  
ich sie nicht immer unter meiner persönhchen Aufsicht behalten konnte.  
Line 28,037: Line 24,965:
I. Versuche mit dem Eileiter.  
I. Versuche mit dem Eileiter.  


No. 21. Am 24. Sept. 1891 wurde einem weiblichen Triton cri-
No. 21. Am 24. Sept. 1891 wurde einem weiblichen Triton cristatus von 14,3 cm Länge das rechte Ovarium und ein Stück von 6 cm  
status von 14,3 cm Länge das rechte Ovarium und ein Stück von 6 cm  
Länge des rechten Eileiters herausgeschnitten, und zwar möglichst weit  
Länge des rechten Eileiters herausgeschnitten, und zwar möglichst weit  
unten, nahe der Mündung in die Kloake.  
unten, nahe der Mündung in die Kloake.  
Line 28,046: Line 24,973:
Stückchen des Ovariums war bei der Operation zurückgeblieben und  
Stückchen des Ovariums war bei der Operation zurückgeblieben und  
enthielt jetzt viele Eier; der Eileiter hatte sich nicht regeneriert, doch  
enthielt jetzt viele Eier; der Eileiter hatte sich nicht regeneriert, doch  
war sowohl das Tubeuende als das Kloakenende desselben noch vor-
war sowohl das Tubeuende als das Kloakenende desselben noch vorhanden, aber nicht gewachsen, beide etwa 8 mm lang, die Schnittenden  
handen, aber nicht gewachsen, beide etwa 8 mm lang, die Schnittenden  
nicht angeschwollen, sondern einfach abgerundet und — wie es den  
nicht angeschwollen, sondern einfach abgerundet und — wie es den  
Anschein hatte ■ — geschlossen. Der linke Eierstock war normal, groß  
Anschein hatte ■ — geschlossen. Der linke Eierstock war normal, groß  
Line 28,057: Line 24,983:
rechten Eileiters.  
rechten Eileiters.  


Auch dieses Tier wurde erst am 31. Juli 1892 getötet und ent-
Auch dieses Tier wurde erst am 31. Juli 1892 getötet und enthielt: links ein großes, von Eiern strotzendes Ovarium, rechts kein  
hielt: links ein großes, von Eiern strotzendes Ovarium, rechts kein  
Ovarium und vom Eileiter nur das Tubenende von 1 cm Länge (die  
Ovarium und vom Eileiter nur das Tubenende von 1 cm Länge (die  
Windungen nicht gerechnet), und das Kloakenende^ welches 8 mm lang  
Windungen nicht gerechnet), und das Kloakenende^ welches 8 mm lang  
Line 28,077: Line 25,002:


Tötung am 28. Juli 1893: Links ein großes, mit Eiern erfülltes  
Tötung am 28. Juli 1893: Links ein großes, mit Eiern erfülltes  
Ovarium und normaler Eileiter, rechts nur ein kleiner Rest des Ova-
Ovarium und normaler Eileiter, rechts nur ein kleiner Rest des Ovariums und nur die Endstücke des Eileiters, das Tubenende und das  
riums und nur die Endstücke des Eileiters, das Tubenende und das  
Kloakenende, letzteres etwa 11 mm lang, das freie Ende abgestumpft,  
Kloakenende, letzteres etwa 11 mm lang, das freie Ende abgestumpft,  
rundlicb, docli nicht verdickt.  
rundlicb, docli nicht verdickt.  
Line 28,088: Line 25,012:


Das operierte Tier, auf feuchtes Moos gebracht, erholte sich rasch.  
Das operierte Tier, auf feuchtes Moos gebracht, erholte sich rasch.  
Im nächsten Frühjahr, am 5. Mai 1902, also 293 Tage nach der Ope-
Im nächsten Frühjahr, am 5. Mai 1902, also 293 Tage nach der Operation, wurde es getötet. Die Wundstelle war vernarbt  
ration, wurde es ge-
tötet. Die Wund-
stelle war vernarbt  
und kaum noch zu  
und kaum noch zu  
finden, doch war das  
finden, doch war das  
Line 28,097: Line 25,018:
Haut dieser Stelle  
Haut dieser Stelle  
festgewachsen. Eine  
festgewachsen. Eine  
Regeneration des Ei-
Regeneration des Eileiters war nicht eingetreten, der zurückgebliebene Rest desselben hatte noch  
leiters war nicht ein-
getreten, der zurück-
gebliebene Rest des-
selben hatte noch  
dieselbe Länge wie  
dieselbe Länge wie  
vorher und endete  
vorher und endete  
Line 28,108: Line 25,025:
(Fig. 1).  
(Fig. 1).  


Fig. 1. Triton cri-
Fig. 1. Triton cristatus, geöffnet. i>/Magen.  
status, geöffnet. i>/Magen.  
D Darm. L Lunge, rod,  
D Darm. L Lunge, rod,  
lod rechter und linker  
lod rechter und linker  
Ovidukt, beide in natür-
Ovidukt, beide in natürlicher Lage.  
licher Lage.  




Line 28,142: Line 25,057:
Am 1. Aug. 1893 getötet, zeigte das wohlgenährte Tier rechts  
Am 1. Aug. 1893 getötet, zeigte das wohlgenährte Tier rechts  
keinen Hoden, und vom rechten Samenleiter nur das unterste, bei der  
keinen Hoden, und vom rechten Samenleiter nur das unterste, bei der  
Operation zurückgebliebene Stück (etwa 8 — 10 mm lang) mit nicht ver-
Operation zurückgebliebene Stück (etwa 8 — 10 mm lang) mit nicht verdicktem, noch gewuchertem Schnittende. Links alles normal.  
dicktem, noch gewuchertem Schnittende. Links alles normal.  


No. 28. Am 26. Sept. 1891 wurde einem 13,7 cm langen Triton  
No. 28. Am 26. Sept. 1891 wurde einem 13,7 cm langen Triton  
eristatus ein 1,2 cm langes Stück des rechten Samenleiters herausge-
eristatus ein 1,2 cm langes Stück des rechten Samenleiters herausgenommen; der Hoden blieb intakt.  
nommen; der Hoden blieb intakt.  


Am 1. Aug. 1893 getötet, zeigte sich der rechte Samenleiter fehlend,  
Am 1. Aug. 1893 getötet, zeigte sich der rechte Samenleiter fehlend,  
Line 28,159: Line 25,072:
entfernt. Das Tier erholte sich rasch und war schon am 23. April  
entfernt. Das Tier erholte sich rasch und war schon am 23. April  
wieder munter, blieb auch so bis zum 31. Juli 1891, wo es getötet  
wieder munter, blieb auch so bis zum 31. Juli 1891, wo es getötet  
wurde. Das linke Auge hatte sich, soweit ohne mikroskopische Unter-
wurde. Das linke Auge hatte sich, soweit ohne mikroskopische Untersuchung zu sehen war, vollständig regeneriert, wenn es auch noch kleiner  
suchung zu sehen war, vollständig regeneriert, wenn es auch noch kleiner  
erschien als das rechte.  
erschien als das rechte.  


Line 28,166: Line 25,078:


No. 8. Einem großem Männchen von Triton eristatus wurde am  
No. 8. Einem großem Männchen von Triton eristatus wurde am  
17. Mai 1890 ein etwa 2 cm langes Stück der rechten Lunge heraus-
17. Mai 1890 ein etwa 2 cm langes Stück der rechten Lunge herausgeschnitten. Das Tier erholte sich schon bis zum folgenden Tage völlig  
geschnitten. Das Tier erholte sich schon bis zum folgenden Tage völlig  
und lebte bis zum 12. März 1891, wo es getötet wurde.  
und lebte bis zum 12. März 1891, wo es getötet wurde.  


Die linke Lunge maß 4,4 cm in der Länge, und war wie gewöhn-
Die linke Lunge maß 4,4 cm in der Länge, und war wie gewöhnlich scharf zugespitzt, die rechte maß nur 3,9 cm und endete mit kurzer,  
lich scharf zugespitzt, die rechte maß nur 3,9 cm und endete mit kurzer,  
nach außen gekrümmter Spitze (Fig. 2).  
nach außen gekrümmter Spitze (Fig. 2).  


No. 9. Einem großen Männ-
No. 9. Einem großen Männchen von Triton eristatus wurden  
chen von Triton eristatus wurden  
am 18. Mai 1890 2,4 cm der rechten  
am 18. Mai 1890 2,4 cm der rechten  
Lunge herausgeschnitten.  
Lunge herausgeschnitten.  
Line 28,194: Line 25,103:


No. 13. Einem großen Weibchen von Triton eristatus wurde am  
No. 13. Einem großen Weibchen von Triton eristatus wurde am  
27. Mai 1890 ein 1,3 cm langes Stück der rechten Lunge herausge-
27. Mai 1890 ein 1,3 cm langes Stück der rechten Lunge herausgeschnitten.  
schnitten.  


Die Lunge hatte sich bei der Tötung des Tieres am 11. März 1891  
Die Lunge hatte sich bei der Tötung des Tieres am 11. März 1891  
Line 28,222: Line 25,130:
Zusammenfassung.  
Zusammenfassung.  


Die 4 mitgeteilten Versuche über Entfernung des Eileiters er-
Die 4 mitgeteilten Versuche über Entfernung des Eileiters ergaben übereinstininieud das Resultat, daß dieses Organ sich nicht  
gaben übereinstininieud das Resultat, daß dieses Organ sich nicht  
wiederherstellt, und zwar weder vom hinteren, noch vom vorderen  
wiederherstellt, und zwar weder vom hinteren, noch vom vorderen  
Schnittende aus; auch wächst weder das vordere, noch das hintere  
Schnittende aus; auch wächst weder das vordere, noch das hintere  
Line 28,240: Line 25,147:
Beckenniere erfolgte, wurde zu entscheiden nicht versucht.  
Beckenniere erfolgte, wurde zu entscheiden nicht versucht.  


Jedenfalls zeigte sich weder hier noch beim Eileiter ein Regene-
Jedenfalls zeigte sich weder hier noch beim Eileiter ein Regenerationstrieb in dem Sinne, daß das verstümmelte Organ sich wieder zu  
rationstrieb in dem Sinne, daß das verstümmelte Organ sich wieder zu  
seiner früheren Beschaffenheit hätte heranbilden müssen; ein „Nisus  
seiner früheren Beschaffenheit hätte heranbilden müssen; ein „Nisus  
formativus" in dem Sinne, daß das „zerbrochene Kristall" sich wieder  
formativus" in dem Sinne, daß das „zerbrochene Kristall" sich wieder  
Line 28,247: Line 25,153:
geschweige denn eine Triebkraft, die das verstümmelte Organ der  
geschweige denn eine Triebkraft, die das verstümmelte Organ der  
Zweckmäßigkeit entsprechend wiederherstellt. Wäre letzteres  
Zweckmäßigkeit entsprechend wiederherstellt. Wäre letzteres  
der Fall, so hätte sich das hintere Ende des durchschnittenen Ei-
der Fall, so hätte sich das hintere Ende des durchschnittenen Eileiters wenigstens da zu einer trompetenförmigen Oeffnung erweitern  
leiters wenigstens da zu einer trompetenförmigen Oeffnung erweitern  
müssen, welche im stände gewesen wäre, die Eier von der Bauchhöhle  
müssen, welche im stände gewesen wäre, die Eier von der Bauchhöhle  
her aufzunehmen. Ebensowenig läßt sich ein „Nisus" aus den Ver-
her aufzunehmen. Ebensowenig läßt sich ein „Nisus" aus den Versuchen mit der Lunge erschließen, denn auch hier kehrte das verstümmelte Organ in keinem der 3 mitgeteilten Fälle zu seiner ursprünglichen Gestalt zurück. Wenn eine mehr oder weniger ausgesprochene Erweiterung und Aufblähung des abgeschnitteneu Lungenendes eintrat , so wird man nicht vergessen dürfen , daß es sich um  
suchen mit der Lunge erschließen, denn auch hier kehrte das ver-
stümmelte Organ in keinem der 3 mitgeteilten Fälle zu seiner ur-
sprünglichen Gestalt zurück. Wenn eine mehr oder weniger ausge-
sprochene Erweiterung und Aufblähung des abgeschnitteneu Lungen-
endes eintrat , so wird man nicht vergessen dürfen , daß es sich um  
ein Organ handelt, welches in ununterbrochener Funktion bleibt und  
ein Organ handelt, welches in ununterbrochener Funktion bleibt und  
durch diese beeinflußt wird. Die Erweiterung des blinden Lungen-
durch diese beeinflußt wird. Die Erweiterung des blinden Lungenendes wird durch die Füllung mit Luft hervorgerufen werden, da nach  
endes wird durch die Füllung mit Luft hervorgerufen werden, da nach  
wie vor der Operation das Tier die Luft mit gleicher Gewalt in beide  
wie vor der Operation das Tier die Luft mit gleicher Gewalt in beide  
Lungen hineinpressen mußte. Eine solche mechanische Erweiterung  
Lungen hineinpressen mußte. Eine solche mechanische Erweiterung  
Line 28,276: Line 25,175:
ausübt, ausgelöst wird.  
ausübt, ausgelöst wird.  


Nur im Falle des Auges trat, wie schon längst bekannt, Re-
Nur im Falle des Auges trat, wie schon längst bekannt, Regeneration ein, entsprechend der Verletzbarkeit dieses Organs im  
generation ein, entsprechend der Verletzbarkeit dieses Organs im  
Naturzustand durch die scharfen Kiefer von VYasserkäfern, Libellenlarven und anderer Feinde der Molche.  
Naturzustand durch die scharfen Kiefer von VYasserkäfern, Libellen-
larven und anderer Feinde der Molche.  




Line 28,296: Line 25,193:
gegen mich gerichteten Angriffe erwidere, die er unter obigem Titel  
gegen mich gerichteten Angriffe erwidere, die er unter obigem Titel  
auf p. 260 ff. dieses Bandes veröffentlicht hat, geschieht es nur, um  
auf p. 260 ff. dieses Bandes veröffentlicht hat, geschieht es nur, um  
auch nicht den Anschein aufkommen zu lassen, als wären diese An-
auch nicht den Anschein aufkommen zu lassen, als wären diese Angriffe berechtigt. Ich verzichte aber darauf, meinen Gegner zu überzeugen, und halte mich auch nicht für verpflichtet, es zu tun, da es  
griffe berechtigt. Ich verzichte aber darauf, meinen Gegner zu über-
zeugen, und halte mich auch nicht für verpflichtet, es zu tun, da es  
nicht nur für die Frage nach dem Bau der Milz ganz gleichgültig ist, wie  
nicht nur für die Frage nach dem Bau der Milz ganz gleichgültig ist, wie  
er meiner Auffassung von derselben gegenübersteht, sondern da er,  
er meiner Auffassung von derselben gegenübersteht, sondern da er,  
Line 28,305: Line 25,200:


Unter den zahlreichen von Weidenreich mir entgegengehaltenen  
Unter den zahlreichen von Weidenreich mir entgegengehaltenen  
Einwänden sind nur drei wirklich sachlicher Natur; alle übrigen be-
Einwänden sind nur drei wirklich sachlicher Natur; alle übrigen betreffen bloß Aeußerlichkeiten. Der eine und wichtigste Einwand besteht darin, daß ich meine Präparate unrichtig abgebildet hätte, was  
treffen bloß Aeußerlichkeiten. Der eine und wichtigste Einwand be-
steht darin, daß ich meine Präparate unrichtig abgebildet hätte, was  
Weidenreich dadurch zu beweisen sucht, daß er dieselben, in der von  
Weidenreich dadurch zu beweisen sucht, daß er dieselben, in der von  
ihm für richtig gehaltenen Weise gezeichnet, meinen Abbildungen  
ihm für richtig gehaltenen Weise gezeichnet, meinen Abbildungen  
gegenüberstellt. Ich habe die betreffenden Präparate ihm seinerzeit zur  
gegenüberstellt. Ich habe die betreffenden Präparate ihm seinerzeit zur  
Ansicht zugesendet, und es war zweifellos sein gutes Recht, daran  
Ansicht zugesendet, und es war zweifellos sein gutes Recht, daran  
öffentlich mit Worten unbegrenzt Kritik zu üben. Herr Weiden-
öffentlich mit Worten unbegrenzt Kritik zu üben. Herr Weidenreich hat aber, ohne meine vorherige Genehmigung einzuholen'), von meinen eigenen Präparaten Abbildungen  
reich hat aber, ohne meine vorherige Genehmigung ein-
zuholen'), von meinen eigenen Präparaten Abbildungen  
angefertigt und diese veröffentlicht!  
angefertigt und diese veröffentlicht!  


Line 28,333: Line 25,224:




Fig- 1-
Fig- 1
 
Fig. 1. I* bis I* Weidenreichs Abbildung: meiner Zeichung I^; des zugehörigen Schnittes I ^ ; des folgenden I ^ und des vorhergehenden Schnittes I * (WeidenEEICH gibt in dieser und der anderen Abbildung die Reihenfolge der Schnitte irrtümlicherweise verkehrt an). I^ bis I' Pausen der Mikrophotographien ^) derselben Schnitte  
Fig. 1. I* bis I* Weidenreichs Abbildung: meiner Zeichung I^; des zuge-
hörigen Schnittes I ^ ; des folgenden I ^ und des vorhergehenden Schnittes I * (Weiden-
EEICH gibt in dieser und der anderen Abbildung die Reihenfolge der Schnitte irrtüm-
licherweise verkehrt an). I^ bis I' Pausen der Mikrophotographien ^) derselben Schnitte  
mit Zeiß' Apochr. Immers. 2,0 mm, Vergr. lOOOfach (s. Tafel).  
mit Zeiß' Apochr. Immers. 2,0 mm, Vergr. lOOOfach (s. Tafel).  


a art. Kapillare, a' jene Stellen, wo Weidenreich die Kapillare nicht finden  
a art. Kapillare, a' jene Stellen, wo Weidenreich die Kapillare nicht finden  
konnte ; l ' durchtretender Leukocyt ; l ^ abgeschnittenes Stück desselben ; / ^ von Weiden-
konnte ; l ' durchtretender Leukocyt ; l ^ abgeschnittenes Stück desselben ; / ^ von WeidenEEICH scharf gezeichneter, bei richtiger Einstellung auf die Kapillare aber nur undeutlich sichtbarer Leukocyt.  
EEICH scharf gezeichneter, bei richtiger Einstellung auf die Kapillare aber nur undeut-
lich sichtbarer Leukocyt.  


Fig. 2. II' bis II* Weidenreichs Abbildung: meiner Z cichnung II',  
Fig. 2. II' bis II* Weidenreichs Abbildung: meiner Z cichnung II',  
des zugehörigen Schnittes II'; des vorhergehenden 11^ und des folgendes Schnittes 11*.  
des zugehörigen Schnittes II'; des vorhergehenden 11^ und des folgendes Schnittes 11*.  
Man vergleiche 11^ (getreue Wiedergabe des imteren Teiles von II' nach meiner  
Man vergleiche 11^ (getreue Wiedergabe des imteren Teiles von II' nach meiner  
Originalzeichnung) mit ak' an II'. II® bis II® Pausen der Mikrophotographien der-
Originalzeichnung) mit ak' an II'. II® bis II® Pausen der Mikrophotographien derselben Schnitte, hergestellt wie in Fig. 1.  
selben Schnitte, hergestellt wie in Fig. 1.  


ak art. Kapillare, Hb durchtretendes Hühnerblutkörperchen (s. p. 253 meiner  
ak art. Kapillare, Hb durchtretendes Hühnerblutkörperchen (s. p. 253 meiner  
Line 28,365: Line 25,249:




1) Behufs Erzielung genauester Wiedergabe wurden die Original-
1) Behufs Erzielung genauester Wiedergabe wurden die Originalplatten samt Kopien an die Verlagsfirma gesendet. Leider ersetzt auch  
platten samt Kopien an die Verlagsfirma gesendet. Leider ersetzt auch  
die beste Reproduktion nicht die Deutlichkeit einer Originalphotographie.  
die beste Reproduktion nicht die Deutlichkeit einer Originalphotographie.  


Line 28,386: Line 25,269:




aK-
aK
 




Line 28,413: Line 25,295:
434  
434  


Gleichwohl bin ich ihm sehr dankbar für den von ihm einge-
Gleichwohl bin ich ihm sehr dankbar für den von ihm eingeschlagenen Weg, da er mich dadurch in die Lage setzt, in der denkbar  
schlagenen Weg, da er mich dadurch in die Lage setzt, in der denkbar  
einfachsten Weise darzutun, wie richtig die von mir gegebenen Abbildungen sind und wie hoch Weidenreichs Art der Beobachtung  
einfachsten Weise darzutun, wie richtig die von mir gegebenen Ab-
mikroskopischer Präparate einzuschätzen ist. Ich begnüge mich nämlich, nebenstehend den von ihm und von mir zur Ansicht gebrachten  
bildungen sind und wie hoch Weidenreichs Art der Beobachtung  
Abbildungen mikrophotographische Aufnahmen der betreffenden Schnittstellen anzufügen (s. Tafel). Da man von einem photographischen  
mikroskopischer Präparate einzuschätzen ist. Ich begnüge mich näm-
lich, nebenstehend den von ihm und von mir zur Ansicht gebrachten  
Abbildungen mikrophotographische Aufnahmen der betreffenden Schnitt-
stellen anzufügen (s. Tafel). Da man von einem photographischen  
Apparate größte Objektivität voraussetzen darf, „besteht also", um  
Apparate größte Objektivität voraussetzen darf, „besteht also", um  
mich teilweise der Worte meines Gegners zu bedienen, „ein auffallen-
mich teilweise der Worte meines Gegners zu bedienen, „ein auffallender Widerspruch zwischen dem, was der Apparat abbildet, und dem, was Weidenreich wenigstens an meinen Präparaten sehen konnte", „Weidenreich (nicht Kelly!) scheint  
der Widerspruch zwischen dem, was der Apparat ab-
bildet, und dem, was Weidenreich wenigstens an meinen Prä-
paraten sehen konnte", „Weidenreich (nicht Kelly!) scheint  
also hier Dinge gesehen zu haben, die überhaupt nicht  
also hier Dinge gesehen zu haben, die überhaupt nicht  
da sind, und andere, die da sind, übersehen zu haben".  
da sind, und andere, die da sind, übersehen zu haben".  
Line 28,432: Line 25,307:
Zeichnung davon unrichtig wiedergegeben hat. Recht  
Zeichnung davon unrichtig wiedergegeben hat. Recht  
hat er nur damit, daß in II* nicht die Fortsetzung einer arteriellen  
hat er nur damit, daß in II* nicht die Fortsetzung einer arteriellen  
Kapillare zu sehen sei; allerdings hätte er sie, wie aus 11^ ersicht-
Kapillare zu sehen sei; allerdings hätte er sie, wie aus 11^ ersichtlich, weiter links suchen müssen.  
lich, weiter links suchen müssen.  


An dieser Stelle sei mir gestattet, Herrn Prof. Kretz, Prosektor  
An dieser Stelle sei mir gestattet, Herrn Prof. Kretz, Prosektor  
Line 28,440: Line 25,314:
Bitte entsprechend, die photographische Aufnahme meiner Präparate  
Bitte entsprechend, die photographische Aufnahme meiner Präparate  
bewerkstelligt hat. Auch Herr cand. med. J. Schlachta, Demonstrator  
bewerkstelligt hat. Auch Herr cand. med. J. Schlachta, Demonstrator  
am Institut, hat sich um die Herstellung der Photographien in dankens-
am Institut, hat sich um die Herstellung der Photographien in dankenswerter Weise verdient gemacht.  
werter Weise verdient gemacht.  


Der zweite sachliche Einwand Weidenreichs gipfelt darin, daß  
Der zweite sachliche Einwand Weidenreichs gipfelt darin, daß  
Line 28,447: Line 25,320:
fremden Tieres „zahllose trans fundierte Blutkörperchen  
fremden Tieres „zahllose trans fundierte Blutkörperchen  
außerhalb jederGefäße in derKnötchenrandzone liegen  
außerhalb jederGefäße in derKnötchenrandzone liegen  
und absolut keine oder nur ab und zu eines in den an-
und absolut keine oder nur ab und zu eines in den angrenzenden Sinus; Diapedese wurde dabei nicht konstatiert".  
grenzenden Sinus; Diapedese wurde dabei nicht konstatiert".  
Diese Behauptung ist in beiden Teilen falsch, wie ich an Präparaten,  
Diese Behauptung ist in beiden Teilen falsch, wie ich an Präparaten,  
die ich jedermann gerne zur Verfügung stelle, beweisen kann: Dia-
die ich jedermann gerne zur Verfügung stelle, beweisen kann: Diapedese wird reichlich konstatiert, am meisten natürlich dort, wo viele  
pedese wird reichlich konstatiert, am meisten natürlich dort, wo viele  
Blutkörperchen außerhalb der Gefäße liegen, und fremde Blutkörperchen  
Blutkörperchen außerhalb der Gefäße liegen, und fremde Blutkörperchen  
finden sich in allen „Sinus" in großer Menge. Im übrigen verweise  
finden sich in allen „Sinus" in großer Menge. Im übrigen verweise  
Line 28,462: Line 25,333:


Bd. 61). Nebenbei bemerkt, macht Weidenreich an dieser  
Bd. 61). Nebenbei bemerkt, macht Weidenreich an dieser  
Stelle seiner Polemik selbst das bedeutsame Zuge-
Stelle seiner Polemik selbst das bedeutsame Zugeständnis, „daß tatsächlich trans fundierte Blutkörperchen in der Wand des Sinus stecken" (im Original nicht  
ständnis, „daß tatsächlich trans fundierte Blutkörper-
chen in der Wand des Sinus stecken" (im Original nicht  
gesperrt gedruckt !).  
gesperrt gedruckt !).  


Line 28,471: Line 25,340:
Transfusion Stückchen von der Milz al)geschnitten" habe, wodurch ich  
Transfusion Stückchen von der Milz al)geschnitten" habe, wodurch ich  
„einen außerordentlich günstigen Abfluß aus den Sinus" eröffnet habe.  
„einen außerordentlich günstigen Abfluß aus den Sinus" eröffnet habe.  
Dem halte ich erstens entgegen, daß man sich jederzeit durch ent-
Dem halte ich erstens entgegen, daß man sich jederzeit durch entsprechende Versuche am lebenden Tiere sowie durch künstliche Injektion herausgeschnittener Milzen davon überzeugen kann, daß von  
sprechende Versuche am lebenden Tiere sowie durch künstliche In-
der Schnittfläche, die man an einer Milz anlegt, nur aus den unmittelbar zu- und abführenden Gefäßen Flüssigkeit abfließt, nicht aber aus  
jektion herausgeschnittener Milzen davon überzeugen kann, daß von  
den entfernteren. Es ist also die Verbindung der „überall untereinander kommunizierenden Sinus" keine derartige, daß durch das  
der Schnittfläche, die man an einer Milz anlegt, nur aus den unmittel-
bar zu- und abführenden Gefäßen Flüssigkeit abfließt, nicht aber aus  
den entfernteren. Es ist also die Verbindung der „überall unter-
einander kommunizierenden Sinus" keine derartige, daß durch das  
Anschneiden des Organes in von der Schnittstelle entfernteren Teilen  
Anschneiden des Organes in von der Schnittstelle entfernteren Teilen  
— und nur solche habe ich zur Untersuchung gewählt — eine Druck-
— und nur solche habe ich zur Untersuchung gewählt — eine Druckänderung erfolgen kann. Zweitens ist aber Weidenreichs Einwand  
änderung erfolgen kann. Zweitens ist aber Weidenreichs Einwand  
deshalb haltlos, weil ich, wie auf p. 267 meiner Arbeit steht, in den  
deshalb haltlos, weil ich, wie auf p. 267 meiner Arbeit steht, in den  
beiden letzten Versuchen „die ganze Milz .... 30, bezw. 15 Sekunden  
beiden letzten Versuchen „die ganze Milz .... 30, bezw. 15 Sekunden  
nach Beginn der Injektion der Bauchhöhle entnahm". Herr Weiden-
nach Beginn der Injektion der Bauchhöhle entnahm". Herr Weidenreich hat also nicht genau gelesen.  
reich hat also nicht genau gelesen.  


Nicht viel besser als mit den sachlichen Einwänden meines Geg-
Nicht viel besser als mit den sachlichen Einwänden meines Gegners sieht es mit seinen übrigen Bedenken aus. Weidenreich ist gekränkt darüber, daß ich eine Untersuchungsraethode (die Verfolgung so  
ners sieht es mit seinen übrigen Bedenken aus. Weidenreich ist ge-
kränkt darüber, daß ich eine Untersuchungsraethode (die Verfolgung so  
zarter Gefäße auf Serienschnitten) in seinen Häpden nicht gelten lassen  
zarter Gefäße auf Serienschnitten) in seinen Häpden nicht gelten lassen  
will, die ich selbst in ausgedehntestem Maße anwende. Auf p. 247 ff.  
will, die ich selbst in ausgedehntestem Maße anwende. Auf p. 247 ff.  
Line 28,500: Line 25,361:
das ist ihr gegenüber den anderen Gefäßen verschiedener Bau und  
das ist ihr gegenüber den anderen Gefäßen verschiedener Bau und  
Inhalt. Nun, das ist nicht übel! Zuerst beschreibt Weidenreich  
Inhalt. Nun, das ist nicht übel! Zuerst beschreibt Weidenreich  
etwas abweichend aussehende Gefäße und benennt sie „Lymph-
etwas abweichend aussehende Gefäße und benennt sie „Lymphröhrchen", ohne aber zu beweisen, daß sie dies wirklich sind; dann  
röhrchen", ohne aber zu beweisen, daß sie dies wirklich sind; dann  
dreht er plötzlich den Spieß um und beweist die Lymphröhrchen aus  
dreht er plötzlich den Spieß um und beweist die Lymphröhrchen aus  
ihrem abweichenden Aussehen. Wie man eine derartige Schlußfolgerung  
ihrem abweichenden Aussehen. Wie man eine derartige Schlußfolgerung  
Line 28,519: Line 25,379:
Blutungsform kann bekannthch unter geeigneten Bedingungen ziemlich  
Blutungsform kann bekannthch unter geeigneten Bedingungen ziemlich  
an allen Gefäßen des Körpers auftreten. Doch wird es niemand  
an allen Gefäßen des Körpers auftreten. Doch wird es niemand  
einfallen, dieselben als ofl'en im anatomischen Sinne, d. h. einer regel-
einfallen, dieselben als ofl'en im anatomischen Sinne, d. h. einer regelmäßigen Endothelauskleidung entbehrend zu bezeichnen; ebensowenig  
mäßigen Endothelauskleidung entbehrend zu bezeichnen; ebensowenig  
wird man, wenn eine derartige Blutung irgendwo stattgefunden hat,  
wird man, wenn eine derartige Blutung irgendwo stattgefunden hat,  
von einer intermediären Blutbahn sprechen. Wenn Weidenreich aber  
von einer intermediären Blutbahn sprechen. Wenn Weidenreich aber  
Line 28,532: Line 25,391:


Wenn Weidenreich als Bestandteile der Milzgefäße auch die  
Wenn Weidenreich als Bestandteile der Milzgefäße auch die  
Lymphscheiden und Milzknötchen rechnet, welche doch die funk-
Lymphscheiden und Milzknötchen rechnet, welche doch die funktionierenden Elemente der Milz bedeuten, ist dies ebenso berechtigt,  
tionierenden Elemente der Milz bedeuten, ist dies ebenso berechtigt,  
wie wenn er etwa als Teile der Leberkapillaren auch die Leberzellen  
wie wenn er etwa als Teile der Leberkapillaren auch die Leberzellen  
betrachten würde. Jedenfalls zeigt er dadurch sowie auch noch durch  
betrachten würde. Jedenfalls zeigt er dadurch sowie auch noch durch  
andere Bemerkungen , daß ihm der Sinn meiner anatomisch und  
andere Bemerkungen , daß ihm der Sinn meiner anatomisch und  
physiologisch begründeten Erklärung der Milz als regionäre Lymph-
physiologisch begründeten Erklärung der Milz als regionäre Lymphdrüse des Blutes vollständig entgangen ist.  
drüse des Blutes vollständig entgangen ist.  


Daß Weidenreich weiter behauptet, ich hätte „den Lapsus be-
Daß Weidenreich weiter behauptet, ich hätte „den Lapsus begangen, zu übersehen, daß den Milzknötchenkapillareu überhaupt keine  
gangen, zu übersehen, daß den Milzknötchenkapillareu überhaupt keine  
Hülse zukommt", ist eine vollständige Verdrehung dessen, was ich  
Hülse zukommt", ist eine vollständige Verdrehung dessen, was ich  
diesbezüglich auf p. 264 und 265 meiner Arbeit gesagt habe, da ich  
diesbezüglich auf p. 264 und 265 meiner Arbeit gesagt habe, da ich  
dort nur eine Parallele zwischen diesen Kapillaren und den Schweigger-
dort nur eine Parallele zwischen diesen Kapillaren und den SchweiggerSEiDELSchen gezogen habe, ohne aber im mindesten das Vorhandensein  
SEiDELSchen gezogen habe, ohne aber im mindesten das Vorhandensein  
einer Hülse an ihnen zu behaupten.  
einer Hülse an ihnen zu behaupten.  


Line 28,552: Line 25,407:
die anatomische Grundlage dieser Organe werde ich an anderer Stelle  
die anatomische Grundlage dieser Organe werde ich an anderer Stelle  
berichten ; hier sei nur bemerkt, daß sich in diesen Organen nirgends  
berichten ; hier sei nur bemerkt, daß sich in diesen Organen nirgends  
Blutbahnen ohne Endothelauskleidung finden, mithin von offenen Blut-
Blutbahnen ohne Endothelauskleidung finden, mithin von offenen Blutgefäßen daselbst keine Rede sein kann." Uebrigens sollte Weiden
gefäßen daselbst keine Rede sein kann." Uebrigens sollte Weiden-
 




Line 28,561: Line 25,414:
REICH gerade diesen Organen lieber aus dem Wege gehen, da er doch  
REICH gerade diesen Organen lieber aus dem Wege gehen, da er doch  
die üble Erfahrung machen mußte (siehe Verh. d. Anat. Ges. z. Halle  
die üble Erfahrung machen mußte (siehe Verh. d. Anat. Ges. z. Halle  
1902, Diskussion z. Vortr. Weidenreichs), daß man die zu- und ab-
1902, Diskussion z. Vortr. Weidenreichs), daß man die zu- und abführenden Lymphgefäße derselben, deren Fehlen er auf Grund seiner  
führenden Lymphgefäße derselben, deren Fehlen er auf Grund seiner  
Serienschnitte behauptet hatte, wenigstens bei dem größten Teile der  
Serienschnitte behauptet hatte, wenigstens bei dem größten Teile der  
von ihm untersuchten Species schon makroskopisch ohne jegliches be-
von ihm untersuchten Species schon makroskopisch ohne jegliches besondere Hilfsmittel sehen kann.  
sondere Hilfsmittel sehen kann.  


Hiermit glaube ich, den einleitend angegebenen Zweck vorstehender  
Hiermit glaube ich, den einleitend angegebenen Zweck vorstehender  
Line 28,587: Line 25,438:
Universität in Prag, Vorstand Prof. Dr. J. V. Rohox.)  
Universität in Prag, Vorstand Prof. Dr. J. V. Rohox.)  


Im Nachfolgenden erlaube ich mir einen kurzen Bericht bezüg-
Im Nachfolgenden erlaube ich mir einen kurzen Bericht bezüglich meiner histologischen und histogenetischen Untersuchungen über  
lich meiner histologischen und histogenetischen Untersuchungen über  
Knorpel mitzuteilen.  
Knorpel mitzuteilen.  


Zu meinen Untersuchungen gaben mir den Anlaß die wider-
Zu meinen Untersuchungen gaben mir den Anlaß die widersprechenden Ansichten in den zahlreichen speziellen Arbeiten einerseits, andererseits die verschiedeneu Angaben, welche die histologischen  
sprechenden Ansichten in den zahlreichen speziellen Arbeiten einer-
seits, andererseits die verschiedeneu Angaben, welche die histologischen  
Lehrbücher über diesen Gegenstand enthalten.  
Lehrbücher über diesen Gegenstand enthalten.  


Als Ausgangspunkt meiner Untersuchungen diente mir der Knorpel  
Als Ausgangspunkt meiner Untersuchungen diente mir der Knorpel  
der Säugetiere und des Menschen, und zwar im embryonalen und aus-
der Säugetiere und des Menschen, und zwar im embryonalen und ausgebildeteu Zustande. Untersucht wurden von mir verschiedene Knorpel  
gebildeteu Zustande. Untersucht wurden von mir verschiedene Knorpel  
an Schvveineembryonen (Länge: 1,8, 2,5, 4,5, 6,5, 12, 18 cm) und  
an Schvveineembryonen (Länge: 1,8, 2,5, 4,5, 6,5, 12, 18 cm) und  
menschlichen Embryonen (im Alter von 2, 2^2, 3, 4, 4V'j, 572, 6V2,  
menschlichen Embryonen (im Alter von 2, 2^2, 3, 4, 4V'j, 572, 6V2,  
Line 28,613: Line 25,460:
438  
438  


der erwachsenen Tiere und des Menschen in der MüLLERSchen Flüs-
der erwachsenen Tiere und des Menschen in der MüLLERSchen Flüssigkeit oder in der Chromsäurelösung fixiert. Die Schnitte wurden  
sigkeit oder in der Chromsäurelösung fixiert. Die Schnitte wurden  
unter dem Einflüsse des absoluten Alkohols verfertigt, im Alkohol  
unter dem Einflüsse des absoluten Alkohols verfertigt, im Alkohol  
beobachtet und aufbewahrt. Behufs der Kontrolle wurden auch manche  
beobachtet und aufbewahrt. Behufs der Kontrolle wurden auch manche  
Line 28,621: Line 25,467:
Die detaillierte Beschreibung meiner Untersuchungen ist in den  
Die detaillierte Beschreibung meiner Untersuchungen ist in den  
„Sitzungsberichten der böhmischen Kaiser-Franz- Joseph- Akademie der  
„Sitzungsberichten der böhmischen Kaiser-Franz- Joseph- Akademie der  
Wissenschaften in Prag" (1. c. 29, 30) erschienen. In betrefi" der ver-
Wissenschaften in Prag" (1. c. 29, 30) erschienen. In betrefi" der verschiedenen Methoden und deren Beurteilung, welche bei der Histologie  
schiedenen Methoden und deren Beurteilung, welche bei der Histologie  
des Knorpels von verschiedenen Autoren angewendet worden sind;  
des Knorpels von verschiedenen Autoren angewendet worden sind;  
ferner in betreif der Beurteilung der einschlägigen Litteratur sowie  
ferner in betreif der Beurteilung der einschlägigen Litteratur sowie  
Line 28,629: Line 25,474:


Bei meinen Untersuchungen berücksichtigte ich hauptsächlich  
Bei meinen Untersuchungen berücksichtigte ich hauptsächlich  
folgende Fragen : Besitzen die Zellen des embryonalen und ausge-
folgende Fragen : Besitzen die Zellen des embryonalen und ausgebildeten Hyalinknorpels protoplasmatische Ausläufer, welche vielleicht  
bildeten Hyalinknorpels protoplasmatische Ausläufer, welche vielleicht  
miteinander kommunizieren? 1st die Grundsubstanz homogen oder  
miteinander kommunizieren? 1st die Grundsubstanz homogen oder  
faserig; endlich wie entsteht der fertige hyaline Knorpel aus dem  
faserig; endlich wie entsteht der fertige hyaline Knorpel aus dem  
Line 28,641: Line 25,485:
50° — 96° konserviert, und die Anfertigung der Schnitte geschah ohne  
50° — 96° konserviert, und die Anfertigung der Schnitte geschah ohne  
Einbettung; die Schnitte wurden dann im Alkohol ungefärbt beobachtet.  
Einbettung; die Schnitte wurden dann im Alkohol ungefärbt beobachtet.  
An einem solchen Schnitt unterscheidet man drei Schichten: ober-
An einem solchen Schnitt unterscheidet man drei Schichten: oberflächliche mit dem Perichondrium, mittlere und eine innere oder  
flächliche mit dem Perichondrium, mittlere und eine innere oder  
centrale. In der mittleren Schicht bemerkt man Knorpelzellen von  
centrale. In der mittleren Schicht bemerkt man Knorpelzellen von  
verschiedenster Form, hauptsächlich aber runde Zellen. Protoplasma  
verschiedenster Form, hauptsächlich aber runde Zellen. Protoplasma  
Line 28,677: Line 25,520:
alten menschlichen Embryos. Die Gestalt der Zellen ist sehr  
alten menschlichen Embryos. Die Gestalt der Zellen ist sehr  
mannigfach ; an der Peripherie des Querschnittes sind die Zellen rund,  
mannigfach ; an der Peripherie des Querschnittes sind die Zellen rund,  
dicht aneinander gedrängt; in der Mitte erscheinen die Zellen von ver-
dicht aneinander gedrängt; in der Mitte erscheinen die Zellen von verschiedenem Umriß mit 2 oder 3 bald kürzeren, bald längeren Protoplasmafortsätzen ; die Länge der einzelnen Fortsätze übertrifft sehr  
schiedenem Umriß mit 2 oder 3 bald kürzeren, bald längeren Proto-
plasmafortsätzen ; die Länge der einzelnen Fortsätze übertrifft sehr  
häufig diejenige des größten Zelldurchmessers; die Kapsel fehlt. Die  
häufig diejenige des größten Zelldurchmessers; die Kapsel fehlt. Die  
Grundsubstanz ist homogen und nur zuweilen körnig und zeigt keine  
Grundsubstanz ist homogen und nur zuweilen körnig und zeigt keine  
Line 28,687: Line 25,528:
Obere Tibiaepiphyse desselben Embryos. Aehnliche  
Obere Tibiaepiphyse desselben Embryos. Aehnliche  
Verhältnisse wie am Femur. Bemerkenswert ist jedoch der Umstand,  
Verhältnisse wie am Femur. Bemerkenswert ist jedoch der Umstand,  
daß wir hier ähnlichen Erscheinungen, wie sie sich später häufig wieder-
daß wir hier ähnlichen Erscheinungen, wie sie sich später häufig wiederholen, begegnen, d. h. daß manche unter den Zellen einen starken  
holen, begegnen, d. h. daß manche unter den Zellen einen starken  
Fortsatz entsendet, der sich in gewisser Entfernung verdünnt, dann  
Fortsatz entsendet, der sich in gewisser Entfernung verdünnt, dann  
aber stärker wird; in dem knopfförmigen Ende befindet sich ein  
aber stärker wird; in dem knopfförmigen Ende befindet sich ein  
Line 28,700: Line 25,540:
Erscheinung begegnete ich häufig.  
Erscheinung begegnete ich häufig.  


Schnitt von der u nteren Femurepiphyse des mensch-
Schnitt von der u nteren Femurepiphyse des menschlichen Embryos von 6V2^ion. Die Verhältnisse sind ähnhch wie  
lichen Embryos von 6V2^ion. Die Verhältnisse sind ähnhch wie  
am vorhergehenden Präparat; bloß fällt es auf, daß neben jenen starken  
am vorhergehenden Präparat; bloß fällt es auf, daß neben jenen starken  
Protoplasmafortsätzen an vielen Stellen sehr feine Zeichnungen in der  
Protoplasmafortsätzen an vielen Stellen sehr feine Zeichnungen in der  
Line 28,717: Line 25,556:
der Nähe eines Blutgefäßes ; man sieht nämlich, daß die feine Faserung  
der Nähe eines Blutgefäßes ; man sieht nämlich, daß die feine Faserung  
am Gefäße radiär beginnt, worauf bereits Spina aufmerksam machte  
am Gefäße radiär beginnt, worauf bereits Spina aufmerksam machte  
(27), und daß dieselbe die ganze Grundsubstanz erfaßt, während un-
(27), und daß dieselbe die ganze Grundsubstanz erfaßt, während unweit von dem Gefäße dieselbe Faserung bloß zwischen den Zellen  
weit von dem Gefäße dieselbe Faserung bloß zwischen den Zellen  
vorkommt, hingegen der übrige Teil der Grundsubstanz homogen  
vorkommt, hingegen der übrige Teil der Grundsubstanz homogen  
bleibt; noch in einer größeren Entfernung vom Gefäße hört die  
bleibt; noch in einer größeren Entfernung vom Gefäße hört die  
Faserung überhaupt auf, und es erscheint bloß die homogene Grund-
Faserung überhaupt auf, und es erscheint bloß die homogene Grundsubstanz mit den Zellen.  
substanz mit den Zellen.  


Die eben beschriebenen Verhältnisse in der Umgebung eines Blut-
Die eben beschriebenen Verhältnisse in der Umgebung eines Blutgefäßes führen zwingenderweise zur nachfolgenden Deutung. Vom Gefäße aus drängt sich die Ernährungsflüssigkeit in den Knorpel ; die Folge  
gefäßes führen zwingenderweise zur nachfolgenden Deutung. Vom Ge-
fäße aus drängt sich die Ernährungsflüssigkeit in den Knorpel ; die Folge  
hiervon ist, daß die Grundsubstanz des ursprünglich homogenen  
hiervon ist, daß die Grundsubstanz des ursprünglich homogenen  
Knorpels faserig wird. Es ist vielleicht gestattet, in dieser Faserung  
Knorpels faserig wird. Es ist vielleicht gestattet, in dieser Faserung  
des Knorpels das Vordringen der Ernährungsflüssigkeit zu erblicken.  
des Knorpels das Vordringen der Ernährungsflüssigkeit zu erblicken.  


In der Umgebung des Gefäßes findet sich nämlich für die ge-
In der Umgebung des Gefäßes findet sich nämlich für die gesamte austretende Flüssigkeit wenig Raum, und deshalb nimmt dieselbe  
samte austretende Flüssigkeit wenig Raum, und deshalb nimmt dieselbe  
die ganze Grundsubstanz und die Zellen ein. Etwas mehr entfernt  
die ganze Grundsubstanz und die Zellen ein. Etwas mehr entfernt  
vom Blutgefäße wird der Raum größer, und die ausgetretene Flüssig-
vom Blutgefäße wird der Raum größer, und die ausgetretene Flüssigkeit bewegt sich dann bloß von einer Zelle zur anderen, wobei die  
keit bewegt sich dann bloß von einer Zelle zur anderen, wobei die  
Grundsubstanz an solchen Stellen faserig, an den übrigen homogen  
Grundsubstanz an solchen Stellen faserig, an den übrigen homogen  
erscheint.  
erscheint.  
Line 28,755: Line 25,588:
Arnold, wonach die Ernährungsflüssigkeit in der feinen interfibrillären  
Arnold, wonach die Ernährungsflüssigkeit in der feinen interfibrillären  
Kittsubstanz vordringt. Durch das Vordringen der Flüssigkeit werden  
Kittsubstanz vordringt. Durch das Vordringen der Flüssigkeit werden  
andererseits die gleichmäßig lichtbrechenden Fibrillen und die inter-
andererseits die gleichmäßig lichtbrechenden Fibrillen und die interfibrilläre Kittsubstanz ungleichmäßig lichtbrechend und deshalb dem  
fibrilläre Kittsubstanz ungleichmäßig lichtbrechend und deshalb dem  
Auge wahrnehmbar. Mit dieser Auffassung stimmt auch Flesch (6)  
Auge wahrnehmbar. Mit dieser Auffassung stimmt auch Flesch (6)  
überein.  
überein.  
Line 28,767: Line 25,599:


Der postembryonale hyaline Knorpel.  
Der postembryonale hyaline Knorpel.  
Schnitt vom Rippenknorpel des IJahr alten Schwei-
Schnitt vom Rippenknorpel des IJahr alten Schweines. Das Stück wurde im Alkohol 50" — 96" fixiert. Die ohne Einbettung verfertigten Präparate habe ich im Alkohol 96" untersucht.  
nes. Das Stück wurde im Alkohol 50" — 96" fixiert. Die ohne Ein-
bettung verfertigten Präparate habe ich im Alkohol 96" untersucht.  
An einer dünnen Stelle des Schnittes bemerkt man entweder vereinzelte  
An einer dünnen Stelle des Schnittes bemerkt man entweder vereinzelte  
oder in Gruppen geordnete Knorpelzellen von verschiedenen Konturen,  
oder in Gruppen geordnete Knorpelzellen von verschiedenen Konturen,  
mit granuliertem Protoplasma und deutlichem kleinen Kern. Die Inter-
mit granuliertem Protoplasma und deutlichem kleinen Kern. Die Intercellularsubstanz ist gegenüber der Menge der Zellen verhältnismäßig  
cellularsubstanz ist gegenüber der Menge der Zellen verhältnismäßig  
stark entwickelt. Die Substanz ist allerdings nicht homogen, da man  
stark entwickelt. Die Substanz ist allerdings nicht homogen, da man  
in ihr Stellen dreifachen Ansehens beobachtet: Stellen mit bestimmter  
in ihr Stellen dreifachen Ansehens beobachtet: Stellen mit bestimmter  
Line 28,781: Line 25,610:
Die erste Art, d. h. die Fasern oder die Bündel feiner Fribillen,  
Die erste Art, d. h. die Fasern oder die Bündel feiner Fribillen,  
zieht meist von einer Zelle zur anderen. Die Anzahl der Fibrillen  
zieht meist von einer Zelle zur anderen. Die Anzahl der Fibrillen  
zwischen 2 Zellen ist ungleich, manchmal lassen sich weniger (bei-
zwischen 2 Zellen ist ungleich, manchmal lassen sich weniger (beiläufig 8—14), ein andermal aber eine große Menge derselben zählen.  
läufig 8—14), ein andermal aber eine große Menge derselben zählen.  
Die Dicke der Fasern ist gleichfalls verschieden; man findet zwischen  
Die Dicke der Fasern ist gleichfalls verschieden; man findet zwischen  
den stärkeren überaus feine Fasern; überdies bemerkt man, daß viele  
den stärkeren überaus feine Fasern; überdies bemerkt man, daß viele  
Line 28,822: Line 25,650:
Solger (41) betrachtet sie als Schrumpfungen, weil er eben die  
Solger (41) betrachtet sie als Schrumpfungen, weil er eben die  
Querschnitte dieser Gebilde nicht finden konnte, ich aber sah sie ; aus  
Querschnitte dieser Gebilde nicht finden konnte, ich aber sah sie ; aus  
dem Grunde fällt dieser Einwand weg. Spina (28), Elsberg, Heitz-
dem Grunde fällt dieser Einwand weg. Spina (28), Elsberg, HeitzMANN (13) u. a, erklärten dieselben für zahlreiche Zellenfortsätze.  
MANN (13) u. a, erklärten dieselben für zahlreiche Zellenfortsätze.  
Spronck (47), Vogel (31) erachten sie als Fibrillen der Grundsubstanz,  
Spronck (47), Vogel (31) erachten sie als Fibrillen der Grundsubstanz,  
welche zwischen sich eine Kittsubstanz einschließen. Wolters (52)  
welche zwischen sich eine Kittsubstanz einschließen. Wolters (52)  
Line 28,836: Line 25,663:
Schnitt von der Patella eines neugeborenen Kindes.  
Schnitt von der Patella eines neugeborenen Kindes.  
Unter Anwendung schwacher Vergrößerungen fällt die eigentümliche  
Unter Anwendung schwacher Vergrößerungen fällt die eigentümliche  
Anordnung der Zellen auf. Manche derselben legen sich der Längs-
Anordnung der Zellen auf. Manche derselben legen sich der Längsachse nach hintereinander; dadurch entstehen Zellenreihen und von  
achse nach hintereinander; dadurch entstehen Zellenreihen und von  
diesen Streifen, die sich gegenseitig durchflechten. Die Stellen  
diesen Streifen, die sich gegenseitig durchflechten. Die Stellen  
zwischen den Streifen oder Zellenzoneu werden von der Grund-
zwischen den Streifen oder Zellenzoneu werden von der Grundsubstanz mit unregelmäßig angeordneten Zellen ausgefüllt. Die in den  
substanz mit unregelmäßig angeordneten Zellen ausgefüllt. Die in den  
Zonen vorkommenden Zellen teilen sich abermals in Reihen, wodurch  
Zonen vorkommenden Zellen teilen sich abermals in Reihen, wodurch  
die ursprüngliche Zellenreihe verlängert wird, hingegen die zwischen  
die ursprüngliche Zellenreihe verlängert wird, hingegen die zwischen  
Line 28,846: Line 25,671:


Bei stärkerer Vergrößerung erscheinen die Zellen mit 3, 4, 5 sehr  
Bei stärkerer Vergrößerung erscheinen die Zellen mit 3, 4, 5 sehr  
langen und verzweigten Fortsätzen. Die Grundsubstanz zeigt größten-
langen und verzweigten Fortsätzen. Die Grundsubstanz zeigt größtenteils jene zarte Faserung, besonders in der Nähe des Perichondriums ;  
teils jene zarte Faserung, besonders in der Nähe des Perichondriums ;  
im übrigen bleibt sie homogen oder fein granuliert.  
im übrigen bleibt sie homogen oder fein granuliert.  


Schnitt von der Patella eines 3 Monate alten  
Schnitt von der Patella eines 3 Monate alten  
Knaben. Diese Präparate waren es, an denen ich zum erstenmal  
Knaben. Diese Präparate waren es, an denen ich zum erstenmal  
im menschlichen Hyalinknorpel zahlreiche verzweigte Protoplasma-
im menschlichen Hyalinknorpel zahlreiche verzweigte Protoplasmafortsätze beobachtete ; über die Existenz derselben kann kein Zweifel  
fortsätze beobachtete ; über die Existenz derselben kann kein Zweifel  
aufkommen ^). Bei schwacher Vergrößerung findet man auch an diesen  
aufkommen ^). Bei schwacher Vergrößerung findet man auch an diesen  
Präparaten die bereits beschriebenen , durch die Zellen gebildeten  
Präparaten die bereits beschriebenen , durch die Zellen gebildeten  
Line 28,872: Line 25,695:
sich diese in der senkrechten Ebene zu der Schnittfläche und sind bei  
sich diese in der senkrechten Ebene zu der Schnittfläche und sind bei  
der Schnittführung abgeschnitten worden. Zu dieser Meinung gelangte  
der Schnittführung abgeschnitten worden. Zu dieser Meinung gelangte  
ich zunächst dadurch, daß ich derartige, plötzlich in bestimmter Ent-
ich zunächst dadurch, daß ich derartige, plötzlich in bestimmter Entfernung von der Zelle an der Oberfläche des Schnittes endigende  
fernung von der Zelle an der Oberfläche des Schnittes endigende  
Fortsätze bemerkte, zweitens, daß ich häufig Querschnitte derselben  
Fortsätze bemerkte, zweitens, daß ich häufig Querschnitte derselben  
Fortsätze, d. h. protoplasmatische Punkte verschiedener Größe beob-
Fortsätze, d. h. protoplasmatische Punkte verschiedener Größe beobachten konnte. Die Zellenfortsätze sind demnach verschieden lang,  
achten konnte. Die Zellenfortsätze sind demnach verschieden lang,  
verschieden dick und entspringen in verschiedener Anzahl und verschiedener Richtung von den Zellen. Die Fortsätze teilen sich in  
verschieden dick und entspringen in verschiedener Anzahl und ver-
mehrere Aeste, deren feinste Endästchen in der Grundsubstanz verschwinden.  
schiedener Richtung von den Zellen. Die Fortsätze teilen sich in  
mehrere Aeste, deren feinste Endästchen in der Grundsubstanz ver-
schwinden.  


Die Verbindung zwischen derartigen Fortsätzen von 2 Zellen  
Die Verbindung zwischen derartigen Fortsätzen von 2 Zellen  
konnte ich an erwachsenem Knorpel niemals beobachten. Allerdings  
konnte ich an erwachsenem Knorpel niemals beobachten. Allerdings  
müssen wir sehr genau zwischen diesen Protoplasmafortsätzen und  
müssen wir sehr genau zwischen diesen Protoplasmafortsätzen und  
jenen sehr feinen, von Zelle zu Zelle ziehenden Faserbündeln unter-
jenen sehr feinen, von Zelle zu Zelle ziehenden Faserbündeln unterscheiden.  
scheiden.  


Schnitt von der Patella eines 6^/2 Jahre alten  
Schnitt von der Patella eines 6^/2 Jahre alten  
Line 28,894: Line 25,712:
des Hyalinknorpels, d. h. in Gruppen ; in der Umgebung der Zellen  
des Hyalinknorpels, d. h. in Gruppen ; in der Umgebung der Zellen  
bemerkt man eine zarte Schicht heller Substanz, nämlich die Kapsel.  
bemerkt man eine zarte Schicht heller Substanz, nämlich die Kapsel.  
An einer solchen jungen Kapsel finde ich gar keine Spur von konzen-
An einer solchen jungen Kapsel finde ich gar keine Spur von konzentrischer Schichtung; dagegen sehe ich hie und da Querstreifung,  
trischer Schichtung; dagegen sehe ich hie und da Querstreifung,  
freilich selten prononciert. Das faserige Aussehen der Grundsubstanz  
freilich selten prononciert. Das faserige Aussehen der Grundsubstanz  
wird durch die von Zelle zu Zelle verlaufenden feinen Fasern ge-
wird durch die von Zelle zu Zelle verlaufenden feinen Fasern gebildet, jedoch können die Zwischenpartien derselben gleichfalls faserig  
bildet, jedoch können die Zwischenpartien derselben gleichfalls faserig  
erscheinen.  
erscheinen.  


Auf Grund meiner Untersuchungen, die ich nur teilweise hier  
Auf Grund meiner Untersuchungen, die ich nur teilweise hier  
vorgeführt habe, muß ich gestehen, daß ich die Ansicht Schaffers (46),  
vorgeführt habe, muß ich gestehen, daß ich die Ansicht Schaffers (46),  
bezüglich der Histogenie des Knorpels bestätigen muß. Jener embryo-
bezüglich der Histogenie des Knorpels bestätigen muß. Jener embryonale Knorpel der Säugetiere und des Menschen, der sich durch bestimmte Merkmale auszeichnet, führt direkt zu dem hyalinen Knorpel  
nale Knorpel der Säugetiere und des Menschen, der sich durch be-
stimmte Merkmale auszeichnet, führt direkt zu dem hyalinen Knorpel  
über und ist jenem ähnlich, welchen Schaffer bei A m m c e t e s  
über und ist jenem ähnlich, welchen Schaffer bei A m m c e t e s  
als mucinösen Knorpel bezeichnete und den Schneider zuerst bei den  
als mucinösen Knorpel bezeichnete und den Schneider zuerst bei den  
Line 28,925: Line 25,739:
Diese Form des Knorpels ist nicht immer dieselbe; da Schaffer bei  
Diese Form des Knorpels ist nicht immer dieselbe; da Schaffer bei  
Ammocoetes in der Grundsubstanz derselben verschiedene faserige  
Ammocoetes in der Grundsubstanz derselben verschiedene faserige  
und blätterige Gebilde beschreibt, welche diese Form der Bindegewebs-
und blätterige Gebilde beschreibt, welche diese Form der Bindegewebsart nähert, ist jedoch das Aussehen derselben beim Menschen vom  
art nähert, ist jedoch das Aussehen derselben beim Menschen vom  
reifen Hyalinknorpel nicht allzusehr entfernt.  
reifen Hyalinknorpel nicht allzusehr entfernt.  


Auf Grund meiner bisherigen Studien resümiere ich folgender-
Auf Grund meiner bisherigen Studien resümiere ich folgendermaßen :  
maßen :  


I. Im embryonalen Zustande besitzt der Hyalinknorpel bei Säuge-
I. Im embryonalen Zustande besitzt der Hyalinknorpel bei Säugetieren und Menschen Zellen mit zahlreichen langen, verzweigten Protoplasmafortsätzen. Die Zellen haben keine Kapsel und teilen sich  
tieren und Menschen Zellen mit zahlreichen langen, verzweigten Proto-
plasmafortsätzen. Die Zellen haben keine Kapsel und teilen sich  
vornehmlich in der Weise, daß Reihen der Tochterzellen entstehen.  
vornehmlich in der Weise, daß Reihen der Tochterzellen entstehen.  
Viele dieser Zellen sind in sehr jungen Stadien durch starke proto-
Viele dieser Zellen sind in sehr jungen Stadien durch starke protoplasmatische, mit verschiedenen Methoden nachweisbare Anastomosen  
plasmatische, mit verschiedenen Methoden nachweisbare Anastomosen  
miteinander verbunden. Die Grundsubstanz ist homogen oder faserig;  
miteinander verbunden. Die Grundsubstanz ist homogen oder faserig;  
die Faserung entsteht infolge des Vordringens der Nahrungssäfte.  
die Faserung entsteht infolge des Vordringens der Nahrungssäfte.  
Dieser embryonale Knorpel führt direkt zu dem Hyalinknorpel über,  
Dieser embryonale Knorpel führt direkt zu dem Hyalinknorpel über,  
wobei die Zellen jene starken , deutlich sichtbaren Fortsätze ver-
wobei die Zellen jene starken , deutlich sichtbaren Fortsätze verlieren und von einer Kapsel umgeben werden. Ein Teil der Grundsubstanz entsteht unzweifelhaft durch direkte Umwandlung der Zellen.  
lieren und von einer Kapsel umgeben werden. Ein Teil der Grund-
substanz entsteht unzweifelhaft durch direkte Umwandlung der Zellen.  


n. Im reifen Hyalinknorpel der Säugetiere und des Menschen  
n. Im reifen Hyalinknorpel der Säugetiere und des Menschen  
entsenden die Zellen keine Fortsätze, wie solche im embryonalen Zu-
entsenden die Zellen keine Fortsätze, wie solche im embryonalen Zustande vorkomnjen. In der Grundsubstanz macheu sich oftmals dem  
stande vorkomnjen. In der Grundsubstanz macheu sich oftmals dem  
Auge Bündel feiner, von Zelle zu Zelle ziehender Fasern bemerkbar,  
Auge Bündel feiner, von Zelle zu Zelle ziehender Fasern bemerkbar,  
die keinesfalls als Artefakte gedeutet werden dürfen, die vielmehr als  
die keinesfalls als Artefakte gedeutet werden dürfen, die vielmehr als  
durch die Kittsubstanz begrenzte Fibrillen innerhalb der Grund-
durch die Kittsubstanz begrenzte Fibrillen innerhalb der Grundsubstanz betrachtet werden müssen. Bei Kindern kommt häutig nebeneinander sowohl embryonaler als typischer junger Hyalinknorpel vor.  
substanz betrachtet werden müssen. Bei Kindern kommt häutig neben-
einander sowohl embryonaler als typischer junger Hyalinknorpel vor.  


III. Die Ernährung des Knorpels geschieht sehr wahrscheinlich,  
III. Die Ernährung des Knorpels geschieht sehr wahrscheinlich,  
indem die Nährsäfte aus den Gefäßen vermittelst der feinen Faser-
indem die Nährsäfte aus den Gefäßen vermittelst der feinen Faserbündel in den Knorpel eindringen. Demzufolge werden die Fasern  
bündel in den Knorpel eindringen. Demzufolge werden die Fasern  
dem Auge wahrnehmbar, und zwar dadurch, daß sie das Licht in  
dem Auge wahrnehmbar, und zwar dadurch, daß sie das Licht in  
anderer Weise brechen als die zwischen ihnen befindliche Kittsubstanz.  
anderer Weise brechen als die zwischen ihnen befindliche Kittsubstanz.  
Line 28,986: Line 25,789:




CzBRMAK, Vergleichende Studien über die Entwickelung des Knochen-
CzBRMAK, Vergleichende Studien über die Entwickelung des Knochenund Knorpelgewebes. Anat. Anz., 1888.  
und Knorpelgewebes. Anat. Anz., 1888.  


Flesch, M., Untersuchungen über die Grundsubstanz des hyalinen  
Flesch, M., Untersuchungen über die Grundsubstanz des hyalinen  
Line 29,011: Line 25,813:
Hertwig, 0., Ueber die Entwickelung und den Bau des elastischen  
Hertwig, 0., Ueber die Entwickelung und den Bau des elastischen  
Gewebes etc. Arch. f. mikr. Anat, Bd. 9, 1873.  
Gewebes etc. Arch. f. mikr. Anat, Bd. 9, 1873.  
Janoöik, J., Histologie und mikroskopische Anatomie, 1872. (Böh-
Janoöik, J., Histologie und mikroskopische Anatomie, 1872. (Böhmisch.)  
misch.)  


— , Anatomie des Menschen, 1897. (Böhmisch.)  
— , Anatomie des Menschen, 1897. (Böhmisch.)  
Line 29,038: Line 25,839:


Betzius, Bidrag tili kännedomen om bruskräfnaden. Nord. med.  
Betzius, Bidrag tili kännedomen om bruskräfnaden. Nord. med.  
Arkiv, Bd. 4 (Referat von Betzius in Jahresberichte von Hoff-
Arkiv, Bd. 4 (Referat von Betzius in Jahresberichte von Hoffmann und Schwalbe 1872).  
mann und Schwalbe 1872).  


Spina, A., Ueber die Saftbahnen des hyalinen Knorpels. Sitzb. d,  
Spina, A., Ueber die Saftbahnen des hyalinen Knorpels. Sitzb. d,  
Line 29,047: Line 25,847:
1886.  
1886.  


SedInko, 0. V., Studie über Histologie und Histogenie des Knor-
SedInko, 0. V., Studie über Histologie und Histogenie des Knorpels. I. Sitzungsber. d. böhm. Kaiser-Franz-Jos.-Akademie in Prag,  
pels. I. Sitzungsber. d. böhm. Kaiser-Franz-Jos.-Akademie in Prag,  
2. Kl., 1901, No. 27, p. 1 — 22, 1 Tafel. (Böhmisch.)  
2. Kl., 1901, No. 27, p. 1 — 22, 1 Tafel. (Böhmisch.)  
— , Fortsetzung derselben Studie. IL IIL Ibidem, 1902, No. 23,  
— , Fortsetzung derselben Studie. IL IIL Ibidem, 1902, No. 23,  
Line 29,072: Line 25,871:


Studnicka, f. K., Ueber den histologischen Bau der Chorda dorsalis  
Studnicka, f. K., Ueber den histologischen Bau der Chorda dorsalis  
und über den sog. Chordalknorpel. Sitzungsber. der K. böhm. Ge-
und über den sog. Chordalknorpel. Sitzungsber. der K. böhm. Gesellschaft der Wissensch. Prag, 1897. (Böhmisch.)  
sellschaft der Wissensch. Prag, 1897. (Böhmisch.)  
— , Ueber die Histologie und Histogenesis des Knorpels der  
— , Ueber die Histologie und Histogenesis des Knorpels der  
Cyclostomen. Arch. f. mikr. Anat., 1897.  
Cyclostomen. Arch. f. mikr. Anat., 1897.  
Line 29,096: Line 25,894:
f. wissensch. Zoologie, 1896.  
f. wissensch. Zoologie, 1896.  


— , Der feinere Bau und die Entwickelung des Schwanzflossen-
— , Der feinere Bau und die Entwickelung des Schwanzflossenknorpels vom Petromyzon und Ammocoetes. Anat. Anz., 1901.  
knorpels vom Petromyzon und Ammocoetes. Anat. Anz., 1901.  
— , Bemerkungen über die Histologie und Histogenie des Knorpels  
— , Bemerkungen über die Histologie und Histogenie des Knorpels  
der Cj'^clostomen. Arch. f. mikr. Anat., 1897.  
der Cj'^clostomen. Arch. f. mikr. Anat., 1897.  
Line 29,104: Line 25,901:
Ammocoetes. Anat. Anz., 1895.  
Ammocoetes. Anat. Anz., 1895.  


— , Ueber den feineren Bau und die Entwickelung des Knorpel-
— , Ueber den feineren Bau und die Entwickelung des Knorpelgewebes und über verwandte Formen der Stützsubstanzen. Zeitschr.  
gewebes und über verwandte Formen der Stützsubstanzen. Zeitschr.  
f. wissensch. Zoologie, 1901.  
f. wissensch. Zoologie, 1901.  


Line 29,178: Line 25,974:


Dai risultati delle mie ricerche sull'apparato di secrezione e sul  
Dai risultati delle mie ricerche sull'apparato di secrezione e sul  
secreto della Coccinella T-punctata^) sono venuto ad alcune con-
secreto della Coccinella T-punctata^) sono venuto ad alcune considerazioni le quali appoggiate dalla parte sperimentale, mi permettono  
siderazioni le quali appoggiate dalla parte sperimentale, mi permettono  
di determinare come si compie la funzione epatica negli Insetti.  
di determinare come si compie la funzione epatica negli Insetti.  


Essendo 1' argomento di sommo Interesse, pubblico ora questa breve  
Essendo 1' argomento di sommo Interesse, pubblico ora questa breve  
nota preventiva descrivendo in succinto le glandole a cui spetta questa  
nota preventiva descrivendo in succinto le glandole a cui spetta questa  
funzione, e la loro posizione. Mi riprometto poi di pubblicare il la-
funzione, e la loro posizione. Mi riprometto poi di pubblicare il lavoro completo che comprenderä tutte le osservazioni da me fatte, nonche le modalitä di dette glandole nei diversi ordini di Insetti.  
voro completo che comprenderä tutte le osservazioni da me fatte, non-
che le modalitä di dette glandole nei diversi ordini di Insetti.  


Studiando come ho detto l'apparato di secrezione e il secreto  
Studiando come ho detto l'apparato di secrezione e il secreto  
della Coccinella 7-punctata, io venni a queste important! con-
della Coccinella 7-punctata, io venni a queste important! conclusion!: che il liquido emesso dalla Coccinella non e altro che una  
clusion!: che il liquido emesso dalla Coccinella non e altro che una  
secrezione biliare, presentando la reazione del Pettenkofer degli  
secrezione biliare, presentando la reazione del Pettenkofer degli  
acid! biliar!, e all'analis! spettroscopica le strie d'assorbimento dei  
acid! biliar!, e all'analis! spettroscopica le strie d'assorbimento dei  
pigmenti biliar!; che questo secreto viene emesso da glandole follico-
pigmenti biliar!; che questo secreto viene emesso da glandole follicolari, poste nelle maglie di un reticolo formato da fibre di tessuto connettivo fra i fasci della tunica muscolare nell'intestino medio; glandole follicolari considerate fino ad ora dagli Autor! come glandole  
lari, poste nelle maglie di un reticolo formato da fibre di tessuto con-
nettivo fra i fasci della tunica muscolare nell'intestino medio; glan-
dole follicolari considerate fino ad ora dagli Autor! come glandole  
gastric he.  
gastric he.  


La presenza di questa secrezione biliare nella Coccinella, m!  
La presenza di questa secrezione biliare nella Coccinella, m!  
indusse a credere che tale secrezione esistesse pure negli altri Insetti,  
indusse a credere che tale secrezione esistesse pure negli altri Insetti,  
e che similmente fosse data da follicol! glandolar! esistent! nell'in-
e che similmente fosse data da follicol! glandolar! esistent! nell'intestino medio. Questa mia supposizione venne confermata dalla re
testino medio. Questa mia supposizione venne confermata dalla re-
 




Line 29,214: Line 26,001:


azione del Pettenkofer e dall' esame microscopico. Trattando infatti  
azione del Pettenkofer e dall' esame microscopico. Trattando infatti  
rintestino medio di moltissimi Insetti con la reazione del Petten-
rintestino medio di moltissimi Insetti con la reazione del Pettenkofer (zucchero e acido solforico) ebbi sempre la colorazione rossa  
kofer (zucchero e acido solforico) ebbi sempre la colorazione rossa  
degli acidi biliari. All' esame microscopico ho potuto osservare che  
degli acidi biliari. All' esame microscopico ho potuto osservare che  
detti follicoli uon haniio sempre la medesima posizione e forma.  
detti follicoli uon haniio sempre la medesima posizione e forma.  
Line 29,223: Line 26,009:
sono corti, sottili e ravvicinati gli uni agli altri.  
sono corti, sottili e ravvicinati gli uni agli altri.  


I primi sono comunemente chiamati cechi gastrici o borse ventri-
I primi sono comunemente chiamati cechi gastrici o borse ventricolari, i second! sono designati col nome di villosita.  
colari, i second! sono designati col nome di villosita.  


I cechi gastrici sono molto sviluppati nella maggior parte degli  
I cechi gastrici sono molto sviluppati nella maggior parte degli  
Ortotteri, insetti che si nutrono di sostanze vegetaH e che sono d' una  
Ortotteri, insetti che si nutrono di sostanze vegetaH e che sono d' una  
grande voracita; si osservano pure nelle larve di molti Coleotteri fito-
grande voracita; si osservano pure nelle larve di molti Coleotteri fitofagi etc. Queste appendici danno vivissima la reazione del Pettenkofer degli acidi biliari, ed inoltre esaminate al microscopio presentano numerosi follicoli glandolari, diversamente ordinati, i quali sono  
fagi etc. Queste appendici danno vivissima la reazione del Petten-
kofer degli acidi biliari, ed inoltre esaminate al microscopio presen-
tano numerosi follicoli glandolari, diversamente ordinati, i quali sono  
situati nelle maglie di un reticolo di tessuto connettivo.  
situati nelle maglie di un reticolo di tessuto connettivo.  


Line 29,238: Line 26,020:
piccole appendici cave terminate a cul di sacco e comunicauti con  
piccole appendici cave terminate a cul di sacco e comunicauti con  
I'interno dello stomaco per Testremitä opposta. Queste villosita otfrono  
I'interno dello stomaco per Testremitä opposta. Queste villosita otfrono  
pure vivissima la reazione del Pettenkofer, e presentano degli utri-
pure vivissima la reazione del Pettenkofer, e presentano degli utricoli secretori in diversi stadi di sviluppo.  
coli secretori in diversi stadi di sviluppo.  


Negli Insetti in cui l'intestino medio e liscio esteriormente, la  
Negli Insetti in cui l'intestino medio e liscio esteriormente, la  
secrezione biliare e dovuta a glandole che si trovano nello spessore  
secrezione biliare e dovuta a glandole che si trovano nello spessore  
della parete di questo organo, Sono follicoli microscopici posti fra i  
della parete di questo organo, Sono follicoli microscopici posti fra i  
fasci della tunica muscolare ; la loro forma e arrotondata, e vi si osser-
fasci della tunica muscolare ; la loro forma e arrotondata, e vi si osservano neH'interno degli utricoli contenenti delle granulazioni.  
vano neH'interno degli utricoli contenenti delle granulazioni.  


Riassumendo quanto brevissimamente ho esposto diro: che la fun-
Riassumendo quanto brevissimamente ho esposto diro: che la funzione epatica negli insetti e data da follicoli glandolari che si trovano:  
zione epatica negli insetti e data da follicoli glandolari che si trovano:  
P nei cechi gastrici; IP nelle villosita; IIP nello spessore della parete deir intestino medio fra i fasci della tunica muscolare.  
P nei cechi gastrici; IP nelle villosita; IIP nello spessore della pa-
rete deir intestino medio fra i fasci della tunica muscolare.  


Settembre 1902. (Eingegangen am 13. Dezember.)  
Settembre 1902. (Eingegangen am 13. Dezember.)  
Line 29,270: Line 26,048:
449  
449  


In deu Spalträumen der dünneu, das zentrale Nervensystem um-
In deu Spalträumen der dünneu, das zentrale Nervensystem umhüllenden Häute, in den ungemein feinen und zahlreichen die graue  
hüllenden Häute, in den ungemein feinen und zahlreichen die graue  
Substanz durchziehenden Kapillaren finden sich Leukocyten. In der  
Substanz durchziehenden Kapillaren finden sich Leukocyten. In der  
weißen Substanz, namentlich aber in der grauen sind Zellen zu be-
weißen Substanz, namentlich aber in der grauen sind Zellen zu beobachten, die morphologisch und nach ihrem tinktoriellen Verhalten,  
obachten, die morphologisch und nach ihrem tinktoriellen Verhalten,  
den beiden fast alleinigen, jedenfalls bei weitem hauptsächlichsten  
den beiden fast alleinigen, jedenfalls bei weitem hauptsächlichsten  
Kriterien zur Identifizierung von Zellen, mit den Leukocyten überein-
Kriterien zur Identifizierung von Zellen, mit den Leukocyten übereinstimmen. Leukocyten durchwandern die Gewebe. Ergo: die Zellen  
stimmen. Leukocyten durchwandern die Gewebe. Ergo: die Zellen  
in der Substanz waren früher in den Gefäßen, in den pialeu Räumen.  
in der Substanz waren früher in den Gefäßen, in den pialeu Räumen.  
Wenn sie beim Verlassen derselben auf das Fasergewirr der grauen  
Wenn sie beim Verlassen derselben auf das Fasergewirr der grauen  
Substanz stoßen, werden sie von demselben festgehalten. Die Fasern  
Substanz stoßen, werden sie von demselben festgehalten. Die Fasern  
durchziehen den weichen Protoplasmaleib der ehemaligen Leukocyten  
durchziehen den weichen Protoplasmaleib der ehemaligen Leukocyten  
(ApÄTHY-BETHESche Fasern). Diese Fasern sind für die Zelle Fremd-
(ApÄTHY-BETHESche Fasern). Diese Fasern sind für die Zelle Fremdkörper, haben mit ihr organisch nichts zu schaffen. Die für ein  
körper, haben mit ihr organisch nichts zu schaffen. Die für ein  
wanderndes, freies Leben organisierte Zelle hat durch ihre Ansiedelung,  
wanderndes, freies Leben organisierte Zelle hat durch ihre Ansiedelung,  
hat dadurch, daß ihr Leib von ihr fremden Körpern durchzogen wird,  
hat dadurch, daß ihr Leib von ihr fremden Körpern durchzogen wird,  
einen tiefgehenden Eingritf erlitten. Sie beginnt zu sterben. Zeichen  
einen tiefgehenden Eingritf erlitten. Sie beginnt zu sterben. Zeichen  
dieses Prozesses ist, daß sie mit anderen ihr gleichen Zellen zusammen-
dieses Prozesses ist, daß sie mit anderen ihr gleichen Zellen zusammenfließt, was sie frei lebend nie tat. Sie konfluiert nach dem physikalischen Gesetz, nach dem gleiche in sich bewegliche Massen stets  
fließt, was sie frei lebend nie tat. Sie konfluiert nach dem physi-
kalischen Gesetz, nach dem gleiche in sich bewegliche Massen stets  
konfluieren. Damit hört sie auf, ein Organismus zu sein. Es existiert  
konfluieren. Damit hört sie auf, ein Organismus zu sein. Es existiert  
kein einziger Beweis dafür, daß die zentrale Nervenzelle ein Organis-
kein einziger Beweis dafür, daß die zentrale Nervenzelle ein Organismus ist. Alles spricht dagegen. Sie verarbeitet keine Nahrung, sie  
mus ist. Alles spricht dagegen. Sie verarbeitet keine Nahrung, sie  
teilt sich weder beim Embryo, noch jemals später. Zeichen ihres  
teilt sich weder beim Embryo, noch jemals später. Zeichen ihres  
Todes ist das Konfluieren ihres Kernes mit dem Protoplasma. Die  
Todes ist das Konfluieren ihres Kernes mit dem Protoplasma. Die  
Line 29,298: Line 26,069:
neuen Kombinationen zusammengefaßt. Aufgabe der Nervenzelle ist,  
neuen Kombinationen zusammengefaßt. Aufgabe der Nervenzelle ist,  
jeden Reiz , von dem irgend einer das Metazoon konstituierenden  
jeden Reiz , von dem irgend einer das Metazoon konstituierenden  
Elementarorganismen getroffen wird, jeder Zelle des Metazoon mit-
Elementarorganismen getroffen wird, jeder Zelle des Metazoon mitzuteilen. Diese Aufgabe erfüllt sie passiv, indem sie die Isolierung  
zuteilen. Diese Aufgabe erfüllt sie passiv, indem sie die Isolierung  
der einzelnen Fasern aufhebt. Wird eine Faser, die ihren Körper  
der einzelnen Fasern aufhebt. Wird eine Faser, die ihren Körper  
durchzieht, erregt, so teilt sich diese Erregung sämtlichen sie durch-
durchzieht, erregt, so teilt sich diese Erregung sämtlichen sie durchziehenden Fasern mit. Da die Fasern meist wohl von verschiedenen  
ziehenden Fasern mit. Da die Fasern meist wohl von verschiedenen  
Zellen zu verschiedenen Kombinationen zusammengefaßt werden, wird  
Zellen zu verschiedenen Kombinationen zusammengefaßt werden, wird  
der Reiz einer sehr großen Anzahl von Fasern mitgeteilt. Da die  
der Reiz einer sehr großen Anzahl von Fasern mitgeteilt. Da die  
Line 29,318: Line 26,087:
In der Sitzung der Berliner physiologischen Gesellschaft vom  
In der Sitzung der Berliner physiologischen Gesellschaft vom  
21. November 1902 habe ich unter Demonstration von Präparaten die  
21. November 1902 habe ich unter Demonstration von Präparaten die  
Biologie und Leistung der zentralen Nervenzelle in diesem Sinne dar-
Biologie und Leistung der zentralen Nervenzelle in diesem Sinne dargestellt. Der Vortrag erscheint im Neurologischen Centralblatt vom  
gestellt. Der Vortrag erscheint im Neurologischen Centralblatt vom  




Line 29,335: Line 26,103:
erschienen ist. Ich möchte mit demselben beginnen.  
erschienen ist. Ich möchte mit demselben beginnen.  


Fragnito meint, ich hätte in meinem Buche Ideen über die Ent-
Fragnito meint, ich hätte in meinem Buche Ideen über die Entstehung der Nervenzelle publiziert, die von ihm im Jahre 1899 (Ann.  
stehung der Nervenzelle publiziert, die von ihm im Jahre 1899 (Ann.  
di Neurolog. und Centralbl. f. Nervenheilk. u. Psych., 23. Jahrg.)  
di Neurolog. und Centralbl. f. Nervenheilk. u. Psych., 23. Jahrg.)  
publizierten „avvicinano, se non proprio coincidono" sind, und wundert  
publizierten „avvicinano, se non proprio coincidono" sind, und wundert  
Line 29,344: Line 26,111:
welche seine Angaben bestätigten, erwähne. Meine Litteraturaugaben  
welche seine Angaben bestätigten, erwähne. Meine Litteraturaugaben  
sind reichlich nur im Hinblick auf die Biologie der Zelle im allgemeinen,  
sind reichlich nur im Hinblick auf die Biologie der Zelle im allgemeinen,  
dürftig für die Nervenzelle. Das kam so. Nachdem es mir klar ge-
dürftig für die Nervenzelle. Das kam so. Nachdem es mir klar geworden war, daß die zentrale Nervenzelle durch Verschmelzen kleiner  
worden war, daß die zentrale Nervenzelle durch Verschmelzen kleiner  
Zellen entsteht, fragte ich mich, wie sie denn eigentlich lebt, ob sie  
Zellen entsteht, fragte ich mich, wie sie denn eigentlich lebt, ob sie  
nach den Gesetzen, nach denen verschmelzende Zellen, die Syncytien,  
nach den Gesetzen, nach denen verschmelzende Zellen, die Syncytien,  
leben, zwar ein gemeinsames Protoplasma besitzt, ihre Kerne aber In-
leben, zwar ein gemeinsames Protoplasma besitzt, ihre Kerne aber Individualitäten vorstellen, für sich organisiert sind. Ich kam zu der  
dividualitäten vorstellen, für sich organisiert sind. Ich kam zu der  
Ueberzeugung, daß die Nervenzelle mit den Syncytien biologisch nichts  
Ueberzeugung, daß die Nervenzelle mit den Syncytien biologisch nichts  
gemein bat, daß die verschiedenen Kerne in ihrem Protoplasma nicht ge-
gemein bat, daß die verschiedenen Kerne in ihrem Protoplasma nicht gesondert fortbestehen, sondern der Auflösung verfallen (NissLSche Körpei')  
sondert fortbestehen, sondern der Auflösung verfallen (NissLSche Körpei')  
und daß der ehemalige Leukocyt überhaupt, wie oben dargestellt wurde,  
und daß der ehemalige Leukocyt überhaupt, wie oben dargestellt wurde,  
durch seine örtliche Fixation und durch seine Beziehungen zu Fasern,  
durch seine örtliche Fixation und durch seine Beziehungen zu Fasern,  
Line 29,375: Line 26,139:
chemisch Kernmasse , aber nicht biologisch , weil es , wie ja auch  
chemisch Kernmasse , aber nicht biologisch , weil es , wie ja auch  
Fragnito annimmt, zerfallene Kerne vorstellt. Von solchen ist ein  
Fragnito annimmt, zerfallene Kerne vorstellt. Von solchen ist ein  
Leben nicht zu erwarten. Deshalb hat die Nervenzelle mit den Syn-
Leben nicht zu erwarten. Deshalb hat die Nervenzelle mit den Syncytien biologisch nichts gemein.  
cytien biologisch nichts gemein.  




Line 29,385: Line 26,148:
Fragnito Anschauungen, von denen ich mir ein rechtes Bild nicht  
Fragnito Anschauungen, von denen ich mir ein rechtes Bild nicht  
machen kann. So sieht er die Fibrillen im Protoplasma der Zelle  
machen kann. So sieht er die Fibrillen im Protoplasma der Zelle  
zum Teil als Abkömmlinge der früheren Kernmembran an. Die Bethe-
zum Teil als Abkömmlinge der früheren Kernmembran an. Die Betheschen Befunde scheint er gar nicht berücksichtigt zu haben und die  
schen Befunde scheint er gar nicht berücksichtigt zu haben und die  
ApÄTHYschen nur in einer neuen Arbeit vom Juni 1902 (Ann. di Neurologia), die ich noch nicht kenne und die zu einer Zeit erschienen ist,  
ApÄTHYschen nur in einer neuen Arbeit vom Juni 1902 (Ann. di Neuro-
logia), die ich noch nicht kenne und die zu einer Zeit erschienen ist,  
als mein Buch bereits der Oeifentlichkeit übergeben wurde. In den  
als mein Buch bereits der Oeifentlichkeit übergeben wurde. In den  
einleitenden Zeilen dieses Artikels habe ich in genauem Anschluß an  
einleitenden Zeilen dieses Artikels habe ich in genauem Anschluß an  
Line 29,415: Line 26,176:
die Grenze der Zelleiber, also der körperlichen Elemente herausgehen.  
die Grenze der Zelleiber, also der körperlichen Elemente herausgehen.  
Weil und Frank (Arch, of Neurol, Vol. 2) fanden die feineren  
Weil und Frank (Arch, of Neurol, Vol. 2) fanden die feineren  
Strukturen bei demselben Material verschieden, je nachdem sie ver-
Strukturen bei demselben Material verschieden, je nachdem sie verschiedene GoLGische Methoden anwandten. In leeren Räumen sind  
schiedene GoLGische Methoden anwandten. In leeren Räumen sind  
die schwarzen Niederschläge ganz sicher nachgewiesen (Friedländer,  
die schwarzen Niederschläge ganz sicher nachgewiesen (Friedländer,  
Zeitschr. f. wissensch. Zool., Bd. 58; Zeitschr. f. wissensch. Mikro-
Zeitschr. f. wissensch. Zool., Bd. 58; Zeitschr. f. wissensch. Mikroskopie, Bd. 12).  
skopie, Bd. 12).  


Die tiefschwarzen Bilder machen es unmöglich, zu sagen, ob sie  
Die tiefschwarzen Bilder machen es unmöglich, zu sagen, ob sie  
Line 29,426: Line 26,185:
niemand hat bisher ausreichend zu erklären vermocht, aus welchen  
niemand hat bisher ausreichend zu erklären vermocht, aus welchen  
Gründen die Silberreaktion nur an einzelnen Stellen zustande kommt.  
Gründen die Silberreaktion nur an einzelnen Stellen zustande kommt.  
Nach wie vor scheint es am wahrscheinlichsten, daß sie nur dort ein-
Nach wie vor scheint es am wahrscheinlichsten, daß sie nur dort eintritt, wo ein Raum vorhanden ist, sei es daß er leer ist, sei es daß  
tritt, wo ein Raum vorhanden ist, sei es daß er leer ist, sei es daß  
er einen Körper umschließt. Aber die klaren, zierlichen, schwarzen  
er einen Körper umschließt. Aber die klaren, zierlichen, schwarzen  
Bilder auf weißem Grund waren zu verführerisch. Ohne sich allzu viel  
Bilder auf weißem Grund waren zu verführerisch. Ohne sich allzu viel  
mit Skrupeln über ihr Zustandekommen zu quälen, sprach man viel-
mit Skrupeln über ihr Zustandekommen zu quälen, sprach man vielfach als Körper an, was erst als Körper zu beweisen war. Dabei  
fach als Körper an, was erst als Körper zu beweisen war. Dabei  
taucht öfter die Mahnung auf, man möchte die GoLGischen Bilder nur  
taucht öfter die Mahnung auf, man möchte die GoLGischen Bilder nur  


Line 29,442: Line 26,199:
geschieht, dafür sei ein klassisches Beispiel angeführt.  
geschieht, dafür sei ein klassisches Beispiel angeführt.  


In der jüngsten, 10. Auflage des mit Recht seiner großen Vor-
In der jüngsten, 10. Auflage des mit Recht seiner großen Vorzüge wegen weit verbreiteten Lehrbuches der Histologie von Stöhr  
züge wegen weit verbreiteten Lehrbuches der Histologie von Stöhr  
findet sich eine viele Seiten lange Darstellung der Nervenzellen und  
findet sich eine viele Seiten lange Darstellung der Nervenzellen und  
des Nervensystems, die fast ausschließlich auf der GoLGischen Methode  
des Nervensystems, die fast ausschließlich auf der GoLGischen Methode  
beruht und zu deren Verständnis fast ausschließlich GoLGische Bilder  
beruht und zu deren Verständnis fast ausschließlich GoLGische Bilder  
gegeben werden. Zwar erwähnt in 7 Zeilen eine klein gedruckte Be-
gegeben werden. Zwar erwähnt in 7 Zeilen eine klein gedruckte Bemerkung auch Fibrillen, die sich in den Fortsätzen und dem Zellkörper  
merkung auch Fibrillen, die sich in den Fortsätzen und dem Zellkörper  
finden und diesen einfach durchsetzen ; da aber schon die Form der  
finden und diesen einfach durchsetzen ; da aber schon die Form der  
Mitteilung verrät, daß der Autor diese für etwas mehr Nebensäch-
Mitteilung verrät, daß der Autor diese für etwas mehr Nebensächliches hält, da keine Abbildung sie illustriert, muß der Leser zu der  
liches hält, da keine Abbildung sie illustriert, muß der Leser zu der  
Ansicht kommen, daß die Bilder der GoLGischen Methode das Maßgebende seien. Und keine Methode ööhet Trugschlüssen mehr Tür  
Ansicht kommen, daß die Bilder der GoLGischen Methode das Maß-
gebende seien. Und keine Methode ööhet Trugschlüssen mehr Tür  
und Tor als diese, die alle Strukturen verdeckt, von der wir nicht  
und Tor als diese, die alle Strukturen verdeckt, von der wir nicht  
wissen, weshalb sie färbt, weshalb sie elektiv färbt, ja nicht einmal  
wissen, weshalb sie färbt, weshalb sie elektiv färbt, ja nicht einmal  
was sie färbt. Dabei besitzen wir Methoden, die klar und deutlich  
was sie färbt. Dabei besitzen wir Methoden, die klar und deutlich  
die Strukturen in den Zellen erkennen lassen. Die ApÄTHYSche Me-
die Strukturen in den Zellen erkennen lassen. Die ApÄTHYSche Methode, die BETHEsche erfüllen eine Sehnsucht vieler Forscher auf dem  
thode, die BETHEsche erfüllen eine Sehnsucht vieler Forscher auf dem  
Gebiete der Nervenzelle, seit M. Schultze zuerst auf die Fibrillen in  
Gebiete der Nervenzelle, seit M. Schultze zuerst auf die Fibrillen in  
den Zellen und Fortsätzen aufmerksam machte. Diese Methoden  
den Zellen und Fortsätzen aufmerksam machte. Diese Methoden  
geben unzweideutige Bilder realer Körper. Man sieht die Fibrillen  
geben unzweideutige Bilder realer Körper. Man sieht die Fibrillen  
scharf von Fortsatz zu Fortsatz die Zelle durcheilen. Die GoLGische  
scharf von Fortsatz zu Fortsatz die Zelle durcheilen. Die GoLGische  
Methode hat Vorteile. Wenn man eine durch andere Methoden kon-
Methode hat Vorteile. Wenn man eine durch andere Methoden konstatierte und gesicherte Tatsache mit ihr zur Anschauung bringen  
statierte und gesicherte Tatsache mit ihr zur Anschauung bringen  
kann, so ist sie mit ihren isolierten, tiefschwarzen Bildern auf weißem  
kann, so ist sie mit ihren isolierten, tiefschwarzen Bildern auf weißem  
Grund allen anderen Methoden überlegen. Nie aber ist durch die  
Grund allen anderen Methoden überlegen. Nie aber ist durch die  
Line 29,483: Line 26,234:
jeder Methode, welche die Zelle klar läßt, zu erkennen.  
jeder Methode, welche die Zelle klar läßt, zu erkennen.  


Die zweite Frage lautete : Widersprechen die Ergebnisse der Ent-
Die zweite Frage lautete : Widersprechen die Ergebnisse der Entwicklungsgeschichte meinen Anschauungen von der zentralen Nervenzelle? Da die Akten über die Entstehung der peripheren Nerven  
wicklungsgeschichte meinen Anschauungen von der zentralen Nerven-
zelle? Da die Akten über die Entstehung der peripheren Nerven  
durchaus nicht geschlossen sind, sondern sich zwei Ansichten, beide durch  
durchaus nicht geschlossen sind, sondern sich zwei Ansichten, beide durch  
erste Forscher vertreten, diametral entgegenstehen, glaubte ich bei  
erste Forscher vertreten, diametral entgegenstehen, glaubte ich bei  
Line 29,496: Line 26,245:


Materie selbst einzulassen. Ich scheine mich getäuscht zu haben,  
Materie selbst einzulassen. Ich scheine mich getäuscht zu haben,  
denn mir wird vorgeworfen, daß ich die Ergebnisse der Entwickelungs-
denn mir wird vorgeworfen, daß ich die Ergebnisse der Entwickelungsgeschichte nicht berücksichtigt hätte.  
geschichte nicht berücksichtigt hätte.  


Wie bekannt, behaupten die einen (Bidder und Kupffee, His,  
Wie bekannt, behaupten die einen (Bidder und Kupffee, His,  
KoELLiKER, Balfour, Marshall u. a.), daß die peripheren Nerven ent-
KoELLiKER, Balfour, Marshall u. a.), daß die peripheren Nerven entstehen, indem embryonale Zellen, die Neuroblasten birnenförmig werden, .  
stehen, indem embryonale Zellen, die Neuroblasten birnenförmig werden, .  
der Stiel zum Nervenfortsatz, dem Neurit, auswächst, welcher dann in  
der Stiel zum Nervenfortsatz, dem Neurit, auswächst, welcher dann in  
die Peripherie vordringt, während die später entstehenden Dendriten sich  
die Peripherie vordringt, während die später entstehenden Dendriten sich  
Line 29,507: Line 26,254:
vollständigen Gegensatz zu dieser Meinung behaupten, auch auf gute  
vollständigen Gegensatz zu dieser Meinung behaupten, auch auf gute  
Gründe und Präparate gestützt, Dohrn, O. Hertwig, van Wijhe,  
Gründe und Präparate gestützt, Dohrn, O. Hertwig, van Wijhe,  
Beard, Hensen, Apathy, Sedgwick u. a. die Entstehung der peri-
Beard, Hensen, Apathy, Sedgwick u. a. die Entstehung der peripheren Nerven aus Ditferenzierungsprodukten des Protoplasmas an  
pheren Nerven aus Ditferenzierungsprodukten des Protoplasmas an  
den Orten, an denen sie sich später finden. Es sind somit die peripheren Nerven, wenn man die Nervenzelle als das Centrum betrachtet,  
den Orten, an denen sie sich später finden. Es sind somit die peri-
stets mit dem Ende verbunden ; sie sind keine Sprossen der Nervenzelle. Dieser letzten Ansicht mußte ich mich nach meiner ganzen  
pheren Nerven, wenn man die Nervenzelle als das Centrum betrachtet,  
stets mit dem Ende verbunden ; sie sind keine Sprossen der Nerven-
zelle. Dieser letzten Ansicht mußte ich mich nach meiner ganzen  
Auffassung von der zentralen Nervenzelle anschließen. Hierzu bewog  
Auffassung von der zentralen Nervenzelle anschließen. Hierzu bewog  
mich aber nicht nur meine Auffassung von der zentralen Nervenzelle,  
mich aber nicht nur meine Auffassung von der zentralen Nervenzelle,  
sondern vor allen Dingen eine Tatsache, die ich jetzt an den Prä-
sondern vor allen Dingen eine Tatsache, die ich jetzt an den Präparaten, die His publiziert hat, nachweisen will. Ich wähle His, weil  
paraten, die His publiziert hat, nachweisen will. Ich wähle His, weil  
er ein Führer im Kampfe ist, weil er glücklicherweise oder vielleicht  
er ein Führer im Kampfe ist, weil er glücklicherweise oder vielleicht  
auch wohl überlegt nicht mit der irreleitenden Methode Golgis ge-
auch wohl überlegt nicht mit der irreleitenden Methode Golgis gearbeitet hat und weil seine bekannte Gründlichkeit und Objektivität  
arbeitet hat und weil seine bekannte Gründlichkeit und Objektivität  
für die Naturtreue der Abbildungen Gewähr leistet.  
für die Naturtreue der Abbildungen Gewähr leistet.  


Zu seiner viel citierten Arbeit „Die Neuroblasten und deren Ent-
Zu seiner viel citierten Arbeit „Die Neuroblasten und deren Entstehung im embryonalen Mark" (No. 4 des 15. Bandes der Abhandlungen der mathematisch-physischen Klasse der Kgl. sächsischen Gesellsch. der Wissensch.) gibt His 4 Tafeln, deren zahlreiche Abbildungen  
stehung im embryonalen Mark" (No. 4 des 15. Bandes der Abhand-
lungen der mathematisch-physischen Klasse der Kgl. sächsischen Ge-
sellsch. der Wissensch.) gibt His 4 Tafeln, deren zahlreiche Abbildungen  
die birnförmige Umwandlung der vom Rande des Medullarrohres in  
die birnförmige Umwandlung der vom Rande des Medullarrohres in  
das Rückenmark gelangten embryonalen Zellen und das Auswachsen  
das Rückenmark gelangten embryonalen Zellen und das Auswachsen  
des Stieles zum Achsencylinderfortsatz beweisen sollen. Die sehr  
des Stieles zum Achsencylinderfortsatz beweisen sollen. Die sehr  
schönen, von His selbst gezeichneten Figuren zeigen in den sich ver-
schönen, von His selbst gezeichneten Figuren zeigen in den sich verschmächtigenden protoplasmatischen Enden der Zellen, den Stielen,  
schmächtigenden protoplasmatischen Enden der Zellen, den Stielen,  
ganz scharf und deutlich feine, parallel längsgestellte Fibrillen, die  
ganz scharf und deutlich feine, parallel längsgestellte Fibrillen, die  
öfter, so in Fig. 4, Fig. 11, Fig. 22, Fig. 30 zum Teil über den Kern  
öfter, so in Fig. 4, Fig. 11, Fig. 22, Fig. 30 zum Teil über den Kern  
Line 29,536: Line 26,274:


Seitdem Deiters 1865 den Achsencylinderfortsatz, jetzt Neurit  
Seitdem Deiters 1865 den Achsencylinderfortsatz, jetzt Neurit  
genannt, wie ich glaube zuerst, in seiner morphologischen Gegen-
genannt, wie ich glaube zuerst, in seiner morphologischen Gegensätzlichkeit zu den übrigen Fortsätzen, den jetzigen Dendriten, beschrieben hat, haben sich die späteren Autoren, wie es bei der  
sätzlichkeit zu den übrigen Fortsätzen, den jetzigen Dendriten, be-
schrieben hat, haben sich die späteren Autoren, wie es bei der  
Unzweideutigkeit der Beobachtung nicht anders möglich war, seiner  
Unzweideutigkeit der Beobachtung nicht anders möglich war, seiner  
Darstellung angeschlossen. Nach allgemeiner Ansicht unterscheidet  
Darstellung angeschlossen. Nach allgemeiner Ansicht unterscheidet  
sich der sogenannte Achsencylinderfortsatz von den Dendriten morpho-
sich der sogenannte Achsencylinderfortsatz von den Dendriten morphologisch dadurch, daß, während diese längs parallel gestellte^, Fibrillen,  
logisch dadurch, daß, während diese längs parallel gestellte^, Fibrillen,  
Fasern, Streifen oder Körper genannte Bildungen aufweisen, der  
Fasern, Streifen oder Körper genannte Bildungen aufweisen, der  
Achsencylinderfortsatz ein bald als hyalin, bald als homogen oder als  
Achsencylinderfortsatz ein bald als hyalin, bald als homogen oder als  
Line 29,558: Line 26,293:
ihren eigentümlichen Bau aufgeben und zum homogenen sogenannten  
ihren eigentümlichen Bau aufgeben und zum homogenen sogenannten  
Achsencylindertortsatz werden. Wir finden im Embryo Nervenzellen  
Achsencylindertortsatz werden. Wir finden im Embryo Nervenzellen  
mit von Fibrillen durchzogenen Fortsätzen. Wir finden beim selb-
mit von Fibrillen durchzogenen Fortsätzen. Wir finden beim selbständigen Individuum Nervenzellen mit von Fibrillen durchzogenen Fortsätzen. Da scheint der Schluß, diese beiden Arten von Fortsätzen seien  
ständigen Individuum Nervenzellen mit von Fibrillen durchzogenen Fort-
sätzen. Da scheint der Schluß, diese beiden Arten von Fortsätzen seien  
identisch, wohl berechtigt. Wann und wie der Neurit sich bildet,  
identisch, wohl berechtigt. Wann und wie der Neurit sich bildet,  
weiß ich nicht. Ich halte ihn für auf einen Reiz vorgeflossenes Proto-
weiß ich nicht. Ich halte ihn für auf einen Reiz vorgeflossenes Protoplasma. Die Dendriten bilden sich beim Embryo wie beim Erwachsenen  
plasma. Die Dendriten bilden sich beim Embryo wie beim Erwachsenen  
nicht als feststehende, sondern als wechselnde Formen, indem undifierenzierte amöboide Zellen, die embryonale Zelle resp. der Leukocyt,  
nicht als feststehende, sondern als wechselnde Formen, indem un-
difierenzierte amöboide Zellen, die embryonale Zelle resp. der Leukocyt,  
in Verbindung mit Fasern geraten und längs den Fasern ihr Protoplasma  
in Verbindung mit Fasern geraten und längs den Fasern ihr Protoplasma  
vorfließen lassen. Die Fasern sind weder beim Embryo noch beim  
vorfließen lassen. Die Fasern sind weder beim Embryo noch beim  
Line 29,582: Line 26,313:
Organismen sind. Zweitens ist es ein Irrtum, daß die zentrale Nervenzelle  
Organismen sind. Zweitens ist es ein Irrtum, daß die zentrale Nervenzelle  
besonders fein gebaut sei. Im Gegenteil! Sie ist eine plumpe, amöboide  
besonders fein gebaut sei. Im Gegenteil! Sie ist eine plumpe, amöboide  
Zelle, und diejenigen Teile, die ihr ein zierliches Aussehen geben, ge-
Zelle, und diejenigen Teile, die ihr ein zierliches Aussehen geben, gehören ihr organisch gar nicht an. Wiederum hat hier die GoLGische,  
hören ihr organisch gar nicht an. Wiederum hat hier die GoLGische,  
die Tatsachen verschleiernde Methode irregeführt, indem sie den Beschauer nach ihr gefärbter Ganglienzellen zu der Annahme verleitet,  
die Tatsachen verschleiernde Methode irregeführt, indem sie den Be-
schauer nach ihr gefärbter Ganglienzellen zu der Annahme verleitet,  
all die feinen Ausläufer und Fortsätze seien Teile der Zelle. Die  
all die feinen Ausläufer und Fortsätze seien Teile der Zelle. Die  
ApÄTHY-BETHESchen Methoden stellen den Irrtum klar. Die vermeint-
ApÄTHY-BETHESchen Methoden stellen den Irrtum klar. Die vermeintlichen Fortsätze sind, mit Ausnahme eines, Fasern, die die Zelle durcheilen, und längs dieser Fasern hat die amöboide Zelle nur einiges  
lichen Fortsätze sind, mit Ausnahme eines, Fasern, die die Zelle durch-
eilen, und längs dieser Fasern hat die amöboide Zelle nur einiges  
Protoplasma vorfließen lassen.  
Protoplasma vorfließen lassen.  


Line 29,595: Line 26,322:
ist. Man sagte, es sei nach meinen Anschauungen von der zentralen  
ist. Man sagte, es sei nach meinen Anschauungen von der zentralen  
Nervenzelle nicht recht begreiflich, weshalb sich an den einen Stellen  
Nervenzelle nicht recht begreiflich, weshalb sich an den einen Stellen  
im Zentralnervensystem große multipoläre Zellen, an anderen Pyi'a-
im Zentralnervensystem große multipoläre Zellen, an anderen Pyi'aniiden- und an anderen Spindelzellen fänden. Darauf ist zu erwidern:  
niiden- und an anderen Spindelzellen fänden. Darauf ist zu erwidern:  
\Mr müssen nach allen Ergebnissen der Anatomie, der pathologischen  
\Mr müssen nach allen Ergebnissen der Anatomie, der pathologischen  
Anatomie, der Physiologie und Pathologie annehmen, daß die Lage  
Anatomie, der Physiologie und Pathologie annehmen, daß die Lage  
Line 29,603: Line 26,329:
Fasern umfließt, sobald ihr Protoplasma längs der Fasern vorströrat,  
Fasern umfließt, sobald ihr Protoplasma längs der Fasern vorströrat,  
ihrerseits nur gesetzmäßige Formen annehmen. Wir können somit aus  
ihrerseits nur gesetzmäßige Formen annehmen. Wir können somit aus  
der Form der zentralen Ganglienzelle auf die verschiedenen Faser-
der Form der zentralen Ganglienzelle auf die verschiedenen Faserrichtungen schließen.  
richtungen schließen.  




Line 29,614: Line 26,339:
Bücberaiizeigen.  
Bücberaiizeigen.  


Lehrbuch der Zoologie. Von Alexander Goette. Mit 512 Ab-
Lehrbuch der Zoologie. Von Alexander Goette. Mit 512 Abbildungen im Text. Leipzig, W. Engelmann, 1902. XII, 504 pp.  
bildungen im Text. Leipzig, W. Engelmann, 1902. XII, 504 pp.  
Preis 12 M.  
Preis 12 M.  


Verf. ist nicht der Ansicht, daß durch eine wesentlich oder aus-
Verf. ist nicht der Ansicht, daß durch eine wesentlich oder ausschließlich beschreibende Behandlung der Tierkunde dem Studierenden  
schließlich beschreibende Behandlung der Tierkunde dem Studierenden  
die Aneignung der wichtigsten Kenntnisse vom Bau und dem Leben  
die Aneignung der wichtigsten Kenntnisse vom Bau und dem Leben  
der Tiere erleichtert würde; nach seiner Ansicht „läßt sich sogar mit  
der Tiere erleichtert würde; nach seiner Ansicht „läßt sich sogar mit  
größerem Recht annehmen, daß die genetische Verknüpfung der empiri-
größerem Recht annehmen, daß die genetische Verknüpfung der empirischen Tatsachen sie der Vorstellung und dem Gedächtnis leichter einprägt als ihre bloß systematische Verwertung. Deshalb blieb die erstere  
schen Tatsachen sie der Vorstellung und dem Gedächtnis leichter ein-
prägt als ihre bloß systematische Verwertung. Deshalb blieb die erstere  
Art der Darstellung für alle Teile dieses Lehrbuches maßgebend". Dies  
Art der Darstellung für alle Teile dieses Lehrbuches maßgebend". Dies  
schloß nicht aus, daß der vom Verf. gerügten Mangelhaftigkeit des zoo-
schloß nicht aus, daß der vom Verf. gerügten Mangelhaftigkeit des zoologischen Unterrichts auf den Mittelschulen insofern Rechnung getragen  
logischen Unterrichts auf den Mittelschulen insofern Rechnung getragen  
wurde, daß wenig positive Kenntnisse vorausgesetzt werden. Ferner  
wurde, daß wenig positive Kenntnisse vorausgesetzt werden. Ferner  
sind die „sachlichen Angaben jeder Art" so viel wie möglich ein-
sind die „sachlichen Angaben jeder Art" so viel wie möglich eingeschränkt, — auch wurde auf eine Darstellung der speziellen Entwickelungsgeschichte verzichtet. Litteraturnachweise sind gleichfalls fortgelassen.  
geschränkt, — auch wurde auf eine Darstellung der speziellen Entwicke-
lungsgeschichte verzichtet. Litteraturnachweise sind gleichfalls fortge-
lassen.  


Die Abbildungen wurden — mit Ausnahme verhältnismäßig weniger,  
Die Abbildungen wurden — mit Ausnahme verhältnismäßig weniger,  
aus anderen Werken entnommener Holzschnitte — nach Federzeich-
aus anderen Werken entnommener Holzschnitte — nach Federzeichnungen hergestellt, denen in ganz überwiegender Zahl Originalzeichnungen des Verf. zu Grunde lagen.  
nungen hergestellt, denen in ganz überwiegender Zahl Originalzeich-
nungen des Verf. zu Grunde lagen.  


Das Buch scheint zur Uebersicht über die Zoologie, besonders für  
Das Buch scheint zur Uebersicht über die Zoologie, besonders für  
Line 29,647: Line 26,362:
Verlages, der Preis angemessen,  
Verlages, der Preis angemessen,  


Wandtafeln für den Unterricht in Anthropologie, Ethno-
Wandtafeln für den Unterricht in Anthropologie, Ethnographie und Geographie. Herausgeg. v. Rud. Martin. Verlag  
graphie und Geographie. Herausgeg. v. Rud. Martin. Verlag  
V. Art. Inst. Orell Füssli, Zürich. Kleine Ausgabe, 8 Taf., 28 M.  
V. Art. Inst. Orell Füssli, Zürich. Kleine Ausgabe, 8 Taf., 28 M.  
(35 fr.) ; große Ausgabe, 24 Taf, 64 M. (80 fr.). Abnehmer der kleinen  
(35 fr.) ; große Ausgabe, 24 Taf, 64 M. (80 fr.). Abnehmer der kleinen  
Line 29,654: Line 26,368:
Preise von 36 M. (45 fr.).  
Preise von 36 M. (45 fr.).  


Diese Wandtai'eln zeigen menschliche Rassentypen in Ueberlebens-
Diese Wandtai'eln zeigen menschliche Rassentypen in Ueberlebensgröße (Brustbild, 88 : 62 cm) in feinster Photochrom-Ausführung. Jeder  
größe (Brustbild, 88 : 62 cm) in feinster Photochrom-Ausführung. Jeder  
Tafel ist eine kurze Monographie , mit den wichtigsten Litteraturnachweisen, beigegeben. Die zur Reprodviktion gelangten Ty]3en sind  
Tafel ist eine kurze Monographie , mit den wichtigsten Litteratur-
nachweisen, beigegeben. Die zur Reprodviktion gelangten Ty]3en sind  
durchaus charakteristische Vertreter der einzelnen natürlichen Gruppen  
durchaus charakteristische Vertreter der einzelnen natürlichen Gruppen  
der Menschheit. Zur Vorlage dienten ausschließlich Originalphotogra-
der Menschheit. Zur Vorlage dienten ausschließlich Originalphotographien des Herausgebers und anderer Gelehrten und Forschuugsreisenden.  
phien des Herausgebers und anderer Gelehrten und Forschuugsreisenden.  
Die farbigen Originale sind von W. v. Steiner hergestellt. — Die  
Die farbigen Originale sind von W. v. Steiner hergestellt. — Die  
kleine Ausgabe umfaßt folgende Tj^pen: Wedda, Javanin, Australier,  
kleine Ausgabe umfaßt folgende Tj^pen: Wedda, Javanin, Australier,  
Masai, Melanesier, Dakota, Eskimo, Großrusse, — die große, außer diesen  
Masai, Melanesier, Dakota, Eskimo, Großrusse, — die große, außer diesen  
8 Typen : Aegypter, Senoi, Semang (Negrito), Chinesin, Buschmann, Tamil,  
8 Typen : Aegypter, Senoi, Semang (Negrito), Chinesin, Buschmann, Tamil,  
Karaibe, Polynesierin, Karen, Battak, Dahome-Neger, Mikronesier, Kir-
Karaibe, Polynesierin, Karen, Battak, Dahome-Neger, Mikronesier, Kir
 




Line 29,677: Line 26,387:
Die technische und künstlerische Ausführung der dem Herausgeber  
Die technische und künstlerische Ausführung der dem Herausgeber  
d. Z. zur Probe zugesandten Tafel (Masai) ist von hervorragender  
d. Z. zur Probe zugesandten Tafel (Masai) ist von hervorragender  
Schönheit und Deutlichkeit, so daß der Unterzeichnete, in der Voraus-
Schönheit und Deutlichkeit, so daß der Unterzeichnete, in der Voraussetzung, daß die anderen Tafeln dieselben Vorzüge besitzen, nicht ansteht, das Unternehmen allen Interessenten auf das wärmste zu empfehlen.  
setzung, daß die anderen Tafeln dieselben Vorzüge besitzen, nicht an-
steht, das Unternehmen allen Interessenten auf das wärmste zu em-
pfehlen.  


The Development of the H vi man Body. A Manual of Hu-
The Development of the H vi man Body. A Manual of Human Embryology. By J. Playfair Mc Murrich. With 270 Illustrations. Philadelphia, P. Blakiston's Son & Co., 1902. XVI, 527 pp.  
man Embryology. By J. Playfair Mc Murrich. With 270 Illu-
strations. Philadelphia, P. Blakiston's Son & Co., 1902. XVI, 527 pp.  
Preis geb. 3 Dollars (ca. 12 M.).  
Preis geb. 3 Dollars (ca. 12 M.).  


McMuKRiCH, Prof. der Anatomie an der Universität von Michigan,  
McMuKRiCH, Prof. der Anatomie an der Universität von Michigan,  
hat hier, unter Benutzung der neueren Litteratur, besonders der Werke  
hat hier, unter Benutzung der neueren Litteratur, besonders der Werke  
von His, 0. Hertwig, Minot und Kollmann, eine kurze Zusammen-
von His, 0. Hertwig, Minot und Kollmann, eine kurze Zusammenstellung des von der Ontogenie des Menschen Bekannten gegeben. Ist  
stellung des von der Ontogenie des Menschen Bekannten gegeben. Ist  
das Buch auch in erster Linie für den Studenten, und zwar den englisch  
das Buch auch in erster Linie für den Studenten, und zwar den englisch  
lesenden und sprechenden, bestimmt, so wird das Werk wohl auch über  
lesenden und sprechenden, bestimmt, so wird das Werk wohl auch über  
Line 29,696: Line 26,400:
Klarheit und Knappheit der Darstellung, sowie wegen der zahlreichen,  
Klarheit und Knappheit der Darstellung, sowie wegen der zahlreichen,  
zum Teil schematischen Abbildungen Beifall finden. Die neuere Litteratur  
zum Teil schematischen Abbildungen Beifall finden. Die neuere Litteratur  
ist in ihren wichtigeren Erscheinungen am Schlüsse der Kapitel ange-
ist in ihren wichtigeren Erscheinungen am Schlüsse der Kapitel angegeben.  
geben.  


Grenz fragen des Nerven- und Seelenlebens. Herausgeg. von  
Grenz fragen des Nerven- und Seelenlebens. Herausgeg. von  
Loewenfeld und Kurella. XIX. Sadismus und Masochismus, von  
Loewenfeld und Kurella. XIX. Sadismus und Masochismus, von  
A. Eulenburg. Wiesbaden, J. F. Bergmann, 1902. 89 pp. Preis 2 M.  
A. Eulenburg. Wiesbaden, J. F. Bergmann, 1902. 89 pp. Preis 2 M.  
Albert Eulenburg, Professor in Berlin, gibt hier eine auf aus-
Albert Eulenburg, Professor in Berlin, gibt hier eine auf ausgedehnter Litteraturkenntnis beruhende Darstellung dieser in der Neuzeit besonders durch die Romane von Sacher- Masoch allgemeiner  
gedehnter Litteraturkenntnis beruhende Darstellung dieser in der Neu-
zeit besonders durch die Romane von Sacher- Masoch allgemeiner  
bekannt gewordenen sexuell-psychischen Alterationen, welche ja zum Teil  
bekannt gewordenen sexuell-psychischen Alterationen, welche ja zum Teil  
schon vor Jahrhunderten vorkamen. Außer den Biographien der beiden  
schon vor Jahrhunderten vorkamen. Außer den Biographien der beiden  
Männer, nach denen diese krankhaften Neigungen — für welche jetzt der  
Männer, nach denen diese krankhaften Neigungen — für welche jetzt der  
gemeinsame Name „Algolagnie" gebraucht wird — benannt wurden,  
gemeinsame Name „Algolagnie" gebraucht wird — benannt wurden,  
befaßt sich die Schrift mit der speciellen Symptomatologie und Ent-
befaßt sich die Schrift mit der speciellen Symptomatologie und Entwickelungsgeschichte der algolagnistischen Phänomene, zu denen außerdem  
wickelungsgeschichte der algolagnistischen Phänomene, zu denen außerdem  
auch Notzucht, Lustmord, Nekrophilie, sowie die aktive und passive  
auch Notzucht, Lustmord, Nekrophilie, sowie die aktive und passive  
Flagellation (Flagellantismus) zu rechnen sind. B.  
Flagellation (Flagellantismus) zu rechnen sind. B.  
Line 29,717: Line 26,417:


Charlottenburg-. Die Adresse des Herrn Tornier ist : Professor  
Charlottenburg-. Die Adresse des Herrn Tornier ist : Professor  
Dr. Tornier, Kustos am Kgl. zoologischen Museum zu Berlin, Char-
Dr. Tornier, Kustos am Kgl. zoologischen Museum zu Berlin, Charlottenburg, Spreestr. 20.  
lottenburg, Spreestr. 20.  


Abgeschlossen am 21. Januar 1903.  
Abgeschlossen am 21. Januar 1903.  
Line 29,758: Line 26,457:
Inhalt. Aufsätze. Alfio Motta Coco e Salvatore Distefano, Contributo  
Inhalt. Aufsätze. Alfio Motta Coco e Salvatore Distefano, Contributo  
alio studio delle terrainazioni nervöse nei muscoli bianchi. Con 3 figure, p. 457 — 466.  
alio studio delle terrainazioni nervöse nei muscoli bianchi. Con 3 figure, p. 457 — 466.  
— Ernst Smreker, lieber die Darstellung der Kittsubstanz des Schmelzes mensch-
— Ernst Smreker, lieber die Darstellung der Kittsubstanz des Schmelzes menschlicher Zähne. Mit 5 Abbildungen, p. 467 — 476. — Emil Holrngfren, Weitere  
licher Zähne. Mit 5 Abbildungen, p. 467 — 476. — Emil Holrngfren, Weitere  
Mitteilungen über die Trophospongienkanälchen der Nebennieren vom Igel. Mit  
Mitteilungen über die Trophospongienkanälchen der Nebennieren vom Igel. Mit  
7 Abbildungen, p. 476 — 481. — G. Schwalbe, Wilhelm Pfitzner f. p. 481  
7 Abbildungen, p. 476 — 481. — G. Schwalbe, Wilhelm Pfitzner f. p. 481  
Line 29,807: Line 26,505:
pensando che e sempre aperta la quistione sul significato fisiologico di  
pensando che e sempre aperta la quistione sul significato fisiologico di  
alcune arborizzazioni in alcuni muscoli, com' e per esempio, nei fascetti  
alcune arborizzazioni in alcuni muscoli, com' e per esempio, nei fascetti  
di Weismann-Koelliker, per i quali si discute se i nervi che ivi fini-
di Weismann-Koelliker, per i quali si discute se i nervi che ivi finiscono debbano considerarsi di natura motoria o sensitiva (Ruffini,  
scono debbano considerarsi di natura motoria o sensitiva (Ruffini,  
Sherrington, Cipollone, ecc,)
Sherrington, Cipollone, ecc,)-
Percio, convenendo suU'importanza e sul bisogno di un prospetto sintetico, ammettendo il progresso delle nostre conoscenze sul  
 
Percio, convenendo suU'importanza e sul bisogno di un pro-
spetto sintetico, ammettendo il progresso delle nostre conoscenze sul  
modo di terminarsi dei nervi nella fibra striata, comprendiamo per  
modo di terminarsi dei nervi nella fibra striata, comprendiamo per  
nostro conto, che per ora convergono tante difficolta e molti ostacoli  
nostro conto, che per ora convergono tante difficolta e molti ostacoli  
Line 29,836: Line 26,531:
ritardata evoluzione, o un arresto di sviluppo del materiale primitivo  
ritardata evoluzione, o un arresto di sviluppo del materiale primitivo  
in sostanza contrattile propriamente detta. Su queste fondamenta  
in sostanza contrattile propriamente detta. Su queste fondamenta  
venne piü tardi tracciata la nuova dottrina fisiologica della con-
venne piü tardi tracciata la nuova dottrina fisiologica della contrattilita dei muscoli bianchi. Pertanto si ammise da Knoll e Soltmann un rapporto diretto tra la quantita di sarcoplasma e la durata,  
trattilita dei muscoli bianchi. Pertanto si ammise da Knoll e Solt-
mann un rapporto diretto tra la quantita di sarcoplasma e la durata,  
I'energia delle contrazioni e la resistenza alia fatica del muscolo;  
I'energia delle contrazioni e la resistenza alia fatica del muscolo;  


Line 29,845: Line 26,538:
459  
459  


Grützner, sino ad un certo punto, approvö il fatto contrario; Ran-
Grützner, sino ad un certo punto, approvö il fatto contrario; Ranvier convenne su una modalitä speciale di reazione dei muscoli  
vier convenne su una modalitä speciale di reazione dei muscoli  
bianchi, cioe una brusca contrazione dopo gli stimoli elettrici, interrotta da ritmiche scosse corrispondenti all'interruzione della corrente.  
bianchi, cioe una brusca contrazione dopo gli stimoli elettrici, inter-
rotta da ritmiche scosse corrispondenti all'interruzione della corrente.  


Ammessa adunque 1' esistenza di una specie nuova di. fibra mu-
Ammessa adunque 1' esistenza di una specie nuova di. fibra muscolare, a struttura e funzione speciale, parrebbe assai conveniente,  
scolare, a struttura e funzione speciale, parrebbe assai conveniente,  
utile, in generale, naturale, per il caso in specie, ogni altra indagine  
utile, in generale, naturale, per il caso in specie, ogni altra indagine  
alle scopo di raccogliere nello stesso prospetto dei muscoli rossi le  
alle scopo di raccogliere nello stesso prospetto dei muscoli rossi le  
Line 29,860: Line 26,550:
hanno molti caratteri particolari in confronto ai muscoli rossi, come  
hanno molti caratteri particolari in confronto ai muscoli rossi, come  
e a dire una maggiore quantitä di protoplasma torbido (Grützner,  
e a dire una maggiore quantitä di protoplasma torbido (Grützner,  
Knoll), l'assenza del sarcolemma (Weismann, Bremer, Sherring-
Knoll), l'assenza del sarcolemma (Weismann, Bremer, Sherrington, etc.).  
ton, etc.).  


Ma, giova ripeterlo, questo capitolo, non ha letteratura, per  
Ma, giova ripeterlo, questo capitolo, non ha letteratura, per  
quanto ci risulta da nostre ricerche bibliografiche. Mai nei mammi-
quanto ci risulta da nostre ricerche bibliografiche. Mai nei mammiferi, nei pesci, negli uccelh, si e fatta una chiara difierenziazione tra  
feri, nei pesci, negli uccelh, si e fatta una chiara difierenziazione tra  
le placche nervöse terminali dei muscoli bianchi e rossi; mai dagli  
le placche nervöse terminali dei muscoli bianchi e rossi; mai dagli  
autori che si sono occupati di taU studi, si e venuto alia constatazione  
autori che si sono occupati di taU studi, si e venuto alia constatazione  
Line 29,897: Line 26,585:
4Gq_  
4Gq_  


specie di muscoli. Si sa pero che le terminazioDi nervöse si so-
specie di muscoli. Si sa pero che le terminazioDi nervöse si somigliano in tutti i vertebrati, onde si puo indurre, che dovunque si  
migliano in tutti i vertebrati, onde si puo indurre, che dovunque si  
conserva lo stesso tipo di arborizzazione dei nervi per le due varieta  
conserva lo stesso tipo di arborizzazione dei nervi per le due varieta  
di tessuto muscolare.  
di tessuto muscolare.  


La sola anipiezza della terminazione nervosa non poteva rappre-
La sola anipiezza della terminazione nervosa non poteva rappresentare un sicuro carattere ditferenziale tra gli estremi terminali dei  
sentare un sicuro carattere ditferenziale tra gli estremi terminali dei  
nervi nella fibra muscolare rossa e bianca; nemmeno questo criterio  
nervi nella fibra muscolare rossa e bianca; nemmeno questo criterio  
vale per la prima in senso assoluto. Anzi si puo dire, che le osser-
vale per la prima in senso assoluto. Anzi si puo dire, che le osservazioni diraostrino tutto il contrario: se ci riferiamo all' asserzione  
vazioni diraostrino tutto il contrario: se ci riferiamo all' asserzione  
del Trinchese per la torpedine, ove nolo che le piii grosse placche  
del Trinchese per la torpedine, ove nolo che le piii grosse placche  
motrici sono visibili ad occhio nudo, o richiamiamo alia nostra memo-
motrici sono visibili ad occhio nudo, o richiamiamo alia nostra memoria la descrizione riportata dal Cipollone, a proposito di due piastre  
ria la descrizione riportata dal Cipollone, a proposito di due piastre  
motrici otto volte piu grandi delle comuni espansioni dei nervi, troveremo ragioni sufficienti per non giudicare in ogni caso secondo il solo  
motrici otto volte piu grandi delle comuni espansioni dei nervi, trove-
concetto della dimensione per conoscere la provenienza dell' arborizzazione dall'una o dall'altra varieta di fibra muscolare.  
remo ragioni sufficienti per non giudicare in ogni caso secondo il solo  
concetto della dimensione per conoscere la provenienza dell' arboriz-
zazione dall'una o dall'altra varieta di fibra muscolare.  


Altri fatti bisogna ricercare e riconoscere se vogliamo interpretare  
Altri fatti bisogna ricercare e riconoscere se vogliamo interpretare  
il vero meccanismo funzionale delle fibre muscolari pallide. Ora, per  
il vero meccanismo funzionale delle fibre muscolari pallide. Ora, per  
quanto si sa, si puo facilmente indurre; saranno sempre delle in-
quanto si sa, si puo facilmente indurre; saranno sempre delle induzioni campate in aria, senza basi sperimentali, senza fondamento  
duzioni campate in aria, senza basi sperimentali, senza fondamento  
ricavato da analisi istologiche: manca a noi la cognizione vera e non  
ricavato da analisi istologiche: manca a noi la cognizione vera e non  
empirica del come e del perche questi muscoli funzionino con parti-
empirica del come e del perche questi muscoli funzionino con particolarita tutte proprie, ne si puo invocare la struttura del muscolo per  
colarita tutte proprie, ne si puo invocare la struttura del muscolo per  
aversi una soluzione soddisfacente del problema fisiologico, perche  
aversi una soluzione soddisfacente del problema fisiologico, perche  
e ovvio che la contrattilita e 1' irritabilita non sono indipendenti dai  
e ovvio che la contrattilita e 1' irritabilita non sono indipendenti dai  
Line 29,927: Line 26,607:
sono condotti dalla sostanza nervosa.  
sono condotti dalla sostanza nervosa.  


Richiamata, percio, la nostra attenzione sulla mancanza di conos-
Richiamata, percio, la nostra attenzione sulla mancanza di conoscenze positive relative all' argomento premesso, cosi nel campo dell' istologia, come in quello della fisiologia, sorse a noi I'idea d'iniziare alcune  
cenze positive relative all' argomento premesso, cosi nel campo dell' isto-
logia, come in quello della fisiologia, sorse a noi I'idea d'iniziare alcune  
ricerche su questo tema. Pero, uell' assecondare il nostro desiderio,  
ricerche su questo tema. Pero, uell' assecondare il nostro desiderio,  
volendo seguire un certo indirizzo ed opportuni criteri di divisione di  
volendo seguire un certo indirizzo ed opportuni criteri di divisione di  
lavoro, ci siamo imposti di studiare in primo tempo la parte micro-
lavoro, ci siamo imposti di studiare in primo tempo la parte microscopica, in secondo il significato delle terminazioni nervöse nei muscoli  
scopica, in secondo il significato delle terminazioni nervöse nei muscoli  
biauchi a mezzo di prove sperimentali.  
biauchi a mezzo di prove sperimentali.  


Line 29,946: Line 26,623:
461  
461  


Abbiamo notato nei muscoli pallidi due tipi principali di terraina-
Abbiamo notato nei muscoli pallidi due tipi principali di terrainazioni nervöse, quella a pann occhia e I'altra a forma di piastra.  
zioni nervöse, quella a pann occhia e I'altra a forma di piastra.  
In ogni fascio muscolare si trova una serie di espansioni terminali,  
In ogni fascio muscolare si trova una serie di espansioni terminali,  
si puo dire quasi una gittata, e tutte provenienti da un solo tronco  
si puo dire quasi una gittata, e tutte provenienti da un solo tronco  
nervoso. Sotto questo aspetto puo ritenersi che esiste una sola ter-
nervoso. Sotto questo aspetto puo ritenersi che esiste una sola terminazione per ciascuna fibra muscolare. Le brauche della pannocchia  
minazione per ciascuna fibra muscolare. Le brauche della pannocchia  
non sono situate tutte alio stesso livello, ne nella stessa zona di fibra;  
non sono situate tutte alio stesso livello, ne nella stessa zona di fibra;  
esse sono poste a variabili altezze ed occupauo un buon tratto in  
esse sono poste a variabili altezze ed occupauo un buon tratto in  
Line 29,985: Line 26,660:


Fig. I. Fibra muscolare bianca di coniglio. Terminazione a pannocchia. A  
Fig. I. Fibra muscolare bianca di coniglio. Terminazione a pannocchia. A  
divisione dicotomica dei rami nervosi. B guaina di Hexle ehe si continua col sarco-
divisione dicotomica dei rami nervosi. B guaina di Hexle ehe si continua col sarcolemma della fibra muscolare. C guaina di Schwanx che accompagna il cilindrasse  
lemma della fibra muscolare. C guaina di Schwanx che accompagna il cilindrasse  
sine alle ultime diramazioni nervöse. La mielina non si continua nella porzione intramuscolare del nervo. D intreccio terminale cosparso di piccole i^alline. Oc. 3, Obb. F Zeiss.  
sine alle ultime diramazioni nervöse. La mielina non si continua nella porzione intra-
muscolare del nervo. D intreccio terminale cosparso di piccole i^alline. Oc. 3, Obb. F Zeiss.  




Line 30,021: Line 26,694:


Fig. II. Fibra muscolare bianca di coniglio. Terminazione a pannocchia.  
Fig. II. Fibra muscolare bianca di coniglio. Terminazione a pannocchia.  
A fibre che sorgono a cespuglio e si esauriscono con palline tcrminali. B filo termi-
A fibre che sorgono a cespuglio e si esauriscono con palline tcrminali. B filo terminale inserito agli estremi di due rami nervosi. C piccoli arboscelli sorti prive di  
nale inserito agli estremi di due rami nervosi. C piccoli arboscelli sorti prive di  
guaine e di mielina. Nei rami piii grossi le membrane di Henle e di Schwann si  
guaine e di mielina. Nei rami piii grossi le membrane di Henle e di Schwann si  
prolungano siuo al primo bottone della catena a rosario, e quivi finiscono bruscameute.  
prolungano siuo al primo bottone della catena a rosario, e quivi finiscono bruscameute.  
Line 30,040: Line 26,712:
463  
463  


nei vari casi; ma, in generale, segue per la forma esteriore un anda-
nei vari casi; ma, in generale, segue per la forma esteriore un andamento pressocche analogo. Cioe (fig. I e II), da un nervo si spiccano  
mento pressocche analogo. Cioe (fig. I e II), da un nervo si spiccano  
a diversa altezza dei rami, molto spesso con divisione dicotomica  
a diversa altezza dei rami, molto spesso con divisione dicotomica  
(fig. I), i quali finiscono nella fibra muscolare con un' estremita slar-
(fig. I), i quali finiscono nella fibra muscolare con un' estremita slargata, che rappresenterebbe la piastra motrice. NeU'esempio ritratto  
gata, che rappresenterebbe la piastra motrice. NeU'esempio ritratto  
nella figura II il fascio di fibre staccatosi dal tronco principale provvede di terminazioni piu di una fibra muscolare. Si puo avere la  
nella figura II il fascio di fibre staccatosi dal tronco principale prov-
vede di terminazioni piu di una fibra muscolare. Si puo avere la  
divisione in due grossi rami, mentre altri piccoli sorgono a cespuglio,  
divisione in due grossi rami, mentre altri piccoli sorgono a cespuglio,  
facendo tra di loro angoli acuti ed esaurendosi con palline terminali  
facendo tra di loro angoli acuti ed esaurendosi con palline terminali  
Line 30,063: Line 26,732:




Colpisce I'osservatore e ferma I'attenzione di chi vuole minu-
Colpisce I'osservatore e ferma I'attenzione di chi vuole minutamente studiare il reperto, il fatto dei mutui rapporti tra i fili terminali emanati dallo stesso tronco nervoso. Diciamo rapporti e precisamente rapporti a mezzo di fili di sostanza che riuniscono due  
tamente studiare il reperto, il fatto dei mutui rapporti tra i fili termi-
nali emanati dallo stesso tronco nervoso. Diciamo rapporti e preci-
samente rapporti a mezzo di fili di sostanza che riuniscono due  
ramoscelli appartenenti alio stesso fusto; aggiungiamo che non si  
ramoscelli appartenenti alio stesso fusto; aggiungiamo che non si  
poteva accennare a vere anastomosi, nel senso di Gerlach, perche  
poteva accennare a vere anastomosi, nel senso di Gerlach, perche  
Line 30,074: Line 26,740:


In quanto alia natura di questi cordoni comunicanti non esitiamo  
In quanto alia natura di questi cordoni comunicanti non esitiamo  
ad ammetterli costituiti di sostanza nervosa, attesocche trattati i pre-
ad ammetterli costituiti di sostanza nervosa, attesocche trattati i preparati col metodo anzidetto, abbiarao ottenuto reazioni analoghe a  
parati col metodo anzidetto, abbiarao ottenuto reazioni analoghe a  
quelle dei nervi da cui essi provengono.  
quelle dei nervi da cui essi provengono.  


Line 30,085: Line 26,750:


Quest' osservazione a noi e sembrata di molto interesse, perche vi  
Quest' osservazione a noi e sembrata di molto interesse, perche vi  
si puo attribuire un importante significato funzionale. In effetti, consi-
si puo attribuire un importante significato funzionale. In effetti, considerando che nei muscoli rossi degli animali superiori non si e fatta  
derando che nei muscoli rossi degli animali superiori non si e fatta  




Line 30,123: Line 26,787:
Nella figura I I'andamento delle guaine e come nei casi ordinari  
Nella figura I I'andamento delle guaine e come nei casi ordinari  
delle piastre motrici: la guaina di Henle si continua col sarcolemma,  
delle piastre motrici: la guaina di Henle si continua col sarcolemma,  
I'altra di Schwann accompagna il cihndrasse sino alle ultime dira-
I'altra di Schwann accompagna il cihndrasse sino alle ultime diramazioni; la sostanza raielinica non si continua nella porzione intramuscolare del nervo, ma a questo limite si arresta bruscamente. La  
mazioni; la sostanza raielinica non si continua nella porzione intra-
muscolare del nervo, ma a questo limite si arresta bruscamente. La  
figura II, appartenente essa pure ad un preparato di rauscolo bianco  
figura II, appartenente essa pure ad un preparato di rauscolo bianco  
di coniglio, lascia osservare, che la membrana di Henle e di Schwann  
di coniglio, lascia osservare, che la membrana di Henle e di Schwann  
Line 30,154: Line 26,816:
rilevante, dovuta ad un gran numero di piccole palline disposte e  
rilevante, dovuta ad un gran numero di piccole palline disposte e  
situate negli angoli e Degli interstizi dell' intreccio. Nelle figure II e  
situate negli angoli e Degli interstizi dell' intreccio. Nelle figure II e  
III la terminazione a bottone e formata da una sostanza striata iuter-
III la terminazione a bottone e formata da una sostanza striata iuterposta ad un' altra finamente granulosa.  
posta ad un' altra finamente granulosa.  




Line 30,171: Line 26,832:
che si avvicina al sarcolemma, perde tutte le sue guaine e diviene  
che si avvicina al sarcolemma, perde tutte le sue guaine e diviene  
costituita dal solo cilindrasse nella sua porzione sarcolemmatica e piii  
costituita dal solo cilindrasse nella sua porzione sarcolemmatica e piii  
in la, in contatto con la granulosa, si divide in piii filamenti che, attor-
in la, in contatto con la granulosa, si divide in piii filamenti che, attorcigliandosi in varie guise, vanno a formare la massa propria della  
cigliandosi in varie guise, vanno a formare la massa propria della  
cosidetta placca nervosa. In ultimo si vede che ciascun tronco nervoso  
cosidetta placca nervosa. In ultimo si vede che ciascun tronco nervoso  
produce una sola arborizzazione, che ogni fibra muscolare comprende  
produce una sola arborizzazione, che ogni fibra muscolare comprende  
Line 30,183: Line 26,843:
dei comuni attributi; mentre nei muscoli pallidi manca I'esistenza di  
dei comuni attributi; mentre nei muscoli pallidi manca I'esistenza di  
tutte queste parti, quelle che si ritrovano offrono modalita different!,  
tutte queste parti, quelle che si ritrovano offrono modalita different!,  
la fibra nervosa procede in un altro senso per costituire le sue dira-
la fibra nervosa procede in un altro senso per costituire le sue diramazioni e le sue estremita.  
mazioni e le sue estremita.  




Line 30,207: Line 26,866:
le investigazioni sperimentali.  
le investigazioni sperimentali.  


Contro I'ipotesi, che nei muscoli bianchi avessimo ritrovato ter-
Contro I'ipotesi, che nei muscoli bianchi avessimo ritrovato terminazioni di senso stanno certe particolarita d' indole generale. Cosi  
minazioni di senso stanno certe particolarita d' indole generale. Cosi  
si puo invocare la forma, che press' a poco segue il tipo delle  
si puo invocare la forma, che press' a poco segue il tipo delle  
comuni piastre motrici, e difatti nella figura I si ha, e vero, un  
comuni piastre motrici, e difatti nella figura I si ha, e vero, un  
assieme diflerente, ma le singole unita che compongouo I'espansione  
assieme diflerente, ma le singole unita che compongouo I'espansione  
intramuscolare del nervo non si allontanauo gran che dalle termiua-
intramuscolare del nervo non si allontanauo gran che dalle termiuazioni ordinarie dei muscoli rossi.  
zioni ordinarie dei muscoli rossi.  


In secondo luogo vi e il criterio molto signiticante dato dall'assenza  
In secondo luogo vi e il criterio molto signiticante dato dall'assenza  
di un'altra varieta di arborizzazione nello stesso tessuto; ed e ovvio  
di un'altra varieta di arborizzazione nello stesso tessuto; ed e ovvio  
che ove si sostenesse la natura sensitiva per i nostri reperti, ci tro-
che ove si sostenesse la natura sensitiva per i nostri reperti, ci troveremmo coutemporaneamente ad ammettere la possibilita di avere  
veremmo coutemporaneamente ad ammettere la possibilita di avere  
fibre muscolari striate prive di nervi motori.  
fibre muscolari striate prive di nervi motori.  


Line 30,234: Line 26,890:
Concludiamo: P che le fibre muscolari blanche hanno un apparato  
Concludiamo: P che le fibre muscolari blanche hanno un apparato  
nervoso terminale ben diflferente per struttura, decorso dei nervi che  
nervoso terminale ben diflferente per struttura, decorso dei nervi che  
lo producono, procedimento della porzione intramuscolare dalla ter-
lo producono, procedimento della porzione intramuscolare dalla terminazione nervosa motrice dei muscoli rossi;  
minazione nervosa motrice dei muscoli rossi;  


2° che in quanto al significato funzionale, I'esame istologico le  
2° che in quanto al significato funzionale, I'esame istologico le  
Line 30,250: Line 26,905:
Nachdruck verboten.  
Nachdruck verboten.  


üelber die JDarstellung der Kittsubstaiiz des Schmelzes mensch-
üelber die JDarstellung der Kittsubstaiiz des Schmelzes menschlicher Zähne.  
licher Zähne.  


Von Dr. Eenst Smreker, Zahnarzt in Wien.  
Von Dr. Eenst Smreker, Zahnarzt in Wien.  
Line 30,262: Line 26,916:
einer Kittsubstanz zwischen den Schmelzprismen zu Gunsten einer  
einer Kittsubstanz zwischen den Schmelzprismen zu Gunsten einer  
solchen entschieden wurde. Die überzeugende Darstellung v. Ebners  
solchen entschieden wurde. Die überzeugende Darstellung v. Ebners  
in jener Abhandlung suchte Walkhofp, die Fehde wieder auf-
in jener Abhandlung suchte Walkhofp, die Fehde wieder aufnehmend, durch eine „größere Anzahl von gewichtigen Gegengrüuden",  
nehmend, durch eine „größere Anzahl von gewichtigen Gegengrüuden",  
welche derselbe in der Deutschen Monatsschrift für Zahnheilkunde  
welche derselbe in der Deutschen Monatsschrift für Zahnheilkunde  
verötientlichte, zu entkräften und seine Anschauung von der Nicht-
verötientlichte, zu entkräften und seine Anschauung von der NichtExistenz einer Zwischensubstanz — Waldeyer und anderen folgend  
Existenz einer Zwischensubstanz — Waldeyer und anderen folgend  
— zur Geltung zu bringen.  
— zur Geltung zu bringen.  


Die neuen Argumente, welche ich aus Walkhoffs Arbeit „Bei-
Die neuen Argumente, welche ich aus Walkhoffs Arbeit „Beiträge zum feineren Bau des Schmelzes und zur Entwickelung des  
träge zum feineren Bau des Schmelzes und zur Entwickelung des  
Zahnbeins" entnehme, bestehen der Hauptsache nach: 1) aus der subjektiven Beobachtung vod Querschnitten der Schmelzprismen und 2)  
Zahnbeins" entnehme, bestehen der Hauptsache nach: 1) aus der sub-
jektiven Beobachtung vod Querschnitten der Schmelzprismen und 2)  
aus der Kritik der Beobachtungen seiner Gegner.  
aus der Kritik der Beobachtungen seiner Gegner.  


Line 30,285: Line 26,935:
Ergebnis erhält man aber nach Walkhoff nur bei höchst genauer  
Ergebnis erhält man aber nach Walkhoff nur bei höchst genauer  
Einstellung des Mikroskopes, wo möglich auf die Oberfläche des Prismas,  
Einstellung des Mikroskopes, wo möglich auf die Oberfläche des Prismas,  
und scharfer Beleuchtung. Werden diese korrekten Beobachtungs-
und scharfer Beleuchtung. Werden diese korrekten Beobachtungsbedingungen nicht eingehalten, dann ändert sich das Bild total, die  
bedingungen nicht eingehalten, dann ändert sich das Bild total, die  
früher helle Randschicht des Prismas wird dunkel und täuscht so die  
früher helle Randschicht des Prismas wird dunkel und täuscht so die  
Kittsubstanz vor.  
Kittsubstanz vor.  
Line 30,300: Line 26,949:
mit Säuren schwach geätzten Längsschlitfen ergeben, vor Täuschungen,  
mit Säuren schwach geätzten Längsschlitfen ergeben, vor Täuschungen,  
welche auch ungeätzte Längsschliffe wegen der Tiefenzeichnung des  
welche auch ungeätzte Längsschliffe wegen der Tiefenzeichnung des  
Mikroskopes zu stände bringen, und selbst vor Irrtümern bei Unter-
Mikroskopes zu stände bringen, und selbst vor Irrtümern bei Untersuchung ungeätzter Querschliff'e. Er begründet seine Warnungen mit  
suchung ungeätzter Querschliff'e. Er begründet seine Warnungen mit  
der Analyse des mikroskopischen Bildes von Triceratium, einer Diatomaceengattung.  
der Analyse des mikroskopischen Bildes von Triceratium, einer Dia-
tomaceengattung.  


Auch hat Walkhoff, um seine Ansicht als die richtige zu be-
Auch hat Walkhoff, um seine Ansicht als die richtige zu beweisen, Prismen im Querschnitt bei stärkster Vergrößerung photographiert und hotft, daß die Reproduktion derselben selbst den größten  
weisen, Prismen im Querschnitt bei stärkster Vergrößerung photo-
graphiert und hotft, daß die Reproduktion derselben selbst den größten  
Verteidiger einer Kittsubstanz bekehren werde. Soweit ich mich aber  
Verteidiger einer Kittsubstanz bekehren werde. Soweit ich mich aber  
bei seinen Gegnern persönlich erkundigen konnte, ist diese Hoffnung  
bei seinen Gegnern persönlich erkundigen konnte, ist diese Hoffnung  
Line 30,317: Line 26,962:
möge die Beobachtung mit einem Objektiv über oder unter 1 mm  
möge die Beobachtung mit einem Objektiv über oder unter 1 mm  
num. Apert. erfolgen. Sie halten diese dunklen Bänder eben für die  
num. Apert. erfolgen. Sie halten diese dunklen Bänder eben für die  
Zwischensubstiinz und nicht für ein optisches, durch Diffraktion ent-
Zwischensubstiinz und nicht für ein optisches, durch Diffraktion entstandenes Phänomen, um so weniger, als dieselben mit zu großer  
standenes Phänomen, um so weniger, als dieselben mit zu großer  
Regelmäßigkeit immer in gleicher Weise sichtbar sind, während man  
Regelmäßigkeit immer in gleicher Weise sichtbar sind, während man  
bei dem großen Formenwechsel der Prismen (sechseckig, fünfeckig,  
bei dem großen Formenwechsel der Prismen (sechseckig, fünfeckig,  
polyedrisch, oval und kreisrund) eine gewisse Abhängigkeit des vorge-
polyedrisch, oval und kreisrund) eine gewisse Abhängigkeit des vorgetäuschten Bildes in der Längsansicht erwarten müßte. Walkhoff  
täuschten Bildes in der Längsansicht erwarten müßte. Walkhoff  
selbst spricht von runden Querschnitten der Prismen. Was füllt die  
selbst spricht von runden Querschnitten der Prismen. Was füllt die  
Fugen zwischen denselben aus, wenn er die Existenz der Kittsubstanz  
Fugen zwischen denselben aus, wenn er die Existenz der Kittsubstanz  
Line 30,345: Line 26,988:
469  
469  


Walkhoff will das zurückbleibende Gerüste freilich als die korti-
Walkhoff will das zurückbleibende Gerüste freilich als die kortikale, schwerer lösbare Substanz der Prismen deuten. Doch ist uns  
kale, schwerer lösbare Substanz der Prismen deuten. Doch ist uns  
dies weniger wahrscheinlich, da bei der letzteren Auffassung auch eine  
dies weniger wahrscheinlich, da bei der letzteren Auffassung auch eine  
Trennungslinie in den Balken, entsprechend den Prismeugrenzen, sicht-
Trennungslinie in den Balken, entsprechend den Prismeugrenzen, sichtbar sein müßte (Prof. Schaffer).  
bar sein müßte (Prof. Schaffer).  


Walkhoffs Ansicht der Nebeneinanderlagerung der' Schmelz-
Walkhoffs Ansicht der Nebeneinanderlagerung der' Schmelzprisraen ohne Zwischensubstanz auf Grund der angeführten und beweisend sein sollenden Photographie ist nur unter der Voraussetzung  
prisraen ohne Zwischensubstanz auf Grund der angeführten und be-
weisend sein sollenden Photographie ist nur unter der Voraussetzung  
begreiflich, daß derselbe eine unrichtige Einstellung des Mikroskopes  
begreiflich, daß derselbe eine unrichtige Einstellung des Mikroskopes  
als die korrekte angenommen hat.  
als die korrekte angenommen hat.  
Line 30,359: Line 26,998:
Nach diesen einleitenden Worten , welche den gegenwärtigen  
Nach diesen einleitenden Worten , welche den gegenwärtigen  
Stand der Frage über den Bau des Schmelzes flüchtig skizzieren,  
Stand der Frage über den Bau des Schmelzes flüchtig skizzieren,  
kann ich zu meinen Untersuchungen kommen. Ich ging von dem Ge-
kann ich zu meinen Untersuchungen kommen. Ich ging von dem Gedanken aus, daß man dem Einwände Walkhoffs, es sei die Kittsubstanz nur ein optisches trügerisches Bild, am besten beikommen  
danken aus, daß man dem Einwände Walkhoffs, es sei die Kitt-
substanz nur ein optisches trügerisches Bild, am besten beikommen  
könnte, falls es gelänge, durch Tinktion oder Imprägnation eine  
könnte, falls es gelänge, durch Tinktion oder Imprägnation eine  
Differenzierung der beiden zum Aufbau des Schmelzes verwendeten  
Differenzierung der beiden zum Aufbau des Schmelzes verwendeten  
Line 30,375: Line 27,012:
trotzdem dasselbe in den neueren Abhandlungen mit keinem Worte  
trotzdem dasselbe in den neueren Abhandlungen mit keinem Worte  
erwähnt wird, so mußte ich doch annehmen, daß die Silberimprägnation  
erwähnt wird, so mußte ich doch annehmen, daß die Silberimprägnation  
auch beim Schmelz zur Genüge geprüft, jedoch ohne besonderen Er-
auch beim Schmelz zur Genüge geprüft, jedoch ohne besonderen Erfolg angewendet wurde, um so mehr als die Behandlung des Zahnbeins  
folg angewendet wurde, um so mehr als die Behandlung des Zahnbeins  
mit salpetersaurem Silber eine bekannte ausgezeichnete Methode der  
mit salpetersaurem Silber eine bekannte ausgezeichnete Methode der  
Darstellung der Zahnbeinkanälchen mit ihren Ausläufern ist.  
Darstellung der Zahnbeinkanälchen mit ihren Ausläufern ist.  


Ich wollte aber die Versilberung in gleichzeitiger Wirkung mit  
Ich wollte aber die Versilberung in gleichzeitiger Wirkung mit  
Säuren prüfen, da ich vermutete, daß das hypothetische negative Re-
Säuren prüfen, da ich vermutete, daß das hypothetische negative Resultat auf Rechnung der Verkalkung der Prismen und der Zwischensubstanz zu setzen sei. Und da ich gerade eine Reihe von Milchzahnschlitfen zur Hand hatte, so warf ich einige dieser Schliffe in 1 7oo  
sultat auf Rechnung der Verkalkung der Prismen und der Zwischen-
substanz zu setzen sei. Und da ich gerade eine Reihe von Milchzahn-
schlitfen zur Hand hatte, so warf ich einige dieser Schliffe in 1 7oo  
Salpetersäure (sp. Gew. 1,34) und legte dicht neben die Schliffe einen  
Salpetersäure (sp. Gew. 1,34) und legte dicht neben die Schliffe einen  
kleinen Kristall von salpetersaurem Silber.  
kleinen Kristall von salpetersaurem Silber.  
Line 30,396: Line 27,029:


die Präparate ausgewässert und nahmen bei diffusem Tageslichte im  
die Präparate ausgewässert und nahmen bei diffusem Tageslichte im  
Zahnbein eine braunrote, im Schmelz eine graue Färbung an. Unter-
Zahnbein eine braunrote, im Schmelz eine graue Färbung an. Untersucht man dann das Präparat unter dem Mikroskope (wobei es sich  
sucht man dann das Präparat unter dem Mikroskope (wobei es sich  
empfiehlt, dasselbe vorher durch einige Züge auf dem Schleifsteine von  
empfiehlt, dasselbe vorher durch einige Züge auf dem Schleifsteine von  
dem oberflächlichen, die Beobachtung störenden Niederschlage zu be-
dem oberflächlichen, die Beobachtung störenden Niederschlage zu befreien), so wird man ganz deutlich schwarze Linien zwischen den  
freien), so wird man ganz deutlich schwarze Linien zwischen den  
Prismen, in den oberflächlichen Lagen wahrnehmen, während die  
Prismen, in den oberflächlichen Lagen wahrnehmen, während die  
Schmelzprismen farblos bleiben oder doch nur einen leichten graulichen  
Schmelzprismen farblos bleiben oder doch nur einen leichten graulichen  
Schleier annehmen. Die schwarzen Linien verlaufen dort, wo wir  
Schleier annehmen. Die schwarzen Linien verlaufen dort, wo wir  
Prismen in der Längsansicht vor uns haben, in einfachen Linien  
Prismen in der Längsansicht vor uns haben, in einfachen Linien  
zwischen denselben, sie bilden an schiefen Schnitten derselben rhom-
zwischen denselben, sie bilden an schiefen Schnitten derselben rhomboidale Maschen und an guten Querschnitten derselben bei flüchtigem  
boidale Maschen und an guten Querschnitten derselben bei flüchtigem  
Blick die wohlbekannte polyedrische Netzfigur. Bei genauer Betrachtung aber nehme ich wahr, daß die Silberlinien an quer getroflenen Schmelzprismen nicht den ganzen Umfang derselben einnehmen,  
Blick die wohlbekannte polyedrische Netzfigur. Bei genauer Be-
wodurch arkadeuförmige Linien entstehen, wie solche in Fig. 2 dargestellt sind. Es erwächst dadurch der Eindruck, als ob die Querschnitte der Schmelzprismen schuppenförmig übereinander liegen  
trachtung aber nehme ich wahr, daß die Silberlinien an quer ge-
troflenen Schmelzprismen nicht den ganzen Umfang derselben einnehmen,  
wodurch arkadeuförmige Linien entstehen, wie solche in Fig. 2 darge-
stellt sind. Es erwächst dadurch der Eindruck, als ob die Quer-
schnitte der Schmelzprismen schuppenförmig übereinander liegen  
würden. Durch diese unerwartete Form der imprägnierten Linien  
würden. Durch diese unerwartete Form der imprägnierten Linien  
veranlaßt, habe ich auch unimprägnierte Präparate mit quer getroflenen  
veranlaßt, habe ich auch unimprägnierte Präparate mit quer getroflenen  
Line 30,433: Line 27,059:
471  
471  


Schmelzprisraen untersucht und gefunden, daß hier die gleichen Ver-
Schmelzprisraen untersucht und gefunden, daß hier die gleichen Verhältnisse angetroffen werden. Ich sehe die Prismen nicht allseitig  
hältnisse angetroffen werden. Ich sehe die Prismen nicht allseitig  
gleich scharf von Kittsubstanz abgegrenzt. Welches histologische Verhältnis dieser Zeichnung zu Grunde liegt, kann ich nicht angeben.  
gleich scharf von Kittsubstanz abgegrenzt. Welches histologische Ver-
hältnis dieser Zeichnung zu Grunde liegt, kann ich nicht angeben.  
Auffallend ist an Querschnittbildern oft die regelmäßige Anordnung  
Auffallend ist an Querschnittbildern oft die regelmäßige Anordnung  
der Prismen in geraden Linien, wie die Felder eines Schachbrettes.  
der Prismen in geraden Linien, wie die Felder eines Schachbrettes.  
Line 30,443: Line 27,067:
verschieden, auch in derselben Entfernung von der Schraelzgrenze, die  
verschieden, auch in derselben Entfernung von der Schraelzgrenze, die  
Zeichnung der schwarzen Linien ist bald außerordentlich zart, bald  
Zeichnung der schwarzen Linien ist bald außerordentlich zart, bald  
derber, entsprechend der Menge der Kittsubstanz, welche an den be-
derber, entsprechend der Menge der Kittsubstanz, welche an den betreffenden Stellen vorhanden ist.  
treffenden Stellen vorhanden ist.  


An guten Präparaten treten diese Linien so klar zu Tage, daß  
An guten Präparaten treten diese Linien so klar zu Tage, daß  
Line 30,453: Line 27,076:
Der grauliche Schleier, welcher da und dort die Prismen überzog,  
Der grauliche Schleier, welcher da und dort die Prismen überzog,  
ist auch nicht schwer zu erklären. Da, wo die Kittsubstauzflächen  
ist auch nicht schwer zu erklären. Da, wo die Kittsubstauzflächen  
horizontal verlaufen, müssen wir sie viel heller imprägniert wahr-
horizontal verlaufen, müssen wir sie viel heller imprägniert wahrnehmen als an jenen Stellen, wo diese Flächen parallel mit der  
nehmen als an jenen Stellen, wo diese Flächen parallel mit der  
Mikroskopachse in ihrer Tiefenausdehnung zur Ansicht kommen. Bei  
Mikroskopachse in ihrer Tiefenausdehnung zur Ansicht kommen. Bei  
starker Vergrößerung beobachtet, setzen sich diese Linien aus lauter  
starker Vergrößerung beobachtet, setzen sich diese Linien aus lauter  
kleinen Körnchen zusammen, wie es für die Silberimprägnationslinien  
kleinen Körnchen zusammen, wie es für die Silberimprägnationslinien  
charakteristisch ist. Die Linien lassen sich zwischen den Schmelz-
charakteristisch ist. Die Linien lassen sich zwischen den Schmelzprismen oft auf lange Strecken ununterbrochen verfolgen, zeigten aber  
prismen oft auf lange Strecken ununterbrochen verfolgen, zeigten aber  
auch nicht selten Unterbrechungen, was ja bei Niederschlägen mit  
auch nicht selten Unterbrechungen, was ja bei Niederschlägen mit  
salpetersaurem Silber oft vorkommt. Eine einzelne Linie ist in ihrem  
salpetersaurem Silber oft vorkommt. Eine einzelne Linie ist in ihrem  
Line 30,468: Line 27,089:
an vielen Stellen, namentlich aber in den tiefen, dem Dentin nahen  
an vielen Stellen, namentlich aber in den tiefen, dem Dentin nahen  
Schmelzstellen die Imprägnationslinien doppelt auftraten — gleich als  
Schmelzstellen die Imprägnationslinien doppelt auftraten — gleich als  
ob hier die Imprägnation an den Grenzen zwischen Prisma und Kitt-
ob hier die Imprägnation an den Grenzen zwischen Prisma und Kittsubstanz aufgetreten wäre. Eine Erklärung dieses Befundes zu geben,  
substanz aufgetreten wäre. Eine Erklärung dieses Befundes zu geben,  
ist etwas schwierig. Vielleicht hängt dies einzig und allein mit der  
ist etwas schwierig. Vielleicht hängt dies einzig und allein mit der  
Tiefenzeichnung des Mikroskopes zusammen.  
Tiefenzeichnung des Mikroskopes zusammen.  


Da die Wirkung des salpetersauren Silbers selten eine tiefgrei-
Da die Wirkung des salpetersauren Silbers selten eine tiefgreifende ist, so war es nicht zu verwundern, daß die schwarzen Linien  
fende ist, so war es nicht zu verwundern, daß die schwarzen Linien  
nur bis zu einer gewissen Tiefe in den Präparaten sichtbar waren,  
nur bis zu einer gewissen Tiefe in den Präparaten sichtbar waren,  
und darauf Schichten kamen, in welchen die Kittlinien ungefärbt  
und darauf Schichten kamen, in welchen die Kittlinien ungefärbt  
Line 30,489: Line 27,108:
Formalin, die fertigen Schliffe später in absolutem Alkohol lagen, so  
Formalin, die fertigen Schliffe später in absolutem Alkohol lagen, so  
mußte ich weiter eruieren , ob auch bei frischen Milchzähnen auf  
mußte ich weiter eruieren , ob auch bei frischen Milchzähnen auf  
gleiche Weise die Zwischensubstanz der Schmelzprismen sich nach-
gleiche Weise die Zwischensubstanz der Schmelzprismen sich nachweisen lasse. — Die Kittlinieu erschienen sofort an den von mir hergestellten Präparaten und stellten ebenso schöne Bilder dar wie die  
weisen lasse. — Die Kittlinieu erschienen sofort an den von mir her-
alten, schon lange fixierten Objekte. Freilich muß ich gleich hier erwähnen, daß man an guten Präparaten auch in den oberflächlichen  
gestellten Präparaten und stellten ebenso schöne Bilder dar wie die  
alten, schon lange fixierten Objekte. Freilich muß ich gleich hier er-
wähnen, daß man an guten Präparaten auch in den oberflächlichen  
Schichten nicht jede Kittlinie schwarz gefärbt findet. Neben Stellen  
Schichten nicht jede Kittlinie schwarz gefärbt findet. Neben Stellen  


Line 30,516: Line 27,132:
Stellen und solche, wo keine Silberwirkung wahrzunehmen ist. Dies  
Stellen und solche, wo keine Silberwirkung wahrzunehmen ist. Dies  
kann bedingt sein durch stellenweise erschwertes Eindringen der  
kann bedingt sein durch stellenweise erschwertes Eindringen der  
Silberlösung in das Email, sowie durch verschieden reiches Vorhanden-
Silberlösung in das Email, sowie durch verschieden reiches Vorhandensein der Zwischensubstanz. Auch ungleiches Abschleifen der oberflächlichen Schichten des Präparates, zwecks der Entfernung des  
sein der Zwischensubstanz. Auch ungleiches Abschleifen der ober-
flächlichen Schichten des Präparates, zwecks der Entfernung des  
früher erwähnten Niederschlages, könnte man beschuldigen, ist aber  
früher erwähnten Niederschlages, könnte man beschuldigen, ist aber  
sicher nicht der einzige Grund hierfür, da man an gut gelungenen Prä-
sicher nicht der einzige Grund hierfür, da man an gut gelungenen Präparaten, an denen der Niederschlag nur abgepinselt wurde, Stellen  
paraten, an denen der Niederschlag nur abgepinselt wurde, Stellen  
ausgezeichneter und mangelhafter Imprägnation nebeneinander vorfindet. Regelmäßig finde ich eine gute Imprägnation an jenen Stellen  
ausgezeichneter und mangelhafter Imprägnation nebeneinander vor-
findet. Regelmäßig finde ich eine gute Imprägnation an jenen Stellen  
mitten im Schmelze, welche bei auffallendem Lichte ein milchweißes  
mitten im Schmelze, welche bei auffallendem Lichte ein milchweißes  
Aussehen darbieten im Gegensatz zu dem durchscheinenden, blauweißen,  
Aussehen darbieten im Gegensatz zu dem durchscheinenden, blauweißen,  
normalen Schmelz. Es handelt sich hier um die bei Milchzähnen so  
normalen Schmelz. Es handelt sich hier um die bei Milchzähnen so  
außerordentlich häufigen breiten RETziusschen Streifen (Konturbänder  
außerordentlich häufigen breiten RETziusschen Streifen (Konturbänder  
Preiswerk), in welchen bekanntlich v. Ebner eine reichere An-
Preiswerk), in welchen bekanntlich v. Ebner eine reichere Ansammlung der Kittsubstanz vermutet hat. Dieser neue Befund veranlaßte mich natürlich, auch Versuche mit salpetersaurem Silber allein  
sammlung der Kittsubstanz vermutet hat. Dieser neue Befund ver-
anlaßte mich natürlich, auch Versuche mit salpetersaurem Silber allein  
anzustellen, einerseits weil ich sehen wollte, welche Bilder hierbei zu  
anzustellen, einerseits weil ich sehen wollte, welche Bilder hierbei zu  
Stande kommen, andererseits weil ich wegen des Vorwurfs der Mit-
Stande kommen, andererseits weil ich wegen des Vorwurfs der Mitwirkung einer Säure für meine Experimente den Einwurf minderer  
wirkung einer Säure für meine Experimente den Einwurf minderer  








Fig. 4. Silberimprägnation des Queischliffes eines Tigerzahnes mit längs ge-
Fig. 4. Silberimprägnation des Queischliffes eines Tigerzahnes mit längs getroffenen Prismen, welche in verschiedener Tiefe verschiedenen Verlauf zeigen. Schliff  
troffenen Prismen, welche in verschiedener Tiefe verschiedenen Verlauf zeigen. Schliff  
aus einem Troekenpräparat. Vergr. 210 : 1.  
aus einem Troekenpräparat. Vergr. 210 : 1.  


Line 30,550: Line 27,158:




Beweiskraft fürchten müßte. Ich stellte die Versuche in etwas abge-
Beweiskraft fürchten müßte. Ich stellte die Versuche in etwas abgeänderter Form an und brachte die völlig ausgearbeiteten Schliffe in  
änderter Form an und brachte die völlig ausgearbeiteten Schliffe in  
eine schwache salpetersaure Silberlösung 1 : 500, in welchen ich dieselben stundenlang in einem dunklen Räume verweilen ließ. Sie  
eine schwache salpetersaure Silberlösung 1 : 500, in welchen ich die-
selben stundenlang in einem dunklen Räume verweilen ließ. Sie  
wurden darauf wieder im Dunklen ausgewässert und dann erst ans  
wurden darauf wieder im Dunklen ausgewässert und dann erst ans  


Tageslicht gebracht. Hier  
Tageslicht gebracht. Hier  
nahmen die erst gelb ge-
nahmen die erst gelb ge!^'\kUkUA\4M„ ,. , _. . färbten Präparate eine  
!^'\kUkUA\4M„ ,. , _. . färbten Präparate eine  


graue und später schwarze  
graue und später schwarze  
Farbe an, wobei jedoch  
Farbe an, wobei jedoch  
der Schmelz stets eine  
der Schmelz stets eine  
bedeutend lichtere Fär-
bedeutend lichtere Färbung und einen anderen  
bung und einen anderen  
Farbenton aufweist , so  
Farbenton aufweist , so  
daß die Grenzlinie zwi-
daß die Grenzlinie zwischen beiden Geweben  
schen beiden Geweben  
haarscharf hervortritt.  
haarscharf hervortritt.  


Line 30,577: Line 27,180:
Prismen läuft. Vergr. 210 : 1.  
Prismen läuft. Vergr. 210 : 1.  


Unter dem Mikroskope betrachtet, zeigen solche Milchzahn-
Unter dem Mikroskope betrachtet, zeigen solche Milchzahnpräparate, neben den früher genügend ausführlich geschilderten Verhältnissen, auch einzelne Stellen, welche zu dem gewöhnlichen Befunde  
präparate, neben den früher genügend ausführlich geschilderten Ver-
hältnissen, auch einzelne Stellen, welche zu dem gewöhnlichen Befunde  
sich entgegengesetzt verhalten. Die Prismensubstanz ist tief dunkel  
sich entgegengesetzt verhalten. Die Prismensubstanz ist tief dunkel  
imprägniert, während die Zwischensubstanz ohne jede Spur einer Ver-
imprägniert, während die Zwischensubstanz ohne jede Spur einer Verfärbung hell weiß erscheint. Ich verzeichne hier diesen Befund, ohne  
färbung hell weiß erscheint. Ich verzeichne hier diesen Befund, ohne  
eine Erklärung hierfür geben zu können. Aber auch diese Bilder  
eine Erklärung hierfür geben zu können. Aber auch diese Bilder  
liefern den Beweis, daß zum Aufbau des Schmelzes zwei voneinander  
liefern den Beweis, daß zum Aufbau des Schmelzes zwei voneinander  
Line 30,588: Line 27,188:


Das nächste Ziel meiner Arbeit war, zu untersuchen, ob bei  
Das nächste Ziel meiner Arbeit war, zu untersuchen, ob bei  
bleibenden Zähnen gleiche Verhältnisse wie bei den Milchzähnen nach-
bleibenden Zähnen gleiche Verhältnisse wie bei den Milchzähnen nachzuweisen seien. Nach wenigen Mißerfolgen gelaug es mir, ein prächtiges Präparat des Schmelzes eines bleibenden Zahnes einer älteren  
zuweisen seien. Nach wenigen Mißerfolgen gelaug es mir, ein präch-
tiges Präparat des Schmelzes eines bleibenden Zahnes einer älteren  
Person, welcher monatelang in Alkohol aufbewahrt war, zu erzielen.  
Person, welcher monatelang in Alkohol aufbewahrt war, zu erzielen.  
Der Zahnschlitf wurde bis zur höchsten Feinheit ausgearbeitet, in  
Der Zahnschlitf wurde bis zur höchsten Feinheit ausgearbeitet, in  
5-proz. salpetersaures Silber auf 1 Stunde in dunklem Raum ge-
5-proz. salpetersaures Silber auf 1 Stunde in dunklem Raum gebracht, ausgewässert; nach einigen Stunden ans Tageslicht gebracht  
bracht, ausgewässert; nach einigen Stunden ans Tageslicht gebracht  
und untersucht. Die Kittsubstanz war durchgehends schwarz imprägniert. An diesem Präparate waren auch sehr schöne Prismenquerschnitte sichtbar, wobei die Imprägnationslinien nur einfach —  
und untersucht. Die Kittsubstanz war durchgehends schwarz im-
prägniert. An diesem Präparate waren auch sehr schöne Prismen-
querschnitte sichtbar, wobei die Imprägnationslinien nur einfach —  




Line 30,606: Line 27,201:
daß die Prismen nicht immer regelmäßige Polygone darstellen ; oft  
daß die Prismen nicht immer regelmäßige Polygone darstellen ; oft  
erstrecken sich schmale Fortsätze (Prismenkanten) zwischen die  
erstrecken sich schmale Fortsätze (Prismenkanten) zwischen die  
Nachbarprismen und müssen so, wenn sie von der Längsansicht ge-
Nachbarprismen und müssen so, wenn sie von der Längsansicht gesehen werden, einen doppelten Imprägnationsstreifen zeigen.  
sehen werden, einen doppelten Imprägnationsstreifen zeigen.  


Aus weiteren Versuchen ergab sich, daß auch frische Schliöe aus  
Aus weiteren Versuchen ergab sich, daß auch frische Schliöe aus  
dem Schmelz der bleibenden Zähne der Imprägnation der Zwischen-
dem Schmelz der bleibenden Zähne der Imprägnation der Zwischensubstanz des Schmelzes keine Schwierigkeit entgegensetzen. Die beste  
substanz des Schmelzes keine Schwierigkeit entgegensetzen. Die beste  
Methode hierfür ist die folgende: Man bringe die bis zur höchsten  
Methode hierfür ist die folgende: Man bringe die bis zur höchsten  
Feinheit geschlitfenen Präparate in schwache Lösungen von salpeter-
Feinheit geschlitfenen Präparate in schwache Lösungen von salpetersaurem Silber, belasse sie bei diffusem Tageslichte 4 — 6 Stunden darin  
saurem Silber, belasse sie bei diffusem Tageslichte 4 — 6 Stunden darin  
und wässere dieselben gut aus. In diesem Falle ist der Silberniederschlag so gering, daß man denselben mit wenigen Strichen auf dem  
und wässere dieselben gut aus. In diesem Falle ist der Silbernieder-
schlag so gering, daß man denselben mit wenigen Strichen auf dem  
Schleifsteine entfernen kann, und beschränkt sich fast stets nur auf  
Schleifsteine entfernen kann, und beschränkt sich fast stets nur auf  
die Zwischensubstanz. Verwendet man starke Lösungen, so erhält man  
die Zwischensubstanz. Verwendet man starke Lösungen, so erhält man  
im rechten Zeitpunkte auch sehr gute Präparate, später aber impräg-
im rechten Zeitpunkte auch sehr gute Präparate, später aber imprägniert sich auch die Substanz der Prismen, so daß die Präparate  
niert sich auch die Substanz der Prismen, so daß die Präparate  
schließlich keine Differenzierung der Prismen und Zwischensubstanz  
schließlich keine Differenzierung der Prismen und Zwischensubstanz  
zeigen.  
zeigen.  
Line 30,626: Line 27,216:
lieber die Haltbarkeit der Präparate kann ich mich wegen der  
lieber die Haltbarkeit der Präparate kann ich mich wegen der  
Kürze der Beobachtungszeit noch nicht aussprechen. In Kanadabalsam  
Kürze der Beobachtungszeit noch nicht aussprechen. In Kanadabalsam  
eingebettet, dunkeln die Präparate stark nach, nehmen einen braun-
eingebettet, dunkeln die Präparate stark nach, nehmen einen braunroten Ton an und verlieren so an Deutlichkeit. Werden die Präparate  
roten Ton an und verlieren so an Deutlichkeit. Werden die Präparate  
nicht sehr gut ausgewässert, so muß man auch bei Einschluß in  
nicht sehr gut ausgewässert, so muß man auch bei Einschluß in  
Glyzerin auf späteres Undeutlichwerden derselben durch folgende  
Glyzerin auf späteres Undeutlichwerden derselben durch folgende  
Line 30,634: Line 27,223:
Freilich ist die Methode, derartige Präparate herzustellen nicht  
Freilich ist die Methode, derartige Präparate herzustellen nicht  
immer gleich verläßlich, wie ich mich im Verlaufe einiger trüber  
immer gleich verläßlich, wie ich mich im Verlaufe einiger trüber  
Wintertage überzeugen konnte, an welchen ich gegen 20 Schmelz-
Wintertage überzeugen konnte, an welchen ich gegen 20 Schmelzpräpate von Milchschneide- und Eckzähnen vergeblich mit salpetersaurem Silber behandelte. Ich veränderte alle Versuchsbedingungen,  
präpate von Milchschneide- und Eckzähnen vergeblich mit salpeter-
die Konservierungsfiüssigkeit, die Zeit der Silbereinwirkung, die Konzentration der Silberlösung, die Zeit des folgenden Auswässerns und  
saurem Silber behandelte. Ich veränderte alle Versuchsbedingungen,  
die Konservierungsfiüssigkeit, die Zeit der Silbereinwirkung, die Kon-
zentration der Silberlösung, die Zeit des folgenden Auswässerns und  
andere mehr, ohne einen Erfolg zu erzielen, bis endlich das Eintreten  
andere mehr, ohne einen Erfolg zu erzielen, bis endlich das Eintreten  
hellerer Tage einen Wandel zum Besseren brachte.  
hellerer Tage einen Wandel zum Besseren brachte.  
Line 30,661: Line 27,247:
Es läßt sich dies vielleicht dadurch erklären, daß niemand daran  
Es läßt sich dies vielleicht dadurch erklären, daß niemand daran  
dachte, daß eine Imprägnationsmethode, die sonst nur an weichen  
dachte, daß eine Imprägnationsmethode, die sonst nur an weichen  
lebenden Epithelien mit Erfolg angewendet wird, auch an der ver-
lebenden Epithelien mit Erfolg angewendet wird, auch an der versteinerten Schmelzmasse eine bestimmte Zeichnung hervorrufen könnte.  
steinerten Schmelzmasse eine bestimmte Zeichnung hervorrufen könnte.  
Die Bedingungen, unter welchen in dem einen und dem anderen Falle  
Die Bedingungen, unter welchen in dem einen und dem anderen Falle  
die Reaktion erfolgt, scheinen auch wesentlich verschieden zu sein.  
die Reaktion erfolgt, scheinen auch wesentlich verschieden zu sein.  
Line 30,680: Line 27,265:
Silberlösungen an frischen Objekten erhalten. In dem letzteren Falle  
Silberlösungen an frischen Objekten erhalten. In dem letzteren Falle  
werden die Zellen rasch getötet, und in die toten Zellen dringt das  
werden die Zellen rasch getötet, und in die toten Zellen dringt das  
Silbersalz ebenfalls rasch ein, wie in die Kittsubstanz, und man be-
Silbersalz ebenfalls rasch ein, wie in die Kittsubstanz, und man bekommt nur diffuse Färbungen und regellose Niederschläge.  
kommt nur diffuse Färbungen und regellose Niederschläge.  




Line 30,695: Line 27,279:


Ich habe schon früher in dieser Zeitschrift^} über „Saftkanälchen"  
Ich habe schon früher in dieser Zeitschrift^} über „Saftkanälchen"  
oder, wie ich dieselben jetzt besser nennen mag, Trophospongien-
oder, wie ich dieselben jetzt besser nennen mag, Trophospongienkanälchen der Nebennierenzellen vom Igel berichtet. Infolge fortgesetzter Studien über diesen Gegenstand kann ich jetzt weitere und  
kanälchen der Nebennierenzellen vom Igel berichtet. Infolge fort-
gesetzter Studien über diesen Gegenstand kann ich jetzt weitere und  
nicht unwichtige Zusätze liefern.  
nicht unwichtige Zusätze liefern.  


Line 30,711: Line 27,293:




Ich habe gefunden, daß man an den Nebennierenzellen ganz die-
Ich habe gefunden, daß man an den Nebennierenzellen ganz dieselben extremen Typen der fraglichen Kanälchenbildungen beobachten  
selben extremen Typen der fraglichen Kanälchenbildungen beobachten  
kann wie an den Nervenzellen verschiedener Tiere. Die Kanälchen  
kann wie an den Nervenzellen verschiedener Tiere. Die Kanälchen  
treten nämlich teils in der Form eines dichtraaschigen, fast den ganzen  
treten nämlich teils in der Form eines dichtraaschigen, fast den ganzen  
Line 30,718: Line 27,299:
und da innerhalb des Zellkörpers auftretende, mehr oder weniger  
und da innerhalb des Zellkörpers auftretende, mehr oder weniger  
weite, spaltenähnliche Bildungen dar (Fig. 2 und 3). Hin und wieder  
weite, spaltenähnliche Bildungen dar (Fig. 2 und 3). Hin und wieder  
kann man beobachten, daß die Kanälchen bei der letztgenannten Er-
kann man beobachten, daß die Kanälchen bei der letztgenannten Erscheinungsform wie eine kanalikuläre Kapsel um die Zellsphäre herum  
scheinungsform wie eine kanalikuläre Kapsel um die Zellsphäre herum  
bilden (bei a in der  
bilden (bei a in der  
Fig. 3), ähnlich wie es  
Fig. 3), ähnlich wie es  
Studnicka einmal ge-
Studnicka einmal gelungen war, um die  
lungen war, um die  
Zellsphären der Nervenzellen von Lophius  
Zellsphären der Ner-
venzellen von Lophius  
herum wie eine Kapsel  
herum wie eine Kapsel  
angeordnete Kanälchen  
angeordnete Kanälchen  
Line 30,732: Line 27,310:
Ich kann in diesem  
Ich kann in diesem  
Zusammenhange nicht  
Zusammenhange nicht  
umhin , meine viel-
umhin , meine vielmals ausgesprochene  
mals ausgesprochene  
Meinung wieder hervorzuheben , daß die  
Meinung wieder her-
vorzuheben , daß die  
GoLGischen, durch die  
GoLGischen, durch die  
schwarze Reaktion her-
schwarze Reaktion hergestellten binnenzelligen Netzwerke in der  
gestellten binnenzelli-
Tat meinen Trophospongienkanälchen entsprechen. Wie ich  
gen Netzwerke in der  
Tat meinen Tropho-
spongienkanälchen ent-
sprechen. Wie ich  
neulich, infolge der ,  
neulich, infolge der ,  
Liebenswürdigkeit des  
Liebenswürdigkeit des  
Line 30,773: Line 27,345:
Verf., mir einen Sonderabdruck zu übersenden, erfahren habe, hat  
Verf., mir einen Sonderabdruck zu übersenden, erfahren habe, hat  
GoLGis Schüler Antonio Pensa ^) eine sehr interessante Mitteilung  
GoLGis Schüler Antonio Pensa ^) eine sehr interessante Mitteilung  
über von ihm hergestellte Chromsilbernetze innerhalb der Nebennieren-
über von ihm hergestellte Chromsilbernetze innerhalb der Nebennierenzellen von Meerschweinchen und Katze geliefert, welche Netze den  
zellen von Meerschweinchen und Katze geliefert, welche Netze den  
GoLGischen Chromsilbernetzen der Nervenzellen auffallend ähnlich  
GoLGischen Chromsilbernetzen der Nervenzellen auffallend ähnlich  
sind. Ich nehme mir hier die Freiheit,  
sind. Ich nehme mir hier die Freiheit,  
Line 30,781: Line 27,352:
wiederzugeben (Fig. 4). Ich finde in /j^)^w^| (I-^-j  
wiederzugeben (Fig. 4). Ich finde in /j^)^w^| (I-^-j  


dem Vergleich dieser PENSAschen Chrom-
dem Vergleich dieser PENSAschen Chromsilberbilder mit den dichten diliüsen  
silberbilder mit den dichten diliüsen  
Kanälchennetzen der Igelzellen, wie sie  
Kanälchennetzen der Igelzellen, wie sie  
in Fig. 1 abgebildet worden sind, eine Fig. 4.  
in Fig. 1 abgebildet worden sind, eine Fig. 4.  
Line 30,793: Line 27,363:
geringe Aufmerksamkeit verdienen. Es ist auffallend, daß diese  
geringe Aufmerksamkeit verdienen. Es ist auffallend, daß diese  
Sphärenbildungen am konservierten Materiale fast immer mehr oder  
Sphärenbildungen am konservierten Materiale fast immer mehr oder  
weniger retrahiert vom Zellplasma hervortreten, trotzdem die Konser-
weniger retrahiert vom Zellplasma hervortreten, trotzdem die Konservierung ganz vorzüglich ausgefallen war. Sie liegen wie fast völlig  
vierung ganz vorzüglich ausgefallen war. Sie liegen wie fast völlig  
selbständige Körperchen in Aushöhlungen des Protoplasmas. Eine  
selbständige Körperchen in Aushöhlungen des Protoplasmas. Eine  
solch eUnabh an gigkeitderSphäreubildungen gegen das  
solch eUnabh an gigkeitderSphäreubildungen gegen das  
Zell plasm a kann man dagegen niemals in den inter-
Zell plasm a kann man dagegen niemals in den interstitiellen Zellen (wo diese Strukturen auch sehr leicht darstellbar sind) beobachten. Die Sphären dieser Zellen stellen  
stitiellen Zellen (wo diese Strukturen auch sehr leicht dar-
stellbar sind) beobachten. Die Sphären dieser Zellen stellen  
unzweideutig nur eine mehr oder weniger spezialisierte Partie des  
unzweideutig nur eine mehr oder weniger spezialisierte Partie des  
Zellkörpers dar. Wenn man die in Carnoys Gemisch oder in  
Zellkörpers dar. Wenn man die in Carnoys Gemisch oder in  
Sublimatgemischen konservierten Nebennierenschnitte mit Eisen-
Sublimatgemischen konservierten Nebennierenschnitte mit Eisenhämatoxylin-Säurefuchsin-Orange färbt, werden die Centrosomen sehr  
hämatoxylin-Säurefuchsin-Orange färbt, werden die Centrosomen sehr  
scharf fingiert und treten als 2 oder 3 (untereinander dreieckig angeordnete) winzige Körperchen hervor (s. die Figur). Die Sphären  
scharf fingiert und treten als 2 oder 3 (untereinander dreieckig an-
geordnete) winzige Körperchen hervor (s. die Figur). Die Sphären  
färben sich dabei mit einer sehr charakteristischen Gemischfarbe von  
färben sich dabei mit einer sehr charakteristischen Gemischfarbe von  
Säurefuchsin und Orange, während das Zellplasma gleichzeitig orange  
Säurefuchsin und Orange, während das Zellplasma gleichzeitig orange  
Line 30,828: Line 27,393:
Kernen der Epithelzellen liegen, mit ihren schmalen Enden dagegen  
Kernen der Epithelzellen liegen, mit ihren schmalen Enden dagegen  
bis an die Oberfläche dieser Zellen heranreichen. Hier gehen sie  
bis an die Oberfläche dieser Zellen heranreichen. Hier gehen sie  
unvermittelt in ähnlich gefärbte extrazelluläre Ge-
unvermittelt in ähnlich gefärbte extrazelluläre Gebilde über. — Untersucht man indessen  
bilde über. — Untersucht man indessen  
die Interstitien genauer, so wird man gewahr, daß hier eigentlich zwei verschiedene  
die Interstitien genauer, so wird man ge-
wahr, daß hier eigentlich zwei verschiedene  
Gebilde vorliegen, nämlich teils faserige  
Gebilde vorliegen, nämlich teils faserige  
(kollagene) und rein Säurefuchsin gefärbte,  
(kollagene) und rein Säurefuchsin gefärbte,  
teils, und zwar dicht an der Oberfläche der  
teils, und zwar dicht an der Oberfläche der  
Epithelzellen, mehr körnige und locker ge-
Epithelzellen, mehr körnige und locker gebaute Bestandteile, die sich in charakteristischer Weise durch eine Gemischfarbe  
baute Bestandteile, die sich in charakte-
ristischer Weise durch eine Gemischfarbe  
von Säurefuchsin und Orange färben. Daß  
von Säurefuchsin und Orange färben. Daß  
diese letztgenannten Partien nicht den Epi-
diese letztgenannten Partien nicht den Epithelzellen, sondern den interstitiellen Elementen zugehören, betrachte ich als ziemlich sicher. — Es ist nun sehr bemerkenswert, daß innerhalb dieser  
thelzellen, sondern den interstitiellen Ele-
Säurefuchsin-orange gefärbten, extrazellulären Bestandteile charakteristische Körnchengruppen auftreten, die in keiner Weise v on den Mikrozentren abweichen (Fig. 2 und 5 a).  
menten zugehören, betrachte ich als ziem-
lich sicher. — Es ist nun sehr be-
merkenswert, daß innerhalb dieser  
Säurefuchsin-orange gefärbten, extrazellulären Be-
standteile charakteristische Körnchengruppen auf-
treten, die in keiner Weise v on den Mikrozentren ab-
weichen (Fig. 2 und 5 a).  


Es ist gewiß nicht leicht, sich darüber zu orientieren, zu welchen  
Es ist gewiß nicht leicht, sich darüber zu orientieren, zu welchen  
Line 30,854: Line 27,408:
Bestandteile zunächst zu rechnen habe. M einesteils bin ich  
Bestandteile zunächst zu rechnen habe. M einesteils bin ich  
jedoch der Meinung, daß diese interstitiellen Teile  
jedoch der Meinung, daß diese interstitiellen Teile  
und ihre keulenförmigen, Zentrosomen tragenden intra-
und ihre keulenförmigen, Zentrosomen tragenden intracelluläreu Verlängerungen aus multipolar gestalteten  
celluläreu Verlängerungen aus multipolar gestalteten  




Line 30,888: Line 27,441:


Aus diesen Befunden zu beurteilen, hätten wir mit  
Aus diesen Befunden zu beurteilen, hätten wir mit  
zwei wahrscheinlich nach ihrer Genese und ganz be-
zwei wahrscheinlich nach ihrer Genese und ganz bestimmt nach ihrem allgemeinen Aussehen grundverschiedenen Sphärenbildungen zu tun.  
stimmt nach ihrem allgemeinen Aussehen grundver-
schiedenen Sphärenbildungen zu tun.  


Ich kann nicht finden, daß die Nebennierenzellen,  
Ich kann nicht finden, daß die Nebennierenzellen,  
die sich in einem solchen physiologischen Zustande  
die sich in einem solchen physiologischen Zustande  
befinden, daß sie ein diffuses und dichtmaschiges  
befinden, daß sie ein diffuses und dichtmaschiges  
Kanal chennetz (Fig. 1) zeigen, mit Sphären und Zen-
Kanal chennetz (Fig. 1) zeigen, mit Sphären und Zentrosomen ausgestattet sind. Sie scheinen derselben zu entbehren.  
trosomen ausgestattet sind. Sie scheinen derselben zu ent-
behren.  


Durch das liebenswürdige Entgegenkommen des Herrn Assistenten  
Durch das liebenswürdige Entgegenkommen des Herrn Assistenten  
Line 30,903: Line 27,452:
ich in diesen Tagen erfahren, daß dieser Forscher infolge seiner  
ich in diesen Tagen erfahren, daß dieser Forscher infolge seiner  
Studien an den Nebennierenzellen gewissermaßen ähnliche Ergebnisse,  
Studien an den Nebennierenzellen gewissermaßen ähnliche Ergebnisse,  
wie die oben kurz referierten, hat erzielen können. Er hat mir näm-
wie die oben kurz referierten, hat erzielen können. Er hat mir nämlich geschrieben, daß er auf der XI. Versammlnng russischer Naturforscher und Aerzte zu St. Petersburg einen Vortrag: „Zur Morphologie der Nebenniere II (Intracelluläre Vakuolen und Kanälchen)''  
lich geschrieben, daß er auf der XI. Versammlnng russischer Natur-
forscher und Aerzte zu St. Petersburg einen Vortrag: „Zur Morpho-
logie der Nebenniere II (Intracelluläre Vakuolen und Kanälchen)''  
gehalten hat. Der fragliche Forscher ist so freundlich gewesen, mir  
gehalten hat. Der fragliche Forscher ist so freundlich gewesen, mir  
eine deutsche Uebersetzung der Zusammenfassung seines russischen  
eine deutsche Uebersetzung der Zusammenfassung seines russischen  
Line 30,938: Line 27,484:
Körnchen, die in den Vakuolen und Kanälchen zu finden sind."  
Körnchen, die in den Vakuolen und Kanälchen zu finden sind."  


Wie zu sehen ist, hat also Landau die Sphären und die Kanäl-
Wie zu sehen ist, hat also Landau die Sphären und die Kanälchen gesehen. Seiner Hypothese von dem genetischen Zusammenhang  
chen gesehen. Seiner Hypothese von dem genetischen Zusammenhang  
zwischen den Kanälchen und den Sphärenbildungen der fraglichen  
zwischen den Kanälchen und den Sphärenbildungen der fraglichen  
Epithelzellen kann ich indessen nur so weit beitreten, als ich geneigt  
Epithelzellen kann ich indessen nur so weit beitreten, als ich geneigt  
Line 30,953: Line 27,498:
Dr. Wilhelm Pfitzner, außerordentlicher Professor für Anatomie am  
Dr. Wilhelm Pfitzner, außerordentlicher Professor für Anatomie am  
anatomischen Institut in Straßburg. Mir, der ich nahezu 20 Jahre mit  
anatomischen Institut in Straßburg. Mir, der ich nahezu 20 Jahre mit  
dem Verstorbenen in gemeinsamer Arbeit an demselben Institut ver-
dem Verstorbenen in gemeinsamer Arbeit an demselben Institut verbunden war, ist es ein Bedürfnis, dem treuen Freunde und Mitarbeiter  
bunden war, ist es ein Bedürfnis, dem treuen Freunde und Mitarbeiter  
Worte der Erinnerung nachzurufen, ihm den Dank auszusprechen für  
Worte der Erinnerung nachzurufen, ihm den Dank auszusprechen für  
alles, was er in aufopfernder Arbeit für das anatomische Institut in  
alles, was er in aufopfernder Arbeit für das anatomische Institut in  
Line 30,965: Line 27,509:
auf einem ganz anderen Gebiet eine Befriedigung erhalten konnten.  
auf einem ganz anderen Gebiet eine Befriedigung erhalten konnten.  
Nach kurzer Lehrzeit setzte er es durch, daß er das Studium der  
Nach kurzer Lehrzeit setzte er es durch, daß er das Studium der  
Medizin zu seiner Lebensaufgabe machen durfte, kehrte zum Gym-
Medizin zu seiner Lebensaufgabe machen durfte, kehrte zum Gymnasium zurück und bestand Ostern 1873 das Maturitätsexamen. Vor  
nasium zurück und bestand Ostern 1873 das Maturitätsexamen. Vor  
nunmehr 30 Jahren bezog er im Sommersemester 1873 die Universität  
nunmehr 30 Jahren bezog er im Sommersemester 1873 die Universität  
Straßburg, der er in Zukunft nahezu 20 Jahre angehören sollte. Das  
Straßburg, der er in Zukunft nahezu 20 Jahre angehören sollte. Das  
Studium der Medizin wurde sodann an den Universitäten Heidelberg  
Studium der Medizin wurde sodann an den Universitäten Heidelberg  
und Göttingen fortgesetzt und in Kiel, seiner Heimatsuniversität, be-
und Göttingen fortgesetzt und in Kiel, seiner Heimatsuniversität, beendet. Pfitzner bestand dort 1878 die medizinische Staatsprüfung  
endet. Pfitzner bestand dort 1878 die medizinische Staatsprüfung  
und wandte sich unter Flemmings Leitung den mikroskopischen  
und wandte sich unter Flemmings Leitung den mikroskopischen  


Line 30,978: Line 27,520:
482  
482  


Studien zu, die für die ersten Zeiten seiner wissenschaftlichen Lauf-
Studien zu, die für die ersten Zeiten seiner wissenschaftlichen Laufbahn bestimmend wurden. In Flemmings Laboratorium entstand auch  
bahn bestimmend wurden. In Flemmings Laboratorium entstand auch  
die Doktordissertation : „lieber die LEYDiGschen Schleimzellen in der  
die Doktordissertation : „lieber die LEYDiGschen Schleimzellen in der  
Epidermis der Larven von Salamandra maculosa", auf Grund deren er  
Epidermis der Larven von Salamandra maculosa", auf Grund deren er  
am 28. Februar 1879 zum Doktor promoviert wurde. Eine Ergänzung  
am 28. Februar 1879 zum Doktor promoviert wurde. Eine Ergänzung  
fand diese Arbeit im folgenden Jahre in der im Morphologischen  
fand diese Arbeit im folgenden Jahre in der im Morphologischen  
Jahrbuch, Bd. 6 erschienenen Mitteilung: „Die Epidermis der Am-
Jahrbuch, Bd. 6 erschienenen Mitteilung: „Die Epidermis der Amphibien". Unsere Kenntnisse von den Intercellularräumen des Epithels,  
phibien". Unsere Kenntnisse von den Intercellularräumen des Epithels,  
von den Kutikularsäumen und ihren Beziehungen zu den Cilien des  
von den Kutikularsäumen und ihren Beziehungen zu den Cilien des  
Wimperepithels, von den einzelligen Drüsen der Epidermis erhielten  
Wimperepithels, von den einzelligen Drüsen der Epidermis erhielten  
durch diese Arbeiten eine wesentliche Bereicherung. Eine weitere Er-
durch diese Arbeiten eine wesentliche Bereicherung. Eine weitere Ergänzung fanden Pfitzners Untersuchungen über die Epidermis der  
gänzung fanden Pfitzners Untersuchungen über die Epidermis der  
Amphibien in der 1882 ebenfalls in der GEGENBAURSchen Zeitschrift  
Amphibien in der 1882 ebenfalls in der GEGENBAURSchen Zeitschrift  
veröffentlichten Mitteilung: Nervenendigungen im Epithel. Korrekteste,  
veröffentlichten Mitteilung: Nervenendigungen im Epithel. Korrekteste,  
feine, saubere Ausführung zeichnete schon diese Erstlingsarbeiten aus.  
feine, saubere Ausführung zeichnete schon diese Erstlingsarbeiten aus.  
Mit peinlichster Gewissenhaftigkeit verfuhr er in Methode, Beschreibung  
Mit peinlichster Gewissenhaftigkeit verfuhr er in Methode, Beschreibung  
und Schlußfolgerungen. Ermutigt durch diese wissenschaftlichen Er-
und Schlußfolgerungen. Ermutigt durch diese wissenschaftlichen Erfolge, entschloß sich Pfitzner zur akademischen Laufbahn. Schon im  
folge, entschloß sich Pfitzner zur akademischen Laufbahn. Schon im  
Jahre 1880 finden wir ihn als Assistenten am anatomischen Institut in  
Jahre 1880 finden wir ihn als Assistenten am anatomischen Institut in  
Heidelberg, woselbst er bald darauf mit der geliebten Frau den Bund  
Heidelberg, woselbst er bald darauf mit der geliebten Frau den Bund  
für das Leben schloß. Ostern 1883 siedelte er sodann nach Königs-
für das Leben schloß. Ostern 1883 siedelte er sodann nach Königsberg über als Assistent an dem damals unter meiner Leitung stehenden  
berg über als Assistent an dem damals unter meiner Leitung stehenden  
anatomischen Institut, Bei meiner im Herbst desselben Jahres stattfindenden Berufung nach Straßburg entschloß er sich, mich als erster  
anatomischen Institut, Bei meiner im Herbst desselben Jahres statt-
findenden Berufung nach Straßburg entschloß er sich, mich als erster  
Assistent zu begleiten, und seit dieser Zeit ist er zunächst als erster  
Assistent zu begleiten, und seit dieser Zeit ist er zunächst als erster  
Assistent, später als Prosektor unserem anatomischen Institut treu  
Assistent, später als Prosektor unserem anatomischen Institut treu  
Line 31,020: Line 27,556:
noch in den ersten Straßburger Jahren durchführte. Aus dem Jahre  
noch in den ersten Straßburger Jahren durchführte. Aus dem Jahre  
1881 stammen zwei wichtige Veröffentlichungen: 1) „Beobachtungen  
1881 stammen zwei wichtige Veröffentlichungen: 1) „Beobachtungen  
über weiteres Vorkommen der Karyokinese" (Archiv f. mikrosk. Ana-
über weiteres Vorkommen der Karyokinese" (Archiv f. mikrosk. Anatomie, Bd. 20), und 2) „Ueber den feineren Bau der bei der Zellteilung  
tomie, Bd. 20), und 2) „Ueber den feineren Bau der bei der Zellteilung  
auftretenden fadenförmigen Differenzierungen des Zellkerns" (Morphologisches Jahrbuch, Bd. 7). Diesen beiden Arbeiten schließt sich  
auftretenden fadenförmigen Differenzierungen des Zellkerns" (Morpho-
logisches Jahrbuch, Bd. 7). Diesen beiden Arbeiten schließt sich  
stofflich unmittelbar an die im Jahre 1883 erschienene: „Beiträge zur  
stofflich unmittelbar an die im Jahre 1883 erschienene: „Beiträge zur  
Lehre vom Bau des Zellkerns und seiner Teilungserscheinungen" (Archiv  
Lehre vom Bau des Zellkerns und seiner Teilungserscheinungen" (Archiv  
f. mikrosk. Anatomie, Bd. 22). Mit diesen Arbeiten reihte er sich  
f. mikrosk. Anatomie, Bd. 22). Mit diesen Arbeiten reihte er sich  
würdig unter die Forscher, welche damals mit allem Eifer die Ent-
würdig unter die Forscher, welche damals mit allem Eifer die Ent
 




483  
483  


deckuDgen auf dem Gebiete der Struktur und Fortpflanzung des Zell-
deckuDgen auf dem Gebiete der Struktur und Fortpflanzung des Zellkerns weiterführten und vervollständigten. In der ersten der genannten Arbeiten gibt Pfitzner eine Uebersicht über das Vorkommen  
kerns weiterführten und vervollständigten. In der ersten der ge-
nannten Arbeiten gibt Pfitzner eine Uebersicht über das Vorkommen  
der Karyokinese in den verschiedensten Geweben, vervollständigt durch  
der Karyokinese in den verschiedensten Geweben, vervollständigt durch  
eigene Untersuchungen; in der zweiten wird besonderes Gewicht ge-
eigene Untersuchungen; in der zweiten wird besonderes Gewicht gelegt auf die Zusammensetzung der chromatischen Fäden des Kernes aus  
legt auf die Zusammensetzung der chromatischen Fäden des Kernes aus  
den von Balbiani zuerst beschriebenen Chromatinkugeln und ihr  
den von Balbiani zuerst beschriebenen Chromatinkugeln und ihr  
Verhalten bei der Längsteilung der Fäden. In der dritten Arbeit  
Verhalten bei der Längsteilung der Fäden. In der dritten Arbeit  
Line 31,051: Line 27,581:
in derselben Zeitschrift veröffentlichten Arbeit desselben Jahres: „Zur  
in derselben Zeitschrift veröffentlichten Arbeit desselben Jahres: „Zur  
Kenntnis der Kernteilung bei den Protozoen" au dem Beispiel der  
Kenntnis der Kernteilung bei den Protozoen" au dem Beispiel der  
Opalina ranarum gezeigt, daß bei den niedersten Tieren die karyo-
Opalina ranarum gezeigt, daß bei den niedersten Tieren die karyokinetischen Prozesse im wesentlichen in derselben Weise ablaufen, wie  
kinetischen Prozesse im wesentlichen in derselben Weise ablaufen, wie  
bei den höchsten Wirbeltieren. Seine Habilitationsschrift „Zur pathologischen Anatomie des Zellkerns", welche 1886 in Virchows Archiv  
bei den höchsten Wirbeltieren. Seine Habilitationsschrift „Zur patho-
(Bd. 103) erschien, handelt im wesentlichen von den Altersveränderuugen der Zellkerne, die nach zwei verschiedenen Richtungen hin  
logischen Anatomie des Zellkerns", welche 1886 in Virchows Archiv  
(Bd. 103) erschien, handelt im wesentlichen von den Altersverände-
ruugen der Zellkerne, die nach zwei verschiedenen Richtungen hin  
erfolgen, welche er als chemische und morphologische Dekonstitutiou des  
erfolgen, welche er als chemische und morphologische Dekonstitutiou des  
Chromatingerüsts bezeichnet. So trug Pfitzner unermüdlich wichtige  
Chromatingerüsts bezeichnet. So trug Pfitzner unermüdlich wichtige  
Line 31,064: Line 27,591:
Jahre Pfitzners wissenschaftliche Tätigkeit auf dem Gebiete der  
Jahre Pfitzners wissenschaftliche Tätigkeit auf dem Gebiete der  
mikroskopischen Forschung gewissermaßen ihren Abschluß. Nur einmal  
mikroskopischen Forschung gewissermaßen ihren Abschluß. Nur einmal  
noch ist er auf diese seine alten LiebHugsstudien wieder zurück-
noch ist er auf diese seine alten LiebHugsstudien wieder zurückgekommen, als er im Jahre 1897 aufgefordert wurde, einen Beitrag  
gekommen, als er im Jahre 1897 aufgefordert wurde, einen Beitrag  
für eine Festschrift zu liefern, welche W. Kühne zur Feier seiner  
für eine Festschrift zu liefern, welche W. Kühne zur Feier seiner  
fünfundzwanzigjährigen Tätigkeit in Heidelberg gewidmet werden sollte.  
fünfundzwanzigjährigen Tätigkeit in Heidelberg gewidmet werden sollte.  
Line 31,071: Line 27,597:
Epithel der Conjunctiva" die Bedingungen auseinander, welche das  
Epithel der Conjunctiva" die Bedingungen auseinander, welche das  
Epithel der Conjunctiva primitiver erhalten haben, als die gewöhnliche  
Epithel der Conjunctiva primitiver erhalten haben, als die gewöhnliche  
Epidermis. Wenn Pfitzner in der Folge auch nicht mehr selbst pro-
Epidermis. Wenn Pfitzner in der Folge auch nicht mehr selbst produktiv sich zeigte auf dem Gebiete der mikroskopischen Forschung,  
duktiv sich zeigte auf dem Gebiete der mikroskopischen Forschung,  
so hat er dieser Jugendliebe doch stets das wärmste Interesse bewahrt  
so hat er dieser Jugendliebe doch stets das wärmste Interesse bewahrt  
und sich auch hier die umfassendsten Kenntnisse angeeignet.  
und sich auch hier die umfassendsten Kenntnisse angeeignet.  
Line 31,081: Line 27,606:
kleinere Arbeiten aus dem Jahre 1884 („Ein Fall von accessorischen  
kleinere Arbeiten aus dem Jahre 1884 („Ein Fall von accessorischen  
Spinalnerven", Morphol. Jahrbuch, Bd. 8; „Ueber Wachstumsbeziehungen  
Spinalnerven", Morphol. Jahrbuch, Bd. 8; „Ueber Wachstumsbeziehungen  
zwischen Rückenmark und Wirbelkanal", ebenda Bd. 9) entstanden in-
zwischen Rückenmark und Wirbelkanal", ebenda Bd. 9) entstanden infolge dieser Anregung, Aber erst in Straßburg wurde dies Interesse  
folge dieser Anregung, Aber erst in Straßburg wurde dies Interesse  




Line 31,090: Line 27,614:
an der makroskopischen Anatomie infolge seiner intensiven Teilnahme  
an der makroskopischen Anatomie infolge seiner intensiven Teilnahme  
an den Präparierübungen so lebendig, daß es nur eines äußeren kleinen  
an den Präparierübungen so lebendig, daß es nur eines äußeren kleinen  
Anlasses bedurfte, dies Interesse in eigenste tatkräftigste Arbeit um-
Anlasses bedurfte, dies Interesse in eigenste tatkräftigste Arbeit umzusetzen. Es lag ihm in jenem Jahre die .Präparation des Fußskeletts  
zusetzen. Es lag ihm in jenem Jahre die .Präparation des Fußskeletts  
eines jungen afrikanischen Elefanten ob. Die interessanten Skelettverhältnisse des Carpus und Tarsus dieses Tieres, die er in Sammlungspräparaten auszuarbeiten hatte, wurden der Ausgangspunkt für seine  
eines jungen afrikanischen Elefanten ob. Die interessanten Skelett-
verhältnisse des Carpus und Tarsus dieses Tieres, die er in Sammlungs-
präparaten auszuarbeiten hatte, wurden der Ausgangspunkt für seine  
grundlegenden Untersuchungen über das Hand- und Fußskelett des  
grundlegenden Untersuchungen über das Hand- und Fußskelett des  
Menschen. In den Lehrbüchern der menschlichen Anatomie fand er  
Menschen. In den Lehrbüchern der menschlichen Anatomie fand er  
nicht eine genügende Basis für spätere vergleichende Studien. Außer  
nicht eine genügende Basis für spätere vergleichende Studien. Außer  
den von ihm selbst in humoristischer Weise als kanonische Ele-
den von ihm selbst in humoristischer Weise als kanonische Elemente des Carpus und Tarsus bezeichneten Knochen genoß damals  
mente des Carpus und Tarsus bezeichneten Knochen genoß damals  
von accessorischen Elementen eigentlich nur das Centrale carpi aus  
von accessorischen Elementen eigentlich nur das Centrale carpi aus  
entwickelungsgeschichtlichen und vergleichend - anatomischen Gründen  
entwickelungsgeschichtlichen und vergleichend - anatomischen Gründen  
ein allgemeines Ansehen, obwohl bereits früher W. Gruber, später  
ein allgemeines Ansehen, obwohl bereits früher W. Gruber, später  
Bardeleben eine Anzahl anderer accessorischer Elemente in Tarsus  
Bardeleben eine Anzahl anderer accessorischer Elemente in Tarsus  
und Carpus kenneu gelehrt hatte. Pfitzner ergritf die neue Auf-
und Carpus kenneu gelehrt hatte. Pfitzner ergritf die neue Aufgabe mit der ihm eigenen Energie. In richtiger Würdigung der  
gabe mit der ihm eigenen Energie. In richtiger Würdigung der  
Tatsachen der Variation war er sich wohl bewußt, daß nur die  
Tatsachen der Variation war er sich wohl bewußt, daß nur die  
sorgfältigste Bearbeitung eines möglichst großen Materials hier eine  
sorgfältigste Bearbeitung eines möglichst großen Materials hier eine  
sichere Grundlage gewähren konnte — und diese hat er im Laufe  
sichere Grundlage gewähren konnte — und diese hat er im Laufe  
der nächsten 10 Jahre in monumentaler Weise geschaften. Er war  
der nächsten 10 Jahre in monumentaler Weise geschaften. Er war  
sich ferner bewußt, daß auf diesem schwierigen Gebiet die Zusammen-
sich ferner bewußt, daß auf diesem schwierigen Gebiet die Zusammenfügung der mazerierten Elemente des Carpus und Tarsus nicht der  
fügung der mazerierten Elemente des Carpus und Tarsus nicht der  
schwer kontrollierbaren Tätigkeit auch des besten Anatomiedieners  
schwer kontrollierbaren Tätigkeit auch des besten Anatomiedieners  
überlassen werden durfte, sondern daß er selbst Mazeration, Präparation  
überlassen werden durfte, sondern daß er selbst Mazeration, Präparation  
Line 31,130: Line 27,648:
erwuchsen allmählich Monographien über die Hand- und Fußmaße,  
erwuchsen allmählich Monographien über die Hand- und Fußmaße,  
über die Sesambeine, über die Variationen im Aufbau des Hand- und  
über die Sesambeine, über die Variationen im Aufbau des Hand- und  
Fußskeletts, über die morphologischen Elemente des menschlichen Hand-
Fußskeletts, über die morphologischen Elemente des menschlichen Handskeletts, welche in diesem Jahre durch eine zusammenfassende Arbeit  
skeletts, welche in diesem Jahre durch eine zusammenfassende Arbeit  
über die morphologischen Elemente des menschlichen Fußskeletis ihren  
über die morphologischen Elemente des menschlichen Fußskeletis ihren  
Abschluß finden sollten, aber nun leider nicht mehr gefunden haben.  
Abschluß finden sollten, aber nun leider nicht mehr gefunden haben.  
Line 31,144: Line 27,661:


würde zu weit führeo, alle Arbeiten Pfitzners auf diesem Gebiet, die  
würde zu weit führeo, alle Arbeiten Pfitzners auf diesem Gebiet, die  
nahezu sämtlich in meinen Morphologischen Arbeiten und in ihrer Fort-
nahezu sämtlich in meinen Morphologischen Arbeiten und in ihrer Fortsetzung, der Zeitschrift für Morphologie und Anthropologie, erschienen  
setzung, der Zeitschrift für Morphologie und Anthropologie, erschienen  
sind, einzeln aufzuzählen. — Ein Nebenprodukt dieser einzig dastehenden  
sind, einzeln aufzuzählen. — Ein Nebenprodukt dieser einzig dastehenden  
Untersuchungen war zunächst die Mitteilung über die kleine Zehe  
Untersuchungen war zunächst die Mitteilung über die kleine Zehe  
Line 31,152: Line 27,668:
derselben nicht etwa durch Schuhdruck hervorgebracht werde, sondern,  
derselben nicht etwa durch Schuhdruck hervorgebracht werde, sondern,  
schon im embryonalen Leben vorkommend, eine Rückbildung bedeute.  
schon im embryonalen Leben vorkommend, eine Rückbildung bedeute.  
Sodann erschienen nach und nach Beiträge zur Kenntnis der Miß-
Sodann erschienen nach und nach Beiträge zur Kenntnis der Mißbildungen des Extremitäteiiskeletts, in welchen interessante Fälle von  
bildungen des Extremitäteiiskeletts, in welchen interessante Fälle von  
Spaltbildungen, Verdoppelung des Zeigefingers, der großen Zehe, Doppelbildungen der 5. Zehe, Brachyphalangie und dergl. eingehend untersucht und wissenschaftlich verwertet worden sind. Die Verdoppelungen  
Spaltbildungen, Verdoppelung des Zeigefingers, der großen Zehe, Doppel-
bildungen der 5. Zehe, Brachyphalangie und dergl. eingehend unter-
sucht und wissenschaftlich verwertet worden sind. Die Verdoppelungen  
wurden nicht als atavistisches Auftreten ehemals zahlreicherer Strahlen  
wurden nicht als atavistisches Auftreten ehemals zahlreicherer Strahlen  
erkannt, sondern als pathologische Bildungen. Fälle von Dreigliedrig-
erkannt, sondern als pathologische Bildungen. Fälle von Dreigliedrigkeit des Daumens führten Pfitzner ferner zur Erkenntnis, daß die  
keit des Daumens führten Pfitzner ferner zur Erkenntnis, daß die  
Endphalanx des Daumens als aus Mittel- und Endphalanx verschmolzen  
Endphalanx des Daumens als aus Mittel- und Endphalanx verschmolzen  
angesehen werden müsse.  
angesehen werden müsse.  
Line 31,166: Line 27,678:
sehr spröde Material zu behandeln, wußte die Beschreibung zu würzen  
sehr spröde Material zu behandeln, wußte die Beschreibung zu würzen  
mit dem Salz gesunden Humors. Seine Veröifentlichungen zeigen überall  
mit dem Salz gesunden Humors. Seine Veröifentlichungen zeigen überall  
die allgemein umfassende Bildung, den weiten Blick, das feinste Form-
die allgemein umfassende Bildung, den weiten Blick, das feinste Formverständnis. So haben wir durch Pfitzner wenigstens für ein Gebiet  
verständnis. So haben wir durch Pfitzner wenigstens für ein Gebiet  
der menschlichen Skelettlehre zum erstenmal einen festen Grundbau  
der menschlichen Skelettlehre zum erstenmal einen festen Grundbau  
erhalten, in welchem jeder sich orientieren, ein jeder weiterbauen muß,  
erhalten, in welchem jeder sich orientieren, ein jeder weiterbauen muß,  
Line 31,174: Line 27,685:
der bei der inzwischen ausgebildeten Untersuchung der Körperteile des  
der bei der inzwischen ausgebildeten Untersuchung der Körperteile des  
Lebenden mit Röntgen- Strahlen in den erhaltenen Schattenbildern sich  
Lebenden mit Röntgen- Strahlen in den erhaltenen Schattenbildern sich  
nicht zurecht finden konnte, Pfitzner um Rat fragte, ihm seine Auf-
nicht zurecht finden konnte, Pfitzner um Rat fragte, ihm seine Aufnahmen zur Kontrolle und richtigen Deutung, seine Präparate zur Vergleichung übersandte. Im dritten Beitrag zur Kenntnis der Mißbildungen  
nahmen zur Kontrolle und richtigen Deutung, seine Präparate zur Ver-
gleichung übersandte. Im dritten Beitrag zur Kenntnis der Mißbildungen  
des menschhchen Extremitätenskeletts (Morphol. Arbeiten, VIII, 1898)  
des menschhchen Extremitätenskeletts (Morphol. Arbeiten, VIII, 1898)  
teilt er am Schluß in einem besonderen Anhang sein Verfahren zur  
teilt er am Schluß in einem besonderen Anhang sein Verfahren zur  
Ausnutzung der RöNTGEN-Bilder mit, das er als ein Rekonstruktions-
Ausnutzung der RöNTGEN-Bilder mit, das er als ein Rekonstruktionsverfahren bezeichnet. So wurde sein Können vielfach von der größten  
verfahren bezeichnet. So wurde sein Können vielfach von der größten  
Bedeutung für Fragen der praktischen Medizin.  
Bedeutung für Fragen der praktischen Medizin.  


Es würde zu weit führen, hier auf alle Arbeiten einzugehen, die  
Es würde zu weit führen, hier auf alle Arbeiten einzugehen, die  
der unermüdliche Mann mit eisernem Fleiß im letzten Jahrzehnt voll-
der unermüdliche Mann mit eisernem Fleiß im letzten Jahrzehnt vollendet hat. Hervorheben muß ich aber zunächst seine Arbeiten auf  
endet hat. Hervorheben muß ich aber zunächst seine Arbeiten auf  
dem Gebiete der Variation und Variationsstatistik. Angeregt waren dieselben durch die von mir auf dem Straßburger Präpariersaal eingeführten  
dem Gebiete der Variation und Variationsstatistik. Angeregt waren die-
selben durch die von mir auf dem Straßburger Präpariersaal eingeführten  
variationsstatistischen Untersuchungen , die sich zunächst auf die  
variationsstatistischen Untersuchungen , die sich zunächst auf die  
Variationen von bestimmten, leicht im Präpariersaal kontrollierbaren  
Variationen von bestimmten, leicht im Präpariersaal kontrollierbaren  
Muskeln und Gefäßen bezogen. In drei Mitteilungen brachten wir beide  
Muskeln und Gefäßen bezogen. In drei Mitteilungen brachten wir beide  
die Resultate dieser Untersuchungen unter dem Titel: „Varietäten-
die Resultate dieser Untersuchungen unter dem Titel: „Varietätenstatistik und Anthropologie" zur Veröfl'entlichung. Es wurden dabei  
statistik und Anthropologie" zur Veröfl'entlichung. Es wurden dabei  
besonders die regionären Verschiedenheiten in der Häufigkeit des  
besonders die regionären Verschiedenheiten in der Häufigkeit des  


Line 31,206: Line 27,711:
welches er in allen seinen Untersuchungen für die Variationen der  
welches er in allen seinen Untersuchungen für die Variationen der  
Form und der Größen zu erkennen gab, führte ihn zu statistischen  
Form und der Größen zu erkennen gab, führte ihn zu statistischen  
Arbeiten allgemeinerer Art, zu einem genauen Studium der mathe-
Arbeiten allgemeinerer Art, zu einem genauen Studium der mathematischen Grundlagen der Statistik, mit denen er, für mathematische  
matischen Grundlagen der Statistik, mit denen er, für mathematische  
Behandlung hoch veranlagt, sich noch in den späten Nachtstunden zu  
Behandlung hoch veranlagt, sich noch in den späten Nachtstunden zu  
beschäftigen pflegte. Besonders eingehend beschäftigte er sich mit  
beschäftigen pflegte. Besonders eingehend beschäftigte er sich mit  
den Proportionen des menschlichen Körpers in den einzelnen Lebens-
den Proportionen des menschlichen Körpers in den einzelnen Lebensaltern, bei Mann und Weib. So wurde er Schritt für Schritt zur Beschäftigung mit einer Wissenschaft geführt, welche seinem Arbeitsgebiet  
altern, bei Mann und Weib. So wurde er Schritt für Schritt zur Be-
schäftigung mit einer Wissenschaft geführt, welche seinem Arbeitsgebiet  
ursprünglich fern lag, zur Anthropologie, in welcher die Variationen  
ursprünglich fern lag, zur Anthropologie, in welcher die Variationen  
der Formen und Maße und ihre statistische Verwertung eine hervor-
der Formen und Maße und ihre statistische Verwertung eine hervorragende Stelle einnehmen. Eine dilettantenhafte oder eine in den gewohnten Bahnen sich bewegende Behandlung dieser Wissenschaft war  
ragende Stelle einnehmen. Eine dilettantenhafte oder eine in den ge-
wohnten Bahnen sich bewegende Behandlung dieser Wissenschaft war  
seiner Natur zuwider. Er hatte sich für das, was ihm vorschwebte,  
seiner Natur zuwider. Er hatte sich für das, was ihm vorschwebte,  
erst den Weg zu ebnen. In seinen vier sozial-anthropologischen Studien  
erst den Weg zu ebnen. In seinen vier sozial-anthropologischen Studien  
Line 31,223: Line 27,723:


In der ersten dieser vier grundlegenden Arbeiten wurden die  
In der ersten dieser vier grundlegenden Arbeiten wurden die  
einzelnen anthropologischen Charaktere (Körpergröße, Kopfform, Haar-
einzelnen anthropologischen Charaktere (Körpergröße, Kopfform, Haarund Augenfarbe etc.) in den verschiedenen Lebensaltern untersucht,  
und Augenfarbe etc.) in den verschiedenen Lebensaltern untersucht,  
festgestellt, daß die Kopfform sich nicht ändert, daß dagegen die Haare  
festgestellt, daß die Kopfform sich nicht ändert, daß dagegen die Haare  
noch bis zum 40. Jahre nachdunkeln. In der zweiten Studie (1901)  
noch bis zum 40. Jahre nachdunkeln. In der zweiten Studie (1901)  
werden Mann und Weib in ihren Proportionen verglichen und gezeigt,  
werden Mann und Weib in ihren Proportionen verglichen und gezeigt,  
daß Männer und Weiber derselben Körpergröße auch gleiche Pro-
daß Männer und Weiber derselben Körpergröße auch gleiche Proportionen besitzen.  
portionen besitzen.  


Vom höchsten allgemeinen anthropologischen Interesse ist die  
Vom höchsten allgemeinen anthropologischen Interesse ist die  
Line 31,247: Line 27,745:
ihrem correspondent etranger ernannte.  
ihrem correspondent etranger ernannte.  


Das Erscheinen seiner letzten hochbedeutenden Arbeit: „Die Pro-
Das Erscheinen seiner letzten hochbedeutenden Arbeit: „Die Proportionen des erwachsenen Menschen" hat Pfitzner nur wenige  
portionen des erwachsenen Menschen" hat Pfitzner nur wenige  
Wochen überlebt. Als bleibende Ergebnisse dieser Untersuchungen  
Wochen überlebt. Als bleibende Ergebnisse dieser Untersuchungen  
führe ich mit Pfitzners eigenen Worten unter anderem an: „Die  
führe ich mit Pfitzners eigenen Worten unter anderem an: „Die  
Line 31,282: Line 27,779:
gezogen.  
gezogen.  


Auch als Lehrer ist er hervorragend gewesen. Mit größter Ge-
Auch als Lehrer ist er hervorragend gewesen. Mit größter Gewissenhaftigkeit war er im Präpariersaal tätig, unermüdlich im Anleiten  
wissenhaftigkeit war er im Präpariersaal tätig, unermüdlich im Anleiten  
durch Wort und Tat. In hohem Maße anregend gestalteten sich seine  
durch Wort und Tat. In hohem Maße anregend gestalteten sich seine  
Vorlesungen besonders auch durch sein allgemeines umfassendes  
Vorlesungen besonders auch durch sein allgemeines umfassendes  
Wissen, durch die fesselnde Darstellung. Ueber die verschiedensten  
Wissen, durch die fesselnde Darstellung. Ueber die verschiedensten  
Gebiete der anatomischen Wissenschaft hat er im Laufe von nunmehr  
Gebiete der anatomischen Wissenschaft hat er im Laufe von nunmehr  
17 Jahren vorgetragen, über Knochen und Gelenke, Nerven und Blut-
17 Jahren vorgetragen, über Knochen und Gelenke, Nerven und Blutgefäße, über Histologie und vergleichende Anatomie und besonders  
gefäße, über Histologie und vergleichende Anatomie und besonders  
auch über topographische Anatomie.  
auch über topographische Anatomie.  


So ist auf allen Gebieten Pfitzners 20-jährige Tätigkeit am  
So ist auf allen Gebieten Pfitzners 20-jährige Tätigkeit am  
Straßburger anatomischen Institut segensreich gewesen. Aufgeprägt  
Straßburger anatomischen Institut segensreich gewesen. Aufgeprägt  
hat er seiner Wissenschaft seine Eigenart, dem Betriebe des ana-
hat er seiner Wissenschaft seine Eigenart, dem Betriebe des anatomischen Institutes aber hat er hinterlassen das harmonische Uhrwerk  
tomischen Institutes aber hat er hinterlassen das harmonische Uhrwerk  
streng pflichtmäßig ablaufender Tätigkeit.  
streng pflichtmäßig ablaufender Tätigkeit.  


Line 31,319: Line 27,813:


19 Abbildungen im Text. Leipzig, 0. F. W. Vogel, 1903. 106 pp. 4».  
19 Abbildungen im Text. Leipzig, 0. F. W. Vogel, 1903. 106 pp. 4».  
Verf. suchte die Frage nach der Natur, dem histogenetischen Cha-
Verf. suchte die Frage nach der Natur, dem histogenetischen Charakter des Glaskörpers auf embryonalem Wege zu lösen. Er studierte  
rakter des Glaskörpers auf embryonalem Wege zu lösen. Er studierte  
seine Entwickelung bei Kaninchen, Katze, Rind und Mensch. Das Ergebnis lautet, daß der Glaskörper in seiner Gesamtheit eine Bildung  
seine Entwickelung bei Kaninchen, Katze, Rind und Mensch. Das Er-
gebnis lautet, daß der Glaskörper in seiner Gesamtheit eine Bildung  
der Linse, daß er also ektodermaler Natur ist. L. vergleicht die  
der Linse, daß er also ektodermaler Natur ist. L. vergleicht die  
Glaskörperzellen mit Ependymzellen des Zentralnervensystems. — Der  
Glaskörperzellen mit Ependymzellen des Zentralnervensystems. — Der  
Line 31,338: Line 27,830:
Anatomisclie Gesellscliaft.  
Anatomisclie Gesellscliaft.  


Die 17. VersammluDg wird, wie bereits in Halle in Aussicht ge-
Die 17. VersammluDg wird, wie bereits in Halle in Aussicht genommen war, zu Pfingsten d. J. in Heidelberg abgehalten werden.  
nommen war, zu Pfingsten d. J. in Heidelberg abgehalten werden.  
Da besondere Umstände einen möglichst frühzeitigen Termin erheischen, wird die Begrüßung bereits am Freitag, den 29. Mai abends,  
Da besondere Umstände einen möglichst frühzeitigen Termin er-
heischen, wird die Begrüßung bereits am Freitag, den 29. Mai abends,  
die Sitzungen von Sonnabend, den 30. Mai bis Montag, den 2. Juni  
die Sitzungen von Sonnabend, den 30. Mai bis Montag, den 2. Juni  
stattfinden.  
stattfinden.  
Line 31,395: Line 27,885:


Inhalt. Aiifslitze. Const. Saint-Hilaire, lieber den Bau des Darmepithels  
Inhalt. Aiifslitze. Const. Saint-Hilaire, lieber den Bau des Darmepithels  
bei Araphiuma. Mit 6 Abbildungen, p. 489—493. — Carmelo Ciaccio, Comuni-
bei Araphiuma. Mit 6 Abbildungen, p. 489—493. — Carmelo Ciaccio, Comunicazione sopra i canaliculi di secrezione nelle capsule soprarenali. Con 3 figure,  
cazione sopra i canaliculi di secrezione nelle capsule soprarenali. Con 3 figure,  
p. 493—497. — Hans König-stein, Notiz zu einer Cetaceenlunge (Delphinus delphis).  
p. 493—497. — Hans König-stein, Notiz zu einer Cetaceenlunge (Delphinus delphis).  
Mit 2 Abbildungen, p. 497—500. — R. Staderini, Annotazioni a un recente  
Mit 2 Abbildungen, p. 497—500. — R. Staderini, Annotazioni a un recente  
Line 31,415: Line 27,904:
Mit 6 Abbildungen.  
Mit 6 Abbildungen.  


Dank dem freundlichen Engegenkommen des Herrn Dr. A. Ku-
Dank dem freundlichen Engegenkommen des Herrn Dr. A. KuLjABKO wurde mir die Möglichkeit geboten, den Bau des Darmes von  
LjABKO wurde mir die Möglichkeit geboten, den Bau des Darmes von  
Amphiuma an Präparaten, welche teils mit Sublimat plus Essigsäure, teils mit FLEMMiNGscher Lösung konserviert worden waren, zu  
Amphiuma an Präparaten, welche teils mit Sublimat plus Essig-
säure, teils mit FLEMMiNGscher Lösung konserviert worden waren, zu  
untersuchen.  
untersuchen.  


In der einschlägigen Litteratur konnte ich keinerlei auf diese  
In der einschlägigen Litteratur konnte ich keinerlei auf diese  
Frage bezüglichen Arbeiten finden : Oppel erwähnt in seiner verglei-
Frage bezüglichen Arbeiten finden : Oppel erwähnt in seiner vergleichenden mikroskopischen Anatomie (II. Teil Darm) der Amphiuma  
chenden mikroskopischen Anatomie (II. Teil Darm) der Amphiuma  


Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 32  
Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 32  
Line 31,435: Line 27,921:


nicht, und auch in den späteren Jahresberichten habe ich keinerlei  
nicht, und auch in den späteren Jahresberichten habe ich keinerlei  
Angaben hierüber gefunden. Und doch zeigt der Bau der Epithel-
Angaben hierüber gefunden. Und doch zeigt der Bau der Epithelzellen dieser Amphibien gewisse Eigentümlichkeiten, welche allgemeineres Interesse verdienen.  
zellen dieser Amphibien gewisse Eigentümlichkeiten, welche allge-
meineres Interesse verdienen.  


Die Elemente aller Gewebe zeichnen sich bei Amphiuma durch  
Die Elemente aller Gewebe zeichnen sich bei Amphiuma durch  
ungewöhnlich große Dimensionen aus. Der Darm ist, wie auch bei  
ungewöhnlich große Dimensionen aus. Der Darm ist, wie auch bei  
allen übrigen Amphibien , von hohem Cylinderepithel mit becher-
allen übrigen Amphibien , von hohem Cylinderepithel mit becherförmigen Schleimzellen ausgekleidet. Das Epithel selbst springt in Gestalt großer Falten in die Höhlung des Darmes vor.  
förmigen Schleimzellen ausgekleidet. Das Epithel selbst springt in Ge-
stalt großer Falten in die Höhlung des Darmes vor.  


Die Zellen des Cyliuderepithels (Fig. 1) sind sehr hoch, nach  
Die Zellen des Cyliuderepithels (Fig. 1) sind sehr hoch, nach  
Line 31,456: Line 27,938:
diese Strichelung, wie auch in  
diese Strichelung, wie auch in  
den übrigen Epithelzellen , durch  
den übrigen Epithelzellen , durch  
das Vorhandensein von Längs-
das Vorhandensein von Längsfalten an der Zellmembran zu  
falten an der Zellmembran zu  
erklären ist, welche die Körnchen  
erklären ist, welche die Körnchen  
und die übrigen Elemente des  
und die übrigen Elemente des  
Protoplasmas veranlassen, sich in  
Protoplasmas veranlassen, sich in  
Reihen parallel zur Zellachse an-
Reihen parallel zur Zellachse anzuordnen. In der Tat sehen wir  
zuordnen. In der Tat sehen wir  
auf Querschnitten die Fältelung  
auf Querschnitten die Fältelung  
der Zellhüile, welche allerdings nur  
der Zellhüile, welche allerdings nur  
schwach ausgesprochen ist, was  
schwach ausgesprochen ist, was  
jedoch der schwachen Längs-
jedoch der schwachen Längsstrichelung entspricht. Auf Querschnitten kann man ferner bemerken, daß zwischen den Zellen  
strichelung entspricht. Auf Quer-
schnitten kann man ferner be-
merken, daß zwischen den Zellen  
die einzelnen Zellen untereinander durch  
die einzelnen Zellen untereinander durch  


Line 31,503: Line 27,980:
Brücken verbunden sind.  
Brücken verbunden sind.  


Der Zellkern ist groß und von charakteristischem Bau. Er ent-
Der Zellkern ist groß und von charakteristischem Bau. Er enthält größere (Chromatin-?) Klümpchen, welche von den üblichen Farbstoffen tingiert werden ; dieselben sind von einer feineren, oxyphilen  
hält größere (Chromatin-?) Klümpchen, welche von den üblichen Farb-
Körnelung umgeben, welche auch die Klümpchen untereinander verbindet. Auf Präparaten, welche mit Subhmat plus Essigsäure be
stoffen tingiert werden ; dieselben sind von einer feineren, oxyphilen  
Körnelung umgeben, welche auch die Klümpchen untereinander ver-
bindet. Auf Präparaten, welche mit Subhmat plus Essigsäure be-
 




Line 31,522: Line 27,995:
welche in den Zellen des Cylinderepithels bei anderen Tieren — z. B.  
welche in den Zellen des Cylinderepithels bei anderen Tieren — z. B.  
bei Salamandra — beschrieben worden sind. Dafür enthält das  
bei Salamandra — beschrieben worden sind. Dafür enthält das  
Protoplasma Gebilde, welche wegen ihres originellen Aussehens be-
Protoplasma Gebilde, welche wegen ihres originellen Aussehens bemerkenswert sind. Sie haben die Gestalt von Fäden, welche in der  
merkenswert sind. Sie haben die Gestalt von Fäden, welche in der  
mannigfachsten Art und Weise zu Schlingen zusammengedreht sind  
mannigfachsten Art und Weise zu Schlingen zusammengedreht sind  
(Fig. 1). Diese Fäden haben ein glänzendes Aussehen, sind augen-
(Fig. 1). Diese Fäden haben ein glänzendes Aussehen, sind augenscheinlich massiv und erinnern gewissermaßen an verbogenen Draht.  
scheinlich massiv und erinnern gewissermaßen an verbogenen Draht.  
Sie färben sich intensiv mit sauren Farbstoffen, wie Säurefuchsin  
Sie färben sich intensiv mit sauren Farbstoffen, wie Säurefuchsin  
u. a. m. Auf Präparaten nach Heidenhain sind sie nur dann sicht-
u. a. m. Auf Präparaten nach Heidenhain sind sie nur dann sichtbar, wenn die Farbe schwach ausgezogen wurde. Ich teile hier (Fig. 3)  
bar, wenn die Farbe schwach ausgezogen wurde. Ich teile hier (Fig. 3)  
eine ganze Serie von Zeichnungen mit, auf welchen diese Fäden dargestellt sind, um deren Mannigfaltigkeit zu zeigen. Die einen bilden  
eine ganze Serie von Zeichnungen mit, auf welchen diese Fäden dar-
unregelmäßige Schlingen, andere sind zu dichten Knäueln zusammengeballt, wieder andere liegen einfach in der Längsachse der Zelle  
gestellt sind, um deren Mannigfaltigkeit zu zeigen. Die einen bilden  
unregelmäßige Schlingen, andere sind zu dichten Knäueln zusammen-
geballt, wieder andere liegen einfach in der Längsachse der Zelle  
u. s. w. Da, wo ein Knäuel solcher Fasern im Querschnitt erscheint,  
u. s. w. Da, wo ein Knäuel solcher Fasern im Querschnitt erscheint,  
sieht man die Abschnitte der Fäden ; diese letzteren erinnern dann im  
sieht man die Abschnitte der Fäden ; diese letzteren erinnern dann im  
Line 31,570: Line 28,038:
längs des Kernes hinlaufen, an die Kernwand herantreten und sich dort  
längs des Kernes hinlaufen, an die Kernwand herantreten und sich dort  
verlieren (Fig. ö). Weiter läßt sich der Verlauf dieser Fäden nicht  
verlieren (Fig. ö). Weiter läßt sich der Verlauf dieser Fäden nicht  
verfolgen. Indem sie an dem Kern vorbeigehen, treten sie augen-
verfolgen. Indem sie an dem Kern vorbeigehen, treten sie augenscheinhch in innige Berührung mit demselben und lassen gleichsam  
scheinhch in innige Berührung mit demselben und lassen gleichsam  
eine Spur auf demselben zurück: an der Oberfläche des Kernes tritt  
eine Spur auf demselben zurück: an der Oberfläche des Kernes tritt  
eine Art Kanälchen auf, welches durch eine doppelt konturierte Linie  
eine Art Kanälchen auf, welches durch eine doppelt konturierte Linie  
Line 31,577: Line 28,044:
etwas abweichende Anordnung.  
etwas abweichende Anordnung.  


Es drängt sich nun die Frage auf, was diese Fäden wohl zu be-
Es drängt sich nun die Frage auf, was diese Fäden wohl zu bedeuten haben? In neuerer Zeit sind für das Protoplasma viele derartige Bildungen unter verschiedenen Bezeichnungen beschrieben  
deuten haben? In neuerer Zeit sind für das Protoplasma viele der-
artige Bildungen unter verschiedenen Bezeichnungen beschrieben  
worden: Mitochondrin — Benda, Trophospongium — Holmgreen,  
worden: Mitochondrin — Benda, Trophospongium — Holmgreen,  
Ergastoplasma — Prenant, Garnier u. a.  
Ergastoplasma — Prenant, Garnier u. a.  
Line 31,587: Line 28,052:
andere Zellen eindringen und dort sich verästeln. Nichts derartiges  
andere Zellen eindringen und dort sich verästeln. Nichts derartiges  
aber bemerken wir in dem uns interessierenden Fall. Hier haben  
aber bemerken wir in dem uns interessierenden Fall. Hier haben  
wir einen einzigen Faden, welcher stark gewunden ist und, augen-
wir einen einzigen Faden, welcher stark gewunden ist und, augenscheinlich von der Zellhülle ausgehend, nach dem Inneren der Zelle  
scheinlich von der Zellhülle ausgehend, nach dem Inneren der Zelle  
verläuft. Allerdings sind die HoLMGREENSchen Zeichnungen des Trophospongium in den Zellen des Cylinderepithels des Darmes oder des  
verläuft. Allerdings sind die HoLMGREENSchen Zeichnungen des Tro-
phospongium in den Zellen des Cylinderepithels des Darmes oder des  
Nebenhodens meinen Figuren sehr ähnlich, doch ist diese Aehnhchkeit  
Nebenhodens meinen Figuren sehr ähnlich, doch ist diese Aehnhchkeit  
eine rein äußerliche.  
eine rein äußerliche.  


Unter dem Epithel liegen bei Am phi um a Zellen von augenschein-
Unter dem Epithel liegen bei Am phi um a Zellen von augenscheinlich bindegewebigem Charakter; von diesen Zellen kann man jedoch  
lich bindegewebigem Charakter; von diesen Zellen kann man jedoch  
mit DeutHchkeit nur den Kern erkennen, da sie ganz von elastischen  
mit DeutHchkeit nur den Kern erkennen, da sie ganz von elastischen  
Fasern bedeckt sind; es ist daher unmöglich, an diesen Zellen den  
Fasern bedeckt sind; es ist daher unmöglich, an diesen Zellen den  
Line 31,601: Line 28,063:
Epithelzellen zu verfolgen. Die elastischen Fasern färben sich hier  
Epithelzellen zu verfolgen. Die elastischen Fasern färben sich hier  
sehr gut mit Orcein oder Resorcin-Fuchsin ; sie bilden ein dichtes  
sehr gut mit Orcein oder Resorcin-Fuchsin ; sie bilden ein dichtes  
subepitheliales Geflecht, wobei einige Fasern zwischen die Zellen hin ein-
subepitheliales Geflecht, wobei einige Fasern zwischen die Zellen hin eindringen, doch ist es wiederum nicht möglich, eine Verbindung dieser  
dringen, doch ist es wiederum nicht möglich, eine Verbindung dieser  
Fasern mit unseren Fäden festzustellen. Wir können daher, trotz der  
Fasern mit unseren Fäden festzustellen. Wir können daher, trotz der  


Line 31,619: Line 28,080:
Name hinweist), auszusprechen. Eine derartige Voraus- v  
Name hinweist), auszusprechen. Eine derartige Voraus- v  
Setzung wäre in unserem Fall vollständig willkürlich, da  
Setzung wäre in unserem Fall vollständig willkürlich, da  
im Epithel keinerlei Sekret gebildet wird und der Stott-
im Epithel keinerlei Sekret gebildet wird und der Stottwechsel hier nicht intensiver sein dürfte als in anderen  
wechsel hier nicht intensiver sein dürfte als in anderen  
Zellen, besonders in den becherförmigen Zellen. Das  
Zellen, besonders in den becherförmigen Zellen. Das  
Aussehen selbst der Fäden und ihre merkwürdige Ge-
Aussehen selbst der Fäden und ihre merkwürdige Gestalt können nur schwer mit einer solchen Deutung in !  
stalt können nur schwer mit einer solchen Deutung in !  
Einklang gebracht werden. '■  
Einklang gebracht werden. '■  


Line 31,630: Line 28,089:
in die Länge gezogenen, schmalen Zellkörper (Fig. 6),  
in die Länge gezogenen, schmalen Zellkörper (Fig. 6),  
welcher sich unten in dem Gebiet des Kernes und oben,  
welcher sich unten in dem Gebiet des Kernes und oben,  
wo sich das Sekret befindet, erweitert. Letzteres er-
wo sich das Sekret befindet, erweitert. Letzteres erscheint in Gestalt von Körnchen, welche, nach Biondi Fig. 6.  
scheint in Gestalt von Körnchen, welche, nach Biondi Fig. 6.  
gefärbt, eine schwache grünliche Färbung annehmen.  
gefärbt, eine schwache grünliche Färbung annehmen.  
Zwischen denselben liegt ein Netz von roten Körnchen, von denen  
Zwischen denselben liegt ein Netz von roten Körnchen, von denen  
Line 31,655: Line 28,113:


i, noto che 1' apparato, il quale deve portare all' esterno i prodotti  
i, noto che 1' apparato, il quale deve portare all' esterno i prodotti  
di secrezione delle glandole, origina sotto forma di fini canalini inter-
di secrezione delle glandole, origina sotto forma di fini canalini intercellulari ed intracellulari e secondo Browicz pare che i canalini biliar!  
cellulari ed intracellulari e secondo Browicz pare che i canalini biliar!  
abbiano financo origine nucleare. Questo particolare, osservato per  
abbiano financo origine nucleare. Questo particolare, osservato per  


Line 31,674: Line 28,131:
ridea che anche le glandole a secrezione interna debbano essere  
ridea che anche le glandole a secrezione interna debbano essere  
provviste di un simile apparato, che avendo origine dalle cellule  
provviste di un simile apparato, che avendo origine dalle cellule  
andasse a sboccare nelle vene o nei linfatici, che naturalmente rappre-
andasse a sboccare nelle vene o nei linfatici, che naturalmente rappresentano la parte escretiva dei prodotti di elaborazione delle glandole  
sentano la parte escretiva dei prodotti di elaborazione delle glandole  
chiuse. A tal proposito ho eseguito sulle capsule surrenali delle ricerche,  
chiuse. A tal proposito ho eseguito sulle capsule surrenali delle ricerche,  
che a quanto pare, non sono state fatte da alcuno.  
che a quanto pare, non sono state fatte da alcuno.  
Line 31,682: Line 28,138:
II metodo di cui mi son servito a preferenza 6 state quello di  
II metodo di cui mi son servito a preferenza 6 state quello di  
Golgi: i pezzi freschissimi venivano fissati per 15 o 20 giorni nel  
Golgi: i pezzi freschissimi venivano fissati per 15 o 20 giorni nel  
liquido di MtJLLER e dopo asciugati con carta satinata venivano tras-
liquido di MtJLLER e dopo asciugati con carta satinata venivano trasportati per 24 ore in una soluzione di nitrato d'argento all' 1 ^/q.  
portati per 24 ore in una soluzione di nitrato d'argento all' 1 ^/q.  
II liquido di Müller, perö come e stato osservato da parecchi, non  
II liquido di Müller, perö come e stato osservato da parecchi, non  
fissa molto bene i pezzi e quindi non lascia vedere i canalini di secre-
fissa molto bene i pezzi e quindi non lascia vedere i canalini di secrezione intracellulari ; d'altra parte io non potevo ricorrere al metodo  
zione intracellulari ; d'altra parte io non potevo ricorrere al metodo  
rapido, perche la grande abbondanza di grasso nelle cellule delle  
rapido, perche la grande abbondanza di grasso nelle cellule delle  
capsule surrenali mi avrebbe impedito di osservare detti canalini.  
capsule surrenali mi avrebbe impedito di osservare detti canalini.  
Line 31,703: Line 28,157:
tempo nell'alcool ed alia temperatura di 40^ nella stufa a paraffina.  
tempo nell'alcool ed alia temperatura di 40^ nella stufa a paraffina.  
Le sezioni colorate colla fuxina acida vennero diafanizzate in olio di  
Le sezioni colorate colla fuxina acida vennero diafanizzate in olio di  
garofani ; qualche sezione e stata anche trattata col metodo di Zimmer-
garofani ; qualche sezione e stata anche trattata col metodo di Zimmermann al cloruro d'argento.  
mann al cloruro d'argento.  


I risultati ottenuti con questo metodo sono stati controllati con  
I risultati ottenuti con questo metodo sono stati controllati con  
Line 31,723: Line 28,176:
Suprarenale.  
Suprarenale.  


Questi cordoncini per la loro forma, dimensione e direzione age-
Questi cordoncini per la loro forma, dimensione e direzione agevolmente si riconoscono per capillari sanguigni: infatti essi sono di  
volmente si riconoscono per capillari sanguigni: infatti essi sono di  
forma pressoche cilindrica, di larghezza oscillante tra i 6 ed i 15 /< circa;  
forma pressoche cilindrica, di larghezza oscillante tra i 6 ed i 15 /< circa;  
essi nella zona fascicolata si dispongono col maggior asse in senso  
essi nella zona fascicolata si dispongono col maggior asse in senso  
Line 31,732: Line 28,184:
dei canalini piii o meno ampii situati negli spazii intercellulari ; questi  
dei canalini piii o meno ampii situati negli spazii intercellulari ; questi  
sono disposti intorno alle cellule a guisa di cornice e qualche volta  
sono disposti intorno alle cellule a guisa di cornice e qualche volta  
si scambiano tra di loro delle anastomosi. In questi canalini peri-
si scambiano tra di loro delle anastomosi. In questi canalini pericellulari sboccano altri sottilissimi canalini intracellulari, la cui disposizione e varia. Essi cio§ avvolgono in forma di un intreccio finissimo gli elementi cellulari; altre volte sono conformati a pennello e  
cellulari sboccano altri sottilissimi canalini intracellulari, la cui dis-
posizione e varia. Essi cio§ avvolgono in forma di un intreccio finis-
simo gli elementi cellulari; altre volte sono conformati a pennello e  
finalmente spesso formano una rete nel protoplasma, Non ho potuto  
finalmente spesso formano una rete nel protoplasma, Non ho potuto  
mai osservare questi canalini nelPinterno del nucleo.  
mai osservare questi canalini nelPinterno del nucleo.  
Line 31,764: Line 28,213:
(Metodo di GOLGI.)  
(Metodo di GOLGI.)  


Debbo far notare che questi canalini non sono egualraente svilup-
Debbo far notare che questi canalini non sono egualraente sviluppati in tutte le zone della Capsula surrenale, ma si trovano a pre
pati in tutte le zone della Capsula surrenale, ma si trovano a pre-
 




Line 31,778: Line 28,225:




In alcuni preparati, iniettati con gelatina al carminio e gentil-
In alcuni preparati, iniettati con gelatina al carminio e gentilmente messi a mia disposizione dal mio maestro Otto von Schrön,  
mente messi a mia disposizione dal mio maestro Otto von Schrön,  
ho osservato del particolari che, se non perfettamente simili ai precedent!, possono a quest! servlre d! controllo. Infatt! nella zona fascicolata della Capsula surrenale del gatto s! vedouo partire da! capillar!  
ho osservato del particolari che, se non perfettamente simili ai pre-
cedent!, possono a quest! servlre d! controllo. Infatt! nella zona fasci-
colata della Capsula surrenale del gatto s! vedouo partire da! capillar!  
venos! de! canal! che mess! !ns!eme dlsegnano una rete. Nella zona  
venos! de! canal! che mess! !ns!eme dlsegnano una rete. Nella zona  
reticolare s! vedono originäre slmllmente de! canalin! a forma d! cluffi  
reticolare s! vedono originäre slmllmente de! canalin! a forma d! cluffi  
Line 31,815: Line 28,259:
sostanza midollare dei tratti interceUular! intensamente tint! dalla  
sostanza midollare dei tratti interceUular! intensamente tint! dalla  
fuxlna acida e qualche volta si vedono partire da quest! de! sottili  
fuxlna acida e qualche volta si vedono partire da quest! de! sottili  
filament! che penetrano nella cellula. Che ess! non slano semplice-
filament! che penetrano nella cellula. Che ess! non slano semplicemente degli spazi! intercellular! lo dimostrano due fatti:  
mente degli spazi! intercellular! lo dimostrano due fatti:  






1) Fissazioni in un miscnglio osmio-cromo-platino-formico e colora-
1) Fissazioni in un miscnglio osmio-cromo-platino-formico e colorazioni in verde di malachite, fuxina acida e giallo Martius.  
zioni in verde di malachite, fuxina acida e giallo Martius.  




Line 31,833: Line 28,275:


Credo che da queste ricerche si possa conchiudere che le capsule  
Credo che da queste ricerche si possa conchiudere che le capsule  
surrenali siano provviste di un apparato di canali, deputato a tras-
surrenali siano provviste di un apparato di canali, deputato a trasportare i prodotti di secrezione dalle cellule ai capillari sanguigni e  
portare i prodotti di secrezione dalle cellule ai capillari sanguigni e  
molto probabilmente questa disposizione strutturale si verifica in tutte  
molto probabilmente questa disposizione strutturale si verifica in tutte  
le glandole a secrezione interna. Giä sin dal 1897 Szuzinski ha  
le glandole a secrezione interna. Giä sin dal 1897 Szuzinski ha  
notato col metodo Golgi nel fegato dei canalini intracellulari indi-
notato col metodo Golgi nel fegato dei canalini intracellulari indipendenti dai biliari e da lui interpretati come canali del glicogeno.  
pendenti dai biliari e da lui interpretati come canali del glicogeno.  
Anche io ho potuto osservare questo fatto, ma veramente non saprei  
Anche io ho potuto osservare questo fatto, ma veramente non saprei  
dire se realmente sono in rapporto coi vasi e se servono al trasporto  
dire se realmente sono in rapporto coi vasi e se servono al trasporto  
Line 31,870: Line 28,310:
Die Lunge des Delphins ist, was nach den Untersuchungen  
Die Lunge des Delphins ist, was nach den Untersuchungen  
Müllers i) auch für die übrigen Cetaceen gilt, bei erwachsenen Tieren  
Müllers i) auch für die übrigen Cetaceen gilt, bei erwachsenen Tieren  
ungeteilt, sie ist langgestreckt und in ihren lateralen Partien so platt-
ungeteilt, sie ist langgestreckt und in ihren lateralen Partien so plattgedrückt, daß dieselben wie Anhänge der kompakteren Teile im Thorax  
gedrückt, daß dieselben wie Anhänge der kompakteren Teile im Thorax  
liegen.  
liegen.  


Line 31,879: Line 28,318:




1) Untersuchungen über Veränderungen, welche die Respirations-
1) Untersuchungen über Veränderungen, welche die Respirationsorgane der Säugetiere durch die Anpassung an das Leben im Wasser  
organe der Säugetiere durch die Anpassung an das Leben im Wasser  
erlitten haben. Jenaische Zeitschr. f. Naturw., Bd. 37.  
erlitten haben. Jenaische Zeitschr. f. Naturw., Bd. 37.  


Line 31,888: Line 28,326:


fällt bei makroskopischer Betrachtung eine etwa handgroße Fläche in  
fällt bei makroskopischer Betrachtung eine etwa handgroße Fläche in  
der Nähe des lateralen Randes auf, an der folgende drei Besonder-
der Nähe des lateralen Randes auf, an der folgende drei Besonderheiten zur Entwickelung kamen: das Lungengewebe ist im ganzen  
heiten zur Entwickelung kamen: das Lungengewebe ist im ganzen  
Umkreis der eben angegebenen Fläche verdünnt, fehlt an dem einen  
Umkreis der eben angegebenen Fläche verdünnt, fehlt an dem einen  
Objekt an 4, an dem anderen an 6 Stellen vollständig, und endlich  
Objekt an 4, an dem anderen an 6 Stellen vollständig, und endlich  
kann man von der Oberfläche der Lunge sich abhebende Falten be-
kann man von der Oberfläche der Lunge sich abhebende Falten beobachten, welche mit dem darunter gelegenen Gewebe Taschen bilden  
obachten, welche mit dem darunter gelegenen Gewebe Taschen bilden  
(Fig. 1).  
(Fig. 1).  


Line 31,927: Line 28,363:
Lf Lungenfalte. Lt Lungentasche. 8 Schnittfläche, z U zackige Umrandung.  
Lf Lungenfalte. Lt Lungentasche. 8 Schnittfläche, z U zackige Umrandung.  


An jenen Stellen, an welchen das Lungengewebe vollständig ge-
An jenen Stellen, an welchen das Lungengewebe vollständig geschwunden ist, liegen die Pleurablätter aufeinander und sind schwer  
schwunden ist, liegen die Pleurablätter aufeinander und sind schwer  
voneinander zu trennen. Ueber die sehr verschiedene Größe der Defekte werden die nachfolgend angeführten Zahlen Aufschluß geben:  
voneinander zu trennen. Ueber die sehr verschiedene Größe der De-
fekte werden die nachfolgend angeführten Zahlen Aufschluß geben:  
Längsdurchmesser: 6,8, 4,6, 2,5, 5,5, 4,8, 3,8, 3,0 (  
Längsdurchmesser: 6,8, 4,6, 2,5, 5,5, 4,8, 3,8, 3,0 (  
Querdurchmesser: 1,0, 1,7, 1,0, 1,3, 0,3, 1,5, 0,5/  
Querdurchmesser: 1,0, 1,7, 1,0, 1,3, 0,3, 1,5, 0,5/  
Line 31,942: Line 28,376:




Die Begrenzung der polygonal gestalteten Defekte ist eine un-
Die Begrenzung der polygonal gestalteten Defekte ist eine unregelmäßige. Bald sieht der Rand wie gezähnt aus, dort ragen zarteste Bronchien mit ihren alveolären Verästelungen zwischen die Pleuraduplikatur hinein. Bald wieder wird das kompaktere Lungengewebe  
regelmäßige. Bald sieht der Rand wie gezähnt aus, dort ragen zar-
zur Umgrenzung herangezogen, und an diesen Stellen gelangen die erwähnten Taschen zur Ausbildung. Dieselben entstehen auf folgende  
teste Bronchien mit ihren alveolären Verästelungen zwischen die Pleura-
Weise: Kreissektorenförmig umgrenzte Falten verdünnten Lungenge
duplikatur hinein. Bald wieder wird das kompaktere Lungengewebe  
zur Umgrenzung herangezogen, und an diesen Stellen gelangen die er-
wähnten Taschen zur Ausbildung. Dieselben entstehen auf folgende  
Weise: Kreissektorenförmig umgrenzte Falten verdünnten Lungenge-
 




Line 31,966: Line 28,395:
Verwachsungen stattfinden, entsteht eine Tasche zwischen Pleura und  
Verwachsungen stattfinden, entsteht eine Tasche zwischen Pleura und  
Lungenfalte. Das Auftreten dieser Lungenfalten ist ziemlich häufig.  
Lungenfalte. Das Auftreten dieser Lungenfalten ist ziemlich häufig.  
Manchmal findet man, daß sie sich an einem schmalen Streifen Lungen-
Manchmal findet man, daß sie sich an einem schmalen Streifen Lungengewebes, der die Scheide zwischen zwei Defekten bildet, ansetzen,  
gewebes, der die Scheide zwischen zwei Defekten bildet, ansetzen,  
während sie an anderen Stellen auch mit dem kompakten Lungengewebe Taschen bilden.  
während sie an anderen Stellen auch mit dem kompakten Lungen-
gewebe Taschen bilden.  


Quer durch die Pleuraduplikatur sieht man häufig Gefäße ziehen. —  
Quer durch die Pleuraduplikatur sieht man häufig Gefäße ziehen. —  
Stücke aus der zackigen Umrandung Fig. 2 der Defekte wurden mi-
Stücke aus der zackigen Umrandung Fig. 2 der Defekte wurden mikroskopisch untersucht, wobei die bei  
kroskopisch untersucht, wobei die bei  
makroskopischer Betrachtung aasgesprochene Vermutung, daß es sich um Bronchien und deren alveoläre Verästelung  
makroskopischer Betrachtung aasgespro-
chene Vermutung, daß es sich um Bron-
chien und deren alveoläre Verästelung  
handle, sich als die richtige erwies. Der  
handle, sich als die richtige erwies. Der  
histologische Befund ist identisch mit dem-
histologische Befund ist identisch mit demjenigen , den man an Bronchioli und Alveolen, die sich an normaler Stelle vorfinden , erheben kann , namentlich muß  
jenigen , den man an Bronchioli und Al-
darauf hingewiesen werden, daß die Alveolen alle jene Merkmale an sich tragen,  
veolen, die sich an normaler Stelle vor-
finden , erheben kann , namentlich muß  
darauf hingewiesen werden, daß die Al-
veolen alle jene Merkmale an sich tragen,  
die sie für den Gasaustausch befähigen.  
die sie für den Gasaustausch befähigen.  


Line 31,993: Line 28,413:




Fig. 2. Ein Stück aus der zackigen Umran-
Fig. 2. Ein Stück aus der zackigen Umrandung. Bronchus mit alveolärer Verästelung, Gefäße injiziert.  
dung. Bronchus mit alveolärer Verästelung, Ge-
fäße injiziert.  


Zum Schluß sei noch bemerkt, daß diesen verdünnten Lungen-
Zum Schluß sei noch bemerkt, daß diesen verdünnten Lungenpartien häufig kleine, rundlich gestaltete Fettläppchen aufliegen.  
partien häufig kleine, rundlich gestaltete Fettläppchen aufliegen.  


Die endgültige Deutung der an diesen Lungen vor sich gegangenen  
Die endgültige Deutung der an diesen Lungen vor sich gegangenen  
Line 32,010: Line 28,427:
verfügt, doch liegt schon jetzt die Annahme nahe, daß infolge des  
verfügt, doch liegt schon jetzt die Annahme nahe, daß infolge des  
hohen Druckes, welchem der Thorax beim Tauchen in große Tiefen  
hohen Druckes, welchem der Thorax beim Tauchen in große Tiefen  
ausgesetzt ist, der Raum in demselben beengt und die Lunge stellen-
ausgesetzt ist, der Raum in demselben beengt und die Lunge stellenweise zum Schwinden gebracht wird.  
weise zum Schwinden gebracht wird.  


Herrn Hofrat Zuckerkandl danke ich bestens für die üeber-
Herrn Hofrat Zuckerkandl danke ich bestens für die üeberlassung des Materials,  
lassung des Materials,  




Line 32,046: Line 28,461:




1) R. Staderini, La forma e 11 significato niorfologico del ventri-
1) R. Staderini, La forma e 11 significato niorfologico del ventricolo terminale di Krause. Monitore Zoologico Italiano, Anno 10, No. 3,  
colo terminale di Krause. Monitore Zoologico Italiano, Anno 10, No. 3,  
1899.  
1899.  


Line 32,060: Line 28,474:


4) T. Brugsch und E. Unger, Die Entwickelung des Ventriculus  
4) T. Brugsch und E. Unger, Die Entwickelung des Ventriculus  
terminalis beim Menschen. Archiv f. mikrosk. Anatomie u. Entwicke-
terminalis beim Menschen. Archiv f. mikrosk. Anatomie u. Entwickelungsgesch., Bd. 61, 1902, H. 2.  
lungsgesch., Bd. 61, 1902, H. 2.  




Line 32,074: Line 28,487:
porzione dorsale corrispondente al territorio delle Flügelplatten  
porzione dorsale corrispondente al territorio delle Flügelplatten  
di His. Questa parte superiore piu sviluppata si formerebbe dunque  
di His. Questa parte superiore piu sviluppata si formerebbe dunque  
esclusivamente a spese della porzione ventrale del canal centrale pri-
esclusivamente a spese della porzione ventrale del canal centrale primitivo e si ingrandirebbe per mezzo di due estroflessioni laterali. Per  
mitivo e si ingrandirebbe per mezzo di due estroflessioni laterali. Per  
questa ragione il ventricolo in alto si troverebbe principalmente esteso  
questa ragione il ventricolo in alto si troverebbe principalmente esteso  
dal lato ventrale del midollo.  
dal lato ventrale del midollo.  
Line 32,091: Line 28,503:
abbiamo verificato che il ventricolo terminale anche nella sua parte  
abbiamo verificato che il ventricolo terminale anche nella sua parte  
alta e ugualmente esteso sia dal lato ventrale che da quello dorsale  
alta e ugualmente esteso sia dal lato ventrale che da quello dorsale  
ed occupa press' a poco, come giä il primitivo canale del tubo midol-
ed occupa press' a poco, come giä il primitivo canale del tubo midollare, tutto quanto il diametro antero - posteriore del midollo. Dorsalmente anzi la cavita prende tale uno sviluppo che nella regione corrispondente ne rimangono divaricati i due cordoni posteriori. Questi  
lare, tutto quanto il diametro antero - posteriore del midollo. Dorsal-
mente anzi la cavita prende tale uno sviluppo che nella regione corri-
spondente ne rimangono divaricati i due cordoni posteriori. Questi  
fatti, notisi bene, sono dimostrabili non solo nelle primissime etä della  
fatti, notisi bene, sono dimostrabili non solo nelle primissime etä della  
vita extrauterina, ma anche nell'adulto. Vi ha di piii: nella metä  
vita extrauterina, ma anche nell'adulto. Vi ha di piii: nella metä  
Line 32,103: Line 28,512:
propriamente detto.  
propriamente detto.  


Ora se per consenso generale il canal centrale definitivo e da con-
Ora se per consenso generale il canal centrale definitivo e da considerarsi come la parte ventrale del primitivo lume del tubo midollare  
siderarsi come la parte ventrale del primitivo lume del tubo midollare  
e se dalle nostre osservazioni risulta che in una regione data, e precisamente in quella corrispondente al ventricolo terminale, a questa  
e se dalle nostre osservazioni risulta che in una regione data, e pre-
cisamente in quella corrispondente al ventricolo terminale, a questa  
parte ventrale se ne aggiunge una dorsale e che tutte e due riunite  
parte ventrale se ne aggiunge una dorsale e che tutte e due riunite  
vengono a formare una sola cavita, la quale come quella primitiva del  
vengono a formare una sola cavita, la quale come quella primitiva del  
tubo midollare, occupa quasi tutto il diametro dorso-ventrale del mi-
tubo midollare, occupa quasi tutto il diametro dorso-ventrale del midollo, a noi sembra logico ammettere che questa cavita o ventricolo  
dollo, a noi sembra logico ammettere che questa cavita o ventricolo  




Line 32,118: Line 28,524:
terminale sia una derivazione dell'intiero canal centrale primitivo, tanto  
terminale sia una derivazione dell'intiero canal centrale primitivo, tanto  
cioe della sua porzione ventrale come di quella dorsale. Non possiamo  
cioe della sua porzione ventrale come di quella dorsale. Non possiamo  
quindi convenire con Brugsch e Unger che superiormente il ventri-
quindi convenire con Brugsch e Unger che superiormente il ventricolo sia rappreseutato dalla sola porzione ventrale del canale primitivo  
colo sia rappreseutato dalla sola porzione ventrale del canale primitivo  
e che la p'orzione dorsale si obliteri assai presto. Quest' ultima anzi  
e che la p'orzione dorsale si obliteri assai presto. Quest' ultima anzi  
rimane per lungo tempo ed e perciö che nella regioue in parola anche  
rimane per lungo tempo ed e perciö che nella regioue in parola anche  
nell'adulto si puö trovare il canale dell'ependima esteso fino alia super-
nell'adulto si puö trovare il canale dell'ependima esteso fino alia superficie dorsale del midollo, come appunto e stato verificato da Clarke ^)  
ficie dorsale del midollo, come appunto e stato verificato da Clarke ^)  
in una donna di 33 anni e da noi in un uomo di 19.  
in una donna di 33 anni e da noi in un uomo di 19.  


Line 32,144: Line 28,548:
mehr schwindet der Wert des Vorzeigens von anatomischen Präparaten  
mehr schwindet der Wert des Vorzeigens von anatomischen Präparaten  
während der Vorlesung, da nur die in den ersten Reihen Sitzenden  
während der Vorlesung, da nur die in den ersten Reihen Sitzenden  
etwas von den vorgezeigten Einzelheiten sehen können. Ja selbst der De-
etwas von den vorgezeigten Einzelheiten sehen können. Ja selbst der Demonstration der Präparate nach der Vorlesung kann nur ein bedingter  
monstration der Präparate nach der Vorlesung kann nur ein bedingter  
Wert zuerkannt werden, da doch in der Regel die meisten Hörer in  
Wert zuerkannt werden, da doch in der Regel die meisten Hörer in  
andere Vorlesungen eilen, überdies nur eine beschränkte Anzahl von  
andere Vorlesungen eilen, überdies nur eine beschränkte Anzahl von  
Hörern um den Tisch herum Platz findet. Bei dieser Sachlage muß umso-
Hörern um den Tisch herum Platz findet. Bei dieser Sachlage muß umsomehr Gewicht auf eine möglichst vollkommene Ausgestaltung und Ausnutzung der anderweitigen demonstrativen Hilfsmittel der anatomischen  
mehr Gewicht auf eine möglichst vollkommene Ausgestaltung und Aus-
nutzung der anderweitigen demonstrativen Hilfsmittel der anatomischen  
Vorlesung (Wandtafeln, Projektionen, Zeichnungen auf die Tafel u. s. w.)  
Vorlesung (Wandtafeln, Projektionen, Zeichnungen auf die Tafel u. s. w.)  
gelegt werden. Von all diesen Hilfsmitteln halte ich das Zeichnen von  
gelegt werden. Von all diesen Hilfsmitteln halte ich das Zeichnen von  
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an das lebendige Wort, für das wichtigste und fruchtbringendste, und  
an das lebendige Wort, für das wichtigste und fruchtbringendste, und  
zwar aus einem psychologischen Grunde. Die fertigen Wandtafeln und  
zwar aus einem psychologischen Grunde. Die fertigen Wandtafeln und  
ebenso die Projektiousbilder mit ihren bunten Farben und der Mannig-
ebenso die Projektiousbilder mit ihren bunten Farben und der Mannigfaltigkeit der in ihnen naturgetreu wiedergegebenen Einzelheiten können  
faltigkeit der in ihnen naturgetreu wiedergegebenen Einzelheiten können  
jene einfacheren StegreifzeichnuDgen niemals völlig ersetzen, da sie  
jene einfacheren StegreifzeichnuDgen niemals völlig ersetzen, da sie  
von dem Hörer in der Regel nicht so vollkommen verstanden und so  
von dem Hörer in der Regel nicht so vollkommen verstanden und so  
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allen ihren Teilen vollkommen klar gemacht werden können.  
allen ihren Teilen vollkommen klar gemacht werden können.  


Nun ist es ein eigen Ding mit diesen Tafelzeichnungen. Es ge-
Nun ist es ein eigen Ding mit diesen Tafelzeichnungen. Es gehört nicht nur viel Uebung und morphologischer Sinn, sondern vor  
hört nicht nur viel Uebung und morphologischer Sinn, sondern vor  
allem auch eine ganz spezielle zeichnerische Begabung dazu, sie, besonders  
allem auch eine ganz spezielle zeichnerische Begabung dazu, sie, besonders  
wenn sie wegen der großen Dimensionen des Hörsales recht groß an-
wenn sie wegen der großen Dimensionen des Hörsales recht groß angefertigt werden müssen, in den Proportionen stets richtig zu treffen.  
gefertigt werden müssen, in den Proportionen stets richtig zu treffen.  
Es ist aber die Forderung aufzustellen, daß, ebenso wie wir bestrebt  
Es ist aber die Forderung aufzustellen, daß, ebenso wie wir bestrebt  
sein müssen, im mündlichen Vortrag unseren Hörern nur Zutreffendes  
sein müssen, im mündlichen Vortrag unseren Hörern nur Zutreffendes  
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dürfen sich, selbst in ihrer Eigenschalt als Schemata, nicht allzu sehr  
dürfen sich, selbst in ihrer Eigenschalt als Schemata, nicht allzu sehr  
von der Wirklichkeit entfernen. Mißlungene Tafelzeichnungeu bieten  
von der Wirklichkeit entfernen. Mißlungene Tafelzeichnungeu bieten  
ein sehr klägliches Bild, geben unrichtige Vorstellungen von den wirk-
ein sehr klägliches Bild, geben unrichtige Vorstellungen von den wirkhchen Verhältnissen und fordern die Kritik der Hörer heraus. Ich  
hchen Verhältnissen und fordern die Kritik der Hörer heraus. Ich  
habe verschiedentlich die große Fertigkeit bewundern können, zu der  
habe verschiedentlich die große Fertigkeit bewundern können, zu der  
es einzelne mit besonderem Zeichentalent begabte Kollegen im Lehr-
es einzelne mit besonderem Zeichentalent begabte Kollegen im Lehrfach in diesen improvisierten Tafelzeichnungen gel)racht haben , und  
fach in diesen improvisierten Tafelzeichnungen gel)racht haben , und  
doch muß ich sagen, daß mir auch ihre Darbietungen häufig in einem  
doch muß ich sagen, daß mir auch ihre Darbietungen häufig in einem  
oder anderem Punkte verzeichnet oder gar zu sehr schematisiert zu  
oder anderem Punkte verzeichnet oder gar zu sehr schematisiert zu  
sein schienen. Ich selbst, obgleich des Zeichnens „für den Hausge-
sein schienen. Ich selbst, obgleich des Zeichnens „für den Hausgebrauch" im üblichen Maße mächtig, kann mich nicht damit rühmen,  
brauch" im üblichen Maße mächtig, kann mich nicht damit rühmen,  
in dieser Hinsicht wirklich Befriedigendes zu leisten, ein Mangel meiner  
in dieser Hinsicht wirklich Befriedigendes zu leisten, ein Mangel meiner  
Befähigung, der mir seit dem Beginn meiner akademischen Lehr-
Befähigung, der mir seit dem Beginn meiner akademischen Lehrtätigkeit ein Grund zur Unzufriedenheit mit mir selbst war. Es ist  
tätigkeit ein Grund zur Unzufriedenheit mit mir selbst war. Es ist  
mir z. B. nicht gegeben , einen Brustkorb mit allen Rippen während  
mir z. B. nicht gegeben , einen Brustkorb mit allen Rippen während  
des Vortrages mit der erforderlichen Schnelligkeit und Sicherheit  
des Vortrages mit der erforderlichen Schnelligkeit und Sicherheit  
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viel Zeit in Anspruch nimmt, was besonders dort in die VVagschale  
viel Zeit in Anspruch nimmt, was besonders dort in die VVagschale  
fällt, wo, wie z. B. hier am Orte, der anatomischen Vorlesung nur  
fällt, wo, wie z. B. hier am Orte, der anatomischen Vorlesung nur  
eine verhältnismäßig geringe Stundenzahl zugewiesen ist. Dieser Zeit-
eine verhältnismäßig geringe Stundenzahl zugewiesen ist. Dieser Zeitverlust geht dann immer auf Kosten des interessanteren, erklärenden  
verlust geht dann immer auf Kosten des interessanteren, erklärenden  
Teiles des Vortrages, so daß das ganze Kolleg schließlich nur aus  
Teiles des Vortrages, so daß das ganze Kolleg schließlich nur aus  
Zeichnen und aus dem geistlosen Aufzählen der trockenen anatomischen  
Zeichnen und aus dem geistlosen Aufzählen der trockenen anatomischen  
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Büchern ausgepaust, wobei nach Bedarf und Belieben Veränderungen  
Büchern ausgepaust, wobei nach Bedarf und Belieben Veränderungen  
und Ergänzungen angebracht werden. Diese Pause wird nun mit  
und Ergänzungen angebracht werden. Diese Pause wird nun mit  
Hilfe eines Scioptikons in gewünschter Größe auf festes, glattes Pack-
Hilfe eines Scioptikons in gewünschter Größe auf festes, glattes Pack
 




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papier projiziert und mit dem Bleistift nachgezeichnet ; das Pauspapier  
papier projiziert und mit dem Bleistift nachgezeichnet ; das Pauspapier  
läßt die Lichtstrahlen wie Glas durch. Dies besorgen meine Assi-
läßt die Lichtstrahlen wie Glas durch. Dies besorgen meine Assistenten, die darauf schon so eingearbeitet sind, daß sie in einer Viertelstunde mehrere solche vergrößerte Zeichnungen fertigstellen können.  
stenten, die darauf schon so eingearbeitet sind, daß sie in einer Viertel-
stunde mehrere solche vergrößerte Zeichnungen fertigstellen können.  
Was nun folgt, ist wieder Sache des Dieners. Mit einem 1—2 mm  
Was nun folgt, ist wieder Sache des Dieners. Mit einem 1—2 mm  
engen Locheisen werden die Linien der Zeichnung in Abständen von  
engen Locheisen werden die Linien der Zeichnung in Abständen von  
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Nummer versehen und aufgehoben ; dieselbe Nummer erhält auch die  
Nummer versehen und aufgehoben ; dieselbe Nummer erhält auch die  
vergrößerte Zeichnung. Dieses Verfahren ist notwendig, damit man  
vergrößerte Zeichnung. Dieses Verfahren ist notwendig, damit man  
einen üeberblick hat über die vorrätigen Zeichnungen und die ge-
einen üeberblick hat über die vorrätigen Zeichnungen und die gewünschte Zeichnung im Bedarfsfalle leicht findet.  
wünschte Zeichnung im Bedarfsfalle leicht findet.  


Die praktische Verwendung dieser vergrößerten Zeichnungen ge-
Die praktische Verwendung dieser vergrößerten Zeichnungen gestaltet sich nun folgendermaßen. Die Zeichnung wird auf die Tafel  
staltet sich nun folgendermaßen. Die Zeichnung wird auf die Tafel  
flach aufgedrückt, und man fährt mit einem weichen Lappen, der mit  
flach aufgedrückt, und man fährt mit einem weichen Lappen, der mit  
Kreide bestäubt ist, einmal leicht darüber. Nimmt man das Papier  
Kreide bestäubt ist, einmal leicht darüber. Nimmt man das Papier  
weg, so sieht man einen blassen Abklatsch der Originalzeichnung vor  
weg, so sieht man einen blassen Abklatsch der Originalzeichnung vor  
sich, natürlich mit Punktreihen statt der Linien. Man kann diesen  
sich, natürlich mit Punktreihen statt der Linien. Man kann diesen  
Abklatsch leicht auch so blaß gestalten, daß er gerade nur in aller-
Abklatsch leicht auch so blaß gestalten, daß er gerade nur in allernächster Nähe, hier aber immer noch ganz deutlich sichtbar ist. Um  
nächster Nähe, hier aber immer noch ganz deutlich sichtbar ist. Um  
auch den Schein einer beabsichtigten Täuschung der Zuhörerschaft zu  
auch den Schein einer beabsichtigten Täuschung der Zuhörerschaft zu  
vermeiden, unterlasse ich es natürlich nicht, die Methode den Hörern  
vermeiden, unterlasse ich es natürlich nicht, die Methode den Hörern  
in einer der ersten Stunden zu erklären.  
in einer der ersten Stunden zu erklären.  


Die Punktreihen können nun während der Vorlesung vom Vor-
Die Punktreihen können nun während der Vorlesung vom Vortragenden leicht und rasch nachgezeichnet werden ; selbst große und  
tragenden leicht und rasch nachgezeichnet werden ; selbst große und  
komplizierte Zeichnungen lassen sich so in einigen Minuten fertigstellen.  
komplizierte Zeichnungen lassen sich so in einigen Minuten fertigstellen.  
Bei den Muskeln werden die entsprechenden Skelettunterlagen schon  
Bei den Muskeln werden die entsprechenden Skelettunterlagen schon  
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Hörern als brillanter und verblüffender Zeichner zu glänzen ; aber dieses  
Hörern als brillanter und verblüffender Zeichner zu glänzen ; aber dieses  
Opfer der persönlichen Eitelkeit wird reichlich aufgewogen durch das  
Opfer der persönlichen Eitelkeit wird reichlich aufgewogen durch das  
befriedigende Gefühl, den Hörern etwas wirklich Korrektes und Voll-
befriedigende Gefühl, den Hörern etwas wirklich Korrektes und Vollkommenes zu bieten.  
kommenes zu bieten.  


. Vielleicht wird dieses Verfahren oder etwas Aehnliches auch schon  
. Vielleicht wird dieses Verfahren oder etwas Aehnliches auch schon  
Line 32,317: Line 28,702:




Inhalt, Aufsätze. Th. Ziehen, lieber den Bau des Gehirns bei den Halb-
Inhalt, Aufsätze. Th. Ziehen, lieber den Bau des Gehirns bei den Halbaffen und bei Galeopithecus. Mit 7 Abbildungen, p. 505 — 522. — R. Wiedersheim, Ueber den Kehlkopf der Ganoiden und Dipnoer. Mit 9 Abbildungen, p. 522  
affen und bei Galeopithecus. Mit 7 Abbildungen, p. 505 — 522. — R. Wieders-
heim, Ueber den Kehlkopf der Ganoiden und Dipnoer. Mit 9 Abbildungen, p. 522  
bis 535.  
bis 535.  


Line 32,333: Line 28,716:
Nachdruck verboten.  
Nachdruck verboten.  


Ueber den Bau des Oehirns bei den Halbaffen und bei Galeo-
Ueber den Bau des Oehirns bei den Halbaffen und bei Galeopithecus.  
pithecus.  


Von Prof. Tu. Ziehen in Utrecht.  
Von Prof. Tu. Ziehen in Utrecht.  
Line 32,361: Line 28,743:


Während ich damals nur über ein Gehirn von Tarsius spectrum  
Während ich damals nur über ein Gehirn von Tarsius spectrum  
Geoff, verfügte, standen mir jetzt 6 Gehirne derselben Art zur Ver-
Geoff, verfügte, standen mir jetzt 6 Gehirne derselben Art zur Verfügung. Insbesondere war im Hinblick auf die damals geäußerten  
fügung. Insbesondere war im Hinblick auf die damals geäußerten  
Zweifel auch wertvoll, daß ich die Gehirne selbst aus dem frisch in  
Zweifel auch wertvoll, daß ich die Gehirne selbst aus dem frisch in  
Formol eingelegten Schädel herausnehmen konnte. Ein siebentes, in  
Formol eingelegten Schädel herausnehmen konnte. Ein siebentes, in  
Alkohol gehärtetes Gehirn zog ich nur in einzelnen Fragen zum Ver-
Alkohol gehärtetes Gehirn zog ich nur in einzelnen Fragen zum Vergleich heran.  
gleich heran.  


Die 6 Gehirne 1) stimmen so vollständig überein, daß eine ge-
Die 6 Gehirne 1) stimmen so vollständig überein, daß eine gemeinsame Beschreibung zulässig ist. Die Abweichungen der äußeren  
meinsame Beschreibung zulässig ist. Die Abweichungen der äußeren  
Form von dem in meiner ersten Abhandlung beschriebenen Gehirn sind  
Form von dem in meiner ersten Abhandlung beschriebenen Gehirn sind  
wahrscheinlich auf Deformationen des letzteren zurückzuführen.  
wahrscheinlich auf Deformationen des letzteren zurückzuführen.  
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Die nachfolgenden Figg. 1 — 4 geben das Tarsiusgehirn in der Parietal-,  
Die nachfolgenden Figg. 1 — 4 geben das Tarsiusgehirn in der Parietal-,  
Seiten-, Medial- und Basalansicht wieder. Die Gesamtform muß ich  
Seiten-, Medial- und Basalansicht wieder. Die Gesamtform muß ich  
auch heute noch als höchst merkwürdig bezeichnen. Ich kenne kein ein-
auch heute noch als höchst merkwürdig bezeichnen. Ich kenne kein einziges Säugetiergehirn, dem das Tarsiusgehirn bezüglich derselben wirklich nahestände. Bemerkenswert ist vor allem die relativ sehr starke  
ziges Säugetiergehirn, dem das Tarsiusgehirn bezüglich derselben wirk-
lich nahestände. Bemerkenswert ist vor allem die relativ sehr starke  
Entwickelung des Schläfen- und Hinterhauptteils, dem gegenüber der  
Entwickelung des Schläfen- und Hinterhauptteils, dem gegenüber der  
Stirn teil verkümmert ist. Der letztere erscheint als ein kurzer, ziem-
Stirn teil verkümmert ist. Der letztere erscheint als ein kurzer, ziemlich spitzer, schnabelförmiger Fortsatz, welcher seinerseits die im Vergleich zu den Affen gut, im Vergleich zu den Halbaffen schlecht  
lich spitzer, schnabelförmiger Fortsatz, welcher seinerseits die im Ver-
gleich zu den Affen gut, im Vergleich zu den Halbaffen schlecht  
entwickelten Lobi olfactorii an seiner vorderen Spitze trägt. Höchstens  
entwickelten Lobi olfactorii an seiner vorderen Spitze trägt. Höchstens  
das vorderste Drittel des Kleinhirns wird vom Großhirn bedeckt. Der  
das vorderste Drittel des Kleinhirns wird vom Großhirn bedeckt. Der  
Längsdurchmesser des Großhirns ist gegenüber dem größten Breiten-
Längsdurchmesser des Großhirns ist gegenüber dem größten Breitendurchmesser klein. Der letztere beträgt 23 mm, der erstere 20 mm  
durchmesser klein. Der letztere beträgt 23 mm, der erstere 20 mm  
(bestimmt als senkrechter Abstand der occipitalen Grenzebene, d. h,  
(bestimmt als senkrechter Abstand der occipitalen Grenzebene, d. h,  
einer durch den Occipitalpol gelegten Ebene von der frontalen Grenz-
einer durch den Occipitalpol gelegten Ebene von der frontalen Grenzebene, d. h, einer durch den Frontalpol gelegten Ebene) ^). Der Angulus  
ebene, d. h, einer durch den Frontalpol gelegten Ebene) ^). Der Angulus  
occipitomedialis — so will ich den Punkt nennen, wo die medialen  
occipitomedialis — so will ich den Punkt nennen, wo die medialen  
Mantelränder auseinanderweichen und das Kleinhirn zum Vorschein  
Mantelränder auseinanderweichen und das Kleinhirn zum Vorschein  
kommen lassen — liegt 2^2 ^^ vor der occipitalen Grenzebene,  
kommen lassen — liegt 2^2 ^^ vor der occipitalen Grenzebene,  
Die occipitale Kurvatur (Curvatura occipitalis) — so will ich den , aus-
Die occipitale Kurvatur (Curvatura occipitalis) — so will ich den , ausgeschweiften hinteren Begrenzungsrand des Occipitallappens in der  
geschweiften hinteren Begrenzungsrand des Occipitallappens in der  
Parietalansicht bezeichnen — ist sehr flach; ein wirklicher Winkel  
Parietalansicht bezeichnen — ist sehr flach; ein wirklicher Winkel  
(Angulus occipitolateralis) , wie er bei vielen Säugern vorkommt, fehlt  
(Angulus occipitolateralis) , wie er bei vielen Säugern vorkommt, fehlt  
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Psych, u. Neur., 1902.  
Psych, u. Neur., 1902.  


2) Diese Grenzebenen legt man am besten senkrecht zur Schädel-
2) Diese Grenzebenen legt man am besten senkrecht zur Schädelbasis. Ihr senkrechter Abstand wird durch den Winkel zur Schädelbasis natürlich beeinflußt, auch wenn die beiden Ebenen parallel sind.  
basis. Ihr senkrechter Abstand wird durch den Winkel zur Schädel-
basis natürlich beeinflußt, auch wenn die beiden Ebenen parallel sind.  




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ganzen Säugetierreihe wiederkehrt und  
ganzen Säugetierreihe wiederkehrt und  
in meiner ersten Arbeit mit einem Kreuz  
in meiner ersten Arbeit mit einem Kreuz  
bezeichnet worden ist. Die Verlaufsrich-
bezeichnet worden ist. Die Verlaufsrichtung des Occipitotemporalrandes nähert  
tung des Occipitotemporalrandes nähert  
sich in ungewöhnlicher Weise der frontalen. Sie bildet nämlich mit der Medianlinie einen Winkel von fast 45 ^ während  
sich in ungewöhnlicher Weise der fron-
talen. Sie bildet nämlich mit der Median-
linie einen Winkel von fast 45 ^ während  
z. B. bei Nycticebus derselbe Winkel kaum  
z. B. bei Nycticebus derselbe Winkel kaum  
30° beträgt. Die Seitenansicht des Tar-
30° beträgt. Die Seitenansicht des Tarsiusgehirns in der mir inzwischen zugänglich gewordenen Abhandlung von / / / ; ,  
siusgehirns in der mir inzwischen zu-
gänglich gewordenen Abhandlung von / / / ; ,  
I. VAN DER HoEVEN ^) gibt das Verhältnis Lo Mof \Fbta aü  
I. VAN DER HoEVEN ^) gibt das Verhältnis Lo Mof \Fbta aü  


LS + FS  
LS + FS  


Fig. 1. Seiteufläche des Großhirns von Tarsius spectiiim. Aom Angulus oeeipito-
Fig. 1. Seiteufläche des Großhirns von Tarsius spectiiim. Aom Angulus oeeipitomedialis. Aol Angulus occipitolateralis. AS Angulus Sylvieus. AÜ Angulus temporalis lateralis. Fo Facies orbitalis. Co Curvatura occipitalis. Dot Depressio occipitotemporalis. Fbta Facies basitemporalis anterior. Mof Margo orbitofrontalis. 3Ita Margo  
medialis. Aol Angulus occipitolateralis. AS Angulus Sylvieus. AÜ Angulus tem-
poralis lateralis. Fo Facies orbitalis. Co Curvatura occipitalis. Dot Depressio occipito-
temporalis. Fbta Facies basitemporalis anterior. Mof Margo orbitofrontalis. 3Ita Margo  
temporalis anterior. Lo Lobus olfactorius. LS + FS Linea Sylvica und Fissura Sylvii.  
temporalis anterior. Lo Lobus olfactorius. LS + FS Linea Sylvica und Fissura Sylvii.  


nicht richtig wieder. Noch eigenartiger gestaltet sich der dem Tem-
nicht richtig wieder. Noch eigenartiger gestaltet sich der dem Temporalpol entsprechende vordere Rand des Schläfenlappens. Während  
poralpol entsprechende vordere Rand des Schläfenlappens. Während  
bei den übrigen mir bekannten Halbaffen ähnlich wie bei den Affen  
bei den übrigen mir bekannten Halbaffen ähnlich wie bei den Affen  
und bei dem Menschen der vordere Rand des Temporallappens in der  
und bei dem Menschen der vordere Rand des Temporallappens in der  
Seitenansicht einen sehr kurzen Bogen, die Curvatura temporalis, bildet,  
Seitenansicht einen sehr kurzen Bogen, die Curvatura temporalis, bildet,  
so daß man ihn schlechthin als Temporalpol bezeichnen konnte, zieht  
so daß man ihn schlechthin als Temporalpol bezeichnen konnte, zieht  
sich bei Tarsius der vordere Rand des Temporallappens (Margo tem-
sich bei Tarsius der vordere Rand des Temporallappens (Margo temporalis anterior) unverhältnismäßig lang aus. Auf meinen Tarsiusgehirnen mißt er 10 Va ni™- Mit dem occipitotemporalen Mantelrand  
poralis anterior) unverhältnismäßig lang aus. Auf meinen Tarsius-
stößt er unter einem abgerundeten spitzen Winkel von ca. 80° (Angulus temporalis lateralis) zusammen.  
gehirnen mißt er 10 Va ni™- Mit dem occipitotemporalen Mantelrand  
stößt er unter einem abgerundeten spitzen Winkel von ca. 80° (An-
gulus temporalis lateralis) zusammen.  


Noch auffälliger gestaltet sich die Basalfläche. In ihrem  
Noch auffälliger gestaltet sich die Basalfläche. In ihrem  
vorderen Teil findet man 2 unter stumpfem Winkel gegeneinander  
vorderen Teil findet man 2 unter stumpfem Winkel gegeneinander  
geneigte Flächen, welche man nach ihrer Lage als Orbitalfläche  
geneigte Flächen, welche man nach ihrer Lage als Orbitalfläche  
(Facies orbitalis) und vordere Basitemporalfläche (Facies basi-
(Facies orbitalis) und vordere Basitemporalfläche (Facies basitemporalis anterior) bezeichnen kann. Beide zeigen eine seichte  
temporalis anterior) bezeichnen kann. Beide zeigen eine seichte  
Mulde. Sie stoßen in einer fast geradlinigen, nur leicht geknickten  
Mulde. Sie stoßen in einer fast geradlinigen, nur leicht geknickten  
Kante, der Linea Sylvica, zusammen. Die Facies orbitalis senkt sich  
Kante, der Linea Sylvica, zusammen. Die Facies orbitalis senkt sich  
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sie durch die laterale Wurzel des Tractus olfactorius von dem Tuber-
sie durch die laterale Wurzel des Tractus olfactorius von dem Tuberculura olfactorium getrennt. Lateral reicht sie bis an die Furche FS,  
culura olfactorium getrennt. Lateral reicht sie bis an die Furche FS,  


welche, wie unten er-
welche, wie unten erörtert werden wird,  
örtert werden wird,  
der Fissura Sylvii entspricht und streckenweise mit der Linea  
der Fissura Sylvii ent-
spricht und strecken-
weise mit der Linea  
Sylvica zusammenfällt ;  
Sylvica zusammenfällt ;  
sie stößt also im Be-
sie stößt also im Bereich dieser Furche mit  
reich dieser Furche mit  
der Basi temporalfläche  
der Basi temporalfläche  
zusammen. Sie ent-
zusammen. Sie entspricht der hinteren  
spricht der hinteren  
oberen Wand der Orbita, welche entsprechend der enormen Entwickelung des Aug
oberen Wand der Or-
bita, welche entspre-
chend der enormen Ent-
wickelung des Aug-
 
Aol  
Aol  


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Angulus occipitomedialis. Cho Chiasma opticum. Co Curvatura occipitalis. Cqp Corpus  
Angulus occipitomedialis. Cho Chiasma opticum. Co Curvatura occipitalis. Cqp Corpus  
quadrigeminum post. Dot Depressio occipitotemporalis. B]^ Basis peduneuli. Fh Fissui'a  
quadrigeminum post. Dot Depressio occipitotemporalis. B]^ Basis peduneuli. Fh Fissui'a  
hippocampi. Cgm Corpus geniculatum mediale. Fo Facies orbitalis. Fbta Facies basi-
hippocampi. Cgm Corpus geniculatum mediale. Fo Facies orbitalis. Fbta Facies basitemporalis ant. Fbtp Facies basitemporalis post. LS + FS Linea und Fissura Sylvica.  
temporalis ant. Fbtp Facies basitemporalis post. LS + FS Linea und Fissura Sylvica.  
GtMr occipitotemporaler Mantelrand. RlTro laterale Riechwurzel. Sotb Sulcus occipitotemporalis basalis. Spa Substantia perforata anterior. Tc + Cm Tuber cinereum mit  
GtMr occipitotemporaler Mantelrand. RlTro laterale Riechwurzel. Sotb Sulcus occipito-
temporalis basalis. Spa Substantia perforata anterior. Tc + Cm Tuber cinereum mit  
Corpus mamillare. Frla Fissura rhiualis lateralis ant. Tr Tractus olfactorius. To  
Corpus mamillare. Frla Fissura rhiualis lateralis ant. Tr Tractus olfactorius. To  
Tuberculum olfactorium.  
Tuberculum olfactorium.  


apfels sehr geräumig ist. Man kann sich kaum des Eindruckes  
apfels sehr geräumig ist. Man kann sich kaum des Eindruckes  
erwehren, daß die schiefe Stellung der Orbitalfläche und die schnabel-
erwehren, daß die schiefe Stellung der Orbitalfläche und die schnabelförmige, schmale Gestalt des Stirnteils des Gehirns auf die Raumbeschränkung zurückzuführen ist, welche die starke Entwickelung  
förmige, schmale Gestalt des Stirnteils des Gehirns auf die Raum-
beschränkung zurückzuführen ist, welche die starke Entwickelung  
der Orbitahöhle für die vorderen Abschnitte der Schädelhöhle zur  
der Orbitahöhle für die vorderen Abschnitte der Schädelhöhle zur  
Folge gehabt hat. Das Tuberculum olfactorium mißt in frontaler  
Folge gehabt hat. Das Tuberculum olfactorium mißt in frontaler  
Richtung 8^/3, in sagittaler fast 2 mm. An das Tuberculum ol-
Richtung 8^/3, in sagittaler fast 2 mm. An das Tuberculum olfactorium schließt sich ein schmaler Streifen an , welcher im wesentlichen als Substantia perforata ant. zu deuten ist. Zwischen dieser  
factorium schließt sich ein schmaler Streifen an , welcher im wesent-
lichen als Substantia perforata ant. zu deuten ist. Zwischen dieser  
und dem vorderen Chiasmawinkel liegt noch ein rhombisches Feld,  
und dem vorderen Chiasmawinkel liegt noch ein rhombisches Feld,  
welches zum Teil der Lamina terminalis entspricht. — Mit der  
welches zum Teil der Lamina terminalis entspricht. — Mit der  
Line 32,547: Line 28,888:
läßt im übrigen 2 Hauptflächen erkennen : die bereits erwähnte  
läßt im übrigen 2 Hauptflächen erkennen : die bereits erwähnte  
Facies basitemporalis anterior und die Facies occipitotemporalis basalis.  
Facies basitemporalis anterior und die Facies occipitotemporalis basalis.  
Diese beiden Hauptflächen stoßen untereinander und mit der Lateral-
Diese beiden Hauptflächen stoßen untereinander und mit der Lateralfläche des Schläfenlappens in dem bereits erwähnten Angulus temporalis lateralis (Ätl auf Fig. 2) zusammen. Auf Fig. 2 sind die 3  
fläche des Schläfenlappens in dem bereits erwähnten Angulus tem-
poralis lateralis (Ätl auf Fig. 2) zusammen. Auf Fig. 2 sind die 3  
hier zusammentrefl'enden Flächen durch Schattierung bezvv. Strichelung  
hier zusammentrefl'enden Flächen durch Schattierung bezvv. Strichelung  
hervorgehoben.  
hervorgehoben.  
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Die Furche FS, welche ich, wie gesagt, als Fissura Sylvii deute,  
Die Furche FS, welche ich, wie gesagt, als Fissura Sylvii deute,  
schneidet sehr scharf ein. Sie nimmt fast genau die laterale Hälfte  
schneidet sehr scharf ein. Sie nimmt fast genau die laterale Hälfte  
der Linea Sylvica ein. Sie läßt sich bis zum Angulus Sylvicus ver-
der Linea Sylvica ein. Sie läßt sich bis zum Angulus Sylvicus verfolgen, ist aber hier schon so seicht, daß von einer „Incisura Sylvica"  
folgen, ist aber hier schon so seicht, daß von einer „Incisura Sylvica"  
kaum gesprochen werden kann. Am tiefsten ist sie an ihrem medialen  
kaum gesprochen werden kann. Am tiefsten ist sie an ihrem medialen  
Ende, also etwa in der Mitte der Linea Sylvica. Sie weicht hier in  
Ende, also etwa in der Mitte der Linea Sylvica. Sie weicht hier in  
Line 32,569: Line 28,907:
Furche homologisiert, etwa an den Ramus posterior der Sylvischen  
Furche homologisiert, etwa an den Ramus posterior der Sylvischen  
Furche der Anthropomorphen oder gar des Menschen denken, bei  
Furche der Anthropomorphen oder gar des Menschen denken, bei  
welchen der sog. Ramus posterior fissurae Sylvii gar keine Oberflächen-
welchen der sog. Ramus posterior fissurae Sylvii gar keine Oberflächenfurche s. str. ist, sondern die Linie darstellt, in der der überwallende  
furche s. str. ist, sondern die Linie darstellt, in der der überwallende  
temporale Klappdeckel mit dem überwallenden parietalen Klappdeckel  
temporale Klappdeckel mit dem überwallenden parietalen Klappdeckel  
zusammenstößt. Vielmehr hat man an die Fissura Sylvii zu denken,  
zusammenstößt. Vielmehr hat man an die Fissura Sylvii zu denken,  
Line 32,578: Line 28,915:
ausschließlich auf der relativen Verkümmerung des Rhinencephalons,  
ausschließlich auf der relativen Verkümmerung des Rhinencephalons,  
mit welcher das Ausbleiben der Ueberbrückung der Linea Sylvica in  
mit welcher das Ausbleiben der Ueberbrückung der Linea Sylvica in  
ihrer medialen Hälfte durch das Rhinencephalon in engem Zusammen-
ihrer medialen Hälfte durch das Rhinencephalon in engem Zusammenhang steht. Während daher bei Aplacentaliern, Carnivoren etc., die  
hang steht. Während daher bei Aplacentaliern, Carnivoren etc., die  
Fissura Sylvii aus der lateralen Grenzfurche des Rhinencephalons,  
Fissura Sylvii aus der lateralen Grenzfurche des Rhinencephalons,  
d. h. der Fissura rhinalis lateralis zu entspringen scheint, entspringt  
d. h. der Fissura rhinalis lateralis zu entspringen scheint, entspringt  
sie bei Tarsius vollkommen frei. Bei den höchsten Primaten ein-
sie bei Tarsius vollkommen frei. Bei den höchsten Primaten ein
 




510  
510  


schließlich des Menschen wäre infolge der noch stärkeren Verkünime-
schließlich des Menschen wäre infolge der noch stärkeren Verkünimerung des Rhinencephalons eine ähnliche Gestaltung der Fissura Sylvii  
rung des Rhinencephalons eine ähnliche Gestaltung der Fissura Sylvii  
zu erwarten, indes hat sich hier, wie ich schon früher in Gemeinschaft  
zu erwarten, indes hat sich hier, wie ich schon früher in Gemeinschaft  
mit Kükenthal nachgewiesen habe, die Fissura Sylvii zu einer  
mit Kükenthal nachgewiesen habe, die Fissura Sylvii zu einer  
mächtigen Bogenfurche, der Fissura circularis externa, entwickelt,  
mächtigen Bogenfurche, der Fissura circularis externa, entwickelt,  
welche die Insel umkreist. Bei Tarsius bieten sich die primitiven  
welche die Insel umkreist. Bei Tarsius bieten sich die primitiven  
Verhältnisse der Fissura Sylvii eines relativ mikrosmatischen Säu-
Verhältnisse der Fissura Sylvii eines relativ mikrosmatischen Säugers in überaus interessanter und einleuchtender Form dar.  
gers in überaus interessanter und einleuchtender Form dar.  


Die Linea Sylvica wird man am besten mit der Vallecula  
Die Linea Sylvica wird man am besten mit der Vallecula  
Line 32,615: Line 28,948:


Das basale Gebiet des Occipitotemporallappens läßt nur eine  
Das basale Gebiet des Occipitotemporallappens läßt nur eine  
einzige Furche erkennen, welche schräg sagittal, dem occipitotempo-
einzige Furche erkennen, welche schräg sagittal, dem occipitotemporalen Mantelrand im Bereich der Depressio occipitotemporalis parallel  
ralen Mantelrand im Bereich der Depressio occipitotemporalis parallel  
läuft. Sie liegt außerdem in einer etwas vertieften Nische, welche  
läuft. Sie liegt außerdem in einer etwas vertieften Nische, welche  
einer Hervorwölbung des Felsenbeins entspricht. Ich habe in meiner  
einer Hervorwölbung des Felsenbeins entspricht. Ich habe in meiner  
ersten Arbeit diese Furche als ß bezeichnet und sie unter Vorbehalt  
ersten Arbeit diese Furche als ß bezeichnet und sie unter Vorbehalt  
mit dem Sulcus occipitotemporalis raedialis und lateralis des Primaten-
mit dem Sulcus occipitotemporalis raedialis und lateralis des Primatengehirns homologisiert. Ich halte hieran auch heute noch fest, möchte  
gehirns homologisiert. Ich halte hieran auch heute noch fest, möchte  
aber nach meinen fortgesetzten Studien der Großhirnfurchung der  
aber nach meinen fortgesetzten Studien der Großhirnfurchung der  
Primaten die Homologie mit dem Sulcus occipitotemporalis medial is  
Primaten die Homologie mit dem Sulcus occipitotemporalis medial is  
(also der Kollateralfurche) in die erste Linie stellen. Der Sulcus  
(also der Kollateralfurche) in die erste Linie stellen. Der Sulcus  
occipitotemporalis lateralis ist überhaupt keine konstante und einheit-
occipitotemporalis lateralis ist überhaupt keine konstante und einheitliche Furche des Primatengehirns. Es dürfte sich empfehlen, die in  
liche Furche des Primatengehirns. Es dürfte sich empfehlen, die in  
Rede stehende Furche des Lemurengehirns einfach als Sulcus occipitotemporalis basalis zu bezeichnen.  
Rede stehende Furche des Lemurengehirns einfach als Sulcus occipito-
temporalis basalis zu bezeichnen.  


Die laterale Konvexität zeigt keine einzige echte Furche  
Die laterale Konvexität zeigt keine einzige echte Furche  
(vergl. Fig. 3). Die mit Gef,f bezeichnete Furche ist, wie mir auch  
(vergl. Fig. 3). Die mit Gef,f bezeichnete Furche ist, wie mir auch  
Serienschnitte bestätigt haben, eine Gefäßfurche. Die mit S (Scheitel-
Serienschnitte bestätigt haben, eine Gefäßfurche. Die mit S (Scheitel
 




Line 32,693: Line 29,021:
Lobus olfactorius. Lp Lobulus petrosus. Py Pyramis. S Scheitelfurche.  
Lobus olfactorius. Lp Lobulus petrosus. Py Pyramis. S Scheitelfurche.  


Fig. 4. Medialfläche des Gehirns von Tarsius spectrum (hinterer Teil). Der Hirn-
Fig. 4. Medialfläche des Gehirns von Tarsius spectrum (hinterer Teil). Der Hirnstamm ist entfernt. Vergr. 2:1. Aom, Angulus occipitomedialis. Dot Depressio  
stamm ist entfernt. Vergr. 2:1. Aom, Angulus occipitomedialis. Dot Depressio  
occipitotemporalis. Cc Corpus callosum. Fe Fissura calcarina. Fd Fascia dentata.  
occipitotemporalis. Cc Corpus callosum. Fe Fissura calcarina. Fd Fascia dentata.  
Feh Fissura chorioidea. Fh Fissura hippocampi. Fo Fornix. Fpo Fissura parieto-
Feh Fissura chorioidea. Fh Fissura hippocampi. Fo Fornix. Fpo Fissura parietooccipitalis. Iq Impressio quadrigemina. 3Id Margo dimidians. Sf Sulcus foreipitis.  
occipitalis. Iq Impressio quadrigemina. 3Id Margo dimidians. Sf Sulcus foreipitis.  
Soth Sulcus occipitotemporalis basalis.  
Soth Sulcus occipitotemporalis basalis.  


Line 32,704: Line 29,030:
welche vom Splenium bis zum Angulus occipitomedialis führt, gibt die  
welche vom Splenium bis zum Angulus occipitomedialis führt, gibt die  
Grenze zwischen dem oberen , genau vertikal gestellten Teil der  
Grenze zwischen dem oberen , genau vertikal gestellten Teil der  
Medialfläche und der schräg lateralwärts abfallenden, oben zur Basal-
Medialfläche und der schräg lateralwärts abfallenden, oben zur Basalfläche gerechneten basalen Occipitotemporalfläche wieder. Unterhalb  
fläche gerechneten basalen Occipitotemporalfläche wieder. Unterhalb  
dieser Linie, welche ich als Margo dimidians bezeichnen will, liegt  
dieser Linie, welche ich als Margo dimidians bezeichnen will, liegt  
eine sehr charakteristische, auf der Figur schraffierte Nische, welche  
eine sehr charakteristische, auf der Figur schraffierte Nische, welche  
die Bezeichnung Impressio quadrigemina verdient: in diese Nische  
die Bezeichnung Impressio quadrigemina verdient: in diese Nische  
sind nämlich rechts und links die Kuppen der vorderen Vierhügel ein-
sind nämlich rechts und links die Kuppen der vorderen Vierhügel eingelagert. Im Grunde dieser Nische liegt die einzige Eigenfurche der  
gelagert. Im Grunde dieser Nische liegt die einzige Eigenfurche der  
Medialfläche, zugleich die tiefste Furche des Tarsiusgehirns überhaupt.  
Medialfläche, zugleich die tiefste Furche des Tarsiusgehirns überhaupt.  


Line 32,723: Line 29,047:


V. D. HoEVEN hat sie nicht abgebildet. Auf dem in meiner ersten  
V. D. HoEVEN hat sie nicht abgebildet. Auf dem in meiner ersten  
Arbeit beschriebenen Gehirn ist sie — offenbar infolge einer Defor-
Arbeit beschriebenen Gehirn ist sie — offenbar infolge einer Deformation des Gehirns — auch nicht zu erkennen gewesen. Ich finde  
mation des Gehirns — auch nicht zu erkennen gewesen. Ich finde  
sie auf den jetzt mir zur Verfügung stehenden Gehirnen überall in  
sie auf den jetzt mir zur Verfügung stehenden Gehirnen überall in  
ganz konstanter Lage und Form. Auf den ersten Anblick erscheint  
ganz konstanter Lage und Form. Auf den ersten Anblick erscheint  
Line 32,733: Line 29,056:
beschriebene Furchentrias q -\- o -\- n wiederzuerkennen. Auch bei  
beschriebene Furchentrias q -\- o -\- n wiederzuerkennen. Auch bei  
Nycticebus und Lemur ergab sich, daß /r, d. h. der vordere obere Strahl  
Nycticebus und Lemur ergab sich, daß /r, d. h. der vordere obere Strahl  
in die obere Lippe von ^ + o, d. h. die obere Lippe des zusammen-
in die obere Lippe von ^ + o, d. h. die obere Lippe des zusammengehörigen vorderen unteren und hinteren Strahles einschneidet. Ebenso  
gehörigen vorderen unteren und hinteren Strahles einschneidet. Ebenso  
ist zweifellos, daß der vordere obere Strahl der Fissura parietooccipitalis, der hintere Strahl der Fissura calcarina und der vordere  
ist zweifellos, daß der vordere obere Strahl der Fissura parieto-
occipitalis, der hintere Strahl der Fissura calcarina und der vordere  
untere Strahl dem sog. gemeinsamen Stiel beider Furchen entspricht.  
untere Strahl dem sog. gemeinsamen Stiel beider Furchen entspricht.  
Jedenfalls ist bemerkenswert, daß bei Tarsius und, so viel ich sehe,  
Jedenfalls ist bemerkenswert, daß bei Tarsius und, so viel ich sehe,  
Line 32,742: Line 29,063:
calcarina fortsetzt. Die Fissura parieto-occipitalis ist bei Tarsius  
calcarina fortsetzt. Die Fissura parieto-occipitalis ist bei Tarsius  
knapp 2 mm lang und verläuft geradlinig. Die Fissura calcarina  
knapp 2 mm lang und verläuft geradlinig. Die Fissura calcarina  
s. Str., d. h. der hintere Ast des Dreistrahles, ist 4 mm lang. Der „ge-
s. Str., d. h. der hintere Ast des Dreistrahles, ist 4 mm lang. Der „gemeinsame Stiel", der nach dem Obigen bei Tarsius nichts ist als der  
meinsame Stiel", der nach dem Obigen bei Tarsius nichts ist als der  
vordere Teil der Fissura calcarina, ist leicht geschweift, überschreitet  
vordere Teil der Fissura calcarina, ist leicht geschweift, überschreitet  
den Rand der Impressio quadrigemina und zieht noch eine Strecke  
den Rand der Impressio quadrigemina und zieht noch eine Strecke  
Line 32,751: Line 29,071:
Die Fissura hippocampi ist auf der Basalfläche (Fig. 2 Fh)  
Die Fissura hippocampi ist auf der Basalfläche (Fig. 2 Fh)  
in der charakteristischen Weise sichtbar. Auf der Medialfläche (Fig. 4)  
in der charakteristischen Weise sichtbar. Auf der Medialfläche (Fig. 4)  
läßt sie sich etwa bis in das Horizontaluiveau der Fissura calcarina ver-
läßt sie sich etwa bis in das Horizontaluiveau der Fissura calcarina verfolgen. Dem Splenium nähert sie sich bis auf etwas über 4 mm. Die  
folgen. Dem Splenium nähert sie sich bis auf etwas über 4 mm. Die  
auf der Figur mit Sf bezeichnete Furche hat mit der Fissura hippocampi nichts zu tun und ist überhaupt keine echte Furche. Sie kommt  
auf der Figur mit Sf bezeichnete Furche hat mit der Fissura hippo-
campi nichts zu tun und ist überhaupt keine echte Furche. Sie kommt  
vielmehr dadurch zu stände, daß die seitlichen Ausstrahlungen des  
vielmehr dadurch zu stände, daß die seitlichen Ausstrahlungen des  
Balkenwulstes (Forceps posterior) sich über das Niveau der Rinde  
Balkenwulstes (Forceps posterior) sich über das Niveau der Rinde  
noch eine Strecke weit etwas erheben. Ich bezeichne daher diese un-
noch eine Strecke weit etwas erheben. Ich bezeichne daher diese uneigentliche Furche als Sulcus forcipitis.  
eigentliche Furche als Sulcus forcipitis.  


Die Fascia dentata ist an der breitesten Stelle ca. IV2 ^a™ breit.  
Die Fascia dentata ist an der breitesten Stelle ca. IV2 ^a™ breit.  
Der Sulcus fimbriodentatus ist in der gewöhnhchen Weise entwickelt.  
Der Sulcus fimbriodentatus ist in der gewöhnhchen Weise entwickelt.  
Der absteigende Fornixschenkel resp. die Fimbria (Fo) zeigt makro-
Der absteigende Fornixschenkel resp. die Fimbria (Fo) zeigt makroskopisch keine Besonderheiten, welche für die Auffassung der Hirnfurchung interessant wären.  
skopisch keine Besonderheiten, welche für die Auffassung der Hirn-
furchung interessant wären.  




Line 32,771: Line 29,086:


Bevor ich zur Beschreibung anderer Gehirne übergehe, will ich  
Bevor ich zur Beschreibung anderer Gehirne übergehe, will ich  
einige andere interessante Einzelheiten des Tarsiusgehirns kurz her-
einige andere interessante Einzelheiten des Tarsiusgehirns kurz hervorheben. Es sind namentlich folgende. Die Commissura inferior  
vorheben. Es sind namentlich folgende. Die Commissura inferior  
(Guddeni) des Chiasma opticum ist mit bloßem Auge sichtbar. Auf  
(Guddeni) des Chiasma opticum ist mit bloßem Auge sichtbar. Auf  
Fig. 2 ist nur ihr lateralstes Stück zu erkennen. Die beiden Haupt-
Fig. 2 ist nur ihr lateralstes Stück zu erkennen. Die beiden Hauptwurzeln des Tractus opticus sind sehr deutlich zu unterscheiden, die  
wurzeln des Tractus opticus sind sehr deutlich zu unterscheiden, die  
mediale ist sehr viel schwächer als die laterale. Der laterale Kniehöcker ist enorm mächtig, der mediale (vergl. Fig. 2) relativ kleiner.  
mediale ist sehr viel schwächer als die laterale. Der laterale Knie-
höcker ist enorm mächtig, der mediale (vergl. Fig. 2) relativ kleiner.  
Der Sehhügel mißt einschließlich des lateralen Kniehöckers 6 mm im  
Der Sehhügel mißt einschließlich des lateralen Kniehöckers 6 mm im  
frontalen Durchmesser; die mediale obere Sehhügelkante mißt nur  
frontalen Durchmesser; die mediale obere Sehhügelkante mißt nur  
Line 32,783: Line 29,095:
Durchmesser beträgt 4 mm, der sagittale ebenfalls 4 mm. Der hintere  
Durchmesser beträgt 4 mm, der sagittale ebenfalls 4 mm. Der hintere  
Vierhügel erscheint mehr weiß, der frontale Durchmesser beträgt knapp  
Vierhügel erscheint mehr weiß, der frontale Durchmesser beträgt knapp  
3, der sagittale P/g mm. Die Commissura anterior ist im Median-
3, der sagittale P/g mm. Die Commissura anterior ist im Medianschnitt elliptisch, ihre Durchmesser betragen ^/^ resp. 1^/4 mm. Die  
schnitt elliptisch, ihre Durchmesser betragen ^/^ resp. 1^/4 mm. Die  
Brücke ist 1^/4 mm, das Corpus trapezoides 2V4 mni breit. Die  
Brücke ist 1^/4 mm, das Corpus trapezoides 2V4 mni breit. Die  
Pyramiden sind sehr deutlich ; jede ist etwas über 1 mm breit. Gegen  
Pyramiden sind sehr deutlich ; jede ist etwas über 1 mm breit. Gegen  
Line 32,790: Line 29,101:
in 2—3 Stränge. Der Zusammenfluß der Aa. vertebrales liegt 6 mm  
in 2—3 Stränge. Der Zusammenfluß der Aa. vertebrales liegt 6 mm  
unterhalb des distalen Ponsrands. Der Trigeminus entspringt am  
unterhalb des distalen Ponsrands. Der Trigeminus entspringt am  
vorderen Rande der Brücke. Die Pyramidenkreuzung gleicht mikro-
vorderen Rande der Brücke. Die Pyramidenkreuzung gleicht mikroskopisch im ganzen derjenigen der Afifen. Alle Fasern gehen in den  
skopisch im ganzen derjenigen der Afifen. Alle Fasern gehen in den  
gekreuzten Seitenstrang über. Ein medianer GoLLScher Kern ist vorhanden (NB. Tarsius ist geschwänzt; der Schwanz soll 23 — 24 cm  
gekreuzten Seitenstrang über. Ein medianer GoLLScher Kern ist vor-
handen (NB. Tarsius ist geschwänzt; der Schwanz soll 23 — 24 cm  
messen, während die Körperlänge nur 16—17 cm betragen soll), doch  
messen, während die Körperlänge nur 16—17 cm betragen soll), doch  
erstreckt er sich lange nicht so weit cerebralwärts wie der paarige  
erstreckt er sich lange nicht so weit cerebralwärts wie der paarige  
Line 32,801: Line 29,110:
die Olive aus. Der ventrale Raphekern der Oblongata ist auffällig  
die Olive aus. Der ventrale Raphekern der Oblongata ist auffällig  
mächtig. Eine kurze Strecke liegt er fast frei zwischen den beiden  
mächtig. Eine kurze Strecke liegt er fast frei zwischen den beiden  
Pyramiden zu Tage, dann wird er von den sich kreuzenden Trapez-
Pyramiden zu Tage, dann wird er von den sich kreuzenden Trapezfasern verdeckt. Der Nucleus arciformis fehlt. Die Oliva superior ist  
fasern verdeckt. Der Nucleus arciformis fehlt. Die Oliva superior ist  
sehr mächtig und S-förmig gefältelt; sie liegt ventromedial vom  
sehr mächtig und S-förmig gefältelt; sie liegt ventromedial vom  
Facialiskern. Sehr stark ist auch die Formatio fasciculata des Acusti-
Facialiskern. Sehr stark ist auch die Formatio fasciculata des Acusticus. Die Cochlearwurzel umgreift, wie bei allen placentalen Säugern, das Corpus restiforme. Der Mittelteil des Rautenbodens ist  
cus. Die Cochlearwurzel umgreift, wie bei allen placentalen Säu-
gern, das Corpus restiforme. Der Mittelteil des Rautenbodens ist  
ungewöhnlich vertieft. Auf viele andere Einzelheiten komme ich an  
ungewöhnlich vertieft. Auf viele andere Einzelheiten komme ich an  
anderer Stelle zurück.  
anderer Stelle zurück.  


Das Kleinhirn zeigt die von mir in meinem Handbuch i) be-
Das Kleinhirn zeigt die von mir in meinem Handbuch i) be
 
1) 2. Lief., p. 486.  
1) 2. Lief., p. 486.  


Line 32,837: Line 29,142:
schriebene Gliederung. Der Sulcus valleculae, welcher Hemisphären  
schriebene Gliederung. Der Sulcus valleculae, welcher Hemisphären  
und Wurm scheidet, ist auf der unteren und hinteren oberen Fläche  
und Wurm scheidet, ist auf der unteren und hinteren oberen Fläche  
sehr gut ausgeprägt, während er auf der vorderen oberen, den Vier-
sehr gut ausgeprägt, während er auf der vorderen oberen, den Vierhügeln zugekehrten Fläche kaum zu erkennen ist. Auf der hinteren  
hügeln zugekehrten Fläche kaum zu erkennen ist. Auf der hinteren  
oberen Fläche tritt nahe der Gipfellinie des Kleinhirns das Marklager  
oberen Fläche tritt nahe der Gipfellinie des Kleinhirns das Marklager  
streifenförmig zu Tage. Auf dem Medianschnitt erkennt man sofort  
streifenförmig zu Tage. Auf dem Medianschnitt erkennt man sofort  
Line 32,848: Line 29,152:
als Sublobulus des Culmen  
als Sublobulus des Culmen  
oder als Lobulus centralis  
oder als Lobulus centralis  
gedeutet werden. Die Py-
gedeutet werden. Die Pyramis ist sehr gut entwickelt und schleift gewissermaßen schleppenartig  
ramis ist sehr gut ent-
wickelt und schleift ge-
wissermaßen schleppenartig  
ihre unterste Windung auf  
ihre unterste Windung auf  


Line 32,862: Line 29,163:
der Uvula und dem Nodulus homolog ist. Py Pyramis. Ri Ramus impendens arb. vit.  
der Uvula und dem Nodulus homolog ist. Py Pyramis. Ri Ramus impendens arb. vit.  


Lobulus ^impendens, und zwar nur mit diesem, hängt durch einen ver-
Lobulus ^impendens, und zwar nur mit diesem, hängt durch einen verschmälerten Stiel ein typischer Lobulus eruciformis zusammen, welcher  
schmälerten Stiel ein typischer Lobulus eruciformis zusammen, welcher  
den Hauptteil der Hemisphären bildet. Ein Lobulus palpiformis fehlt. Der  
den Hauptteil der Hemisphären bildet. Ein Lobulus palpiformis fehlt. Der  
Lobulus petrosus ist gut entwickelt. — Aus der Untersuchung meiner  
Lobulus petrosus ist gut entwickelt. — Aus der Untersuchung meiner  
Line 32,869: Line 29,169:
beide paarig sind : ein Nucleus medialis s. tecti und eine Massa grisea  
beide paarig sind : ein Nucleus medialis s. tecti und eine Massa grisea  
lateralis i). An ersteren schließt sich seitHch noch eine weitere graue  
lateralis i). An ersteren schließt sich seitHch noch eine weitere graue  
Masse an, welche event, dem Nucleus anterolateralis oder postero-
Masse an, welche event, dem Nucleus anterolateralis oder posterolateralis von Weidenreich entsprechen könnte. Die Massa grisea  
lateralis von Weidenreich entsprechen könnte. Die Massa grisea  
lateralis mißt bis zu 1080 1.1 im frontalen Durchmesser und ist völlig  
lateralis mißt bis zu 1080 1.1 im frontalen Durchmesser und ist völlig  
kompakt (ungefältelt und ohne Innenraum) ; in ihrer Umgebung finden  
kompakt (ungefältelt und ohne Innenraum) ; in ihrer Umgebung finden  
Line 32,896: Line 29,195:
scheinbar zusammen, mit der F. rhinalis posterior überhaupt nicht.  
scheinbar zusammen, mit der F. rhinalis posterior überhaupt nicht.  
Der Sulcus lateralis + coronalis {= y -\- r] der ersten Abhandlung)  
Der Sulcus lateralis + coronalis {= y -\- r] der ersten Abhandlung)  
ist ganz so ausgeprägt, wie ich es für Nycticebus tardigradus be-
ist ganz so ausgeprägt, wie ich es für Nycticebus tardigradus beschrieben habe.  
schrieben habe.  


Die Furchen des Frontalteils möchte ich jetzt etwas anders  
Die Furchen des Frontalteils möchte ich jetzt etwas anders  
Line 32,907: Line 29,205:
diesen beiden entspricht die horizontal verlaufende Furche C wohl  
diesen beiden entspricht die horizontal verlaufende Furche C wohl  
unzweifelhaft dem Sulcus principalis der Affen. Bei Nycticebus ist  
unzweifelhaft dem Sulcus principalis der Affen. Bei Nycticebus ist  
diese Furche sehr viel kürzer; der hintere Abschnitt ist ganz weg-
diese Furche sehr viel kürzer; der hintere Abschnitt ist ganz weggefallen. Die Lage ist im übrigen dieselbe. Auf dem von mir abgebildeten Gehirn von Nycticebus tardigradus (1. c. Fig. 4) liegt t  
gefallen. Die Lage ist im übrigen dieselbe. Auf dem von mir abge-
bildeten Gehirn von Nycticebus tardigradus (1. c. Fig. 4) liegt t  
ungewöhnlich hoch. Meist liegt diese Furche auch bei Nycticebus wie  
ungewöhnlich hoch. Meist liegt diese Furche auch bei Nycticebus wie  
bei Lemur dem Margo orbitofrontahs näher. Sehr schwer ist die  
bei Lemur dem Margo orbitofrontahs näher. Sehr schwer ist die  
Deutung und Homologisierung der bogenförmigen Furche e" des Nycti-
Deutung und Homologisierung der bogenförmigen Furche e" des Nycticebusgehirns, welche stets gut ausgeprägt ist. Ich glaube jetzt nach  
cebusgehirns, welche stets gut ausgeprägt ist. Ich glaube jetzt nach  
wiederholter Vergleichung meines gesamten Materials an Halbaifengehirnen, daß die Furchen /, e und C Glieder einer Furchenkette sind,  
wiederholter Vergleichung meines gesamten Materials an Halbaifen-
gehirnen, daß die Furchen /, e und C Glieder einer Furchenkette sind,  
die sich untereinander in der Prosimierreihe innerhalb gewisser Grenzen  
die sich untereinander in der Prosimierreihe innerhalb gewisser Grenzen  
vertreten können. Bei manchen Lemurarten krümmt sich / so weit  
vertreten können. Bei manchen Lemurarten krümmt sich / so weit  
nach unten und vorn, daß dieser vordere untere Abschnitt beinahe  
nach unten und vorn, daß dieser vordere untere Abschnitt beinahe  
dieselbe Lage bekommt, wie die bogenförmige Furche e" des Nycti-
dieselbe Lage bekommt, wie die bogenförmige Furche e" des Nycticebusgehirns. Ich möchte daher nicht ausschließen, daß die letztere  
cebusgehirns. Ich möchte daher nicht ausschließen, daß die letztere  
doch wenigstens zum Teil dem herabgekrümmten vorderen Abschnitt  
doch wenigstens zum Teil dem herabgekrümmten vorderen Abschnitt  
der Furche y des Lemurgehirns entspricht. Man hätte dann auzu-
der Furche y des Lemurgehirns entspricht. Man hätte dann auzu
 




Line 32,931: Line 29,223:
2) Flatau und Jacobsohn, Handb. d. Anat. u. vergl. Anat. des  
2) Flatau und Jacobsohn, Handb. d. Anat. u. vergl. Anat. des  
Centralnervensyst. der Säugetiere, 1899, Fig. 24, haben neuerdings eine  
Centralnervensyst. der Säugetiere, 1899, Fig. 24, haben neuerdings eine  
Abbildung des Gehirns des nahe verwandten Stenops gracilis gegeben-
Abbildung des Gehirns des nahe verwandten Stenops gracilis gegebenDie Furchung ist hier auch im Stirnteil sehr ähnlich.  
Die Furchung ist hier auch im Stirnteil sehr ähnlich.  




Line 32,940: Line 29,231:
nehmen, daß bei Nycticebus die Furche / mit der Fissura Sylvii  
nehmen, daß bei Nycticebus die Furche / mit der Fissura Sylvii  
zusammenfließt und dadurch y um den vorderen (vor der F. Sylvii  
zusammenfließt und dadurch y um den vorderen (vor der F. Sylvii  
gelegenen) herabgekrümmten Teil, der für das Lemurgehirn so charak-
gelegenen) herabgekrümmten Teil, der für das Lemurgehirn so charakteristisch ist, verkürzt worden ist, daß aber die Tendenz zu einer  
teristisch ist, verkürzt worden ist, daß aber die Tendenz zu einer  
bogenförmigen Furchenbildung vor der F. Sylvii doch nicht völlig verloren gegangen ist, sondern zur Bildung der Furche e" des Nycticebusgehirns geführt hat. Ich bin überzeugt, daß wir mit solcheu  
bogenförmigen Furchenbildung vor der F. Sylvii doch nicht völlig ver-
loren gegangen ist, sondern zur Bildung der Furche e" des Nycticebus-
gehirns geführt hat. Ich bin überzeugt, daß wir mit solcheu  
Furchungs-„Tendenzen" mehr als bisher rechnen und die schematische  
Furchungs-„Tendenzen" mehr als bisher rechnen und die schematische  
Aufstellung der Homologien einzelner ausgeprägter Furchen ent-
Aufstellung der Homologien einzelner ausgeprägter Furchen entsprechend einschränken müssen. So werden auch die Variationen^  
sprechend einschränken müssen. So werden auch die Variationen^  
welche ich p. 18 und 19 meiner ersten Arbeit mitgeteilt habe, verständlicher. — Die Furche £' nahe dem Mantelrand ist Nycticebus  
welche ich p. 18 und 19 meiner ersten Arbeit mitgeteilt habe, ver-
und Lemur gemeinsam. Bei anderen Prosimiern kann sie mit «" verschmelzen bezw. zusammenfließen, so z. B. bei Stenops gracilis^) und  
ständlicher. — Die Furche £' nahe dem Mantelrand ist Nycticebus  
und Lemur gemeinsam. Bei anderen Prosimiern kann sie mit «" ver-
schmelzen bezw. zusammenfließen, so z. B. bei Stenops gracilis^) und  
Perodicticus potto.  
Perodicticus potto.  


Line 32,958: Line 29,243:
nach den vorausgegangenen Ausführungen eine einfache Homologie  
nach den vorausgegangenen Ausführungen eine einfache Homologie  
nicht anzugeben sein. Jedenfalls müßte erwogen werden, ob e" nicht  
nicht anzugeben sein. Jedenfalls müßte erwogen werden, ob e" nicht  
wenigstens zum Teil auch als ein weit basal- und frontalwärts ver-
wenigstens zum Teil auch als ein weit basal- und frontalwärts verschobener Abschnitt der Retrocentralfurche aufzufassen ist, bei dessen  
schobener Abschnitt der Retrocentralfurche aufzufassen ist, bei dessen  
Verschiebung die Verkürzung der Prinzipalfurche (C) und der Zusammenfluß der Sylvischen Furche mit der Intraparietalfurche (/)  
Verschiebung die Verkürzung der Prinzipalfurche (C) und der Zu-
sammenfluß der Sylvischen Furche mit der Intraparietalfurche (/)  
mitgewirkt hat. Zu der von Flatau und Jacobsohn vorgeschlagenen  
mitgewirkt hat. Zu der von Flatau und Jacobsohn vorgeschlagenen  
Homologisierung mit dem Sulcus praecentralis kann ich mich weniger  
Homologisierung mit dem Sulcus praecentralis kann ich mich weniger  
Line 32,973: Line 29,256:
zum Tarsiusgehirn das Culmen viel stärker entwickelt ist und sein  
zum Tarsiusgehirn das Culmen viel stärker entwickelt ist und sein  
Markstrahl etwas nach hinten abweicht. Im Zusammenhang damit ist  
Markstrahl etwas nach hinten abweicht. Im Zusammenhang damit ist  
die Krümmung des Truncus posterior arboris vitae nach vorn weg-
die Krümmung des Truncus posterior arboris vitae nach vorn weggefallen. Die Bezeichnung Lobulus „impendens" für Tuber und Declive  
gefallen. Die Bezeichnung Lobulus „impendens" für Tuber und Declive  
ist daher für Nycticebus nicht zutreflend. Lemur verhält sich in dieser  
ist daher für Nycticebus nicht zutreflend. Lemur verhält sich in dieser  
Beziehung wie Nycticebus. Bei beiden ist also die Kleinhirnbildung  
Beziehung wie Nycticebus. Bei beiden ist also die Kleinhirnbildung  
Line 32,993: Line 29,275:


Das Gehirn von Galeopithecus i), dessen systematische Stellung  
Das Gehirn von Galeopithecus i), dessen systematische Stellung  
noch sehr unsicher ist, ist eines der merkwürdigsten der Säugetier-
noch sehr unsicher ist, ist eines der merkwürdigsten der Säugetierreihe. Es nimmt unter den Placentaliergehirnen etwa dieselbe fremdartige Sonderstellung ein, wie das Echidnagehirn unter den Apla«entaliergehirnen. Zu meiner Verfügung standen 6 sehr gut erhaltene  
reihe. Es nimmt unter den Placentaliergehirnen etwa dieselbe fremd-
artige Sonderstellung ein, wie das Echidnagehirn unter den Apla-
«entaliergehirnen. Zu meiner Verfügung standen 6 sehr gut erhaltene  
Exemplare von G. volans.  
Exemplare von G. volans.  


Line 33,002: Line 29,281:
«iner jeden Großhirnhemisphäre 11 mm. Der Lobus olfactorius ragt  
«iner jeden Großhirnhemisphäre 11 mm. Der Lobus olfactorius ragt  
in der Dorsalansicht reichlich 5 mm über den Frontalpol hinaus. Das  
in der Dorsalansicht reichlich 5 mm über den Frontalpol hinaus. Das  
Kleinhirn liegt völlig frei, und zwischen dem Kleinhirn und den Groß-
Kleinhirn liegt völlig frei, und zwischen dem Kleinhirn und den Großhirnhemisphären liegen die Vierhügel fast 3 mm breit unbedeckt.  
hirnhemisphären liegen die Vierhügel fast 3 mm breit unbedeckt.  


Auf der lateralen Konvexität (vergl. Fig. 6) findet man 3 Haupt-
Auf der lateralen Konvexität (vergl. Fig. 6) findet man 3 Hauptfurchen. Die erste ist zweifellos als Fissura rhinalis lateralis anzusprechen und grenzt ein breites Rhinencephalon anterius und ein noch  
furchen. Die erste ist zweifellos als Fissura rhinalis lateralis anzu-
sprechen und grenzt ein breites Rhinencephalon anterius und ein noch  
breiteres Rhinencephalon posterius ab. Sie beschreibt 4 Krümmungen :  
breiteres Rhinencephalon posterius ab. Sie beschreibt 4 Krümmungen :  
die erste ist entsprechend dem Stiel des Riechlappens konkav nach  
die erste ist entsprechend dem Stiel des Riechlappens konkav nach  
Line 33,013: Line 29,289:
über der Vallecula Sylvii und  
über der Vallecula Sylvii und  
ist konvex nach oben, die  
ist konvex nach oben, die  
dritte mächtigste liegt ober-
dritte mächtigste liegt oberhalb des Rhinencephalon  
halb des Rhinencephalon  
posterius und ist konvex nach  
posterius und ist konvex nach  
unten ; die vierte Krümmung  
unten ; die vierte Krümmung  
ist konkav nach unten, aber  
ist konkav nach unten, aber  
nicht stets deutlich ausge-
nicht stets deutlich ausgesprochen und sehr kurz. In  
sprochen und sehr kurz. In  
den occipitalen Mantelrand  
den occipitalen Mantelrand  
schneidet dieFurche nicht ein .  
schneidet dieFurche nicht ein .  
Line 33,037: Line 29,311:
läßt (hier nur auf einer kurzen Strecke angegeben).  
läßt (hier nur auf einer kurzen Strecke angegeben).  


1) Die Literatur beschränkt sich auf eine sehr unvollkommene Ab-
1) Die Literatur beschränkt sich auf eine sehr unvollkommene Abbildung bei Gervais, Journ. de Zool., 1872, und eine Beschreibung eines  
bildung bei Gervais, Journ. de Zool., 1872, und eine Beschreibung eines  
Gehirns von Galeopithecus Temminckii Waterhouse bei Leche („Ueber  
Gehirns von Galeopithecus Temminckii Waterhouse bei Leche („Ueber  
•die Säugetiergattung Galeopithecus, eine morpholog. Untersuchung,  
•die Säugetiergattung Galeopithecus, eine morpholog. Untersuchung,  
Kongl. Svenska Vetensk. Akad. HandL, Bd. 21, No. 11). Letzterer gibt  
Kongl. Svenska Vetensk. Akad. HandL, Bd. 21, No. 11). Letzterer gibt  
auch 3 Abbildungen (Taf. IV, Fig. 30—32); von diesen ist die Dorsal-
auch 3 Abbildungen (Taf. IV, Fig. 30—32); von diesen ist die Dorsalansicht und auch die Seitenansicht korrekt, während die Medialfläche  
ansicht und auch die Seitenansicht korrekt, während die Medialfläche  
schwerlich naturgetreu ist (Deformation bei der Spiritushärtung?).  
schwerlich naturgetreu ist (Deformation bei der Spiritushärtung?).  


Line 33,052: Line 29,324:
Oberhalb dieser Fissura rhinalis lateralis nun liegt eine sehr  
Oberhalb dieser Fissura rhinalis lateralis nun liegt eine sehr  
rätselhafte Furche, welche in einer Länge von 18 mm (Zirkelmessung)  
rätselhafte Furche, welche in einer Länge von 18 mm (Zirkelmessung)  
im ganzen sagittal, jedoch mit einer lang hingestreckten, flachen, basal-
im ganzen sagittal, jedoch mit einer lang hingestreckten, flachen, basalwärts gerichteten Ausbiegung vom Stirnhirn bis zum Occipitalhirn verläuft. Dem Frontalpol nähert sie sich bis auf 8^/2 mm, dem occipitalen Mantelrand ebenfalls bis auf 3^/^— 3^/2 inm. Vom medialen  
wärts gerichteten Ausbiegung vom Stirnhirn bis zum Occipitalhirn ver-
Mantelrand ist sie im Frontalteil knapp 3 mm, im Bereich der Ausschweifung fast 71/2 mm, im Occipitalteil 5V2 mm entfernt.  
läuft. Dem Frontalpol nähert sie sich bis auf 8^/2 mm, dem occipi-
talen Mantelrand ebenfalls bis auf 3^/^— 3^/2 inm. Vom medialen  
Mantelrand ist sie im Frontalteil knapp 3 mm, im Bereich der Aus-
schweifung fast 71/2 mm, im Occipitalteil 5V2 mm entfernt.  


Ich lasse die Deutung dieser Furche, die ich als sagittale  
Ich lasse die Deutung dieser Furche, die ich als sagittale  
Hauptfurche des Palliums bezeichne i), vorläufig noch dahin-
Hauptfurche des Palliums bezeichne i), vorläufig noch dahingestellt und wende mich zur dritten Hauptfurche, welche zwischen den  
gestellt und wende mich zur dritten Hauptfurche, welche zwischen den  
beiden erstbeschriebenen Furchen liegt, jedoch der ersten viel näher  
beiden erstbeschriebenen Furchen liegt, jedoch der ersten viel näher  
als der zweiten. Sie gehört bereits der Orbitalfläche an, d. h. sie  
als der zweiten. Sie gehört bereits der Orbitalfläche an, d. h. sie  
Line 33,069: Line 29,336:
lateralis mehr und mehr und kann selbst ausnahmsweise in ihre  
lateralis mehr und mehr und kann selbst ausnahmsweise in ihre  
obere Lippe einschneiden. Auf der Figur ist sie mit v bezeichnet.  
obere Lippe einschneiden. Auf der Figur ist sie mit v bezeichnet.  
Leche bezeichnet sie ohne weitere Argumentation als „vordere senk-
Leche bezeichnet sie ohne weitere Argumentation als „vordere senkrechte Hauptfurche" im Sinne Panschs.  
rechte Hauptfurche" im Sinne Panschs.  


Eine seichte Vallecula Sylvii ist vorhanden, hingegen deutet höch-
Eine seichte Vallecula Sylvii ist vorhanden, hingegen deutet höchstens eine seichte Depression die Lage der Sylvischen Furche an. Auf  
stens eine seichte Depression die Lage der Sylvischen Furche an. Auf  
den meisten Hemisphären findet sich zwischen der Fissura rhinalis  
den meisten Hemisphären findet sich zwischen der Fissura rhinalis  
lateralis posterior und der sagittalen Hauptfurche des Palliums noch eine  
lateralis posterior und der sagittalen Hauptfurche des Palliums noch eine  
Line 33,083: Line 29,348:
Leche gibt noch eine weitere Furche an, welche zwischen der  
Leche gibt noch eine weitere Furche an, welche zwischen der  
sagittalen Hauptfurche und dem medialen Mantelrand liegt. Dieselbe  
sagittalen Hauptfurche und dem medialen Mantelrand liegt. Dieselbe  
findet sich [nicht auf allen Hemisphären und ist nur in der Dorsal-
findet sich [nicht auf allen Hemisphären und ist nur in der Dorsalansicht sichtbar. Leche will sie als „obere longitudinale Hauptfurche  
ansicht sichtbar. Leche will sie als „obere longitudinale Hauptfurche  
oder Sulcus centralis" deuten, ohne diese jedenfalls sehr zweifelhafte  
oder Sulcus centralis" deuten, ohne diese jedenfalls sehr zweifelhafte  
Homologie näher zu begründen.  
Homologie näher zu begründen.  


Auf der Medialfläche findet man eine Bogenfurche, deren Verlauf  
Auf der Medialfläche findet man eine Bogenfurche, deren Verlauf  
sehr an den S. splenialis mancher Säuger erinnert. Sie beginnt unter-
sehr an den S. splenialis mancher Säuger erinnert. Sie beginnt unterhalb des Margo dimidians und zieht in einem Abstand von 2^/, mm.  
halb des Margo dimidians und zieht in einem Abstand von 2^/, mm.  




Line 33,109: Line 29,372:




dem medialen Mantelrand parallel. Oberhalb des Balkenknies ange-
dem medialen Mantelrand parallel. Oberhalb des Balkenknies angelangt, biegt sie in einem ziemlich flachen Bogen zum medialen Mantelrand ab und schneidet in den letzteren eben noch ein. Außerdem  
langt, biegt sie in einem ziemlich flachen Bogen zum medialen Mantel-
rand ab und schneidet in den letzteren eben noch ein. Außerdem  
findet sich im Frontalteil eine  
findet sich im Frontalteil eine  
zweite Furche, welche ober-
zweite Furche, welche oberhalb des Balkenknies beginnt und sehr leicht geschweift, fast rein horizontal zum Stirnpol zieht. Sie  
halb des Balkenknies be-
ginnt und sehr leicht ge-
schweift, fast rein horizon-
tal zum Stirnpol zieht. Sie  
nähert sich dem letzteren  
nähert sich dem letzteren  
bis auf etwa 1 mm. Auf  
bis auf etwa 1 mm. Auf  
der Figur ist sie als i be-
der Figur ist sie als i bezeichnet.  
zeichnet.  


Fig. 7. Medialfläclie des Großhirns von Galeopithecus. Der Himstamm bis zum  
Fig. 7. Medialfläclie des Großhirns von Galeopithecus. Der Himstamm bis zum  
Line 33,128: Line 29,384:
Ueber \ und 9 vergl. Text.  
Ueber \ und 9 vergl. Text.  


Unterhalb des Margo dimidians findet man die Fissura hippo-
Unterhalb des Margo dimidians findet man die Fissura hippocampi und den Sulcus fimbriodentatus. Erstere läßt sich einerseits  
campi und den Sulcus fimbriodentatus. Erstere läßt sich einerseits  
bis auf die Basalfläche verfolgen, andererseits endigt sie nahe dem  
bis auf die Basalfläche verfolgen, andererseits endigt sie nahe dem  
Balkenwulst noch unterhalb des Margo dimidians. Oberhalb des Margo  
Balkenwulst noch unterhalb des Margo dimidians. Oberhalb des Margo  
dimidians liegt in ihrer Fortsetzung eine Furche, welche den Balken  
dimidians liegt in ihrer Fortsetzung eine Furche, welche den Balken  
in einem Abstand von weniger als 1 mm bis jenseits des Genu um-
in einem Abstand von weniger als 1 mm bis jenseits des Genu umkreist. Ich habe diese Furche, um nichts zu präjudizieren, als (p bezeichnet. Die mikroskopische Untersuchung ergibt, daß sie als eine  
kreist. Ich habe diese Furche, um nichts zu präjudizieren, als (p be-
zeichnet. Die mikroskopische Untersuchung ergibt, daß sie als eine  
Fortsetzung der Fissura hippocampi aufzufassen ist, obwohl sie mit  
Fortsetzung der Fissura hippocampi aufzufassen ist, obwohl sie mit  
dieser letzteren nicht direkt kommuniziert.  
dieser letzteren nicht direkt kommuniziert.  


Die Fissura rhinalis medialis ist als Furche nicht vorhanden, in-
Die Fissura rhinalis medialis ist als Furche nicht vorhanden, indessen durch den medialen Rand der lateralen Wurzel des Tractus  
dessen durch den medialen Rand der lateralen Wurzel des Tractus  
olfactorius doch bis in die Vallecula Sylvii (inkl.) deutlich markiert.  
olfactorius doch bis in die Vallecula Sylvii (inkl.) deutlich markiert.  
— Das Tuberculum olfactorium ist 4V2 "^"^ la,ng und 5^2 nim breit.  
— Das Tuberculum olfactorium ist 4V2 "^"^ la,ng und 5^2 nim breit.  
Line 33,151: Line 29,403:
der Carnivoren deuten, zu welchen Geoffroy die Pelzflatterer zählte.  
der Carnivoren deuten, zu welchen Geoffroy die Pelzflatterer zählte.  
Man würde z. B. au manche Viverriden, z. B. Herpestes, denken  
Man würde z. B. au manche Viverriden, z. B. Herpestes, denken  
können, deren Furchen auf der lateralen Konvexität statt des bogen-
können, deren Furchen auf der lateralen Konvexität statt des bogen
 




Line 33,162: Line 29,413:


förmigen Verlaufes einen rein sagittalen zeigen ^). Indessen bleiben  
förmigen Verlaufes einen rein sagittalen zeigen ^). Indessen bleiben  
zu viel Differenzen übrig. Die wichtigsten sind, wenn ich das Galeo-
zu viel Differenzen übrig. Die wichtigsten sind, wenn ich das Galeopithecusgehirn mit ;einem in meinem Besitz befindlichen Gehirn von  
pithecusgehirn mit ;einem in meinem Besitz befindlichen Gehirn von  
Herpestes griseus vergleiche, welches noch die meiste Aehnlichkeit zu  
Herpestes griseus vergleiche, welches noch die meiste Aehnlichkeit zu  
bieten scheint, folgende: Herpestes griseus besitzt eine deutliche Syl-
bieten scheint, folgende: Herpestes griseus besitzt eine deutliche Sylvische Furche, der Sulcus splenialis schneidet 6 mm weit in den  
vische Furche, der Sulcus splenialis schneidet 6 mm weit in den  
Mantelrand ein, und endlich findet sich ein sehr charakteristischer,  
Mantelrand ein, und endlich findet sich ein sehr charakteristischer,  
dem Mantelrand parallel laufender, bogenförmiger Sulcus medilateralis.  
dem Mantelrand parallel laufender, bogenförmiger Sulcus medilateralis.  
Ich halte diese Unterschiede für so erheblich, daß eine direkte Homo-
Ich halte diese Unterschiede für so erheblich, daß eine direkte Homologisierung beider Gehirne wohl ausgeschlossen ist.  
logisierung beider Gehirne wohl ausgeschlossen ist.  


Wesentlich aussichtsvoller ist ein Vergleich mit dem Gehirn  
Wesentlich aussichtsvoller ist ein Vergleich mit dem Gehirn  
Line 33,176: Line 29,424:
d'anatomie compar6e die Gattung Galeopithecus zählte. So zeigt das  
d'anatomie compar6e die Gattung Galeopithecus zählte. So zeigt das  
Gehirn von Cynonycteris collaris, wie es Turner 2) abgebildet hat, eine  
Gehirn von Cynonycteris collaris, wie es Turner 2) abgebildet hat, eine  
Sagittalfurche, welche stark an die sagittale Hauptfurche von Galeo-
Sagittalfurche, welche stark an die sagittale Hauptfurche von Galeopithecus erinnert. Auch scheint die Sylvische Furche bei Cynonycteris  
pithecus erinnert. Auch scheint die Sylvische Furche bei Cynonycteris  
ebenso schlecht entwickelt zu sein wie bei Galeopithecus. Pteropus  
ebenso schlecht entwickelt zu sein wie bei Galeopithecus. Pteropus  
medius und Pteropus edulis, welche mir genauer bekannt sind, zeigen  
medius und Pteropus edulis, welche mir genauer bekannt sind, zeigen  
weniger Aehnlichkeit ^) ; durch die Entwickelung der Sylvischen Furche  
weniger Aehnlichkeit ^) ; durch die Entwickelung der Sylvischen Furche  
ist das Gesamtbild verändert. Bei anderen Gattungen, welche ich ver-
ist das Gesamtbild verändert. Bei anderen Gattungen, welche ich verglichen habe (Plecotus, Vespertilio), ist das Gehirn zu klein und daher  
glichen habe (Plecotus, Vespertilio), ist das Gehirn zu klein und daher  
fast lissencephal, so daß eine Vergleichung nicht wohl durchführbar  
fast lissencephal, so daß eine Vergleichung nicht wohl durchführbar  
ist. Ferner ist auch zu beachten, daß innerhalb der Chiropteren  
ist. Ferner ist auch zu beachten, daß innerhalb der Chiropteren  
Line 33,192: Line 29,438:


In Betracht kämen endlich noch dielnsektivoren, zu welchen  
In Betracht kämen endlich noch dielnsektivoren, zu welchen  
z. B. Peters, Huxley und Flower die Gattung Galeopithecus ge-
z. B. Peters, Huxley und Flower die Gattung Galeopithecus gerechnet haben. Man würde dann die Furche v mit dem Sulcus primigenius der Insektivoren, der ältesten Furche des Mammalierpalliums *),  
rechnet haben. Man würde dann die Furche v mit dem Sulcus primi-
genius der Insektivoren, der ältesten Furche des Mammalierpalliums *),  
homologisieren. Indes ist im übrigen die Furchung bei Galeopithecus  
homologisieren. Indes ist im übrigen die Furchung bei Galeopithecus  


Line 33,203: Line 29,447:
2) Journ. of Anat. and Phys., 1890.  
2) Journ. of Anat. and Phys., 1890.  


3) Mehr Uebereinstimmung scheint das von Leche abgebildete Ge-
3) Mehr Uebereinstimmung scheint das von Leche abgebildete Gehirn von Pteropus Gouldii zu zeigen (1. c. Taf. IV, Fig. 33 — 35). Das  
hirn von Pteropus Gouldii zu zeigen (1. c. Taf. IV, Fig. 33 — 35). Das  
Gehirn von Pteropus edulis, welches Kohlbrugge (Monatsschr. f. Psych,  
Gehirn von Pteropus edulis, welches Kohlbrugge (Monatsschr. f. Psych,  
u. Neuro]., Bd. 12, Heft 2) abgebildet hat, zeigt eine deutliche Sylvische  
u. Neuro]., Bd. 12, Heft 2) abgebildet hat, zeigt eine deutliche Sylvische  
Line 33,215: Line 29,458:
521  
521  


so viel weiter eotwickelt, daß eine Vergleichuog ausgeschlossen er-
so viel weiter eotwickelt, daß eine Vergleichuog ausgeschlossen erscheint. Nicht unerwähnt darf hingegen bleiben, daß die Sagittalfurche  
scheint. Nicht unerwähnt darf hingegen bleiben, daß die Sagittalfurche  
der Nager sehr gut mit der sagittalen Hauptfurche des Galeopithecusgehirns übereinstimmt. Schließlich will ich nicht unterlassen, auf die  
der Nager sehr gut mit der sagittalen Hauptfurche des Galeopithecus-
gehirns übereinstimmt. Schließlich will ich nicht unterlassen, auf die  
Aehnlichkeit der Furchung der Medialfläche bei Dasypus hinzuweisen,  
Aehnlichkeit der Furchung der Medialfläche bei Dasypus hinzuweisen,  
obwohl Galeopithecus selbstverständlich weder bei den Nagern noch bei  
obwohl Galeopithecus selbstverständlich weder bei den Nagern noch bei  
Line 33,224: Line 29,465:


Faßt man alle diese Sätze zusammen, so wird man vorläufig der  
Faßt man alle diese Sätze zusammen, so wird man vorläufig der  
Hirnfurchung von Galeopithecus eine sehr selbständige Stellung zu-
Hirnfurchung von Galeopithecus eine sehr selbständige Stellung zuerkennen müssen und höchstens an eine entferntere Beziehung zu  
erkennen müssen und höchstens an eine entferntere Beziehung zu  
manchen Chiropterengehirnen denken können.  
manchen Chiropterengehirnen denken können.  


Line 33,240: Line 29,480:
Cervikalmarks beträgt reichlich SV? nam, der sagittale reichlich 2^/2 mm.  
Cervikalmarks beträgt reichlich SV? nam, der sagittale reichlich 2^/2 mm.  


Die vorderen Vierhügel sind enorm stark entwickelt. Ihre Er-
Die vorderen Vierhügel sind enorm stark entwickelt. Ihre Erhebung über den Boden des Aquädukts beträgt über 5 mm. Sie  
hebung über den Boden des Aquädukts beträgt über 5 mm. Sie  
kommen zwischen dem Kleinhirn und den Großhirnhemisphären in der  
kommen zwischen dem Kleinhirn und den Großhirnhemisphären in der  
Dorsalansicht zum Vorschein. Dementsprechend ist auch das Fastigium  
Dorsalansicht zum Vorschein. Dementsprechend ist auch das Fastigium  
anterius des Aquädukts sehr gut entwickelt; seine Höhe beträgt  
anterius des Aquädukts sehr gut entwickelt; seine Höhe beträgt  
1^/4 mm. Die hinteren Vierhügel sind relativ verkümmert. Ihre Er-
1^/4 mm. Die hinteren Vierhügel sind relativ verkümmert. Ihre Erhebung über den Aquäduktboden beziffert sich auf 2^/2 mm. Die  
hebung über den Aquäduktboden beziffert sich auf 2^/2 mm. Die  
Kuppe der hinteren Vierkügel ist wie bei vielen Säugern in eine Nische  
Kuppe der hinteren Vierkügel ist wie bei vielen Säugern in eine Nische  
der Vorderfläche des Kleinhirns eingelagert, welche sich auf dem  
der Vorderfläche des Kleinhirns eingelagert, welche sich auf dem  
Medianschnitt als eine konkave Einbuchtung des vorderen Kleinhirn-
Medianschnitt als eine konkave Einbuchtung des vorderen Kleinhirnkonturs im Bereich des Culmen und des Lobulus centralis zu erkennen gibt.  
konturs im Bereich des Culmen und des Lobulus centralis zu er-
kennen gibt.  


Das Kleinhirn zeigt einen ziemlich breit entwickelten Wurm, Die  
Das Kleinhirn zeigt einen ziemlich breit entwickelten Wurm, Die  
Line 33,268: Line 29,504:
522  
522  


Gehirns, so ergibt sich, daß sie einigermaßen bestätigen, daß Galeo-
Gehirns, so ergibt sich, daß sie einigermaßen bestätigen, daß Galeopithecus bei seiner Sonderstellung doch auch manche für tiefstehende  
pithecus bei seiner Sonderstellung doch auch manche für tiefstehende  
Chiropteren charakteristische Züge zeigt ^). Ich hoöe, durch die weitere  
Chiropteren charakteristische Züge zeigt ^). Ich hoöe, durch die weitere  
mikroskopische Untersuchung zur weiteren Klärung der Stellung des  
mikroskopische Untersuchung zur weiteren Klärung der Stellung des  
Line 33,286: Line 29,521:
Nachdem durch die Arbeiten von C. Gegenbaur, E. Göppert  
Nachdem durch die Arbeiten von C. Gegenbaur, E. Göppert  
und H. H. Wilder das Laryngo-Trachealskelett und seine  
und H. H. Wilder das Laryngo-Trachealskelett und seine  
Muskulatur bei Amphibien und Amnioten eine gründliche Durch-
Muskulatur bei Amphibien und Amnioten eine gründliche Durcharbeitung erfahren hatten, lag der Gedanke nahe, auch die zu den  
arbeitung erfahren hatten, lag der Gedanke nahe, auch die zu den  
Amphibien bekanntlich in nahen genetischen Beziehungen stehenden  
Amphibien bekanntlich in nahen genetischen Beziehungen stehenden  
Ganoiden und Dipnoer hinsichtlich ihres „Ductus pneuma-
Ganoiden und Dipnoer hinsichtlich ihres „Ductus pneumaticus" einer genaueren Betrachtung zu unterziehen. Dies schien mir  
ticus" einer genaueren Betrachtung zu unterziehen. Dies schien mir  
um so mehr angezeigt, als die große Litteratur, welche sich mit jenen  
um so mehr angezeigt, als die große Litteratur, welche sich mit jenen  
Tiergrujjpen befaßt, gerade hierin eine klaffende Lücke aufweist.  
Tiergrujjpen befaßt, gerade hierin eine klaffende Lücke aufweist.  
Line 33,296: Line 29,529:
Ich glaube nun behaupten zu dürfen, daß es mir gelungen ist,  
Ich glaube nun behaupten zu dürfen, daß es mir gelungen ist,  
dieselbe auszufüllen, und ich werde im folgenden meine Resultate in  
dieselbe auszufüllen, und ich werde im folgenden meine Resultate in  
der Kürze mitteilen, an anderem Orte aber ausführlicher darüber be-
der Kürze mitteilen, an anderem Orte aber ausführlicher darüber berichten.  
richten.  


Protopterus annectens.  
Protopterus annectens.  
Line 33,305: Line 29,537:
der Pharyngealfascie entspringend, unter spitzem Winkel mit der  
der Pharyngealfascie entspringend, unter spitzem Winkel mit der  
Schlundlängsachse kaudalwärts zieht. Er inseriert teils an einem  
Schlundlängsachse kaudalwärts zieht. Er inseriert teils an einem  
oralwärts von der Glottis sich erstreckenden zungenförmigen Faser -
oralwärts von der Glottis sich erstreckenden zungenförmigen Faser knorpel, teils in unmittelbarer Nähe der Glottisränder, woselbst er die  
knorpel, teils in unmittelbarer Nähe der Glottisränder, woselbst er die  
in den letzteren liegenden Faserknorpelmassen in radiärer Richtung  
in den letzteren liegenden Faserknorpelmassen in radiärer Richtung  
durchsetzt und als Dilatator wirkt (Fig. 2 Dil^, FK). Das faser-
durchsetzt und als Dilatator wirkt (Fig. 2 Dil^, FK). Das faserknorpelige Stützskelett erinnert dadurch hier in seiner Anordnung an  
knorpelige Stützskelett erinnert dadurch hier in seiner Anordnung an  
die Lateralknorpel der Amphibien und setzt sich auch noch in das  
die Lateralknorpel der Amphibien und setzt sich auch noch in das  


Line 33,325: Line 29,555:
Vestibulum pulmonis  
Vestibulum pulmonis  
fort, welches dadurch  
fort, welches dadurch  
eine gewisse Aehnlich-
eine gewisse Aehnlichkeit mit einer kurzen,  
keit mit einer kurzen,  
durch Skelettelemente  
durch Skelettelemente  
gestützten Trachea ge-
gestützten Trachea gewinnt.  
winnt.  


Fig. 1. Anordnung  
Fig. 1. Anordnung  
Line 33,336: Line 29,564:
Dorsalseite gesehen. Co, Co  
Dorsalseite gesehen. Co, Co  
Constrictor pharyngis, resp.  
Constrictor pharyngis, resp.  
Constrictor laryngo-trachea-
Constrictor laryngo-trachealis. Dil Dilatator laryngis.  
lis. Dil Dilatator laryngis.  
KG Kiemengefäße. KR Kopfrippe. M Muskeln, welche  
KG Kiemengefäße. KR Kopf-
von der Koijfrippe entsprungen und den Branchialraum von hinten her  
rippe. M Muskeln, welche  
von der Koijfrippe ent-
sprungen und den Bran-
chialraum von hinten her  
begrenzen. R Rimaglottidis.  
begrenzen. R Rimaglottidis.  
S sehnige Naht. SP Sehnen-
S sehnige Naht. SP Sehnenplatte, welche in der Submucosa oris nach vom verläuft, ^zungenförmige Faserknorpelplatte. ^,5 = 4. und  
platte, welche in der Sub-
mucosa oris nach vom ver-
läuft, ^zungenförmige Faser-
knorpelplatte. ^,5 = 4. und  
5. Kiemen bogen.  
5. Kiemen bogen.  


Line 33,360: Line 29,580:


Fig. 2. Querschnitt durch den Anfang der Eima glottidis von Protopterus.  
Fig. 2. Querschnitt durch den Anfang der Eima glottidis von Protopterus.  
Der Schnitt geht durch das kaudale Ende der auf Fig. 1 mit Z bezeichneten Faser-
Der Schnitt geht durch das kaudale Ende der auf Fig. 1 mit Z bezeichneten Faserknorpelzunge. Co Constrictor pharyngis, rein quer verlaufend. CO^ Constrictor pharyngis,  
knorpelzunge. Co Constrictor pharyngis, rein quer verlaufend. CO^ Constrictor pharyngis,  
schräg verlaufendes Stratum, nur in Umrissen gezeichnet. Dil Einstrahlender Dilatator.  
schräg verlaufendes Stratum, nur in Umrissen gezeichnet. Dil Einstrahlender Dilatator.  
Dil'^ Stratum transversum, zwischen den faserknorpeligen Stützelementen {FK) zur  
Dil'^ Stratum transversum, zwischen den faserknorpeligen Stützelementen {FK) zur  
Schleimhaut der Rima glottidis ziehend. FK radiär zur Glottis angeordnete Faserknorpel-
Schleimhaut der Rima glottidis ziehend. FK radiär zur Glottis angeordnete Faserknorpelmassen. FK^ faserknorpeliges Septum des Constrictors, FK"^ von der Hauptmasse weit  
massen. FK^ faserknorpeliges Septum des Constrictors, FK"^ von der Hauptmasse weit  
entfernt liegende Faserknorpelstücke. 31 Mucosa. R Rima glottidis.  
entfernt liegende Faserknorpelstücke. 31 Mucosa. R Rima glottidis.  


Line 33,375: Line 29,593:


In dieser Gegend fließen die unmittelbar unter der Schleimhaut  
In dieser Gegend fließen die unmittelbar unter der Schleimhaut  
liegenden Dilatatorfasern von beiden Seiten zu einem breiten Muskel-
liegenden Dilatatorfasern von beiden Seiten zu einem breiten Muskelband zusammen, welche das Luftrohr dorsalwärts umgreifen und so  
band zusammen, welche das Luftrohr dorsalwärts umgreifen und so  
mit dem ventral liegenden , gewaltigen, von der Wirbelsäule und von  
mit dem ventral liegenden , gewaltigen, von der Wirbelsäule und von  
der Kopfrippe entspringenden Constrictor pharyngis eine Ver-
der Kopfrippe entspringenden Constrictor pharyngis eine Verengerung, bezw. VerSchließung des Kanallumens bewirken können  
engerung, bezw. VerSchließung des Kanallumens bewirken können  
(verg. Fig. 3 bei Dil^ und Fig. 9 bei Dil. v.). Kurz, es handelt  
(verg. Fig. 3 bei Dil^ und Fig. 9 bei Dil. v.). Kurz, es handelt  


Line 33,395: Line 29,611:
laryngei dorsales und ventrales der Amphibien, in specie  
laryngei dorsales und ventrales der Amphibien, in specie  
von Proteus und Menobranchus (Göppert, Wilder) erlauben  
von Proteus und Menobranchus (Göppert, Wilder) erlauben  
und die sich hier wie dort auf den M. dor so- und hyopharyn-
und die sich hier wie dort auf den M. dor so- und hyopharyngeus, bezw. auf interarcuale Muskelzüge zurückführen lassen. Auch  
geus, bezw. auf interarcuale Muskelzüge zurückführen lassen. Auch  
die Innervationsverhältnisse (Vagus) stimmen überein.  
die Innervationsverhältnisse (Vagus) stimmen überein.  


Line 33,404: Line 29,619:
was seinen Ursprung und Faserverlauf anbelangt, ganz ähnlich wie bei  
was seinen Ursprung und Faserverlauf anbelangt, ganz ähnlich wie bei  
Protopterus, nur daß sich hier auf Grund des Verlustes eines  
Protopterus, nur daß sich hier auf Grund des Verlustes eines  
5. Branchialbogens eine Vorwärtswanderung der interarkualen Mus-
5. Branchialbogens eine Vorwärtswanderung der interarkualen Muskulatur auf den 4. Bogen vollzogen hat.  
kulatur auf den 4. Bogen vollzogen hat.  




Line 33,422: Line 29,636:
fehlenden Stützknorpelgerüstes ^) nicht anders zu erwarten  
fehlenden Stützknorpelgerüstes ^) nicht anders zu erwarten  
ist, sehr primitive Zustände bewahrt geblieben. Von Interesse ist, daß  
ist, sehr primitive Zustände bewahrt geblieben. Von Interesse ist, daß  
sich übrigens auch bei Polypterus die ersten Spuren der oben er-
sich übrigens auch bei Polypterus die ersten Spuren der oben erwähnten zungenförmigen Faserknorpelplatte  
wähnten zungenförmi-
gen Faserknorpelplatte  
des Protopterus in  
des Protopterus in  
Form einer medianen  
Form einer medianen  
Zwischensehne (S) be-
Zwischensehne (S) bereits erkennen lassen.  
reits erkennen lassen.  
Beide Bildungen, in der  
Beide Bildungen, in der  
kaudalen Verlängerung  
kaudalen Verlängerung  
der Copularia (Poly-
der Copularia (Polypterus) liegend, sind  
pterus) liegend, sind  
zweifellos als Produkte  
zweifellos als Produkte  
des Muskelzuges auf-
des Muskelzuges aufzufassen.  
zufassen.  


Fig. 4. Constrictor pharyngis und Glottis von Polypterus. Dorsalseite.'lQ) Copula  
Fig. 4. Constrictor pharyngis und Glottis von Polypterus. Dorsalseite.'lQ) Copula  
Line 33,444: Line 29,653:


Ein Querschnitt durch die Glottisregion läßt auf das deutlichste  
Ein Querschnitt durch die Glottisregion läßt auf das deutlichste  
erkennen, wie am Aditus laryngis das Diktatoren- und Sphinkter-
erkennen, wie am Aditus laryngis das Diktatoren- und Sphinktersystem zusammen mit den außerordentlich derben Muskelwänden der  
system zusammen mit den außerordentlich derben Muskelwänden der  
Schwimmblase, resp. Lunge, eine untrennbare Masse bilden, welche  
Schwimmblase, resp. Lunge, eine untrennbare Masse bilden, welche  
insgesamt wohl genetisch auf das interarkuale Muskelsystera, d. h. auf  
insgesamt wohl genetisch auf das interarkuale Muskelsystera, d. h. auf  
einen M. transversus ventralis arcuum branch, posterior  
einen M. transversus ventralis arcuum branch, posterior  
hinterer (in der Phylogenese verloren gegangener) Branchialbogen zu-
hinterer (in der Phylogenese verloren gegangener) Branchialbogen zurückzuführen ist.  
rückzuführen ist.  








1) Ich erwähne dies ausdrücklich, da man auf Grund des fehlen-
1) Ich erwähne dies ausdrücklich, da man auf Grund des fehlenden 5. Branchialbogens ein solches, als in den Dienst des Kehlkopfes  
den 5. Branchialbogens ein solches, als in den Dienst des Kehlkopfes  
übergetreten, auf Grund der bis jetzt geltenden Anschauungen, erwarten  
übergetreten, auf Grund der bis jetzt geltenden Anschauungen, erwarten  
konnte.  
konnte.  
Line 33,476: Line 29,682:


Fig. 5. Querschnitt durch die Glottis und die vordei'e Schwimmblasengegend von  
Fig. 5. Querschnitt durch die Glottis und die vordei'e Schwimmblasengegend von  
Polypterus bichir. Skizze. Co Constrictor (Sphinkter) laryngis. Dil einstrahlen-
Polypterus bichir. Skizze. Co Constrictor (Sphinkter) laryngis. Dil einstrahlender Dilatator, der bei Dil^ den Constrictor laryngis durchflicht und an derselben Stelle  
der Dilatator, der bei Dil^ den Constrictor laryngis durchflicht und an derselben Stelle  
auch mit der muskulösen Wand der Lunge zusammenhängt. Lg, Lg rechte und linke  
auch mit der muskulösen Wand der Lunge zusammenhängt. Lg, Lg rechte und linke  
Lunge. M Mucosa. M, Mu die 2 Muskelschichten der Lungenwand. Pulm. Art. pul-
Lunge. M Mucosa. M, Mu die 2 Muskelschichten der Lungenwand. Pulm. Art. pulmonalis. Vg, Vg Vagus (R. bronchialis), E Rima glottidis. f Conus arteriosus.  
monalis. Vg, Vg Vagus (R. bronchialis), E Rima glottidis. f Conus arteriosus.  


Zwischen dem Constrictor pharyngis, der in seiner oralen Hälfte  
Zwischen dem Constrictor pharyngis, der in seiner oralen Hälfte  
Line 33,495: Line 29,699:


Hier liegt der Eingang zur Schwimmblase (Lunge) bekanntlich  
Hier liegt der Eingang zur Schwimmblase (Lunge) bekanntlich  
dorsal, und zwar genau in der Medianlinie. Er ist von 2 knorpel-
dorsal, und zwar genau in der Medianlinie. Er ist von 2 knorpelharten, derben, aus dicht verfilztera, kernreichem Bindegewebe  
harten, derben, aus dicht verfilztera, kernreichem Bindegewebe  
bestehenden Seitenmassen umgeben (Fig. 7 5, S), welche in oro-kaudaler  
bestehenden Seitenmassen umgeben (Fig. 7 5, S), welche in oro-kaudaler  
Richtung einem starken Wechsel ihrer Formverhältnisse unterliegen  
Richtung einem starken Wechsel ihrer Formverhältnisse unterliegen  
Line 33,504: Line 29,707:
schließlich in das Cavum der Schwimmblase, resp. der Lunge hinein  
schließlich in das Cavum der Schwimmblase, resp. der Lunge hinein  
(Fig. 7 Cav). An dem betreffenden Uebergangsgebiet verdicken sich  
(Fig. 7 Cav). An dem betreffenden Uebergangsgebiet verdicken sich  
die lateralen, von der Umgebung deutlich differenzierten Bindegewebs-
die lateralen, von der Umgebung deutlich differenzierten Bindegewebsmassen zu mächtigen Polstern oder Kissen (Fig. 7 K und  
massen zu mächtigen Polstern oder Kissen (Fig. 7 K und  




Line 33,517: Line 29,719:
allermannigfachsten Größe- und Formschwankungen, denn es findet sich  
allermannigfachsten Größe- und Formschwankungen, denn es findet sich  
in seinem engeren und weiteren Bereich ein Muskelapparat,  
in seinem engeren und weiteren Bereich ein Muskelapparat,  
welcher in seiner Kompliziertheit und reichen Ent-
welcher in seiner Kompliziertheit und reichen Ent
 




Line 33,526: Line 29,727:




Fig. 6. Muskeln und Nerven des Kehlkopfes von Lepidosteus osseus. Ven-
Fig. 6. Muskeln und Nerven des Kehlkopfes von Lepidosteus osseus. Ventrale Ansieht. 1 — 5 = 1 — 5. Branchialhogen, I — IV = 1 — 4 Kiemenvene (Art. efferens).  
trale Ansieht. 1 — 5 = 1 — 5. Branchialhogen, I — IV = 1 — 4 Kiemenvene (Art. efferens).  
Add Adductor are. branch. As, As Ausstülpungen der ventralen Lungenwand. Co, Co^  
Add Adductor are. branch. As, As Ausstülpungen der ventralen Lungenwand. Co, Co^  
durchschnittener Constrictor pharyngis. BS Lungenblindsäcke. D.p., D. a. hintere und  
durchschnittener Constrictor pharyngis. BS Lungenblindsäcke. D.p., D. a. hintere und  
Line 33,533: Line 29,733:
welches bei * * * in die Constrictoren der Lunge übergeht, f Einsattelung der Lunge  
welches bei * * * in die Constrictoren der Lunge übergeht, f Einsattelung der Lunge  
am Abgang der Blindsäcke {BS). Letztere liegen dorsal vom Constrictor phar. Inf.  
am Abgang der Blindsäcke {BS). Letztere liegen dorsal vom Constrictor phar. Inf.  
arc. d. M. interarc. dorsal. (M. obliquus I s. anterior). L Lunge. Ph, S, 4 Infrapharyngo-
arc. d. M. interarc. dorsal. (M. obliquus I s. anterior). L Lunge. Ph, S, 4 Infrapharyngobranchiale, nur in seinen Umrissen gez. Pro M. protractor. R Rima glottidis. Vag, Vag^  
branchiale, nur in seinen Umrissen gez. Pro M. protractor. R Rima glottidis. Vag, Vag^  
N. vagus. 5  
N. vagus. 5  


Line 33,541: Line 29,740:
528  
528  


faltung demjenigen eines hochentwickelten Kehl-
faltung demjenigen eines hochentwickelten Kehlkopfes nicht nachsteht.  
kopfes nicht nachsteht.  


Schaut man vom Cavum oris aus gegen die Basis cranii, so unter-
Schaut man vom Cavum oris aus gegen die Basis cranii, so unterscheidet man nach Entfernung der Schleimhaut zunächst einen  
scheidet man nach Entfernung der Schleimhaut zunächst einen  
kräftigen Dilatator (Fig. 6 D.p., B.a), der eine ähnliche Faserrichtung zeigt wie der gleichnamige Muskel von Protop ter us (vergl.  
kräftigen Dilatator (Fig. 6 D.p., B.a), der eine ähnliche Faser-
Fig. 1). Er entspringt von^der Dorsalfläche des mächtigen Infrapharyngo-Branchiale (Fig. 6 Pä, 5, 4) und nimmt seine Richtung teils  
richtung zeigt wie der gleichnamige Muskel von Protop ter us (vergl.  
Fig. 1). Er entspringt von^der Dorsalfläche des mächtigen Infra-
pharyngo-Branchiale (Fig. 6 Pä, 5, 4) und nimmt seine Richtung teils  
in transversaler, teils in schräger, d. h. mehr kaudaler Richtung.  
in transversaler, teils in schräger, d. h. mehr kaudaler Richtung.  


Line 33,583: Line 29,778:
abgesperrt werden kann.  
abgesperrt werden kann.  


In engem Zusammenhang damit steht wohl auch die Ausstülpungs-
In engem Zusammenhang damit steht wohl auch die Ausstülpungsfähigkeit gewisser vorderer Lungenpartieu, welche ich unter 5 Exemplaren 2mal angetroffen habe, und die formell an die Schallblasen  
fähigkeit gewisser vorderer Lungenpartieu, welche ich unter 5 Exem-
plaren 2mal angetroffen habe, und die formell an die Schallblasen  
gewisser Anuren erinnern (Fig. 6 ÄS).  
gewisser Anuren erinnern (Fig. 6 ÄS).  


Line 33,591: Line 29,784:
weniger bestehen, als man auf Querschnitten die Faserausstrahlung in  
weniger bestehen, als man auf Querschnitten die Faserausstrahlung in  
radiärer Richtung, und zwar unter Durchsetzung der bindegewebigen  
radiärer Richtung, und zwar unter Durchsetzung der bindegewebigen  
Stützlamellen, bis dicht an das Spaltlumen heran mit Leichtigkeit ver-
Stützlamellen, bis dicht an das Spaltlumen heran mit Leichtigkeit verfolgen kann (Fig. 8).  
folgen kann (Fig. 8).  


^,% Retr.  
^,% Retr.  
Line 33,602: Line 29,794:
Co Constrictor. Du Dilatator. GG Gefäße. L. Bg. lockeres Bindegewebe. M Mucosa.  
Co Constrictor. Du Dilatator. GG Gefäße. L. Bg. lockeres Bindegewebe. M Mucosa.  
Retr M. retractor laryngis (M. subspinalis). R Rima glottidis, die sich dorsalwärts {ff)  
Retr M. retractor laryngis (M. subspinalis). R Rima glottidis, die sich dorsalwärts {ff)  
gabelt. Rechts und links, sowie dorsal von der laryngealen Höhle ist das vom M. dila-
gabelt. Rechts und links, sowie dorsal von der laryngealen Höhle ist das vom M. dilatator durchflochtene, derbe Stützgewebe (*) tief schwarz gehalten. S, S Zwischensehne  
tator durchflochtene, derbe Stützgewebe (*) tief schwarz gehalten. S, S Zwischensehne  
der Mm. retractores.  
der Mm. retractores.  


Line 33,609: Line 29,800:
in der ventralen Lungenwand.  
in der ventralen Lungenwand.  


Das Dilatatorsystem wird dorsalwärts von dem mächtigen Con-
Das Dilatatorsystem wird dorsalwärts von dem mächtigen Constrictor (Fig. 6 Co)., welcher, um die Vagusverzweigung zu zeigen, bei  
strictor (Fig. 6 Co)., welcher, um die Vagusverzweigung zu zeigen, bei  
Co^, Co eingeschnitten ist, umgriffen, so daß die Fasermassen von  
Co^, Co eingeschnitten ist, umgriffen, so daß die Fasermassen von  
beiden Seiten in der dorsalen Mittellinie miteinander konfluieren. Die  
beiden Seiten in der dorsalen Mittellinie miteinander konfluieren. Die  
Wirkung dieses mächtigen Muskels, der einem M. transversus arc.  
Wirkung dieses mächtigen Muskels, der einem M. transversus arc.  
br, dorsalis entspricht, und dem gleichsam der ganze Laryngeal-
br, dorsalis entspricht, und dem gleichsam der ganze Laryngeal
 




Line 33,621: Line 29,810:


apparat von der ventralen Seite her aufgesetzt erscheint, ist offenbar  
apparat von der ventralen Seite her aufgesetzt erscheint, ist offenbar  
die eines Prelltuches, und zwar derart, daß das ganze Laryngotracheal-
die eines Prelltuches, und zwar derart, daß das ganze Laryngotrachealsystem temporär in ventraler Richtung gesenkt werden kann (vergl.  
system temporär in ventraler Richtung gesenkt werden kann (vergl.  
auch Fig. 7 Co und **). Wahrscheinlich geschieht dies im Interesse  
auch Fig. 7 Co und **). Wahrscheinlich geschieht dies im Interesse  
einer günstigeren Luftaufnahme (vergl. den Schlußpassus dieser Mit-
einer günstigeren Luftaufnahme (vergl. den Schlußpassus dieser Mitteilung).  
teilung).  


Schneidet man die ventrale Lungen wand unmittelbar am kaudalen  
Schneidet man die ventrale Lungen wand unmittelbar am kaudalen  
Glottisende quer, d. h. von rechts nach links, durch und trägt man  
Glottisende quer, d. h. von rechts nach links, durch und trägt man  
sie ab, so wird der Einblick auf die dorsale Wand vom Cavum pul-
sie ab, so wird der Einblick auf die dorsale Wand vom Cavum pulmonis aus frei. Man sieht nun, wie der Constrictor pharyngis sich  
monis aus frei. Man sieht nun, wie der Constrictor pharyngis sich  
auch auf die dorsale Lungenwand fortsetzt, und daß seine Fasern in  
auch auf die dorsale Lungenwand fortsetzt, und daß seine Fasern in  
der Cirkumferenz der Eingänge zu den oralwärts gerichteten Lungen-
der Cirkumferenz der Eingänge zu den oralwärts gerichteten Lungenblindsäcken (Fig. 6 BS) eine sphinkterartige Anordnung gewinnen.  
blindsäcken (Fig. 6 BS) eine sphinkterartige Anordnung gewinnen.  
Durch dieses Uebergreifen des Constrictors auf die dorsale Lungenwand wird es verständlich, wie der Muskel sich auch an der Schnürung,  
Durch dieses Uebergreifen des Constrictors auf die dorsale Lungen-
wand wird es verständlich, wie der Muskel sich auch an der Schnürung,  
resp. Verengerung des kaudalen Larynx- und vorderen Lungengebietes  
resp. Verengerung des kaudalen Larynx- und vorderen Lungengebietes  
seitens der auf Fig. 6 mit * und ** bezeichneten Partie des Diktators  
seitens der auf Fig. 6 mit * und ** bezeichneten Partie des Diktators  
Line 33,657: Line 29,841:


Protopterus und den Perennibranchiateii, d. h. um einen  
Protopterus und den Perennibranchiateii, d. h. um einen  
M. laryngeus dorsalis und ventralis, jedoch mit dem Unter-
M. laryngeus dorsalis und ventralis, jedoch mit dem Unterschied, daß der M. 1. dorsalis hier direkt durch den M. constrictor  
schied, daß der M. 1. dorsalis hier direkt durch den M. constrictor  
pharyngis, der M. 1. ventralis dagegen von dem genetisch auf ebendenselben zurückzuführenden Diktator gebildet wird. Gleichwohl aber ist, wie  
pharyngis, der M. 1. ventralis dagegen von dem genetisch auf ebenden-
selben zurückzuführenden Diktator gebildet wird. Gleichwohl aber ist, wie  
man ohne weiteres zugeben wird, eine prinzipielle Uebereinstimmung  
man ohne weiteres zugeben wird, eine prinzipielle Uebereinstimmung  
zwischen dem dorsalen Laryngealapparat von Lepidosteus und dem  
zwischen dem dorsalen Laryngealapparat von Lepidosteus und dem  
ventralen Larynx von Protopterus nicht zu verkennen, und die-
ventralen Larynx von Protopterus nicht zu verkennen, und dieselbe steigert sich noch, wenn man den Verlauf und die topographischen  
selbe steigert sich noch, wenn man den Verlauf und die topographischen  
Beziehungen des bronchialen Vagusgebietes bei Polypterus und  
Beziehungen des bronchialen Vagusgebietes bei Polypterus und  
den Perennibranchiaten einer — sowie bei Lepidosteus  
den Perennibranchiaten einer — sowie bei Lepidosteus  
und, wie ich gleich hinzufügen kann, bei A mia andererseits miteinander  
und, wie ich gleich hinzufügen kann, bei A mia andererseits miteinander  
vergleicht. Ich will jedoch hierauf an dieser Stelle nicht weiter ein-
vergleicht. Ich will jedoch hierauf an dieser Stelle nicht weiter eingehen und nur noch betonen, daß die starke, in gewissem Sinne segmentierte Muskulatur der Lungen wand bei Lepidosteus genau so,  
gehen und nur noch betonen, daß die starke, in gewissem Sinne seg-
mentierte Muskulatur der Lungen wand bei Lepidosteus genau so,  
wie ich dies bei Polypterus bereits ausgeführt habe, genetisch auf  
wie ich dies bei Polypterus bereits ausgeführt habe, genetisch auf  
den Constrictor pharyngis zurückzuführen ist, wie denn Schwimmblase  
den Constrictor pharyngis zurückzuführen ist, wie denn Schwimmblase  
und Lunge bekanntlich in gleicher Weise als pharyngeale Aus-
und Lunge bekanntlich in gleicher Weise als pharyngeale Aussackungen zu betrachten sind.  
sackungen zu betrachten sind.  


Wie nun der Kehlkopf der terrestrischen Tiere eigene, für  
Wie nun der Kehlkopf der terrestrischen Tiere eigene, für  
die Verengerung und Erweiterung der Stimmritze, bezw. für eine ver-
die Verengerung und Erweiterung der Stimmritze, bezw. für eine verschiedene Lauterzeugung bestimmte Muskeln besitzt und andererseits  
schiedene Lauterzeugung bestimmte Muskeln besitzt und andererseits  
dem Einfluß von Muskeln unterliegt, welche ihn als Ganzes mit der  
dem Einfluß von Muskeln unterliegt, welche ihn als Ganzes mit der  
Nachbarschaft in Verbindung setzen, d. h. ihn oral- und kaudalwärts  
Nachbarschaft in Verbindung setzen, d. h. ihn oral- und kaudalwärts  
Line 33,685: Line 29,862:
gelangt nämlich ein am Schädelgrund, in der Gegend der Ohrkapsel,  
gelangt nämlich ein am Schädelgrund, in der Gegend der Ohrkapsel,  
entspringender Muskel, der in das System der Mm. levator es arc.  
entspringender Muskel, der in das System der Mm. levator es arc.  
branch, int. post, gehört, auf die Dorsalseite des Infrapharyngo-
branch, int. post, gehört, auf die Dorsalseite des InfrapharyngoBranchiale 3, bezw. 3 und 4 (Fig. 6 Pro und Ph 5, 4). An letzterem  
Branchiale 3, bezw. 3 und 4 (Fig. 6 Pro und Ph 5, 4). An letzterem  
nimmt wiederum der ganze, in die mächtigen Stützelemente der Glottis  
nimmt wiederum der ganze, in die mächtigen Stützelemente der Glottis  
einstrahlende Dilatatorenkomplex seinen Ursprung, was zur Folge hat,  
einstrahlende Dilatatorenkomplex seinen Ursprung, was zur Folge hat,  
Line 33,705: Line 29,881:


entspringt er ungleich weiter kaudalwärts, näralich bis zum 7.-8. Wirbel  
entspringt er ungleich weiter kaudalwärts, näralich bis zum 7.-8. Wirbel  
hinunter; allein hier wie dort liegen prinzipiell die gleichen Verhält-
hinunter; allein hier wie dort liegen prinzipiell die gleichen Verhältnisse vor, und bei beiden Ganoiden begrenzen der linke und der  
nisse vor, und bei beiden Ganoiden begrenzen der linke und der  
rechte Muskel medianwärts die starke fibröse Scheide, in welcher die  
rechte Muskel medianwärts die starke fibröse Scheide, in welcher die  
Aorta ihren subvertebralen Lauf verfolgt.  
Aorta ihren subvertebralen Lauf verfolgt.  
Line 33,715: Line 29,890:


Was bei Lepidosteus durchgeführt ist, erscheint hier augebahnt  
Was bei Lepidosteus durchgeführt ist, erscheint hier augebahnt  
oder vielleicht bereits wieder modifiziert, so daß die betreffenden Ver-
oder vielleicht bereits wieder modifiziert, so daß die betreffenden Verhältnisse leicht aufeinander zurückzuführen sind.  
hältnisse leicht aufeinander zurückzuführen sind.  


Wie bei Lepidosteus, so entspringt auch bei A m i a vom  
Wie bei Lepidosteus, so entspringt auch bei A m i a vom  
kaudalen Rand und der dorsalen Fläche des entsprechenden Infra-
kaudalen Rand und der dorsalen Fläche des entsprechenden Infrapharyngo-Branchiale ein kräftiger, eine starke Sehnenplatte zwischen  
pharyngo-Branchiale ein kräftiger, eine starke Sehnenplatte zwischen  
sich fassender Dilatator der Glottis. Weiter lateral liegende Bündel  
sich fassender Dilatator der Glottis. Weiter lateral liegende Bündel  
strahlen in der pharyngealen Submucosa aus und erzeugen über dem  
strahlen in der pharyngealen Submucosa aus und erzeugen über dem  
Line 33,735: Line 29,908:


Die Stützelemente des Kehlkopfeinganges bestehen, wie bei  
Die Stützelemente des Kehlkopfeinganges bestehen, wie bei  
Lepidosteus, aus kernreichem Bindegewebe, enthalten aber hya-
Lepidosteus, aus kernreichem Bindegewebe, enthalten aber hyalinknorpelige Inseln eingesprengt.  
linknorpelige Inseln eingesprengt.  


Acipenser platy rhynchus und Skaphirhy n chus cata-
Acipenser platy rhynchus und Skaphirhy n chus cataphractus (Spatula ria).  
phractus (Spatula ria).  
Bei diesen beiden Knorpelganoiden erscheint bekanntlich der  
Bei diesen beiden Knorpelganoiden erscheint bekanntlich der  
schlitzartige Eingang zu der, dem Darmrohr fast unmittelbar, d. h. ohne  
schlitzartige Eingang zu der, dem Darmrohr fast unmittelbar, d. h. ohne  
Line 33,760: Line 29,931:


Bei Protopterus und zweifellos bei sämtlichen Doppelatmern i),  
Bei Protopterus und zweifellos bei sämtlichen Doppelatmern i),  
sowie bei Polypterus existiert im Bereich der Glottis ein Muskel-
sowie bei Polypterus existiert im Bereich der Glottis ein Muskelapparat, der in einen Verengerer und Erweiterer zerfällt. Die  
apparat, der in einen Verengerer und Erweiterer zerfällt. Die  
Ausbildung des Erweiterers steht bei Protopterus auf einer höheren  
Ausbildung des Erweiterers steht bei Protopterus auf einer höheren  
Stufe der Differenzierung, während bei Polypterus noch sehr  
Stufe der Differenzierung, während bei Polypterus noch sehr  
primitive Zustände herrschen. Hier wie dort aber lassen sich die be-
primitive Zustände herrschen. Hier wie dort aber lassen sich die betreffenden Muskeln auf die interbranchiale Muskulatur der hintersten  
treffenden Muskeln auf die interbranchiale Muskulatur der hintersten  
Kiemenbogen, bezw. auf einen M. dor so- und hyo-pharyugeus  
Kiemenbogen, bezw. auf einen M. dor so- und hyo-pharyugeus  
im Sinne der geschwänzten Amphibien zurückführen. Wie bei  
im Sinne der geschwänzten Amphibien zurückführen. Wie bei  
letzteren, so kann man auch schon bei Protopterus und Poly-
letzteren, so kann man auch schon bei Protopterus und Polypterus von einem M. laryngeus dorsalis und v e n t r a 1 i s reden,  
pterus von einem M. laryngeus dorsalis und v e n t r a 1 i s reden,  
kurz es liegen prinzipiell dieselben Verhältnisse vor, wie dies auch  
kurz es liegen prinzipiell dieselben Verhältnisse vor, wie dies auch  
insbesondere hinsichtlich der Innervation (Vagus) gilt.  
insbesondere hinsichtlich der Innervation (Vagus) gilt.  
Line 33,776: Line 29,944:
Bereich der Glottis zu finden, wurde nicht bestätigt, während sich  
Bereich der Glottis zu finden, wurde nicht bestätigt, während sich  
solche bei Protopterus trotz der Anwesenheit eines  
solche bei Protopterus trotz der Anwesenheit eines  
fünften Kiemenbogens in verhältnismäßig guter Aus-
fünften Kiemenbogens in verhältnismäßig guter Ausbildung nachweisen ließen. Die in die faserige Grundmasse  
bildung nachweisen ließen. Die in die faserige Grundmasse  
eingestreuten Knorpelkapseln liegen hier an vielen Stellen so dicht,  
eingestreuten Knorpelkapseln liegen hier an vielen Stellen so dicht,  
daß die Zwischenmasse oft ganz verschwindet und fast der Eindruck  
daß die Zwischenmasse oft ganz verschwindet und fast der Eindruck  
Line 33,783: Line 29,950:


In der breiten fibrösen Raphe des Constrictors, bezw. des Diktators  
In der breiten fibrösen Raphe des Constrictors, bezw. des Diktators  
von Polypterus ist das Homologon des zungenförmigen Faser-
von Polypterus ist das Homologon des zungenförmigen Faserknorpels von Protopterus zu erblicken. Beide Bildungen sind  
knorpels von Protopterus zu erblicken. Beide Bildungen sind  
Produkte des Muskelzuges, und letzterer ist hier, unter Ausschluß  
Produkte des Muskelzuges, und letzterer ist hier, unter Ausschluß  
branchialer Skelettelemente, alsdas wichtigste Kausal-
branchialer Skelettelemente, alsdas wichtigste Kausalmoment für die Genese eines laryngealen Stützapparates zu betrachten.  
moment für die Genese eines laryngealen Stützappa-
rates zu betrachten.  


Der dorsal liegende Kehlkopf von Lepidosteus und Amia ist,  
Der dorsal liegende Kehlkopf von Lepidosteus und Amia ist,  
Line 33,796: Line 29,960:
wie dort handelt es sich gegen das pharyngeale Lumen zu um  
wie dort handelt es sich gegen das pharyngeale Lumen zu um  
eine Differenzierung des interarkualen Muskelsystems, d. h. des  
eine Differenzierung des interarkualen Muskelsystems, d. h. des  
primitiven Constrictor pharyngis zu einem wohlausgebildeten Dila-
primitiven Constrictor pharyngis zu einem wohlausgebildeten Dilatator glottidis. Der Mutterboden und das Inner vationsgebiet hierfür sind ja ventral wie dorsal dieselben,  
tator glottidis. Der Mutterboden und das Inner vations-
gebiet hierfür sind ja ventral wie dorsal dieselben,  


1) Mitteilungen über Lepidosiren paradoxa und Ceratodus  
1) Mitteilungen über Lepidosiren paradoxa und Ceratodus  
Line 33,809: Line 29,971:
534  
534  


und man begreift, wie die Natur es fertig bringen konnte, in Anpas-
und man begreift, wie die Natur es fertig bringen konnte, in Anpassung an bestimmte physiologische Bedingungen, zweimal, an zwei  
sung an bestimmte physiologische Bedingungen, zweimal, an zwei  
verschiedenen Stellen denselben komplizierten Apparat hervorzubringen. Von diesem Gesichtspunkte aus erscheint  
verschiedenen Stellen denselben komplizierten Appa-
die von Boas und anderen geäußerte Hypothese hinsichtlich der phylogenetischen Wanderung des dorsalen Kehlkopfes nach der ventralen  
rat hervorzubringen. Von diesem Gesichtspunkte aus erscheint  
die von Boas und anderen geäußerte Hypothese hinsichtlich der phylo-
genetischen Wanderung des dorsalen Kehlkopfes nach der ventralen  
Seite nicht mehr als zwingende Notwendigkeit, ein Punkt, auf den ich.  
Seite nicht mehr als zwingende Notwendigkeit, ein Punkt, auf den ich.  
übrigens in der ausführlicheren Schilderung später noch einmal zurück-
übrigens in der ausführlicheren Schilderung später noch einmal zurückzukommen gedenke.  
zukommen gedenke.  


Die üebereinstimmung zwischen dem ventralen und dorsalen  
Die üebereinstimmung zwischen dem ventralen und dorsalen  
Line 33,828: Line 29,986:


Wenn nun auch zuzugeben ist, daß es in dem hochdift'erenzierten  
Wenn nun auch zuzugeben ist, daß es in dem hochdift'erenzierten  
Laryngealapparat der Knochenganoiden , so wenigstens bei Lepi-
Laryngealapparat der Knochenganoiden , so wenigstens bei Lepid s t e u s , nicht zur Entwickelung eines hyalinknorpeligen Stützskelettes und ebensowenig von Stimmbändern kommt, so ist doch eine  
d s t e u s , nicht zur Entwickelung eines hyalinknorpeligen Stütz-
skelettes und ebensowenig von Stimmbändern kommt, so ist doch eine  
Forderung nicht von der Hand zu weisen, nämlich die, daß man  
Forderung nicht von der Hand zu weisen, nämlich die, daß man  
künftighin in der Wirbeltier reihe mit der Existenz von  
künftighin in der Wirbeltier reihe mit der Existenz von  
Line 33,844: Line 30,000:


Was die F unktion des Lary n X dorsalis anbelangt, so beruht  
Was die F unktion des Lary n X dorsalis anbelangt, so beruht  
sie wohl vor allem darin, die Schwimmblase unter gewissen Verhält-
sie wohl vor allem darin, die Schwimmblase unter gewissen Verhältnissen gegen das äußere Medium abzuschließen, und dabei ist wohl  
nissen gegen das äußere Medium abzuschließen, und dabei ist wohl  
zu beachten, daß, wie zahlreiche Experimente gezeigt haben, die  
zu beachten, daß, wie zahlreiche Experimente gezeigt haben, die  
Schwimmblase von Lepidosteus und von Ami a als Lunge, als  
Schwimmblase von Lepidosteus und von Ami a als Lunge, als  
Line 33,852: Line 30,007:
strömende arterielle Blut wird durch die häufig per os aufgenommene  
strömende arterielle Blut wird durch die häufig per os aufgenommene  
atmosphärische Luft noch weiter oxydiert. Daß es aber gerade unter  
atmosphärische Luft noch weiter oxydiert. Daß es aber gerade unter  
so eigenartigen, für die Fische exceptionellen physiologischen Ver-
so eigenartigen, für die Fische exceptionellen physiologischen Verhältnissen am Eingang zur Atmungshöhle zur Anlage eines hoch
hältnissen am Eingang zur Atmungshöhle zur Anlage eines hoch-
 




Line 33,862: Line 30,015:
muß tief in den Lebensgewohnheiten des Tieres begründet sein.  
muß tief in den Lebensgewohnheiten des Tieres begründet sein.  


Auf diese biologischen Fragen werde ich an anderer Stelle aus-
Auf diese biologischen Fragen werde ich an anderer Stelle ausführlicher einzugehen Gelegenheit haben.  
führlicher einzugehen Gelegenheit haben.  


Freiburg i. Br., 24. Dezember 1902.  
Freiburg i. Br., 24. Dezember 1902.  
Line 33,873: Line 30,025:




Handbuch der pathologischen Anatomie des Nerven-
Handbuch der pathologischen Anatomie des Nervensystems. In Verbindung mit (zahlreichen Forschern) herausgegeben  
systems. In Verbindung mit (zahlreichen Forschern) herausgegeben  
von E. Flatau, L. Jacobsohn, L. Minor. I. Abt. (Bogen 1 — 20).  
von E. Flatau, L. Jacobsohn, L. Minor. I. Abt. (Bogen 1 — 20).  
Berlin, Verlag v. S. Karger, 1903. 320 pp. 2 Taf., 18 Fig. im Text.  
Berlin, Verlag v. S. Karger, 1903. 320 pp. 2 Taf., 18 Fig. im Text.  
Line 33,881: Line 30,032:
Hier soll zum ersten Male die pathologische Anatomie des gesamten  
Hier soll zum ersten Male die pathologische Anatomie des gesamten  
Nervensystems in Form eines Handbuchs (3 — 4 Abteilungen von je etwa  
Nervensystems in Form eines Handbuchs (3 — 4 Abteilungen von je etwa  
20 Bogen) in quantitativ und qualitativ hervorragender Weise darge-
20 Bogen) in quantitativ und qualitativ hervorragender Weise dargestellt werden.  
stellt werden.  


Meist sind die einzelnen Kapitel von denjenigen Autoren verfaßt,  
Meist sind die einzelnen Kapitel von denjenigen Autoren verfaßt,  
welche unsere Kenntnisse hier erweitert und vertieft haben. Außer  
welche unsere Kenntnisse hier erweitert und vertieft haben. Außer  
Deutschland und Oesterreich sind so vertreten: Frankreich, Rußland,  
Deutschland und Oesterreich sind so vertreten: Frankreich, Rußland,  
Belgien, Italien, Schweden durch Ballet, von Bechterew, Darksche-
Belgien, Italien, Schweden durch Ballet, von Bechterew, DarkschewiTSCH, Van Gehuchtbn, Hom^n, Lugaro, Petrin, Raymond, Rossolimo.  
wiTSCH, Van Gehuchtbn, Hom^n, Lugaro, Petrin, Raymond, Rossolimo.  
Die Sprache ist, wenigstens in der ersten Lieferung, durchweg deutsch.  
Die Sprache ist, wenigstens in der ersten Lieferung, durchweg deutsch.  
Das Inhaltsverzeichnis kündigt an: I. Untersuchungsmethoden. IL All-
Das Inhaltsverzeichnis kündigt an: I. Untersuchungsmethoden. IL Allgemeiner Teil. III. Spezieller Teil (pathologische Anatomie des Gehirns,  
gemeiner Teil. III. Spezieller Teil (pathologische Anatomie des Gehirns,  
des Rückenmarks, der peripheren Nerven, der Muskeln, der sog. Neurosen, der Haut, Knochen, Gelenke und Drüsen bei Nervenkrankheiten,  
des Rückenmarks, der peripheren Nerven, der Muskeln, der sog. Neu-
rosen, der Haut, Knochen, Gelenke und Drüsen bei Nervenkrankheiten,  
— ferner pathologische Anatomie bei Geisteskrankheiten). — Die erste  
— ferner pathologische Anatomie bei Geisteskrankheiten). — Die erste  
Lieferung enthält den L, IL und Anfang des III. Teiles, im einzelnen :  
Lieferung enthält den L, IL und Anfang des III. Teiles, im einzelnen :  
Untersuchungsmethoden, anatomische Veränderungen des Nervensystems  
Untersuchungsmethoden, anatomische Veränderungen des Nervensystems  
nichtpathologischer Art, — pathologische Anatomie der Nervenzellen,  
nichtpathologischer Art, — pathologische Anatomie der Nervenzellen,  
-fasern, der Neuroglia und der Gefäße, schließlich krankhafte Verände-
-fasern, der Neuroglia und der Gefäße, schließlich krankhafte Veränderungen der knöchernen Kapsel und der Hüllen des Gehirns. — Da ein  
rungen der knöchernen Kapsel und der Hüllen des Gehirns. — Da ein  
großer Teil des Inhaltes sich direkt auf die normale Histologie des  
großer Teil des Inhaltes sich direkt auf die normale Histologie des  
Nervensystems bezieht, soll an dieser Stelle ganz besonders auf folgende  
Nervensystems bezieht, soll an dieser Stelle ganz besonders auf folgende  
Line 33,905: Line 30,051:
zur Untersuchung der histologischen Veränderungen des Nervensystems,  
zur Untersuchung der histologischen Veränderungen des Nervensystems,  
von L. Jacobsohn; von demselben: Anatomische Veränderungen des  
von L. Jacobsohn; von demselben: Anatomische Veränderungen des  
Nervensystems nichtpathologischer Natur (intravital und postmortal ein-
Nervensystems nichtpathologischer Natur (intravital und postmortal eintretende); Pathologische Anatomie der Nervenzellen von Van Gehuckten;  
tretende); Pathologische Anatomie der Nervenzellen von Van Gehuckten;  
Allgemeine pathologische Anatomie der Nervenfasern, von E. Lugaro.  
Allgemeine pathologische Anatomie der Nervenfasern, von E. Lugaro.  
Wie bei solchen Sammelwerken unausbleiblich, ist die Behandlung  
Wie bei solchen Sammelwerken unausbleiblich, ist die Behandlung  
des Gegenstandes in den verschiedenen Kapiteln nicht gleichartig. —  
des Gegenstandes in den verschiedenen Kapiteln nicht gleichartig. —  
indessen dürfte z. B. gerade die unverhältnismäßig lange und mit Ab-
indessen dürfte z. B. gerade die unverhältnismäßig lange und mit Abbildungen reichlich ausgestattete, normal-histologische Einleitung zur pathologischen Anatomie der Nervenzellen von Van Gehuckten vielen  
bildungen reichlich ausgestattete, normal-histologische Einleitung zur pa-
thologischen Anatomie der Nervenzellen von Van Gehuckten vielen  
Lesern sehr erwünscht sein.  
Lesern sehr erwünscht sein.  


Line 33,950: Line 30,093:




Die Sitzungen finden im Anatom. Institute (hinter dem Friedrichs-
Die Sitzungen finden im Anatom. Institute (hinter dem Friedrichsbau, Hauptstr. 47/51 oder Brunnengasse 1) statt.  
bau, Hauptstr. 47/51 oder Brunnengasse 1) statt.  


Tafeln und Präparate sind an Herrn Prof. E. Göppert, Anat.  
Tafeln und Präparate sind an Herrn Prof. E. Göppert, Anat.  
Anst. (Privatwohnung Buusenstr. 3) zu senden. Wegen der Mikro-
Anst. (Privatwohnung Buusenstr. 3) zu senden. Wegen der Mikroskope und Projektionen wolle man sich an Herrn Prof. H. Braus,  
skope und Projektionen wolle man sich an Herrn Prof. H. Braus,  
Anat. Anst. (Privatwohnung Bismarckstr. 19) wenden.  
Anat. Anst. (Privatwohnung Bismarckstr. 19) wenden.  


Line 33,965: Line 30,106:
Grand Hotel (Rohrbacher Str. 11 — i^'/gi l^)i Schrieder (Rohrbacher  
Grand Hotel (Rohrbacher Str. 11 — i^'/gi l^)i Schrieder (Rohrbacher  
Str. 10 — 2'/2; 10), Victoria (Leopoldstr. 6 — 4'/,; 8), Prinz Karl  
Str. 10 — 2'/2; 10), Victoria (Leopoldstr. 6 — 4'/,; 8), Prinz Karl  
(Hauptstr. 206 — 21; 13). — Einfacher: Darmstädter Hof (Sophien-
(Hauptstr. 206 — 21; 13). — Einfacher: Darmstädter Hof (Sophienstr. 9 — 5; 5), Pension Lang (Rohrbacher Str. 13/15 — 3; 11), Ritter  
str. 9 — 5; 5), Pension Lang (Rohrbacher Str. 13/15 — 3; 11), Ritter  
(Hauptstr. 178 — 19; 11), Bayrischer Hof (Rohrbacher Str. 1 — 2V2 ; 7),  
(Hauptstr. 178 — 19; 11), Bayrischer Hof (Rohrbacher Str. 1 — 2V2 ; 7),  
Reichspost (Rohrbacher Str. 2 — 2V2; ^) Wiener Hof (Hauptstr. 11  
Reichspost (Rohrbacher Str. 2 — 2V2; ^) Wiener Hof (Hauptstr. 11  
Line 34,016: Line 30,156:
XXII. Band. -^ 28. Feb raar 1903. ^ No. 25.  
XXII. Band. -^ 28. Feb raar 1903. ^ No. 25.  


Inhalt. Aufsätze. P. K. Studnicka, Schematische Darstellungen zur Ent-
Inhalt. Aufsätze. P. K. Studnicka, Schematische Darstellungen zur Entwickelungsgeschichte einiger Gewebe. Mit 2 Tafeln und 2 Abbildungen im Text,  
wickelungsgeschichte einiger Gewebe. Mit 2 Tafeln und 2 Abbildungen im Text,  
p. 537 — 556. — Livio Vincenzi, Sulla mancauza di cellule monopolari nel midollo  
p. 537 — 556. — Livio Vincenzi, Sulla mancauza di cellule monopolari nel midollo  
allungato. Con 8 figure, p. 557—567. — Livio Vincenzi, Sulla presenza di fibre  
allungato. Con 8 figure, p. 557—567. — Livio Vincenzi, Sulla presenza di fibre  
Line 34,046: Line 30,185:


Auf den die vorliegende Arbeit begleitenden Tafeln haben wir den  
Auf den die vorliegende Arbeit begleitenden Tafeln haben wir den  
Versuch gemacht, die Entwickelung einiger Gewebe des W'irbeltier-
Versuch gemacht, die Entwickelung einiger Gewebe des W'irbeltierkörpers: des Epithelgewebes resp. des mit diesem in seiner Struktur  
körpers: des Epithelgewebes resp. des mit diesem in seiner Struktur  
fast übereinstimmenden sog. „epidermoiden" Chordagewebes, des hyalinen Knorpelgewebes und des fibrillären Bindegewebes auf schematische  
fast übereinstimmenden sog. „epidermoiden" Chordagewebes, des hya-
linen Knorpelgewebes und des fibrillären Bindegewebes auf schematische  


Auat. Anz. XXII. Aufsätze. 35  
Auat. Anz. XXII. Aufsätze. 35  
Line 34,064: Line 30,201:
Sachen dar, sonst stützen sie sich auf die Ergebnisse unserer eigenen  
Sachen dar, sonst stützen sie sich auf die Ergebnisse unserer eigenen  
Untersuchungen im Gebiete der Histologie und Histogenese der oben  
Untersuchungen im Gebiete der Histologie und Histogenese der oben  
genannten Gewebsarten. Sie sind, wie man auf den ersten Blick er-
genannten Gewebsarten. Sie sind, wie man auf den ersten Blick erkennt, ganz schematisch gehalten. Wie ein jedes derartige Schema  
kennt, ganz schematisch gehalten. Wie ein jedes derartige Schema  
sind sicher auch unsere Figuren nicht von jeder Einseitigkeit frei. Wir  
sind sicher auch unsere Figuren nicht von jeder Einseitigkeit frei. Wir  
sind uns jedoch der Vervollkommnungsfähigkeit derselben vollkommen  
sind uns jedoch der Vervollkommnungsfähigkeit derselben vollkommen  
Line 34,080: Line 30,216:
Differenzierungen der verschiedenen oben genannten Gewebsarten.  
Differenzierungen der verschiedenen oben genannten Gewebsarten.  


Die Abbildungen sind bei der vorliegenden Abhandlung das Wich-
Die Abbildungen sind bei der vorliegenden Abhandlung das Wichtigste. Der Text hat nicht viel mehr als die Bedeutung einer jedenfalls etwas ausführlicheren Tafelerklärung; die Abbildungen sollen  
tigste. Der Text hat nicht viel mehr als die Bedeutung einer jeden-
falls etwas ausführlicheren Tafelerklärung; die Abbildungen sollen  
sonst für sich selbst sprechen. Belege zu den Einzelheiten führen  
sonst für sich selbst sprechen. Belege zu den Einzelheiten führen  
wir, die wichtigsten Litteraturangaben ausgenommen, nicht an. Wir  
wir, die wichtigsten Litteraturangaben ausgenommen, nicht an. Wir  
Line 34,088: Line 30,222:
der alle die Sachen, um die es sich in den Abbildungen handelt, auf  
der alle die Sachen, um die es sich in den Abbildungen handelt, auf  
Grundlage eigener Untersuchungen eine nähere Besprechung finden  
Grundlage eigener Untersuchungen eine nähere Besprechung finden  
werden. Die vorliegende Verötientlichung soll eigentlich nur eine Er-
werden. Die vorliegende Verötientlichung soll eigentlich nur eine Ergänzung jener größeren Arbeit, die sich derzeit, während wir dies  
gänzung jener größeren Arbeit, die sich derzeit, während wir dies  
schreiben, im Drucke befindet 2), vorstellen.  
schreiben, im Drucke befindet 2), vorstellen.  


Line 34,099: Line 30,232:
hingewiesen wurde.  
hingewiesen wurde.  


2) Wird unter dem Titel „Histologische und histogenetische Unter-
2) Wird unter dem Titel „Histologische und histogenetische Untersuchungen" in Merkel und Bonnets „Anatomischen Heften", Bd. 21,  
suchungen" in Merkel und Bonnets „Anatomischen Heften", Bd. 21,  
erscheinen.  
erscheinen.  


Line 34,106: Line 30,238:
1 bis 3 (Taf. IX, X), die daselbst abgebildeten Zellenreihen mit Nummern  
1 bis 3 (Taf. IX, X), die daselbst abgebildeten Zellenreihen mit Nummern  
versehen, und zwar in den Fig. 1 und 2 die horizontalen mit römischen,  
versehen, und zwar in den Fig. 1 und 2 die horizontalen mit römischen,  
die vertikalen mit arabischen; nur in der Figur 3 geschah dies umge-
die vertikalen mit arabischen; nur in der Figur 3 geschah dies umgekehrt.  
kehrt.  




Line 34,113: Line 30,244:
539  
539  


(lie Entwickelung eines gewöhnlichen , aus Stachelzellen zusammen-
(lie Entwickelung eines gewöhnlichen , aus Stachelzellen zusammengesetzten Epithelgewebes dar, eines solchen etwa, wie man ihm z. B,  
gesetzten Epithelgewebes dar, eines solchen etwa, wie man ihm z. B,  
in der Epidermis der Wirbeltiere begegnen kann. In den Reihen 16  
in der Epidermis der Wirbeltiere begegnen kann. In den Reihen 16  
bis 18 wird die Umbildung des Stachelzellengewebes in ein solches  
bis 18 wird die Umbildung des Stachelzellengewebes in ein solches  
Line 34,132: Line 30,262:


1) (Reihe 1, 2.) Schematisch dargestellte Zellen eines Keimblattes,  
1) (Reihe 1, 2.) Schematisch dargestellte Zellen eines Keimblattes,  
aus denen sich später das Gewebe (Epidermis oder Chordagewebe) ent-
aus denen sich später das Gewebe (Epidermis oder Chordagewebe) entwickeln soll. Zwischen den Zellen haben wir da die Intercellularlücken  
wickeln soll. Zwischen den Zellen haben wir da die Intercellularlücken  
und Brücken eingezeichnet, wie solche in einigen Eällen nachgewiesen  
und Brücken eingezeichnet, wie solche in einigen Eällen nachgewiesen  
wurden 2). Statt aus einem in Zellen diö'erenzierteu Keimblatte kann  
wurden 2). Statt aus einem in Zellen diö'erenzierteu Keimblatte kann  
Line 34,139: Line 30,268:
syucytialeu entwickeln !  
syucytialeu entwickeln !  


2) (Reihe 3.) Embryonales Epithelgewebe, dessen Zellen gegen-
2) (Reihe 3.) Embryonales Epithelgewebe, dessen Zellen gegeneinander mittelst einfacher Scheidewände, die den Wert von intercellularen Protoplasmaverdichtungen haben, abgegrenzt sind. Ein Zustand, der sich im Epithelgewebe auch lebenslang erhalten kann.  
einander mittelst einfacher Scheidewände, die den Wert von inter-
cellularen Protoplasmaverdichtungen haben, abgegrenzt sind. Ein Zu-
stand, der sich im Epithelgewebe auch lebenslang erhalten kann.  


3) (Reihe 5 — I, II und III zum Teil.) Die früher einfachen inter-
3) (Reihe 5 — I, II und III zum Teil.) Die früher einfachen intercellularen Scheidewände spalten sich in zwei, den einzelnen Zellen von  
cellularen Scheidewände spalten sich in zwei, den einzelnen Zellen von  
jetzt an zugehörende Spezialmembranen (Exoplasmen 3), oder wie man  
jetzt an zugehörende Spezialmembranen (Exoplasmen 3), oder wie man  
sie, solange sie noch dünn sind, benennen kann : Zellmembranen). Die  
sie, solange sie noch dünn sind, benennen kann : Zellmembranen). Die  
Line 34,151: Line 30,276:




1) Hauptsächlich gilt dies von den Verhältnissen an den Zell-
1) Hauptsächlich gilt dies von den Verhältnissen an den Zellgrenzen, die für uns hier ohnehin wichtiger sind als die des Zelleninneren.  
grenzen, die für uns hier ohnehin wichtiger sind als die des Zellen-
inneren.  


2) V^ir meinen da die Befunde von Hammak und Klaatsch. Der  
2) V^ir meinen da die Befunde von Hammak und Klaatsch. Der  
letztere (Sitzungsber. d. K. Preuß. Akad., Jahrg. 1898) fand bei Am-
letztere (Sitzungsber. d. K. Preuß. Akad., Jahrg. 1898) fand bei Amphioxus die erwähnten Intercellularstrukturen bis zum Gastrulastadium.  
phioxus die erwähnten Intercellularstrukturen bis zum Gastrulastadium.  
Es ist nicht ausgeschlossen, daß sie sich noch länger erhalten können.  
Es ist nicht ausgeschlossen, daß sie sich noch länger erhalten können.  
Die Intercellularstrukturen der bleibenden Gewebe müssen von ihnen,  
Die Intercellularstrukturen der bleibenden Gewebe müssen von ihnen,  
Line 34,173: Line 30,295:


Spaltung ist durch das Auftreten einer Schicht von kleinen , mit  
Spaltung ist durch das Auftreten einer Schicht von kleinen , mit  
Flüssigkeit (Intercellularflüssigkeit) gefüllten Vakuolen an den Zell-
Flüssigkeit (Intercellularflüssigkeit) gefüllten Vakuolen an den Zellgrenzen, also im Innern der Scheidewände, bedingt. Die intervakuolären Substanzpartien, mittelst welcher die Exoplasmaschichten untereinander zusammenhängen, stellen uns später, nachdem die Vakuolen  
grenzen, also im Innern der Scheidewände, bedingt. Die intervakuo-
lären Substanzpartien, mittelst welcher die Exoplasmaschichten unter-
einander zusammenhängen, stellen uns später, nachdem die Vakuolen  
etwas größer geworden sind, ein intercellulares Lamellenwerk dar.  
etwas größer geworden sind, ein intercellulares Lamellenwerk dar.  
Auf Querschnitten durch die Zellgrenzen haben solche Substanzpartien  
Auf Querschnitten durch die Zellgrenzen haben solche Substanzpartien  
das Aussehen von Intercellularbrücken. Wirkliche Brücken entwickeln  
das Aussehen von Intercellularbrücken. Wirkliche Brücken entwickeln  
sich erst später aus ihnen, und zwar dadurch, daß die einzelnen Va-
sich erst später aus ihnen, und zwar dadurch, daß die einzelnen Vakuolen miteinander zu zusammenhängenden spaltenartigen Intercellularlücken verschmelzen ^). In der Abbildung konnten aus technischen  
kuolen miteinander zu zusammenhängenden spaltenartigen Intercellular-
lücken verschmelzen ^). In der Abbildung konnten aus technischen  
Rücksichten die eben besprochenen Verhältnisse nicht zur Darstellung  
Rücksichten die eben besprochenen Verhältnisse nicht zur Darstellung  
kommen.  
kommen.  
Line 34,191: Line 30,308:
vollkommen nackt ist. Ein solches Verhalten kann man sich am besten  
vollkommen nackt ist. Ein solches Verhalten kann man sich am besten  
durch das Verschwinden der früher da bestandenen, zeiltrennenden  
durch das Verschwinden der früher da bestandenen, zeiltrennenden  
Verdichtungsschichten bei dem Entstehen der denselben Dienst ver-
Verdichtungsschichten bei dem Entstehen der denselben Dienst versorgenden Vakuolen erklären. Für das Chordagewebe, an dem diese  
sorgenden Vakuolen erklären. Für das Chordagewebe, an dem diese  
Beobachtungen gemacht wurden, ist es wenigstens ausgeschlossen, daß  
Beobachtungen gemacht wurden, ist es wenigstens ausgeschlossen, daß  
sich diese Verhältnisse durch einen ehemaligen syncytialen Zustand  
sich diese Verhältnisse durch einen ehemaligen syncytialen Zustand  
Line 34,198: Line 30,314:


5) (Reihe 6, 7 unten.) Auf der ursprünglich nackten Oberfläche  
5) (Reihe 6, 7 unten.) Auf der ursprünglich nackten Oberfläche  
solcher Zellen bilden sich durch einen Verdichtungsprozeß dünne Exo-
solcher Zellen bilden sich durch einen Verdichtungsprozeß dünne Exoplasmaschichten, die vollkommen denen entsprechen, die sich in anderen  
plasmaschichten, die vollkommen denen entsprechen, die sich in anderen  
Fällen durch Spaltung einer einfachen Scheidewand gebildet haben.  
Fällen durch Spaltung einer einfachen Scheidewand gebildet haben.  


Line 34,211: Line 30,326:


1) Von F. E. Schulze zuerst an der Epidermis der Amphibien  
1) Von F. E. Schulze zuerst an der Epidermis der Amphibien  
(Sitzb. d. Akad. Berlin, 1896) nachgewiesen, von uns selbst im Chorda-
(Sitzb. d. Akad. Berlin, 1896) nachgewiesen, von uns selbst im Chordagewebe beobachtet. Im Chordagewebe erhalten sich übrigens in der  
gewebe beobachtet. Im Chordagewebe erhalten sich übrigens in der  
Mehrzahl der Fälle die Vakuolenschichten lebenslang, während im Epithelgewebe so etwas zu Ausnahmen gehört. (Vergl. unsere Abh. „Ueber d.  
Mehrzahl der Fälle die Vakuolenschichten lebenslang, während im Epithel-
gewebe so etwas zu Ausnahmen gehört. (Vergl. unsere Abh. „Ueber d.  
Epithel aus der Mundhöhle von Chimaera", Bibliogr. anatom., 1902.)  
Epithel aus der Mundhöhle von Chimaera", Bibliogr. anatom., 1902.)  
Man sieht, daß die Intercellularbrücken nicht deshalb entstehen, damit  
Man sieht, daß die Intercellularbrücken nicht deshalb entstehen, damit  
die Zellen besser miteinander sich verbinden, sondern daß sie gerade  
die Zellen besser miteinander sich verbinden, sondern daß sie gerade  
im Gegenteil dazu als natürliche Folge der Trennung der Zellen auf-
im Gegenteil dazu als natürliche Folge der Trennung der Zellen aufzufassen sind.  
zufassen sind.  




Line 34,229: Line 30,341:
Innern der Zelle eine möglichst kugelförmige Gestalt anzunehmen.  
Innern der Zelle eine möglichst kugelförmige Gestalt anzunehmen.  
Eine Folge dessen ist, daß das Exoplasma auf der Oberfläche der  
Eine Folge dessen ist, daß das Exoplasma auf der Oberfläche der  
Zellen nicht eine gleichmäßig dicke Schicht bildet, sondern stellen-
Zellen nicht eine gleichmäßig dicke Schicht bildet, sondern stellenweise dicker, anderswo wieder dünner ist; die Fortsätze der Zellen  
weise dicker, anderswo wieder dünner ist; die Fortsätze der Zellen  
(in der Abbildung sind solche nicht eingezeichnet worden) wandeln  
(in der Abbildung sind solche nicht eingezeichnet worden) wandeln  
sich immer ganz in Exoplasma um.  
sich immer ganz in Exoplasma um.  


7) (Reihe 9 bis 14 in der oberen Hälfte der Abbildung.) Hier  
7) (Reihe 9 bis 14 in der oberen Hälfte der Abbildung.) Hier  
haben wir einige der wichtigsten Erscheinungen, die mau am Endo-
haben wir einige der wichtigsten Erscheinungen, die mau am Endoplasma der Zellen beobachten kann, gezeichnet. Es verdient da erstens  
plasma der Zellen beobachten kann, gezeichnet. Es verdient da erstens  
das Bilden von Vakuolen (Reihe 9 bis 11), das für das Chordagewebe  
das Bilden von Vakuolen (Reihe 9 bis 11), das für das Chordagewebe  
im allgemeinen charakteristisch ist, indem hier (in dem normalen Typus  
im allgemeinen charakteristisch ist, indem hier (in dem normalen Typus  
desselben) die Vakuolen den ganzen übrigen Inhalt der Zelle zur  
desselben) die Vakuolen den ganzen übrigen Inhalt der Zelle zur  
Seite drängen 1), und weiter (in den Reihen 12, 13 und 15 — I, II)  
Seite drängen 1), und weiter (in den Reihen 12, 13 und 15 — I, II)  
die von uns im epidermoiden Chordagewebe einiger Teleostier be-
die von uns im epidermoiden Chordagewebe einiger Teleostier beobachtete Bildung von besonderen „Endoplasmazellen" im Innern der  
obachtete Bildung von besonderen „Endoplasmazellen" im Innern der  
„Gesamtzellen" erwähnt zu werden. Das Endoplasma, das sonst auch in  
„Gesamtzellen" erwähnt zu werden. Das Endoplasma, das sonst auch in  
stark vakuolisierten Zellen überall mit Exoplasma im Zusammenhange  
stark vakuolisierten Zellen überall mit Exoplasma im Zusammenhange  
Line 34,256: Line 30,365:
die keine andere Bedeutung haben , als daß es sich da um Grenzen  
die keine andere Bedeutung haben , als daß es sich da um Grenzen  
zwischen den einzelnen, beim Zuwachs des Exoplasmas aufeinander  
zwischen den einzelnen, beim Zuwachs des Exoplasmas aufeinander  
sich auflagernden Schichten handelt. Das Wachstum des Exo-
sich auflagernden Schichten handelt. Das Wachstum des Exoplasmas geschieht doch hauptsächlich durch Apposition neuer und  
plasmas geschieht doch hauptsächlich durch Apposition neuer und  
neuer Schichten von Seiten des Endoplasmas ^). Man sieht solche  
neuer Schichten von Seiten des Endoplasmas ^). Man sieht solche  
dichtere und stark sich färbende Schichten zum Beispiel auf der äußeren  
dichtere und stark sich färbende Schichten zum Beispiel auf der äußeren  
Line 34,284: Line 30,392:
daß es sich da um die allerletzt abgeschiedenen Partien des Exoplasmas  
daß es sich da um die allerletzt abgeschiedenen Partien des Exoplasmas  
handelt (Reihe 15 — II). In diesem letzteren Falle erinnern solche  
handelt (Reihe 15 — II). In diesem letzteren Falle erinnern solche  
Verdichtungszonen auft'allend an die Knorpelkapseln des grundsubstanz-
Verdichtungszonen auft'allend an die Knorpelkapseln des grundsubstanzreichen Knorpelgewebes. Sie können, ebenso wie das bei den Knorpelkapseln der Fall zu sein pflegt, in der Mehrzahl auftreten. Alle diese  
reichen Knorpelgewebes. Sie können, ebenso wie das bei den Knorpel-
kapseln der Fall zu sein pflegt, in der Mehrzahl auftreten. Alle diese  
Angaben über Kapselbildungen im Exoplasma haben ausschließlich für  
Angaben über Kapselbildungen im Exoplasma haben ausschließlich für  
das epidermoide Chordagewebe einiger Teleostier ihre Geltung i). Im  
das epidermoide Chordagewebe einiger Teleostier ihre Geltung i). Im  
Line 34,299: Line 30,405:
Erscheinung begegnen wir nur im Epithelgewebe (modifiziertes  
Erscheinung begegnen wir nur im Epithelgewebe (modifiziertes  
Epithelgewebe, Epithelien mit netzförmig verbundenen Zellen); im  
Epithelgewebe, Epithelien mit netzförmig verbundenen Zellen); im  
Chordagewebe hat man eine ähnliche Erscheinung bisher nicht beob-
Chordagewebe hat man eine ähnliche Erscheinung bisher nicht beobachtet. Die Reihen 15, 16, 17, 18 unserer Abbildung stellen den einfacheren und verbreiteteren der beiden Bildungsmodi^) dieses Gewebetypus dar: In der Reihe 15 — II sind die Intercellularlücken nur schwach  
achtet. Die Reihen 15, 16, 17, 18 unserer Abbildung stellen den ein-
erweitert, viel stärker in der 17. und 18. Die laug ausgedehnten Intercellularbrücken verschmelzen am Ende des Prozesses miteinander zusammen und bilden sich zu einfachen, die Zellen mit einander verbindenden Strängen, die man als Fortsätze der einzelnen Zellkörper  
facheren und verbreiteteren der beiden Bildungsmodi^) dieses Gewebe-
typus dar: In der Reihe 15 — II sind die Intercellularlücken nur schwach  
erweitert, viel stärker in der 17. und 18. Die laug ausgedehnten Inter-
cellularbrücken verschmelzen am Ende des Prozesses miteinander zu-
sammen und bilden sich zu einfachen, die Zellen mit einander ver-
bindenden Strängen, die man als Fortsätze der einzelnen Zellkörper  
bezeichnen kann (vgl. Reihe 18).  
bezeichnen kann (vgl. Reihe 18).  


Es muß darauf besonders aufmerksam gemacht werden, daß in  
Es muß darauf besonders aufmerksam gemacht werden, daß in  
der Wirklichkeit nicht immer nur Zellen, die mit so starken Exo-
der Wirklichkeit nicht immer nur Zellen, die mit so starken Exoplasmaschichten versehen sind, wie das in unserer Abbildung gezeichnet  
plasmaschichten versehen sind, wie das in unserer Abbildung gezeichnet  
ist, die sternförmige Gestalt annehmen. Es können sich auch Zellen,  
ist, die sternförmige Gestalt annehmen. Es können sich auch Zellen,  
deren Oberfläche mit einer dünnen Zellmembran, oder solche, die voll-
deren Oberfläche mit einer dünnen Zellmembran, oder solche, die vollkommen nackt sind (vergl. Reihe 5 — IV, V), auf die eben angegebene  
kommen nackt sind (vergl. Reihe 5 — IV, V), auf die eben angegebene  
Weise umbilden. Wir finden hier und da, daß das Epithel der Körper
Weise umbilden. Wir finden hier und da, daß das Epithel der Körper-




1) Nähere Angaben darüber sind in unserer größeren Arbeit enthalten.


1) Nähere Angaben darüber sind in unserer größeren Arbeit ent-
2) Vergl. sonst unsere Abhandlung: „Ueber Stachelzellen und sternförmige Zellen in Epithelien", Sitzungsber. d. K. Ges. d. Wiss. Prr^g, 1902.  
halten.
 
2) Vergl. sonst unsere Abhandlung: „Ueber Stachelzellen und stern-
förmige Zellen in Epithelien", Sitzungsber. d. K. Ges. d. Wiss. Prr^g, 1902.  




Line 34,332: Line 30,427:
besteht, auch die Zellen der Schmelzpulpa sind nackt. Solche Zellen  
besteht, auch die Zellen der Schmelzpulpa sind nackt. Solche Zellen  
unterscheiden sich in ihrem Aussehen und ihrer Anordnung sehr wenig  
unterscheiden sich in ihrem Aussehen und ihrer Anordnung sehr wenig  
von Mesenchymzellen, die ebenfalls nackt sind und netzförmig mit-
von Mesenchymzellen, die ebenfalls nackt sind und netzförmig miteinander zusammenhängen. Besonders eine Eigenschaft hat das aus  
einander zusammenhängen. Besonders eine Eigenschaft hat das aus  
sternförmigen Zellen zusammengesetzte Epithelgewebe mit dem Mesenchymgewebe gemeinschaftlich. Die Intercellularflüssigkeit, welche die  
sternförmigen Zellen zusammengesetzte Epithelgewebe mit dem Mesen-
chymgewebe gemeinschaftlich. Die Intercellularflüssigkeit, welche die  
zwischen den Zellen sich befindenden weiten Lücken ausfüllt, kann  
zwischen den Zellen sich befindenden weiten Lücken ausfüllt, kann  
sich in beiden Fällen etwas auffallender verdichten, und es kann auf  
sich in beiden Fällen etwas auffallender verdichten, und es kann auf  
Line 34,349: Line 30,442:
von einer Zelle zur anderen, auf diese Weise sie untereinander fester  
von einer Zelle zur anderen, auf diese Weise sie untereinander fester  
verbindend, über^). Sie lassen sich jedoch, sowohl im Epithelgewebe  
verbindend, über^). Sie lassen sich jedoch, sowohl im Epithelgewebe  
(Epidermis) wie im Chordagewebe, noch weiter in weitere Zellen ver-
(Epidermis) wie im Chordagewebe, noch weiter in weitere Zellen verfolgen, und erinnern infolgedessen stark an Bindegewebsfasern. In  
folgen, und erinnern infolgedessen stark an Bindegewebsfasern. In  
unserer Abbildung haben wir diese Fasern der Uebersichtlichkeit wegen  
unserer Abbildung haben wir diese Fasern der Uebersichtlichkeit wegen  
nur in die Zellen mit dickeren Exoplasmaschichten eingezeichnet. In  
nur in die Zellen mit dickeren Exoplasmaschichten eingezeichnet. In  
der Wirklichkeit kommen sie auch in ganz dünnen Zellmembranen vor,  
der Wirklichkeit kommen sie auch in ganz dünnen Zellmembranen vor,  
wie man sich davon am besten im vakuolisierten Chordagewebe über-
wie man sich davon am besten im vakuolisierten Chordagewebe überzeugen kann. Nur ausnahmsweise können solche Fasern auch im  
zeugen kann. Nur ausnahmsweise können solche Fasern auch im  
Endoplasma (Chordazellen) vorkommen.  
Endoplasma (Chordazellen) vorkommen.  


Tafel IX, Fig. 2. Schematische Darstellung der Entwickelung des  
Tafel IX, Fig. 2. Schematische Darstellung der Entwickelung des  
hyalinen Knorpels aus Mesenchymgewebe, wie man sie bei Wirbel-
hyalinen Knorpels aus Mesenchymgewebe, wie man sie bei Wirbeltieren (Beispiele : Petromyzon, Teleostier, Amphibien) beobachten kann ^).  
tieren (Beispiele : Petromyzon, Teleostier, Amphibien) beobachten kann ^).  
Als Grundlage dienten uns da unsere eigenen Untersuchungen über die  
Als Grundlage dienten uns da unsere eigenen Untersuchungen über die  
Chondrogenese in den sich anlegenden Skeletteilen der paarigen Ex-
Chondrogenese in den sich anlegenden Skeletteilen der paarigen Ex
 
1) Renaut hat sie deshalb mit dem Namen „Fibres unitives" benannt.  
1) Renaut hat sie deshalb mit dem Namen „Fibres unitives" be-
nannt.  


2) Es handelt sich da um jenen Typus der Chondrogenese, bei dem  
2) Es handelt sich da um jenen Typus der Chondrogenese, bei dem  
die Grundsubstanz zuerst nur in geringer Menge auftritt. Wenn sie  
die Grundsubstanz zuerst nur in geringer Menge auftritt. Wenn sie  
auch von dieser embryonalen Chondrogenese nicht prinzipiell verschieden  
auch von dieser embryonalen Chondrogenese nicht prinzipiell verschieden  
ist, so muß man doch die Chondrogenese der postembryonalen Zeit aus be-
ist, so muß man doch die Chondrogenese der postembryonalen Zeit aus bereits differenzierten Gewebsarten von ihr unterscheiden; eine solche kann  
reits differenzierten Gewebsarten von ihr unterscheiden; eine solche kann  
man bekanntlich z. B. besonders schön bei der Metamorphose des Ammocoetes zu Petromyzon beobachten (z. B. Bildung des Knorpels aus dem  
man bekanntlich z. B. besonders schön bei der Metamorphose des Ammo-
coetes zu Petromyzon beobachten (z. B. Bildung des Knorpels aus dem  
sog. Schleimknorpel u. s. w.).  
sog. Schleimknorpel u. s. w.).  


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544  
544  


tremitäten von Lophius, die, abgesehen von einem später zu er-
tremitäten von Lophius, die, abgesehen von einem später zu erwähnenden Umstände, in der Hauptsache mit denen von Strasser  
wähnenden Umstände, in der Hauptsache mit denen von Strasser  
(Amphibien) und Schaffer ^) (Ammocoetes) vollkommen übereinstimmen,  
(Amphibien) und Schaffer ^) (Ammocoetes) vollkommen überein-
stimmen,  


1) (Reihe 1.) Der Anfang der Figur stellt uns, so wie im voran-
1) (Reihe 1.) Der Anfang der Figur stellt uns, so wie im vorangehenden Falle, die Zellen eines Keimblattes dar. Während sich die  
gehenden Falle, die Zellen eines Keimblattes dar. Während sich die  
früher besprochenen Gewebe durch einfache Umbildung des Keimblattes  
früher besprochenen Gewebe durch einfache Umbildung des Keimblattes  
entwickelt haben, nimmt das Knorpelgewebe und die Stützsubstanzen  
entwickelt haben, nimmt das Knorpelgewebe und die Stützsubstanzen  
Line 34,394: Line 30,477:
dem Mesenchymgewebe (Reihe 3, 4)^). Aus dem immer noch aus  
dem Mesenchymgewebe (Reihe 3, 4)^). Aus dem immer noch aus  
selbständigen Zellen bestehenden Mesenchym kann sich, wie aus den  
selbständigen Zellen bestehenden Mesenchym kann sich, wie aus den  
Angaben der Autoren einerseits, aus unseren eigenen Befunden anderer-
Angaben der Autoren einerseits, aus unseren eigenen Befunden andererseits hervorgeht, ein Knorpelgewebe auf zwei verschiedene Weisen  
seits hervorgeht, ein Knorpelgewebe auf zwei verschiedene Weisen  
bilden, die, streng genommen, eigentlich nur als Modifikationen eines  
bilden, die, streng genommen, eigentlich nur als Modifikationen eines  
und desselben Bildungsmodus aufgefaßt werden können.  
und desselben Bildungsmodus aufgefaßt werden können.  


2) a. (Reihe 8, 9, 10, untere Hälfte der Abbildung.) Die Mesen-
2) a. (Reihe 8, 9, 10, untere Hälfte der Abbildung.) Die Mesenchymzellen, die sich unterdessen auch stark vermehrt haben, bilden,  
chymzellen, die sich unterdessen auch stark vermehrt haben, bilden,  
indem ihre Körper einerseits untereinander verschmelzen, andererseits,  
indem ihre Körper einerseits untereinander verschmelzen, andererseits,  
indem die Teilungen ihrer Kerne nicht von Teilungen der Zellkörper  
indem die Teilungen ihrer Kerne nicht von Teilungen der Zellkörper  
gefolgt sind^), eine zusammenhängende Protoplasmapartie mit einge-
gefolgt sind^), eine zusammenhängende Protoplasmapartie mit eingelagerten Kernen, ein Syncytium. Aus einem solchen entsteht die  
lagerten Kernen, ein Syncytium. Aus einem solchen entsteht die  
eigentliche Anlage des künftigen Knorpelgewebes, und zwar so, daß  
eigentliche Anlage des künftigen Knorpelgewebes, und zwar so, daß  
sich die zu den einzelnen Kernen zugehörenden Protoplasmaterritorien  
sich die zu den einzelnen Kernen zugehörenden Protoplasmaterritorien  
Line 34,414: Line 30,494:
3) b. (8, 9, 10, obere Hälfte der Abbildung.) Die Scheidewände  
3) b. (8, 9, 10, obere Hälfte der Abbildung.) Die Scheidewände  
erscheinen gleichzeitig mit der Vergrößerung und dem Aneinanderlegen  
erscheinen gleichzeitig mit der Vergrößerung und dem Aneinanderlegen  
der Mesenchymzellen^), so daß ein syncytiales Uebergangsstadium über-
der Mesenchymzellen^), so daß ein syncytiales Uebergangsstadium überhaupt nicht zum Vorschein kommen muß. Solche Zustände haben wir  
haupt nicht zum Vorschein kommen muß. Solche Zustände haben wir  




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545  
545  


selbst bei der Anlage der knorpeligen Skelettstücke von Lophius ge-
selbst bei der Anlage der knorpeligen Skelettstücke von Lophius gefunden (vergl. unsere größere Arbeit).  
funden (vergl. unsere größere Arbeit).  


Wir halten es für vollkommen möglich, daß beide Anfangsstadien  
Wir halten es für vollkommen möglich, daß beide Anfangsstadien  
des chondrogenetischen Prozesses, wie wir sie gerade charakterisiert  
des chondrogenetischen Prozesses, wie wir sie gerade charakterisiert  
haben, nebeneinander und zwar bei verschiedenen Tierformen vor-
haben, nebeneinander und zwar bei verschiedenen Tierformen vorkommen können, und daß das Knorpelgewebe sich wirklich einmal aus  
kommen können, und daß das Knorpelgewebe sich wirklich einmal aus  
einer syncytialen Anlage, einmal aus gesonderten Zellen entwickeln  
einer syncytialen Anlage, einmal aus gesonderten Zellen entwickeln  
kann. Die Unterschiede sind, wie man sieht, nicht wesentlich.  
kann. Die Unterschiede sind, wie man sieht, nicht wesentlich.  


4) Das auf die erste oder die zweite Weise zu stände gekommene  
4) Das auf die erste oder die zweite Weise zu stände gekommene  
embryonale Gewebe, dessen Zellen durch dünne, acidophile Scheide-
embryonale Gewebe, dessen Zellen durch dünne, acidophile Scheidewände voneinander abgegrenzt sind (Reihe 9 — I, II; 11 — IV, V),  
wände voneinander abgegrenzt sind (Reihe 9 — I, II; 11 — IV, V),  
wurde seinerzeit (von Strasser) mit dem Namen „Vorknorpel" bezeichnet. Wir können besser von einem „Vorknorpelstadium" der  
wurde seinerzeit (von Strasser) mit dem Namen „Vorknorpel" be-
zeichnet. Wir können besser von einem „Vorknorpelstadium" der  
Chondrogenese sprechen.  
Chondrogenese sprechen.  


Line 34,463: Line 30,538:
mit Hämalaun resp. mit Hämatoxylin) ist durch Ausscheidung gewisser  
mit Hämalaun resp. mit Hämatoxylin) ist durch Ausscheidung gewisser  
Stoöe aus dem Protoplasma bedingt; es wird da Chondromucoid und  
Stoöe aus dem Protoplasma bedingt; es wird da Chondromucoid und  
Chondroitinschwefelsäure genannt. Nach Hansen i) soll die Knorpel-
Chondroitinschwefelsäure genannt. Nach Hansen i) soll die Knorpelgrundsubstanz zuerst aus dichtliegenden, kollagenen Fibrillen bestehen,  
grundsubstanz zuerst aus dichtliegenden, kollagenen Fibrillen bestehen,  
die bei der Knorpelbildung durch die betreffenden Substanzen durchtränkt  
die bei der Knorpelbildung durch die betreffenden Substanzen durchtränkt  
und dadurch undeutlich gemacht oder, wie er sich ausdrückt, „maskiert"  
und dadurch undeutlich gemacht oder, wie er sich ausdrückt, „maskiert"  
werden. Die Grundsubstanz wird hyalinisiert. Wie wir darauf an einer  
werden. Die Grundsubstanz wird hyalinisiert. Wie wir darauf an einer  
anderen Stelle aufmerksam machen werden, können jedoch auch ohne  
anderen Stelle aufmerksam machen werden, können jedoch auch ohne  
die Ausscheidung von Chondromucoid in acidophil bleibenden Exo-
die Ausscheidung von Chondromucoid in acidophil bleibenden Exoplasmen die kollagenen Fibrillen so miteinander verschmelzen, daß  
plasmen die kollagenen Fibrillen so miteinander verschmelzen, daß  
dadurch scheinbar homogene Kapseln um das Endoplasma herum  
dadurch scheinbar homogene Kapseln um das Endoplasma herum  
entstehen. In Erwägung dessen scheint es uns deshalb gar nicht un-
entstehen. In Erwägung dessen scheint es uns deshalb gar nicht unwahrscheinlich zu sein, daß bereits in den homogen aussehenden  
wahrscheinlich zu sein, daß bereits in den homogen aussehenden  
Scheidewänden des Vorknorpelstadiums (in etwas späterer Zeit der Entwickelung) kollagene Fasern vorhanden sind; die auffallende Färbbar
Scheidewänden des Vorknorpelstadiums (in etwas späterer Zeit der Ent-
wickelung) kollagene Fasern vorhanden sind; die auffallende Färbbar-




 
1) F. C. C. Hansen, Ueber die Genese einiger Bindegewebsgrundsubstanzen. Anat. Anz., Bd. 16, 1899. — Hansen hat das große Verdienst, die Analogie der Knorpelgrundsubstanz mit dem Exoplasma zuerst  
1) F. C. C. Hansen, Ueber die Genese einiger Bindegewebsgrund-
substanzen. Anat. Anz., Bd. 16, 1899. — Hansen hat das große Ver-
dienst, die Analogie der Knorpelgrundsubstanz mit dem Exoplasma zuerst  
genau bewiesen zu haben.  
genau bewiesen zu haben.  


Line 34,493: Line 30,561:
6) (Reihe 13 bis 20 in der unteren Hälfte der Abbildung.) Hier  
6) (Reihe 13 bis 20 in der unteren Hälfte der Abbildung.) Hier  
haben wir in unserer Abbildung schematisch die kollagenen Fibrillen  
haben wir in unserer Abbildung schematisch die kollagenen Fibrillen  
des entwickelten Knorpelgewebes, von denen oben die Rede war, ein-
des entwickelten Knorpelgewebes, von denen oben die Rede war, eingezeichnet. Auf die gleichzeitigen Kapselbildungen (s. unten) haben  
gezeichnet. Auf die gleichzeitigen Kapselbildungen (s. unten) haben  
wir dabei nicht Rücksicht genommen. Die Darstellung der Fibrillen  
wir dabei nicht Rücksicht genommen. Die Darstellung der Fibrillen  
geschah nur deshalb, um auf die Aehnlichkeiten mit anderen Geweben  
geschah nur deshalb, um auf die Aehnlichkeiten mit anderen Geweben  
Line 34,509: Line 30,576:
Knorpelgewebes stimmen, was diese ihre Eigenschaft betrifft, mit denen  
Knorpelgewebes stimmen, was diese ihre Eigenschaft betrifft, mit denen  
des Epithel- sowie des Chordagewebes überein. Man findet jedenfalls  
des Epithel- sowie des Chordagewebes überein. Man findet jedenfalls  
auch in einzelnen Knorpeln unregelmäßige, spindelförmige, oder Fort-
auch in einzelnen Knorpeln unregelmäßige, spindelförmige, oder Fortsätze aussendende Knorpelzellen, doch haben alle solche Zellenformen  
sätze aussendende Knorpelzellen, doch haben alle solche Zellenformen  
entweder bei sekundären Veränderungen im Gewebe, so z. B. durch  
entweder bei sekundären Veränderungen im Gewebe, so z. B. durch  
Zugwirkung bei Zellteilungen u. s. w. ihren Ursprung genommen, oder,  
Zugwirkung bei Zellteilungen u. s. w. ihren Ursprung genommen, oder,  
Line 34,519: Line 30,585:
8) (Reihe 13 — H; 15 — H.) Die einheitlichen Scheidewände,  
8) (Reihe 13 — H; 15 — H.) Die einheitlichen Scheidewände,  
die die jungen Knorpelzellen voneinander trennen, nehmen zu, und  
die die jungen Knorpelzellen voneinander trennen, nehmen zu, und  
zwar dadurch, daß sich auf ihren Oberflächen eine weitere Exoplasma-
zwar dadurch, daß sich auf ihren Oberflächen eine weitere Exoplasmaschicht ablagert. Diese zweite Schicht, die sich von der primären  
schicht ablagert. Diese zweite Schicht, die sich von der primären  
einheitlichen Schicht sowohl durch Konsistenz wie durch Färbbarkeit  
einheitlichen Schicht sowohl durch Konsistenz wie durch Färbbarkeit  
unterscheiden kann, stellt uns jetzt eine wirkliche Zellmembran der  
unterscheiden kann, stellt uns jetzt eine wirkliche Zellmembran der  
Knorpelzellen oder, wie wir das nennen, eine Knorpelkapsel dar. Eine  
Knorpelzellen oder, wie wir das nennen, eine Knorpelkapsel dar. Eine  
Scheidewand zwischen den Knorpelzellen besteht auf der jetzigen Ent-
Scheidewand zwischen den Knorpelzellen besteht auf der jetzigen Entwickelungsstufe aus zwei Knorpelkapseln und der zwischen ihnen sich  
wickelungsstufe aus zwei Knorpelkapseln und der zwischen ihnen sich  
befindenden primären Grundsubstanzschicht. Alle diese Schichten sind  
befindenden primären Grundsubstanzschicht. Alle diese Schichten sind  
exoplasmatisch. Die Knorpelkapseln verdicken sich von jetzt an  
exoplasmatisch. Die Knorpelkapseln verdicken sich von jetzt an  
weiter durch Ablagern von weiteren und weiteren Grundsubstanz-
weiter durch Ablagern von weiteren und weiteren Grundsubstanzschichten auf ihren inneren Oberflächen ^). Es ist von jetzt an, abge
schichten auf ihren inneren Oberflächen ^). Es ist von jetzt an, abge-
 
1) Es braucht wohl nicht darauf aufmerksam gemacht zu werden,  
1) Es braucht wohl nicht darauf aufmerksam gemacht zu werden,  
daß der rechte Teil unserer Fig. 2 (Taf. IX) insofern unrichtig ist, als  
daß der rechte Teil unserer Fig. 2 (Taf. IX) insofern unrichtig ist, als  
Line 34,540: Line 30,602:
sehen von den primären Scheidewänden, alle Grundsubstanz in den  
sehen von den primären Scheidewänden, alle Grundsubstanz in den  
Knorpelkapseln enthalten. Die richtige Erklärung dieser Verhältnisse  
Knorpelkapseln enthalten. Die richtige Erklärung dieser Verhältnisse  
verdanken wir SchapferI), der dies durch Untersuchung der Ent-
verdanken wir SchapferI), der dies durch Untersuchung der Entwickelung des Schwanzflossenknorpels von Petromyzon feststellen  
wickelung des Schwanzflossenknorpels von Petromyzon feststellen  
konnte. Soviel wir uns überzeugen konnten, geht die Entwickelung  
konnte. Soviel wir uns überzeugen konnten, geht die Entwickelung  
der Knorpelgrundsubstanz auch anderswo auf ähnliche Weise vor sich.  
der Knorpelgrundsubstanz auch anderswo auf ähnliche Weise vor sich.  
Die primären Knorpelkapseln lassen sich sehr gut mit den Exoplasma-
Die primären Knorpelkapseln lassen sich sehr gut mit den Exoplasmaschichten der Epithel- und Chordazellen vergleichen, wenn man sich  
schichten der Epithel- und Chordazellen vergleichen, wenn man sich  
vorstellt, daß in den letzteren zugleich auch die Substanz der gespaltenen primären Scheidewände mitenthalten ist 2).  
vorstellt, daß in den letzteren zugleich auch die Substanz der ge-
spaltenen primären Scheidewände mitenthalten ist 2).  


9) In solchen Knorpeln, in denen sich die Grundsubstanz sehr  
9) In solchen Knorpeln, in denen sich die Grundsubstanz sehr  
reichlich entwickelt hat, sieht man, daß die primären Knorpelkapseln,  
reichlich entwickelt hat, sieht man, daß die primären Knorpelkapseln,  
miteinander so verschmelzen, daß sie sich, wenn überhaupt, nur mittelst  
miteinander so verschmelzen, daß sie sich, wenn überhaupt, nur mittelst  
besonderer Färbungen (Mörner) nachweisen lassen. Nur die aller-
besonderer Färbungen (Mörner) nachweisen lassen. Nur die allerletzt abgeschiedenen Schichten des Exoplasmas lassen sich hier meistens  
letzt abgeschiedenen Schichten des Exoplasmas lassen sich hier meistens  
als optisch und mikrochemisch unterscheidbare, sekundäre Knorpelkapseln von der übrigen Grundsubstanz nachweisen (vergl. Reihe 19 — II;  
als optisch und mikrochemisch unterscheidbare, sekundäre Knorpel-
kapseln von der übrigen Grundsubstanz nachweisen (vergl. Reihe 19 — II;  
20 — I, III). Sehr oft sieht man bekanntlich gleichzeitig mehrere solcher  
20 — I, III). Sehr oft sieht man bekanntlich gleichzeitig mehrere solcher  
Kapseln, und sie werden bei Zellteilungen mannigfaltig ineinander ein-
Kapseln, und sie werden bei Zellteilungen mannigfaltig ineinander eingekapselt. Solche Knorpelkapseln, wie wir sie zuletzt erwähnt haben,  
gekapselt. Solche Knorpelkapseln, wie wir sie zuletzt erwähnt haben,  
stellen uns etwa Analoga zu den bei der Besprechung des Chordagewebes erwähnten Kapselbildungen des Exoplasmas (vergl. Taf. IX, Fig. 1  
stellen uns etwa Analoga zu den bei der Besprechung des Chorda-
gewebes erwähnten Kapselbildungen des Exoplasmas (vergl. Taf. IX, Fig. 1  
Reihe 15 — II) dar.  
Reihe 15 — II) dar.  


Taf. X, Fig. 3 stellt uns schematisch die Entwickelung des fi-
Taf. X, Fig. 3 stellt uns schematisch die Entwickelung des fibrillären Bindegewebes aus embryonalem Bindegewebe dar.  
brillären Bindegewebes aus embryonalem Bindegewebe dar.  
Während man die fortschreitende Entwickelung des Mesenchymgewebes zum festen fibrillären Bindegewebe immer an nacheinander  
Während man die fortschreitende Entwickelung des Mesenchymge-
webes zum festen fibrillären Bindegewebe immer an nacheinander  
folgenden Schichten von mit ihren breiten Seiten sich anlegenden  
folgenden Schichten von mit ihren breiten Seiten sich anlegenden  
Zellen zu sehen gewohnt ist, müßte hier aus technischen Rücksichten  
Zellen zu sehen gewohnt ist, müßte hier aus technischen Rücksichten  
Line 34,576: Line 30,629:




auf das gleichzeitige Entfernen der Zellen voneinander bei dem fort-
auf das gleichzeitige Entfernen der Zellen voneinander bei dem fortschreitenden Zunehmen der Grundsubstanz nicht Rücksicht genommen  
schreitenden Zunehmen der Grundsubstanz nicht Rücksicht genommen  
wird. Es geschah dies, damit die Abbildung nicht zu kompliziert sei.  
wird. Es geschah dies, damit die Abbildung nicht zu kompliziert sei.  


Line 34,583: Line 30,635:
Aufsatz daselbst, Bd. 12, 1898.  
Aufsatz daselbst, Bd. 12, 1898.  


2) Sie ist es vielleicht, die sich manchmal als ein aus einer dich-
2) Sie ist es vielleicht, die sich manchmal als ein aus einer dichteren Substanz bestehender Ueberzug auf der äußeren Oberfläche der  
teren Substanz bestehender Ueberzug auf der äußeren Oberfläche der  
Exoplasmaschichten solcher Zellen nachweisen läßt (s. oben).  
Exoplasmaschichten solcher Zellen nachweisen läßt (s. oben).  


Line 34,591: Line 30,642:
548  
548  


Als Grundlage zu dieser Abbildung dienten uns eigene Unter-
Als Grundlage zu dieser Abbildung dienten uns eigene Untersuchungen an Selacliierenibryonen (Spiuax, Torpedo), weiter am subkutanen Bindegewebe der Embryono von Tropidonotus natrix (vergl.  
suchungen an Selacliierenibryonen (Spiuax, Torpedo), weiter am sub-
kutanen Bindegewebe der Embryono von Tropidonotus natrix (vergl.  
die Textfigur 4) und einer eigentümlichen Art von Bindegewebe bei  
die Textfigur 4) und einer eigentümlichen Art von Bindegewebe bei  


Line 34,605: Line 30,654:
homog. Imm. V,«, Ok. 4.  
homog. Imm. V,«, Ok. 4.  


Petromyzon, über die wir nächstens in einer besonderen Arbeit aus-
Petromyzon, über die wir nächstens in einer besonderen Arbeit ausführlicher zu handeln beabsichtigen. In der Hauptsache stimmen die  
führlicher zu handeln beabsichtigen. In der Hauptsache stimmen die  
Ergebnisse unserer Untersuchungen mit den Ansichten, die seinerseits  
Ergebnisse unserer Untersuchungen mit den Ansichten, die seinerseits  
BoLL ^) in seiner klassischen Arbeit ausgesprochen hat , und die  
BoLL ^) in seiner klassischen Arbeit ausgesprochen hat , und die  
Line 34,614: Line 30,662:
den Reihen 1 — 4 die Meseuchymzellen und das aus ihnen sich bildende  
den Reihen 1 — 4 die Meseuchymzellen und das aus ihnen sich bildende  
Mesenchymgewebe dargestellt. Unsere Abbildung stellt zwar, der  
Mesenchymgewebe dargestellt. Unsere Abbildung stellt zwar, der  
Uebersichtlichkeit wegen, die Meseuchymzellen als regelmäßig stern-
Uebersichtlichkeit wegen, die Meseuchymzellen als regelmäßig sternförmig und mittelst weniger Fortsätze verbunden dar, doch in der  
förmig und mittelst weniger Fortsätze verbunden dar, doch in der  
Wirklichkeit besitzen sie oft viel zahlreichere Fortsätze, und diese  
Wirklichkeit besitzen sie oft viel zahlreichere Fortsätze, und diese  
können, indem sie sich mannigfaltig verzweigen, komplizierte Netze  
können, indem sie sich mannigfaltig verzweigen, komplizierte Netze  
zwischen den Zellen bilden. Eine wirkliche Grundsubstanz kommt  
zwischen den Zellen bilden. Eine wirkliche Grundsubstanz kommt  
zwischen den Zellen ') nicht vor, nur eine etwas verdichtete Inter-
zwischen den Zellen ') nicht vor, nur eine etwas verdichtete Inter




1) BoLL, Untersuchungen über den Bau und die Entwickelung deiGewebe.. Arch. f. mikrosk. Anat., Bd. 8, 1871.


1) BoLL, Untersuchungen über den Bau und die Entwickelung dei-
2) Vergl. den Artikel Flemmings im Handbuch der Eutwickelungslehre der Wirbeltiere, Lief. 4/5, p. 139, wo aiach die weitere Literatur  
Gewebe.. Arch. f. mikrosk. Anat., Bd. 8, 1871.
 
2) Vergl. den Artikel Flemmings im Handbuch der Eutwickelungs-
lehre der Wirbeltiere, Lief. 4/5, p. 139, wo aiach die weitere Literatur  
angegeben ist.  
angegeben ist.  


Line 34,641: Line 30,685:
Bei der Umbildung in ein fibrilläres Bindegewebe verändert sich  
Bei der Umbildung in ein fibrilläres Bindegewebe verändert sich  
das Mesenchymgewebe etwa so, als wenn es einem starken einseitigen  
das Mesenchymgewebe etwa so, als wenn es einem starken einseitigen  
Zuge unterworfen wäre. Die Körper der einzelnen Zellen werden be-
Zuge unterworfen wäre. Die Körper der einzelnen Zellen werden bedeutend in die Länge ausgedehnt, und zugleich bilden sich in ihnen,  
deutend in die Länge ausgedehnt, und zugleich bilden sich in ihnen,  
sowie in ihren Fortsätzen (resp. den durch diese gebildeten Netzen)  
sowie in ihren Fortsätzen (resp. den durch diese gebildeten Netzen)  
feine Faserungen, die als die ersten Andeutungen (Vorstufen) der kolla-
feine Faserungen, die als die ersten Andeutungen (Vorstufen) der kollagenen Fibrillen anzusehen sind (Reihe 5, 6 — I bis V). Die Fibrillen  
genen Fibrillen anzusehen sind (Reihe 5, 6 — I bis V). Die Fibrillen  
erscheinen zuerst im ganzen Innern der Zellen ohne Unterschied; sie  
erscheinen zuerst im ganzen Innern der Zellen ohne Unterschied; sie  
werden von dem noch nicht in besondere Schichten differenzierten Pro-
werden von dem noch nicht in besondere Schichten differenzierten Protoplasma der Zellen (wie das Flemming zeigte) gebildet. Erst später  
toplasma der Zellen (wie das Flemming zeigte) gebildet. Erst später  
erscheint um den Kern herum eine Partie eines reinen Protoplasmas und  
erscheint um den Kern herum eine Partie eines reinen Protoplasmas und  
die Fibrillen konzentrieren sich jetzt hauptsächlich auf der Peripherie  
die Fibrillen konzentrieren sich jetzt hauptsächlich auf der Peripherie  
der Zellen. Der ganze Zellkörper wird in ein Endoplasma, das den Zell-
der Zellen. Der ganze Zellkörper wird in ein Endoplasma, das den Zellkern umgibt, und in das die Fibrillen enthaltende Exoplasma geteilt.  
kern umgibt, und in das die Fibrillen enthaltende Exoplasma geteilt.  
Die zwei Plasmaarten sind also anfangs keinesfalls durch so scharfe  
Die zwei Plasmaarten sind also anfangs keinesfalls durch so scharfe  
Grenze gegeneinander abgegrenzt, wie wir das anderswo und auch im  
Grenze gegeneinander abgegrenzt, wie wir das anderswo und auch im  
Line 34,659: Line 30,699:
Bindegewebszelle verändert. Auch die „Gesamtzellen" können sich,  
Bindegewebszelle verändert. Auch die „Gesamtzellen" können sich,  
auch nachdem die Fibrillenbildung etwas fortgeschritten ist, mit keiner  
auch nachdem die Fibrillenbildung etwas fortgeschritten ist, mit keiner  
äußeren scharfen Grenze ausweisen. Ihre Oberfläche sieht wie zer-
äußeren scharfen Grenze ausweisen. Ihre Oberfläche sieht wie zerfasert aus. Es scheint, als ob sich das fibrillenhaltige Exoplasma auf  
fasert aus. Es scheint, als ob sich das fibrillenhaltige Exoplasma auf  
der Zelloberfläche auflösen würde und ob dadurch die Fibrillen frei  
der Zelloberfläche auflösen würde und ob dadurch die Fibrillen frei  
zu liegen kommen würden. In günstigen B'ällen kann man sich be-
zu liegen kommen würden. In günstigen B'ällen kann man sich bestimmt davon überzeugen, daß da von einer wii'klichen Auflösung nicht  
stimmt davon überzeugen, daß da von einer wii'klichen Auflösung nicht  
die Rede sein kann, sondern daß auch später das stark und wie  
die Rede sein kann, sondern daß auch später das stark und wie  
schleimartig veränderte Exoplasma als die Interfibrillärsubstanz , die  
schleimartig veränderte Exoplasma als die Interfibrillärsubstanz , die  
eigentliche Grundsubstanz des Gewebes erhalten bleibt.  
eigentliche Grundsubstanz des Gewebes erhalten bleibt.  


Nur im eigentlichen Schleimgewebe kommt es nicht zur Ablage-
Nur im eigentlichen Schleimgewebe kommt es nicht zur Ablagerung von zusammenhängenden, fibrillenhaltigen Exoplasmaschichten.  
rung von zusammenhängenden, fibrillenhaltigen Exoplasmaschichten.  
Die Fibrillen, die sich hier meistens aus den reichlich verzweigten  
Die Fibrillen, die sich hier meistens aus den reichlich verzweigten  
Zellfortsätzen bilden (Flemming), scheinen später von den Zellen  
Zellfortsätzen bilden (Flemming), scheinen später von den Zellen  
unabhängig zu sein. Hier spielt wirklich die verdichtete Intercellular-
unabhängig zu sein. Hier spielt wirklich die verdichtete Intercellularflüssigkeit selbst die Rolle einer Grundsubstanz.  
flüssigkeit selbst die Rolle einer Grundsubstanz.  


Die Zellen stehen, wie wir sagten, mittelst Intercellularverbin-
Die Zellen stehen, wie wir sagten, mittelst Intercellularverbindungen miteinander im Zusammenhang. Nun werden bei der Umbildung des Gewebes diejenigen Verbindungen, die sich in der Längsrichtung des Gewebes befinden, erhalten und werden, indem sich in  
dungen miteinander im Zusammenhang. Nun werden bei der Um-
bildung des Gewebes diejenigen Verbindungen, die sich in der Längs-
richtung des Gewebes befinden, erhalten und werden, indem sich in  
ihnen die Fibrillen reichlich ablagern, bedeutend stark, so daß auf  
ihnen die Fibrillen reichlich ablagern, bedeutend stark, so daß auf  


Line 34,685: Line 30,718:
550  
550  


diese Weise am Ende die eine „Gesamtzelle" mit der anderen zu-
diese Weise am Ende die eine „Gesamtzelle" mit der anderen zusammenschmelzen kann (vergl. die Textfigur 4).  
sammenschmelzen kann (vergl. die Textfigur 4).  


Die Fibrillen verlaufen von einer „Gesamtzelle" zur anderen, und  
Die Fibrillen verlaufen von einer „Gesamtzelle" zur anderen, und  
Line 34,694: Line 30,726:
sie verbinden sich miteinander und bilden „Fibrillenbündel", die sog.  
sie verbinden sich miteinander und bilden „Fibrillenbündel", die sog.  
„Bindegewebsbündel". Solche verhalten sich später meistens so, als  
„Bindegewebsbündel". Solche verhalten sich später meistens so, als  
ob sie zu den kleinen Endoplasmazellen, den eigentlichen Bindegewebs-
ob sie zu den kleinen Endoplasmazellen, den eigentlichen Bindegewebszellen, durch deren Wirkung sie einmal entstanden sind, gar nicht  
zellen, durch deren Wirkung sie einmal entstanden sind, gar nicht  
gehören würden.  
gehören würden.  


Line 34,702: Line 30,733:
in jedem Falle bei der ontogenetischen Entwickelung des Bindegewebes  
in jedem Falle bei der ontogenetischen Entwickelung des Bindegewebes  
ihre Rolle spielt; in der Regel muß man annehmen, daß da, wo  
ihre Rolle spielt; in der Regel muß man annehmen, daß da, wo  
man den Fibrillen begegnet, in den früheren (phylogenetischen) Ent-
man den Fibrillen begegnet, in den früheren (phylogenetischen) Entwickelungsstadien eine Zugwirkung ihren Einfluß geübt hat. Daß  
wickelungsstadien eine Zugwirkung ihren Einfluß geübt hat. Daß  
im einmal entwickelten Bindegewebe die Fibrillen dasjenige sind, das  
im einmal entwickelten Bindegewebe die Fibrillen dasjenige sind, das  
die Zugfestigkeit desselben bedingt, ist klar. Einem Exoplasma (Inter-
die Zugfestigkeit desselben bedingt, ist klar. Einem Exoplasma (Interfibrillärsubstanz) kommt hier nur eine ganz untergeordnete Aufgabe  
fibrillärsubstanz) kommt hier nur eine ganz untergeordnete Aufgabe  
zu, ebenso tritt hier das Endoplasma, die eigentlichen kleinen Bindegewebszellen, in den Hintergrund.  
zu, ebenso tritt hier das Endoplasma, die eigentlichen kleinen Binde-
gewebszellen, in den Hintergrund.  


In unserer Abbildung zeichnen wir, und zwar in der linken Hälfte  
In unserer Abbildung zeichnen wir, und zwar in der linken Hälfte  
derselben, das fibrilläre Bindegewebe so, wie es wirklich meistens er-^  
derselben, das fibrilläre Bindegewebe so, wie es wirklich meistens er-^  
scheint, in der rechten Hälfte dagegen zeichnen wir zwischen den  
scheint, in der rechten Hälfte dagegen zeichnen wir zwischen den  
Fibrillen schematisch die durch Verschleimung der Zelloberfläche ent-
Fibrillen schematisch die durch Verschleimung der Zelloberfläche entstehende Interfibrillärsubstanz (das Exoplasma). Ganz am rechten  
stehende Interfibrillärsubstanz (das Exoplasma). Ganz am rechten  
Rande zeichnen wir endlich, damit der Vergleich mit den übrigen Geweben erleichtert wird, schematisch eine Partie des Gewebes, wie es  
Rande zeichnen wir endlich, damit der Vergleich mit den übrigen Ge-
weben erleichtert wird, schematisch eine Partie des Gewebes, wie es  
etwa aussehen würde, wenn man sich aus ihm die Fibrillen überhaupt  
etwa aussehen würde, wenn man sich aus ihm die Fibrillen überhaupt  
wegdenken und das Exoplasma als fest und mit scharfen Grenzen vor-
wegdenken und das Exoplasma als fest und mit scharfen Grenzen vorstellen würde.  
stellen würde.  


Die ehemaligen Intercellularlücken des Mesenchymgewebes er-
Die ehemaligen Intercellularlücken des Mesenchymgewebes erhalten sich, wie es in der Abbildung dargestellt ist, sehr lange zwischen  
halten sich, wie es in der Abbildung dargestellt ist, sehr lange zwischen  
den zerfaserten Körpern der Gesamtzellen (vgl. Reihe 7 bis 10), Sie  
den zerfaserten Körpern der Gesamtzellen (vgl. Reihe 7 bis 10), Sie  
trennen entweder die einzelnen Gesamtzellen voneinander oder ganze  
trennen entweder die einzelnen Gesamtzellen voneinander oder ganze  
Line 34,728: Line 30,752:
meistens sieht, zu solchen vereinigen. Die Lücken schwinden in  
meistens sieht, zu solchen vereinigen. Die Lücken schwinden in  
solchen Fällen fast ganz, in denen die ehemaligen Zellen in allen  
solchen Fällen fast ganz, in denen die ehemaligen Zellen in allen  
Richtungen miteinander sich vereinigen und ein festes fibröses Binde-
Richtungen miteinander sich vereinigen und ein festes fibröses Bindegewebe bilden (Reihe 11). Vollständig schwinden die Lücken, wie es  
gewebe bilden (Reihe 11). Vollständig schwinden die Lücken, wie es  




Line 34,739: Line 30,762:


Verschieden kann das Verhalten der Endoplasmazellen bei der  
Verschieden kann das Verhalten der Endoplasmazellen bei der  
Bildung des Bindegewebes sein. Entweder verlieren die Endoplasma-
Bildung des Bindegewebes sein. Entweder verlieren die Endoplasmazellen dadurch, daß sich die Fortsätze der Gesamtzellen vollständig  
zellen dadurch, daß sich die Fortsätze der Gesamtzellen vollständig  
in fibrillenführendes Exoplasma umbilden, jeden Zusammenhang miteinander und präsentieren sich uns dann als voneinander isolierte selbständige Bindegewebszellen (Reihe 6, 7, 8 — I, II). Oder, und zwar sehr  
in fibrillenführendes Exoplasma umbilden, jeden Zusammenhang mit-
einander und präsentieren sich uns dann als voneinander isolierte selb-
ständige Bindegewebszellen (Reihe 6, 7, 8 — I, II). Oder, und zwar sehr  
häufig, bleiben innerhalb des Exoplasmas, das nur die Oberfläche der  
häufig, bleiben innerhalb des Exoplasmas, das nur die Oberfläche der  
Fortsätze überzieht, die Verbindungen des Endoplasmas erhalten. Die  
Fortsätze überzieht, die Verbindungen des Endoplasmas erhalten. Die  
Gestalt der Endoplasmazellen kann in diesem Falle sogar ziemlich  
Gestalt der Endoplasmazellen kann in diesem Falle sogar ziemlich  
genau die Form der ehemaligen sternförmigen Gesamtzellen wieder-
genau die Form der ehemaligen sternförmigen Gesamtzellen wiederholen (Reihe 6, 7 — VI, VII). Solche Verbindungen zwischen Endoplasmazellen erhalten sich vielfach noch dann, wenn die ehemaligen  
holen (Reihe 6, 7 — VI, VII). Solche Verbindungen zwischen Endo-
plasmazellen erhalten sich vielfach noch dann, wenn die ehemaligen  
Gesamtzellen vollkommen sich vereinigen. Wir begegnen dann im  
Gesamtzellen vollkommen sich vereinigen. Wir begegnen dann im  
Innern einer einheitlichen, überall zusammenhängenden, fibrillenhaltigen  
Innern einer einheitlichen, überall zusammenhängenden, fibrillenhaltigen  
Grundsubstanz eingeschlossenen sternförmigen Zellen, die dasselbe Aus-
Grundsubstanz eingeschlossenen sternförmigen Zellen, die dasselbe Aussehen haben wie die Mesenchymzellen, aus denen ehemals das ganze  
sehen haben wie die Mesenchymzellen, aus denen ehemals das ganze  
Gewebe seinen Ursprung genommen hat. Am häufigsten erhalten sich  
Gewebe seinen Ursprung genommen hat. Am häufigsten erhalten sich  
jedenfalls, aus leicht erklärlichen Gründen, diejenigen Fortsätze, die in  
jedenfalls, aus leicht erklärlichen Gründen, diejenigen Fortsätze, die in  
der Längsrichtung des Gewebes verlaufen (Reihe 8, 10 — II; 9, 11 — VII),  
der Längsrichtung des Gewebes verlaufen (Reihe 8, 10 — II; 9, 11 — VII),  
und die Form der Endoplasmazellen wird auch sonst noch, wie bekannt,  
und die Form der Endoplasmazellen wird auch sonst noch, wie bekannt,  
durch die Lagerung der Fibrillen oder Fibrillenbündel bestimmt. Die-
durch die Lagerung der Fibrillen oder Fibrillenbündel bestimmt. Diejenigen Fortsätze und Verbindungen, die man im vollkommen entwickelten Gewebe sieht, stellen uns jedenfalls ebenso häufig nur Reste  
jenigen Fortsätze und Verbindungen, die man im vollkommen ent-
wickelten Gewebe sieht, stellen uns jedenfalls ebenso häufig nur Reste  
nach in der Längsrichtung des Gewebes erfolgenden Zellteilungen dar.  
nach in der Längsrichtung des Gewebes erfolgenden Zellteilungen dar.  


Wenn man alle die 3 von uns gelieferten Schemata untereinander  
Wenn man alle die 3 von uns gelieferten Schemata untereinander  
vergleicht, so ergeben sich die Analogien, auf die wir übrigens im  
vergleicht, so ergeben sich die Analogien, auf die wir übrigens im  
Verlaufe unserer bisherigen Schilderung wiederholt aufmerksam ge-
Verlaufe unserer bisherigen Schilderung wiederholt aufmerksam gemacht haben, von selbst. Es ist klar, daß die Bindegewebszellen und  
macht haben, von selbst. Es ist klar, daß die Bindegewebszellen und  
die Knorpelzellen nur den „Endoplasmazellen" des Epithelgewebes und  
die Knorpelzellen nur den „Endoplasmazellen" des Epithelgewebes und  
nicht den „Gesamtzellen" desselben entsprechen können^). Die soge-
nicht den „Gesamtzellen" desselben entsprechen können^). Die sogenannten Grundsubstanzen der beiden „Grundsubstanzgewebe" entsprechen nicht dem Inhalte der Intercellularlücken, sondern dem Exoplasma des Epithel- resp. des Chordagewebes. Was endlich die Fasergebilde des Bindegewebes und des Knorpels betrifft, die, wie das  
nannten Grundsubstanzen der beiden „Grundsubstanzgewebe" ent-
sprechen nicht dem Inhalte der Intercellularlücken, sondern dem Exo-
plasma des Epithel- resp. des Chordagewebes. Was endlich die Faser-
gebilde des Bindegewebes und des Knorpels betrifft, die, wie das  






1) Flemming (Heetwigs Handb. d. Entwickel.) will die „Endo-
1) Flemming (Heetwigs Handb. d. Entwickel.) will die „Endoplasmazellen" der Grundsubstanzgewebe als „Grundsubstanzzellen" benennen. Es ist klar, daß man für sie diesen Namen nicht ohne weiteres  
plasmazellen" der Grundsubstanzgewebe als „Grundsubstanzzellen" be-
anwenden darf, es wäre ein anderer Name, der sich auch für das Epithelgewebe anwenden ließe, mehr am Platze.  
nennen. Es ist klar, daß man für sie diesen Namen nicht ohne weiteres  
anwenden darf, es wäre ein anderer Name, der sich auch für das Epithel-
gewebe anwenden ließe, mehr am Platze.  




Line 34,787: Line 30,794:


Hansen gezeigt hat, identisch sind, so finden diese ein vollkommenes  
Hansen gezeigt hat, identisch sind, so finden diese ein vollkommenes  
Analogon in den sog. „Protoplasmafasern" des Epithel- und Chorda-
Analogon in den sog. „Protoplasmafasern" des Epithel- und Chordagewebes ^).  
gewebes ^).  


Am meisten stimmen natürlich die beiden Grundsubstanzgewebe,  
Am meisten stimmen natürlich die beiden Grundsubstanzgewebe,  
das Knorpelgewebe und das fibrilläre Bindegewebe, miteinander überein.  
das Knorpelgewebe und das fibrilläre Bindegewebe, miteinander überein.  
Ihr Habitus ist wesentlich von dem des Epithelgewebes, dessen Gesamt-
Ihr Habitus ist wesentlich von dem des Epithelgewebes, dessen Gesamtzellen durch ganz regelmäßige Lücken voneinander getrennt sind, und  
zellen durch ganz regelmäßige Lücken voneinander getrennt sind, und  
durch eine bestimmtere Form und scharfe Grenzen sich ausweisen,  
durch eine bestimmtere Form und scharfe Grenzen sich ausweisen,  
verschieden. Was die Unterschiede zwischen den erstereu zwei Ge-
verschieden. Was die Unterschiede zwischen den erstereu zwei Gewebsarten betriöt, so lassen sich diese durch die Rolle, die einem  
websarten betriöt, so lassen sich diese durch die Rolle, die einem  
jeden von ihnen im Wirbeltierkörper zukommt, leicht erklären. Bei  
jeden von ihnen im Wirbeltierkörper zukommt, leicht erklären. Bei  
dem Knorpelgewebe handelt es sich um das Erlangen einer möglichst  
dem Knorpelgewebe handelt es sich um das Erlangen einer möglichst  
großen Druckfestigkeit unter gleichzeitiger Erhaltung der Elasticität.  
großen Druckfestigkeit unter gleichzeitiger Erhaltung der Elasticität.  
Die Zellen desselben, die sich meistens durch eine gewisse Größe aus-
Die Zellen desselben, die sich meistens durch eine gewisse Größe auszeichnen, sind in allen Dimensionen etwa gleich groß, wenigstens sind,  
zeichnen, sind in allen Dimensionen etwa gleich groß, wenigstens sind,  
von einigen unten zu erwähnenden Fällen abgesehen, die Unterschiede in  
von einigen unten zu erwähnenden Fällen abgesehen, die Unterschiede in  
den einzelnen Dimensionen nicht so auffallend. Die kollagene Fasern  
den einzelnen Dimensionen nicht so auffallend. Die kollagene Fasern  
enthaltende Grundsubstanz wird durch die aus den Zellen ausgeschie-
enthaltende Grundsubstanz wird durch die aus den Zellen ausgeschiedenen Substanzen durchtränkt und hyalinisiert, wodurch ihr eben die  
denen Substanzen durchtränkt und hyalinisiert, wodurch ihr eben die  
nötigen Eigenschaften, in erster Reihe die Elastizität, verliehen werden.  
nötigen Eigenschaften, in erster Reihe die Elastizität, verliehen werden.  
Im Gegenteil dazu handelt es sich in dem fibrillären Bindegewebe um  
Im Gegenteil dazu handelt es sich in dem fibrillären Bindegewebe um  
das Erlangen einer möglichst großen Zugfestigkeit ; hiermit stehen alle  
das Erlangen einer möglichst großen Zugfestigkeit ; hiermit stehen alle  
die Eigenschaften des Gewebes in Uebereinstimmung. Die Endoplasma-
die Eigenschaften des Gewebes in Uebereinstimmung. Die Endoplasmazellen sind eher in die Länge ausgezogen und verhältnismäßig klein. Die  
zellen sind eher in die Länge ausgezogen und verhältnismäßig klein. Die  
kollagenen Faserungen, denen hier bei der Bestimmung des Gewebes  
kollagenen Faserungen, denen hier bei der Bestimmung des Gewebes  
die Hauptrolle zukommt, sind alle in einer Richtung angeordnet, sie  
die Hauptrolle zukommt, sind alle in einer Richtung angeordnet, sie  
vereinigen sich meistens zu Bündeln (Bindegewebsbündel ^)), und sie be-
vereinigen sich meistens zu Bündeln (Bindegewebsbündel ^)), und sie behalten in der Regel im Unterschied zum Knorpelgewebe ihre ursprüngHchen Eigenschaften, sie brauchen nicht so wie die des Knorpelgewebes  
halten in der Regel im Unterschied zum Knorpelgewebe ihre ursprüng-
fest vereinigt zu werden. Im Gegenteil, sie lassen sich leicht voneinander isolieren. Ein weiterer Unterschied zwischen Bindegewebe und  
Hchen Eigenschaften, sie brauchen nicht so wie die des Knorpelgewebes  
fest vereinigt zu werden. Im Gegenteil, sie lassen sich leicht vonein-
ander isolieren. Ein weiterer Unterschied zwischen Bindegewebe und  
Knorpel besteht darin, daß in dem ersteren sich die Intercellularlücken  
Knorpel besteht darin, daß in dem ersteren sich die Intercellularlücken  
womöglich erhalten, während die Knorpelgrundsubstanz immer voll-
womöglich erhalten, während die Knorpelgrundsubstanz immer vollkommen einheitlich und lückenlos ist.  
kommen einheitlich und lückenlos ist.  


Nach unseren Abbildungen könnte man schließen, daß besonders  
Nach unseren Abbildungen könnte man schließen, daß besonders  
Line 34,826: Line 30,823:
wesentliche Unterschiede bestehen. Dies ist, streng genommen, nicht  
wesentliche Unterschiede bestehen. Dies ist, streng genommen, nicht  


1) Vergl. unsere Mitteilung: „Die Analogien der Protoplasmafase-
1) Vergl. unsere Mitteilung: „Die Analogien der Protoplasmafaserungen", Verhandl. d. K. Gesellsch. d. Wissensch. in Prag, 1902.  
rungen", Verhandl. d. K. Gesellsch. d. Wissensch. in Prag, 1902.  


2) Die Anordnung der Bindegewebsbündel bedingt oft die Gestalt  
2) Die Anordnung der Bindegewebsbündel bedingt oft die Gestalt  
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553  
553  


der Fall. Wir haben uns in unserer Abbildung die Entwickelungs-
der Fall. Wir haben uns in unserer Abbildung die Entwickelungsgeschichte eines solchen Knorpelgewebes zur Darstellung gewählt, in  
geschichte eines solchen Knorpelgewebes zur Darstellung gewählt, in  
dem die Knorpelgrundsubstanz anfangs in nur ganz spärlicher Menge  
dem die Knorpelgrundsubstanz anfangs in nur ganz spärlicher Menge  
vorhanden ist und sich erst später reichlicher entwickelt. Auf diese  
vorhanden ist und sich erst später reichlicher entwickelt. Auf diese  
Weise sich entwickelnde Knorpel findet man bei Petromyzon, bei dem  
Weise sich entwickelnde Knorpel findet man bei Petromyzon, bei dem  
die Grundsubstanz lebenslang nur spärlich vorhanden ist, weiter bei  
die Grundsubstanz lebenslang nur spärlich vorhanden ist, weiter bei  
Teleostiern und Amphibien, bei welchen letzteren später die Grund-
Teleostiern und Amphibien, bei welchen letzteren später die Grundsubstanz auch reichlicher sich entwickelt, sodaß der Knorpel den  
substanz auch reichlicher sich entwickelt, sodaß der Knorpel den  
Charakter eines Hyalinknorpels annimmt. Im Gegensatz zu diesem  
Charakter eines Hyalinknorpels annimmt. Im Gegensatz zu diesem  
Knorpeltypus können wir noch einen solchen unterscheiden, in dem  
Knorpeltypus können wir noch einen solchen unterscheiden, in dem  
die Grundsubstanz gleich vom Anfang an in großen Massen auftritt,  
die Grundsubstanz gleich vom Anfang an in großen Massen auftritt,  
so daß die auf die unmittelbare Nähe des Kerns beschränkten Endo-
so daß die auf die unmittelbare Nähe des Kerns beschränkten Endoplasmazellen gleich anfangs weit voneinander entfernt sind. Wir  
plasmazellen gleich anfangs weit voneinander entfernt sind. Wir  
selbst konnten das Vorkommen eines solchen Bildungsmodus des  
selbst konnten das Vorkommen eines solchen Bildungsmodus des  
Knorpelgewebes bei Selachiern konstatieren i). Derselbe zeichnet sich  
Knorpelgewebes bei Selachiern konstatieren i). Derselbe zeichnet sich  
hier hauptsächlich auch dadurch aus, daß die allererste Grundsubstanz,  
hier hauptsächlich auch dadurch aus, daß die allererste Grundsubstanz,  
der man da begegnet, schon basophil ist, so daß da von einem Vor-
der man da begegnet, schon basophil ist, so daß da von einem Vorknorpelstadium in dem Sinne, wie wir es oben angenommen haben,  
knorpelstadium in dem Sinne, wie wir es oben angenommen haben,  
nicht die Rede sein kann 2).  
nicht die Rede sein kann 2).  


Die Bildungsgeschichte eines Knorpelgewebes von diesem letzteren  
Die Bildungsgeschichte eines Knorpelgewebes von diesem letzteren  
Typus ist bei weitem nicht von der eines fibrillären Bindegewebes so  
Typus ist bei weitem nicht von der eines fibrillären Bindegewebes so  
verschieden wie die des ersteren, bei dem das Gewebe ein Vorknorpel-
verschieden wie die des ersteren, bei dem das Gewebe ein Vorknorpelstadium durchlaufen muß, und in dem die Zellen immer im Verhältnis  
stadium durchlaufen muß, und in dem die Zellen immer im Verhältnis  
zu der Grundsubstanz überwiegend sind. Wichtig erscheint jedenfalls  
zu der Grundsubstanz überwiegend sind. Wichtig erscheint jedenfalls  
das plötzliche Verschwinden aller Lücken in der Grundsubstanz gleich  
das plötzliche Verschwinden aller Lücken in der Grundsubstanz gleich  
am Anfange eines solchen chondrogenetischen Prozesses, das fibrillen-
am Anfange eines solchen chondrogenetischen Prozesses, das fibrillenhaltige Exoplasma bildet sich hier sehr schnell und füllt den Raum  
haltige Exoplasma bildet sich hier sehr schnell und füllt den Raum  
zwischen den Endoplasmazellen vollkommen aus, während sich im  
zwischen den Endoplasmazellen vollkommen aus, während sich im  
Bindegewebe in der Regel die Lücken erhalten. Mit dem fibrillären  
Bindegewebe in der Regel die Lücken erhalten. Mit dem fibrillären  
Line 34,869: Line 30,859:
gemeinschaftlich, daß seine Zellen (Endoplasmazellen) nicht, wie das  
gemeinschaftlich, daß seine Zellen (Endoplasmazellen) nicht, wie das  
in dem ersten Falle die Regel ist, abgerundet zu sein brauchen, sondern  
in dem ersten Falle die Regel ist, abgerundet zu sein brauchen, sondern  
auch Fortsätze aussenden können oder sogar mittelst solcher mit-
auch Fortsätze aussenden können oder sogar mittelst solcher miteinander zusammenhängen^). Solche in reichlich vorhandenen Grund
einander zusammenhängen^). Solche in reichlich vorhandenen Grund-
 
1) Nähere Angaben über die an Embryonen von Torpedo und  
1) Nähere Angaben über die an Embryonen von Torpedo und  
Spinax niger ausgeführten Untersuchungen sind in der oben erwähnten  
Spinax niger ausgeführten Untersuchungen sind in der oben erwähnten  
Line 34,893: Line 30,881:
Mesenchymzellen, durch deren Umbildung das ganze Gewebe ehemals  
Mesenchymzellen, durch deren Umbildung das ganze Gewebe ehemals  
entstanden ist, nach. Es scheint uns, daß auch im Epithelgewebe in  
entstanden ist, nach. Es scheint uns, daß auch im Epithelgewebe in  
einigen Fällen das Exoplasma von Anfang an in breiten Schichten er-
einigen Fällen das Exoplasma von Anfang an in breiten Schichten erscheint, und das auch hier, wie beim Knorpelgewebe zwei solche Typen  
scheint, und das auch hier, wie beim Knorpelgewebe zwei solche Typen  
voneinander zu unterscheiden wären.  
voneinander zu unterscheiden wären.  


In einigen Beziehungen sind unsere Abbildungen entschieden un-
In einigen Beziehungen sind unsere Abbildungen entschieden unvollkommen. Es konnte bei dem Verfertigen derselben erstens nicht  
vollkommen. Es konnte bei dem Verfertigen derselben erstens nicht  
auf das gleichzeitige Wachstum der Zellen und das Zunehmen der  
auf das gleichzeitige Wachstum der Zellen und das Zunehmen der  
Intercellularflüssigkeiten während des Vervollkommnens der Gewebe,  
Intercellularflüssigkeiten während des Vervollkommnens der Gewebe,  
Line 34,913: Line 30,899:


Ein anderer Umstand, der ebenfalls, diesmal aus rein technischen  
Ein anderer Umstand, der ebenfalls, diesmal aus rein technischen  
Rücksichten nicht zur Beachtung gekommen ist, ist das mit dem Ver-
Rücksichten nicht zur Beachtung gekommen ist, ist das mit dem Vervollkommnen des Gewebes gleichzeitig vor sich gehende Vermehren  
vollkommnen des Gewebes gleichzeitig vor sich gehende Vermehren  
der Zellen durch Zellteilung. Diese Vermehrung der Zellen kann in  
der Zellen durch Zellteilung. Diese Vermehrung der Zellen kann in  
gewissen Stadien der Gewebsentwickelung auch lebhafter sein, in anderen  
gewissen Stadien der Gewebsentwickelung auch lebhafter sein, in anderen  
Line 34,920: Line 30,905:


Die Vermehrung der Zellen kann, wie man leicht einsehen muß,  
Die Vermehrung der Zellen kann, wie man leicht einsehen muß,  
auf eine wesentlich verschiedene Weise in einem Gewebe, dessen Ge-
auf eine wesentlich verschiedene Weise in einem Gewebe, dessen Gesamtzellen mittelst Intercellularlücken voneinander getrennt sind, und  
samtzellen mittelst Intercellularlücken voneinander getrennt sind, und  
auf eine andere in einem Gewebe mit zusammenhängender Grundsubstanz, wie es z. B. der Knorpel ist geschehen. In ersterem Falle  
auf eine andere in einem Gewebe mit zusammenhängender Grund-
substanz, wie es z. B. der Knorpel ist geschehen. In ersterem Falle  
teilen sich die Gesamtzellen, in letzterem nur das Endoplasma allein.  
teilen sich die Gesamtzellen, in letzterem nur das Endoplasma allein.  
Das Bindegewebe verhält sich trotz der in ihm meistens vorhandenen  
Das Bindegewebe verhält sich trotz der in ihm meistens vorhandenen  
Line 34,934: Line 30,917:




1) Alfked Schaper, Beiträge zur Analyse des tierischen Wachs-
1) Alfked Schaper, Beiträge zur Analyse des tierischen Wachstums. I. Teil. Arch. f. Entwickeluugsmech., Bd. 14, 1902.  
tums. I. Teil. Arch. f. Entwickeluugsmech., Bd. 14, 1902.  




Line 34,958: Line 30,940:


Fig. 5. Schematische Darstellungen der Zellteilungsprozesse im Epithel (a, b) und  
Fig. 5. Schematische Darstellungen der Zellteilungsprozesse im Epithel (a, b) und  
im hyalinen Knorpelgewebe (c, d). Für a und b dienten uns unsere eigenen Unter-
im hyalinen Knorpelgewebe (c, d). Für a und b dienten uns unsere eigenen Untersuchungen am Ej^ithelgewebe der Mundhöhle von Chimaera monstrosa als Grundlage.  
suchungen am Ej^ithelgewebe der Mundhöhle von Chimaera monstrosa als Grundlage.  


Teilungsfläche mit einer neuen Wand versehen werden ^). Erst später  
Teilungsfläche mit einer neuen Wand versehen werden ^). Erst später  
Line 34,992: Line 30,973:


eine Knorpelkapsel, auf ihrer Oberfläche ausgebildet hat. Die auf diese  
eine Knorpelkapsel, auf ihrer Oberfläche ausgebildet hat. Die auf diese  
Weise entstehenden Zellgruppen, deren Exoplasmen wie ineinander ein-
Weise entstehenden Zellgruppen, deren Exoplasmen wie ineinander eingeschachtelt sind, hat Renaut seinerzeit als „groupes isog^niques" benannt. Es ist für unsere Auffassung des Exoplasmas der Epithel- und  
geschachtelt sind, hat Renaut seinerzeit als „groupes isog^niques" be-
Chordazellen, als eines Analogons der Knorpelgrundsubstanz, der Umstand sehr wichtig, daß sich manchmal wirklich auch das Endoplasma  
nannt. Es ist für unsere Auffassung des Exoplasmas der Epithel- und  
ganz so, wie wir das im Knorpelgewebe sehen, im Innern des Exoplasmas, von ihm vollkommen unabhängig, teilen kann. Eine solche  
Chordazellen, als eines Analogons der Knorpelgrundsubstanz, der Um-
Beobachtung machte seinerzeit Ebner ^) an „epidermoiden" Chordazellen von Esox; es gehört diese Erscheinung jedenfalls zu großen  
stand sehr wichtig, daß sich manchmal wirklich auch das Endoplasma  
ganz so, wie wir das im Knorpelgewebe sehen, im Innern des Exo-
plasmas, von ihm vollkommen unabhängig, teilen kann. Eine solche  
Beobachtung machte seinerzeit Ebner ^) an „epidermoiden" Chorda-
zellen von Esox; es gehört diese Erscheinung jedenfalls zu großen  
Seltenheiten; uns ist es wenigstens nicht gelungen, während unseres  
Seltenheiten; uns ist es wenigstens nicht gelungen, während unseres  
Studiums des Chordagewebes etwas Aehnüches zu finden.  
Studiums des Chordagewebes etwas Aehnüches zu finden.  
Line 35,006: Line 30,982:
Eine wichtige Frage bleibt endlich zu beantworten: wie läßt sich  
Eine wichtige Frage bleibt endlich zu beantworten: wie läßt sich  
alles das, was wir da über die Analogien der Zellteile in einzelnen  
alles das, was wir da über die Analogien der Zellteile in einzelnen  
Geweben angeführt haben, mit der Cellulartheorie, wie sie heute an-
Geweben angeführt haben, mit der Cellulartheorie, wie sie heute angenommen wird, in Uebereinstimmung bringen? Man sieht ja deutlich,  
genommen wird, in Uebereinstimmung bringen? Man sieht ja deutlich,  
daß das, was wir heute im Bindegewebe und im Epithelgewebe eine  
daß das, was wir heute im Bindegewebe und im Epithelgewebe eine  
Zelle nennen, nicht genau dasselbe ist, daß das, was einmal den Cha-
Zelle nennen, nicht genau dasselbe ist, daß das, was einmal den Charakter einer Zellmembran hat, in einem anderen Gewebe als eine  
rakter einer Zellmembran hat, in einem anderen Gewebe als eine  
Grundsubstanz sich präsentiert. Dies sind Sachen, die sich eigentlich  
Grundsubstanz sich präsentiert. Dies sind Sachen, die sich eigentlich  
nicht lo leicht ohne gewisse Aenderungen in der Nomenklatur in Ueber-
nicht lo leicht ohne gewisse Aenderungen in der Nomenklatur in Uebereinstimmung bringen lassen. Man muß sich wirklich fragen: was soll  
einstimmung bringen lassen. Man muß sich wirklich fragen: was soll  
man da mit dem Namen einer „Zelle" bezeichnen ? In Erwägung dessen,  
man da mit dem Namen einer „Zelle" bezeichnen ? In Erwägung dessen,  
was wir oben angegeben haben, läßt es sich nicht bestreiten, daß, wenn  
was wir oben angegeben haben, läßt es sich nicht bestreiten, daß, wenn  
der Begriff" einer „Zelle" mit der ScHULTZESchen Definition nicht so zu-
der Begriff" einer „Zelle" mit der ScHULTZESchen Definition nicht so zusammenhängen würde, es sich lohnen würde, den betreffenden Namen  
sammenhängen würde, es sich lohnen würde, den betreffenden Namen  
wie das Schwann tat für das, was wir an unserer Abhandlung als  
wie das Schwann tat für das, was wir an unserer Abhandlung als  
„Gesamtzelle" bezeichnet haben, anzuwenden ; so müssen wir aber ge-
„Gesamtzelle" bezeichnet haben, anzuwenden ; so müssen wir aber gerade umgekehrt die Endoplasmazellen als die eigentlichen „Zellen"  
rade umgekehrt die Endoplasmazellen als die eigentlichen „Zellen"  
bezeichnen. Für die eigentlichen Knorpel- sowie Bindegewebszellen  
bezeichnen. Für die eigentlichen Knorpel- sowie Bindegewebszellen  
würde übrigens auch der von Koelliker seinerzeit vorgeschlagene  
würde übrigens auch der von Koelliker seinerzeit vorgeschlagene  
Name „Protoplasten" gut passen. Wir können uns eben nur mit dem  
Name „Protoplasten" gut passen. Wir können uns eben nur mit dem  
Konstatieren dieser Fakta, auf die auch schon von Koelliker und  
Konstatieren dieser Fakta, auf die auch schon von Koelliker und  
anderen hingewiesen worden ist, begnügen, in der allgemeinen Be-
anderen hingewiesen worden ist, begnügen, in der allgemeinen Benutzung bleibt trotz alledem auch für später die heutige, ganz inkonsequente Nomenklatur!  
nutzung bleibt trotz alledem auch für später die heutige, ganz in-
konsequente Nomenklatur!  


Brunn, Anfang Dezember 1902. (Eingegangen den 23. Dezember.)  
Brunn, Anfang Dezember 1902. (Eingegangen den 23. Dezember.)  
Line 35,069: Line 31,038:


Ramon y Cajal (4) dice che le cellule della porzione anteriore  
Ramon y Cajal (4) dice che le cellule della porzione anteriore  
del nucleo sono provviste di un numero esiguo di dentriti, di esten-
del nucleo sono provviste di un numero esiguo di dentriti, di estensione breve, raa non accenna a cellule monopolari.  
sione breve, raa non accenna a cellule monopolari.  


II 'poco accordo nei risultati avuti da questi scienziati, sebbene  
II 'poco accordo nei risultati avuti da questi scienziati, sebbene  
si sieno serviti di uno stesso raezzo di colorazione, non meraviglia  
si sieno serviti di uno stesso raezzo di colorazione, non meraviglia  
certo Chi conosce il metodo Golgi. La reazione nera non solo e  
certo Chi conosce il metodo Golgi. La reazione nera non solo e  
molto incostante nella riuscita, ma e spesso incompleta anche sul-
molto incostante nella riuscita, ma e spesso incompleta anche sull'elemento nervoso che ha colorato. Da un annerimento parziale o  
l'elemento nervoso che ha colorato. Da un annerimento parziale o  
grossolano delle cellule nervöse si passa a colorazioni complete, nitide  
grossolano delle cellule nervöse si passa a colorazioni complete, nitide  
che mettono in evidenza dettagli di una finezza straordinaria. Pei  
che mettono in evidenza dettagli di una finezza straordinaria. Pei  
Line 35,084: Line 31,051:
Per risolvere la questione dell' esistenza di cellule monopolari fa  
Per risolvere la questione dell' esistenza di cellule monopolari fa  
d"" uopo dimostrare : l"che la loro presenza ecostante; 2'' che  
d"" uopo dimostrare : l"che la loro presenza ecostante; 2'' che  
non e dovuta ad incompleta impregnazione degli ele-
non e dovuta ad incompleta impregnazione degli ele
 




Line 35,123: Line 31,089:
come monopolari (fig. 1).  
come monopolari (fig. 1).  


Si osservano poi cellule con due prolungamentiproto-
Si osservano poi cellule con due prolungamentiprotoplasmatici; essi di regola si staccano da punti opposti e si risolvono in una specie di pennacchio a fili estremamente complicati (fig. 2).  
plasmatici; essi di regola si staccano da punti opposti e si risol-
vono in una specie di pennacchio a fili estremamente complicati (fig. 2).  




Line 35,159: Line 31,123:
un'intricata rete di ramuscoli brevi,  
un'intricata rete di ramuscoli brevi,  
senza che si riesca a vedere ne la loro  
senza che si riesca a vedere ne la loro  
origine e tanto meno il modo di sud-
origine e tanto meno il modo di suddividersi. Al posto di tali cellule nei  
dividersi. Al posto di tali cellule nei  
preparati con una colorazione estremamente delicata, si vedono elementi  
preparati con una colorazione estrema-
mente delicata, si vedono elementi  
con numerosissime dentriti che  
con numerosissime dentriti che  
si dicotoraizzano in rami assai brevi.  
si dicotoraizzano in rami assai brevi.  
Infine si trovano pochi elementi di  
Infine si trovano pochi elementi di  
forma fusata con tre o quattro den-
forma fusata con tre o quattro dentriti grosse e che solo dopo un lungo  
triti grosse e che solo dopo un lungo  
tragitto si suddividono. p. 3  
tragitto si suddividono. p. 3  


Line 35,180: Line 31,141:


Ramon y Cajal (6) scrive: „Los elementos son globulosos, de  
Ramon y Cajal (6) scrive: „Los elementos son globulosos, de  
talk mediana y estan provistos de una, dos 6 mas dentritas relativa-
talk mediana y estan provistos de una, dos 6 mas dentritas relativamente delgadas que divergen en todos sentidos, pero de preferencia  
mente delgadas que divergen en todos sentidos, pero de preferencia  
en direccion dorso-ventral." Poi riferendosi ad una figura che riporta  
en direccion dorso-ventral." Poi riferendosi ad una figura che riporta  
le cellule di coniglio neonato, con dentriti fine e poco ramificate  
le cellule di coniglio neonato, con dentriti fine e poco ramificate  

Latest revision as of 21:35, 22 October 2020

ANATOMISCHER ANZEIGER.

CENTRALBLATT

FÜR DIE

GESAMTE WISSENSCHAFTLICHE ANATOMIE.

AMTLICHES ORGAN DER ANATOMISCHEN GESELLSCHAFT.


HERAUSGEGEBEN

VON

D» KARL VON BARDELEBEN,

PROFESSOR AN DER UNIVERSITÄT JENA.


ZWEIUNDZWANZIGSTER BAND.


MIT 10 TAFELN UND 231 ABBILDUNGEN IM TEXT.


1r



JENA

VERLAG VON GUSTAV FISCHER

1903.


I^ä"!


InkllmrzeicliDis zum XXII. Band. Nr. 1—25.


I. Aufsätze.

Adachi, B., Sogenannter Mongolen -Kinderfleck bei Europäern, p. 323

bis 325. Adolphi, H., Ueber den Ursprung des Musculus piriformis am Körper

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Kanälchenbildungen gewisser Epithelzellen der Froschnieren. Mit

6 Abb. p. 364—368. Ziehen, T h., Ueber den Bau des Gehirns bei den Halbaffen und bei

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n. Litteratur.

No. 4 u. 5 p. 1—16. No. 11 u. 12 p. 17—40. No. 14 u. 15 p. 41

— 56. No. 16 p. 57—72. No. 20 u. 21 p. 73—88. No. 23 p. 89

— 104.


III. Anatomische Gesellschaft.

Neue Mitglieder p. 312, 584.

Quittungen p. 175 — 176.

Statuten-Entwurf p. 310—312.

Versammlung in Heidelberg p. 488, 536, 584.


VII


IV. Personalia.


W. Lubosch p. 176. — A. Koelliker p. 248, 328, 536. — Ernst Mehnert, Albert Oppel, Jözef Nusbaum p. 312. — C. v. KupflFer p. 392. — Graf Spee, W. Pfitzner, Gustav Fischer p. 424. — Tornier p. 456.


V. Nekrologe.

Ernst Mehnert p. 387—392.

T. Zaaijer p. 392.

Wilhelm Pfitzner p. 481—487.


VI. Sonstiges.

Berichtigungen p. 32, 248, 424.

Bücheranzeigen p. 62-64, 95-96, 308—310, 328, 423—424, 455—456, 488, 535, 581—584.


ANATOMISCHER ANZEIGER

Centralblatt 7^/

für die gesamte wissenschaftliche kmtormTT Amtliclies Organ der anatomischen Gesellschaft.

Hpraustregeben von

Prof. Dr. Karl Ton Bardeleben in Jena.


Verlag von Gustav Fischer in Jena.


Der „Anatomische Anzeiger" erscheint in Nummern von etwa 2 Druckbogen. Um ein rasches Erscheinen der eingesandten Beiträge zu ermöglichen, werden die Nummern ausgegeben, sobald der vorhandene Stoff es wünsche,nswert macht und event, erscheinen Doppelnummern. Der Umfang eines Bandes beträgt etwa 50 Druckbogen und der Preis desselben 16 Mark. Das Erscheinen der Bände ist unabhängig vom

Kalenderjahr.

XXII. Band. ^ 30. September 1902. ^ No. I.

Inhalt. Aufsätze. Alfio Motta Coco, Sul potere o.steogenetico della dura madre. Contributo all' istologia della dura madre encefalica in alcuni vertebrati inferiori. Con 3 figure, p. 1 — 9. — Emil Holmgren, Ueber die „Saftkanälchen" der Leberzellen und der Epithelzellen der Nebenniere. Mit 8 Abbildungen, p. 9 bis 14. — Nils Holmgren, Studien über Cuticularbildungen. Mit 5 Abbildungen. p. 14 — 20. — C. Sacerdotti e G. Prattin, Sulla struttura degli Osteoblasti., Con 1 figura. p. 21 — 25. — F. Frassetto, Plagiocefalia e plagioprosopia nei Primati. Con 3 figure, p. 25—30. — K. E. Schreiner, Erwiderung an Herrn K. Groschuff. p. 31—32.

Berichtigung, p. 32.


Aufsätze.

Nachdruck verboten. Sul potere osteogenetico della dura madre. Contributo all' istologia della dura madre encefalica in alcnni

vertebrati inferiori.

Per 11 Dott. Alfio Motta Coco, Settore-assistente.

(Istituto di Anatomia patologica della E.. Universitä di Catania, diretto dal prof. A. Petrone.)

Con 3 figure.

L' istologia della dura madre encefalica ha una scarsa lettera tura, taute poco di nuovo si e venuto ad aggiungere per poter

correggere o modificare le antiche e primitive conoscenze sulla sua

struttura. Essa si e riportata al tipo delle membrane fibrose, e perciö

Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 1


si e descritta come costituita di robusti fasci fibrosi, tra di loro molto compatti, rappresentati da fibre connettivali a cui si uniscoDo delle esili fibre elastiche. Tra i fasci vi si ritrovano due specie di cellule, le comuni connettivali, e speciali element!, analoghi per Waldeyer alle sue cellule plasmatiche, per Jacques, alia cellule giganti del midollo delle ossa.

La direzione dei fasci fibrosi e molto varia, e muta a secondo i diversi punti che si considerano e per i difterenti strati di una stessa localita.

La dura madre, si dice, ha una doppia funzione ed in rapporto al fine cui e destinata stanno i particolari della sua tessitura. Compie, al detto di alcuni, col suo foglietto esterno, I'ufficio di periostio della parete craniaua, ed in conferma dell'ipotesi si e cousiderata come costituita di due foglietti sovrapposti, 1' esterno, spesso, bianco-giallastro, molto irrorato di vasi sanguigni; I'interno, sottile, biancobrillante, poco vascolarizzato. E indubitato che la dura madre protegge e domina la circolazione venosa della massa encefalica con la ricchezza dei suoi sistemi venosi e con la presenza dei seni a struttura speciale ; ed in appoggio a questo concetto Foiore, Frolard, Key e Retzius , Labbe , Wellenbergh d' Utrecht menzionarono , annessa alle vene, la coesistenza di speciali cavita ripiene di sangue venoso, e le deuominarono laghi sanguigni per non confondersi con i seni omouimi. Questi laghi si troverebbero preferibilmente sviluppati in ciascun lato dal seno longitudinale, ma se ne rinvengono anche altrove ; la loro cavita sarebbe percorsa da numerosi sepimenti connettivali, racchinderebbero granulazioni del Pacchioni, comunicherebbero coi seni mediante orifizii rotondi o per mezzo di veri e proprii canali.

Se non che a proposito della funzione osteogena, si e aperta una certa discussione. Nella controversa questione molti anatomici si sono dichiarati contrarii, poggiati su reperti istologici e sulle osservazioni cliniche. Per la struttura hanno contrapposto tutto quanto e sin'ora conosciuto per il periostio, ove si notano degli strati ben distinti, a tessitura speciale, molto vascolarizzati, ricchi di filetti nervosi, provvisti di un sistema linfatico a pareti epiteliali. La dura madre al contrario non si puo scomporre a strati multo netti, e I'errore consumato per ammetterli lo si e riferito al fatto che dalla sua faccia interna si staccano dei setti destinati ad internarsi tra le varie parti deir encefalo, costituiti unicamente dalle fibre profonde e non dalle superficiali.

Negli Ultimi tempi ritorno alio studio I'argomento per iniziativa del ViGNOLO, il quale si propose di assodare con nuove ricerche se


forse possibile ammettere uella dura madre una proprieta ostogenetiea. Egli estese la sue indagiui all' uomo e ad altri vertebrati, e in primo, in una memoria pubblicata per il Monitore Zoologico del 1895, riferi i risultati ottenuti su embrioni e feti umani. Noto che I'ossificazione per il cranio procede analogamente a quanto succede uelle rimanenti ossa dello seheletro preformate in cartilagini; ossia che tanto la dura madre che il pericranio fungono da vere membrane pericondrali, le quali sono costituite da lamine ossee pericondrali fondamentali decorrenti in un senso parallelo e corrispondenti alle due superficie dell'osso, e sono sovrapposte ad oltre analoghe, e quest' ultirae delimitano con le prime altrettanti spazii allungati midollari o rimangono libere. Le lamelle si formano sulle fibre calcificate di tessuto connettivo di alcuni strati delle membrane endo- ed estracraniche, e si trovano sin da principio attorniate da numerosi osteoblasti liberi o parzialmente inglobati dal connettivo circostante che tende a sfibrillarsi. Cosi la demolizione delle cartilagini di sostegno si fa per opera di queste cellule ossee, di vasi, di propaggini conuettivali, provenienti tutti dal sottostante pericranio ed endocranio. Per tutte queste osservazioni I'Autore conchiuse che per il cranio I'ossificazione si origina dalla dura madre e dal pericranio, piii da questo che dall' endocranio, e percio, durante la vita intrauterina, cosi per il cranio cartilagineo che per il membranoso, assegna alia dura madre una funzione periostale.

Intrattenendosi sulla struttura della dura madre embrionale, lo stesso osservatore nega che in essa vi si possa distinguere uu vero Strato di osteoblast! e basa un tale asserto su i reperti delle sezioni, per cui ha potuto stabilire che gli elementi ossei si piazzano tra le anfrattuosita lasciate dalle diverse lamelle o negli interstizii che residuano per la sovrapposizione dei diversi strati. Per la genesi degli osteoblasti crede di doversi ammettere con molta probabilita, che una parte tra quelli situati dal lato durale provengano per migrazione dal pericranio, gli altri direttamente dalla dura madre.

Riguardaudo I'argomento dal lato dell' istologia sperimentale, rai e sembrato naturale ogni altro tentativo di studio improntato a nuove ricerche sulla struttura e funzione della dura madre. Con questo intento mi sou messo al lavoro, ed ho proseguito senza divagare.

Espongo qui i risultati ottenuti, premettendo che essi si riferiscono unicamente alia rana, al tritone, alia lacerta viridis per le osservazioni sulla struttura durale, riserbandomi di dire in seguito da quali fonti ho tratto il materiale per la parte sperimentale. Prevalentemente ho fissato i pezzi in soluzione di sublimato o formalina al 2 /o ; mi son


servito per colorare dello scarlatto-ematossilina ; ho praticato le sezioni al microtomo, dopo le necessarie manipolazioni di tecnica per la disatratazione e inclusione.

Dopo I'esame di un certo numero di sezioni, mi sou persuaso a considerare in modo uniforme la struttura della dura madre. L' aspetto stratificato (fig. 1, 2, 3), a lamelle, si rivela alia stessa guisa verso le due faccie della dura madre (fig. 1), e si conserva immutato nei setti speciali che si distaccano dalla superficie interna di essa e s' internano nella massa eucefalica (fig. 1). Le lamelle connettivali, in generale, sono parallele tra di loro, ma hanno o possono avere una direzione ditferente nella stessa zona di tessuto: alcune, le esterne o perif eric he, decorrono in senso parallele alia superficie ossea; altre, le interne o periencefaliche, parallele alia faccia esterna della massa cerebrale; altre ancora, che potrebbero denominarsi secondarie, circondano concentricamente speciali formazioni vasali tra esse situate (fig. 1). Di queste ultime le piii lontane dal centro provengouo

possono provenire rispettivamente dalle periferiche e dalle periencefaliche, le centripete all' in verso sono indipendenti e costituiscono da sole il gruppo delle lamelle secondarie (fig. 1 e 3).

In nessun caso ho visto un sistema di lamelle circondare e abbracciare per intero la circonferenza della dura madre. Esse si arrestano bruscamente, ad una distanza ineguale I'una dall'altra, senza anastomizzarsi tra di loro, indivise, come in tutto il loro percorso (fig.

1 6 2) : finiscono molto assottigliate, arcuate, e rarissime volte si risolvono in un pennello di delicate fibrille.

Cosi, in base alia disposizione speciale delle lamelle, una sola conseguenza se ne puo ricavare per la struttura della dura meninge: cioe, che essa e costituita di lamelle fondamentali, divisibili in sistemi distinti in rapporto al posto che occupano (periferiche, periencefaliche, secondarie), paralleletra loro, di lunghezza disuguale, nonpercorse da fibre trasversali, indipendenti in tutto il lorodecorso.

Un'eccezione mi e parsa di rinvenirla nella disposizione delle lamelle interne secondarie, perche queste, a difi'erenza di quella degli altri sistemi, marcatamente si continuano per tutta la circonferenza del lago sanguigno, ed a guisa di un anello complete vi si situano attorno. Una tal quale disposizione mi k sembrato opportune di rilevarla, per il solo fatto che essa puo far intravedere I'ufficio a cui son destinate, in quantoche pare che servano a garantire e rafforzare la parete del vaso.


La sostanza fondamentale vera e rappresentata dalla massa cementante, finamente granulosa, interposta alle lamelle. Esiste dovunque, raa in minime quantitä; si ritrova solamente tra i dififerenti piani lamellari, manca negli interstizii delle fibrille di cui ogni lamella risulta.



X



V'-/


4


/


\,


Fi.?. 2.


Fig. 1.

Fig. 1. Oc. 3, obb. 7 Leitz. Dura madre encefalica di rana. Coloi'azione scarlatto-ematossilina. A Lamelle durali nella siiperficie superiore ed inferiore della meninge. B Setti a struttiira laniellare che si distaceano dalla siiperficie infei'iore della dura meninge. C Lamelle esterne o periferiche. Z> Lamelle periencefaliche. E Lamelle secoudarie. F. Lago sanguigno.

Fig. 2. Oc. 3, obb. 7 Leitz. Dura madre di lueertola. Colarazione come sopra. A Lamelle durali, di lunghezza ineguale, assottigliate agli estremi, libere nel loro percorso. B Lago sauguigno situato verso gli strati lamellari periencefalici. C Strato endoteliale della parete del lago sanguigno.

Fig. 3. Oc. 3, obb. 7 Leitz. Dura madre di tritone. Colorazione come sopra. A Lago sanguigno. B Strato lamellare periferico. C Lamelle secondarie centripete. D Lamelle esterne del lago sanguigno.



Fig. 3.


6

II tessuto durale e povero di element! cellulari, e quest! sono spars! unlformemente nelle varie zone. I pochi che v! si rlscontrano sono !nd!ti'erenteraente plazzat! o uello spessore delle lamelle o negl! spaz!! interlamellar! : sono, !u generale, oblungb!, affusati, senza prolungameuti, clrcondati da poca sostanza fundamentale, e, quando sono nello spessore delle lamelle, s! presentano allogat! !n cellette special!, fatte a spese del tessuto lamellare che in que! punt! si e dovuto diradare per darvi posto.

Tenendo presente I'iraportanza conseguita da differenze struttural! rilevabil! tra le varie parti, ho insistite con grande interesse nella osservazioni delle varie zone della dura meninge; ma debbo subito dichiarare che ho costantemente ricavato repert! negativ!. Verso la superficia esterna la struttura e analoga come negl! strati sottostanti, se anche non voglia dirsi che la ! vas! sanguign! e gl! element! cellulari scarseggino in rapporto a quanto si nota nelle zone inferior!.

II sistema vasale durale comprende i cosidetti laghi sanguign!, i quali si ritrovano in generale verso gl! strati lamellar! periencefalic! (fig. 2 e 3). Ess! sono di numero variabile, irregolarmente distribuiti nelle parti omologhe e si presentano di forma ampollare. La loro struttura speciale si avvicina molto a quella dei vas! sanguign!. Sono provvisti di una parete propria — Tintima propriamente detta — mancano della media e possiedono 1' avventizia con lo strato lamellare circostante (fig. 2): I'iutima si compone di due strati distinti, Tendotelio (fig. 2) e, verso I'esterno, una tunica fibrosa commista a fibre elastiche, che, come i fasci connettivali, s'intrecciano in varia guisa costituendo una fitta rete tutto all'intorno della membrana endoteliale surriferita. Le lamelle secondarie della dura madre circondano concentricamente ciascun lago e ne rinforzano la parete: evidentemente nel loro insieme fanno le vec! dell' avventizia dei vas! sanguign!.

Rimarrebbe a considerare P innervazione della dura meninge, ma questo punto non I'ho preso di mira nel mio studio per i lavor! recent! ed esaurient! che si sono succeduti in quest! ultim! tempi. L' unico corollario a cui si e tratti dopo i risultati ottenuti si aggira a stabilire la funzione della dura madre. E realmente la sua tessitura giustifica pienamente una sola funzione, quella, cioe, di proteggere la circolazione venosa dell'encefalo a fine di aiutare lo sgorgo del sangue refluo. Se fosse diversamente, sarebbe stata inesplicabile I'esistenza di un ricco sistema di vas! venosi, e, analogicamente, non saprebbe intendersi la struttura evidentemente fibrosa degli stessi, mentre per questa funzione asseguata ben si chiarisce lo scopo di una tessitura robusta e resistente, come quella che solo puo esser capace a vincere


gli ostacoli per attuarsi efficacemente la drcolazione di ritorno verso altri vasi che meno risentono di cause atte a rallentarla.

MaDcando nella dura madre uno strato osteogeno propriamente detto, manca naturalmente ogni ragione plausibile per riferirle V ufficio di periostio interno del cranio, manca ogni cognizione anatomica per considerarla utile sotto quest' ultimo aspetto. Chiusa a questo modo la questione principale, rimarrebbe solo il problema ad essa conseguente : quale e o puo essere il destino degli osteblasti rinvenuti nella dura madre nel periodo embrionale, se e vero che essi scompaiono, senza lasciare traccia alcuna, durante lo stato adulto dell'auimale? Cio non ostante, pur non trovando la necessita e l'opportunitä di contiuuare nelle ricerche in rapporto al primo quesito, ho tuttavia peusato di ripigliare il lavoro con indirizzo sperimentale, e cio evidentemente con r intento di poter meglio concludere in base a numerosi dati di studio.

Per questa parte ho preparato nelle rane le ossa della volta col rispettivo periostio, e quindi, a mezzo di un cuchiaio di Volkmann, raschiavo I'epicranico, e con un punteruolo infuocato scontinuavo I'osso, attraversandolo e ledendolo per una piccola estensione. Distaccavo il periostio per una larga superficie, e precisamente per un ambito il cui raggio superava di molto il diametre della lesione creata.

Sagrificavo gli animali in periodi differenti, sempre pero incominciando da uno non inferiore alle 96 ore dalF operazione, coutinuavo con rintervallo di 48 ore, terminando dopo 12 giorni dal periodo iniziale. Studiavo suUe ossa decalcificate, conseguentemeute lavate e poi indurite nella serie graduale degli alcool, ed in ultimo colorate con r ematossilina o col carminio.

Prevenendo i risultati finali inuanzi di esporre le singola osservazione, mi sembra di poter aununciare la seguente conclusione : 1 e ferite delle ossa del cranio nell'aniraale adulto, con perdita discreta di sostanza ossea e col distacco del periostio, non si riparano per formazione di novello osso, I margini dell'osso denudati dal periostio non si mortificauo, la perdita di sostanza si ripara a mezzo di una cicatrice che man mano si porta verso Tinterno, ed il processo finisce coll'adereuza della cute all'osso sott ostante.

Ad incominciare dai primi stadii, si vede, man mano che la cute si rigenera e progredisce in direzione centripeta, che nella parte ove I'osso e mancante si neoforma e si sviluppa un tessuto connettivo embrionale. Questo a poco a poco si trasforma in tessuto fibroso, tendineo, e, a sviluppo inoltrato, viene a costituire una specie di tappo


8

membranoso che chiude e ripara la perdita di sostanza. Quando la cute e del tutto rigenerata, il tessuto di cicatrice aderisce completamente alia faccia inferiore della pelle, che nel punto della lesione s' iufossa e finisce di essere scorrevole, e dalla parte opposta si perde verso gli strati superiori della dura meninge.

Trattandosi di ossa della volta, e particolarmente di ossa di rana, ove, a norma di quanto stabili il Chiarugi, 1' ossificazione procede in modo differente che nei vertebrati superiori, ho seguito V ulteriore evoluzione dal tessuto neoformato sino nei periodi tardivi. In altri termine ho voluto davvicino studiare le varie fasi del processo, alio scopo di convincermi se vi fosse la possibilita e la capacita del connettivo ad ossificarsi, come ebbero ad annunziare Kölliker e Sharpey per le ossa in generale, e come e ovvio che avviene per 1' ossificazione intermembranosa, specie nelle ossa della volta del cranio.

Ho potuto rassicurarmi che in nessun caso questo fatto si pre^ senta. Di specioso risalta la circostanza non infrequente della impregnazione di sali calcarei verso la superficie esterna, mentre al lato interno, o della dura madre, resta sempre immutato. Gli elementi cellulari non subiscono modificazione di sorta, meno che s' impiccioliscono e si avvizziscono per la pressione considerevole esercitata dai fasci fibrosi retratti.

Stando cosi le cose potrei concludere ripetendo la stessa proposizione annunziata in principio del capitolo, e cosi faccio; ma mi preme pero innanzi di finire esporre alcune considerazioni che credo utili per I'argomento.

Anzitutto comprendo la possibilita che sempre permane a potersi opporre alle mie afifermazioni altre contrarie, poggiandosi nella casuitica di traumatologia, denunziata da Küster, Bruns, Bergmann, Willemer ecc, i quali rinvennero completamente riparate delle perdite di sostanza ossea di 8 — 10 cm di circonferenza. Ma non mi nascondo che si ha poca ragione a contraddire, comprendendosi di quanto poco valore potranno essere le rare eccezioni di fronte a ripetute constatazioni e numerose osservazioni sperimentali.

Comunque rimarrebbe ad indagare per conoscere quali circostanze speciali accompagnano o precedono la neoformazione ossea nei casi rari succitati, essendo ben noto che la clinica apprezza sempre I'esito finale di un processo, ma puo trascurare i dettagli, i fatti secondarii che vi contribuiscono, I'essenza e la genesi di ogni singolo fattore che giova a volgere in un senso o in un altro I'andamento ulteriore del focolaio morboso.

La piu importante nozione che si ricava dalle osservazioni pre


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cedenti, va a benefizio esclusivo dell'ariatomo-patologo, il quale ha visto continuarsi la vita dell'osso denudato, mentre si sarebbe indotta la morte piii o meno rapida per la mancata nutrizione,

Se dunque il distacco del periostio non produce la iiecrosi, se, come altri ha notato (Tillaux), neanco lo stesso etfetto si ottiene depo il distacco della dura madre; tuttocio vuol dire che ue il periostio ne la dura meninge concorrono di molto a nutrire ie ossa. La prova chiara e data dalla difficolta addimostrata dalle ossa del cranio a riprodursi per colmare una perdita di sostanza, perche esse vivono, siuo ad un certo punto di vita antonoma, e di conseguenza i processi rigenerativi sono lenti o mancano, mancando assolutamente o relativamente I'impulso e il coucorso valido del periostio, come per le altre ossa dello scheletro, e quello della dura madre, la quale non possiede alcun potere osteogene.

Nelle perdite di sostanza in superficie, senza trapanazioue dei due tavolati ossei, la rigenerazione puo avvenire, ma accade assai lentamente: in ogni caso il fatto si verifica tan to facilmente, quanto meglio sono rispettate le parti molli circostanti, e principalmente il periostio,

Le fratture complete della volta rientrano per la guarigione nel caso precedente. La rigenerazione avviene debolmente, e procede dal tavolato esterno verso I'interno: tante volte vi rimangono degli infossamenti visibili ad occhio nudo verso 1' esterno; e quando nessuna traccia residuale permane, la rigenerazione e molto ritardata da parte della superficie interna dell'osso, laddove sul tavolato esterno le fessure si colmano in uu tempo relativamente precoce.


Nachdruck verboten.

Ueber die „Saftkaiiälchen" der Leberzellen mid der Epithelzellen der Nebenniere.

Von Prof. Dr. Emil Holmgken. Mit 3 Abbildungen. Ich habe schon früher in dieser Zeitschrift über das Vorkommen von „Saftkanälchen" innerhalb der Leberzellen, und zwar von Erinaceus, berichtet^). Die kurze Erwähnung war von ungefähr folgendem Inhalt :


1) Einige Worte über das „Trophospongium" verschiedener Zellarten. Anat. Anz., Bd. 20, No. 18, 1902.


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„Die Leberzellen sind mehr oder weniger reichlich durch Kanälchen durchbohrt, die sich in auffallend ähnlicher Weise verhalten wie die oben erwähnten Kanälchen der Hundenervenzelle : teilweise korkzieherförmig gewunden oder in parallelem Verlaufe dicht nebeneinander. Diese Kanälchen gehören gewiß einem „Trophospongium" an, was ich auf Grund anderer Beobachtungen vermuten möchte. — Ich glaube nicht, daß diese intracellulären Kanälchen mit den Gallenkapillaren im Zusammenhange stehen. Soweit ich nämlich sehen kann, entleeren sie sich in den perivasculären Umgebungen." Ich kann hierbei hinzufügen, daß ich bei den fraglichen Studien mehrere Igel benutzt hatte, deren Lebern teils mit dem ÜAßNOY'schen Gemisch, teils mit 5% Trichlormilchsäure fixiert worden waren. Bei den sämtlichen Lebern fand ich ganz dasselbe. Es muß wohl deshalb angesehen werden können, daß die fraglichen Strukturen präexistieren und physiologischer Natur sein sollen.

Das nähere Studium der fraglichen Lebern scheint mir indessen auch in der Hinsicht bedeutungsvoll zu sein, daß man, wie schon vorher Browicz hervorgehoben hat und wie die Fig. 1 wiedergibt, in



einer und derselben Leberzelle nebeneinander iutracelluläre Gallenkapillaren und „Sa ft kanälchen" beobachten kann. Die intercellulären Gallenkapillaren sind bekanntlich mit Schlußleisten versehen , die nach Konservierung in Carnoy's Ge


misch und Eisenhämatoxylinfärbung leicht darstellbar sind. Aus diesen epicellulären Kanälchen können, obwohl seltenerweise, binnenzellige Sekretkapillaren mehr oder weniger tief in die Leberzelle hineindringen. Mitunter erreichen diese, nicht durch Schlußleiste, wohl aber durch hämatoxylingefärbte Wände abgegrenzten Kapillaren, den Kern der Leberzelle, dringen jedoch, soweit ich habe Hoden können, niemals in den Kern hinein. Bekanntlich hat Browicz in mehreren Arbeiten eine entgegengesetzte Meinung vertreten, daß nämlich die binnenzelligen Gallenkapillaren in dem Kerne ihre Wurzeln haben sollten. Wie die epicellulären Gallenkapillaren, sind auch die binnenzelligen Kapillaren nach der genannten Behandlung nicht ganz hell, sondern treten etwas getrübt hervor. — Wir haben augenscheinlich bei den fraglichen Leberzellen ähnliche Beziehungen zwischen den epicellulären und den endocellulären Sekretkapillaren vor uns, wie wir dieselben an denFundusdrüsen des Magens finden. — Eine Verwechselung der endocellulären Gallenkapillaren und der endocellulären „Saftkanälchen" ist nicht möglich. Die „Saftkanälchen" sind nämlich immer ganz hell und stehen niemals in direkter Verbindung mit den binnenzelligen Gallenkapillaren ; dagegen findet man fast überall, daß sie sich in die perivaskulären Interstitien „entleeren" oder enden. Mit den Blutkapillaren selbst haben sie keine direkte Verbindung.

Dieser Befund von in einer Leberzelle eventuell gleichzeitig auftretenden Gallenkapillaren und „Saftkanälchen" scheint mir von großer prinzipieller Bedeutung zu sein; denn er legt dar, daß man nicht berechtigt sein kann, ap rioristisch die „Saftkanälchen" mit binnenzelligen Sekretkapillaren zu vergleichen, v/as man — wie ich vielfach erfahren habe — an mancher Seite hat versuchen wollen. Diese endocellulären Bildungen entsprechen einander nicht, sondern stellen vielmehr ganz verschiedene Dinge dar.

Daß die „Saftkanälchen" der Leberzelle mit den chemischen Stoffwechselungen etwas zu thun haben müssen, scheint mir aus dem Verhalten hervorzugehen, daß, falls man anstatt mit Eisenhämatoxylin mit Thiazinrot R + Toluidinblau oder mit Toluidinblau + Erythrosin färbt , man sehr deutlich findet , wie blaugefärbte ergastische Bestandteile in größerer oder geringerer Menge sich um die „Saftkanälchen" herum abgelagert haben, während keine solche stofflichen Ablagerungen, wenigstens in mehr auffallender W^eise, an anderen Stellen des Zellkörpers zu sehen sind.



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Es hat meine Freude erweckt, daß ich die „Saftkanälchen" in schönster Weise auch bei den Epithelzellen der Nebenniere wiedergefunden habe. Auch in Betreff dieser Zellen hat sich der Igel als ein vorzügliches Objekt dokumentiert. — Ich habe die Nebennieren teils mit Carnoy's Gemisch und mit Sublimat-Pikrinsäure, teils mit 5-proz. Trichlormilchsäure fixiert, habe jedoch bisher nur mit den beiden erstgenannten Methoden gute Resultate erzielen können.

Die „Saftkanälchen" der Nebennieren habe ich fast in allen Zonen des Parenchyms sehen können, doch treten sie an meinem Objekte am zahlreichsten in der Zona fasciculata und reticularis auf. — Ich habe

in der Fig. 2 einen Schnitt

^_ von der genannten Zone ab -=>, gebildet. Um eine etwas schräg

abgeschnittene Blutkapillare

-'4^'-^ sind die Epithelzellen ange ^ (y^ "x ordnet. Die Kerne dieser letz 'i, "" \ V ^~~ A teren sind oft exzentrisch loka . '?^/pP^'^-=r-.^ '^ lisiert, von dem Kapillarlumen

verschoben. An dem gegen

die Kapillare hinzeigenden Pol

/(^v^^^-T^^ des Kernes sind die Zellkörper

-t,. o von Kanälchen reichlich durch Fig. 2.

bohrt, die in jeder Hinsicht mit den „Saftkanälchen" der Nervenzellen, Leberzellen, Darmepithelzellen u, s. f. übereinstimmen. Was mir besonders interessant scheint, ist, daß die „Saftkanälchen" in deutlichster Weise mit den perivaskulären Interstitien oder mit deren intercellulären Fortsetzungen direkt zusammenhängen. Die Uebereinstimmung mit den „Saftkanälchen" der Leberzellen wird dadurch noch mehr auffallend. Bei den Nebennierenzellen ist dieses Verhalten (wenigstens an meinem Material) übrigens noch deuthcher zu sehen als bei den Leberzellen. — Wie bei den Leberzellen, Darmepithelzellen , Drüsenzellen , Nervenzellen u. s. f. findet man desgleichen bei den Nebennierenzellen (nach Färbung mit Toluidinblau -}- Erythrosin oder Thiazinrot R + Toluidin), daß die bedeutsameren Stoflwechselungen innerhalb der Zone dieser Zellen zustande kommen , wo die „Saftkanälchen" auftreten , also (bei deu Nebenniereuzellen) zwischen den Kernen und dem Capillarlumen.

Es ist indessen nicht immer das Verhalten, daß die „Kanälchen" der Nebennieren so hervortreten, wie ich es oben demonstriert habe. Sie können nämlich sich auch so gestalten, wie es die Fig. 3 wieder


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gibt. Mau findet (nach Färbung mit Eisenhämatoxylin und Säurefuchsiu-Orange), daß die perivaskulären, durch Säurefuchsin gefärbten Interstitien als einfache Zweige sich bis an den Kern der Epithelzellen in diese letzteren hineindrängen können, um hier ein Knäuel von „Kanälchen" zu bilden. Im Centrum dieser Knäuel findet man zwei oder drei in


.t-S


tensiv schwarz gefärbte Körnchen, die f

als Centrosomeu zu bezeichnen sind. ^--^ Dieser Befund erinnert ja sehr an ähnliche Be- L ^ , - ^ obachtuugen. die es Studnicka gelungen war zu ^^b=.^-^ -' machen. Dieser Forscher konnte nämlich, wie %

bekannt, bei den spinalen Nervenzellen von Lo- *'5;^ä^

phius wahrnehmen, daß die „Saftkanälchen" sich ".p^

wie eine Kapsel um die Sphäre herum darstellen .^ ^

könnten.

Ueber die beim Igel sehr interessanten chromaffinen Zellen werde ich in einem anderen Zusammenhange berichten.


Je tiefer und weiter ich bei dem Studium der „Saftkanälchen" habe dringen können, desto mehr hat die Ueberzeugung bei mir Boden gewonnen, daß es nicht gern die Frage von einem Drainagesystem, von einer zirkulatorischen Einrichtung der Zelle sein kann. Vielmehr bin ich dahin geleitet, in dem Auftreten der „Saftkanälchen" einen morphologischen Ausdruck gewisser stofflicher Umsetzungen oder, näher gesagt, gewisser Phasen der stofflichen Einwirkungen der bezüglichen Zellen und der diesen letzteren zugehörenden multipolar gestalteten Zellen auf einander, aus denen die exogenen „Trophospongien zunächst hervorgehen. Ich bin nämlich hinsichthch der Leberzelle, der Nebenuierenzelle, der Pankreaszelle, der Darmepithelzelle, der Deciduazelle der Meinung, daß die „Saftkanälchen" dieser Zellen, wie es in Betreff' der Nervenzellen als sicher angesehen werden muß, in der That innerhalb eines protoplasmatischen Netzwerkes zustande kommen, das eigentlich von anderen, dicht außerhalb dieser Zellen lokalisierten Zellen herstammt. In den einzelnen Strängen dieses Netzes (des ,,Trophospongiums") können Veränderungen des Aggregatzustandes auftreten, infolgedessen solche Stränge entweder nur teilweise oder vollständig verflüssigt werden. Je nach der Intensität oder der Qualität der lokalen Stoffwechselprozesse können durch diese Verflüssigungen entweder „Kanälchen" entstehen, die nicht von dem Zellplasma selbst, sondern vom Trophospongienplasma abgegrenzt werden, oder auch (bei vollständiger Verflüssigung der Netzteile) „Kanal


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eben", die durch das Zellplasma selbst ibre Begrenzung finden. Man könnte deshalb, meiner Meinung nach, auf die „Saftkanäleben" zeigen und sagen : hier finden die oder die vitalen, fermentativen Prozesse statt, aus denen als Produkte körnige oder flüssige (in der Form von Tröpfehen oder Tropfen — scbleehthin Vakuolen genannt — ) Zelleinscblüsse entstehen. — Diese von mir vermeinte Entstebungsweise der „Kanäleben", die ja quantitativ, aber wabrseheinlieb aueb qualitativ so versebiedenartig sein kann, giebt uns, wie ich denke, einen erweiterten Einbliek darüber, daß — wie man es aus dem Chemismus der Zelle voraussetzen muß und was Hofmeister in einem geistvollen Vortrage entwickelt bat (Die cbemisebe Organisation der Zelle, Braunschweig 1901) — an verschiedenen Stellen einer und derselben Zelle gleichzeitig die verschiedenartigsten ebemischeu Umsetzungen stattfinden können.

Stockholm, JuU 1902.


Nachdruck verboten.

Studien über Cuticularbildungeii.

I. Ueber Cuticularbildungen bei Chaetoderma nitidulum Loven.

Von Nils Holmgbek.

(Aus dem Zootomischen Institute zu Stockholm.)

Mit 5 Abbildungen.

In einer neuerdings publizierten Mitteilung versuchte ich^) zu zeigen, daß die sog. „plateau striee" nichts als ein umgewandelter Ciliarsaum ist. Die vorMegende Untersuchung dürfte dazu beitragen, diese Behauptung zu stützen. Ebenso dürfte aus derselben hervorgehen, daß die Cilien nicht nur Bildner der „plateau stride" sind, sondern auch integrierende Teile anderer Cuticularbildungen bilden.

W'iREN^) ist der Ansicht, daß die im allgemeinen homogene, strukturlose Cuticula der Körperbaut wie des Mundscbildes von Chaetoderma durch successive Umbildung der Hypodermiszellen entstanden wäre, und erklärt hieraus das Eindringen der Neurofibrillen in dieselben. Er kommt zu dieser Annahme hauptsächlieb auf Grund der


1) Anat. Anzeiger, Bd. 21, No. 14, 1902.

2) Kongl. Svenska Vetenskapsakademiens Handlingar, Bd. 24, 1890—1901.^


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Abwesenheit von äußeren Zellengrenzen und läßt also die Hypodermiszelle direkt in die Cuticula übergehen. Ferner gibt Wiren (1. c.) an, daß die Spiculae vielleicht aus einer ursprünglichen Wanderzelle hervorgehen. In der Umgebung der Spiculae ist die Cuticula vertikal gestreift.

Die vorliegende Untersuchung ist auf Material basiert, das im PERENYi'schen und FLEMMiNG'schen Gemische und Sublimat fixiert ist. Die Färbung war hauptsächlich Eisenhämatoxylin-Kongorot. Die Untersuchung beschränkte sich auf die Mundschild-, die Körperhaut- und die Mitteldarmcuticula von Chaetoderma nitidulum.

Die Mundschildcuticula (Fig. 1).

Diese Cuticula besteht aus zwei verschiedenen Schichten, einer äußeren dünnen, strukturlosen und einer inneren, dicken, deuthch vertikal gestreiften.

Die Matrixzellen sind im Längsschnitte beinahe kubisch. Die Kerne sind ziemlich groß und haben ihre Lage nahe der Mitte der Zelle.

Die Matrixzellen sind gut von der Cuticula abgegrenzt. Die Zellstruktur ist fibrillar mit vertikal auf die Cuticularschicht gerichteten Fibrillen. Am Distalende dieser Zellen l)emerkt man an dünnen Schnitten eine '^^ ziemlich dichte Reihe dunkel gefärbter cf

Körperchen. Es sind die Blepharoplasten der Epithelzellen. Von diesen Blepharo- ' •}^-\'r^-'^-r . ^l bi


AC



Fig. 1. Cuticula nebst Matrixzelleu des x<Cb/i ; k*" * \ < W» «Tl

Mundschildes. .4 C Abgeschiedene Cuticula. CF "*■ '^-4L__;'i| 'Vi^iVlii^jC/." Cuticularisierte Flimmerhaare. Bl Blepharoblasten. 4 1 i '. ' j ' / /"^-J^^

Leitz hom. Imm. 7i6> ^^- 4- '•^■^J.^^

blasten gehen distal- und proximalwärts feine Fädchen aus. Die distalen setzen sich in den Streifen der Cuticula fest. Dies sind also morphologische Flimmerhaare. Die proximalen sind die oben erwähnten intracellulären Fibrillen. Es ist also die Cuticula des Mundschildes als eine sog. „plateau striee" und also aus verklebten Cilien gebildet zu betrachten. Die äußere dünne Cuticulalage ist, glaube ich, ein wahres Absonderungsproduct.

Wie WiREN (1. c.) gezeigt hat, dringen Neurofibrillen in die Cuticula ein. Dies Eindringen läßt sich auch bei dieser Entstehungsweise der Cuticula leicht erklären, denn man mag sich nur vorstellen, daß die Cilien unter gleichzeitiger Absonderung der Klebmasse hervorwachsen. Es scheint dabei entweder ein Zurückziehen der Matrixzelle


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oder ein Aufheben der Cuticularlage zu bestehen, während die Neuro fibrille, deren Spitze ja durch die innersten Teile der Cuticularmasse fixiert ist, ihre Lage behält. Sie wird dadurch von der Cuticula umlagert.

Die Körperhautcuticula (Fig. 2, 3 und 4),

Die Körperhaut von Chaetoderma ist durch eine dicke Cuticularlage charakterisiert. In dieser Lage sind die Spiculae befestigt. Demnach ist die Cuticula nach außen uneben, mit tiefen Gruben versehen, welche die Stellen markieren, wo vorher ein Spiculum gesessen hat. Größtenteils istdie Cuticularlage gänzlich strukturlos und bekundet sich da als ein wahres Ausscheidungsprodukt der Matrixzellen. An anderen Orten bemerkt man aber gewisse Strukturen. Hierauf komme ich bald zurück.

Die Matrixschicht, das ist die Hypodermis, besteht aus einer einzigen Epithelzellenlage. Es hat Wiren (1. c.) besonders kräftig hervorgehoben, daß es bei Chaetoderma nitidulum keine „Hypodermispapillen" gebe. Dies ist aber nicht zutreffend, denn die Zellen bilden am ganzen Körper kleinere Papillen um 3 — 5 Zellen. Hierdurch erhält die Hypodermis ein welliges Aussehen. Fig. 2 zeigt diese Papillen vom vorderen Teil des Tieres, Fig. 4 von dem hinteren. Diese Papillen welche jedoch viel schwächer entwickelt sind, entsprechen wahrscheinlich den Hypodermispapillen von Proneomenia und Neomenia. An der Spitze jeder solchen Papille liegt die Matrixzelle eines Spiculums oder einer „Riesenzelle", d. i. nach Wiren (1. c.) eine degenerierte Spiculummatrixzelle. Diese Zelle ist von Exkretionsprodukten strotzend gefüllt und soll nach Wiren (1. c.) vielleicht aus einer Wanderzelle hervorgegangen sein. In der „Riesenzelle" bemerkt man aber dieselben fädigen Strukturen, welche den übrigen Hypodermiszellen eigen sind, ebenso findet man, daß alle Uebergänge zwischen „Riesenzellen" und den übrigen Hypodermiszellen vorhanden sind. Es wird dadurch ziemlich wahrscheinlich, daß die Riesenzellen nichts anderes sind als umgewandelte Hypodermiszellen. Ebenso können Spicula an Zellen befestigt sein, welche keine strukturellen Verschiedenheiten mit den Hypodermiszellen aufweisen i).

Bei Chaetoderma sind die normalen Hypodermiszellen am Vorderende des Körpers ein wenig verschiedenartig von denjenigen


1) Hieraus wage ich jedoch keine Folgerungen über diese Matrixzellen zu ziehen, denn es läßt sich ja denken, daß eine derart entwickelte Wanderzelle strukturell mit den Hypodermiszellen übereinstimmen kann, obgleich es wirklich keinen genetischen Zusammenhang zwischen ihnen gibt.


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Fig. 2. Hypodermispapillen aus dem hinteren Körperteil. HP Hypodermispapille. Csch Cnticularschicht. Leitz hom. Inim. V,^ Oc. 4.

Fig. 3. Wimperzelle mit cutieularisirten Flimmerhaaren. B3I Basalmembran. Nc Neugebildete Cuticularsubstanz. Rz Riesenzelle. Wsch Wimperschopf. Uebrige Bezeichnungen wie oben. Leitz hom. Imm. V.o, Oc. 4.

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Fig. 2.


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u . ^'^' i'r Hypodermispapille aus dem vorderen Körperteil. Mc Muskelcuticularsubstanz. 3Is Muskelzelle (quergeschnittene). 5/ Sarkoplasmafaden. Uebrige Bezeichnungen wie oben. Leitz hom. Imm. Vi6> Oc. 5.

Anat. Am. XXII. Aufsätze. 9


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am Hinterende. Am fliiiterende sind sie „stundenglasförmig" , obgleich nicht so deutlich, wie es Wiren (1. c.) hervorhebt (Fig. 2). Die zwischen den „stundenglascähnlichen" Zellen befindlichen Hohlräume, welche Wiken (1. c.) beschrieben hat und welche von einem feinen Fasernetz durchzogen sind, sind die Einkerbungen der Hypodermislage, welche durch das Dasein von Papillen verursacht sind (Fig. 2). Die feinen intercellulären Fädchen sind Sarkoglia- Ausläufer der Ringnmskeln, welche sich an der Hypodermis anheften. (Siehe über diese Frage unten !) Am Vorderende können die Hypodermiszellen verschiedene Formen annehmen, bald sind sie zylinderähnlich, bald sind sie abgeplattet, bald kugelrund (Fig. 4). Der Kern ist rundlich, ziemlich chromatinreich. Die Zellstruktur ist eine sehr deutliche, vertikal fädige, und die Fäden laufen gewöhnlich von der Base der Zelle bis an die Spitze. Die Zellengrenzen sind in allen Richtungen deutlich; nie gehen die Zellen direkt ohne scharfe Grenze in die Cuticula über, wie es Wiren behauptet und es kann somit von einer Cuticularbildung im Sinne Tullbergs^) nicht die Rede sein. Die Hauptmasse der Cuticula ist als ein Ausscheidungsprodukt der Hypodermiszellen aufzufassen.

Was die Hypodermis nebst Cuticula von Chaetoderma besonders interessant macht, ist das Vorkommen von abweichenden Hypodermiszellen und deshalb auch abweichenden Cuticularbildungen. In gewissen Hypodermiszellen, und diese kommen besonders im Vorderende des Tieres ziemlich allgemein vor, bemerkt man eine periphere Lage am Eisenhämatoxyliupräparate intensiv schwarz gefärbter Körperchen, von welchen nach außen ein Büschel von cuticularisierten Fäden ausgeht (Fig. 3). Es sind diese Körperchen die Blepharoplasten einer Ciliarzelle, deren Cilien cutinisiert sind. Es beteiligen sich also auch bei Chaetoderma nitidulum Cilien an der Bildung der K ö r p e r h a u t cu t i c u 1 a.

In einer früheren Abhandlung 2) habe ich gezeigt, daß bei Insekten auch eine andere Zellkategorie an der Cuticulabildung teilnimmt, nämlich die Muskelzellen; dies ist auch der Fall bei Chaetoderma. Wiren (1. c.) hat gezeigt, daß es zwischen den Muskelzellen des Hautmuskelschlauches feine sarkoplasmatische Ausläufer giebt, die die verschiedenen Muskelzellen miteinander verbinden. Diese Ausläufer kann man sehr leicht an einem Längsschnitte durch den Hautnmskelschlauch verfolgen. Sie verbinden in der Tat auch die benachbarten Muskelzellen miteinander und sind Sarkoplasma-Ausläufer, aber sie

1) Kongl. Svenska Vetenskapsakademiens Handliuger, Bd. 19, 1881.

2) Anat. Anzeiger, 1902.


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haben noch eine andere Bedeutung, wie dies aus meinen Untersuchungen hervorgegangen ist. Untersucht man nämlich die oberflächlichsten Teile der Ringmuskellage, so findet man, daß diese Fädchen nicht nur Muskelzellen mit einander verbinden, sondern auch die Muskelzellen mit der Hypodermis verbinden, und noch mehr, daß sie die Muskelzellen in der Cuticula befestigen (Fig. 4). Verfolgt man nämlich einen dieser Fäden, so findet man, daß dieser, der sich an Eisenhämatoxylin-Kongorot- Präparaten proximal rot färbt, in der unmittelbaren Nähe der Hypodermiszellen intensiv schwarz tiugiert. Nachdem dieser Faden die Hypodermis erreicht hat, drängt er sich entweder zwischen zwei Hypodermiszellen ein oder durchsetzt eine Hypodermiszelle gänzlich. In beiden Fällen bohrt er sich, nachdem er sich in mehrere Fädchen aufgelöst hat, in die Cuticula hinein. Der in der Cuticula gelegene Teil der Sarkoplasma- Ausläufer färbt sich wieder rot, unterscheidet sich aber von dem Proximalteil des Fadens durch sein Lichtbrechungsvermögen ; er ist also distal cutinisiert. Da jeder Sarkoplasma-Ausläufer sich in eine Menge kleinerer Fädchen auflöst, und diese sich in die Cuticula hineindrängen, so entsteht die fädige Struktur der zugehörigen Cuticula. Diese Muskelinsertionsstellen sind sehr allgemein in der Haut von Chaetoderma verbreitet. Besonders reichlich kommen sie an allen Seiten der Spiculamatrixzellen vor und rufen dort die fädige Cuticularstruktur hervor, die Wiren (1. c.) beschrieben hat (Fig. 4). In der Hautcuticula enden auch zahlreiche Nerven.

Auch an der Mundschildcuticula finden wir derartige Muskelinsertionen, sie sind aber hier viel schwieriger zu studieren.

Daß das Hineinwachsen der Sarkoplasmafäden nicht ein automatisches ist, kann man a priori annehmen. Das Hineinwachsen geht vielleicht in der oben für die Neurofibrillen des Mundschildes angedeuteten ^Yeise vor sich.

Die Mitteid arm cuticula (Fig. 5).

Ueber die Epithelzellen des Mitteldarmes von Chaetoderma nitidulum schreibt Wiren (1. c): „Das Mitteldarmepithel besteht aus einer einzigen Lage kleiner, fast kubischer Zellen mit großen Kernen. Im Uebergange vom Vorderdarme zum Mitteldarme sind die Zellen hoch und mit langen Flimmerhaaren versehen, wie schon erwähnt ist ; nach hinten schwinden sie rasch an Größe, die Flimmerhaare werden gleichfalls kürzer und hören endlich völlig auf einige /< hinter der Mündung."

Dies ist aber nicht in allen Punkten zutrefi"end, ebenso ist darin etwas übersehen. Die Mitteldarmzellen sind wenigstens größtenteils Flimmerzellen, obgleich die wahren Flimmerhaare einer jeden Zelle an

9 *


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Zahl sehr reduziert sind und deshalb leicht übersehen werden. Die meisten Zellen sind in der Tat mit einer kleineren Zahl wahrer Flimmerhaare versehen (Fig. 5). So sind Zellen mit nur 2 Flimmerhaaren sehr allgemein in allen Teilen des Mitteldarmes. Die Mitteldarmzellen besitzen außerdem einen dünnen, vertikal gestreiften Cuticularsaum, was Wiren nicht kennt. Die Fhmmerhaare durchsetzen diesen Cuticularsaum.


GBl KBl





Fig. 5. Zellen aus dem Mitteldarme. CCentrosomeu. GBl größere Blepharoblasten (= ciliierte Ceutrosomen. KBl kleinere Blepharoblasten. Ss Stäbchensaiim.


Was aber die Mitteldarmzellen von Chaetoderma besonders interessant macht, ist das Verhalten der Blepharoblasten. Jedem Flimmerhaare gehört ein Blepharoblast von ziemlich großen Dimensionen an, während es an jedem Streifen des Cuticularsaumes einen kleinen Blepharoblasten giebt (Fig. 5). Der Cuticularsaum des Mitteldarmes von Chaetoderma ist aus reduzierten, starren Cilien aufgebaut. Es ist somit eine Arbeitsteilung zwischen den Flimmerhaaren eingetreten. Die einen bleiben beweglich, die anderen werden starr und stellen Schutzorgane der Zelle dar. Die (größere) Reduktion der Blepharoblasten der starren Cilien hängt gewiß mit der Reduktion der Cilien zusammen.

Die Mitteldarmzellen von Chaetoderma sind auch geeignet, etwas Licht auf die Centrosomenfrage zu werfen, denn man findet nämlich in den spärlichen cilienlosen Zellen, daß es an ihren distalen Flächen zwei nahe beieinander gelegene, an Eisenhämatoxylinpräparaten intensiv schwarz gefärbte Körperchen gibt (Fig. 5 c). Dies kann nichts anderes sein als die Centrosomen der Zelle. Ihre Lage ist die für die Centrosomen charakteristische. Wie vorher hervorgehoben, giebt es im Mitteldarme Zellen, welche mit 2 Cilien versehen sind (Fig. 5 a). Die Lage der zu diesen Cilien gehörenden Blepharoblasten ist immer genau dieselbe wie die der Centrosomen der cilienlosen Mitteldarmzellen. Es liegt daher nahe, anzunehmen, daß die Blepharoblasten wirklich Centrosomen sind, wie ich ^) es vorher mit Lenhossek -) u. a. geglaubt habe.

1) Anat. Anz., Bd. 21, No. 4, 1902.

2) Verhandl. der Anat. Gesellsch. auf der 12. Versammlung in Kiel, 1898.


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Nachdruck verboten.

Sulla struttura degll Osteoblastic).

Nota di C. Sackkdotti, lucaricato della direzione deiristituto, e Gr. Fkattin, Assistente.

[Istituto di Patologia generale della Universitä di Torino.]

Con una figura.

Nel corso di un lavoro sperimentale sulla produzione eteroplastica dell'osso-) abbiarao avuto occasione di osservare un particolare di struttura degli osteoblasti, sul quale abbianio creduto opportuno di insistere con ulteriori ricerche.

I preparati che abbiamo allora studiato, generalmente, erano allestiti da pezzi fissati in liquido di Zenker e, senza ulteriore decalcificazione (perche, trattandosi di sottili e giovani trabecole ossee, questa e sufficientemente raggiunta dal liquido di Zenker), inclusi in paraffina per averne sottili sezioni che poi erano colorate con ematossilina ed eosina. In questi preparati gli osteoblasti si mostravano molto evident! perche il loro abbondante citoplasma presentava notevole colorabilitä con r ematossilina, contenendo molta sostanza basofila. Inoltre, servendoci di un buon ingrandimento (Zeiß, Ob. E, o, meglio, Koristka Vi 5 imm. om., Oc. comp. 4) fin dai primi preparati studiati ci fu possibile distinguere con sicurezza gli osteoblasti da qualunque altra cellula con cui potessero confondersi (per esempio dai fibroblasti) per la presenza, a lato del nucleo, generalmente eccentrico, di una regolare rarefazione sferica del citoplasma, di diametro presso a poco uguale a quello del nucleo. Questa formazione ha l'apparenza di un vacuolo; in realtä perö, non possiamo dire che si tratti di un vero vacuolo, perche non abbiamo potuto dimostrare di essere di fronte ad una escavazione contenente una qualunque sostanza: piuttosto tale apparenza si puö dire dovuta ad una porzione sferica di citoplasma nella quale non esistono quelle sostanze che si colorano con 1' ematossilina ; questa porzione del corpo cellulare, quindi, nei nostri preparati appariva piü pallida del rimanente del corpo cellulare colorata diffusamente


1) I risultati di queste ricerche furono comunicati alia R. Accademia di Medicina di Torino nella seduta del 14 marzo 1902.

2) Comunicato alia R. Accademia di Medicina di Torino il 29 novembre 1901 e pubblicato nel Vikchow's Archiv, Bd. 168.


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in roseo della eosina. Nel ceutro di questa formazione in parecchi osteoblast! abbiamo anche notato un piccolo corpicciuolo costituito da sostanza simile al rimaneute del citoplasma e quiudi di aspetto granuloso e colorabile con 1' ematossilina.

Poiche questo reperto ci era apparso nei nostri preparati costante e poiche non ne abbiamo trovato cenno in nessuno dei piii accreditati trattati di Istologia normale ne in alcun lavoro speciale, abbiamo volute vedere se si trattasse di una particolarita esclusiva degli osteoblast! di produzione eteroplastica sperimentale o se fosse comune a tutti gli osteoblast!. Abbiamo, quindi, esaminato piccole ossa, in via di sviluppo, di coniglio, di cavia, di ratto albino e di uomo. E in tutti quest! mammifer! abbiamo potuto accertare la costanza del descritto particolare d! struttura degli osteoblast!. Anche nella ossifica zione fisiologica in par ecchi osteoblast! al centro

, ' di quella formazione, che,

per brevita, continueremo achiamare vacuole, si nota il gia accennato corpicciuolo basofilo ed, iuoltre, .. ' d in questa, come nella ossificazione eteroplastica, ab biamo visto che il vacuolo e evidente anche nella gio>i van! cellule ossee (come appare dell' annessa figura) quando il citoplasma non

Fig. 1. Da una epiftsi di ^ coniglio neonato. (Fissazione in

" liquido di Zenker — color,

ematossilina e eosina. Ingrandimento 600 D [Koristka ob. Vis, 00. comp. 4]). a osteoblasti. h coi'pieciuolo centrale del vacuolo. c giovane cellula ossea presentante ancora il vacuolo. d cellula ossea completamente evoluta. e sostanza fondamentale dell'osso.

e ancora raggrinzato come nella cellule ossee completamente evolute. Ci occorse anche di esaminare della neoformazione ossea provocata in una mandibola umana da invasione di zaffi carcinomatosi provenienti dal pavimento della bocca, ed anche in questo caso tutti gli osteoblasti presentavano il vacuolo.



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II particolare di struttura di cui ci occupiamo si vede abbastanza facilmente quando la sezione sia sottile e quando sia allestita da materiale ben fissato e che successivamente non abbia subite le manipolazioni messe generalmente in atto per la decalcificazione. In fatti, stabilita la costanza del nostro reperto in tutti gli osteoblasti che avevamo studiato, costanza che ci permette di riteuerlo caratteristico almeno per i mammiferi, aveudo noi da prima eseguite le nostre ricerche anche nel campo fisiologico su piccole ossa fissate in liquido di Zenker, abbiamo voluto studiare ossa in via di sviluppo fissate con altri metodi al doppio scopo, di escludere la possibilita che il vacuolo fosse eventualmente un artefatto dovuto al liquido fissatore e di chiarirne possibilmente la natura.

Avendo fissato ossa in via di sviluppo in alcool, in liquido di Müller, in liquido di Flemming, in soluzione concentrata di sublimato, e successivamente avendo sottoposto il materiale alia decalcificazione, coi raigliori metodi suggeriti dalla tecnica (compreso quello alia fluoroglucina), il vacuolo non ci apparve che in casi eccezionali e non mai ben evidente. Se questo fatto ci spiegava da uu lato la ragione per cui un cosi costante reperto fosse sfuggito alia osservazione di tanti diligenti studiosi che ci avevano preceduto nelle ricerche sulla ossificazione, ci lasciava pero sempre piu il dubbio di essere di fronte ad un artefatto. Abbiamo quindi voluto vedere anche gli osteoblasti non fissati, e vi siamo arrivati dilacerando pazientemente dei frammenti di piani di ossificazione in soluzione fisiologica di cloruro sodico.

Negli osteoblasti cosi esaminati il vacuolo si intravede con una certa difficolta; si rende, pero, evidente se alia soluzione fisiologica ci aggiunge un po' di azzurro di Metilene, che colora la parte basofila del citoplasma e fa risaltare la porzione in cui la sostanza basofila raanca. Molto chiaramente si vede il vacuolo se si fanno macerare per un paio di giorni degli ossicini in via di sviluppo in liquido di MtJLLER allungato con 2 parti di acqua. Dagli ossicini cosi macerati, merce la dilacerazione, si ottengono abbastanza facilmente degli osteoblasti isolati che, avendo il loro citoplasma colorato in giallognolo, presentano ben distinto il vacuolo; di piii, si puo fare la dilacerazione in picrocarmino e dopo avvenuta la colorazione, sostituire, sotto al vetrino, alia sostanza colorante dell' acqua e quindi della glicerina leggermeute picrica. In questo modo si possono ottenere dei preparati molto dimostrativi, nei quali gli osteoblasti isolati presentano il loro citoplasma tinto in rosso e reso trasparente dalla glicerina, che lascia nettamente apparire il vacuolo e, quando esista, il corpicciuolo centrale.

In base ai risultati di queste ricerche crediamo di poter ritenere


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dimostrato che il vacuolo da iioi osservato non e un prodotto artificiale, ma un reale particolare di struttura costante degli osteoblast! del niamraiferi.

Con questo, pero, non potevamo ritenere esaurito il nostro compito, ma dovevarao ancora insistere nella ricerca per vedere se ci fosse possibile stabilire qualche cosa sul significato del particolare di struttura da noi messo in evideuza. Ma pur troppo qui i nostri sforzi non raccolsero grandi risultati.

Abbianio applicato alio studio degli osteoblasti i pin svariati metodi di colorazione, ma fiuora non ci e stato possibile mettere in evidenza nel vacuolo alcuna sostanza speciale. Abbiamo principalmente insistito con la colorazione all'emotossilina ferrica perclie sospettammo che il vacuolo contenesse il centrosoma, . ma senza sicuro risultato. Abbiamo applicati metodi atti a rivelare tracce di sostanza calcarea e cioe il metodo suggerito da Kossa i), basato sulla proprieta che ha questa sostanza di annerire se trattata con nitrato d'argeuto, e quello suggerito da Grandis e Mainini 2) basato sulla proprieta della purpurina di colorare i sali di calce in grembo ai tessuti organici ; ma il risultato fu sempre negativo. Finalmente abbiamo voluto vedere come neir osteoblasto fosse distribuito il fosforo, che ha tanta importanza nel fenomeuo della ossificazione. A questo scopo abbiamo cercato di ottenere e seguire con I'osservazione microscopica la reazione michrochimica del fosforo col metodo suggerito da Lilienfeld e Monti 3). Dilacerando in soluzione fisiologica di cloruro sodico un pezzetto di osso in via di sviluppo, abbiamo gia veduto come sia possibile ottenere degli osteoblasti isolati. Fissata I'attenzione su uno o qualcuno di tali elementi abbiamo sostituito, mediante aspirazione con carta bibula, alia soluzione indifferente della soluzione di molibdato d'ammonio secondo Fresenius; dopo un po' di tempo da che il molibdato aveva agito, con lo stesso metodo lo abbiamo sostituito con soluzione di pirogallolo. Avvenuta la reazione, e utile far di nuovo passare tra il coprioggetti e il portoggetti della soluzione di cloruro sodico per sgombrare il preparato dai precipitati. Con questo metodo gli osteoblasti diventano molto evidenti perche il loro citoplasma assume un colore grigio scuro, quasi nero, il che e indizio della sua ricchezza in fosforo e il vacuolo appare molto distinto, perche rimane chiaro ; scuro invece diventa il corpicciuolo centrale al quale abbiamo ripetutamente

1) J. V. Kossa, Ziegler's Beiträge, 1901, Bd. 29.

2) Geandis e Mainini, Atti della R. Accad. dei Lincei di Roma, Vol. 9, 1900.

3) Lilienfeld e Monti, Archives italiennes de Biologie, 1893, Vol. 19.


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accennato. Nel vacuolo, quindi, c'e meno fosforo che nel resto del citoplasma, e il corpicciuolo centrale, quando esiste, non rappreseuta che un residuo della sostanza basofila e ricca in fosforo del citoplasma che nel vacuolo fa difetto.

In conclusione, adunque, ci pare logico ammettere che il particolare di struttura da noi messo in evidenza debba ritenersi costante e caratteristico degli osteoblasti e quindi collegato con la speciale funzione metabolica di questi elementi. ülteriori ricerche potranno forse dirci qualche cosa di piii concreto nel suo meccanismo di produzione e sul suo intimo significato. Se tale particolare non e stato finora descritto crediamo sia da riferirsi a cio che non e visible che in sezioni molto sottili ottenute da materiale bene fissato e che dopo la fissazione non abbia subita 1' azione dei comuni mezzi decalcificanti.

Appendice. Questa nota era giä in corso di stampa, quando comparve sul Centralbl. f. allg. Pathologie (Bd. 13, No. 10, pubblicato il 20 giugno 1902) un lavoro di Askanazy „Ueber das basophile Protoplasma der Osteoblasten, Osteoklasten und anderer Gewebszellen" nel quale e fatto fugacemente cenno alia esistenza del particolare di struttura degli osteoblasti, che noi abbiamo studiato. L' osservazione di Askanazy costituisce una conferma del nostro reperto; e se egli non lo ottenne costautemente, si deve alia tecnica da lui usata.


Nachdruck verboten.

Plagiocefalia e plagioprosopia nei Priinati.

Pel Dr. F. Frassetto. Con 3 figure.

La plagiocefalia nelle Scimmie e poco conosciuta. I casi che sinora ho trovato descritti, o figurati, sono i quattro seguenti:

1^ e 2^ caso. Fam. Siraidae, Gen. Troglodytes. L'anno scorso, il Dr. M. Neveu-Lemaire (1), descrisse e figurö un cranio di T. niger L., che offriva una notevole asimmetria. „II present", scrive l'autore, „une atrophie partielle ou plutot une hömiatrophie de la plupart des os du cräne et de la face du c6t6 droit, ce qui lui donne un aspect tout ä fait asymetrique". Un altro caso di asimmetria, in un cranio di Scimpanze, fu figurato dall' Hartmann (2) nel suo lavoro sul Gorilla (Tav. VII, fig. 1).


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3" caso. Farn. Cercopithecidae, Subfam. C e r c o p i t h e c i n a e, Geu. Macacus. Nel 1889 lo Chundzinski (3) descrisse e figuro un bei caso di plagiocefalia in un cranio di giovane Macaco, nel quale la plagiocefalia coincideva con la sinostosi della maggior parte della coronale sinistra e la faccia era rivolta a destra.

4" caso. Gen. Papio. Nel 1877 il Prof. Paolo Broca (4) verified un caso in un cranio di giovane Mandrillo (mandrill jeune, Cynocephalus mormon Desm.) appartenente al Museum d'Histoire Naturelle di Parigi ove era catalogato col No. 5 I 179. „Sur ce crane" dice il Broca, „les sutures etaient ouvertes excepte la branche gauche de la suture coronale qui 6tait completement effac6e. Sans etre nettement plagioc6phale, ce crane est le siege d'une deformation oftrant avec la plagioc6pbalie une analogie manifeste."

A questi quattro casi che ö potuto raccimolare nella letteratura anatomica, ne aggiungo ora altri tre riscontrati fra i 267 cranii di Sciramie apparteneti al Museo d'Anatomia comparata di Parigi e di cui ne ö avuto in comunicazione gli esemplari, che descrivo, per la cortesia del suo Vicedirettore, Dott. H. P. Gervais.



t^vi'


I.

Fam. Cercopithecidae, Subfam. Semnopithecinae, Gen. Semnopithecus — P caso (fig. 1). Cranio di Semnopithecus

maurus Fr. Cuv. No. A 1301 delle Gallerie d' Anatomia Comparata nel Museum di Parigi.

Questo cranio appartiene, con molta probabilita, ad un individuo vecchio giacche la coronale, la sagittale e la lambdoidea sono sinostosate.

r^^^^ Nella porzione cefalica di questo

^^ cranio non vi e alcuna alterazione

"^ ^^'^^ notevole da rilevare; la sede del r alterazione e nelle ossa della faccia che sono asimmetriche in grado notevole. La metä destra della porzione anteriore del mascellare superiore e spostata in avanti ed in alto tanto da formare un piano inclinato che contrasta assai con la dolce incurvatura della corrispondente por


Fig. 1. Ciauio di Semnopithecus


maurus Fk. Cuv., ritlotto di ffrandezza naturale


diüla


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zione nel lato sinistro. In concomitanza con questa asimmetria del mascellare superiore si puo verificare F asimmetria dei denti incisivi e specialmente dei canini. L'incisivo laterale di destra e accavallato suH'incisivo mediano dello stesso lato, rimanendo cosi spostato in un piano anteriore a quello del suo corrispondente incisivo nella metä sinistra. II canino destro e spostato in avanti ed in alto, rispetto al canino di sinistra, tanto da trovarsi alio stesso livello delr incisivo mediano del medesimo lato. La radice di questo canino, essendo ipertrofica e sollevando la porzione di osso in cui e inserita, accentua maggiormente T asimmetria. Un' ultima particolarita da notare — Neir articolazione della mandibola, il canino inferiore, invece di andare ad allogarsi nel diastema che esiste fra il canino ed il prirao premolare superiore, come accade normalmente nelle scimmie, esso va ad allogarsi al di sotto del canino superiore in un gradino intern o di quest' ultimo.

II e III. Subfam. Cercopithecinae, Gen. Cercopithecus — 1^ caso (fig. 2). Cranio di Cercopithecus patas Erxl. (?) No. A 1458 delle Gallerie d' Anatoraia Comparata nel Mus6um d'Histoire Naturelle di Parigi.


h\x,


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Fig. 2. Cranio di Cercopitliecus patas Eexl. CJ), ridotto di "/^ dalla grandezza naturale. Fig. 3. Cranio di Cercopitliecus callithrichus E. Geoff., ridotto di ^/^ dalla grandezza naturale.


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Questo cranio appartiene ad un indiviclio adulto quantunque vi persista la fontanella ipoasterica sinistra con una traccia di sutura squamo - condiloidea lunga 4 mm. Nell' augolo lambdico del parietale sinistro si nota un po di erosione che spicca sulla lucidezza della rimauente porzione della volta. Sulla porzione posteriore si nota una prevalenza accentuata della metä destra sulla sinistra. Questa prevalenza e dovuta ad uno sviluppo del parietale destro maggiore del sinistro e ad un sollevamento della regione occipitale destra causato forse da tumore o ematoma del cervello. Questo rigonfiamento, o sollevamento, che dir si voglia, dell'osso, produce una vistosissima asimmetria della sutura lambdoidea e della linea nucae superiore.

2° caso (fig. 3). Cranio di Cercopithecus callithrichus E. Geoff, adulto, No. A 1348 delle Gallerie d'Anatomia comparata nel Museum d'Histoire Naturelle di Parigi.

Questo cranio e importantissimo per la presenza della sutura patietale verticale totale e della fontanella episquamosa destra, particolarita giä da me descritte nelle „Notes de Cranologie Corapar^e" ^) alle quali indirizzo il lettore desideroso di maggiori particolari. Guardato dalla norma superiore questo cranio si rivela asimmetrico perche il parietale destro e piii basso del sinistro e perche anche vi e un p6 di plagiocefalia occipitale destra. Questa plagiocefalia sposta il piano della metä destra dell' occipitale in avanti influenzando anche la porzione mastoidea del temporale che viene trasportata in un piano anteriore a quello della porzione mastoidea del lato sinistro.

Interpretazioni e Conclusioni. Quali sono le cause della plagiocefaha e della plagioprosopia nelle Scimmie? Dai pochi casi che registra la letteratura e da quel pochi teste descritti, risulta che, la plagiocefalia e la plagioprosopia sono associate a siuostosi di qualche sutura (caso di Chundzinski e di Broca), e a ditfetto di sviluppo (2*^ caso descritto da me). Probabilmente pero, anche per le Scimmie, si potranno ammettere le cause che si sono ammesse per la plagiocefalia e per la plagioprosopia nelI'uomo. Si potranno cioe ammettere cause patologiche come I'epilesssia (5), Tidrocefalia (6), il rachitismo (7), I'idiozia (8), o equivalenti di questi, e cause meccaniche come: contrazioni uterine (9), giacituradel feto (10), meccanismo del parto nei bacini asimmetrici (11), sinostosi precoce delle suture (12). Quali siano poi, fra le cause patologiche e


1) Queste note sono in corso di stampa negli „Annales des Sciences Naturelles".


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le meccaniche piü frequent! nelle Scimmie, e da ricercarsi. lo, pel momento, mi limito a far osservare la frequenza di queste variazioui craniche nelle Sciraraie, variazioni che considerate, per quanto riguarda la frequenza, con quelle dell'uomo, appaiono piü frequenti nelle scimmie che nell'uomo. E difficile esaminare una collezione di 267 cranii umani e trovare tanti casi di plagiocefalia quanti ne abbiamo osservato noi, nella collezione di 267 cranii di Primati che abbiamo esamiuato ^). Ecco quindi un altro fatto in appoggio alia nostra teoria della riduzione progressiva della variabilita del cranio, tanto nella sua ontogenesi, come nella sua tilogenesi (13), Ecco un altra conferma della legge di Rosa (14) che noi continuiamo a verificare man mano pel cranio.

Se ora estendendoci in coteste considerazioni, volessimo prendere in esame un ordine di Mammiferi inferior!, i Cetacei per esempio, e volessimo confrontarlo coi primati e con I'uorao, avremmo un' altra riconferma della progressiva infrequenza della plagioprosopia e della plagiocefalia, della asimmetria in genere, poiche e nota la vistosa asimmetria di questo ordine, specialmente per certi generi^).

Ci sembra cosi di aver verificato in questi tre ordini (Cetacei, Primati


1) Per essere piü esatto diro che fra questi 267 cranii ve n' ha 50 di Semnopitheci e 39 di Cercopiteci. Se ora, al primo caso descritto nei Semnopiteci ne aggiungiamo uu altro bellissimo (No. 1229 Simia Maura del Museum) avremo due casi per i Semnopiteci (4 °/q) e 2 per i Cercopiteci (5 %).

2) „Le defaut de symetrie, si commun parmi les Cetaces, n'est pas un fait accidentel, et qui surgit apres la naissance; il exists deja tres-souvent dans le foetus et principalement dans certains genres. Ce defaut se fait surtout remarquer dans les os qui entourent les fosses nasales, et c'est dans la famille des ziphio'ides qu'il arrive a son maximum. On voit souvent, en effet, les fosses nasales des ziphioides s'ouvrir sur le cote, at les os maxillaires, de meme que les intermaxillaires, le vomer et les OS nasaux differer notablement k droit et ä gauche.

M. Huxley a represents une tete de foetus de cachalot dans laquelle on voit deja tres-distinctement cette absence de symetrie. Ce n'est done ni I'effet de l'äge, ni I'effet de la grande taille. Les intermaxillaires atteignent de tres-bonne heure, des hauteurs differentes autour des marines et surplombent irregulierement les os propres du nez, qui sent completement dififerents ä droit et k gauche. De tous les Cetaces ■ce sont les baleines qui ont les os les plus symetriques." (Van Beneden et Paul Gervais. Osteographie des Cetaces vivants et fossiles, p. 3, Paris, Arthus Bertrand, 1880.)

Per avere altre notizie generali sulla asimmetria dei Cetacei vedi anche: Pouchet et Beauregard, Trait e d'osteologie comparee, p. 238, Paris, G. Massen, 1889.


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e Bimana) la riduzione progressiva dell' asimmetria, e cioe di aver verificata la nostra legge per la filogenesi, quantunque, pei Cetacei, ci potrebbero obbiettare il fenomeno ceuogenetico deH'addattameDto alia vita acquatica. Per la ontogenosi pero, le poche ricerche sinora eseguite, uon ci autorizzerebbero a concludere ugualmente; ci darebbero anzi torto poiche secondo i risultati di Reh (15) negli animali superiori ii feto e piu simmetrico dell'adulto ed anche perche secondo le ricerche di Guldberg (16) la disimmetria e poco accentuata nei fanciulli.

Dai Laboratorii di Zoologia ed Anatomia Comparata di Torino, Maggio 1902,

Bibliograf ia.

Neveu-Lemaire, M., Notes de Teratologie. Bull, de la Societe Zoologique de France, Annee 1901, T. 26, p. 62—76. Avec 6 fig. Paris 1901.

Hartmann, R., Der Gorilla. Zoologisch-zootomische Untersuchungen. Leipzig 1880.

Chundzinski, M. Th., Sur un cas de plagiocephalie observe chez un jeune macaque. Bulletin de la Soc. anthropolog. de Paris, T. 12, 3. Serie, Annee 1889, p. 121.

Broca, p., De la plagiocephalie chez les singes. Bulletin de la Soc. anthropolog. de Paris, 2. Serie, Annee 1877, p. 402. Lasbgue, De 1' epilessie par malformation du crane, 1880. Venturi, La plagiocefalia e le convulsion!. Giorn. di Neuropatologia, Anno 4, Pasc. 3—4, Napoli 1886.

e 7) Amadei, La capacita dei crani negli alienati. Rivista Sperim. di Freniatria, Anno 8, Reggio Emilia 1883.

Morselli e Tamburini, Degenerazioni fisiche e moral! dell' uomo. R!vista Sperim. di Freniatria, Anno 1, Reggio Fmilia 1875. GuDDEN, Anomalien des menschlichen Schädels. Arch. f. Psychiatr., Bd. 2, p. 637.

10) BiERVLiET, J. J. Van, L'homme droit et Thomme gauche. Revue Philosoph., T. 48, 1889.

11) Maynert, Kraniologische Beiträge zur Lehre von der psychopatischen Veranlagung. Jahrb. f. Psychiatr. 1881.

12) ViRCHOw, Untersuchungen über die Entwickelung des Schädelgrundes. Verhandl. der Berl. Ges. f. Anthropolog., 1857.

13) Frassetto, f., Notes de craniologie comparee. Lavoro in corso di pubblicazione negli. Annal. des Sciences Natur, di Parigi, 1902.

14) Rosa, D., La riduzione progressiva della variabilitä in rapporto con r estinzione e l'origine delle specie , Torino, Carlo Clausen, 1899.

15) Reh, L., Ueber Asymmetrie und Symmetrie im Tierreiche. Biolog. Centralbl, Bd. 19, 1900.

16) Guldberg, Zeitschr. f. Biol., Bd. 35, p. 17.


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Nachdruck verboten.

Erwiderung au Herrn K. Gfroscliuff.

Von K. E. ScHEEiNEK, Christiania.

In einer Notiz in No. 12/13 vorigen Bandes des Anat. Anzeigers (p. 367) zu meiner Arbeit über die Entwickelung der Amniotenniere (Zeitschr. f. wissenschaftl. Zoologie, Bd. 71, Heft 1, 1902) schreibt Herr Groschuff folgendes: „Es wird darin" (d. h. in meiner Arbeit) „die alte Angabe Sedgwicks, nach der die bleibende Niere bein) Hühnchen aus einem dem WoLFFSchen Körper homodynamen hinteren Urnierenabschnitt hervorgeht, für eine größere Zahl von Amnioten bestätigt. Schrf:iner glaubt der Erste zu sein, welcher auf diese Weise die nicht zur Anerkennung gelangten Befunde Sedgwicks zu Ehren bringt. Die Tatsachen der Ontogenie sind jedoch von mir in mit Sedgwicks Befunden beim Hühnchen und Schreiner's Ergänzungen übereinstimmender Darstellung in einem Artikel: Entwicklung der weiblichen Genitalien, Encyklopädie der Gynäkologie, Leipzig, F. C. W. Vogel, 1900, speziell für Säugetiere angegeben worden, und zwar nach eigenen Untersuchungen an einem weit größeren Materiale (im ganzen 26 Formen von Amnioten und Amphibien), als es Schreiner zu Gebote stand."

Was die in der Notiz Groschuffs von ihm erhobene Prioritätsfrage betrifi't, so überlasse ich die Entscheidung derselben unseren Kollegen.

Ich bedaure sehr, daß der klare und übersichtliche Artikel Herrn Groschuffs meiner Aufmerksamkeit entgangen war, bis ich denselben in Brauers Arbeit (Beiträge zur Kenntnis der Entwickelung und Anatomie der Gymnophionen, III, Zool. Jahrb., Abteilung f. Anatomie u. Ontogenie d. Tiere, Bd. 16, Heft 1, 1902) zitiert sah. Wie Herr Groschuff selbst in seiner Notiz im Anat. Anz. zugibt, ist sein Artikel recht schwer auffindbar, was zu meiner Entschuldigung sprechen möchte ^).

Von einer größeren Bedeutung für meine Arbeit wäre der Artikel Groschuffs , auch wenn ich den Inhalt desselben gekannt hätte, mittlerweile nicht gewesen. Auf weniger als zwei Seiten hat Herr Groschuff in seinem Artikel eine Uebersicht der Entwickelung des ganzen Exkretionssystems bei den Amnioten geliefert, auch die Verhältnisse bei den Anamuiern werden berücksichtigt ^). Er schließt sich


1) Brauer hat — wie Herr Groschuff mitteilt — infolge persönlicher Uebersendung des Verfassers mit Hinweis auf die darin enthaltene Bestätigung der Befunde Sedgwicks den betreffenden Artikel zitiert.

2) Auf den Inhalt des Artikels hier genauer einzugehen finde ich umsoweniger Grund, als Groschuff in seiner Notiz mitteilt, daß er


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in seiner Auffassung über die Entstehung des nephrogenen Gewebes, wie Emery, Renson und Herring, Sedgwick an, liefert aber ebensowenig wie die drei erwähnten Autoren den Beweis der Richtigkeit dieser Autfassung, welche — wie bekannt — im schärfsten Gegensatz zu einer anderen Auflassung steht, die besonders durch Koelliker, ToLDT, Nagel, 0. Schultze und Minot vertreten wurde.

Als ich meine Arbeit über die Entwickelung der Nachniere veröffentlichte, so war meine Aufgabe nicht nur, meine Auffassung über diesen Gegenstand darzustellen, sondern vor allem den Beweis der Richtigkeit dieser Auffassung zu liefern. Hierdurch unterscheidet sich meine Arbeit von derjenigen von Emery, Renson und Herring, wie auch von dem Artikel Groschupfs.

Daß ich durch meine Untersuchungen eine in jeder Richtung befriedigende Lösung der Erage nach der Phylogenie der Nachniere nicht erreicht habe, das gebe ich mehr als gerne zu, dazu waren meine Arbeitsmethoden und mein Material viel zu beschränkt, was ich auch an mehreren Stellen in meiner Arbeit hervorgehoben habe. Das Ziel meiner Arbeit war auch — wie ich p. 121 ausdrücklich bemerke — nicht eine Monographie über die Entwickelung der Nachniere, sondern nur die Prinzipien, nach welchen die Entwickelung bei den verschiedenen Amniotenklassen vor sich geht, festzustellen. Nach meinem Arbeitsplan sollte die schon veröffentlichte Abhandlung die Einleitung meiner weiteren , spezielleren , vergleichend - morphologischen Untersuchungen über die Nachniere bilden.

Wenn Herr Groschuff durch die Bearbeitung seines reichen Materials die volle Lösung der vielen wichtigen und interessanten Eragen erreichte, welche sich an die Entstehung der bleibenden Niere knüpfen, würde sich kaum jemand mehr als ich über seinen Erfolg freuen.

Biologische Meeresstation Dröbak, Norwegen, Juli 1902.


nicht mehr alles darin enthaltene in gleicher Weise vertritt ; erst wenn die von Groschuff angekündigten Berichtigungen meiner Darstelking vorliegen, behalte ich mir vor, sowohl auf diese wie auf seinen Artikel zurückzukommen.


Berichtigung.

In meinem Aufsatz ,^ur Kenntnis des Kehlsackes beim Renntier" haben sich leider zwei Druckfehler in den Figureuerkläruugen eingeschlichen, welche ich jetzt berichtigen möchte.

In der Erklärung zu Fig. 1 steht . . . etwa 1 ^/^ Jahre alten männlichen Beuteltieres ... es soll natürlich „Renntieres" heißen.

In der Erklärung zu Fig. 3 steht . . . Rehkuh statt „Rennkuh".

Upsala, im September 1902.

EiNAE LÖNNBERG.

Abgeschlossen am 12. September 1902. ^


Krommannsche Buchdruckerei (Hermacn Fohle) in Jena.


ANATOMISCHER ANZEIGER

Centralblatt

für die gesamte wissenscliaftliche Anatomie. Amtliclies Organ der anatomisclien Gesellschaft.

Herausgegeben von

Prof. Dr. Karl Yon Bardeleben in Jena.


Verlag von Gustav Fischer in Jena.


Der „Anatomische Anzeiger" erscheint in Nummern von etwa 2 Druckbogen. Um ein rasches Erscheinen der eingesandten Beiträge zu ermöglichen, werden die Nummern ausgegeben, sobald der vorhandene Stoff es wünschenswert macht und event, erscheinen Doppelnummern, Der Umfang eines Bandes beträgt etwa 50 Druckbogen und der Preis desselben 16 Mark. Das Erscheinen der Bände ist unabhängig vom

Kalenderjahr.

XXII. Band. ^ 1. Ok tober 1903. ^ N o. 2 und 3.

Inhalt. AufsHtze. Carlo Martinotti, Sur un noyau de cellules cerebrales semblables aux granules du cervelet. Avec 2 planches et 1 figure, p. 33 — 39. — Andrea Giardina, Note sul rueccanismo della fecondazione e della divisione cellulare, studiato principalmente in uova di echini. Con 6 figure, p. 40 — 58. — A. Koelliker, Zur Erinnerung an Eudolf Virchow. p. 59—62.

Biicheraiizeigeu. O. Jaekel, p. 62. — Grenzfragen des Nerven- und Seelenlebens, p. 63. — Gary N. Calkins, p. 63. — Encyklopädie der mikroskopischen Technik mit besonderer Berücksichtigung der Färbelehre, p. 63. — Walter Gutt MANN, p. 64.


Aufsätze.

Nachdruck verboten.

Sur un noyau de cellules c^rc^brales semblables aux granules

du cerTelet.

Par le Dr. Carlo Martinotti, libre decent de psychiatrie a l'Universite de Turin.

Avec 2 planches et 1 figure. La paroi interne des cornes antörieures des ventricules lat6raux präsente graduellement, de l'avant ä l'arriere, des modifications de structure. Ce qui est surtout remarquable, c'est la fusion de cette paroi avec la partie homologue de l'autre hemisphere, d'oü r^sulte la formation d'une sorte de cloison entre les ventricules lat6raux. Les connaissances que Ton possede sur cette cloison sont tres limit6es:

Anat. Anz. XXU. Aufsätze. 3


les tniites d'anatomie uous diseut qu'elle comprend la substance grise des veiitricules lat^raux; mais, jusqii'a present, il u'a encore 6te fait, a ce sujet, aucuue etude de line auatomie avec application des m6thodes les plus adaptees. Les limites auterieure et post6rieure de cette cloison sent donn^es par deux plans, qui passent transversalement a Tenct^phale: I'uu, en correspoudance de la partie ant(^rieure du septum lucidum; I'autre. a sa partie posterieure. Cette cloison presente des vari4t6s de conformation chez les maramiferes d'ordre sup6rieur et chez Thomme, et cela a cause du divers developpement que prend chez eux le septum lucidum: ainsi, chez le rat et chez le lapin, eile presente une forme quadrangulaire, tandis que, chez le chat, chez le chien et chez I'homme, eile a un aspect triangulaire.

Pour Studier la structure intime de cette partie, j'ai recouru a la methode de Weigert et specialment a Celles de Golgi. Parmi ces dernieres, j'ai donue la preference a la methode lente, parce qu'il est possible de I'employer meme pour des pieces de grandes dimensions. Cette methode ainsi appliqu6e ne m'a pas seulement permis de tres bien etudier les rapports de la cloison susdite, eile m'a encore fait constater clairement la presence d'un noyau ou groupe special de petites cellules, dont, jusqu'ici, ou n'avait pas soup(,^onn6 I'existence.

J'ai deja fait, au sujet de ce groupe de cellules, une breve communication a la Societe de m^decine de Pavie, avec demonstration de preparations.

Je me suis ensuite apphque ä plusieurs reprises a cette etude, en cherchaut a la rendre toujours plus complete, non seulement pour pr^ciser le point ou se trouve ce groupe de cellules et pour en donner une description morphologique plus detaillee, mais encore pour en faire un examen comparatif chez les divers animaux de I'echelle superieure ; et c'etait la I'miique moyen qui put procurer quelque indice, relativement ä sou importance physiologique. Avec d'autres methodes que celle de Golgi, il aurait ete presque impossible d'arriver a sa connaissance, et maintenant encore, bien qu'ou soit averti de sa presence, il est difficile de la constater avec les methodes ordiuaires de coloration, parce qu'alors ce groupe de cellules pent facilement se coufondre avec la partie cerebrale en^ironnante.

Supposons que Ton doive faire, en correspond ance du point ou commence a apparaitre le corps calleux, des coupes transversales de cerveaux de lapin, sur lesquelles on a pratique la reaction lente de Golgi. Au-dessous de ce point, la structure intime corticale de la face interne des hemispheres va en se modifiant, les cellules nerveuses subissent un changement dans leur disposition, laquelle devient parallele aux


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fibres rayeliniques qui vont au corps calleux. A mesure que Ton fait d'autres coupes, la structure de I'ecorce se modifie graduellement, la face interne de chaque hemisphere s'unit ä celle de I'autre hemisphere, et ainsi apparait la cloison qui fait I'objet de cette 6tude.

Pour pouvoir mieux expliquer la constitution de cette cloison, il convient de recourir a un dessin semi-sch6matique.

Dans ce dessin, cette cloison se montre essentiellement constituee de trois parties. On y observe d'abord un faisceau de fibres myeliniques (&), qui part d'en bas, decrivant comme un arc, et qui, arrive a moitiö de la hauteur de la cloison, tend ä s'61argir et se porte vers le corps calleux (a). Au milieu de ce faisceau se trouvent de nombreuses cellules nerveuses de moyenne grandeur, de forme fusel6e et irreguliere. Ce faisceau de filjres provient, chez le lapin, de la substance blanche de la face externe des hemispheres et correspondrait, chez I'homme,

Fig. 1. a coi-ps calleux. b faisceau de fibres myeliniques. e coupe des ventriculcs lateraux. d noyau de petites cellules nerveuses. e substance grise. / coupe de la commissure blanche antSrieure.

au faisceau que Ton d^signe sous le nom de faisceau de la substance grise des ventricules lat6raux et du septum lucidum. Chez le lapin, comme il n'y a presque pas de trace du septum lucidum, les fibres de ce faisceau passen t en tres grande partie dans le corps calleux, avec lequel cependant elles ne contractent qu'une faible union, puisque les traitements de technique finissent par les s6parer de ce dernier. Dans la concavity de Tare decrit par les fibres, qui se portent en haut, on trouve encore un amas de substance grise (e), laquelle prend des rapports ä I'externe avec les ventricules lateraux. Cette substance, qui constitue la seconde partie de la cloison, est composee de cellules de forme irreguliere presentant les memes caracteres que les cellules du corps strie; eile prend meme, chez le lapin, des rapports de continuity avec la portion externe de ce corps, c'estä-dire avec le noyau lenticulaire. Cette substance grise, specialement avec la methode du nitrate d'argent, arrive ä se distinguer tres nettement du faisceau prec6demment decrit, et particulierement en haut,

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Oll ce faisceau s'ölargit presque en maniere d'6ventail. C'est dans cette limite tres nette eutre la substance grise et le faisceau d6crit, que se trouve un groupe de cellules tres petites (d) qui möritent v6ritablement le nom de noyau, parce que dans aucune locality, pas meme dans la moelle allong^e, on ne trouve un ensemble de cellules aussi bien circonscrit. Et en effet ces petites cellules, avee leurs prolongements, ne se melent point aux cellules environnantes, pas plus que celles-ci ne p^netrent dans le groupe de cellules d6signe.

Pour completer I'etude sur la forme de ce noyau, j'ai fait d'autres coupes de cerveau de lapin en sens horizontal et en sens post6rieur; j'ai pu ainsi me faire un concept de ce noyau dans son ensemble et avoir exactement ses dimensions. Et, de cette etude, r6sulterent sa nette delimitation d'avec les parties environnantes et sa conformation, qui est ä peu pres celle d'un ellipsoide dispose presque verticalement, avec une legere inclinaison en avant. Son diametre maximum, c'est-a-dire le vertical, serait d'un millimetre et demi, tandis que le transversal et Tantero-post^rieur seraient d'un millimetre environ.

Ce noyau presente constamment le meme d6veloppement et occupe la meme locality; toutefois on ne pent dire qu'il soit unique chez le lapin. Un peu au-dessous de ce noyau, entre le faisceau de fibres my61iniques et la substance grise, on rencontre encore, non cependant d'une maniere constante, un et parfois deux petits noyaux, dont le volume repr^sente environ la huitieme partie de celui du precedent, et qui ont les memes caracteres que ce dernier. lis sont nettement circonscrits, et la morphologie aussi bien que le groupement des cellules sont 6galement les memes. On pourrait par consequent demander pourquoi ces noyaux ne sont pas constants comme le premier. II est ä observer que je n'ai jamais rencontr6 ces groupes surnumeraires de cellules chez le rat; ils sont done moins I'expression d'une h^t^rotopie proprement dite, chez le lapin, que I'indice d'un d^veloppement plus grand, que le noyau d6crit va prendre chez les animaux superieurs.

J'arrive maintenant ä la fine anatomie de ce noyau, laquelle präsente un tres grand intöret, aussi bien pour la morphologie de ses cellules que pour leur disposition. Jamais I'appellation de nids de cellules n'a 6t6 mieux adapt^e que dans ce cas, puisque celles-ci restent unies entre elles sans se meler aux cellules plus grosses qui les eutourent (PI. I, fig. 2). Dans la moelle allongee, ou Ton applique le nom de noyaux ä quelques groupes de cellules qui forment I'origine reelle des nerfs, ces groupes n'ont cependant pas une delimitation bien nette. Leurs cellules nerveuses envoient de longs prolongements protoplasmatiques qui p6netrent dans les parties environnantes; dans le


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noyau en question, au contraire, on n'observe pas ce passage de prolongements protoplasraatiques. II en rösulte que, quand on a d'une maniere complete la reaction de Golgi, le noyau apparait, meme ä oeil nu, comme un point noir, nettement limits, tandis que la zone de passage du noyau aux parties environnantes est claire.

Les cellules nerveuses que Ton rencontre dans ce noyau appartiennent ä la cat6gorie des plus petites cellules nerveuses que Ton connaisse (PI. I, fig. 1). Pour leurs dimensions, il n'y a que les granules du cervelet qu'on puisse leur comparer. En effet, si Ton Studie ce noyau avec les methodes ordinaires de coloration, on a cet aspect particulier que präsente la deuxieme couche du cervelet, c'est-a-dire I'aspect d'un grand nombre de petits granules serr6s les uns contre les autres. Cependant, avec la m^thode de Golgi, on trouve que la ressemblance des petites cellules de ce noyau avec les granules du cervelet n'est pas complete; cette ressemblance ne concerne que le corps de la cellule; les prolongements protoplasmatiques sont un peu diff6rents. On salt que les prolongements protoplasmatiques des granules du cervelet, ä une certaine distance du corps de la cellule, subissent une decomposition qui les transforme en un amas granuleux, sur la signification duquel nous ne possedons pas encore de connaissances. Les prolongements des petites cellules en question, au contraire, ne pr6sentent pas ce caractere; ils ont un cours plus long; dans la premiere portion, en proximity de la cellule, ils sont robustes, puis ils vont en se subdivisant dichotomiquement et en s'amincissant (PI. I, fig. 1). Ces fines subdivisions prennent un cours tortueux, formant ainsi un entrelacement avec les prolongements des cellules voisines. C'est une caract^ristique de ces prolongements de se maintenir entrelac^s et d'6tablir ainsi une distinction entre eux et les parties qui environnent le noyau. Dans ces prolongements, on peut encore voir de fins appendices lat6raux, ce qu'il n'a pas et6 possible de d6montrer, jusqu'ici, pour les granules du cervelet.

Ce n'est pas le cas de soulever ici la question de savoir s'il s'agit v6ritablement de cellules nerveuses, car elles sont caracteris6es comme telles par le prolongement nerveux, ce qui a 6galement servi pour 6tablir la nature nerveuse des granules du cervelet. Ce prolongement präsente une extreme finesse, un cours tortueux, et, jusqu'ä present, il n'a pas 6t6 possible d'y observer de fins rameaux collat6raux.

De meme aussi, il reste encore incertain si ce tres mince prolongement nerveux se perd plutot dans le reseau diflfus du noyau ou dans celui des parties environnantes, ou bien s'il a quelque analogic de terminaison avec le prolongement nerveux des granules du cervelet.


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Ce uoyau presente encore une particularite digne de remarque. Outre les petites cellules, le nitrate d'argent a mis en Evidence deux ou trois cellules plus grosses, de forme triangulaire ou polygonaire. Dans des coupes faites en different sens, j'ai pu rencontrer ces cellules proprement dans le centre du noyau, et par consequent sans aucun rapport de continuite avec les autres cellules situees autour de celui-ci. Elles ont des dimensions d'environ 25 (x, et leurs prolongements lie s'6tendent pas hors du noyau. Relativement ä leur prolongement nerveux, je n'ai pu parvenir a 6tablir rien de precis.

Ces resultats anatomiques sur le cerveau du lapin me pousserent ä 6tendre les rechercbes sur les cerveaux d'animaux sup^rieurs. La forme de la region homologue, chez le chat, chez le chien et chez I'homme, se modifie un peu, comme je Tai d6ja dit, par suite du developpement plus grand que prend le septum lucidum; mais, dans I'ensemble, on peut toujours bien distinguer les trois parties correspondant ä celles du lapin, c'est-a-dire le faisceau de fibres myeliniques (&), la substance grise (e), qui se trouve dans la concavite de ce faisceau, et le noyau special de petites cellules (d). Chez les animaux sup6rieurs, cependant, ce noyau prend un plus grand d6veloppement, du ä une augmentation numerique de ses cellules; c'est ainsi que, chez le chien, son diametre vertical augmente jusqu'a 7 — 8 mm, tandis que le transversal est de 2 mm environ. Ce fait est done d6jä un premier pas pour 6tablir I'importance physiologique de ce noyau.

Dans le cerveau humain, j'ai rencontre de plus grandes difficult^s pour I'etude de cette partie. En premier lieu, on avait besoin de coupes beaucoup plus grandes pour Studier les rapports de ce noyau avec les parties environnantes; de plus, ou dut rep6ter plusieurs fois la reaction avant d'obtenir un r^sultat satisfaisant.

Dans les trait6s d'anatomie, on ne trouve qu'un tres petit nombre de coupes concernant la partie que nous 6tudions. On a gen^ralement une coupe transversale au genou du corps calleux, une autre un peu plus en arriere, qui tombe sur le tiers anterieur du septum lucidum. La coupe suivante vient tomber a la partie anterieure du tiers moyen du s e p t u m 1 u c i d u m et au bas du bord post6rieur du chiasma. Entre ces coupes, il se produit de notables modifications de structure, que je mentionnerai dans un travail plus d6taill6; pour ne pas trop m'etendre ici, je dirai qu'elles rappellent a I'esprit la description semischematique de la cloison, d6jä faite pr6c6demment.

Avec la m6thode de la reaction noire, le noyau de petites cellules est visible ä oeil uu, par suite d'une delimitation speciale qu'il prend dans son ensemble, et Ton peut evaluer son plus grand diametre ä un


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centimetre environ. Au microscope, il apparait bien delimite et bien distinct des parties environnantes, ä cause de la morphologie speciale des petites cellules. Elles ont ä peu pres les dimensions des granules du cervelet, et elles sont par consequent les plus petites cellules que Ton rencontre dans le cerveau. Ce fait ne doit done pas etre regarde comme una simple curiosity anatomique, mais il faut encore lui attribuer quelque importance. Le corps de ces petites cellules est le plus souvent de forme arrondie, avec deux ou trois prolongements protoplasmatiques, qui vont rapidement en s'amincissant et qui ont un cours tortueux, de sorte que, dans leur ensemble, ils apparaissent comme entrelaces les uns avec les autres. Le prolongement nerveux est tres mince, et il n'a pas 6t6 possible de la suivre sur un long parcours, ni d'6tablir s'il donne lieu ä des subdivisions.

Ce noyau, done, outre qu'il donne ä la cloison ou il se trouve un aspect particulier, preterait a des considerations speciales d'ordre anatomique et physiologique. Laissant de c6t6 ces dernieres, pour le moment — puisqu'on ne possede pas de donn6es pour les appuyer — je m'arreterai au fait, que ce noyau entre comme partie Constituante de ce qu'on appelle la substance grise des ventricules lat6raux. Cette substance, localis6e par quelques auteurs sur le fond des ventricules lat^raux, aux cotes du septum lucidum, montre done, par la presence du noyau d6crit, qu'elle est plus compliqu6e qu'on ne I'admettait jusqu'a present; et, si, en commengant ä d6crire en eile diverses especes de cellules, on voulait donner un nom ä ce noyau, on devrait le designer sous celui de noyau de petites cellules de la substance grise des ventricules lat^raux.

Planche I.

Fig. 1. Petites cellules nerveuses du noyau. Fig. 2. d noyau de petites cellules nerveuses.

Planche II.

Fig. 1. a corps calleux. h faisceau de fibres my§liniques. c coupe des ventricules

lateraux. d noyau de petites cellules nerveuses. e substance grise. / coupe de la

commissure blanche anterieure. g cii'convolution de la face infSrieure d'un hemisphere cei'ebral. h corps sti-ie.


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Nachdruck verboten.

Note sul meccanismo della fecondazioiie e della diTisione celliilare, stiidiato i)rincipalmente in iiova di ecliini.

II. Sulla fecondazion e.

Del Dr. Andrea Giakdina.

(Laboratorio di Anat. comparata, Universitä di Palermo.)

Con 6 figure.

Col proponiraento di esaminare piü da vicino il meccanismo del moti nucleari di traslazione e specialmente di quelli dei due pronuclei, ho intrapreso lo studio della fecondazione delle uova di Strongylocentrotus lividus, che, per la loro trasparenza, si prestano benissimo alle osservazioni sul vivo.

Seguendo continuatamente il processo, col sussidio di forti ingrandimenti, fui colpito dal fatto, che spesso il nucleo ovulare cominciava a muoversi solo dopo che quello spermatico aveva raggiunto una posizione di relativo riposo; e, costantemente, non prima che fosse raggiunto e tocco dalle irradiazioni dell' aster spermatico. E che, appena ciö era avvenuto, tosto il nucleo ovulare si metteva rapidamente in moto verso il centro dell' aster.

Esclusa, per le ragioni che esamineremo in seguito, un' attrazione tra i nuclei, dovevo ammettere che il nucleo ovulare venisse attratto dal centro spermatico per via di una forza speciale che si propaga attraverso il citoplasma con la stessa velocitä con cui si estendono i raggi deir aster, cosi che giunga al nucleo insieme con questi. II problema del moto del nucleo veniva cosi a diventare strettamente unito col problema della formazione e della natura dell'aster. Fra le varie ipotesi possibili, quella, che meglio risponde a queste condizioni, 6 senza dubbio 1' ipotesi di un' azione chemotattica esercitata dal centrosoma sul nucleo ovulare, considerando il centrosoma come un centro di diffusione di sostanze specifiche.

E necessario perö che un' ipotesi di questo genere sia messa alia prova dei fatti piü minuti della fecondazione, alio stesso modo come, nella nota precedente, ne abbiamo esaminato 1' attendibilitä in quanto concerne la divisione cellulare. In quella nota abbiamo proceduto ad una succinta analisi del concetto di chemotattismo, che qui non staro a ripetere, ma che conviene avere presente in ciö che segue.


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E poiche in questa 2^ nota voglio mostrare la possibilita di una interpretazione, fondata sul chemotattismo, dei fenomeni intimi della fecondazione, non sara fuor di luogo ricordare che i

fenomeni esterni della fecondazione sono facilmente riconducibili ad azioni chemotattiche, secondo I'opinione del Pfeffer, avvalorata dalla sua celebre esperienza e poi dai numerosi esempii di chemotattismo determinate in cellule di varia natura come amebe, leucociti, batteri ecc.

Che questa azione sia anche reciproca lo dimostra la formazione dei cosi detti coni di attrazione, osservata, tra gli altri, dal Fol negli echini e recentemente dal Silvestri (1898) nei miriapodi.

L'obiezione, che 0. Hertwig 1893 fa a questa ipotesi; che, cioe, mentre I'acido malico e secreto dagli archegoni di varie specie di felci, gli sperraatozoi di una data specie non fecondano d'ordinario che le uova della medesima specie, puo valere tutto al piu contro r idea che 1' acido malico sia 1' unico ed esclusivo agente chemotattico ; mentre e facile spiegare quest' attrazione elettiva aramettendo delle secrezioni specifiche per ogni specie di uova, specificita che per adesso non siamo in grado di riconoscere direttamente.

Invece, con 1' ipotesi del Nagelt, alia quale 0. Hertwig da, quantunque non senza restrizioni, maggior peso, che si tratti cioe di attrazioni elettriche, non e possibile spiegare 1' attrazione sessuale elettiva; poiche, come hanno obiettato Borodin e Kulagin (1898), non esistono che due specie di elettricita: la positiva e la negativa. Di stimoli chimici invece se ne possono immaginare un numero indefinito.

Per quanto riguarda invece i

Processi interni della fecondazione, le cose non sono piu cosi chiare; anche perche lino ad oggi, si puo dire, si discute ancora dei fatti di osservazione, sui quali appunto ogni tentative di spiegazione deve fondarsi.

Giä fin dalle belle ricerche di 0. Hertwig del 1875 si sa come uno dei fatti piu salienti dell' intimo processo di fecondazione sia 1' avvicinarsi e il fondersi insieme del nucleo ovulare e del uucleo spermatico, o, come piu brevemente si dice, dei pronuclei. E vero che le nuove ricerche sulIa partenogenesi e sulla fecondazione merogonica dimostrano come questa unione non sia essenziale per lo sviluppo individuale; ma come esse non tolgono alia copulazione dei pronuclei quel significato profondo, che le si era attribuito, per il meccanismo della ereditä e dell' evoluzione della specie, cosi pure non menomano


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rimportanza del processo di copulazione nucleare dal punto di vista della fisiologia della fecondazione. Risolvere il problema dell' avvicinamento del pronuclei significa risolvere, in gran parte, la questioue del meccanismo della fecondazione.

Delle varie ipotesi emesse per spiegare il movimento dei pronuclei Tun verso I'altro, mi pare che sia subito da scartare quella che si tratti di semplice attrazione di massa paragonabile all' attrazione universale. Gli argoraenti del Vialleton (1888) e dell'HERRERA (1897) a favore di questa idea non mi pare che dicano molto, poiche, non tengon conto di cio che, nella fecondazione, vi ha di specifico. Veramente il Vialleton vuole che la sua idea sia intesa nel senso che, cominciato che sia il movimento di copulazione, il suo decorso sembra regolato dalle leggi dell' attrazione universale, non pronunziandosi sul primo movente. Questa restrizione, a parer mio, impHca una contradizione logica, facile a dichiarare. Ma oltre a cio le osservazioni stesse, eseguite sulla seppia, non sono nemmeno bastevoli a dimostrare 1' assunto, e si spiegano benissimo analogaraente a cio che accade nel riccio di mare^),

E negli esperimenti messi avanti dall' Herrera si tratta di fenomeni di capillarita. Se non fosse un' andar troppo per le lunghe, sarebbe facile raostrare che la pretesa penetrazione del sughero (che funge da spermatozoo) nella goccia di tuorlo d' novo e invece un fatto di rivestimento del sughero da parte del liquido per semplice azione capillare.

Non vi e nulla da paragonare sia alia penetrazione dello spermatozoo nell'uovo, sia alia copulazione dei pronuclei.

Le altre ipotesi, che si presentano piii plausibili, hanno invece la caratteristica di non escludersi a vicenda, potendo essere, ed essendo anzi in tutto o in parte verificate, nei varii casi, or Tuna, or I'altra, varie di esse insieme.

Inoltre nessuna di esse esclude quelle azioui chemottatiche che, secondo il mio modo di vedere, sono la vera sorgente del moto.

Infatti i pronuclei potrebbero benissimo essere trasportati passivamente da correnti di protoplasma, come varii autori, tra cui Ziegler (1895), Erlanger (1897) e Conklin (1899) credono, e come io stesso credo per taluni casi, senza che sia esclusa 1' ipotesi che queste correnti siano determinate da chemotattici (vedi Giardina, Riv. Scienze biologiche, 1900).

1} Si deve solo ammettere, cio che del resto risulta dalla lettura del pregevole lavoro del Vialleton, che il nucleo prossimale ai corpuscoli polari rappresenti il nucleo ovulare, e il distale sia quelle sperinatico.


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Cosi pure le osservazioni di Rein, especialmente di Reinke (1895) e di Wilson e Mathews (1895) sui movimenti ameboidi dei pronuclei non escludono che tali movimenti possano essere provocati da agenti chemo tattici, similmente agli esperimenti di Rhumbler ed ai raiei propri.

Esiste un'attrazione vicendevole dei pronuclei?

Pensando ad azioni chemotattiche I'idea piii spontanee e che i pronuclei agiscano direttamente I'uno sull'altro, in modo simile ai blastomeri di rana I'un verso I'altro. Lo stesso Roux (1895) crede alia possibilita che la fusione dei pronuclei possa venir considerata come un fenomeno di cariotropismo ^), Dallo stesso ordine di idee sembra ispirato Rhumbler (1899) nello istituire la seguente esperienza, la quale non e pero molto sicura riguardo al risultato: ponendo in alcool, una vicina all'altra, due gocce di olio di ricino alle quali e mescolato dell' olio di garofani, talvolta le due gocce si avvicinano fino a fondersi. — Anch'io (Ri vista Scienze biologiche, 1900), pur rifiutandomi a considerare i nuclei come elemeuti semoventi, credevo possibile ammettere che le sostanze chemotropiche si diffondessero dai nuclei, e poi ho istituito numerose esperienze per dimostrarne la possibilita. Fra esse e degna di speciale Interesse la seguente.

In un largo vetro da orologio con alcool a 40*^ si metta una piccola goccia di essenza di garofani, che va a fondo, nel centro del vaso. Suir alcool si ponga a galleggiare una goccia di essenza di bergamotto che si dirige verso I'orlo del liquido e va ad aderire al vetro. Alia


1) E da ricordare un' esperienza del Roux (1890), che imita in certo qual modo il processo di copulazione:

Quando in una vaschetta, contenente una soluzione acquosa satura di acido fenico si mettono a galleggiare due gocce di cloroformio o di benzoic, si sviluppano tosto interne ad ogni goccia una corona di raggi e appena che queste due zone raggiate, si toccano, si vedono muoversi le gocce ; anche della distanza di varii centimetri, in linea retta, con velocita sempre crescente, T ana verso 1' altra, per fondersi insieme.

lo ho ripetuto questo esperimento e I'ho anche esteso a gocce di altre sostanze come essenza di bergamotto e di garofani, cambiando solo convenientemente la concentrazione della soluzione di acido fenico.

E, quantunque il Roux credesse allora, che questo processo „unter Mithilfe einer Wirkungsweise sich vollzieht, für welche im Ei keine Gelegenheit gegeben sein kann" ; io credo che il meto sia proprio dovuto ad una maggiore diminuzione della tensione superficiale tra cloroformio ed acido fenico, per la presenza, tra le due gocce, di una maggior quantitä di cloroformio disciolto ; come vuole ii Roux che sia nel caso dei blastomeri di Rana.


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goccia di bergamotto si aggiunga, a mezzo di un'affilata pipetta un po' di cloroformio, il quale si mescola bene col bergamotto. La nuova goccia agisce come ceiitro chemotattico sull'essenza di garofani, poiche lascia ditfoodere neH'alcool del cloroformio, il quale pel suo peso discende verso il ceutro del vasetto ove sta la piccola goccia di essenza Questa tende a spostarsi dal lato della minore tensione superficiale cioe verso il cloroformio, e tosto iufatti la vediamo deformarsi incontro alia sorgente chemotattica, e finalmente cominciare a muoversi, dapprima lenta, poi piii veloce, risalendo luugo la parete del vaso, verso la goccia di bergamotto, superando non solo la forza della corrente di cloroformio, ma anche la diflferenza di livello.

Giunta a coutatto con il bergamotto, si comporta nel modo piü diverso. Talvolta, fra l'altro, la goccia di essenza di garofani subisce una specie di esplosione e viene lanciata all'ingiro in minutissimi frammenti, ma spesso si fonde completamente con l'altra, in una goccia unica, come i pronuclei ^).

Tutto ciö farebbe credere bene fondata l'ipotesi dell' attrazione vicendevole dei pronuclei, la quale perö nou regge ad un esame piü


1) Interessante e il suo comportamento in certi casi : la piccola goccia di essenza di garofani si deforma in modo caratteristico, emette verso il bergamotto una piccola punta che, con moto repentino tocca il bergamotto e subito si ritira, dopo avere, per cosi dire, assorbito un po' del bergamotto, come si riconosce dal colorito piü cliiaro che assume il piccolo pseudopodo. La goccia ridiventa sferica, si allontana un momento dal bergamotto, poi torna ad avvicinarsi, emette un altro prolungamento simile al primo e ritorna d'un tratto all'assalto. E cosi per varie volte ; finche la goccia di essenza, cresciuta in dimensioni finisce per galleggiare, e poscia, satura e per cosi dire sazia di bergamotto, si allontana definitivamente. I suoi movimenti sembrano quelli di un essere dotato di volontä, che torni ripetute volte all' assalto di un cibo molto gustoso. Evidentemente si tratta di altrettanti tentativi di fusione ; ma appena questa e iniziata la tensione superficiale della goccia di garofani vince quella del bergamotto che, in piccola parte, rimane, diciamo cosi, assorbito dalla prima.

Questo grazioso esperimento, che potrebbe forse avere fortuna fra le mani di un ciarlatano, ricorda, come mi fa notare il prof. Raffaelb, un' osservazione del Trinchese (1894) sui globuli polari di un nudibrauco, l'Amphorina coerulea, confermata per altri opistobranchi dal Mac Farland (1897), secondo la quale il. globulo polare si comporterebbe rispetto all' novo come nel nostro esperimento la goccia di essenza di garofani rispetto al bergamotto. Questa osservazione, sulle cui modalitä non voglio dilungarmi, indica che molto probabilmente viene esercitata un' attrazione chemotattica dall'uovo sul globulo o sui globuli polari.


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attento, come vedremo tosto ; cio indica come di debba andar cauti nel credere esistente cio che sembra possibile.

Ma non per questo diminuisce di valore il giä detto ; perche esso, oltre a mostrare quale larga applicazione alia biologia possa avere il concetto di chemotattismo, servira a meglio chiarire cio che dovrö so stenere nel seguito di questo lavoro.

Che i pronuclei non si attraggano, si puo ricavare da varii fatti, i quali, volendoci limitare a cio che accade nel riccio di mare, ch'e I'oggetto classico di studio ed il meglio conosciuto, sarebbero:

1° II fatto ormai ben stabilito, che il cammino del nucleo spermatico non e rettilineo, ma curvilineo, e che e diretto, non verso il nucleo ovulare, ma piuttosto verso il centro dell'uovo, senza mostrare nemmeno alcuna costante relazione con la posizione del nucleo ovulare (Wilson e Mathews, 1895). Questi fatti dimostrano che il cammino dei pronuclei non puo essere dovuto alia semplice attrazione dei nuclei, e infatti il Wilson (1900) crede che sia determinato da alnieno due fattori differenti, uno dei quali e un' attrazione tra i nuclei e il citoplasma e I'altro 1' attrazione dei nuclei fra loro, fattori di cui ci sfugge completaraente la natura.

2" I casi di fecondazione di frammenti privi di nucleo.

3<^ Molti fenomeni che han luogo nella polispermia e specialmente il fatto primieramente riconosciuto dai fratelli Hertwig (1887), che nelr novo di echini tanto e piii difficile la copulazione di alraeno un nucleo spermatico con quello ovulare, quanto maggiore e il numero di spermatozoi penetrati, mentre, come gia osservarono gli stessi Hertwig, se esistesse quell' attrazione sessuale tra i pronuclei, dovrebbe accadere proprio il contrario ^).

4^ Infine quel casi frequentissimi, illustrati nei miei diagrammi (fig. 3 e 4) in cui, mentre il nucleo ovulare va rapidamente incontro a quello spermatico, questo rimane immobile nella posizione raggiunta,


1) A cio si aggiunga che nella polispermia fisiologica di alcuni animali (insetti, rettili ed altri) i varii nuclei spermatici, quantunque penetrati per lo stesso punto, non percorrono mai esattamente la stessa via, come dovrebbe accadere se fossero attratti dal nucleo ovulare, ma vie diverse, uno solo di essi copulandosi poi con il pronucleo femminile.

E bene dire che, quantunque forse in nessun case 1' unione dei pronuclei sia determinata da mutua attrazione, non e detto che il meccanismo di questa unione debba essere dovunque identico a quello degli echini, che anzi esso deve adattarsi alle varie condizioni e specialmente alia presenza o pur no di micropilo, e alia diversa quantita e distribuzione del tuorlo nutritivo.


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proprio come se da parte del Ducleo ovulare non venisse esercitata alcuna azione su quello spermatico. Questi altri fatti mostrano, che non solo l'attrazione vicendevole dei pronuclei non e buona (come riconobbe il Wilson) a spiegare, da sola, il processo; ma anche che essa non vi ha proprio parte alcuna. Cosicche non rimane che esaminare l'altra ipotesi, emessa giä fin dalla prima pagina, che l'agente attivo che determina, il moto, la traiettoria e Tunione dei pronuclei sia, nel caso degli echini, il centrosoma spermatico, il quale verrebbe considerato quale centro di diffusioni specifiche e agirebbe tanto sul ialoplasma che sui nuclei come un centro chemotattico.

Non altrimenti, ponendo tra due gocce di un miscuglio di olio di mandorla e cloroformio poste in acqua, una soluzione di soda (Quincke) o del cloroformio tra due gocce d' olio di ricino poste in alcool (Rhumbleu) avviene un avvicinamento e anche una fusione delle due gocce. Ma e uecessario vedere, nel caso tipico degli echini, se i particolari del processo concordino con questa idea, analizzando 1' un dopo l'altro il moto del pronucleo maschile e quello del nucleo ovulare.

Moto del nucleo spermatico.

Ammessa V ipotesi ora esposta sulla natura ed azione del centrosoma, ne viene di conseguenza che lo spermatozoo, penetrato nell' novo, rappresenta un insieme di due parti eterogenee riguardo all' azione che hanno sul citoplasma. In questo sistema il corpo intermediario, che si trasforma (in tutto o in parte) nello spermatocentro, e un vero centro di ditiusione e provoca una corrente centripeta di ialoplasma verso di se ; la testa, ossia il nucleo, 6, a questo riguardo, inerte, solo gonfiando per semplice assorbimento. Si potrebbe pensare che il moto del sistema spermatico, entro l'uovo, sia dovuto appunto alia detta eterogeneitä di composizione, per la quale 1' azione dello spermatocentro sul citoplasma e la corrispondeute reazione del ialoplasma, cioe a dire, i fenomeni di diffusione, invece di esercitarsi uniformemente tutto all'ingiro, sarebbero necessariamente unilaterali.

Per meglio spiegare questo peusiero valga il seguente esperimento. Una laminetta di gelatina o di paraffina galleggiano sull' acqua, rimanendo ferme al posto ove si pongono (quaudo perö sieno escluse le azioni capillari delle pareti). Del pari una goccia d' alcool, posta delicatamente sull' acqua, si diffonde rapidamente negli strati superficiaH, senza spostarsi, dalla posizione datale. Formiamo invece dei due un sistema strettamente connesso: pratichiamo in una laminetta,



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perfettaniente simmetrica rispetto ad un asse (come, ad es., quella nella fig. 1), uu piccolo foro verso un' estremita ; poniaraola a galleggiare sull'acqua e facciamo cadere, con cura, una gocciolina d'alcool al disopra del piccolo foro, in modo che non arrivi al margine della laminetta.

Attraverso questo foro I'alcool si diffonde nell'acqua, ma disugualmente ; e tosto la laminetta si mette in moto rapidamente nella direzione opposta^).

In altri termini, il sistema spermatico si muoverebbe a guisa di un razzo.

Fig. 1. Le piccole freccie indicano la direzione della diffusione, la grande freccia il senso del moto.

Ma, sebbene V eterogeneita del sistema sia, come vedremo, un elemento di grande importanza, pure essa non basta a spiegare tutti i particolari del moto del pronucleo. Infatti sappiamo che, entrato nelr uovo, lo spermatozoo subisce una rotazione di 180*^ all'incirca, pur continuando a muoversi verso il centro dell' uovo, cosi che lo spermatocentro viene a trovarsi in avanti nel movimento. Ebbene, con un sistema come quello ora costruito, si possono produrre bensi rotazioni svariatissime e anche di 180^, dando una forma non perfettamente simmetrica alia laminetta, o modificando convenientemente le condizioni di capillarita della superficie del liquido e regolando inoltre il grado di ditfondibilita della sostanza che funge da centro; ma non si ottiene il proseguimento del moto nella medesima direzione, come nel caso dello spermatozoo, che anzi, compita la rotazione, la laminetta ritorna talvolta al punto di partenza.

Occorre dunque ammettere che il centrosoma, indipendenteme nte dalla sua unione col pronucleo, sia dotato di un moto suo proprio, determinate dalle sole azioni reciproche tra esso e il cito plasma, movimento che tenda verso una posizione di maggiore equilibrio, che verosilmente si realizza al centro dell' uovo. Non vi sarä alcuna difficoltä ad ammettere la possibilitä di questo potere di moto quando si pensi ai moti di tante sostanze in liquidi ove diflbndono, come pezzettini di

1) Risultati piu belli ho ottenuti, ponendo al disopra del foro un pezzettino di caucciü imbevuto d' alcool , oppure adoperando iovece d' acqua, alcool 25 °/q e, come agente diffondente, cloroformio, e meglio ancora usando alcool 16 ^^ ed essenza di garofani, perche la diffusione e piu lenta e il moto che ne risulta piu regolare e durevola. In certi casi favorevoli ho ottenuto delle vere navicelle, percorrenti con velocita regolare, im cammino relativamente lungo.


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canfora e di mentolo suU'acqua o suH'olio, o di varie gocce liquide immerse in un mezzo conveniente. In alcool a 70", ad esempio, ho ottenuto moti di traslazione di gocce di essenza di bergamotto, di balsamo del Canada sciolto in xilolo, e di altre sostanze, ma specialmente di cloroformio, i cui moti sono addirittura meravigliosi.

Ammessa percio tale interpretazione, si potrebbe concepire il processo nel modo seguente.

Entrato lo spermatozoo nell'uovo, lo spermatocentro comincia a muoversi, e tende a spingere innanzi a se il nucleo spermatico. Questo peio, dovendo muoversi in un liquido dotato di cosi forte attrito interno quale e il protoplasma, deve offrire una considerevole resistenza, che impedirebbe o renderebbe troppo lento il moto del sistema in avanti. Cosi che se si avverasse, a un dato istante, una leggera disuguaglianza di resistenza, in una qualsiasi direzione, intorno alio spermatozoo, ne verrebbe come conseguenza necessaria una rotazione generale del sistema. E non si puo fare a meno di ammettere I'esistenza di questa disuguaglianza di resistenza, giä fin dal principio del moto, ove si pensi alia struttura irregolarmente alveolare del protoplasma e alia mancanza di una via giä bella e formata, perfettamente uniforme; onde a un dato istante, facilmente la spermatozoo e deviato dalla posizione radiale, ed obbligato percio ad eseguire una rotazione.

Compita la quale il centrosoma puo continuare adesso la sua via, lasciandosi anche indietro bentosto, di un certo tratto, il nucleo, il quale segue ora il centrosoma nel suo moto, non piii spinto o tirato, ma, secondo I'ipotesi che in questo momento esaminiamo, attratto per via chemotattica, dal centrosoma. Questo, prima incapace a spingerlo, lo trascina adesso facilmente per invisibili, ma pur inesorabili fila^).

£ naturale che il movimento stesso debba avere un termine, raggiunta che sia quella posizione in cui le azioni esercitate nei vari sensi si fanno equilibrio, cio che si verifica verso il centro dell' novo.


1) Poniamo in alcool a 70 ° una goccia di cloroformio e una goccia d' olio di ricino. Questa rimane immobile, mentre la prima si sposta rapidamente a guisa di una vera ameba. Messe le due gocce a contatto, la goccia d' olio segue quella di cloroformio come se costituissero un unico sistema, presentando, oltre a moti di rotazione, anche uno di traslazione, in cui, d' ordinai'io, e 11 cloroformio che precede. Questo esperimento che, senza dubbio, potrebbe esser di molto perfezionato, realizza abbastanza bene le idee ora esposte, quantunque forse qui il cloroformio, oltre che attrarre 1' olio, come lo spermatocentro il nucleo, lo trascini addirittura.


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Secondo questo modo di vedere l'eterogeneitä del sistema spiegherebbedunque larotazione finora tantomisterio sa dello spermatozoo; la quale a sua volta potrebbe essere invocata per spiegare il percorso curvilineo del nucleo spermatico, di cui ho parlato in un precedente paragrafo. Poiche durante la rotazione continua il meto di traslazione, e naturale, infatti, che la traiettoria risultante non sia piii perfettamente radiale ma segua una curva di cui si potrebbe fors'anco determinare a priori la natura.

Mo to del nucleo ovulare. Unione dei pronuclei.

Veniamo adesso al moto del nucleo ovulare, dal quale abbiamo preso le mosse nella presente analisi.

E una cosa nota che, negli echini, il pronucleo femminile non comincia a muoversi, se prima 1' irradiazione spermatica non abbia raggiunto una certa estensione. E il Fol nell' Asterias ha da lungo tempo osservato che esso resta immobile fino a che le irradiazioni non arrivano a contatto con esso. Anch' io, da un gran numero di osservazioni su uova di Str. lividus, ho potuto convincermi che il moto comincia solo quando l'estremitä appena distinta dei raggi dell' aster ha toccato il nucleo ovulare. Questo, fino allora inerte, come tocco da un magico impulso, d'un tratto si decide a muoversi, e, sempre piu velocemente, in pochi minuti si avvicina alio spermatocentro.

Che forse sia tirato dalla contrazione delle fibre deir aster (CONKLIN, 1894)?

Nulla induce a crederlo: il nucleo si insinua tra le irradiazioni e le disorganizza, le distrugge, poiche sposta e muta I'ordine degli inclusi alveolari che lascia dietro di se, inoltrandosi verso punti ove il ialoplasma e piu abbondante ; finche si ferma in prossimita del centro il quale o si e giä diviso o va a dividersi, per dar luogo all'anfiastro. Le cose avvengono percio come quando un corpo si sposta in un liquido a struttura alveolare, poco importando lo speciale orientamento degli alveoli, in fila raggiate o pur no.

Tutto invece tende a mostrare la verosimiglianza della idea espressa in principio e sostenuta nella nota precedente che le irradiazioni deir aster siano espressione non solo di un'orientazione speciale del moto del ialoplasma verso il centro, ma anche di vie di difi"usione di un chemotattico irradiantesi dal centrosoma. Poiche quando il nucleo ovulare e raggiunto dall'irradiazione, esso sarebbe tocco, nel tempo istesso, dall'agente chemotattico, che ne diminuirebbe un ilateralmente, agendo forse

Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 4


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come dissolvente della membraneil a, la tensione superficiale, e I'obligherebbe tosto ad avvicinarsi al ceutro chemotattico, alio spermatoceutro.

Un fatto, che avvalora questo modo di considerare le cose, e quel cambiameuto di forma del nucleo ovulare osservato talvolta dal Reinke (1895) e da Wilson e Mathews (1895) durante il sue caramino, tale da suggerire I'idea di un vero moto di locomozione ameboide da parte del nucleo ovulare, e su cui il Wilson recentemente (1901) ritorna, sostenendo che, in tal caso, questa idea dovrebbe estendersi al movimento del nucleo spermatico.

11 fatto in se stesso e vero, ed io credo anzi che non sia eccezionale ; ma che accada in tutte le uova, essendo visibile solo nei cast in cui il centrosoma e il nucleo ovulare in movimento stanno nello stesso piano ottico. II che si spiega pensando che il nucleo ovulare nel suo moto, insinuandosi fra le irradiazioni, va incontro a raggi di ialoplasma sempre piu considerevoli, lungo i quali, secondo la nostra veduta, si ditfonde il chemotattico, cosicche, quando le irradiazioni e la traiettoria del nucleo sono nello stesso piano ottico, puo vedersi un allungamento temporaneo del nucleo dalla parte ove i raggi confluiscouo, quasi che volesse insinuarsi e aprirsi piii facilmente la via, allungamento che puo ripetersi piu volte durante il cammino. In casi molto favorevoli si vedono anche formarsi nel nucleo delle piccole bozze, raolto fugaci, in corrispondenza dei raggi di ialoplasma, nei punti cioe ove la tensione superficiale e diminuita per la presenza del chemotattico. Queste osservazioni, pero, sono molto delicate.

Ognuno vede come questo fenomeno sia paragon abile piuttosto alia deformazione ameboide provocata dal Rhumbler e da me in sostanze non viventi, anziehe al movimento di un'ameba, ove le condizioni del moto, ossia dei variare della tensione superficiale in alcuni punti, risiedono, secondo tutte le probabilita, nell'elemento istesso, e ove il moto puo considerarsi, in questo senso, come spontaneo. Qui invece la deformazione nucleare, luugi dall'essere causa attiva del moto di traslazione, deve esser considerata, al pari di questo moto, effetto di una niedesi ma causa, cioe delTazionechemotattiica del centrosoma attraverso il ialoplasma. Per la medesima ragione il nucleo spermatico seguirebbe docilmente nel suo cammino lo spermatoceutro, ad ogni ist ante sollecitato dall'azione chemotattica del medesimo.


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I fenomeni ulteriori della fecondazione non hanno speciale importanza per la questione che ci occupa. Diro soltanto che quando poi i nuclei vengono a contatto, d'ordinario tra i due poli dell'anfiastro, dopo un tempo abbastanza lungo il nucleo spermatico viene spesso ricevuto, per cosi dire, in una insenatura del nucleo ovulare, assumendo la forma, tante volte descritta, di una lente biconvessa. Cid non dimostra neppure una speciale attrazione sessuale tra i nuclei, ma solo esprime la tendenza al costituirsi di una figura di equilibrio ad angoli e forze tangenti (ossia a tensioni superficiali) costanti tra i due nuclei, i quali possono considerarsi finche non sia disciolta la loro membranella, come due liquid! distinti.

Avvenuta I'unione, Taster scompare per poi formarsene di nuovi alia prossima segmentazione. E questo fatto che sembrerebbe molto strano con altre teorie, trova cosi plena spiegazione, dato che Taster primitivo ha compito il suo ufficio di unire i pronuclei ^).


Dato cosi un cenno delT ipotesi del meccanismo della copulazione del pronuclei, negli echini, ci rimane da esaminare alcuni fatti speciali, coi quali ogni ipotesi riguardante la fecondazione deve pure accordarsi.

1) Un'opinione che ha una cert' aria di somiglianza con la mia e quella emessa da Kostanecki e Wierzejski nel loro bei lavoro suUa fecondazione nella Physa (1896). Condividendo pienamente 1' ipotesi del BovERi, questi autori credono che nel pezzo intermediario dello spermatozoo sia contenuto il complemento necessario all' uovo acciocche questo si possa dividere e cioe il protoplasma speciale raccolto attorno al centrosoma. II protoplasma spermatico , dapprima compresso, divenuto libero dei suoi movimenti, nel vasto campo ovulare, si distende e s'irradia in un potente aster, che si accresce a spese del protoplasma dell' uovo, ch' esso, aster spermatico, assimila incessantemente. Questa assimilazione incessante ha per effetto di spostare il centre morfologico e fisiologico dell' uovo, la cui funzione viene assunta dal centre spermatico ; e tale e la causa, secondo questi autori, del ravvicinamento dei nuclei sessuali.

Siamo, e vero, lungi dalla ipotesi attuale, ma non si puo negare che quest' assimilazione del protoplasma ovulare, da parte delT aster spermatico, sembra la traduzione, in linguaggio figurato, del fatto di correnti centripete di ialoplasma provocate da correnti di una diffusione specifica, partenti dal centre. Che se da una parte 1' aster e principalmente formato dal protoplasma ovulare i cui alveoli sono orientati in file, sotto 1' influenza del centro, dall'altra vi e qualche cosa di vero neir opinione che fa derivare 1' aster dal pezzo intermediario. Intesa la cosa cosi com'io adesso I'ho esposta, non pare che fra le due idee vi sia quella opposizione assoluta che vi vedeva I'Eblangee (1898) e sembra anzi che questo sia appunto il modo di conciliarle.

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Infine discuterö alcune obiezioni che eventualraente potrebbero venir mosse alia nostra ipotesi.

Variazioui clelle traiettorie. Le nuraerose varianti delle traiettorie dei due pronuclei, su cui ha specialmente insistito il Wilson, e le variazioni del lasso di tempo

interposto tra Tentrata dello spermatozoo e il momento in cui il nucleo ovulare si mette in moto, potrebbero essere interpetrate cosi :

In generale quaudo la distanza iniziale tra il nucleo ovulare e il punto d' entrata dello spermatozoo e piccola, il nucleo ovulare si muove (verso lo spermatocentro) mentre il nucleo spermatico e ancora in moto (fig, 2) ; e si riceve cosi r impressione che i due pronuclei si vadano incontro per mutua attrazione. Ma , quando quella distanza e grande, il sistema spermatico ha il tempo di raggiungere la posizione di equilibrio e di riposo prima che il nucleo femminile senta r influenza chemotattica, poiche, come ben si sa, r aster impiega un certo tempo a costituirsi.

Cosi assai spesso il pronucleo ovulare comincia a muoversi dopo che quello spermatico, col relativo centro, si



Fig.



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Fig. 4.


trovaüo nella loro posizione di riposo, ne questi si muovono aflfatto mentre quello ovulare corre verso di loro. Questi casi, illustrati nelle fig. 3 e 4, dimostrano appuiito : 1) che il nucleo ovulare non esercita alcuna attrazione sul nucleo spermatico, 2) che neppure negli altri casi il

corrersi incontro dei nuclei dipende da mutua attrazione.

Cosi pure si riesce a spiegare il caso in cui la traiettoria percorsa dal nucleo ovulare e alquanto curva. lufatti ciö accade, come nel caso della fig. 5, quando le traiettorie dei nuclei non cadono nem meno approssimativamente lungo lo stesso diametro, e i nuclei si muovono insieme ; poiche, in tal caso, mentre quello maschile segue docilmente lo spermatocentro, il cui moto avviene come se non vi fosse alcun nucleo, in direzione del centro della cellula, il nucleo femrainile muta ad ogni istante la direzione del suo moto secondo lo spostamento

dello spermatocentro, cosi come, ci sia lecito

Fig. 5. Fig. 2, 3, 4, 5. Diagrammi illustranti le variazioni delle traiettorie dei prouiiclei. Per alcuue posizioui successive del pronucleo femminile e dello spermatocentro ho segnato, durante le osservazioni, il minuto corrisijondente deU' orologio. Naturalmente sul vivo non si vede il centrosoma, ma solo se ne puö inferire la posizione, dal punto di convergeuza delle irradiazioni. Ho anche diseguato il nucleo spei-matico, quando era visibile.



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il paragone, un piaueta segue il sole nella sua corsa attraverso lo spazio (fig. 5).

Polispermia.

Con la mia ipotesi si puo stabilire a priori il comportamento del nucleo ovulare nei casi di polispermia.

Nel caso della fig. 6 vediamo, ad es., il nucleo ovulare, dopo breve cammino, arrestarsi definitivaraente in una posizione di equilibrio,

senza avvicinarsi piü alTuno che aH'altro, appunto perche non sono i nuclei spermatici che vanno incontro al nucleo ovulare, ma questo va incontro alio spermatocentro.

Naturale conseguenza e il fatto gia stabilito dai fratelli Hertwig, e dianzi ricordato, perche, in generale , quanto maggiore e il numero degli spermatozoi entrati, tan to piü difficile e che il nucleo segua una delle tante vie di attrazione che lo sollecitano da ogni parte. Cosi pure e naturale che, avvenuta la copulazione con uno due, tutti gU altri nuclei spermatici rimangano esclusi e non si avvicinino oltre; non giä che ciö dipenda da una specie di neutralizzazione delle affinitä nucleari (esclusa giä dagli esperimenti dei fratelli HertwiG, 1887), ma dallo sviluppo considerevole che prende 1' anfiastro del nucleo di copulazione, che tiene a rispettosa distanza gli altri aster. Al modo istesso, venendo a contatto varii campi di ditfusione (ad esempio, di essenza di garofani in alcool a 90'^), il campo piü vigoroso, estendendosi, tende a sospingere lontano i campi piü deboli. Similmente sono da interpretarsi le figure osservate recentemente dal Wilson (1901) nella partenogenesi artificiale in cui, d'ordinario, gli aster citoplasmatici accessori sono ricacciati sempre piü verso la periferia man mano che quelli della figura di segmentazione vanno acquistando in intensita e vigore.



Fig. 6.


oo


Correnti di protoplasma?

Nulla induce a credere che i nuclei siano avvicinati da correnti protoplasnaatiche di massa, come ban supposto varii autori. Non che sia da escludere la possibilita che questa unione, in altri animali, venga facilitata da tali correnti, poiche il meccanismo di tale unione deve adattarsi alle piü diverse condizioni, ma, negli echini, vi han certo poca o nessuna parte.

Studiando il processo in uova viventi si vede benissimo, come ha recentemente riconosciuto il Wilson (1901) che il nucleo ovulare percorre un lungo cammino, spostando e lasciando dietro le granulazioni alveolari e anche quelle messe in evidenza con la colorazione in vita. Contro I'idea che in tali correnti possa essere coinvolto il solo ialoplasma, il Wilson oppone che, in tal caso, dovremmo trovare un' accuraulo di ialoplasma nelle vicinanze del nucleo ovulare, il che, fintanto che questo non si sia unito col nucleo maschile, non esiste. Ne al movimento del ialoplasma verso il centro, puo essere secondo, me, addebitato il trasporto dei nuclei, poiche il ialoplasma, date le considerevoli resistenze che ostacolerebbero il moto del nucleo, scorrerebbe lungo i nuclei senza trascinarli. Occorre dunque ammettere un'azione chemotattica specifica, oltre che sul ialoplasma, anche sui nuclei. II ialoplasma non fa che da intermediario, lasciando dififondere nel suo seno questo agente chemotattico specifico.

Obiezioni.

Delle tante obiezioni, che si potrebbero opporre a queste vedute, mi limitero ad alcune piü importanti. P Una, messa avanti dal Morgan (1899), che il nucleo ovulare non sia afifatto influenzato dall'astrosfera, parte dall' esperimento notevolissimo dello Ziegler (1898), il quale riusci a separare delle uova di riccio di mare in due parti: contenenti una lo spermatocentro col nucleo maschile, I'altra il nucleo ovulare. Mentre la prima si divide ripetutamente, 1' altro frammento non si divide, ma subisce una serie di cangiamenti paragonabili agli stadii preparatorii della mitosi, alternati con stadii di riposo.

Ora questo esperimento potrebbe essere opposto con ragione alia ipotesi di un'azione di trazione da parte della sfera, non mai, come fa il Morgan, all' azione di un centro in generale. Poiche, se non si possono addebitare questi fenomeni, quasi partenogenetici, all' azione traumatica del taglio, si puo benissimo supporre che lo spermatozoo comunichi a tutto il protoplasma uno stimolo, che agisca anche dopo che lo spermatozoo e stato asportato, qualora si concepisca questo stimolo come un'azione chimica, anziehe come una trazione o qualcosaltro di


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questo genere ; uello stesso iiiodo come si possouo produrre taluiii di questi fenomeni con agenti purameute chimici (Morgan e Wilson).

Sieche, in fondo, T esperimento dello Ziegler, parla piuttosto a favore che contro.

2° Nella sua ultima memoria sulla fecondazione e segmentazione delle uova di echini, eterizzate, il Wilson sostiene che il fatto „that in etherized eggs perfect union of the germ- nuclei may occur without the formation of a spermaster raises further doubts whether in normal fertilization the aster is directly concerned with their union".

Questo fatto a cui si puo aggiungere I'altro simile ottenuto con il cloralio (0. e R. Hertwig 1887) non mi pare che abbia tutto quel peso che Wilson sembra attribuirgli.

Invero, dalla stessa descrizione del Wilson risulta che, durante la permanenza delle uova nella soluzione di etere, non si sviluppa mai Taster spermatico e che, nella maggior parte dei casi, i pronuclei rimangono ad una certa distanza, senza copularsi.

E quando avviene la loro unione? Solo quando lo spermatozoo entra nell' uovo assai vicino al nucleo ovulare, nel qual case si uniscono, invece che in una dozzina di minuti, in un tempo che va da li^Vs ^ ^ ore! Si aggiunga che neppure con il cloralio avviene la coniugazione dei pronuclei, salvo in qualche caso in cui, secoudo I'opinione degli stessi fratelli Hertwig (1887), i nuclei „wahrscheinlich waren gleich von Anfang an nur durch einen geringen Zwischenraum getrennt", E ciö si puö spiegare ammettendo che l'azione dell' etere (Wilson), del cloralio o del chinino (0. e R. Hertwig) del freddo (0. Hertwig 1890) sia quello di diminuire notevolmente la diffusione dal centro spermatico, ma non di annullarla del tutto, cosi come altre sostanze, quali nicotina e stricnina, sembrano invece raiforzare quest' azione (0. e R. Hertwig). La quale, cosi diminuita, non sarä piü tanto forte da organizzare un aster, ma puo essere ancora tale da farsi sentire sui nuclei in caso di estrema vicinanza, sui nuclei, che sono ben altrimenti sensibili del ialoplasma alr azione chemotattica.

Giacche bisogna pure ammettere, che, se 1' azione di quegli agenti chimici o fisici sopprime Taster, non distrugge certo lo spermatocentro! Tanto vero che riportando le uova in acqua normale, tosto un magnifico aster si sviluppa rapidamente a fianco del nucleo spermatico, centrato intorno a un cospicuo centrosoma e la copulazione dei pronuclei non tarda ad avvenire.

Le interessant! osservazioni del Wilson, dunque, lungi dalTindebolire la nostra ipotesi, Tavvalorano anzi con Tautoritä che da sempre T esperimento.


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3*^ Un'altra obiezione dobbiamo ancora al Wilson (1901), il quale opina esser del tutto improbabile che I'avvicinarsi del pronuclei possa essere dovuto a una semplice attrazione chimica „since it is so greatl} retarded by narcotization of the egg".

Ma questa obiezione e ancora meno valida della prima, perche, da cio che conosciamo sulla diflfusione dei liquidi, dobbiamo ritenere che un sia pur lieve cambiamento dello stato chimico del citoplasma puo modificare di molto la sua tensione superficiale e per conseguenza il potere di diflfusione del centrosoma e 1' azione chemotattica del medesimo. E non credo si possa sostenere che quegli agenti chimici non alterino chimicamente il citoplasma, tanto piii che alcuni esperimenti dei fratelli Hertwig provano proprio il contrario. Questi autori potettero osservare, fra I'altro, che in soluzioni di chinina o di morfina i piccoli granuli di pigmento della uova di Strongylocentrotus si dissolvono, e che lo spazio tra I'uovo e la membrana prende un colorito giallo chiaro, il che indica manifestamente che il pigmento viene disciolto ed eliminato. Questo ed altri fatti da loro osservati inducono a ritenere che modificazioni chiraiche del citoplasma occorrano sempre, quantunque non sempre visibili, e percio anche sotto 1' azione dell'etere. Tutti questi fatti anzi, come abbiamo veduto altrove, parlano tanto a favore della ipotesi della partecipazione del centrosoma nella fecondazione del riccio di mare, che a favore deir azione chemotattica del medesimo, quale centro di diflfusione di sostanze specifiche.

II centrosoma nella fecondazione degli echini.

In questa analisi del meccanismo della fecondazione abbiamo esaminato i varii fatti dal punto di vista della nostra ipotesi, e abbiamo veduto come questa oflfra dei vantaggi per la loro spiegazione scientifica, vantaggi che presenta pure, come abbiamo veduto, per il modo d' interpretare alcuni fatti della mitosi (v. la Nota 1^).

E naturale che questo genere di dimostrazione, trattandosi di ricondurre i fatti visibili a fatti invisibili, non sia suscettibile di prova sperimentale diretta. Ma cio non toglie che la nostra ipotesi, pur essendo una „working hypothesis", abbia un valore logico esplicativo, se e vero che la nostra naturale tendenza di attribuire valore obiettivo a quella fra le varie ipotesi, che meglio inquadri i fatti di osservazione diretta, abbia la sua ragion d' essere, com'io credo, nel fatto che essa rappresenta, probabilmente, una meno lontana approssimazione alia realta.

Potremmo intanto riassumere la nostra ipotesi cosi : Azioni chemotattiche deter minano I'avvicinarsi degli elementi


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sessuali e la penetrazione deU'elemento maschile; azioni chemotatticlie continuano ad agire anche dopo fino alia fusione dei pronuclei e saranno in giuoco anche in seguito. II centrosoma e Telemento attivo della fecondazione: esso srauove dal riposo i nuclei germinali, li chiama a se con forza irr esistibile, li a wie in a, li congiuge, li fonde.

Quest' atto, secondo ogni probabilita, cosi importante per I'avvenire del nuovo organismo e della specie in generale, si compie, se la nostra interpretazione ha qualclie giustezza, col giuoco di un meccauismo relativamente semplice, in cui ciascun organo fa la sua parte obbedendo solo alia propria natura meccanica e fisica.

Per adesso, naturalmente non possiamo ideare che semplici tentativi di spiegazione meccanica, ma, supposta anche una completa conoscenza del meccanismo o della serie di meccanismi in cui dovrebbe poter essere risoluto il ciclo della vita, sarebbe illusione supporre con cio tutto spiegato ; perche ci sfuggirebbe ancora, io credo, la forza che organizza e dispone quella serie ininterrotta di meccanismi al fine immediato di assicurare all' organismo I'esistenza nel maggior numero possibile di condizioni diverse.

Ma V alto valore di queste spiegazioni meccaniche sta appunto in cio, che, pur ricacciando sempre piii indietro in un al di la enigraatico I'elemento vitalistico, e mostrando sempre megho 1' impossibilita delr esistenza di un fatto sui generis, vitalistico, che sia intercalato qua la tra i termini di una serie meccanica, non solo non valgono in alcun modo ad eliminare quell' elemento, ma anzi, mi pare, che tan to piu oltre viene spinta la spiegazione meccanica e tanto piii ne avvantaggia il vero vitalismo. Cio non toglie pero che alio stato attuale della scienza la spiegazione scientifica dei fatti biologici non puo avere altro carattere che quello di spiegazione meccanica.

Ma lasciando in questo luogo tale questione irta delle piii aspre difficolta, e ritornando, per finire, in un terreno strettamente fisiologico, non posso fare a meno di notare come le vedute espresse in questo scritto armonizzino con cio che vi ha di essenziale nella ben nota teoria della fecondazione proposta dal Boveri, poiche mostrano che I'azionedel centrosoma, quale centrodinamico della cellula, comincia giä fin dal primo istante della vita del nuovo organismo e non soltanto con la segmentazione, come comunemente si ere de.

Palermo, Giugno 1902.


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Zur Erinnerung an Rudolf Yirchow.

Von A. KOELLIKER.

Daß mir, als dem letzten noch Lebenden, der mit Virchow in Würzburg zusammenwirkte, sein Hinscheiden sehr nahe ging, wird jeder begreifen, der weiß, wie nahe wir uns standen und welch gemeinsames Streben in unserer Jugendzeit uns vereinte. Und da die jetzige Zeit von dieser Epoche in Virchows Leben im ganzen nur wenig unterrichtet ist, erlaube ich mir hier aus meinen „Erinnerungen" einiges, zum Teil wörtlich, anzuführen, was geeignet ist, das Bild, das wir von diesem großen Forscher und edlen Menschen uns machen, zu vervollständigen.

Am 28. November 1896 erwähnte ich l^ei Gelegenheit der Eröifnung des neuen Kollegienhauses in Würzburg in einer öffentlichen Rede folgendes: „Als Mohr, der trefl'hche pathologische Anatom, im Jahre 1849 von uns schied, lenkten sich unsere Augen auf den jungen Prosektor an der Charit^ in Berlin, Rudolf Virchow, und gelang es den energischen Bemühungen von Rinecker, Kiwisch und m i r, trotzdem Virchow politisch sehr anrüchig geworden war, ihn im Jahre 1849 für uijs zu gewinnen. Etwas vor dieser Zeit war auch durch meine Initiative die Physikalisch-medizinische Gesellschaft ins Leben getreten, deren erster, konstituierender Sitzung auch Virchow beiwohnte, und so begann dann in den 50er Jahren des verflossenen Jahrhunderts in Würzburg ein wissenschaftliches Leben sich zu entfalten, das die größten Früchte trug und seinesgleichen suchte. In der genannten Gesellschaft und auf der alten, ersten Würzburger Anatomie, die in einem kaum anders denn als finstere Spelunke zu bezeichnenden Gartenhause des Juliusspitales ihren Sitz hatte, wurden damals epochemachende Entdeckungen gemacht und Vorträge von größter Bedeutung gehalten, unter denen ich nur die von Virchow über den Bau der Bindesubstanzen und der Bindegewebskörperchen und die von Heinrich Müller über die Netzhaut im Auge erwähne. Hier ergaben sich auch bei Virchow die ersten Anregungen zur Aufstellung der Cellular pathologie und bei mir zur Annahme einer Abstammung aller Zellen eines Individuums unmittelbar aus der Eizelle und zur Verwerfung einer freien Zellenbildung. Junge Männer, die später zu hervorragenden Gelehrten sich entwickelten, saßen zu unseren Füßen, unter denen Gegenbaur und Friedreich, Corti und J. CzerMAK, später His, Hensen und Ed. Lent namhaft gemacht sein sollen.

Eine ausführliche Schilderung der damaligen großartigen Zeit unterlasse ich, als zu weit führend, und sei nur noch erwähnt, daß auch nach Virchows Weggange das einmal gelegte Samenkorn reiche Früchte trug, und brauche ich nur die Namen : Scherer, Scanzoni, Förster, Bamberger, v. Recklinghausen, v. Bezold, Fick, Biermer,


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Aloys Geigel, Kunkel statt vieler anderer auszusprechen, um dies zu belegen, und nenne ich besonders mit Freude und Stolz meinen früheren anatomischen Assistenten Gerhard, meine ehemaligen Prosektoren WiEDERSHEiM Und Flesch Und meinen ehemaligen Schüler und P'reund E. Ziegler, die ich alle hier erblicke."

Als ViRCHOW nach 6 Jahren seines Wirkens in Würzburg von uns schied, sprach ich in einer Festsitzung der Physikalisch-medizinischen Gesellschaft am 9. August 1856 meine Gefühle unter Ueberreichung eines Bildes, einer Ansicht von Würzburg von A. Geist jr., in folgenden Worten aus:

„Als wir vor 6 Jahren den mannhaften Kiwisch aus unserer Mitte scheiden sahen und unser Gemüt von wahrem Schmerze ergriffen war, glaubten wir nicht, daß in so kurzer Zeit ein noch herberer Verlust uns treffen würde, ein Verlust, der die tiefsten Fundamente unserer Gesellschaft erschüttert. In Virchow, meine Herren, verlieren wir nicht nur einen edlen und charakterfesten Freund, nein, in ihm geht uns auch ein hochbegabtes geistiges Element, unsere beste Kraft dahin. Indem ich dies ausspreche, bin ich weit entfernt davon, die Verdienste aller derer schmälern zu wollen, welche seit Jahren mit so unermüdlichem Fleiße der Gesellschaft Opfer gebracht haben und noch bringen, denn keiner kann die Leistungen dieser Männer freudiger anerkennen als ich; nichtsdestoweniger ist es meine innerste Ueberzeugung, daß keiner die Bedeutung und die Endzwecke unserer Gesellschaft so erfaßt und in seinen Bestrebungen so glücklich verfolgt hat wie Virchow, und weiß ich auch gewiß, daß Sie alle, meine Herren, diese Ueberzeugung mit mir teilen. Virchows Bedeutung für unsere Gesellschaft lag übrigens nicht bloß in seinen wissenschaftlichen Leistungen, so Großes und Eingreifendes dieselben auch zutage förderten und so anregend und belehrend dieselben auch wirkten, dieselbe beruhte ebenso sehr in dem Geiste, mit dem er das Ganze durchdrang. Sie alle, meine geehrten Freunde, wissen, wie Virchow auch in unserer Gesellschaft die humanistische Richtung, die sein ganzes Wirken durchzieht, tatkräftig durchgeführt hat, und daß wir ihm beinahe alles verdanken, was für die Verbindung von Wissenschaft und Leben durch uns geschehen ist. Wer von Ihnen erinnert sich nicht an seine unermüdlich wiederholten Anregungen zur Erforschung der natu r historischen Verhältnisse unseres Landes im weitesten Sinne, die dann auch zum Teil schon schöne Früchte trugen, und anerkennt nicht, was Virchow selbst in seinen Arbeiten über die N 1 i m S p e s s a r t, den Hungertyphus i n F r a n k e n und den Kretinismus in dieser Beziehung Bedeutendes geleistet hat? Und wenn es ihm auch lange nicht immer gelang, die erstrebten Ziele zu erreichen, wie bei seinen Versuchen, die Gesellschaft zur Organisation populärer Vorträge zu bewegen, so fällt die Schuld doch nie auf ihn, und weiß jeder, daß eine Ungunst der Verhältnisse, die hier nicht weiter zu erörtern ist, allein den günstigen Erfolg verhinderte. So kam es, daß Virchow nicht bloß als Forscher, als Gelehrter, sondern auch als leitender Gedanke für die Gesellschaft von der größten Bedeutung war, und daß uns sein Weggang auch in dieser


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Beziehung auf das empfindlichste berührt. Wir werden nach seinem Weggange sicherlich aller Anstrengung bedürfen, um in allgemeiner Beziehung das zu leisten, was wir ursprünglich als Ziel uns setzten, und um nicht über der reinen Befriedigung an der Wissenschaft die vaterländische und allgemein menschliche Bedeutung unserer Gesellschaft aus den Augen zu verlieren.

Doch, meine geehrten Freunde, wir sind nicht hier, um von uns zu reden und die Größe des uns trefiienden Verlustes zu beklagen. Uns führte vielmehr der W'unsch zusammen, Virchow noch einmal öffentlich für alles, was er unserer Gesellschaft gewesen ist, unseren herzlichsten Dank zu bringen und ihm zu sagen, daß sein Andenken uns immer teuer sein wird. Unsere besten Wünsche begleiten ihn auf seiner Rückkehr in sein engeres Vaterland. Möge er dort alles vorfinden, was er sich ersehnt, möge er aber auch die fernen Freunde der Würzburger Gesellschaft nie vergessen. Und da wir uns der Hoffnung hingeben, daß er auch der bescheidenen Stätte seines bisherigen Wirkens stets seine Anhänglichkeit bewahren werde, so haben wir gedacht, es werde ihm auch Freude machen, dieselbe von Zeit zu Zeit im Bilde verkörpert zu sehen.

Lieber Virchow! So nimm es denn hin, dieses Bild, in Liebe und Freundschaft, wie wir es Dir geben. Denke, wenn Du es betrachtest, an die reichen Fluren und blumigen Höhen des Frankenlandes, die Du so gern durchstreiftest, und in denen Du so manche schöne Stunde in reinem Genießen verlebtest. Denke aber auch dabei an uns und bewahre uns stets die Liebe und Treue, die uns hier verband.

Sie aber, meine Freunde, füllen Sie Ihre Gläser und trinken Sie mit mir auf das Wohl unseres scheidenden Freundes, Herrn Professor Virchow, ein donnerndes Hoch!"

Anschließend an diese Abschiedsrede möchte ich nur noch kurz hervorheben, was ich als Vorsitzender der Physikalisch-medizinischen Gesellschaft im Jahresbericht des Jahres 1856 angeführt habe :

„Eine Prüfung hat uns in diesem Jahre betroffen, der Verlust unseres Virchow. Ich nenne ihn mit Bewußtsein und mit Stolz den Unseren. Ist doch gerade Würzburg und vor allem unsere Gesellschaft, der er fast vom Momente ihrer Gründung angehörte, die Stätte gewesen, wo er eigentlich sich erst zu dem entfaltete, was er jetzt ist, und dürfen wir uns das Zeugnis geben, ihn von Anfang an in seinem hohen Werte erkannt und — jeder nach seinen Kräften — seine Bestrebungen gefördert zu haben. Und damit niemand hierüber im Zweifel sei, so erlauben Sie mir, Ihnen das Wort zurückzurufen, das unser Freund als Abschiedsgruß uns darbot: „Er habe viel von uns gelernt." Hat Virchow von uns gelernt, so verdanken wir ihm noch weit mehr, und es ist sicherlich keiner unter Ihnen, der nicht bereit wäre, dies jederzeit offen und kräftig zu bekennen. Aus diesem Grunde ist auch hier der Ort nicht, wo Virchow^s Verdienste und Leistungen im einzelnen ausführhch gewürdigt zu werden l)rauchen, und geschieht es eigentlich mehr für Fernerstehende, wenn ich mir erlaube, hervorzuheben, daß, wenn alle von uns, die


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Anatomen und Aer^^te, die Physiker wie die Chemiker, an der konsequenten und unermüdlichen Weise, mit der er einer exakten Naturforschung huldigte, ein Vorbild sich nehmen konnten, die Mediziner im besonderen ihm die Einsicht in den wahren Wert der pathologischen Anatomie und Physiologie, als der Basis ihrer ganzen Wissenschaft, schulden. Ihm verdanken sie die Ueberzeugung, daß die Lehre von den krankhaften Veränderungen des Körpers nur dann wissenschaftliche und praktische Bedeutung hat, wenn sie zur Lebens- und Entwickelungsgeschichte derselben wird und die Prozesse von ihrem ersten Werden an durch alle Umbildungen bis zu ihrem letzten Ende verfolgt, eine Ueberzeugung, die jedem um so unauslöschlicher sich einprägen mußte, wenn er sah, wie ihr Vertreter an der Hand derselben immer und immer von neuem die schwierigsten Fragen in glänzender Weise ihrer Lösung entgegenführte."

Einen solchen Forscher zu verlieren, war damals für uns, seine Würzburger Kollegen, ein harter Schlag, jetzt aber ist sein Tod ein wirkliches Unglück, da Virchow in so glänzender Weise alle Hoffnungen erfüllt hat, die man in seiner Jugend auf ihn setzte. Jetzt trauert die ganze wissenschaftliche Welt um den so üljerreich begabten Gelehrten. Bei mir, als seinem ältesten Freunde und Studiengenossen, gesellt sich noch die persönliche Trauer dazu, vereint mit dem Kummer um das Geschick, das seine teure edle Gattin so unerwartet und jäh getroffen hat. Möge derselben, sowie ihren Kindern der Gedanke, daß ViRCHOws Name auf immer in der Wissenschaft als Leuchte leben wird, ein Balsam auf die Wunde sein, die das Schicksal ihr geschlagen.

Würzburg, am 10. September 1902. (Aus der Beilage zur „Allgemeinen Zeitung" No. 210 vom 13. Sept. 1902.)


Bücheraiizeigen.

O. Jaekel, Ueber verschiedene Wege phylogenetischer Entwickelung. Mit 28 Textfig. (Sep.-Abdr. a. d. Verh. des 5. Internat. Zoologen-Kongresses zu Berlin, 190L) Jena, Gustav Fischer, 1902. 60 pp., Preis 1 M. 50 Pf.

Wenn auch Verf. sich fast ausschließlich auf Wirbellose bezieht, so dürften seine Ausführungen und Ergebnisse doch auch solche Anatomen interessieren, welche sonst nicht über den Kreis der höheren Tiere hinauszugehen pflegen. Allen, die sich für die großen Probleme der Phylogenie interessieren und dem Banne der in den letzten Jahrzehnten fast bis zum Ekel wiedergekauten Phrasen und dogmatisch gewordenen Anschauungen zu entrinnen die Absiebt und die Kraft fühlen, seien diese Betrachtungen Jaekels, welche sich durchweg auf positive Beobachtungen stützen und durch eine große Anzahl Abbildungen erläutert werden, warm empfohlen.


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Dem Verf. und der Verlagsbuchhandlung ist zu danken, daß Jaekels Vortrag in dieser Form separat erschienen ist im Interesse derjenigen, welche nicht in der Lage sind, sich die soeben in einem sehr stattlichen, außerordentlich gut ausgestatteten Bande erschienenen Verhandlungen des vorjährigen Zoologen-Kongrosses anzuscha£fen.

Grrenz fragen des Nerven- und Seelenlebens. Herausgeg. von L. Loewenfeld und H. Kurella. Heft 14—17. Wiesbaden, J. F. Bergmann, 1902.

Von diesen interessanten, an dieser Stelle mehrfach gewürdigten „Grenzfragen" sind folgende Hefte erschienen, welche sämtlich dem Studium der Biologen empfohlen sein sollen : 14. A. Hoche, Die Freiheit des Willens vom Standpunkte der Psychopathologie; 15. Ernst Jentsch, Die Laune; 16. W. v. Bechterew, Die Energie des lebenden Organismus und ihre psycho-biologische Bedeutung; 17. Paul Julius MöBius, Ueber das Pathologische bei Nietzsche.

Besonders das letzte Heft wird alle interessieren, welche Nietzsche gelesen und mit Bedauern bemerkt haben, wie N. während seines Zarathustra allmählich aus dem Normalen ins Pathologische gelangt. Zumal die Nichtmediziner, welche die Paralyse nur vom Hörensagen kennen, werden hier eine Erklärung dafür finden, warum ein so großer Teil der Anhänger Nietzsches unbewußt mit ihm über die Grenze zwischen Norm und Krankheit hinausgeglitten ist.

Gary N. Calkins, The Protozoa. (Columbia University Biological Series. VL) New York, The Macmillan Company; London, Macmillan & Co., Ltd., 1901. XVI, 347 pp. 8«. 153 Fig. Preis geb. 3 Dollars.

Bei dem stetig steigenden Interesse, welches die niedersten Lebewesen erregen, wird es wohl manchem, der sich sonst nur mit höheren Tieren befaßt, erwünscht sein, sich über jene näher zu unterrichten. Für diesen Zweck erscheint das vorliegende Buch von Calkins sehr geeignet, welches den sechsten Band einer Serie bildet, die von H. F. OsBORN und Edm. B. Wilson herausgegeben wird. Ais Motto steht auf dem Titel dieses Protozoen-Bandes: „Lies dieses Buch und lern dabey, wie gros Gott auch im Kleinen sey". Zahlreiche Abbildungen sind beigegeben. — Eine sehr angenehme Beigabe ist eine alphabetisch geordnete, umfassende Bibliographie (17 Druckseiten).

Encyklopädie der mikroskopischen Technik mit besonderer Berücksichtigung der Färbelehre. In Verbindung mit zahlreichen Gelehrten herausgegeben von P. Ehrlich, Rudolf Krause, Max Mosse, Heinrich Rosin, Carl Weigert. Mit zahlreichen Abbildungen. Berlin u. Wien, Urban & Schwarzenberg, 1903. I. Abt. (Bogen 1—25), IL Abt. (Bogen 26—50). Preis je 10 M. = 12 K. Wie der Prospekt meldet, soll diese neue Encyklopädie ein auf breitester Basis angelegtes Sammel- und Nachschlagewerk bilden, welches jedem, der mikroskopisch arbeitet, eine vollständige Uebersicht über alle


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technischen Fragen der Mikroskopie giebt. Sie umfaßt in möglichster Vollständigkeit alle Daten, welche sich auf Anatomie und Entwickelungsgeschichte, pathologische Anatomie, Bakteriologie, Zoologie und Botanik beziehen, soweit sie für die Mikroskopie dieser Disciplinen von Bedeutung sind. Ein umfassendes Werk auf diesem Gebiete wurde schon längst als dringendes Bedürfnis empfunden, da die Lehrbücher der Mikrotechnik sich fast alle auf ein bestimmtes, eng umgrenztes Gebiet beschränkten, während eine umfassende Bearbeitung wegen der genaueren Kenntnis der Nachbargebiete von besonderem Nutzen sein muß. Auch wurde ein näheres Eingehen auf die chemischen und physikalischen Eigenschaften der zahllosen Reagentien und Earbkörper vermißt. Diesen Uebelständen soll das vorliegende Werk, welches nur die Mineralogie und Pharmakognosie beiseite läßt, abhelfen.

Die an anderer Stelle zu nennenden Namen der Mitarbeiter bieten Gewähr dafür, daß die verschiedenen Methoden in vollkommenster Weise dargestellt werden, da diese meistens von ihren Entdeckern oder von solchen Forschern, welche eine möglichst ausgedehnte Erfahrung in ihnen besitzen, bearbeitet wurden. Die Encyklopädie wird somit ein getreues Bild von dem Stande der Mikrotechnik zu Beginn des 20. Jahrhunderts liefern.

Das Werk, auf 70 — 80 Bogen berechnet, erscheint in drei Abteilungen, deren letzte im Laufe des Oktober 1902 zur Ausgabe gelangen soll.

Medicinische Terminologie. Ableitung und Erklärung der ge bräuchlichen Fachausdrücke aller Zweige der Medizin und ihrer Hilfswissenschaften. Von Walter Guttmann. Urban & Schwarzenberg, Berlin und Wien, 1902. VIII, 1 142 pp. Gr.-8o. Preis (nur geb.) 15 M.

Verf. hat sich die Aufgabe gestellt, die gebräuchlichsten Fachausdrücke der gesamten modernen Medizin einschließlich ihrer naturwissenschaftlichen Hilfsdisciplinen (bes. Chemie, Physik, Botanik, Zoologie) begrifflich und etymologisch zu erklären. Den Hauptwert legt Verf. auf kurze, aber klare Definitionen; erst an zweiter Stelle kommen die etymologischen Ableitungen in Betracht.

Kleine Lücken und Ungenauigkeiten kommen hier und da vor, z. B. Jacobsohn statt Jacobson; die „LANGERHANs'schen Inseln" fehlen (im Nachtrag stehen nur die L.'schen Zellen der Epidermis), sonst aber sind Vollständigkeit und Genauigkeit der Angaben höchst anerkennenswert. Das Buch wird auch den Biologen, insbesondere den Anatomen im weitesten Sinne, von Nutzen sein. Der Preis ist mäßig. B.


Abgeschlossen am 24. September 1902.


Frommannsche Buchdruckerei (Hermann Pohle) in Jena.


ANATOMISCHER ANZEIGER

Centralblatt für die gesamte wissenscliafüiclie Anatomie.

Amtliclies Organ der anatomischen Gesellschaft

Herausgegeben von

Prof. Dr. Karl iron Bardeleben in Jena.


Verlag von Gustav Fischer in Jena.


Der „Anatomische Anzeiger" erscheint in Nummern von etwa 2 Druckbogen. Um ein rasches Erscheinen der eingesandten Beiträge zu ermöglichen, werden die Nummern ausgegeben, sobald der vorhandene Stoff es wünschenswert macht und event, erscheinen Doppelnummern. Der Umfang eines Bandes beträgt etwa 50 Druckbogen und der Preis desselben 16 Mark. Das Erscheinen der Bände ist unabhängig vom

Kalenderjahr.

XXII. Band. -m 6. Oktober 1902. m- No. 4 und 5.

Inhalt. Aufsätze. A. Schaper, lieber kontraktile Fibrillen in den glatten Muskelfasern des Mesenteriums der Urodelen. Mit 2 Tafeln und 6 Abbildungen im Text. p. 65 — 82. — Emil Holmgren, lieber die „Trophospongien" der Nebenbodenzellen und der Lebergangzellen von Helix pomatia. Mit 2 Abbildungen, p. 83 — 86. — Fred Taussig*, lieber einen cystiseh und syncytial veränderten AUantoisgang in einem ein monatlichen Abortiv -Ei. Mit 3 Abbildungen, p. 86 bis 90. — Bernardino Iiunghetti, Sulla fine auatomia e sullo sviluppo della gMandola uropigetica. p. 91—94. — M. Pürbringer, Erklärung, p. 94—95.

Bücheranzeigen. Paul Kroxthal, p. 95 — 96. — Franz Daffner, p. 96. — Text-book of Anatomy, p. 96.

Litteratur. p. 1 — 16.


Aufsätze.

Nachdruck verboten.

Ueber kontraktile Fibrillen in den glatten Muskelfasern des Mesenteriums der Urodelen.

Von A. Schaper.

(Aus der entwickelungsgeschichtlichen Abteilung des Anatom. Instituts

der Universität Breslau.)

Mit 2 Tafeln und 6 Figuren im Text.

Schon vor längerer Zeit machte ich an einem Flächenbilde eines mit Eisenhämatoxyhn gefärbten Mesenteriums von Salamandra atra eine zufällige, mich damals etwas überraschende Beobachtung, Das in Sublimat fixierte Präparat war seinerzeit angefertigt zum Studium

Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 5


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von Kernstrukturen. Bei Betrachtung unter dem Mikroskop bot sich mir nun schon bei schwächerer Vergrößerung ein ganz ungewohntes eigenartiges Bild, von dem ich auf Tafel III in Fig. 1 u. 2 zwei besonders charakteristische Stellen photographisch reproduziert habe. Es zeigte sich nämlich die ganze mesenteriale Membran durchsetzt von zahlreichen zartesten Fibrillen, die, tief blauschwarz gefärbt, sich von dem völlig farblosen Hintergrund mit größter Schärfe abhoben. Dieselben verliefen teils, wie in Fig. 1 (Tafel III) dargestellt, in parallelen Zügen in der Richtung der Hauptgefäße (also von der Radix mesenterii aus in radiärer Ausbreitung gegen den Darm zu), teils einzeln oder zu Bündeln vereinigt, nach allen Richtungen einander durchflechtend (Fig. 2, Tafel III). Betrachtung mit stärkeren Vergrößerungen lehrte ferner, daß die einzelnen Fibrillen zumeist nicht kontinuirlich gefärbt und auch nicht überall von gleicher Dicke waren, sondern hie und da, häufig in kurzen ziemlich gleichmaßigen Intervallen (Fig. 1, Tafel III), unterbrochen schienen, oder doch leichte spindelförmige Auftreibungen zeigten. Ich hatte nie zuvor etwas Aehnliches gesehen und war im ersten Augenblicke ratlos, was ich aus diesen eigenartigen Gebilden machen sollte, zumal meiue Präparate der angewandten Färbung entsprechend außer diesen Fibrillen und Kernen so gut wie nichts von anderen Strukturen erkennen ließen.

Doch drängte sich mir, da der Gedanke an fibrilläre Strukturen bindegewebiger oder elastischer Natur von vornherein auszuschließen war, sehr bald die Vermutung auf, daß es sich hier möglicherweise um kontraktile Fibrillen handle, obgleich mir damals von der Existenz muskulöser Elemente im Mesenterium nichts bekannt war. Erst eine genauere Durchsicht der Präparate lenkte meine Aufmerksamkeit auf gewisse Kerne, die sich sowohl durch Form und Struktur wesentlich von denen des Bindegewebes und der Epithelzellen unterschieden und durch ihre Lage gewisse Beziehungen zu den Fibrillenbüudeln zu haben schienen. Es waren dies große langgestreckte Kerne mit abgerundeten Enden, die alle Eigenschaften derjenigen glatter Muskelzellen trugen. War durch diesen Befund das Vorhandensein glatter Muskelelemente im Mesenterium von Salamandra (obgleich von den Zellen selbst bislang nichts zu sehen war) schon ziemlich sichergestellt, so verschafften mir andere, mit Plasmafarben nachgefärbte Präparate bald völlige Gewißheit darüber. Weiterhin belehrte mich überdies eine Einsicht der bezüglichen Litteratur, daß dieser Befund durchaus nichts Neues war, indem schon Leydig in seinem Lehrbuch der Histologie (1857, p. 325) anführt, daß verschiedene niedere Wirbeltiere und unter diesen auch die Urodelen ein mit glatten Muskelfasern


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ausgestattetes Mesenterium besitzen. Späterhin habe ich denn auch unter dem mir gerade zur Verfügung stehenden Material außer bei Salamandra atra Muskelfasern in den Mesenterien von Salamandra maculosa, Triton cristatus, Necturus und A c a n thias vulgaris nachweisen können, doch waren sie bei letzteren beiden bei weitem nicht so zahlreich vorhanden wie bei Salamandra und Triton.

War hiermit außer Zweifel gestellt, daß die in den vorliegenden Präparaten beobachteten Fibrillen morphologische Bestandteile glatter Muskelfasern darstellten, so regte die Eigenartigkeit der Erscheinung dieser Fibrillen zu weiteren Nachforschungen an über die feinere Struktur derselben, die Art ihrer Beziehungen zu den Muskelzellen, sowie speziell über die Bedeutung der bei der hier angewandten Färbung so deutlich hervortretenden Segmentierung. Durch andere Arbeiten in Anspruch genommen, bin ich leider nicht in der Lage gewesen, .dem Gegenstand eine derartig eingehende Untersuchung zu teil werden zu lassen, wie er es wohl verdiente. Immerhin ist es mir gelungen, durch Anfertigung einiger weiterer Präparate (namentlich von Triton) mir in diesem und jenem Punkte etwas mehr Klarheit über die Natur der in Frage stehenden Fibrillen zu schaffen, und wenn ich auch diese fragmentarischen Resultate hier kurz zur Veröffentlichung bringe, so geschieht es vorwiegend aus dem Grunde, weil einerseits meines Wissens kontraktile Fibrillen in Flächenbildern derartiger Membranen bisher noch nicht zur Beobachtung gekommen sind und andererseits das vorliegende Objekt für Fachgenossen, die sich eingehender mit dem Studium dieser Strukturelemente befassen, ein vielleicht sehr geeignetes Material für weitere Untersuchungen auf diesem Gebiete bilden dürfte. Zu diesem Zwecke wurden die Präparate auch auf der letzten Anatomenversammlung in Halle bereits demonstriert.

Was zunächst die Form, Anordnung und gegenseitigen Beziehungen der Muskelfasern im Urodelenmeseuterium betrifft, so läßt sich in Kürze folgendes darüber sagen. Die Muskelfasern sind meist zu zarten Bündeln vereint, die in vorwiegend radiärem Verlauf von der Radix mesenterii gegen die Peripherie zu ausstrahlen, hier und dort jedoch sich nach allen Richtungen durchkreuzen und solchergestalt ein zierliches weitmaschiges Flechtwerk bilden. Bisweilen auch sieht man einzelne Zellen hintereinander gereiht auf lange Strecken zu feinsten Strängen vereinigt. Diese Anordnungsweise (Fig. 3, Tafel IV) der Muskelfasern erinnert stellenweise sehr an das Verhalten der Muskulatur in der Blase des Frosches, wie es von J. Sobotta in

o *


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seinem Atlas der Histologie in Fig. 2 auf Tafel 58 abgebildet ist. Bezüglich des Zusaiumenh anges der Zellen untereinander haben mir meine Präparate folgendes gezeigt: Sind die Zellen zu Bündeln vereinigt, so bleiben sie meist durch einen sehr schmalen, aber deutlichen Spaltraum voneinander getrennt; dort jedoch, wo sie eng aneinander liegen , verschwinden alle Zellgrenzen (vergl. hierzu auch Textfigur 1). Häufig beobachtet man auch, daß Bündel sich teilen oder mehrere Bündel sich zu einem vereinen ; ebenso sieht man Teilstränge eines Bündels zu benachbarten Bündeln hinüberziehen und mit diesen verschmelzen. Dementsprechend habe ich den Eindruck gewonnen, daß der seitliche Zusammenhang der Muskelfasern innerhalb der Bündel im allgemeinen ein sehr loser ist, wobei die zwischen den einzelnen Zellen oder parallel verlaufenden Zellzügen befindlichen Zwischenräume von lockerem Bindegewebe erfüllt zu sein scheinen. Hiernach würden also die einzelnen Muskelzellen resp. die durch Hintereinanderlagerung gebildeten Stränge derselben ziemlich unabhängig voneinander das enge Bindegewebsreticulum das Mesenteriums (Fig. B, Tafel IV) durchziehen. Anders jedoch scheinen sich meinen Wahrnehmungen nach die Endstücke der Muskelzellen zu verhalten.



Fig. 1. Stück eines Bündels glatter Muskelfasern aus dem Mesenterium von Triton cristatus. Sublimat-Eisenhämatoxylin. (Diffuse Färbung.) Vergr. 600.


Freie Muskelendigungen habe ich in meinen Präparaten nirgends mit Sicherheit konstatieren können ; überall schienen die Zellen durch innige Vereinigung ihrer Enden zu langen Ketten verbunden. Hier und da beobachtete ich auch, wie das Endstück einer Muskelzelle, seitlich an eine benachbarte Zelle herantretend, sich derartig mit letzterer vereinigte, daß eine morphologische Trennung beider in ihrem weiteren Verlauf nicht mehr möglich war (Textfig. 1). Die Verlötung der Zellen scheint in beiden Fällen in der Tat eine so innige, daß der Gedanke eines syncytialen Zusammenhanges derselben sehr nahe gelegt ist, obgleich die Zartheit des Objektes eine sichere Entscheidung hierüber einigermaßen schwierig gestaltet. Noch mehr bestärkt in dieser Auffassung wurde ich durch das Verhalten der Fibrillen, worauf ich weiter unten zu sprechen kommen werde.

Die einzelnen Zellen sind außerordentlich langgestreckte, dünne, faserartige Gebilde, welche die gewöhnliche spindelförmige Ge


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stalt der Muskelfasern nur in der Nähe des Kernes erkennen lassen, ini übrigen aber mehr cylindrisch erscheinen (Textfig. 1). Ihre genaue Länge ist aus den oben angeführten Gründen schwer zu bestimmen, beträgt jedoch meiner Schätzung nach meist mehr als 1 mm, ihre Dicke in der Gegend des Kernes 8 — 9 (.i und gegen das Ende zu ca 2 (.1. Der Kern mißt im Durchschnitt 6 f.i in der Breite und 50—70 ^i in der Länge (60—70 /< bei Triton, 50—60 /< bei Salamandra atra).

Eine ganz eigenartige Erscheinung tritt uns hier und da im Verlauf einiger Fasern entgegen. Statt der gewöhnlichen cylindrischen Form zeigen solche Zellen nämlich, wie in Textfig. 2 abgebildet, auf gewisse Strecken eine ganze Keihe hintereinander folgender spindelförmiger Verdickungen, die nur durch dünne, fadenartige Zwischenstücke in Verbindung stehen. Ueber die Bedeutung dieser Erscheinung habe ich mir bei dem geringen Beobachtungsmaterial leider keine Klarheit verschaffen können. Vielleicht handelt es sich dabei um gewisse atypische Kontraktionszustände der Muskelfaser (s. auch weiter unten). Auch an die Möglichkeit einer künstlichen Ueberdehnung der betreffenden Fasern wäre zu denken, die etwa durch zu starkes Ausspannen des Mesenteriums vor dem Fixieren verursacht sein könnte. Gegen diese Annahme dürfte allerdings, abgesehen von der besonderen Vorsicht, mit welcher ich die Ausbreitung der Membranen vor dem Fixieren vorgenommen habe, einmal die an und für sich große Dehnungsfähigkeit der glatten Muskeln im allgemeinen sprechen und ferner der Umstand, daß ich derartige Fasern auch mitten zwischen völlig cylindrischen angetroffen habe.


Fig. 2, Stücke von glatten Muskelfasern mit sjiindelförmigen Anschwellungen aus dem Mesenterium von Triton eristatus. Sublimat. Eisenhämatoxyliu. (Diffuse Färbung.) Vergr. 600.

Bei der nun folgenden Darstellung der Bilder, unter denen sich in meinen Präparaten die kontraktile Substanz präsentierte, dürfte es zweckmäßig sein, von jenem Objekte auszugehen, welches zum Teile bereits zur Illustration der im Vorigen geschilderten ■ Verhältnisse diente und sich dadurch auszeichnete, daß eine eigentliche Fibrillenfärbung nicht gelungen war, sondern der gesamte Zellinhalt mehr oder weniger diffus blau gefärbt erschien. Derartige Präparate (Textfig. 1) zeigen uns zunächst, daß die Intensität der Färbung nicht


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durch die gauze Dicke der Faser hindurch gleichmäßig ist, sondern die periphere Zone beträchtlich dunkler ist als die axiale. Außerdem bemerken wir eine zarteLäugsstreifungder Fasern, die in der Nähe des Kernes, wo sich die Faser verbreitert, besonders deutlich hervortritt. Diese Streifung ist, wie bekannt, der Ausdruck der fibrillären Struktur der glatten Muskelzellen, wie sie bei den verschiedensten Untersuchungsmethoden und gelegentlich auch am frischen Präparate beobachtet werden kann. M. Heidenhain ^) unterscheidet nun bei den glatten Muskeln der Wirbeltiere derbere, an der Peripherie der Zelle gelegene Grenzfibrillen im Gegensatz zu feineren, im axialen Teile der Zelle befindlichen Binnenfib rillen. Ich glaube, daß die in den mir vorliegenden Präparaten sichtbare Längsstreifung vorwiegend durch jene Grenzfibrillen bedingt wird, wofür besonders die später anzuführenden Erscheinungen auf Querschnitten sprechen.

Bemerkenswert ist nun, daß gegen den Kern zu die dunkler gefärbte periphere Schicht allmählich an Breite abnimmt und den Kern nur in Form einer äußerst zarten dunklen Linie umzieht. Es macht in der Tat den Eindruck, als ob die meisten Fibrillen unter allmählicher Verjüngung in der Nähe des Kernes überhaupt ihr Ende erreichten oder doch nur unter äußerster Verdünnung an demselben vorbeizögen. Auf unserer Abbildung (Textfig. 1) sehen wir den Kern von einem hellen, homogenen Hof umgeben, dessen spitze Ausläufer beiderseits ziemlich weit in den axialen Teil der Faser hineinragen. Durch dieses helle Feld hindurch habe ich selbst bei stärkerer Vergrößerung keine Fibrillen auf die andere Seite der Zelle hinüber verfolgen können. Sie schienen vielmehr unter pinselförmiger Ausstrahlung gegen die Grenze des hellen Feldes zu allmählich zu verschwinden. Noch deutlicher trat diese Erscheinung hier und da an anderen Präparaten hervor, in denen bei intensiver Färbung mit Eisenhämatoxyliu, aber nicht genügender nachträglicher Differenzierung die ganze Faser mit Ausnahme der Kernregion tiefschwarz erschien. Hier sehen wir, wie die beistehende halbschematische Abbildung (Textfig. 3) zeigt, gegen den Kern zu den schwarzen Zellinhalt sich in ein Büschel von Fibrillen auflösen, die, in eine Spitze auslaufend, in der hellen Kernregion des Zelleibes plötzlich enden. Desgleichen sind mir auch zahlreiche Querschnittsbilder durch die


1) M. Heidenhain, Struktur der kontraktilen Materie. Ergebn. d. Anatomie u. Entwicklungsgesch., Bd. 10, 1900.


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Kernregiou vou Muskelzellen zu Gesicht gekommen, wo in dem engen Räume zwischen Kern und Sarkolemm keine Spur von Fibrillen an


Fig. 3. Halbschematische Darstellung des kernhaltigen Mittelstückes einer glatten Muskelfaser aus dem Mesenterium von Salamandra maculosa bei starker Ueberfärbung mit Eisenhämatoxylin.

zutreffen war (Textfig. 4 B, h). Daß dies jedoch durchaus nicht immer der Fall ist, haben mir wiederum andere Zellen bewiesen, wo auf Querschnitten durch die Kernregion besonders voluminöser Muskelzellen zwischen Kern und Zellmembran deutlich schwarz gefärbte Fibrillen oder Fibrillenbündel im Durchschnitt erschienen (Textfig. 4 B, a). Ich muß es daher dahingestellt sein lassen, ob die scheinbare Unterbrechung der Fibrillen, wie sie sich an einzelnen Präparaten darstellt, einem aktuellen Verhalten derselben entspricht, oder ob es sich, wie ich für wahrscheinlicher halte, nur um eine Täuschung handelt, die vielleicht durch starke Verschmächtigung der Fibrillen in dieser beengten Zellregion uud dadurch bedingte frühzeitige Entfärbung derselben beim Differenzierungsprozeß hervorgerufen wurde.

Erwähnenswert ist ferner, daß in den oben beschriebenen Fasern mit spindelförmigen Anschwellungen (Textfig. 2) diese dicken, dunkler gefärbten Segmente ebenfalls eine meist sehr deutliche Fibrillierung zeigen, während in den fadenförmigen hellen Verbindungsstücken auch bei stärkster Vergrößerung nichts von Fibrillen zu erkennen ist.

Besondere Schwierigkeiten für eine dem bisher Gesehenen entsprechende Deutung der inneren Struktur der Muskelzellen erwuchsen mir aus der Ver schieden ar tig keit der Bilder, unter denen die kontraktile Substanz besonders in der Flächenansicht des Mesenteriums in Erscheinung trat. Neben den eben beschriebenen Färbungsresultaten der Muskelfasern mit Eisenhämatoxylin von diffusem Blau zu undurchsichtigem Schwarz, von denen die ersteren die fibrilläre Struktur kaum deutlicher zeigten, als mit zahlreichen anderen Methoden erreicht werden kann, die letzteren aber von der inneren Struktur so gut wie nichts erkennen ließen, lagen mir die schon oben kurz beschriebenen Präparate vor, wo die Muskelzüge eigentlich nur durch jene zierlichen Fibrillen repräsentiert sind, wie wir sie auf Tafel III in Fig. 1 und 2 abgebildet finden.

Erst ein genaueres Studium von Querschnitten durch Muskelfasern verschiedener Präparate verschaffte mir die nötigen Anhaltspunkte, um für die Verschiedenartigkeit der Färbungsresultate in


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Flächenbildern eine einheitliche morphologische Erklärung finden zu können. Es zeigte sich nämlich hierbei, daß in Uebereinstimmung mit den HEiDENHAiNschen Erfahrungen (1. c.) die wesentlichen Unterschiede in derErscheinung der kontraktilen Substanz auf der Intensität der Färbung mit Eisenhämatoxylin, resp. auf der kürzeren oder längeren Einwirkung der Differenzierungsflüssigkeit beruhen. Die beistehenden Abbildungen mögen zur Erläuterung dieser Erscheinungen dienen. Fig. 4 A zeigt uns zunächst Durchschnitte von stark über


.» ^

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CX/.


'ig. 4A.


Fig. 4B.


Fig. 4 A. Querschnitte durch glatte Musijelzellen .des Mesenteriums von Salamandra maculosa. Sublimat-Eisenhämatoxylin. (Geringere Differenzierung !) Vergr. 1250.

Fig. 4 B. Querschnitte durch glatte Muskelzellen des Mesenteriums von Salamandra maculosa. Sublimat-Eisenhämatoxylin. (Stärkere Differenzierung!) Vergr. 1250.

färbten Muskelzellen. Wir sehen hier eine zentrale hellere Partie von einer tiefschwarzen ringförmigen Zone umschlossen, welche nach außen sich entweder glatt an die Zellmembran anlegt oder hier und da kleine Einkerbungen zeigt, nach innen jedoch sich meist unregelmäßig gegen das zentrale Feld abgrenzt. Je größer der Durchmesser des Querschnitts, um so breiter ist auch im allgemeinen dieser schwarze Ring. Von einzelnen Fibrillen ist hier nichts zu erkennen. In den Querschnitten der Fig. 4 B, c? sehen wir die Extraktion des Hämatoxylins viel weiter vorgeschritten. Die schwarze periphere Zone ist, soweit überhaupt noch vorhanden, beträchtlich verschmälert und bildet nur selten noch einen allseitig geschlossenen Ring. Wir finden statt dessen meist unregelmäßig gestaltete schwarze Schollen zerstreut der Zellmembran anliegen. In einzelnen Querschnitten (Fig. 4 B, c) endlich sind diese Schollen durch weitere Extraktion des Farbstoffes in noch kleinere Teilchen aufgelöst, von welchen die kleinsten von rundlicher Form offenbar die Querschnitte von Primitiv fib rillen darstellen. Sie messen etwa 1 /ti im Durchmesser. Es sind zweifellos derartig differenzierte Muskelfasern, die in den Flächenbildern der Figur 1 und 2 auf Tafel III vor


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liegen, wo durch die färberische Isolierung der kontraktilen Elemente die Fibrillen entweder einzeln oder hier und da zu zweien oder dreien vereint in ihrem Längsverlauf durch die Muskelzelle sich präsentieren. Mit dieser Auffassung stimmen auch die Messungen der Fibrillen in Fig. 1 und 2 überein, indem die feinsten derselben die Dicke von 1 // kaum erreichen. Weiterhin sehen wir in Fig. 4 B, e noch eine Anzahl kleinster, völlig schwarzer Querschnitte von rundlicher oder ovaler Form, deren Durchmesser sich gar nicht oder nur wenig über den der Fibrillen erhebt. Es handelt sich hier wohl um Durchschnitte dünner Endstücke von Muskelzellen, die entweder nur noch eine einzige Fibrille enthalten , oder ein Bündel von einigen wenigen, eng aneinander gelagerten und färberisch nicht voneinander isolierten Fibrillen.

Welche Schlüsse lassen sich nun aus den hier gemachten Erfahrungen über das verschiedenartige Inerschein ungtreten der kontraktilen Substanz bezüglich der morphologischen Konstitution der Fibrillen, ihrer Anordnung und ihrer Menge innerhalb der Muskelzelle ziehen? Nach Heidenhain (1. c.) sollen die glatten Muskelfasern der Amphibien mit Fibrillen dicht erfüllt sein, und zwar unterscheidet er auch hier derbere Grenzfibrillen, die dicht unter dem Sarkolemm lagern, von feinsten Binnenfibrillen. Erstere sollen besonders gut nach Färbung mit Eisenhämatoxylin hervortreten. Ob sich die Binnenfibrillen mit Eisenhämatoxylin überhaupt nicht färben, geht aus Heidenhains Darlegung nicht deutlich hervor.

Da nun in unseren Querschnittsbildern die zentrale Partie in größerer oder geringerer Ausdehnung stets hell erschien, selbst wenn die periphere Zone noch tiefschwarz gefärbt und ringförmig geschlossen war, so müssen wir daraus wohl schließen, daß die Binnenfibrillen den Farbstoff entweder überhaupt nicht annehmen, oder wenigstens bei der nachfolgenden Extraktion desselben viel leichter und frühzeitiger abgeben als die peripheren Teile der kontraktilen Substanz. Ja, wenn die gegenteilige Angabe eines so erfahrenen Kenners der kontraktilen Substanz, wie Heidenhain, mich zunächst nicht zu größter Vorsicht mahnte, möchte ich aus meinen Präparaten sogar folgern, daß Binnenfibrillen in den vorliegenden Muskelfasern überhaupt nicht vorhanden sind, indem selbst mit den stärksten Immersionssystemen sich keinerlei Andeutung von Querschnittsbildern derselben in dem hellen homogenen Zentrum der Zelle optisch diff'erenzieren ließen.

Was weiterhin die den Farbstoff" mit so großer Zähigkeit festhaltende


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periphere Zone des Zellinhaltes, welche die Grenzfibrillen enthält, anbetrifft, so müssen wir annehmen, daß dieselbe in ihrer Gesamtheit eine größere „Affinität" zum Eisenhämatoxylin besitzt als die axiale Partie und sich daher auch chemisch oder physikalisch von letzterer unterscheidet. Heidenhain nimmt au, daß es sich in dieser Randzone um eine „verdichtete Rindenschicht des protoplasmatischen Zellinhalts" handelt, mit welcher „die Grenzfibrillen in untrennbarer Weise verschmolzen sind". So viel scheint jedenfalls festzustehen, daß diese die Grenzfibrillen umhüllende Rindenschicht sich dem Eisenhämatoxylin gegenüber sehr ähnhch verhält, wie die Fibrillen selbst, indem erst nach relativ langer Einwirkung der Differenzierungsflüssigkeit eine Entfärbung derselben beginnt und die Fibrillen isoHert aus derselben hervortreten. Ist dieses Stadium der Differenzierung (Fig. 1 und 2) erreicht, so setzt bei fortgesetzter Extraktion auch sehr bald eine allmähliche Entfärbung der Grenzfibrillen ein, so daß man den ganzen Prozeß sehr sorgsam unter dem Mikroskop kontrollieren muß, wenn man eine distinkte Schwarzfärbung der einzelnen Fibrillen erhalten will.

Hier und da habe ich in Flächenbildern auch Fibrillen angetroffen, die sich durch besondere Zartheit auszeichneten und in ihrer Dicke nur Bruchteile von 1 /n erreichten. Ob wir aus diesem Vorkommnis schheßen dürfen, daß die Dicke der Fibrillen in größerem Umfange schwankt oder ob die am häufigsten angetroffenen Fibrillen von circa 1 fi Durchmesser sich vielleicht doch noch aus einer Anzahl feinerer histologischer Elemeutarfibrillen zusammensetzen, habe ich leider nicht entscheiden können.

Bezüglich der Lagerung und Anzahl der Grenzfibrillen in einer Muskelzelle bleibt zu bemerken, daß ich dieselben in meinen Präparaten niemals in einer derartig regelmäßigen Anordnung und solcher Menge angetroffen habe, wie sie von Heidenhain beispielsweise in schematischen Querschnittsbildern der Uterusmuskulatur des Kaninchens (1. c. Fig. 19) dargestellt wurden. Ich habe in zahlreichen untersuchten Querschnitten, wo die Fibrillen gut differenziert waren, nie mehr als höchstens fünf Fibrillendurchschnitte dicht unter der Oberfläche angetroffen, und zwar meist in ganz unregelmäßiger Gruppierung, wie Fig. 4 B, c zeigt. Ein gleiches Verhalten der Fibrillen scheint mir aus den Flächenbildern (Fig. 1 und 2) hervorzugehen. Es liegt nun allerdings die Möglichkeit vor, daß ein Teil der Fibrillen infolge frühzeitiger Entfärbung mit unserer Methode nicht zur Anschauung kam. Auch ist zu berücksichtigen, daß bei der auf Flächenbildern häufig zu beobachtenden Diskontinuität der Fibrillen


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färbung sich auf Querschnitten manche Fibrillen leicht unserer Wahrnehmung entziehen, sobald der Schnitt eben durch ein ungefärbtes Segment der Fibrille geht, infolgedessen wir uns über die wahre Zahl der in einem Muskelquerschnitt vorhandenen Fibrillen wohl täuschen können. Nichtsdestoweniger jedoch sprechen besonders unsere Flächenbilder ziemlich deutlich dafür, daß die äußerst zarten Muskelfasern des Mesenteriums relativ arm sind an Fibrillen.

Von besonderem Interesse scheint mir die schon mehrfach erwähnte eigenartige Segmentierung der Fibrillen (Fig. 1 und 2) , die durch eine Diskontinuität der Färbung derselben in Erscheinung tritt, und dürfte es daher wohl am Platze sein, mit wenigen Worten noch einige Einzelheiten über die hier vorliegenden Verhältnisse hinzuzufügen. Daß diese Segmentierung zunächst keine Unterbrechung in der substantiellen Kontinuität der Fibrille bedeutet, ergab mit Sicherheit eine genauere Prüfung der Präparate mit starken Ver


Fig. 5. Halbscbematische Darstellung kontraktiler Fibrillen aus dem Mesenterium von Salamandra atra zur Illustration der Segmentierung. (Vergl. Fig. 1 auf Taf. III.)

größerungen. Hierbei stellte sich heraus, daß die schwarz gefärbten Segmente durch ein zartkonturiertes farbloses Zwischenstück in Verbindung stehen, welches, wie in der beistehenden schematischen Abbildung (Textfig. 5) dargestellt, entweder cylindrisch und von annähernd gleicher Weite wie das dunkle Segment ist, oder eine mehr oder minder starke Einschnürung zeigt, wodurch die dunkleren Teile dann spindelförmig aufgetrieben erscheinen. Durch Nachfärbung der Eisenhämatoxylin-Präparate mit Rubin S werden diese hellen Zwischenstücke durch Annahme eines leicht rötlichen Tones etwas deutlicher. Bis zu einem gewissen Grade scheint das Inerscheinungtreten dieser Segmentierung von dem wechselnden Erfolge der Färbung und vielleicht auch von dem Ausfall der Fixation abhängig zu sein. Mit jener Deutlichkeit, wie sie in Figur 1 und 2 abgebildet wurde, tritt sie überhaupt nur an Präparaten auf, welche nach sehr intensiver Färbung eine ganz exakte DiÖerenzierung zeigen. Fiel die Färbung mehr diffus aus, so ist auch die Segmentierung undeutlich, die Fibrillen erscheinen mehr oder weniger gleichmäßig gefärbt und zeigen höchstens hier und da hintereinander gereihte spindelförmige Anschwellungen. Die Segmentierung der Fibrillen ist nun


keiueswegs immer eiue gleichmäßige; die Länge der hellen und dunklen Segmente kann vielmehr, wie Fig. 1 auf Tafel III und Textfigur 5 zeigen, innerhalb gewisser Grenzen schwanken. Ja nicht selten trifft mau in ein und demselben Präparate mitten zwischen segmentierten Fibrillen solche, bei denen die Segmentierung auf größere Strecken völlig fehlt. Bisweilen auch sieht man in Flächenbilderu die dunklen Segmeute benachbarter Fibrillen miteinander verschmelzen, wie ebenfalls aus Textfig. 5 ersichtlich; eine Erscheinung, die vielleicht auf eine umschriebene ungenügende Entfärbung des dazwischenhegenden Sarkoplasmas zurückzutühren ist, und auf Querschnitten Bildern entsprechen dürfte wie in Textfig. 4 B, c, wo die beiden biskuitförmig gestalteten Gebilde möglicherweise zwei durch gefärbtes Sarkoplasma noch vereinigte Fibrillendurchschuitte repräsentieren.

Ueber die Bedeutung dieser höchst eigenartigen Erscheinungen steht mir bei der Unzulänglichkeit meiner bisherigen Beobachtungen natürlich kein entscheidendes Urteil zu. Nur so viel scheint mir sicher, daß wir es in der beschriebenen Segmentierung der Fibrillen nicht etwa lediglich mit einem Kunstprodukt zu tun haben. Der ganze Charakter der Erscheinungen sowie auch eine gewisse Aehuhchkeit der mir vorliegenden Bilder (vergl. Fig. 1 auf Taf. III) mit frühen Entwickelungsphasen kontraktiler Fibrillen, wie sie beispielsweise von GoDLEWSKT ^) iu den Herzmuskelzellen abgebildet wurden, legen vielmehr die Vermutung nahe, daß die bei geeigneter Färbung so deutlich auftretende Segmentierung irgendwie in der Struktur oder Substanzverteilung der Fibrillen begründet sein muß, welche ihrerseits wieder keine stabile zu sein braucht, sondern dem jeweiligen funktionellen Zustande der Fibrille« entsprechend gewissen Schwankungen unterliegen kann. Daraus dürfte sich wohl die Veränderlichkeit und das gelegentliche völMge Fehlen der Segmentierung ebenfalls erklären. Eine andere Frage ist, ob die glatte Muskelzelle unter normalen Bedingungen eine völlig analoge Differenzierung aufweisen würde. Es ist nämlich sehr wohl möglich, daß durch irgend welche Einflüsse während der Präparation oder durch die chemische Einwirkung der eindringenden Fixierungsflüssigkeit ein derartig intensiver Reiz auf die Muskelzelle ausgeübt wird, daß eine abnorme Kontraktionsweise der Fibrillen sowohl wie auch der gesamten Faser (Textfig. 2) daraus resultiert. Dementsprechend würde also die von uns beobachtete


1 1 Emil Godi.ewskt jun., Die Entwickelung des Skelet- und Herzmuskelgewebes der Säugetiere. Arch. f. mikrosk. Anat., Bd, 60, 1902.


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Segmentierung zwar keine rein typische Erscheinung der Muskelzelle sein, immerhin aber, da durch einen Lebensvorgang (d. h. nicht lediglich durch postmortale Schrumpfung) derselben bedingt, gewisse Rückschlüsse auf die Konstitution der Fibrillen gestatten.



Fig. 6. Halbschematische Dai-stellung der syncytialen Vereinigung dreier Muskelzellen aus dem Mesenterium von Salamandra atra und des Verhaltens der kontraktilen Fibrillen.

Was endlich noch die Verbindung der Muskelzellen untereinander und die Beziehungen der kontraktilen Fibrillen zu derselben anbetrifft, so habe ich schou vorher auf Grund meiner Präparate als höchst wahrscheinlich hingestellt, daß es sich hier vielfach um eine syncytiale Vereinigung speziell der Muskel enden handelt, wobei die Fibrillen ohne Unterbrechung aus einem Zellterritorium in das andere übertreten. Ich schließe dies einerseits daraus, daß ich häufig Fibrillen auf ganz außerordentliche Strecken verfolgen konnte, die zweifellos die Länge einer Muskelzelle bei weitem übertrafen, ohne mit Sicherheit eine Endigung derselben nachweisen zu können, und andererseits, weil ich ab und zu Bildern begegnet bin, wo, wie in Textfigur 6 in halbschematischer Weise dargestellt, die Enden dreier Muskelzellen unter schwimmhautartiger Ausbreitung ihres Sarkoplasnias zu verschmelzen schienen, und die randständigen Fibrillen durch dieses dreieckige Feld von einer zur anderen Zelle, häufig in rückläufigem Bogen, hinüberzogen.

Nachdem durch die Untersuchungen von Godle\vsky (1. c.) bereits festgestellt ist, daß die Herzmuskulatur aus einer syncytialen Anlage hervorgeht, in welcher die kontraktilen Fibrillen sich völlig unabhängig von den einzelnen Zellterritorien entwickeln, würde bei Annahme einer ähnlichen Entstehungsweise ein bleibender syncytialer Zusammenhaug der glatten Muskelzellen und eine damit verknüpfte Kontinuität der


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Fibrillen durch verschiedene Zellterritorien hindurch, wie es im Mesenterium der Urodelen offenbar der Fall ist, durchaus nichts Auffallendes an sich zu haben.

Wie schon in der Einleitung hervorgehoben, machen die hier mitgeteilten Beobachtungen nicht den geringsten Anspruch auf eine abgeschlossene Untersuchung. Es lag mir lediglich daran , die jedenfalls interessanten Erscheinungen, welche ich an der kontraktilen Substanz der glatten Muskelzellen zu beobachten Gelegenheit hatte, zur Kenntnis der Fachgenossen zu bringen, um dadurch vielleicht zu weiteren Untersuchungen, wozu ich selbst im Augenblick nicht in der Lage bin, anzuregen. Die Unzulänglichkeit meines Untersuchungsmaterials hat mir in der Deutung der vorliegenden Erscheinungen notwendigerweise große Zurückhaltung auferlegt, und vielfach habe ich mich, ohne zu einem bestimmten Urteil zu gelangen, auf Vermutungen und Hindeutungen beschränken müssen. Doch steht zu erwarten, daß eine weitere Verfolgung des Gegenstandes an dem äußerst günstigen Untersuchungsmaterial neue Thatsachen über die Natur der kontraktilen Substanz zu Tage fördern wird.

Breslau, den 18. Juli 1902.

Nachtrag. Während der Drucklegung des vorliegenden Aufsatzes gelangte der Bericht der Verhandlungen der Anatomischen Gesellschaft auf der diesjährigen Versammlung zu Halle in meine Hände mit einem Artikel von C. Benda: „Ueber den feineren Bau der glatten Muskelfasern des Menschen". Die hier mitgeteilten Untersuchungen beziehen sich ebenfalls auf die fibrilläre Struktur der glatten Muskeln, wobei es unserem Autor in erster Linie gelang, in Uebereinstimmung mit den Angaben M. Heidenhains und Apäthys die Existenz von zwei verschiedenen Fibrillenarten („Grenzfibrillen" und „Binuenfibrillen") an Säugetier- und besonders menschlichem Material zu bestätigen. Von besonderem Interesse für uns sind nun im Anschluß an meine obigen Mitteilungen diejenigen Beobachtungen, welche Benda an den derben Grenzfibrillen gemacht hat. Obgleich der BENDAsche Aufsatz keine Hlustrationen besitzt und auch seine in Halle demonstrierten Präparate mir nicht zu Gesicht gekommen sind (da ich leider im letzten Augenblick verhindert war, an der Versammlung teilzunehmen), so scheint mir doch aus der Beschreibung unzweideutig hervorzugehen, daß Benda in


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seinen „groben Fibrillen" der menschlichen glatten Muskulatur Strukturelemente vor sich gehabt hat, die meinen oben beschriebenen Fibrillen im Mesenterium der Urodelen durchaus entsprechen. Ich möchte daher den diesbezüglichen Befunden Bendas gleich an dieser Stelle noch eine kurze Besprechung widmen.

Dieselben lassen sich in ihren wesentlichsten Punkten etwa folgendermaßen zusammenfassen: Die „groben Fibrillen" zeigen auf Querschnitten „an den verschiedenen Arten glatter Muskelzellen eine höchst verschiedenartige Menge und Anordnung. In den meisten Muskelzellen (Darmmuskulatur und größere Arterien) nehmen sie in einem einfachen Kranz die Peripherie der Zelle ein". Besonders reichlich , durch den ganzen Zelleib zerstreut, und vielleicht auch erheblich dicker finden sie sich in der äußeren longitudinalen Schicht des Vas deferens und in der äußeren Muskelschicht der Tuba uterina. Ganz vereinzelt endlich und sehr voluminös treten sie am auifälligsten in den Muskelzellen der inneren Schichten des Vas deferens auf. — Auf Längsschnitten durch Muskelbündel konnte Benda feststellen, daß die groben Fibrillen, „unbekümmert um Zellgrenzen das ganze Bündel der Länge nach durchlaufen", so daß „eine eigentliche Endigung der Fibrillen, die einem Zellende entspräche, nicht vorkommt".

Weitere Untersuchungen von Flächenbildern der Froschblase, die, wie eine Anmerkung in seinem Aufsatz (1. c. p. 217) besagt, zu späterer Zeit vorgenommen wurden, ließen Benda endlich diese Kontinuität der Fibrillen in der Längsrichtung der Zellen mit noch größerer Deutlichkeit und in größerer Ausdehnung erkennen und dabei die weitere Beobachtung machen, „daß spitzwinkelige Teilungen der Fibrillen resp. Verschmelzungen vorkommen, so daß die groben Fibrillen der sich kreuzenden, zusammentretenden und auseinandergehenden Muskelbündel in den mannigfachsten Beziehungen zueinander stehen, bald große parallele Bündel, bald völlige Netzwerke bilden".

Alles, was Benda über die Eigenschaften seiner „groben Fibrillen" und bezüglich ihrer Beziehungen zu den Muskelzellen uns hier mitteilt, stimmt demnach sehr wohl mit meinen Wahrnehmungen an den Fibrillen des Urodelen-Mesenteriums überein, und begrüße ich seine Beobachtungen insoweit als eine erfreuliche Bestätigung meiner eigenen Befunde. Auffällig ist allerdings, daß Benda in seinen Präparaten niemals etwas von einer Segmentierung der Fibrillen gesehen zu haben scheint. Ich habe im Vorigen aber bereits darauf hingewiesen , daß sich dieselbe auch in meinen Prä


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paraten durchaus nicht konstant zeigte und selbst in solchen, wo sie mit größter Deutlichkeit in Erscheinung trat, an einzelnen Fibrillen doch völlig fehlen konnte. Durch die scheinbar gänzliche Abwesenheit derselben in Bendas Präparaten ist daher ein weiteres Zeugnis dafür gegeben, daß dieselbe nur unter ganz bestimmten Bedingungen in Erscheinung tritt. Welcher Natur diese Bedingungen sind, bleibt durch weitere Untersuchungen festzustellen.

Von Interesse ist nun weiterhin, daß Benda im Gegensatz zu der Auffassung früherer Autoren geneigt ist, seinen „groben Fibrillen eine besondere spezifische Funktion innerhalb der Muskelzelle zuzuschreiben. Zwar hält er sie in Uebereinstimmung mit mir für das Homologon der HEiDENHAiNschen „Grenzfibrillen", glaubt ihnen aber auf Grund seiner Beobachtungen die Eigenschaft der Kontraktilität absprechen und diese allein auf die zarten Binnenfibrillen beschränken zu müssen. Benda glaubt vielmehr, „in den groben Fibrillen eine spezifische Stützsubstanz der glatten Muskulatur der Wirbeltiere" vor sich zu sehen, die vermöge ihrer elastischen Natur dazu berufen ist, den Muskel einerseits nach jeder Kontraktion möglichst schnell in den Status quo ante zurückzuführen und andererseits vor einer zu starken passiven Ueberdehnung zu schützen. Die Annahme einer derartigen funktionellen und substantiellen Eigenart der Grenzfibrillen gegenüber den zarteren Binnenfibrillen glaubt Benda begründen zu können einmal durch ihre „Kontinuität" in der Längsrichtung der Muskelbündel , ihre „Starrheit" und ihre „homogene Beschaffenheit", und andererseits durch ihr färberisches Verhalten, wodurch sie sich „den Stützfasern der Neuroglia und denen der Epidermis in hohem Grade nähern", während die feineren Fibrillen „gegen Färbungen nahezu refraktär" sind.

Es würde über die Grenzen eines „Nachtrags" hinausgehen, wollte ich mich an dieser Stelle auf eine ausführlichere Diskussion der BENDAschen Hypothese einlassen. Doch kann ich nicht verhehlen, daß die morphologische Begründung derselben mir vorderhand auf etwas schwachen Füßen zu stehen scheint und sich wohl mancherlei Bedenken gegen dieselben vorbringen ließen, von denen ich nur folgende in Kürze anführen möchte:

1) Weshalb die Kontinuität der Fibrillen in der Längsrichtung der Muskelbündel gegen die kontraktile Natur derselben sprechen soll, ist mir zunächst nicht recht ersichtlich; um so mehr als in der Entwickelung der kontraktilen Fibrillen eine kontinuierliche Anlage


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derselben durch verschiedene Zellterritorien hindurch bereits nachgewiesen ist.

2) Die angebliche Starrheit der Fibrillen ist bislang durch nichts bewiesen worden. Aus der äußeren Gestaltung und sonstigen optischen Erscheinungen derselben ist eine derartige Eigenschaft nicht mit Sicherheit zu erschließen.

3) Ihre homogene Beschaffenheit ist durch die von mir beobachtete gelegentliche Segmentierung der Fibrillen noch sehr in Frage gestellt.

4) Ihre von der der zarten Binnenfibrillen verschiedene färberische Reaktion ist kein zwingender Beweis, daß sie nicht doch zur kontraktilen Substanz gehören, sofern wir mit Heidenhain annehmen, daß die groben Grenzfibrillen und feinen Binnenfibrillen nur verschiedene Entwickelungsstadien der contractilen fibrillären Substanz aus dem Cytoplasma darstellen, dementsprechend sie sehr wohl durch chemische oder physikalische Verschiedenheiten auch färberisch verschiedenartig reagiren können.

Was endlich die physiologische Seite der BENDA'schen Hypothese anbetrifft, so glaube ich, daß gegen die Existenz einer derartig angeordneten, elastisch wirksamen Stützvorrichtung innerhalb der Muskelzelle sich allein schon aus rein mechanischen Gründen mehrfache Bedenken erheben ließen. Ich möchte hier nur zu erwägen geben, daß, wenn die den groben Fibrillen supponierte elastische Kraft zwar zur Restitution der Muskelzelle nach stattgehabter Kontraktion förderlich sein könnte, sie auf der anderen Seite auch einer prompten Wirkung der kontraktilen Substanz (da sie derselben entgegenwirkt) in gleichem Grade beträchtliche Hindernisse entgegensetzen müßte. Wenn also mit anderen Worten eine derartige Einrichtung vielleicht geeignet wäre, durch Erhöhung der Elastizität der Muskelzelle die Phase der Restitution zu verkürzen, so würde sie doch andererseits die Phase der Kontraktion auch notwendigerweise verlängern müssen und dementsprechend einer schnelleren Aufeinanderfolge von Kontraktionen, wie Benda annimmt, kaum förderlich sein können. Es scheint mir vielmehr, daß durch eine elastische Wirkungsweise der groben Fibrillen kaum ein anderer Effekt auf die Muskelzellen ausgeübt werden könnte als durch diejenigen Zugkräfte, welche in der Umgebung der Zelle in allen Muskeln (von selten des Bindegewebes, des elastischen Gewebes des Gewichts der zu hebenden Teile etc.) beständig wirksam sind, und glaube ich, daß bei der langsamen Funktion der eigentlichen

Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 6


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glatten Muskulatur diese Kräfte genügen dürften, die Streckung der Muskelzelle in der relativ langen Restitutionsphase zu bewirken, ohne daß es nötig wäre, einen besonderen intracellulären Apparat für diesen Zweck zu postulieren. Anders mag es sich zur Ermöglichung einer schnelleren Aufeinanderfolge der Kontraktionen bei den quergestreiften Muskeln verhalten. Hier könnte man mit Benda wohl annehmen, daß innerhalb der hier komplizierter gebauten kontraktilen Fibrillen selbst nach stattgehabter Kontraktion Kräfte zur Geltung kommen, welche die Dehnung des Muskels während der Restitutionspause beschleunigen. Ich bin jedoch mit der Muskelphysiologie nicht vertraut genug, um mir über die Zulässigkeit einer derartigen Annahme im Augenblick volle Rechenschaft geben zu können.

Sehr auffällig muß bei Annahme der BENDAschen Hypothese endlich auch der Umstand erscheinen, daß die groben Fibrillen besonders mächtig und zahlreich entwickelt sind in solchen Muskeln, deren Kontraktionen besonders träge verlaufen und deren Elemente der Gefahr einer Ueberdehnung kaum ausgesetzt sein dürften, wie beispielsweise in der äußeren longitudinalen Schicht des Vas deferens und in der äußeren Muskelschicht der Tuba uterina. Dasselbe gilt für die von mir im Mesenterium der Urodelen nachgewiesenen „groben Fibrillen", die dasselbe in großer Menge durchsetzen. Auch hier handelt es sich gerade um Muskeln, deren Kontraktionen zweifellos mit größter Trägheit verlaufen und nur in langen Zwischenpausen auftreten. Ihrer Ueberdehnung aber dürfte allein schon durch den relativ festen Bau der mesenterialen Membran, die überdies, wie ich feststellen konnte, noch durch zahlreiche elastische Fasern verstärkt wird, zur Genüge vorgebeugt sein.

Breslau, den 1. September 1902. ,:


Erklärung der Abbildungen auf Tafel III und IV.

Figuren 1 und 2: Kontraktile Fibrillen in den glatten Muskelfasern des Mesenteriums von Salamandra atra. Sublimatfixation. Eisen hämatoxylin. Vergr. 300.

Figur 3: Glatte Muskelfasern und Bindegewebsr eticulum im Mesenterium von Salamandra ati'a. Sublimatfixation. Eisenhämatoxylin-Rubin S. Vei'gr. 100.


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Nachdruck verboten.

üeber die „Trophospongien" der Nebenhoden zellen und der Lebergangzellen Yon Helix pomatia.

Von Prof. Dr. Emil Holmgren, Stockholm.

Mit 2 Abbildungen.

In diesem Jahre ist von Fuchs ^) eine interessante Abhandlung über die Epithelzellen des Nebenhodens von der Maus veröft'entlicht worden, worin unter anderem berichtet wird, daß der Autor eigentümliche Fadenknäuel in der Innenzone dieser Zellen, zwischen Kern und Lumen, gesehen hat. Das Material war in den verschiedensten Flüssigkeiten konserviert, wie in der ZENKERSchen Flüssigkeit, im HERMANNSchen und FLEMMiNGschen Gemisch, und mit Eisenhämatoxylin gefärbt. — In der nächsten Nähe der genannten Knäuel treten die ersten gefärbten Granula und die ersten Tröpfchen auf; und hinsichtlich der biologischen Bedeutung dieser Knäuelbilduugen ist auch Fuchs zu der Auffassung gelangt, „daß das flüssige Sekret in dem Fadenknäuel gebildet wird, während die Granulakörnchen vielleicht aus dem Zelleib aufgenommen und im Faden knäuel zu kleinen Häufchen geformt werden". — Besonders interessant ist auch die Fuchssche Beobachtung, daß der Fadenknäuel, der je nach dem funktionellen Zustande sich sehr verändert, jedoch niemals ganz schwindet.

Infolge eigener Studien über die Nebenhodenzellen desselben Tieres, den Fuchs benutzt hatte, habe ich mich davon überzeugen können, daß die von dem letztgenannten Autor beschriebenen Fadenknäuel in der Tat (was ich schon früher kürzlich angedeutet habe — Anat. Anz., Bd. 22, No. 1) meinen „Trophospongien" entsprechen müssen. Ebenso muß es bei den FucHSSchen Befunden sehr nahe liegen, an die von Negri durch die Cbromsilbermethode hergestellten, ähnlich lokalisierten Netzwerke derselben Zellen zu denken, — was Fuchs jedoch, wie es scheint, nicht getan hat. Falls man nämlich die Nebenhoden der weißen Maus mit meiner Trichlormilchsäure-Resorcin-Fuchsin- Methode behandelt, findet man bei den fraglichen Epithelzellen, zwischen Kern und Lumen, ein dunkel gefärbtes Netzwerk von körnigen Fäden (Fig 1), die „Saftkanälcheu" (bei a)


1) Ueber das Epithel im Nebenhoden der Maus. Anat. Hefte, Bd. 19, 1902, Heft 2.


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Fig. 1.


bilden können. Das Netz stimmt in jeder Hinsicht mit den „Trophospongien" der Darmepithelzelleu überein. Wie ich es schon vorher hinsichtlich der „Trophospongien" der Nervenzellen hervorgehoben habe, treten diese Netzwerke der Nebenhodenzellen mitunter auch als eher von membranartig gestalteten als von fadenähnlichen Teilen aufgebaut hervor. Infolgedessen, sowie auch auf Grund ergastischer Ablagerungen innerhalb der Netzwerke, können diese letzteren nicht selten als ovale oder rundliche, dunkelgefärbte Bildungen erscheinen, in denen noch dunkler gefärbte, strangförmige Partien sich hervorheben. — Es kann darüber kein Zweifel obwalten, daß diese „Trophospongien" mit den FucHSschen Fadenknäueln nicht identisch sind , obwohl — wenigstens aus den FucHSSchen Abbildungen zu schließen — die einzelnen Fäden dieser Knäuel für den genannten Autor nicht besonders deutlich hervorgetreten waren. An mit Alkohol-Chloroform-Eiessig konserviertem und durch Eisenhämatoxylin gefärbtem Material habe ich jedoch selbst aus dem am öftesten als ein mehr unbestimmbares, etwas streifiges und dunkelgrau gefärbtes Klümpchen (ähnlich den FucHSschen Bildern) hervortretenden „Fadenknäuel" intensiv schwarz gefärbte netzbildende Fäden hervorrufen können, die ganz auffallend nichts anderes als Teile des genannten „Trophospongiums" ausmachen.

Indessen ist Fuchs zu der Auffassung gelangt, daß „dieser Fadenknäuel mit den P'äden, welche, als Fortsetzung der Härchen, den Zelleib durchziehen, in inniger Verbindung steht, indem die letzteren alle nach ihm hinstreben". — üeber diesen Gegenstand habe ich, infolge der FucHSschen Angaben, zahlreiche und mühevolle Untersuchungen an mit den verschiedensten Konservierungsund Färbungsmitteln behandelten Nebenhoden der weißen Maus vorgenommen, habe jedoch solche Bilder nicht bekommen [können, die für die FucHSsche Meinung mit einiger Sicherheit sprechen sollten. — Dagegen habe ich (wie ich schon vorher bemerkt habe — Anat. Anz., Bd. 22, No. 1) in den cilienlülirenden Lebergangsepithelien von Helix pomatia ein besonders geeignetes Objekt gefunden, um das reciproke Verhalten zwischen dem Fadenapparat und dem „Tropho


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spoDgium" zu eruieren. — Bekanntlich hat der ausgezeichnete Histologe Martin Heidenhain i) auf Grund seiner Studien unter anderem über die Flimmerzellen der Lebergänge von Helix und die Darmepithelzellen des Frosches uns einen neuen Einblick in den Bau des Fadenapparates der Cilienzellen geben können. Je nach der Schnittführung kann man, nach Heidenhain, den Fadenapparat ungleich gestaltet bekommen. Im „Sagittalschnitt" wird der einfache Pseudoconus gesehen ; im „Frontalschnitt" dagegen ergibt die Fasermasse jederseits oberhalb des Kernes das Bild zweier symmetrisch gelegener Vorhänge, die einen mittleren faserfreien , nach oben hin sich verlierenden Zwischenraum begrenzen. Im „Sagittalschnitt" tritt dieser faserfreie Raum, den Heidenhain mit Beziehung auf die Fibrillenstruktur als den toten Raum bezeichnet, in Form eines Dreiecks hervor, dessen am schärfsten ausgezogene Spitze nach oben, dessen schmale Basis gegen den Kern hin liegt. — Der Faden apparat und der tote Raum treten nun an meinen eigenen Lebergangspräparaten von Helix (mit Trichlormilchsäure - Resorcin - Fuchsin behandelt) sehr schön und distinkt hervor, und die „Trophospongien" sind von dem ganzen Zelleninhalte das am schärfsten Tingierte. Es \lJäljiJdi;.jtyß,i zeigt sich bei dem sorgfältigen Studium dieser guten Präparate (Fig. 2), daß die „Trophospongien" ausschließlich innerhalb des körnigen oder mit Fig. 2.

Tröpfchen erfüllten toten Raumes, wohl das Endoplasma der Flimmerzelle darstellend, auftreten; und ich habe bei diesem interessanten Befunde niemals Bilder bekommen, die darlegen könnten, daß die „Trophospongien" und die Fadenapparate in irgend einer Weise bei Helix miteinander in direkter Verbindung stehen sollten. Dagegen habe ich hin und wieder, wie von dem eigentlichen Bau des Fadenapparates leicht zu erwarten war, Trugbilder gefunden, die infolge der zufälligerweise vorhandenen Schnittrichtung für einen direkten Zusammenhang


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1) Beiträge zur Aufklärung des wahren Wesens der faserförmigen Differenzierungen. Anat. Anz., Bd. 16, No. 5/6, 1899.


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einigermaßen sprechen könnten. — Ich will selbstverständlich nicht bestreiten, daß bei der Maus andere Verhältnisse vorhanden sein könnten als bei Helix, aber es liegt wohl eine nur geringe Wahrscheinlichkeit für eine solche Annahme vor.

Daß endlich die von Negri hergestellten Chromsilbernetze die geschwärzten „Saftkanälchen" der „Trophospongien" der fraglichen Zellen darstellen, halte ich für sicher.

Endlich sei es mir gestattet, zu erwähnen, daß ich an den Epithelzellen des Uterus und der Schilddrüse ganz ähnlich lokalisirte und ähnlich aussehende kanälchenbildende „Trophospongien" wiedergefunden habe. Diese Netze sind jedoch kleiner und einfacher gebaut.

Stockholm, Ende Juli 1902.


Nachdruck verboten,

Ueber einen eystisch und syncytial veränderten Allantoisgang in einem einmonatliclien Abortiv-Ei.

Von Dr. Fred Taussig, Hospitant,

aus St. Louis, U.S.A.

(Aus der Bettina-Stiftung, K. K. Kaiserin-Elisabeth-Krankenhaus, Wien :

Vorstand Prof. Wertheim.)

Mit 3 Abbildungen.

Die menschliche Allantois ist ein Gebilde, über welches unsere jetzigen Kenntnisse so mangelhaft sind, daß ich mich berechtigt fühle, folgenden Fall , wenn er auch vereinzelt dasteht und von einem Abortiv-Ei stammt, wegen einiger Besonderheiten genauer mitzuteileil.

Das 3 cm große Ei wurde von einer Patientin der Bettina-Stiftung im Laufe des 2. Monats der Gravidität spontan ausgestoßen. In der etwas erweiterten Amnionhöhle befand sich ein 12 mm langer Embryo, Dieser war leider etwas zerfetzt, schien aber in seiner äußeren Gestalt nicht mißbildet zu sein. In der ersten Kiemenspalte läßt sich schon die Anlage des äußeren Gehörganges nachweisen. Die Nasengruben sind noch nicht von der Mundhöhle getrennt. Die Unterkieferfortsätze sind vereinigt. Die Extremitäten sind dreiteilig, aber es besteht noch keine Andeutung der Finger, Vom Genitalhöcker ist nichts zu sehen. Ein 1^/2 mm langer Schwanz ist angelegt. Im ganzen entsprach er einem Embryo von circa 30 Tagen,


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Das Amnion lag dem Chorion an, war aber nicht fest mit ihm verbunden. Vom Embryo ging eine ca. 1 cm lange Nabelschnur ab. In der unmittelbaren Nähe ihrer placentaren Insertion war, unter dem Amnion liegend, ein IVa ^^^ langes, rundliches Gebilde zu sehen, der Dottersack. Die Decidua war noch über die ganze Eiaußenfläche gleichmäßig verbreitet, eine Placentaranlage also nicht zu unterscheiden.

Zur mikroskopischen Untersuchung wurde die Nabelschnur und ihre Insertionsstelle samt Dottersack herausgeschnitten und in Serienschnitte von 5 n Dicke zerlegt. In Fig. 1 habe ich ein Uebersichtsbild eines


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Fig. 1. Uebersichtsbild der Nabelschnur-Insertionsstelle. Vergrößerung 10 : 1. D Dottersack. DS Dottei-stiel. CH Chorion. Am Amnion. NA Nabelarterie. AI Allantois. L Lumen, dessen Deutung unklar ist.

dieser Schnitte gegeben. Es findet sich am placentaren Ende der Nabelschnur, wo diese durch einen etwas breiteren Stiel auf die Eihüllen übergeht, ein eigentümlicher, mit epitheloiden Zellen ausgekleideter Gang, der mitten zwischen den beiden Nabelarterien liegt. Dieser besitzt ein mehr oder wenig weites Lumen und eine bindegewebige Hülle, hat aber genau die Gestalt und Lage des normalen Allautoisgauges, wie Minot(I), His (2) und andere ihn in dieser Entwickelungsperiode beschreiben. Man kann ihn aber nur eine kurze Strecke in der Nabelschnur verfolgen. Weiter frontalwärts ist zwar zwischen den Nabelarterien ein Lumen zu sehen, das möglicherweise von demselben Gang abstammt; doch sind die Zellen in seiner Wandung hier zu stark verändert , um zu einem positiven Urteil zu gelangen, und ein direkter Zusammenhang mit dem Gange kann nicht konstatiert werden. Dotterstiel und Dottersack sind deutlich zu verfolgen. Der Gang ist in keiner Weise mit ihnen in Verbindung.


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An der Nabelschnur-Insertionsstelle selbst ist der Gang eine lange Strecke zu verfolgen, doch ist er von sehr wechselnder Gestalt. Manchmal sieht man ihn cystisch erweitert, bisweilen zu einem Durchmesser von 0,4 — 0,5 mm, manchmal als einen kleinen soliden Strang, aus einigen epitheloiden Zellen zusammengesetzt. Stellenweise zeigt er sogar Ausbuchtungen, so daß er zweimal im selben Schnitt getroffen wird, oder es findet sich ein aus epitheloiden Zellen gebildetes Septum, das den Gang in zwei Hälften teilt. Auf Grund der Serie muß man den Gang als ein im Bindegewebe der Nabelschnur sitzendes, stellenweise hydatidenartig erweitertes, verzweigtes Gebilde auffassen.

In der Umgebung des Ganges ist keine Verdichtung oder Infiltration des Bindegewebes zu sehen. Aufallend ist nur, daß an mehreren Stellen kleinere Aeste der Umbilicalgef äße in inniger Verbindung mit der Wand des Ganges sind. Fig. 2 zeigt

Am AI

i I

I



BG




B. Keüitz gez.

Fig. 2. Cystisch erweiterter Allantoisgang mit dicht anliegenden Gefäßen. Vergrößerung 240 : 1. Am Amnion. AI Allantois. BG Blutgefäße.

eine solche Stelle. Der hier cystisch erweiterte Gang ist von den beschriebenen epitheloiden Zellen ausgekleidet, und ihm eng anliegend findet man mehrfache Gefäße mit noch gut erhaltenen roten Blutkörperchen.

Noch interessanter als die cystischen Veränderungen sind die Vorgänge am Epithel des Ganges. Dieses besteht an den meisten Stellen


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der Wandung aus großen Zellen mit hellem Protoplasmaleib, deutlichen Zellgrenzen und rundlichem Kerne. Gelegentlich aber findet man statt dessen an einer Seite des Ganges eine plötzliche Zellvermehrung unter Zunahme der Höhe des Epithels, wie in Plg. 3 abgebildet


«'-.C- -" SG {'::>l\


Syn B. Keilitz gez.

■ Fig. 3. Syncytial verändeiier AUantoisgang. Vergrößerung 240 : 1. AI AlLintois mit normalem Epithel. Syn Syncytiumbiklung. BG Blutgefäße.

ist. Die Kerne sind hier dunkler tingiert und die Zellgrenzen nicht mehr wahrzunehmen. Es besteht also eine gewisse Aehnlichkeit mit dem Syncytium des Chorions, doch sind diese Stellen insofern verschieden, als nirgends Ausläufer zu sehen sind, und als sich das Protoplasma verhältnismäßig wenig färbt. Gegen die Annahme, daß diese Syncytiumbiklung ein durch Nekrose hervorgerufenes Kunstprodukt wäre, spricht die gute Konservierung des angrenzenden Gewebes und der eigentümliche einseitige Sitz der Veränderungen.

In der Litteratur habe ich nur wenig über ähnliche Vorgänge an der Allantois gefunden. Im Urachus findet man zwar gar nicht so selten cystische Erweiterung, wie von Luschka (3) und Strahl (4) hervorgehoben wird. KoELLiKER (5) behauptet, daß auch der in der Nabelschnur befindliche Teil des Allautoisganges Ausbuchtungen besitzen kann. Mall (6) beschreibt unter seinen pathologischen Embryonen einen


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Fall (Embryo No. XXIV), in in welchem ein verzweigter, doppelter Allantoisgang an der Basis der Nabelschnur zu sehen war. In einem zweiten Fall (No. XIV) war eine kleine Gruppe syncytialer Zellen in ähnlicher Lage vorhanden. Er betrachtet dies aber als eingewuchertes mütterliches Syncytium. Leider sind beide Beschreibungen zu kurz, um einen Rückschluß auf unseren Fall zu erlauben.

Zu erwähnen wäre nur noch der Fall Keibels (8) von scheinbar bläschenförmiger Allantois. Hier erwies sich das Bläschen als ein Hydramnios des Bauchstieles. Die Möglichkeit, daß es sich auch in unserem Falle um eine solche abgeschnürte Amnioseinstülpung handle, besteht zwar, doch ist dies sehr unwahrscheinlich. Beachtet man den Sitz des Gebildes zwischen beiden Nabelarterien, die Beziehungen zu den Gefäßen, die Abwesenheit eines anderen Lumens, das als Allantois zu betrachten wäre, und die meist typische, epitheloide Form der Zellen, so wird man w^hl nicht fehlgehen, den Gang als Allan toisrest aufzufassen.

Herrn Dozent Dr. Otto Grosser, Assistent am 1. Anat. Institut, der die Freundlichkeit hatte, die Präparate durchzusehen, und dem ich an dieser Stelle meinen besten Dank ausspreche, war auch der Meinung, daß diese Autfassung berechtigt wäre.

Zu einem positiven Urteil könnte man wohl nur durch weitere Untersuchungen gelangen. Sei die Deutung, wie sie mag, es bleibt immer noch die interessante Thatsache, daß cystische Gebilde mit syncytialen Epithelveränderungen in der Nabelschnur vorkommen können.

L i 1 1 e r a t u r.

1) MiNOT, Human Embryology, p. 356.

2) His, Anatomie menschlicher Embryonen, Bd. 3.

3) Luschka, Bau des menschlichen Harnstranges. Virchows Arch., Bd. 23.

4) Strahl, Embryonalhüllen der Säuger etc. In : Hertwig, Handbuch der vergleich, und experim. Entwickelungslehre.

5) KoELLiKER, Entwickelungsgeschichte, p. 176.

6) Mall, Contribution to the study of the pathology of early human embryos. Johns Hopkins Hosp. Reports, Vol. 9, p. 1 — 68.

7) Keibel, Ueber einen menschlichen Embryo mit scheinbar bläschenförmiger Allantois. Arch. f. Anatomie u. Physiologie, 1891, p. 352.


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Nachdruck verboten.

Sulla line aiiatomia e siillo sviluppo della gliiandola iiropigetica.

Nota preventiva dello Studente Bernardino Lunghetti. (Istituto Anatomico della R. Universitä di Siena [Prof. S. Bianchi].)

Giä da tempo stavo occupandomi della struttura della ghiandola uropigetica e del suo sviluppo, e per poter pubblicare i miei primi resultati non mi mancava, che di leggere due lavori, uno del Kossmann, uno del Pilliet, assai importanti per il presente argomento ma che per essere pubblicati in giornali poco diffusi in Italia non mi e stato ancora possibile avere sott' occhio. E nonostante ch'io mi sia ingegnato in ogni modo, onde veder di ottenerli, prevedo che occorerä ancora del tempo prima, ch'io posso venirne in possesso. Mi vedo da ciö costretto a pubblicare questi miei primi resultati con una grave lacuna nella parte bibliografica ; la quale pero non manchero di colmare non appena ne abbia la possibilita; e allora mi approfondiro anche in alcuni particolari, su cui presentemente non posso che sorvolare.

Delle notizie sulla ghiandola uropigetica si hanno in genere in tutti i trattati di anatomia comparata e di ornitologia : cosi, per citare i pill moderni ne parlano il Nitzsch, 1' Owen, il Wiedersheim, Vogt e Yung e altri. Lavori speciali su questo argomento sono assai scarsi. II primo fu pubblicato dal Kossmann nel 1871 il secondo dal Pilliet nel 1888 1' ultimo neirAi)rile di questo anno dal Dott. Sigismondo Orlandi. Solo quest' ultimo ho potuto leggere in esteso, grazie alia gentilezza dell' autore : degli altri ho potuto vedere soli dei riassunti.

La descrizione, che dai vari autori viene fatta della glandula uropigetica, e tale da far ritenere, che essa sia in tutti gli uccelU costituita secondo il medesimo piano. Presenta pero delle variazioni assai interessant! nelle varie classi di questi animali e ciö non solo riguardo al maggiore o minore sviluppo di essa, ma anche quanto alia fine struttura; come ho potuto vedere anch' io su preparati di ghiandole di varie specie di ucceili. Nel polio, e a questo intendo per ora di limitarmi, essa viene da tutti descritta come risultante di due sacchetti fibrosi accollati strettamente fra loro, situati posteriormente e superiormente alle ultime vertebre. L'interno dei due sacchetti e occupato dalla massa ghiandolare, che circonda (nel polio) una piccola cavita, in cui si raccoglie il secreto. Due tubi escretori distinti servano a portare il secreto stesso all'esterno e sboccano alia sommita


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di una piccola promineuza, che sovrasta a mo'di capezzolo la ghiaudola stessa. All'apice di questo piccolo capezzolino si trova un fascetto di piccole penne. Anche la conformazioue della regione corrispondente alia glandula e varia nei vari uccelli, ma di questo ripeto, che non intendo per ora occuparmi. La cavita, che si trova al centro del due sacchetti ghiandolari, non si presenta a pareti liscie ed uniformi, ma invece ha un aspetto assai irregolare esseudo percorsa da delle numerose trabecule, che s'intrecciano in vario senso dando cosi r aspetto della faccia interna dei due ventricoli del cuore.

All'esame microscopico la ghiandola appare costituita da un numero infiuito di tubuli ghiandolari, che essendo coi loro fondi ciechi in contatto colla Capsula fibrosa esterna, si dirigono radialmente verso la cavita centrale, in cui vanno versando il prodotto di secrezioue. Questi tubuli decorrendo parallelamente I'uno all'altro lasciano fra di loro un minimo interstizio riempito di connettivo. In una sezione trasversa essi appaiono di forma irregolarmente poligonale, essendo giustapposti r uno air altro ; questo aspetto pero si perde in parte, se non si usano speciali cautele. La parete dei tubuli, procedendo daU'esterno verso r interno, si' presenta costituita da prima da una probabile raembrana basale, quiudi da uno strato epiteliale, che fornisce il prodotto di secrezione. Questo epitelio e costituito da piii strati di cellule irregolarmente poligonali, in cui le cellule degli strati piu profondi sono piccole, scure, fornite di nuclei vescicolari non molto ricchi di cromatina. Procedendo agli strati piu superficial! i limiti fra le cellule si fanno piii evident!. I nuclei aumentano di volume e nel protoplasma appare una struttura caratteristica ; si ha infatti in esso un reticolo elegantissimo costituito da maglie nette, eguali fra loro, regolarissime. II reticolo si mantiene anche negli strati rimanenti. Venendo ancora piu superficialmente vediamo, che le cellule vanno sempre piu sfasciandosi. Scompaiono a poco a poco i limiti fra di esse: il nucleo si deforma, si spezzetta e si ha cosi una massa uniforme detritica, che costituisce il secreto. Comuuemente esso viene rassomigliato al sebo: ma in base ad alcune reazioni, che per ora non posso che accennare, sarei indotto a dubitare un po' di questa sua natura. Ho pure intraveduto nella struttura di questo epitelio alcune particolarita assai interessanti di cui avro fra breve campo ad occuparmi. Fra i singoli tubuli esiste come ho giä detto uno scarso spazio destinato senza dubbio al passaggio dei vasi e dei nervi; esso e riempito da poco connettivo lasso.

Air esterno la ghiandola e limitata da una tunica fibrosa assai spessa e resistente, in cui si potrebbero descrivere due strati. Questa


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tunica costituisce due veri piccoli sacchi, che delimitaao due cavita affatto distinte Tuna dall'altra e che snmigliano per la loro forma a un piccolo fiasco. Avvicinandosi al condotto escretore la tunica va assottigliandosi e perdendo la propria continuita: mi sembra pero, che nel suo modo di comportarsi in questo punto si possa riconoscere una certa regolarita. A costituire questa tunica prendono parte anche delle fibre muscolari liscie, che sono la continuazione di alcuni fasci muscolari ben individualizzati. che si trovano nel piccolo capezzolino giä sopra rammentato. Dalla faccia esterna della tunica fibrosa partono dei fasci connettivali, che servono alia fissita dell'organo: dalla faccia interna, assai piii nettaraente delimitata, si staccano degli esilissimi lacerti connettivali, che si spingono in alto fra i tubi.

Facendoci ora ad osservare la parte piii centrale dei tubuli ghiandolari, vediamo che essi perdono in parte la loro distribuzione regolare, in quanto cominciauo ad apparire delle cavita piu o meno ample ed irregolari, che non sono che le sezioni delle anfrattuosita, che si sono notate in corrispondenza della parete della cavita interna. Si riscontrano parimente in tal luogo le sezioni delle trabecole gia rammentate. Si presentano esse sotto una forma assai irregolare a seconda del modo con cui e caduta la sezione. Risultano in generale di uno stroma connettivale ricoperto da un epitelio stratificato. Lo stroma e costituito da un connettivo lasso, in cui sono evidenti i vasi e i nervi. L' epitelio risulta di piii strati di cellule di varia forma e rassomiglia molto a quello dei tubuli secernent!, dal quale si discosta per alcune particolarita assai notevoli. Non posso ancora garantire, se esso prenda parte attiva alia produzione del secreto.

Assai interessante e la struttura del condotto escretore. Giä ho detto come esso sia duplice, cioe si abbia un condotto per ogni sacchetto ghiandolare e come essi sboccando alia sommita del piccolo capezzolo si mantengano sempre distinti I'uno dall'altro. I condotti sono rivestiti in tutta la loro lunghezza da un epitelio pavimentoso stratificato cogli strati superficiali corneificati. In alto questo epitelio si continua con T epitelio di rivestimento del corpo, in basso passa senza alcun limite netto nell' epitelio di rivestimento dei trabecolati descritti attorno la cavita interna. AU'esterno della tunica epiteliale si hanno vari fasci muscolari, che circondano in vario modo i canalicoli venendo cosi a costituire uno sfintere, che ostacola la spontanea fuoriuscita del secreto. Credo di poter aftermare, che questi fasci muscolari posseggano una disposizione regolare, che pero desidero ancora di riscontrare in un maggior numero di esemplari. AU'esterno di tutto si trova il rivestimento epiteliale cutaneo costituito da un epitelio


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pavimeutoso stratificato con strati superficiali corneificati. E totalmente sprovvisto di peli e di ghiandole ed e separate dagli stratj sottostanti da un po'di connettivo in cui decorrono abbondanti i vasi e i nervi.

Ho tentato pure sulla ghiandola uropigetica del Polio il metodo GoLGi, onde mettere in evidenza i nervi. Ed ho ottenuto I'impregnazione di molte fibre nervöse decorrenti negl'interstizi fra i tubuli. Come pure ho ivi ritrovato una ricchissima rete di canalicoli adiacente alle pareti dei tubuli, i quali ne sono circondati d'ogni parte. Sulla natura di questa formazione nou oso ancora fare alcuna ipotesi , ma retengo, che il suo studio sia oltremodo interessante.

Questo cio che posso per ora dire riguardo alia struttura della ghiandola uropigetica del Polio. Quanto al suo sviluppo, quantunque abbia fatto diversi preparati, non potrei dir nulla in proposito, tanto piu che le mie vedute non sono del tutto concordi con quelle degli altri autori ed esigono da parte mia nuova conferma. Presto pero avro portato a buou punto anche questa parte del mio lavoro e allora potro avventurarmi ad emettere la mia opinione: e nello stesso tempo tornero su varie particolarita assai interessanti tralasciate ora da me a bella posta, perche non avendo ancora avuto cognizione dei due lavori giä rammentati, non vorrei ripetere cose giä note e invadere il campo degli altri.


Nachdruck verboten.

Erklärung.

Der Wunsch des Herrn Kollegen H. Viechow veranlaßt mich zu folgender Erklärung:

In der B'olge der Diskussion zu dem Vortrage von Frl. B. de Veiese (Anatomenkongreß in Halle, 24. April d. J.) gab ich u. a. der Auffassung Ausdruck, daß die um die Extremitätennerven so reich sich anlegenden Gefäße dies namentlich auch in Bevorzugung des um diese befindlichen lockeren Bindegewebes tun, und nahm dann nochmals das Wort, nachdem die Herren Koll. Roux und Kollmann gesprochen und die Diskussion damit zu allgemeineren Fragen gekommen war. Veranlassung zu dieser zweiten Wortergreifung gab mir eine während Kollmann's Ausführungen (welche Roux im vorliegenden Falle als Vertreter einer morphologischen Auffassung ansprachen) in Form des Zwischenrufes „und Füebeingee der mechanischen" erfolgte Bemerkung des Herrn Koll. Virchow. Daran anknüpfend, führte ich aus, daß ich mich mit meiner dargelegten Auffassung zu der von GegenBAUR und seinen Schülern vertretenen morphologischen Richtung nicht im Widerspruch befinde, daß vielmehr diese nicht eine derartige Scheidung zwischen Morphologie und Mechanik mache, wie Herr


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ViRCHOw vermute, sondern auch physiologischen und entwickelungsraechanischen Instanzen bei ihren morphologischen Betrachtungen eine wichtige Stellung einräume. Da Herr Virchow nichts darauf erwiderte, nahm ich an, daß er gegen diese meine Ausführungen nichts einzuwenden habe.

Die in den bezüglichen Verhandlungen zum Abdruck gebrachte „Diskussion" (p. 161 — 163) giebt die damalige Situation nicht mit akteumäßiger Genauigkeit wieder. Natürlich trifft die Redaktion der Verhandlungen dabei keine Schuld. Von den Herren Koll. Virchow, Kollmann und anderen Rednern werden nur die Namen am Schlüsse angeführt; ich habe meine zweimaligen Ausführungen kurz in eine zusammengezogen, wobei ich die allgemeineren Aeußungen den spezielleren (zeitlich früheren) voranstellte, habe auch infolge eines Lapsus calami von „Bemerkungen" des Herrn Virchow anstatt „Bemerkung" gesprochen.

Herr Koll. Virchow hat in einem Briefe an mich auf die erwähnten Punkte hingewiesen und mir zugleich mitgeteilt, daß in seinem Zwischenrufe ein Urteil oder eine Vermutung über die von Gegenbaur und seinen Schülern vertretene Richtung nicht gelegen habe, sondern nur eine Kennzeichnung der speziellen Situation, und ferner, daß er in Halle auf meine Aeußerungen nichts erwidert habe, weil er die schon lang ausgezogene Diskussion nicht noch mehr habe verlängern wollen.

Gern habe ich diese Mitteilungen des Herrn Koll. Virchow empfangen und gebe sie mit dem Ausdruck der Zustimmung hier wieder.

Heidelberg, den 18. September 1902.

M. Fürbringer.


Bücheraiizeigeii.

Von der Nervenzelle und der Zelle im Allgemeinen. Von Paul Kronthal, Mit 6 chromolith., 3 heliogr. Taf. u. '27 Fig. i, T. Jena, Gustav Fischer. 274 pp. 8". Preis 16 M,

Verf. stößt so ziemlich alles um, was die Histologie und die Physiologie über das Nervensystem lehren. Er findet überall Wanderzellen in den Nervenzellen und läßt sich die Zelle durch diese regenerieren, „Die Nervenzelle teilt sich niemals, nicht im Embryo und nicht im selbständigen Individuum." — „Die Nervenzellen erzeugen sich so, wie sie entstehen, indem wenig diiferenzierte Zellen in Verbindung mit Fasern geraten und so zu Nervenzellen werden." — »Die Nervenzellen gehen dauernd unter und entstehen durch Verschmelzung von Leukocyten dauernd neu." Die Hauptsache im Nervensystem sind nach Verf. die Fasern, welche von Peripherie zu Peripherie laufen, ohne in der Zelle zu enden (Apathy, Bethe). — Kurz: „die Nervenzelle ist kein Organismus". „Es giebt Empfindung ohne Nervensystem" etc. „Nervenzelle wird eine Zelle im centralen Nervensystem erst in dem Augenblick, in dem sie zur Multiplicationsstation wird , in dem von und zur Peripherie eilende Fasern ihr Protoplasma durchziehen."


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Außer mit der Nervenzelle befaßt sich das Buch noch mit der Zelle im allgemeinen , ferner mit der Urzeugung , der Vererbung , der Entstehung der Geschwülste und mit dem Tode, also mit den höchsten Problemen der Biologie,

Die Ausstattung des Werkes ist eine ausgezeichnete, ja luxuriöse.

Das Wachstum des Menschen. Anthropologische Studie von Franz Daflfner. 2. verm. u. verbess. Aufl. Mit 3 Fig. Leipzig, Wilh. Engelmann, 1902. VIII, 475 pp. S».

Von diesen im alten, eigentlichen und weiteren Sinne des Wortes „anthropologischen Studien" liegt jetzt die 2. Auflage vor, ein Beweis, daß hier eine Lücke ausgefüllt worden ist. Das Buch ist als Ergänzung zu jedem Lehrbuche der Anatomie zu bezeichnen, da diese sich immer noch viel zu wenig um die postembryonale Entwickelung und das Wachstum des Menschen bekümmern, — weil leider ja noch viel zu wenig genügende Einzelarbeiten darüber vorliegen. Außer anderem soll zum Lobe des Buches hervorgehoben werden, daß hier (wie vor Jahren von Lazaküs) die richtige Schreibweise Fetus statt des anscheinend nicht auszurottenden Foetus (vgl. coecus, coelum, Zwückauer) gebraucht wird. Der Unterzeichnete nimmt Anlaß, die Herren Kollegen und die vielleicht für eine Revision der B. N. A. einzusetzende Kommission darauf hinzuweisen, daß auch in der „amtlichen Schreibweise Fehler wie Foetus etc. vorkommen und ausgemerzt werden müssen.

Text-book of Anatomj\ Edited by D. J. Cunningham. III. with 824 Wood Engravings. Edinburgh and London, Young J. Pentland, 1902. XXIX, 1309 pp. Gr.-80.

Eine Reihe von Schülern des Edinburger Anatomen Sir William Turner hat sich unter Führung des ältesten und würdigsten, D. J. Cunningham in Dublin, vereinigt, um dieses Lehrbuch der menschlichen Anatomie herauszugeben. Ambr. Birmingham bearbeitete den Darmtractus, Cunningham Centralnervensystem, Atmungsorgane und Drüsen ohne Ausführungsgang (Milz, Nebenniere, Thj'reoidea, Thymus etc.), Francis Dixon Urogenitalsystem, D. Hepburn Gelenke,. R. Howden Haut- und Sinnesorgane, Paterson Muskeln und periphere Nerven, Arthur Robinson und Alfred Young Allgemeine Entwickelungsgeschichte und Gefäßsystem, Harold J. Stiles Oberfläche und chirurgische Anatomie, Arthur Thomson Osteologie.

Aus dieser Liste der Mitarbeiter geht schon hervor, daß wir hier eine Leistung ersten Ranges vor uns haben. Dazu kommen noch die sehr zahlreichen, nach Originalzeichnungen ausgeführten, zum großen Teile farbigen Holzschnitte, von denen viele geradezu als Meister- und Kunstwerke zu bezeichnen sind. Das Werk ist somit Lehrbuch i\nd Atlas zugleich. B.

Abgeschlossen am 30. September 1902.


Frommannsche Buchdruckerei (Hermann Pohle) in Jena.


ANATOMISCHER ANZEIGER

Centralblatt für die gesamte wissenschaftliche Anatomie.

Amtliches Organ der anatomischen Gesellschaft.

Herausgegeben von

Prof. Dr. Karl Yon Bardeleben in Jena.


Verlag von Gustav Fischer in Jena.


Der „Anatomische Anzeiger" erscheint in Nummern von etwa 2 Druckbogen. Um ein rasches Erscheinen der eingesandten Beiträge zu ermöglichen, werden die Nummern ausgegeben, sobald der vorhandene Stoff es wünschenswert macht und event, erscheinen Doppelnummern. Der Umfang eines Bandes beträgt etwa 50 Druckbogen und der Preis desselben 16 Mark. Das Erscheinen der Bände ist unabhängig vom

Kalenderjahr.


XXII. Band. -m 10. Oktober 1903. ^ No. 6.

Inhalt. Aufsätze. H. E. Walter, On transitory epithelial Structures associated with the Mammary Apparatus in Man. With 14 Figures, p. 97 — 111. — Karl Niessing, Kurze Mitteilungen imd Bemerkungen über Spermatogenese. Mit 13 Abbildungen, p. 112 — 118. — Eonrad Gregor, Die Entwickelung der Atemmechanik im Kindesalter, p. 119 — 125. — Alvin Davison, The Lymph System in the Extremities of the Cat. With 2 Figures, p. 125 — 128.


Aufsätze.

Nachdruck verboten.

On transitory epithelial Structures associated with the Mammary Apparatus in Man.

By H. E. Walter.

(Aus dem anatomischen Institut in Freiburg i. B.)

With 14 Figures.

Statement of the Problem.

In 1896 Hugo Schmidt (15) discovered on a series of seven human embryos, ranging in length from 28 to 60 mm, a number of epithelial thickenings which he interpreted as Anlagen of supernumerary mammary organs. His reasons for thus interpreting these structures are as follows.

Anat. Anz, XXII. Aufsätze. 7


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I. Their distribution occurs in an area where supernumeraries have been observed in adults, i. e. in the breast region chiefly, under the arras and, in a few cases, in the inguinal region.

II. In form and histological detail they closely resemble the earlier stages of the true mammary Anlagen.

III. The time of their appearance corresponds with that of the early stages of the true mammary Anlagen and before that of any other known epithelial structures.

IV. There is no other plausible explanation. The epithelial structures of this region, namely, Montgomery- glands, sweat glands, sebaceous glands and hair-Anlagen, are known to arise considerably later. Moreover, if these epithelial thickenings were destined to give rise to any of the structures just mentioned they ought to be found still persisting in embryos slightly older, but an examination of embryos of 64, 65, 150 and 229 mm in length showed that they had entirely vanished. Schmidt therefore comes to the following conclusion: There occur in man normally, hyperthelial Anlagen which are usually temporary since in the newly-born and in adults only one pair of mammae are ordinarily present. The occasional persistence, however, of these temporary epithelial thickenings would explain the presence in man of supernumerary mammary organs.

In 1898 Heinrich Schmitt (17) examined a series of seventeen human embryos ranging in size from 9,5 to 115 mm, in seven of which, namely those between 17 and 45 mm in length, the same sort of epithelial thickenings were found. He does not however agree with Schmidt that they are all to be explained as Anlagen of supernumerary mammae but he is unable to give any interpretatioD of their significance other than that they certainly have some connection with the mammary apparatus.

In 1898 Strahl (19) makes incidental mention of finding epidermal thickenings, which are doubtless the Hugo Schmidt - structures, in a 24 mm human embryo but he does not go into details regarding their size, form, locality and numbers, nor does he discuss their significance. Aside from the three authors mentioned above nothing, so far as I am aware, has been written with regard to these particular structures in man.

Since 0. Schultze's (18) discovery of the mammary line on the pig in 1892 several papers have appeared concerning the earlier phases of the development of the mammary organs in other mammals than man and those referring also to supernumerary Anlagen have an interest in this connection. Supernumeraries have been recorded for the cow by


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BuRCKHARDT (5), foi' sheep, swine and male deer by Profe (12), for the white rat by Henneberg (6), for the guinea-pig and mouse by Schickerle (14), for the Cetacea by Kükenthal (11), and for Marsupials by Hennig (7) and Bresslau (4). A nriost excellent review of the work done up to 1897 is given by Bonnet (3). Whether the supernumeraries described by these authors are in all cases homologous to the structures in man described by Hugo Schmidt is doubtful. It is more probable that they are homologous to persistent supernumeraries in man, since it is by no means certain that these persistent human supernumeraries are the survivors of the temporary Anlagen of Hugo Schmidt.

The following paper contains the evidence given by two additional human embryos, the opportunity of examining which I owe to the kindness of Professor Keibel. I wish here to express my thanks to Professor Keibel for the use of his material and for his many valuable suggestions, and also to Geh. Hofrat Professor Wiedersheim in whose laboratory the work has been done.

Description of the Embryos.

In Table I are arranged in the order of their size, and therefore of their approximate age, Professor Keibel's two embryos (named Piper I and Piper II), together with those of Schmidt, Schmitt and Strahl mentioned above and also those of Hirschland (8) and the famous Kallius - embryo (10) on which the mammary line was first seen in man. The fact that Schmidt used the hindbrain-coccyx ("Hinterhaupt -Steißbein") standard in measuring his embryos while Schmitt and Kallius used the forebrain - coccyx ("Kopf- Steißbein") dimension and Strahl and Hirschland do not specify which they did use, makes the arrangement of such a table somewhat problematical.

Piper II S- This embryo was preserved in chrom-aceto-sublimate, stained with borax - carmine, embedded in paraffine and cut into 877 cross-sections of 15 /ii each. Its greatest length (from forebrain to coccyx) measures about 15,5 mm and from hind -brain to coccyx, 14,5 mm. It comes between Fig. 19 and Fig. 20 according to His' table (9) and is therefore approximately 37 days old. The epithelium was fairly well preserved except for a small area on the right side above the leg. Two wax models were reconstructed from the sections, one of the whole embryo (enlarged 16^/3 times, every fourth section being used), and the other of that region alone showing the epithelial structures in question (enlarged 66^/3 times, every section being used).


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In addition to the normal milk points ("Milchhiigel", Bonnet), five isolated thickenings of the epidermis are found on each side situated so far within the axillary region as to be entirely hidden from view on the model until the arms were cut oft' at the shoulders. The relative position of these structures is shown in Diagram I. There is no area of thickened epithelium present which could be termed homologous to the "Milchstreifen" (Scbtvvalbe) found in younger embryos. See Table I. Moreover the fact that these epithelial thickenings are isolated and without bridges of raised epithelium connecting them shows that, whatever they may have been formerly, they are not at present to be regarded as a mammary line ("Milchlinie", Schultze) such as has been described by various authors for earlier stages. See Table I.

A tabular description of the size, shape and locahty of each epithelial thickening, including the true milk-points, is given in Table II.

In addition to these pectoral Anlagen a small, somewhat spherical outgrowth of epithelium about 90 i-i in diameter was found in the inguinal region near the attachment of the leg to the body on either side. Its form on the left side is shown in Fig. 4 and the corresponding growth on the right side is quite similar.

This is the youngest human embryo in which the Hugo Schmidtstructures have been described as a glance at Table I will show.

Piper I S, Preserved in chrom - aceto - sublimate , stained with borax-carmine, embedded in paraffine and cut into 1284 cross-sections of 15 f,i each. Length about 22,4 mm from forebrain to coccyx and about 22 mm from hindbrain to coccyx. In age it stands between Fig. 24 and Fig. 25 of His' table and is consequently about 56 days old. The epithelium was excellently preserved throughout. Two wax reconstructions were made, one enlarging the entire embryo 13 ^/g times (every fifth section being used), the other, enlarging 33^3 times that area alone including the epithelial thickenings (every other section being used).

In this embryo there are forty epithelial thickenings of the sort described by Hugo Schmidt besides the two milk points but nothing which could be called either a mammary line or a "Milchstreifen" is present. In addition a pair of spherical epidermal structures, homologous to those seen in the inguinal region of Piper II, appear in this embryo also (Fig. 14) but, since they evidently belong to a difl'erent category than the forty pectoral Anlagen, they are not included in the descriptive tables. Schmitt found these inguinal proliferations in one of his embryos (Table I, 24) as is shown by the following: "Außerdem findet sich beiderseits je eine eigentümliche, nach der Achsenhöhle zu


101

gelegene Epithelbildung, die etwa 9ö f.i breit und 80 — 100 ,u lang ist und teilweise so stark über die normale Epidermis hervorragt, daß sie mit dieser nur durch eine schmale Brücke zusammenhängt. Die Abbildung (Fig. 51) zeigt die eigenartige Form sehr deutlich".

Schmidt also found inguinal epidermal thickenings, which may be homologous to these, in two of his embryos. In describing embryo IV (35 mm) he says: "Von demselben Embryo habe ich dann noch beiderseits die Regiones hypogastricae zur Anfertigung von Querschnittserien verwendet. Die linke Seite ist unbrauchbar, weil die Schnitte zum größten Teil ihres Epithels beraubt sind. Doch findet sich auch hier unter den fragmentarischen Epithelresten eine hügelförmige Anlage, die in 2 Schnitten ä 30 (.i nachweisbar ist und eine Länge und Breite von etwa 50 — 60 (.i besitzt."

On the right side of the same embryo and in the same region he finds three small lens-like Anlagen which resemble the normal Anlagen found in the pectoral region more than those just described. Again in his embryo VII (ÖO mm) he finds "2 hügelförmige Anlagen von 50 — 60 jf< Breite und Länge" in the right inguinal region.

Tables III and IV give in detail the location , size and form of the Anlagen in Piper I while Diagram II, made from the wax reconstructions, represents graphically their arrangement.

Conclusions.

There seems to be no doubt as to the temporary presence in man of these epithelial thickenings. Their significance, however, is more difficult to determine. At the beginning of this paper Hugo Schmidt's reasons for giving them phylogenetic importance as the Anlagen of supernumerary mammae, were presented. There are some objections to this interpretation.

I. If supernumerary mammae in adults are a case of atavism (and this explanation of Darwin's seems to be the most tenable one) then we ought not to expect to find more supernumeraries in any adult than are found normally somewhere in its ancestral series. This law holds good in all observed cases. For instance Wiedersheim (20) cites as an extreme instance a soldier with eight supernumeraries but the pig, as well as many other mammals, exceed this number in normal mammae. Now there are forty of these Anlagen in Piper I and also an equal number in Schmidt IV but no mammal living or extinct having so many mammae, is known. The actual number of structures therefore goes against the hypothesis of their being atavistic remains of mammae.


102

II. The arraDgement of the Anlagen with reference to one another makes their derivation from a longitudinal mammary line, such as is now known to be the stage of development preceding the milk points, doubtful. Even in the case of Piper II (see Diagram I) where the Anlagen at first sight appear to be somewhat linear in arrangement, the direction of these lines cephalo-caudally is divergent instead of being convergent as is the rule in human supernumeraries when present.

III. Moreover reference to Tables II, III and IV shows that the majority of these Anlagen are wider than they are long. This is also true of the cases recorded by Schmidt and Schmitt. If these Anlagen are the relics of what was once a longitudinal ridge (mammary line) the reverse would naturally be expected. Therefore the arrangement of the Anlagen with reference to their long axes makes it improbable that they are fragments of a longitudinal line.

IV. Hugo Schmidt however does not attempt to derive these structures from the mammary line but from a much larger and more diffuse area of raised epithelium — the so-called "Milchstreifen" — which he finds present in certain instances. Reference to Table I will show that such an area of thickened epithelium has been very generally found in younger embryos. Strahl and Hirschland hold this area to be phylogenetically important as the stage of development preceding the mammary line and so find in their 4 mm embryo (Table I, 1) the very first Anlagen of the mammary apparatus in man. If this is the true view the erratic distribution of the Hugo Schmidtstructures is easily accounted for by saying that they have their origin in this broad area of raised epithelium, and are therefore homologous to the true milk points. Doubt is cast on the phylogenetic importance of the "Milchstreifen", however, by the fact that a similar arrangement of cells occurs, as pointed out by Heinrich Schmitt, in selachians, reptiles and birds where mammary Anlagen are out of the question. Again the fact that the "Milchstreifen" in man extends not only down the sides of the body between the appendages but also over the gillarches and over the stumps of the appendages as well as out on to the tail, w^ould seem to indicate that it is to be interpreted as an ontogenetic phenomenon connected with the mechanics of growth and of little phylogenetic importance so far as the mammary apparatus is concerned. In fact Profe (12) and Beard (2) advance this explanation for even the mammary line itself. The conclusion is that, even if it were proven that the Hugo ScHMiDT-Anlagen arose from this thickened area ("Milchstreifen") it would by no means follow that they were of equal phylogenetic worth with the milk-points and could in consequence


103

be termed Anlageu of supernumerary mammae. Therefore, the derivation of the Anlagen from the "Milchstreifen" does not necessarily make them homologous to the true milk glands as the supernumeraries would need to be.

V. Bardeleben (1) summarizes data from various sources and shows that out of 2894 cases of supernumeraries in adult man 2224, or 777o, are located below the true mammary glands. LichtenSTERN, as cited by Hugo Schmidt, out of 105 observations finds 91 ^/^ below. Table V shows the locality of the 266 Hugo Schmidt- Anlagen which have been described. The result is not what would be expected if these are the Anlagen of supernumeraries, for only 29°/j, occur below the milk points.

In passing it may be observed that Bardeleben finds decidedly more supernumeraries on the left side than on the right i), while reference to Table V shows that the difference in the observed cases of the Anlagen in question is too slight to have any significance. Thus the locality of these Anlagen does not entirely correspond with that of the true supernumeraries.

In the absence of any hypothesis that would explain the facts better Hugo Schmidt's explanation has been accepted. A recent paper by Bresslau (4) on the development of the mammary apparatus in marsupials may, however, afford the clew needed.

He found in the opossum (Didelphys marsupialis) that the development of the marsupial pouch is preceded by the formation of marsupial pockets ("Marsupialtaschen") around each milk point. Their arrangement around the several milk points was made entirely plain by wax reconstructions. These "pockets" appear at first simply as an irregular ring of thickened epithelium which sinks into the cutis underneath. It is certain these marsupial pockets are not homologous to the marsupium itself since this organ develops later, its Anlage being farmed by the uniting of the outer edges of the chain of marsupial pockets themselves while the remainder of these temporary structures surrounding the milk points entirely disappears. May not the hyperthelial structures of Hugo Schmidt be homologous to the marsupial pockets of Bresslau?

Some of the reasons which point to the probability of this hypothesis are as follows:


1) Right Left Both Total

Instances 3079 3459 1490 8028 • Percent 38 43 19 100


104

I. That the Hugo ScHMiDT-Anlagen certainly have some relation to the mammary apparatus is conceded on all sides. Their early disappearance ontogenetically indicates that, if they are phylogenetically significant at all, they must date back to something quite as primitive as the marsupial pockets of Bresslau. Furthermore the temporary appearance of these structures in man occurs at the time when the true milk gland is passing through the knob phase ("kolbenförmig", Rein). This is also the phase of development which the milk points have reached in Didelphys according to Bresslau when these marsupial pockets develop and disappear. Therefore so far as the milk points themselves can serve as a criterion of time these epithelial structures are contemporaneous with the marsupial pockets.

II. Their general locality, scattered around in the immediate vicinity of the milk points but largely above and axillary to the same, is easily explained on the supposition that they are relics of marsupial pockets. This is very evident on the left side of Piper II (Diagram II). The fact that the marsupial pockets in the opossum are mostly inguinal in position while these epithelial thickenings iu man are mostly pectoral, is not a serious obstacle to their homology. In both cases they are satellites to the milk glands and the important fact is their location with reference to the milk glands rather than with reference to the entire body.

III. The fact that many of these Anlagen are wider than they are long is better explained by imagining them Ito be the relics of a broken ring (marsupial pocket) extending around the milk point than as relics of a broken longitudinal line (mammary line).

IV. When all the Anlagen which have been described (see Table V) are arranged according to their form they make a series such as is shown in Table VI. The sequence of forms in this table corresponds with the sequence in the early phases through which the milk point itself passes, as first shown by Rein (13). In no case are the Anlagen found as far advanced as the true milk Anlagen and the great majority of them do not get beyond what may be compared with the very earliest stages of the true milk Anlagen. It will be seen that the prevailing type is that of an ingrowth of epithelial cells ("zapfenförmig") without any corresponding elevation over the surface. This is exactly what Bresslau represents for the cross-section of his marsupial pockets in Didelphys. If these epithelial thickenings are Anlagen of supernumerary mammae and take their origin from a homologous source as the true milk points it would naturally be expected that they would pass through the same general phases of development.


105



FiJ..5


Fi4,-6



Fi«.. 10


Fid. 12


Fi^.lS



Fi«.. 14



All


the


liTcida. '


The


Diagram


I) A


Fig.


1.


Fig.


2.


Fig.


3.


Fig.


4.


Fig.


5.


Fig.


6.


Fig.


7.


Fig.


8.


Fig.


9.


Fig.


10.


Fig.


11.


Fig.


12.


Fig.


13.


Fig.


14.


figures are enlarged about 100 times and drawn by means of a camera The epithelium is made darker. Figs. 1, 2, 3 and 4 are from Piper II (see I) while the remaining figures are from PiPER I (see Diagram II).

"Linsen" form. Left 2.

"Zapfen-Kolben" form. True mammary Anlagen. Left 4.

"Linsen" form. Left 6. Epithelium artificially separated from cutis.

Inguinal proliferation from left side.

Slight concavo-convex thickening. Right 1.

"Zapfen" form. Plano-convex type. Eight 2.

"Linsen-Zapfeu" foi-m in axillary region. Right 5.

"Zapfen" form. Right 8.

"Zapfen" form. Right 13.

"Kolben" foi-m. True mammarj^ Anlage. Right 15.

"Zapfen-Kolben" form. Left 2.

"Zapfen" form. Left 5.

"Zapfen" form. Left 20, The most caudally situated Anlage.

„Hügel" form, inguinal proliferation from the left side.


106


This, however, they do not do as reference to Table VI will show. For instance Schmidt VII — the oldest embryo in which these structures have been seen — has the majority of its Anlagen of the youngest type.


Summary. The time of the appearance and disappearance of the temporary epithelial structures connected with the mammary apparatus in man, their grouping around the milk points, their arrangement with reference to relative width and length and, lastly, their individual form, seem to be more clearly explained by the hypothesis that such structures are the remains of ancestral marsupial pockets — than by considering them as Anlagen of supernumerary mammae.

Table I.



Name of Embryo


(0

Ol


Size in mm


Raised Epithelium ("MilchStreiten")



"o


is.


Ö

^2;


1 s.


'S >< 3 °


an


2.23


^1

a rt


1


Strahl-Herschland






4


Present


.


_


2


J (Schmitt)




4,2






3


Strahl-Hirschland





6,4


Present




4


For. (Schmitt) .




8






5


Strahl-Hirschland





8


Present




6


W,-P. (Schmitt)



9,5


9,5



»


Present



7


E.-Hg. (Schmitt)




10



)}


J)



8


Hild. I (Schmitt)




11



jj





9


Bui. I (Schmitt)



11,5


11,5



))





10


Jg (Schmitt)



12


12



))





11


St.-W. (Schmitt)



(sehr stark gek]


rümmt)


'?





12


Strahl-Hirschland





14


Present




'


13


Strahl-Hirschland





15


J,





14


Kallius



15




?j





15


Hugo Schmidt


_




15


J,


_



16


Piper II


S


15,5


14,5





10


17


Schott II (Schmitt)



19


. —





9


18


Born I (Schmitt)


2


20


17





17


19


Born II (Schmitt)


S


22






7


20


Piper I


s


22,4


22





40


21


Strahl





24





9


22


J„q (Schmitt) W.-K. (ScmnTT)


2


29






18


23


s


29-30






11


24


A.-K1. (Schmitt)


s


30-35






16


25


Schmidt I


s


38


28





8


26


Schmidt II




29





21


27


K^5 (SCHIMITT)


2


45






21


28


SCHlVnDT III


s



34





17


29


Schmidt IV




35





40


30


Schmidt V


s



43





6


31


Kg.^ (Schmitt; ,


i


52







32


Schmidt VI


s



54



— .



1


33


Schmidt VII




60






24


34


Schmidt VIII





64








35


Schmidt IX





65







36


115 (SCHiVHTT)


?


115





_



37


Schmidt X




150







33


Schmidt XI



362


225







107

This conclusion in no way interferes with deriving the anlagen of the supernumeraries themselves from the mammary line in the same fashion that the true milk gland arises. It simply infers that such Anlagen have not yet been found in man.


/« 


Diagram I. Showing the arrangement of the milk-points and the epithelial thickenings on PiPEE II. Magnified about 10 times.


Right Arm


Left Arm


/ 3


Q


-- ^ e


Key to Diagram I. The numbers refer to Table II.


Table IL




Epithelial thickenings on Piper II.





Distance


Approximate


Size




Number


m micra


m micra



Most pronounced


Side


on


from center




shape






Diagram I


of Milk-point


Width


Length


Depth


in cross-section


Left


1


1270


60


75


60


Similar to Fig. 1



2


480


90


90


60


Fig. 1



3


330


60


45


45


Similar to Fig. 1



4



180


200


195


Fig. 2


»


5


375


45


45


30


Similar to Fig. 1 less convex


3J


6


660


75


60


75


Fig. 3


Eight


1


970


75


75


75


Similar to Fig. 1



2


750


90


60


60


)) » >) ^



3


375


105


135


75


)) )) >} ^



4



180


195


210


V » )) ^


))


5


300


90


105


45


less convex


>)


6


1050


90


75


105


Similar to Fig. 3


108




Diagram n

Showing the arrangement) of i\\Q mi\k-po\ntiS and U\e, eijj\\)W\la\ thickenings on PIPER I . Ma^m^u<l about, "10 ^'»I^s.


/Rlahü/irm / ' , ;\ Left Arm \

- ^ 9 ^'^ /

15- le


1+ '1 '3


@"


16 19


•7 to




le


n '*


19


KeytoDia&ramII


20


The numbers rePer to Tabled IE and El


109


Table III. Epithelial thickenings on Piper I (Right Side).



Distance


Approximate


Size



Number


m micra from center



in micra



Most pronounced shape


on





Diagram II


of Milk-point


Width


Length


Depth


in cross-section


1


1300


180


75


30


Fig. 5


2


1270


200


90


60


„ 6


3


940


180


45


45


Similar to Fig. 6


4


760


120


120


75



5


1090


75


90


75


Fig. 7


6


910


180


90


45


Similar to Fig, 6


7


550


200


75


60


„ „ 6 with slightly concave surface


8


1210


150


75


45


Fig. 8


9


1425


120


90


60


Similar to Fig. 6


10


1940


120


60


60


,. ,, » 6


11


275


60


30


30



12


1670


180


90


75



13


910


75


45


45


Fig. 9


14


2275


90


45


45


Similar to Fig. 6


15



240


225


210


Fig. 10


16


1000


120


60


45


Similar to Fig. 6


17


605


180


90


60


„ „ „ 8


18


1940


90


45


60


„ „ „ 6


19


1090


120


45


60


„ „ „ 8


20


880


60


45


60


„ „ „ 9


21


1445


120


90


45


„ „ „ Ö


22


1365


120


60


30


„ „ „ Ö


Table IV. Epithelial thickenings on Piper I (Left Side).


Number


Distance in micra

from center of

Milk-point


Approximate in micra


Size


Most pronounced Shape



on Diagram II


Width


Length


Depth


in cross-section



1


1210


180


60


30


Similar to Fig. 5



2


1090


75


105


60


Fig. 11



3


790


150


75


60


Similar to Fig. 6



4


1275


90


75


105


„ „ „ 11



5


700


150


90


45


Fig. 12



6


790


150


45


30


Similar to Fig. 6



7


1475


150


75


75


o



8


1365


120


90


45




9


605


90


45


60


Q



10


820


90


60


45




11


1880


90


45


45


„ „ 6 and Fig.


9


12


1545


120


75


75


J> )) )J ^ »J 5'


9


13



240


195


212




14


1300


60


30


45


„ „ r 8



15


1060


90


45


45


)) n )) 8



16


665


90


60


45


Q



17


970


75


45


45


') » !» 8



18


1395


90


30


45


q



19


1635


180


45


45




20


3485


150


45


90


Fig. 13



no


Table V.

Showing arrangement of the epitheUal thickenings with reference to the true mük Anlagen, and also the side of the body on which they were found.



Name of Embryo



With reference




No

to the


milk-Anlagen


to the mid-line


Total




Above


Below


Opposite


Eight


Left



1


Piper II


7


2


1


5


5


10


2


Schott II (Schmitt)


7


2



4


5


9


8


Born I (Schmitt)


13


4



8


9


17


4


Born II (Schmitt)


5


2



3


4


7


5


Piper I


17


18


5


21


19


40


6


Strahl 24








7


J,9 (ScroiiTT) W.-K. (ScHivnTT)


13


2


3


9


9


18


8


7


1


3


6


5


11


9


A.-Kl. (SCH]\IITT)


16




8


8


16


10


Schmidt I


5


3




8


8


11


Schmidt 11


9


11


1


11


10


21


12


K45 (Schmitt)


18


3



13


8


21


13


Schmidt III


8


8


1


8


9


17


14


Schmidt IV


20


15')


5


18


22


40


15


SCHIMIDT V


2


2


2


6



6


16


Schmidt VI



1




1


1


17


Schmidt VII


17


42)


3


14


10


24



Total


164


24


78


134


132


266



Per-cent


61,66


9,02


29,32


50,38


49,62


100


Table VI. Showing the shape of the epithelial thickenings arranged according to the phas of development tnrough which the true milk-Anlage passes.





'h






















P

H






H


'h










.



Phases of Development (according to Eein)


l-H



l-H t— 1



Cd

l-H



CM


hH


w

r/1


H


H


l-H KH

H



l-H

l-H l-H

H


>

hH H


>


l-H >


l-H hH

>

H


H





H


1— 1


t-H



h-l


a i^



Q


Q



Q



ö


Q


Cl





P3


H


^


^


Pi


<1


W K^


S


§



S


l-H


hl


)— 1


§


s





PL|


K


rt


rt


Ph


P3


1


tq


K


in


w


K


a


W


Cd





M


( )


u


u


l-H


H


^-^



c;



^


<^





u






PM


02


W


m


Pm


m


^ the foot.



Fig. 1. Fig. 2.

Fig. 1. Network of lymi^h vessels on the tendon of the biceps femoris muscle. a, point of insertion.

Fig. 2. Photograph of the lymph vessels iu the skin of the cat's ear. The large black area shows point of injection, the small black areas the breaking of vessels.

It is worthy of note that while the number of lymph glands in the cat is not more than one-tenth that in the human, yet the capillary net work on the tendons seem to be quite as rich as in man (Fig. 1). The sub-cutaneous network, while not so fine meshed as that of the tendons is very thick in many places. It is most satisfactorily demonstrated in the ear (Fig. 2).

Lafayette College, Easton, Pennsylv., U.S.A., July 19, 1902. (Eingegangen am 23. August.)

Abgeschlossen am 3. Oktober 1902.


Frommanasche Buchdruckerei (Hermann Pohle) in Jena.


ANATOMISCHER ANZEIGER

Centralblatt

für die gesamte wissenschaftliclie Anatomie.

Amtliclies Organ der anatomischen GeseUschaft

Herausgegeben von

Prof. Dr. Karl Ton Bardeleben in Jena.


Verlag von Gustav Fischer in Jena.


Der „Anatomische Anzeiger" erscheint in Nummern von etwa 2 Druckbogen, Um ein rasches Erscheinen der eingesandten Beiträge zu ermöglichen, werden die Nummern ausgegeben, sobald der vorhandene Stoff es wünschenswert macht und event, erscheinen Doppelnummern. Der Umfang eines Bandes beträgt etwa 50 Druckbogen und der Preis desselben 16 Mark. Das Erscheinen der Bände ist unabhängig vom

Kalenderjahr.

XXII. Band. -m 17. Oktober 1902. ^ No. 7 und 8.


Inhalt. Aufsätze. A. Schaper, Ueber die Fälligkeit des fertigen Dottersackepithels, geformte Dotterelemente in sich aufzunehmen. 3Iit 2 Tafeln, p. 129 bis 142. — J. Kumaris und G. Sclavunos, Ueber einige Varietäten der Muskeln, Gefäße und Nerven. Mit 4 Abbildungen, p. 142—152. — Lydia P^licine, Beitrag zur Anatomie der Nebenniere, p. 152 — 156. — Browicz, Die Beziehungen zwischen den intraacinösen Blutkajjillaren und den intracellulären Ernährungskanälchen der Lebcrzelle. p. 157 — 162. — Wilhelm Kose, Ueber das Vorkommen einer „Carotisdrüse" und der „chromaffinen Zellen" bei Vögeln, p. 162 — 170. — H. Strahl, Uteri gravidi des Orang-Utan. p. 170 — 175.

Anatomische (Gesellschaft. Quittungen, p. 175 — 176. — Personalia, p. 176.


Aufsätze.

Nachdruck verboten.

Ueber die Fähigkeit des fertigen Dottersackepithels, geformte Dotterelemente in sich aufzunehmen.

Eine experimentelle Untersuchung

von A. SCHAPER.

(Aus der entwickelungsgeschichtlichen Abteilung des anatomischen Instituts der Universität Breslau.)

Hierzu 2 Tafeln.

Ueber den Bildungsmodus des Dottersackepithels des Hühnchens aus dem Dotterentoblast des Keimwalls sowie über die weiteren Um Anat. Anz. XXII. Aulsätze. 9


130

Wandlungen, welche das Dottersackepithel bis zu seinem „fertigen" i) Zustande durchläuft, sind wir in erster Linie durch die sorgfältigen Untersuchungen H. Virchows ^) zur Genüge orientiert. Auch wissen wir, daß während der Bildung dieser Zellen, d. h. während der Cellularisierung des syncytialen, mit Dotterkörnern beladenen Protoplasmas des Keimwalles bemerkenswerte Mengen von Dotterelementen unverändert und in geformtem Zustande von vornherein in die Zellen des Dottersackes aufgenommen werden. Virchow hat uns ferner gezeigt, wie sich die Zellen weiterhin mit der Verarbeitung der aus dem Dotter aufgenommenen fett- und eiweißartigen Substanzen beschäftigen, so daß beispielsweise die großen, sich charakteristisch färbenden, eiweißartigen Ballen, welche anfangs (nahe dem Keirawall) dicht gedrängt die Zellen erfüllen, proximalwärts (d. h. in älteren, dem. Ductus omphalomesentericus näher gelegenen Zellen) allmählich an Größe und Zahl abnehmen und schließlich in den hohen cylindrischen Zellen des Gefäßbezirks völlig fehlen. Dementsprechend können wir mit Virchow annehmen, daß in diesem vorgeschrittenen Entwickelungsstadium die Dottersackzellen den weitaus größten Teil desjenigen Nahrungsmaterials bereits aufgearbeitet haben, welches sie bei ihrer ersten Bildung in sich aufnahmen.

Schon am 7. Tage der Bebrütung etwa hat nun das Dottersackepithel den Dotter bereits völlig umwachsen , und muß daher von diesem Zeitpunkt an eine primäre Aufnahme geformter Dottermassen von Seiten des Dottersackepithels, d. h. eine Aufnahme im Augenblick der Entstehung des letzteren im Keimwall zum Stillstand kommen. Durch diesen Prozeß wurde überdies nur ein verschwindend kleiner Bruchteil der in dem Dottersack aufgespeicherten Dottermassen in den embryonalen Keim aufgenommen, und wenn, wie wir annehmen müssen, ausschließlich dem Dottersackepithel die Funktion zukommt, die im Dottersack angehäuften Nahrungsstoffe aus diesem aufzunehmen, zu verdauen und in geeignetem Zustande zum Aufbau des embryonalen Körpers an das im Gefäßhof zirkulierende Blut wieder abzugeben, so ist daraus zu folgern, daß für das Dottersack epithel erst in seinem jetzigen Zustande, d.h. nach völliger Um wach sung des Dotters, die Hauptarbeit beginnt.


1) Unter fertigem Dottersackepithel verstehe ich im Anschluß an H. Virchow das hohe, einschichtige, cylinderförmige Epithel, welches für den Gefäßbezirk des Dottersacks charakteristisch ist.

2) H. Virchow, Der Dottersack des Huhnes. Festschr. zu R. VieCHOw's 70. Geburtstag, I, 1891.


131

In welcher Weise und in welcher Form gelangen nun von jetzt ab die gewaltigen Dotter massen des Vogeleies zur Resorption? Es ist bislang kaum etwas Sicheres über den Aufnahmemodus des Dotters von selten des Dottersackepithels bekannt. Auch H. Virchow, der diese Frage wohl am eingehendsten behandelt hat, drückt sich noch ziemlich unbestimmt darüber aus. Virchow hat zunächst festgestellt, daß im Laufe der Bebrütung die oberflächlichen Partien des Dotters eine Art von Verflüssigung erfahren, so daß in späteren Bebrütungstagen das Dotterepithel nicht mehr an unveränderten Dotter stößt, sondern an einen „Dotterbrei", der keine Dotterkugeln mehr enthält, sondern aus einer zusammenhängenden feinkörnigen Masse fett- und eiweißartiger Substanzen besteht. Ferner finden wir innerhalb der Zellen des fertigen einschichtigen Dotterepithels gewisse Einschlüsse, die nach ihren physikalischen Eigenschaften und färberischen Reaktionen den im Dotter suspendierten Elementen gleichen; es sind dies neben meist recht umfangreichen Fettropfen größere und kleinere Kügelchen, die sich mit Karmin mehr oder minder intensiv färben, besonders zahlreich sich an der Kuppe der Zellen finden, aber auch innerhalb der Protoplasmabälkchen zwischen den Fettvakuolen anzutreff'en sind. Daß diese Einlagerungen diejenigen Stoffe repräsentieren, die im Laufe der Entwickelung^des Eies vom Dottersackepithel fortwährend aus dem Dotter aufgenommen, um nach geeigneter Umsetzung als Nährstoffe für den wachsenden Embryo wieder ausgeschieden zu werden, unterliegt keinem Zweifel. Unentschieden jedoch war bislang die Frage, in welcher Form diese Stoffe in die Zellen hinein gelangen. Hierbei kommen zwei Möglichkeiten in Betracht: einmal können die fettund eiweißartigen Substanzen in derselben Form, wie wir sie im „Dotterbrei" fanden, als Tröpfchen oder Körnchen mechanisch in die Zelle einverleibt werden, oder sie werden zunächst unter Veränderung ihrer chemischen Konstitution in einen flüssigen Zustand überführt und so von den Zellen resorbiert. Für den ersteren Aufnahmemodus könnte die Gegenwart jener eiweißartigen Körnchen im Innern der Zellen sprechen, die in ihren Eigenschaften durchaus mit denen im freien Dotter übereinzustimmen scheinen. Dabei ist aber nicht zu vergessen, daß diese Körnchen auch Gerinnungsprodukte ursprünglich gelöster Eiweißstoffe in der Zelle sein können, verursacht durch die koagulierende Wirkung der Fixationsmittel. Unsere Stellungnahme zu der vorliegenden Frage hängt

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wohl in erster Liniö von einer Entscheidung darüber ab, ob die Zellen des Dottersackepithels überhaupt die Fähigkeit besitzen, korpuskulare Elemente in sich aufzunehmen.

Daß die von physiologischen Gesichtspunkten an und für sich interessante Frage bislang eine befriedigende Antwort nicht erfahren hat, dürfte sich wohl aus den Schwierigkeiten erklären, die sich einer Feststellung eines derartigen Geschehens bei ausschließlich histologischer Untersuchung solcher Präparate erfahrungsgemäß entgegenstellen. Eine sichere Entscheidung darüber schien mir in erster Linie vom Experiment zu erhoffen sein, und meine in dieser Richtung angestellten Versuche, nämlich nach Injektion einer Farbstoff suspension in den Dottersack eines Hühnereies während der Bebrütung das Verhalten des Dottersackepithels zu diesen unter dem Mikroskop leicht nachweisbaren Beimengungen festzustellen, ergaben eine Reihe positiver Resultate, die ich mir im folgenden mitzuteilen erlaube.

Meine ersten diesbezüglichen Versuche galten zunächst nur der Erprobung der anzuwendenden Technik und der Feststellung, ob das Ei überhaupt derartige Eingriffe ohne Einbuße seiner Entwickelungsfähigkeit ertragen würde. Als Injektionsflüssigkeit verwandte ich eine Suspension von feinstem Karminpulver in physiologischer Kochsalzlösung, welche vor dem Gebrauch auf 39** C erwärmt wurde. Zunächst nun dienten mir zwei Tage lang bebrütete Hühnereier zu meinen Versuchen. Die Injektion wurde in folgender Weise ausgeführt. An dem horizontal liegenden Ei wurde mit einem spitzen Instrumente etwa 2 cm seitlich von dem höchsten Punkte des Eies ein möglichst kleines Loch in die Schale gebohrt, durch dieses in annähernd horizontaler Richtung die Nadel einer PRAVAz'schen Spritze mit schnellem Stoß so weit eingeführt, daß ihre Spitze schätzungsweise etwa in den oberen Teil der Dotterkugel ziemlich dicht unter die Keim Scheibe zu liegen kam, und nun zunächst etwa V4 ccm des Dotters vermittelst der Spritze aspiriert. Darauf wurde die Spritze aus der von einem Assistenten inzwischen fixierten Nadel herausgezogen, mit der frisch aufgeschüttelten, erwärmten Karminsuspension gefüllt und dann Y4 ccm des Inhalts durch die Nadel in den Dotter sack injiziert. Die so behandelten Eier (10 Stück) wurden auf 3 weitere Tage in den Brütofen zurückgebracht und dann geöffnet. Die ersten Resultate waren schlecht. Die Embryonen waren sämtlich abgestorben und bereits stark maceriert. Weitere Versuche zeigten, daß gewisse asep


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tische Kautelen nötig waren (sowohl bei der Herstellung der Injektionsflüssigkeit als bei der vorherigen Reinigung der zu verwendenden Instrumente), um zum gewünschten Ziele zu gelangen. So glückte es mir denn endlich, einige Eier zu erhalten, die beim Eröffnen (3 Tage nach der Injektion) sich in völlig normalem Entwickelungsgange befanden und einen lebenden Embryo enthielten. Von diesen Eiern wurde unter erwärmter physiologischer Kochsalzlösung der größte Teil des Dottersackes vorsichtig vom Dotter abgehoben , in der Salzlösung durch leichtes Schwenken von dem oberflächlich anhaftenden Karminbelag befreit und dann in Alkohol abs. fixiert. Schon in frischem Zustande zeigte sich bei Lupenbetrachtung, daß das Karmin sowohl im Innern des Dotters als auch dort, wo es oberflächlich am Dottersack haften blieb, überall noch in körnigem Zustande vorhanden war, und alle diejenigen Teile des Dottersackes, welche frei von Karminkörnern waren, auch völlig weiß erschienen. Es war also keine nachweisbare Lösung des Farbstoffes im Ei eingetreten, ein Umstand, der für die Deutung der späteren Befunde von gewisser Wichtigkeit ist.

lieber das nähere Verhalten der Karminkörner zu den Zellen der Dottersackwand konnte natürlich nur die mikroskopische Untersuchung Aufklärung geben. Zu diesem Zwecke wurden kleine Stücke aus verschiedenen Teilen der Dottersackwand herausgeschnitten, leicht mit Hämatoxylin gefärbt, in Paraffin eingebettet und auf dem Mikrotom in Querschnitte von 10 a Dicke zerlegt. Bei Durchmusterung dieser Schnitte ergab sich nun zunächst der bemerkenswerte Befund, daß an zahlreichen Stellen im Bereich der Area vasculosa das hier einschichtige hohe Dottersackepithel mit einer großen Menge größerer oder kleiner Karminkörnchen, teils einzeln, teils zu Ballen vereinigt, durchsetzt war. Daß dieselben in der Tat intracellular gelegen waren, ließ sich durch verschiedene Erscheinungen leicht außer Zweifel stellen. Zudem war es ganz ausschließlich das Dottersackepithel, welches diese Farbstoffeinschlüsse enthielt; niemals habe ich weder in den Blutgefäßen, noch in den übrigen Geweben Spuren von Farbkörnern entdecken können. Diese Verhältnisse sind auf Tafel V in Abbildung 1 wiedergegeben, welche einen Querschnitt durch einen „D Otter sack wul st" mit darin hegendem großen Blutgefäße darstellt. Man könnte nun geneigt sein, schon aus diesen Befunden auf eine Aufnahme von Karminpartikeln von selten des fertigen


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üottersackepithels aus dem anliegenden Dotter zu schließen. Daß jedoch bei der vorliegenden Versuchsanordnung ein derartiger Schluß noch nicht völlig berechtigt erscheint, dürfte aus folgender Ueberlegung hervorgehen. Das Ei wurde am zweiten Bebrütungstage injiziert, also zu einer Zeit, wo das Dottersackepithel nur erst einen geringen Teil des Dotters umwachsen hat, und die Area vasculosa, also diejenige Region, die fertiges Dottersackepithel enthält, kaum mehr als 1 cm im Durchmesser mißt. Dementsprechend ist mit der Möglichkeit zu rechnen, daß die zur Zeit der Eröffnung des Eies mit Karmin beladenen Epithelzellen dies nicht in ihrem fertigen Entwickelungszustande aus dem Dotter aufnahmen, sondern bereits seit ihrer Entstehung im Keimwall enthielten, wo, wie Figur 2 der Tafel V zeigt, der körnige Farbstoff samt den übrigen Dotterbestandteilen sich mit dem Syncytium des in den Dotter eindringenden Entoblasts vermischt und bei der Cellularisierung des letzteren zusammen mit den Dotterkugeln in die Zellterritorien eingeschlossen wird. Durch die vorliegenden Präparate war daher noch kein strikter Beweis geliefert, daß die intracellulären Karminpartikel wirklich von dem fertigen Epithel aus dem Dotter aufgenommen wurden, um so mehr, als ich versäumt hatte, die aus verschiedenen Teilen des Dottersackes entnommenen Stücke ihrer Lage nach genau zu bezeichnen, so daß ich später nicht mehr im stände war, zu bestimmen, ob beispielsweise das Stück, dem die Figur 1 entnommen wurde, nahe dem Randteile des Gefäßbezirks oder in der Nähe des Ductus omphalomesentericus gelegen war.

Die Injektionsversuche mußten also wiederholt werden, und zwar in derart abgeänderter Weise, daß die zu einer einwandsfreien Interpretation der späteren Befunde nötigen Vorbedingungen gegeben waren. Zu dem Zwecke verwandte ich zunächst zur Injektion Eier vom sechsten Bebrütungstage, also von einem Entwickelungsgrade, wo das Dotter sackepithel den Dotter bereits annähernd völlig umwachsen hatte, und der Durchmesser der Area vasculosa ca. 4,5 cm beträgt. Derartige Eier besaßen also zur Zeit der Injektion im proximalen Bezirk des Dottersackes bereits ein umfangreiches, aus fertigem hohen Epithel bestehendes Entoblastgebiet. Dieinjizierten Eier wurden aufvier weite reTagein den Brütofen zurückgebracht und dann in gleicher Weise wie früher eröffnet, der Dottersack in toto vom Dotter abgehoben, in Kochsalzlösung oberflächlich abgespült und'in Alkohol fixiert. Auch hier war bei Eiern, die sich ungestört weiter entwickelt hatten und


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beim OeJffnen einen lebenden Embryo enthielten, ebenso wie früher keine Spur einer Lösung des Karmins bemerkbar ; sowohl der dem Dotter beigemischte Farbstoff als der dem Dottersack anhängende oberflächliche Belag erschien unter dem Mikroskop auch am frischen Präparat deutlich körnig, während alle dazwischen liegenden Teile völlig farblos waren; Verhältnisse, die nach der Fixation noch prägnanter hervortraten.

Bei oberflächlicher Betrachtung der Innenfläche des Dottersackes eines Eies, an dem die Injektion besonders gut gelungen war und sich die Karminmasse ziemlich gleichmäßig an der Oberfläche des Dotters ausgebreitet zu haben schien, machten sich zunächst folgende Eigentümlichkeiten bemerkbar. Rings entlang dem äußeren Rande des Gefäßbezirks und etwas weiter nach außen davon im Bereiche des Keimwalles fand sich die unregelmäßig höckerige Innenfläche des Dottersackes dicht belegt mit Karmin, so daß diese Teile gleichmäßig und intensiv rot gefärbt erschienen. Weiter nach innen zu wurde dieser Belag allmählich lichter und erschien in den zentral gelegenen Teilen des Gefäßhofes nur noch als leichte Bestäubung. Etwas anders verhielten sich die in radiärer Richtung vom Ductus omphalomesentericus nach der Peripherie verlaufenden Dottersack wülste, die bekanntlich die größeren Dottergefäße umschließen. An diese schien sich die Karminmasse mit besonderer Vorliebe anzuheften, so daß dieselben, häufig in einen dichten Farbbelag gehüllt, als intensiv rote Stränge die helleren dazwischen liegenden Teile des Dottersackes durchzogen. Es wurde nun aus dem Dottersack ein Sektor herausgeschnitten, dessen Basis durch den Rand des Gefäßbezirks resp. durch den Keimwall gebildet war und dessen Spitze an die Abgangsstelle des Ductus omphalomesentericus stieß. Dieses Stück wurde durch zwei Querschnitte wieder in drei kleinere Stücke zerlegt, von denen also das zentral gelegene (neben dem Dotterstiel) den ältesten Abschnitt, das periphere hingegen (Randteil des Gefäßbezirks) den jüngsten Abschnitt des Dottersackepithels enthielt. Diese drei Stücke wurden dann wie früher leicht mit Hämatoxylin gefärbt, in Paraffin eingebettet und jedes für sich in 10 fi dicke Schnitte (quer zu den Dotterwülsten) zerlegt. Die daraus sich ergebenden mikroskopischen Bilder sind durch die Figuren 3, 4, 5 und 6 der Tafel VI veranschaulicht. Figur 3 zeigt uns zunächst einen Querschnitt durch einen Dottersack wulst aus dem Randbezirk des Gefäßhofes (circa 2| cm vom Ansatz des Dotterstiels entfernt). Im Innern des Wulstes liegt eine große


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Blutinsel, die ein sich entwickelndes Gefäß umschließt. Das Ganze ist von einem geschichteten Epithel umgeben, welches sich in gleicher Weise auf die benachbarten Teile des Dottersackes fortsetzt. Das gesamte Epithel ist nun dicht durchsetzt mit Karmin, welches sich entweder in Form kleiner Körnchen oder zu Klumpen zusammengeballt innerhalb der einzelnen Zellen findet und hier und da auch der Oberfläche des Epithels anliegt. Diese Anhäufung beträchtlicher Karminmassen teils im Innern der Zellen, teils auf der Oberfläche erklärt die schon vorher bei Flächenbetrachtung des Dottersackes wahrgenommene intensive Färbung in diesem peripheren Bezirk des Dottersackes.

Die hier vorliegende Region des Dottersackes ist, wie wir wissen, nicht Aveit von der Bildungsstätte des Dotterentoblasts im Keimwall entfernt, und wir werden wohl nicht fehlgehen in der Annahme, daß bei weitem der größte Teil, wenn nicht alles dieser intracellulären Karminmassen aus jener frühen Entwickelungsperiode stammt, wo die Zellen bei ihrer Bildung im Keimwall zugleich mit den Dotterkugeln auch die dazwischen gelegenen Karminpartikel in sich einschlössen. Dafür scheint mir auch eine andere Thatsache in unseren Bildern zu sprechen, nämlich der Befund, daß sich an den in Figur 3 näher bezeichneten Stellen die K ar m i n k ö r n chen in feinster Verteilung kapselartig um kleinere und größere Dotterkugeln gelegt haben, eine Erscheinung, die ich nur in diesen peripheren Teilen des Dottersackepithels wahrgenommen habe. Eine derartige gleichmäßige Umlagerung der Dotterkugeln durch Karminpartikel ist wohl nur innerhalb des freien Dotters möglich, wo die Karminkörnchen, freibeweglich in der flüssigen Zwischensubstanz des Dotters suspendiert, leicht durch Adhäsion an der Oberfläche der Dotterkugeln festgehalten und dann mit diesen zusammen von den sich bildenden Zellen des Dotterentoblasts umschlossen werden.

Die beiden folgenden Abbildungen (Fig. 4 u. 5 der Tafel VI) sind dem mittleren Stück der Area vasculosa (ca. 1^/4 cm vom Ansatz des Dotterstiels entfernt) entnommen, also einem Teil der Dottersackwand, der zur Zeit der Injektion mit größter Wahrscheinlichkeit bereits ]nit fertigem e i n schichtigem Epithel ausgekleidet war. Figur 4 stellt wiederum einen Querschnitt durch einen Dottersackwulst mit Blutinsel und zentralem Gefäß dar, Figur 5 hingegen einen zwischen den Wülsten gelegenen glatten Teil der Dottersackwand. In


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beiden Präparaten fällt uns sofort die Durchsetzung des gesamten Epithels mit zahlreichen Karmiukörnchen auf, und zwar eine besonders massenhafte Ansammlung derselben in den Zellen des Dotterwulstes (Fig. 4). Dieses Verhalten entspricht der schon im Flächenbilde beobachteten intensiveren Rotfärbung der Gefäßwülste gegenüber den flachen Partien des Dottersackes. Von besonderem Interesse ist ferner die vorwiegende Ansammlung des Karmins in dem dem Dotter zugewandten freien Teile der Zelle, der kuppenförmig nach außen vorspringt. Von diesen peripheren Anhäufungen sieht man hier und da Körnchenreihen innerhalb zarter Protoplasmabälkchen in zentralere Partien der Zelle ziehen. Diese Befunde stehen in auffälligem Gegensatze zu denen des vorigen Präparates aus der Randzone des Gefäßhofes (Fig. 3), wo wir die Karmineinlagerungen ohne bestimmte Anordnung durch die ganze Zelle verbreitet fanden. Die vorwiegend periphere Lagerung der Karmi.nkörner in den Zellen des mehr proximal gelegenen Dottersackepithels scheint mir aber in besonderem Maße dafür zu sprechen, daß dieselben sekundär in die völlig ausgebildeten Epithelzellen von der dem Dotter zugewandten Oberfläche her eingetreten sind. Bemerkenswert ist ferner, daß, wie mir meine Präparate (besonders deutlich nach Fixation in Zenker) zeigen, gerade die Kuppen der Zellen besonders reich an Protoplasma sind, und, wie auch Virchow bereits beschrieben hat, häufig große Mengen feinkörniger Massen enthalten, die denen im angrenzenden freien Dotter ihrem Aussehen sowohl als ihrer färberischen Reaktion nach völlig gleichen. Nach unseren obigen Befunden dürfte daher wohl die Annahme berechtigt sein, daß auch diese Körnchen, teils fett-, teils eiweißartiger Natur, ebenfalls in geformtem Zustande und in gleicher Weise wie die Karminpartikel in späteren Entwickelungsstadien in die Zellen aufgenommen wurden. Um etwa noch bestehende Zweifel an der sekundären Aufnahme der Karminkörner von selten des fertigen Dottersackepithels vollends zu beseitigen, dürften schließlich diejenigen Befunde dienen, die sich an Präparaten boten, welche von dem am weitesten proximal gelegenen Abschnitte des Dottersackes (ca. 1 cm vom Ansatz des Dotterstiels entfernt) hergestellt wurden, bei welchem völlig außer Frage steht, daß das ihm zugehörige Epithel zur Zeit der Injektion bereits in fertigem Zustande vorhanden war. Abbildung 6 ist einem dieser


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Schnitte entnommen, der ebenfalls quer durch einen Dottersackwulst geht. Auch hier sehen wir wiederum in einer Reihe von Zellen zahlreiche Karminkörnchen eingeschlossen undineinerZelle besonders deutlich ihreEinlagerung in das Netzwerk der Protoplasmabälkchen.

Es ist nach alledem durch die vorliegenden Experimente zunächst gezeigt worden, daß die im Laufe der Bebrütung in den Dottersack injizierten Karmin körnchen nicht nur bei der Bildung des Dottersackepithels im Keimwall samt den übrigen Bestandteilen des Dotters von den in statu nascente befindlichen Zellen umschlossen werden, sondern auch sekundär i n nicht unbeträchtlicher Menge in das bereits fertige hohe Epithel unverändert hineingelang en^).

Hiermit dürfte aber auch der positive Beweis er


1) Es ist mir zwar der Einwand erhoben worden, daß die Möglichkeit nicht ausgeschlossen sei, daß das Karmin innerhalb der Dotter flüssigkeit zum Teil zur Lösung kam, in diesem gelösten Zustande von den Zellen aufgenommen und schließlich durch die Alkoholwirkung bei der Fixation innerhalb der Zellen in körnigem Zustande präcipitiert wurde. Gegen eine derartige Annahme sprechen jedoch einerseits die schon oben erwähnten Befunde an frischen Präparaten, wo weder im Dotter, noch am Dottersack irgend welche Spuren einer Lösung des Karmins nachzuweisen waren, und andererseits die Beschaffenheit solcher Präparate, wo es in der Tat zu einer leichten Lösung des Farbstoffes und einer dadurch bedingten leichten diffusen Färbung des Dottersackes gekommen war. Solche Lösungserscheinungen des Karmins jedoch waren nur im Dottersack abgestorbener Eier wahrzunehmen, in denen der Embryo schon stark maceriert war. Wir müssen annehmen, daß die Lösung des Karmins hier unter dem Einflüsse der postmortalen chemischen Umsetzung der Gewebssäfte vor sich ging, und die abgestorbenen Gewebe alsdann den gelösten Farbstoff imbibierten. Schnitte durch ein derartiges , in Alkohol fixiertes Stück des Dottersackes zeigten eine leichte diffuse ßosafärbung aller Gewebsteile und eine etwas intensivere Färbung der Kerne. Von einer körnigen Ausfällung des gelösten Farbstoffes durch Einwirkung des Alkohols war aber auch hier nichts wahrzunehmen. Endlich bleibt zu bedenken, daß, wenn die beträchtlichen Mengen von Karminkörnern, die wir in den Zellen des Dottersackes antrafen, vorher in Lösung in demselben vorhanden gewesen wären, die ganze Dottersack wand in frischem Zustande in intensivestem diffusen Rot hätte erscheinen müssen. Diese Tatsachen und Ueberlegungen dürften wohl genügen, um in dem hier vorliegenden Falle obigen Einwand von der Möglichkeit einer Aufnahme des Karmins in flüssigem Zustande zurückzuweisen.


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bracht sein, daß das Epithel des völlig ausgebildeten Dottersackes in der Tat imstande ist, auch geformte Teile aus dem Dotter in unverändertem Zustande in sich aufzunehmen. War die Wahrscheinlichkeit eines derartigen Vorganges der Dotteraufnahme schon durch die Anwesenheit zahlreicher Körnchen besonders in den Kuppen der Zellen, die den körnigen Massen im anliegenden Dotterbrei in vieler Beziehung glichen, nahe gelegt worden, so dürfte derselbe jetzt als eine Thatsache zu betrachten sein, die für das Verständnis der Stoffwechselprozesse im bebrüteten Hühnerei von gewisser Bedeutung ist. Daß neben dieser Aufnahme korpuskularer Dotterelemente auch verflüssigte Dotterteile zur Resorption gelangen können, ist dadurch natürhcherweise nicht ausgeschlossen.

Es bleibt nun weiterhin zu untersuchen, aufweiche Weise die geformten Dotterbestandteile in die Zelle hin ein gelangen. Zwei Möglichkeiten kommen hierbei in Betracht: einmal eine Aufnahme geformter Teile durch aktive Thätigkeit des Dottersackepithels nach Analogie des Vorganges, wie er sich bei amöboiden Zellen abspielt, und zweitens eine passive Aufnahme, die ohne besondere Lebensäußerung der Zelle vor sich geht, ein Prozeß, der von L. Rhumbler^) eingehend studiert und sehr passend als „Import" bezeichnet wurde.

Was den ersten Modus anbetrifft, so ist derselbe auch von H. ViRCHOW bereits in Diskussion gezogen und schließlich als für das Dottersackepithel nicht zutreffend abgewiesen worden unter der Begründung, daß es ihm niemals gelungen sei, an jenen Zellen (nämlich an dem fertigen Dottersackepithel) weder ein Offenstehen der freien Kuppe, noch irgend welche Fortsätze an derselben wahrzunehmen, die auf eine amöboide Beweglichkeit derselben hätten schließen lassen. Es ist nun allerdings richtig, daß, wie ich mich auch an meinen Präparaten überzeugen konnte, an genau in der Längsachse durchschnittenen Zellen für gewöhnlich keine gröberen, gegen den Dotter zu gerichteten Fortsätze zu bemerken sind. Auf der anderen Seite jedoch kann ich Virchow nicht beistimmen, wenn er sagt, daß die Epithelzellen bei korrekter Schnittführung stets eine scharfe Begrenzung ihrer Oberfläche aufweisen. Zwar gewinnt man


1) L. Ehumbler, Physikalische Analyse von Lebenserscheinungen der Zelle. L Bewegung, Nahrungsaufnahme, Defäcation, Vacuolenpulsation und Gehäusebildung bei lobosen Rhizopoden. Arch, f. Entwickelungsmech., Bd. 7, 1898,


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an einzelnen Zellen, zumal solchen, die mit großen Fettvakuolen erfüllt sind und unter dem Einfluß einer inneren Spannung zu stehen scheinen, hier und da wohl den Eindruck, als ob auch die freie Kuppe von einer Membran umschlossen sei. Bei zahlreichen Zellen jedoch ist von einer derartigen Deckmembran sicherlich nichts zu sehen, und zwar besonders bei solchen, die, wie auch Virchow beschreibt, in ihrer Kuppe eine größere Menge mit Körnchen durchsetzten Protoplasmas enthalten. Dieses Protoplasma scheint mit seiner unregelmäßigen Oberfläche völlig nackt an dem benachbarten Dotter anzuliegen, und hier und da bemerkt man sogar kleinste zottenartige Fortsätze gegen den Dotter zu vorspringen, die auch in Figur 4 und 5 wohl zu erkennen sind. Der Kontakt zwischen dem körnigen Dotterbrei und dem oberflächlichen Protoplasma dieser Epithelzellen ist in der That ein so inniger, daß man kaum im stände ist, die Grenze zwischen beiden festzustellen. Wenn daher auch bei unseren Zellen nicht eine derartig intensive Pseudopodienbildung stattfindet, wie wir sie von den Amöben oder weißen Blutkörperchen her kennen, so liegen doch immerhin Verhältnisse vor, die eine amöboide Beweglichkeit inkleinemMaßstabehöchstwahr sc heinlich machen. Ich halte es nach diesen Beobachtungen für durchaus annehmbar, daß die Aufnahme geformter Dotterteile von selten der Epithelzellen durch eine aktive Thätigkeit ihres Protoplasmas, d.h. durch Umfließen nahegerückter Dotterkörnchen und nach herig er Intussusception derselben in den Zellleib zu stände kommen kann.

Ueber die andere Möglichkeit der Aufnahme fester Bestandteile, nämlich durch Einziehung oder „Import" (Rhumbler) ist auf Grund histologischer Präparate kaum eine Entscheidung beizubringen, zumal dieser Prozeß völlig ohne Form Veränderung, wie überhaupt ohne Aeußerung einer vitalen Eigenschaft der Zelle vor sich gehen kann. Rhumbler hat beispielsweise gezeigt, daß in das Innere einer Amöbe, ohne daß dieselbe hierzu irgend welche namhafte Bewegungen zu machen braucht, lange biegsame Algenfäden, die um vieles länger als die Amöbe selbst sind, eintreten können und sich hier zu dichtem Knäuel aufwickeln. In gleicher Weise können auch „ganz unverdauliche Fremdkörper (wie Steinchen u. dergl.) von der Amöbe aufgenommen" werden. Rhumbler hat weiterhin durch eine Reihe geistvoller Experimente diesen Vorgang


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der Nahrungsaufnahme an unorganisierten Flüssigkeiten, die er mit geeigneten Fremdkörpern in Berührung brachte, nachahmen können und auf Grund der physikalischen Analyse dieses Prozesses gezeigt, „daß Fremdkörper von der Amöbe dann aufgenommen werden müssen, wenn die Ober flächenstelle der Amöbe, mit welcher der Fremdkörper in Berührung gekommen ist, zur Zeit der Berührung eine größere Adhäsion zu dem Fremdkörper besitzt als das umgebende Wasser zu dem Fremdkörper".

Derartige Verhältnisse sind aber auch zwischen dem Protoplasma unserer Dottersackepithelien und den im Dotter suspendierten Körnermassen (resp. Karrainkörnchen) sehr wohl denkbar, und würde einem dadurch ermöglichten „Import" dieser Fremdkörper in das Innere der Epithelzellen sich, nach meinen Beobachtungen wenigstens, ein mechanisches Hindernis (Zellmembran etc.) nicht entgegensetzen.

Eine sichere Entscheidung darüber, ob es sich in unserem Falle um eine aktive Aufnahme fester Dottermassen oder um „Import" handelt, dürfte wiederum ausschließlich an der Hand des Experiments und der Beobachtung am lebenden Objekt zu erwarten sein. Ob sich unser Objekt für ein derartiges Experiment überhaupt eignet, erscheint mir sehr fraglich. Sehr wahrscheinlich müssen wir uns hier mit Analogieschlüssen nach Maßgabe unserer Erfahrungen an freilebenden Zellen begnügen.

Zwischen beiden Arten der Aufnahme fester Substanzen von Seiten der Zelle existiert übrigens, wie auch Rhumbler hervorhebt, keine scharfe Grenze. Es kann der passive Import auch von einer gleichzeitigen Umfließung des Fremdkörpers durch aktiv sich bewegendes Protoplasma begleitet sein, und es ist daher nicht unmöglich, daß beide Prozesse bei der Aufnahme der geformten Dottersubstanzen gleichzeitig thätig sind.

Breslau, den 12. August 1902.

Tafelerklärung.

Fig. 1. Querschnitt durch einen Gefäß wulst der Dotters ackwand eines fünf Tage be brüteten Hühnereies, dessen Dottersack am zweiten Bebrütungstage mit einer Karminsuspension injiziert wurde. Vergr. 150. In den hohen Epithelzellen des Entoblasts finden sich unregelmäßige Anhäufungen von Karminkörnchen.

Fig. 2. Schnitt durch die Eegion des Keimwalles desselben Do tter sacke s. Vergr. 150. Der noch nicht cellularisierte Dotterentoblast zeigt neben den Dotterkugeln zahlreiche eingelagerte Karminkörnchen.

Fig. 3. Querschnitt durch einen Gefäßwulst nahe am Rande der Area vasculosa der Dottersackwand eines zehn Tage bebrüteten Hühnereies,


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dessen Dottersack am sechsten Bebra tu ngstage mit einer Kai-minsuspension injiziert wurde. Vergr. 150. In dem noch unregelmäßig geschichteten Epithel des Entoblasts bemerkt man zerstreute Einlageiimgen von Karminkörnchen , die hier und da sieh kapselartig um größere und kleine Dotterkugeln gruppiert haben.

Fig. 4. Querschnitt durch einen Gefäßwulst des mittleren Teiles der Area vasculosa (halbwegs zwischen dem Eande derselben und dem Abgang des Dotterstiels) desselben Dotter sackes. Vergr. 150. In dem hohen cylindrischen Epithel des Entoblasts finden sich massenhaft Karminkörnchen, besonders in den Kupi^en derselben angehäuft.

Fig. 5. Schnitt durch den zwischen den Gefäßwülsten gelegenen glatten Teil derselben Region der Area vasculosa des vorigen Dottersackes. Vergr. 150. Auch hier zeigt sich das Karmin besonders deutlich , wenn auch in geringerer Menge als in Figur 4 im Kuppenteil der Zellen angehäuft.

Fig. 6. Querschnitt durch einen Gefäßwulst des proximalen Teiles der Area vasculosa (nahe dem Dotterstiele) desselben Dottersackes. Vergr. 150. Auch in den Zellen dieses ältesten Teiles des Dottersackentoblasts finden sich Karmineinlagerungen, und zwar sieht man, wie die einzelnen Körnchen auf dem Wege der feinen Protoplasmabälkchen weiter in das Innere der Zelle transportiert Averdeu.


Nachdruck verboten.

Uelber einige Varietäten der Muslteln, Gefäße und Nerven.

Von Dr. J. Kumaris, Assistenten der Anatomie,

in Gemeinschaft mit Prof. G. Sclavunos.

(Aus dem Präpariersaal des Anatom. Instituts zu Athen, 1899 — 1902.)

Mit 4 Abbildungen.

Es ist außer Zweifel, daß die Varietäten der verschiedenen Organe des menschlichen Körpers nicht nur ein praktisches Interesse, sondern auch einen großen wissenschaftlichen Wert sowohl für die Abstammung des Menschen als dessen Rassenbildung besitzen. Diese Einsicht wurde mit den Fortschritten der vergleichenden Anatomie und Embryologie durch die Arbeiten verschiedener Forscher, von welchen wir hier Gruber in Petersburg, Macalister und Bateson in England und Amerika, Schwalbe, v. Bardeleben und Pfitzner in Deutschland, Testut und le Double in Frankreich erwähnen, geltend gemacht, und so giebt es denn wohl kein anatomisches Institut, in welchem die auf dem Präpariersaal beobachteten Varietäten nicht gesammelt und wissenschaftlich verwertet werden. Aus diesem Grunde ließ Prof. Sclavunos, gleich nachdem er im Jahre 1899 die Leitung des hiesigen anatomischen Instituts übernommen hatte, ein Buch herrichten, in welchem alle Varietäten und sonstige Abnormitäten aufgeschrieben werden. Dabei ließ er sich von denselben Gesichtspunkten leiten,


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welche Schwalbe^) und Rosenberg 2) in ihren Artikeln dargelegt haben.

Wie bei jedem Anfang, so sind auch hier viele Schwierigkeiten und Mängel zu Tage getreten, doch wurden dieselben nach und nach überwunden. So ist mit der Zeit zu hojffen, daß auch bei uns in Griechenland die Arbeit im Präpariersaal nicht nur den Studierenden, sondern auch der Wissenschaft nützlich werde, zumal von Varietäten der griechischen Rasse bis jetzt wenig oder gar nichts bekannt ist. Denn an Material fehlt es nun jetzt nicht; jährlich kommen durchschnittlich 80 Leichen zum Untersuchen, davon werden 60 mit TeichMANNscher Masse injiziert.

Von den zahlreichen während der 3 verflossenen Wintersemester zur Beobachtung gelangten Varietäten teilen wir hier einige seltene mit, während viele andere in der griechischen Dissersation von Kumaris enthalten sind.

Muskeln. Unter den Muskelvarietäten ist es wohl der Musculus Sternalis, der in der letzten Zeit mehrere Anatomen beschäftigt hat. Von ihm sind bis jetzt über, 130 Fälle 3) veröffentlicht worden, un.d doch ist seine morphologische Bedeutung noch nicht klargelegt. Anfangs hat man sie zu erschließen versucht aus der Form, Lage und Beziehung zum Benachbarten, und so entstand die Kontroverse, ob es sich dabei um einen regressiven, in der Tierwelt vorkommenden oder um einen progressiven, dem Menschen eigenen Muskel handelt.

Diese Kontroverse wurde auf bessere Bahn geleitet, seitdem vor allem Bardeleben die Aufmerksamkeit der Untersucher auf die Innervation des Sternalis richtete ; denn der Nerv entscheidet über die Zusammengehörigkeit eines Muskels zu einer Muskelgruppe. Seit dieser Zeit sind Fälle veröffentlicht erstens mit ausschließlicher Intercostalisinnervation '^), zweitens mit Innervation von Thoracicus ant., drittens mit gemischter Innervation, d. h. sowohl von Intercostales als von Thoracicus ant. Diesen Innervationsergebnissen zufolge hat man zu unterscheiden


1) Ergänzungsheft zvi Bd. 14 des Anatom. Anzeigers, 1898, Eröffnungsrede etc.

2) Ueber wissenschaftliche Verwertung der Arbeit im Präpariersaal. Ergänzungsheft zu Bd. 10 des Anat. Anzeigers, p. 218.

3) Vergl. Bardelbben, Der Musculus sternalis. Zeitschr. f. Anat. und Entwickelungsgesch., Bd. 1, 1876.

4) Vergl. Bardeleben, 1. c. und Anat. Anz., Jahrgang 3, No. 11 und 12. — R. Pick, Drei Fälle von Musculus sternalis. Anat. Anz., Jahrgang 6, No. 20 und 21.


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1) eine Sternalisbildung, die der Ventralmuskulatur angehört, dem Pubohyoidsystem (Bardeleben), 2) eine Sternalisbildung, die einen Teil der sekundären Thoraxmuskulatur und zwar des Pectoralis maj, ausmacht (Cunningham), 3) eine Sternalisbildung, die gemischten Ursprungs ist, also sowohl dem Pubohyoidsystem als den Pectoralmuskeln angehörig ist (Ficks Musculus sternalis compositus). Und wenn wir die zum Panniculus carnosus (Platysma) engere Beziehung einiger Sternalis berücksichtigen, so müssen wir noch eine vierte Sternalisart unterscheiden [Hautsternalis (Turner)].

Diese vielartige Auffassung der Stern alisfälle wird in einer neuesten sorgfältigen Arbeit von Eisler ^) bekämpft, und zwar auf Grund der Innervation von einigen Sternalisfällen. Eisler findet nämlich, daß in den von ihm untersuchten Fällen die Intercostalnerven den Muskel einfach durchbohren, ohne in ihm zu endigen. Dagegen konnte er mittelst der von Frohse eingeführten Methode der intramuskulären Verfolgung der Nervenästchen feststellen, daß die von ihm untersuchten Sternalis ausnahmsweise ihre Nerven vom N. thoracicus ant. erhielten. Diese Nerven traten, nachdem sie den Pectoralis maj. durchbohrten und eine kurze Strecke unter seiner Fascie verliefen, von seinem äußeren Rand oder von seiner dorsalen Seite in den Muskel ein. Aus der Innervation und den entwickelungsgeschichtlichen Betrachtungen schließt nun im weiteren Eisler, daß der Sternalis weder ein progressiver, noch ein regressiver Muskel, sondern eine Bildung ist, die durch Entwickelungsstörung des Pectoralis maj. bedingt wird und die zu den „selbständig gewordenen Aberrationen" gehört. Danach ist also der Sternalis ein abgetrennter Teil des Pectoralis major. Nach Eisler trennt sich vom Pectoralis maj., während er in seiner Entwickelung noch keine Anheftungsstelle weder am Humerus, noch am Thorax gefunden hat, eine Partie seiner Muskelmasse ab, die sich in weiterer Entwickelung so dreht, daß ihr ursprünglich humerales Ende zum kranialen, während das sternale zum kaudalen wird. Für diese Drehung macht er schuldig hauptsächlich eine übermäßige \Yeite einiger Intercostalräume nebst Verkümmerung des Sternums. Darin wird er bestärkt durch das häufige Auftreten des M. sternalis bei Anencephalen, bei denen auch Skelettmißbildungen zu beobachten sind.

Man sieht also aus dem Gesagten, daß die Sternalisfrage noch weit entfernt von ihrer Lösung ist und daher zu weiterer Untersuchung


1) Der Musculus sternalis, seine Ursache und Entstehung etc. Zeitschrift für Morphologie und Anthropogie, Bd. 2, p. 21. Auch Ergebnisse der Anatomie und Entwickelungsgesch. von Bonnet, Bd. 10, 1900.


145

anregt. Im folgenden teilen wir einige griechische Sternalisfälle mit, die einiges Interesse darbieten, sowohl was die Morphologie des Muskels als dessen Innervation betrifft. Zuvor bemerken wir, daß der Sternalis bei den Griechen nach unseren bisherigen Ermittelungen unter 100 Leichen wenigstens 3mal vorkommt.

Fall 1. In diesem Falle handelt es sich um einen kleinen, rudimentären, doppelseitigen Muskel, der, von der 5. Rippe entspringend, sich schräg zum Sternum wendet, um an der Grenze zwischen Körper und Manubrium desselben zu enden,

Fall 2. Leiche eines 45-jährigen Wirtes. Der Muskel hatte eine Länge von 16 V2 cd^ und gegen sein kaudales Ende eine Breite von 3 cm. Er entsprang au der vorderen Fläche des 4. und 5. Rippen knorpels und ging in der Höhe des 2. sternocostalen Gelenkes, schmäler werdend, in eine Sehne über, die sich bald in zwei Zipfel teilte, von denen jeder mit dem sternalen Ursprung des Stern ocleidomastoideus zusammenhing. Der Muskel war sowohl an seinem Ursprung als an seinem Ansatz fest mit dem Pectoralis maj. verwachsen.

Fall 3. Leiche eines 55-jährigen Arbeiters. Der Sternalis war hier doppelseitig. Ursprung von der äußeren Fläche der 6. Rippe, Ansatz an der vorderen Fläche des Manubrium sterni unter- C'Z

halb des sternalen Ursprungs >

des Sternocleidomastoideus, mit \ '

dem er zusammenhing (Fig. 1). Beide Muskeln konvergierten so • i^ /

an ihrem Ansatz, daß sie ein /' mit der Spitze nach oben ge- \

richtetes V bildeten. Bemer- \ | « 

kenswert in diesem Falle ist es noch, daß nach innen von

dem rechten Sternalis ^

ein dünneres Muskelchen vorhanden war, das, von

Fig. 1. St Urspitmg des Sternocleidomastoideus. Cl Claviciila. a rudimentärer rechter M. sterualis.

dem 5. Rippenknorpel entspringend, in eine kleine rundliche Sehne überging, die unterhalb des Ansatzes des rechten Sternalis unabhängig am Sternum inserierte (Fig. 1 «). Nach dem, was uns bekannt, scheint

Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 10


'5^^


146

eine Verdoppelung des linken oder rechten Sternalis kein häufiges Vorkommnis zu sein ^).

Fall 4. Ursprung sehnig von der Aponeurose des Rectus abdominis und dem 5. sternocostalen Gelenk. Seine Sehne, in der Höhe der 2. Rippe beginnend, ging in den sternalen Ursprung des Sternocleidomastoideus über. Der Muskel hatte an seinem kaudalen Ende eine Breite von 2V2 cm.

Fall 5. Leiche eines Lehrers von mittlerem Alter. Ursprung sehnig von der Rectusscheide und muskulös längs einer schiefen Linie, die sich von dem 5. Sternocostalgelenk schief nach außen-abwärts bis zum inneren Drittel des 6. Rippenknorpels erstreckte. Sein innerer

Gl


■;M'J-- St


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I



Fig. 2 wurde abgebildet bei stark nach außen und oben abgezogenem Arme. Cl Clavicula. St Ursprnngssehne des Sternocleidomastoidous. a äußerer, b innerer Schenkel (s. Textj.


1) Vergl. Schultz, Anat. Anz., Jahrgang 3, No. 8.


147

Rand entsprach dem lateralen Rand des Sternums, indem er letzteren erst gegen sein oberes Drittel überzieht. Sein äußerer Rand, dünner werdend, verlor sich allmählich in die Fascie des Pectoralis maj. (Fig. 2). Der Muskel war muskulös bis zur Höhe des 3. Rippenknorpels, von wo ab er sehnig zu werden begann. Seine Sehne teilte sich durch den Durchtritt eines R. perforans N. intercostalis m 2 Schenkel, von denen der innere dickere (&) zum Sternocleidomastoideus hinlenkte, während der äußere (a) zum Teil in den Sternocleidomastoideus überging, zum Teil an dem sternalen Ende der Clavicula inserierte. Noch bemerkenswert an diesem Falle ist es, 1) daß entlang der lateralen Seite des äußeren Sehnenschenkels oberflächliche Fasern der sternalen Portion des Pectoralis major inserierten, 2) daß Fasern der medialen Seite des inneren Schenkels die Mittellinie des Sternums überzogen, um sich in die Fascie der anderen Seite zu verlieren.

Der Muskel hatte eine Länge von 16 cm und an seinem kaudalen Ende eine Breite von 4 cm.

Fall 6 betraf ein 30-jähriges Individuum. Der Sternalis war doppelseitig. Der rechte hatte die Form eines mit der Spitze nach oben gerichteten Dreieckes. Sein innerer Rand verlief frei längs der sternalen Ursprungslinie des Pectoralis maj. Sein Ursprung begann längs einer schiefen Linie, die genau dem Verlauf des 5. Rippenknorpels entsprach. An der inneren Hälfte dieser Linie war der Muskel sehnig verwachsen mit der anderen Fläche des 5. Knorpels, an der lateralen Hälfte hing er nicht mit dem Knorpel, sondern mit einem sehnigen Blatt / zusammen, welches sich aus von \\ innen und von lateral bogen- { förmig verlaufenden Sehnenfasern

zusammensetzte. Die inneren \

bogenförmigen Fasern gingen in die Rectusscheide über, während die äußeren sich in die Fascie des Obliquus abdom. ext. ver- h

loren (Fig. 3 a, ?>). Bemerkens


Fig. 3. a innere, b äußere bogenförmig verlaufende sehnige Ursprungsfasera des M. sternalis.


10^


148

wert ist es noch, daß die äußere Hälfte des genannten Sehnenblattes von der abdominalen Urspruugsportion des Pectoralis inaj. überlagert war, ein Verhalten, welches, wie wir nachträglich sehen, auch von Bardeleben ^) beschrieben wird.

Nach oben sich verschmälernd, ging der Muskel in der Höhe des 2. Rippenknorpels in eine rundliche Sehne über, die mit der medialen Seite des sternalen Ursprungs des Sternocleidomastoideus ununterbrochen zusammenhing. Von der lateralen Seite dieser Sehne entsprangen oberflächliche Fasern des oberen Teiles der Sternalportion des Pectoralis maj.

Der in Rede stehende Sternalis hatte eine Länge von 8,2 cm und an seiner Basis eine Breite von 3,5 cm.

Der linke SternaHs dieses Falles war rudimentär in Form eines feinen, rundlichen Muskelchens vorhanden, das von der Gegend der 6. Rippe von der Rectusscheide entsprang und, schief gegen das Sternum über dessen Mittellinie ziehend, sich mit der Sehne des rechten Sternalis vereinigte (ist in der Figur nicht abgebildet).

Da bei dem ersten, zweiten, dritten und vierten Fall die Präparation von den Studierenden weit fortgeschritten war, so konnten wir nur bei Fall 5 und 6 die Nerven des Sternalis verfolgen.

Was nun die Innervation des Falles 5 betrifft, so fanden wir, daß der 2. und 3. N. iutercostalis bei ihrem Durchgang durch den Muskel als perforantes anter. einige Aestchen in den Muskel hinein abgaben. Bei der Verfolgung aber eines dieser Aestchen bis zu seiner Abgangsstelle ließ dasselbe sich als lateraler Perforans nachweisen, der sich als langer, feiner Nerv auf der lateralen Seite des Thorax von dem 2. Iutercostalis abzweigte. Da uns damals eine solche Innervation aus der Litteratur nicht bekannt war, so schien uns die Sache auffällig, so daß wir den Nerven genau in den Muskel hinein verfolgten. Nun sehen wir, daß einen solchen Nerven auch Eisler beobachtet und genau verfolgt hat, er hält aber von ihm, daß er den Muskel bloß durchbohrt, ohne ihn zu innervieren. Leider wurde jenes Präparat aus Versehen nicht aufgehoben, weshalb wir an ihm die Angabe von Eisler nicht nachkontrollieren können.

Was die Innervation des Falles 6 betrifft, so konnten wir trotz genauer Untersuchung von den vorderen perforierenden Aesten der N. iutercostales, die den Sternalis durchbohrten, keinen in dem Muskel sich verzweigen sehen. Auch bei diesem Falle ließe sich ein lateraler Perforans aus dem 2. Iutercostalis


1) Anat. Anzeiger, Jahrgang 3, No. 11 und 12.


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auffinden, aber merkwürdigerweise ging er einfach durch den Muskel, ohne an ihn Aeste abzugeben, so daß wir an diesem Falle die Angaben von Eisler bestätigen können. Da wir keinen Nerven weder von vorderen noch von seitlichen perforierenden Aesten der Intercostales im Muskel endigen sahen, so müssen wir vorläufig annehmen, daß er von feinen perforierenden Aestchen des N. thoracicus ant. innerviert wurde, die vielleicht mit der schon fortpräparierten Fascie des Pectoralis maj. abgeschnitten wurden.

Bei Fall 5 und 6 wurde noch das Thoraxskelett berücksichtigt, und dabei ergab sich am Fall 6, an dem wir weiter oben einen rechten gut entwickelten und einen linken rudimentären Sternalis beschrieben haben, folgendes. Das Sternum zeigte keine seitHche Verkrümmung, nur das Corpus desselben war gegen sein kaudales Ende etwas breiter als normal. Dagegen zeigten die Intercostalräume, gemessen gegen ihren vorderen Teil, eine verschiedene Weite, wie sich aus folgender Tal)elle ergiebt:


osta


Iräume


rechts


links


1



2,2 cm


3,3 cm


2



1,2 „


2.5 „


3



3,2 „


2,4 „


4



3 „


3 „


5



1,7 „


2 „


Auf dieser Tabelle fällt vor allem die geringe Weite des 2. Intercostalraumes auf. Doch ist dieselbe nicht durch eine Verkrümmung des Sternums bedingt, sondern durch folgendes eigentümliche Verhalten der 3. Rippe. Diese nämlich, gegen ihr vorderes Ende breiter geworden, spaltete sich gabelig, und aus ihren Gabelungsästen begannen zwei Knorpel, die sich zum 3. Rippenknorpel vereinigten, der etwas breiter als der rechte erscheint (Fig. 4). Auf diese Weise bildete sich am vorderen Ende der 3. Rippe eine längHche Lücke von 4,2 cm Länge und 3 cm Breite, die einen überzähligen rudimentären Intercostalraum darstellte, indem sie von eigenen Intercostalmuskeln ausgefüllt war, zwischen welchen sich ein feiner Intercostalnerv aus dem 1. Intercostalnerven verzweigte. Auch eine feine Arterie aus der Mammaria interna verlief auf dem genannten rudimentären Intercostalraum.

Fig. 4. Die Hälfte des Brustskeletts von Fall 6 (Fig. 3) mit dem eiförmigen Loch an dem vorderen Ende der 3. Rippe.



150

Ob die angelülirteii Skelettanomalien in irgend welcher Beziehung, zur Sternalisbildung, wie Eisler meint, stehen, darüber können wir einstweilen nichts sagen. Auffällig ist es aber, daß sich diese Skelettanomalien auf jener Seite des Falles 6 dokumentierten, auf welcher gerade ein rudimentärer Sternalis vorhanden war.

Extensor indicis. 2mal wurde ein beiderseitiges Fehlen des Extensor indicis konstatiert. Statt dessen fand sich ein kleiner Muskel, der vom Lig. rhomboideum des Handgelenkes entsprang und durch eine Sehne an der 2. Phalanx des Zeigefingers inserierte. Wie bekannt, stellt der Extensor indicis einen Rest des bei Tieren gut entwickelten Extensor digit, profundus dar. Vorliegende Varietät müssen wir für eine starke Rückbildung dieses Muskels ansehen, wobei der Rest desselben vom Unterarm auf den Carpus herabglitt [vergl. BtJHLER^)].

Flexor brevis digiti V. Mit diesem Muskel vereinigte sich ein Muskelbündel, das von der Fascie des Unterarmes oberhalb des Ligam. carpi transversum entsprang. Le Double ^) citiert Nicolas, der eine ähnliche Varietät beschrieben hat.

Psoas minor. Aus diesem Muskel nahe dem Anfang seiner normalen Sehne ging eine zweite starke, platte Sehne aus, die auf den Lendeuwirbelkörpern bis zum Promontorium herabreichte, wo sie mit der Zwischenwirbelscheibe verwachsen war. Da der Ursprung des Psoas minor sich bei einigen Tieren (z. B. Wiederkäuern) tief bis zum Promontorium erstreckt, so wäre es vielleicht richtiger, die beschriebene abnorme Sehne für einen rückgebildeten Ursprungsteil des Muskels anzusehen. Die Varietät scheint selten vorzukommen, denn nur bei Poiuier^) wird Theile citiert, der auch obige Varietät beobachtet hat.

Biventer maxillae. Bei einem, wie es scheint, selten auftretenden Falle ging links von der Zwischensehne des Biventer ein Muskelchen aus, das, nach rechts sich wendend, schief über die Raphe des Mylohyoideus zog, um sich mit der entgegengesetzten (rechten) Hälfte des Musculus mylohyoideus zu vereinigen. Bei einem anderen Falle ging von der Zwischensehne des Biventer ein Muskelchen fast gerade hinauf zur inneren Fläche des Unterkiefers nahe an dessen Angulus.

Sternothyreoideus. 2mal wurde ein plattes Muskelchen beobachtet, das, vom Sternothyreoideus sich abtrennend, auf der Gefäß


1) Beziehungen regressiver und progressiver Vorgänge zwischen tiefem Fingerstrecker und den Musculi interossei dorsales etc. Morphol. Jahrb., Bd. 29, No. 4.

2) 1. c p. 176.

3) Bd. 2, p. 214.


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scheide der großen Halsgefäße sich ausbreitete, mit der es fest verwebt war. Wir finden diese seltene Varietät nur bei Le Double^) citiert.

Grefäße. Von diesen seien hier folgende Varietäten angeführt.

Arteria brachialis. Von den IGO Leichen, an denen Kumaris das Verhalten der Brachialis verfolgte, fand sich an 33 einseitige oder doppelseitige hohe Teilung derselben, woraus sich ergiebt, daß sich die Art. brachialis bei den Griechen in 22 Proz. höher als normal teilt. Von den 33 hohen Teilungen fanden sich 13 auf dem oberen Drittel des Oberarmes, aber keine unterhalb der sonst normalen Teilung der Arteria brachialis.

Bei allen 33 Fällen von hoher Teilung verliefen sowohl die Art. radialis als die Ulnaris oberflächlich entweder subcutan oder unter der Fascie. Nur in einem Falle verlief die Ulnaris tiefer unter Muskeln. Bei diesem Falle teilte sich die Art. brachialis gegen das untere Drittel des Oberarmes in 2 Aeste, von welchen der eine als Interossea weiter in die Tiefe verlief, während sich der äußere (radiale) Ast in der Ellbogeubeuge in 2 gleich dicke Aeste spaltete. Diese 2 Aeste verliefen zuerst parallel an der normalen Stelle der Art. radialis bis zur Mitte des Oberarmes. Von da ab aber trennte sich von diesen parallelen Aesten der ulnar gelegene und begab sich quer unter dem Pal maris longus zur ulnaren Seite des Unterarmes, wo er dann längs desselben als Art. ulnaris weiter herunterging, während der andere Ast als Art. radiaHs zur Hand verlief.

Bei einem anderen Falle teilte sich die Brachialis in 3 Aeste, die sich aus ihrem weiteren Verlauf als radialis, ulnaris und mediana charakterisierten und von welchen die Ulnaris am schwächsten war. Diese letztere nun, nachdem sie die Interossea abgegeben, bog oberhalb des Processus styloideus ulnae quer unter den Muskelsehnen zur Mediana, in die sie einmündete, während die starke Mediana, in der Hand angelangt, sich in 2 Aeste spaltete, die mit der Art. radialis die beiden arteriellen Hohlhandbogeu bildeten.

Von den 33 Fällen von hoher Teilung der Art. brachialis wurde bei 6 konstatiert, daß der oberflächliche Arterienbogen der Hohlhand nur von der Art. mediana und der Ulnaris gebildet wurde.

Thyreoidea inferior. Die normale Arterie aus dem Truncus thyreocervicalis war ganz rudimentär. Statt derselben entsprang aus der Art. carotis communis eine starke Arterie, die sich wie die Thyreoidea inferior verhielt. Henle 2) erwähnt eine solche seltene Varietät.


1) 1. c. Bd. 1, p. 135.

2) Anatomie, Bd. 3.


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Venajugularis externa. Diese verlief einmal über der Clavicula, wo sie unter derselben in die Subclavia einmündete. Diese in praktischer Beziehung wichtige Gefäßanomalie wird auch von Henle ^} erwähnt und abgebildet.

Nerven. Von diesen teilen wir einen seltenen Ast des Facialis zum kranialsten Teil des M. sternocleidomastoideus mit. Dieser feine Ast trennte sich vom Ramus dig as trie us des Facialis. Der Nerv drang in den Sternocleidomastideus von dessen innerer Fläche ein, und mit Rücksicht darauf, daß er ihn vielleicht nur durchbohrte, haben wir ihn auch intramuskulär verfolgt und dabei uns überzeugt, daß er wirklich in ihm endete. Bei Testut ^) und Poirier ^) wird Sabatifr citiert, der einen ähnlichen abnormen Ast des Facialis auf der äußeren Fläche des Sternocleidomastoideus mit dem Plexus cervicalis anastomosieren gesehen hat. Ob der Nerv Facialisfasern oder vielmehr Accessorius- oder Cervikalfasern auf der Bahn des Facialis dem Muskel zugeführt erhält, das läßt sich nur vermuten. Mit Rücksicht aber auf die Ansicht einiger Forscher über die dysmetamerale Bildung des Musculus sternocleidomastoideus [Bolk*)] halten wir obige Anomalie für interessant.

Endlich erwähnen wir, was die Eingeweide betrifft, daß in unserem Varietätenbuch während der 3 Jahre ein Fall von doppelseitigem extralaryngeale Ventriculus Morgagni und ein Fall von sogenanntem biloculären Magen aufgeschrieben sind, von welchen wir aber ein anderes Mal besondere Mitteilung machen werden.


Nachdruck verboten.

Beitrag zur Anatomie der Nebenniere.

Vorläufige Mitteilung von Tri. Lydia Felicine.

(Aus dem Anatomischen Institut in Bern.)

Zahlreiche Forscher haben mit großem Eifer die Embryologie,

Histologie und Physiologie der Nebenniere studiert. Und dennoch ist

es bis jetzt weder der Embryologie, wo der Streit über die Herkunft

der Mark- und Rindensubstanz noch sehr heftig ist, noch der Histo


1) 1. c.

2) Bd. 3, p. 91.

3) Bd. 3, p. 851.

4) Die Segmentaldifferenzierung des menschlichen Rumpfes etc. Morphol. Jahrb., Bd. 25, 1898, citiert bei Eisler 1. c.


153

logie uud der Physiologie gelungen, die Fragen über die Natur und die Bedeutung der Nebenniere allseitig befriedigend zu beantworten.

Vor kurzem behauptete noch Guieysses, daß die Nebenniere aus zwei von einander ganz unabhängigen Drüsen bestehe, welche nur topographisch in innigerer Beziehung zueinander stehen, welche aber den physiologischen Beziehungen nach einander ganz fremd seien. Seine Angaben über eine Drüsenthätigkeit in der Nebenniere beziehen sich hauptsächlich auf die Rindensubstanz; nur an dieser konnte er funktionelle Veränderungen beobachten. Was die Marksubstauz anbetrifft, so ist ihre Natur und Bedeutung auch für ihn völlig rätselhaft geblieben.

Die Anschauung, daß die Nebenniere funktionell in ihrer Markund Rindensubstanz, oder nur in der letzteren einer Drüse entspricht, ist weit verbreitet. Doch nur wenige Forscher haben sich bemüht, auf die Frage nach der Bildung des Sekrets in den Drüsenzellen und nach den Wegen, durch welche das Sekret in die Blutbahn gelangt, Antwort zu geben.

Gottschau vertrat die Ansicht, daß die Markzellen zum Teil nackt an die Lichtung der Venen angrenzen und ganze Teile ihres Protoplasmaleibes in dieselbe abstoßen.

HuLTGREN und ANDERSON meinen, das Sekret gelange aus dem Protoplasma des Zelleibes direkt in die Blutbahn durch die Wandungen der Blutgefäße in Form von feinsten Partikelchen. Ueber das Vorhandensein irgend welcher spezifischen Wege wird nirgendwo etwas berichtet. Hultgren und Anderson glauben, in ihren histologischen Präparaten kleine Sekretpartikelcheu in den Wandungen der Blutgefäße liegen zu sehen ; die Untersuchung des Blutes beim lebenden Tiere ergab das Vorhandensein dieser Partikelchen sogar in der Vena renalis. Ein derartiger Weg des Sekretes durch die Wandungen der Blutgefäße hindurch scheint uns sehr zweifelhaft zu sein.

Die Untersuchung unserer histologischen Präparate zeigt uns die Blutgefäße im allgemeinen mit deutlichen, ja relativ dicken Wandungen versehen; wir können uns deshalb kaum die Bedingungen vorstellen, unter welchen das Hineindringen der Sekretpartikelchen durch die Bindegewebszüge der Gefäßwand in die Blutbahn geschieht.

Die Untersuchung unserer Präparate ergab uns andererseits ein Bild der feineren Struktur der Marksubstanz, welches bis jetzt von keinem Forscher beschrieben worden ist.

Bei jedem Tiere, dessen Nebenniere ich untersuchte, so z. B. bei Kaninchen, Katze, Hund, Feldmaus, Ratte, Igel, Meerschweinchen, Maus, Kalb, Mensch, konnte ich mit Sicherheit die Anwesenheit kleiner,


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scharf definierter, wandloser Lücken zwischen den Markzellen konstatieren, welche meiner Meinung nach als intercelluläre Kanäle aufzufassen sind. Sie sind deutlich von schwarzen Linien (Eisenhäraatoxyliufärbung nach Heidenhain) begrenzt; dieses ist der Hauptunterschied der Kanäle von zufälligen Rissen infolge der Behandlung. Die Linien, in denen zwei, ein intercelluläres Kanälchen begrenzende Zellen zusammenstoßen, erscheinen mit Hämatoxylin etwas dunkler gefärbt; in Querschnittsbildern kommt hier ein scharf konturierter schwarzer Punkt zum Vorschein, so daß man in auffallender Weise an die von Zimmermann beschriebenen Schlußleisten erinnert wird. Ob wir es tatsächlich mit einer besonders modifizierten intercellulären Kittsubstanz an der Grenze der intercellulären Kanälchen zu tun haben, und ob wir infolge davon unsere intercellulären Kanäle für einigermaßen konstante Gebilde halten dürfen, bleibt vorläufig fraglich. Es scheint vielmehr mancherlei dafür zu sprechen, daß intercelluläre Kanäle und Lücken in der Marksubstanz der Nebenniere je nach dem Funktionsstadium bald hier, bald dort neu entstehen und vergehen können. Ich möchte deshalb vorziehen, diese dunkleren Linien, in denen sich die Zellen , welche das intercelluläre Kanälcheu begrenzen , zusammenschheßen, als „Schlußlinien" zu bezeichnen.

Die oben genannten Kanäle haben wir bei allen von uns untersuchten Tieren gesehen. Das spärliche Material beim Menschen und Igel läßt uns bei diesen Tieren zu keinen definitiven Schlüssen kommen.

Die Form dieser Kanäle und die Zahl der „Schlußlinien" hängt natürlich von der Zahl der den Kanal begrenzenden Zellen ab. Auch einzeln verlaufende dunkle Linien zwischen anscheinend vollständig aneinander geschlossenen hellen kommen vor. Sie entsprechen wohl allerfeinsten Kanälcheu oder Anfängen von solchen.

Nicht selten gelang es uns auch, einen Längsschnitt eines intercellulären Kanals zu sehen; auch in diesem Falle waren mitunter die schwarzen Schlußlinien der begrenzenden Zellen deutlicher imprägniert zu sehen. In sehr vielen Fällen konnten wir den Verlauf eines solchen Kanals bis zu einer Lakune und seine Mündung in dieselbe verfolgen. Diese Lakunen befinden sich im Zentrum resp. in der Achse der Drüsenläppchen, aus welchen die ganze Marksubstanz der Nebenniere konstruiert ist.

Als bestes Objekt zur Untersuchung der Nebenniere in dieser Hinsicht dient das Kaninchen. Die Drüsenläppchen sind hier sehr groß, von rundlicher oder ellipsoider Gestalt und mit einer zentral gelegenen wandlosen Lakune versehen. Aus der letzteren entspringt


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ein kleines, axial verlaufendes Gefäß, welches sich in die größeren Venen ergießt. Abgesehen von zahlreichen großen, leicht zu erkennenden Venen, welche den zwischen den Läppchen frei bleibenden Raum ausfüllen, finden sich zwischen ihnen auch zahlreiche kleinere, schwer zu erkennende Gefäße, welche durch die einander eng anliegenden Oberflächen der benachbarten Läppchen so stark komprimiert werden, daß wir lange im Zweifel blieben, ob wir nicht eine einfache bindegewebige Scheidewand zwischen den Läppchen vor uns hätten. Durch vitale Tuschinjektion in die Vena jugularis bei der Ratte, welche im allgemeinen einen ähnlichen Bau wie das Kaninchen zeigt, gelang es uns jedoch, die Frage dahin zu entscheiden , daß auch in den Fällen, wo zwei benachbarte Läppchen mit ihren äußeren Flächen auf größere Strecken einander eng anliegen, noch zahlreiche, sehr kleine mit den Venen kommunizierende Gefäße zwischen denselben verlaufen. Die Läppchen wären somit in sehr ausgiebigem Maße von venösem Blute umspült.

Die oben erwähnten Lakunen von verschiedener Größe liegen im Zentrum der Drüsenläppchen zwischen den Zellen, welche mit ihrer breiten protoplasmatischen Basis den Venen, mit ihren Nukleärseiten dem Lumen der Lakune zugewendet sind. Die Lakunen sind somit größere wandlose Räume, in welche zahlreiche intercelluläre Kanäle münden.

Was die Beziehungen der Lakunen zum zentralen Gefäß anbetrifft, so sind sie ganz eigentümlicher Art: Es gelang uns, in vielen Fällen nachzuweisen, daß vom Zentrum einer Lakune aus ein kleines Gefäß seinen Ursprung nimmt. Bei günstiger Schnittrichtung läßt sich ein freies oti'enes Ende im Gefäß nachweisen, in anderen Fällen wieder bleibt man wieder über die Art und Weise, wie die Gefäßwand sich in die Lakune auflöst, im unklaren. Das sehr häufige Vorkommen von freien Blutkörperchen in der Lakune genügt an sich als Beweis der freien Kommunikation der Lakune mit dem Blutgefäßsystem. Es wäre vielleicht das Richtige, in Anbetracht des freien Anfangs der oben erwähnten Gefäße innerhalb der Lakunen, erstere für Lymphgefäße statt für Blutgefäße zu erklären. Wir hätten somit hier den Fall, daß kleine Lymphgefäße direkt in die venöse Blutbahn münden. Die zuletzt beschriebenen Verhältnisse beziehen sich vor allem auf das Kaninchen,

Die Struktur der Marksubstanz der Nebenniere anderer Tiere giebt kein so einheitliches histologisches Bild: so z. B. in der Nebenniere des Meerschweinchens sind nicht in jedem Drüsenläppchen Lakunen vorhanden; nur an einzelnen Stellen sieht man im Zentrum des


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Läppchens ein wandloses Gefäß, häufiger nur mit einem Blutkörperchen in dessen Lumen. Die Dimension der Läppchen ist kleiner als beim Kaninchen, auch die Menge der intercellulären Kanäle ist geringer. Die Nebenniere der Feldmaus, Ratte und Maus ist mit kleinen Läppchen versehen, in welchen keine Lumina zu sehen sind; anstatt dieser sind kleine zentrale wandlose Gefäße und intercelluläre Kanäle vorhanden.

Aus diesen Bildern kann man nur einen Schluß ziehen : die Marksubstanz der Nebenniere ist eine Drüse mit innerer Sekretion; die Drüsenzellen werden von den Blutgefäßen, welche um die Drüsenläppchen herum liegen, ernährt, und das in den Drüsenzellen gebildete Sekret wird wiederum in die Gefäße und somit in die Blutbahn gebracht. Der Weg, den das Sekret von den Zellen aus bis in die Gefäße nimmt, ist folgender: das Sekret gelangt zuerst aus der Zelle in die intercellulären Gänge, welche dasselbe in ein zentrales Lakunensystem ergießen, wie es beim Kaninchen der Fall ist, oder in ein einziges zentrales wandloses Gefäß (Lakune), wie wir es bei Ratte und Maus zu sehen bekommen haben.

Beim Kaninchen gelangt das Sekret aus den Lakunen in ein in dieselben mündendes oder sich aufsplitterndes Gefäß, welches wir nach obigem als ein kleines Lymphgefäß auffassen möchten, und von hier aus wird es durch die Blutbahn in den Organismus weitergeführt.

Nicht selten konnten wir beobachten, daß nicht bloß die Markgefäße, wie HuLTGREN Und Anderson beobachteten, sondern daß auch die Lakunen und die in sie mündenden intercellulären Gänge mit schwarz gefärbten, feinen Partikelchen gefüllt waren; um aber dieselben für das Sekret der Drüse erklären zu können, fehlen uns doch bis jetzt noch die genügend sicheren Beweise.

Was den Bau der Rindensubstanz anbetrifft, so möchten wir die nähere Schilderung unserer Ergebnisse für die ausführliche Mitteilung vorbehalten. Schon jetzt aber wollen wir erwähnen, daß ■ wir in den Zellen der Zona reticularis in sehr vielen Fällen, namentlich beim Meerschweinchen, zahlreiche intercelluläre Kanäle gefunden haben.


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Nachdruck verboten.

Die Beziehungen zwischen den intraacinösen Blntkapillaren und den intracelluiären Ernährungskanälchen der Lel)erzelle.

Von Prof. Browicz in Krakau.

Im Jahre 1897 habe ich die Beobachtung veröffentlicht, daß Erythrocyten in der Leberzelle des Hundes im physiologischen Zustande der Leber vorgefunden werden, woraus ich schon damals folgerte, daß zwischen den Leberzellen und den Blutkapillaren ständige Verbindungswege existieren müssen. Weitere Befunde mikrochemisch aufdeckbarer hämoglobinärer Pigmentablagerungen innerhalb scharf begrenzter Räume, Vakuolen, im Cyto- und Karyoplasma der Leberzelle sowohl in pathologischen Zuständen beim Menschen als auch nach der Einführung von Hämoglobinlösung in die Halsvene beim Hunde bestärkten mich in dieser Anschauung, und ich schloß daraus auf die Existenz von Ernährungskanälchen in der Leberzelle, welche, da sowohl flüssiges Hämoglobin als auch wohlerhaltene Erythrocyten bis in den Kern hineingelangen, bis in den Kern hineinreichen und mit den intraacinösen Blutkapillaren in innigem Verband stehen müssen. Die Resultate meiner Untersuchungen publizierte ich seit 1897 in den Schriften der Akademie der Wissenschaften in Krakau, und in letzter Zeit habe ich in VmcHOWs Archiv (Bd. 168) meine Ansichten über den Bau der Leberzelle dargelegt.

Die Veranlassung zu diesem Aufsatze gibt mir die Publikation Holmgrens in diesem Blatte (No. 16, 1902) unter dem Titel: lieber die Throphospongien der Darmepithelzellen nebst einer Bemerkung in betreff einer von Prof. Browicz neulich publizierten Abhandlung über die Leberzelle.

Holmgren hat seine Trophospongien der Nervenzelle auch in anderen Zellarten wiedergefunden und unter anderen auch in den Leberzellen des Igels. Die Trophospongien faßt Holmgren als intracellular verlaufende Ausläufer anderer multipolar gestalteten Zellen auf, welche Ausläufer ursprünglich protoplasmatischer Natur sind. In gewissen funktionellen Stadien oder in gewissen Stadien stofflicher Umsetzung innerhalb der Zellen, wohin die genannten Zellenausläufer hineindringen, sollen diese intracelluiären und miteinander netzartig vereinigten Ausläufer mehr oder weniger verflüssigt werden, wodurch


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die bezüglichen Zellen ein mehr oder weniger ausgesprochen kanalisiertes Aussehen annehmen. Diese Kanälchen nannte Holmgren früher Saftkanälchen. Diese seine intracellulären Kanälchen, sagt Holmgren, stehen nicht mit Gallenkapillaren im Zusammenhange und entleeren sich in die „perivaskulären Umgebungen". Holmgren hat also diese intracellulären Kanälchen bezüghch ihrer Funktion bestimmt, es sind danach nicht Sekretions-, sondern Ernährungskanälchen in meinem Sinne. Und mit Recht erwähnt Holmgren in dem genannten Aufsatze (Anat. Anz., No. 16), daß ich ihm, wie er sich ausdrückt, etwas Unrecht angetan habe, indem ich sagte, daß Holmgren deren Charakter, ob Sekretions- oder Ernährungskanälchen, nicht bestimmt hat, was ich jetzt gern korrigiere. Die HoLMGRENSchen intracellulären Kanälchen in der Leberzelle sind, glaube ich, eins und dasselbe mit meinen Ernährungskanälchen, sie münden ja nach außen, wie es Holmgren ausdrücklich sagt. Holmgren behandelt also nur die Frage der Existenz von Ernährungswegen der von ihm sogen. Trophospongien, welcher Befund, abgesehen davon, ob das intracelluläre Netz der Ausdruck von von außen in die Leberzelle hineindringenden Ausläufern anderer Zellen ist und, was Holmgren als nicht unwahrscheinlich ansieht, von Ausläufern der sogen. KuPFFERschen Sternzellen, welche Ausläufer in gewissen funktionellen Stadien oder in gewissen Stadien stofflicher Umsetzung mehr oder weniger verflüssigt werden sollen, wodurch erst die bezüglichen Zellen ein mehr oder weniger ausgesprochen kanalisiertes Aussehen annehmen, oder ein, wie ich annehme, intracelluläres Netz ständiger Kanälchen ist, mir sehr willkommen ist. Es ergibt sich ja daraus, daß auch andere die Einführung von Ernährungs- und Funktionsmaterial auf präformierten Wegen und nicht durch Osmose stricto sensu anzunehmen geneigt sind, worauf ich in meinen Publikationen hingewiesen habe.

Auf Grund mehrjähriger Untersuchungen der Leber inkl. Leberzelle mußte ich in der Leberzelle ein zweifaches intracelluläres Kanälchensystem annehmen, nämlich ein intracelluläres Gallenkanälchensystem, welches unmittelbar mit den intercellulären Gallenkanälchen zusammenhängt, und ein zweites, das Ernährungskanälchensystem, das den Leberzellen Ernährungs- und Funktionsmaterial zuführt und mit den intraacinösen Blutkapillaren in einem mittelbaren Zusammenhange sich befindet. Das unmittelbare Zusammenhängen der intracellulären Gallenkanälchen mit den intercellulären Gallenkanälchen konnte ich auch an Präparaten konstatieren, welche mit der von meinem Assistenten Prof. Ciechanowski angewendeten WEiGERT'schen Markscheidenfärbung (Anat. Anz., No. 15, 1902) behandelt sind, als


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auch an den mir freundlichst von Eppinger aus Graz zugeschickten Präparaten, welche nach seiner Methode (Zieglers Beiträge, Bd. 31, Heft 2) gefärbt sind und welche ideal die intercellulären Gallenkanälchen zum Ausdruck bringen. Sobald jedoch die in den Leberzellen vorfindbaren Kanälchennetze keinen charakteristischen Inhalt, Galle oder Hämoglobin oder entsprechende von den Gallengängeu oder Blutgefäßen injizierte Massen, enthalten, kann die Zugehörigkeit einzelner Zweige zu einem der beiden Kanälchensysteme, Sekretions- oder Ernährungskanälchensystem, nicht bestimmt werden, in dieser Richtung nun könnte meine von Holmgren berührte Ausdrucksweise gedeutet werden.

Bezüglich des Zusammenhanges der Ernährungskanälchen mit den Blutkapillaren hat mir wieder Holmgren etwas Unrecht angetan, wenn er sagt (p. 483, Anat. Anz.): „Jedenfalls können die Injektionspräparate für mich unmöglich das beweisen, was Schäfer und Browicz vermeinen, nämlich daß die intracellulären Kanälchen in direkter Verbindung mit den Blutkapillaren stehen sollen." In meiner Publikation in ViRCHOws Archiv (Bd. 168), worin ich meine Ansichten über den Bau der Leberzelle vorgebracht habe, sage ich wörtlich: „Die intracellulären Gallenkanälchen sind in einem unmittelbaren Zusammenhange mit den intercellulären Gallenkanälchen, die von der Leberzelle secernierte Galle gelaugt unmittelbar in dieselben, während die intracellulären Ernährungskanälchen nur mittelbar mit den intraacinösen Blutkapillareu zusammenhängen, obwohl dieselben, wie dies die mir vorliegenden ScHÄFERSchen Präparate dartun, von den Blutkapillaren I her mit der Injektionsmasse injiziert werden können. Die Wand/zellen der Blutkapillaren, welche, wie ich und Kupffer gleichI zeitig nachgewiesen haben, nur aus einer einzigen Zelllage bestehen, J vermjiiteln den Zusammenhang zwischen den LeberVzellen und den Blutkapillaren. Dafür sprechen die Bilder, welche die großen, saftigen (vergl. meine Abhandlung über den Bau der intraacinösen Blutkapillaren und ihr Verhältnis zu den Leberzellen, Anz. der Akad. der Wiss. in Krakau, Mai 1900, sowie meine Bemerkungen zu dem Aufsatze Heinz' über die Phagocytose der Lebergefäßendothelien. Arch. f. mikr. Anat., Bd. 60), ins Lumen der Blutkapillaren hineinragenden Wandzellen darbieten, welche Erythrocyten oder Hämoglobinablagerungen enthalten, und in Fällen von akutem experimentell mittels Toluilendiamin beim Hunde hevorgerufenem oder chronischem (beim Menschen) Ikterus Bilder darbieten, welche denen der Leberzelle bei intracellulärer Gallenstauung analog sind. Diese Bilder der Wandzellen der Blutkapillaren deuten, was ich in der Publikation über den Bau der intraacinösen Blutk'apillaren und


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ihr Verhältnis zu den Leberzellen hervorgehoben habe, darauf hin, daß auch in den Wandzellen, Zellen anderer Gattung als die Leberzellen, intracelluläre Kanälchen existieren."

Die Wandzellen der Blutkapillaren sind ja eben die sogenannten KuPFFERschen Sternzellen. Kupffer hat ja selbst seine frühere Angabe von der extravaskulären Lage seiner Sternzelleu zurückgenommen und betrachtet dieselben ganz richtig als Bestandteile der Kapillarwand.

Holmgren führt ferner an, daß seine Kanälchen sich in die perivaskulären Umgebungen entleeren, mit den perivaskulären Interstitien immer zusammenhängen, und es ist Holmgren nicht unwahrscheinlich, daß sein intracelluläres Netz, aus dem die Saftkanälchen ausgehen, in der That den multipolar gestalteten KuPFFERSchen Sternzellen zugehört. Diese Ansicht Holmgrens berührt die Frage, auf die ich in Virchows Archiv (Bd. 168) hingewiesen habe und die ich auch jetzt noch unberührt lasse, ob die intracellulären Kanälchen autochthone oder von außen in die Leberzelle eindringende Gebilde sind. Wenn also das HoLMGRENsche intracelluläre Netz aus Ausläufern der Wandzellen, d. i. der bisher sog. KuPFFERSchen Sternzellen entsteht, so müssen die Wandzellen innig mit den Leberzellen zusammenhängen, was ich zu wiederholten Malen in meinen Publikationen behaupte, Zufolgedessen kann ein perivaskulärer Raum nicht existieren, was ich auch in meinen Publikationen behaupte und in einer nächstens erscheinenden Abhandlung weiter zu begründen bemüht sein werde.

In Anbetracht dessen, daß flüssiges Hämoglobin als auch Erythrocyten, Substanzen, deren Anwesenheit in der Leberzelle sicher nachgewiesen werden kann, von den Leberzellen eingesogen und in scharf begrenzten Räumen in der Leberzelle abgelagert werden, was ich sowohl an pathologischen als auch physiologischen und experimentell hervorgerufenen Bildern konstatieren konnte, scheint mir ein Entstehen von Kanälchen als Folge der Verflüssigung intracellulärer von außen in die Leberzelle hineindringender Zellenausläufer nicht plausibel zu sein, und ich bin der Meinung, daß ebenso wie intracelluläre Gallenkanälchen, welche man z. B. an pathologischen Objekten ganz deutlich zu sehen bekommt, deren Wandungen es gelingt sowohl mittels Van GiESONS Methode (Fuchsinrot) als auch mittels der Eppingers und Weigert-Ciechanowskis Färbung sehr prägnant zu färben, was ja auch R. Krause angegeben hat, auch die Ernährungskanälchen ständige Wege in Form eigentlicher Kanälchen sind, welche, sobald sie offen sind, als Spalten, zusammengefallen unsichtbar sind und erst, durch


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irgend eine Methode sichtbar gemacht, als gleichsam protoplasmatische Netze zum Vorschein kommen.

Die Gründe, welche mich bewogen haben, anzunehmen, daß intracelluläre Gallenkanälchen ihren Anfang im Kerne nehmen und Ernährungskanälchen in den Kern hineinreichen, habe ich in der letzten Publikation in Virchows Archiv aus meinen früheren Publikationen in der Akademie der Wissenschaften in Krakau zusammengestellt.

Erythrocyten, Hämoglobinkrystalle, Hämoglobinablagerungen im Kern in Vakuolen lassen sich an geeigneten Objekten leicht konstatieren, Gallenablagerungen allerdings selten, und in den mir von Schäfer freundlichst zugeschickten Präparaten, welche ich sehr umständlich durchmustert habe, habe ich ein Eindringen der Injektionsmasse in den Kern in scharfbegrenzten Bahnen, wie es das meiner Publikation in Virchows Archiv beigefügte Bild wiedergiebt, ganz bestimmt angetroffen.

Was die Injektionsbilder in den mir vorliegenden ScHÄFERSchen Präparaten anbetrifft, so sind dieselben geradezu ideal. Von Extravasaten, von denen Holmgren ein Bild vorführt, ist nichts zu sehen, so daß nach dem, was ich vor mir habe, von allerlei Kunstprodukten, wie sich Holmgren äußert, nicht die Rede sein kann. Die mir vorliegenden ScHÄFERSchen Bilder konnte ich also als eine weitere Stütze meiner auf anderen Wegen errungenen Anschauung anführen.

Aber auch bei Anwesenheit von perivaskulären Extravasaten verlieren die ScHÄFERSchen Präparate und Bilder, meiner Ansicht nach, nicht an Bedeutung. Ob die Injektionsmasse direkt aus den Blutkapillaren oder erst nach Extravasation zwischen die Kapillarwand und die Leberzellen in die Leberzellen eindringt, ändert nichts an der Beweiskraft dieser Bilder, besonders da in den intercellulären Gallenkanälchen die Injektionsmasse nicht vorhanden ist, daher eine Verwechselung mit intracellulären Gallenkanälchen ausgeschlossen ist, worauf ich in meiner genannten Publikation hingewiesen habe. Der Hauptpunkt liegt eben darin, wie die Injektionsmasse hineindringt, ob in unregelmäßigen, unförmhchen Klumpen oder in Gestalt von sich verzweigenden, Netze bildenden, scharf begrenzten, in verschiedenem Niveau liegenden Streifen oder Strängchen. Holmgren sagt ja selbst, daß seine intracellulären Kanälchen sich in perivaskuläre Umgebungen entleeren, daß ihr Zusammenhang mit den perivaskulären Interstitien (welche, meiner Ansicht nach, in der That nicht existieren und erst infolge der Ablösung der Kapillarwandungen entstehen) wahrnehmbar ist. Es ist deshalb nichts Sonderbares, daß die Injektionsmasse, wenn dieselbe irgendwo die dünne Kapillarwandung durchbricht und die Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 1 1


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selbe von den Leberzellen ablöst, auch in die intracellulären Kanälchen hineingelangt. Sowohl an dem von Schäfer selbst im Anat. Anzeiger reproduzierten Bilde als auch an den meiner Abhandlung in Virchows Archiv beigefügten Bildern, ja teilweise selbst auf dem von Holmgren im Anat. Anzeiger dargestellten Bilde ist der Verlauf der in die Leberzellen eindringenden Injektionsmasse in länglichen, scharfbegrenzten, sich verzweigenden, Netze bildenden, in verschiedenem Niveau liegenden Bahnen, teils in Gestalt von Querschnitten derselben als gleichsam gröbere Körner ersichtlich. Die Bilder, welche Schäfers Präparaten entlehnt sind, welche ich in der genannten Publikation wiedergebe, sind gar nicht ausgesuchte Ausnahmsbilder, und deren Reproduktion ist ganz getreu.


Nachdruck verboten.

Ueber das Vorkommen einer „Carotisdrüse" und der „chromafflnen Zellen" bei Vögeln.

Nebst Bemerkungen über die Kiemenspaltende rivate. Vorläufige Mitteilung von Dr. Wilhelm Kose.

Ueber das Vorkommen einer „Carotis drüse" bei Vögeln liegen nur wenige und überdies einander widersprechende Angaben in der Litteratur vor. Meines Wissens sind es nur zwei Forscher, Schaper und Verdun, die sich mit dieser Frage beschäftigt haben. Während ersterer erfolglos nach einer Carotisdrüse suchte, war letzterer glücklicher, indem er auch bei den Vögeln dieses Organ nachweisen konnte.

Schaper sagt: „Bei den Vögeln fehlt sie (die Carotisdrüse) bereits, wenigstens triö't man in der Umgebung der Carotisbifurkation kein homologes Organ, wie mir meine vergeblichen Nachforschungen bei der Gans und bei alten Hühnerembryonen erwiesen haben."

Verdun dagegen behauptet : „Vers le neuvieme jour (chez l'embryon du poulet) la tunique externe de la carotide s'epaissit vis-a-vis des glandules branchiales et fournit un organ qui r6pond par sa structure histologique ä la glande carotidienne. Celle-ci peut affecter avec les divers d6riv6s branchiaux et le corps postbrauchial, des connexions assez intimes pour qu'on ne puisse Ten distinguer qu'ä l'aide d'un examen tres attentif."

Eine genaue Nachprüfung der tatsächlichen Verhältnisse war daher dringend geboten, und in den folgenden Zeilen will ich über die Resultate meiner diesbezüglichen Arbeiten berichten.


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Wenn ich heute schon, vor definitivem Abschlüsse der vergleichenden Untersuchungen über die sympathischen Ganglien der Vögel, die bisher gewonnenen Ergebnisse in Form dieser vorläufigen Mitteilung veröffentliche, so geschieht dies, weil mir der sichere Nachweis des ausnahmslosen Vorkommens eines d er sogenannten „Carotisdrüse" der Säugetiere gleichwertigen Organes bei allen untersuchten Vögeln gelang, und weil die Vorarbeiten für die ausführliche Arbeit noch längere Zeit in Anspruch nehmen werden.

Bevor ich nun das eigenthche Thema dieser Zeilen behandle, sei es mir gestattet, in Kürze meinen Staudpunkt in der Frage über die gewebliche Natur der Carotisdrüse zu präzisieren. Ich glaube, mir ein näheres Eingehen auf die diesbezügliche Litteratur jetzt um so eher ersparen zu dürfen, als die hierher gehörenden Angaben in der ausführlichen Mitteilung zur Besprechung kommen sollen.

Es ist bekannt, daß seit der Entdeckung der Carotisdrüse die verschiedensten Meinungen über die Natur ihrer spezifischen Gewebselemente geherrscht haben. Alle die oft sehr gent^uen Detailstudien brachten aber keine Klarheit in dieser strittigen Frage, und erst die Untersuchungen Kohns erwiesen aufs deutlichste die Zugehörigkeit der. Carotisdrüse der Säugetiere zu der Gruppe der Paraganglien, die dem sympathischen Nervensysteme angereiht werden müssen.

Die spezifischen Gewebselemente der Carotisdrüse bilden nach KoHN die von ihm sogenannten chromaffinen Zellen des Sympathicus. Was sind nun diese chromaffinen Zellen? Die Antw^ort lautet folgendermaßen: Die chromaffinen Zellen sind überall im ganzen Sympathicus in wechselnder Menge und Anordnung verbreitete Zellen, die aus den noch unvollkommen differenzierten Anlagen der sympathischen Ganglien hervorgehen und zeitlebens neben Ganglienzellen und Nervenfasern sich im Sympathicus finden, oder auch mehr selbständige Organe, die Paraganglien oder chromaffinen Körper, bilden.

Die Bezeichnung „chrom affin", anfänglich hergeleitet von der Eigenschaft der Zellen, sich in Chromsäure und ihren Salzen gelb zu färben oder zu bräunen, findet in den Fällen, wo die Gelbfärbung eine geringe ist oder überhaupt nicht eintritt, doch noch darin ihren Ausdruck, daß diese Zellen durch Chromsäure und ihre Salze gut fixiert werden, während andere Fixierungsflüssigkeiten, wie z. B. Sublimatlösungen, keine oder nur eine sehr mangelhafte Fixierung des Zelleibes herbeiführen.

Die Carotisdrüse ist nun eine größere Ansammlung dieser

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chromaffinen Zellen, die eben durch ihre Größe und Abgrenzung von den Nachbargewüben den Eindruck eines selbständigen Organes macht. Meine Untersuchungen haben mich davon überzeugt, daß die gleiche Anschauung für die Carotisdrüse derVögel annehmbar ist.

Es ist selbstverständHch, daß bei der unmittelbaren Nähe der Kiemenspaltende rivate auch diesen die Aufmerksamkeit zugewendet werden mußte. Speziell der postbranchiale Körper verdient unser höchstes Interesse, weshalb ich im folgenden auch über ihn und die Epithelkörper einige Beobachtungen mitteilen werde. Auf das Verhältnis meiner Befunde zu den Ansichten der anderen Autoren werde ich in der ausführlichen Arbeit zu sprechen kommen. Hier will ich nur in Kürze die bisher erhaltenen Resultate anführen.

1) Die Carotisdrüse kommt bei allen von mir untersuchten Vögeln ausnahmslos vor. Sie liegt stets in der Nähe eines der Thyreoidea benachbarten oder ihr unmittelbar anliegenden Epithelkörpers. In ihren Lagebeziehungen zu letzterem können folgende Abstufungen stattfinden :

a) Die Carotisdrüse liegt vom Epithelkörper getrennt in einer bindegewebigen, relativ zellarmen, dicken Hülle. Bloß diese Hülle oder Kapsel ist fest mit dem Epithelkörper verbunden, indem sie einen langen Fortsatz tief in eine spaltenartige Vertiefung des Epithelkörpers sendet. Das eigentliche Carotisdrüsengewebe bleibt stets außerhalb des Epithelkörpers gelegen und erstreckt sich nirgends mit der Hülle in den Epithelkörper hinein.

b) Die Carotisdrüse besitzt eine Hülle überhaupt nicht oder kaum merklich entwickelt und liegt dem Epithelkörper sehr nahe, öfters unmittelbar an. Sie bleibt aber immer von ihm deutlich getrennt; niemals sendet hier die Hülle einen Fortsatz in den Epithelkörper.

c) Die Carotisdrüse liegt, ohne von einer besonderen Hülle umgeben zu sein, in einer mehr minder tiefen Bucht des Epithelkörpers. Diese Einlagerung kann manchmal so weit gehen, daß die Carotisdrüse stellenweise ganz vom Epithelkörper umschlossen wird. In diesem Falle sieht man dann die Carotisdrüse von einem Ringe des Epithelkörpergewebes an ihrer ganzen Peripherie umhüllt, und erst in den folgenden Schnitten der Serie öffnet sich dieser Ring und läßt die Carotisdrüse frei heraustreten.

So viel in bezug auf die Lage der Carotisdrüse zu dem am meisten kopfwärts gelagerten Epithelkörper, der seinerseits, wie erwähnt, der Schilddrüse anliegt.


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Bei manchen Vögeln kommen aber nebst dieser Carotisdrüse noch von ihr getrennte Anhäufungen desselben Gewebes vor, welches charakteristisch für die Carotisdrüse ist, und zwar an folgenden Stellen :

a) In einer ähnlichen, hilusartigen Vertiefung des nächsten, tieferen, mehr der Brust zugekehrten Epithelkörpers, liegt öfters eine ähnliche, wenn auch kleinere Zellenansammlung. Beide Partien von Carotisdrüsengewebe sind in der Regel durch ein kontinuierliches Nervengeflecht untereinander und mit einem benachbarten großen, sympathischen Halsganglion verbunden.

ß) Bei einigen daraufhin untersuchten Exemplaren kommen auch in der Nähe des Herzens, zwischen den Vorhöfen und den großen Gefäßen Anhäufungen desselben Gewebes vor, welche nach Anordnung und Begrenzung mit Recht als der Carotisdrüse gleichwertige, kleinere Organe aufgefaßt werden können. Bevor ich diese genauer beschreibe, muß ich der chromaffinen Zellen gedenken.

Die chromaffinen Sympathicuszellen sind im ganzen Sympathicus der Vögel, sowohl im G r e n z s t r a n g e , als in den peripheren Ganglien und Geflechten in wechselnder Menge, meist aber in typischer Weise angeordnet. Fast jedes Brust- oder Bauchganglion des Grenzstranges enthält bald mehr, bald weniger deutlich gelb gefärbte, chrom affine Zellen. Diese liegen entweder vereinzelt zwischen den Ganglienzellen, oder in Gruppen von 2, 3 und mehr Zellen innerhalb des Ganglions.

Besonders in den Abdominalganglien des Grenzstranges liegen sie in Form größerer, rundlicher Zellenballen öfters hart an der Peripherie des Ganglions, aber noch im Ganglion selbst, von seiner bindegewebigen Hülle mit eingeschlossen. Manchmal allerdings ragen diese an der Peripherie gelegenen Anhäufungen chromaffiner Zellen ziemlich weit aus dem Ganglion heraus, ohne jedoch den Zusammenhang mit diesem zu verlieren. Den Ganglien des Bauchgrenzstranges lagern manchmal typische, kleine, rundliche chrom affine Körper oder Paraganglien an. Diese bestehen fast nur aus chromaffinen, leuchtend gelb gefärbten Zellen und Zellenballen.

Im Ganglion cervicale und thoracicum supremum kommen chromaffine, gelbe Zellen besonders gehäuft vor.

Am Halse und in der Brust bilden die in den peripheren, sympathischen Geflechten liegenden, chromaffinen Zellen fast ausnahmslos typische, im Querschnitt meist kreisrunde Zellenballen. Zuweilen besitzen diese Gruppen eine mehr ovale, längliche oder un


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regelmäßige Form, auch in der Größe der einzelnen Gruppen zeigen sich öfters merkliche Differenzen. Seltener kommen die chromaffinen Zellen vereinzelt oder in kleinen, wenige Zellen enthaltenden Gruppen vor. Eine solche Anordnung trifft man besonders neben typischen Zellenballen, in den in die Carotisdrüse direkt eintretenden Nerven und in den Nerven der Bauchgeflechte. Sehr schöne, meist rundliche Gruppen chromaffiner Zellen findet man häufig in dem der Carotisdrüse zunächst gelegenen sympathischen Halsganglion, insbesondere an der Abgangs- oder Eintrittsstelle von Nervenstämmchen. Abweichend von den oben erwähnten überall im Sympathicus gelegenen chromaffinen Zellen, kommen nach Wiesel bei Reptilien chromaffine Zellen, ohne nachweisbaren Zusammenhang mit Nerven, in der Wand von Abdorainalgefäßen vor. Diese Beobachtung kann ich für die Vögel bestätigen, indem ich einmal beim Zeisig in der Tunica adventitia und media einer großen Bauchvene deutliche große, gelb gefärbte, chromaffine Zellen, scheinbar ganz unabhängig vom Nervensysteme, vorfand.

Nachdem wir nun die Anordnung und Verbreitung der chromaffinen Zellen im allgemeinen kennen gelernt haben, kehren wir zu den schon früher erwähnten Bildungen von Carotisdrüsengewebe am Herzen zurück. Durch Zusammentreten mehrerer solcher kugeliger Gruppen, wie sie besonders am Halse im Sympathicus vorkommen, werden Zellkomplexe geschaffen, die der embryonalen Carotisdrüse von Säugetieren auffallend gleichen. In einem solchen Falle könnte man von diesen zu einem einheitlichen Ganzen verbundenen Gruppen als von einer kleinen „Carotisdrüse" sprechen. Allerdings soll diese Bezeichnung bloß die spezifische, gewebliche Natur des Organs, nicht aber eine topographische Beziehung zur Carotis ausdrücken.

Es muß nun an dieser Stelle ganz besonders hervorgehoben werden, daß die im Sympathicus gelegenen chromaffinen Zellen am Halse und in der Nähe des Herzens ein ganz eigentümliches Verhalten zeigen. Die chromaffinen Zellen sind an diesen Stellen in der größten Mehrzahl der Fälle zu Ballen angeordnet, die auf dem Querschnitte fast stets eine kreisrunde, seltener eine ovale oder mehr längliche, nach außen hin meist scharfe Begrenzung erkennen lassen. Manchmal aber sind die Konturen dieser Zellengruppen nicht so deutlich, die Zellen liegen, mehr locker aneinander gereiht, beisammen. Man trifft öfters in nächster Nähe scharf abgegrenzter, im Nerven oder Ganglion liegender Gruppen vereinzelte Zellen an, die nach Form und Größe von Zelleib und Kern den zu Gruppen angeordneten, chromaffinen


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Zellen vollkommen gleichen ; teils liegen solche vereinzelte chromaffiue Zellen über weitere Strecken zerstreut zwischen den einzelnen Nervenfasern eines sympathischen Nervenstämmchens. Die Gruppen und einzelnen Zellen findet man entweder inmitten der Ganglien und Nervenbündel gelegen, oder mehr der Peripherie beider genähert. Auffallend ist nun der Umstand, daß sowohl die einzelnen chromaffinen Zellen, als auch die aus vielen solchen Zellen zusammengesetzten Gruppen nur in den seltensten Fällen eine Gelbfärbung erkennen lassen, ein Verhalten, das sie von den im Grenzstrange und in den abdominalen, peripheren sympathischen Geflechten und Ganglien vorkommenden chromaffinen gelben Zellen wohl unterscheidet.

Trotz dieser typischen Anordnung der chromaffinen Zellen des Halses und der Brust zu den oben beschriebenen kreisrunden Ballen und des meist vollkommenen Mangels einer Gelbfärbung, kann man sie dennoch den übrigen im Sympathicus vorkommenden gelben chromaffinen Zellen gleichsetzen. Alle diese Zellen, ob gelb gefärbt oder nicht, zeigen ohne Unterschied dieselbe innige Beziehung zum sympathischen Nervensysteme und gleichen überdies einander, was den Habitus von Zelleib und Kern betrifft. Der Mangel einer Gelbfärbung ist, wie schon früher erwähnt wurde, für sich kein ausreichender Grund, die im Sympathicus des Halses und der Brust gelegenen Zellen von den übrigen gelben chromaffinen Zellen zu trennen.

Nachdem ich nun das Verhalten und die Gruppierung der chromaffinen Sympathicuszellen am Halse und in der Nähe des Herzens eingehender geschildert habe, kehre ich zur eigenthchen „Carotisdrüse" zurück.

Bei allen Vögeln kommt also Carotisdrüsengewebe in mehreren voneinander weit entfernten Partien vor, die aber typische Lagerung zu bestimmten benachbarten Organen zeigen. Fassen wir das Wesentliche des eben Gesagten nochmals zusammen, so müssen wir sagen:

Die Carotisdrüse ist eine besonders reiche, mehr oder minder scharf umschriebene Anhäufung chromaffiner Zellen und Nerven. Sie kommt entweder nur an einer bestimmten Stelle des Halses oder auch in mehreren getrennten Partien über weitere Strecken zerstreut vor. Man kann durch das Studium fortlaufender Serien mühelos feststellen, wie durch das Zusammentreten von Nervenstämmchen, die chromaffine Zellen führen, die Carotisdrüse gebildet wird. Ihre Zusammensetzung aus einzelnen Ballen ist meist in den am Halse, in der Nähe der Epithelkörper, vorkommenden Partien verwischt, dagegen sehr deutlich in den am Vorhofe liegenden Gruppen.


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Ich bin mir vollkommen bewußt, daß die Bezeichnung Carotisdrüse für die Vögel in noch weit höherem Maße als für die Säugetiere, schlecht gewählt ist.

Ganz abgesehen davon, daß die sogenannte Carotisdrüse mit einer wirklichen Drüse gar nichts zu tun hat, fehlt ihr auch bei den Vögeln die strenge topographische Beziehung zur Carotisbifurkation, die man bei Säugetieren stets findet. Während bei letzteren die Carotisdrüse immer nur an den Teilungswinkel der A. carotis communis gebunden ist, findet man bei Vögeln an verschiedenen Stellen des Halses und in der Nähe des Herzens Zellgruppen gleichen geweblichen Charakters, die der Carotisdrüse der Säugetiere entsprechen. — Müssen wir daher aus allen diesen Gründen die Bezeichnung „Carotisdrüse" fallen lassen, so möchte ich für jene Gruppe chromaffiner Zellen, die konstant in der Nähe des obersten Epithelkörpers und eines großen sympathischen Ganglions liegt, die Bezeichnung Paraganglion caroticum vorschlagen, weil das die Zellgruppen mit zahlreichen Zweigen versorgende Hauptgefäß seinen Ursprung immer aus der A. carotis comm. nimmt.

2) Jenes Gewebe, welches Verdun als postbranchialen Körper der Vögel bezeichnet, hatte ich stets mitzuuntersuchen Gelegenheit. Es findet sich bei allen von mir untersuchten Vögeln auf der inken Halsseite ausnahmslos; rechts fehlt es häufig ganz, oder zeigt eine bis auf wenig Zellgruppen sich erstreckende Reduzierung. Sollte es sich nach Bearbeitung eines größeren Materiales herausstellen, daß das eventuelle Fehlen oder die mangelhafte Ausbildung des postbranchialen Körpers, stets auf der rechten Halsseite zu beobachten wäre, so würde diese Tatsache im Hinblicke auf die Befunde bei Reptilien von höchstem Interesse sein.

Der postbranchiale Körper bildet teils kompakte Zellansammlungen, denen aber die scharfe Begrenzung, welche die Epithelkörper auszeichnet, fehlt, teils entsendet er nach allen Richtungen des Raumes Zellenstränge und Zellengruppen, welche die auffallende Tendenz haben, alle Nachbargewebe zu umgeben, wie dies bereits Verdun in ausführlicher Weise beschrieben hat. So werden Gefäße, Epithelkörper und auch die Carotisdrüse samt ihren zugehörigen Nerven, welche die chromaffinen Zellen und schöne Ganglienzellen enthalten, vom postbranchialen Körper oft so innig umgeben, daß sie vollkommen in sein Inneres zu liegen kommen, ohne aber natürlich etwas anderes als andersartige Einschlüsse des postbranchialen Körpers darzustellen. Wo immer man Nerven mit Ganglienzellen oder chromaffinen Zellen, oder typische chromaffine Körper oder Para


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ganglien im postbraachialen Körper antrifft, sind diese nie als wesentliche Bestandteile des letzteren aufzufassen, sondern nur als von ihm zufälHg eingeschlossen zu betrachten.

Außer diesen sekundären Einschlüssen liegen aber im postbranchialen Körper für ihn charakteristische Bildungen, wie Hohlräume, die von einem kubischen oder niedrig-cylindrischen Epithel ausgekleidet und mit einer fädig-scholligen Masse erfüllt sind, und lymphoide Anhäufungen. Thymusläppchen findet man ebenfalls im postbranchialen Körper eingebettet.

3) Die E p i t h e 1 k ö r p e r kommen meist in der Zweizahl, aber häufig auch in der Mehrzahl vor. So zählte ich einmal beim Huhne 5 voneinander vollkommen getrennte, selbständige Epithelkörper auf der rechten Halsseite; 3 und 4 Epithelkörper, welche wohl voneinander abgegrenzt sind und nirgends zusammenhängen, auf der rechten oder linken Halsseite, oder auf beiden zugleich, bei ein und demselben Individuum, gehören gar nicht zu den Seltenheiten. Manchmal hängen 2 Epithelkörper derselben Seite durch eine schmale epitheliale Brücke miteinander zusammen. Mitten im postbranchialen Körper kommen manchmal kleine Epithelkörper vor, die durch den Besitz kleiner Hohlräume sich auszeichnen, eine Tatsache, die schon Verdun erwähnt. Für gewöhnlich zeigen die Epithelkörper eine mehr minder scharfe äußere Umgrenzung, selten lockert sich ihr Bau an der Peripherie in verschieden starkem Maße durch Auseiuanderweichen der sie zusammensetzenden Epithelstränge. Insbesondere ist dies bei den ganz im postbranchialen Körper gelegenen, kleinen Epithelkörpern der Fall. Die oft weit im postbranchialen Körper verlaufenden Zellstränge zerfallen leicht in einzelne unregelmäßig gestaltete Gruppen, und durch mächtige Dilatation der in ihnen vorkommenden Hohlräume entstehen cystische, im postbranchialen Körper gelegene Hohlräume, die von einem kubischen oder niedrig-cylindrischen Epithel ausgekleidet sind.

Die im postbranchialen Körper vorkommenden Hohlräume nehmen daher einen doppelten Ursprung:

a) aus dem Gewebe des postbranchialen Körpers selbst,

b) aus Strängen und Gruppen von Epithelkörpergewebe.

In den großen, außerhalb des postbranchialen Körpers gelegenen Epithelkörpern konnte ich ebenfalls wiederholt Cysten nachweisen.

Bei dieser Gelegenheit will ich einiger mehr isolierter cystischer Bildungen in der Nähe des kranialwärts gelegenen Epithelkörpers Erwähnung tun. Diese, oft ansehnliche Dimensionen erreichenden Bildungen dürften entweder als Kiemenspaltenreste


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aufzufassen sein, oder man kann daran denken, daß sie die letzten Ueberbleibsel eines ad maximum reduzierten postbranchialen Körpers sind, da in ihrer unmittelbaren Nähe öfters Zellengruppen vorkommen, die denen des postbranchialen Körpers täuschend ähnlich sehen. Diese eben beschriebenen Cysten fanden sich aber nur bei wenigen Vögeln.

4) Thymusläppchen sind bei den verschiedenen Individuen in wechselnder Stärke ausgebildet und können auf einer Seite manchmal ganz fehlen.

Auch in ihnen entstehen Hohlräume, und zwar durch Zerfall der, hier allerdings nicht zu typischen konzentrischen Körpern angeordneten, großen, centralen epitheloiden Zellen. Diese Hohlräume können ebenfalls eine mächtige cystische Dilatation erfahren und als selbständige Bildungen imponieren, insbesondere wenn das übrige Thymu'sgewebe stark reduzirt ist. Ich fand aber immer in der Nähe dieser Cysten Reste von deutlichem Thymusgewebe, so daß die Zugehörigkeit der Cysten zu diesem stets leicht nachweisbar war.


Nachdruck verboten.

Uteri gravidi des Orang-Utan.

Von H. Strahl in Gießen.

Mitten aus voller Arbeitstätigkeit heraus ist im Beginn dieses Jahres Emil Selenka durch einen raschen Tod dahingeraftt. Es war ihm nicht vergönnt, die Bearbeitung des reichen Materiales für die Embryologie der Affen, das er auf seinen jüngsten Reisen gesammelt, selbst zu Ende zu führen.

Wie bekannt, hatte er sich in den letzten Jahren mit regem Eifer der Untersuchung über Körperbau und erste Entwickelung der Menscheuatten zugewendet. Eine Reihe von Heften seiner Studien über Entwickeluugsgeschichte der Tiere (Heft 6, 7, 8, 9) giebt hiervon Zeugnis, ein neues war in der Vorbereitung ziemlich weit vorgeschritten; mit Plänen für die Bearbeitung der Placenten und der Entwickelung der Körperformen der Menschenaffen trug er sich in der allerletzten Zeit.

Mit dem Tode jedes wissenschaftlichen Arbeiters geht ein gewisses geistiges Kapital unwiederbringlich und unersetzlich verloren; keiner der Nachfolger vermag einen vollkommenen Ersatz zu geben für das, was der einzelne in jahrelanger Tätigkeit sich zu eigen ge


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macht. So ist mit Selenkas Hinscheiden verloren, was eigenartig und individuell in seiner Arbeit war; und was an SELENKASchem Material weiterhin zu Tage gefördert werden kann, wird unter allen Umständen jetzt ein anderes Gepräge bekommen, als wenn er selbst die Arbeit hätte ausführen können.

Eine Fortführung des von Selenka begonnenen Werkes erscheint bei der allgemeinen Bedeutung desselben aber unter allen Umständen und nach den verschiedensten Richtungen hin geboten und wurde gewünscht.

Da das vorhandene Material auch jetzt noch ein sehr reiches ist, so war, falls sich die Verwertung nicht gar zu lange hinziehen sollte, eine Teilung zweckmäßig.

Von diesem Gesichtspunkte aus haben es die Kollegen Hubkecht und Keibel übernommen, geraeinsam mit mir an die weitere Verarbeitung der uns in freundlichem Entgegenkommen von Frau Prof. Selenka anvertrauten Materialien zu gehen.

Wir wollen zunächst die von Selenka begonnenen Studien über Entwickelungsgeschichte der Tiere fortsetzen und zum Abschluß bringen. Es wird in Bälde ein Heft erscheinen, in welchem neben einer Biographie Selenkas sein litterarischer Nachlaß, als Fragment gedruckt, enthalten ist.

Dann sollen Arbeiten folgen, welche unter Selenkas Leitung oder auf seine Anregung hin entstanden sind, und ferner die Ergebnisse der weiteren Bearbeitung des SELENKAschen Materiales.

Ich selbst habe für jetzt die Bearbeitung der Placenten begonnen und kann in dem Folgenden kurz über die Resultate der Untersuchung einer Anzahl gravider Uteri von Simia satyrus berichten; die Präparate sind neben anderem als Vergleichsobjekte mit den entsprechenden Entwickelungsvorgängen vom Menschen von lebhaftem Interesse.

Es sind im ganzen 5 gravide Uteri, welche mir bislang zur Untersuchung vorliegen. Dieselben gehören sehr verschiedenen Entwickeluugsstadien an, von allerjüngsten bis zu einer Zeit, in der die Placenta im Prinzip jedenfalls fertig ist. Die Präparate befinden sich in verschiedenem Konservierungszustand ; alle so, daß sie für die Feststellung der makroskopischen Verhältnisse gut verwendbar waren ; die histologische Brauchbarkeit ist, wie leicht verständlich, bei der Schwierigkeit der Konservierung nicht überall gleichmäßig, doch bei einzelnen ebenfalls recht gut.

Von den Uteris war nur noch einer im ganzen erhalten, die anderen wohl auch in situ fixiert, aber bereits mehr oder minder eröffnet.


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Der jüngste derselben befand sich der Größe des Embryo nach in einer Entwicke) angszeit, welche für den Menschen etwa auf die 2. Woche der Gravidität taxiert wird. Er war also über die ersten Anlagerungsvorgänge der Fruchtblase bereits hinaus, ließ im übrigen aber so charakteristische Verhältnisse erkennen, daß man die Entwickelungserscheinungen der älteren Präparate gut auf dieses früheste Stadium zurückführen konnte.

Der Uterus war im ganzen fixiert und, als ich ihn bekam, durch einen Frontalschnitt eröffnet.

Die Vorderwand gewährte ein Bild nicht unähnlich dem von Leopold in seinem Atlas von einem jungen graviden menschlichen Uterus abgebildeten und auf eine Graviditätszeit von 8 Tagen geschätzten Präparat : ein rundhches Feld erhob sich etwas über die freie Fläche der Schleimhaut; es war umgeben von einem Kranz von Drüsenmündungen, die zum Teil noch auf seinen Rand heraufrückten, während die Oberfläche sonst glatt erschien. Es ließ sich hiernach also schon bei der ersten Betrachtung und vor weiterer Verarbeitung annehmen, daß ein jugendliches Keimblasenstudium vorliegen würde, was die fernere Untersuchung bestätigte. Um das Material möglichst auszunutzen, habe ich zunächst den Uterus photographiert und dann die Capsularis mit dem anhängenden Chorion laeve durch einen cirkulären Schnitt abgenommen ; dann wurde ein im Innern der so eröffneten Fruchtblase liegendes Gerinnsel vorsichtig ausgepinselt, und nun erschien ein kleiner Embryonalkörper mit Amnion und Nabelblase, der durch einen kurzen Haftstiel an der Innenfläche des Chorion frondosum befestigt war.

Ich habe dann unmittelbar neben dem Embryo die Fruchtblase mit der anhaftenden Uteruswand durch einen glatten Schnitt in zwei Teile zerlegt und einen Abschnitt für die Feststellung der makroskopischen Verhältnisse, den anderen für mikroskopische Untersuchung verwendet.

Wie zu erwarten war, ist die Aehnlichkeit mit der menschlichen Fruchtblase eine weitgehende, der Bau der Uteruswand ist aber doch derart, daß eine Unterscheidung der Präparate von entsprechenden menschlichen ohne weiteres möglich ist.

Die Fruchtblase ist im ganzen größer als die gleichalte rige vom Menschen. Sie ist mit kleinen, kurzen Zotten besetzt, welche im mikroskopischen Bilde auf raesodermaler Grundlage die beiden von der menschlichen Zotte bekannten Lagen, Zellschicht und Syncytium, zeigen. Sie hängen in einen niedrigen intervillösen Raum hinein.


I


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Sie erscheinen mir in diesem Stadium breiter und plumper als diejenigen junger menschlicher Fruchtblasen entsprechenden Alters, stehen aber wohl nicht so dicht wie diese. Inwieweit auf den Zottenspitzen jetzt eine ektodermale Schale vorhanden war, wie sie neuerdings vom Menschen l)eschrieben wird, vermag ich nicht mit Sicherheit zu entscheiden.

Eigenartig ist der Bau der Uteruswand, insbesondere derjenige der Basalis. Diese zeigt von der Fläche des intervillösen Raumes her eine ganz eigentümliche Leistenbildung, welche mir vom Menschen nicht bekannt ist. Ziemlich hohe Falten erheben sich so, daß dieselben zwar unregelmäßig, aber doch im ganzen unverkennbar radiär gegen eine Stelle nahe der Mitte des Basalfeldes zusammenlaufen. In dem nächsten Stadium ist dies noch auffälliger als in den vorhegenden. Die Schnittpräparate lehren, daß in der Decidua basalis stark erweiterte Uterindrüsen mit wohl erhaltenem Epithel gelegen sind; zwischen diesen finden sich starkwandige Gefäße, namentlich Arterien, und die letzteren gehen nach oben ein in breite Straßen decidualen Gewebes, welche wohl die makroskopisch sichtbaren Leisten der Basalis sind.

Die Basalisleisten und die Anordnung der erweiterten Uterindrüsen geben die für die vorliegendeEntwickelungszeit am meisten ins Auge fallenden Unterschiede gegenüber den bisher bekannten entsprechenden Entwickelungsstadien des Menschen ab, ebenso die Größenverhältnisse der ganzen Fruchtblase.

Ich habe Gelegenheit gehabt, die Präparate außer mit den in der Litteratur vorhandenen Abbildungen mit Schnittpräparaten des menschhchen Uterus gravidus vergleichen zu können, den Marchand jüngst auf der Anatomen-Versammlung in Halle beschrieben hat.

Hier tritt der Unterschied besonders augenfällig hervor.

Mit der Schilderung der Charakteristika des jüngsten Uterus — Basalisleisten und Drüsenentwickelung — sind aber nun auch, soweit ich die Präparate bis dahin übersehe, zugleich einige der wesentlichsten Eigentümlichkeiten der späteren Stadien gegenüber dem Uterus gravidus des Menschen gegeben, insofern das, was ich bei denselben finde, wesentlich die weitere Fortentwickelung der eben aufgeführten Erscheinungen darstellt.

Uterus 2 war eröffnet und die Fruchtblase aus demselben herausgenommen, auch aus dieser der Embryo entfernt; der letztere liegt mir nicht mehr vor. Die Fruchtblase entspricht etwa einer solchen


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vom Menschen aus der 5.-6. Woche. Sie ist rings mit Zotten besetzt, die nunmehr entschieden merklich feiner sind als an der ersten Fruchtblase. Die Basalis, von welcher der Chorionsack abgenommen ist, zeigt hier das System der radiären Falten in einem sehr ausgesprochenen Maße entwickelt.

Uterus 3 war auf der einen Seite breit eröffnet; er enthält einen Foetus von etwa 47 mm Scheitel-Steißlänge. Ich habe den Schnitt durch den Uterus so weiter geführt, daß ich einen glatten Sagittalschnitt durch die Placenta bekommen mußte. Derselbe ging zugleich so an der Xabelblase vorbei, daß er diese freilegte und zeigte, daß dieselbe in größerer Ausdehnung erhalten war als bei dem entsprechend entwickelten menschlichen Embryo. Die Placenta zeigt jetzt eine sehr große Aehnlichkeit mit der menschlichen, enthält aber in dem uterinen Abschnitt noch die gleichen großen Uterindrüsen, wie sie für die jungen Stadien beschrieben sind, und sehr stark entwickelte Decidualwülste.

Die beiden Uteri 4 und 5 sind beträchtlich älter. Sie enthalten je einen stark zusammengekrümmten Foetus, von denen der jüngere, geradegestreckt, eine Scheitel-Steißlänge von etwa 90 mm besitzt. Der andere beträchtlich ältere ist stark gehärtet, und wollte ich denselben nicht mit Gewalt strecken. Er mißt im gekrümmten Zustand knapp 110 mm in größter Länge.

Uterus 4 ist ziemlich ausgiebig verarbeitet, die Placenta horizontal in der Mitte durchtrennt, der Placentarboden dabei allerdings noch gut mit seinem Zusammenhang mit den Zottenspitzen erhalten.

Auch hier sind die Decidualf alten noch vorhanden, dieselben vergrößern sich aber nicht im gleichen Verhältnis, wie die Tiefe des intervillösen Raumes zunimmt.

Das wird noch autfälliger bei dem im ganzen in situ fixierten Uterus 5. Hier hat, wie ich allerdings bisher nur Schnittpräparaten entnehme, im Gegenteil jetzt eher eine Abflachung oder mindestens kein besonderes Wachstum der Falten stattgefunden; dieselben bilden nunmehr niedrige Leisten am Boden des intervillösen Ptaumes.

Was den Bau der Zotten bei den älteren Uteris anlangt, so stimmt er insofern mit demjenigen älterer menschlicher Placenten, als auch hier wie bei diesen die Zotte in erster Linie von Syncytium überzogen ist. Die Zellschicht ist im Stamm der Zotte reduziert, findet sich aber noch in ziemlicher Ausdehnung an den Spitzen der Haftzotten vor, da wo diese mit der Basalis in Zusammenhang treten. An der Basalis lagern sich die Spitzen der Haftzotten vielfach auf größere Strecken horizontal auf die Uteruswand auf, kriechen gleichsam in der Fläche auf dieser w^eiter. Dabei bildet die Zellschicht mit der Decidua


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eine Mischschicht, wie sie auch für den Menschen beschrieben ist. Marchand hat neuerdings auf dieselbe hingewiesen, und mir ist sie von älteren menschlichen Placenten her bekannt. Vergeblich suche ich aber beim Orang die für den Menschen so ausgiebigen LANGHANSSchen Fibrinlagen. Dagegen biegt das Syncytium an den Zottenrändern auf die Basallage ab und überzieht sie auf lange Strecken, sich dabei bisweilen so verdünnend, daß es fast wie eine Endotbellage — eine solche ist ja von den Autoren für Affenplacenten an dieser Stelle beschrieben — sich ausnehmen kann.

Soweit ich bis jetzt beurteilen kann, entsprechen die Basalisleisten der Orangplacenta den Septa placentae der menschhchen Placenta, insofern sie arterielle Bahnen für den intervillösen Raum führen. Sie zeigen gewissermaßen in vereinfachter Form die Entwickelung der Septen, die beim Menschen weniger deutlich zu verfolgen ist.

Auch in Bezug auf das Venensystem sind Uebereinstimmungen so weit vorhanden, als hier Venen Öffnungen zwischen den Leisten nachweisbar sind.

Ich möchte aus theoretischen Gründen annehmen, daß dem eigenartigen Relief der Basalis auch die Anordnung der Chorionzotten folgen wird, habe mich aber bis dahin am Präparate noch nicht davon überzeugen können.

Die zentrierte Richtung der Leisten läßt daran denken, daß in der Anlage auch eine Zentrierung der Zotten vorkommt, daß diese vielleicht um eine Art Zentralzotte, wie sie Selenka bei anderen Affen beobachtete, sich gruppieren.

Im allgemeinen ist, wie zu erwarten war, dieUebereinstimmung der Placenta des Orang-Utan mit der menschlichen sehr groß, immerhin sind ^I er k male genug vorhanden, um eine Unterscheidung im einzelnen möglich zu machen.

Ich hoffe demnächst die weitere Ausführung des oben Mitgeteilten geben zu können.


Anatomisclie Gesellscliaft.

Quittungen. Seit Ende März (s. Bd. 21, Xo. 1 d. Z.) haben folgende Herren Jahresbeiträge gezahlt: Sussdorf Ol. 02, Cori Ol. 02, Kohn 02, Leche 02, Frohse Ol. 02, Eismond Ol. 02, Anderson 02. 03, \^il


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LiAM Möller 02, Toldt Ol. 02, Frl. De Vriese 02. 03, Fischel 00. Ol, Albrecht 02, Triepel 02, Disselhorst 00. Ol. 02, Fuchs 02, Martinotti (Turin) Ol. 02, Spengel 00. Ol. 02, Hamann 00. Ol. 02, Holmgren 02, Retterer 02, v. Genersich 00. Ol. 02, Gerota 00. Ol , L. Sala 02 , Fürbringer 03. 04 , Decker 02 , Blochmann 02, V. KoELLiKER 02, Kaestner 02, Paulli 02. 03, Ppitzner 02, Nicolas 02, Ludwig 02, Emil Schmidt 02, Weigert 02, Unna 02, Pavesi 02, Hammar 02. 03, Laguesse 02. 03, Soltmann 02, Koelliker 02, Eckhard 02, Oehl 02, Acquisto 02, Spemann 02, ZumSTEiN 02, Gerota 02, Held 02, Scarenzio Ol. 02, Rosenberg 02, Van Bambeke 02, Grobben 02, Weidenreich 02, Römer 00. Ol. 02, Studnicka Ol. 02, Perroncito Ol. 02, Lubosch 02, 0. Israel 02, Neumeyer 02, Giglio-Tos 02, Vastarini-Cresi Ol. 02, Rawitz 00. Ol. 02, Villiger Ol. 02, G. Mingazzini 02, Preiswerk 00. Ol. 02, R. Vmchow 02, Rosenthal 02, Haller Ol. 02, Kronthal 02, Geberg 02, CoGGi 02, Frassetto Ol. 02, Mitrophanow 02, R. Krause 02, Gruber

01. 02, Stoss 02, Magini 00. Ol, Penza 02, Thilenius Ol. 02, Baum

02, GiAcOMiNi Ol, Guldberg Ol, Staurenghi Ol. 02, Rückert 02, Küstner 02, Mangiagalli 02, Vincenzi 02, Victor Schmidt 02. 03, RuFFiNi 02, Sir W. Turner 00. Ol. 02, Goeppert 02, Steinbiss Ol. 02, Bovero Ol. 02, Bethe 02. 03, Piper 02, Tricomi 02, Mondio 02, De Gaetani 02, Apolant Ol. 02, Martin Ol. 02, Gegenbaur 02, KopscH 02, 0. Fischer 02, Grassi Ol. 02, Todaro Ol. 02, Schaper 02.

Die Zahlung der Beiträge lösten ab (60 ev. 50 M.) die Herren Zahn, Siebenmann, Fr. Müller.

Die Einziehung der noch immer sehr zahlreichen Rückstände wird demnächst, soweit dies seitens der Postverwaltungen zulässig ist, durch Postauftrag erfolgen.

Da solche nach Dänemark, Großbritannien, NordAmerika, Rußland und Spanien nicht zulässig sind, werden die in den genannten Ländern wohnenden Mitglieder nochmals ersucht, die rückständigen Beiträge an den Unterzeichneten einzusenden.

Der ständige Schriftführer : Bardeleben.


Personalia.

Jena. Dr. W. Lubosch, Assistent an der anatomischen Anstalt, hat sich als Privatdozent habilitiert.

Die Herren Mitarbeiter werden wiederholt ersuclit, die Korrekturen (Text und Al>l)ildungen) nicht an den Herausgeher, sondern stets an die Verlagshuchhandlung (Oustay Fischer, Jena) zurüclizusenden.

Abgeschlossen am 10. Oktober 1902.


Frommannsche Buchdruckerei (Hermann Fohle) in Jena.


ANATOMISCHER ANZEIGER

Centralblatt für die gesamte wissenschaftliclie Anatomie.

Amtliches Organ der anatomisclien Gesellscliaft.

Herausgegeben von

Prof. Dr. Karl "sron Bardeleben In Jena.


Verlag von Gustav Fischer in Jena.


Der „Anatomische Anzeig^er" erscheint in Nummern von etwa 2 Druckbogen, um ein rasches Erscheinen der eingesandten Beiträge zu ermöglichen, werden die Nummern ausgegeben, sobald der vorhandene Stoff es wünschenswert macht and event, erscheinen Doppelnammern. Der Umfang eines Bandes beträgt etwa 50 Druckbogen und der Preis desselben 16 Mark. Das Erscheinen der Bände ist unabhängig vom

Ealendeijahr.

XXII. Band. ^ 34. Oktober 1902. m- No. 9 und 10.

Inhalt. Aufsätze. Antonio Porta, Ricerche sull'apparato di secrezione e sul secreto della Coccinella 7-punctata L. Con una tavola. p. 177—193. — Nils Holmgren, lieber den Bau der Hoden und die Spermatogenese von Silpha carinata. Mit 10 Abbildungen, p. 194—206. — N. AltucholF, Ungewöhnlich langer Wurmfortsatz, Positio mesenterica. Mit 1 Abbildung, p. 206—210. — A. Räuber, Zur Kenntnis des Os styloideum carpi ultimale. Mit 3 Abbildungen, p. 210 — 214. — A. Rauber, Zur Kenntnis des Os interfrontale mid supranasale. Mit 7 Abbildungen, p. 214 — 221. — J. Aug. Hammar, Das Schicksal der zweiten Schlundspalte beim Menschen. Zur vergleichenden Embryologie und Morphologie der Gaumentonsille. Mit 2 Abbildungen, p. 221 — 224.


Aufsätze.

Nachdruck verboten.

Ricerche suU' api)arato di secrezione e sul secreto della Coccinella 7-punctata L.

Pel Dott. Antonio Porta.

(Laboratorio di Zoologia, Anatomia e Pisiologia comparata

della L. Universita di Camerino.)

Con una tavola.

In questo lavoro ho fatto oggetto di accurate ricerche, 11 secreto

emesso dalla Coccinella 7-punctata, e dalla sua larva; mi son

prefisso di studiarne la natura, I'azione fisiologica sulle varie forme

animali, e I'organo che lo secerne. I risultati a cui sono pervenuto

sono molto importanti, e completamente discordi da quanto fino ad

Anat, Anz. ^XXII. Aufsätze. 12


178

ora venne pubblicato. Credo quindi utile di riassumere le idee che suir argomento vennero fin qui esposte.

II De Geer dice che la Coccinella toccata emette goccioline gialle aU'estremita del femore, in cui vi deve essere un' apertura, che non ha potuto scoprire.

Similmente si esprime Bbandt e Ratzeburg.

Piü accuratamente per la prima volta, questo liquido venne studiato da Leydig, il quale asserisce che non e secreto da glandole della cute, ma bensi non e altro che sangue dell'animale. „Ich kann dem gegenüber mit aller Bestimmtheit behaupten, daß fragUcher in Tropfen vorquellende Saft nicht Secret einer Drüse, sondern daß es die unveränderte Blutflüssigkeit des Tieres ist."

Egh inoltre aggiunge : che osservando la goccia gialla, si distingue a prima vista al microscopio l'intenso plasma giallo, e i globuli di sangue di forma rotonda, fusata o raggiata; che tagliando una antenna e osservando la goccia gialla, si vede la sua natura di sangue, e da una osservazione comparata appare l'identitä dei due liquidi; e che infine sotto la chitiua delle articolazioni nessun' altra formazione glandolare si trova, all'infuori delle sollte glandole della cute. L' apertura nella articolazioue per cui il sangue esce non gli e riuscito di vederla.

Leydig, non solo per la Coccinella, ma bensi anche per il genere Timarcha e Meloe, ha dimostrato che il liquido che esce per r articolazione non e che sangue.

II Magretti, dietro forse 1' asserzione del Leydig, ha fatto V esarae microscopico del prodotto di secrezione in alcune Meloe, e cosi si esprime: „Questa particolare secrezione e operata da glandole che assai probabilmente si trovano molto discoste dal punto di emissione. Sembrami cioe, e spero poter confermare 1' asserzione con ulteriori studi, che glandole per tale ufficio, sieno riposte in uno strato sottostante al dermascheletro si del torace che dell'addome, tan to inferiormente che superiormente, e che per le anche i trocanteri ed i femori passino i loro condotti escretori."

II De Bono nel suo studio sull'umore segregato dalla Timarcha pimelioides Schaf., si mostra pure discorde dal Leydig. Egli dice che il fatto, per cui, pungendo un po' profondamente un punto qualunque delle elitre, del dermascheletro in generale, esce serapre lo stesso umore cogli identici caratteri fisici, potrebbe far sorgere il dubbio che il liquido fuoruscito sia del sangue. „Perciö ho fatto l'analisi spettroscopica , che escluse la presenza della emoglobiua e della carboemoglobina, e T osservazione microscopica, la quale non


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rivelö gli element! morfologici del saogue, ma solo del cristalli che, almeno per la forma, ritengo di ossalato di calce. Quanto al liquide che vien fuori dalla bocca o dalle articolazioni non poteva cader il sospetto che si trattasse di sangue : in primo luogo perche era inverosimile che I'insetto sprecasse irapunemente tanta copia di sangue; in secondo luogo poi perche in molti altri insetti si osservano secrezioni analoghe di un umore piu o meno colorato, e che non e sangue, come fu dimostrato dal Plateaux per i Ditiscidi."

Come si vede il De Bono e caduto in un grave errore dicendo che I'analisi spettroscopica, la quale esclude la presenza della emoglobina e della carboemoglobina, dimostri per se stessa che il liquido in questione non e sangue ; poiche come si sa negli Artropodi il sangue e un liquido incoloro. Per eccezione e rosso e contiene emoglobina nell' A p u s , in qualche C y p r i s etc.

II De Bono spiega poi la fuoruscita del liquido dalle punture in questo modo. „Si conosce che lo strato profondo del dermascheletro degl' insetti e ricco di glandole unicellular!, le qual! preparano per lo piu quel diversi umori ch'essi emettono e si aprono alia superficie deir involucro duro in corrispoudenza di un sollevamento dello strato chitinoso, a guisa di villo. Non e dunque difficile che uu'apertura anormale del dermascheletro, fatta da uno spillo, o da qualunque altro strumento penetrante, venga a stabilire una comunicazione fra lo strato profondo, glanduläre, e lo strato superficiale dell' integumento, e che per quella via venga fuori il liquido giä raccolto negli otricoli glandolari, o che si secerne nel momeuto stesso, e per eccitazione della puntura. Analogaraente si spiegherebbe la fuoruscita dello stesso umore dalla superficie di taglio delle antenne o degli arti."

II BoRGERT non parla della Coccinella, intuendo forse che il liquido non e secreto da glandole della cute; della Meloe dice che vi sono nelle articolazioni, nei tarsi etc., delle glandole unicellulari, e che il liquido secreto contiene della cantaridina.

II KoLBE nel capitolo „Das Blut" espone I'idea del Leydig che il secreto giallo della Coccinella, Timarcha e Meloe sia sangue, e poi pill avanti nel capitolo „Stinkdrüsen" dice che le Meloe e le Coccinelle se vengono toccate lasciano uscire dalle articolazioni una goccia gialla. — Come si vede il Kolbe accetta tutte e due le idee non dando all' una maggior valore che all'altra.

II CuENOT ammette che il liquido difensivo non e sempre il prodotto di secrezione glandolare ; in un certo numero di coleotteri e il sangue medesimo dell'animale carico di prodotti nocivi che esce dal corpo per rotture del tegumento. Egli e dell'opinione del Leydig,

12*


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poiche questo liquido secondo lui, e sangue identico assolutaraente al sangue contenuto nel resto del corpo. Inoltre crede che non vi sia orificio preforraato per I'uscita del liquido.

Recentemente il Lutz tratta diffusamente I'argomento nei Coccinellidi, venendo a conclusioni ideutiche a quelle del Leydig. Egli pero e riuscito a trovare I'apertura, per cui esce il liquido, la cui esistenza era stata da alcuni intuita, da altri negata, II Lutz riassume cosi le sue osservazioni :

„1) Che nei Coccinellidi per una fessura nell' articolazione esce il sangue, questa fessura si trova esternamente ai due tendini delFestensore della tibia, all'estremitä di ciascun feraore.

2) II sangue esce per forti contrazioni della parte posteriore del corpo e del flessore della tibia, ed e un atto arbitrario.

3) il un mezzo di difesa, poiche il sangue agisce sopra gli animali nemici come repulsivo.

4) Nella Tim arc ha (nel caso in cui il sangue esca non per la bocca, ma per le articolazioni) e nella Meloe sono le disposizioni molto simili a quelle dei Coccinellidi."

II Packard infine nel suo trattato di entomologia non fa che riportare gli studi del Lutz.

Le idee dei diversi Autori si possono quindi riassumere cosi: I. che il secreto sia sangue inalterato dell'insetto; II. che sia il prodotto di speciali glandole.

Verro ora ad esporre i risultati delle mie ricerche nel seguente ordine :

1) Caratteri fisico-chimici del liquido; analisi spettroscopica e microscopica ; quantita media secreta; azione fisiologica su diverse forme animali.

2) Apparato di secrezione.

5) Considerazioni generali.

I.

Caratteri del liquido. Giallo aranciato; sulla carta e sulla pelle lascia una macchia gialla. Ha odore di pisello fresco; sapore astringente, disgustoso.

it solubile neir acqua distillata, nell' alcool assoluto, nell' ammoniaca ; e insolubile nell'etere acetico, nell'acido acetico, nell'etere solforico e nel cloroformio.

Reazione acid a sensibilissima.

Con il metodo di Pettenkofer (zucchero e acido solforico) si ha la reazione degli acidi biliari (colorazione rossa). II reattivo di Günz


181

BURG (floroglucina-vaniglina) non da la reazione rosso vivo deH'acido cloridrico, e cosi pure il reattivo di Boas (resorcioa e zucchero di canna); si noti che la sensibilitä di questi reattivi e assai considerevole, potendosi con essi dimostrare evidentemente fino il 0,005 7o di acido cloridrico. Se ne puö quindi escludere la presenza,

Nella larva il liquide e mucillagginoso, e presenta i medesimi caratteri dell'insetto adulto. Prolungando la pressione sui segmenti addominali vien emesso un liquido nero o verdastro che e pure acido e che da la reazione degli acidi biliari. Tanto questo che il liquido giallo non esce dai bitorzoli che si trovano su ciascun somite, ma bensi lateralmente per aperture speciali poste fra un metamere e l'altro del corpo.

Analisi spettroscopica. Con 1' ematospettroscopio di HenocQUE si ha la stria di assorbimento dei pigmenti biliari.

Si tratterebbe quindi di un pigmento del gruppo dei biliari, e propriamente esso starebbe fra i veri pigmenti biliari e l'urobilina; ciö sarebbe dimostrato dalla stria d'assorbimento fra le linee b ed F di Fraunhofer e la mancanza della reazione di Gmelin ^), la quale mancanza se non e dovuta alia poca quantitä di sostanza di cui potevo disporre, starebbe a dimostrare che il detto pigmento e trasformato, avvicinandosi in certo quäl modo alia urobilina.

Analisi microscopic a. AI microscopic il liquido presenta numerose goccioline, e corpi ripieni di granulazioni e anche di goccioline omogenee.

Questi elementi sono di varia dimensione e forma, e manifestamente appaiono in via di dissoluzione. (Ved. fig. 1.)

Nel secreto della larva sono piii numerosi, ma presentano la medesima struttura che nell' adulto.

Facendo numerosi preparati, si osserva che il numero degli elementi e molto variabile.

Quantitä del liquido secreto. Per determinare la quantitä di liquido che puö secern ere una Coccinella ho provato parecchi metodi, i quali perö mi davano non poche cause d'errore. Quello da me usato e che mi pare sia il migliore, e il seguente. Sopra un pezzo di carta da filtro messo in un vetrino da orologio e accuratamente

1) Si mettono in un bicchiere a calice 5 cmc. di acido nitrico nitroso, e mediante una pipetta si lascia colare cautamente sopra il reattivo la soluzione del pigmento ; nel limite di contatto tra il reattivo e la soluzione del pigmento, si forma un anello con diversi strati colorati successivamente dalF alto in basso in verde, azzurro, violette, rosso e in fine giallo.


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pesato, ponevo una Coccinella che eccitavo coi due elettrodi di una macchina elettro-magnetica di Clarke per uso medico. II liquido secreto veniva assorbito completamente dalla carta, la quale insieme al vetrino era subito pesata per togliere la causa d'errore dovuta air evaporazione ; la ditferenza fra le due pesate mi dava la quantita del liquido secreto.

La quantita della sostanza varia da iudividuo ad individuo, secondo la dimensione, e la floridezza ; 1' aniraale infatti appena tolto alia sua vita campestre, ne emette in copia, invece dopo alcuni giorni di prigionia ne emette, anche dietro forti eccitamenti, in poca dose. Avendo fatto I'esperimento descritto su pareccbi individui, ho trovato che la quantita maggiore di liquido secreta da un individuo, e di gr. 0,0049 ; la quantita minore e di gr. 0,0016. La quantita media secreta dalla Coccinella mi risulta essere circa gr. 0,0026.

Eccitamenti. Ho sottoposto le Coccinelle a diversi eccitamenti : meccanici (pressione), chimici (soluzione di cloruro di sodio, ammoniaca, etere acetico e solforico, cloroformio, acido acetico, cloridrico e nitrico), t e r m i c i (riscaldamento in recipienti di vetro, ago incandescente, etc.), elettrici (macchina elettro-magnetica di Clarke). L' eccitamento piii forte e 1' elettrico come giä ho descritto.

Esperienze sull'azione fisiologica della sostanza. Queste esperienze furono per la massima parte eseguite mediante iniezioni. Per preparare le soluzioni relative facevo in questo modo: in un vasettino di vetro ponevo un certo numero di centimetri cubi d' acqua (a seconda del numero delle Coccinelle), quindi vi immergevo le Coccinelle le quali eccitate dal liquido freddo e dalle pinzette, secernevano la sostanza.

Nelle esperienze che seguono ho sempre adoperato soluzioni acquose, perche la sostanza in natura non si puo raccogliere essendo emessa in cosi poca quantita che esposta all' aria diventa densa e presto essica.

Esperienza 1. Rana esculenta 5 piccola , vivace. 7 Maggio 1902. h. 15 10' Iniezione ipodermica di gr. 0,0975 di sostanza (cmc. 0,5 di

una soluzione acquosa salina della sostanza, ottenuta immer gendo 150 Coccinelle in 2 cmc. d' acqua). h. 15 13' Paralisi completa, messa sul dorso non si muove piü, e non

reagisce agli stimoli. h. 15 15' L'animale muore dopo cinque minuti dalla iniezione; il

cuore pulsa regolarmente.


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Esperienza 2. Rana esculenta S piccola, vivace. 16 Maggio 1902. h. 17 22' Iniezione ipodermica di gr. 0,0399 di sostanza (cmc. 0,4 di

una soluzione acquosa della sostanza, ottenuta immergendo

115 Coccinelle in 3 cmc. d'acqua). h. 17 27' Paralisi completa messa sul dorso non si muove e non reagisce

pill agli stimoli. h. 17 32' L'animale muore dopo dieci minuti dall' iniezione ; il cuore

continua a pulsare regolarmente. Esperienza 3. Rana esculenta $ grossa, vivace. 16 Maggio 1902. h. 16 46' Iniezione ipodermica di gr. 0,0399 di sostanza (cmc. 0,4 di

una soluzione acquosa della sostanza, ottenuta immergendo

115 Coccinelle in 3 cmc. d'acqua). h. 16 54' Paralisi completa, messa sul dorso non reagisce agli stimoli. h. 18 12' L'animale ridiviene eccitabile dopo due ore e34 minuti

dall' iniezione.

Esperienza 4. Rana esculenta ^ grossa, vivace. 17

Maggio 1902.

h. 16 55' Iniezione ipodermica di gr. 0,0419 di sostanza (cmc. 0,7 di una soluzione acquosa della sostanza, ottenuta immergendo 115 Coccinelle in 5 cmc. d'acqua).

h. 17 9' L'animale perde la vivacita, ma reagisce ancora agli stimoli. Pratico una seconda iniezione di cmc. 0,6 (gr. 0,0359) della soluzione acquosa della sostanza, eguale alia precedente.

h, 17 17' Paralisi completa, messa sul dorso non si muove piii e non reagisce agli stimoli.

h. 19 10' L'animale ridiviene eccitabile dopo due ore e cinque minuti dalla prima iniezione. Esperienza 5. Rana esculenta $ piccola, vivace. 17

Maggio 1902.

h. 17 26' Iniezione ipodermica di cmc. 0,8 di una soluzione acquosa non titolata della sostanza. Questa soluzione, molto debole, e stata ottenuta sciacquando con cmc. 4 d' acqua il recipiente di vetro, entro cui erano state 115 Coccinelle, che in massima parte avevano giä secrete il liquido desiderate.

h. 17 53' Paralisi completa, messa sul dorso non reagisce piii agli stimoli.

h, 18 7' Pratico una seconda iniezione eguale alia precedente.

h. 19 10' L'animale ridiviene eccitabile dopo ore una e 44 minuti.

Esperienza 6. Rana esculenta $ grossa, vivace. 25 Aprile 1902.

Eaccio ingoiare all' animale due Coccinelle ; dopo poco la rana e presa da impeti di vomito, e finalmente rigetta le due Coccinelle. Esperienza 7. Triton cristatus S- ^"^ Maggio 1902. h. 17 3' Iniezione ipodermica di gr. 0,0359 di sostanza (cmc. 0,6 di una soluzione acquosa della sostanza, ottenuta immergendo 115 Coccinelle in 5 cmc. d'acqua).


h.


15


4'


h.


15


6'


h.


15


8'


h.


15


13'


h.


15


22'


h.


15


35'


h.


15


54'


h.


16



184

h. 17 27' Paralisi completa, non reagisce piii agli stimoli.

h. 18 40' L'animale ridiviene eccitabile e cammina dopo ore una e 3 7

minuti dall' iniezione. Esperienza 8. Cavia cobaya $, peso gr. 385. 7 Giugno 1902. h. 15 — Iniezione peritoneale di gr. 0,4727 di sostanza (cmc. 4 di

una soluzione acquosa della sostanza, ottenuta immergeudo

500 Coccinelle in 11 cmc. d'acqua).

L'animale si inclina verso il lato destro; minge.

I fenomeni di paralisi cominciano dal treno posteriore e si

accentuano sempre piii.

L' animale cammina a stento.

La paralisi si estende anche a tutto il treno anteriore.

L' animale presenta movimenti clonici.

L' animale non cammina piü ; paralisi completa.

L' animale e preso da convulsion! epilettiformi.

Movimenti convulsivi della mandibola. L' animale minge e

defeca ; abolizione della sensibilita. h. 16 5' L'animale muore dopo ore una e cinque minuti dalla

iniezione. Esperienza 9. Lepus cuniculus (J, peso gr. 500. 5 Giugno 1902.

Temperatura rettale 40 centigr. Respiri 66 al minuto primo. h. 17 55' Liiezione peritoneale di gr. 0,7150 di sostanza (cmc. 11 di

una soluzione acquosa della sostanza, ottenuta immergendo

500 Coccinelle in 20 cmc. d'acqua;.

L' animale si mostra molto eccitato.

Si manifestano fenomeni tetanici.

L' animale e molto abbattuto.

Rallentamento del respiro.

Minore sensibilita nella parte posteriore del corpo.

L'animale lasciato a se e trovato in preda a convulsioni

epilettiformi e a diarrea alia mattina seguente alle h. 8 ;

dopo poco muore.

Esaminata I'urina, estratta dalla vescica, presenta emoglo bina e urobilina. Esperienza 10. Cavia cobaya S, peso gr. 106. 23. Maggio 1902. h. 16 43' Iniezione ipodermica nell'arto posteriore destro di gr. 0,0819

(cmc. 0,7 di una soluzione acquosa della sostanza, ottenuta

immergendo 90 Coccinelle in cmc. 2 d'acqua). h. 16 46' L'animale e come preso da vertigini, gira su se stesso e

presenta fenomeni convulsivi ; minge. h. 16 48' Paralisi nella parte posteriore del corpo. h. 17 22' I fenomeni convulsivi, quasi fossero conati di vomito, con tinuano ; 1' animale cammina lentamente trascinando la parte

posteriore del corpo.


h.


17 58'


h.


18 —


h.


18 20'


b.


18 25'


h.


18 35'


185

h. 17 52' Respirazione affannosa; la paralisi e scomparsa, rimane la contrazione degli arti posteriori; la sensibilita dolorifica si conserva normale ; 1' animale minge.

la. 18 35' Le condizioni si mantengono invariate ; r animale minge e defeca.

h. 19 — La respirazione continua affannosa; gli arti posteriori sono ancora contratti.

L' animale lasciato in liberta si trova completamente ristabilito dopo 16 ore dalla iniezione. Esperienza 11. Rana esculentacJ, grossa, vivace. 8 Giugno

1902.

h. 10 29' Messo alio scoperto il cuore. e determinato il numero delle rivoluzioni cardiache in 60 secondi (63), pratico un' iniezione ipodermica di gr. 0.0945 (cmc. 0,8 di una soluzione acquosa della sostanza, ottenuta immergendo 500 Coccinelle in 11 cmc. d' acqua). — Si noti che la soluzione era stata fatta da alcuni giorni.

h. 10 32' I battiti sono ridotti a 52 in 60".

h. 10 35' I battiti sono ridotti a 46 in 60".

h. 10 40' I battiti sono ridotti a 40 in 60".

h. 10 45' I battiti sono ridotti a 36 in 60".

h. 11 — L' animale e morto dopo 31 minuti dall' iniezione ; i battiti sono 30 in 60".

h. 11 30' I battiti sono ridotti a 20 in 60".

h. 11 55' I battiti sono ridotti a 15 in 60".

h. 15 — I battiti sono ridotti a 10 in 60".

h. 15 15' Arreste complete del cuore in diastole dopo h. 4 44' dalla iniezione.

Le pulsazioni si sono mantenute sempre regolari; I'esperienza ripetuta su parecchi individui mi ha dato sempre presse a poco i medesimi risultati. Esperienza 12. Rana e s c u 1 e n t a $ grossa, vivace. 19 Giugno

1902.

h. 13 — Messo alio scoperto il cuore, tagliato i filetti nervosi che dal X. paio e dal simpatico vanno al cuore, e determinato il numero delle rivoluzioni cardiache in 60 secondi (65), pratico una iniezione di gr. 0,0780 (cmc. 0,9 di una soluzione acquosa della sostanza, ottenuta immergende 100 Coccinelle in 3 cmc. d' acqua).

h. 13 10' I battiti si mantengono pressoche costanti.

h. 13 25' L' animale muore dopo 25 minuti dall' iniezione ; il cuore continua a pulsare regolarmente e si ferma dopo h. 4 15' in diastole. L' esperienza dimostra che il rallentamento delle pulsazioni, non e causato da paralisi del muscolo cardiaco, ma bensi da influenza nervosa prodotta da alterazione dei centri cerebro-spinali. Sarebbe state certo meglio fare quest' esperienza coir apparecchio di Williams per la circolazione artificiale, perche cosi si interrompe ogni comunicazione fra i centri nervosi e il cuore.


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Esperienza 13. Rana esculenta cj, piccola, vivace.

30 Maggio 1902.

Esperienza del Bernard per determinare se il veleno agisce sul

sistema nervoso centrale o periferico.

Prima di fare I'iniezione lio isolate 11 nervo sciatico , legando

fortemente 1' arto al disotto di esso.

h. 15 54' Iniezione ipodermica di gr. 0,0585 (cmc. 0,6 di una soluzione acquosa della sostanza, ottenuta immergendo 150 Coccinelle in 4 cmc. d'acqua).

h. 15 57' Paralisi completa, messa sul dorso non si muove e non reagisce piu agli stimoli.

h. 16 1' L'animale muore dopo sette minuti dall' iniezione. Con una macchina elettro-magnetica di Clarke per uso medico, ho toccato coi due elettrodi I'arto al disotto della legatura senza avere reazione sensibile, e cosi pure non ho avuto alcuna reazione toccando le altre parti del corpo. L' esperienza quindi dimostra che il veleno agisce sul sistema nervoso centrale, poiche nel caso contrario, come si sa. 1' arto inferiormente alia legatura avrebbe reagito sotto la corrente elettrica. Questa esperienza per maggior sicurezza fu da me ripetuta parecchie volte. Esperienza 14. Rana esculenta $ di media grandezza.

31 Maggio 1902.

Esperienza per determinare se il veleno agisce sul cervello o sul midollo spinale. Prima di fare I'iniezione ho tagliato all' animale il midollo spinale fra le scapole, avendo cura di non ledere gli altri organi. h. 15 15' Iniezione ipodermica di gr. 0,0780 (cmc. 0,9 di una soluzione acquosa della sostanza, ottenuta immergendo 100 Coccinelle in 3 cmc. d'acqua). h. 15 20' Paralisi completa, messa sul dorso non si muove. h. 15 40' L'animale muore dopo venticinque minuti dall' iniezione.

Con una macchina elettro-magnetica di Clarke per uso medico, ho toccato coi due elettrodi il corpo al disotto del taglio del midollo spinale ottenendo reazione vivissima; mentre toccando la testa non ho ottenuta alcuna reazione.

L' esperienza dimostra quindi che il veleno agisce sul cervello.

Anche questa esperienza fu ripetuta piii volte.

Esperienze sugli Insetti.

Esperienza 1. Blaps similis. 9 Giugno 1902.

Inietto in un individuo cmc. 0,05 di una soluzione acquosa non titolata della sostanza; in un'altro cmc. 0,1 della medesima soluzione; in un terzo cmc. 0,2 pure della stessa soluzione.

All' eccitamento momentaneo subentra dopo circa cinque minuti il torpore, gli insetti camminano a stento, quindi rimangono immobili. II prime ridiventa vivace dopo circa un ora; il secondo dopo circa quattro ore ; il terzo lo ritrovo al mattino ancora intontito, pero non muore.


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Esperienza 2. Periplaneta orientalis. 18 Giugno 1902.

Inietto in un individuo cmc. 0,1 di una soluzione acquosa della sostanza, ottenuta immergendo 500 Coccinelle in 1 1 cmc. d' acqua.

L'insetto rimane immobile per qualche ora, quin di ridiventa vivace.

Esperienza 3. Musca vomitoria. 18 Giugno 1902.

Pongo un individuo in una Capsula di vetro, nel cui fondo sono alcune goccie di una soluzione forte della sostanza.

L' animale non sugge il liquido, immersovi continua ad essere vivace.

Questa esperienza la ripeto con alcuni Imenotteri (Polistes, Apis etc.) ed ottengo il medesimo risultato.

In una piccola scatola bianca pongo quattro Coccinelle, ed alcuni piccoli Insetti (Formica, Bryaxis, Aphodius etc.). Dope alcune ore trovo nella scatola numerose macchie gialle, ma gli insetti sono ancora tutti vivi.

II.

Esposta la natura del liquido, e la sua azione fisiologica, verro ora a parlare deH'organo che lo produce. Come risulta dalla bibliografia che io brevemente ho riassunto, due sono le idee esposte sulI'argoraento: I'una che il secreto sia sangue inalterato dell' animale; I'altra che sia il prodotto di glandole speciali.

Io intrapresi le mie ricerche con IIa convinzione che non si trattasse di emissione di sangue, e cio per le seguenti ragioni : primieramente perche mi sembrava inaramissibile che l'insetto potesse consumare un liquido cosi importante; secondo perche tenuto l'insetto in un prolungato digiuno, non si ha piu alcuna secrezione; ed infine perche il liquido secreto ha reazione acida, mentre noi sappiamo che il sangue ha sempre reazione alcalina in tutti gli animali.

La seconda ipotesi, che cioe questa secrezione fosse dovuta a speciali glandole unicellulari sottostanti al dermascheletro si del torace che dell'addome, mi parve piu ammissibile avendo io a priori, per le ragioni sopra riferite, escluso la possibilita che fosse sangue, e mi diedi infatti alia ricerca di dette glandole.

Non ostante pero le piii accurate ricerche non trovai queste glandole speciali, quindi anche la seconda ipotesi cadeva.

A che organ si deve questa secrezione?

Per risolvere il quesito ho ricorso a reazioni microchimiche sugli organi, basandomi sul fatto che siccome il hquido secreto, come giä ho detto, da la reazione del Pettenkofer degli acidi biliari, cosi anche I'organo che lo secerne dovrebbe dare la medesima reazione.

L'intestino iofatti isolato e trattato col reattivo del Pettenkofer, presenta evidentemente la reazione rossa degli acidi biliari; questo fatto di somma importanza veniva a rischiarare un po' I'argomento, e


' 188

a convincermi della esistenza neir intestino delle glandole che secernono il liquido emesso dalla Coccinella ; questa mia opinione era convalidata anche dalla seguente esperienza, che trattando il materiale nero o verdastro, che si trova nell' intestino medio delle Coccinelle e che manifestamente non e che il materiale ingerito, si aveva pure la reazione degli acidi biliari.

Qui credo utile ricordare che prolungando la pressione sui segmenti addominali della larva, viene emesso dopo il liquido giallo, un liquido nero o verdastro che e acido e che da la reazione degli acidi biliari.

I tubi Malpighiani isolati non danno la reazione del Pettenkofer.

Vedremo ora ove sono situate queste glandole, e quale sia la loro iraportante funzione.

Come noi sapiamo 1' intestino degli insetti e costituito istologicamente, da una membrana mucosa interna rivestita da uno strato muscolare e fornita esteriormente da una tunica sierosa.

La tunica interna o mucosa presenta uno strato epiteliale che nella porzione media dell' intestino offre i caratteri d'un epitelio mucoso. Le cellule che lo costituiscono sono presso a poco sferiche, con un nucleo granuloso, e si rinnovano con una grande rapidita.

Preparando nell'acqua 1' intestino della Coccinella, si vede nella porzione media un canale incluso che sembra non aver alcuna aderenza con la superfice della cavita che lo racchiude. II Sirodot che ha studiato la costituzione dell' epitelio dello stomaco in diversi Insetti dimostra che questa singolare disposizione osservata pure dal Rengger nello stomaco della M e 1 o 1 o n t h a , e da lui considerata come la membrana mucosa, non e in realta che muco secreto in abbondanza dalle pareti dello stomaco; questo muco coagulato forma una guaina attorno la massa alimentäre.

La tunica muscolare si compone di due strati di fibre: le une interne trasversali e circolari, le altre esterne longitudinali. Fra i due strati muscolari cosi disposti, si osservano dei follicoli microscopici, la cui forma e arrotondata, ed ai quali spetta la funzione di secernere il liquido emesso dalla Coccinella; hquido, che come giä ho detto, presenta la reazione degli acidi biliari, Queste glandole follicolari giä descritte dagli Autori, furono sempre considerate come glandole peptiche, aventi molta analogia secondo il Sirodot con le glandole a pepsina degli animali vertebrati. II Sirodot inoltre aggiunge che essendo 1' acidita dei liquido un fatto chimico incontestabile, si dimostrerebbe cosi l'aciditä del succo gastrico.

Per osservar bene queste glandole, ho lavato I'intestino medio della Coccinella con acqua acidulata con acido acetico, quindi ho fatto


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la reazione del Pettenkofer, ottenendo una reazione cosi pronta e sensibile, da togliermi logni dubbio sulla funzione di queste glandole.

Lo stomaco dell^ Coccinella presenta fra i fasci della tunica muscolare, un reticolo forraato da fibre di tessuto connettivo ; ciascuna maglia e occupata da un follicolo. (Ved. fig. 2.) In questo follicolo le cellule , variabili per il loro aspetto e la loro dimensione , sono insieme a goccioline d'un liquido opalino. Quest! follicoli sono disposti in serie annulari.

A queste glandole follicolari io credo fermamente che spetti non giä una funzione peptica, ma bensi epatica ; funzione questa importantissima non ancora ben descritta negli Insetti, attribuendosi da alcuni (Hektwig, Claus) solamente alle appendici ceche.

Queste glandole furono da me trovate in tutti gli Insetti che ho esaminato, e in tutti ebbi la reazione rossa degli acidi biliari; io spero quanto prima di poter pubblicare tutte le osservazioni da me fatte, portando cosi un po' di luce sulla funzione epatica negli Insetti non ancora definita dagli Autori.

II liquido emesso dalla Coccinella non e quindi altro che una secrezione biliare. Quale e ora la sua funzione, e come viene emesso air esterno ?

La secrezione biliare nei Vertebrati si sa che serve non alia digestione ma bensi all' assorbimento delle sostanze alimentär!; a questo stesso scopo io credo esista pure negli Insetti, trovando noi queste glandole nell' intestino medio, in cui si compie 1' assimilazione.

Allorche le sostanze alimentär! pervengono nella porzione media deir intestino, le glandole che io chiamerei epatiche secernono in abbondanza il loro secreto, il quale agisce sui grass! emulsionandoli e sciogliendoli. Abbiamo visto sopra, che le cellule dell'epitelio mucoso della tunica interna si rinnovano con una grande rapidita; questo epitelio si rinnova ad ogni digestione. Ora la maggiore attivita della disquamazione epiteliale forse coincide con il contatto di questa sostanza biliare, la quale servirebbe a rinnovare il rivestimento cellulare, e ad aiutare la caduta degli element! vecchi, e la restaurazione dei nuovi, come appunto avviene nei Vertebrati col contatto della bile.

L'emissione all' esterno del liquido mi pare avvenga in questo modo: quando noi eccitiamo una Coccinella sia colla pressione o in altro modo, 1' intestino subisce una contrazione, e il liquido che vi e contenuto passa nella cavita celomiale (essendo la parete dell' intestino porosa) e quindi esce per la fessura descritta dal Lutz che si trova neir articolazione della gamba, alia estremita di ciascun femore.

Quanto brevemente ho esposto viene a spiegarc! alcuni fatti che


190

iodussero in errore il Leydig e gli altri che come lui credettero si trattasse di sangue.

Questi fatti souo i seguenti:

1) La fuoruscita del liquido dalle punture, e la sua identitä col liquido emesso dalle articolazioni.

2) La preseiiza nel liquido di elementi di varia forma e diraensione.

3) La presenza di goccioline, osservate pure dal Magretti nei Meloidi, e da De Bono oella Timarcha.

4) 11 rapporto della quantita di liquido secreto collo stato di floridezza deH'aDimale.

Nel prirao caso se noi pungiamo o tagliamo una antenna o un arto di una Coccinella florida, il liquido che dietro questo eccitamento fuoresce dall'intestino e passa nel celoma, esce oltre che dalle articolazioni anche dalla nuova apertura anormale; e i due liquidi sono identici perche comune ^ la loro origine.

Gli elementi che si trovano nel liquido, dal Leydig ritenuti come globuli di sangue, non sono altro che le cellule dell'epitelio mucoso della tunica interna cadute nell' intestino, e in via di dissoluzione.

A queste mie ipotesi si potrebbe fare una giustissima obbiezioue : che il Hquido biliare intestinale passando attraverso i pori della parete intestinale e raggiungendo il celoma (lacunoma come dice il Grassi) si debba di necessita mescolare quivi col liquido lacunare o sangue, e che quindi tanto dalle punture e dai tagli, quanto dalle speciali aperture articolari debba uscire un liquido misto, cioe sangue con secreto bihare e non soltanto quest' ultimo. Allora resterebbe pure r interpretazione del Leydig essere globuli sanguigni gli elementi del hquido secreto.

Parecchi fatti pero mi pare si possono opporre a questa obbiezioue: 1. Noi sapiamo che malgrado I'assenza di canaH nettamente costituiti, il sangue negli Insetti e sottomesso a correnti d'una rapidita e d'una regolarita rimarchevole; di cio e facile rendersene conto dall'esame di larve trasparenti, specie di larve di Ephemera studiate dal Carus, in cui si vedono nettamente le correnti sanguigne d'una perfetta costanza. Dato cio si puo capire benissimo come possa non venire la mescolanza dei due liquidi, ma che bensi la corrente sanguigna continui nel suo percorso, II. La reazione acida sensibilissima del secreto. III. La natura degli elementi che appaiono in via di dissoluzione. 11 Magretti che come giä ho detto, ha studiato il prodotto di secrezione in alcuni Meloidi, dopo un accurato esame microscopico degli elementi della sostanza cosi conclude intuendo la


1


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loro natura di cellule mucose: „II risultato di questo mio esame e le condizioni concomitanti Temissione d'un tal liquido secreto, mi richiamano alia mente quello ottenuto dai fisiologi intorno alia saliva simpatica delle glandole sottomascellari del cane. In essa trovarono infatti: dei corpuscoli salivali identic! ai globuli bianchi del sangue e di cui taluni presentavano movimenti amiboidei, altri con movimenti browniani nelle granulazioni ; corpuscoli analoghi a vacuoli; grosse cellule a granulazioni oscure, voluminöse; goccioline assai chiare e di difficile percezione; masse di mucina variabili in forma e grandezza provenienti da cellule glandolari ; cellule glandolari mucose con o senza nucleo."

Un' altra obbiezione si potrebbe fare alia mia interpretazione, che gli elementi che si trovano nel liquido non siano che cellule dell'epitelio mucoso della tunica interna, cadute nell'intestino. L' obbiezione sarebbe questa: che attraverso i semplici pori della parete intestinale e difficile che passino cellule. L'elasticita della parete intestinale, e del Protoplasma della cellula, potrebbe spiegare questo fatto; forse, ma non lo posso accertare, oltre a pori esistono anche dei veri meati. II Beauregaed studiando I'anatomia dell' apparecchio digestivo nei Meloidi, trovo una struttura simile.

Riguardo poi alle goccioline omogenee che si trovano nel secreto, forse si debbono riferire a colesterina. Su questo punto io sono molto in dubbio, poiche non ostante che questa secrezione biliare sia analoga alia bile dei Vertebrati, credo tuttavia ne differisca per la composizione ; infatti in questi ad esempio e neutra o leggermente alcalina, mentre nella Coccinella e acida, inoltre diverse si mostrano alia analisi spettroscopica.

Infine la relazione fra la quantita di liquido secreto e la floridezza dell' animale, si spiega assai facilmente essendo la secrezione biliare in rapporto colle sostanze alimentari contenute nell'intestino medio, quindi nulla allorquando il digiuno e prolungato.


Nella larva questo secreto, identico per la sua natura e funzione a quello dell'adulto, presenta un punto di emissione differente da quello dell'insetto perfetto. Se noi osserviamo con una lente i somiti della larva, vediamo che ognuno di essi presenta nella sua parte superiore dei tubercoli muniti di peli i quali comunicano con glandole unicellulari (ved. fig. 3); queste non sono altro che le glandole della pelle, che si riscontrano in quasi tutti gli insetti; ogni tergite porta quattro tubercoli disposti regolarmente.


192

Se noi trattiamo la larva con una soluzione di ossido potassio idrato all'alcool, per togliere i tessuti che ne potrebbero impedire la chiara visione, osserviamo in corrispondenza del quarto tubercolo fra un somite e I'altro del corpo una specie di fessura piu chiara della circostante chitina, la quale esaminata a forte ingrandimento si presenta minutamente pertugiata a guisa di crivello (ved. fig. 4, 5) ; qui avviene r emissione del liquido. Cio lacilmente si puo osservare poiche eccitando in qualunque modo la larva, si vedra che la gocciolina gialla viene emessa ai lati fra un somite e 1' altro, e prolungando la pressione, come giä sopra ho detto, si avra 1' emissione d' un liquido nero o verdastro il quale non e altro che il materiale ingerito che ha giä subito le prime modificazioni digestive.

III.

Le considerazioni che si possono fare su quanto fin qui ho esposto, sono le seguenti:

1) La secrezione della Coccinella, come pure quella della Timarcha e della Meloe, e dovuta ad un fenomeno riflesso provocato da qualsiasi eccitamento.

2) La quantita media di liquido secreto dalla Coccinella e di circa gr. 0,0026.

3) La secrezione e dovuta a glandole foUicolari poste nelle maghe di un reticolo formato da fibre di tessuto connettivo, situato nella parete dell' intestino medio.

4) II liquido da reazione acida; con il metodo di Pettenkofer si ha la reazione degli acidi biliari; con 1' ematospettroscopio si ha la stria di assorbimento dei pigmenti biliari.

5) II liquido emesso dalla Coccinella e forse anche dalla Timarcha e dalla Meloe, non e altro che una secrezione biliare.

6) II liquido secreto dalla Coccinella esercita evidentemente un' influenza tossica sull' organismo degli animali a sangue freddo e a sangue caldo, e dalle esperienze citate risulta chiaramente che esso agisce sul cervello.

7) II liquido non esercita nessuna influenza sugli Insetti.

8) La Coccinella si serve probabilmente di questa secrezione come mezzo di difesa, sia per I'odore che puo spiacere agli altri insetti, sia anche perche quel liquido giallastro inganna i nemici, facendo loro credere di aver da fare con sostanze nocive.

Agosto 1902.


1


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Bibliografia. De Gteer, Abh. zur Geschichte der Insekten. Uebers. v. J. A. E. Göze,

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Tavola VII.

Fig. 1. Elementi che si riscoutrauo nel liqiiido emesso tauto dall'insetto adiilto che dalla larva. (Zeiss Oc. 2, Ob. DD. 240:1.) Camera lucida di Zeiss.

Fig. 2. Reticolo dell' intestino medio di Coccinella; le maglie sono occupate da un follicolo. A maglie. B fibre longitudinali e transversali. C follicolo. (Zeiss Oc. 3, Ob. Imm. omog. l"/^. 730:1.) Camera lucida di Zeiss.

Fig. 3. Glandola iinicellulare della cute nella larva di Coccinella. (Zeiss Oc. 2, Ob. DD. 240:1.) Camera lucida di Zeiss.

Fig. 4. Somiti di larva di Coccinella, mostranti i pertugi di emissione del liquide. (Zeiss Oc. 2, Ob. A. 50:1.) Camera lucida di Zeiss.

Fig. 5. Apertura di secrezione nella larva di Coccinella. (Zeiss Oc. 3, Ob. Imm. omog. l^Vi2- 730:1.) Camera lucida di Zeiss.


Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 13


194


Nachdruck verboten.

Ueber den Bau der Hoden und die Spermatogenese von Silpha

carinata.

Vorläufige Mitteilung von Nils Holmgken.

(Aus dem zootomischen Institute zu Stockholm.)

Mit 10 Abbildungen.

Da ich die ausführlichen Untersuchungen über den Bau der Hoden

und die Spermatogenese von Silpha carinata, welche ich seit lange zu

Ende geführt habe, zufolge zwischengekoramener Arbeiten noch auf

einige Zeit nicht veröffentlichen kann, teile ich über dieselben folgende

kurze vorläufige Mitteilung mit.

Der Bau der Hoden. Der gröbere Bau der Hoden von Silpha ist durch die Untersuchungen DuFOURS^), BoRDAs'2) u. a. bekannt. Sie bestehen aus einer Menge kolbenförmiger Follikel, die basal mit einigen Ausführungsgängen in den Samengang einmünden (Fig. 1). Unter diesen



Fig. 1. Schematische Querschnitte eines größeren und drei kleinerer HodenfoUikel, um die Anordnung der spenuatogenen Zellen zu zeigen. \lo\ Spermatogonien.

|iz; Spermatocj^en erster Ordnung.

mR Spermatocyten zweiter Ordnung.

iTTjl Spermien. ^| Spermatozoen.


Follikeln gibt es einige, welche größer sind als die übrigen. Die ganze Follikelsammlung ist von einer kräftigen Hülle umgeben, für die ich die Benennung „Hodenhülle" vorschlage. Der ganze Hoden ist vom Fettkörper umgeben.


1) Ann. des Sc. nat., 1824—26.

2) Ann. des Sc. nat, 1900.


195

Die Hodenhülle besteht aus zwei Bindegewebslagen und einer dünnen Peritonäallage. Die Hülle wird von Tracheen durchbohrt.

Jeder Hodenfollikel ist von einer dünnen Epithellage, der Hodenkapsel, begrenzt. In den Hodenfollikeln liegen die spermatogenen Zellen in „Spermatocysten" angeordnet. Ebenso giebt es in den größeren Follikeln 1—3 VERSONsche Zellen.

Die Hodenkapsel besteht aus plattgedrückten Epithelzellen, deren Form im Winterhoden und im Sommerhoden etwas verschieden ist. Unter den Kapselzellen gibt es einige, apikal gelegene, welche in wahre Fettzellen umgewandelt sind.

Wie oben erwähnt, sind die Follikel zwei verschiedener Arten. Von diesen enthalten die größeren hauptsächlich Sperm atogonien (Fig. 1 HTj), und die jüngeren Spermatocyten erster Ordnung (Fig. 1 §). Diese verschiedenen Elemente, in Spermatocysten angehäuft, sind so in dem Follikel gelegen, daß die jüngsten apikal, die älteren basal gelegen sind (Fig. 1). In der Spitze der größeren Follikel werden die spermatogenen Zellen gebildet und von dieser während der Entwickelung basalwärts verschoben.

In den kürzeren Follikeln ist das Verhältnis das gegenwärtige. Hier liegen die Spermien (Fig. 1 Oll] ) resp. Spermatocyten zweiter Ordnung (Fig. 1 § ) apikal, die Spermatocyten erster Ordnung (Fig. 1 |zi| ) dagegen basal.

Bei jüngeren Tieren ist die Zahl der Follikel verhältnismäßig klein. Sie sind außerdem von der Art der größeren Follikel. Bei älteren sind sie viel zahlreicher und von zweierlei Art.

Aus Obigem geht hervor, daß die größeren Follikel primär und als wahre Hodenfollikel zu betrachten sind, während die kleineren sekundär sind und nur als Behälter der samenbildenden Elemente fungieren.

Wie hervorgehoben, gibt es in den größeren Follikeln 1 — 3 VEESONsche Zellen, welche ich als Nährzellen auffasse. Ueber die physiologische wie morphologische und systematische Bedeutung dieser Zellen werde ich aber eine besondere Abhandlung veröffentlichen.

Die Entvtdckelung der spermatogenen Zellen. Die Periodeneinteilung der Spermatogenese, welche ich befolgt habe, ist von der gebräuchlichen etwas verschieden. Ich teile sie nämlich folgendermaßen ein:

13*


196

1) die Bildungsperiode, während welcher die Urspermatogonien gebildet werden ;

2) die Vermehrungsperiode, welche der Vermehrungsperiode der Autoren entspricht;

3) die Wachstumsperiode, welche der Wachstumsperiode der Autoren ebenfalls entspricht;

4) die Reifungsperiode, während welcher die Reifungsteilungen stattfinden, und

5) die Umbildungsperiode, während welcher die Spermien in Spermatozoen transformiert werden.

Die Definition des Begriffes Chromosom, welche ich benutzt habe, lautet: Chromosom ist jedes Chromatinsegment, das nicht aus größeren Einheiten zusammengesetzt ist als Chromomeren, sei es auch mit anderen (durch Linin) verbunden („retrospektiver Wert").

A. Die Bildungsperiode. Bei Staphylinus (Philontus) habe ich gezeigt^), daß Urspermatogonien aus der Hodenkapsel gebildet werden, indem einige Zellen sich in dem Kapselsyncytium abrunden und von einer Cystenhaut umgeben werden. Bei Silpha ist das Verhältnis dasselbe. Sowohl die Urspermatogonien wie die Cystenhautzellen sind von den indiäerenten Zellen der Hodenkapsel herzuleiten.

B. Die Vermehrungsperiode.

Die Elemente, deren Entwickelung auf die Vermehrungsperiode kommt, sind die Spermatogonien. Sie sind nach den verschiedenen Teilungen, welche sie durchmachen, verschiedenartig. Ich habe mit Sicherheit 7 Generationen gezählt.

Die Urspermatogonien (Fig. 2 a) kommen in der Nähe der VERSONSchen Zelle vor. Diese sind die größten Elemente des Silphahodens. Im Ruhestadium (Fig. 2 a) sind ihre Kerne chromatinarm. Die Zellen enthalten chromatische Körner, welche gewiß den Mitochondrien Bendas entsprechen. In der Zelle giebt es 2 Zentralkörperchen. Ein zusammenhängender Spiremfaden wird in der Prophase der Teilung nicht gebildet. Die Teilungen der Urspermatogonien sowie die der übrigen Spermatogongenerationen sind Aequationsteilungen, indem die Chromosomen sich der Länge nach teilen. Die Chromosomenzahl ist 32. Die Teilungen gehen nicht vollständig durch, sondern die Tochterzellen bleiben durch die Verbindungsfäden miteinander in Zu


1) Anat. Anzeiger, 1901.


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sammenhang (Fig. 2 b). Diese Fäden ballen sich zusammen und bilden einen wahren „Nebenkern", der sich durch Einwanderung der Zentralkörper als ein „Idiozom" dokumentiert. Durch solche nicht vollendete Teilungen entstehen die „Rosetten" der Autoren (Fig. 2 c). Diese „Rosetten" hängen somit durch wirk Hche „Zellkoppel"

(„ Sphärenbrücken ") zusammen.

Fig. 2. Spermatogonien. a Urspermatogon. b zwei kleinere Sjjermatogonien mit Nebenkernen. e Zellkoppel, d Spermatogon der letzten Generation.

Die Mitochondrien schwinden schon bei der 3. bis 4. Spermatogongeneration oder sie entziehen sich der optischen Differenzierung.

Die letzte Spermatogongeneration wird durch die Kleinheit der Zellen charakterisiert. Im Monasterstadium (Fig. 2d) wird sogar der ganze Zellkörper in die Strahlfigur eingeschlossen, und die Zentralkörper liegen in der Peripherie der Zelle. Die Zellen sind nun ganz voneinander frei.

C. Die Wachsturasperiode. Aus der letzten Spermatogonteilung gehen die Spermatocyten erster Ordnung hervor. Anfangs sind sie sehr klein , aber nach beendigtem Wachstum ziemlich große Zellen. Die Nebenkerne, welche idiosoraatisch werden, wachsen auch zu und liegen mehr oder weniger peripherisch. Ehe die junge Spermatocytenzelle in das Ruhestadium eintritt, was übrigens nicht immer geschieht, geht sie durch folgende Stadien hindurch:

1) Die Anaphase, in welcher die Tochtersterne von einer Kernmerabran umgeben werden, und die U-förmigen Chromosomen allmählich miteinander verschmelzen. Die Zellkörperstruktur wird deutlich fibrillar mit konzentrischer Fibrillenanordnung,

2) Die Synapsis (Fig. 3a), welche sich durch die mehr oder weniger exzentrische Konzentration des Chromatins auszeichnet.

3) Die Postsynapsis (Fig. 3b), Die in der Synapsis dicht angehäuften Chromatinschleifen sind aufgelockert und bilden lange, ziemlich fadenförmige Schleifen, welche den ganzen Kern durchsetzen.



198

Der Nebenkern liegt peripherisch und enthält Zentralkörperchen. Die Zellsubstanz ist bedeutend vergrößert.

4) Die Telophase (Fig. 3c). Die Chromatinschleifen der Postsynapsis werden uneben und konfluieren miteinander. Das Wachstum des Zellkörpers ist beendigt. Der „Nebenkern" (Sphäre) enthält zwei Zentralkörper, welche durch eine zarte Zentralspindel verbunden sind. Von der Telophase an gehen die Spermatocyten gewöhnlich in ein Ruhestadium über. Es kommt aber vor, daß die Spermatocyten das Ruhestadium nicht erreichen, sondern von der Telophase direkt in die Prophase der ersten Reifungsteilung übergehen. Die Spermatocyten erster Ordnung bilden im Telophasenstadium oft Syncytien, welche nicht eher aufgelöst werden, als wenn die Spermien daraus hervorgehen.

Diese sind ganz norfc,\ mal und scheinen nor ,^ ^ , d- ^y'Z<^^ maleSpermatozoenzu ^ /iJ*^^^ rk^S-^^ erzeugen.

Fig. 3. Spermatocyten erster Ordnung, a Synapsisstadium. h Postsynapsisstadium. c Telophasenstadium. d Ruhestadium.

Das Ruhestadium (Fig. 3d) wird erreicht durch fortgesetztes Konfluieren der Chromatinschleifen, welche endlich ein zartes Netzwerk bilden, worin die individuellen Chromosomen nicht mehr zu sehen sind.

In der Zellsubstanz entstanden schon während der Telophase kleine Vakuolen. Im Ruhestadium werden diese Vakuolen mit intensiv schwarz tingierten Begrenzungsschichten versehen. Diese Blasen sind gewiß mit den Mitochondrien Bendas homolog. Sie entsprechen auch den Mitochondrien, welche Meves von Pygaera beschrieben hat. Es giebt vielleicht mit diesen Mitochondrien und denen der Spermatogonien eine Kontinuität. Ich habe sie aber nicht feststellen können. — Die Zentralkörper sind auseinandergerückt. Entweder sind sie je von einem Nebenkernteil umgeben oder sie sind beide aus demselben ausgewandert.

Bei Silpha kommen zwei Arten Spermatocyten erster Ordnung vor. Die einen sind ungefähr doppelt so groß wie die anderen. (Vergl. die Figuren 5d und e, 6a und b, 7a und b, 8a und b.) Infolgedessen kommen zweierlei Spermatozoen vor, von denen die einen doppelt so groß als die anderen sind. Struktural stimmen sie aber völlig überein.



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D. Die Reifungsperiode, a) Die erste Reifungsteilung.

Wie hervorgehoben, gehen die Spermatocyten von der Telophase entweder direkt (abnorm) in die Prophase der ersten Reifungsteilung über oder die Zellen gehen in das Ruhestadium ein. Ich werde nun erstens die Hauptzüge der abweichenden Prophase beschreiben, um danach die normale in einem Zusammenhange zu skizzieren.

Der abweichende Teilungsvorgang, Die perlbandartigen Chromatinsegmente zerfallen in 16 Stäbchen. Diese Stäbchen dürfen deshalb doppelwertig sein. Eine Läugsteilung geschieht in diesen Stäbchen. Die Stäbchenpaare werden in längliche Ringe transformiert (Fig. 4 a), diese sind also vierwertig. Die Kernmembran schwindet,



nil


Fig. 4. Abnorme Spermatocyten erster Ordnimg. a altes Prophasenstadium, b Metaphasenstadium. c verschiedene Vicrergruppenformeu.

und die Ringe ordnen sich so in die Aequatorialebene ein, daß ihre Längsachsen mit der Achse der Mitose parallel sind. Die Zentralkörper liegen nun polar. In der Metaphase bersten die Ringe in der Aequatorialebene auf (Fig. 4b). Diese Teilung ist also eine Querteilung der ursprünglichen Chromatinstäbchen. Wie aus den Figuren 4c und 6c hervorgeht, ist die Form der Ringe der abweichenden Teilung eine andere als die der normalen. An jedem Ringe haften zwei Paare achromatischer Fädchen.

Der normale Teilungsvorgang. Die erste Andeutung der beginnenden Prophase bekundet sich in dem ruhenden Zellkern dadurch, daß die chromatischen Ausläufer eingezogen werden, und daß das Chromatin sich in perlbandähnlichen Schleifen anordnet. Das chromatisch färbbare Element der Spermatocyten konzentriert sich hiernach in 32 Knoten, welche durch ein dickes Lininband verbunden sind. In diesen Knoten bemerkt man bald eine deutliche Längsteilung (Fig. 5 a), welche sich auch zu den Lininbrücken erstreckt. Hiernach zerfallen die Fäden in Fragmente, welche je zwei Knotenpaare enthalten (Fig. 5d). Auf diese Weise werden die Vierergruppen gebildet. Diese Gruppen, welche anfangs sehr zart sind, vergrößern sich all


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mählich, und bilden endlich ziemlich große, längliche Ringe, deren Zusammensetzung aus 4 Chromosomen (nach hinreichender Differenzierung der Eisenhämatoxylinfarbe) sehr deutlich ist (Fig. 5 c— e). In diesem Stadium bemerken wir, daß die Grundsubstanz der Kerne nicht ungefärbt ist (Fig. 5d und e) wie im Ruhestadium, sondern sich sowohl durch Saffrauin schwach rötlich, wie durch Hämatoxylin schwach bläulich färbt. Dies kann, glaube ich, auf nichts anderem beruhen, als daß etwas Chromatinsubstanz darin aufgelöst ist (wenn man es nämlich nicht als Artefakt auffassen muß).



Fig. 5. Nonntile Prophiisenstadien der ersten Spermatocytteilung. a Vierergrujipenbildvmg. b junge Vierergruppe, c und d gnißere Sperniatocyten erster Ordnung auf Vierergruppenstadien, e kleinere Siiermatoevten auf demselben Stadium.

Die Zellsubstanz ist anfangs konzentrisch angeordnet, wird aber bald granuliert (?). Die Zeutralkörper haben polare Lagen erreicht und sind durch eine schöne Zentralspindel verbunden. Die Nebenkerne sind entweder durch die auftretende „Astrosp-häre" aufgelöst, oder sie liegen exzentrisch in den Zellen als dunkel gefärbte Körper. Die Mitochondrien sind zahlreicher und hauptsächlich in bleibender Aequatorialebene angehäuft. Sie sind anfangs rund, verlängern sich aber bald in polarer Richtung und scheinen mit der Zentraspindel in dynamischem Zusammenhange zu stehen. Sie zeigen bald eine Neigung, sich in Reihen anzuordnen (Fig. 5d und e), wie es Meves^) für Pygaera beschreibt.

Im Monaster Stadium (Fig. 6 a und b) liegen die Ringe in der Aequatorialebene mit ihren Längsachsen parallel mit der Achse der Mitose. Die Strahlungen sind schön entwickelt. Die Zentralkörper hegen streng polar. Entweder sind sie einfach oder haben sich je in zwei geteilt (Fig. 6 a und b), welche miteinander durch wirkliche Centrodesmosis verbunden sind. Die Teilung der Zentralkörper ist oft so weit gegangen, daß die Teile nicht mehr mit einander durch Centrodesmosis verbunden sind. Anstatt dessen gibt es nun eine zarte tertiäre Zentralspindel. Von den Strahlen der sekundären Zentralspindeln


1) Arch. f. inikrosk. Anat., 1900.


201

haften zwei an jeder Hälfte der Vierergruppen. Bei der Teilung der Zentralkörper werden die achromatischen Fäden so auf jede Zentralkörperhälfte verteilt, daß die beiden Fäden, welche zu einer Vierergruppenhälfte gehören, auf je eine Zentralkörperhälfte kommen (Fig. 6a). Die Mitochondrien bilden einen dicken Mantel, welcher die mitotische Figur von Pol zu Pol bekleidet. Sie sind sehr in die Länge gestreckt und liegen in Reihen von 2 — 4 zusammen. Der Zellkörper ist granuliert und vakuolisiert.




Fig. 6. Noi'male Spennatocytteilungen. n Monasterstadium der größereu Spermatocyten erster Ordnung. b Monasterstadium der kleineren Spermatoeyten erster Ordnung, c die Berstungen der Ringe, d Diasterstadiiim.

Im Metaphasenstadium bersten die Ringe in der Aequatorialebene. Hierdurch kommen zwei Schwesterchromosomen auf jeden Pol. Die Berstung ist eine unregelmäßige, indem sie teils beiderseitig, teils zuerst nur einseitig ist. (Siehe Fig. 6 c.) Wenn die Berstung einseitig ist, wird der geborstene Teil der Ringe sofort nach dem Pol gezogen, wo er sich zusammenballt. Auf jeden Pol kommen 16 Ringhälften, also 32 Chromosomen.

Während der Metaphase sind die Zentralkörperhälften auseinandergerückt, und die tertiäre Zentralspindel ist augenscheinlich verschwunden. Die Mitochondrien wie auch die ganze Spermatocyte ist in die Länge ausgezogen.


202

Die Vierergruppenhälften sind in den Tochterplatten dicht angeordnet (Fig. 6d). Ihre Enden sind beide zusammengeballt, so daß das Ganze Biskuitform (Fig. 7 c) angenommen hat. Eine Folge der Zentralkörperteilung ist, daß die Doppelchromosomen quer in den Tochterplatten liegen. Die Zentralkörperhälften liegen nun auf den beiden Seiten der Tochterplatte. Der Zelleib ist in der Mitte eingeschnürt. Diese Einschnürung scheidet endlich die beiden Tochterzellen voneinander. Bei dieser Zellkörperteilung werden die Mitochondrien auch einbezogen; ebenso die Verbindungsfäden.

b) Die zweite Reifungsteilung. Ohne ein Ruhestadium zu erreichen, gehen die Spermatocyteu zweiter Ordnung in Teilung über. Diese Teilung ist schon während der ersten Reifungsteilung durch die Zentralkörperteilung vorbereitet. Die Doppelchromosomen ordnen sich unmittelbar in die neue Aequatorialebene ein (Fig. 7 a). Sie liegen hier mit ihren Längsachsen der Polarebene parallel. Die Einschnürungen der Doppelchromosomen liegen somit in der Aequatorialebene. Im Metaphasenstadium bersten die Doppelchromosomen in dieser Ebene auf, und die Chromosomen werden auf jede Tochterplatte verteilt (Fig. 8 a und b). Diese erhalten also je 16 Chromosomen. Diese Teilung ist somit eine Längsteilung der ursprünglichen Chromatinschleifen.



i



Fig. 7. Fig. 8.

Fig. 7. Zweite Spermatocytteilung. a größerer Monaster, b kleinerer Monastei". e Doppelchromosom.

Fig. 8. Zweite Spermatoej^tteilung. a Diasterstadium der größeren Spermatocyten. b altes Metaphasenstadium der kleineren Spei'matocyteu.

Die Mitochondrien werden auch in diese Teilung einbezogen und ballen sich zu einem dunkel gefärbten Körper, dem Mitochondrienkörper (Meves, 1. c), zusammen (Fig. 9 a).

Die Folge dieser Teilung ist die Entstehung der Spermien, deren Entwickelung bald beschrieben werden soll.

Betreffs der Reifungsteilungen verhalten sich in der Hauptsache die Käfergattungen Tenebrio, Harpalus, Philonthus, Agriotes und Cetonia übereinstimmend. Bei Agriotes und Harpalus tritt die Bildung der Vierergruppen besonders gut hervor.


203

Die Reduktionsteilung. Aus dem Obigen geht hervor:

1) daß in der Prophase der ersten Spermatocytenteilung 16 vierwertige Chromatinsegmente (Vierergruppen) eintreten;

2) daß diese durch eine Längsteilung und eine Querteilung eines ursprünglichen Chromatinsegmentes gebildet sind;

3) daß diese Vierergruppen in der ersten spermatocytischen Metaphase quer halbiert werden;

4) daß also auf die zweiten Spermatocyten 16 zweiwertige Schwesterchromatinsegmente kommen, und

5) daß diese zweiwertigen Segmente durch die zweite Spermatocytenteilung so geteilt werden, daß auf jeden Spermienkern 16 Chromosomen kommen.

Also kommen bei Silpha carinata vor:

im Spermatogon 32 Chromosomen,

„ ersten Spermatocyt 64 „

„ zweiten „ 32 „

in der Spermie 16 „

Die beiden Teilungen sind somit Reifungsteilungen, durch welche die in der Prophase der ersten Teilung verdoppelte Chromosomenzahl halbiert wird. Die erste Teilung ist eine qualitative Reduktionsteilung im Sinne Weismanns.

Für Silpha carinata (Chromosomenzahl = 32, Chromosomen a, &, c^ d, e, f, . . . . usw.) gilt also das Reduktionsschema: a, &, c, d, e, f, . . . . Spermatogon.


ah ah


cd cd


ef ef




.^^"^


a


c


e



a


c


e



/ erste Spermatocyte ' * ' * I Vierergruppen

erste Spermatocytteilung


zweite Spermatocyten


\


/ \ zweite Spermatocytteilung


a^c^e . . a, c^ e . . . h, d,f . . h,d,f... Spermien.

E. Die Umbildungsperiode.

Die Entwickelung der Spermien wird am besten verständlich, wenn ich sie in Form einer Figurenerklärung beschreibe.

Fig. 9 a zeigt zwei Schwesterspermien nach beendigter Teilung eines Spermatocyten zweiter Ordnung. Wir bemerken hier die Lage des Kernes, der Mitochondrien und der Zentralkörper. Ebenso sehen


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wir, daß die Verbindungsfädchen noch stehen bleiben. Der Kern hat noch keine Kernraembran.

Fig. 9 b repräsentiert eine etwas ältere Spermie. Eine Kernmembran ist gebildet. Der Zentralkörper hat sich geteilt. Das eine der beiden Zentralkörperchen (das Kerncentrosom) hat ein kurzes Filament ausgeschossen, den bleibenden Achsenfaden.



Fig. 9. :i — t Spermien auf verschiedenen Stadien. Nähere Erklärung im Texte.

Fig. 9 c und d zeigen zwei ältere Spermien. Das Kerncentrosom liegt dem Kerne dicht an. Von hier läuft der Achsenfaden aus. Der andere Zentralkörper hat sich mit einer hyalinen Sphäre umgeben. Die Mitochondrien haben einen (oder zwei, Fig. 9 c) Mitochondrienkörper gebildet. Fig. 9d zeigt außerdem, daß der Sphärenzentralkörper sich in 2 geteilt hat, welche dicht aneinander liegen, ebenso zeigt Fig. 9d, daß der Mitochondrienkörper von einem Vakuoleuring umgeben ist. Der Kern ist feingranuliert; er behält diese Struktur auch in den folgenden Stadien.

Fig. 9e zeigt, wie die Sphäre an dem verlängerten Achsenfaden liegt, und wie der eine der Zentralkörper sich an den Faden legt. Der Mitochondrienkörper besteht nun aus drei Schichten. Die Vakuolen beginnen miteinander zu verschmelzen. Fig. 9f zeigt, wie das Achsenfadencentrosom die Sphäre verlassen hat und wie das Sphärencentrosom gegen den Kern gewandert ist.


205

Fig. 9 g und h zeigen eine noch ältere Spermie im Längs- und Querschnitt. Die Spermie ist nun länglich, der Mitochondrienkörper ebenso. Der Vakuolen („Mitochondrienvakuolen") sind jetzt nur zwei, welche den Mitochondrienkörper schalenartig umgeben. Der Achsenfaden durchsetzt die ganze Zelle.

Fig. 9i — s zeigen die Umbildungen der Mitochondrienkörper. Fig. 9i zeigt, wie von dem Mitochondrienkörper zwei Balken abgespaltet werden, welche in die schalenförmigen Mitochondrienvakuolen eindringen und hier die „Mitochondrienbalken" bilden. Fig. 9j zeigt» wie die Mitochondrienbalken perlbandähnlich aufgelöst werden. Fig. 9k ist ein Querschnitt durch eine Spermie, welche sich in demselben Stadium befindet. Der „Mitochondrienrestkörper" liegt in der Mitte. Draußen sieht man die beiden im Querschnitte halbmondförmigen Mitochondrienvakuolen mit dem darin liegenden Querschnitte der Mitochondrienbalken. Ziemlich exzentrisch liegt der Querschnitt des Achsenfadens.

Auf Fig. 91 und m ist der Restkörper verschwunden und seine Lage ist vom Achsenfaden (m) eingenommen.

Fig. 9n und o zeigen, wie die vorher perlbandähnlichen Mitochondrienbalken wieder kondensiert sind und wirkliche Balken darstellen.

Fig. 9q und q zeigen eine noch ältere Spermie. Sie ist in die Länge stark ausgezogen ; die Mitochondrienvakuolen sind verschwunden. Die Balken sind sehr lang, parallel, und zwischen ihnen läuft der Achsenfaden (q). Die Sphäre mit ihrem Zentralkörper liegt dem Kern an. Fig. 9r repräsentiert einen Querschnitt einer ein wenig älteren Spermie. Kein Querschnitt der Achsenfäden ist hier zu sehen.



^\ n i



Fig. 10. a — g Spermien auf verschiedenen Stadien, h Spermatozoon.


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Dagegen sind die Querschnitte der Mitochondrienbalken sehr deutlich. Der Achsenfaden muß dem einen dieser Balken angelagert sein.

Fig. 9 s repräsentiert eine noch ältere Spermie. Die Mitochondrienbalken sind im Begriff, aufgelöst zu werden.

Fig. 9 t zeigt die Spermie nach Auflösung der Mitochondrienbalken.

Schon auf Stadium Fig. 9 p habe ich das Achsencentrosom außer Sicht verloren.

Fig. 10a und b zeigen ältere Spermien. Die Sphäre nebst Zentralkörper bilden das „Akrosom".

Fig. 10 c— g zeigen die letzten Entwickelungsstadien der Spermien, Fig. 10 h das fertige Spermatozoon.

Aus Obigem geht hervor, daß der Entwickelungsmodus bei Silpha ein wesentlich anderer zu sein scheint als der der von verschiedenen Autoren beschriebenen Spermienentwickelung anderer Tiere.

August 1902.


Nachdruck verboten.

Ungewöhnlich langer Wurmfortsatz, Positio mesenterica.

Von Dr. med. N. Altuchoff, Prosektor an der Universität in Moskau.

Mit 1 Abbildung.

In dieser Notiz beabsichtige ich die Beschreibung eines sehr seltenen Falles von ungewöhnlich langem Wurmfortsatz, welchen ich bei einer Sektion beobachtet habe. Dieser Fall ist deshalb besonders interessant, da der Wurmfortsatz in seiner ganzen Länge durch das Bauchfell bedeckt wurde : in seinem Umfange wurde er vom parietalen Blatt bedeckt, der Rest war in das Mesenterium des Dünndarmes eingeschlossen, indem er oberflächlich unter dem rechten Blatt der Duplikatur des Bauchfelles lag.

Weibliche Leiche, 40 Jahre alt, gestorben am Flecktyphus. Die Brust und Bauchorgane normal. Keine pathologischen Verwachsungen und Zusammenschnürungen im Bauchfelle. Der ganze Blinddarm und der untere Abschnitt des Colon ascendens 7 cm lang, bedeckt durch viscerales Bauchfell, deshalb frei liegend, d. h. mit der hinteren Wand der Bauchhöhle nicht verwachsen. Der Blinddarm befindet sich in der Fossa ihaca dextra, fast im Eingang des kleinen Beckens.

Auf der vorderen Oberfläche des Blinddarmes und des Colon ascendens sieht man eine sehr deutlich entwickelte Taenia libera, welche, nach unten laufend, direkt in die Muskulatur des Wurmfortsatzes übergeht, so daß der Blinddarm, sich trichterförmig verengend, ohne deut


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liehe Grenze in den letzteren übergeht. Länge des Blinddarmes 9 cm, Breite 7 cm.

Der Wurmfortsatz, welcher also eine direkte Fortsetzung des Blinddarmes bildet, erhebt sich anfangs hinter denselben, fast senkrecht nach oben. An der Befestigungsstelle des Colon ascendens an der hinteren Bauchwand ist der Wurmfortsatz scharf nach unten und links gebogen und legt sich in die Masse des Dünndarmmesenteriums, wo er fast parallel dem freien Ende desselben anliegt. Das blinde zugespitzte Ende des Fortsatzes geht in ein sehr deutliches und scharf begrenztes Bündel von fibrösen Fasern über. Dieses Bündel läuft in derselben Richtung bis zu dem freien Ende des Mesenteriums. Die Länge des Wurmfortsatzes, in situ gemessen, beträgt 25 cm, die Dicke 6 mm. Der hinter dem Caecum liegende Teil (Pars retrocaecalis) ist 15 cm lang und der in das Mesenterium eingeschlossene Teil (Pars mesenterica) 10 cm. Die Länge des fibrösen Bündels beträgt 4 cm. Die Lage des Wurmfortsatzes und des aus demselben auslaufenden fibrösen Bündels gegenüber dem Mesenterium ist folgende : Die Stelle



Nach einer photographischen Aufnahme. Oberer rechter Quadrant: Caecum, Mündung des Dünndarmes in dasselbe und Anfang des Wunnfortsatzes. Unterer linker Quadrant: nach oben gezogener Abschnitt des Colon ascendens, Fossa subcaecalis, Rand des kleinen Beckens mit Vasa iliaca und Knickung des Wurmfortsatzes. Oberer rechter Quadrant : Dünndarm und freier Rand des Mesenteriums, in dessen Masse der Wurmfortsatz und das von demselben ausgehende fibröse Bündel liegen.


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der Biegung des Wurmfortsatzes befindet sich 3 cm oberhalb der Articulatio sacro-iliaca und die Befestigung des fibrösen Bündels an dem Rande des Mesenteriums 14 cm links von demselben Punkte. Der Wurmfortsatz läuft fast parallel dem freien Rande des Mesenteriums etwa 3 cm von demselben entfernt. Die Lage des Wurmfortsatzes ist klar aus der Abbildung ersichtlich, wo die Fossa iliaca dextra dargestellt ist. Durch die Verschiebung des Dünndarmes nach links ist der Sinus mesentericus dexter sichtbar geworden. Das Dünndarmmesenterium ist etwas gespannt, und sein rechtes Blatt ist nach vorne gerichtet. Der Blinddarm und der untere Abschnitt des Colon ascendens sind nach oben gezogen.

Nach der Herstellung einer photographischen Aufnahme in situ wurden die entsprechenden Teile des Colon ascendens und das Dünndarmmesenterium aus der Leiche sorgfältig herausgeschnitten. Die weitere Untersuchung ergab, daß die Valvula Bauhini sehr gut entwickelt ist (besonders die Muskelschicht), die Valvula Gerlachi aber gar nicht vorhanden war, sodaß der Wurmfortsatz einen direkten Fortsatz des Blinddarmes bildete. Die in den Wurmfortsatz eingeführte Metallsonde erwies den Wurmfortsatz bis zu seinem Ende durchgängig. Das Präparat wurde in die Konservierungsflüssigkeit von Wickersheimer gelegt und wird in dem Museum der Anatomie aufbewahrt.

Der eben beschriebene Fall hat schon deshalb Interesse, weil, soviel ich nach der mir bekannten Litteratur schätzen kann, der von mir beschriebene Wurmfortsatz durch seine Länge alle bis jetzt beschriebenen Fälle übertrifft, also in dieser Beziehung ein Unikum ist.

In der Tat, wenn man von der Länge des Wurmfortsatzes spricht, so nimmt man seine mittlere Länge beim Erwachsenen für 9,2 cm (Berry) oder 8,7 bezw. 8,5 (W. Müller). Selbstverständlich sind Abweichungen möglich. So z. B. beschreibt Ribbert einen sehr kurzen Wurmfortsatz von 2,5 cm, Laffokge u. a. von 3 cm. Die längsten Fortsätze wurden beschrieben von Gegenbaur: 20 cm; Ribbert: 21 cm; Cruveilhier und Lannelongue: 22 cm; Luschka, Haenel, M'Adam EccLES und Ransshoff: 23 cm; Trevor und Georgieff: 24 cm.

Noch größeres Interesse hat unser Fall vom embryologischen Standpunkte aus, da er zu verschiedenen Auseinandersetzungen über die Ursache solcher Anomalie wie die Positio mesenterica führen kann.

Endlich nicht weniger interessant ist unser Fall auch vom praktischen Standpunkte aus.

Indem wir zu den Auseinandersetzungen rein embryologischen


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Charakters über die Genesis solcher Erscheinungen, wie ungewöhnliche Länge des Wurmfortsatzes, seine Lage in der Masse des Mesenteriums, Auslaufen eines fibrösen Bündels aus demselben, übergehen, können wir behaupten, daß diese Erscheinungen in erster Linie nicht pathologischer Natur sind, da keine Verwachsungen und Zusammenschnürungen des Mesenteriums der angrenzenden Teile vorhanden sind, folglich dieselben embryologischen Ursprungs sind und in der früheren Periode des Embryonallebens entstanden sind (4. Monat, wenn die Entwickelung des Darmkanals und nachher die Versetzung des Dickdarmes aus dem linken Teil der embryonalen Bauchhöhle in die rechte [resp. Fossa iliaca] stattfinden).

Man kann annehmen, daß das Ende des Wurmfortsatzes bei dieser Verlagerung sich aus der Duplikatur des embryonalen Mesenteriums (Mesenterium commune) nicht befreien konnte und in dessen Masse liegen geblieben ist, zu welchem Vorgang ganz besonders das fibröse Bündel beigetragen hat, welches einerseits an den freien Rand des embryonalen Mesenteriums, andererseits an den Wurmfortsatz befestigt ist, deshalb den Fortsatz in der Masse des Mesenteriums hielt und, seinen Bewegungen folgend, wie eine Saite gespannt wurde.

Während seiner Wendung nach der Fossa iliaca, zog der Blinddarm selbstverständlich auch den Wurmfortsatz mit sich, jedoch nicht den ganzen Fortsatz, da er von dem Rand des Mesenteriums fixiert war, sondern nur jene Teile desselben, welche sich befreien konnten und hinter den Caecum Platz nahmen (Pars retrocaecalis). Der andere Abschnitt des Fortsatzes, durch das fibröse Bündel fixiert, blieb auf seiner früheren Stelle, d. h. in der Masse des Mesenteriums (Pars mesenterica). Die Knickung des Wurmfortsatzes, welche sich an der Stelle der Befestigung des Colon ascendens an der hinteren Bauchwand befindet, zeigt uns die Richtung der Kräfte, welche ihre Wirkung auf den Fortsatz ausübten, d. h. das Ziehen seitens des Blinddarmes (von oben nach unten) bei seinem Niedersteigen in die Fossa iliaca, andererseits der Gegenwirkung (von links nach rechts), welche das Mesenterium bezw. das fibröse Bündel bei der Befreiung und Bewegung des Wurmfortsatzes ausgeübt hatte. So war, unserer Meinung nach, der Mechanismus der Entstehung jener Erscheinungen, welche für unseren Fall so charakteristisch sind, im embryonalen Leben.

Bei der Beschreibung eines ungewöhnhch langen Wurmfortsatzes und dessen direkten Ueberganges in den Blinddarm konnte man selbstverständlich auch über die Genesis solcher Fälle vom vergleichendanatomischen Standpunkte sprechen, doch dieser Frage sind spezielle Arbeiten gewidmet, und werden wir uns begnügen, wenn unsere Mit Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 14


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teiluDg die Aufnieiksamkeit der Anatomen und Chirurgen auf sich lenken wird und den ersteren bei der Entscheidung einiger Fragen über die Bildung des Wurmfortsatzes beihilflich sein wird, den anderen aber die Feststellung der Differenzialdiagnose in schwereren Fällen erleichtern wird.

Wir benutzen diese Gelegenheit, um unsere höchste Anerkennung und unseren tiefsten Dank für die wichtigen Ratschläge, welche uns bei der Zusammenstellung dieser Notiz gegeben wurden, Herrn Geheimrat Prof. Dr. Waldeyer auszusprechen.


Nachdruck verboten.

Zur Kenntnis des Os styloideum carpi nltimale.

Von A. Rauber in Dorpat. Mit 3 Abbildungen.

In Nu. 9, Bd. 21, 1902, dieser Zeitschrift sind 2 Styloidea ultimalia beschrieben worden. Doch mußte damals manches Bemerkenswerte unerledigt bleiben. Jene Lücken auszufüllen, sind die folgenden Zeilen bestimmt. Anfangs beabsichtigend, eines der beiden Styloidea zur Mazeration zu bringen, den von allen Weichteilen befreiten Knochen mit dem unversehrten frischen zu vergleichen und ihn sodann an Sägeschnitten auf seine innere Architektur zu untersuchen, schlug ich in der Folge einen anderen Weg ein. Das Styloideum des linken Carpus wurde aus allen Verbindungen vorsichtig gelöst, in geeigneter Lage photographisch aufgenommen und sodann in verdünnter Salzsäure erweicht. Von dem in Weingeist wieder genügend gehärteten wurden einige feinere Schnitte abgenommen, die auch mit dem Mikroskope betrachtet werden können.

In Fig. 1 ist der linke Carpus mit dem angrenzenden Teile der Mittelhandknochen in dorsaler Ansicht wiedergegeben, nachdem das Styloideum entfernt worden war. So erhält man eine sehr deutliche Anschauung der Lage des Knochens. Man erkennt die keilförmige Grube, in der das Styloideum geruht hat; sie befindet sich zwischen dem Multangulum minus und Capitatum einerseits und den Metacarpalia II und III anderseits. Die in der Tiefe der Grube liegende Schneide des Hohlkeiles hat eine Länge von 4 mm. Die der Basis entsprechende Eingangsöffnung der Grube ist unregelmäßig vierseitig begrenzt; am ausgedehntesten ist die konvexe, dem Capitatum zugehörige Seite. Dann folgen der Ausdehnung nach die Seiten, welche dem Metacarpale III, Multangulum minus und Metacarpale II


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zugehören. Von der Schneide des Keiles ist noch zu sagen, daß sie einen schrägen Verlauf hat und ulno-distalwärts von der Longitudinalen in einem abwärts offenen Winkel von etwa 30° abweicht.



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Fig. 1.


Fig. 2.


Fig. 1. Carpus sinister mit den proximalen Teilen der Metacarpalia des Menschen. Dorsale Ansicht. Zwischen m, C, II und III die keilförmige, von 4 Gelenkflächen umgrenzte Grube für die Aufnahme des entfernten Os styloideum.

Fig. 2. Os styloideum sinistrum isoliert, in frischem Zustande, von der Schneide des Keiles aus betrachtet; 5/1. c' die Gelenkfläche zum Capitatum; c die mit Bindegewebe bedeckte Haftfläche zum Capitatum; m Geleukfläche zum Multangiüum minus ; M II, 31 III, zum Metacarpale II und III.

Das Positiv zu der soeben beschriebenen Lücke, d. i. das Styloideum sinistrum selber, liegt in Fig. 2 5mal vergrößert vor. Die Schneide des Keiles (zwischen c, c und Mil gelegen) ist dem Beobachter zugewendet, die beträchtlich gewölbte Basis von ihm abgewendet. Die mit c bezeichnete überknorpelte Fläche artikuliert mit dem Capitatum und ist konkav-konvex gestaltet. Größer noch als die Gelenkfläche zum Capitatum ist die angrenzende, dem Bandapparate angehörende und Bindegewebsmassen tragende Fläche c, welche unvollkommen in 3 Felder sich scheidet, als Ganzes aber mit dem Capitatum verbunden war.

Die Gelenkfläche zum Multangulum minus (m) hat 3-seitige Form und wesentlich ebene Beschalienheit.

Die Gelenkfläche zum Metacarpale II {Mil) ist ein rechteckiges Stück einer cylindrischen Hohlfläche.

Die Gelenkfläche zum Metacarpale III {M III) endlich ist schwach konvex-konkav, und zwar konvex in dem an c, konkav in dem an M II

14*


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stoßenden Teile. In der Nähe des basalen Randes dieser Gelenkfläche sieht man die Insertion eines kräftigen dorsalen Hilfsbandes.

Wie ist dieser Knochen im Inneren gestaltet ? Ein nach vollzogener Entkalkung entnommener Schnitt des Knochens zeigt das in Fig. 3 wiedergegebene Bild, Die Schuittführung läuft über Schneide und Basis hinweg und trifft die beiden Seitenflächen c und Mil ziemlich genau entsprechend den beiden gestrichelten Linien, welche in diese Seitenflächen eintreten.





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Fig. 3. Schnitt durch das in Salzsäure erweichte Styloideum, parallel seiner Höhenachse, durch die Gelenkflächen für das Capitatum und Metacarpale II, sowie durch die Basis; ca. 8/1. 1 kompakte Rinde der Facies doi-salis; 2 Facies ossis metacarpalis II; 8 Facies ossis capitati ; ^ Periost ; 5 Bandmassen. Die Ziffern 2 und 3 stehen im Gelenkknorpel, dessen verkalkte Zone unmittelbar an den Knochen grenzt.

Das sich darbietende Bild ist ein unerwartetes, obwohl sich hinterher unschwer angeben läßt, daß es eigentlich gar nicht anders hätte ausfallen können. Dennoch würde selbst ein Grübler, der es unternommen hätte, in den gegebenen Umriß mit der Kenntnis des Situs ein Architekturbild der Spongiosa künsthch einzutragen, kaum eine große Aehnlichkeit mit den natürlichen Verhältnissen erzielt haben. Was war denn aber im Gebiete der beiden Gelenkflächen 2 und 3 anderes zu erwarten, als was vorliegt? Züge der Spongiosa, welche zunächst an verkalkten Knorpel angrenzen und den Druck aufzunehmen haben, welcher auf den beiden Gelenkflächen lastet. Nirgends war hier eine stärkere Ansammlung von kompakter Substanz


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zu vermuten. Dagegen mußten Anordnungen getroffen sein, welche den Druck der beiden Gelenkflächen aufeinander aufnehmen konnten. In der Tat sind kräftigere und schwächere Züge wahrnehmbar, die von einer Gelenkfläche zur anderen sich erstrecken. Jene und diese Züge mußten sodann in einer zweckmäßigen Beziehung stehen zur gewölbten freien Oberfläche 1 und 4. Wir haben es in ihr mit der vom Periost (4) bekleideten Facies dorsalis des carpalen Elementes zu thun. Wenn irgendwo, so konnte an dieser Fläche eine stärkere Konzentration von kompakter Substanz erwartet werden. Doch mußten Zweifel obwalten über das Maß dieser Konzentration. Die Betrachtung der Fig. 3 beseitigt diese Zweifel. Es ist eine dorsale Konzentration der Knochensubstanz vorhanden (jf), welche auf der Höhe der Wölbung der konvexen Oberfläche am stärksten ist und nach beiden Seiten hin abnimmt. Die Innenfläche dieser kompakten Rinde nun nimmt alle jene spongiösen Züge auf, welche, von beiden Gelenkflächen ausgehend, das Innere des Raumes durchsetzen und ihrerseits wieder durch besondere Züge verbunden werden.

Ein größerer Raum für die Ansammlung von Knochenmark ist nicht vorhanden; überall treten uns nur kleine Markräume entgegen, die da und dort miteinander in Verbindung treten, je nach der Reihenfolge der Schnitte.

Wie in dem Felde c keine kompakte Rinde zu erwarten ist, so ist es auch für das Feld c und die Felder m und Mill der Fall.

Nicht allzuschwer ist es nunmehr, sich in Gedanken zu vergegenwärtigen, wie ein Schnitt beschafl'en wäre, welcher die Schneide des Keiles in ihrer ganzen Länge träfe und zugleich durch die Mitte der Basis zöge, also senkrecht auf dem eben betrachteten Schnitte stände.

So wenig eine einzige Schwalbe den Sommer bringt, so wenig kann ein einzelner Schnitt die ganze innere Architektur eines Knochens, und wäre es auch nur eines kleinen, vollständig enthüllen. Auch ein zweiter, senkrecht zum vorigen stehender, genügt hierzu noch nicht. Vielmehr ist eine durchgreifende Zerlegung der Knochen erforderlich und eine plastische Rekonstruktion in vergrößertem Maßstabe, woran sich dann die eingehendere Untersuchung anzuschließen haben würde. Schon von verschiedenen Seiten ist ein dahin zielender Wunsch ausgesprochen, von keiner aber bisher, obwohl die Sache leicht durchführbar, erfüllt worden. Vielleicht wird gerade die Erwägung des ümstandes, daß nicht einmal ein so kleiner Knochen, wie ein Stylojdeum, in seiner inneren Architektur vollkommen durchsichtig ist, in Bälde dazu führen, an kleinen und großen Knochen das Versäumte nachzuholen.


214

Ganz unbekannt ist bis jetzt der Processus styloideus des 3. Metacarpale selber hinsichtlich seiner Architektur und ihres Verhältnisses zur Basis desselben Metacarpale. Daher ist es auch zur Zeit unmöglich, das Os styloideum mit dem Processus styloideus strukturell zu vergleichen, was in mancher Beziehung interessant wäre.

Liegt hiernach auch kein Abschluß unserer Kenntnis des Os styloideum vor, so doch ein erweiterter Anfang. Ein Blick auf die vorhandene engmaschige Spongiosa und ihren Zusammenhang mit der dorsalen Rinde ergibt ohne weiteres, daß man es in diesem Knochen keineswegs mit einem funktionslosen Körper zu thun habe. Vielmehr ist er ganz dazu geeignet, den ihm zukommenden Teil an der Leistung der Bewegungen und der Druckaufnahme des Carpus zu erfüllen. Wäre es anders, so würden wir große Markräume, eine weitmaschige, dünne Spongiosa und eine dazu passende schwache Rinde wahrnehmen.


Nachdruck verboten.

Zur Kenntnis des Os interfrontale und supranasale.

Von A. Rauber in Dorpat. Mit 7 Abbildungen.

Die interessante Arbeit von Schwalbe „Ueber die Fontanella metopica (medio-frontalis) und ihre Bildungen" ist gewiß für viele Veranlassung geworden, die ihnen zur Verfügung stehenden Schädel auf den neuen und doch zugleich Jahrzehnte alten merkwürdigen Befund hin zu untersuchen. So hat seitdem einstweilen Eugen Fischer eine sorgfältige Studie über diesen Gegenstand veröffentlicht. Aber es werden wohl ohne Zweifel noch viele andere Beobachter sich über den vorliegenden Stoff äußern, nachdem sie die in den Sammlungen niedergelegten bezüglichen Schätze durchmustert haben werden. In der Dorpater Sammlung zeigt etwa 1 Proz. der erwachsenen Schädel mehr oder minder ausgeprägte Spuren jener Fontanelle, die sich in ihrem Verhalten an die bisher bekannt gewordenen Fälle wesentlich anschließen. An einem jener Schädel treten die Merkmale nicht nur einer ehemaligen Fontanelle, sondern auch eines Os interfrontale sowohl an der äußeren als auch an der inneren Oberfläche des Stirnbeines deutlich zu Tage. Schon Schwalbe schildert 2 entsprechende Fälle. Denjenigen, den ich hier beschreiben will, habe ich aber nicht nur im Flächenbilde, sondern auch an Schliffen untersucht ; er bietet daher einiges Neue.

Betrachten wir zunächst die äußere und innere Oberfläche, so


215


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zeigt Fig. 1 die Außenfläche eines Teiles der Stirn-, Nasen- und Augengegend eines erwachsenen Schädels von männlichem Typus. Die Ziffern 1 und 2 weisen auf die ansehnlichen Arcus superciliares hin. Die Foramina supraorbitalia sind 50 mm voneinander entfernt. Die Wurzelteile der Nasalia sind auffallend schmal, um so breiter die Nasenfortsätze der Maxillaria. Die Breite der

Fig. 1. Teil der Stirn-, Nasen- und Augengegend eines erwachsenen Schädels. 1, 2 Arcus superciliaris ; S Os interfrontale, Außenfläche.

beiden Nasenbeine zusammen beträgt nämlich am frontalen Ende nur 6 mm, etwas weiter unten nur 4 mm ; gegen das freie Ende verbreitern sie sich auf das gewöhnliche Maß. Die Sutura internasahs ist oben und unten verschwunden und verläuft im ganzen etwas schräg von links nach rechts. Das rechte Nasenbein ist am unteren Ende mit dem Nasen fortsatze des Oberkiefers verwachsen. Die Apertura piriformis zeigt starke Ulmenblattform ; die rechte flälfte ist die engere. Das Septum nasale wendet sich nach rechts; seine Fläche ist nach links ausgebogen. Das linke Nasenbein ist am frontalen Ende gewulstet. Die Breite des interorbitalen Septums beträgt, zwischen den beiderseitigen Lacrimalia gemessen, 30,5 mm. Der Processus nasalis maxillae hat jederseits eine Breite von 16—17 mm. Jederseits ist teilweise Synostose des Processus nasalis maxillae mit dem Lacrimale vorhanden.

Vom Nasion aufwärts erkennt man deutliche Reste einer Sutura frontalis bis zu einer Höhe von 12 mm. In einer Entfernung von 20 mm vom Nasion aufwärts, ebenso in der Mitte einer queren Linie, welche die oberen Enden beider Arcus superciliares miteinander verbindet, befindet sich nun die für uns wichtigste Stelle (5). Kräftige Nahtspuren fassen seitlich eine Knochenplatte ein, welche etwa 6 mm Breite besitzt, aber nicht mediane, sondern paramediane Lage hat. Die kleinere, rechts gelegene Nahtspur liegt ziemlich median. Die größere linksseitige Nahtspur dehnt sich in vertikaler Richtung 5 mm aus. Von ihrer Mitte geht ein fast querliegendes, sanft median-abwärts gerichtetes Zackenpaar aus und verschwindet darauf.

Wären keine anderen Hilfsmittel der Untersuchung vorhanden, so könnte man im Zweifel sein über die richtige Deutung des vorliegenden


216


Befundes. Liegen in der mit 3 bezeichneten Knochenplatte die Reste eines frühereu, allseitig freien Fontanellknochens vor ? Oder sind die Nahtspuren nur die Reste einer früheren Fontanelle, ohne Zwischenschiebung eines besonderen Knochenkerues ? Gerade die Gegenwart des schräg liegenden Teiles der vorhandenen Nahtreste könnte für eine Entscheidung in letzterem Sinne Verwertung finden. Während man also hinsichtlich des ürteiles über den äußeren Befund Zweifel hegen kann, verhält es sich nicht so bezüglich der inneren Oberfläche. Wie Fig. 2 belehrt, befindet sich an der

inneren Oberfläche ein den äußeren Nahtspuren gegenüberliegendes Paar von scharfen und tiefen Längsfissur e n , welche eine schmale Knochenplatte zwischen sich fassen. Die linke Fissur ist die längere und mißt etwa 14 mm ; die rechte Fissur hat nur 10 mm Länge, beginnt höher und endigt weiter unten. Auch an der Außenfläche des Knochens ist die rechte Nahtspur die kleinere. Oben und unten verstreichen beide Fissuren allmählich.

Fig. 2. Mittelteil der Fossa eranii anterioi" desselben Scb.ädels. 1 Lamina cribrosa; 2 Crista galli; S For. caecum; 4 Os interfroutale, Innenfläche.

Die zwischen ihnen liegende Knochenplatte hat nicht nur vertikale, sondern auch mediane Lage; ihr unteres Ende ist vom Foramen caecum etwa 10 mm entfernt. Eine Crista frontalis ist nur andeutungsweise vorhanden und im Bereiche der beiden Fissuren fast verstrichen.

Welches ist die Tiefe der beiden Fissuren und wie verhalten sie sich zu den äußeren Nahtspuren, die 6 mm auseinanderliegen, während die beiden Fissuren oberflächlich nur 1 mm voneinander entfernt sind?

Hierüber orientiert Fig. 3, welche einen Quer schliff durch die Mittelgegend der äußeren und inneren Knochenplatte bei 3-facher Vergrößerung wiedergibt. Durch einen feinen Drillbohrer und eine Laubsäge war die wichtigste Stelle ausgehoben und durch vorsichtiges Schleifen zur Untersuchung passend vorgerichtet worden.

Gehen wir bei der Betrachtung der Fig. 3 von der inneren Oberfläche aus, so ist rechts von 1 die rechte Fissur, rechts von 2 die tiefere linke Fissur su erblicken. Letztere entspricht der langen



217

Fissur in Fig. 2 und der starken Nahtspur in Fig. 1. Die rechte Fissur (Fig. 3) setzt sich in gerader Linie, aber in schräger Richtung,



Fig. 3. Querschliff durch das Stirnbein in der Gegend der Mitte des Os interfrontale. 1 Fissura dextra; ;^ Fissura sinistra der Inuentafel ; 5 Sulcus dexter; .5 Sulcus sinister der Außentafel. Links und rechts von 4 Compacta suturalis ; s Sinus frontalis dexter.

indem sie sich verschmälert und teilweise verstreicht, bis zur äußeren Oberfläche fort und endigt bei 5. In etwa 6 mm Entfernung von der äußeren Mündung geht von ihr eine eigentümliche, C-förmig gebogene feine Furche ab, die blind endigt und ihre Konvexität nach hinten richtet.

Verfolgt man die Bahn der kleineren Fissur, rechts von 1 in Fig. 3, so hört sie als solche nach kurzem Verlaufe auf. Ganz deutlich aber setzt sie sich in eine auswärts gebogene und einmal geknickte Linie fort, um sodann vorläufig in einem mächtigen Hohlräume zu endigen (s). Dieser Raum ist nichts anderes als ein am weitesten medianwärts vordringendes Stück des Sinus frontalis dexter. Letzterer ist stark, der Sinus sinister sehr schwach entwickelt und zugleich etwas tiefer gelegen als die Höhe des Schliffes.

Suchen wir die Fortsetzung der kleineren Fissur {1) diesseits des Sinus frontalis zu gewinnen, so stoßen wir auf sie bei 3 (Fig. 3) ; dort liegt ihre Mündung an der äußeren Oberfläche anscheinend sehr weit entfernt von 5, der Mündung der größeren Fissur; aber es ist zu bedenken, daß 3-malige Vergrößerung vorliegt. Legt man den Schliff an das Stirnbeim zurück, von dem er stammt, so fällt die Stelle 3 zusammen mit der kleinen, rechtsseitigen Nahtspur in Fig. 1. Man kann übrigens die Furche bei 3 (Fig. 3) am wirklichen Schliffe noch weiter verfolgen als an der Abbildung. Dort biegt sie sich nach rechts in die Tiefe und mündet rechts von dem Knochenhügel der


218

Compacta aus, der auch in der Abbildung vorliegt; die Mündung liegt also ebenfalls im Sinus frontalis.

Faßt man nunmehr das zwischen beiden Totalfissuren gelegene Knochenstück ins Auge, so ergibt sich, daß es keilförmigen Querschnitt hat. Die Schneide des Keiles gehört der inneren, die Basis der äußeren Oberfläche an. Die rechte Flanke ist durch den Sinus frontalis dexter ausgehöhlt. Im ganzen läßt sich die oben aufgeworfene Frage nunmehr also dahin beantworten, es liege hier der Fall vor eines Os fonticulare, welches jederseits teilweise sutural, teilweise synostotisch mit dem zugehörigen Frontale verbunden ist, während nasal- und parietalwärts Trennungsspuren vollständig fehlen.

Wie soll man die in Frage stehende Fontanelle und ihren hier und da auftretenden besonderen Knochen, oder in anderen Fällen deren mehrere, am besten bezeichnen? Unter den vielen für sie aufgekommenen Namen würde ich den 1870 von Le Courtois empfohlenen, Fonticulus glabellaris, für den besten halten, wenn nicht gerade mit dem Namen Glabella Verschiedenes bezeichnet würde. Nur mit der Bezeichnung Fonticulus metopicus, Os metopicum, Sutura metopica vermag ich mich nicht zu befreunden. Das Wort Metopon, (.dxionov^ %\ (von i.iE%ä. und a'^) heißt ja doch nichts anderes als Stirn, Frons; im übertragenen Sinne bedeutet es Vorderseite, Berg, Heeresfront, Hausfront u. s. w.

Eine Sutura metopica ist daher nichts anderes als eine Sutura frontalis, ein Os metopicum = Os frontale, ein Fonticulus metopicus = Fonticulus frontaUs; ein Cranium metopicum wäre gar ein Cranium frontale. Mit dem Beiworte metopicus würde folglich fernerhin ein Mißbrauch nicht zu treiben sein. Daher vermied ich in der Ueberschrift dieses Beiwort und schlage vor, die betreffende Fontanelle und ihren oder ihre Knochen einfach Fonticulus interfrontalis , Os interfrontale zu nennen, da ein Mißverständnis ausgeschlossen ist. Die oberhalb gelegene „große Fontanelle" und ihre Knochen haben andere Bezeichnungen; die unterhalb gelegene Fontanelle und ihre Knochen aber verdienen, wie unten weiter zu zeigen wird, am ehesten den Adjektivnamen supranasalis und supranasalia.

Auch in historischer Hinsicht habe ich etwas vorzubringen. Die unter dem Präsidium von H. Luschka vorgelegte Dissertation von G. Hartmann : Beiträge zur Osteologie der Neugeborenen, Tübingen 1869, enthält in ihren 23 vortrefflichen schematisierten Abbildungen zwei Nummern, die sich auf unseren Gegenstand beziehen. Es sind die Figuren 4 und 5, die ich hier unter den gleichen Zahlen reproduziere, da jene Dissertation schwer erhältlich sein wird. Fig. 4 und 5 also zeigen Schaltknochen des Stirnbeines des Neugeborenen, und zwar Fig. 5 einen median gelagerten, Fig. 4 einen


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paramedian gelagerten, unilateralen, sinistrolateralen. Aller Wahrscheinlichkeit nach ist dieser letztere Fall als die Grundlage des oben beschriebenen Falles vom Erwachsenen (Fig. 1) anzusprechen.



Fig. 4 und 5. Kopien zweier Figuren von Hartmann (1869) vom neugeborenen Menschen ; 5 = Os interfrontale unicum = medianum ; 4 = Os interfrontale sinistrum. Fig. 4. Fig. 5.

Wie verhält es sich aber mit dem Fonticulus supranasalis und seinen etwaigen Knochenbildungen?

Wenn, wie Schwalbe gezeigt hat, Gerdy (1837) bis auf weiteres als Entdecker des abnormen Fonticulus interfrontalis = mediofrontalis zu gelten hat, so scheint Velpeau zuerst auf den Fonticulus supranasalis hingewiesen zu haben, und zwar mit den auch von Sghwalbe zitierten Worten: „Un foetus qu'il fallait extraire avec le forceps et que je pus examiner ensuite avec M. Malgaigne, avait au milieu de la suture fronto-nasale un point large de huit lignes et long de dix, absolument d6pourvu d'os."

Lassen sich Spuren einer solchen supranasalen Fontanelle und etwaiger supranasaler Fontanellknochen auch am erwachsenen Schädel nachweisen?

Die hiesige Sammlung enthält mehrere Schädel, welche deutlich für eine bejahende Antwort zu sprechen scheinen.

So zeigt uns Fig. 6 ein oberhalb der Nasenwurzel gelegenes, rings von Nahtspuren umgebenes länghches, auch in der Farbe besonderes Knochenfeld, welches schmal an dem Mittelteile der Sutura nasofrontalis beginnt, sich aufwärts etwas verbreitert und nach einem Längsverlaufe von 15 mm breit endigt. Die Nasenwurzel ist dadurch ausgezeichnet, daß ihre Mitte als ein ansehnlicher Fortsatz nach oben springt. Die Sutura internasalis ist im oberen Drittel und am unteren Ende synostosiert. Aufwärts von der Mitte des erwähnten supranasalen Knochenfeldes schließt sich in einer Ausdehnung von 10 mm die Andeutung einer feinen Sutura frontalis an, deutlicher am wirklichen Schädel als an der Abbildung wahrnehmbar.

Dieses supranasale Kuochenfeld läßt sich kaum anders deuten als so: es ist der Ausdruck eines Fontanellknochens, hier also eines Os supranasale. Die Form ist in den mir vorliegenden Schädeln nicht immer die gleiche, sondern schwankt in weiten Grenzen. Der untere Teil der Knochenplatte kann sich verbreitern, der obere verschmälern. Die Seitenränder können einander parallel oder konkav,


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auch unregelmäßig gestaltet sein. Die obere Abgrenzung fehlt zumeist. Die Größe hält sich in der Regel unterhalb der in Fig. 6 dargestellten. Häufigkeit, ca. 1 Proz.



Fig. 6. Fig. 7.

Fig. 6. Teil der Stirn-, Nasen- und Augengegend eines erwachsenen Schädels. s Os supranasale. *

Fig. 7. Desgleichen, s eine in querer Richtung zerklüftete, anscheinend als Os supranasale zu deutende Knochenplatte.

Man darf Fälle dieser Art nicht verwechseln mit jenen häufigen anderen, in welchen Spuren einer Sutura frontalis oberhalb der Nasenwurzel sich dadurch auszeichnen, daß mehr oder weniger zahlreiche schmale, aber lange Zähne der beiderseitigen Frontalia sich ineinander verschränken und dadurch ein quer zerklüftetes Knochenfeld bilden, welches ein Os supranasale vortäuschen könnte.

Andererseits giebt es Fälle mit querer Zerklüftung des supranasalen Knochenfeldes, welches durch je eine seitliche Grenzlinie von den beiden Frontalia geschieden wird. Einen solchen Fall zeigt Figur 7. Nach meinem Dafürhalten liegt hier ein Os supranasale vor, welches durch quere Furchen in Abteilungen getrennt wird. In manchen Fällen ist es schwer oder unmöglich, die richtige Zuteilung vorzunehmen. Auch hier wird man in der Folge nicht vermeiden können, Querschlifife für das weitere Studium heranzuziehen.

Wie verhält es sich in dieser Hinsicht mit kindlichen Schädeln? An den wenigen der hiesigen Sammlung ist nichts von einem Fonticulus supranasalis zu sehen. Auch Hartmann giebt in seiner Arbeit keine Anhaltspunkte.


221 ,

Was Tiere betriflt, so bildet K. A. Haberer in seiner kürzlich erschienenen Schrift: Schädel und Skeletteile aus Peking, I, Fig. 62, p. 109, den Schädel eines Inuus ab, mit einem paarigen supranasalen Knochen, der vielleicht als Os supranasale gedeutet werden kann; indessen ist eine untere, sehr feine unmittelbare Verbindung mit dem Nasale vorhanden, so daß man das supranasale Stück auch als oberen Anhang des Nasale beurteilen kann. Ich hoffe, daß Schwalbe seiner Arbeit über die m edio-fron tale Fontanelle eine solche über die supranasale folgen lassen wird; nur die Untersuchung eines umfangreichen Materials wird weitere Aufschlüsse zu geben im stände sein.


Nachdruck verboten.

Das Scliicksal der zweiten Sclilundspalte l)eim Menschen. Zur yergieichenden Embryologie und Mori)hologie der Oaumen tonsille.

Von J. Aug. Hammar in Upsala. Mit 2 Abbildungen. Ich gebe hier vorläufig einen kurzen Bericht über den Inhalt eines im Archiv für mikroskopische Anatomie und Entwickelungsgeschichte in ausführlicher Darstellung erscheinenden Aufsatzes. Es knüpft sich der Bericht an meine früheren Veröffentlichungen über die Entwickelung des Vorderdarmes ^) unmittelbar an.

1) Die dorsale Hälfte der 2. Schlundfurche des Menschen wird im Zusammenhange damit, daß das 2. Schlundspaltenorgan durch eine in dorsoventraler Richtung erfolgende Abschnürung aus einer Rinne in einen kurzen, dorsal wärts gerichteten BKndschlauch umgewandelt wird, von der 2. Schlundtasche losgetrennt und gleichzeitig verwischt.

2) Die ventrale Hälfte der betreffenden Furche wird etwas später eingeengt, so daß sie bei einem 11,7 mm langen Menschenembryo in eine ganz kleine, lochförmige Oeffnung, welche in das dorsale Ende des Sulcus praecervicalis ^) mündet, umgewandelt wird. Gleichzeitig ist

1) Zur allgemeinen Morphologie der Schlundspalten des Menschen. Zur Entwickelungsgeschichte des Mittelohrraumes, des äußeren Gehörganges und des Paukenfelles beim Menschen. Dieser Anzeiger, Bd. 20, 1901. — Studien über die Entwickelung des Vorderdarmes. I. Arch. f. mikrosk. Anat., Bd. 59, 1902.

2) Als Sulcus praecervicalis bezeicshne ich die oralwärts von der Herzprominenz an der Körperoberfläche des Embrj^os verlaufende Furche, in welche die Schlundfurchen ventralwärts auslaufen. Vergl. hierüber ferner: Hammae, Zur Bildungsgeschichte des Halses. Upsala Läkareförenings Förhandlingar, N. F. Bd. 7, 1902.


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durch den Dickenzuwachs der umgebenden Schlundbogen die Furche derart vertieft worden, daß sie in einen langen, schmalen Epithelgang, den Kiemengang (Rabl), umgestaltet worden ist. Dieser steigt, sich dem kaudalen Rande der 2. Schlundtasche an einer Strecke anschließend, dorsalwärts und geht hier in das das Schlundspaltenorgan darstellende freie Blindsäckchen kontinuierlich über.

Der ganze aus der 2. Schlundfurche stammende Komplex, der Kiemengang und seine Verlängerung, das Schlundspaltenorgan, schwindet bald durch Atrophie gänzlich, der erstere etwas früher als das letztere.

3) Die 2. Schlundtasche atrophiert gleichfalls allmählich in ihrer größten Ausdehnung, so daß von ihr nur die dorsale Verlängerung übrig bleibt.

4) In diese schwache dorsale Ausbuchtung wächst ein vom Schlundboden sich entwickelnder Höcker, der Tonsillenhöcker, hinein. Die dorsale Taschenverlängerung wird hierdurch erweitert. Bei dem im Zusammenhange mit der Gaumenbildung erfolgenden Entstehen der beiden Gaumenbogen erfährt dieselbe eine weitere Vergrößerung und eine schärfere Abgrenzung. Also entsteht die Tonsillen bucht.

Die Tonsillenbucht und der Tonsillenhöcker sind die bei der Tonsillenbildung grundlegenden Gebilde. Ihr Verhalten ist bei verschiedenen Tierspecies verschieden.

5) Bei der Ratte, wo eine Gaumentonsille nicht vorkommt, werden die fraglichen Tonsillenanlagen überhanpt nicht gebildet.

6) Bei einer Form der Tonsillenbildung, v/elche ich die primäre nenne, bleibt nebst der Tonsillenbucht auch der Tonsillenhöcker bestehen und nimmt an der Tonsillenbildung teil. Um die Tonsillenbucht bildet sich lymphoides Gewebe, das die Bucht ringsum einbettet und hierbei das Innere des Tonsillenhöckers in größerem oder geringerem Umfange einnimmt (Kaninchen, Eichhörnchen, Igel, Katze, Hund). Die Tonsillenbucht selbst kann gleichzeitig eine mehr oder weniger eingreifende Umgestaltung erfahren : bei der Katze (Fig. 2 B) wird sie teilweise in ein nach vorn gerichtetes Blindsäckchen, bezw. in einen soliden Epithelstrang umgewandelt; beim Hunde (Fig. 20) bildet sie eine den Tonsillenhöcker umschließende „Tonsillenkammer".

7) Bei einer anderen Form der Tonsillenentwickelung — dersekundären — wird ein Tonsillenhöcker zwar angelegt, nimmt aber an der Tonsillenbildung keinen Anteil, sondern atrophiert in der Regel früher oder später (Schwein, Rind, Schaf und Mensch). Es wachsen in sämtlichen näher untersuchten Fällen dieser Art aus der Bucht Epithelsprossen in die Tiefe, welche mit eintretender Verhornung später hohl werden und um welche sich das lymphoide Gewebe herausditferenziert.

Beim Schwein (Fig. 2D) scheint die Tonsillenbucht ungeteilt in


223

die Tonsillenbildung eingezogen zu werden. Die Tonsille bildet demgemäß hier eine einheitliche Masse.

Bei dem Rinde, dem Schafe und dem Menschen wird die Bucht durch eine in sie einschneidende Intratonsillar falte in zwei Recesse aufgeteilt. Aus den Tonsillarrecessen sprossen Epithelstränge heraus, welche beim Rinde eine reichliche baumartige Verzweigung zeigen, beim Menschen ebenfalls reichlich, aber regellos verteilt sind, beim Schafe endhch spärlich sind und Faltungen der Wände oder aus ihnen hervorgehende Blindsäckchen erzeugen. Indem sich im Anschluß an jeden Receß für sich lymphoides Gewebe herausbildet, erhalten diese Tonsillen einen zweilappigen Charakter.


Fiff. 1.


Fig. 2.



A. Kaninchen,


B. Katze.



C. Hund. D. Sch^vein. E. Rind. F. Schaf.

Fig. 1. Schemata der Tonsillenformen beim Menschen, in frontaler Projektion gedacht. A' Die mehr ursprünglichen Verhältnisse. A — D Verschiedene Typen der Tonsille beim Erwachsenen.

Fig 2. Schemata des Baues der Tonsillen einiger Säuger. Bei B und C entspricht das linke Bild einem durch den Hinterteil des Organs, das rechte Bild einem durch den Vorderteil gelegten Frontalschnitt.


224

8) Die Intratonsillarfalte läßt beim Rinde (Fig. 2E) einen oberflächlichen Abschnict der Tonsillenbucht ungeteilt; die Recesse geben davon als Zweige eines gemeinsamen Stammes aus.

Beim Schafe (Fig. 2F) wird die Tonsillenbucht durch die Falte gänzlich geteilt, so daß jeder Receß für sich an die freie Oberfläche mündet.

Beim Menschen (Fig. lA'— D) schwindet die Intratonsillarfalte in den späteren Entwickelungsstadien mehr oder weniger vollständig, wodurch die Recesse wiederum konfluieren ; die bilobäre Beschaff'enheit des Organs bleibt aber bestehen und zeugt fortwährend von seiner Entstehungsweise.

9) Es kann beim Menschen der Tonsillenhöcker als eine dem vorderen unteren Tonsillenrande entlang verlaufende Falte, die Plica triangularis (His), bestehen bleiben ; an der Tonsillenbildung nimmt er aber auch dann keinen direkten Anteil. Oftmals verschwindet er aber gänzlich.

Längs des hinteren oberen Randes der Menschentonsille kann in den späteren Fötalmonaten eine inkonstante Falte, die Retro ton sill arfalte, sekundär entstehen. Diese inkonstanten Falten, die Plica triangularis und die Plica retrotonsillaris, bedingen beim erwachsenen Menschen vier verschiedene, wenngleich durch Zwischenformen ineinander übergehende Tonsillentypen :

A. wo eine Plica triangularis bestehen geblieben, eine Plica retrotonsillaris aber nicht vorhanden ist (Fig. 1 A) ;

B. wo die beiden genannten Falten gleichzeitig vorkommen, so daß die Tonsille durch eine mehr oder weniger ringförmige Falte gleichsam eingerahmt ist (Fig. 2B);

C. wo die Plica triangularis ausgeglichen worden ist, die Plica retrotonsillaris aber vorhanden (Fig. 20);

D. endlich wo beide Falten fehlen und die mediale Tonsillenfläche mit der Umgebung in derselben Flucht liegt (Fig. 2 D).

10) Beim Menschen findet im Fötalleben ein Abschnüren von Epithelknospen in der Tonsille statt; diese können als durch Zellendetritus ausgedehnte Cysten bestehen bleiben ; meistens fallen sie der Atrophie anheim. An der Bildung der Sekundärknötchen sind sie nicht beteiligt.

Die Bildung des lymphoiden Gewebes der Tonsille wird durch eine starke Vermehrung der fixen Bindegewebszellen eingeleitet. Die Lymphocyten, welche erst relativ spät im Fötalleben etwas massenhafter in das Gewebe auftreten, stammen wahrscheinlich der Hauptsache nach nicht aus den Gefäßen, sondern sind wahrscheinlich Derivate der fixen Zellen.

Upsala, 4. Sept. 1902.

Abgeschlossen am 16. Oktober 1902.

Frommannsche Buchdruckerei (Hermann Fohle) in Jena.


ANATOMISCHER ANZEIGER

Centralblatt

für die gesamte wissenscMtliche Anatomie.

Amtliches Organ der anatomischen Gesellschaft.

Herausgegeben von

Prof. Dr. Xarl Tron Bardeleben in Jena.


Verlag von Gustav Fischer in Jena.


Der „Anatomische Anzeiger" erscheint in Nummern von etwa 2 Druckliogen. Um ein rasches Erscheinen der eingesandten Beiträge zu ermöglichen, werden die Nummern ausgegeben, sobald der vorhandene Stoff es wünschenswert macht und event, erscheinen Doppelnummern. Der Umfang eines Bandes beträgt etwa 50 Druckbogen und der Preis desselben 16 Mark. Das Erscheinen der Bände ist unabhängig vom

Kalenderjahr.

XXII. Band. ^ 8. November 1903. ^ No. II und 12.

Inhalt. Aufsätze. Nils Holmgren, lieber die Exkretionsorgane des Apion flavipes und Dacytes niger. Mit 12 Abbildungen, p. 225 — 239. — H. Adolphi, Ueber den Ursprung des Musculus piriformis am Körper des menschlichen Kreuzbeines. Mit 7 Abbildungen, p. 239—248.

Berichtigung. — A. Koelliker, Adresse, p. 248.

Litteratur. p. 17—40.


Aufsätze.

Nachdruck verboten.

Ueber die Exkretionsorgane des Apion flavipes und Dacytes niger.

Von Nils Holmgren. (Aus dem zootomischen Institut zu Stockholm.) Mit 12 Abbildungen. Bei den beiden Käferarten Apion flavipes (Curculionidae) und Dacytes niger (Cantharidae) kommen betreffend die Exkretionsorgane Verhältnisse vor, welche nicht mit denjenigen der übrigen Insekten übereinstimmen. Die Exkretionsorgane kommen nämlich bei diesen Insekten in zweierlei verschiedenen Formen vor. Teils sind sie normale tubuläre Drüsenröhren (MALPiGHische Gefäße), teils sind sie kurze, kolbenförmige acinose Drüsen. Dimorphe Exkretionsorgane bei Coleopteren sind freilich durch die Untersuchungen Dufours, Leydigs, Schindlers

Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 15


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u. a. schon bekannt. In keinem Falle ist aber die Dimorphie so weit gegangen wie bei den beiden oben erwähnten Käferarten, bei denen sie so weit gekommen ist, daß bei der einen Art der Excretionsorgane so gut wie keine deutlichen äußeren Eigenschaften zurückgeblieben sind, welche ganz bestimmt ihre Natur als MALPiGHische Gefäße aussprechen.

Es ist gewiß, daß in einem Falle, wie dieser, die morphologische Verwandlung der Exkretionsorgane durch einen Funktionswechsel oder eine Arbeitsteilung verursacht sein muß.

Im vorliegenden Aufsatze will ich die Exkretionsorgane von Apion flavipes und Dacytes niger näher beschreiben, um hierdurch Material zur Beurteilung der Art der Funktionsveränderung zu erhalten. Außerdem will ich, da ja die umgewandelten Exkretionsorgane dazu ein besonders gutes Material darbieten, die Exkretbildung näher studieren.

Das Material, welches ich für diese Untersuchungen gebraucht habe, war in Carnots und Peeennyis Gemische und Sublimat (konz. Lösung in phys. Kochsalzlösung) fixiert. Die 2—3 1.1 dünnen Schnitte wurden nach 24-stündiger Beizung in 2-proz. Eisenalaunlösung mit 2-proz. Hämatoxylinlösung 24 Stunden behandelt. Nachfärbung geschah mit Orange-G und Kongorot.


Apion flavipes. Bei dieser Art münden am Uebergange vom Mitteldarme zum Hinterdarme im letzteren zweierlei verschiedene Organe (Fig. 1), nämlich :

1) vier lange tubuläre Drüsen: die normalen MALPiGHischen Gefäße;

und 2) zwei kurze acinose Drüsen : die umgewandelten MALPiGHischeu Gefäße.

Fig. 1. Teil des Darmes von Apion flavipes mit den umgewandelten Malp. Gefäßen.



Die normalen MALPiGHischen Gefäße.

Diese sind lange, gleich weite Röhren, welche dicht beieinander an der einen Seite des Darmes münden. Ihre distalen Enden sind mit dem Afterdarme verbunden, ohne darin zu münden. Sie stimmen völlig mit den MALPiGHischen Gefäßen der übrigen Curculioniden und Insekten überein. Sie enthalten schwach gefärbte Exkretkugeln.

Die MALPiGHischen Gefäße bestehen histologisch aus drei verschiedenen Schichten (Fig. 2): 1) einer äußeren, dünnen Peritonäallage mit sehr spärlichen Zellkernen ;



227

2) einer kräftigen secernierenden Epithellage aus großen, ziemlich großkernigen Zellen ; in diesen Zellen gibt es Mengen gerundeter Exkretkörper. 2 — 3 Zellen umfassen das ganze

Lumen der MALPiGHischen Gefäße;

3) einer dünnen chitinösen Cuticularlage, „Stäbchensaum" („bordure en brosse").

Fig. 2. Querschnitt eines normalen Malp. Gefäßes. Seibert V, Oberhäusers Camera.

Die umgewandelten MALPiGHischen Gefäße.

Diese Organe sind aus einem blasenförmigen, ovalen Drüsenteil und einem röhrenförmigen Ausführungsgange gebildet. Die beiden Ausführungsgänge münden dicht aneinander so im Hinterdarme hinein, daß die Mündungsstellen denjenigen der normalen MALPiGHischen Gefäße gegenüberliegen.

Ehe wir auf den anatomischen Bau dieser umgewandelten Drüsen eingehen, ist es notwendig, zu zeigen, daß sie wirklich MALPiGHische Gefäße sind. Um dies zu ermitteln, wollen wir zuerst zusehen, wie die MALPiGHischen Gefäße der übrigen Apionarten sich verhalten. Bei Apion sp. finden wir somit, daß diese Drüsen in der Tat 6 sind, von denen 4 sehr lange, welche distal mit dem Rectum verbunden sind, nahe beieinander an dem vordersten Teile des Proctodaeums in denselben Darmteil münden. Diese enthalten gewöhnlich gefärbte Exkretkugeln. Diese sind gewiß mit den entsprechenden des Apion flavipes homolog. Die 2 übrigen MALPiGHischen Gefäße des Apion sp. sind ebenfalls lang, röhrenförmig und stimmen ziemlich nahe mit den anderen überein. Die distalen Enden sind aber frei, nicht mit dem Rektum verbunden. Sie enthalten niemals gefärbte Exkretkugeln. Sie münden nahe aneinander im Proctodaeum den 4 übrigen gegenüber ein (Fig. 3).

Fig. 3. Teil des Darmes von Apion sp. mit Malp. Gefäßen.

Bei den übrigen Phytophagen ist die charakteristische Zahl der MALPiGHischen Gefäße 6. Dadurch wird es ohne weiteres bewiesen daß die 2 Gefäße des Apion sp. wiiklich MALPiGHische Gefäße sind Das Verhältnis, daß die 2 MALPiGHischen Gefäße des Apion sp. sich nicht mit den 4 übrigen übereinstimmend verhalten, deutet darauf, daß sie einen Funktionswechsel erlitten haben.

Vergleichen wir nun diese Verhätnisse, wie sie bei Apion flavipes erscheinen, mit denjenigen des Apion sp., der übrigen Curculioniden und Phytophagen, so finden wir:

15*



228

1) daß die 4 normalen MALPiGHischen Gefäße bei Apion flavipes mit den 4 mit dem Rectum verbundenen Gefäßen des Apion sp. und der übrigen Curculioniden und Phytophagen homolog sind;

2) daß die sog. umgewandelten MALPiGHischen Gefäße des Apion flavipes morphologisch wirklich MALPiGHische Gefäße sind, welche mit den 2 ein wenig veränderten der übrigen Curculioniden und mit den 2 normalen der übrigen Phytophagen homolog sind;

3) daß die umgewandelten MALPiGHischen Gefäße des Apion flavipes aus normalen durch einen Funktionswechsel entstanden sind, welcher tiefer gegrifl'en hat als derjenige, welcher die entsprechende Umwandlung der Gefäße des Apion sp. und der übrigen Curculioniden verursacht hat.

Nachdem wir nun konstatiert haben , daß die 2 oben beschriebenen Drüsenorgane wirklich MALPiGHische Gefäße sind, gehen wir zur Beschreibung ihrer histologischen Zusammensetzung über.

Die abnormen MALPiGHischen Gefäße bestehen aus nur zwei Schichten (Fig. 4):

1) einer äußeren, sehr dünnen Peritonäallage

und 2) einer inneren Epithellage.

Ein Stäbchensaum fehlt nämlich vollständig i).

Diese Schichten sind sowohl für den Ausführungsgang wie für den Drüsenteil charakteristisch. Die Epithelzellen dieser beiden Teile sind bisweilen verschieden. An dem Ausführungsgang sind die Zellen abgeplattet, kleinkernig, nicht drüsig. An dem Drüsenteil sind sie dagegen im allgemeinen groß, großkernig und drüsig. Abgesehen von diesen Drüsenzellen gibt es hauptsächlich in dem proximalen Teile der Acini kleinere Zellen, welche nicht drüsig sind. Diese Zellen sind durch den Druck der Drüsenzellen aus der Drüsenlage verdrängt (Fig. 4 v). Es scheint hierdurch, als bildeten sie noch eine innerste Zellenschicht. Die Drüsenzellen sind von zweierlei Art:

1) solche, welche, in dem proximalen Teile der Drüse gelegen, ein körniges Exkret produzieren;

2) solche, welche, distal gelegen, Excretkugeln absondern. Diese letzteren Zellen sind bedeutend größer als die vorigen (sogar kolossal). Sie sind großkernig, gewöhnlich durch ungefärbte Exkretkugeln strotzend gefüllt. Die Kerne sind nach der Sekretionsphase chromatin


1) Dies hängt gewiß damit zusammen, daß die Exkrete dieser Gefäße viel größer sind als die der normalen. Sie können deshalb nicht zwischen die Stäbchen in das Drüsenlumen kommen, ohne einen event, vorhandenen Stäbchensaum zu zerstören.


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reich bis chromatinarm. Die Exkretkugeln sind deujenigen der normalen MALPiGHischen Gefäße an Größe bedeutend überlegen.

Die Bildung der Exkretprodukte.

Wie oben hervorgehoben, sind die Elemente, welche die abnormen MALPiGHischen Gefäße zusammensetzen, sehr groß. Dadurch wird es hier verhältnismäßig leicht, die Exkretbildung zu studieren, was ja bei den normalen Gefäßen wegeh der Kleinheit der Zellen sehr schwer ist.

Das Sekret , welches von diesen abnormen MALPiGHischen Gefäßen produziert wird, ist von zweierlei Art. Teils besteht es aus kleinsten, an Eisenhämatoxylinpräparaten intensiv schwarz gefärbten Körnchen (Fig. 4 k), teils aus großen, langgestreckten Cylindern (Fig. 7 j). Bei der Färbung mit Eisenhämatoxylin + Kongorot oder Orange-G färbt sich die Hauptmasse dieser Cylinder rötlich oder orange, während ein strichförmiger Achsenteil sich intensiv schwarz färbt. Diese letzteren Gebilde sind somit aus zweierlei Stoffen zusammengesetzt.

Betreffs der ersteren Art des Exkretes ist zu bemerken , daß es nur aus den Zellen produziert wird, welche an dem Uebergange des erweiterten Endteiles in dem Ausführungsgange des Gefäßes gelegen sind. Die Exkretbildung ist hier verhältnismäßig schwer zu ermitteln. Einen Fingerzeig zur Deutung der Exkretkörnchen, welche in einigen Zellen nahe ihrer Innenfläche dicht angehäuft liegen, finden wir in anderen derartigen Zellen, welche eine Menge diffus verbreiteter Körnchen dieser Art besitzen. Diese Körnchen kann man an günstigen Präparaten auf aus dem Kern ausgewanderte Chromatinkörnchen zurückführen. Da, wo solche Körner aus dem Kern auswandern, ist die Kernraembran aufgelöst und läßt hier Bilder zum Vorschein kommen, welche mit den von Korschelt in der Eianlage bei Insekten nachgewiesenen nahe übereinstimmen.

Der Bildungsgang dieser Exkretkörnchen ist meiner Meinung nach der folgende: Die Kernmembran wird aufgelöst, und es wandern Chromatinkörnchen in die Zellsubstanz heraus. Diese Chromatinkörnchen sind die Exkretkörnchen. Diese werden in den Zellen distal vom Kern in ein dichtes Häufchen gesammelt, um von hier aus nach außen, d. h. in den Sekretraum der MALPiGHischen Gefäße, entleert zu werden. Wie dies geschieht, kann ich noch nicht feststellen.

Die andere Art der Sekretkörperchen bietet eine sehr interessante Bildungsgeschichte dar, welche dazu sehr geeignet ist, die Art der Exkretbildung in den gewöhnlichen MALPiGHischen Gefäßen zu erklären.

Auf drei verschiedenen Stadien der Tätigkeit der Exkretions


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Organe, welche diese Exkretionsprodukte bilden, kann man alle Stadien

der Exkretbildung verfolgen.

Im Laufe der Exkretbildung nimmt die Zelle an Größe zu, bis

sie wenigstens doppelt so groß wird wie am Beginn der Exkretbildung.

Die ersten Stadien, welche ich gesehen habe, sind auf Fig. 5 abgebildet. Der Kern ist groß, chroraatinreich, basal in der Zelle gelegen. Der Kernmembran ist am Innenrande aufgelöst, und von hier aus strömen Chromatinkörnchen in die Zellsubstanz heraus. Die Zellsubstanz ist körnig oder mehr oder weniger fädig. In



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Fig. 4. Längsschnitt eines umgewandelten Malp. Gefäßes von Apion flavipes. a große Exkretionszelle. k kömiges Exkret der kleineren Zellen. V ans dem Zellverband verdrängte Zelle. Leitz, Obj. 6. Ok. 1. Abbes Camera.

Fig. 5. Exkretionszelle in reger Exkretbildung. Seibert, hom. Imm. '/jj, Oberhäusers Camera.



Figr. 4.


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der Zellsubstanz liegen Exkretkugeln unregelmäßig zerstreut. Das größte Interesse bieten aber die in die Zellsubstanz eingewanderten Chromatinkörnchen. In der Nähe des Ortes, wo die Kernmembran verschwunden ist, liegen diese Körnchen frei in der Zellsubstanz. An anderen Orten bemerkt man, daß diese Körnchen durch einen kleinen, körnigen, scharf abgegrenzten Hof umgeben sind. Die Begrenzung dieses Hofes scheint aus einer dünnen Membran zu bestehen. Ob diese Membran präformiert ist, ist schwer zu ermitteln, vielleicht ist sie ein Kunstprodukt, und in diesem Falle muß man den Inhalt des Hofes als flüssig auffassen. Immerhin treten diese Kügelchen sehr gut hervor. Sie messen anfangs 3 — 7 /<. Außer kleinsten Kügelchen gibt es solche von allerlei Größe (bis 15 /Oi d. h. es gibt alle Uebergänge zwischen den 3 f^i großen bis zu den 15 /< großen. Dies Ver


231


hältnis kann man nur so auffassen, daß die kleinsten Kügelchen an Größe zunehmen. Dies wird auch durch das Verhalten des in die Kügelchen eingehenden Chromatinkörnchens bestätigt. Dies nimmt nämlich proportional [mit dem Kügelchen an Größe zu. War es zu Beginn nur ein kleines Körnchen, so wird es zuletzt ein ansehnliches Chromatingebilde, welches in den größten Kugeln eine mehr oder weniger geschlängelte Chromatinschleife darstellt. Die Aehnhchkeit dieser Schleifen mit einem Chromosom ist täuschend. Der plasmatische Teil der größten Kugeln ist deutlich wabig (Fig. 7 c). Ob die Waben durch die Fixierungsflüssigkeit dargestellt sind oder ein Ausdruck einer gewissen lebenden Struktur sind, kann ich nicht entscheiden.

In einem folgenden Stadium ist die Zelle bedeutend größer, durch Exkretkugeln strotzend gefüllt (Fig. 4 ä). Diese Kugeln sind sehr groß, bis 25 fi (und etwas größer). Der Kern ist fortwährend sehr groß, ist aber chromatinärmer geworden. Die Kernmembran ist freilich nicht ganz vollständig, aber die Auswanderung der Chromatinkörner ist verhältnismäßig gering. Ein Stadium, das diesem sehr nahe liegt, zeigt die Kernmembran völlig abgeschlossen. Hier ist aber der Kern ziemlich chromatinarm. Die Exkretkugeln füllen die Zelle gänzlich.

Bald platzt die Zellmembran, und die Exkretkugeln, welche in der nächsten Nachbarschaft der Membran liegen, werden in das Lumen der Drüse entleert. Die mehr basal gelegenen Kugeln bleiben in der Zelle zurück. Die Zelle regeneriert danach die Zellmembran. Eine solche Zelle ist in der Fig. 6 abgebildet. Der Kern ist blaß. In der Zellsubstanz gibt es größere und kleinere


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Fig. 6. Exkretionszelle nach Entleerung dei- meisten Exkretkugeln. Seibert, hom. Imm. Y,j, Oberhäusers Camera.


Vakuolen, zwischen denen die zurückgebliebenen Excretkugeln zerstreut liegen. Der Apikaiteil der Zelle ist von Exkretkugeln ganz frei und hier kann man in der Zellsubstanz eine fädige Struktur wahrnehmen.


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Bei der Exkvetbildung in den umgewandelten MalpiGHischen Gefäße desApion flavipes beteiligen sich somit der Kern wie auch die Zellsubstanz.

Im vorigen haben wir nur die Anfangsstadien der Exkretkugelbildung behandelt. Wir haben gesehen, daß sie aus einem chromatischen und plasmatischen Teile bestehen, wir haben sie aber, ehe sie vollgebildet wurden, außer Augen gelassen. Ehe sie aber vollgebildet sind, müssen sie mehrere Transformationen erleiden.

Die kleinsten und jüngsten Exkretkugeln (Fig. 7 a) messen 3 (.l und bestehen aus einem Chromatinkörnchen, das von einem hellen, möglicherweise flüssigen Ringe umgeben ist. Die Kugel wächst in der weiteren Entwicklung beträchtlich. Gleichzeitig nimmt der Chromatinteil derselben sehr an Menge zu und stellt bald ein chromosomenartiges.




Fig. 7. Entwickehmgsstadien der Exkretkugeln. Seibert, hom. Imm. 7]2, Ok. III.

mehr oder weniger gebogenes Gebilde dar. Bald ist es S-förmig, bald CJ-förmig (Fig. 7b und c). Die Größe, welche diese Kugeln bald erreichen, ist variierend. Die größten Kugeln (Fig. 7 c) mit diesem Aussehen messen 15 f.i an Durchmesser. Der plasmatische Teil ist schön wabig. Sobald die Kugeln ihre volle Größe (bis 25,4 f.i) erreicht haben, bemerkt man, daß der chromatische Bestandleil sich in feinsten Körnchen auflöst (Fig. 7d, d, d), welche sich an der Außenfläche der Kugel in verschiedener Weise sich anordnen. Bald bilden sie einen Gürtel um die Kugel (Fig. 7 dg), bald bilden sie am Durchschnitt zwei Kreise, welche einander in der Mitte der Kugel berühren (Fig. 7 (^3), bald sind sie im Zentrum der Kugel an einigen Radien und um den Umkreis desselben verteilt (Fig. 7 d^), so daß die ganze Kugel wie das Rad eines Wagens aussieht. Aus diesen verschiedenen


23ä

Anordnungen des „Kernes" der Exkrete resultiert aber die Bildung einer Anzahl von Tochterkugeln, welche sich innerhalb der Mutterkugel abrunden und je eine Portion des Chromatins erhalten. Auf Fig. 7 e ist eine Mutterkugel mit Tochterkugeln abgebildet. Das Chromatin ist hier gewöhnlich in einem Gürtel um jede Tochterkugel gesammelt.

Im nächsten Stadium sind die Tochterkugeln, welche 7 — 10 /n messen, frei in der Zellsubstanz verlagert (Fig. 7f). Wie sie frei werden, ist mir unbekannt, ich vermute aber, daß es durch Auflösung der Muttermembran bedingt ist. Immerhin findet man die Tochterkugel frei in der Zellsubstanz, Die Teilung des Mutterkugelinhalts in Tochterkugeln halte ich nicht für einen vitalen Prozeß, sondern betrachte es vielmehr als eine gänzlich mechanische (kapillare) Erscheinung,

Nun geht eine Konzentration der Chromatinkörnchen zum Zentrum der Tochterkugeln vor sich. Ein solches Stadium ist auf Fig, If abgebildet. Das Resultat dieser Konzentration wird eine Kugel, deren Zentrum durch einen intensiv schwarz gefärbten Körper eingenommen ist (Fig. 7 g), dies ist der „Kern" der Exkretkugel. Der plasmatische Teil der Kugel färbt sich nun nicht wie vorher rötlich, sondern nimmt einen bläulichen Farbenton an. Dies deutet dahin, daß er eine chemische Modifizierung erlitten hat. Von nun an beginnt die letzte Phase der Exkretbildung. Der „Kern" streckt sich zuerst ein wenig in die Länge (Fig. 7 h) und wird wieder chromosomähnlich. Die Kugel wird der Länge nach ausgezogen (Fig. 7 i) , bis sie Stäbchenform angenommen hat, Sie mißt nun bis 30 iii (Fig. 7j). Damit ist das Exkret fertig. Die letzte Phase der Exkretbildung kann sich entweder in der Drüsenzelle oder im Lumen der Drüse abspielen und ist deshalb nicht als eine Folge der Zellentätigkeit zu betrachten, sondern vielmehr als ein automatischer (resp. mechanischer) Umwandlungsprozesse anzusehen. Gewissermaßen kann man aber nicht den Exkretkugeln eine gewisse Vitalität absprechen, dafür spricht auch die Regelmäßigkeit ihrer Entwickelung.

Dacytes niger.

Die Exkretionsorgane des Dacytes niger sind von zweierlei Art, Teils werden sie durch 6 normale MALPiGHische Gefäße dargestellt, teils kommen noch beim Weibchen 6 kolbenförmige exkretorische Anhänge vor (Fig. 8). Vielleicht sind die letzteren umgewandelte MALPiGHische Gefäße, Man würde in diesem Falle erwarten können, daß wenigstens einige Canthariden 12 MALPiGHische Gefäße besitzen. Aus den litterarischen Angaben finde ich aber, daß die Canthariden im allgemeinen nur 6 MALPiGHische Gefäße besitzen. Ich muß also den Gedanken


2ä4


Verwerfen, daß die kolbenförmigen Exkretionsorgane des Dacytes umgewandelte MALPiGHische Gefäße seien, und ich tue dies um so viel mehr, weil ich bei keinem anderen Canthariden derartige Organe gefunden habe und weil beim Männchen von Dacytes diese Organe ganz fehlen. Im folgenden werde ich diese Organe als accessorische Exkretionsorgane bezeichnen.

Die MALPiGHischen Gefäße. Die MALPiGHischen Gefäße münden an der Grenze des Mitteldarmes und Hinterdarmes. Sie sind in 2 Bündel um 3 Gefäße distalwärts vereinigt. Diese 2 Bündel ^ erbinden sich mit dem Hinterdarme an zwei ziemlich weit voneinander gelegenen Orten.

Fig. 8. Darmtractus des Dacytes nigermit Malp. Gefäßen, accessorische Exkretionsorgane und Oenocyten.

Fig. 9. Querschnitt eines normalen Malp. Gefäßes von Dacytes. Seibert, Obj. 4, Oberhäusers Camera.



Fig. 9.


Histologisch bestehen sie (Fig. 9) aus denselben Lagen wie die des Apion, nämlich:

1) einer dünnen Peritonäallage,

2) einer Lage von Exkretionszellen und

3) einer chitinösen Innenmembran („bordure en brosse) Die Peritonäallage besitzt spärlich zerstreute Kerne, welche sehr abgeplattet sind.

Die Lage der Exkretionszellen ist kräftig und besteht aus großen, großkernigen Zellen , von denen 2 auf einem Querschnitte durch das Gefäß kommen. Diese Zellen sind durch Exkretionsprodukte gefüllt. Diese sind von zweierlei Art: teils intensiv braungelb gefärbte, teils ungefärbte Exkretkugeln. Der Kern ist chromatinreich und von solchen (mehr oder weniger) ungefärbten Kügelchen strotzend gefüllt. Dagegen habe ich im Kern nie gefärbte Exkrete gefunden. Am Innenrande der Zellen gibt es eine Blepharoblastenreihe.

Die chitinöse Innenhaut besteht aus feinsten chitinösen Stäbchen, welche mit den Blepharoblasten der Exkretionszellen in Verbindung stehen. Sie ist deshalb als ein umgewandelter Ciliarsaum zu betrachten.

Das Lumen der MALPiGHischen Gefäße ist mit Exkreten beider Arten gefüllt.


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In der Beschreibung der Exkretionszellen finden wir hinreichende Tatsachen, um das Sekretionsphänomen zu verstehen. Die ungefärbten Exkrete entstehen im Kerne und werden von hier aus in den Zellkörper verbreitet, um endlich in das Lumen der Drüse zu geraten. Die gefärbten Elemente aber sind nicht im Kern gebildet, sondern sind als solche Exkretionsprodukte zu betrachten, welche, ohne irgend eine Veränderung zu erleiden die MALPiGHischen Gefäße passieren. Das sind mit anderen Worten Exkretionsprodukte, welche schon in der Körperhöhle ihre definitive Form erhalten haben. Daß eine solche Durchwanderung möglich ist, geht aus den Untersuchungen KowaLEWSKYS u. a. hervor. Dieser Forscher hat ja gezeigt (was übrigens leicht zu konstatieren ist), daß einzelne Körner in die Körperhöhle eingespritzter P'arbstoffe die Zellen der MALPiGHischen Gefäße unverändert passieren, um in das Lumen derselben einzutreten und von hier in den Darm entleert zu werden.

Die accessorischen Exkretionsorgane.

Wie vorher hervorgehoben wurde, kommen diese Organe bei Dacytes niger in der Sechszahl vor. Obgleich sie mit den MALPiGHischen Gefäßen viel gemein haben, kann ich, wie oben gesagt, sie nicht als solche unbedingt ansehen. Sie stellen kleine Drüsenbläschen dar,, welche sich mit einem kurzen, ziemlich weiten Ausführungsgange in den Darm öffnen.

Das ganze Organ besteht aus zwei Lagen (Fig. 10 und 11); 1) einer äußeren Peritonäallage und 2) einer inneren Epithellage.



Fig. 10, Fig. 11.

Fig. 10. Längsschnitt eines accessorischen Exkretionsorganes von Dacytes niger. Seibert, Obj. V, Oberhäusers Camera.

Fig. 11. Querschnitte- eines accessorischen Exkretionsorganes von Dacytes niger. Seibert, Obj. V, Oberhäusers Camera.

Die Peritonäalmembran scheint überall übereinstimmend aufgebaut. Sie wird von einer dünnen, kernarmen, plattgedrückten Epithellage dargestellt.


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Die Epithel-Drüsenschicht besteht aus verschiedenartigen Zellen. Im Ausführuugsgange sind die Zellen niedrig, ziemlich großkernig, nixiht oder wenig drüsig, ebenso in dem proximalen Teile des Drüsenteiles. Je mehr distalwärts man die Zellen untersucht, je drüsiger und größer findet man die Zellen, und im proximalen Ende des Exkretionsorgans findet man 2 kolossale Drüsenzellen (Fig. 10). Diese besorgen den größten Teil der Exkretbildung. Da der Schwerpunkt der Drüsentätigkeit auf diesen beiden Zellen ruht, will ich sie eingehender beschreiben. Leider sind alle Individuen, welche ich untersucht habe, betreffs der Sekretionsphase dieser Zellen auf demselben Niveau, so daß ich deshalb nicht alle Vorgänge der Exkretion verfolgen kann.

Diese Zellen liegen dicht beieinander, ihre medialen Flächen sind gegeneinander plattgedrückt (Fig. 10 und 11). Die Zellen sind mehr hoch als breit und so nach vorne zugespitzt, daß beide zusammen eine in das Lumen hineinragende konische Spitze bilden. Der Kern der Zellen ist sehr groß in distal-proximaler Richtung abgeplattet. Der proximale Rand ist gewöhnlich ein wenig eingekerbt. Die Lage des Kernes ist eine streng basale, indem nur eine dünne Zellsubstanzschicht den Kern von der Zellmembran trennt. Der Kern scheint chromatinreich zu sein, aber untersucht man ihn näher und mit den größten Vergrößerungen an dünnen Schnitten, so findet man, daß er von kleinen chromatinhaltigen Kügelchen strotzend gefüllt ist. An lebendem Material treten diese Kügelchen sehr deutlich hervor. Die Zellsubstanz ist fibrillar größtenteils mit kleinen Exkretkugeln (Größe 5 //) gefüllt, welche mit den ungefärbten Kügelchen der exkretorischen Zellen des normalen MALPiGHischen Gefäßes genau übereinstimmen. Außerdem stimmen sie mit den Kügelchen des Kernes genau überein. In dem Stadium der Zellen, welches ich untersucht habe, sind die Exkretkugeln hauptsächlich in dem distalen Teil der Zellen massenhaft angehäuft, während die Spitzen relativ kugelfrei sind (Fig. 10 und 11). Das Lumen der Drüse ist mit solchen Kügelchen erfüllt. — Andere Exkretionsprodukte als diese gibt es in diesen Zellen der accessorischen Exkretionsorgane nicht.

Mit den nun gesammelten Tatsachen können wir uns ein Bild der Exkretbildung konstruieren. Die Exkrete werden in den Kernen der 2 kolossalen Exkretion szellen gebildet, von hier aus geraten sie einigermaßen in die Zellsubstanz, um von hier in das Lumen der Drüse zu gelangen und weiter befördert zu werden.

Es bleibt nun eine neue Frage, woher der Kern die Stoffe bekommt, welche die notwendige Voraussetzung einer Exkretbildung


237

sind. Die Lage des Kernes sowohl bei Apion wie bei Dacytes deutet an, daß sie von der Körperhöhle her kommen. Bei Apion kann ich nichts näher angeben. Bei Dacytes dagegen ist es mir aber gelungen, noch einen Schritt näher der Frage zu kommen. Ehe ich diese Frage behandeln kann, muß ich einige Verhältnisse vorausschicken.

In der Körperhöhle, in der Nähe der MALPiGmschen Gefäße, giebt es einige maulbeerförmige Haufen von großen Oenocyten (Fig. 8), sie messen bis 500 (.1. Der Kern ist groß und chromatinreich. Die Zellsubstanz ist fädig, mit Kügelchen strotzend gefüllt. Die Kügelchen enthalten chromatophile Körnchen.

Von besonderem Interesse ist das Verhältnis, daß diese Oenocyten mit den accessorischen Exkretionsdrüsen in einer bestimmten Lagebeziehung stehen. Man bemerkt nämlich sehr oft (Fig. 12), daß die Spitze des Exkretionsorganes in eine Oenocyte eingebohrt ist, oder richtiger, daß die Oenocyte, welcher man ein gewisses selbständiges Bewegungsvermögen zuschreiben muß, sich um die Exkretionsorgane gelegt hat.

Fig. 12. Beziehung zwischen einem accessorischen Exkretionsorgan und einer Oenocyte. Seibert, Obj. V, Oberhäusers Camera. ~

Dies Verhältnis deutet dahin, daß es einen gewissen Austausch zwischen der Oenocyte einerseits und dem Exkretionsorgan andererseits giebt. Dies wird noch deutlicher, wenn man das Verhalten der Peritonäalmembran untersucht. Hier findet man nämlich, daß an der Berührungsfläche der beiden Organe sich die Peritonäalhaut, die an Eisenhämatoxylinpräparaten an anderen Orten schwach bläulich gefärbt ist, eine intensiv schwarze Färbung hat.

Die proximal gelegenen Zellen der accessorischen Exkretionsorgane sondern teils kleinere Mengen der größeren Exkretkugeln ab, teils aber auch kleinere gefärbte, welche mit den gefärbten Exkretkugeln der MALPiGHischen Gefäße übereinstimmen.

Vergleichen wir die accessorischen Exkretionsorgane des Dacytes mit den MALPiGHischen Gefäßen in funktioneller Hinsicht, finden wir, daß den accessorischen Exkretionsorganen hauptsächlich nur die eine der Funktionen der normalen zukommt, nämlich das Ausscheiden farbloser Exkretkugeln. Es hat somit in gewissem Grade eine Arbeitsteilung zwischen den beiden Organen stattgefunden.

Eine Vergleichung zwischen den abnormen MALPiGHischen Gefäßen



238

des Apion flavipes und den accessorischen Exkretionsorganen des Dacytes niger zeigt, daß wir es hier mit physiologisch ganz ungleichwertigen Organen zu tun haben. Bei Apion flavipes geschieht die Exkretionsproduktbildung im Zellkörper unter Beteiligung von chromatischen Bestandteilen, bei Dacytes dagegen sind die Exkretionsprodukte schon im Kerne gebildet, und es beteiligen sich keine Zellkörperbestandteile sichtbar an ihrer Bildung. In beiden Fällen sind aber die Organe entstanden der Arbeitsteilung wegen.

Experimen teile s.

Neben diesen histologischen Untersuchungen habe ich auch experimentelle Untersuchungen mit Dacytes vorgenommen, um dadurch ein Kriterium für die Richtigkeit der vorhergehenden Darstellung zu erhalten. Die Experimente wurden so ausgeführt, daß in die Körperhöhle des Tieres verschiedene Farbstofie eingeführt wurden. Dabei empfiehlt es sich, am besten die Farbstoffe in kleinsten Mengen als Pulver einzuführen, denn löst man den Farbstoff" in physiologischer Kochsalzlösung auf, und wird die Lösung in das Tier eingespritzt, so überlebt es die Behandlung nur kurze Zeit, d. h. die physiologische Kochsalzlösung ist für den Dacytes nicht physiologisch. Läßt man aber den Farbstoff" in die Körpersäfte des Tieres sich lösen, so kann man ziemlich sicher sein, daß die Lösung wirkHch physiologisch ist, wenn die Farbstoff"e an und für sich indifferent sind. Die Farbstoff"e, welche ich hauptsächlich verwendet habe, sind: Methylenblau, Alizarincyanin, Karmin, sulphalizarinsaures Natron, Nigrosin, Neutralrot, Azoblau, Orcein, Methylorange, Berlinerblau u. a. Meine Versuche gaben nicht alle verwendbare Resultate. Nur die Methylenblau- und Alizarincyaninversuche gaben unzweideutige Resultate, indem bei Verwendung dieser Farbstoffe keine diffuse Färbung der Organe zustande kam.

Ich teile in der Tabelle S. 239 einen Auszug des Versuchsprotokolles mit.

Aus den Methylenblauversuchen, welche mehrmals kontrolliert wurden, geht hervor :

1) daß die erste Färbung den Kern berührt;

2) daß danach im Zellkörper intracellular gelegene Farbkörnchen auftreten ;

3) daß diese Körnchen die Zelle durchwandern und in das Drüsenlumen gelangen;

4) daß die Oenocyten die Farbe auf dieselbe Weise aufnehmen. Es scheint aber, als nähmen die Oenocyten die Farbe zuerst auf, indem die . Kerne dieser Zellen sich ein wenig früher als die der accesso


23Ö


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Oenocyten


Accessorische Exkretionsorgane


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3


Getötet nach







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Zellkörper


Kern


Zellkörper


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gefärbt


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gefärbt



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gefärbt



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1 St. 30 Mn.


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gefärbt


gefärbt


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ungefärbt


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3 St.


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rischen Exkretionsorgane färben. Ich glaube mit Reservation, daß man in diesem Verhältnis die Wechselbeziehung der beiden Organe zu suchen hat.

Die Alizarincyaninversuche sind nicht so deutlich, aber sie deuten auf denselben Exkretionsgang, wie man aus dem Protokoll ersehen kann.

Was aber diese Versuche bedeutungsvoll macht, ist ein Vergleich mit den Befunden der histologischen Untersuchung, welche oben berichtet sind. Die Exkretionsprozedur wurde hier folgendermaßen beschrieben: Exkretionsprodukte entstehen im Kern der Exkretionszellen, kommen von hier aus in den Zellkörper, um endlich ins Lumen des Exkretionsorganes entleert zu werden. Dies stimmt ja völlig mit dem Wege der Farbstoftlösungen. In diesen unvollständigen Versuchen finde ich somit die besten Kriterien der Zuverlässigkeit der gegebenen histoloaischen Darstellung.


Nachdruck verboten.

Ueber den Ursprung des Musculus piriformis am Körper des menschlichen Kreuzheines.

Von Prosektor Dr. H. Adolphi.

Mit 7 Abbildungen.

Schon vor Jahren ist mir aufgefallen, daß an manchen Kreuzbeinen zwei bogenförmige Knochenwälle über die Vorderfläche vom Körper des 2. oder 3. Sakralwirbels hinablaufen. Die Konkavität der


240

Bögen ist lateralwärts gerichtet nach der Knochenbrücke zwischen den Foramina sacralia anteriora zu. In den mir zur Verfügung stehenden Werken sind diese Linien im Texte nirgends erwähnt. Wohl aber sind sie bei Sernow^) und Spalteholz 2) auf Abbildungen zu erkennen. Das Nächstliegende war, dieses Relief auf den Ursprung des Musculus piriformis zu beziehen; ein Hinweis darauf ist aber in den Lehrbüchern nicht vorhanden. Hyrtl^) und Räuber^) machen gar keine Angaben, wie weit sich das Ursprungsfeld des Musculus piriformis medianwärts erstrecke. Wo präcise Angaben über diesen Punkt vorliegen, ist ein Uebergreifen des Muskelursprunges auf die Wirbelkörper nie erwähnt. Henle^) läßt den Musculus piriformis seitlich neben den vier oberen Foramina sacralia entspringen und von den Knochenbrücken zwischen diesen Oeönungen und Gegenbaur*^) von der Vorderfläche des Seitenfortsatzes des 2. bis 4. Sakralwirbels und dem lateralen Umfange des 2. bis 4. Foramen sacrale anterius. Sernow und Merkel verlegen den Muskelursprung noch weiter lateralwärts. Merkel ^) giebt an : „zur Seite der 4 oberen Foramina sacralia" und Sernow ^) : „lateral von den Foramina sacraha anteriora". In seinem großen W'erke über Muskelanomalien erwähnt Testut'-*) das seltene Vorkommen eines überzähligen Ursprungsbüudels am 5. Sakralwirbel und weist auf einen von Macalister beobachteten Fall hin, in welchem der Muskelursprung sich sogar bis auf das Steißbein ausdehnte. Nicht selten fehle ein Ursprungsbündel, am häufigsten das erste, dem 2. Sakralwirbel angehörende. Auf die Möglichkeit geringeren oder weiteren Vordringens des Piriformisursprunges nach der Medianebene zu weist


1) N. Seknow, Handbuch der beschreibenden Anatomie des Menschen. Moskau 1891, p. 28, Fig. 19 A, und p. 33, Fig. 21 A, B u. D. (Russisch.)

2) W. Spalteholz, Handatlas der Anatomie des Menschen, Leipzig 1896, p. 72, Fig. 90, u. p. 123, Fig. 159.

3) J. Hyrtl, Lehrbuch der Anatomie des Menschen, 4. Aufl., Wien 1855, p. 379.

4) A. Räuber, Lehrbuch der Anatomie des Menschen, 6. Aufl., Leipzig 1902, p. 532.

5) J. Henle, Handbuch der systematischen Anatomie des Menschen, Braunschweig 1855, p. 249.

6) C. GrEGENBAUR, Lehrbuch der Anatomie des Menschen, 6. Aufl., Leipzig 1895, p. 444.

7) Fr. Merkel, Henle's Grundriß der Anatomie des Menschen. Neubearb. v. Fr. Merkel, Braunschweig 1901, p. 205.

8) N. Sernow, 1. c. p. 317.

9) L. Testut, Les anomalies musculaires chez l'homme, Paris 1884, p. 583—587.


241

Testut garnicht hin. Das Ursprungsfeld, das Testut^) in seinem Lehrbuch zeichnet, reicht medianwärts etwa bis zur Hälfte der Knochenbrücken zwischen den Foramina sacralia anteriora. Nur in dem bald hundert Jahre alten Werke von Loder 2) finde ich den Muskelursprung deutlich auf den Körper des 2. Sakralwirbels übergreifend dargestellt. Im Januar dieses Jahres begann ich zu Demonstrationszwecken die Ursprünge und Insertionen der Muskeln auf die einzelnen Knochen des menschlichen Skelettes zu zeichnen. Ich benutzte dabei die bekannten Zeichnungen von Testut und zur Kontrolle die Leiche eines Mannes mit sehr kräftig entwickelter Muskulatur, es war ein Lette aus Riga. Das Kreuzbein dieses Mannes (Fig. 1 und 2) bestand aus



Fig. 1. Fig. 2.

Fig. 1. Kreuzbein eines Letten, aus den Wirbeln 25 — 29 bestehend.

Fig. 2. Ursprungsfeld des Musculus piriformis am Kreuzbeine eines Letten.

den "Wirbeln 25 — 29, die Krümmung war einheitlich, und die Facies auriculares wurden vom L und 2. und zu einem sehr geringen Teile auch vom 3. Sakralwirbel gebildet. Es lagen also durchaus „normale" Verhältnisse vor. Die sehr kräftig entwickelten Musculi piriformes habe ich auf das sorgfältigste präpariert und das Ursprungsfeld derselben gezeichnet. Fig. 1 gibt die ventrale Ansicht dieses Kreuzbeines nach der Maceration wieder, in Fig. 2 ist das Muskelfeld durch quere Schraffierung bezeichnet.

Der Musculus piriformis entsprang jederseits mit drei Bündeln.


1) L. Testut, Traite d'anatomie humaine, 4. edition, Paris 1899, p. 80, fig. 72.

2) Ch. Loder, Tabulae anatomicae, Vimariae 1803, tab. 42, fig. 7.

Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 1 6


242

Das erste Bündel entsprang von einena ein wenig vertieften Felde an der Vorderfläche des 2. AVirbelkörpers und von einer bogenförmigen Knochenleiste, die das Muskelfeld gegen den freibleibenden Teil des Wirbelkörpers abgrenzte. Diese Leisten beginnen ana ersten Foramen sacrale dicht unter der ersten Linea sacralis, nähern sich in der Mitte des Wirbelkörpers bis auf 9 mm und enden dicht über der zweiten Linea sacralis in der Nähe des zweiten Sakralloches. Das rechte Bündel breitet seinen Ursprung nach unten noch auf die zweite Linea sacralis aus, der Ursprung des linken Bündels greift nach oben zu noch ein wenig auf die erste Sakrallinie über. Das zweite Paar der Muskelbündel ist erheblich schwächer. Das rechte Bündel entspringt vom Boden und den Bändern einer tiefen Grube, die von der Seite her in den Körper des 3. Sakralwirbels einspringt, das linke Bündel von einem entsprechend gelegenen grubigen Felde. Beide Ursprungsbündel sind sich bis auf 14 mm genähert. Das dritte Paar der Muskelbündel ist das schwächste. Es entspringt von der Knochenbrücke zwischen 3. und 4. Foramen sacrale anterius, wobei das linke Bündel ein klein wenig auf den Wirbelkörper übergreift. Alle Muskelbüudel setzen ihren Ursprung über die Knochenbrücken auf die Pars lateralis fort, wo sie konfluieren. Der sehr geringe Zwischenraum zwischen erstem und zweitem Ursprungsbündel war beiderseits von einem Sehnenbogen überbrückt. Dieser Sehnenbogen, unter welchem ein Gefäßund Nervenbündel hindurchtritt, lag noch einige Millimeter medianwärts vom Innenrande des Sakralloches, und von ihm entsprangen einige Muskelfasern. So war denn das zweite Paar der Foramina sacralia anteriora durch den Musculus piiiformis vollständig gedeckt, und der ventrale Ast des zweiten Sakralnerven trat mitten durch den Muskel hindurch.

Daß das besprochene Relief des Sacrum durch den Ursprung des Musculus piriformis bedingt sei, läßt sich in diesem Falle nicht bezweifeln. Ich habe mich aber noch an 8 weiteren Muskelleichen davon überzeugen können, daß der Zusammenhang zwischen Knochenrelief und Muskelursprung allgemein besteht.

Um zu erfahren, wie häufig solche Reliefzeichuungen vorkommen, habe ich eine größere Anzahl von macerierten Kreuzbeinen untersucht. Bei der großen Mannigfaltigkeit der Befunde lassen sich zwei Typen unterscheiden. Entweder entspringt die größere Ursprungsportion des Musculus piriformis vom 2. oder vom 3. Sakralwirbel.

Ein wohlentwickeltes Rehef nach dem ersten Typus zeigt Fig. 3. Es ist ein Kreuzbein von unbekannter Herkunft, das aus 5 Wirbeln besteht, mit welchen der 1. Coccygealwirbel synostotisch verbunden


243

ist. Die Sakralkrümmung ist einheitlich. Die Facies auricularis wird vom 1. und 2. und zu einem kleinen Teile auch vom 3. Sakralwirbel gebildet, lieber die Vorderfläche des Körpers des 2. Sakralwirbels laufen zwei erhabene Bogenlinien. Will man ihnen einen Namen geben, so wären sie — in Analogie der Lineae glutaeales — als Lineae piriformes zu bezeichnen. Am 3. Sakralwirbel ragt jederseits vom Seitenfortsatze aus eine Grube in den Wirbelkörper hinein, die sich — in Analogie der Fovea digastrica — als Fovea piriformis bezeichnen läßt. Ueber den Seitenfortsatz des 4. Sakralwirbels zieht jederseits eine schräge Knochenleiste.



Fig. 3. Fig. 4.

Fig. 4. Menschliches Kreuzbein, aus den Wirbeln 25 — 30 bestehend.

Ein wohlentwickeltes Relief nach dem zweiten Typus zeigt Fig. 4. Es ist ein Kreuzbein von unbekannter Herkunft, das aus den Wirbeln 25—30 besteht. Die Sakralkrümmung ist einheitlich. Die Facies auricularis wird von der unteren Hälfte des 1., dem 2. und dem ganzen 3. Sakralwirbel gebildet. Ueber die Vorderfläche des Körpers des 3. Sakralwirbes läuft jederseits eine Linea piriformis herab. An den Seitenfortsätzen des 4. Sakralwirbels hat der Musculus piriformis gleichfalls einen Eindruck hinterlassen ; er reicht dicht an den Wirbelkörper heran.

Eine so starke Entwickelung des Reliefs, wie sie Fig. 1, 3 und 4 zeigen, ist aber durchaus nicht allgemein verbreitet. Am 2. Sakralwirbel reduziert sich die Linea piriformis, indem sie das Foramen

16*


244

sacrale anterius primum nicht erreicht, sondern früher aufhört oder lateralwärts abbiegt (Fig. 5 links) ^ ), oder sie wird dadurch kürzer, daß sie nahe an den Ursprung des Seitenfortsatzes herantritt (Fig. 6 rechts). Der mittlere Teil der Linea piriformis kann fehlen (Fig. 6 links), so daß nur zwei Höckerchen an der Wurzel des Seitenfortsatzes übrig bleiben, eines am unteren Rande des ersten, das andere am oberen Rande des zweiten Sakralloches. Geht die Reduktion der Muskelzacke weiter, so verschwindet zunächst das obere Höckerchen (Fig. 4 rechts) und dann auch das untere (Fig. 4 links).



Fig. 5.


Fig. 6.


Fig. 5. Fig. 6.


Kreuzbein eines Tataren, aus den Wirbeln 25 — 29 bestehend. Kreuzbein einer Estin, aus den Wirbeln 25- — 29 bestehend.


Am 3. Sakralwirbel nimmt die Reduktion des Rehefs einen ähnlichen Verlauf. Bemerkenswert ist nur das schon oben erwähnte relativ häufige Vorkommen einer tiefen Grube, wie sie in Fig. 3 und 5 besonders deutlich auf der linken Seite zu sehen ist.

Im allgemeinen läßt sich sagen, daß die Linea piriformis um so stärker ausgeprägt ist, je weiter medianwärts sich der Muskelursprung erstreckt. Das in Fig. 1 und 2 abgebildete Kreuzbein eines Letten ist das von mir in dieser Hinsicht beobachtete Extrem. Das andere Extrem zeigte das Kreuzbein einer hochgradig kyphoskoliotischen, auch nach Ausweis der Extremitätenknochen sehr muskelschwachen


1) Rechts hat dieses Kreuzbein am oberen Rande des ersten Sakralloches ein Höckerchen. Bei einer Muskelleiche sah ich von diesem Punkte des 1. Sakral wirbeis ein Piriformisbündel entspringen.


245


Frau. Es war dieses das einzige Kreuzbein, an welchem sich gar keine Reliefzeichnung fand, die sich hätte auf den Ursprung des Musculus piriformis beziehen lassen.

Ob der Ursprung des Musculus piriformis am 2. und 3. Sakralwirbel weiter medianwärts vorragt, hängt in hohem Grade vom Bau des Sacrum ab. Teilt man die Kreuzbeine in solche, bei denen die Lineae piriformes medianwärts so weit vorragen, daß am 2., 2. und 3. oder 3. Sakralwirbel nur ^/g oder weniger von der Breite des Wirbelkörpers zwischen ihnen frei bleibt, und solche, bei denen das Muskelfeld medianwärts weniger weit vorragt, so entfallen, wie die untenstehende Tabelle zeigt, auf diese Gruppen je 33, ö] 24 und 87 Beobachtungen, das ist je 22,1 Proz., 3,4 Proz., 16,1 Proz. und 58,4 Proz. aller



Die Lineae piriformes ragen medianwärts so weit vor,




daß zwischen ihnen nur


^L oder weniger von der


-o



Breite des Wirbelkörpers frei bleibt:


M



nur am 2. Sa

am 2. und 3.


o Q « weder am 2. tr.Tvk ll °och am 3. kralwirbel 1 g^kralwirbel


§3



kralwirbel


Sakralwirbel


ä



Anzahl


Anzahl



Anzahl Anzahl



Fl



der Proz.


der


Proz.


der Proz. der


Proz.


3



Beob.


Beob.



Beob. i Beob.



5 Sakralwirbeil), Krüm






mung einheitlich


32 (31,1)


3 (2,9)


6 (5,8)


62 (60,2)


103


5 Sakral Wirbel '-), dop






peltes Promontorium 6 Sakralwirbei ^ ), Krüm

1 (10,0)


1 (10,0)


3 (30,0)


5 (50,0)


10







mung einheitlich


- (-)


1 (5,9)


6 (35,3)


10 (58,8)


17


6 Sakralwirbel*), dop






peltes Promontorium


- (-)


- (-)


9 (47,4)


10 (52,6)


19


Summe der Beob.


33 (22,1)


5


(3,4)


24 (16,1)


87


(58,4)


149


1) 2 mal beteiligte sich der letzte Sakralwirbel nur einseitig an der Bildung der Pars lateralis. 20mal war ein Coccygealwirbel synostotisch mit dem Sacrum verbunden, 2mal waren es zwei, Imal sogar drei Coccygealwirbel.

2) 4 mal war ein Coccygealwirbel synostotisch mit dem Sacrum verbunden.

3) 2 mal beteiligte sich der letzte Sakralwirbel nur einseitig an der Bildung der Pars lateralis. 2 mal war ein Coccygealwirbel synostotisch mit dem Sacrum verbunden.

4) 2 mal war der 1. Sakralwirbel mit den übrigen nicht synostotisch verbunden, sondern frei. 1 mal beteiligte sieh der letzte Sakralwirbel nur einseitig an der Bildung der Pars lateralis.

Sacra, deren 1. Wirbel nur einseitig mit dem Ileum artikulierte und auf der anderen Seite einen Querfortsatz von lumbalem Charakter hatte, sind in diese Tabelle nicht aufgenommen. Unter dem von mir untersuchten Materiale gab es 9 solche Exemplare.


246

Fälle. Die geringere Ausdehnung des Muskelfeldes findet sich bei den verschiedenen Formen des Sacrum nahezu gleich häufig: mag das Sacrum aus 5 oder 6 Wirbeln zusammengesetzt sein, möge die Krümmung einheitlich sein oder ein doppeltes Promontorium bestehen, die Häufigkeit dieser letzteren Fälle schwankt nur zwischen 50 und 60 Proz. Ganz anders verhalten sich die Fälle, bei welchen die Lineae piriformes medianwärts weiter vorragen.

Besteht das Sacrum aus 5 Wirbeln und ist die Krümmung einheitlich, so gehören die medianwärts weit vorragenden Lineae piriformes vorwiegend dem 2. Sakralwirbel an. Besteht das Sacrum aus 5 Wirbeln und ist das Promontorium doppelt, so hat vorwiegend der 3. Sakralwirbel die medianwärts weit vorspringenden Lineae piriformes. Das Gleiche findet sich, und zwar mit zunehmender Häufigkeit, bei Kreuzbeinen, die aus 6 Wirbeln bestehen. Daß das Ursprungsfeld des Musculus pii'iformis sowohl am 2. wie auch am 3. Sakralwirbel medianwärts weit vorragt, ist überhaupt selten; bei 6.wirbeligen Kreuzbeinen mit doppeltem Promontorium habe ich diesen Zustand keinmal gefunden.

Bedingt ist das scheinbare Tiefertreten des Piriformisursprunges durch das Tiefertreten der Facies auricularis. Diese steht im allgemeinen am höchsten, wenn das Sacrum aus 5 Wirbeln besteht und die Krümmung einheitlich ist ; sie reicht tiefer hinunter, wenn bei 5 Sakralwirbeln das Promontorium doppelt ist, noch tiefer, wenn das Sacrum aus 6 Wirbeln besteht, und am tiefsten, wenn das Promontorium dabei doppelt ist ^). In dieser Reihenfolge nimmt die Häufigkeit eines medianwärts weit ausgedehnten Muskelfeldes am 2. Sakralwirbel von 31,1 Proz. auf 10,0 Proz. ab, um auf Null herunterzugehen, während die Häufigkeit eines solchen Muskelfeldes am 3. Sakralwirbel unterdes von 5,8 Proz. auf 30,0, 35,3 und 47,4 Proz. steigt.

Bei kräftig entwickelter Muskulatur läßt sich demnach erwarten, daß der Ursprung des Musculus piriformis auf den Körper mindestens eines Sakralwirbels übergreift.

Ich habe auch versucht, der Frage näher zu treten, ob das Ursprungsfeld des Musculus piriformis verschieden sei, je nachdem welcher Wirbel der 1. Sakral wirbel ist. Es zeigt sich, daß dieselben Relief


1) Bei 5 Sakralwirbeln und einheitlicher Krümmung kann sich die Facies auricularis auf den 1. und die obere Hälfte des 2. Sakralwirbels beschränken. Bei 6 Sakralwirbeln und doppeltem Promontorium kann die Facies auricularis dem unteren Teile des 1., dem 2., 3. und dem oberen Teile des 4. Sakralwirbels angehören.


247


Verhältnisse wiederkehren, ob nun Wirbel 24, 25 oder 26 der 1. Sakralwirbel ist.

Ein gewisser Geschlechtsdimorphismus ist deutlich vorhanden. Die stark ausgeprägten Rehefe pflegen Männern anzugehören.

Ich will nicht unerwähnt lassen, daß bei 23 männhchen und 4 weiblichen Kreuzbeinen bekannt war, welchem Volksstamme sie angehörten. Es waren 14 Türken, 4 Tataren, 2 Russen, 2 Letten, 1 Este, 2 Estinen, 1 Litauerin und 1 Negerin. Unter diesen Kreuzbeinen war das Ursprungsfeld des Musculus piriformis medianwärts weit ausdehnt bei: 7 Türken, 2 Tataren, den beiden Letten und der Negerin. Das Kreuzbein dieses Negermädchens besteht aus den Wirbeln 25—30. Die Sakralkrümmung ist einheitlich. Die Facies auricularis gehört dem 1., 2, und dem ganzen 3. Sakralwirbel an. Auf der Vorderfläche des Körpers vom 3. Sakralwirbel näherten sich die beiderseitigen Muskelfelder bis auf 18 mm ; der Wirbel körper ist oben 32 mm, unten 29 mm breit.

Aehnliche Verhältnisse wie die eben für den Menschen beschriebenen scheinen bei anthropoiden Affen vorzuliegen. Ein dem hiesigen vergleichend-anatomischen Institute gehöriges Kreuzbein vom OrangUtan ist in Fig. 7 abgebildet. Es besteht aus den Wirbeln 24 — 28 ; mit letzterem ist Wirbel 29 synostotisch verbunden , doch hat derselbe coccygealen Charakter, da er sich nicht an der Bildung der Pars lateralis beteiligt. Die Sakralkrümmung ist einheitlich , die Facies auricularis gehört dem 1., 2. und zu einem geringen Teile auch dem 3. Sakralwirbel an. Ueber den Körper des 3. Sakralwirbels zieht jederseits eine medianwärts nur wenig ausgebauchte Knochenleiste herab, des Seitenfortsatzes sehr nahe.

Im zoologischen Museum der Kaiserlichen Akademie der Wissenschaften in St. Petersburg stehen 5 Anthropoidenskelette. Das Kreuzbein eines männlichen Orang gleicht sehr dem eben beschriebenen Exemplare. Es besteht aus den Wirbeln 24—28. Die Sakralkrümraung ist einheitlich. Die Facies auricularis gehört dem 1. und 2. und zu einem kleinen Teile auch dem 3. Sakralwirbel an. Der



Fig. 7. Kreuzbein eines Orang-Utan.


Sie liegt dem Ursprünge


248

3. Sakralwirbel zeigt rechts eine nahezu senkrechte, medianwärts nur sehr wenig ausgebogene Knochenleiste an der Grenze von Wirbelkörper und Seitenfortsatz. Auf der linken Seite ist die entsprechende Linie stärker ausgebogen und ragt noch etwas weiter auf den Wirbelkörper vor als in Fig. 7.

Am Skelett eines männlichen Schimpanse besteht das Kreuzbein aus den Wirbeln 25 — 30. Das Promontorium ist doppelt. Die Facies auricularis gehört dem 1. bis 4. Sakralwirbel an. lieber den Körper des 3. Sakralwirbels läuft links eine Bogenlinie hinab, die medianwärts erheblich vorragt. Der Körper des 4. Sakralwirbels zeigt jederseits eine tiefe Grube, die durch einen steil abfallenden bogenförmigen Rand begrenzt wird. Zwischen diesen Gruben bleibt nur ^/g von der Breite des Wirbelkörpers frei.

Am Skelett eines weiblichen Schimpanse und an den beiden Gorillaskeletten des Museums waren Lineae piriformes nicht zu bemerken ; doch ist daran wahrscheinlich der nicht tadellose Erhaltungszustand der Knochenoberfläche schuld.

14 Jurjew (Dorpat), den ^=- September 1902.


Zu dem Aufsatze von L. Felicine (No. 7 u. 8, p. 152 d. Z.). Das Manuskript ist am 30. Juli d. J. hier eingegangen. Da die Korrektur nicht zurückkam, ist sie hier gelesen worden. Dabei ist in der letzten Zeile der sinnentstellende Fehler: intercellular e stehen geblieben statt : intracelluläre, was zu verbessern bittet

Jena, 29. Oktober 1902.

der Herausgeber.


Notiz betreffend Adresse.

Der Unterzeichnete bittet ihm in diesem Winter kleinere Zusendungen zu schicken nach Pegli bei Genua, Hotel de la Mediterran^e.

Ergebenst


A. KOELLIKER.


Abgeschlossen am 29. Oktober 1902.


Frommannsche Buchdruckerei (Hermaim Fohle) in Jena.


ANATOMISCHER ANZEIGER

Centralblatt

für die gesamte wissenschaftliclie Anatomie. Amtliches Organ der anatomischen Gesellschaft.

Herausgegeben von

Prof. Dr. Karl Ton Bardeleben in Jena.


Verlag von Gustav Fischer in Jena.


Der ,^uatomische Anzeiger" erscheint in Nummern von etwa 2 Druckbogen. um ein rasches Erscheinen der eingesandten Beiträge za ermöglichen, werden die Nummern ausgegeben, sobald der vorhandene Stoff es wünschenswert macht und event, erscheinen Doppelnummern. Der Umfang eines Bandes beträgt etwa 50 Druckbogen und der Preis desselben 16 Mark. Das Erscheinen der Bände ist unabhängig vom

Kalenderjahr.


XXII. Band. ^ 34. November 1902. ^ No. 13.

Inhalt. Aufsätze. Gustav Schlater, Kritisches zur Frage vom Bau der Leberzelle. Mit 1 Abbildung, p. 249—259. — Franz Weidenreich, Zur Milzfrage. Mit 2 Abbildungen, p. 260 — 267. — Richard Weinberg, Die Interzentralbrücke der Carnivoren und der Sulcus Eolandi. Mit 4 Abbildungen, p. 268 — 280.


Aufsätze.

Nachdruck verboten. Kritisches zur Frage vom Bau der Leber zelle.

(Vom intranuclear en Hohlraum.)

Von Dr. Gustav Schlater in St. Petersburg.

Mit einer Abbildung.

Ende 1897 erschien meine vorläufige Mitteilung über den Bau der Leberzelle („Zur Histologie der Leber, L Vom Bau der Leberzelle", vorl. Mitt., Anat. Anz., Bd. 14, 1897, No. 8). Ein Jahr darauf kam meine ausführliche Arbeit über diese Frage an die Oefifentlichkeit („Vom Bau der Leberzelle, St. Petersburg 1898, russisch). In dieser Arbeit gab ich eine eingehende Schilderung der Strukturverhältnisse in der Leberzelle und entwarf ein anschauliches Bild ihrer Architektur, wobei ich die permanenten, lebendigen Strukturelemente und ihre gegenseitigen topographischen Beziehungen präcisierte. Dabei ergaben sich einige höchst interessante Verhältnisse. Da jedoch diese Arbeit nur

Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 17


250

in russischer Sprache erschien, dabei in begrenzter Anzahl von Exemplaren, und da verschiedene Umstände mich verhinderten, dieselbe in einer fremdländischen Sprache zu veröffentlichen, sowie meine Untersuchungen weiterzuführen, so scheint sie leider den Fachgenossen unbekannt gebheben zu sein. Gegenwärtig nun bin ich im Begriff, meine diesbezüglichen Untersuchungen wieder aufzunehmen. Vorläufig sei es mir jedoch gestattet, an dieser Stelle eine ganz spezielle Frage der Architektur des Kernes der Leberzelle zu berühren, die Frage nach einem Ursprünge des intracellulären Kapillarsystems aus dem Kerne.

Ich bin mit T. Browicz vollkommen einverstanden, wenn er die Existenz von zwei Kapillarsystemen (im Sinne bestimmter permanenter Strukturelemente der Zelle) in der Leberzelle für bewiesen und vollkommen gerechtfertigt hält. Obschon ich selbst diese Systeme keiner speziellen Untersuchung unterzogen hatte, so habeich ihnen doch in meiner citierten russischen Arbeit mehrere Seiten gewidmet (p. 68 — 76), wobei ich die ganze hierhergehörige Litteratur besprochen habe und schließlich mich dahin ausspreche: „So daß wir, sogar auf Grund nur der Litteraturangaben, berechtigt sind anzuerkennen, daß im Leibe der Leberzelle bestimmte Kapillarwege vorhanden sind, welche in einer organischen Verbindung bestehen mit den extracellulären Kapillaren, so wie den Gallen- so auch den Blutkapillaren" (p. 72). , . .

„Und wenn wir weiterhin eine ganze Reihe physiologischer Momente aus der Physiologie der Zelle berücksichtigen, so sind wir schon a priori geneigt, an die Notwendigkeit einer Existenz von intracellulären Kapillaren zu glauben" (p. 74).

Und weiterhin sage ich über das topographische Verhältnis derselben in der Zelle: „Ich glaube, daß es sogar ohne jegliche Beweise vollkommen klar ist, daß sie nur in [der Grundsubstanz (intercytoblastische Substanz) verlaufen können, und zwar, wenn wir uns die Abbildungen der Autoren vergegenwärtigen, in den Balken und Aesten des oben beschriebenen Zellkörpergerüstes, d. h. an den Stellen einer mächtigeren Entwickelung der intercytoblastischen Substanz. Diese sozusagen Hauptkapillaren senden, höchst wahrscheinlich, feinste Aestchen aus, welche in den Maschen dieses Gerüstes, in der intercytoblastiscden Substanz, zwischen den einzelnen Waben, verlaufen" (p. 85). AehnHch stellt sich die topographischen Verhältnisse der intracellulären Kapillarsysteme auch T. Browicz vor, denn in seiner unlängst erschienenen Arbeit: „Meine Ansicht über den Bau der Leberzelle", VirCHOws Archiv, Bd. 168, H. 1, 1902, sagt er:


251

„Die Existenz von ständigen Ernährungs- und Sekretionskanälchen in der Leberzelle, sowie die Färbbarkeit der oben erwähnten Säume, was auf einen Unterschied von dem übrigen Parenchym hindeutet, das gleiche Verhalten und Aussehen dieser intracellulären Fibrillen mit den leeren oder gefüllten intracellulären Gallenkanälchen führt zu der, glaube ich, wohlbegründeten Annahme, daß innerhalb des Leberzellenparenchyms ein Gerüst besteht (Holmgrens Trophospongium) , in welchem die intracellulären Kanälchen verlaufen, so daß dadurch ein schwammiger Bau entsteht. Innerhalb der Maschen dieses schwammigen Gerüstes sind die übrigen Bestandteile der Zelle enthalten." Diese letzte Arbeit Browiczs war für mich auch in der Hinsicht erfreulich, daß sie einige Bemerkungen enthält, welche zeigen, daß dieser Forscher über die Architektur des Leberzellenbaues in den Hauptzügen dieselbe Vorstellung zu haben scheint wie ich. Er sagt z. B. : „Die Leberzelle muß . . . , eine komplizierte morphologische Struktur, analog einem Organismus, haben." Sodann findet sich folgender Passus; „Das Hineingelangen von Erythrocyten und Hämoglobin in die Leberzelle, das Befördern derselben bis in den Kern hinein, deutet auf eine gewisse Kontraktihtät des Parenchyms der Leberzelle hin, was möglicherweise dem von mir angenommenen Zellgerüst zukommt." In meiner ausführlichen russischen Arbeit spreche ich dieselbe Vermutung aus: „Was die Grundsubstanz selbst betrifft, so ist sie anscheinend differenziert in einen strukturlosen Teil und in feinste, in derselben gelagerte Fibrillen, von denen ein Teil, höchst wahrscheinlich, die Eigenschaften kontraktiler Fibrillen besitzt." Sodann scheint Browicz auch die Existenz von permanenten Granulaarten (oder Cytoblasten) anzuerkennen. Leider sind seine Angaben zu kurz und zu allgemein gehalten, und hat er die Architektur der Leberzelle keiner eingehenden Analyse unterzogen. Wenn ich nun an dieser Stelle noch der Arbeit J. Arnolds gedenke: „Ueber feinere Strukturen in der Leber; ein weiterer Beitrag zur Granulalehre", Virchows Archiv, Bd. 166, 1901 — welche den Granula (oder Cytoblasten) die Bedeutung wahrer Strukturelemente der Leberzelle sichert — so ergibt sich für mich eine angenehme Bestätigung meiner (1898) ausführlich entwickelten Ansichten.

Das Vorhandensein eines doppelten Kanälchensystems im Leibe der Leberzelle, oder im Parenchym der Leberzelle (sehr treffender Ausdruck von Browicz), halte ich also für bewiesen. (Und zwar ungeachtet dessen, daß es von solch einem Forscher, wie J. Arnold, in Abrede gestellt wird — 1. c.) Sehr möglich, und wahrscheinlich, daß eines dieser Systeme seinen Ursprung im Kerne hat. Diese Ansicht vertritt Browicz. Schon in seiner im Jahre 1897 erschienenen Mit 17*


252

teilung : „Die Verschiedeoheit der intracellularen galligen PigmentablageruDgen in der Leber in Bezug auf Farbe und Aggregatzustand und die daraus zu ziehenden Schlüsse", Deutsche med, Wochenschr , 1897, No. 23, formuliert er die bisherigen Ergebnisse seiner Untersuchungen folgendermaßen : „ . . . woraus zu schließen ist, daß im ruhenden Kerne präformierte, ständige Räume oder Kanälchen vorhanden sind, welche in pathologischen Zuständen einer Erweiterung erliegen und die Grundlage von pathologischer Vakuolisation des Kernes bilden". . . . „Innerhalb der Chromatingrundsubstanz des Kernes der Leberzelle besteht ein S3^stem von feineu Räumen oder Kanälchen, welche in unmittelbarer Verbindung stehen mit einem intraprotoplasmatischen Kanälchensystem, das wieder mit den intercellulären Gallengängen unmittelbar zusammenhängt". . . „Der Anfang der Gallenkanälchen müßte demnach in den Kern der Leberzelle verlegt werden."

Meine eingehende histologische Analyse der topographischen Strukturverhältnisse, welcher ich in meiner russischen Arbeit den Kern unterzog, führte zum Entwurf eines Schemas der Architektur des Kernes. Dabei erwies es sich, daß im Zentrum des Kernes ein ellipsoider Hohlraum vorhanden sein müsse. Ich führe hier die betreifende Ausführung aus meiner Arbeit an. Auf p. 55/56 heißt es: „Nicht selten gewahrt man Kerne, welche in ihrem Inneren gewisse ungefärbte Räume zeigen. Diese Räume haben bald eine ziemlich regelrechte runde Form, bald zeigen sie die Umrisse eines Ovals; sie liegen bald im Zentrum des Kernes, bald etwas exzentrisch, dabei wie in den runden so auch in den ovalen Kernen, so daß, in den verschiedenen Zellkernbildern diese Räume, anscheinend, verschiedene Form und verschiedene Lagerung haben. Jedoch ein Vergleich der Kerne untereinander, wobei dieselben Bedingungen betreffs der Schnittrichtung berücksichtigt werden müssen, führt uns zu dem Schlüsse, daß dieser ungefärbt gebliebene Raum im Inneren des Kernes eine bestimmte Form l)esitzt, welche der Form des Kernes entspricht, d. h. die Form eines Ellipsoids. Dabei konstatieren wir die Tatsache, daß dieser Raum im Inneren jenes vermeintlichen Oktaeders liegt, welcher vom Kernkörperchensystem gebildet wird, und niemals dessen Grenzen überschreitet^). Dabei läßt sich an einigen Abbildungen feststellen.


1) Damit die in dieser Mitteilung besprochenen Verhältnisse vollkommen klar und deutlich den Lesern vor Augen treten, und um meinen Standpunkt etwas genauer zu präcisieren, gebe ich eine Abbildung, welche meiner russischen Arbeit entnommen ist. Sie stellt das von mir konstruierte Schema der Architektur des Leberzellkernes dar. Ein paar W^orte über das Kernkörperchensystem und die dasselbe zusammensetzenden Kernkörperchenapparate, werde ich noch weiter unten sagen.


253


daß dieser Eaum an den Flächen des vermeintlichen Oktaeders nicht eng anliegt, sondern daß zwischen ihm und den Plächen des Oktaeders eine Schicht Grundsubstanz zu liegen komme. Man könnte glauben, dieser Raum sei ein pathologischer, oder stelle eine Vakuole dar, oder sei die Anhäufungsstelle einer großen Menge von Sekret oder Exkret; mit einem Worte — ein zeitliches Gebilde, und nicht der Ausdruck einer permanenten Kernstruktur. Welches aber auch die physiologische Bedeutung dieser Räume sein möge, wir können einstweilen, in Anbetracht ihres beständigen Vorkommens, ihrer bestimmten und regelrechten Form und auf

Grund einiger mikrosko- ^\)

pischer Bilder, nur eins konstatieren: daß nämlich die beschriebenen Gebilde bestimmte Hohlräume von ellipsoider Gestaltdarstellen, welche im Zentrum des Kernes, im Inneren des Kernkörperchensystems liegen, wobei die lange Achse dieses Hohlraumes mit der laugen Achse des Kernes zusammenfließt. Wie dieser Hohlraum vom übrigen Leibe des Kernes abgegrenzt wird ; ob er in einem organischen Zusammenhange

a der intranucleäre ellipsoide Hohlraum, h die sechs Kernköi-perchenapparate (der sechste ist vom Hohlraum a verdeckt), c das sogen. Chromatinuetz (es liegt an der Oberfläche des Kernes), d die im Chromatinnetze gelegenen Chromatingranula (oder Cytoblasten), hauptsächlich Basichromatincy toblasten. e das feinere „Liningerüst", welches den Leib des Kernes wie ein weitmaschiges Netz durchsetzt und die einzelnen Mikrosomen (hauptsächlich Oxychromatincytoblasten) miteinander verbindet, sowie] die Kernkörperchenapparate. In den Maschen dieses Chromatin- und Liningerüstes sind die sogen, cyaninophilen oder ALTMANNschen Granula gelegen.

mit den intracellulären Kapillaren steht und durch deren Vermittelung also auch mit den extracellulären, dabei mit welchen, den venösen, arteriellen oder den Gallenkapillaren ; sowie einige andere wichtige Fragen — bleiben einstweilen ohne jegliche befriedigende Klärung. Einstweilen müssen wir uns begnügen, das Faktum zu konstatieren, um so mehr, als auf dieses Faktum nur zwei oder drei indirekte Litteraturhinweise zu



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vermerken sind, wie wir noch weiter unten sehen werden." Auf p. 80 sage ich: „Daß solch ein Hohlraum existiert, ist ein Faktum, welches, meiner Meinung nach, nicht bezweifelt werden kann: zu deutlich veranschaulichen das einige Präparate. Die Frage ist nur die: Wie ist dieses Faktum zu verstehen und auszulegen? Ich persönlich enthalte mich einstweilen von jeglichem Urteil darüber." Was haben wir nun in der Litteratur über diese spezielle Frage? Nur sehr wenige, indirekte Hinweise. Und ich finde es angezeigt, an dieser Stelle diese wenigen, sozusagen vorübergehenden Angaben mit meinen positiven in Einklang zu bringen. Die von mir beschriebenen Hohlräume im Kerne der Leberzellen haben außer mir zwei Forscher vor sich gehabt, gesehen, sogar abgebildet, aber entweder nicht besonders beachtet, oder als pathologische Gebilde aufgefaßt. Diese zwei Forscher sind: A. Tkambusti und T. Bkowicz. Daß Trambusti diese Hohlräume gesehen hat, beweisen mir deutlich die Abbildungen 24 und 26 in seiner Arbeit: „Contributo alio studio della fisio-patologia della cellula epatica"; Ricerche fatte nel Laboratorio di Anatomia normale della Universitä di Roma ed in altri Laboratori biologici, Vol. 5, Fase. 2, 1896. — Jedoch er analysierte zu oberflächlich die Strukturverhältnisse des Kernes. Den fraglichen Gebilden widmet er zwar mehrere Seiten, faßt sie jedoch als pathologische Bildungen auf, sucht sie in Zusammenhang zu bringen mit verschiedenen Angaben der Litteratur über verschiedene Kernvakuolisationen und beschreibt seine citierten Abbildungen als „diversi stadi di degenerazione vacuolare idropica del reticolo nucleinico". Folglich hatte Trambusti keine Ahnung von der wirklichen Natur der von ihm gesehenen Gebilde. Der andere Forscher ist Browicz, der unermüdliche Leberzellenforscher. In einigen seiner Arbeiten finden sich Abbildungen, welche deutlich beweisen, daß er die Hohlräume im Inneren des Kernes vor sich gehabt und gesehen hat. Man vergleiche seine Fig. 4 auf Taf. 3 der Arbeit: „0 patologicznym stanie jq,dra komörek wi^trobnych" etc., w. Krakowie 1897, oder Fig. 4 und 6, Taf. 5 seiner Arbeit: Jaki w jakiej postaci otrzymujf^ komörki w^trobne hemoglobine?, w. Krakowie 1897 ; und Fig. 6 seiner letzten Arbeit : „Meine Ansicht über den Bau der Leberzelle", Virchows Archiv, Bd. 168, H. 1, 1902. Jedoch Browicz hat die feineren Architekturverhältnisse der Leberzelle viel zu wenig analysiert. Wie schon gesagt, ist seine allgemeine Vorstellung vom Leberzellenbau der Wiikhchkeit sehr nahe, jedoch die feinere Architektur des Kernes z. B. ist ihm unbekannt. Deshalb scheint auch er die fraglichen Gebilde für pathologische Vakuolisationen zu halten. So sagt er z B. (Deutsche med. Wochenschr., 1897, No. 23): „Die


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pathologische Vakuolisation sowohl des Kernes als auch des Protoplasmas, welche in pathologischen Zuständen der Leberzellen angetroffen wird, ist an die Existenz des intranucleären und intraprotoplasmatischen Sekretionskanälchensystems gebunden." Zwar sind diese Gebilde, seiner Ansicht nach, insofern präfornaierte Strukturen der Kerne, als er diese Hohlräume (pathologische Vakuolen) mit seinen intranucleären Kapillaren in genetischen Zusammenhang stellt und sie für pathologische (durch Gallen- oder Blutstauung hervorgerufene) Erweiterungen dieser, im normalen Zustande des Kernes nicht sichtbaren Kanälchen hält. Folglich hat auch Browicz keine Vorstellung von der wahren Natur dieser Gebilde. Ich will an dieser Stelle die Litteratur über die verschiedenen pathologischen Vakuolisationen der Kerne nicht berühren; ich gebe auch gerne zu, daß Trambusti und auch Browicz auch wirklich pathologische Bildungen vor sich gehabt haben, halte mich aber für berechtigt, zu behaupten, daß sie in diesem Falle keinen Unterschied gemacht haben zwischen pathologischen Vakuolisationen und wirklicher Kernstruktur ^). Man vergleiche nur ihre oben angeführten Abbildungen z. B. mit Fig. Tb) meiner vorläufigen Mitteilung (Anat. Anz., Bd. 14, 1897) und mit Fig. IV meiner russischen Arbeit (1898). Dieser Vergleich wird zeigen, daß so wie Trambusti, so auch Browicz dieselben Hohlräume gesehen haben, welche ich ausführlich beschrieben habe und für vollkommen normale Gebilde des L eberzellkern es halte. Daß es präformierte, normal in den Leberzellkernen enthaltene Hohlräume sind, bin ich vollkommen überzeugt. Mein Untersuchungsmaterial stammte von vollkommen normalen und gesunden Tieren (hauptsächlich Kaninchen) ; die Leber wurde jedesmal auf ihren normalen Zustand geprüft, und fixiert wurden Leberstückchen von eben getöteten oder noch lebenden Tieren. Und diese Gebilde kamen in den Kernen regelmäßig vor; zwar^ zeigten sie unter dem Mikroskope wechselnde Umrisse und Lagerung, was in gewisser Abhängigkeit und Beziehung stand zu den auch wechselnden und verschiedenen Kernbildern. Die Verschiedenheit aber der Kernbilder hängt ab von der Verschiedenheit der Schnittflächen, in denen die Kerne vom Mikrotommesser getroffen wurden. Eine eingehende mikroskopische Analyse dieser Bilder und der ziemlich kompHzierten Struktur- und Architekturverhältnisse des Kernes ergab nun, daß die uns interessierenden Hohlräume eine bestimmte


1) Es ist ja vollkommen klar, daß unter gewissen pathologischen Verhältnissen, so z. B. unter dem Einflüsse von Stauung, die von mir beschriebenen Hohlräume sich erweitern, auch reißen können und so verschiedene Bilder von Vakuolisationen hervorrufen.


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Form haben, eine bestimmte Lagerung im Inneren der Zelle und in bestimmtem topographischen Verhältnis stehen zu den verschiedenen Strukturelementen des Kernes. Man glaube aber nur ja nicht, daß ich hiermit die Existenz des von Bkowicz angenommenen Kapillarsystems im Kerne in Abrede stellen möchte. Durchaus nicht. Ein Teil der von ihm gesehenen großen Vakuolen kann ja, wie gesagt, aus einer pathologischen Erv^eiterung dieser Kapillaren entstanden sein. Meiner Ansicht nach wäre das intranucleäre System von Kapillaren im Leibe des Kernes, zwischen dem beschriebenen Hohlräume und der Kernoberfläche gelegen ; und zwar würden die Kanälchen dann in der intercytoblastischen Substanz, in dem feinen sogen. „Liningerüst" verlaufen. Diese Verhältnisse kann man sich aus dem beiliegenden Schema der Architektur des Leberzellkernes veranschaulichen. Hier muß ich nun um fast 40 Jahre zurückgreifen und auf eine Arbeit von Mac-Gillavry hinweisen, in der eine kurze, interessante, unsere Frage betreffende Mitteilung enthalten ist (Mac-Gillavry, „Zur Anatomie der Leber", Sitzungsber. d. math.-naturw. Klasse d. K. Akad. d. Wissensch. Wien, Jahrg. 1864, Bd. 50). Am Ende dieser Arbeit, in einem Nachtrage ist folgendes zu lesen: „Der Leberzelle aber wollen wir noch ein paar Zeilen widmen, weil wir noch ein Ergebnis der Lymphinjektion mitzuteilen haben, das uns vorderhand ganz dunkel erscheint, aber vielleicht für Studien über den feineren Bau der Leberzellen einen Anhaltspunkt gewährt. In einer frischen Hundeleber hatten wir die Arteria hepatica ausgespritzt mit dickem Leim, dem präcipitiertes Bichromas plumbi zugesetzt war. Nachdem der Leim erstarrt war, wurde wässeriges Berlinerblau von den Lymphwurzeln der Gallenblase aus in die oberflächlichen Lymphgefäße der Leber getrieben. Die an den injizierten Partien gewonnenen Präparate zeigten nun neben vielen mit blauer Masse gefüllten Lymphräumen die Kerne der Zellen intensiv blau gefärbt. Die Gallenkapillaren waren deutlich erkennbar als helle, scharf konturierte Polygone und zeigten hie und da ebenfalls einen geringen blauen Anflug (Fig. 11). Die letztere Erscheinung bedarf nach dem früher Gesagten wohl keines weiteren Kommentars, aber für die ersterwähnte können wir keinen ordentlichen Grund angeben, um so weniger, weil die körnige um den Kern gelegene Masse der Zelle in ihrer Oberfläche ganz farblos erscheint .... Warum nun in diesem Falle ... der Farbstoff", ohne Spuren von seinem Durchgange durch die körnige Zellenmasse zu hinterlassen, seinen Weg bis zum Kerne gefunden und sich auf diesem niedergeschlagen hat, darüber haben wir kaum eine Vermutung." Wie ist nun diese Angabe Mac-Gil


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LAVRYs aufzufassen? Aus diesen wenigen Zeilen ist nur zu ersehen, daß es ihm in einem Falle gelungen ist, mit in die Lymphbahn injizierten Berlinerblau fast nur die Kerne der Leberzellen zu färben. Mac-Gillavry selbst, dem dieses Faktum ein Rätsel ist, und welcher nur sagt, der Farbstoff habe sich auf dem Kerne, d. h. auf seiner Oberfläche niedergeschlagen, meint, es könnte vielleicht für Studien über den feineren Bau der Leberzellen einen Anhaltspunkt gewähren. Nun, für uns gegenwärtig, wo wir mit der feineren Struktur und Architektur der Leberzelle mehr oder weniger vertraut sind, bietet dieses Faktum wirklich einen Anhaltspunkt. Es ist nämlich klar, daß hier gewisse präformierte Bahnen oder Räume vorgelegen haben müssen. Die Injektionsflüssigkeit ist durch den Zelleib hindurch, auf dem Wege der im Zellparenchym verlaufenden Kapillaren, in den Kern gelangt, wo sie in etwaigen Kanälchen oder Hohlräumen sich angesammelt hat, wobei aus irgend welchen Umständen nur der Kern dieselbe festgehalten hat. Nun kann man sich vorstellen, 'wenn man sich mein Schema der Architektur des Kernes vergegenwärtigt, daß entweder eine vollständige Injektion und Erweiterung des Kernkapillarsystems (Browicz) vorgelegen habe, oder eine Füllung des von mir beschriebenen zentralen Hohlraumes, oder beides zusammen. Nach der Fig. 11 Mac-Gillavrys zu urteilen, wo anstatt der Kerne blau gefärbte Ovale zu sehen sind, bin ich geneigt, anzunehmen, daß in dem von ihm mitgeteilten Falle eine vollständige Injektion und Erweiterung vorgelegen habe, wie des zentralen Hohlraumes, so auch des zwischen demselben und der Kernoberfläche gelegenen Kapillarsystems. Nur so ist dieser Fall zu deuten. Eine andere Annahme würde mit unserer heutigen Kenntnis vom Bau der Leberzelle nicht in Einklang zu bringen sein. Es sei hier noch in Kürze der Ansichten A. Adamkiewiczs gedacht, welche, obschon sie sich auf die Spinalganglienzelle beziehen, meine Anschauung bekräftigen können. Andererseits gewinnt auch Adamkiewiczs Auffassung, mag sie auch in einigen Einzelheiten eine irrtümliche sein, eine nicht geringe Stütze durch die ganze Litteratur von den intracellulären Kapillaren der Leberzelle. Der Kernpunkt seiner interessanten Arbeit: „Der Blutkreislauf der Ganglienzelle", Berlin 1886, und seiner letzten Mitteilung: „Zum Blutgefäßapparat der Ganglienzelle, Anat. Anz., Bd. 17, No. 2/3,' 1900 — ist der, daß er bewiesen hat, daß das venöse Kapillarsystem seinen Ursprung im Kerne der Zelle hat, von wo aus ein dünnes Kanälchen (selten zwei) — seine „zentrale Ganglienvene" — durch den Zelleib hindurch in das extracelluläre kapillare Venensystem mündet. Es gelang ihm nämlich, die Vena vertebrahs injizierend, hübsche Injektionsbilder des Kernes und


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seines Abflußkanälchens zu geben. In seiner Mitteilung (x\nat, Anz., Bd. 17) sagt Adamkiewicz : „Von den Venen aber gelangt die Injektionsmasse auf quer durch den Kapselraum und die Ganglienzelle verlaufenden Wegen, den Zentralvenen, wie ich sie genannt habe, direkt in den Kern. Sie durchbrechen ihn und stehen mit seinem Binnenraum in Verbindung, der die Form einer, im Zentrum vom Kernkörperchen eingenommenen, Hohlkugel besitzt." Für uns hat noch folgender Passus dieser Mitteilung ein Interesse: „Und er (d. h. Holmgren) kann auf dieses Ergebnis mit um so größerer Sicherheit rechnen, als die Erkenntnis von der hohlen Beschaffenheit des Kernes und seines Zusammenhanges mit einem der Zelle eigentümlichem Gefäßsystem nunmehr auch für die Zelle der Leber festgestellt ist (Browicz). Wir stehen somit einer Thatsache von allgemeiner Bedeutung gegenüber." Ich kann an dieser Stelle auf Adamkiewiczs Ansichten nicht des näheren eingehen, ich möchte nur hervorheben, daß ich seine Befunde folgendermaßen auffasse: Es ist ihm gelungen, eine vollständige Injektion nebst Erweiterung des intranucleären Kapillarsystems und dessen Abführungskanälchens zu erzielen, was den Anschein hervorgerufen, der Kern stelle eine Hohlkugel dar. Ob ein Hohlraum im Inneren des Ganglienzellkernes existiert, ist noch die Frage; leicht möglich ist es; aber die Abbildungen in Adamkiewiczs Arbeit (1886) sprechen eher für meine Deutung, welche jedoch, wie aus meinen Auseinandersetzungen ersichtlich ist, der möglichen Existenz eines Hohlraumes im Kerne der Gangiienzelle nicht widerspricht. Es ist nicht zu verkennen, daß die citierte Angabe Mac-Gillavrys, welche sich auf die Leberzelle bezieht, so ziemlich dieselben Verhältnisse berührt. Es war nicht meine Absicht, an dieser Stelle die Frage über die intracelluläreu Kapillarsysteme im allgemeinen zu besprechen: ich müßte sonst noch eine ganze Reihe von Litteraturangaben anführen. Mein Ziel war — nur eine ganz spezielle Frage der Kernstruktur der Leberzelle zu berühren, die Frage von einem intranucleären Hohlräume, und zwar einerseits, weil meine diesbezügliche, vor 4 Jahren veröffentlichte Arbeit unbekannt geblieben, und andererseits, weil einige, wenn auch indirekte, Litteraturangaben meine Befunde bestätigen. Diese Frage werde ich natürlich einer nach Möglichkeit eingehenden Untersuchung unterziehen, einstweilen jedoch formuliere ich meine Ansicht darüber in Kürze, wie folgt: Im Inneren des Kernes der Leberzelle befindet sich ein Hohlraum'), welcher die 1) Ich gebrauche den Ausdruck: Hohlraum. Daraus folgt nicht, daß dieser Raum wirklich hohl sein muß ; er kann von irgend welcher Flüssigkeit erfüllt sein, kann zuweilen feste Bestandteile in sich bergen, wie es aus den Untersuchungen Bkowiczs ziemlich sicher ist, u. dgl.


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selbe Konfiguration wie der Kern selbst hat, d, li. ein Ellipsoid darstellt, wobei beide Ellipsoide ein gemeinsames Zentrum haben und ihre großen Achsen in einer Linie zu liegen scheinen. Zwischen der Oberfläche dieses Hohlraumes und der Oberfläche des Kernes befindet sich also der eigentliche Leib des Kernes, über dessen Struktur und Architektur ich einstweilen nichts mitteile. Nur so viel sei der Anschaulichkeit halber gesagt: Wie ich dargethan habe (russische Arbeit 1898) sind in jedem Leberzellkerne sechs Kernkörperc hen apparate^) vorhanden. Die Lagerung dieser sechs Kernkörperchen ist nun eine streng bestimmte. Zwei von ihnen liegen an beiden Enden der langen Kernachse, näher zur Kernoberfläche; die übrigen vier — liegen in einer Fläche, welch durch das Zentrum des Kernes geht und zur langen Achse senkrecht steht, an den entsprechenden vierEnden der beiden kürzeren Achsen des Ellipsoids, ebenfalls näher zur Oberfläche des Kernes. Wenn wir uns nun diese Kernkörperchenapparate untereinander verbunden denken, so entsteht ein regelrechtes Oktaeder. Im Inneren dieses Oktaeders liegt nun der uns interessierende Hohlraum.

St. Petersburg, den ^ i^ °' 1902. 2. Sept.


In meiner russischen Arbeit sagte ich auf p. 81 darüber: „Hier bemerke ich nur so viel, daß zuweilen dieser zentrale Hohlraum wirklich als solcher erscheint, indem er gar nicht gefärbt ist; manchmal jedoch gewahrt man Bilder, welche zeigen, daß dieser Raum von einer homogenen, mit blauen Farben ganz schwach tingierbaren Masse erfüllt ist. Ob es ein Sekret ist oder ein Ausscheidungsprodukt, oder ob es ein Reservestofi ist, kann vorläufig nicht gesagt werden ; ebensowenig kann bestimmt werden, in was für einem Zusammenhange und was für einer Abhängigkeit die Funktion dieses Raumes von den übrigen Funktionen der Leberzelle steht." Heute füge ich nur hinzu, daß es mehr oder weniger wahrscheinlich ist, daß dieser Hohlraum in einem Zusammenhange mit dem intranucleären und durch Vermittelung des Zellleibes auch mit dem extracellulären Kapillarsystem steht, und zwar wahrschweinlich mit dem venösen.

1) In meiner vorläufigen Mitteilung (Anat. Anz., Bd. 14, 1897) spreche ich nur von drei Kernkörpchenapparaten, wobei ich über deren Topographie nichts Genaueres mitteile. Meine weitere, eingehende Analyse hat nun gezeigt, daß jeder Kern sechs Kernkörperchenapparate besitzt, wobei ich ausführlich ihre Struktur und Topographie in meiner russischen Arbeit bespreche („Vom Bau der Leberzelle", St. Petersburg 1898).


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Nachdruck verboten.

Zur Milzfrage.

Von Privatdozent Dr. Fkanz Weidenreich in Straßburg. Mit 2 Abbildungen.

Im Arch. f. mikr. Anat. (Bd. 61, p. 245) hat soebeu Hellt eiue Abhandlung: „Die Blutbahnen der Milz und deren funktionelle Bedeutung" publiziert, die sich ausschließlich gegen meine an derselben Stelle erschienenen (Bd. 58, p. 247) Ausführungen richtet und in der er zu dem Ergebnis gelangt, daß ofifene Bahnen oder freie Gefäßenden und -anfange in der Milz nicht existieren, sondern die Bahn kontinuierlich sei, allerdings bei außerordentlich durchlässigen Wandungen. Ich habe hier nicht die Absicht, mich eingehend mitseinen Angaben zu beschäftigen, weil ich so wie so darauf in einer Reihe von Arbeiten ausführlich zu sprechen kommen und die Haltlosigkeit der HELLYschen Einwände zeigen werde; da es sich aber hierbei um ausgedehnte vergleichend - anatomische Untersuchungen handelt , so werden wohl noch einige Monate vergehen, bis ich darüber berichten kann. Um nun nicht den Glauben aufkommen zu lassen, als ob dieses längere Schweigen durch die Notwendigkeit der Sammlung auf diesen von Hellt geführten „Schlag" bedingt sei, möchte ich hier einzelnes aus der HELLYschen Arbeit näher beleuchten.

Helly erwähnt gleich im Eingang, daß er das meiste meiner Angaben bestätigen könne und nur eben über die Art des Gefäßzusammenhanges anderer Meinung als ich wäre ; seine Uebereinstimmung bezieht sich also wohl auf den von mir beschriebenen Bau der einzelnen Gefäßabschnitte. Es wäre nun ganz am Platze gewesen, diese Punkte hervorzuheben, um so mehr, da doch einzelne, wie das Endothel der Milzsinus, Gegenstand von Kontroversen sind ; ebenso fällt auf, daß nur ganz am Schlüsse sich das außerordentliche wichtige Zugeständnis findet, daß Lymphgefäße des Milzparenchyms in keiner Weise nachweisbar sind und daß die Milz als „eine regionäre Lymphdrüse des Blutes" zu bezeichnen ist^). Daß gerade dies nur so ganz nebenbei erwähnt wird, geschieht wohl nicht ohne Absicht; die Bestätigung dieser meiner Angaben, vor


1) Ich habe mich bestimmter ausgedrückt und gesagt, die Milz ist in die Blutbahn eingeschaltet, die Lymphdrüsen in die Lymphbahn (Verh. Anat. Gesellsch. zu Halle).


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allem auch über den Bau der Sinuswände und der arteriellen Gefäße, ist denn aber doch von größerer Bedeutung, als Hellt durchblicken läßt, und deshalb recht wertvoll.

Nun zu dem, was uns trennt. Da leugnet zunächst Hellt die Existenz der „Lymphröhrchen" und ihrer freien Anfänge; meine davon gegebenen Bilder (Taf. XIV, Fig. 17) werden als Täuschungen erklärt, weil man bei so dünnen Schnitten nie sicher sei, ob man nicht einen Schrägschnitt vor sich habe, zumal doch allenthalben die Wand dieser Gefäßchen durch feine Fasern mit dem umgebenden Reticulum in Verbindung stände. Schön, wir wollen einmal damit rechnen, es sei unmöglich, so feine Röhrchen, wie diese Kapillaren es sind, auf 3 i.iSchnitten und Serien weiter zu verfolgen! Wie kommt denn aber nun plötzlich Hellt, der diese Methode bei anderen nicht gelten lassen will, dazu, auf Grund der gleichen Methode die Behauptung aufzustellen, daß auch die arteriellen Kapillaren der Milzknötchen in die Milzsinus einmünden? Geht er doch sogar so weit, von diesen feinsten, nach seinen eigenen Worten zur Verfolgung auf Serienschnitten ungeeigneten Gefäßen bei 667facher Vergrößerung ein Plattenmodell anzufertigen, um so den Uebergang zu erweisen ! Was dem einen recht ist, ist dem anderen billig! Ist die Methode nach Hellys Ansicht unbrauchbar, dann hätte er selbst damit nicht einen Beweis versuchen sollen! Diesen Aussetzungen gegenüber möchte ich nochmals aufmerksam machen, daß der Bau der Wand und der Inhalt ein ganz wesentliches Kriterium beider Beurteilung derartiger Bilder liefert; die Lymphröhrchen haben nicht die charakteristischen Endothelzellen und Ringfasern der Milzsinus (was Hellt ja selbst bestätigt) und unterscheiden sich von den arteriellen Kapillaren, daß ihre Wand die doppelte Schicht dieser — eine innere Endothellage und eine äußere fibrilläre, die Fortsetzung der Kapillarhülse — vermissen läßt, endlich dadurch, daß der Inhalt fast ausschließlich aus Leukocyten und nicht aus roten Blutkörperchen besteht, ein Blick auf meine Figg. 17, 26, 27 und 28 lehrt dies ohne weiteres. Durch Bau und Inhalt unterscheiden sich die Lymphröhrchen also völlig von den übrigen Gefäßen; wenn Hellt von ihrer Besonderheit sich nicht überzeugen konnte, so liegt dies eben wohl daran, daß seine Präparate der menschlichen Milz nicht gut ausgefallen waren ^). Weiterhin aber kommt in Betracht, daß weder auf den folgenden, noch auf den vorausgehenden Schnitten in dem von Hellt kritisierten Präparate dort, wo eine eventuelle Fortsetzung des Lymph 1) Fr. VVeidenreich, Nochmals: Geschlossene oder offene Blutbahn der Milz. Anat. Anz., Bd. 20, 1901, S. 204—206.


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röhrcheus in ein arterielles Gefäß gelegen sein müßte, überhaupt etwas von einem derartigen Gefäß zu sehen ist; Hellt verschweigt dies sorgfältig. Daß übrigens diese Röhrchen, die Hellt anatomisch, physiologisch und entwickelungsgeschichtlich für unmöglich erklärt, trotzdem bestehen und sogar für die Beurteilung der Milz eine große Bedeutung besitzen, wird sich noch zeigen.

Seine Haupteinwände, mit welchen er aber nun mich zu widerlegen sich bemüht, sind den Ergebnissen der Bluttransfusion entnommen. Die von mir beobachtete Tatsache, daß Blut eines fremden Tieres, das durch die Form seiner zelligen Elemente leicht diagnostiziert werden kann, in die Blutbahn des lebenden Versuchstieres gebracht, sofort in der Umgebung der Milzknötchen, und zwar in der von mir so bezeichneten Randzone außerhalb jeden Gefäßes zu finden ist, wird von Hellt vollkommen bestätigt, aber nicht als ein Beweis für eine freie Endigung der Milzknötchenkapillaren gedeutet, sondern auf eine reichliche Diapedese zurückgeführt. Nun sieht man, das ist nicht zu leugnen, tatsächlich einzelne transfundierte Blutkörperchen in der Wand der Milzsinus stecken, der weitaus größte Teil derselben findet sich aber außerhalb derGefäße, und das um so reichlicher, je rascher nach der begonnenen Transfusion die Herausnahme und Fixation der Milz stattgefunden hat. Ich besitze Präparate, die ich gerne jedermann zur Kontrolle zur Verfügung stelle, bei denen die Milz bei laparotomiertera Tier genau 15 Sekunden nach Beginn der Transfusion in die Vena jugularis herausgeschnitten und dann fixiert wurde ; an diesen sieht man zahllose transfundierte Blutkörperchen außerhalb jeder Gefäße in der Knötchenrandzone liegen und absolut keine oder nur ab und zu eines in den angrenzenden Sinus; Diapedese wurde dabei nicht konstatiert. Wartet man längere Zeit mit der Herausnahme, so nimmt die Zahl in den Sinus zu und in der Randzone entsprechend ab, der Weg des Blutes führt also aus der Randzone in die Sinus hinein und nicht umgekehrt, und demnach ist auch die Richtung in der Diapedese befindlichen Blutkörperchen gegeben. Ganz besonders schön kann man sich von der Richtigkeit dieser Beobachtungen überzeugen, wenn zwei Randzonen, d. h. Milzknötchen, in größerer Ausdehnung unmittelbar aneinander liegen, eine beim Kaninchen bekanntlich sehr häufige Erscheinung. An einer solchen Stelle fehlen natürlich die Sinus vollständig, trotzdem findet man auch hier bereits nach 15 Sekunden in ungeheuren Mengen


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transfundierte Blutkörperchen in den Randzonen außerhalb jeden Gefäßes. Mit diesen Versuchen sind sämtliche Einwände Hellts hinfällig. Ich habe sofort im Anschluß an die Diskussion in Halle (Verhandlungen der Anatom. Gesellsch. zu Halle, p. 56) diese Versuche vorgenommen und die betr. Präparate an Hellt eingeschickt; in seiner Abhandlung sucht er nun ihre Beweiskraft dadurch herabzudrücken, daß er bei einer Nachprüfung mehr Blutkörperchen in den Sinus als in der Randzone gefunden haben will; er gibt dabei aber selbst zu, daß ihm die Experimente erst beim dritten Mal geglückt sind. Helly hat aber dabei einen großen Fehler gemacht, er hat nämlich vor der Transfusion Stückchen von der Milz abgeschnitten; damit erööuet er aber natürlich einen außerordenthch günstigen Abfluß aus den Milzsinus, und da, wie ich nachgewiesen habe, eine doppelte Bahn besteht, fließt das transfundierte Blut natürlich auf dem bequemeren direkten Wege in die überall untereinander kommunizierenden Sinus, da hier nun gar kein Widerstand geleistet wird, und nur spärhch aus den freien Enden in das Parenchym, das, mit Zellen vollgepfropft, dem Eindringen einen größeren Widerstand entgegensetzt.

Hellt hat aber noch einen zweiten Einwand, er will nämlich beobachtet haben, daß auch aus den Milzknötchen kapillaren, also arteriellen Gefäßen, eine Diapedese möglich ist. Er stützt sich dabei auf die auch von mir bestätigte Tatsache, daß die Kapillarhülsen für Blutkörperchen durchgängig seien ; allein er hat dabei den Lapsus begangen , zu übersehen , daß den Milzknötchenkapillaren überhaupt keine Hülse zukommt, der Hinweis in diesen Zusammenhang beruht also auf einem Irrtum. Nun gibt Hellt in seinen Figg. 8 und 9 Zeichnungen wieder, aus denen ersichtlich sein soll, daß ein Durchtritt aus derartigen arteriellen Gefäßen statthat. Herr Hellt war so liebenswürdig, mir die betreffenden Präparate zuzuschicken, ich habe ihm darauf erwidert, daß er einer Täuschung zum Opfer gefallen sei, da es sich in beiden Fällen nicht um Gefäße handle und überdies eine Verbindung mit in der Nähe gelegenen nicht existiere. Trotzdem hält Hellt an seiner Deutung fest. Ich hatte mir nun erlaubt, gleichfalls die Stellen genau nach Hellts Präparaten mit dem Zeichenapparat aufzunehmen, und stelle nun die beiden Bilder hier nebeneinander, um dem unparteiischen Leser ein Urteil zu ermöglichen. Fig. I^ ist Hellts Zeichnung; 12 zeigt, wie die Stelle in seinem Präparate ausschaut, I^ den vorausgehenden Schnitt, I'^ den folgenden der Serie. Man erkennt daraus, daß der nach Hellt austretende Leukocyt über


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Fig. 1. I^ Wie Helly abbildet (Taf. XIV, Fig. 8). I* Wie es an Kellys Originalpräparaten zu sehen ist. I^ Vorhei-gehender Schnitt. I* Folgender Schnitt.

a art. Kapillare, a' Kapillare nach Helly ; l * angeblich durchtretender Leukocyt., l^ abgeschnittenes Stück desselben, l^ ebenfalls durch die Hüllenmaschen tretender Leukocyt.

haupt nicht in einem Gefäß liegt, sondern in den Reticulummaschen der Knötchenhülle ; so fehlt an einer Stelle die Wand vollständig, von Helly allerdings übersehen (cf. I^ mit P). Besonders schön tritt dies aber hervor, wenn man den folgenden Schnitt betrachtet (P), man sieht hier ein abgeschnittenes Stück (l^) des Leukocyten, der nach Helly noch im Gefäß liegen würde, die Kapillare dagegen befindet sich an der gleichen Stelle wie in den vorhergehenden Schnitten, ohne überhaupt in irgend welche Beziehung zutreten zudemLeukocyten. Helly bildet gar noch ein Vogelblutkörperchen in dem Gefäß ab, ein solches existiert dort überhaupt nicht, das, was Helly dafür hält, ist eben gerade die zusammengefallene Kapillare, wie aus dem folgenden (I^) und dem vorausgehenden Schnitt (P) ohne weiteres hervorgeht. Aus diesen ist aber auch ersichtlich, daß das, was Helly für eine Kapillare hält, gar keine ist, denn sie entbehrt hier jeder Wandung (P und P). Besonders mache ich nun noch auf I'^ aufmerksam, wo man genau unter der in Frage kommenden Stelle gleichfalls einen durch die Hüllmaschen tretenden Leukocyten (l^) sehen kann. Genau so ist es, wie hier, mit der Beweiskraft des zweiten von Helly reproduzierten Falles, den ich gleichfalls so wiedergebe, wie er tatsächlich ist, mitsamt dem vorausgehenden und folgenden Schnitt; man sieht, daß es sich dabei um keine arterielle Kapillare handelt, sondern um eine lockere Stelle in der Randzone, bedingt durch eine deutliche Zerreißung des Präparates ; das angeblich in Diapedese befindliche transfundierte Blutkörperchen (Hb) liegt deuthch auf dem Schnitt (die Faser läuft darunter weiter, cf. H^ mit H^) und nicht in dem Schnittniveau, ein Ab


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Fig. 2. Ill -yyig helly abbildet (Taf. XIV, Fig. 9). II" Wie es an Hellys Originalpräparaten zu sehen ist. 11^ Folgender Schnitt. II* Vorhergehender Schnitt. ak angeblich art. Kapillare, Hb angeblich durchtretendes Blutkörperchen.

Schluß nach rechts, wie ihn Helly abbildet, existiert nicht (cf. II 1 mit II 2). Helly scheint also hier Dinge gesehen, die überhaupt nicht da sind, und andere, die da sind, übersehen zu haben. Dabei handelt es sich im vorliegenden Falle nicht um sehr feine und schwer zu beurteilende Verhältnisse, sondern um grobe Fasern. Es besteht also ein auffallender Widerspruch zwischen dem, wasHELLY abbildet, und dem, was ich wenigstens an seinen Präparaten sehen konnte. (Ich selbst habe in meinem von Helly kritisierten Präparat die von ihm als Schrägschnitt gedeutete Reticulumfaser (s. o.) abgebildet Fig. 17 Ir'^ oben).

Aber nun noch eins. Zugegeben, es findet Diapedese statt aus den arteriellen Kapillaren und den Anfängen der Milzsinus, die in ihrem Bau nach Hellys eigenen Angaben von den wirklichen Sinus abweichen ; zugegeben, daß diese Diapedese so stark ist, daß schon mit dem Momente, wo das Blut überhaupt in die Gefäße einströmt, die geformten Elemente in die Umgebung austreten, wie erklärt sich denn dann diese Erscheinung, die in keinem Organe ihresgleichen hat — nebenbei will ich einstweilen nur darauf aufmerksam machen, daß ein derartiger Vorgang überhaupt nicht als Diapedese bezeichnet werden kann (cf. die Angaben Strickers, Prussaks, Cohnheims etc.) — ? Helly scheint sich die Folge dieser Annahme nicht recht klar gemacht zu haben, er spricht nur immer von „Durchlässigkeit", ohne aber dem Wesen derselben auf den Grund zu gehen. Da doch die


Anat. Anz. XXII. Aufsätze.


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roten Blutkörperchen nicht selbsttätig durch die Wand treten, sondern nur vorhandene Lücken passieren, müssen also zwischen den Endothelzellen der Milzknötchenkapillaren und denen der Anfänge der Sinus zahlreicheLückeu vorhanden sein, die so weit sind, daß sie nicht nur den Blutkörperchen des eigenen Tieres, sondern auch Frosch- oder Vogelblutkörperchen, die an Größe die des Versuchstieres (Kaninchen) um ein Vielfaches übertreffen, die Passage gestatten, d.h. also die Endothelz eilen liegen hier nicht unmittelbar aneinander, sondern sind durch Zwischenräume voneinander getrennt, die demnach auf 6 f^i Durchmesser zu schätzten sein dürften; durch diese Lücken kommuniziert das Gefäßinnere mit den Maschenräumen des Reticulums der Milzpulpa, auf gut deutsch übersetzt, es besteht neben der direkten Einmündung auch eine offene Bahn, wie sie von den älteren Autoren schon längst behauptet worden war. Quod erat demonstrandum! Hellt kommt also, selbst wenn seine Deutung richtig wäre, zu der gleichen Ansicht wie ich; um diese Tatsache wird er sich nie herumwinden können! Ein Sieb ist eben kein Topf!

Wie nun überhaupt Helly an meinen Angaben herumdeutet, das geht am besten hervor, wenn man sich seine Beanstandung der von mir gewählten Nomenklatur ansieht. Ich habe als „Milzparenchym" jenes Maschengewebe bezeichnet, das zwischen den Milzknötcheu, Sinus u. s. w. ausgespannt ist; Helly belehrt mich nun, daß es dem Sprachgebrauch der Anatomen und Physiologen entspreche, als Parenchym das zu bezeichnen, was nach Abzug der Kapsel, des gröberen Bindegewebes und der Gefäße übrig bleibe. Ja gerade deswegen habe ich doch jenes Gewebe so genannt; denn zu den Gefäßen, die in Abrechnung zu bringen sind, gehören eben auch die „kapillaren Venen" oder Milzsinus und die von Lymphzellen infiltrierten Arterienscheiden oder Milzknötchen. Ich dürfte also doch wohl, meine ich, Hellys Bedingungen erfüllt haben. Ebenso verhält es sich mit der Aussetzung, die er an dem Ausdruck „Milz-sinus" macht. Er sagt da: „demnach darf man zunächst nicht annehmen, daß die Kreisfasern im stände seien, die venösen Kapillaren offen zu halten, da man letztere unter entsprechenden Verhältnissen bis zum völligen Verschlusse finden kann. Deshalb (!) ist es wohl auch besser, an dem anatomisch und physiologisch mehr besagenden Ausdruck ,venöse Kapillaren' oder ,kavernöse Milzvenen' gegenüber


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dem Worte ,Milzsinus' festzuhalten." Die Logik in dieser Schlußfolgerung dürfte nicht ganz klar sein ; wenn ich die Bluträume nur deswegen als Sinus bezeichnet hätte, weil sie stets offen sind, dann könnte sie doch auch Hellt, wenn diese Voraussetzung falsch wäre, nicht „kavernöse Venen" nennen. Tatsächlich habe ich aber aus ganz anderen Gründen die Bezeichnung „Milzsinus" vorgeschlagen, weil nämlich die Räume, was ja Hellt vollkommen bestätigt, in ihrem Bau abweichen von all dem, was man sonst als Venen bezeichnet, weil sie ferner einen anderen Inhalt als die gewöhnlichen Venen führen, insofern sie bei dem Fehlen von Lymphgefäßen auch die Abführwege für die in der Milz produzierten Lymphbestandteile sind (eine gleichfalls von Hellt zugegebene Tatsache), weil sie also mit einem Worte der Milz eigentümliche Bildungen sui generis sind. Auch hier behält also bei ruhiger, sachlicher Erwägung der von mir gewählte Ausdruck seine volle Berechtigung,

Nun noch ein Wort über die Blutlymphdrüsen! Da Hellt die an diesen Organen von mir und anderen Autoren gefundenen Tatsachen nicht zu widerlegen vermag, begnügt er sich damit, den Namen wenigstens zu bemängeln, übersieht dabei aber, daß er selbst die Milz eine Lymphdrüse des Blutes nennt, und weil ihm diese Tatsachen natürlich höchst fatal sind, will er auch dem vorbeugen, daß man die Milz mit diesen Organen vergleicht. Er sagt: „Soll übrigens in diesen Fragen nach irgend einer Richtung hin noch ein weiterer Fortschritt erzielt werden, so ist dies nur durch neue Tatsachen möglich, welche an der Milz selbst gewonnen werden ; keineswegs aber lassen sich Analogieschlüsse auf eine gänzlich oder teilweise intermediäre Bahn dieses Organes von anderen Organen aus ziehen." Ich glaube vielmehr, und darin darf ich wohl der Zustimmung fast aller Fachkollegen sicher sein, daß gerade erst durch das Studium verwandter OrganederBau der Milz richtig verstanden und gewürdigt werden kann. Mit welchem Erfolg und in welchem Umfang dies möglich ist, das wird sich in Bälde zeigen.


18 *


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Nachdruck verboten.

Die Interzentralbrücke der Cariiiyoren und der Sulcus Rolandi.

Eine morphologische Skizze.

Von Richard Weinberg.

Mit 4 Abbildungen.

Dem Typus des Primatenhirns eigentümlich ist der Besitz dreier „int er zentraler" Windungszüge, die als Gyrus intercentralis i) superior s. marginalis, G. intercentralis raedius und G. intercentralis inferior s. opercularis sich darstellen. Ihre ontogenetischen und phylogenetischen Beziehungen sind gleich bemerkenswert; nicht minder ihr Verhalten zueinander. Unsere Aufmerksamkeit richtet sich vor allem auf den Gyrus intercentralis medius, die „Interzentralbrücke" der Carnivoren.

Er ist es bekanntlich, dessen ungewöhnhche Entfaltung sog. Ueberbrückungen der menschlichen Zentralfurche hervorruft. Woher haben wir diesen Gyrus, und welches ist seine Bedeutung? Schon vor längerer Zeit schöpften wir aus dem Studium des Tiergehirns die Ueberzeugung, daß mit dieser Frage jene nach der Genese der Zentralfurche in engstem Zusammenhange stehe. Es lag also die Aufgabe vor, von der Inter zentralbrücke, von deren Verhalten beim Foetus wir damals noch nichts wußten, ausgehend, zu einem Verständnis der Zent ral furche selbst zu gelangen. Doch hat gerade primatenabwärts die Homologisierung der Furche große Schwierigkeiten. Und als ihre fetale Anordnung, dank einer glücklichen Konstellation, unterdessen erkannt war, galt es, ein geeignetes Specimen vom erwachsenen Menschenhirn zu finden, um mit Aussicht auf Erfolg den Weg des Beweises antreten zu können.


1) Man hat bisher vielfach „Gj^rus fronto-parietalis" gesagt. Die Bezeichnung setzt den Sulcus Rolandi als lappentrennende Furche voraus. Die Namen der Lappen des Gehirns führen ihrerseits auf bestimmte Schädelknochen und -regionen zurück. Das ergibt verwickelte Beziehungen. Wichtiger ist, daß auch die in Deutschland übliche Bezeichnung des S. Rolandi als „Zen tral"-Furche. die wohl für das Menschen- und allenfalls noch für das Anthropoidenhirn zutreffen mag , in der vergleichenden Anatomie gar keinen Sinn hat. Die „Zentral"-Furche der Ungulaten, der Carnivoren u. s. w. nimmt am Hirn nichts weniger als zentrale Lage ein.


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I. Ein Fall von doppelseitiger üeberbrü ckung der

Zentralfurche.

Das weitaus merkwürdigste menschliche Gehirn, das uns bisher

vorgekommen, ist das einer 38 Jahre alten Frau, die vor mehreren

Jahren in einem der hiesigen Krankenhäuser starb. Es zeigt uns

(Fig. 1) auf beiden Seiten die RoLANDOsche Furche breit



Fig. 1. Doppelseitige Ueberbrückung der EOLANDOschen Furche. Objektiv auf die Mitte des Hirns eingestellt : man erkennt hier den Gyrus intercentralis medius zwischen den beiden Furchenfragmenten. — Yg der natürlichen Größe. (Die Furchenbezeichnungen, die hier im Interesse des Bildes fortfielen, sind aus Fig. 2 und 3, den Lateralansichten desselben Gehirns, leicht ersichtlich.)


überbrückt — eine Anordnung, die weder irgendwo erwähnt, noch beschrieben oder abgebildet sich findet und jedenfalls ungemein selten ist. Wir geben im folgenden eine möglichst getreue Darstellung des in seiner Art einzig dastehenden Objektes, zunächst mit Rücksicht auf das Verhalten der Region der Zentralwindungen: An der rechten Hemisphäre des in jeder Hinsicht wohlentwickelten, nur etwas leichten (es wog mit den Leptomeningen alles in allem


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1105 g) Gehirns kommt die Rolando - F u r c h e aus der Fiss. Sylvii hervor. Der Zusammenhang ist allerdings kein sehr tiefgehender. Das Lateralende der Furche weicht nämlich etwa 1 cm oberhalb der Fissura Sylvii in einen hinteren und vorderen Strahl auseinander (Fig. 2), zwischen denen eine zur Fissura Sylvii abfallende dreieckige Vertiefung jenes opercularen Saumes besteht, der unter gewöhnlichen Verhältnissen die beiden Zentralwindungen unten miteinander verbindet. Der proximale Strahl erreicht die Fissura Sylvii nicht, wohl aber scheint dies der distale zu tun, vor welchem, durch einen zierlichen Gyrus getrennt, eine kleine, schräg nach oben-vorn ziehende Klappdeckelkerbe in jeuer Operculardepression (die auf unserer Figur 2 durch Schraffierung angedeutet ist) sich vorfindet: ein rudimentärer, aber typischer Sulcus subcentralis anterior. Es besteht also unter allen Unständen eine durch die Subzentralkerbe vermittelte und durch eine lokale Depression des Operculumsaumes unterstützte Kommunikation zwischen Sulcus Rolandi und Fissura Sylvii.

Von der bezeichneten lateralen Verbreiterung ihres Grundes begibt sich die Zentralfurche nun in der direkten Fortsetzung des hinteren Endstrahles zunächst eine kleine Strecke proximo-dorsalwärts, biegt dann stumpfwinklig, aus der Spitze des Winkels einen kurzen Ast nach vorn entsendend, disto-dorsalwärts um und spaltet sich nahezu genau in oder etwas oberhalb der Mitte zwischen Ram. horizontalis fiss. Sylvii und der großen Längsspalte des Gehirns, ähnlich wie am Lateralende, in einen vorderen-oberen und einen hinterenunteren Ast, die zusammengenommen das untere Fragment der überbrückten Zentralfurche T-artig zum Abschlüsse bringen.

Die Fortsetzung der Zentralfurche nach oben beginnt 11 mm dorsalwärts und distalwärts vom geschilderten Ende des unteren Fragmentes. Sie läuft zunächst parallel jenem T-förmigen Aufsatze proximo-dorsalwärts und erreicht, mit ihrem Endstück stark nach hinten geschweift, in nach vorn und innen konvexem Bogen (Fig. 1) die Mantelkaute, in welche sie einschneidet und dadurch auf der Medianfläche 0,5 cm vor dem aufsteigenden Callosomarginalisaste zur Ansicht gelangt.

Die wahre Länge des unteren Fragmentes (c) beträgt 50 mm, des oberen (c^) 49 mm ; die Gesamtlänge (99 mm) steht also nach unseren (= 95 mm) und fremden Erfahrungen nicht hinter dem für weibliche Hirne geltenden Mittel zurück. — Die maximale Tiefe der Furche beträgt in c 18 mm, in c^ 13 mm, entsprechend der Mitte eines jeden Fragmentes. — Die Neigung der Gesamtrichtung der Zentralfurche zur Medianebene erreicht ca. 65°.

An der linken Hemisphäre (Fig. 3) erscheint das abwärtige Zentralfurcheuende einfach und ungespalten und erreicht die Fiss.


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Sylvii nicht, sondern endigt, leicht nach hinten abgelenkt, 0,5 cm oberhalb derselben. Von da zieht sie etwa 2 era weit geradeswegs nach oben-hinten, beschreibt sodann einen kleinen, distal konvexen Bogen mit einem kurzen Zweig zum Gyrus centralis posterior und zieht sich dann noch 1 cm in der anfänglichen Richtung hin, um 33 mm unter der Mantelkante blind zu endigen. Hier erweist sich die Furche durch einen 0,5 cm breiten nahezu transversalen Gyrulus, welcher die beiden Zentral Windungen untereinander direkt verbindet, deutlich überbrückt Um die Breite dieser Brücke weiter nach hinten findet sich der Anfang der dorsalen Zentralfurchenhälfte (c^), welche in ähnlichem Verlaufe wie rechts, nur etwas stärker nach vorn gebogen und unter Abgabe eines Strahles schließlich die Mantelkante erreicht, hier ebenfalls in der bekannten typischen Lagebeziehung zum Ende des Sulcus callosomarginalis erscheinend (Fig. 1 links). Während jedoch die Brücke der rechten Zentralfurche vollständig im Niveau der übrigen Gyri sich befindet, ist die linke Zentralspaltenbrücke nicht nur schmäler, sondern zugleich um ein ganz Geringes tiefer gelegen als die Wölbung der angrenzenden Zentralwindungen. Es betrifft allerdings diese Vertiefung wesentlich nur den mittleren Teil der Brücke; wo sie in die Masse der Zentralwiudungen überzugehen sich anschickt, da erreicht sie vollkommen das allgemeine Niveau der übrigen Hirnrinde.

Sowohl der Lage nach, als auch in ihrer allgemeinen Anordnung entspricht die linksseitige Zentralfurchenbrücke mit unwesentlichen Abweichungen der analogen an der rechten Hemisphäre bestehenden Bildung. Insbesondere die durch sie erzeugte typische Dislokation der beiden Furchen fr agmente ist an beiden Hemisphären des vorliegenden Gehirns die gleiche, indem die trennende Brücke das untere Fragment (c) proximalwärts, das obere (c^) distalwärts verlagert (Fig. 1 — 3).

Die Maßverhältnisse sind ungefähr die gleichen, wie rechts : Länge von c = 50 mm, von c^ = 48 mm ; Tiefe in c^ 16 mm, in c 19 mm. Die Neigung zur Medianebene beträgt 63 *^, so daß beide Zentralfurchen dieses Gehirns einen nach vorn ofi'enen Winkel von 128 '^ einschließen.

Es finden sich, was den Aufbau der übrigen Furchen und Windungen betrifft, mancherlei bemerkenswerte Abweichungen vom gewöhnlichen Typus, und zwar sowohl an dem Rhinencephalon, wie am Pallium. Daß die rechte Zentralfurche mit der Fissura Sylvii vereinigt erscheint, ist oben schon erwähnt worden. W' ich tige Varietäten sind dann im Gebiete des Stirnhirns, am Sulcus cinguli u. s. w. zu bemerken; doch haben dieselben keine nähere Beziehung zu dem hier erörterten speziellen Gegenstand und sollen deshalb vorläufig nicht genauer behandelt werden.


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Fig. 2. Doppelseitige Ueberbrückung der EOLANDOscheu Furche. Eechte Lateralansicht von Fig. 1. c, c^ Fragmente des überbrückten Sulcus Rolandi, zwischen ihnen der Gyrus intercentralis medius. — An diesem Gehirn fehlt rechts der Gyrus intercentralis inferior, wie bei den Eaubtiei'en.



Fig. 3. Doppelseitige Ueberbrückung der ROLANDOschen Furche. Linke Lateralansicht von Fig. 1. Der Gyi'us intercentralis medius, zwischen den Fragmenten c und c' des Sulcus Rolandi sich von einer zur anderen Zentralwindung hiuüberkrünimend, hier schmäler als rechts, vgl. auch Fig. 1. — Der Gyrus intercentralis inferior auf dieser Seite, wie gewöhnlich beim Menschen, gut entwickelt, sca Sulcus subcentralis anterior.

Als charakteristisch für die typische Zentralfurchenüberbrückung und als wesentlich für das Verständnis des Vorganges heben wir hervor :

1) die Lage der Brücke oberhalb der Mitte, an der Grenze zwischen mittlerem und oberem Drittel der Zentralfurche;

2) die Richtung der Brücke schräg von vorne-oben nach hinten-unten ;

3) die Art der Dislokation der Furchenfragraente: das obere Fragment rückt nach hinten, das untere nach vorn, beide schießen aneinander vorbei.


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Lage und Richtung der Brücke sowohl, wie ganz besonders der typische Mechanismus der Furchendislokation (der übrigens auch anderen „Radiärfurchen" eigentümlich ist) sind, wie wir sehen werden, schon in der individuellen und stammesgeschichtlichen Entwickelung der Zentralfurche begründet.

Von der unterbrochenen Zentralfurche handelt bereits eine kleine Litteratur. Heschl vor allem lieferte eine förmliche Statistik der merkwürdigen Hirnvarietät, die bisher auf Abbildungen insgesamt dreimal mit je einem Fall (Wagner, Gehirn des Klinikers Fuchs in Göttingen, dann Giacomini und Sernow) Darstellung gefunden hat. Es hat aber keiner der bisherigen Beobachter den Versuch gemacht, auf das eigentliche Wesen der Sache einzugehen und über die Bedeutung der auffallenden Furchenanordnung Klarheit zu schatfen. Man begnügte sich, ihre Häufigkeit (die übrigens recht verschieden angegeben wird) zu schätzen und der Anschauung Raum zu geben, es handle sich da um eine unschuldige, ganz gewöhnliche sog. „individuelle" Variation , die gar keine physiologische , psychologische oder sonstige Bedeutung beanspruche.

Da nun in unserer vorhin geschilderten Beobachtung ein ungewöhnlich eklatantes Specimen der „unterbrochenen" Zentralfurche sich bietet, das wegen der hochgradigen Entwickelung und zumal wegen der Doppelseitigkeit der Ueberbrückung als ganz besonders günstiges Objekt zum Studium der Erscheinung sich darstellt ; so ergiebt sich die Pflicht, auf das Wesen des Vorganges zurückzugehen und eine Erklärung desselben auf morphologischer Grundlage zu versuchen.

n. Die Gyri inter centrales der Carnivoren.

Wenn im Verlaufe einer für gewöhnlich kontinuierlichen Hirnfurche ausnahmsweise eine trennende Brücke auftritt, so darf man schließen, daß die Furche ursprünglich aus zwei Stücken hervorgeht, die sekundär während des späteren Wachstumes der Rinde ineinander fließen. Der Schluß wird doppelt berechtigt sein, wenn sich nachweisen läßt, daß jene Brücke schon unter gewöhnlichen Verhältnissen als „Tiefenwindung" an entsprechender Stelle des Furchengrundes sich vorfindet. Herrscht hierüber volle Einigkeit bei den Morphologen, so darf man weiter gehen und die Erwartung hegen, jenen ursprünglichen Zustand der getrennten Furchenanlage auf irgend einer Stufe der Keimes- oder Stammesgeschichte wiederzufinden.

Wie verhält es sich nun mit der Zentralfurche ?

Was zunächst ihre ontogenetischen Beziehungen betrifft, so hat bekanntlich niemand von den älteren Autoren eine getrennte Anlage der Furche beim Fetus beobachtet. Niemand hegte Zweifel


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an der Einheitlichkeit der fetalen Zentralfurche. Man sagte, sie entwickele sich aus einem Stück. Demgegenüber bringen neuere Entdeckungen, die man Cunningham und Retzius verdankt, den Beweis, daß in Wirklichkeit die Zentralfurche beim Fetus — in der Zeit zwischen Ende des 5. und Ende des 7. Monates — in gewissen Fällen in Gestalt zweier getrennter Anlagen zu finden ist. Das neue, von den beiden genannten Forschern entzündete Licht erwies sich von weittragender Bedeutung. Es lag nahe, die Brücke zwischen oberem und unterem Abschnitt der fetalen Zentralfurche als Vorläufer der fast immer nachweisbaren Tiefenwindung des erwachsenen Gehirns anzusehen, und zwar um so mehr, als beide — Fetalbrücke und Tiefenwindung — an einem ganz charakteristischen Punkte der Zentralspalte, nämlich entsprechend ihrem oberen Knie, zu finden sind. Da nun zwischen jener Tiefenwindung und der (wie auf unserer Fig. 1 — 3) die Elemente der Zentralfurche dislozierenden oberflächlichen Brücke des erwachsenen Gehirns alle üebergänge sich nachweisen lassen (Heschl); da mit anderen Worten die Tiefenwindung gewissermaßen als Vorstufe der oberflächlichen Brücke, von der sie nur graduell, nicht dem Wesen nach unterschieden ist, sich darstellt; so ergibt sich von selbst, daß der Gyrus inter centralis medius, ob er nun, wie in unserem Fall (Fig. 1), bis zu voller Ueberbrückung der Zentralfurche entwickelt ist oder als Tiefenwindung vorliegt, unter allen Umständen gleichzusetzen ist jener die fetale Zentralfurche überbrückenden ßindenpartie. Es erscheint also die beim erwachsenen Menschen so ungemein selten, unter 1000 Fällen vielleicht 1— 2mal zu beobachtende Ueberbrückung der Zentralfurche als ein Zustand, der. in der Fetalentwickelun g des Menschenhirns z wischen fünftem und siebentem Monat, wennauch nicht gerade die Regel ausmacht, so doch für eine gewisse Reihe von Fällen als vollkommen typisch anzusehen ist.

Und nun ein Blick auf die Tierwelt. Wo verbirgt sich der phylogenetische Vorläufer jenes mittleren Interzentralgyrus, über dessen Ontogenie Cunninghams und Retzius' Entdeckungen ein so überraschendes Licht verbreiten?

In der Reihe der Primaten ist, soweit unsere Kenntnis reicht, ein Aufschluß nicht zu gewinnen ; wenigstens nicht an dem erwachsenen Hirn höherer Primaten. Jener Typus der Zentralfurchenanordnung, wie er am Menschenhirn hervortritt, ist unzweifelhaft Primatenbesitz. Spezifisch anthropologisch erscheinen nur gewisse Einzelheiten, beispielsweise die bekannten Schlängelungen und Kniebildungen der Zentralwindungen, die indessen schon den Gibbonen und vor allem


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dem Orang nicht ganz fehlen. Ob am embryonalen Hirn irgendwelcher Primaten Anlage der Zentralfurche aus zwei getrennten Stücken die Kegel bilde, ist zwar nicht ausgeschlossen, aber auch nicht notwendig •anzunehmen und jedenfalls noch dahinstehend. Wir wissen davon nichts. Primatenabwärts, im Bereiche gyrencephaler Säuger, birgt die Frage der Homologie des S. centralis bekanntlich noch immer recht bedeutende Schwierigkeiten. Als Homologa der Furche sind seit Leuret, auf den die lehrreiche Geschichte der Frage zurückführt, für die Gruppen der Ungulaten und Carnivoren ernstlich in Betracht gezogen worden:

1) der Sulcus praesylvius Krueg = supraorbital sulcus Flower = vordere oder senkrechte Hauptfurche Pansch = scissure de Rolando Broca;

2) der Sulcus cruciatus Leuret;

3) der Sulcus coronalis Owen und Krueg.

Fassen wir das Ergebnis unserer vergleichenden Studien über den vorliegenden Gegenstand kurz zusammen, so gelangen wir zu folgendem Satz:

Homolog der Zentralfurche ist weder allein der Sulcus praesylvius Krueg, noch auch an sich der Sulcus cruciatus Leuret, sondern beide zusammen, Sulcus praesylvius + Sulcus cruciatus bilden das Homologon der Rolando sehen Furche des Primatengehirns.

Ein Blick auf untenstehende Darstellung des Raubtiertypus (Fig. 4) zeigt uns die Genese unserer „Zentralfurchenüberbrückungen" in ihrem



Fig. 4. Die ROLANDOsche Furche am Cai'nivoren- und Menschenhirn, a Seitenansicht eines Fuchshirns : Raubtiertypus der Windungen, b Oberansicht vom Bärenhirn, linke Hemisphäre, c Oberansicht vom Menschenhirn, rechte Hemisphäre.

ps Sulcus praesylvius Kkueg; er Sulcus cruciatus Letjret; a Gyrus intercentralis medius ; c, c' unterer und oberer Abschnitt der ROLANDOschen Furche ; cm Sulcus call osomarginalis.


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wahren Lichte. Im Raubtiertypus ist die Zentral furche nie anders als unterbrochen^). Jener Gyrus iutercentralis medius, der beim erwachsenen Menschen so außerordentlich selten an die Gehirnoberfläche tritt, liegt am Raubtierhirn ausnahmslos frei zu Tage^ die Windung a, die „Inte rzentralbrücke" der Carnivoren, zwischen Sulcus cruciatus und Sulcus praesylvius eingeschoben, ist ihm vollkommen homolog. Ueberbrückte Zentralfurchen am Menschenhirn entsprechen in jeder Hinsicht dem Verhalten des Carnivorentypus, erscheinen insofern als „Tierähnlichkeit", als Reminiscenzen einer phylogenetisch fernliegenden architektonischen Idee,

Haben wir den für unsere Betrachtung so wichtigen Gyrus intercentralis medius in der Windung a des Raubtierhirns wiedergefunden, so bleibt zu untersuchen, wie sich bei solcher Voraussetzung die Furchen verhalten und welche Tatsachen die neue Auffassung der Dinge begünstigen.

Zunächst der Sulcus praesylvius. Er allein kann der Zentralfurche wohl nicht entsprechen. Erstreckt sich doch die Zentralfurche am Primatenhirn weit aufwärts zur Mantelkante und über sie hinweg. Hingegen der Sulcus praesylvius durchzieht kaum mehr als ^3 oder 2/3 der Hemisphärenbreite. Es ist also schon aus diesem Grunde, nimmt man den S. praesylvius als Homologon der Zentralfurche an, der letzteren oberes Segment oder Drittel noch zu suchen.

Als solches kommt an dem Raubtierhirn einzig und allein oder doch vor allen anderen Furchen der Sulcus cruciatus in Betrachtung.

Es wird wohl gegenwärtig, zumal im Hinblicke auf Eberstallers bekannte Darlegungen, nicht zu bezweifeln sein, daß das vordere, marginalwärts aufsteigende Stück des Sulcus splenialis der Carnivoren (= S. subparietalis Broca), dessen Verlauf auf der Konvexität eben Sulcus cruciatus heißt, in der Frimatenreihe einschließlich Homo zum hinteren-aufsteigenden Aste der hier sog. Callosomarginal furche und somit zur Grenze des Parazentrallappens sich umgestaltet.

Man vergleiche nun ein Menschen- und Raubtierhirn einmal beide


1) Schon der um die Anatomie des Ungulatenhirns so hochverdiente Krueg spricht sich andeutungsweise in ähnlichem Sinne aus, ja er erklärt die Fälle von Ueberbrückung der Zentralfurche geradezu als Atavismen, allein er denkt sich die Sache ganz anders, faßt ganz andere Furchen (vor allem den vielgenannten Sulcus coronalis) dabei in das Auge und befindet sich offenbar noch in völliger Unkenntnis von den Homologien des Sulcus centralis an dem Raubtiergehirn. Zeitschr. f. wiss. Zoologie Bd. 31.


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in der Ansicht von oben ! Von der Callosom argin alis sieht man, gelangt sie nach außen, immer nur ein ganz kurzes Stück auf der Konvexität; dahingegen der Sulcus cruciatus strebt weit nach außen und ventralwärts über die Hemisphärenbreite, was nicht allein bei manchen Katzenarten, vor allem bei Hyaena striata, sondern auch beim Bären, wie Procyon lotor etc. in höchstem Grade auffällt (Fig. 4 rechts). Die Erklärung liegt auf der Hand: der aufsteigende Ast des S. splenialis + S. cruciatus entspricht nicht der Pars posterior der Callosomarginalis (cm) allein, sondern dieser letzteren + dem oberen Segment (c^ Fig. 2 und 3) der fötalen bezw. der überbrückten Zentral fur che. Die trennende Brücke zwischen Callosomarginalis und Zentralfurche, die wir als charakteristische Besonderheit des Primatenhirns kennen lernten und als Gyrus inter centralis superior aufführten, ist bei den Raubtieren in der Nähe des Hemisphärenrandes am Grunde des Sulcus cruciatus zu suchen. Geht die menschliche Zentralfurche — was gelegentlich vorkommt — einmal kontinuierlich in den Sulcus callosomarginalis über: dann haben wir voll und ganz jenen Zustand des Sulcus cruciatus vor uns, der für den Carnivorentyp so außerordentlich bezeichnend ist.

Ob man also vom Sulcus praesylvius oder vom Sulcus splenialis her die Analyse der in Betrachtung kommenden Furchengebilde ausgehen läßt: überall ergibt sich die Notwendigkeit, der einheitlich erscheinenden Zentralfurche des Primatentypus zwei getrennte Furchen des Carnivorenhirns gegenüberzustellen. Daß es sich dabei nur um den Sulcus praesylvius und um den Sulcus cruciatus handeln kann, muß dem unbefangenen Blick eigentlich recht naheliegend erscheinen. Schwer in das Gewicht fällt jedenfalls das eigentümliche, durch die ganze Carnivorenreihe konstante wechselseitige Lageverhältnis der beiden Furchen. Wie schon erwähnt, bewirkt Ueberbrückung der Zentralfurche beim Menschen (Fig. 1—3) eine ganz typische Dislokation der Furchenfragmente, wobei das obere Fragment nach hinten, das untere nach vorn tritt. Genau so liegen Sulcus cruciatus und Sulcus praesylvius zueinander am Carnivorenhirn (Fig. 4). Man sieht, so selten der Gyrus in tercen trails medius beim erwachsenen Menschen oberflächlich verbleibt, so fest hat er jene uralte Wachstumstendenz beibehalten, die die ihm homologe Windung a am Carnivorenhirn entfaltete.

Fassen wir kurz zusammen:

1) Sulcus centralis der Primaten = Sulcus praesylvius + Sulcus cruciatus der Carnivoren.

2) Gyrus intercentralis medius = Gyrus a am Carnivorenhirn.


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Beide Sätze zusammengenommen liefern, zumal in Verbindung mit den erwähnten Tatsachen der Ontogenie und den Beobachtungen am erwachsenen Hirn des Menschen, eine ungezwungene und völlig ausreichende Erklärung der bisher so dunklen Erscheinung der sog. Zentralfurchenunterbrechungen. Nach unserer Auffassung der Verhältnisse stellt sich die Form der überbrückten KoLANDO-Furche als eine im Raubtiertyp weit verbreitete Anordnung dar. Daß in dem Fötalzustande des Menschenhirns die tierähnliche Einrichtung öfter auftritt als beim Erwachsenen, ist ja eine sehr gewöhnliche Eigentümlichkeit primitiver Formverhältnisse.

Auch bei den Ungulaten — das sei schon hier bemerkt — erkennt man unschwer die gleichen Grundlagen , die am Carnivorenhirn für den Aufbau der Gyri centrales maßgebend sind. Leider sind wir mangels genügenden Materials außerstande, die gerade am Ungulatenhirn so schwierige Homologisierung der Zentralfurche mit Bestimmtheit verfolgen zu können. Sicher ist uns nur, daß der Sulcus coronalis am Ungulatenhirn vielfach da gesetzt wird, wo Homologisierung mit dem Sulcus cruciatus naheliegt.

Der Ausdruck „Unterbrechung" erscheint von dem hier vertretenen Standpunkte morphologisch nicht gerechtfertigt, wenigstens nicht mit Beziehung auf die menschliche Zentralfurche. Unterbrochen sein kann nur etwas, was früher einmal zusammenhing. Das Ursprüngliche ist aber, wie wir gezeigt zu haben glauben, gerade die „unterbrochene" Zentralfurche, hingegen die einheitliche, zusammenhängende, nicht unterbrochene das Sekundäre, wie ja die Eutwickelung beweist. Zutreffender schon ist der Begriff „Ueberbrückung" vom Standpunkte der Morphologie. Denn auf den Zustand der Interzentralbrücke a bezw. des Gyrus in tercen trails medius, ob er hoch oder tief gelegen, darauf allein kommt es an. Solange man aber am Hirn nichts anderes sieht und beschreibt als Furchen, wird man auf ihrem Wege, trotz seiner anscheinenden Einfachheit, sich in dem Urwald der Hirnoberfläche nicht zurechtfinden, der menschlichen so wenig, wie der tierischen. Darin sind sich die meisten Gehiruanatomen vollkommen einig, daß bei der Entwickelung der Rinde die Windungen überall den primären (aktiven), die Furchen den sekundären (passiven) Faktor darstellen.

Zwei Worte über das merkwürdige Verhalten des Gyrus intercentralis inferior, des untersten unserer eingangs erwähnten 3 luterzentralbrücken. Sein Besitz bildet augenscheinlich ein Vorrecht des Primatenhirns. Die Gyrencephalen vom Nichtprimatentypus zeigen ihn noch nicht, zum mindestens nicht an der Oberfläche. Dagegen ist der Sulcus subcentralis anterior des Menschen- und Anthropoidenhirns völlig homolog der untersten Partie des Sulcus praesylvius und erscheint somit


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als Erbteil der Raubtiere. So erklärt sich die merkwürdige Richtung der vielfach nur noch angedeuteten ,Subzentralfurche, so ihr üblicher Zusammenhang mit der Fissura Sylvii und — in selteneren Fällen — mit ihrer Mutterfurche, dem Sulcus centralis, so endlich ihre hin und wieder zu beobachtende intraoperculare Lage oder gar völlige Reduktion. Hängt die Zentralfurche des Menschen — bekanntlich ein überaus seltenes Vorkommnis ^) — voll und ganz mit der Fissura Sylvii zusammen, so liegt der gleiche Zustand des Raubtiertypus vor, wie wir ihn im Falle des Fehlens der obersten Interzentralbrücke verwirklicht sehen. Es erscheint gewiß bemerkenswert, daß an der rechten Hemisphäre jenes oben beschriebenen Hirns mit überbrückter Zentralfurche (Fig. 2) auch der Gyrus intercentralis inferior im Bilde des Carnivorenhirns auftritt. Hinzuweisen ist hier schließlich kurz auf das Korrelationsgesetz derHirnwindungen in seiner Anwendung auf die im Vorstehenden betrachtete Rindenregion. Es sind nämlich, wie zu erwarten, nicht nur die Brückenwindungen der rechten und linken Zentralfurche stets ungleich stark entwickelt, sondern es herrscht unter den Interzentralbrücken der gleichen Hirnhälfte ein derartiges wechselseitiges Verhältnis vor: daß, wenn die mittlere Brücke wächst, die untere zurücktritt, und umgekehrt. Unsere Figg. 2 und 3 gewähren eine vorzügliche Erläuterung dieses Korrelationsgesetzes, auf welches wir an einem anderen Orte ausführlicher zurückkommen. Im allgemeinen zeigen die Gyri intercentrales folgendes Verhalten :

1) Im Primatentyp erscheint der unterste (operculare) Interzentralgyrus gewöhnlich als oberflächliche Brücke; der mi-ttlere fast immer tiefliegend, hin und wieder fehlend; der obere (marginale) fast immer oberflächlich.

2) Im Carnivo rentyp liegt der Gyrus intercentralis medius stets breit zu Tage: „Interzentralbrücke"; der G. intercentralis superior und inferior liegen in der Regel verborgen.

Was sollen wir zu allen diesen Tatsachen und Darlegungen nun sagen? Es ist ja schon mehrfach und von verschiedenen Seiten auf die „Inferiorität" oder „Superiorität" bestimmter Windungsgruppierungen des Menschenhirns hingewiesen worden, und speziell der Typus der „unterbrochenen" Hirnfurchen steht seit Rüdingers berühmten Untersuchungen in dem Rufe besonders hoher physiologischer Dignität, Wir würden auf den Gegenstand nicht eingehen, hätte nicht noch in ganz neuer Zeit J. D. Cunningham einer ganz ähnlichen Betrachtungsweise Raum gegeben. „The interrupted form of fissural

1) Am öftesten bisher an Chinesenhirnen beobachtet.


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development", heißt es bei ihm wörtlich, „bespeaks a higher type^) and is peculiarly characteristic of man". Es liegt uns selbstverständlich nichts ferner, als den Anschauungen des um die Gehirnanatomie so hochverdienten Forschers nach irgend einer Richtung hin entgegentreten zu wollen. Es ist aber nach der von Cunningham gegebenen neuen Anregung zweierlei zu erwägen:

Erstens: Rückt in die Bahn einer Hirnfurche eine trennende Brücke ein, so ist — rein mechanisch gedacht — nicht Gewinn, sondern Verlust an Rindenoberfiäche die Folge, wie ja leicht ersichtlich. [Auf die kompensatorischen Vorgänge, die bei solcher Brückenbildung Platz greifen (G. Retzius) können wir hier noch nicht näher eingehen, da die Art der Kompensationsvorgänge in jedem einzelnen Fall nicht genauer bekannt ist.]

Zweitens: Wer zugibt, bei der Rindenentwickelung seien die Gyri aktives Moment, welches zu den Furchen sich etwa verhält, wie Ursache zu Wirkung, wird unschwer erkennen, daß Brückenbildung im Verlauf von Furchen Folge sei verlangsamten Wachstum es an den betreffenden Punkten der Hirnrinde. Denn die Furche an sich ist allemal Ausdruck jenes gesteigerten Rindenwachstumes, dessen Endeffekt uns als Windung erscheint.

Es kommt aber noch ein Drittes hinzu. Nachdem das für die Hirnform so hoch bedeutungsvolle Auftreten eines Gyrus intercentralis medius beim erwachsenen Menschen von uns als eine primitive Einrichtung des Säugetier- und speziell des Raubtierhirns erkannt worden war, schien die Auffassung des Vorganges als einfache „Tierähnlichkeit" den tatsächlichen Verhältnissen vorläufig am meisten angemessen. Wo bleibt da aber die Superiorität der Entwicklung unterbrochener Furchenanordnungen? Wo die Grundlage jenes „higher type", wovon Cunningham redet? Es läge sicher für das morphologische Denken der entgegengesetzte Schluß viel näher, wüßten wir nicht, daß der Mensch in gewissen Richtungen primitiver ist als Tierformen, die im Range weit unter ihm stehen. Andererseits treten unmittelbar neben exquisiten Tierähnlichkeiten gerade an dem Menschenhirn — wir erinnern nur an den obersten Interzentralgyrus und seinen ausgesprochenen Primatencharakter — so oft Signa fortgeschrittener Fornibildungen hervor, daß niao vielleicht gut tun wird, auf eine einheitliche Auffassung der Windungsbrücken an dem Menschenhirn vorläufig noch zu verzichten.


1) Im Original nicht gesperrt. Abgeschlossen am 16. November 1902.


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Kalenderjahr.


XXII. Band. ^ 10. Dezember 1903. ^ No. 14 und 15.

Inhalt. Aufsätze, riorence R. Sabin, A Note concerning the Model of the Medulla, Pons and Midbrain of a New-born Babe as Reproduced by Herr ¥. Ziegler. With 2 Figures, p. 281—289. — Adolf Wallenberg, Eine zentrifugal leitende direkte Verbindung der frontalen Vorderhirn basis mit der Oblongata (+ Rückenmark?) bei der Ente. Mit 8 Abbildungen, p. 289— 292. — O. Pragnito, Per la genesi della cellula nervosa, p. 292 — 297. — P. Leydig, Bemerkung zu den „Leuchtorganen" der Selachier. p. 297 — 301. — P. Eeibel, Zur Anatomie des Urogenitalkanals der Echidna aculeata var. typica. Mit 2 Abbildungen, p. 301 — 305. — Pr. Eopsch, Bemerkungen zu Mitrophanows Berichtigungen. Mit 1 Abbildung, p. 305—308.

Bücheraiizeigen. Carl Heitzmann, p. 308—309. — Handbuch der vergleichenden und experimentellen Entwickelungslehre der Wirbeltiere, p. 309. — M. V. Lenhossek, p. 309. — HELMHOLXZ-Biographie, p. 309—310.

Anatomische Gesellschaft, p. 310—312. — Personalia, p. 312.

Litteratur. p. 41—56.


Aufsätze.

Nachdruck verboten.

A Note concerning the Model of the Medulla, Pons and Midbrain of a New-born Babe as Reproduced by Herr F. Ziegler.

By Florence R. Sabin, M.D. (From the Anatomical Laboratory, Johns Hopkins University.)

With 2 Figures. The model described in this note was made in the Anatomical Laboratory of the Johns Hopkins University. It has already been published and illustrated i).

1) Contributions to the Science of Medicine dedicated by bis Pupils to William Henry Welch upon the Twenty-fifth Anniversary of his

Anat, Anz. XXII. Aufsätze. It7


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At the suggestion of Professor Stöhr in Würzburg, Herr Ziegler (Atelier für wissenschaftliche Plastik) in Freiburg i. B., has undertaken to reproduce the model ^) in order that it may be put into the hands of those especially interested in the study of the nervous system.

Whereas the original model included only one side of the region, the reproduction consists of four separate models each of which shows both sides. This is necessary in order that the different fibre bundles can be traced through their decussations. Owing to the complexity of the model it seemed wiser for me to go to Freiburg and personally direct the work; and indeed it has taken the entire cum mer to be sure not only that all of the details of the original model are accurately reproduced but also that the course of each path has been made clear for the student. As has been said the model as made by Herr Ziegler consists of four separate models. The first is a series of sections swung in a frame, to be used to relate the other models to transverse sections. The other three models represent the internal structures in plastic form. Each one is swung in a frame, which can be revolved to any degree (Fig. 1). Thus the models can be viewed from every aspect and each structure is brought to view without taking any thing apart. This seemed the wiser plan for in the first place it prevents the confusion the student would find in putting together so complex a structure and in the second place it avoids the breakage involved in frequent handling.

The models have been colored as in the original plates. All of the nuclei are in solid colors while the fibres are marked by lines upon a white back ground. In general, red is used as the color for motor structures and blue for sensory. The nuclei of the motor cerebral nerves as well as the ventral horns of the cord are in red and the motor root fibres are marked with red lines. On the other hand the nuclei of reception of the sensory cerebral nerves together with the dorsal horns of the cord and the nuclei of the dorsal columns, nuclei funiculi gracilis et cuneati are in blue. The sensory cerebral nerves are also marked with blue lines. All other fibres are marked with black lines and all other nuclei are in yellon.


Doctorate and in Vol. IX of the Johns Hopkins Hospital Reports. Later it was republished as an Atlas by Friedenwald and Company of Baltimore.

1) A special circular in regard to the model can be procured from Herr Zieglee's Atelier in Freiburg i. B.


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As has been said, the first model is a series of sections. The second shows the surface form on the one side, and the structures just beneath the surface on the other. It corresponds to Plates I and II in the Atlas. The third model is designed to show the motor cerebral nuclei and nerves on the one side and the sensory on the other as in Plates III and IV of the Atlas. It relates the gray matter of the cord to that of the medulla. The fourth shows the deeper structures which make the foundation as frame work, namely the medial and lateral lemnisci, the corpus trapezoideum, and the fasciculus longitudinalis medialis. It relates the white matter of the cord to that of the medulla.


Comm.coliinf. ^rach-.conj.


VentriculusQuartus.

' ^Tu.fun-cun.



Fig. 1.


In as much as the model was made from the brain of a new-born babe, some of the fibre tracts are not yet medullated. The most important of these are the pyramids and the brachium pontis. These two structures lie near the surface, however, and are easily shown schematically. The course of the pyramidal tract is shown by heavy wires on models II and IV, while the position of the brachium pontis is indicated on model II.

The first model consists of six sections, so mounted as to correspond in position with models II — IV. The outlines of this sections are drawn on model II.

The drawings of the sections correspond with a series of sections

19*


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shown in Koelltker, Handbuch der Gewebelehre des Menschen, Bd. 2, 1896, for he pictures sections of about the same stage as the model cut perpendicularly to the long axis.

The first section represents the spinal cord above the cervical swelling. The second passes through the decussatio lemniscorum and is a little farther cerebralward than Koelliker's Fig. 443. The third is a typical section of the medulla and corresponds with Fig. 466 except that the nucleus funiculi cuneati occupies the place of the radix descendens n. vestibuli. The fourth passes through the nucleus of the N. abducens and corresponds with Fig. 490, while the fifth passes through the upper part of the pons just spinalward from the N. trochlearis. It is to be compared with Fig. 559. The sixth section passes through the midbrain at the level of the superior colliculus as shown in Fig. 567. Koelliker has two more figures, namely 560 and 561, which pass through the inferior colliculus and show, as does the model, that at birth the inferior colliculus lies opposite the peduncle rather than opposite the pons as in the adult. That is to say, the growth of the pons is forward or cerebralward.

The second model shows the surface form on the right side, and the structures just beneath the surface on the left (Fig. 1). The transverse lines represent the position of the sections of model I. The lower end of the model is the same as the first section of model I, and represents the spinal cord. The relations of the dorsal funiculi to their nuclei as well as the origin of the corpus restiforme from the dorsal funiculi and the fasciculus cerebrellospinalis are clearly shown.

This model also shows the relation of the three cerebellar peduncles to each other. The middle peduncle, or brachium pontis is nonmedullated and shows as a narrow band on the surface form on the right hand side. The superior and inferior peduncles have been prolonged slighthy free hand by the aid of transverse sections in order to show their relative positions as they enter the cerebellum. The superior peduncle or brachium conjunctivum passes obliquely dorsalward to the corpus dentatum, the anterior, ventral tip of which is shown in outline. — The inferior peduncle or corpus restiforme passes dorsalward just lateral to the anterior tip of the corpus dentatum and to the brachium conjunctivum.

Certain of the relations in the midbrain are also clearer in this model than in any other. For example the position of the lemniscus medialis with regard to the pyramidal tract, the red nucleus and the substantia nigra.


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The third model is designed to show the cerebral nerves and the relation of their nuclei both to each other and to the gray matter of the cord. Beginning with the lower end of the model, the dorsal and lateral columns of the spinal cord have been removed so that the gray matter is exposed. The dorsal horns are colored blue and the ventral red. The motor nuclei are represented on the left hand side and the sensory on the right.

Just at the junction of the cord with the medulla, the ventral horn, which is split off from the rest of the gray matter by the decussating pyramidal fibres, divides into two parts, a medial and a lateral. The medial division gives rise to the nuclei of the hypoglossus, abducens, trochlearis and oculomotorious nerves, while the lateral division gives rise to the motor nuclei of the spinal accessorius, vagus, glossopharyngeus, facialis and trigeminus nerves. Two wires from the ventral horn show this division and represent the scattered cells that connect the ventral horn with the nucleus n. hypoglossi medially, and with the nucleus ambiguous laterally.

The contrast between these two groups of nerves is well brought out. The nuclei of the median group lie in the floor of the ventriculus quartus or aqueductus Silvius, along the course of the fasciculus longitudinalis medialis. The root fibres all pass directly ventralward and emerge near the median ventral line, except these of the N. trochlearis which pass dorsal ward, decussate in the velum and emerge near the dorsal median line. On the other hand the lateral group of nuclei lie farther ventralward and the root fibres of all except these of the N. trigeminus make an arch in passing outward. That is to say the fibres pass first inward and dorsalward and then turn veutralward and outward to emerge in the lateral line.

On the right hand side of the model are shown the sensory cerebral nuclei. The nuclei funiculi gracilis et cuneati, which lie in the path of the dorsal fasciculi represent the sensory nerves of the spinal cord. The posterior horn as it is in the cord is shown in the cross section ; in entering the medulla, the horn or the substantia gelatinosa Rolandi swells and becomes the nucleus of the N. trigeminus. This nucleus extends as far as the pons where the root bundle of the nerve enters. The fibres of the root bundle divide into short ascending branches which enter the anterior end of the nucleus, and into long descending branches making the tractus spinalis n. trigemini which extends along the lateral border of the nucleus as far as the spinal cord.

The sensory parts of the glossopharyngeus and vagus nerves are clearly shown as well as their relation to the motor part. The sensory


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fibres take two separate paths. First a definite compact bundle passes inward and dorsalward just lateral to the tractus spinalis n. trigemini and turns spinalward to make the tractus solitarius. Second, scattered fibres pass through the tractus spinalis n. trigemini and enter the ala cinerea. With these scattered fibres run the motor fibres of the same nerves, as represented in the model by red wires.

A part of the nucleus n. vestibuli medialis and the corresponding fibres have been cut away to show the deeper structures, but by comparing with modell II the entire nerve is made plain. Similar to the N. trigeminus, the root bundle passes inward and dorsalward, and then the fibres divide into ascending and descending branches. The nucleus is also a continuous mass of cells lying just internal to the tracts. The cells opposite the radix descendens n. vestibuli make the nucleus n. vestibuli medialis while those opposite the ascending branches make the nucleus n. vestibuli superior or Bechterew's nucleus. Where the fibres of the vestibular root bundle divide is a third nucleus, the nucleus n. vestibuli lateralis or Deiters' nucleus whose fibres pass to the spinal cord. This path is to be seen in model IV. The nucleus has been colored yellow (red in the atlas), because its cells do not correspond strictly in type either to these of a sensory or a motor nerve. The vestibular fibres which enter the cerebellum are shown by wires on models II and III. The commissure between the two nuclei n. vestibuli superiores is shown in model III in connection with the brachium conjunctivum.

This third model brings out the similarity between the sensory paths. Each sensory nerve on entering divides into a long descending tract and a short ascending one. There are however no ascending fibres shown for the glossopharyngeus and vagus nerves. The sensory nuclei, which are derived from the dorsal horn accompany these tracts throughout their length and lie just internal to them. From all of these nuclei pass internal arcuate fibres into the lemniscus medialis. The vestibular nerve is peculiar in its relations to the cerebellum. The cochlear nerve is not to be horaologized with the other sensory nerves, either in the position of its nucleus or in the course of its fibres. Its path is wholly ascending and is best seen in model IV, where the corpus trapezoid eum is more uncovered.

Besides the cerebral nerves, this model shows certain relations in the midbrain, and the difi'erent areas in the formatio reticularis better than the others. In the midbrain the form of the stratum profundum album is prominent. Farther ventral lies the red nucleus embedded in its capsule. Passing from the nucleus are the fibres of the brachium


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conjunctivum, the decussation of which is best seen from the ventral aspect. The fibres as they enter the cerebellum are however to be seen from the lateral and dorsal aspects.

The position of the areas of the formatio reticularis can be seen in this model. In the cord the area is small and limited to the angle between the two horns. In the medulla the area is wide and lies dorsal to the olive and lateral to the fibres of the fasciculus longitudinalis medialis. In the pons the area is dorsal to the lemniscus medialis while in the midbrain it is internal to the lemniscus and dorsal to the nucleus ruber. In the medulla the fibres which lie between the lemniscus medialis and the fasciculus longitudinalis medialis belong also to the formatio reticularis. In the course of this path lies the nucleus centralis inferior just spinalward from the N. abducens. In entering the pons these fibre bands broaden out and enclose on either side the nucleus reticularis tegmenti. Farther cerebralward in the course of these fibres lies the great mass of cells called the nucleus centralis superior; the pars medialis of which lies in the central line, while the pars lateralis occupies the hollow of the brachium conjunctivum. These relations can be seen in Fig. 13 in the Atlas.


^rac. alb. prof


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Fig. 2.


The fourth model is to show chiefly the lemniscus medialis and its connections (Fig. 2). Whereas the third model shows the relation of the gray matter of the cord to the gray matter of the brain stem, the fourth shows the relation of the white matter or fibre bundles of


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the cord to those of the brain stem. To that end the gray matter of the cord has been removed from the cross section of the lower end.

The dorsal columns of the cord are clearly shown in the cross section and then a portion of the fibre bundles have been cut away in order to uncover the corresponding nuclei. The connection between the fibre bundles of the dorsal columns and their nuclei is made by wires which show that the fibres take four paths in entering the medulla. 1) The fibres of the fasciculus gracilis enter the nucleus funiculi gracilis. From here a new set of fibres passes across the median line as the decussatio lemniscorum and enters the lemniscus medialis of the opposite side. 2) One bundle of fibres from the fasciculus cuneatus enters the nucleus funiculi cuneati lateralis (Blumenau) while fibres enter the corpus restiforme. The fibres which pass directly from the dorsal funiculi to the corpus restiforme are shown on model II. 3) Another group of fibres from the fasciculus cuneatus enters the nucleus funiculi cuneati from whence a new set of fibres pass as fibrae internae arcuatae across the middle fine and enter the lemniscus mediaHs. 4) A set of fibres from the dorsal funiculi enters the formatio reticularis region of the medulla.

The fasciculi laterales can be traced in the same way. 1) The fasciculus cerebello- spinalis is clearly shown on the right hand side as it enters the medulla, turns dorsalward and passes into the corpus restiforme. 2) The fasciculus lateralis proprius can be separated at this stage into three parts which are shown by wires on the right hand side. The first bundle turns inward as it enters the medulla and probably joins the medial lemniscus. The second passes from the nucleus n. vestibuli lateralis (Deiters) to the spinal cord. The third runs from the cord as far as the corpus trapezoideum. 3) The crossed pyramidal tract is shown by heavy wires. The wires indicating the position of the pyramidal tract for the entire model show best on the ventral surface.

The ventral columns of the cord consist first of the direct pyramidal fibres which show best on the ventral surface of the fourth model. The rest of the ventral column fibres show best on the left side of the model or from its dorsal aspect. For the most part they enter the fasciculus longitudinalis medialis.

The shape of the lemniscus medialis has been emphasized in my previous paper; the perpendicular sheet in the medulla, the horizontal one in the pons and the lateral oblique sheet in the midbrain. The course of the fibres of the fasciculus longitudinalis medialis has been made plain by lines and wires. The descending fibres start from the


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superior colliculus and pass through the commissura posterior to the nucleus fasciculi longitudinalis medialis (Dakkschewitsch). From there fibres enter the tract. The ascending fibres from the ventral column of the cord have already been mentioned.

The complete course of the cochlear path is to be seen also on model IV. From the nucleus n. cochleae ventralis fibres pass beneath the corpus restiforme as the corpus trapezoideum to the nucleus olivaris superior of the opposite side, while from the nucleus n" cochleae dorsalis fibres pass over the corpus restiforme as the striae acusticae to the same nucleus. From the nucleus olivaris superior fibres pass in the lemniscus lateralis to the nucleus colliculi inferioris.


Nachdruck verboten.

Eine zentrifugal leitende direkte Verbindung der frontalen Vorderliirnbasis mit der Oblongata (-|- Rückenmark?) bei

der Ente.

Von Adolf Wallenbekg in Danzig.

Mit 8 Figuren.

Die aus dem Vorderhirn der Vögel entspringenden Faserzüge (Edinger, Münzer und Wiener, Boyce, Wallenberg, Westphal) konnten bisher nicht über die kaudale Grenze des Mittelhirnes hinaus verfolgt werden. Bei Tauben gelang es mir zwar Spuren des Tractus strio-mesencephalicus degenerativ noch in der Höhe des Quintuseintrittes nachzuweisen, hier aber entschwanden sie dem Blick. Das lag wahrscheinlich an dem winzigen Kaliber der betreffenden Fasern, denn bei der Ente reicht ein Teil dieser Vorderhirnstrahlung bis nahe an die kaudale Grenze der Oblongata, ja, ich glaube Grund zur Annahme zu haben, daß er auch noch in das Halsmark übergeht.

Ich habe bei 2 Enten den medialen Abschnitt des (den frontalen Pol des Mesostriatum bildenden) Nucleus basalis zerstört (Fig. 1 u. 2) und die absteigenden Degenerationen mit der MARCHi-Methode verfolgt. Ein aus groben Fasern bestehendes Bündel legte sich kaudal von der Stelle der Läsion (Fig. 3) dem Tractus quinto-frontalis medial an, begleitete ihn au gleicher Stelle durch den Thalamus und das Mittelhirn (Fig. 4 u. 5), einzelne Fasern traten direkt in den Tractus quintofrontalis ein, die übrigen blieben medial von ihm, soweit sie nicht dorsalwärts in die Umgebung ausstrahlten. In der Höhe der Trochleariskreuzung (Fig. 5) wandte sich das bis dahin streng sagittal laufende


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Bündel dorsalwärts, gab einzelne Fasern an die laterale Umgebung, namentlich an den großen sensiblen Quintuskern ab (Fig. 6), blieb an derselben Stelle (etwa Mitte zwischen Raphe und lateraler Peripherie des Oblongata- Querschnittes) während der ganzen Länge des Bulbus liegen, in dorso-ventraler Richtung stark ausgezogen (Fig. 7 u. 8), ließ stets Fasern in die Formatio reticularis lateralis und die lateralen motorischen Hirnnervenkerne ausstrahlen und verschwand scheinbar in den kaudalen Ebenen der Medulla oblongata (unterhalb des in Fig. 8 gezeichneten Querschnittes). Bei genauerer Durchsicht der Präparate schien es mir, als ob eine feinkörnige Schwärzung bis zum obersten Halsmark in dem Winkel zwischen Vorder- und Hinterhorn zu verfolgen wäre.

Der eben beschriebene Faserzug, den ich Tractus frontobulbaris (-f- spinalis?) nennen möchte, erweckt das Interesse einmal dadurch, daß er meines Wissens eine bisher unbekannte direkte Verbindung des Vorderhirns mit kaudalen Abschnitten des Zentralnervensystems der Vögel herstellt und weil er andererseits unleugbare



Läsion


Fig. 1.



Läsion


Fig. 2.


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Tract, fronto-bulbaris Fig. 3.


Tract, quinto-frontalis



Tract, fronto-bulbaris Fig. 4.


Tract, quintofrontalis



Tract, quintou frontalis


Tract, fronto-bulbaris Fig. 5.




Großer sensibler Trigeminuskern Tract, fronto-bulbaris


Fig. 6.



Tract, fronto-bulbaris



Fig. 7.


'■[•. f y Tract, fronto-bulbaris


Fig. 8.


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Aehnlichkeiten im UrspruDg und Verlauf besitzt mit dem Teil des „basalen Riechbündels" des Kaninchens (vgl. Wallenberg, „Das basale Riechbündel des Kaninchens", Bd. 20, 1901), welcher aus der Area olfactoria im weiteren Sinne, das heißt aus dem Nucleus basalis und dem fronto-basalen Teile des Striatum entspringt, zur Oblongata und zum Halsmarke mit nahezu den gleichen Ausstrahlungen wie bei der Ente zu verfolgen ist. Die einzige Differenz besteht in dem Fehlen von Kreuzungen und von Uebergängen in den Fasciculus longitudinalis posterior, wie ich sie beim Kaninchen habe konstatieren können.


Nachdruck verboten.

Per la genesi della cellula nervosa.

A proposito di una recente pubblicazione del Dott. P. Kronthal i).

Per il Dr. 0. Fragnito.

(Istituto psichiatrico e neuropatologico della R. Universitä di Napoli,

diretto dal Prof. L. Bianchi.)

Nei primi capitoli dell' interessante volume, che „s u 1 a cellula nervosa e la cellula in generale" ha pubblicato a questi giorni Paul Kronthal, trovo intorno alia origine della cellula nervosa descritti fatti e significate idee che molto si avvicinano, se non proprio coincidono, ai fatti e alle idee che io sono andato descrivendo e significando in parechie pubblicazioni e comunicazioni dal 1899 ad oggi.

I fatti non sono proprio, nei particolari, gli stessi, poiche il materiale di osservazione 6 stato diverso per il Kronthal e per me: egU ha investigato su animali giovani, adulti e vecchi; io, su embrioni di tutte le eta. Le idee non sono proprio tutte le stesse; poich6 si trovano nei libro del Kronthal ipotesi che io non ho fatte, che ora non posso discutere, e sulle quali dovrö tornare in altra pur troppo non lontana occasione. Ma ben conveniarao, il Kronthal ed io, nei fatto fondamentale che la cellula nervosa appartenga alia categoria dei sincizii; che, cioe, essa non provengu da un'unica cellula e non cresca, per usare le parole del Kronthal, nei senso biologico, per assimilazione di sostanze di nutrizione, si bene nasca e cresca per addizione e fusione di piccole cellule. Ora, lasciando da parte la natura di


1) P. Kronthal, Von der Nervenzelle und der Zelle im Allgemeinen. Jena, G. Fischer, 1902. Un volume di 274 pagine, con nove tavole aggiunte.


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queste ultime, sulla quale il Kronthal ha espresso opinion! che io non posso in alcun modo seguitare, ecco come, tre anni prima del Kronthal, nel Settembre del 1899, io descrivevo le formazioni sinciziali nei centri nervosi:

„Nella sostanza grigia del midollo allungato e del ponte di feti di cane dai 45 ai 50 giorni, la colorazione al carminio allumiuico, previo induramento in sublimato, fa osservare cellule a struttura del tutto nucleare: una membrana molto colorata, un reticolo filamentoso sparso di granuli, anch' esso colorato intensamente, ed una sostanza intermedia, scarsa, incolora, appena visibile. In alcuui punti del reticolo nucleare si vedono dei noduletti, dei corpicciuoli rotondi, piccolissimi, ora in connessione con i filamenti del reticolo, ora atfato indipendenti da essi. Spesso tra questi noduletti ve n' e uno che spicca per grandezza un poco superiore a quella degli altri, e accenna a divenire il nucleolo. Nessuna traccia di protoplasma intorno alia membrana nucleare. Noi, quindi, chiameremo questi elementi cellule nucleari, o addirittura nuclei, e distingueremo in essi, fin da questo stadio di sviluppo, una sostanza cromatica, fatta di fill, di granuli e di noduli, oltre la membrana nucleare, ed una sostanza acromatica, uniforme, inditferenziata."

„Ma tra questi nuclei intensamente colorati dal carminio, alcuni cominciano a distinguersi per la loro maggiore grandezza, per la tinta piu sbiadita che vanno assumendo e per il modo di comportarsi del loro reticolo filamentoso o cromatico. Questo diventa sempre piu lasco a mano a mano che il volume del nucleo ingrandisce, fino a che tutto il reticolo e ridotto a pochissimi filamenti, alcuni molto spessi, altri sottilissimi, appena visibili. I noduletti, pur diminuendo di numero, crescono sensibilmente di volume, e uno di essi, sul quale pare che si accumuli la maggior parte della sostanza cromatica prima diversamente disposta, diviene un grosso e ben distinto nucleolo. In risultato si ha un nucleo molto piu grosso degli altri, con un parete nucleare che si colora intensamente, un grosso nucleolo (spesso sono due), scarsi filamenti cromatici, ed una sostanza incolore, che ora costituisce la piu gran parte del contenuto nucleare."

„Quel nuclei (e sono relativamente pochi), che raggiungono un tal grado di sviluppo, io li chiamo, per ragioni che s'intenderanno meglio in seguito. nuclei primarii o principal!, distinguendoli cosi dagl! altri, che parrebbero ad evoluzione piu tardiva e che chiamerö secondarii."

„Molti di questi nuclei secondarii si dispongono in serie e si allungano per costituire fibre: fatto osservabile con evidenza nelle re


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gioni delle radici dei nervi cranici; e molti altri si dispongono in cerchio intorno a ciascun nucleo primario. Sono questi ultimi che hanno richiamato la mia attenzione e che io addito alia considerazione degli istologi."

„Essi dappriina circondano piu o meno strettamente il nucleo principale, conservando Integra la loro individualita e la loro forma sferoidale: tra la membrana del nucleo principale e la membrana di uno dei nuclei secondarii addossatigli si riesce spesso, con i forti ingrandimenti, a vedere uno spazio vuoto che separa Tuna dall' altra; qualche volta, pero, le due membrane si addossano cosi strettamente nel punto di contatto che nou e possibile riconoscere una linea di separazione tra loro."

„In progresso di sviluppo, questi nuclei secondarii vanno a poco a poco perdendo la loro figura sferica: si alluugano assottigliandosi e s'incurvano a mo' di semiluue o, piu propriamente, a mo' di segmenti d'un cerchio di ruota, adattando il loro margine concavo alia periferia convessa del nucleo primario. Non tutti, pero, si allungauo egualmente e coutemporaneamente: che anzi, tra element! allungati al segno da abbracciare un quarto delia periferia del nucleo principale, se ne vede qualcuno ancora assolutamente sferico. In questo stadio, il nucleo principale, che e sensibilmente aumentato di volume, non e piu circondato da una corona di elementi sferoidali, ma e stretto da un anello, or si or no completo, fatto di diversi segment!, ciascuno dei quali corrisponde ad un nucleo secondario allungato."

„Alia modificazione delia forma esterna dei nuclei secondarii circondanti il nucleo primario segue una modificazione intima delle sostanze che li costituiscono. Sono notevoli sopra tutto le modificazioni delia sostanza cromatica, la quale si va raccogliendo intorno a certi punti di attrazione, rappresentati dai noduli, che abbiamo visti nello stadio precedente, e dalla membrana nucleare. Nel primo caso, i noduli che, per 1' allungamento curvilineo subito dall'elemento al quale appartengono, si sono disposti anch' essi lungo una linea curva, si vedono crescere di volume e pigliare una forma o rotondeggiante o alquanto allungata. Nel secondo caso, la membrana nucleare s'ispessisce nella parte che costeggia il margine convesso o il margine concavo deir elemento, attraendo a se tutta la sostanza cromatica in esso contenuta, e poi si divide in frammenti, che pare restino isolati 1' uno dall'altro. Si verifica, quindi, nei nuclei secondarii quello che abbiamo visto nei primarii: un raccoglimento, una concentrazione delia sostanza cromatica del reticolo nucleare, che nei nuclei primarii mena


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alia formazione del nucleolo e di qualche filamento, nei nuclei secondarii alia forraazione di zolle cromofile, che saranno i granuli del Nissl le zolle di sostanza cromatica viste dal Paladino con il suo metodo al joduro di palladio. Giacche, aquestopunto, nonpossiamo piu parlare di nucleo primario e nuclei secondarii. Questiultimi hanno sacrificato la propria individualta a beneficio del nucleo primario, a cui hanno formato un Protoplasma. Cosi, quella colonia cellulare primitiva, a capo della quale stava il nucleo primario, si e trasformata nel modo seguente: il nucleo primario, chiarosplendente, ovale o sferico, col suo grosso nucleolo, qualche altro piccolo granulo di sostanza cromatica e qualche filamento, e divenuto il nucleo di una cellula ganglionare; i nuclei secondarii hanno formato le diverse parti del protoplasma della cellula ganglionare medesima, alcune ben differenzia te (corpuscoli cromatici), altre non ancora (sostanza acromatica)."

E dopo aver descritto altri particolari, che qui tralascio, e accennato alio sviluppo della corteccia cerebrale, chiudevo la mia breve nota cosi :

„Resta per ora fermo il concetto che la cellula nervosa, sia nella corteccia cerebrale che nel midollo allungato e nel ponte, ha una costituzione embriologica molto piiv complessa di quella finora attribuitale. Essa ha una genesi pluri cellulare, come la fibra; e le sostanze che la compongono adulta sono le stesse sostanze embrionali, variamente evolute. La sostanza cromatica, comunque distribuita nella cellula adulta, non e che il risultato della condensazione della sostanza cromatica dei varii nuclei secondarii, che Concor rono alia costituzione del protoplasma della cellula ganglionare"^).

Come appar chiaro da questi brani, il Kronthal, che a pag. 34 del suo libro scrive : „Die Leukocyten, die im Protoplasma der großen Zelle aufgelöst werden, resp. deren Kerne, sind die Quelle, aus der dieses seine chromatischen Substanzen bezieht. Ein Zweifel an der chemischen Identität der Schollen, Körner, Wolken im Protoplasma mit den chromatischen Substanzen im Kern geht bei ihrer übereinstimmenden Aufnahme von Farbstoffen nicht an, insofern mikrochemi


1) 0. Fragnito, La cellula nervosa rappresenta un'unitä embriologica? Ann. di Nevrologia, Anno 17 (1899), Fase. 3, p. 109.


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sehe Reaktion überhaupt maßgebend ist"; il Kronthal, dico, e stato preceduto da me anche nella dimostrazione dell' origine nucleare delle sostanze cromatiche del protoplasma. Da me e dallo Scott i) le cui ricerche microchimiche il Kronthal mostra d'ignorare quante le mie embriologiche.

Veramente fa meraviglia che ad un bibliofilo come il Kronthal, il quale da in appendice al suo volume l'elenco di 350 (se ho contato bene) pubblicazioni consultate, sieno sfuggiti proprio quei lavori che piü attinenza hanno con le sue conclusion^ La mia prima nota, pubblicata negli Annali di Nevrologia, fu riprodotta integralmente in tedesco, con 1' aggiunta di qualche figura, nel Centralblatt für Nervenheilkunde und Psychiatrie (23, Jahrgang, p. 1); e di questa come di un'altra successiva, apparsa negli Annali di Nervologia e nella Bibliographie Anatomique 2), come di |una comunicazione del dott. CapoBiANCO ^), confermante ed estendente le mie ricerche, fatta al Congresso che r Anatomische Gesellschaft tenne a Pavia neirAprile del 1900, si trova un sunto sufficiente nel Bericht del Prof. Edinger (Jahre 1899 u. 1900, p. 25), ed in altri Berichte tedeschi, certo non inaccessibili al dott. Kronthal.

E non avrei altro da aggiungere, se non desiderassi di mostrare al Kronthal, con un brano di un mio piü recente lavoro (Giugno 1902), quanto nel modo d' intendere la cellula nervosa mi avvicini a lui e quanto me ne discosti. Ecco senz' altro il brano:

„. . . . secondo il concetto istogenetico che io mi son dovuto form are, la cellula nervosa rappresenta il punto dove, intorno ad un nucleo (nevroblasta primario), s'incontrano e s' intrecciano in vario modo cordoni cellulari provenienti da direzioni diverse. Questi cordoni cellulari, che nel loro decorso libero formano le fibre, quando in numero piü o meno cospicuo s'abbattono in un nucleo, come in una stazione a cui mettau capo diverse reti, formano la cellula. E mentre le neurofibrille, in cui tali cordoni di cellule si decompongono (Apathy), nelle fibre decorrono isolate, nella cellula, dove affluiscono dai punti


1) F. H. Scott, The structure, micro- chemistry and development of nerve-cells with special reference to their nuclein compounds. Transact, of the Canad. Inst., Vol. 6, 1898—99, p. 405—438.

2) 0. Pbagnito, Lo sviluppo della cellula nervosa e i canalicoli del Holmgren. Ann. di Nevrologia, Anno 18, Fasc. 6; e Bibliogr. Anat., Vol. 9, fasc. 2.

3) F. Capobianco, Delia prima genesi della cellula nervosa della midolla e dei gangli spinali. Verb. d. Anat. Gesellsch. auf der 14. Vers., 1900, p. 213.


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piü diversi, contraggono tra loro molteplici rapporti, o scambiandosi semplici rami anastomotici (Paladino), o formando reticoli piü o meno complicati, corae risulta, con grande evidenza dimostrativa, dalle ricerche dell' Apathy sulle sanguisughe e i lombrici e da quelle del DoNAGGio sui mammiferi" ^). Napoli, 20 Ottobre 1902.


Nachdruck verboten.

Bemerkung zu den „Leuchtorganen" der Selachier.

Von F. LevüRt.

Angeregt von Prof. Blochmann, hat unter dessen Anleitung Johann (Zeitschr. f. wiss. Zool., 1899) eine Arbeit über „eigentümliche epitheliale Gebilde, Leuchtorgane", bei Spinax niger veröfientlicht, zu welcher ich die Vermutung nicht unterdrücken kann, daß gewisse Bildungen, die ich bei Teleostiern beschrieben habe, nächst verwandte, um nicht zu sagen die gleichen, Organe vorstellen. (Zool. Jahrb., Bd. 8, Integument u. Hautsinnesorgaue der Knochenfische.)

Ferner hat Burckhakdt, der wahrscheinlich ebensowenig mit meinen Mitteilungen bekannt gewesen ist, denselben Gegenstand behandelt in: Annais and Magazine of Natural History, 1900, On the Luminous Organs of Selachian Fishes. Es mag erlaubt sein, auf die Sache zurückzukommen, um das Uebereinstimmende und die Verschiedenheit unserer Angaben aufzuzeigen.

Betreffend die Verteilung der Gebilde über den Körper hin, so hat dies Johann an Spinax niger ins einzelste verfolgt und durch hübsche Zeichnungen veranschaulicht, wodurch sich feststellen ließ, daß die Organe an bestimmten Körpergegenden in Reihen stehen, an anderen zu großen Ansammlungen sich häufen, endlich auch wieder nur vereinzelt auftreten können. — Mit Interesse betrachtet man auch die Abbildungen bei Burckhardt, welche die Verteilung der Organe von zwei Arten Laemargus, dann von Isistius brasiliensis, Euprotomiscus Laordii, Centroscyllium granulosum und Paracentroscyllium ornatum vor Augen bringen. Die Gebikle erstrecken sich abermals bei der einen Species in bestimmten Linien über die Körperoberfläche hin, bei einer anderen stehen sie gehäuft in größerer Menge beisammen.


1) 0. Fragnito, Lo sviluppo della cellula nervosa sul midollo spinale di pollo. Ann. di Nevrologia, Anno 20, 1902, Fase. 3, p. 361 e 862.

Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 20


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A.US allem ergibt sich, daß die Haut sämtlicher genannter Fische sehr reichlich mit unseren Organen ausgestattet ist.

Gegenüber diesen ausführlichen Mitteilungen von Johann und BuRCKHARDT Über Zahl und Verteilung der gedachten Bildungen bei Selachiern sind meine Angaben über das, was ich bei Knochenfischen sah, gering, da ich bloß anzuführen fand, daß ich die Organe an Salmo „hin und wieder neben der Seitenlinie", noch dazu „recht vereinzelt" antraf; ferner beim Aal „an der Schnauze" und selbst bezüglich des Leucaspius habe ich nichts weiter aufgezeichnet, als daß ich der betreifenden Bildungen an Schnitten, welche von der Haut des Kopfes genommen waren, ansichtig geworden war.

Anbelangend den Bau, so verdienen aus meinen Beobachtungen folgende Punkte hervorgehoben zu werden.

Bei Leucaspius dehneatus liegen die Organe innerhalb der Epidermis, welch letztere über sie verdickt hinweggeht; sie sind größer als die Sinnesknospen (Sinnesbecher, Becherorgane) und von ungefähr kugeligem Umriß. — Zwischen den sie zusammensetzenden gewöhnlichen Epidermiszelleo sind solche vorhanden, welche an „Schleimzellen" erinnern und, weil gehäuft stehend, verursachen, daß den Organen eine andere Lichtbrechung zukommt, als die übrige Epidermis aufweist. — Die Lederhaut wölbt sich deutlich gegen die Organe vor, und es besteht hier eine so innige Verbindung zwischen Epidermis und Cutis, daß sie fest aneinander haften bleiben, während ringsum beide Hautschichten sich voneinander gelöst haben. In dem vorgewölbten Teil der Lederhaut oder dem papillenartigen Hügel ist die Zahl der Kerne auffällig vermehrt. ~ Endlich ist noch ein Nerv zu erblicken, der in die eben gedachte Kernansammlung sich verliert.

Auch bezüglich des Aales, Anguilla vulgaris, erwähnte ich, daß die Erhebung der Papille der Lederhaut, welche dem epithelialen Orgau entgegenwächst, ausgezeichnet sei durch eine größere Anhäufung von Kernen an dieser Stelle.

Ziehen wir nun zum Vergleich heran , was Johann auf Grund heutiger Untersuchungsmethoden über den „mikroskopischen Bau" berichtet.

Die Gebilde, in der Größe nach den Körpergegenden verschieden, seien halbkugelige Einsenkungen der Epidermis in die Cutis, umgeben von einem schalenförmigen Blutsinus ; ihre zelligen Elemente, insoweit sie nicht mit den Zellen der Epidermis gleichartig sind, jedoch bedeutend kleinere Kerne zu besitzen scheinen, zerlegt unser Autor in „Leuchtzellen" und „Liusenzellen". Die ersteren seien von spitzeiförmiger Gestalt, ihr Kern liege nach außen ; im Inneren der Zelle


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befindet sich eine große Vakuole mit etwas feinkörnigem Inhalt, untermischt mit großen und kleinen lichtbrechendeu Körnchen, die nach ihrer Farbenreaktion für eiweißartige Körper zu halten seien. Endlich unterscheide man auch noch als Elemente der Epidermis „Palissadenzellen", die sich über den „Leuchtzellen" zu einem Gewölbe zusammenschließen.

Bei den „Linsenzellen" befinde sich der Kern ebenfalls an der Wand ; das Innere der Zelle sei erfüllt mit einem Sekret, welches dem der Leuchtzellen sehr ähnlich sehe, aber bei Anwendung eines Reagens, welches das Sekret der Leuchtzellen intensiv gelb färbe, hier blau gefärbt werde.

Die zwei von Johann aufgeführten Zellenarten sind in meiner Mitteilung unter der Bezeichnung „Schleimzellen" aufgeführt, denen sie, was auch unser Autor bemerkt, „sehr ähnlich sehen".

Die Angabe, daß die äußere Schicht der Cutis bis auf eine schmale Zone verdrängt sei, scheint mit meiner Wahrnehmung über eine sehr innige Verbindung zwischen Epidermis und Lederhaut an dieser Stelle einen gleichen Punkt in der Struktur zu betreuen.

Die Innervation anbelangend, so sah Johann „nur relativ selten" Nerven, welche, von den gewöhnlichen Hautnerven stammend, sich höchstens an die Peripherie der Leuchtorgaue heranzogen, um sich mit ihren Endverzweigungen in das pigmenthaltige Gewebe der Cutis, das die Organe korbartig umgiebt, zu verlieren. Im allgemeinen ergebe sich, daß im Verhältnis zur Gesamtzahl der Leuchtorgane die Menge derer, an die ein Nerv herantritt, äußerst klein sei.

BuRCKHARDT geht ctwas weniger auf den feineren Bau ein, doch bemerkt er zu seiner Abbildung „microscopical section of the luminous organ of L. rostratus", daß außer den zusammensetzenden Zellen, welche von der normalen Art der Epidermiszellen seien, noch andere zugegen wären, „which contain a prismatic corpuscle". Die Figur zeigt auch das Herangehen eines stattlichen Nerven und es scheint unserem Beobachter, daß dem gegenüber die Nerven bei Spinax niger, den Angaben Johanns zufolge, in der Rückbildung begriöen gewesen seien.


Eingangs wurde schon erklärt, daß die besagten Organe bei Knochenfischen mit jenen der Selachier wohl verwandtschaftlich zusammengehören mögen, und was im voranstehenden nach den beiderseitigen Mitteilungen hervorgehoben wurde, scheint mir dies unzweifelhaft zu bestätigen. Ebenso deutlich ist aber auch, daß nach den Fischarten gewisse Unterschiede bestehen in Rücksicht der Sonderung und

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Beschaffenheit der zelligen Elemente, sowie im Vorkommen und in der Stärke des zugehörigen Nerven.

Wo soll man, allgemein betrachtet, die Organe unterbringen? Johann möchte sie als „Drüsen" auffassen. Ich habe jene der Knochenfische, unsicher, wohin ich sie stellen sollte, einstweilen und vermutungsweise den „Becherorganen als modifizierte Bildungen" angereiht, auch bemerkt, es liege der Gedanke nahe, sie der „zweiten Art von Epithelknospen", welche Solger vom Embryo des Salmo erwähnt, zuzurechnen.

Noch eine andere Auflassung verdient Erwähnung, obwohl ich derselben keineswegs zustimmen kann. Johann spricht nämlich die Ansicht aus, daß die von mir (Arch. f. Anat. u. Physiol, 1879) beschriebenen „pigmentlosen Organe in der Haut von Chauliodus Sloani Bloch" (richtiger Sloanei) Beziehungen zu den „Leuchtorganen" von Spinax niger haben. Es müsse eine gewisse Verwandtschaft zwischen beiden vorgenannten Organen angenommen werden, insbesondere entspreche der Innenkörper der pigmentlosen Organe den Leuchtzellen, die peripherischen Zellen den umgebenden Palissadenzellen.

Nach meiner Meinung lassen sich beiderlei Organe wegen allzugroßer Unterschiede kaum aneinander reihen. Die „Leuchtorgane" gehören der Epidermis an, sind umgebildete Teile derselben ; die Organe bei Chauliodus hegen in der Lederhaut, sie besitzen eine nach außen abschließende Tunica propria, welche den Leuchtorganen fehlt. Die pigmentlosen Organe von Chauliodus, wenn von beträchtlichem Umfang, lassen sich mit den pigmentierten, welche als „Nebenaugen" manchem gelten, auf eine Linie stellen, und diese wird niemand den epithelialen Bildungen der Selachier vergleichen wollen.

Einer Arbeit von Oppenheimer „Ueber eigentümliche Organe der Haut einiger Reptilien" (Morphologische Arbeiten, herausgegeben von Schwalbe, Bd. 5) darf an dieser Stelle noch gedacht werden, wenngleich sie nach ihrem Nebentitel : ,,ein Beitrag zur Physiologie der Haare" keinen Bezug zu unserer Frage zu haben scheint. Der Autor beschreibt bei Hatteria, Crocodilus und Alhgator kugelige Zellenhaufen in der Epidermis, deren Zellen von den Elementen der umgebenden Epidermis etwas abweichen, was auf der Hatteria betreffenden Abbildung (a. a. 0. Fig. 2) am deutlichsten sich bemerkbar macht; außerdem heißt es in der Tafelerklärung zu dem Längsschnitt des Organs von Crocodilus vulgaris (a. a. O. Fig. (ii) „in den Zellhaufen eintretender Strang, ob Nerv?" Die schönen Abbildungen dürften bei dem Beschauer sofort den Eindruck hervorrufen, daß diese Zellenhaufen den von mir bei Leucaspius, Salmo und Anguilla angezeigten Bildungen verwandt sein mögen; selbst ein herantretender Nerv


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scheint bei manchen dieser Zelleuhaufen zugegen zu sein, und wenn er fehlt, so ließe sich in Erinnerung bringen, daß ein Nerv auch bei den Organen der Knochenfische nicht jedesmal anzutreffen ist. ^Yenn man sieht, daß der Gedankengang bei Oppenheimer nach anderer Richtung geht, indem er das Resultat seiner Untersuchungen dahin ausspricht, daß die betreffenden Gebilde „den ersten Entwickelungszuständen der Haare auffallend gleichen", so können wir inne werden, daß die Fragen sich auf einem Felde bewegen, das noch manche neue Untersuchung nötig machen wird.

Endlich zum Schluß — und um zu zeigen, wie sehr die Gesichtspunkte schwanken — mag noch einmal bemerkt werden, daß die „Leuchtorgane" der Selachier für Johann nicht die Bedeutung von Sinnesapparaten haben, sondern als Drüsen gelten, in welcher Auffassung eine ähnliche Meinungsverschiedenheit wiederkehrt, wie dies bezüglich der Becherorgane sich kundgibt: dem einen sind sie Drüsen, dem anderen Sinnesorgane, weshalb vielleicht daran erinnert werden darf, daß meinen Wahrnehmungen zufolge ,,Sinneszellen" und „Drüsen Zellen" sich sehr nahestehen können.


Nachdruck verboten.

Zur Anatomie des ürogenitalkanals der Echidna aculeata

yar. typica.

Von Prof. e. o. F. Keibel, Freiburg i. Br.

Mit 2 Abbildungen.

Als ich bei meiner Untersuchung über die Entwickelungsgeschichte des Urogenitalapparates von Echidna, welche mir von Herrn Semon anvertraut ist, zu den älteren Stadien vorrückte, ergab sich, daß die dort gemachten Befunde mit den Beschreibungen in den Lehrbüchern und auch in den Originalarbeiten, besonders was die Einmündungsverhältnisse der WoLFFSchen und MÜLLERSchen Gänge und der Ureteren in den Sinus urogenitalis anlangt, nicht stimmen wollten. Auch die Beziehungen der Blase zu den Ureteren ergaben sich als andere, als ich nach den Beschreibungen, welche nach den erwachsenen Tieren entworfen waren, annehmen mußte. So sah ich mich veranlaßt, die Verhältnisse auch beim erwachsenen Tier zu untersuchen. Diese Untersuchung wurde mir durch die Liebenswürdigkeit von Herrn Semon und FüRBRiNGER ermöglicht, welche mir das Material dafür zur Verfügung stellten. Auch konnte ich einige ältere Präparate aus der


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Sammlung des hiesigen anatomischen Institutes verwerten, deren Benutzung mir von Herrn Wiedersheim gütigst gestattet wurde.

Die Untersuchung ergab, daß die Beschreibungen, wie sie bis jetzt vorliegen, teils nicht vollständig, teils direkt unrichtig sind, und daß die Verhältnisse bei den erwachsenen Tieren durchaus denen entsprechen, wie ich sie bei den jungen Stadien gefunden. Die nicht zutreffenden Angaben selbst vorzüglicher Forscher erklären sich leicht aus dem mangelhaften Erhaltungszustande des Materials, das ihnen für ihre Untersuchungen vorgelegen. Mit am interessantesten erscheint es mir, daß das Verhalten der Ureteren zur Blase und der Mechanismus, wie der Urin in die Blase kommt und aus ihr entleert wird, durch meine Befunde in einfachster Weise klargestellt wird. Rich. Owen sagt darüber in seiner Anatomy of Vertebrates, Vol. 3, p. 609 : „The monotremes are the sole exceptions ; in them the ureters do not terminate in the bladder, but in the urogenital canal, the orifice of the spermduct or oviduct intervening between that of the ureter and the bladder. The urine may dribble out with the faeces, or may pass by a retrograde course into the bladder; but, in either case, it is expelled per cloacam not per urethram." Ich sehe davon ab, die vollständige Litteratur zu eitleren, indem ich dafür auf meine später erscheinende Abhandlung in dem SEMONSchen Reisewerk (Zoologische Forschungsreisen in Australien und dem Malayischen Archipel , Jena ; Denkschriften der Medizinisch - naturwissenschaftlichen Gesellschaft in Jena) verweise; ich will hier nur eine ganz kurze Darstellung der Verhältnisse an der Hand zweier Schemata geben, da ich glaube, daß die Frage auch weitere Kreise interessieren wird.

Schema 1 gibt die Blase und den Sinus urogenitalis mit den in ihn einmündenden Gängen (WoLFFSche, MüLLERsche Gang und Ureter), ferner die Kloake mit dem unteren Ende des in sie einmündenden Mastdarms und der Präputialtasche mit dem Geschlechtsglied. Das Schema stellt einen medianen Sagittalschnitt dar, auf den man von der linken Seite sieht. Die Figur ist so orientiert, daß oben kranial, unten kaudal, rechts dorsal und links ventral ist.

Die Falten in der Blase, dem Sinus urogenitalis und der Kloake sind nicht zur Darstellung gebracht, dagegen sind die Falten im Enddarm und in jenem Teil der Kloake, in welchen der Darm einmündet, angedeutet. Damit das Schema für beide Geschlechter Geltung hat, sind die WoLFFSchen und MÜLLERschen Gänge in noch undifferenziertem Zustande eingezeichnet.

Schema 2 stellt den oberen Teil des Sinus urogenitalis von der dorsalen Seite dar und zeigt, wie die MÜLLERschen und WoLFFSchen Gänge und die Ureteren in den Sinus urogenitalis münden.


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C. Dr. Einmündung der CowPERschen Drüsen in den Sinus urogenitalis {S. ug.). D Enddarm. Dr Oeffnungen, ans denen Haarbüschel treten, in die Bälge derselben münden Talg- und Kniiueldrüsen. gr J'Genitaltasche. Ä" Knickungsstelle des retrahierten Samenrohres {HR). L lymphatisches Gewebe. Mg MÜLLERscher »Gang. PT Präputialtasche, in ihr das Geschlechtsglied. SR Samenrohr des Geschleehtsgliedes. IS. ug. Sinus urogenitalis. U Ureter. UP Ureterenpapille. Wg WOLFFseher Gang, x Mündung der Präputialtasche in die Kloake. 2 Mündimg des Darmes in die Kloake.



Fig. 2.


Betrachten wir nun die Schemata genauer, so sehen wir, daß der Sinus urogenitalis nicht die Blase einfach nach unten fortsetzt, sondern


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daß er eine taschenförmige Ausbuchtung nach oben hat, die seitlich wiederum in zwei Zipfel ausgezogen ist. Die Verbindung der Blase mit dem Sinus urogenitalis liegt ferner nicht an ihrem unteren Pol, sondern an ihrer dorsalen Wand. In die Oeffuung der Blase in den Sinus urogenitalis ragt von der dorsalen Seite des Sinus urogenitalis eine hohe Papille hinein, auf deren Gipfel die beiden üreteren dicht nebeneinander münden. In die beiden seitlichen Zipfel der oberen Ausbuchtung des Sinus urogenitalis, wir wollen sie Genitaltaschen (GT) nennen, münden die WoLFPSchen und MüLLERschen Gänge; die Müllerschen Gänge etwas weiter kranial und lateral. Aus dem Gesagten ergibt sich sofort, daß der Urin, der aus den Oefl'nungen der üi'eteren abfließt, nicht in den Sinus urogenitahs gelaugt, sondern unmittelbar in die Blase. Erst wenn diese gefüllt ist, wird sie durch eine energische Kontraktion ihrer sehr kräftigen Muskulatur den Harn auf einmal entleeren. Die Kontraktion der Harnblasenmuskulatur erweitert zugleich die Oeffnung der Blase in den Sinus urogenitalis und flacht die Ureterenpapille ab, doch soll der besondere Mechanismus dieses Vorganges hier nicht näher besprochen werden. - Folgen wir dem Sinus urogenitalis weiter nach abwärts, so finden wir nicht weit von seiner Ausmündungsstelle in die Kloake eine kleine dorsale Ausbuchtung, in ihr liegt die innere Mündung des das Geschlechtsglied durchbohrenden Samenrohres {SR). Das Samenrohr (SR) teilt sich gegen das vordere Ende des Geschlechtsgliedes hin, wo dieses in seine 4 bekannten Lappen zerfällt, erst in 2 Kanäle, dann in 4 und so weiter immer dichotomisch in eine große Zahl von Kanälen, die wie eine Brause auf den 4 großen Papillen des Geschlechtsgliedes münden. In dem Schema sind nur 2 Lappen dargestellt, und die Zahl der Ausmündungen des Samenrohres ist sehr viel kleiner dargestellt, als sie wirkhch ist. An der Basis dieser 4 Hauptpapillen und auf dem angrenzenden Teil des Geschlechtsgliedes erkennt man an besser konservierten Präparaten kleine, mit den Spitzen rückwärts gerichtete Papillen. In dem Schema ist das Geschlechtsglied retrahiert dargestellt, und auch der M. retractor ist angedeutet (R). Das Samenrohr ist in diesem Zustande bei K geknickt, und das Geschlechtsglied liegt in seiner Präputialtasche (PT), die sich bei x in die Kloake ötfiiet. Bei der Erektion des Gliedes tritt dasselbe aus seiner Präputialtasche und aus der Oetfnung der Kloake heraus, dabei streckt sich das Samenrohr und bildet nun die direkte Fortsetzung des Sinus urogenitahs, dessen untere Oeö'nung in die Kloake wohl schon durch das infolge der Füllung des Schwellgewebes mächtig vergrößerte Glied zugedrückt wird. Die Ureterenpapille wird dem abwärts strömenden Sperma kein Hindernis entgegenstellen, da dieses leicht rechts und links von ihr vorbeiströmen kann. Die Eier werden natürlich durch die Oeffnung des


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Sinus urogenitalis in die Kloake entleert ; ein sich abwärts bewegendes Ei wird die Ureterenpapille ohne Schwierigkeiten beiseite drücken. Ich trage noch nach, daß in die kleine Ausbuchtung, in der das Samenrohr des Geschlechtsgliedes beginnt, gerade rechts und links von demselben die Ausmüudungen der CowPERschen Drüsen liegen. — An der Kloake selbst besprechen wir jetzt noch ihre Ausmündungsregion und ihren hinter der Einmündung des Sinus urogenitalis gelegenen Teil, in den sich der Mastdarm öfl'net. Dicht einwärts von der Oetfnung der Kloake sehen wir einen Kranz von rundlichen, ziemlich weiten OeÖ'nungen, aus denen Haargruppen hervorragen. In diese Oetinungen münden mächtig entwickelte Talgdrüsen und Knäueldrüsen. Die Knäueldrüsen liegen tiefer als die Talgdrüsen und umgeben, einen mächtigen Drüsenwjilst bildend, die Kloakenöönung bis auf einen kleinen kranialen Teil. An der Einmündungssteile des Enddarmes in die Kloake hören die mächtigen Schleimhautfalten ^) dieses Darmteiles plötzlich auf, und wir kommen an einen kurzen , faltenlosen Ring , welcher die Grenze des Enddarmes gegen die Kloake bezeichnet. Dann folgt im Kloakengebiet eine Region mit vielen Falten, und hier sehe ich bei jungen Tieren, wie das Epithel in das darunterliegende Gewebe einwächst und sich an den betreffenden Stellen reichliches lymphoides Gewebe ansammelt. Die Bilder erinnern durchaus an die, welche wir von der Entwickeluug der Gaumentonsillen kennen. Dafür, daß die Leukocyten aus den epithelialen Zellen entstehen — ich will das der Sicherheit wegen direkt hervorheben — spricht meiner Meinung nach nichts. Auch das lymphatische Gewebe, wie die Knäueldrüsen, bildet eine oben offene Spange. An den oberen Enden dieser Spange rechts und links, unmittelbar hinter der Einniündungsstelle des Sinus urogenitalis in die Kloake, ist das lymphatische Gewebe besonders stark entwickelt. Die Ausdehnung des lymphoiden Gewebes ist im Schema durch Punktierung angegeben.


Nachdruck verboten.

Bemerkungen zu Mitrophanows Berichtigungen.

Von Fr. Kopsch.

Mit einer Abbildung

Ich muß noch einmal in dieser leidigen Angelegenheit das Wort ergreifen, damit es nicht heißen kann: ,,qui tacet, consentire videtur".


1) Diese Falten treten nur beim leeren Darm in die Erscheinung, bei starker Füllung des Darmes sind sie vollkommen ausgeglichen.


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1) MiTROPHANOw (1) citiert einen Passus von Nowack (2), dessen Arbeit ich (3) als sorgfältig bezeichnet hatte, zur Bestätigung dafür, daß der Dotter des Hühnereies „binnen wenigen Stunden und insbesondere bei der Bebrütungstemperatur in der größten Mehrzahl der Fälle eine derartige Lage einnimmt, daß die Keimscheibe gerade in den höchsten Punkt zu liegen kommt". Diese Ausführungen sollen dienen zur Widerlegung der von mir betonten Tatsache, daß die Keimscheibe kaum jemals so mathematisch genau am höchsten Punkt der Dotterkugel liegt, wie es die Versuche Mitrophanows erfordern.

Abgesehen davon, daß Mitrophanow in seiner Entgegnung auf den springenden Punkt nicht eingegangen ist, durfte der Passus von Nowack nicht herangezogen werden zu Mitrophanows Unterstützung, denn derselbe hat lediglich Geltung als Orientierungshinweis für das Auffinden der Keimscheibe. Mitrophanow hat auch hier wieder einen Autor mißverstanden, denn Nowack schreibt mir mit Rücksicht auf diesen Punkt: „Nach meinen Beobachtungen ist die Lage der Keimscheibe nicht derart mathematisch genau, wie sie für die Methode Mitrophanows durchaus nötig wäre."

2) Mitrophanow will die Leser selber darüber urteilen lassen, „inwieweit die Worte Keibels (4) : ,Von den Resultaten Mitrophanows, dessen Untersuchungen ich nicht immer habe folgen können, hebe ich hervor' etc. (p. 1092) mit denen Kopschs: ,es dürfte nicht notwendig sein, den Irrwegen seiner Darstellung und seiner Schlußfolgerungen zu folgen, was an vielen Stellen kaum möglich ist, wie esauch Keibel (p. 1092) empfunden hat' (p. 25) übereinstimmen".

Mitrophanow setzt also Zweifel darin, daß ich Keibels Ansicht richtig erkannt habe. Auch hier irrt sich xMitrophanow, denn Keibel schreibt mir: „Was Mitrophanow anlangt, so haben Sie in Ihrem Abwehrartikel meine Empfindungen durchaus richtig interpretiert."

3) Ist es sehr bedauerlich, daß der „Redaktionsfehler" und ein „Uebersetzungsfehler" sich an einer besonders wichtigen Stelle in Mitrophanows Arbeit zusammengefunden haben, und dadurch den Sinn der Stelle annähernd ins Gegenteil verkehrt haben, denn wer könnte wohl auf den Gedanken kommen, daß an Stelle der Worte „Der Meinung von Assheton und Peebles gemäß müssen wir anerkennen, daß . . . der Primitivstreifen . . . sich . . . nicht in den Embryo verwandelt" zu denken ist: Den Experimenten von Assheton und der Meinung von Peebles gemäß müssen wir anerkennen, daß . . . der Primitivstreifen . . . sich . . . nicht i m G a n z e n in den Embryo verwandelt.

Aber auch in dieser Fassung ist Asshetons Meinung unrichtig wiedergegeben, wie sich aus beifolgender Figur ergiebt, welche Assheton mir freundlichst zur Verfügung gestellt hat. 1) Asshetons (IL) Wachstumszeutrum liegt am hinteren Ende des Primitivstreifens, nicht aber, wie Mitrophanow glaubt, „im Gebiete des vorderen Endes des Primitivstreifens und unmittelbar darüber", und 2) verwandelt sich der Primitivstreifen nach Asshetons Meinung vollständig in Embryo um, es bleibt kein Rest von ihm übrig, der nicht zum Aufbau des Embryos verwendet würde.


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Centre of primary centre


Zone where the influences overlap


Primitive streak


Centre of secondary centre


4) Meint Mitrophanow, daß Nowack mir entschieden in einem sehr wichtigen Punkte widerspricht, und macht aufmerksam auf folgende Worte NowACKs: „Man kann aus diesem Befunde wohl einige Schlüsse über die Bedeutung der Primitivrinne machen. Die Primitivrinne erfährt keine weitere Umbildung, sondern sie verschwindet später mit dem Primitivstreifen." Auch hier kann ich keinen Gegensatz zwischen Nowack und mir finden, im Gegenteil stimmen Nowack und ich darin überein, daß die Primitivrinne nur ein Teil des Primitivstreifens ist. Der von Mitrophanow angeführte Passus soll ausdrücken, wie mir Nowack schreibt: „daß die Primitivrinne ein Gebilde von untergeordneter Bedeutung und nur ein Teil des Primitivstreifens ist, mit dem sie in untrennbarem Zusammenhang steht."

Also auch hier hat Mitrophanow wieder einen Autor mißverstanden. Ebenso sehr beruht es auf einer irrigen Auffassung, wenn Mitrophanow gegenüber meiner Aufforderung an Nowack, die Ideen MiTROPHANOWS einer Kritik zu unterziehen, die Uebereinstimmung seiner tatsächlichen Befunde mit denjenigen von Nowack hervorhebt, denn Ideen sind doch etwas anderes als Befunde.

Wenn ich meine Freude darüber ausgesprochen habe, daß meine


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Betrachtungen über die Entstehung und das Wachstum des Primitivstreifens und des Gefäßhofes in der sorgfältigen Arbeit Nowacks Bestätigung finden, so bezieht sich dies wesentlich darauf, daß ich auf Grund experimenteller Untersuchungen zur Konstruktion einer hypothetischen Neurula gekommen bin, deren tatsächliches Vorhandensein in der von mir konstruierten Form sich aus der Arbeit von Nowack ergibt. Dies ist in der Tat sehr erfreulich.

Litte ratur.

1) MiTROPHANOw, P., Berichtigungen (Antwort auf Kopschs „Zur Abwehr«), Anat. Anz., Bd. 21, 1902, p. 668-680.

2) Nowack, Kukt, Neue Untersuchungen über die Bildung der beiden primären Keimblätter und die Entstehung des Primitivstreifens beim Hübnerembryo. Inauguraldissertation, Berlin, 1902.

3) Kopscii, Pr., Zur Abwehr. Anat. Anz., Bd. 21, 1902, p. 21—27.

4) Keibel, f., Die Gastrulation und die Keimblattbildung der Wirbeltiere. Ergebn. Anat. u. Entwickelungsgesch., Bd. 10, 1900, p. 1002 —1119.

Bemerkung des Herausgebers. Nachdem nunmehr beide Herren je zweimal das Wort gehabt haben, die Angelegenheit also genügend aufgeklärt sein dürfte, möchte der Herausgeber den Schluß der Diskussion — wenigstens au dieser Stelle — eintreten lassen.

B.


Büclieraiizeigen.

Heitzmann , Carl , Atlas der deskriptiven Anatomie des M e n s c h e n. 9., vollst, umgearbeitete Aufl. Herausgeg. von E. Zuckerkandl. 1. Bd. Knochen, Gelenke, Bänder, Muskeln. Mit 343 zumeist farbigen Abbildungen. Wien und Leipzig, Wilh. Braumüller, 1902. 283 pp. Preis 10 M.

Die erste Ausgabe von Heitzmanns Atlas erschien in den Jahren 1870 — 1875. Er wurde bald ein Studenteubuch, fand reißenden Absatz, er war, trotz mancher Fehler, für Studenten und Aerzte brauchbar, jedenfalls sehr bequem, weil H., nach dem Vorgange von Henry Gkay (Holmes), in Deutschland zxierst die ausführliche Bezeichnung (Beschriftung) in oder an den Figuren einführte. Allmählich kam „der Heitzmann" in das Hintertreffen, da er mit dem Fortschritte der Anatomie, zum Teil auch der Technik, nicht Schritt hielt, da Lehrbücher mit vielen Abbildungen und ähnlicher bequemer Figurerklärung erschienen. Als nun gar die neuen schönen Atlanten von Toldt und von Spalteholz herauskamen, schien der HEiTZMANNSche Atlas endgiltig „tot", zumal nachdem sein Verfasser wirklich gestorben war.

Jetzt werden wir eines besseren belehrt. E. Zuckerkandl in Wien, dessen Beihilfe — Z. war damals Demonstrator — in der Vorrede


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zur ersten Auflage lobend erwähnt wird , hat sich entschlossen, die neunte Auflage, das 55. — 60. Tausend (!), herauszugeben. Er hat eine derartige Menge von Veränderungen, gleichzeitig Verbesserungen, vorgenommen, daß dieser Heitzmann redivivus wie ein neues Werk erscheint. Die Muskeln sind, wie dies schon der verstorbene H. beabsichtigt hatte, koloriert worden. Die Reproduktion ist zum Teil photographisch und dann mit Autotypie, zum Teil in Holzschnitt erfolgt. Die Ausstattung ist, wie schon der originelle („Jugendstil") Umschlag ahnen läßt, eine sehr gute, der Preis (jeder Band 10 M, , das ganze Werk also 20 M.) sehr niedrig.

Handbuch der vergleichenden und experimentellen Entwickelungslehre der Wirbeltiere. Herausgeg. von O. Hertwig. 6.-8. Lief. Jena, Gustav Eischer. 462 pp. 263 Fig. Preis 13,50 M.

Die soeben erschienenen Lieferungen 6 — 8 des an dieser Stelle wiederholt angezeigten Handbuches bilden den ersten Teil des zweiten Bandes und enthalten die Kapitel I. Mund, Mundhöhle (außer Zähne), Schwimmblase, Lunge, Kehlkopf, von E. Göppert; Kap. IL Darmsystem, von F. Maurer; Kap. IIL Haut und ihre Nebenorgane, von W. Krause; Kap. IV. Verknöcherungen des Integuments und der Mundhöhle (Zähne), von R. Burckhardt.

Die Ausstattung ist dieselbe vorzügliche, wie bei den anderen Lieferungen; der Preis ist niedrig. Wir wünschen dem Werke guten Fortgang !

Das Problem der geschlechtsbestimmenden Ursachen.

Von M. V. Lenhossek. Mit 2 Abbild, im Text. Jena, Gustav Fischer,

1903. 99 pp. Preis 2 M.

L. hat das vielbesprochene, früher stets den Schatten des Hades gleich bei jedem Versuche des Erfassens ins Unbekannte zurückweichende Problem in einem Vortrage vor der Kgl. ungarischen naturwissenschaftlichen Gesellschaft in Budapest abgehandelt und gibt hier eine deutsche Bearbeitung. L. kommt zu dem Schlüsse, daß mit großer Wahrscheinlichkeit die Tatsache als wahr erkannt sei, daß im Tierreiche die Bestimmung des Geschlechts ein Vorrecht des mütterlichen Organismus ist und daß diese Bestimmung schon vor der Befruchtung im Ei vollzogen erscheint. Fesselnd geschrieben, gut ausgestattet, billig.

Hermann von Helmholtz. Von Leo Koenigsberger. Erster Band.

Mit 3 Bildnissen in Heliogravure. XII, 375 pp. Braunschweig,

Friedr. Vieweg & Sohn. Preis geh. M. 8. — (geb. 10 oder 12 M.).

Das Erscheinen der großen HELMHOLTZ-Biographie von dem

Mathematiker Leo Koenigsberger in Heidelberg ist für die ganze

wissenschaftliche Welt von größtem Interesse.

Vieljährige persönliche und wissenschaftliche Beziehungen zu Hermann von Helmholtz und der dringend wiederholte Wunsch seiner jetzt verstorbenen Witwe haben den Verfasser den Entschluß fassen lassen, sich der schwierigen Aufgabe zu unterziehen, auf Grund des


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gesamten wissenschaftlichea Nachlasses, der ihm zur freien Verfügung gestellten Briefe von Helmholtz an seinen Vater und der Antworten auf dieselben , der umfangreichen Korrespondenz mit persönlichen und wissenschaftlichen Freunden, sowie der von der preußischen Unterrichtsverwaltung gestatteten Einsichtnahme in die Akten des Ministeriums, unter tatkräftiger Unterstützung von selten der Familie eine umfangreiche Darstellung des Lebens und der Werke des großen Forschers zu geben, der in seiner ganzen wissenschaftlichen Bedeutung erfaßt und als Mensch in dem harmonischen Zusammenhange seines ganzen Tuns und Denkens vorgeführt wird.

Ein köstliches Buch, in dem uns der große Forscher und Denker auch menschlich näher tritt — köstlich für alle, die ihn persönlich kennen lernen durften, aber auch für solche, denen dies Glück nicht zu teil wurde.

Dem soeben erschienenen ersten Bande wird der das Werk abschließende zweite Band Anfang nächsten Jahres folgen.

Die Ausstattung ist eine vornehme, des großen Mannes würdige.

B.


Anatomisclie Gesellscliaft.

Die vom Vorstande entworfenen neuen

Statuten,

welche der Heidelberger Versammlung vorgelegt werden sollen, lauten :

Zweck.

§ 1. Die Anatomische Gesellschaft hat zum Zwecke die Förderung der anatomischen Wissenschaften in deren ganzem Umfange, sowie die Pflege persönlicher kollegialer Beziehungen zwischen deren Vertretern.

Mitgliedschaft.

§ 2. Mitglieder können alle diejenigen werden, welche sich wissenschaftlich mit Anatomie (im weitesten Sinne) befassen oder befaßt haben.

Die Aufnahme erfolgt nach schriftlicher oder mündlicher Meldung beim Schriftführer durch den Vorstand. Der Vorstand kann den Schriftführer zur Aufnahme neuer Mitglieder bevollmächtigen.

§ 3. Die Mitglieder zahlen einen Jahresbeitrag von 5 Mark. Derselbe ist spätestens bei der Jahresversammlung zu entrichten. Durch einmalige Zahlung von 60 Mark erfolgt die Ablösung der Jahresbeiträge.

§ 4. Die Mitgliedschaft erlischt durch Austrittserklärung oder durch Streichung von der Liste.

Die Austrittserklärung kann nur für den Schluß des laufenden Geschäftsjahres erfolgen.

Die Streichung von der Mitgliederliste erfolgt nach zweimaliger erfolgloser Mahnung zur Entrichtung der Jahresbeiträge.


311

Versammlungen.

§ 5. Alljährlich findet eine mehrere Tage dauernde Versammlung statt. Ort und Zeit derselben bestimmt der Vorstand.

§ 6. Alle Beschlüsse, mit Ausnahme der über Veränderung der Höhe der Beiträge, sowie über die Abänderung der Statuten, die Auflösung der Gesellschaft oder die Vereinigung mit einer anderen Gesellschaft (§ 13), erfolgen durch absolute Mehrheit der abgegebenen gültigen Stimmen. Dasselbe gilt für die Wahlen. Nur diejenigen Mitglieder haben eine Stimme, welche ihre Beiträge für das laufende und die früheren Jahre gezahlt haben und ihren sonstigen Verpflichtungen gegen die Gesellschaft nachgekommen sind.

Bei Wahlen entscheidet, falls in den ersten zwei Wahlgängen die absolute Mehrheit nicht erreicht ist, die relative Mehrheit, bei Stimmengleichheit das Los. Wenn bei Beschlüssen Stimmengleichheit vorhanden, entscheidet die Stimme des Vorsitzenden.

Jede ordnungsmäßig einberufene Versammlung ist beschlußfähig.

Leitung der Gesellschaft. § 7. Der Vorstand der Gesellschaft besteht

a) aus 8 gewählten Mitgliedern,

b) aus sämtlichen früheren Vorsitzenden,

c) dem Schriftführer.

Die Leitung der Gesellschaft steht einem engeren Vorstand zu. Derselbe besteht aus

1) einem Vorsitzenden,

2) dessen Stellvertreter,

3) dem Schriftführer.

Die Wahlen (ad a und c) erfolgen alle vier Jahre durch Stimmzettel. Der Schriftführer kann nach 12jähriger Amtsführung auf Lebenszeit gewählt werden.

Der Vorsitzende und sein Stellvertreter wechseln jährlich. Im übrigen bestimmt der Vorstand die Verteilung der Geschäfte unter sich.

§ 8. Der Schriftführer verwaltet auch die Kasse und ist aus den Mitteln der Gesellschaft für seine Auslagen und Bemühungen zu entschädigen. Die Höhe der Entschädigung bestimmt der Vorstand.

Kommissionen.

§ 9. Zur Bearbeitung besonderer Aufgaben können von der Gesellschaft Kommissionen ernannt werden, welche alljährlich über ihre Tätigkeit zu berichten haben.

Vermögensverwaltung.

§ 10. Das Vermögen der Anatomischen Gesellschaft besteht aus den Beiträgen der Mitglieder, Ablösungssummen, auflaufenden Zinsen und eventuellen Schenkungen. Vorhandene Kapitalien sind in sicheren Papieren verzinslich anzulegen.

Das Rechnungsjahr läuft von einer Versammlung zur anderen. Fällt eine Versammlung aus, so laufen die Rechnungen bis zur nächsten Versammlung weiter.


312

Die Entlastung des Schriftführers hat auf der Jahresversammlung durch die Gesellschaft zu erfolgen, nachdem zwei vom Vorsitzenden ernannte Revisoren die Rechnungen geprüft und richtig befunden haben. Dies ist in dem Rechnungsbuche von den Revisoren mit Namensunterschrift zu vermerken. Die Entlastung durch die Gesellschaft bezeugt an derselben Stelle der erste Vorsitzende oder dessen Vertreter.

Das Jahresbudget ist vom Schriftführer aufzustellen und vom Vorstand zu genehmigen. Im Jahresbericht ist eine kurze Uebersicht des Vermögensstandes sowie der Einnahmen und Ausgaben zu publizieren.

Aenderung der Statuten.

§ 11. Anträge auf Aenderung der Statuten oder Zusätze, welche Aenderungen enthalten, müssen mindestens 6 Wochen vor Beginn der Jahresversammlung im Anatomischen Anzeiger bekannt gemacht und auf dem Programm (Tagesordnung) der betreffenden Versammlung abgedruckt werden.

§ 12. Aenderungen oder Zusätze, welche Aenderungen enthalten, können nur mit Ys Mehrheit der in der betreffenden Geschäftssitzung anwesenden stimmberechtigten Mitglieder beschlossen werden.

Auflösung der Gesellschaft. § 13. Die Auflösung der Gesellschaft oder die Vereinigung mit einer anderen Gesellschaft kann nur unter Beobachtung der Bestimmungen im § 6, ebenfalls nur von ^g der anwesenden stimmberechtigten Mitglieder beschlossen werden.

Das Gesellschaftsvermögen darf im Falle der Auflösung der Gesellschaft nur einer ähnlichen Gesellschaft, einer Korporation oder einer Stiftung zugewandt werden.

I. A. : Bardeleben.


Dr. Ernst Schwalbe, Privatdozent und I. Assistent am pathol. Institute in Heidelberg, ist in die Gesellschaft eingetreten.


Personalia.

Halle. Prof. Ernst Mehnert ist am 17. November gestorbeu.

München. Prof. Albert Oppel ist nach Stuttgart (Augustenstraße 37) übergesiedelt.

Lemberg. Dr. Jözef Nusbaum, o. Prof. an der Tierärztlichen Hochschule, Dozent und Direktor des vergleich.-anatom. Institutes an der k. k. Universität Lemberg, erhielt den Titel eines ordentlichen Professors der vergleich. Anatomie an der Lemberger Universität.

Abgeschlossen am 30. November 1902.

FrommaDOSche Buchdrnckerei (Hermann Fohle) in Jena.


ANATOMISCHER ANZEIGER

Centralblatt

für die gesamte wissenscliaftliclie Anatomie.

Amtliclies Organ der anatomischen Gesellschaft.

Herausgegeben von

Prof. Dr. Karl Yon Bardeleben in Jena.


Verlag von Gustav Fischer in Jena.


Der „Auatomische Anzeiger" erscheint in Nummern von etwa 2 Druckbogen. Um ein rasches Erscheinen der eingesandten Beiträge zu ermöglichen, werden die Nummern ausgegeben, sobald der vorhandene Stoff es wünschenswert macht und event, erscheinen Doppelnummern. Der Umfang eines Bandes beträgt etwa 50 Druckbogen und der Preis desselben 16 Mark. Das Erscheinen der Bände ist unabhängig vom

Kalenderjahr.


XXII. Band. -^ 30. Dezember 1903. m- No. 16.

\ Inhalt. Aufsätze. Emil Holmgren, Weiteres über die „Trophospongien"

der Leberzellen und der Darmepithelzellen. Mit 8 Abbildungen, p. 313 — 323. —

B. Adachi, Sogenannter Mongolen-Kinderfleck bei Europäern, p. 323 — 325. — A. Koelliker, Die GOLGI-Feier in Pavia. p. 325—328.

Bücheraiizeigen. Hugo Eibbert, p. 328.

Personalia, p. 328.

Litteratur. p. 57—72.


Aufsätze.

Nachdruck verboten.

Weiteres über die „Trophospongien" der Leberzellen nnd der Darmepithelzellen.

Von Prof. Dr. Emil Holmgren, Stockholm. Mit 8 Abbildungen. Obwohl es eigentlich nicht die Meinung war, meine fortgesetzten Studien über die fraglichen Strukturen vorläufig zu erwähnen, weil ich dieselben in der nächsten Zeit in einer größeren Arbeit zusammenzustellen beabsichtige, so bin ich jedoch durch einen von Professor Browicz ^) in dieser Zeitschrift neulich veröffentlichten Aufsatz ver


1) Die Beziehungen zwischen den intraacinösen Blutkapillaren und den intracellulären Ernährungskanälchen der Leberzelle. Anat. Anz., Bd. 22, 1902, No. 7/8.

Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 21


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anlaßt worden, schon jetzt hierüber etwas zu berichten. Browicz hat nämlich in seiner fraglichen Mitteilung versucht, einige von meinen Deutungen in betreff der feineren Struktur der Leberzellen abweichenden Anschauungen aufrecht zu halten und desgleichen die Priorität der Entdeckung der „Saftkanälchen" dieser Zellen für sich in Anspruch zu nehmen — was ich nicht gern unberücksichtigt lassen kann.

Daß Browicz schon seit mehreren Jahren die Auffassung verfochten hat, daß die Leberzellen mit intracellulären „Ernährungskanälchen" und Sekretkapillaren ausgestattet sein sollen, ist zwar allgemein bekannt. Die Belege aber, die Browicz für die vermeinte VorfindHchkeit bin nenzeiliger „Ernähruugskanälchen" vorgebracht hat (soweit sie nämlich aus seinen eigenen Befunden herzuleiten seien), scheinen mir nur wenig beweisend zu sein. Hierin hat man wohl auch den Grund zu suchen, warum man bisher den BROwiczschen Behauptungen eine nur geringe Aufmerksamkeit hat widmen können und dieselben mitunter selbst — wie es Oppel tut^) — als Phantasien bezeichnet hat. Welche Belege hat denn Browicz infolge eigener Studien für seine Auffassung hervorbringen können? Man findet dieselben in einer seiner letzten Arbeiten 2) zusammengestellt und näher entwickelt: 1) An formalingehärteten Muskatnußlebern sah er, sowohl im Cytoplasma als auch im Karyoplasraa, in vorwiegend als Vakuolen, jedoch manchmal auch als längliche Bildungen gestalteten und scharf begrenzten Räumen teils körniges, teils nadeiförmig kristallinisches Pigment abgelagert, das er auf Grund seiner Untersuchungen an formalingehärteten Lebern nach intravenöser Injektion von Hämoglobinlösungen als metamorphosiertes Hämoglobin deuten mußte. 2) An Lebern von Hunden, die während der Verdauung getötet worden waren, konnte er sowohl im Cyto- als Karyoplasma gut erhaltene Erythrocyten (in scharf begrenzten Räumen eingeschlossen), im Kerne auch Hämoglobinkristalle wahrnehmen. — Aus diesen Befunden zieht nun Browicz die Folgerung, daß ein inniger (obwohl nur mittelbarer) Zusammenhang zwischen den Leberzellen und den intraaeinösen Blutkapillaren existieren müsse, daß in der Leberzelle spezielle „Ernährungskanälchen" existieren müssen, durch welche die genannten Zelleinschlüsse in die Leberzellen hineingelangt wären. Diese Kanälchen sollen ihren Anfang im Kern der Leberzelle haben. Ist er jedoch berechtigt gewesen, aus den genannten Befunden solche Schlüsse zu


1) Lehrbuch der vergl. mikroskop. Anat. der Wirbeltiere. Teil 3, p. 953 u. a. St.

2) Meine Ansichten über den Bau der Leberzellen. Virchows Arch., Bd. 168, 1902.


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ziehen? Das kann ich wenigstens nicht finden. Es liegt in diesen Befunden meinesErachtens keineEntdeckung etwaiger Kanälchen bildungen. Ehe man wahre Kanälchen gesehen hat, hat man solche nicht „entdecken" können. — Daß sich das Protoplasma infolge der fixierenden Flüssigkeiten von fremdartigen, in die Zellkörper in etwaiger Weise hineingelangten oder in denselben entstandenen Bildungen mehr oder weniger retrahieren kann , ist allgemein bekannt. Man kann deshalb nicht ohne weiteres berechtigt sein, solche Hohlräume als präformierte Kanälchen zu bezeichnen. — Browicz hat auch versucht, seine eigenen so lückenhaften Belege durch die Ergebnisse anderer Forscher zu komplettieren. So hat er die von Schäfer i) publizierten Injektionsbefunde an einer Kaninchenleber und die von mir 2) beschriebenen „Saftkanälchen" der Leberzellen von Igeln als eine Bestätigung seiner eigenen „Entdeckungen" behandelt.

Wie in dem BROWiczschen Aufsatze, der mich veranlaßt hat, diese Zeilen zu schreiben, zu sehen ist, habe ich in Frage gestellt, ob die von Schäfer beschriebenen Injektionsbilder in der That den natürlichen Verhältnissen entsprechen sollten. Ich war nämlich selbst instand gesetzt worden, ein ScHÄFERSches Präparat zu studieren, wo man in deutlicher Weise sehen kann, daß die Injektionsmassen aus den Blutkapillaren her in die Interstitien zwischen diesen letzteren und den Leberzellen ausgetreten und hiervon in die Leberzellen hineingelangt waren ^). Browicz, der Schnitte derselben injizierten Leber auch persönlich hat studieren können , hat dagegen , wie er hervorhebt, keine solchen Extravasate gesehen und hält auch diese Injektionsbilder für „geradezu ideal". Soll indessen eine Injektion „geradezu ideal" sein, so muß sie meiner Meinung nach nur auf ganz natürlichen Wegen zustande gekommen sein. Bei den ScHÄFERSchen Präparaten liegt nun eine Injektion durch die Vena porta vor; und durch diese Injektion hat man strangförmige Injektionsmassen, die sich hier und da verzweigen (die von Browicz als injizierte „Er


1) On nutritive Channels within the Liver Cells which communicate with the lobular Capillaries. Anat. Anz., Bd. 21, 1902, No. 1.

2) Einige Worte über das „Trophospongium" verschiedener Zellarten. Anat. Anz., Bd. 20, 1902, No. 18. — lieber die „Saftkanälchen" der Leberzellen und der Epithelzellen der Nebenniere. Anat. Anz., Bd. 22, 1902, No. 1.

3) Ueber die „Trophospongien" der Darmepithelzellen nebst einer Bemerkung in betreff einer von Prof. Browicz neulich publizierten Abhandlung über die Leberzellen. Auat. Anz., Bd. 21, 1902, No. 16/17.

21*


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nährungskanälchen" aufgefaßteü Bildungeu), auch innerhalb der Leberzellen bekommen. Hier muß also die Injektion aus den Blutkapillaren her in die Leberzellen hineingelangt sein. Andere Wege für das Hineindringen der injizierten Massen in die Leberzellen sind ja nicht denkbar. Nun ist indessen Browicz, wie er in seinem letzten Aufsatze besonders betont hat, der Meinung, daß die „Ernährungskanälchen" nicht, wie man es doch gern von Browicz hatte vermuten müssen, in unmittelbarer, sondern nur in mittelbarer Verbindung (unter Vermittelung der v. KuPFFERSchen Sternzellen) mit den Blutkapillaren stehen sollen ; und nichtdestoweniger sollen nach Browicz die ScHÄFERSchen Injektionsbilder als „geradezu ideal" eine herrliche Bestätigung der BROwiczschen Ideen ausmachen ! Nein, ich stimme mit dem hingeschiedenen Professor Rutherford vollkommen überein, unter dessen Leitung die ScHÄFERschen Präparate von Simpson seit langen Jahren zurück ausgeführt worden waren, „who would not let me publish a note of them" (s. Schäfers Aufsatz 1. c, Anat. Anz., p. 20) ! Meines Erachtens beweisen weder die von Browicz vorgelegten eigenen Befunde, noch die von Schäfer publizierten Injektionsbilder etwas in betreif der Präexistenz intracellulärer Kanälchenbildungen in den Leberzellen; ich muß daran fortfahrend festhalten. Wir müssen nach besseren Belegen suchen.

Es könnte vielleicht ganz unnötig sein, auf die übrigen Divergenzen zwischen Browicz und mir einzugehen, da es im höchsten Grade fraghch ist, ob die von mir beschriebenen „S aft k anal che n" der Leberzellen von Igeln, die eine ganz charakteristische Form und Anordnung zeigen und niemals etwaige eigengefärbte oder färbbare Bestandteile enthalten, sondern immer ganz hell und farblos erscheinen, mit den oben erwähnten BROwiczschen Befunden etwas gemeinsam haben können. Da es jedoch vielleicht den einen oder anderen Forscher gibt, der — ohne sich in die Frage weiter zu vertiefen — von den BROwiczschen Bemerkungen eine Anschauung über die Natur der wahren „Saftkanälchen" der Leberzellen, wie ich dieselben beim Igel aufgefunden habe, bekommen könnte, muß ich auch an einigen anderen Stellen des BROwiczschen Aufsatzes für einen Augenblick bleiben.

Ich habe betont, daß die „Saftkanälchen" der Leberzellen sich in die perivaskulären Interstitien entleeren können. Nun kann indessen nach Browicz Meinung „ein perivaskulärer Raum nicht existieren", was er auch in seinen früheren Publikationen behauptet hat „und in einer nächstens erscheinenden Abhandlung weiter zu begründen bemüht sein" wird. — Ich kann kaum glauben, daß es Browicz gelingen


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wird, diese Auffassung durch thatsächliche Belege zu begründen, denn die Gitterfasern und die Lympbscheiden der Kapillaren existieren nun einmal; und wir können daran gewiß nichts tun. — Ich habe in meiner ersten kleinen Mitteilung über die „Saftkanälchen" der Leberzellen (1. c. Anat. Anz., Bd. 20, 1902, No. 18) die Vermutung ausgesprochen, daß die „Trophospongien", aus denen die „Saftkanälchen" hervorgehen, den V. KuPFFER'schen Sternzelleu angehören sollten. Daß sie aus multipolaren, dicht außerhalb der Leberzellen befindlichen Zellen (als Ausläufer derselben) herzuleiten sind, möchte ich fortfahrend vermuten. Daß sie dagegen eben aus den v. KuPFFERSchen Sternzellen herstammen und nicht aus etwaigen anderen multipolar gestalteten Zellen, kann wohl indessen etwas schwierig sein, sicher abzumachen. Gehören die V. KupFFERSchen Sternzellen in der That den Kapillarwänden als solchen an, was ja die gegenwärtige Meinung ist, so glaube ich, daß meine ausgesprochene Vermutung etwas verfrüht gewesen sei. Wir hätten ja auch und vielleicht mit größerer Wahrscheinlichkeit an die von Reinke erwähnten sternförmigen Bindegewebszellen zu denken, deren lamelläre Verzweigungen die Leberzellen umfassen sollen. Ich hatte an die v. KuPFFERschen Sternzellen gedacht, weil sie auf Grund ihres Vermögens, Blutkörperchen zu destruiren, als eine Art trophischer Elemente für die Leberzellen betrachtet werden könnten. Da wir indessen nur durch ganz spezielle und für das Studium der feineren Struktur der Leberzellen kaum verwendbare Methoden die Sternzellen näher übersehen können, so würden wir am vorsichtigsten sein, auf diese Frage bis auf weiteres ganz zu verzichten.

Gegen meine Auffassung, daß die „Saftkanälchen" infolge einer lokalen Verflüssigung gewisser Netzteile der „Trophospongien" zustande kommen und damit auch einer mehr accidentellen Natur sein sollen, tritt Browicz mit der Behauptung auf, daß diese Kanälchen ständige Röhrchen sind, die als zusammengefallen nicht zu sehen sind und nur in gefülltem Zustande für unsere Augen hervortreten können. Ich kann nun nicht einsehen, wie Browicz eine solche entgegengesetzte Meinung hat wollen geltend machen. Zuerst ist es nämlich mehr als zweifelhaft, ob Browicz berechtigt sein kann, über die Natur der wahren „Saftkanälchen" zu diskutieren, da er meines Wissens solche Kanälchen niemals gesehen hat oder wenigstens solche niemals beschrieben hat. Desgleichen hat Browicz betont, daß er an den Hohlräumchen, worin er Hämoglobinkristalle etc. eingeschlossen gesehen hat, und die er mit meinen „Saftkanälchen" identifizieren will, niemals besondere Wände hat beobachten können!


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Ich habe geglaubt, daß die oben angeführten streitigen Punkte durch eine kurze Erwähnung meiner fortgesetzten Studien einigermaßen weiter beleuchtet werden könnten, und ich lege deshalb diese Untersuchungen in kürzester Weise anbei.

Wie in meinen früheren Mitteilungen über die Leberzellen zu sehen ist, habe ich vorwiegend die Leber von Igeln untersucht. Bisher habe ich 8 Igel studiert, deren Lebern ich durch die bewährtesten Methoden konserviert habe; und da ich bei sämtlichen dieser Tiere prinzipiell übereinstimmende Befunde habe erzielen können, finde ich mich zu der Auffassung berechtigt, daß diese letzteren vitalen und physiologischen Verhältnissen entsprechen mögen. — Einige Lebern von Igeln, die Insekten, Myriapoden und andere Tiere gefressen hatten, habe ich durch Sublimat- Pikrinsäure oder (noch besser) durch das vortreffliche CARNOYsche Gemisch (Alkohol-Chloroform-Eisessig) konserviert und die angefertigten sehr dünnen Schnitte mit Thiazinrot R - Toluidinblau gefärbt. (Diese für manche verschiedene Zwecke so ausgezeichnete Methode habe ich bei M. Heidenhain gelernt.) Das perivaskuläre Bindegewebe der Acini (die sog. Gitterfasern) wird hierbei von einer braunen Neutralfarbe in elektiver Weise gefärbt und läßt sich in deutlicher Weise zwischen den Leberzellen bis an die Schlußleisten der epicellulären Gallenkapillareu verfolgen. Färbt man ein in ähnlicher Weise konserviertes Material mit der ebenfalls sehr nützlichen Farbenkombination Eisenhämatoxylin-Säurefuchsin-Orange, so bekommt man dasselbe Bindegewebe mit seinen zwischenzelligen Verlängerungen von Säurefuchsin (jedoch mit einem Stich in Orange) gefärbt. Ich möchte mich deshalb Reinkes^) Auffassung anschließen, daß die Leberzelle ringsherum von Bindegewebe umgeben sein soll. Den zwischenzelligen Teil desselben Gewebes als eine Cuticulabildung aufzufassen, scheint mir auf Grund dessen kaum möglich zu sein, daß er in unverkennbarer Weise direkt in das perivaskuläre Bindegewebe übergeht. — Bei Igeln mit der oben genannten Fütterung sind die Leberzellen feinkörnig, hier und da mit kleinen Tröpfchenbildungen. Die Körnchen sind resp. rötlich oder orange gefärbt. Ist man indessen bei seinem Studium etwas aufmerksamer, so wird man bald eigentümliche strangförmige Gebilde gewahr, die bei der Färbung mit Thiazinrot R-Toluidinblau hell neutral gefärbt, bei der Färbung mit Eisenhämatoxylin-Säurefuchsin-Orange von einer sehr charakteristischen Gemischfarbe von Säurefuchsin und Orange (wobei die Säurefuchsin 1) Ueber direkte Kernteilungen und Kernschwund der menschlichen Leberzellen. Anat. Anz., Bd. 14, Ergänzungsheft, 1898.


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färbe etwas überwiegt) tingiert hervortreten. Diese Stränge, die sich übrigens in ganz übereinstimmender und charakteristischer Weise färben wie die „Trophospongien" der Nervenzellen, werden in der Regel von resp. von Toluidinblau oder von Eisenhämatoxylin gefärbten feinen Körnchenablagerungen begrenzt, wodurch sie am leichtesten wahrnehmbar werden. Sie stellen durch gegenseitige Verbindungen ein intracelluläres Netz dar (Fig. 1, a). Wo sie das pericelluläre resp. intercelluläre Bindegewebe erreichen, gehen sie in dasselbe ganz unvermittelt über. Auffallend oft schmiegen sich Teile dieser Netze dicht um den Kern der Leberzellen herum, dringen jedoch niemals in denselben hinein, soweit wenigstens meine Erfahrungen reichen. Wie in der Fig. 1, b zu sehen

ist, können mehr oder weniger zahlreiche Stränge solcher Netze sich in der Weise verändern, daß sie unfärbbar und gleichzeitig erweitert werden, gewiß infolge einer Verflüssigung ihrer Masse. Sie gehen in „Saftkanälchen" über, die oft (Fig. 1, c) sehr weit und damit auch auffallend gestreckt oder wie aufgerollt werden. Wie die Netze selbst mit dem pericellulären Bindegewebe in direktem Zustmmenhange stehen, so können sich die aus denselben hervorgehenden „Saftkanälchen" auch hier und da bis in die „perivaskulären Interstitien" erstrecken. Daß sie indessen so immer tun sollen, glaube ich nicht. — Mit der Verflüssigung der Netzteile werden in der Regel die umlagernden resp. von Toluidinblau oder von Eisenhämatoxylin gefärbten Körnchenbildungen immer zahlreicher. — Wir haben bei diesen Strukturen ganz unzweideutig mit meinen „Trophospongien" und aus diesen durch eine Verflüssigung hervorgehenden „Saftkanälchen" oder (wie ich sie eher nennen möchte) „Trophospongienkanälchen" zu tun.

Wie ich an mehreren Stellen berichtet habe, habe ich eine spezielle Methode ausgearbeitet, um im allgemeinen die „Trophospongien" herzustellen. Ich konserviere durch 5-proz. Trichlormilchsäurelösung und


Fig. 1.


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färbe mit der verdünnten WEiGERTschen Resorcin-Fuchsinfarbe. Durch diese Methode gelang es in der Regel, an den verschiedenen Organen die „Trophospongien" zu Ansicht zu bringen. Indessen habe ich zahlreiche mißlungene Versuche mit Lebern verschiedener Tiere gemacht, um die „Trophospongien" der Leberzellen durch die genannte Methode darzustellen. Durch eine kleine Modifikation der letztgenannten ist es mir jedoch endlich gelungen, die Netze auch durch meine eigene Methode deutlich zu sehen. Ich löse nämlich die Trichlormilchsäure in 10-proz. Formalin. Die durch diese Methode hergestellten „Trophospongien" stimmen in jeder Hinsicht mit den Bildern überein, die ich oben demonstriert habe. Ich muß jedoch hierzu bemerken, daß für die Leber nicht einmal die Formalinlösung der Trichlormilchsäure (mit nachheriger WEiGERT-Färbung) allzu empfehlenswert ist. Wir müssen nach bedeutend besseren Methoden suchen, um die „Trophospongien" auch an anderen Tieren als den so unvergleichlich geeigneten Igeln wiederzufinden.

Läßt man den Igel hungern, so werden die „Saftkanälchen" sehr spärlich, ja können fast ganz vermißt werden. Die „Trophospongien" sind jedoch immer vorhanden.

Läßt man wiederum den Igel fast ausschließlich Kohlehydrate

während einiger Zeit fressen, so werden sämtliche Leberzellen so umgestaltet, wie die Fig. 2 es wiedergibt. Infolge reichlicher Glykogenbildung werden die Zellen durch Tropfen erfüllt, die nach Konservierung als unfärbbare Lücken (Vakuolen) hervortreten, die voneinander durch ein feinstes Netz kleiner Körnchen geschieden sind. D i e netzbildenden „Trophospongien" stehen jedoch zurück. Nach Thiazin-Toluidinfärbung werden sie hellbraun,- nach Eisenhämatoxylin Säurefuchsin-Orangefärbung durch eine charakteristische Mischfarbe von Säurefuchsin und Orange gefärbt, also in völliger Uebereinstimmung mit den oben demonstrierten Lebern. Die „Trophospongien" werden auch in diesem Falle mehr oder weniger vollständig von einer



Fig. 2.


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Belegung resp. durch Toluidinblau oder Eisenhämatoxylin gefärbten Körnchenbildungen abgegrenzt. Nur seltener treten indessen in ähnlichen Lebern „Trophospongienkanälchen" auf. — Die fraghchen netzbildenden Stränge, die wohl mit den Strängen identisch sein sollen, die man schon früher nach Kohlehydratfütterung beobachtet hat (ich erinnere z, B. an die von Afanassiew

ausgeführten Studien an Hunden), bestehen deshalb meiner Meinung nach aus den „Trophospongien" und

aus protoplasmatischen resp. ergastischen Körnchenablagerungen an der Oberfläche derselben. Es könnte in diesem Zusammenhange geeignet sein, darauf hinzuweisen , daß man in den Spinalganglien hin und wieder Nervenzellen zur Ansicht bekommt, worin die spärliche Tigroidsubstanz nur als eine körnige Ablagerung an der Oberfläche des „Trophospongiums" hervortritt. Die dadurch bedingten Bilder der Nervenzellen sehen den genannten Leberzellen sehr ähnlich (Fig. 3).



Fig. 3.


In diesem Zusammenhange möchte ich auch etwas in betrefl' meiner fortgesetzten Studien über die Darmepithelzellen berichten. — • Ich habe schon vorher an einer anderen Stelle i) erwähnt, daß man die „Trophospongien" dieser Zellen außer durch meine Trichlorrailchsäuremethode auch durch Konservierung mit Sublimat-Pikrinsäure oder mit dem CARNOYSchen Gemisch und durch nachherige Färbung mit Thiazinrot R-Toluidinblau oder mit EisenhämatoxylinSäurefuchsin-Orange gut herstellen kann. Besonders schön treten die


1) Neue Beiträge zur Morphologie der Zelle. Ergebnisse d. Anat. und Entwickelungsgesch. Merkel-Bonnets, Bd. 6, 1902.


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„Trophospongien" der Darmepithelzellen nach solcher Behandlung an dem Igel hervor. Sie werden bei diesem Tiere an keiner einzigen Zelle vermißt. Die Fig. 4 gibt eine Abbildung von einer Zotte. Das Material war durch das CARNOYSche Gemisch konserviert und mit Eisenhämatoxylin-Säurefuchsin-Orange gefärbt. Die Zellkörper sind orangegefärbt. Zwischen den Kernen und dem Darmluraen treten auf der gleichen Höhe durch sämtliche Zellen kleine Körbe bildende Stränge auf, die sich in charakteristischer Weise mit einem Gemisch von Säurefuchsin und Orange färben und mit zwischenzelligen, ähnlich gefärbten lamellären Strängen direkt zusammenhängen. Die letztge


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Fig. 4.


Fig. 5.


nannten kann man bis an die Basis der Zellen verfolgen, wo dieselben mit anderen Gewebselementen in direkter Verbindung stehen. Diese binnenzelligen , Körbchen bildenden und so charakteristisch lokalisierten Stränge können oft Kanälchen bilden, durch Verflüssigung gewisser Teile derselben; sie stellen deshalb nach meiner Ueberzeugung „Trophospongien" her. — In der Fig. 5 sind einige Zotten epithelzellen von einem hingerichteten Manne abgebildet. Das Material war durch Flemmings Gemisch konserviert und mit Eisenhämatoxyhn gefärbt. Die „Trophospongienkanälchen" treten schön hervor. — In den tieferen Teilen der Darmkrypten derselben beiden Präparate, wo der Stäbchensaum nicht mehr vorhanden ist, treten auch ähnliche Strukturen hervor ; nur scheinen sie vergleichsweise kleinere Dimensionen zu besitzen. — Was die Paneth sehen Zellen derselben Präparate anlangt, so sind dieselben mit vergleichsweise großen Trophospongiennetzen ausgestattet. Die Fig. 6 und 7 stellen solche Zellen dar. Die netzbildenden Stränge treten in dem größeren


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Teil des Zellkörpers auf, breiten sich zwischen dem bei stärkerer Tätigkeit basal stark verschobenen Kerne und dem Kryptenlumen aus. Sie sind oft durch resp. von Toluidinblau oder von Eisenhämatoxylin gefärbte feine Körnchenansammlungen abgegrenzt, wodurch sie frappant an die „Trophospongien" der Leberzellen erinnern (Fig. 7). An quergeschnittenen PANETHSchen Zellen kann man sich leicht davon überzeugen , daß diese „Trophospongien", die auch Kanälchen (obv/ohl gewöhnhch nur sehr feine) bilden können, überwiegend die zentralen Teile des Zellkörpers einnehmen. Es ist ja sehr interessant, zu sehen, daß die „Trophospongien" bei diesen eigenartigen Zellen fast den ganzen Zellkörper durchziehen, gleichzeitig als diese Zellen von Tröpfchenbildungen vollgepfropft sind.


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Fig. 6.


Fig. 7.


Fig. 8.


Endlich sei es mir gestattet, auch eine Becher zelle von demselben Präparate zu zeigen (Fig. 8). Zwischen der Theca und dem Kerne tritt ein Netz hervor, das ich meinesteils als ein „Trophospongium" zu bezeichnen geneigt bin. Die Stränge färben sich nämlich den „Trophospongien" ähnlich, desgleichen habe ich an derselben Stelle der Becherzelle Kanal chen wiedergefunden.

Stockholm, 10. November 1902.


Nachdruck verboten.

Sogenannter Mongolen-Kinderfleck bei Europäern.

Von Dr. B. Adachi aus Japan.

Mit den bekannten, schon seit mehr als 100 Jahren sehr viel besprochenen Kreuzflecken der Kinder kam man, sie in der letzten Zeit lediglich für ein reines Rassenmerkmal für Mongoloide haltend.


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als über eine merkwürdige Sonderbarkeit bis heute noch nicht hinaus. Ich habe dagegen durch die Untersuchung des Hautpigmentes beim Menschen und bei den Affen die merkwürdigen Flecke erklärt und gefunden, daß die sie verursachenden Pigmentzellen ganz anderer Natur sind als jene, die man gewöhnlich im Corium der Menschenhaut trifft, und daß diese eigentümlichen Pigmentzellen auch bei europäischen Kindern, an denen man jene P' lecke nicht vermutet hatte, massenhaft vorhanden sind, worüber ich an dieser Stelle (Bd. 21, 1902, No. 1)^) schon berichtet habe, als ganz kurze vorläufige Mitteilung meiner schon im Mai 1902 au die Zeitschrift für Morphologie und Anthropologie abgeschickten ausführlichen Abhandlung, wo sich jeder schon durch die Abbildungen mikroskopischer Bilder überzeugen kann, daß nicht nur annähernd Aehnliches, sondern Gleiches bei Europäern vorkommt. Es hat mir aber damals noch die Gelegenheit gefehlt, auch die äußeren blauen Hautflecke bei europäischen Kindern, allwo ich ihr Vorkommen stark vermutet hatte ^), zu finden. Ich habe nun im August mit Dr. K. FuziSAWA diesen blauen Fleck bei der rein weißen Rasse gefunden, was ich hier jetzt als vorläufig mitgeteilt gesagt haben möchte^).

Ich habe hier noch kurz zu sagen : Balz (Centr.-Bl. für Anthr., Bd. 7, November 1902) hat meine „Einwürfe" als „völlig gegenstandslos" hingestellt; er beschäftigt sich trotzdem eingehend mit meiner ganz kurzen vorläufigen Mitteilung und glaubt mit seinen Einwendungen meine Angaben widerlegt zu haben. Er sagt, „daß die blauen Flecke durch Ansammlung von Pigmentzellen im Corium entstehen, was ich schon 1883 nachgewiesen hatte". Gewiß erkenne ich diese Entdeckung von Balz als sein Verdienst vollkommen an. — EscHRiCHT hat übrigens schon vor mehr als 50 Jahren, allerdings nur der äußeren Farbe nach, diese blauen Flecke als Hautpigment behandelt. — Die von mir gefundene, eigentümliche und interessante Beschaffenheit dieser Pigmentzellen, den wichtigsten Punkt meiner früheren vorläufigen Mitteilung, hat aber Balz gar nicht erwähnt. Bei ihm ist „nur von mit bloßem Auge sichtbaren blauen Flecken die Rede", ich interessierte mich dagegen für die Natur der diese Flecke ver


1) Dasselbe schon früher im Journal of the Anthropological Society of Tokio, No. 181, Februar 1901.

2) Welche Vermutung ich auch in der Hauptschrift ausgesprochen habe.

3) Genaueres wurde auch schon im Oktober an die Zeitschrift für Morphologie und Anthropologie abgeschickt (Adachi und Fuzisawa).


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ursachenden Pigmentzellen. Diese Zellen sind nämlich von den gewöhnlichen ganz verschieden; bei den Affen sind sie viel verbreiteter als beim Menschen ; bei letzterem finden sie sich je nach der Rasse in verschiedenen Mengen; sie sind nur in einem Stadium der Entwickelung vorhanden, um darauf bald wieder zu verschwinden. Ob nun diese Mengenunterschiede in der äußeren Hautfarbe zum Ausdruck gelangen, ist Nebenerscheinung, wie denn überhaupt die allgemeine Hautfarbe kein so wichtiges Rassenmerkmal ist. Straßburg i. E., 29. November 1902.


Nachdruck verboten. Die (xolgifeier in Pavia.

Von A. KOELLIKER.

Am 28. Oktober fand in Pavia die Doppelfeier des 27-jährigen Wirkens als Universitätslehrer und der silbernen Hochzeit des Rektors der Universität Camillo Golgi statt, von der die vielen Verehrer des großen Gelehrten in Deutschland wohl gerne etwas hören werden. Da ich als langjähriger Freund des zu Feiernden eigens zu diesem Zwecke nach Pavia gegangen war, bin ich in der Lage, aus direkter Anschauung über das schöne Fest zu berichten. — Vorerst einiges über das Familienfest. Am Morgen des 28. fand in der schönen Casa Golgi in Gegenwart von 18 intimeren Freunden des Ehepaares die Feier desselben statt. Ueber 170 Telegramme aus nah und fern, eine noch größere Zahl von Briefen und Karten, ferner eine unglaubliche Menge von Blumenspendeu, wie ich solche noch nie so schön gesehen hatte, und viele wertvolle Geschenke gaben der Verehrung und Liebe Ausdruck, welche Camillo Golgi und seiner vorzüglichen Gattin, Signora Lina, in reichstem Maße gezollt wurden. Diese Feier endete mit einer kurzen Ansprache Golgis an alle seine Freunde und einem herzinnigen Danke an die treue Gefährtin seines Lebens, die ich mit einigen Freundesworten begleitete.

An demselben Tage fand dann um 2 Uhr nachmittags in dem großen Hörsaale des Institutes von Golgi in der Anatomie die eigentliche wissenschaftliche Feier statt, an der über 300 frühere Schüler Golgis, sowie Gelehrte aus allen Teilen Itahens nebst einigen Schweizern und Deutschen, sowie eine Anzahl Damen aus Universitätskreisen teilnahmen. Den Glanzpunkt dieser Feier bildete die Ueberreichung der gesammelten Werke Golgis durch Prof. Fusari von Turin. Diese Werke, drei große Quartbände in meisterhafter Ausführung, wie sie nur die berühmte Verlagshandlung von Ulrico Höpli in Mailand so schön und vollkommen zu liefern vermochte, verdanken ihre Zusammenstellung vor allem den Schülern Golgis, unter denen seinem langjährigen Assistenten Dr. Marenghi das größte Verdienst zukommt. Was den Inhalt dieser Bände anlangt, so führe ich hier die Worte Fusaris an,


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der folgendes sagte : „Diese Bände enthalten Golgiö erste Arb(3iten aus der von Cesare Lombroso geleiteten psychiatrischen Klinik von Pavia, weiter die Ergebnisse jener weit zurückliegenden Untersuchungen, die in den engen Räumen, die Giulio Bizzozero mit dem großartigen Namen , Laboratorium der Histologie der Universität Pavia' bezeichnete, angestellt wurden. Ferner finden sich da die Resultate der unter sehr eigentümlicheu Verhältnissen gemachten Beobachtungen, die fast alle des Nachts und mit wissenschaftlichen Hilfsmitteln von primitiver Einfachheit in Abbiategrasso im Institute der Invaliden errungen wurden. Da begann es Licht zu werden in dem feineren Baue des Nervensystems nach den ersten Verötfentlichungen Golgis im Jahre 1873 über die feinste Struktur des kleinen Hirnes und der Lobi olfactorii. In diesen Bänden finden sich ferner die Arbeiten, die in Pavia in dem alten Laboratorium angestellt wurden, dessen Mängel durch den Eifer und die Begeisterung der in demselben Arbeitenden reichlich aufgewogen wurden. Zu denselben gesellen sich dann noch die Beobachtungen, die Golgi in Spitälern, auf Bergeshöhen, am Meeresstrande, in der lombardischen Ebene und in der römischen Campagna anstellte, endlich jene anderen, durch welche das neue Laboratorium mit seinen reichen Mitteln und Apparaten tagtäglich als die Wissenschaft fördernd sich erwies. So kam es, daß das Laboratorium der allgemeinen Pathologie und Histologie in Pavia sowohl durch die Zahl der wichtigen, an demselben angestellten Beobachtungen, als auch durch die Menge seiner Schüler aus Italien und dem Auslande nach und nach zu einem der wichtigsten Zentren der Wissenschaft der ganzen medizinischen Welt wurde und vor allem die GoLGische Methode der Nervenfärbung sich einen großen Ruhm erwarb." Besonders erwähnt seien noch, außer den von FuSARi betouten, die Untersuchungen Golgis über den Bau der Muskeln, die Drüsen des Magens und vor allem die wichtigen neuen Angaben über den Verlauf der Nierenkanälchen und die Entdeckung der Organi musculo-tendinei.

Zur näheren Erläuterung des von Fusari nur Angedeuteten führe ich aus der Gazetta medica lombarda vom 3. Nov. aus ihrem Artikel „Per il Giubileo professorale del Professore Senatore Camillo Golgi" noch folgendes Spezielle über die Leistungen Golgis im Gebiete der Pathologie an. Hier sind zuerst zu erwähnen dessen Untersuchungen über die Gliome und Psammome des Gehirns, über die Aetiologie der Geisteskrankheiten, die krankhaften Veränderungen der Lymphgefäße des Gehirns, die Veränderungen des Knochenmarks bei den Blattern, ferner die Beschaffenheit des Muskelgewebes in verschiedenen Krankheiten und die Wirkungen der Transfusion von Blut in die Peritonäalhöhle. Sehr bedeutungsvoll waren die Untersuchungen Golgis über die Malaria. Er wies zuerst nach, daß die von Laveran im Blute von Malariakranken gesehenen Körperchen lebende Wesen sind, die wachsen, im Innern der Blutkörperchen sich vermehren, indem sie dieselben zerstören, womit die parasitäre Natur der Krankheit nachgewiesen war. Er erklärte das Intermittieren des Malariafiebers, indem er nachwies, daß jeder Malariaanfall an die Entwickelung einer Generation von Parasiten


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gebunden sei und fand so einen Parasiten für die Tertiana und einen besonderen für die Quartana. Infolge dieser und weiterer Studien GoLGis über die Malaria wurden erst die neuesten Fortschritte in der Lehre von der Malaria möglich, die die Entwickelung der Parasiten dieser Krankheit außerhalb des Organismus zum Vorwurfe hatten.

Alle diese Arbeiten aus dem Gebiete der normalen und pathologischen Anatomie sind in dem neuen Sammelwerke dargestellt, und soll nur noch erwähnt werden, daß unter denselben manches in Deutschland und sonst auswärts gar nicht oder nur mangelhaft Bekannte und auch einiges ganz Neue sich findet und durch ausgezeichnete Abbildungen illustriert wird.

Nach FusARi trat Prof. Manfredi von Pisa, ein alter Freund GoLGis, mit einer kurzen Schilderung ihrer gemeinsamen Arbeiten in dem Laboratorium auf, in welchem Mantegazza und Bizzozero ihre ersten Untersuchungen an sehr mangelhaftem Materiale begonnen hatten, welches dann den großen Histologen Golgi zu immer größeren Entdeckungen führte und ihm einen Ehrennamen auf alle Zeiten sicherte.

Hierauf sprach noch Ulrico Hoepli und erwähnte, wie sehr es ihn gefreut habe und noch freue, ohne ein anderes wissenschaftliches Verdienst als das eines Ehrendoktors der Philosophie zu besitzen, der italienischen Wissenschaft, welche einig und unabhängig ihren Zielen nachstrebe, einen Sammelpunkt verliehen zu haben und ihr eine Stütze zu sein.

Nachdem alle diese Begrüßuugsworte vorüber waren, erhob sich Golgi selbst auf dem Katheder und dankte in erster Linie aufs wärmste allen alten und jungen Freunden, die zu seiner Begrüßung sich in Pavia eingefunden. Dann setzte er in beredten Worten auseinander, wie bei einer Uebereinstimmung der Ansichten und Bestrebungen, wie eine solche in den Worten und Aussprachen der verschiedenen Redner sich kundgab, das Wohl der Wissenschaft und die Größe des Vaterlandes immer schöner zur Erscheinung komme. Außerdem sprach sich in den Worten Golgis eine große Bescheidenheit aus, indem er besonders hervorhob, daß er die ganz außergewöhnlichen Ehrenbezeugungen, die ihm zu teil geworden, nicht verdiene. Sein ganzes Verdienst sei, stets mit Eifer gearbeitet zu haben ; ferner habe er immer mit großer Aufopferung das Wohl seiner Zuhörer im Auge gehabt, eine Aufgabe, die ihm von jeher als eine der wichtigsten erschienen sei, die dem Universitätslehrer zukomme. Zum Schlüsse drückte er seine Grundanschauungen in folgenden Worten aus: „Zur Erwerbung sicherer wissenschaftlicher Erfahrungen gelangt man nicht durch die Phantasie, welche nur zum Scheine eines Fortschrittes führt, sondern nur durch methodisches, sorgfältiges, tägliches Forschen, welches, indem es zur sicheren Kenntnis der einzelnen Tatsachen leitet, die unzweifelhafte Grundlage zur Erkenntnis der Gesetze das Lebens ergibt."

Zuletzt dankte auch ich meinem teuren Freunde Golgi für alles, was er in der Wissenschaft Großes geleistet, begrüßte auch seine liebe Lebensgefährtin und sprach schließlich den Wunsch aus, daß in weiteren


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25 Jahren ein neues Jubiläum seine Fortschritte in unserer Wissenschaft und sein häusliches Glück begrüßen und feiern werde.

Als hierauf Golgi und ich uns umarmten, brach ein frenetischer Jubel in dem ganzen Auditorium aus, der auch uns zu Herzen ging.

Am Abende desselben Tages fanden sich dann die meisten Teilnehmer des schönen Festes nebst vielen Damen und allen hervorragenden Persönlichkeiten von Pavia in der schönen Casa Golgi ein, und so schloß das Fest mit einem Triumphe, der auch die Liebenswürdigkeit der Signora Lina Golgi zu voller Entfaltung brachte.

Ich aber möchte noch beifügen, daß dieser 28. Oktober 1902 zeitlebens in meiner Erinnerung leben wird, und daß ich darauf stolz bin, mir in Camillo und Lina Golgi so liebe Freunde erworben zu haben.

Pegli, 10. Dezember 1902.


Bücheraiizeigen.

Lehrbuch der speciellen Pathologie und der speziellen pathologischen Anatomie. Von Dr. Hugo Eibbert. Mit 474 Textfiguren. Leipzig, F. C. W. Vogel, 1902. VI, 802 pp. Preis 18 M.

Bei der jetzt üblichen strengen Scheidung zwischen normaler und pathologischer Anatomie dürfte es vielleicht auffallen, wenn an dieser Stelle ein Lehrbuch der pathologischen Anatomie angezeigt wird. Aber wenn auch im allgemeinen die letztere auf den Schultern der ersteren steht, so kann doch die normale Anatomie vieles aus der pathologischen lernen — und daß noch heute beide Disziplinen sich nicht trennen lassen, dafür zeugen unter anderem die Namen von Forschern, welche auf beiden Gebieten Hervorragendes geleistet haben, wie Thiersch, Stricker, ViRCHOw, Waldeyer, Wilhelm Müller, Ebekth.

Das vorliegende Werk sollte zwar ursprünglich nur eine Neubearbeitung des BiRCH-HiRSCHFELDschen Buches sein ; dieses ist auch in einzelnen Abschnitten benutzt oder der Darstellung zu Grunde gelegt worden — auch wurden ihm einige Figuren entnommen , aber zum weitaus größten Teile hat Ribbert es völlig neu niedergeschrieben.

Die Figuren hat Verf, abgesehen von 16 dem Birch-Hikschfeldschen Werk entnommenen, und 37 Photographien, sämtlich selbst gezeichnet. Die Ausstattung entspricht hohen Anforderungen. Der Preis ist mäßig. B.


Personalia.

n 1. Januar ab in Abgeschlossen am 20. Dezember 1902.


PeglL Ich bin vom 1. Januar ab in Neryi, Edenhotel.

KOELLIKER.


Frommanasche Bachdruckerei (Hermann Fohle) in Jena.


ANATOMISCHER ANZEIGER

Centralblatt

für die gesamte wissenschaftliche Anatomie.

Amtliclies Organ der anatomischen Gesellschaft.

Herausgegeben von

Prof. Dr. Karl toii Bardeleben in Jena.


Verlag von Gustav Fischer in Jena.


Der „Anatomische Anzeiger" erscheint in Nummern von etwa 2 Druckbogen. Um ein rasclies Erscheinen der eingesandten Beiträge zu ermöglichen, werden die Nummern ausgegeben, sobald der vorhandene Stoff es wünschenswert macht und event. erscheinen Doppelnummern. Der Umfang eines Bandes beträgt etwa 50 Druckbogen md der Preis desselben 16 Mark. Das Erscheinen der Bände ist unabhängig vora

Kalenderjahr.


XXII. Band. -^ lO. Januar 1903. m- No. 17 und 18.

Inhalt. Aufsätze. Andrea Giardina, Intorno ai cangiamenti di forma e di posizione del nucleo cellulare. Con 8 figure, p. 329 — 357. — Jözef Nusbaum, Zur Kenntnis der Heteromorphose bei der Regeneration der älteren Forellenembryonen (Salmo irideus W. Gibb.). Mit 1 Abbildung, p. 358—363. — Viktor Wigert und Hjalmar Ekberg-, lieber binnenzellige Kanal eben bildungen gewisser Epithelzellen der Froschnieren. Mit 6 Abbildungen, p. 364 — 368. — H. Braus, Sekretkanälchen und Deckleisten. Mit 4 Abbildungen, p. 368 — 373. — Emil Holmgren, Einige Worte zu der Mitteilung von Kopsch : „Die Darstellung des Binnennetzes in spinalen Ganglienzellen und anderen Körperzellen mittels Osmiumsäure". Mit 2 Abbildungen, p. 374 — 381. — O. Bütschli, Bemerkungen zu der Arbeit von A. GiAEDiNA. p. 381—387. — G. Schwalbe, Ernst Mehnert f- P- 387 bis 392. — M. C. Dekhuyzen, P. Zaaijer f. p. 392.

Personalia, p. 392.


Aufsätze.

Nacbdmck verboten.

Intorno ai cangiamenti di forma e di posizione del nucleo

cellulare.

Considerazioni critiche sul potere di movimento del

nucleo.

Del Dr. Andrea Giardina.

(Laboratorio di Anat. comparata, Universitä di Palermo.)

Con 8 figure.

E a tutti noto come, in molti casi, durante la vita della cellula, il nucleo cambi la propria forma sferica in una piü o meno irregolare,

Anat. Anz. 2XII. Aufsätze. 22


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e piü spesso ancora cambi di posizione, spostandosi da un punto ad un altro della cellula stessa.

Ora si tratta di sapere se questi fenomeni di moto sono esseiizialmente dovuti alPattivitä propria del nucleo o pur no. E il Ducleo un corpo dotato della facolta di mutar forma e posizione e di eseguire, al pari delle amebe, dei movimenti spontanei? Oppure in questi fenomeni, il nucleo si comporta invece passivamente, assumendo quella forma e quel posto che forze esteriori gli impongono?

Su cio vorro intrattenermi in questo articolo, visto che sulle proprieta fisiche del nucleo regna ancora raolta incertezza. Della medesima questione, ma da un punto di vista meno generale, mi sono occupato un paio di anni fa, in una nota „Sui pretesi movimenti ameboidi della vescicola germinativa ^), venendo anche alle medesime conclusion!. La presente nota si puo considerare inoltre come un' appendice al mio studio recentemente pubblicato sul meccanismo della fecondazione e della divisione cellulare 2), poiche si fonda, in gran parte, su fatti e concetti ivi esposti; la qual cosa mi da agio, evitando le inutili ripetizioni, di esser molto piü breve.


I piü complessi tra i fenomeni di moto presentati dal nucleo cellulare, si riferiscono alia luuga serie di modificazioni della sua struttura, le quali si manifestano principalmente nel variare incessante dell'ordinamento della sostanza cromatica; modificazioni, che fanno poi capo ai Processi meravigliosamente rapidi e regolati della cariocinesi. Ma in tutti questi fenomeni non sono in giuoco le proprieta fisiche del nucleo, considerato come un sistema unico, bensi quelle delle singole sostanze che stanno nel suo interno. Cio nou pertanto il prenderli in considerazione sara utile per la nostra questione. Invero il problema deve porsi in ambo i casi nei medesimi termini.

Si muove la cromatina nucleare per una propria attivita spontanea o pur no? E piü specificatamente: e la cromatina una sostanza contrattile a guisa del protoplasma, e sono le sue svariate modificazioni il risultato del muoversi in determinate direzioni, deiranastomizzarsi, del fondersi di particelle dotate di moto ameboide? Oppure si tratta di fenomeni essenzialmente passivi, in quanto lo scindersi in granuli, r aggrupparsi di questi in grumi, o il distendersi su di un reticolo acromatico, il fondersi insieme in cordoni il frammentarsi di questi; insomma ogni svariata forma assunta dalla cromatina, dipenderebbe da


1) Riv. di Scienze biologiche, Vol. 2, 1900.

2) Anat. Anz., 1902, Bd. 21, No. 20; Bd. 22, No. 2 und 3.


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un insieme di determinate condizioni fisico - chimiche dell' ambiente, mutaudo il quale muta anche la tension e superficiale della cromatina?

Ora un buon numero di osservazioni e di esperimenti dimostrano a sufficienza quale intima relazione vi sia tra la struttura nucleare e il chimismo cellulare e fanno credere che i varii atteggiamenti che la cromatina assume, le sieno, per cosi dire, imposti da forze fisicochimiche estranee ad essa.

Di certo, la cromatina non e modellata da queste forze a guisa di molle creta dalle mani dello scultore, ed essa non si comporta del tutto passivamente, poiche il modo come essa reagisce alle azioni esteriori dipende anche dalla sua natura molecolare. Ma se essa non e del tutto passiva (che d'altronde, assolutamente parlando, nulla e del tutto passivo alle azioni esterne), d'altro canto, siccome la causa dei suoi raoti sta fuori di se, essa non presenta affatto quella proprieta che noi denotiamo col nome di spontaneita; e che sogliamo attribuire per una obbiettivazione ed estensione di un nostro stato di coscienza, a tutti gli esseri animati, dal mammifero all'ameba. £] fuor di dubbio infatti che uei movimenti di un'ameba vi sia qualcosa che li fa considerare come spontanei, e questo qualcosa e il fatto ch'essi sembrano autonomi, sembrano cioe prodotti a spese di un' energia Potenziale propria dell'ameba, alia quale le cause esteriori non danno che r occasione di passare all' atto, servendo, come si dice, di stimolo.

Non e necessario, di procedere oltre in questo scritto, nell' analisi, del resto assai ardua, del concetto di spontaneita, poiche a noi bastera poter stabilire se il nucleo presenti o pur no i caratteri di un sistema dotato di spontaneita di moto, paragonabile al protoplasma, senza ricercare pel momento il fondamento intimo della diversita.

Poich^, e bene dirlo subito, nessuno, esaminando da vicino il comportamento del nucleo, potra ammettere che i suoi moti siano dovuti ad un' energia propria al nucleo stesso. E per convincercene bastera passare in rassegna i principali tipi di moti nucleari. Non ch' io voglia enumerare tutti i fenomeni di moto offerti dai nuclei, che a cio fare non basterebbe un volume, e sarebbe inoltre poco utile pel nostro scopo, ma mi limitero a ricordarne qualcuno dei piu caratteristici che e stato o che potrebbe essere invocato a sostegno della spontaneita del moto.

E comincero con i

I. Cangiamenti di posizione del nucleo, al piu notevole dei quali, cioe a quello dei pronuclei nella fecondazione, ho giä dedicato un lungo articolo che, essendo pubblicato in

22*


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questa medesima rivista, mi permetto di considerare come noto al lettore.

In quell' articolo ho mostrato che se, da un canto, i pronuclei, nelle uova di echini, non sono trascinati del tutto passivamente da correnti protoplasmatiche, dall'altro non si muovono ueppure attivamente per moti ameboidi o per forze proprie dei nuclei. Ma che la causa del loro moto sta fuori di essi, nel centrosoma spermatico il quale agirebbe, secondo la mia ipotesi, su ambo i nuclei come un centro di attrazione chemotattica, Dal centrosoma dififonderebbero determinate sostanze che, agendo sui nuclei chimicamente, ne diminuirebbero unilateralmente la tensione superficiale e quindi li obbligherebbero ad avvicinarsi al centro di diffusione, cioe al centrosoma stesso.

Questa semplicissima interpretazione del meccanismo della fecondazione degli echini, potrebbe senza dubbio venire applicata ad una quantita di animali, qualora se ne studiasse il processo con tale intendimeuto. Si puo ammettere benissimo che il meccanismo della fecondazione debba essere simile la ove vi ha somiglianza di condizioui, e che, per conseguenza, in tutte le uova povere di tuorlo nutritive, esso debba essere, su per giu, come nelle uova di echini.

Ed e naturale altresi che nei numerosi casi in cui queste condizioni sono diverse, debba aver luogo una diversita correlativa del meccanismo della copulazione dei nuclei. La massima difi"erenza deve esistere in uova a tuorlo nutritivo molto abbondante. E quantunque non esista alcun caso di uova molto rieche di tuorlo in cui sia stata studiata o sia possibile studiare la fecondazione come nelle uova di echinodermi, e che, per conseguenza, le difficolta dell' analisi del meccanismo siano considerevolmente accresciute, pure, io credo che si possa ammettere che 1' attrazione chemotattica del centrosoma eutri in campo anche in queste uova, quantunque resa meno evidente od oscura da meccanismi accessorii.

Condizioni perfettamente opposte a quelle delle uova degli echini troviamo nelle uova della maggior parte degh insetti. E mi sia permesso esporre qui alcune osservazioni personali sulla fecondazione della Mantis religiös a le cui uova sono straordinariamente rieche di tuorlo. II Protoplasma e ridotto ad un semplice straterello superficiale attorno all' enorme massa di tuorlo nutritivo, che e costituito da una sostanza apparentemente omogenea in cui stanno sospese numerose gocce di grasso. Nella Mantis, come negli insetti studiati dall'HENKiNG, ha luogo la polispermia cosi detta fisiologica, poiche entrano nell'uovo 2 spermatozoi, un solo dei 2 nuclei spermatici unendosi pero col nucleo ovulare. I globuli polari si formano sulla


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faccia concava dell'uovo e gli spermatozoi entrano dall'altra faccia, ove sta il micropilo, talche i due pronuclei, per unirsi, debbono percorrere ciascuno un considerevole cammino attraverso la massa di tuorlo. Anche qui si puo dimostrare che non esiste una mutua attrazione tra i nuclei; e infatti: P i due nuclei spermatid penetrati insieme e dallo stesso punto, procedono sempre per vie alquanto differenti verso il centro dell'uovo, mentre se fossero attratti dal nucleo ovulare dovrebbero dirigersi entrambi per la stessa via verso di questo. 2*' ed inoltre i due nuclei spermatici raggiungono la posizione definitiva prima ancora che il nucleo ovulare si sia messo in cammino, il quale poi si avvicina ad uno di essi senza che quest' ultimo, dal canto suo, mostri di andargli incontro. Tutto cio e in perfetto accordo con quel che accade uel riccio di mare, e fa vedere come non 1' attrazione vicendevole dei nuclei, ma altri fattori debbano essere in giuoco.

Ed e verosimile che anche qui la parte attiva spetti al centrosoraa spermatico: si dovrebbe ammettere pero che le azioni chemotattiche siano esercitate attraverso al tuorlo nutritive, senza formazione di un aster che I'attraversi in tutto il suo spessore. E con cio si spiegherebbe la grande durata del processo di copulazione dei nuclei, che e piü di 2 ore, mentre negli echini il contatto ha luogo, normalmente, in una dozzina di minuti.

In questa opinion e ci raö'orza il fatto che si puo escludere in modo perentorio che i nuclei si muovano per via di moti ameboidi propri di altri moti spontanea Infatti i nuclei, tanto quelli spermatici che r ovulare, nel loro cammino, sono circondati ciascuno da una piccola massa di protoplasma, di forma ameboide, la quale evidentemente si muove in seno al fluido tuorlo, a guisa di ameba, trascinando seco il nucleo, ch' essa contiene. Queste piccole masse protoplasmatiche si originano dal protoplasma superficiale dal quale si staccano, seguendo ciascuna uno dei nuclei. Quando le piccole cellule ameboidi: la femminile e una delle maschili si avvicinano e vengono a contatto, esse si fondono completamente, dando origine ad un'isoletta ameboide con 2 nuclei i quali poi, a loro volta, si avvicinano. Questa e la la cellula di segmentazione donde verra fuori I'embrione: il rimanente dell'uovo servira, nella Mantis, di nutrimento. II trasporto dei nuclei sembra percio immediatamente dovuto al movimento di piccole masse protoplasmatiche: non sono due nuclei, ma due cellule che compiono il lungo cammino. Esclusa dunque un' attrazione reciproca diretta tra i nuclei e I'esistenza di moti propri dei nuclei; non resta che I'ipotesi di tattismi esercitantisi dal di fuori dei nuclei stessi quali cause dirette dei moti di traslazione. Forse si potrebbe anche concedere che I'azione


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chemotattica (centrata probabilmente nel centrosoraa) si eserciti in primo luogo sui nuclei anziehe direttamente sul citoplasma di queste piccole cellule; ma anche in questo caso si verrebbe ad attribuire al nucleo la parte d'un cavaliere che guida il proprio cavallo, non quella di un pedone che muove le proprie gambe.

Non e da dissimularci le lacune di questa interpretazione del meccanismo della fecondazione della Mantis; ma mi valga di scusa il fatto che a noi importa adesso appurare non tanto il meccanismo della fecondazione degli insetti, quanto il meccanismo immediato del moto di traslazione dei pronuclei. E credo che quanto abbiamo veduto della fecondazione degli echini e degli ortotteri, in questi 2 casi estremi, basti ad escludere I'ipotesi che, nella fecondazione, si manifesti un'energia Potenziale e molto meno un qualsiasi potere di contrattilita dei nuclei.

In relazione col potere chemotattico del centrosoma dovrebbero porsi altri moti nucleari di traslazione.

I lettori ricorderanno, ad es., quegli spostamenti periodici del nucleo verso la superficie cellulare, nei blastomeri di certi nematodi, dei quali il Rhumbler (1900) ha cercato di dare una spiegazione meccanica, fondata sulk teoria da lui condivisa dell' azione del centrosoma. La spiegazione pero diventerebbe piu semplice sostituendo alia sua teoria, fondata sul potere imbibitorio del centrosoma, I'ipotesi delr azione chemotattica del medesimo, esposta nelle precedenti note. E di cio si puo convincere chiunque vorra rileggere 1' interessante e minuta anahsi fatta dal Rhumbler, in questa rivista, la quale anzi mi permette di non dilungarmi oltre su questo argomento. Diro soltanto che, con Tuna o con I'altra ipotesi, restano esclusi movimenti spontanei del nucleo.

Recentemente il Petrunkewitsch, pure nell'Anat. Anz. (1902), descrive un fatto curioso, che, se fosse dimostrato vero, potrebbe essere interpretato in modo analogo. Avvicinandosi la maturazione delle uova partenogenetiche dell'Artemia salin a, il centrosoma, dapprima vicino alia vesc. germinativa, si allontana e si dirige verso il centro dell'uovo ove rimane solo soletto per un tempo abbastanza lungo. Frattanto si forma il primo ed unico globulo polare e poscia il nucleo ovulare appena costituito, si muove a sua volta verso il centrosoma, che, come ho detto, trovasi al centro dell'uovo. Questo fatto si spiegherebbe benissimo con un'attrazione esercitata dal centrosoma sul nucleo ovulare, ammettendo che quello, nel suo passaggio, abbia mutato talraente le condizioni chimiche del protoplasma circostante, da


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formare una via prestabilita nella quale il nucleo sarebbe sollecitato ad entrare e a proseguire sino a raggiungere il centrosoraa.

Quale importanza possa assumere il centrosoma come regolatore della posizione dei nuclei si puo vedere, a parer mio, da cio che accade nel sincizio perilecitico o parablasto di molti pesci e che e stato descritto minutamente dal Raffaele^). A un certo momento, quasi subito dopo la sua costituzione, il sincizio, dalla periferia del blastoderma migra in massa verso la regione sottostante al medesimo e durante la migrazione hanno luogo numerosi casi di fusioni di due o piu nuclei fra di loro, osservati dal Rafpaele anche sul vivo. Cio si spiega facilmente pensando che i nuclei, trascinati passivamente dal Protoplasma, vengono a trovarsi in uno spazio di piii in piu ristretto e in numero serapre maggiore, e che inoltre, come ha osservato il Raffaele, i nuclei si accumulano grandemente in prossimita e sotto i margini del blastoderma, giacche ivi trovano un vero e forte ostacolo materiale al loro passaggio, per cui dovra accadere che due o piu nuclei si trovino accidentalmente a contatto. ifc da meravigiiare anzi che la fusione non accada su piii vasta scala. Se cio non succede si deve, a parer mio, non ad una ripulsione maggiore da parte dei nuclei, ma piuttosto al seguente fatto: in quella regione periferica del sincizio, i nuclei provenienti dall' ultima cariocinesi rimangono accompagnati ciascuno dal suo aster, non essendo ancora del tutto esaurito il potere del centrosoma. Ora I'esistenza di quest' aster viene ad essere, per cosi dire, un sostituto della cellula e vale probabilmente ad assicurare a ciascun nucleo un territorio proprio, a tenere i nuclei a rispettosa distanza gli uni dagli altri e a impedire, in quell' accumularsi eccessivo di nuclei, una fusione tumultuaria dei medesimi, che potrebbe compromettere, data la funzione dei nuclei come organi essenziali al ricambio, l'integritä dell'ufficio del sincizio.

Analogamente, nella poHspermia degli echini, la presenza degli aster ostacola la fusione dei varii nuclei spermatid, eccetto che condizioni anormali non diminuiscano I'azione dei centri, come ad esempio in quelle uova patologiche, probabilmente per oltrepassata maturita, studiate da O. Hertwig (1890).


Ma non tutti i moti di traslazione dei nuclei dipendono dai centrosomi, cosi come non ne dipendono tutti i movimenti della cromatina. II moto dovuto all'azione chimica del centrosoma dev' essere considerato come un caso particolare di quella categoria di mutamento di


1) Bollettino Soc. Naturalisti Napoli, 1898.


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suguale del chimismo cellulare. Per ben comprendere cio convieoe pensare al continuo ed intimo rapporto che, nella multiforme attivita della vita cellulare, lega il nucleo col citoplasraa: all' incessante scambio di sostaaze disciolte tra I'uno e I'altro, dimostrato necessario per lo svolgimento del metabolismo costruttivo della cellula, e a tutti i Processi chimici che debbono svolgersi alia superficie di contatto tra i due liquidi, e che si mauifestano, in parte, nel formarsi, ingrossare e dissolversi della membrana nucleare.

Si comprende bene come, nei diversi punti della superficie nucleare, I'intensita, la velocita e anche la natura di questi processi siano funzione dello stato chimico del protoplasma nelle diverse direzioni normali alia superficie nucleare stessa; e che, ad eserapio, possano essere influenzate dalla presenza di un corpo difierenziato nel citoplasma (es. : del centrosoma) o di un incluso cellulare qnalsisia, o ancora da condizioui chimiche speciali in determinati punti delle circostanze della cellula stessa.

Ora si puo facilmente ammettere come, essendo la superficie nucleare sede di questi processi fisico - chimici, la tensione superficiale del nucleo possa variare, crescere o diminuire nei differenti punti, e cio a seconda della natura e intensita di detti processi. Cosi noi possiamo rappresentarci benissimo la superficie nucleare come sollecitata, ad ogni istante, da un grandissimo numero di forze applicate nei suoi punti, ed agenti in direzione normale alia superficie stessa. Quando queste forze si equilibrano, il nucleo rimane al medesimo posto ; ma se predorainano quelle dirette in un dato senso su quelle dirette in sense opposto, il risultato probabile dev' essere, senza dubbio, quando non vi siano altri impedimenti, uno spostamento del nucleo nel senso della minore tensione superficiale.

Questa legge e del tutto generale e abbraccia benissimo tutti i moti nucleari descritti nelle due precedenti note sulla div. cellulare e sulla fecondazioue, come quelli descritti dianzi in questo articolo. Ma da anche ragione del fatto che spesso il nucleo ha, nella cellula, una posizione determinata, e da una espressione ed una interpretazione meccauica della legge gia riconosciuta da 0. Hertwig che tale posizione sia determinata dalle azioni reciproche tra nucleo e protoplasma, cercando il nucleo di stare sempre nel centro della sua sfera d' azione. Su questo soggetto anzi credo utile rinviare il lettore alia bella analisi fatta, in base a molti esempii, dall' Hertwig (Die Zelle und die Gewebe) ; qui mi limitero a rilevare che in una cellula di forma regolare, a protoplasma omogeneo e messa in condizioni esterne pressoche identiche nelle direzioni opposte, siccome i varii processi diffusionali da e


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verso il nucleo si corapiono con intensita uguale nelle opposte direzioni, e naturale che il nucleo abbia posizione costante nel punto d'incontro degli assi cellulari, com'e di fatto nella maggior parte delle cellule. Del pari nelle cellule a diffcrenziamento polare del contenuto cellulare il nucleo si trova spostato verso uno dei poll.

In cellule poi a diffcrenziamento polare puramente fisiologico come nella cellule glandulari e assorbenti, ove la natura e la direzione degli scambi chimici tra nucleo e protoplasma mutano nelle varie fasi di un dato ciclo funzionale, vediamo il nucleo cambiare ritmicaniente di posto, avvicinandosi con regolarita costante ora all' uno, ora all'altro polo, presentando inoltre determinate e correlative modificazioni del volume e della struttura.

In generale in tutti i casi in cui durante la vita di una cellula ha luogo un cangiamento di posizione del nucleo, si puo nel tempo stesso constatare delle importanti modificazioni del chimismo della cellula. Cosi sembra accertato che uno spostamento del nucleo verso la periferia della cellula accada in certe alterazioni della cellula nervosa, in quelle che Marinesco chiama alterazioni secondarie, e che si osservano in seguito al taglio del prolungamento nervoso. Questo taglio indubbianiente viene a produrre un forte mutamento nel chimismo cellulare, mutamento che vien anche direttamente dimostrato dalla comparsa di una cromatolisi centrale del protoplasma, talche non e per nulla azzardato supporre che, nelle nuove condizioni chimiche, la posizione di equilibrio delle varie azioni tattiche, esercitatesi sul nucleo, e un'altra.

Identicamente sono da interpretare le classiche ricerche dell'HABERLANDT sulla posizione dei nuclei in cellule in via di accrescimento, e che dimostrano come il nucleo si avvicini piii a quel punto ove e piu attivo r accrescimento dello spessore o dell' estensione della membrana cellulare. Poiche va da se che la regione della cellula ove k massimo uno di questi processi di accrescimento dev'essere pure sede della massima attivita chimica, di un ricambio piu celere ; e nulla di piu naturale che da essa si esercitino sul nucleo delle azioni chemotattiche.

E lo stesso vale per quel fenomeni interessanti che si osservano nella rimarginatura delle ferite nella Vaucheria; poiche qui il luogo ferito mentre esercita un tattismo positivo sopra i nuclei, ne esercita contemporaneamente uno negativo sui granuli di clorofilla, i quali se ne allontanano. II qual fatto, mentre dimostra che questi spostamenti non possono accadere per semplice trasporto da parte di correnti di massa, rende assai verosimile che il luogo ferito sia sede di tali feno


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meni di ricambio per i qaali, da esso, si diffondono nel protoplasma alcune sostanze che agiscono come chemotattici tanto sui nuclei che sui granuli di chlorofilla, ma in senso inverse. Recentemente il Rhumbler, neir appendice II alia sua opera sui gusci doppi dell' Orb itolites^) tenta spiegare questo spostamento dei nuclei verso il luogo di formazione della membrana cellulare, ammettendo ch'essi vadano „nach den Stellen hin, wo die von Ihnen produzierten Stoffe gebraucht werden". Ed ecco come:

Ammettendo che „die Umgrenzung des Kernes" sia in uno stato di aggregazione gelatinoso ossia „zähflüssig", avrebbe qui valore la legge che Rhumblek chiama „das Import- und Export-Gesetz" per la quale, acciocche le sostanze che il nucleo foruisce alia formazione del guscio escano dal nucleo stesso, e necessario chel'adesione di dette sostanze per il citoplasma nel quale immigrano sia maggiore di quella che hanno per la sostanza nucleare, e maggiore anche della coesione delle particelle citoplasmatiche con le quali vengono a contatto. E siccome pel solo fatto di questa emissione di sostanze deve crescere la tensione superficiale del nucleo dal lato ove e avvenuta la secrezione, e il nucleo sarebbe spinto a muoversi piuttosto in direzione opposta auzicche nella direzione stessa della secrezione, e necessario ammettere che quelle sostanze secrete, una volta nel citoplasma, subiscano una trasformazione chimica tale per la quale aumenti di nuovo la loro adesione per il nucleo, la cui tensione superficiale venga da quel lato nuovamente a diminuire e il nucleo si muova verso i suoi stessi prodotti.

Ma ciö non basta ancora per spiegarci il movimento, occorre aucora un'altra condizione: „werden die Abscheidungsprodukte durch geeignete Adhäsions- und Kohäsiousverhältnisse nach bestimmten Stellen der Oberfläche hingezogen, so folgt ihnen der Kern also nach; der Kern bewegt sich nach der Baustelle hin". Adunque anche nell'ipotesi del Rhumbler verrebbe implicitamente assunta l'esistenza di un'azione attrattiva partente da un dato punto della superficie cellulare, cosi come lo e esplicitamente dalla mia ipotesi.

Senonche mentre io credo che, pel momento, non si possa dire nulla di preciso sui processi chimici per mezzo dei quali le sostanze chemotattiche, diffuse da quella data regione, arrivano a diminuire la tensione superficiale del nucleo, il Rhumbler crede invece di poterli parzialmente determinare almeno in quanto essi riguardano le sostanze proveuienti dal nucleo. E in ciö non credo che lo si possa seguire, in primo luogo perche e discutibile se e giusto appHcare ad un corpo

1) Arch. f. Protistenkunde, Bd. 1, 1902, Heft 2.


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provvisto di una membrana permeabile qual'e il nucleo (v. cap. II, /, p. 345) la cosi detta legge d' Import und Export che il Rhumbler stesso ha ideata e con buon successo applicata alia interpretazione meccanica di alcuni fenomeni della nutrizione di protoplasmi nudi, quali le amebe. E poi anche perche, pur ammettendo che il nucleo dia delle sostanze per la elaborazione della membrana, come si fa ad assegnare la parte che queste sostanze hanno nel moto del nucleo, quando e ben legittimo supporre che dal luogo di formazione della membrana partano delle azioni per cui si altera lo stato fisico-chimico del citoplasma nel suo complesso?

Lo schema proposto dal Rhumbler ha dunque, a parer mio, il torto di voler troppo specificare cio che non e suscettibile, adesso, di specificazione, e Taltro di non aver pienamente apprezzato I'importanza che, pel moto del nucleo, ha I'azione attrattiva esercitantesi dalla region e di accrescimento.

Importa notare che anche il Rhumbler considera il nucleo come essenzialraente passivo; e in efifetti nulla in tutti questi moti di traslazione del nucleo mostra che essi avvengano per una energia propria del nucleo, e tutto induce a credere che siano prodotti da cause e forze esterne. E se talvolta si osservano delle deformazioni ameboidi durante la traslazione, come nel nucleo ovulare nella fecondazione degli echini, queste son pure da riferirsi alia medesima azione chemotattica che determina il moto di traslazione, e non possono assumersi come causa di questo moto.

Fra i fenomeni endocellulari non nucleari che, a parer mio, mostrano maggiore analogia con questi ora descritti sono i movimenti dei cromatofori delle piante, concomitanti con cambiamenti di forma, e" specialmente quelli, di cosi alta importanza per il buon andamento della funzione assimilatrice, che presentano i corpi clorofillacei e che son divenuti classici dopo le ricerche di Stahl, Sachs etc. Si dice comunemente che questi corpi hanno la facolta di mutare attivamente di forma senza pensare che la stessa azione che li fa cambiare di posto, cioe la diversa intensita della luce, puo bene far mutare loro di forma; poiche e ben naturale che I'azione delle dififerenti intensita luminose si risolva in differenze del chimismo cellulare in varie direzioni, differenze, che possono anche provocare non solo correnti protoplasmatiche, ma anche movimenti esclusivi dei cromatofori, movimenti che sarebbero percio anche qui di natura chemotattica.


Prima di finire questa rapida analisi ci resta a dire qualche cosa di alcuni moti di traslazione la cui interpretazione offre maggiori


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difficoltä, quali sarebbero la migrazione della vescicola germinativa alia periferia dell'uovo durante o dopo il periodo di accrescimento, la migrazione dei nuclei verso la periferia della cellula nella sporogonia e nelle uova a segmentazione endovitellina, e quei movimenti osservati dal Gerassimoff nelle cellule plurinucleate, ottenute sperimentalmente, della Spirogyra.

Quantunque uon si possa dire nulla di preciso sulle cause della spostamento della vescicola germinativa, pure resta sempre plausibile che anche in questo caso si tratti di tattismi di determinata natura chimica, per l'esistenza dei quali, di certo, esistono nell'uovo condizioni favorevoli. Ma lasciamo stare questo fatto, e intratteniamoci un poco sulla segmentazione delle uova di molti artropodi, nelle quali la ricchezza di tuorlo nutritive determina quel modo di segmentazione che il Lecaillon ha chiamato segm. endovitellina.

In molti casi il vitello nutritivo e racchiuso nelle maglie di un tessuto protoplasmatico che attraversa in tutti i sensi l'uovo medesimo; per conseguenza i nuclei di segmentazione vengono a trovarsi in una massa continua di protoplasma, costituendo una specie di plasmodio. Pur dividendosi, arrivano alia superficie, ove poscia si deliraita intorno a ciascuno di essi un territorio cellulare indipendente. £ stato anzi quest' ultimo fatto che aveva procacciato a questo tipo di segmentazione il nome del tutto improprio di segm, superficiale.

Ora viene naturale l'idea, manifestata del resto, non e molto, dal Driesch, che sia il bisogno di ossigeno a spingere i nuclei alia periferia; la quale idea e poi avvalorata da tutte le ragioni che militano a favore delF opinione emessa dal Loeb che il nucleo sia, fra l'altro, un organo respiratorio della cellula. Se questa idea e giusta si dovrebbe ammettere che V ossigeno, o direttamente difibndendosi dalla periferia dell'uovo nel suo interno, secondo le leggi della diffusione dei gas, o indirettamente, pel tramite di processi chimici da esso indotti nel citoplasma, eserciti un tattismo positivo sui nuclei.

Inoltre, in questo caso, e assai probabile che il processo sia complicato dair occorrenza di correnti protoplasmatiche che facilitino o assumano del tutto il trasporto dei nuclei, a giudicarne alraeno dal fatto che durante il cammino verso la periferia, lungo i cordoni protoplasmatici, si trova sempre, intorno a ciascun nucleo, in ogni sua posizione, un maggiore accumulo di protoplasma; la quäl cosa indica che il Protoplasma prende parte a questo moto di traslazione, non si puö dire se trascinando il nucleo o essendone invece trascinato per una qualche chimica attrazione. Ma vi sono casi di segmentazione


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endovitellina in cui si puo proprio dire i che nuclei son trascinati passivamente. In niolti insetti in cui il tuorlo nutritive e molto abbondante, come nel caso giä descritto della Mantis, sono delle vere cellule ameboidi che si spostano verso la periferia, ciascuna portando con se un nucleo; delle vere cellule di segmentazione originatesi per successive divisioni della prima cellula di segmentazione alia cui formazione abbiarao dianzi assistito. Che veramente queste piccole isole protoplasmatiche siano cellule perfettamente isolate, e non semplici accumuli locali di Protoplasma che seguono il nucleo lungo vie protoplasmatiche giä esistenti, si puo desumere dal fatto, ch'io ho potuto ben constatare, che quando le isole amebiformi giungono alia periferia dell' novo, esse non si fondono col protoplasma superficiale ivi esistente, come dovrebbe accadere se, esistendo una continuita protoplasmatica, tutte quelle cellule apparentemente isolate, costituissero in realta un plasmodio; ma invece rimangono perfettamente distinte, disponendosi esternamente al protoplasma proprio dell' uovo.

Quelle dunque son vere cellule indipendenti e servono al trasporto dei nuclei di segmentazione alia stessa guisa che servirono al trasporto dei nuclei di copulazione. E anche qui I'azione chemotropica che, in ultima analisi si potrebbe far risalire all'ossigeno esterno, agirä forse dapprima sul nucleo e poi, per mezzo di questo, sulla cellula; ma questa possibile indiretta partecipazione del nucleo al movimento non ha nulla che possa far considerare il nucleo come organo semovente.

E veniamo infine ad esaminare i fatti che hanno condotto il botanico russo Gerassimoff a sostenere I'esistenza di una speciale energia nucleare, paragonabile all'energia elettrica, dalla quale dipenderebbero le posizioni dei nuclei ^). Sottoponendo dei filamenti di Spirog y r a e di altre alghe durante la divisione delle loro cellule, all' azione di basse temperature, Gerassimoff pote ottenere cellule anucleate e cellule con 2, 3 e piii nuclei, e pote studiare varii fatti riguardanti la posizione dei nuclei. Da essi si desume che i nuclei tendono a disporsi con un certo ordine : un sol nucleo, ad es., si dispone al centro della cellula, due nuclei vanno a porsi simmetricamente rispetto al centro; d'ordinario lungo uno degli assi principali della cellula; tre nuclei ai vertici di un triangolo, il cui piano e per lo piii perpendicolare all'asse maggiore; etc. Gerassimoff crede che questo disporsi regolare dei nuclei dipenda da due fattori: 1) dall' azione


1) Ueber die Lage und die Functioü des Zellkerns. Bull. Soc. Imperiale des Naturalistes de Moscou, 1900.


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reciproca tra il nucleo e le altre parti costitutive dalla cellula e 2) dall'azione reciproca dei nuclei.

Riguardo al P fattore, egli dice che quando il nucleo, dopo la sua formazione, si muove verso il centro della cellula, esso si trova sotto I'azione di una forza p diretta verso il centro, forza risultante di un intero sistema di piccole forze dirette dal nucleo verso la periferia della cellula e che si originano per 1' attivita vitale del nucleo. E se al centro il nucleo piii nou si muove si e che in questa posizione le dette forze si fanno equilibrio. Questa trascrizione, in termini dinamici, del fatto e pienamente accettabile. Ma la vera questione e di sapere quali forze siano realmente in giuoco; dire che esse sono dovute air attivita vitale del nucleo mi sembra dir troppo e dir troppo poco nel tempo istesso; mentre questo fatto rientra perfettamente nella legge generale della posizione dei nuclei che dianzi ho proposta.

Per dimostrare I'esistenza del 2^ fattore, cioe di un'azione reciproca tra i nuclei, il Gerassimoff ragiona cosi: Anche nella cellula binucleata ambo i nuclei stanno sotto I'azione di questa forza p diretta verso il centro, e percio essi dovrebbero incontrarsi nel centro. Ma poiche questo non accade, e logico che debba esistere un'altra forza p' la quale eguagli la prima ed agisca in senso opposto. E siccome tutte le altre coudizioni sono immutate, questa forza p' puo originarsi soltanto dalle azioni scambievoli dei nuclei; donde ne viene come conseguenza che ogni nucleo e la sorgente di un'energia tale, che due nuclei, quali portatori di questa energia, tendono ad allontanarsi V uno dall' altro, proprio come si trattasse di energia elettrica.

E facile vedere come questo ragionamento celi un considerevole errore, sul quale e poggiata I'importante conclusione. Infatti ognuno puo comprendere come non sia affatto vero che in queste cellule tutte le condizioni in cui si trova ciascun nucleo siano, come sostieue Gerassimoff, immutate, perche la presenza dell' altro nucleo deve necessariamente alterare, per via dei continui scambii, le proprieta chimiche del protoplasma in un determinato perimetro; e i processi di diU'usione e gli altri processi chimici che possono adesso stabiHrsi tra il protoplasma e ciascuno dei nuclei debbono necessariamente ditferire in qualita, in intensita e in direzione da quelli delle cellule con un sol nucleo.

La posizione di equilibrio sarebbe dunque anche in questo caso determinata da relazioni tra i nuclei e il protoplasma, e non v'e ragione di chiamare in aiuto una forza di repulsione, esercitantesi direttamente tra i nuclei. II nucleo, solo per via indiretta, esercita un'azione sulla posizione dell' altro, alterando cioe il chimismo della


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€ellula e rorientamento dei fenomeni difiusionali. II 2° fattore assunto dal Gerassimoff rientra dunque Del primo^).

n. Cangiamenti di forma.

II nucleo, ordioariamente sferico od ovale non di rado si presenta variaraente deformato, di forma ameboide, anulare o ramificata, le quali forme irregolari sono dovute, secondo il mio modo di vedere, a deformaziani prodotte da cause esterne ai nuclei stessi. Per dimostrare questo assunto, occorre esaminare da presso questi fenomeni; ma essendo il campo assai piu vasto di quello che si riferiva ai moti di traslazione, e strettamente necessario, per uscirne il piu brevemente possibile, di procedere ad una classificazione delle varie forme irregolari del nucleo, secondo il loro modo di origine. E, senza andar troppo per le lunghe, credo di poter distinguere:

a) forme irregolari originarie,

ß) „ „ dovute a pressioni puramente meccaniche,

y) „ „ „ a fenomeni di tensione osmotica,

d) „ „ „ a fenomeni di tensione superficiale,

e) „ „ „ a cause complesse. a) Forme irregolari originarie. Sono da considerarsi come tali i nuclei lobati di alcuni blastomeri come ad es, di quelli dell'Ascaris, ove, come I'hanno stabilito Van Beneden e Neyt e poi Carnoy e Lebrun, la forma lobata del nucleo in riposo proviene dal fatto che la nuova membrana dei nuclei figli si forma a breve distanza dai cromosomi della corona polare, che sono, com'e ben noto, assai lunghi, e non ancora trasformati in gomitolo, e quasi contornandoli, cosicche il nuovo nucleo e fornito di varii lobi fin dall' origine. Ugualmente sono interpretate da Van der Stricht (1895) certe osservazioni da lui fatte sulle cellule epiteliali


1) Anche Rhumbler nel citato lavoro sostiene delle idee analoghe alle mie: „Nach meiner Ueberzeugung", dice egli a pag. 278 del testo, „greift der Kern in kurzweg alle Lebenserscheinungen nicht als Kraftcentrum,

sondern als Lieferant von unentbehrlichen hochwichtigen Stoffen,

Diese Auffassung des Kernes mag wie eine wenigbesagende Umschreibung klingen, denn wenn der Kern zu allem notwendig ist, dann muß er auch in alles mit eingreifen, so könnte man denken, und es erscheint zunächst belanglos, ob man dieses Eingreifen als unmittelbar oder mehr oder weniger mittelbar ansieht. Das ist aber keineswegs der Fall ; es handelt sich im Gegenteil um eine prinzipiell wichtige Auffassung. Denn ist der Kern bloß Stofflieferant und werden die Gestaltungsformen der Zellen . . . nur von den Spannungen innerhalb der Zellleiber, nicht aber von den Kernen bestimmt."


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delle larve di Salamandra, ove, all' ultimo stadio della div. mitotica, i contorni del nucleo sono irregolari e bitorzoluti , i lobi essendo anche qui forraati dagli estremi dei cromosomi. Se questi persistono, ne risulta un nucleo in riposo profondamente lobato. Van der Stricht ha torto perö nel credere che tutti i nuclei polimorfi abbiano questo modo di origine.

ß) Forme irregolari dovute a pressioui meccaniche.

II nucleo e un corpo eminentemente plastico e cedevole a tutte le pressioni e trazioni che si possono esercitare sopra di esso, e sempre pronto ad assumere la forma che corpi estranei gli impongono. Una dimostrazione sperimentale della sua grande plasticita si puo avere sottoponendo artificialmente dei nuclei a pressioni o trazioni. L' esperimento seguente valga per tutti.

I tubi ovarici di molti insetti sono rivestiti da una membrana anista, la cosi detta tunica propria, molto resistente ed elastica. Con la punta di un ago si puo rompere in un dato punto questa tunica e, premendo poi sul coprioggetti, si puo obbligare il contenuto del tubo ovarico a venir fuoji per quella stretta fessura che, sotto la pressione, si apre un poco, ma non tanto quanto sarebbe necessario per far uscire senza stento le cellule o anche i nuclei. I grossi nuclei delle cellule nutrici, pur obbligati a cacciarvisi, piuttosto che rompersi, si deformano, si assottigliano e s'insinuano nella stretta fessura, ripigliando, man mano che vanno uscendo dall'altra parte della tunica, la forma sferica : cosi ad un certo momento, il nucleo strozzato sembra proprio prossimo a spezzarsi. Liberato alia fine da quella trafila, il nucleo ripiglia tosto la forma sferica, il che in parte dipeude dalla forte tensione superficiale del nucleo, ma principalmente dall'esistenza di una membrana nucleare verosimilmente molto elastica.

Questa proprieta del nucleo non induce certo a farlo considerare come un sistema capace di spontaneita di moto, e indirettamente anzi tende a farlo ritenere un elemento, sotto questo rispetto, puramente passivo.

Si e soliti dire che il nucleo si adatta alia forma della cellula, si allunga e si schiaccia insieme con questa ; e cio e perfettamente vero, quantunque non sempre nello stesso grado, perche, oltre alia trazione e alia pressione possono essere in giuoco processi di tensione superficiale, come vedremo in seguito. Ma rientrano perfettamente in questa categoria tutte le forme irregolari, lobate, ameboidi etc., determinate dalla pressione esercitata sul nucleo dagli inclusi cellulari, come sferette di sostanze lecitiche, di grasso etc., la cui tensione


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superficiale vinca quella del nucleo, cosi che conservando esse la loro forma sferica, producano una corrispondente depressione nel nucleo. Ciö ha luogo principalmente nelle cellule glandular!, nei tessuti ricchi di sostanze di riserva e negli oociti.

y) Forme dovute a variazioni della tensione osmotic a. Le osservazioni intorno alia forma irregolare che suole presentare, in certi stadi del periodo di accrescimento, la vescicola germinativa di molte uova, sono cosi numerose, che non basterebbe una pagina a ricordarle tutte. Esse sono state quasi sempre interpretate come espressione di movimenti ameboidi del nucleo, aventi per fine d'ingrandire la superficie di contatto tra nucleo e protoplasma, onde rendere piü facile la partecipazione del nucleo al metabolismo cellulare. Perö io ho potuto dimostrare che tutte queste deformazioni ameboidi, comprese quelle viste formarsi, in vita, dal Korschelt, sono dovute alia pressione osmotica dei liquidi in cui si fa l'osservazione del materiale fresco, di quelli adoperati per la fissazione, per il lavaggio etc. Soluzioni ipertoniebe rispetto al contenuto nucleare facilmente possono provocare, specialmente con materiale fresco, una fuoriuscita di liquidi dal nucleo e quindi un raggrinzamento della membrana nucleare, paragonabile all' afflosciamento delle vesciche animali pieue di una data soluzione, immerse in una soluzione piu concentrata. Tutto ciö ho potuto dimostrare con esperimenti, facihssimi a ripetere, esposti nella nota, piü volte citata, sui pretesi movimenti ameboidi della vesc. germinativa 1). Quegli esperimenti e la conclusione chMo ne traggo, presuppongono una membrana permeabile intorno al nucleo, e nel tempo istesso servono a dimostrarne in modo perentorio la esistenza, tante volte posta in dubbio. E vero che recentemente il FiCK-), interpretando la forma ameboide come espressioni di movimenti ameboidi, ha creduto dover negare 1' esistenza della membrana nucleare nelle uova di anfibii, perche questa sarebbe incompatibile col verificarsi di quei pretesi movimenti; ma e da notare da un canto che le uova di anfibii sono appunto gli oggetti classici per la dimostrazione della membrana nucleare, e dall'altro che con, gli esperimenti SU ricordati, si puö ben stabilire, le con opportune misurazioni, che si tratta di un raggrinzamento e che l'emissione di pseudopodi e solo apparente.


1) Riv. di Scieaze biologiche. Vol. 2, 1900. Altri esperimenti sul riguardo ho esposti anche nell' Internat. Monatsschrift für Anatomie und Phys., Bd. 18, 1901, e nell'Anat. Anzeiger, Bd. 21, No. 20, 1902.

2) Anat. Anzeiger, Bd. 16, 1899.

Änat. Änz. XXII. Aufsätze. 23


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Non voglio con cio atfermare che tutte le deformazioni dei nuclei siano dovuti a questa causa artificiale, ma credo che il nucleo degli oociti non si deformi mai, oltre che j3er cause meccaniche, per altra ragione. Alle volte, e vero, negli oociti, scompare la membrana nucleare e il nucleo si deforma; ma questo fenomeno, dipendente da una forte alterazioue del chimismo dell' novo, segna sempre I'inizio di una delle tante forme di degenerazione da cui gli oociti in via di accrescimeuto sogliono esser colpiti, e non indica certo un'attivita ameboide del nucleo.

La deformazione del nucleo pel variare della pressione osmotica puo essere utilizzata dalla tecnica per constatare I'esistenza e giudicare dello spessore della membrana nucleare, come pure per conoscere qualche cosa dello stato fisico del coutenuto nucleare; perche il raggrinzamento e tanto piü acceutuato quanto maggiore e il contenuto del nucleo in sostauze difi'usibili attraverso la membrana, e quanto maggiore e lo spessore di questa, il che ho potuto anche verificare con esperimenti che mi parebbe uu fuor d' opera esporre qui.

d) Deformazioni dovute al variare della tensione superficiale.

Se ripensiamo ai fenomeni piü comuni che una goccia di liquido, immersa in un altro liquido, puo presentare pel variare della tenzione superficiale, troveremo tra essi, in primo luogo, dei moti di traslazioue, congiunti o non a deformazioni ameboidi della goccia, e poi trasformazioni della goccia in figure molto irregolari, polimorfe, anulari. E, in generale, sappiamo che le gocce assumono forma sferica quando esiste una considerevole tensione superficiale, assumono forma di anelli quando questa e piccola e che, a seconda del grado della tensione, si possono avere forme di passaggio tra questi estremi. Quando la tensione muta disugualmeute uei varii punti della goccia si possono avere, oltre che figure polimorfe svariatissime, anche frammentazione in due o piü frammenti, spesso con processi paragonabili alia gemmazione.

E tutti questi processi di deformazione sono presentati dai nuclei, alle volte in un medesimo tessuto! Per esempio, negli ultimi periodi della vita del sincizio perilecitico dei pesci ossei, i nuclei, secoudo il Rafpaele „cominciano a presentarsi a contorni sinuosi, lobati, allungati, altri con vacuole centrali, che aumentando di volume fan diventare il nucleo anulare; e poi nelle ultime fasi i nuclei sono allungatissimi o prolungati in sottili filamenti o a rosario, e si comincia iuoltre ad osservare una specie di frammentazione dei nuclei che precorre alia loro totale degenerazione".


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Forse ci farä difficilmente ammettere che si tratti qui di semplici mutamenti della tensione superficiale del nucleo, la considerazione che la membrana nucleare si opporrebbe alia manifestazione di questi cambiamenti di tensione.

In verita anch'io credo che una membrana molto spessa, come quella della vescicola germinativa, possa opporre vittoriosa resistenza alia tensione superficiale, a meno che, per mutato chimismo, essa membrana non venga sciolta o assottigliata, come succede appunto negli oociti, in certi casi patologici. Ma credo pure che una membrana sottile non possa impedire il deformarsi del nucleo, voluto dal diminuire della tensione superficiale, e di cio puo convincersi ognuno che voglia pensare al meccanismo probabile della formazione della membrana nucleare.

Dobbiamo credere infatti che la membrana si formi per via delle reazioni chimiche che accadono alia superficie di contatto tra il carioplasma e il citoplasma, similmente a quelle membrane che i fisici chiamano „membrane di precipitazione" dovute verosimilmente alia precipitazione di minute particelle, di innumerevoli „tagmi", come le chiama il Traube, le quali, venendo a contatto per varii punti, costituerebbero un tessuto reticolato con infiniti pori, per cui sarebbe permesso lo scambio dei liquidi. E forse necessario di ricordare le classiche „cellette artificali" di Traube, Cohn, Pfeffer e le membrane semipermeabili di quest' ultimo autore?

Siccome Taccrescimento della membrana accompagna sempre r accrescimento in volume del nucleo, e probabile che, per un processo d'intussuscezione, di pari passo, si vadano interpolando altre particelle, altri tagmi tra quelK preesistenti. Uguale processo deve aver luogo quando il nucleo si deforma, accrescendo la sua superficie. Non v'e alcuna difficolta ad ammettere che appena il nucleo comincia a deformarsi e che si accenna per conseguenza un accrescimento della superficie di contatto col citoplasma, istantaneamente delle particelle di membrana debbano depositarsi, cosi che ad ogni differenziale deir accrescimento in superficie corrisponda un diflerenziale della formazione della membrana.

Cosi una sottile membrana, potendo accrescersi di pari passo con I'estensione della superficie nucleare, non puo oflfrire resistenza al deformarsi del nucleo.

Se poi la tensione superficiale, pel mutare del chimismo cellulare, avesse ad aumentare, il nucleo evidentemente tenderebbe a riassumere la forma sferica. Ed anche in questo caso e chiaro che il grado di resistenza che potrebbe opporre la membrana dipenderebbe dal suo

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spessore e dalla sua stabilita : la resistenza sarebbe minima e inefficace se essa venisse disciolta o assottigliata o fosse giä molto sottile ; ma essa potrebbe vincere la tensione superficiale . del nucleo e impedire il ritorno alia forma sferica, quando la membrana, essendo di spessore conveniente, rimanesse inalterata. In questo caso la forma irregolare presa dal nucleo sarebbe in certo qual modo permanente, sopravvivendo alia causa deformante.

Tentero di rendere piu plausibili queste supposizioni con il seguente esperimento che mostra come la sola presenza di una membranella di tal genere sia sufficiente a cambiare notevolmente le proprieta fisiche di una goccia liquida. E infatti:

1° ponendo una goccia di mercurio in una diluitissima soluzione acquosa di cromato di potassa, si deposita alia superficie del mercurio una finissima pellicola, quasi invisibile, di ossido di mercurio. Ora, mentre il mercurio ha una tensione superficiale grandissima e non si presta, d'ordinario, a lasciare la forma sferica o arrotondata, adesso, per la presenza di quell' esile pellicola, si lascia defoi-mare alquanto da una lieve pressione meccanica, e naturalmente, in questa deformazione, la pellicola di ossido di mercurio si estende di pari passo con la superficie. Se adesso sospendo la pressione, la tensione del mercurio vince la resistenza della pellicola e ripiglia la forma sferica.

2*^ Ma se adopero una soluzione, sempre debole, ma meno diluita della precedente, cosi da provocare la formazione di una pellicola che veli lo splendore del mercurio, non solo posso deformare la goccia molto pill facilmente, ma le posso dare le forme piii capricciose come quelle della Fig. 1— 5 le quah, cessata la pressione, rimangono tali e quali, perche adesso la membranella di ossido forma un tessuto cosi resistente da vincere la tensione superficiale del mercurio.

3" E se adesso, acidulando I'acqua, provoco una parziale dissoluzione della membranella di ossido, ecco tosto il mercurio, cosi stranamente deformato, ripigliare rapidamente la sua forma regolare.

In questo esperimento sono realizzati i 3 casi possibili riguardanti 1' influenza della membrana nucleare: al 1" e al 3° caso corrispondono forme irregolari instabili, mutevoli, temporanee, al 2" caso forme irregolari permanenti.

Abbiamo con cio accertata la possibilita di deformazioni nucleari dipendenti da variazioni della tensione superficiale, non ostante resistenza di una membranella nucleare. Adesso ci tocca mostrare come le variazioni della tensione superficiale, a cui si debbono tante forme irregolari dei nuclei, non siano prodotte da un'energia propria del nucleo, ma dipendano inv.ece direttaraente da processi chimici, che


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Fig. 1.


Fig. 2.


Fig.



Fig. 4. Fig. 5.

Fig. 1 — 5. Forme successive date ad una goccia di mercurio posta in una soluzione di cromato potassico.

hanno la loro sorgente fuori del nucleo. Naturalmente ciö non puö essere direttamente constatabile, ma puö venir ritenuto estremamente probabile qualora si mostri come in ogni caso in cui ha luogo questo genere di deformazione nucleare, si possa anche ricouoscere un mutamento del chimismo della cellula, mutamento che il piü delle volte dipende da mutate condizioni chimiche dell'intero tessuto o deirintero organismo.

E basterebbe fare la rassegna di tutte le deformazioni polimorfe del nucleo per convincersene. Far qui questa rassegna equivarrebbe perö a raddoppiare il volume di questo scritto, e d'altro canto, si tratta di cose tanto note, che mi si permettera una brevitä estrema. Ricorderö solamente:

1** che alcuni di questi cambiamenti di forma possono esser posti in relazione, come abbiamo visto altrove, con l'azione chemotattica del centrosoma ;

2° che molti nuclei polimorfi si trovano in cellule secernenti, ove la loro forma varia sovente secondo le varie fasi della funzione secretrice ;

3"^ che nuclei ad anello troviamo nelle cellule giganti e nei leucociti patologici, nelle cellule grasse del tessuto grasso ordinario, etc.


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E, per quanto riguarda quest' ultimo caso, e da notare che non vi ha nucleo ad anello che nelle cellule grasse giunte all'apogeo del loro sviluppo, non negli embrioni e neppure nei vecchi, ne in individui patologici con grasso atrofico (Unna, Sack) il che mostra come la causa della deformazione nucleare stia nelle condizioni generali dell'organismo e della cellula;

4" che si trovano inoltre forme irregolari in raolti tessuti senili, quale appunto il sincizio perilecitico che ha servito di base ai classici studii dello Ziegler, e

5° in tessuti sottoposti a processi infiammatori, speriraentali o pur no, a processi patologici in gen ere, dei quali casi la letter atura e cosi ricca, e in generale in tessuti o cellule a chimismo molto alterato.


In tutti questi casi si possono riconoscere anche nel citoplasma della cellula i segni di quel mutato chimismo che produce la deformazione del nucleo; ma talvolta tra la struttura del citoplasma e la forma del nucleo sembra esistere una relazione cosi evidente, che conviene fame menzione. Sono delle osservazioni assai note, dovute principalmente al Meves, al Ballowitz e al Solger.

II nucleo delle spermatogonie della Salamandra nell'autunno diventa polimorfo, mentre in primavera riprende la forma sferica e puo dividers! per divisione mitotica. In questo caso non vi e difficolta ad ammettere che, col cambiare delle stagioni cambia del pari in qualche cosa il metabolismo dell'animale, sia per la mutata temperatura, che pel diminuito nutrimento, e che questa variazione del chimismo sia risentita anche dalle cellule sessuali. Sappiamo infatti quali complicate metamorfosi subisce in questi animali ogni anno la struttura del nucleo degh oociti, durante il loro accrescimento ; ma questo non cambia mai la sua forma sferica ; mentre il nucleo con tenue membrana delle spermatogonie, oltre a cambiare di struttura, viene anche deformato.

Ora e interessante notare, che nel citoplasma delle spermatogonie esiste un corpo che Meves chiama sfera attrattiva, il quale in autunno lascia il suo aspetto liscio e unito, e solcandosi irregolarmente finisce col disgregarsi in una quantita di particelle, che poi, dopo ulteriore frammentazione, si spargono dapprima per tutta la cellula, e poi vengono ad aggrupparsi intorno al nucleo. Quantunque questi corpi non abbiano, a parer mio, nulla di comune con le sfere attrattive ^) ;


1) Quantunque nelle osservazioni del Meves, convenga anche il Flemming, io non esito a dubitare molto che non si tratti di sfera attrattiva, ma bensi di un corpo di altra natura. Infatti tutto quanto


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pure esse hanno per noi una certa iinportanza perche, col loro comportamento rendoao visibili le/modificazioni chimiche e fisiche che accadono, secondo le stagioni, Del protoplasraa, e dalle quali sembrano dipendere le modificazioni del nucleo. £^ notevole il fatto, che, quando il nucleo diventa anulare, la pretesa sfera si trova nell'interno della concavita nucleare, e 1' altro fatto, che talvolta essa si trasforma in una fascia che circonda la parte equatoriale del nucleo, formando un anello chiuso intorno a quella regione in cui il nucleo si strozza e talora si divide anche in due parti, cosi da avere I'impressione che la fascia comprima il nucleo e lo tagli in due. Questi fatti si spiegherebbero ammettendo che la sostanza di cui e fatta questa fascia abbia forte tensione superficiale rispetto al nucleo, superiore a quella del rimanente citoplasma. Cosi come, facendo fluire esternamente ad una goccia d'olio, posta in alcool, a due poli opposti, dell'alcool piii debole la goccia si deprime e si strozza fino a dividersi in due. E in generale si puo dunque asserire che le stesse cause che deteruiinano il riordinamento dei raateriali citoplasmatici decidano altresi dello strozzameuto e della deformazione nucleare. Simili a quelle del Meves sono osservazioni del Solger e del Ballowitz fatti in oggetti raolto diversi e che si riferiscono a nuclei anulari o semihmari nella cui concavita stanno, nel citoplasma, dei corpi che gli autori considerano anch'essi come sfere attrattive. E, anche in questo caso, la

sappiamo dai piii recenti studi sull'origine e sul significato della cosi detta sfera non potrebbe conciliarsi tanto facilmente con le svariate trasformazioni di questi corpi col mutare delle stagioni. E, a parte cio, altre ragioni di rifiutare ad essi il significato di sfere si desumono dai lavori stessi del Meves. Secondo lui, negli spermatociti della Salamandra le sfere attrative delle cellule adiacenti sono spesso connesse da ponti intercellulari, il che e state descritto in varii casi proprio per i residui fusoriali delle cellule sessuali, spermatogonie e oogonie (ad esempio dal Bolles Lee per 1' Helix e da me per il Dytiscus); per i residui fusoriali, i quali sovente assumono appunto delle strutture raggiate cosi da simulare una sfera con 1' aster. A cio si aggiunga che in un lavoro posteriore il Meves dice che alia fine della mitosi ha luogo nelle spermatogonie figlie uno spostamento nel medesimo senso delle sfere (con i centrosomi) nell' una e nell' altra delle cellule figlie, cosicche esse vengono a disporsi simmetricamente di fronte I'una air altra, divise solo dalla membrana equatoriale, novellamente formata. E solo grazie a questo movimento che possono originarsi i ponti di sfera o cordoni intercellulari di cui sopra. Ora, anche non avendo diretta conoscenza del materiale, e facile convincersi quanto sia poco verosimile un processo cosi complicato, quando tutto si spiegherebbe facilmente se si considerassero quei corpi quali residui fusoriali e i ponti quali formazioni primitive e non secondarie.


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speciale forma a crescente si spiega benissimo ammettendo che la pretesa sfera attrattiva sia invece un corpo di molta tensione superficiale rispetto al nucleo ; perche allora il nucleo si comporterebbe come la goccia d'olio a cui lateralmente si pone, nelFalcool, una goccia di acqua.

Se in questi casi, ora citati, si trattasse proprio di sfere, si verrebbe a contraddire la ipotesi da rae recentemente sostenuta dell'azione chemotropica positiva dei centrosomi sui nuclei. Ma ognuno vede come, alio stato delle cose, i fatti raccolti in favore di quell' ipotesi abbiano un valore decisivo, finche alraeno non si dimostri irrefutabilmente che le forraazioni descritte dal Meves, dal Ballowitz, dal SoLGEK siano proprio sfere attrattive. Ma dubito molto che questa dimostrazione venga mai data. Non basta per aÖermare che si tratti di una sfera l'esistenza delle due o tre granulazioni che alle volte vi si osservano e che arieggiano dei centrosomi ; e del resto da piü parti si comincia a sentire la necessitä di andar cauti nell'attribuire il significato di sfera ad un dato differenziamento cellulare, specialmente nelle cellule in riposo.


I nuclei polimorfi come non sempre son segno di degenerazione (Vom Rath) poiche da essi possono originarsi per mitosi dei nuovi nuclei ; cosi non sempre essi indicano una divisione diretta (Göppert). In ogni modo non vi puo essere alcun dubbio che la divisione diretta e tutti gli svariati processi di frammentazione del nucleo siano fenomeni della stessa natura della deformazione polimorfa, e che difieriscono da questa solo di grado. Infatti lo straordinario numero di osservazioni sulle quali sono fondate le teorie del Flemming e quelle dello Ziegler e del Vom Rath sul significato deH'aniitosi provano a sufficienza che la divisione diretta del nucleo ha luogo in quei tessuti in cui e profondamente alterato il chimismo cellulare; o per un' attivitä secretrice o assimilatrice molto intensa, o per cause infiammatorie e patologiche, o per senilitä dello stesso tessuto ; e dimostrano altresi che nemmeno nella divisione diretta il nucleo estrinseca una attivitä sua propria, mette in atto un'energia Potenziale, o manifesta dei moti spontanei ; e che anch' essa e da ricondursi, come le deformazioni polimorfe del nucleo, alle condizioni generali di tensione superficiale, che hanno il loro fondamento negli svariati processi fisicochimici del protoplasma^). II fatto che la divisione diretta del nucleo


1) Recentemente lo Schimkewitsch (Trav. Soc. Imp. des Naturalistes St. Petersbourg, T. 33, 1902) in un lavoro in lingua russa, di cui perö e


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ha luogo spesse volte in plasmodii, e 1' altro fatto, non meno frequente, che dopo la divisione diretta del nucleo non suole seguire la divisione cellulare, cosi da originarsi dei veri plasraodi, debboDo avere la loro importaaza per la meccaDica cellulare. E, basandomi sui risultati a cui son pervenuto riguardo alPanalisi meccanica della mitosi, io credo che essi dipendano dalla mancanza dei centrosomi. Queste cellule, destinate a prossima fine per aver giä compito il ciclo normale della loro vita o per profonde alterazioni dovute a cause esterne, non sono piü, secondo me, capaci di produrre, ne loro seno, nuovi centrosomi n6 di mantenere in attivitä quelli preesistenti, i quali hanno esaurito la loro energia. Ora, se per il compiersi della divisione cellulare e del complicato processo di cariocinesi e necessaria l'esistenza dei sistemi centrati di forze attrattive, lo stesso non e per il semplice strozzamento in due o piü pezzi del nucleo, per cui basta un cambiamento della tensione superficiale meno precisamente determinato. Si potrebbero opporre altri fatti che, a prima giunta, sembrano contradire queste idee, quali ad es. questo che talvolta ha luogo anche la divisione del corpo cellulare dopo la divisione diretta (leucociti e cellule linfoidi). Ma questa divisione e piuttosto da considerare come frammentazione paragonabile a quella subita prima dai nuclei e riconducibile a cause fisiche dello stesso ordine, alia mutata tensione superficiale tra le cellule e il plasma in cui esse sono immerse.

Si potrebbe opporre anche il fatto che nelle prime fasi del sincizio perilecitico dei pesci ossei i nuclei si dividono per cariocinesi, e solo in seguito direttamente. Ma questo fatto dimostra soltanto che i centrosomi, prima di esaurirsi del tutto, sono ancora capaci di dividere i nuclei ma non il citoplasma, il che non deve far meraviglia, una volta che gli esperimenti suUa divisione nucleare senza divisione del


dato un piccolo riassunto in tedesco, tenta una spiegazione generale dell' amitosi. In base ad osservazioni sullo sviluppo del L o 1 i g o e del polio , in condizioni artificiali , viene alia conclusione che la cellula, quando e posta in condizioni sfavorevoli, prima di cadere in degenerazione, reagisce a queste condizioni, per via di un piü attivo ricambio, che viene accompagnato dalla comparsa della divisione diretta. Da questo punto di vista, dice l'A., si comprende perche la divisione diretta sia stata osservata in casi che, a prima giunta, sembrano diversi : in casi di sovrabbondante nutrizione, nel raffreddamento, nella rigenerazione, nelle prime fasi dell' anestesia, e al principio della degenerazione ; in tutti questi casi abbiamo da fare con un piü attivo ricambio della cellula. Questa conclusione dove alle parole „attivato ricambio" sostituirei alterato ricambio mi sembra perfettamente in armonia con la mia interpretazione.


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Protoplasma dimostrano, a parer mio, Don come fu detto dal Demoor, r indipendenza fuuzionale del nucleo e del protoplasma, ma la maggiore sensibilitä del nucleo all'azione del centrosoma.

E da credere inoltre che per questo graduale esaurirsi del potere dei centrosomi si avverino nel sincizio quei process! che giustamente il Raffaele considera come intermediari tra la divisione diretta e quella indiretta del nucleo.

s) Forme dovute a cause complesse.

Come si sa, il nucleo tende ad adattarsi alia forma della cellula, ma non e da credere che a questo adattamento partecipino solo le forze di trazione o di pressione esercitate dal citoplasma sul nucleo, ma bene spesso anche fenomeni di tensione superficiale, correlativi con quel mutamento della forma cellulare. Alle volte, come in quei casi di degenerazione di follicoli ovarici degli anfibi, descritti dal Levi^), la deformazione del nucleo e dipendente in gran parte da processi di anormale accrescimento in lunghezza dei nuclei. Nell' istogenesi di molti spermatozoi devono senza dubbio influire cause di varia natura: trazioni, torsioni, pressioni, fenomeni di tensione osmotica e di tensione superficiale, che sarebbe interessante e forse non impossibile analizzare in dettaglio ^) ; ma nessuno vorrä vedervi la manifestazione di un potere spontaneo del nucleo, quando sappiamo che il ripristinamento della forma sferica, all' atto della fecondazione, dipende dall' assorbimento di liquidi dal citoplasma ovulare e dal conseguente mutare della tensione superficiale. A processi inversi bisogna dunque pensare per intendere la deformazione, talvolta considerevole, avvenuta durante la Spermatogenese

La forma irregolare dei nuclei di molti infusori sembra avere una certa stabilitä, che ha spesso una tal quale vaga relazione con la forma della cellula; relazione che non puö essere che mediata, risolvendosi senza dubbio nelle condizioni di equilibrio stabile della tensione superficiale, che dipende dalla forma e dalla struttura della cellula. Pure, se si pensa che la tensione superficiale e un fattore molto soggetto a variare, difficilmente si vorrä far dipendere soltanto da esso quella forma stabile di nuclei. Qui e da pensare all'esistenza di una membranella nucleare, che, godendo di una maggiore stabilitä, nei limiti


1) Arch. f. mikrosk. Anat. u. Entwicklungsgesch., Bd. 55, 1899.

2) E ne e una prova il recente lavoro del Broman: Ueber gesetzmäßige Bewegungs- und Wachstumserscheinungen der Spermatiden, ihrer Zentralkörper, Idiozomen und Kerne. Ibid., Bd. 59, 1901.


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delle oscillazioni normali del chimismo cellulare, puo ben rendere stabile la forma assunta dal nucleo.

Lo stesso dicasi del nuclei polimorfi tipici di alcune glandule e delle cellule nutrici di alcuni insetti ed anellidi, alia cui conoscenza ci ha introdotto il Korschelt in lavori omai classici. Bisogna infatti pensare alio straordinario sviluppo di ramificazioni di vario ordine, che sogliono presentare taluni di questi nuclei, cosi da raggiungere alle volte 1' aspetto di un viluppo di budella, per accorgersi quanto sia improbabile che una forma cosi fatta, ove i varii rami, intrecciandosi, conservano sempre la loro indipendenza, possa essersi originata e poi possa sussistere lungo tempo immutata per virtu sola di un certo grado di tensione, dipendente dal chimismo cellulare. Non che si debba ricorrere all'ipotesi di una speciale contrattilita del nucleo, ma e da credere che anche concorra alia formazione e al mantenimento del polimorfismo I'esistenza di una membranella; la quale in realta esiste, non cosi spiccata e spessa come negli oociti, ma pure tale da renders! molto manifesta con gli esperimenti di pressione osmotica di cui ho parlato in un precedente paragrafo. Cosi come quelle forme tanto complicate dette „forme mieliniche" che assume in condizioni speciali una goccia d'olio immersa in alcuni liquidi, e che somigliano tanto ai nuclei polimorfi piu complicati, non si formano certo per sola virtu di variazioni della tensione superficiale. E quantunque queste forme mieliniche si formino in un modo, che potrebbe far credere all'emissione di pseudopodi da parte della goccia d'olio cioe per formazione di bozze alia superficie della goccia, che crescono poi rapidamente in lunghezza, anche ramificandosi e attorcigliandosi fra loro in un gomitolo, raggiungendo una compHcazione straordinaria, nessuno crede che si tratti di moti ameboidi delle goccie, ma piuttosto si pensa alia formazione istantanea di una sottile membrana attorno all' olio, per la quale ogni bozza formata diventa stabile e puo servire di punto di partenza per altre bozze e ramificazioni.

Similmente per i nuclei non abbiamo bisogno di ricorrere a movimenti autonomi, tanto piu che questi nuclei polimorfi non si formano a guisa delle „forme mieliniche" per emissione di bozze, di sporgenze nucleari che si allungano e si ramificano sempre piu, ma bensi per Fazione concomitante dell' accrescimento in volume del nucleo e per la formazione di sporgenze citoplasmatiche dentro il nucleo, come provano le fig. 6, 7, 8 che rappresentano le prime fasi della formazione del nucleo polimorfo, cosi complicato, della cellula nutrice delle uova della Forficula auricularia. Sembra adunque risiedere nel cito


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plasma la causa diretta della deformazione del nucleo, mentre la contemporanea formazione della membrana da ragione della stabilita della deformazione stessa.



Fig. 6. i-ig. 7.

Fig. 6 — 8. Tre fasi successive della formazione del nucleo polimorfo.

Qualcuno forse sarebbe tentaoo

__,---^^~~'~--— di attribuire alia membrana nucleare

/ ' -^ una parte piu considerevole nella

\ deformazione del nucleo, supponendo,

/ ^^ ' '^ \ ^ ^^^-i ^^ grazia dello speciale chimismo

{ ' ' di [queste cellule in cui si incontrano

X V / nuclei polimorfi, la velocita di ac \ ^y crescimento della membrana sia mag ""^-~ ___:: ^'^ giore della velocita di accrescimento

X,. Q del volume nucleare, che cioe vada

£ Ig. O. '

diminuendo il rapporto


in cui R sia il raggio del nucleo (supposto sferico) ed h lo spessore della membrana nucleare. Se h si mantiene costante, cioe se lo spessore della membrana non aumenta il risultato dovrebb' essere senza dubbio un estendersi della membrana in superficie onde essa dovrebbe incresparsi, far delle pieghe e dare al nucleo una forma irregolare. Ma questa ipotesi non sembra verosimile, poiche sappiamo che la membrana nucleare puo accrescersi in ispessore e puo raggiungere anzi uno spessore considerevole negli oociti, onde e molto piu plausibile supporre che qualora vi sia sovraproduzione di sostanza costituitiva della membrana, essa si depositi sempre in modo da produrre un accrescimento in ispessore e non in estensione, beninteso quando non vi sono altre ragioni perche il nucleo si deformi, Anche negli esperimenti con la goccia di mercurio, aumentando la concentrazione della soluzione


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del cromato di potassa, si provoca una maggiore produzione di ossido di mercurio, ma non si ottiene che una membrana piu spessa attorno alia goccia.

III. Considerazioni generali.

I sostenitori dell'esistenza di un potere speciale di movimento del nucleo, o coloro, cui parrebbe troppo ardito escluderli del tutto, se anche converranno meco in cio che riguarda I'analisi dei singoli fatti, non mancheranno certo di trincerarsi dietro alcuni argomenti che sembrano, a prima giunta, irrefutabili.

Si dirä ad es. che non si puo escludere in modo assoluto la possibilita di movimenti spontanei del nucleo per la sola ragione che quelli da noi finora osservati non sono tali. Ma questo argomento e privo di ogni valore, perche nasconde un falso concetto del procedimento logico delle scienze biologiche. Esso sarebbe valido qualora fosse nostro compito di dimostrare la impossibilita logica dell' esistenza di moti spontanei del nucleo oppure la necessita che i moti del nuclei siano moti non spontanei; ma il nostro compito non e questo perche tutti i fatti e leggi della natura non hanno alcun carattere di necessita logica. II nostro compito, nel caso presente, trovandoci di fronte a due interpretazioni contrarie, e di attenerci a quella che meglio calza ai fatti conosciuti; e non e un procedere illegittimo escludere I'ipotesi di uno speciale potere di movimento proprio del nucleo, quando tutti i fatti che debbono esser presi in considerazione per I'esame di questa ipotesi, sono meglio spiegati con un'altra.

Si dirä poi che non vi e alcun motivo per rifiutare al carioplasma la proprieta contrattile. E a cio ho risposto nel raio precedente articolo, col dire che questo argomento non puo avere alcun peso, poiche si puo del pari affermare che non vi e alcun motivo per accordargliela. Quale significato puo avere inoltre I'affermazione che il nucleo sia dotato di contrattilita mentre non manifesta questa proprieta, una proprieta appunto che non conosciamo se non nelle sue manifestazioni? Senza dubbio il significato di una pura negazione. Quest' argomento dunque contiene una contraddizione logica.


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Naclidruck verboten.

Ziir Kenntnis der Heteromorphose bei der Regeneration der älteren Forellenembryonen (Salmo irideus W. Oibb.).

Von Dr. Jözef Ni'sbaum, Professor au der Universität in Lwöw (Lemberg).

Mit einer Abbildung.

lieber dieses Thema erscheint gleichzeitig in meiner Muttersprache (polnisch) eine ausführliche Arbeit mit Abbildungen. Hier gebe ich nur eine gedrängte Zusammenfassung der von mir erlangten Resultate.

Im Jahre 1900 habe ich in einer gemeinschafthch mit einem meiner Schüler veröffentlichten Arbeit die Regenerationsprozesse bei den älteren Bachforellenembryonen beschrieben (Archiv f. Entwicklungsmech. d. Organismen, von Roux).

Bei der Bearbeitung dieser Fragen habe ich schon damals verschiedene Abnormitäten in den Regenerationsprozessen beobachtet, konnte aber wegen technischer Schwierigkeiten keine sicheren Aufschlüsse über dieselben erhalten.

Erneute, ausgedehnte Untersuchungen, die ich zum Teil an der herrlich eingerichteten Landesstatiou für Fischzucht in Opary bei Drohobycz, zum Teil in meinem Institute an reichlichem Materiale von soeben ausgeschlüpften oder etwas älteren Embryonen der kalifornischen Forelle (Salmo irideus W. Gibb.) durchgeführt habe, führten mich zu folgenden interessanten Angaben,

Schneidet man mit einem glatten, queren Schnitt bei einem jungen, soeben ausgeschlüpften Forellenembryo die Anlage der Schwanzflosse an der Basis derselben ab (Fig. 1 A a — 6) , so regeneriert sie sich vollständig und ganz normal (B), wobei das Hinterende der sich regenerierenden Wirbelsäule, wie gewöhnlich, stark gegen den Rücken wächst, und die platten Basalknorpel {v) der Schwanzflosse, so wie bei einer ganz normalen, ungestörten Entwickelung, an der unteren Seite der Wirbelsäule entstehen und als veränderte Parapophysen (untere Bögen) erscheinen. In diesem Falle verläuft also der Regenerationsprozeß ohne jede Spur von Heteromorphose.

Schneidet man bei einem ganz gleichen Embryo mit einem queren Schnitt einen größeren Körperteil ab (Fig. 1 A c— ä), indem man den Durchschnitt auf der Höhe der Afterflosse führt, so ist zwar die Regeneration auch dann ganz vollständig, aber sie verläuft schon etwas heteromorphisch. Und zwar, nachdem die Wundfläche, wie in anderen


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Fällen, in der von mir schon in meiner früheren Arbeit beschriebenen Weise sich geschlossen hat, verlängert sich die durchgeschnittene Afterflossenanlage nach hinten hin und bildet so eine größere allgemeine Flossenanlage, die hinter dem After liegt und gegen den hinteren Körperrand, und zwar bis zur Hälfte seiner Höhe, hinzieht. Sie ist also, der Lage und der Funktion nach,



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Fig. 1. Halbseheinatisehe Darstellung der Regenerationsprozesse bei den Forellenembryonen. A Hinterer Körperabschnitt eines normalen Embryos. Die Linien a — 6, c — h, e — ■/, g — l, i—k bezeichnen die Richtungen, in welchen die Querschnitte durchgeführt sind. B Hinterster Körperabschnitt eines regenerierten Embryos, bei dem auf der Höhe der Linie a — b der hintere Körperteil abgeschnitten worden ist. C, C^ Hinterster Körperabschnitt eines regenerierten Embryos (C jüngeres Stadium, C* älteres Stadium), bei dem auf der Höhe der Linie c — h der hintere Körperteil abgeschnitten worden ist, u. s. w. Bezeichnung der Buchstaben : an After, u Hamöffnimg, ch.d. Chorda dorsalis, Af Afterflosse, s Schwanzflosse, d dorsale Bogen der Wirbel, v Basalknorpel der Schwanzflosse, f.s. dorsaler Flossensaum.


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als eine After-Schwanzflosse zu bezeichnen (Fig. IC). Erst später (Fig. IC) differenziert sie sich 1) in einen 'unteren Abschnitt, in welchem die knorpeligen Flossenträger in normaler Zahl hervortreten, indem die fehlenden aus dem hineinwachsenden jungen Bindegewebe hinter den zurückgebliebenen sich regenerieren — Afterflosse (Äf) — und 2) in einen hinteren Abschnitt, d. i. in eine definitive Schwanzflosse (s), welche von der Rückenseite her noch durch einen gleichzeitig entstehenden Flossensaum (f. s.) [aus Ektoderm und jungem Bindegewebe] vervollständigt wird, welcher mit dem Hauptabschnitt zusammenwächst. Die an der unteren Seite des hintersten Abschnittes der Wirbelsäule sich differenzierenden Basalknorpel der Schwanzflosse sind sowohl der Zahl, wie auch der Form nach ganz normal entwickelt, aber die oberen Bogen der 2 oder 3 letzten Wirbel sind etwas stärker ausgesprochen als in normalen Fällen, wobei das hintere Ende der Wirbelsäule sich nicht so stark nach oben krümmt wie im vorigen Falle.

Bei den Individuen desselben Alters, bei welchen durch einen queren Schnitt ein noch größerer Körperteil abgetragen wurde (Fig. 1 A e — /), und zwar, welche auf der Höhe des Afters durchgeschnitten worden sind, regeneriert sich auch die volle Zahl der Körpersegmente, aber die Flossen regenerieren sich hier auf eine noch etwas mehr heteroraorphische Weise als im vorigen Falle. Und zwar, zuerst (Fig. ID) bildet sich auch hier eine After - Schwanzflosse, die hinter dem After {an) liegt und nach hinten und oben gegen den Rücken sich erstreckt, so daß sie fast den ganzen hinteren Körperrand umgibt. Von der Rückenseite her wird dieselbe auch hier durch einen Flossensaum (f. s.) vervollständigt, welcher sich als eine Epithelfalte (Ektodermfalte) entwickelt, in welche mesenchymatöses Gewebe eindringt. Indem nun weiter diese After-Schwanzflosse (Fig. ID') sich in eine Afterflosse und in eine Schwanzflosse dififerenziert, fließt diese letztere mit der genannten Rückenfalte zusammen, so daß endlich auch hier eine einheitliche Schwanzflosse entsteht.

Sowohl in der Schwanzflosse wie auch in der Afterflosse entsteht eine normale Zahl von Knorpelstücken, und zwar von Basalknorpeln in der ersteren und von Flossenträgern in der letzteren. Auch hier ist die Krümmung des hinteren Endes der Wirbelsäule schwächer als in normalen Fällen, aber die oberen Bogen (d) der 3 letzten Wirbel sind viel stärker entwickelt als im vorigen Falle und funktionieren neben den gewöhnlichen, unteren Basalknorpeln (v) als obere Basalknorpel der Schwanzflosse. Die Zahl der sich regenerierenden Metameren ist vollständig,


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so daß die jungen Fischchen, welche schon ihre Dotterblasen gänzlich verloren haben, den normalen Fischchen desselben Alters ganz ähnlich sind.

Bei Forellenembryonen, bei denen ein noch größerer Körperabschnitt abgetragen wird, und zwar welche (Fig. lA g—T) quer zwischen dem After und der hinteren Grenze der Rückenflosse durchgeschnitten werden, ist die Regeneration unvollständig, da in keinem einzigen Falle die volle Zahl der abgetrennten Körpersegmente sich regeneriert und in vielen Fällen nicht mehr als 6 oder 7 Körpermetameren sich neubildet, obwohl die Zahl der abgetrennten Körpersegmente 23—25 beträgt. Aber in diesem Falle ist die Heteromorphose unvergleichlich stärker als im vorigen. Und zwar (Fig. IE) sowohl der durchgeschnittene Darm wie auch der Harngang wachsen in der geraden Richtung nach hinten, wo sie sich je mit einer kleinen ektodermalen Einstülpung des Ektoderms der Wundfläche verbinden. Auf diese Weise entsteht sowohl die Afteröffnung (an) als auch die Harnöfinung (u) auf dem hinteren Körperende, nahe der Bauchfläche, also an einer ganz anderen Stelle, als in normalen Fällen, in welchen bekanntlich diese Oeffnungen sich auf der Bauchseite weit vom Hinterende des Körpers befinden. Außerdem entwickelt sich hier in der Mehrzahl der Fälle eine kleine Papille, auf deren Gipfel der After liegt und auf deren Basis der Harngang ausmündet. Bei jungen Fischen, 2 Monate nach dem Ausschlüpfen, welche ihre Dotterblasen schon vollständig verloren haben, existiert also eine Afterpapille oder einfach eine Aftermündung an einer ganz ungewöhnlichen Körperstelle. Dieser einzige Umstand beweist also, daß die Regeneration in dem beschriebenen Falle stark heteromorphisch vor sich gegangen ist. Aber auch in der Art und Weise der Regeneration der unpaaren Flossen erscheint hier eine auffallende Heteromorphose. Und zwar am hinteren Rande des Körpers oberhalb derAfterpapille oder überhaupt oberhalb der After- und Harnöffnung, in dem Winkel zwischen denselben und den ventralen Abschnitten der hintersten Muskelsegmente entsteht eine Flosse von dreieckiger oder etwas rhombischer Gestalt, die als After-Schwanzflosse funktioniert. Indem dieselbe am hinteren Rande des Körpers liegt, ahmt sie eine Schwanzflosse nach, in Wirklichkeit aber stellt sie eine Afterflosse dar, da sie mit knorpeligen Flossenträgern versehen ist, die sich, wie in der gewöhnhchen Afterflosse, ganz unabhängig von der Wirbelsäule entwickeln, nicht aber als Basalknorpel, d. h. veränderte, untere Bogen der letzten Wirbel erscheinen (wie es in einer echten Schwanzflosse geschieht).

Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 24


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Aber die Zahl dieser Flossenträger beträgt hier gewöhnlich nur 5 (selten 6), sie ist also viel geringer als in der normalen Afterflosse, wo die Zahl derselben bis 12 reicht; sie ähnelt deshalb in dieser Hinsicht etwa einer normalen Schwanzflosse, in welcher die Zahl der Basalknorpel der Flossenstrahlen beim Salmo 5—7 beträgt.

Wenn endlich der Embryo (Fig. 1 A i — k) noch weiter nach vorn in querer Richtung durchgeschnitten wird, und zwar auf der Höhe der Rückenflosse, so verläuft der Regenerationsprozeß noch viel schwächer; es tritt hier zum größten Teil nur eine Wundheilung des durchgeschnittenen Körpers ein, es regeneriert sich jedoch eine hintere Flosse (Fig. 1 F, F'), welche, wie im obigen Falle, der Lage nach eine Schwanzflosse, der Entstehung nach aber eine Summe von zwei Flossen darstellt, und zwar: 1) der Rückenflosse, die in der Richtung nach hinten und nach unten ■wächst, und 2) der sich neubildenden Afterflosse, welche ganz in derselben Weise, wie in dem zuletzt beschriebenen Falle, oberhalb der Afterpapille oder der After- und Harnöfi"nung im unteren Teile des hinteren Körperrandes entsteht, mit der Rückenflosse zusammenfließt und, wie in dem letzten Falle, gewöhnlich auch nur 5 ganz unabhängig von der Wirbelsäule sich entwickelnde Flossenträger enthält.

Aus der obigen, hier ganz kurz dargestellten, das Wesentliche enthaltenden Mitteilung gelangen wir zu folgenden Schlüssen, welche, wie ich meine, von allgemeinerem Interesse sind:

1) Je ein größerer Körperteil des jugendlichen Forellenorganismus abgeschnitten wird und je größere, innere Veränderungen in dem normalen, korrelativen Zusammenhange aller Teile des Organismus dadurch hervorgerufen werden — desto schwächer tritt der Regenerationsprozeß hervor, desto unvollständiger ist er. Die Intensität des Regenerationsprozesses ist hier alsomehroderweniger umgekehrt proportional derGröße des abgeschnittenen Körperteiles.

2) Je ein größerer Körperteil des jugendlichen Forellen Organismus abgeschnitten wii'd, desto mehr heteromorphisch verläuft die Neubildung der abgetragenen Teile. Der Grad der Heteromorphose ist hier also mehr oder weniger proportional der Größe des verloren gegangenen Körperabschnittes.

3) Die Heteromorphose erscheint bei den Tieren immer als eine funktionelle Anpassung und kann nach verschiedenen Regeln vor sich gehen. Auf Grund meiner Untersuchungen über die Regene


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ration der Enchyträiden i) und Forellenembryonen ^) kann ich die drei folgenden Kategorien von heteromorphotischen Vorgängen unterscheiden:

a) Eine atavistische Heteromorphose, d. h. eine solche, bei welcher die Regenerationsprozesse auf phylogenetisch einfachere Weise vorsieh gehen und somit auf einem geraderen und kürzeren Wege zum Ausdruck gelangen, wie dies z, B. bei der Regeneration der cirkulären Muskelfasern der Enchyträiden stattfindet, die direkt aus den basalen Teilen der Ektodermzellen der Regenerationsknospe entstehen und so an die Entwicklung der Muskelfasern bei den Cölenteraten erinnern; hier entstehen also nicht zuerst indifferente Mesodermzellen, welche unter anderen auch die cirkuläre Muskulatur der Körperwand liefern sollen, sondern diese letztere stammt zum größten Teil auf einem viel kürzeren Wege, direkt vom Ektoderm der Regenerationsknospe ab.

b) Eine präformative Heteromorphose (Prämorp hose), wie ich es z. B. bei der Regeneration der quer durchgeschnittenen Chorda bei den Forellenembrj'^onen nachgewiesen habe, wo sehr früh beim Embryo charakteristische, dorsoventrale, große Fasern in dem Chordagewebe auftreten, die gewöhnlich erst unvergleichlich später in demselben bei den Fischen sich entwickeln.

c) Eine imitatorische Heteromorphose, wo sich ein Organ bildet, das der Lage nach und teilweise auch der Funktion nach einen anderen normalen Körperteil nachahmt, aber der Entwickelung nach einen ganz anderen, nicht homologen Körperteil darstellt, und zwar geschieht diese Nachahmung als ein Resultat einer funktionellen Anpassung an die gegebenen Verhältnisse, wie es in dem obigen Falle stattfindet, wo eine Afterflosse als eine die Schwanzflosse nachahmende Bildung hervortritt. Zu derselben Kategorie gehört auch wahrscheinlich das Hervortreten von antennenähnlichen Organen an der Stelle der Augen bei den Crustaceen, nach den schönen Beobachtungen von C. Herbst^).


1) J. NusBAUM, Vergleichende Regenerationsstudien. I. Separatabdr. aus dem „Poln. Arch. f. biol. u. med. Wiss.", Lemberg 1901.

2) J. NusBAUM und S. Sidoriak, Beitr. zur Kenntnis der Regeneration der älteren Bachforellenembryonen u. s. w. Arch. f. Entwickelungsmech. d. Org. v. Roux, 1900.

3) C. Herbst, Ueber die Regeneration von antennenähnl. Organen an Stelle der Augen. Arch. f. Entw. d. Org. von Roux, 1899.


24'


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Nachdruck verboten.

lieber binnenzellige Kanälchenbildungen gewisser Epithelzellen

der Froscliiiieren.

Von Viktor Wigert und Hjalmar Ekberg, Assistenten an dem histologischen Institut zu Stockholm.

Mit 6 Abbildungen.

Im Oktober dieses Jahres beobachtete Prof. E. Holmgren am hiesigen histologischen Institut ein binnenzelliges Kanälchensystem in gewissen Nierenepithelzellen von Rana esculenta, dessen näheres Studium er, wegen Mangels an Zeit, uns gütigst aufgetragen hat. Da wir der Meinung sind, daß der Befund — infolge der Deutung, die man demselben geben muß — von nicht geringer Bedeutung für die allgemeine Auffassung binnenzelliger Kanälchenbildungen sein mag, haben wir geglaubt, daß eine kurze Mitteilung unserer fraglichen Ergebnisse nicht ganz aus dem Wege liegen könnte. Wir beabsichtigen, über denselben Gegenstand baldigst eine genauere Beschreibung zu veröffentlichen.

Das Material, dessen wir uns bedient haben, ist teils in AlkoholChloroform-Eisessig konserviert und mit Eisenhämatoxylin gefärbt, teils in Sublimat-Pikrinsäure konserviert und mit Toluidin-Erythrosin gefärbt. Schnittdicke 2—5 /^i. Bisher haben wir 6 Tiere, und zwar 3 Männchen und 3 Weibchen untersucht.

Was sogleich bei der Durchmusterung unserer Präparate in die Augen fällt, ist, daß diese binnenzelligen Kanälchen nicht in denjenigen Nierenkanälchen vorhanden sind, wo die Zellen mit einem Stäbchensaum und mit Basalfilamenten ausgestattet sind. Die Zellen, welche das Lumen dieser Nierenkanäle auskleiden, zeigen ein mehr homogenes Aussehen und besitzen, soweit unsere Erfahrungen hinreichen, keine in etwaiger Weise differenzierte Cuticula. Außerdem ist es leicht wahrzunehmen, daß nicht alle Zellen dieser Teile der Nierenkanäle dieselbe. Lage zum Lumen haben, sondern daß einige derselben in auffallender Weise ähnlich lokalisiert sind wie die Belegzellen des Magens (Fig. 1 u. 2). Es ist eben in diesen Zellen, wo man die oben genannten binnenzelligen Kanälchen zu suchen hat.

Diese Kanälchen werden von dem umgebenden Protoplasma scharf abgegrenzt. Wenn man mit Eisenhämatoxylin- Säurefuchsin-Orange färbt,


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wird die Abgrenzung schwach Säurefuchsin gefärbt. Die Kanälchen entleeren sich an der Oberfläche der Zelle und die Mündung ist von Kittleisten sehr deutlich begrenzt (s. Fig. 3 u. 4). Oft haben sich die Zellen von der Oberfläche des Epithels herabgesenkt, wobei eine epicelluläre Sekretkapillare, von Kittleisten begrenzt, gebildet wird.


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Fig. 1.


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Fig. 5.



Fig. 2.



Fig. 3.



Fig. 4.


Was die binnenzellige Verbreitung der Kanälchen betrifft, so ist auffallend, wie steil ihr Verlauf ist (Fig. 3 u. 4). Sie senken sich von der Oberfläche wie gerade Röhrchen in die Zelle hinein, welche


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sich entweder gleich oder auch zuerst, wenn sie die Mitte der Zelle erreicht haben, verzweigen, — gewöhnlich T-ähnlich, zuweilen in mehreren Aesten (Fig. 1 u. 5). Die Kanälchen oder ihre Zweige setzen sich gegen den Basalteil der Zelle fort, wo sie blind endigen, ohne in irgend einen Zusammenhang mit der Membrana propria zu treten.

— Der Zellkern, welcher das für die Nierenzellen gewöhnliche Aussehen hat, ist entweder gegen die Membrana propria der Zelle hin oder in eine der basalen Ecken derselben hinein verschoben; zuweilen nimmt er, wenn die Kanälchen einen größeren Teil des Zellkörpers occupieren, eine mehr abgeplattete Form an. — Oft scheinen die Kanälchen nicht verzweigt zu sein, sondern endigen blind in der Nähe des mittleren Teiles der Zelle. Sie sind dann nicht selten mit einer keulenförmigen Verdickung am Ende versehen.

Eigentümlich für diese Kanälchen ist, daß sie sich wie kompakte, oft verzweigte Stränge im Protoplasma anlegen (Fig. 1 u. 2). Diese kompakten Stränge werden dann kanalisiert, wahrscheinlich durch eine Auflösung ihrer eigenen Substanz, und diese Kanalisation nimmt allmählich einen immer größeren Teil des präformierteu Stranges ein. Daß hier die Frage von wirklich kompakten Bildungen ist, und daß keine fehlerhafte Beurteilung etwaiger Tangentialschnitte vorliegen kann, geht ohne weiteres daraus hervor, daß man oft auch quergeschnittene solche kompakte Gebilde findet, die keine Spur einer Kanalisierung zeigen. Es ist sehr gewöhnlich zu sehen, wie ein Zweig kanalisiert ist, während ein anderer Zweig innerhalb derselben Zelle noch kompakt bleibt.

Oft treten Diplosomen auf, welche jedoch keinen Zusammenhang mit den Kanälchenbildungen zeigen. Sie liegen gewöhnlich zwischen dem Kerne und dem Kanälchensysteme.

In der Wand des Kanälchens und — bei stärkerer Kanalisation

— auch dicht neben derselben treten Granulationen auf, welche — nach Fixierung in Sublimat-Pikrinsäure oder in Bichromat-Formalin

— von Eisenhämatoxylin gefärbt werden. Wenn man in SublimatPikrinsäure gehärtetes Material mit Toluidin-Erythrosin färbt, zeigt es sich, daß diese Granulationen, nach intensivem Färben mit Toluidin, stark blau gefärbt werden, während übrige Körnchenbildungen Erythrosin aufgenommen haben, und daß sie also, im Gegensatz zu den übrigen Sekretgranulationen der Nierenzellen, basophil reagieren.

Es kann deshalb darüber kein Zweifel obwalten, daß diese binnenzelligen Kanälchen in irgend einem Zusammenhange mit dem Stoffwechsel der Drüsenzelle stehen, und daß sie — näher bestimmt —


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der Sekretion dienen, und zwar wie eine Art binnenzellige Sekretkapillare.

Daß diese Kanälchen nicht infolge einer Kollabierung der fraglichen Zellen entstehen können, wobei die ursprüngliche Cuticula sich in das Protoplasma hineinsenken und die Wand des Kanälchens bilden sollte, worauf ihre tinktoriellen Eigenschaften vielleicht einigermaßen deuten könnten, wird dadurch erwiesen, daß das übrige Aussehen der Zelle kein einziges Zeichen eines solchen Zusammenfallens zeigt. Im Gegenteil wollen wir die Aufmerksamkeit darauf richten, daß die Zellen so stark aufgetrieben sind, daß sowohl ihre lateralen als ihre basalen Begrenzungen stark konvex hervortreten ; die übrigen Drüsenzellen, die der Lage nach den Prinzipalzellen des Magens entsprechen sollten, müssen Platz für die an Belegzellen erinnernden Zellen machen. Außerdem ist es unmöglich, in dieser Weise die Entstehung epicellulärer Sekretkapillaren zu erklären.

Daß diese Zellen als im Dienste des Harnapparates stehend und keinem anderen Organsysteme, das in die Bildung der Urniere eingeht, gehörend aufgefaßt werden müssen, geht daraus hervor, daß man in längsgeschnittenen Nierenkanälen hin und wieder beobachten kann, wie es in einem Teile des Kanales mit Sekretkapillaren ausgestattete Zellen, in einem anderen Teile desselben dagegen gewöhnliche Nierenzellen mit Stäbchensaum und Basalfilamenten gibt.

Man kann keine größere Verschiedenheit der Struktur zwischen dem Protoplasma der Zellen, welche mit Sekretkapillaren versehen sind, und demjenigen der Zellen, die eine breite Oberfläche gegen das Lumen haben, wahrnehmen. Die Granulationen der kanälchentragenden Zellen scheinen jedoch etwas größer zu sein als die der anderen; es ist also leicht, in jenen die einzigen Körner wahrzunehmen, was nur mit Schwierigkeit oder gar nicht in diesen möglich ist. Außerdem scheinen die kanälchentragenden Zellen heller zu sein.

Endlich möchten wir darauf hinweisen, daß wir in den Nieren einiger Frösche die binnenzelligen Kanälchen kolossal stark, ballonähnlich aufgetrieben gefunden haben (Fig. 6). Die Ablagerung er gastischer Bestandteile neben den Ballons ist dann sehr groß. Die Ballons, die auffallend an Bildungen erinnern, welche von Rina und



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AcHiLLE Monti in den Belegzellen des Magens bei Arctomys marmotta im Winterschlafe beobachtet wurden ^), und welche von ihnen als divertikelartige Ausstülpungen des Lumens gedeutet worden sind, können doch kaum in ähnlicher Weise erklärt werden, teils weil sie durch epicelluläre Sekretkapillaren münden können, teils wegen der starken Ablagerung ergastischer Bestandteile neben denselben. Ob sie als Ausdrücke einer sehr starken Sekretion oder als für die Winterfrösche eigentümliche Bildungen aufzufassen sind, darüber können wir uns gegenwärtig nicht äußern, weil es bei dieser Jahreszeit unmöglich ist, anderes Material als Winterfrösche zu bekommen.


Nachdruck verboten.

Sekretkanälchen und Deckleisten.

Von Dr. H. Braus, a. o. Prof. und Prosektor in Heidelberg.

Mit 4 Abbildungen.

In dem 2. Heft des Archives f. mikr. Anat, Bd. 61, Bonn 1902 (erschienen am 9. Oktober d. J.) finde ich, daß Herr Dr. A. Schmincke in einer aus dem anatomischen Institut zu Würzburg hervorgegangenen Arbeit über Drüsen der menschlichen Regio respiratoria generell von der Verwendung der Deckleisten (Kittleisten) als Kriterium für die Lage der Sekretkanälchen (Sekretkapillaren) schreibt: „Das Vorhandensein von Kittleisten bei den intercellular gelegenen Sekretkapillaren und das Fehlen derselben bei den intracellular gelegeneu ist von Braus 2) zuerst erwähnt" (1. c. p. 237 Anm.). Obgleich dann der ZiMMERMANNSchen Arbeit aus dem Jahre 1898 ^) vollkommen richtig das Verdienst zugeschrieben wird, die Deckleisten als difierentialdiagnostisches Merkmal für die Lage der Sekretkanälchen „aufgestellt und ausführhch begründet" zu haben, so wird doch durch die Erwähnung meines Namens in der angegebenen Weise, die auf einem Versehen beruht, dem Rechte K. W. Zimmermanns auf die Entdeckung dieses Kriteriums Eintrag getan. Da möglicherweise eine allerdings


1) Le ghiandole gastriche delle Marmotte, durante 11 letargo invernale e l'attivitä estiva. Ricerche Lab. Anat. della R. Univ. di Roma e altri Lab. BioL, Vol. 9, 1902, Pasc. 2/3.

2) Untersuchungen zur vergl. Histol. der Leber der Wirbeltiere. Aus Semon, Zool. Forschungsreisen, Bd. 2, Jena 1896.

3) K. W. Zimmermann, Beiträge zur Kenntnis einiger Drüsen und Epithelien. Arch. f. mikr. Anat., Bd. 52, p. 552—707, 1 Taf., Bonn 1898.


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die Deckleisten gar nicht berührende Reklamation meinerseits ^) gegenüber K. W. Zimmermann, welche die Lage von Sekretkanälchen betrifft, infolge ihrer Kürze Anlaß zu einer mißverständlichen Auffassung geben könnte (obgleich ich nicht weiß und behaupten will, daß die irrtümliche Angabe im vorliegenden Fall so entstanden ist), so sei es mir gestattet, kurz auseinanderzusetzen, welche Kriterien uns in zweifelhaften Fällen über die Lage von Sekretkanälchen 2) zu den begrenzenden Zellen (zwischen- oder binnenzellige Lage) eine sichere Entscheidung gestatten, um dabei über die Prioritätsfrage zu berichten. Denn wie wohl alle, welche sich auf Grund der Arbeit K. W. Zimmermanns mit Drüsenstudien nach dessen Angaben beschäftigt haben, halte ich das Verdienst, die Deckleisten als Kriterium für die Lage der Sekretkanälchen eingeführt zu haben, für ein sehr wesentliches, was auch die folgenden Darlegungen ergeben werden.

Man muß bei der Beurteilung der Lage von Sekretkanälchen im mikroskopischen Bild unterscheiden zwischen solchen Kanälchen, welche in Längsschnitt, und solchen, welche im Querschnitt (sei es in realen oder optischen Schnitten) zu sehen sind. Ein sicheres Merkmal für die Bestimmung der Lage der letzteren, für die Frage also, ob ein Kanälchen -Querschnitt im konkreten Fall binnen- oder zwischenzellig liege, war schon vor Erscheinen der Arbeit Zimmermanns und vor der Einführung des Deckleistennachweises für diese Frage bekannt. Denn ein solcher Querschnitt (oder bei gewundenen Kanälchen die entsprechende Mehrzahl von Schräg- und Querschnitten) muß bei binnenzelliger Lage von den Zellwänden entfernt liegen, bei zwischenzelliger Lage in eine der ebenfalls quer zu ihrer Fläche getroftenen Zellwände hinein- oder an den gemeinsamen Treffpunkt mehrerer Zellwände fallen. Dieses Kriterium ist sowohl in meiner Arbeit (1. c. 1896, p. 321) wie auch in derjenigen Zimmermanns (1. c. 1898, p. 559) ausführlich erörtert. Die beigedruckten Reproduktionen (Fig. 1 u. 2) nach den Schemata aus beiden Arbeiten, welche dort


1) H. Braus, Ueber den feineren Bau der Glandula bulbo-urethralis (CowPERschen Drüse) des Menschen. Anat. Anz., Bd. 17, Jena 1900, p. 393, Anm. 1.

2) Statt „Sekretkapillaren" ziehe ich, da dieses Wort namentlich in der Leberhistologie und für den Anfänger so häufig Verwechslung mit Blutgefäßkapillaren hervorruft, zumal wenn in der Kürze nur „Kapillaren" gesagt wird, im Kolleg schon seit längerer Zeit den Ausdruck „Sekretkanälchen" (Gallenkanälchen) vor, der wohl in jeder Beziehung den Vorzug verdient.


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1. Fig. lb. Fig. 2a. Fig. 2b.

a Schema der intracellulären Lage, b Schema der intercellulären Lage nach H. Braus L c. p. 321, Fig. 4 a und b.

Fig. 2. a Schema der binnenzelligen Lage, b Schema der zwischenzelligen Lage nach K. W. Zimmermann 1. c. p. 558, Fig. b und c.

zur Erläuterung dienen, dokumentieren die völlige Identität unserer beiderseitigen Argumentation. Da bis zu jener Zeit vielfach auf Bilder von Längsansichten von Sekretkanälchen hin, welche ohne Berücksichtigung der Deckleisten häufig gar keine sichere Entscheidung über die Lage der Kanälchen zu den Zellen gestatten (s. w. u.), ein irrtümlicher Schluß gezogen, die kritische Bedeutung der Querschnitte aber vernachlässigt worden war i), so war hier fester Boden unter den Füßen gewonnen.

Durch K. W. Zimmermann (1898, p. 560) wurde nun für die Querschnitte der Kanälchen als weiteres, ergänzendes Merkmal ihrer Lage das Vorhandensein oder Fehlen von Querschnitten der Deckleisten zuerst eingeführt. Betrachtet man das körperliche Schema Zimmermanns von dem Verhalten der Deckleisten zweier Drüsenzellen zu dem zwischenzellig verlaufenden Sekretkanälchen (teilweise reproduziert in Fig. 3), so ist es klar, daß ein Querschnitt durch ein Kanälchen dieser Art zu entgegengesetzten Seiten je einen schwarzen Punkt (den Querschnitt der Deckleiste) aufweisen muß (Fig. 4). Bei


1) In meiner Arbeit stellte ich speziell gegenüber R. Krause, der für die Leber des Proteus eine binnenzellige Lage der Gallenkanälchen angegeben hatte, durch Benutzung jenes Argumentes fest, daß hier und bei allen Amphibien, die ich untersuchte, die Kanälchen nur zwischenzellig liegen. Gegen R. Krause wendet sich auch K. W. Zimmermann. Da ihm dabei meine bereits vorliegende Arbeit entgangen war, wies ich in der oben citierten Abhandlung (1900) bei gegebener Gelegenheit kurz darauf hin. Von Deck- oder Kittleisten ist an der Stelle ausdrücklich gesagt, daß sie für die ganze Lokalisationsfrage der Sekretkanälchen keinen absolut notwendigen Faktor bedeuten, ja ich konnte sie damals bei dem betreffenden Objekt (der CowPERSchen Drüse) nicht finden, obgleich sie (im Text s. w. u.) wohl vorhanden sind.


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einem Querschnitt durch ein binnenzelliges Kanälchen, welches natürlich nicht von Deckleisten begleitet wird, kann dies nie der Fall sein. In der Praxis ist dieses Merkmal nun außerordentlich wertvoll, weil bei distinkter Färbung die Querschnitte der Deckleisten sehr klar und oft schon bei Vergrößerungen her


Fig. 3. Körperliches Schema zweier Cylinderzellen mit zwischenzelligen Sekretkanälchen. Die Deckleisten sind dui'ch dicke schwarze Linien wiedergegeben. Nach K. W. Zimmermann 1. c. p. 558, Fig. i.

Fig. 4. Querschnitt durch ein Modell nach Art von Fig. 3 (nach K. W. Zimmermann 1. c. p. 558, Fig. i').



Fig.


Fig. 4.


vortreten, bei welchen die Zellwände nicht deutlich gesehen werden können. Namentlich wenn mehrere Zellen das Sekretkanälchen begrenzen, ermöglichen die dann natürlich in entsprechender Mehrzahl vorhandenen schwarzen Pünktchen eine leichte Orientierung. Es mag auch vorkommen, wie schon Zimmermann hervorhob, daß in Fällen, wo die Zellgrenzen gar nicht zu sehen sind, jene Deckleistenquerschnitte das einzige Argument für die Lagebestimmung der Kanälchen bilden. Aber dies wird jedenfalls zu den Seltenheiten gehören. Ja, es könnte der Fall eintreten, obgleich etwas derartiges, soviel ich weiß, bis jetzt überhaupt noch nicht beobachtet ist, daß bei solchen Querschnitten von Kanälchen, welche dem Kriterium der Zellwände nach binnenzellig liegen, doch Kittleistenquerschnitte vorhanden wären. Es wäre damit erst möglich, die bis jetzt ganz vage Behauptung mancher Autoren, daß die Zellwände zwischen benachbarten Drüsenzellen eingeschmolzen werden und vergehen könnten, wirklich zu begründen und das Deckleistenargument für die Vorgeschichte des Drüsenbaues (phylogenetisch) zu verwenden.

Andererseits gelingt es aber nicht immer, die Deckleisten distinkt darzustellen. Dies liegt jedenfalls sehr oft an mangelhafter Fixierung, und zwar bei an sich guten Methoden an zu spätem Eindringen der Fixierungsflüssigkeit in das zu untersuchende Epithel. In solchen Fällen ist dann die genaue Beachtung der Lage von Kanälchenquerschnitten zu den Zellwänden das einzige zur Verfügung stehende, aber auch völlig ausreichende Mittel zum Nachweis der binnen- oder


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zwischenzelligen Lage. Ich halte es deshalb für das zu allgemeinerer Verwendung fähige Merkmal von den beiden.

Denn wie launisch die Deckleisten sein können, lehrte mich, um ein Beispiel anzuführen, Material von der CowPERSchen Drüse des Menschen (vergl. meine oben citierte Arbeit 1900). Von einem Hingerichteten wurde die Pars membranacea urethrae nebst Bulbus und Muse, bulbocavernosus in ZENKERSche Flüssigkeit gelegt. Obgleich ein Querschnitt die Drüse durchtrennt und der Fixierungsflüssigkeit sofortigen Zutritt verschafft hatte und auch die Erhaltung des Organs eine vortreffliche zu sein schien, gelang es doch nicht, Deckleisten nachzuweisen. Ich hielt deshalb die Möglichkeit nicht für ausgeschlossen, daß überhaupt solche nicht vorhanden seien; denn bei Darmpräparaten desselben Hingerichteten gelang die Tinktion der Deckleisten sehr gut und leicht. Trotzdem muß wohl die Zeit, welche zwischen dem Tode des Justifizierten und der Entnahme des Präparates verstrich und welche wegen der eingehaltenen Reihenfolge bei Verarbeitung der Organe fast 3 Stunden betrug, ungeachtet der Einhüllung der Leiche in heiße Tücher genügt haben, um die Drüse so weit zu verändern, daß speziell die ZENKERSche Flüssigkeit die Deckleisten nicht mehr zu fixieren vermochte. Seitdem habe ich bei einer Hinrichtung abermals ein Präparat von der CowPERschen Drüse in derselben Weise gewonnen, nur mit der Modifikation, daß statt der ZENKERSchen Flüssigkeit Formolalkohol (5 ccm Formol auf 95 ccm 50-proz. Alkohols) benutzt wurde. Obgleich auch in diesem Fall aus demselben Grunde wie früher 2^2 Stunden nach der Decapitatio verstrichen, bevor das Präparat dem Leichnam entnommen und in die Flüssigkeit gelegt wurde, ließen sich doch mit HEiDENHAiNschem Eisenhämatoxylin Deckleisten sehr leicht und sehr scharf darstellen, so daß an ihrem Vorhandensein in der CowPERSchen Drüse des Menschen kein Zweifel mehr sein kann. Die rein zwischenzeliige Lage der Sekretkanälchen, welche an den früheren Präparaten ohne Deckleistenfärbung bereits festgestellt war, ließ sich an den neuen Schnitten ausnahmslos bestätigen.

Bei solchen Sekretkau älchen , welche von der Seite, also in Längsansicht gesehen werden, erlangt jedoch die Darstellung der Deckleisten unter Umständen eine für den konkreten Fall nicht zu ersetzende Bedeutung. Liegen die Kanälchen an den Kanten der Zellen, oder blickt man (für den Fall, daß sie flächenständig sind) so auf dieselben, daß die betreffende Zellenzwischenwand in der Sehachse liegt, so wird man zwar meist auch an Präparaten ohne Deckleistenfärbung die Zellwände bis an die Kanälchen heran verfolgen können.


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Aber es wird immer eine große Anzahl von längs getroffenen Kanälchen geben, bei welchen ohne den Nachweis der Deckleisten keine deutliche Beziehung zu den Zellwänden zu konstatieren ist. Es sind das bei zwischenzelligen Kanälchen diejenigen Fälle, wo die Kanälchen flächenständig liegen und die betreffende Zellzwischenwand außerdem in die Schnittebene ganz oder annähernd gefallen ist. Die Zellenwände können dann infolge ihrer geringen Dicke und großen Durchsichtigkeit völlig für das Auge des Beobachters verschwinden. Man wird sich zwar dadurch nicht irre machen lassen, wenn man sämtliche Querschnitte von Kanälchen in Berührung mit Zellwänden findet, da es sonderbar wäre, wenn alle etwa vorhandenen binnenzelligen Sekretkanälchen in Längsansicht und keines im Querschnitt zu sehen wäre. Aber den direkten Nachweis ermöglicht doch in diesem Fall nur die Darstellung der Deckleisten. Sowie solche als feine schwarze Linien die Sekretkanälchen begleiten (sei es zu beiden Seiten oder an der Vorder- und Hinterfläche, vergl. Fig. 3 sowie die übrigen Schemata in Zimmermanns Arbeit), so steht die zwischenzellige und, falls sie fehlen, die binnenzellige Lage fest, ohne daß andere Stellen des Präparates zum Vergleich herangezogen zu werden brauchten.

Der Umstand also, daß in Drüsenpräparaten, bei welchen die Deckleisten gefärbt sind, bei jedem beliebigen Sekretkanälchen festgestellt werden kann, ob es zwischen- oder binnenzellig Hegt, gleichgültig wie es selbst und die zunächst liegende Zellwand vom Messer getroffen ist, muß jeden Untersucher veranlassen, soweit er die nötigen Bedingungen in der Hand hat, bei Drüsenstudien diese, zugleich so elegante Tinktion zu erreichen. Ist dies nicht möglich, so kann man gleichwohl, wenn auch nicht immer auf so unmittelbare Weise, die Lage der Sekretkanälchen für die betreffende Drüse in einem sonst gut konservierten Präparat durch Beobachtung der Zellwände sicher bestimmen. Darauf hinzuweisen, scheint mir nicht unnötig, da vielfach der Deckleistennachweis für unumgänglich notwendig gehalten wird, wenn man die Lage von Sekretkanälchen bestimmen will, eine irrtümliche Meinung, welche jedoch auch K. W. Zimmermann selbst (1. c. p. 562 Anm. 1) zu teilen scheint.

Heidelberg, November 1902.


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Nachdruck verboten.

Einige Worte zu der Mitteilung von Kopseh: „Die Darstellung des Binnennetzes in spinalen Ganglienzellen und anderen Körperzellen mittels Osniiumsäure" ^).

Von Prof. Dr. Emil Holmgren in Stockholm.

Mit 2 Abbildungen.

Ganz zufälligerweise ist die oben genannte Mitteilung von Kopsch in meine Hände gekommen, die ich mit einigen Zeilen beantworten muß. Kopsch berichtet in diesem Aufsatze, den Prof. Waldeyer der Kgl. Akademie der Wissenschaften zu Berlin vorgelegt hat, daß er durch langdauernde Einwirkung von Osmiumsäure ein binnenzelliges Netzwerk, besonders an den spinalen Nervenzellen, hat darstellen können, das er mit dem GoLGischen, durch die Chromsilbermethode hergestellten „apparato reticolare interno" vergleichen will. Er berührt dabei auch vergleichsweise ziemlich umständlich meine „Trophospongien" und „Saftkanälchen" oder „Trophospongienkanälchen". Er findet aber dabei, daß die Vergleichung des Osmiumnetzes mit meinen Befunden sehr schwierig ist. „Die Vergleichung wird ganz besonders dadurch erschwert", sagt er (p. 3), „daß dieser betriebsame Forscher" (seil, ich) „in der großen Zahl seiner kleineren und größeren Mitteilungen über diesen Gegenstand seine Ansichten fortdauernd geändert hat. An die Stelle der ursprünglich gefundenen, mit einer eigenen Wand ausgestatteten „Saftkanälchen", welche ursprünglich (bei Lophius) sogar Blutgefäße sein sollten, treten in der siebenten Mitteilung die soliden „Kapselprozesse", welche sich später als die Ausläufer von „intrakapsulären Zellen" „entpuppen" und mit dem Namen Trophospongium belegt werden. Aus den Fäden dieses Netzes sollen nun durch Verflüssigung der Substanz die früher beschriebenen „Saftkanälchen" entstehen, welche jedoch nicht mehr als „wahre Röhrchenbildungen" aufgefaßt werden, sondern vielmehr „den morphologischen Ausdruck einer gewissen Phase der stoÖ'lichen Einwirkungen der Nervenzelle und der dazu gehörenden intrakapsulären Zellen aufeinander darstellen".

Selbst falls die von Kopsch gegen mich gerichteten Einwendungen über die Art meiner wissenschaftlichen Beschäftigung berechtigt wären, scheint es mir in Frage gestellt werden zu können,' ob nicht ein Autor, der eine Entdeckung (in diesem Falle die „Saftkanälchen") hat machen können, in seinem guten Rechte sein sollte, dieselbe durch fortgesetzte Studien und durch von ihm selbst ausgearbeitete Methoden weiter zu entwickeln und zu vertiefen. Ist er ein „betriebsamer Forscher" und liebt er seine Wissenschaft, so arbeitet


1) Sitzuugsber. d. Kgl. Preuß. Akad. d. Wiss. zu Berlin, Bd. 40, 1902.


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er ununterbrochen und mit einem alles besiegenden Enthusiasmus; und er ist ehrlich und vorurteilsfrei, falls er infolge reicherer Erfahrung an seiner ursprünglichen Auffassung nicht starr und einseitig festhält, sondern eventuell öffentlich dieselbe mehr oder weniger modifiziert, Ist er dagegen ein fauler Mensch, so produziert er weniger, und die übrigen Forscher finden dann eine geringere Last, seine Arbeiten durchzugehen, und können deshalb dieselben leichter und gewissenhafter übersehen. — Ich bewundere nicht solche Forscher, die durch allerlei Advokaturen ihre einmal ausgesprochene Meinung zu verteidigen suchen, wie unrichtig ihre Auflassung auch sein mag, denn solche Forscher arbeiten nicht um ihrer Wissenschaft willen, sondern in erster Reihe für ihre eigene ephemere Ehre.

Nun ist indessen Kopsch eigentlich nicht berechtigt gewesen, die oben citierten und andere in derselben Mitteilung eingeführten Einwendungen gegen mich zu richten ; denn dieselben sind teilweise ganz und gar falsch, teilweise machen sie ein ungenügendes Verständnis meiner Ideen und eine ziemlich lückenhafte sachliche Erfahrung offenbar.

In meiner Arbeit über die spinalen Nervenzellen von Lophius piscatorius \) habe ich geglaubt, den FRiTSCHschen Befund von binnenzelligen Blutkapillaren konstatieren zu können; und in einem Nachtrag derselben Arbeit habe ich unter anderem die erste Mitteilung von „Saftkanälchen" an den spinalen Nervenzellen von Kaninchen gemacht. Aus diesen faktischen Verhältnissen zu schließen , daß ich ursprünglich die Saftkanälchen als Blutkapillaren auflassen wollte, muß wohl als sehr unberechtigt betrachtet werden! Einen solchen Schluß öffentlich zu tun, ist indessen um so viel schlimmer, als ich in allen meinen folgenden Arbeiten so stark wie möglich betont habe, daß eventuell vorhandene binnenzellige Blutgefäße an den Nervenzellen mit den „Saftkanälchen" absolut gar nichts gemeinsam haben können. Für eine Zusammenstellung der Blutkapillaren mit den „Saftkanälchen" kann Kopsch Adamkiewicz verantwortlich machen, der einen solchen Vergleich in der Tat eifrigst verfochten hat 2), was eine öffentliche Kontroverse zwischen mir und Adamkiewicz einmal veranlaßt hat, die Kopsch nicht unbekannt sein kann, da er sowohl den Adamkiewiczschen fraglichen Aufsatz, als auch meine Antwort an Adamkiewicz ^) in sein Litteraturverzeichnis aufgenommen hat. Ja, Kopsch kann, falls es ihm gefällt, für einen solchen Vergleich auch Wallenberg und Edinger'^) verantwortlich machen, die besonders betont haben, daß die Analogie der „Saftkanälchen" und der Befunde, die Adamkiewicz infolge arterieller Injektion an den Nervenzellen einmal hatte


1) Aiiat. Hefte, Bd. 12, Heft 1, 1899.

2) Anat. Anz., Bd. 17, p. 44.

3) Anat. Anz., Bd. 17, p. 267.

4) Bericht über die Leist. auf d. Geb. d. Anat. des Zentralnervensystems während der Jahre 1899 und 1900 (p. 17).


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erzielen können, bestehen muß. Ich habe jedoch an einer solchen Zusammenstellung selbst nicht den geringsten Anteil.

Was die übrigen oben citierten KopscHScheu Auseinandersetzungen betrifft, so will ich sagen, daß man eine Sache verschieden auslegen kann, je nach der subjektiven Stellung zu derselben und nach der eigenen sachlichen Erfahrung. — Die tatsächliche Unterlage zu den KopscHschen übrigen genannten Bemerkungen ist die folgende.

In demselben Jahre, als ich die oben genannte erste Mitteilung über die „Saftkanälchen" der Nervenzellen lieferte (1899), veröö'entlichte ich einen zweiten Aufsatz über denselben Gegenstand '). Innerhalb der Zellen konnte ich keine deutlichen Wände an den Kanälchen sehen, wohl aber an den Stellen, wo die Kanälchen an die Oberfläche der Zellen herangetreten waren, um sich in extracellulären Spalten zu öffnen. — In einer dritten Mitteilung von demselben Jahre ^) wurde von mir berichtet, daß ich infolge fortgesetzter Studien besondere Wände an den Kanälchen, auch innerhalb der Zellen gefunden hatte, — was auch in dem folgenden Jahre behauptet wurde ^). Es wird dann hinzugefügt, daß diese Kanälchenwände, die sich außerhalb der Nervenzellen verfolgen lassen, indem sie unmittelbar in die Begrenzungen der extracellulären Spalten übergehen , worin sich die Kanälchen hier und da öffnen können, auch durch die WEiGERTsche Resorciu-Fuchsinfarbe (nach CARNOY-Konservierung) gefärbt werden können. Ich hatte in derselben Abhandlung auch niedere Vertebraten und Evertebraten untersucht. Unter den ersteren hatte ich den Nervenzellen von Lophius eine erneute Untersuchung gewidmet und war dabei zu der Ueberzeugung gelangt, daß die Kanälchenbildungen, die ich früher mit Fritsch als Blutkapillaren gedeutet hatte, in der Tat mit Blutgefäßen nichts zu tun hätten, sondern mit den „ Saftkanälchen '^ zunächst zu vergleichen wären. Unter den Evertebraten hatte ich die Nervenzellen von Crustaceen untersucht und bei diesen Tieren ebenso unleugbar wie bei Lophius gefunden , daß die Saftkanälchen innerhalb kapsulärer Fortsätze, als Spalten derselben, zu Stande kommen. Aus den genannten Befunden an den verschiedensten Tieren war ich zu der Meinung gelangt, daß die „Saftkanälchen"' eigentlich exogener Natur wären. Diese Auffassung habe ich seitdem in der von Kopsch als die siebente bezeichneten Mitteilung *) zu begründen versucht. Ich war zu der Meinung gelangt, daß die Nervenzellen durch „Kapselfortsätze", durch strangförmige Gebilde exogener Natur netzförmig durchsetzt sein sollten, innerhalb welcher die „Saftkanälchen" sich entwickelten. — So bekam ich zur Untersuchung Schlundganglien von Helix pomatia^), wo ein Hineindringen von exogenen strangförmigen Bildungen, die sich miteinander netzförmig vereinigen können, auf das deutlichste wahrnehmbar war, selbst nach


1) Anat. Anz., Bd. 16, No. 7, 1899.

2) Anat, Anz., Bd. 16, No. 15/16, 1899.

3) Anat. Anz., Bd. 17, No. 6/7, 1900.

4) Anat. Hefte, Bd. 15, Heft 1, 1900.

5) Anat. Anz., Bd. 18, No. 11/12, 1900.


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den einfachsten Behandlungsmethoden. Auch an diesen „Kapselfortsätzen" lassen sich sehr leicht Flüssigkeiten führende Spalten nachweisen. Es war ganz auffallend, daß diese exogenen Strangnetze oft als Ausläufer multipolar gestalteter Stützelemente aufgefaßt werden mußten. Ich stellte dann diese exquisiten Bilder von Helix an die Seite der Bilder, die ich durch eine besondere, von mir selbst ausgearbeitete Methode an den Nervenzellen höherer Vertebraten (Mammalien) bekommen hatte ^). Da ich nämlich schon frühzeitig bei meinen Studien über die „Saftkanälchen" der Nervenzellen zu der Ansicht gekommen war, daß diese Kanälchen auch bei höheren Vertebraten in der Tat innerhalb kapsulärer Fortsätze zu stände kommen, machte ich — wie oben angegeben — einen Versuch mit der WEiGERTschen Resorcin-Fuchsin-Methode (nach Konservierung in Carnoys Gemisch). Auf Grund theoretischer Erwägungen und nach zahlreichen Versuchen fand ich endlich, daß für eine gute elektive Färbung der intracellulären Kapselfortsätze an höheren Vertebraten eine Konservierung durch Trichlor- Essigsäure und nachherige Färbung mit der verdünnten Resorcin-Fuchsinfarbe sehr vorteilhaft war. Diese Methode habe ich später sehr verbessert dadurch, daß ich anstatt der Trichlor-Essigsäure Trichlor-Milchsäure benutzt habe^). An der Hand der Bilder, die ich durch diese bisher für den fraglichen Zweck unübertroffene Methode bekam, wobei ich fand, teils daß die „Saftkanälchen" wie Tröpfchen innerhalb der „Kapselfortsätze" zu stände kamen, teils daß diese „Saftkanälchen sich gewiß nicht immer, obwohl oft an der Oberfläche der Nervenzellen entleerten (was ich jedoch in meinen Arbeiten leider nicht hinreichend betont habe), teils endlich daß die „Kapselfortsätze" selbst (an den höheren Vertebraten) als Ausläufer anderer multipolar gestalteter Zellen aufzufassen waren (ganz in Ueberstimmung mit den so auffällenden Verhältnissen an Helix) — war ich zu der Ueberzeugung gekommen, daß die „Saftkanälchen" nicht gut, wie ich früher und mit mir andere Forscher angenommen hatten, als ein lymphatisches Drainagesystem der Nervenzellen aufgefaßt werden könnten, sondern „den morphologischen Ausdruck einer gewissen Phase der stofflichen Einwirkungen der Nervenzelle und der dazu gehörenden" multipolaren Zellen aufeinander darstellten ^). — Daß ich die fraglichen kanälchenbildenden „Kapselfortsätze" Trophospongien der Nervenzelle genannt habe, bedeutet wohl kaum eine Aenderung in meinen sachlichen Vorstellungen. — Daß meine oben erwähnte Methode für die Trophospongien ganz spezifisch ist, geht auch daraus in deutlicher Weise hervor, daß ich durch diese Methode die Trophospongien auch innerhalb anderer Zellarten sehr gut habe darstellen können^). Kopsch hat übrigens diese meine Methode (ob


1) Anat. Hefte, Bd. 18, Heft 2, 1901.

2) Anat. Anz., Bd. 20, No. 18, 1902 u. a. St.

3) Arch. f. mikr. Anat., Bd. 60, 1902, u. Anat. Anz., Bd. 22, No. 1, 1902.

4) Anat. Anz., Bd. 20, No. 18, 1902; Bd. 21, No. 16/17, 1902; Bd. 22, No. 1, 1902; Bd. 22, No. 4/5, 1902.

Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 25


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wohl nicht diejenige mit Trichlor-Milchsäure, sondern nur die schlechtere erste Modifikation mit Trichlor-Essigsäure) versucht und er sagt auf Grund eigener Erfahrung, daß dieselbe „sehr gute Bilder liefert".

Wer soll nun eigentlich berechtigt sein, wie Kopsch es tut, über meine oben berichteten und — soweit ich selbst sehen kann — methodisch und konsequent durchgeführten Studien Veranlassung zu finden, ein tadelndes Urteil auszusprechen ? Selbst falls meine Ergebnisse sich in einer oder anderer Hinsicht als nicht ganz richtig erweisen sollten — was jedoch Kopsch aus seinen vorgelegten eigenen Studien unmöglich abmachen kann — , so ist Kopsch nicht berechtigt gewesen, in der vorliegenden Frage mir eine schwankende Haltung vorzuwerfen. Vielmehr habe ich für eine Auflassung gekämpft, die mir schon frühzeitig vorgeschwebt hat, die ich dann nicht zu verlassen oder umzuwerfen, sondern zu erweitern und zu vertiefen versucht habe, und die ich, je reicher meine Erfahrung wird, immer besser begründet finde.

Was nun die KopscHSchen Befunde von durch Osmiumsäure hervorgerufenen binnenzelligen Netzen betrifft, so kann ich aus seinen Beschreibungen derselben meinesteils nicht sicher entnehmen, ob sie mit dem GoLGischen „apparato reticolare interno" oder mit meinen „Trophospongien" identisch sind. Ich bin zunächst geneigt, an meine „Trophospongien" zu denken, weil die KopscHschen Netze (wie K, betont) sehr oft aus Körnchen aufgebaut zu sein scheinen; denn die „Trophospongien" sind an den höheren Tieren in der Regel körnig. Soweit ich weiß, ist ein körniges Aussehen für den „apparato reticolare" nicht charakteristisch. Die mit Chromsilber gefärbten GolgiNetze, die ich selbst besitze, zeigen nicht die geringste Andeutung einer körnigen Zusammensetzung. — Nun ist indessen Kopsch der Meinung, daß sowohl die „Trophospongien" als die Osmiumnetze mit den GoLGi-Netzen identisch sein sollen, und er stützt sich bei dieser Auffassung darauf, daß weder die Osmiumnetze noch die „Trophospongien" die Oberfläche der Nervenzellen erreichen können, sondern immer, ohne Ausnahme, nur das Endoplasma occupieren ; also in völliger Uebereinstimmung mit den Angaben von Golgi und Veratti in betreff' der Chromsilbernetze. Was die „Trophospongien" betrifft, ist indessen diese KopscHsche Meinung durchaus unrichtig. Daran muß ich absolut festhalten; denn ich glaube mehr meinen eigenen Augen als den KopscHschen Behauptungen. Desgleichen scheint mir Kopsch nicht besonders objektiv zu sein, da er bei seinem angestellten Vergleich zwischen den GoLGi-Netzeu und seinen Osraiumnetzen die von Retzius^), mir-) und Smirnow^) hergestellten Chromsilbernetze ganz ignoriert, obwohl er dieselben gewiß kennt (er hat dieselben in sein Litteraturverzeichnis aufgenommen). Zwar passen sie nur schlecht zu der KoPSCHschen Konstruktion, aber wir müssen mit denselben nichtsdestoweniger ziemlich viel rechnen. Es


1) Biol. Untersuch., N. F. Bd. 9.

2) Anat. Hefte, Bd. 15, Heft 1, 1900.

3) Arch. f. mikr. Anat., Bd. 59, S. 459.


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ist Dämlich den genannten Autoren, unter denen Retzius und Smirnow sehr bewährte Forscher sind, gelungen, GoLGi-Netze herzustellen, die teils an die Oberfläche der Nervenzellen heranreichen, teils auch ein sehr unregelmäßiges Aussehen, nämlich bald aus dünnen Zweigen, bald aus kolossal verdickten Strängen aufgebaut, zeigen (vergl. die Retziusschen Abbildungen!). Diese GoLGi-Netze erinnern nur äußerst wenig an die Kopsciischen Osmiumnetze und machen darum auch einen Vergleich zwischen den Chromsilbernetzen und den Osmiumnetzen ziemlich bedenklich. — Diese von mir selbst, von Retzius und von Smirnow einerseits und die von Golgi und Veratti andererseits dargestellten GoLGi-Netze bilden ein wichtiges Fundament meiner eigenen Auflassung in betreff" der wahren Natur der GoLGi-Netze. Ich habe schon seit Jahren, ja schon seit meiner ersten Mitteilung über die „Saftkanälchen" der Nervenzellen die Auflassung verfochten, daß die GoLGi-Netze in der Tat die geschwärzten ,,Saftkanälchen darstellen — eine Auffassung, die übrigens ziemlich allgemein acceptiert wurde. Ich hatte nämlich schon frühzeitig bei meinen Studien über die „Saftkanälchen" gefunden, daß dieselben eigentlich unter zwei verschiedenen Typen zu Tage treten können, nämlich teils in einer Form, wobei die Kanälchen als äußerst fein und gleich fein ein dichteres oder lockeres Netz bilden, teils in einer Form, wobei sie teilweise als sehr weite spaltenähnliche Bildungen auftreten ' ). Diese beiden Typen der Kauälchen, die seitdem auch andere Forscher haben wiederfinden können , erinnern in ganz auffallender Weise an die GoLGi-Netze, die teils (nach Golgis und Verattis Befunden) ein vergleichsweise feinfädiges und mehr gleichförmiges Netzwerk, teils (nach Retzius', Smirnows und meinen eigenen Erfahrungen) ein aus bezüglich ihrer Dicke kolossal variierenden Strängen bestehendes und sehr unregelmäßiges Netz bilden können. — Die Trophospongieunetze und, wie Kopsch hervorhebt, die Osmiumnetze dagegen sind in der Regel aus fast gleich dicken, feinen Fäden aufgebaut — ein Verhalten, das für mich auch geeignet zu sein scheint, die Identität der Trophospongien und der Osmiumnetze noch wahrscheinlicher zu machen. Auf p. 4 sagt Kopsch, er finde, „daß die Ergebnisse von Holmgrens neuester Methode, welche sehr gute Bilder liefert, wohl mit den Befunden der Silber- oder Osmiumimprägnation in Beziehung gebracht werden können, den früheren Befunden von Holmgren aber direkt widersprechen. Dies wird am deutlichsten an den Spinalgangiienzellen der Vögel, bei welchen die Resorcin-Fuchsin-Färbung nach Trichlor-Essigsäure-Fixirung nur ein aus Fäden bestehendes Netz ergil^t, welches identisch ist mit dem durch Osmiumsäure an demselben Material darstellbaren, während doch nach Holmgren gerade die Vögel außerordentlich weite Kanäle besitzen sollen." — Es wäre sehr zu bedauern, wenn ich eine gute elektive Methode ausgearbeitet hätte, der meine eigenen Angaben selbst widersprächen ! Glücklicherweise ist dies jedoch nicht der Fall, wenn auch Kopsch infolge einer allzu lückenhaften Erfahrung zu einer solchen Meinung gekommen ist.


1) Aüat. Anz., Bd. 16, No. 7, 1899.

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— Dieselben beiden Erscheinungsformen der „Saftkanälchen", die ich oben erwähnt habe, treten nun auch an den spinalen Nervenzellen der Vögel auf, wenn auch die spaltenähnliche Form bei diesen Tieren sehr allgemein und fast unvergleichlich hochgradig entwickelt ist. Die Beweiskraft des KopscHSchen oben citierten Vergleiches zwischen Netzwerke und Kauälchen bei den Vögeln ist deshalb ziemlich schwach; denn es gibt, wie ich gleich zeigen will, auch bei den Vögeln Kanälchennetze, die ebenso fein und gleichförmig sind wie die GoLGischen Netzwerke ! Ich kann nicht umhin , mein Erstaunen darüber auszusprechen, daß Kopsch, der, wie er sagt, mehrere Vögelarten studiert hat (Columba, Gallus, Anas), diese beiden so leicht auffindbaren Erscheinungsformen der „Saftkanälchen" nicht hat beobachten können. Dies muß als eine seltene Zufälligkeit betrachtet werden. — Kopsch sagt (p. 4), daß „doch unter den zahlreichen Ganglienzellen eines Schnittes die eine oder andere diese Kanalisation zeigen müßte. Ich kann Kopsch versichern, daß es nicht notwendig ist, so unglücklich zu sein, wie in dem eben genannten Falle, ein ganzes Ganglion durchzumustern, ohne eine einzige Kanalisation zu sehen ; manchmal aber findet man in fast jedem Schnitte eines Ganglions zahlreiche Kanälchenbildungen.

Was nun indessen die oben citierten und für Kopsch so beweisenden Verhältnisse der Vögelganglien weiter betrifft, so will ich in diesem Zusammenhange 2 spinale Nervenzellen von einer Taube (mit meiner Trichlor-Milchsäuremethode behandelt) demonstrieren. Diese Zellen stellen keine exzeptionellen, sondern vielmehr ganz allgemein vorkommende Verhältnisse dar. Kopsch hatte ja selbst an Tauben beobachtet. In Fig. 1 finden wir ein feinfädiges binnenzelliges Netzwerk, das durch zwei vergleichsweise grobe Zweige mit einer „intrakapsulären Zelle" in direkter Verbindung steht. An einigen Stellen des Netzes sind infolge einer Verflüssigung Netzteile in „Saftkanälchen" umgewandelt, die nur sehr wenig weiter sind als die noch körnigen Teile des „Trophospongiums". An den meisten Stellen sind die „Saftkanälchen" von Resten der ursprünglich körnigen Trophospongienzweige noch abgegrenzt. An einigen Stellen sind



Fig. 1.


Fi-. 2.


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TrophospoDgienteile völlig verflüssigt worden, infolgedessen die so entstandenen Kanälchen keine eigenen Wände besitzen, sondern vom Nervenzellprotoplasma direkt abgegrenzt werden. — Da man wohl kaum vermuten kann, daß diese verflüssigten Trophospongienteile in einen körnigen Zustand zurückkehren, muß man annehmen, daß diese Netzteile in den endocelluläreu StoÖ'wechselprozessen ganz aufgehen und dadurch verschwinden. Ich habe geglaubt, eben in diesem Verhalten einen Grund zu finden, warum die Trophospongiennetze in ihrer Dichtigkeit und binnenzelliger Lokalisation so hochgradig wechseln (s. hierüber weiter in meinen Aufsätzen im Arch. f. mikr. Anat.. Bd. 60, 1902, und im Anat. Anz., Bd. 22, No. 1, 1902). — In Fig. 2 wieder finden wir eine große Menge von .,Saftkanälchen", die ein sehr feines, dichtes und gleichmäßiges Netz bilden. Daß auch diese Kanälchenbildungen aus den „Trophospongien" entstanden sind, geht in unzweideutiger Weise aus dem Verhalten hervor, daß sie hier und da mit noch körnigen „Trophospongien" in direkter Verbindung stehen, daß sie sich als direkte Fortsetzungen derselben erweisen.

Was zeigen uns nun ähnliche Bilder? Sie berichten uns, daß die fraglichen Nervenzellen von einem feinen, aus körnigen Fäden aufgebauten, mehr oder weniger dichten Netzwerke durchgesetzt werden, das mit den „intrakapsulären Zellen" (wie Ausläufer derselben) in direktem Zusammenhange steht, — daß mehr oder weniger zahlreiche Zweige dieses Netzes verflüssigt werden, in „Saftkanälchen" übergehen können, — daß diese Kanalisation mitunter als äußerst reichlich, fein und gleichförmig zu Tage treten kann. Vorausgesetzt, daß diese dichten, feineu Kanälchennetze von doppelchromsaurem Silber ausgefüllt werden, müßten sie als die GoLGischen schwarzen Silhouetten hervortreten. Daran kann wohl niemand zweifeln ! — Ich kann — trotz KopscH — nur diesen Schluß ziehen.

In einer einzigen Hinsicht will ich doch endlich Kopsch meinen Dank aussprechen. Er hat meine Trichlor-Essigsäure-Kesorcin-FuchsinMethode geprüft und sehr gut gefunden. Damit habe ich nämlich wenigstens einen Gewinn aus der KopscHSchen Mitteilung gezogen. Es ist jedoch schade, daß Kopsch nicht die Trichlor-Milchsäure anstatt der Trichlor-Essigsäure verwandt hat, was ich doch empfohlen habe. Die Tinktionen werden nämlich nach Trichlor-Milchsäure viel vollständiger als nach Trichlor-Essigsäure. Vielleicht hätte er in solchem Falle etwas von dem sehen können, was ihm jetzt entgangen ist.


Nachdruck verboten.

Bemerkungen zu der Arbeit Ton A. Giardina

(diese Zeitschrift, Bd. 21, 1902, p. 561). Von 0. BüTSCHLi.

Zu der vor kurzem in dieser Zeitschrift (Bd. 21, p. 561) erschienenen Betrachtung von Dr. Andrea Giardina: „Note sul meccanismo della fecondazione e della divisione cellulare


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studiato principalmente in uova di echini" seien mir hier einige Bemerkungen in eigener Sache gestattet. — Ich persönhch schätze den Wert derartiger theoretischer Untersuchungen über die möghchen wirksamen Ursachen (Kräfte oder Energien) bei bestimmten Vorgängen im Zellenleben nicht alizuhoch ein. Soweit unsere zeitigen Erfahrungen reichen, kann es sich ja fast immer nur um Mutmaßungen handeln, wertvoll für die Richtung weiterer Forschungen ; aber es wird lange dauern, bis sich aus diesen Vermutungen gesicherte und wohlbegründete Schlüsse ergeben werden. Ich bin daher auch gewiß nicht geneigt, das, was ich persönlich an derartigen Mutmaßungen und Deutungen bei Gelegenheit entwickelt habe, für besonders wichtig zu erachten. Dagegen vermag ich aber auch nicht stillzuschweigen, wenn das, was ich dargelegt habe, entstellt wird oder gar keine Beachtung findet. Ich bin es ja seit geraumer Zeit gewöhnt, daß meine Untersuchungen und Betrachtungen, durch welche ich einzelne Vorgänge bei der Zellteilung etwas aufzuklären hoffte, zwar hier und da zitiert, jedoch kaum ernstlich studiert werden, wie sich aus den meist sehr flüchtigen Citaten ergibt.

Einige Punkte dieser Art, die ich der Arbeit von Giaedina entnehme, erlaube ich mir hier etwas näher zu beleuchten.

1) Auf p. 563 kritisiert G. die von mir 1892^) vorgetragenen Bemerkungen über die wahrscheinliche Wirkungsweise des Centrosoms bei der Entstehung der sog. Attraktionssphäre (früher Centralhöfe) und der Asterenbildung. Ich basierte meine Ansicht: daß von dem Centrosom eine Zugwirkung auf das umgebende, wabig strukturierte Plasma ausgehe, auf meine Studien über die, mit karyokinetischen Figuren frappant übereinstimmenden sog. künstlichen karyokinetischen Figuren, die sich bei Gerinnung dünner Gelatineschichten in schwacher Chromsäurelösung bilden, wenn zwei kleine Luftbläschen in richtiger Entfernung in der Gelatine eingeschlossen sind. Indem, unter Verkleinerung dieser Luftbläschen, zunächst durch Abkühlung, später durch Absorption, eine prachtvolle Strahlung in der alveolären Gelatine sich entwickelt, entsteht dann bei Zusammenwirken zweier solcher Bläschen (in richtiger Entfernung) eine vorzüghche Spindel samt Attraktionssphären und Asteren, wobei die Luftbläschen die Stelle der Centrosomen einnehmen. Das Tatsächliche wurde später in meinem Werk über „Strukturen" 1898 2) eingehend geschildert und ausführlich illustriert; aber, wie es scheint, ziemlich umsonst. Giakdina spricht nun von meinen Versuchen über die sog. künstliche karyokinetische Figur in geronnener Gelatine als von den „modelli alia gelatina del Bütschli" (p. 563 und 574). Aus dieser seltsamen Charakterisierung meiner Versuche scheint mir zweifellos hervorzugehen, daß Verfasser meine Arbeiten über diesen Gegenstand im Original gar nicht angesehen hat


1) 0. Bütschli, Ueber die künstliche Nachahmung der karyokinetischen Figur. Verh. d. Naturhist.-med. Vereins Heidelberg, N. F. Bd. 1, p. 28— 4L

2) 0. Bütschli, Untersuchungen über Strukturen, Leipzig 1898. Mit Atlas von 26 Taf.


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und so zu der eigentümlichen Auflassung gelangen konnte, daß ich Modelle der karyokinetischen Figur aus Gelatine angefertigt hätte. Um diesem Glauben nicht weitere Ausbreitung zu gestatten, erlaube ich mir hier, gegen diese Bezeichnung meiner Versuche zu protestieren.

Daß Gtardina meine Abhandlungen nur aus dritter Hand kennt, ergibt sich auch aus dem Einwand, den er gegen meine Ansicht über die wahrscheinliche Wirkungsweise des Centrosoms bei der Entstehung der Asteren und der Attraktionssphären erhebt. Ich führte diese Vorgänge darauf zurück, daß das Centrosom, unter Volumzunahrae, Flüssigkeit aus dem umgebenden Plasma aufnehme. Nun hat sich GiARDiNA diesen Vorgang auch überlegt und kam dabei zu dem Ergebnis, daß die von Bütschli und später Rhumbler angenommene Zugwirkung des Plasmas, welches das sich vergrößernde Centrosom umgiebt, „una pura illusione" sei. Nun, so viel Logik dürfte mir GiARDiNA doch eigentlich freundlicherweise zugestehen, daß auch ich imstande bin, zu begreifen, daß, wenn das Centrosom durch einfache Flüssigkeitsaufnahme (Imbibition) aus dem umgebenden Plasma wächst, das Volum des Centrosoms plus dem des umgebenden Plasma sich nicht wesentlich verändern kann. Deshalb, meint er aber, sei die von mir 1892 aufgestellte Ansicht unhaltbar. Hätte er nun meinen Aufsatz von 1892 wirklich gelesen, so hätte er darin folgende Betrachtung über den fraglichen Vorgang gefunden (p. 36) : „Die Vergrößerung des Centrosoma kann nämlich nur auf Flüssigkeitsaufnahme aus dem umgebenden Plasma beruhen. Ist nun unter diesen Bedingungen dennoch das Eotstehen einer Strahlung möglich, entsprechend, derjenigen um die sich zusammenziehende Luftblase? Diese Möglichkeit scheint mir tatsächlich vorhanden , sobald wir voraussetzen , daß das Centrosom die aufgenommene Flüssigkeit zum Teil chemisch binde, so daß das Volum dieses Körpers weniger zunehme, als das Volum der dem umgebenden Plasma entzogenen Flüssigkeit beträgt. Unter diesen Umständen wird zwar das Centrosom selbst sein Volum vergrößern, das umgebende Plasma dagegen beträchtlicher an Volum abnehmen, so daß das Centrosom den Mittelpunkt einer sich zusammenziehenden, verkleineruden Protoplasmapartie bildet, die auf das übrige Plasma radiär gerichtete Zugkräfte ausübt und daher eine Strahlung hervorruft, welche jener um die Luftblase entspricht."

In diesen Zeilen wurde also schon 1892 der nach 10 Jahren erhobene Einwand Giardinas erörtert, und die Möglichkeit gezeigt, wie eine Zugwirkung dennoch entstehen kann. Versuche mit Strahlungen um gebrannte Alabasterpartikel in geronnener Gelatine wurden besonders zur Prüfung der vorgetragenen Vermutung angestellt und 1898 genauer beschrieben.

2) Giardina wendet sich dann zu der von mir schon 1876^) [nicht nur 1892 2), wie er angibt] ausgesprochenen Meinung, daß die


1) 0. Bütschli, Studien über die ersten Entwickelungsvorgänge der Eizelle etc. Abhandl. d. Senkenberg, naturf. Ges., Bd. 10, p. 202.

2) 0. Bütschli, Untersuchungen über mikroskopische Schäume und das Protoplasma, p. 158 ff.


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Centrosome die Centren diffusioneller Vorgänge im Plama seien, und daß ein solcher, um die Centrosome radiär orientierter „ditfusioneller Austausch" das Entstehen der sichtbaren Strahlung bedinge. — 1876 (p. 201 — 204) hielt ich es auf Grund der zeitigen Erfahrungen für wahrscheinlich, daß von den Polen der Kernspindel (die Centrosome waren damals bekanntlich noch nicht entdeckt und der Vorgang der karyokinetischen Kernteilung in diesem Werk von mir zuerst geschildert worden) „Flüssigkeit und vielleicht noch gewisse, sehr wichtige Stoti'e aus dem Kern in das Plasma eindringen, und daß die Strahlung „der optische Ausdruck dieses Prozesses sei". Ich fahre dann folgendermaßen fort: „Die Annahme lautet daher, daß die strahlige Anordnung des Plasmas um die Centralhöfe der Ausdruck einer von diesen ausgehenden physikalisch -chemischen Aenderung des Plasmas sei, wobei eine allmähliche Abnahme dieser Aenderung von den Centralhöfen nach der Peripherie hin statthat, welche von ersteren aus unterhalten wird."

1892 dagegen änderte ich meine Meinung dahin, daß die Centrosome umgekehrt Stoffe aus dem umgebenden Plasma aufnähmen und dadurch die Strahlung bedingten.

GiARDiNA ist nun auf Grund einiger Versuche mit Seeigeleiern, die er in Salzlösungen von höherem osmotischen Aequivalent brachte, resp. auch dann wieder aus diesen Lösungen in verdünntere, der Meinung, daß ich im Unrecht sei, wenn ich annehme, daß Strahlungen durch Diffusionswirkung um einen Körper, wie das Centrosom, der Flüssigkeit aufnehme, entstünden; vielmehr entstehen, seiner Meinung nach, unter diesen Umständen stets nur Strahlungen in dem Körper höheren osmotischen Druckes, d. h. dem Wasser aufnehmenden. So verstehe ich wenigstens seine etwas unklare Darstellung. — Hätte er sich aber ein wenig bemüht, nachzusehen, was ich 1892 ^) über Strahlungen berichtet habe, welche in Oelseifen schäum -Tropfen durch diffüsionelle Wasserentziehung oder Wasseraufuahme hervorgerufen werden — und ich schmeichle mir gleichzeitig, der erste gewesen zu sein, der das Entstehen von Strahlungen auf dieser Grundlage entdeckte — so hätte er p. 29 — 31 gefunden, daß meine Versuche ergaben, daß solche Strahlungen in den Oelseifenschäumen sowohl bei diffusioneller Abgabe als Aufnahme von Wasser aus der Umgebung auftreten, daß sie daher von mir nur als Ausdruck einer diffusionellen Flüssigkeitswanderung, dagegen nicht als Anzeige einer Wanderung in bestimmter Richtung angesehen worden sind. Wie gesagt, habe ich jedoch die Meinung, daß die Asterenbildung auf Diffüsionsströmen beruhe, bald verlassen (1892).

GiARDiNA dagegen hält an dieser Idee fest, und zwar soll das Entstehen der strahligen Struktur des Plasmas nach ihm eigentlich auf zwei konkurrierenden Vorgängen beruhen: 1) sollen von dem Centrosom aus gewisse „chemotropische Substanzen" in das alveoläre Plasma diffundieren und so schon durch Diffusionsströme eine Strahlung einleiten ; 2) setze jedoch diese chemotropisch wirksame Substanz


1) Mikroskop. Schäume.


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die Oberflächentension des sog. Hyaloplasmas herab und rufe dadurch eine Zuwanderung desselben gegen die Centrosome hervor. Das Hyaloplasma ist die Grundsubstanz (Substanz der Wabenwände) des alveolären Plasmas. Dies zugegeben, wird, wie ich glaube, Jeder, der sich Strömungen von Flüssigkeitstropfen auf Grund lokaler Herabsetzung ihrer Oberflächentension etwas überlegt hat, mir darin beistimmen, daß diese ganze Vorstellung von chemotropischer Wanderung des Hyaloplasmas gegen die Centrosomen, zur Bildung der Attraktionssphären, eine einfache Unmöglichkeit ist. Wenn etwas unter den gegebenen Umständen wandern könnte, so wären es die Alveolartropfen, die Tröpfchen, welche in dem kontinuierlichen sog. Hyaloplasma enthalten sind und dessen schaumigen Charakter bedingen.

Die Theorie aber, welche Giardina über die Ursachen der Asterenbildung vorträgt, ist, wie man leicht sieht, in einem wesentlichen Teil dieselbe, welche ich schon 1876 entwickelte; worauf ich ihn hier aufmerksam machen möchte.

'6) Giardina wendet sich schließlich gegen diejenigen Theorien, die die Durchschnürung des Plasmakörpers der Zelle bei der Teilung als eine Folge der Zugwirkung ansehen, die von den Centrosomen, resp. den Attraktionssphären ausgehe. Indem er diese Anschauungen verwirft, setzt er an ihre Stelle eine Deutung des Vorganges der Durchschnürung, die im wesentlichen vollkommen identisch ist mit der von mir schon im Jahre 1876 (p. 203) vorgetragenen. Giardina scheint dies ganz unbekannt zu sein, obgleich ich im Jahre 1900 1) auf diese Angelegenheit nochmals zurückgekommen bin. Giardinas Ansicht läuft nämlich darauf hinaus, daß die Oberflächen tension der Eizelle unter der Wirkung der aus den Centrosoraen diffundierenden Substanz im Aequator der Zelle erhöht und ein Maximum werde, und daß die Einfurchung und schließliche Durchschnürung eben eine natürliche und notwendige Folge dieser Tensionserhöhung im Aequator der Zelle ist. Dieses aber ist gerade die Erklärung für die Durchschnürung, welche ich schon 1876 gegeben habe und über die ich 1892 und 1900 bemerkte, daß ich, trotz aller Vermehrung unserer Erfahrungen, an dieser meiner Ansicht von 1876 in der Hauptsache auch jetzt noch festhalte. Giardina hat also eine Erklärung der Durchschnürung der Zelle als etwas Neues entwickelt, die ich schon vor 26 Jahren aufgestellt habe. Meine kleine Schrift von 1900 kannte er gleichfalls nicht.

Nur in einem Punkt unterscheidet sich die von Giardina wieder aufgestellte Erklärung der Zelldurchschnürung von derjenigen, die ich 1876 gab. G. ist nämlich der Ansicht, daß die von den Centrosomen in das Plasma diffundierende chemotropische Substanz, welche die Oberflächentension des Hyaloplasmas vermindere, zu den Polregionen der Zelle in größerer Menge gelange als zum Aequator, da die Centrosomen, resp. die Pole der Kernspindel, den Zellpolen näher liegen als dem Aequator und deshalb zu ihnen früher mehr von dieser


1) 0. BüTSCHLi, Bemerkungen über Plasmaströmungen bei der Zellteilung. Arch. f. Entwickl-Mechanik, Bd. 10, p. 52 — 57.


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Substanz gelange. Die Folge hiervon sei daher, daß an den Polen die Oberflächentension stärker herabgemindert werde als am A equator der Zelle, an letzterem also eine größere Tension auftrete als an den Polen, entsprechend der aufgestellten Theorie.

Ich habe 1876 genau die umgekehrte Anschauung entwickelt; d. h. vorausgesetzt, daß sich von den Polen der Kernspindel aus eine Substanz im Plasma diflfusionell ausbreite, die die Oberflächentension des Plasmas gegen die umgebende Flüssigkeit erhöhe. Da nun von beiden Ceutrosomen dieselbe Veränderung im Plasma ausgeht, so müssen im Aequator der Zelle (resp. der Aequatorialebene) die Wirkungen beider Centrosomen sich begegnen und addieren. Hier muß also die stärkste Wirkung auftreten, d. h. eine maximale Erhöhung der Tension und damit Einfurchung etc. im Aequator. Ich halte auch jetzt noch diese meiner Ansicht gegenüber der von Giardina geäußerten für die richtige. — In der kleinen Schrift von 1900 suchte ich weiterhin darzulegen, daß die bei gewissen Eizellen während der Einschnürung auftretenden oberflächlichen Strömungserscheinungen die Theorie bestätigen ; insofern solche Strömungen von der Theorie verlangt werden, wenn sie richtig sein soll. Ich war es, der im Jahre 1876 zum erstenmal Oberflächentensionsverhältnisse zur Erklärung eines Umgestaltungsvorganges der Zelle (Zellkinetik) heranzog. Daß dieser Versuch Jahrzehnte hindurch keinerlei Beachtung fand, dürfte doch wohl Giardina nicht berechtigen, ihn jetzt, wo die Oberflächentension modern geworden und dementsprechend als vielfach unverstandenes Schlagwort mißbraucht wird, einfach zu ignorieren.

4) Da nach Giardina sog. chemotaktische Bewegungserscheinungen bei der Karyokinese eine wichtige Rolle spielen sollen, so kommt er genauer auf dieselben zu sprechen (p. 568 — 571). Er versteht darunter die Bewegungserscheinungen von Flüssigkeitstropfen, die dadurch hervorgerufen werden, daß durch lokalen Herantritt von Substanzen, welche die Oberflächentension der Tropfen vermindern, ein sog. Ausbreitungszentrum an dem Tropfen erzeugt wird, womit Vorwärtsbewegung des Tropfens in der Richtung gegen die chemotaktisch wirkende Substanz verbunden ist. Nach G. sollten diese Erscheinungen hauptsächlich durch die „esperienze di Quincke, Rhumbler und Bernstein" nachgewiesen und aufgeklärt worden sein.

Gegen diese Entstellung des Sachverhalts erlaube ich mir auf das entschiedenste zu protestieren. Da ich gleichzeitig auch in einer Arbeit von R. W. Hoffmann^) hervorgehoben finde, daß „uns die schönen Untersuchungen von Quincke, Berthold, Rhumbler und Bernstein lehren", wie sich amöboide Fortsatzbildungen unter dem Einfluß lokaler Erniedrigung der Oberflächentension bilden, so möchte ich es doch nicht unterlassen, gegen diese Methode, meine eingehenden Untersuchungen über diese Bewegungsvorgänge von Tropfen einfach zu eliminieren, Widerspruch zu erheben. In meinem Werk von 1892 (Mikroskopische Schäume) habe ich auf p. 42—55 die


1) H. W. Hoffmann, Ueber die Ernährung der Embryonen von Nassa miitabilis Lam. Zeitschr. f. wiss. Zoologie, Bd. 72, 1902, p. 695.


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Bewegungen von Tropfen unter den angegebenen Bedingungen, sowie die damit verbundenen Innenströmungen eingehend experimentell verfolgt und zu erklären versucht. Im Anschluß daran wurden dann die Strömungen und Bewegungserscheinungen der von mir studierten Oelseifen schaumtropfen und ebenso die amöboide Bewegung der Protozoen zu deuten versucht. Vielleicht sieht sich Giardina auch einmal meine Untersuchungen über diesen Gegenstand etwas an, obgleich sie schon vor 10 Jahren erschienen sind und von neueren Autoren (z. B. Bernstein) in bekannter Weise möglichst verschwiegen werden. Heidelberg, 12. Dezember 1902.


Ernst Mehiiert f.

Am 17. November d. J. starb in Meiningen Professor Dr. Ernst Mehnert, außerordentlicher Professor für Anatomie in Halle a. S., im Alter von nur 38 Jahren. Seinem Andenken widme ich diese Zeilen in freundschaftlicher Erinnerung an die gemeinschaftliche Arbeit und Wirksamkeit am anatomischen Institut Straßburg, an die Zeit anregenden persönlichen Verkehrs, an die gemeinsamen Wanderungen der Erholung. Aus den Erinnerungen an diese Jahre will ich es versuchen, ein Bild des Verstorbenen zu gestalten.

Mehnerts Entwickelung verlief in ruhiger, ungestörter Weise in gebahntem Gleise. Er wurde am 21. Februar 1864 als Sohn des russischen Akademikers Ernst Wilhelm Mehnert geboren und verbrachte seine Jugend in St. Petersburg, bezog darauf die Universität Dorpat, woselbst er im Jahre 1888 zum Doktor der Medizin promoviert wurde. In Dorpat erhielt er unter Rosenberg die Anregung zu vergleichend-anatomischen und entwicklungsgschichtlichen Arbeiten, die schon im Jahre 1886 als frühe Frucht des rastlosen Strebens und Arbeitens des hochbegabten Studenten die Abhandlung: „Untersuchungen über das Os pelvis der Vögel" zeitigte, eine Untersuchung, welche von der medizinischen Fakultät Dorpat preisgekrönt und im folgenden Jahre in Gegenbaurs Morphologischem Jahrbuch ausführlicher veröffentlicht wurde. Es wurden in dieser Arbeit durch Untersuchung der ersten Entwickelungsverhältnisse des knorpeligen Beckens an einem reichen Material wichtige Grundlagen für die Beurteilung der morphologischen Deutung der einzelnen Bestandteile des Vogelbeckens gewonnen. Wertvolle Arbeiten über die Entwickelung des ßeckengürtels bei den Säugetieren, bei Emys lutaria taurica und den Lacertiliern folgten in den nächsten Jahren im Anschluß an die Untersuchungen über das Vogelbecken (Morphol. Jahrbuch, Bd. 15, 16 und 17, 1889 — 1891). Das zu seinen Untersuchungen nötige Material verschaffte er sich auf eigens zu diesem Zweck angestellten Expeditionen in die verschiedensten Teile des russischen Reiches; Embryonen der zahlreichen Arten von Sumpf- und Wasservögeln für seine Arbeit über die Entwickelung des Vogelbeckens sammelte er 1886 in


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Estland und Livland. Um die Eier der Sumpfschildkröte (Emys lutaria taurica) zu gewinnen, reiste er 1889 nach Südrußland und verschaffte sich dort unter großen Mühen und Entbehrungen ein außerordentlich großes und gut konserviertes Material von Embryonen dieser Schildkröte, das ihm zunächst für die Entwickelung des Beckens, später auch für andere entwickelungsgeschichtliche Untersuchungen vortreffliche Dienste leistete und von ihm leider nicht mehr vollständig ausgewertet werden konnte.

Aber nicht nur auf dem Gebiete der vergleichenden Anatomie und Entwickelungsgeschichte war der junge 23-jährige Student in Dorpat tätig. Den Abschluß seiner akademischen Lehrtätigkeit bezeichnet seine einem ganz anderen Gebiete entnommene Dissertation, mittelst derer er sich im Jahre 1888 in Dorpat den Doktortitel erwarb. Durch Thoma angeregt, veröffentlichte er als Doktorarbeit seine Schrift: „Ueber die topographische Verbreitung der Angiosklerose nebst Beiträgen zur Kenntnis des normalen Baues der Aeste des Aortenbogens und einiger Venenstämme". Diese histologischen Studien, in welchen er insbesondere die Verbreitung der subendothelialen Bindegewebsschicht in der Intima der großen von der Aorta sich abzweigenden Arterien untersuchte, haben auch später noch ihn wiederholt und lebhaft beschäftigt. Er wählte diesen Stoff als Thema für die gelegentlich seiner Habilitation in Straßburg vor der Fakultät zu haltende Probevorlesung; und auch später noch sammelte er Material auf diesem Gebiete, insbesondere für eine vergleichend - anatomische Behandlung der Frage nach der Verbreitung und Bedeutung der subendothelialen Bindegewebsschicht. Veröffentlicht sind diese Studien nicht; das Interesse an ihnen wurde durch spätere Arbeiten verdrängt.

Im Jahre 1890 erfolgte Mehnerts Uebersiedelung nach Straßburg, welcher Universität er bis zum Jahre 1898 zunächst als zweiter, dann als erster Assistent am anatomischen Institut, und seit 1891 auch als Privatdozent angehörte. Hier fand er trotz seiner amtlichen Tätigkeit als Assistent, in welcher er besonders im Präpariersaal während der Wintermonate vollauf in Anspruch genommen war, reichlich Zeit und Gelegenheit zu einer Reihe von wertvollen Publikationen , welche anfangs noch enge Fühlung mit seinem Dorpater Arbeitsgebiet bewahrten, sehr bald aber sich über andere, ihm bisher weniger bekannte Gebiete ausdehnten. Er hielt nicht fest an dem von Dorpat überkommenen Arbeitsstoff", trotzdem dieser ihn außerordentlich gefesselt hatte, und von ihm in der fruchtbarsten Weise verwertet worden war. Sein rastloses Streben nach Ausdehnung seines Wissens und Könnens, nach Erkenntnis, ließen ihn alle Seiten der umfassenden morphologischen Wissenschaft interessant erscheinen. Seine hohe Begabung machte ihm das Einarbeiten in neue Gebiete leicht, verschaffte ihm auf bisher unbetretenem Boden neue Erfolge.

Eine Fortsetzung seiner entwickelungsgeschichtlichen Arbeiten der Dorpater Zeit ist seine Habilitationsschrift im Jahre 1891 : „Gastrulation und Keimblätterbildung der Emys lutaria taurica". Ihr schließen sich stofflich an die Arbeiten: „Ueber Entwickelung, Bau und Funktion des Amnion und Amnionganges nach Untersuchungen


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an Emys lutaria taurica" (1895), „Ueber Ursprung und Entwickelung des Hämovasalgewebes (Gefäßhofsichel)" (1896), und „Zur Frage nach dem Urdarmdurchbruch bei Reptilien" (1896).

Durch seine Tätigkeit als Assistent wurde Mehnert bald nach einer ganz anderen Richtung hin angeregt. Ich habe am anatomischen Institut Straßburg angeordnet, daß eine jede dem Institut zugehende Leiche anthropologisch gemessen wird. Der erste Assistent erhielt die spezielle Aufgabe, während der Wintermonate diese Leichenmessungen auszuführen. Es handelte sich darum, möglichst Zeit bei diesen Messungen zu sparen. Zu diesem Zwecke wurde ein Messungsschema vereinbart, welches dann von Mehnert 1894 in seinem „Bericht über die Leichenmessungen am Straßburger anatomischen Institut" verötfenthcht wurde. Mehnert wurde durch diese dienstliche Nebenbeschäftigung zu weiteren anthropologischen Studien angeregt. Gern übernahm er auf meine Autforderung die Herstellung eines Katalogs der anthropologischen Sammlung des anatomischen Instituts, 1894 erschienen im Archiv für Anthropologie als XV, der Reihe „Die anthropologischen Sammlungen Deutschlands". Mit außerordentlicher Sorgfalt hat er die zahlreichen Messungen ausgeführt und den Katalog dadurch noch wertvoller gestaltet, daß er am Schluß eine vergleichende Zusammenstellung der an seinem Material beobachteten Knochenvariationen gegeben hat. Diese Studien nahmen sein Interesse derart in Anspruch, daß er als Dozent anthropometrische Uebungen abhielt, welche bei den Studenten vielen Beifall fanden. Ueberhaupt waren seine Vorlesungen sehr beliebt. Während seiner Straßburger Zeit hielt er außer den erwähnten Uebungen Vorlesungen über vergleichende Anatomie der Wirbeltiere, über Ent Wickelungsgeschichte, über Nerven und Arterien des Menschen. Sein freundliches Wesen, das Interesse für seine Schüler, seine angenehme Art des Unterrichts auf dem Präpariersaal verschafften ihm bedeutenden Lehrerfolg.

Die Beschäftigung auf dem Präpariersaal hatte aber noch eine andere Folge für Mehnerts wissenschaftliche Entwickelung. Er gewann diese Beschäftigung lieb, erkannte, wie mancherlei auch auf dem Gebiete der makroskopischen Anatomie noch zu finden ist. Er erkannte die Verpflichtung des Lehres der Anatomie, dies Gebiet nicht zu vernachlässigen, und wußte ihm alsbald interessante Seiten abzugewinnen. Nicht minder kam er zu der Erkenntnis, daß die Anatomie sich nicht verschließen dürfe den Bedürfnissen der praktisch medizinischen Disziplinen, den Anforderungen, die diese an den Anatomen stellen. So entstand als Frucht dieser Bestrebungen die Schrift: „Ueber die klinische Bedeutung der Oesophagus- und Aorten- Variationen", im wesentlichen begründet auf Studien während seiner Tätigkeit im Straßburger Präpariersaal. In Straßburg vollendet, ist sie erst 1899 nach Mehnerts Berufung nach Halle erschienen. Sie enthält eine Zusammenstellung der Stellen, an welchen Verengerungen der Speiseröhre bisher beobachtet worden sind, unter Hinzufügung zahlreicher eigener Beobachtungen mit der Deutung, daß diese Einschnürungen als Grenzen metamerer Elemente der Speiseröhre aufzufassen seien ; die in derselben Arbeit mitgeteilten Angaben über die


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Variationen in der Lagerung der Aorta sind im wesentlichen eine Wiederholung der von Mehnert auf der Anatomenversammlung in Kiel 1898 gemachten Mitteilungen, in welchen die Lageunterschiede beim Kind und beim Erwachsenen scharf betont werden mit ihren zahlreichen individuellen Variationen. Das hohe Interesse, das Mehnert in dieser Arbeit für die Anatomie der Lebensalter bekundet, beherrscht noch ganz besonders seine letzte größere aus der Hallenser Zeit stammende Schrift : „Ueber topographische Altersveränderungen des Atmungsapparates" (Jena 1901), in welcher die Lagevariationen des Kehlkopfs, die Altersverlagerungen der Luftröhre, der Stand des Zwerchfells etc. in den verschiedeneu Lebensaltern eine eingehende Würdigung linden.

Klingt schon aus diesen in das praktische Gebiet hinüber leitenden Schriften Mehnerts hohes Interesse für die Tatsachen der individuellen Variation hindurch, so beschäftigen sich andere Arbeiten fast ausschließlich mit dieser hochwichtigen Frage. Die Anregung wurde ihm dazu zum Teil im Straßburger Präpariersaale, in welchem ich seit langer Zeit eine Statistik einiger auffallenden und zugleich leicht zu kontrollierenden Variationen des Muskel- und Gefäßsystems eingeführt hatte, deren Resultate in der Folge in mehreren Abhandlungen von Pfitzner und mir verötfentlicht worden sind. Eine besondere Basis für seine Variationsforschungeu hatte sich Mehnert aber selbst geschaffen durch seine reiche Sammlung von frühen Stadien von Schildkrötenembryonen, welche ihm für die verschiedensten Fragen reiches interessantes Material gewährte.

Schon in seiner Habilitationsschrift machte er auf die große Variabilität gleich weit entwickelter Keimscheiben von Emys lutaria taurica aufmerksam. In einer besonderen Arbeit „Die individuelle Variation des Wirbeltierembryo" (1896), die er selbst eine Zusammenstellung nennt, faßt Mehnert, gestützt auf ein großes Material, seine Ansichten über die Größe und Bedeutung der individuellen Variation zusammen, betont insbesondere die Tatsache, dass Körpergröße und Entwickelungsgrad keineswegs konkordant sind.

Inzwischen hatte der rastlose Forscher sich neues, seltenes Material für seine entwickelungsgeschichtlichen Studien zu verschaffen gewußt. Im Frühjahr 1895 reiste er nach Aegypten, um dort in der Nähe von Kairo bei Matarieh in der bereits in der Wüste gelegenen großartigen Straußenzucht kostbares Material von Straußen-Embryonen zu erwerben. Es wurde ihm dies ermöglicht durch das liebenswürdige Entgegenkommen des Herrn Dr. Hess in Kairo, der ihm sogar sein in Matarieh gelegenes Haus freundlichst zur Disposition stellte. Reich mit wissenschaftlichen Schätzen beladen, kehrte er heim und begann die Bearbeitung der Entwickelung des Straußes. Sein lebhafter, durch andere allgemeinen Fragen, insbesondere durch das Variations- und Vererbungs-Problem vollauf in Anspruch genommener Geist Heß ihn aber nicht mehr zu einer ruhigen Bearbeitung des schönen Materials kommen. Nur Bruchstücke veröffentlichte er in seinen späteren Arbeiten: über die Entwickelung des Gefäßhofs in seiner Arbeit über den Ursprung des Hämovasalgewebes (1896), über die Entwickelung des Extremitätenskeletts der Strauße mit Abbildungen in seiner Arbeit


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Kainogenesis (1897); über die Entwickelung des BecksDS in seiner Demonstration auf der letzten Anatomenversamnalung in Halle (1902).

Zunächst setzte er seine Studien über Variation fort. In seiner Arbeit: „Die Kainogenese als Ausdruck dififerenter phylogenetischer Energien" behandelt er die Entwickelung des Extremitätenskeletts bei verschiedenen Wirbeltieren und zeigt an der Hand eines großen Materials die außerordentlichen Verschiedenheiten in der Entwickelung und ihre großen gesetzlichen Unterschiede bei den verschiedenen Species, die sich insbesondere für homologe Skelettstücke in ihrem zeitlich verschiedenen Auftreten offenbaren. Phylogenetisch regressive Skelettstücke erfahren eine Verlangsamung in ihrer Entwickelung (Retardation), phyletisch progressive Organe eine Beschleunigung (Acceleration). Er bezeichnet dies als Grundprinzip der Organogenese. Diese Ergebnisse führten ihn zur Besprechung der känogenetischen Erscheinungen in der phylogenetischen Entwickelung und zur Beschäftigung mit dem Problem der Vererbung. Der ganze zweite Teil seiner „Kainogenesis", endlich das größere, 1898 selbständig erschienene Werk „Biomechanik, erschlossen aus dem Prinzipe der Organogenese" sind diesen allgemeinen fundamentalen Fragen gewidmet. Die Neigung Mehnerts, an seine Beobachtungen nicht nur die nächsten allgemeineren Schlußfolgerungen anzuknüpfen, sondern von ihnen die weitgehendsten Folgerungen abzuleiten, charakterisieren diese beide Schriften in besonderer Weise. Die spekulative Richtung beherrscht im zunehmenden Maße die schönen neuen Beobachtungen. Ein Hasten und Streben nach Verständnis auch der schwierigsten Fragen der Biologie und die üeberzeugung des Verfassers, für diese eine Lösung gefunden zu haben, lassen nicht selten den Wert der Arbeit verkennen.

Ich habe im Vorstehenden in aller Kürze den wissenschaftlichen Entwickelungsgang und die wissenschaftlichen Leistungen Mehnerts zu schildern versucht. Sie geben ein getreues Spiegelbild seiner innersten Natur. Hingebende Neigung zu wissenschaftlicher Arbeit mit allen ihren wechselnden Stimmungen, rastlose Energie, unterbrochen vom Bedürfnis dringend notwendiger Erholung, bilden die Grundlage seines Schaffens. Ebenso wechseln Ernst und Heiterkeit in seiner Stimmung, in seiner Lebensanschauung. Eins aber Wieb durch allen Wechsel der Stimmungen : der zuverlässige, treue Charakter in Forschung und Leben.

Sein rastloses, erfolgreiches Arbeiten und Streben fand endlich auch die äußere Anerkennung. Er erhielt im Jahre 1898 einen Ruf als außerordentlicher Professor und histologischer Prosektor an das anatomische Institut in Halle und verließ Straßburg im Herbst 1898, nachdem er im Frühjahr sein häusliches Glück durch Heimführung der geliebten Frau begründet. Hochbeglückt trat er seine neue Stelle an, in welcher ihm von Roux durch Uebertragung des Unterrichts in der Histologie ein selbständiges Arbeitsgebiet überwiesen wurde. Es war ihm aber eine besondere Freude und Genugtuung, daß ihm auch Beteiligung an der Leitung der ihm so lieb gewordenen Präparierübungen gewährt wurde.

Trotzdem die neue Tätigkeit ein Einleben in neue, ungewohnte Verhältnisse erforderte, blieb er einer alten in Straßburg übernommenen Verpflichtung treu. Dankbar gedenke ich an dieser Stelle


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seiner Tätigkeit als Referent für die von mir herausgegebenen Jahresberichte der Anatomie und Entwickelungsgeschichte, in welchen ihm anfangs die Kapitel Variation und Heredität, Regeneration, Descendenz und Entwickeluugsmechanik übertragen waren. Leider wurde er nicht lange nach seiner Uebersiedelung nach Halle durch ein Nervenleiden in seiner Tätigkeit mehr und mehr gehemmt; trotz aller Hindernisse aber hat er festgehalten an dieser Aufgabe und noch für den jetzt im Erscheinen begriffenen Band der Jahresberichte (Litteratur 1901) das Kapitel Regeneration bearbeitet.

Und nun ist er seiner schweren Krankheit erlegen, hat ein Leben ausgekämpft voll rastlosen idealen Strebens, voll Begeisterung für seine Wissenschaft. Was er aber in diesem allzukurzen Leben im Kampf mit seinem Leiden geleistet, wird nicht vergehen.

G. Schwalbe.


Dr. P. Zaaijer,

Prof. ordin. der Anatomie an der Universität Leiden, ist am 22. Dezember am Herzschlag verschieden.

Zaaijer war ein ausgezeichneter Dozent, ein Anatom vom alten Schlage, ein Mann vom Präpariersaal. Seine Arbeiten gehören, mit einer einzigen Ausnahme, zur reinen Anatomie.

Geboren am 15. November 1837 in Dirksland, auf der südholländischen Insel Over-Flakkee, wo sein Vater Bürgermeister war, studierte er in Leiden, Berlin und W^ien. 1862 promoviert, wurde er schon 1866 Prof. extraordiu., 187Q Ordinarius in Leiden.

Von seinen Arbeiten seien zitiert: Ueber den hohen Ursprung der Arter. profunda femoris ('65), Untersuchungen über die Form des Beckens javanischer Frauen ('67), Anatomische Beobachtungen ('69), Ueber die Architektur der Knochen ('71), Ueber scaphocephale Schädel ('74), Der Zustand der Leichen nach Arsenikvergiftung ('85). Die meisten Schriften sind in holländischer Sprache verfaßt.

Er war Mitglied der Königl. Akademie der Wissenschaften in Amsterdam.

Zaaijer hat eine sehr schnelle und glänzende Karriere gemacht. Er verdankte dieselbe zweifellos zum Teil seiner außerordentlichen, ruhigen, verständigen, liebenswürdigen Persönlichkeit. Peinlich auch aufs Aeußere achtend, war er vor allem ein stattlicher Vertreter seiner Cognitio certa de rebus certis. Zahlreiche Schüler gedenken seiner in Dankbarkeit und Ehrfurcht. Seine Mitbürger verehrten ihn hoch. Ein Weiser im Rate, mild im Urteil, schonungsvoll, und doch sehr gefürchtet im Kampf, ein edler Mensch. Ehre seinem Andenken.

M. C. Dekhuyzen.


Personalia.

Münclieii. Geheimerat C. v. Kupffer ist gestorben. Nachruf folgt. Abgeschlossen am 1. Januar 1903.

Frommannsche Buchdruckerei (Hermann Fohle) in Jena.


ANATOMISCHER ANZEIGER

Centralblatt

für die gesamte wissenschaftliclie Anatomie.

Amtliclies Organ der anatomisclien Gesellschaft.

Herausgegeben von

Prof. Dr. Karl toii Bardeleben in Jena.


Verlag von Gustav Fischer in Jena.


Der „Anatomische Anzeig^er" erscheint in Nummern von etwa 2 Druckbogen. Um ein rasches Erscheinen der eingesandten Beiträge zu ermöglichen, werden die Nummern ausgegeben, sobald der vorhandene Stoflf es wünschenswert macht und event, erscheinen Doppelnummern. Der Umfang eines Bandes beträgt etwa 50 Druckbogen und der Preis desselben 16 Mark. Das Erscheinen der Bände ist unabhängig vom

Kalenderjahr.

XXII. Band. -m 19. Januar 1903. ^ No. 19.


Inhalt. Aufsätze. M". Czeruiak, Das Centrosoma im Befruchtungsmomente bei den Salmoniden. Mit 5 Abbildungen, p. 393—400. — Hermann Helbing-, Ueber den Darm einiger Selachier. Mit 3 Abbildungen, p. 400—407. — W. Rubasclikin, Ueber die Beziehungen des Nervus trigeminus zur Eiechschleimhaut. Mit 4 Abbildungen, p. 407—415. — Kurt Goldstein, Beiträge zur Entwickelungsgeschichte des menschlichen Gehirns, p. 415 — 417. — Konrad Helly, Die Glandulae duodenales (Brunneri) als Bestimmungsmittel der Duodenallänge beim Menschen. Mit 1 Abbildung, p. 418-423.

Büeherauzeig-en. B. Haller, p. 423. — A. A. Böhm und M v. Davidoff, p. 424.

Persoualia. p. 424. — Berichtigimg. p. 424.


Aufsätze.

Nachdruck verboten. <

Das Centrosoma im Befruchtungsmomente bei den Salmoniden.

Vorläufige Mitteilung. Von N. CzERMAK, Prof. a. d. Universität Jurjew (Dorpat). Mit 5 Abbildungen. Unter diesem Titel habe ich im Herbst des vorigen Jahres (1901) in der Jurjewer (Dorpatei') Naturforschergesellschaft eine Mitteilung gemacht, in der ich die Resultate meiner Forschungen über die Befruchtung bei der Forelle dargelegt habe. Damals konnte ich nur als Vermutung aussagen, daß das weibliche Centrosoma existiert i) und

1) Seine Existenz wird bei der Forelle von Böhm (Die Befruchtung des Forelleneies. Sitzungsberichte der Gesellschaft für Morphologie

Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 26


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sich in dem Moment, wo die beiden Vorkerne sich einander bis zur Berührung nähern, dem einen Pole der schon fast fertigen Spindel des männlichen Vorkerns anlegt, so daß die erste Furchungsspindel an dem einen Pole ein zusammengesetztes Centrosoma hat, wo das noch jüngere weibliche Centrosom einen Anhang am großen männlichen vorstellt (Fig. 4 links) ; am anderen Pole aber hat die Furchungsspindel ein kleineres und einfacheres Centrosom, das vom männlichen Vorkerne allein abstammt. Somit erleidet nur eins der beiden ersten Blastomeren — vielleicht sogar eins der vier ersten — eine vollständige Befruchtung und wird dadurch zu fortdauerndem Leben fähig, während das andere — wahrscheinlich sogar die drei anderen — vom mütterlichen Organismus nur Kernteile, aber keine Centrosomateile bekommen und dadurch wahrscheinlich zur Produktion der sterblichen somatischen Zellen bestimmt sind.

Die Prüfung dieser Hypothese schien mir nur auf zwei Wegen möglich. Erstens könnte man bei einem günstigen Objekte die 2 (resp. 4) ersten Blastomeren trennen und bis zur Geschlechtsreife züchten : falls die Hypothese recht hat, müssen von den zwei Tieren dem einen (vielleicht von den vier Tieren den dreien) die Geschlechtszellen fehlen, während nur das andere — oder das eine von vieren — die Fähigkeit zur Reproduktion besitzt. Dieser Weg des biologischen Experimentes ist eine mühevolle Arbeit von mehreren Jahren, doch wenn die Umstände günstig werden, beabsichtige ich, sie zu unternehmen. Der zweite Prüfungsweg ist rein morphologisch: was bei der Forelle existiert, muß bei einem nahe verwandten Tiere natürlich auch existieren und bei der Untersuchung gefunden werden.

Im Herbst vorigen Jahres habe ich eine Fahrt nach Petersburg unternommen und eine vollständige Reihe der Stadien von Lachseiern aus den ersten 48 Stunden nach der Befruchtung, in Intervallen von je einer Viertelstunde gesammelt, konserviert. Jetzt ist die Bearbeitung des Materials fast beendet und ich kann mit voller Sicherheit sagen:


und Physiologie in München, 1891) und Beheens (Die Reifung und Befruchtung des Forelleneies. Anatomische Hefte, Bd. 1(1, 1898, Heft 32) verneint. Blano (Etude sur la fecondation de l'oeuf de la Truite. Festschrift für Weismann 1894) bildet die vt^eibliche Sphäre ab, sieht aber dabei als weibliche Sphäre verschiedene Gebilde an : einmal die männliche Sphäre bei der Polyspermie (vergl. seine Abbildung der weiblichen Sphäre auf Fig. 18 mit der Abbildung der Polyspermie auf Fig. 28); ein andermal die große Vakuole, die der Pronucleus femininus bei seiner Wanderung oft hinter sich läßt (1. c. Fig. 20); er hat aber die weibliche Sphäre wirklich gesehen und abgebildet (1. c. Fig. 14 B).


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1) das weibliche Centrosom existiert bei den Salmoniden,

2) bei der Berührung der beiden Vorkerne legt sich die weibliche Sphäre^) dem einen Pole der männlichen Vorkernspindel an, so daß nur dieser Pol — also nur eins der beiden ersten Blastomeren — eine vollständige Befruchtung erleidet.

Indem ich die Details und die kritische Litteraturübersicht mir für die ausführliche Arbeit verspare, will ich jetzt das Wesentlichste aus meinen Beobachtungen mitteilen.

Ein glücklich orientiertes und nach speziell für die Centrosomdiagnose bestimmter HEiDENHAiNschen Methode 2) gefärbtes Präparat eines Lachseies 4 Std. 52 Min. nach der Befruchtung zeigt die beiden Vorkerne noch weit voneinander (Fig. 1), Der weibliche Vorkern ist von amöboider Sphärensubstanz umgeben ; ein langes Pseudopodium verläuft in der Richtung des männlichen Vorkerns und trägt an


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Fig. 1. Salmo salar 4 Stunden 52' nach der Befrachtung. Radialer (vertikaler) Schnitt. Links Pronucleus femininus blaß, von rosa Sphärensubstanz umgeben, deren Pseudopodium das weibliche Centrosom enthält. Rechts Pronucleus masculinus mit hellbrauner Sphäre, in der eine Zeichnung, einem gotischen Glockenturm gleich, zu sehen ist. Dieses männliche Centrosom, ebenso wie die beiden Centriolen — das zentrale und periphere — des weiblichen Centrosomas sind dunkelbraun. Die Dotterkugeln (gl. v.) sind rosa. Fixiening: Sublimatlösung kouz. 95, Acid. acet. gl. 5. Härtung: Sublimat. Färbung: Bordeaux-Eisenhämatoxylin nach M. Heidenhain. Gezeichnet mittelst Abbe beim Apochr. 3 mm Fokuslänge, Komp.-Okular 6 am Niveau des Arbeitstisches.


1) Das Centrosoma ist in diesem Moment im Wirrwar der f äden, Vakuolen und Körner nicht mit Sicherheit zu erkennen.

2) Bordeaux- Vorfärbung, Eisenhämatoxylin.

26*


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seinem Ende eine Kugel mit zwei dunkelbraunen Punkten: einem in der Mitte und dem anderen an der Peripherie. Leider habe ich das HEiDENHAiNsche Verfahren mit Bordeauxrot nur selten angewandt und noch seltener damit gute Präparate erhalten ^), kann daher die vollständige Lebensgeschichte dieser Kugel — des weiblichen Centrosomas — nicht darlegen. Sein Ursprung steht aber in einem gewissen Grade in Zusammenhang mit dem von mir schon früher beschriebenen Mitochondralkorb der RichtungsspindeP), denn mehrere Präparate zeigen, daß dieser Korb sich desintegriert und in der Richtung des Zentrums des Keimes sozusagen zerfließt. Die kleinen schwarzen Punkte im Fuße der Richtungsspiudel sind wahrscheinlich die Centriolen des sich bildenden weiblichen Centrosomas.

Später finden wir, daß der männliche Vorkern eine Centralspindel mit zwei Centrosomen und Sonnenfiguren neben sich hat (Fig. 2), Der weibliche Kern oder genauer seine Hülle verlängert sich in einen dunklen Faserconus, dessen Spitze zu dem männlichen Vorkern gerichtet ist, und zwar zu einem Pole der Spindel, welchen ich Centrum activum nennen werde. Eine Reihe Vakuolen scheint denselben mit dem weiblichen Conus zu verbinden; dieser hat kurze Protoplasmastrahlen an den Seiten.

Bald nachher sehen wir (Fig. 3), daß die beiden Vorkerne, die länglich geworden sind und fast parallel zueinander liegen , ihre Sphären an einem Pole vermischen. Hier ist die Strahlung sehr unregelmäßig geworden : sie besteht aus mehreren Bündeln, einem Pferdeschweife gleich, von denen einige mehr zur weiblichen Sphäre orientiert sind, die meisten hingegen zur männlichen. Das männliche Centrosoma ist nicht schwer zu sehen, da es an der Spitze des Faserkegels liegt, der vom männlichen Vorkerne ausgeht; die weibliche Sphäre enthält unregelmäßig liegende Körnchen, Vakuolen, auch einen kleinen Kegel mit schwarzem Pünktchen an der Spitze, und es wäre willkürlich, eins oder das andere als Centrosoma zu definieren.


1) Die Anwendung dieser Methode bildet an unserem Objekte außerordentliche Schwierigkeiten, weil wir nicht eine Menge von Kernen und Centrosomen, die uns gleich den günstigsten Reaktionsmoment zeigen, vor uns haben, wie z. B. am Knochenmark, sondern auf einer Serie von Schnitten ein verschwindend kleines Pünktchen suchen, dessen Lage wir im voraus nicht kennen!

2) Anatomischer Anzeiger, Bd. 20, 1902, p. 158—160. (Die Mitochondrien des Forelleneies.)


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Fig. 2.


Fig. 3.


Fig. 2. Salmo salar ß'/g Stunden n. d. Befr. Rekonstruktion der 4 übereinander liegenden, horizontalen (tangent.) Schnitte. Links oben der weibliche, rechts unten der männliche Vorkern. Fixierung: Platinchlorid 1,0 Chromsäure, 0,25 Acid. acet. gl. 2,5 ccm, Aqu. dest. 97,5 ccm. Härtung: Platinchlorid 0,5, Chromsäure 0,25, Acid. acet. gl. 0,5, Aqu. d. 99,5 ccm. Färbung: Eisenhämatoxylin. Gezeichnet mit Abbe, Apochr. 3 mm, Komp.-Ok. 4 am Niveau des Mikroskoptisches.

Fig. 3. Salmo salar 6 Stunden 40' n. d. Befr. Links der weibliche, rechts der männliche Vorkem. Am aktiven Pol (centrum activum ca) ist an der Spitze der Spindel das männliche Centrosom zu sehen, das viel weiter vom Kern liegt, als das Centrosom des untätigen Pols (centrum jjassivum cp), was am wahrscheinlichsten der anziehenden Wirkung des weiblichen Conus (Fig. 2) zugeschrieben werden muß. Neben dem Centrosom des tätigen Pols sind einige ziemlich große, schwarze Körnchen zu sehen, unter denen sich vielleicht das weibliche Centriolum der Fig. 1 findet. Den kleinen Conus mit dem schwarzen Pünktchen an der Spitze, der in der Mitte der beiden gemischten Sphären liegt, bin ich geneigt, als Mitocentrum zu betrachten, weil solche Kegel auch an anderen Stellen der beiden Vorkerne zu sehen sind. Den Mitocentren fehlt immer jede Spur von Protoplasmastrahlung — ein Unterschied von den Centrosomen. Fixierung und Härtung wie bei Fig. 2; Eisenhämatoxylin. Gezeichnet mittelst Abbe, Apochr. hom. Immers. 1,5 mm, K.-Ok. 4 am Niveaii des Mikroskoptisches, I Details bei Ok. 6 und 8.


Das Bild wird jetzt noch verwickelter, denn in der dunklen Sphärensubstanz, die den tätigen Pol der beiden Vorkerne umgibt, treten besondere Gebilde auf, die den Spindelkegeln mit Centrosomen sehr ähnlich sehen; das sind mitochondriale Centra oder Mitocentra, wie ich sie kurz nennen will. Aus einem schwarz gefärbten, dem Centriolum ähnlichen Punkte gehen Fasern, zu einem Kegel gesammelt, zur Oberfläche des Kerns. Später, wenn die Kerne schon zur Berührung gekommen sind, finden wir diese Mitocentra mit ihren Fasern nahe der Aequatorialebene der sich bildenden Furchungsspindel. Alitochondrale Doppelfäden (Leiter) dringen aus dem Bildungsd Otter in den Kern ein und gehen in die sich bildenden Chromosomen (Fig. 4 w) über. Mitocentra bilden also die Ursache der Erscheinung, daß alle Enden der Chromosomen im Stadium des Monasters sich zur Peripherie wenden.


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Aus dem Vergleich mit den Erscheinungen, die später bei der Furchung an Centrosomen zu beobachten sind, können wir die Ueberzeugung gewinnen, daß die Mitocentra den Centrosomen ihren Ursprung ver dan lien. Die Verwandlungen der Centrosomen bei der Furchung sollen den Gegenstand einer anderen Mitteilung bilden.

Ich gebe jetzt zu den Erscheinungen über, die mir zuerst die Ueberzeugung verschafft haben, daß bei den Salmoniden das weibliche Centrosoma existieren muß.


ca.



Fig. 4. Salmo fario 8 Stunden 30' n. d. Befr. Horizontal(tangential) - Schnitt. Die Vorkerne berühren sich. Links 2 zusammengesetzte Centrosomen mit ihren Gitterhüllen vereint. Das größere (männliche?) Centriolum scheint im Begriff zu sein, sich zu teilen. Es stellt eine Kugel dar, die von unten tief eingeschnitten ist (gleich einer Kaffeebohne) ; die Figur giebt das Bild der unteren angeschnittenen Peripherie wieder, welche in einem und demselben optischen Schnitt mit dem kleinen (weiblichen?) Centriolum liegt. Rechts ist das Centrosoma nicht genau zu bestimmen. Bei m ist der Uebergang eiuer Mitochondrialeiter in das doppelte Chromosom zu sehen. Fixierung etc. wie bei Fig. 2, Abbe, Apochr. h. Imm. 1,5, Ok. 6.

Ein Präparat des Forelleneies 8| Stunden nach der Befruchtung zeigt die beiden Vorkerne, die sich bis zur Berührung genähert haben (Fig. 4). Die Spindel besteht aus einem Netze von Fäden mit schwarzen Pünktchen in den Knoten. Links sehen wir ein großes zusammengesetztes Centrosom, das in der Mitte ein großes kugeliges Centriolum enthält; dieses letzte ist tief angeschnitten — Anfang der Teilung wahrscheinlich. Um dieses finden wir mehrere kleine schwarze Körnchen, die durch feine Fäden untereinander verbunden sind. Die Spindelfasern und Protoplasmastrahlen sind an diesen Körnchen befestigt. Dem großen Centrosom liegt ein ebenso gebautes kleineres an: das kann nur das Centrosoma femininum sein! Am anderen Pole ist das Centrosoma dicht von Protoplasraafäden und Körnern umgeben, darum nicht so gut zu sehen; es scheint nur aus einem Paar Körnern an der Spitze des Spindelkegels zu bestehen.


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Eine halbe Stunde später finden wir, daß die Kernhülle sich vom Kerninhalt abgetrennt hat und aufgequollen ist, so daß der Haufen der Chromatin kettchen (Chromosomen) in einer großen Vakuole liegt (Fig. 5). Die Spindelfasern dringen durch die Hülle in diesen Raum ein. Die Centrosomen sehen jetzt ganz anders aus : links liegen in einer großen, fast homogenen Sphäre zwei gleich große Centriolen; rechts liegt in der Mitte der schon ausgebildeten Sphäre eine große Kugel — das Centrosoma — mit einem kleinen Centrio- ~~^-r^V^^ A'^)^'^/)^<^^X~)'"'^

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Fig. 5. Salmo fario 9 Stunden n. d. Befr. Horizontalschnitt. Vorkerne zum Furc-hungskern vereinigt, Kernhülle weit abgehoben, sekundäre Spindel in Bildung. Die neuen großen Sphären sind fertig; am linken (aktiven?) Pol liegen frei zwei große Centriolen ; rechts ein großes Centrosoma. Links — da, wo die Spindelfasern von der Sphäre abgehen — ein Körnerhäufchen, das wahrscheinlich von den gebogenen Stäbchen der Fig. 4 abstammt. Fixierung etc. wie bei Fig. 2. Gezeichnet mittelst Abbe, Apochr., Ok. 6. (Details bei Apochr. hom. Imm. 1,5 mm, Ok. 8.)

Es ist nicht möglich, zu entscheiden, von welchem Ceutrosom der Fig. 4 ein jedes Centrosom der Fig. 5 abstammt. Einen Fingerzeig aber finden wir in einem sonderbaren Gebilde, das auf unseren beiden Zeichnungen neben dem linken Centrosom zu sehen ist. Auf Fig. 4 liegen da, wo die Spindel vom Centrosom abgeht, 3 kleine schwarze Striche. Durch Heben und Senken des Tubus überzeugen wir uns davon, daß sie miteinander verbunden sind und wahrscheinlich ein umgedrehtes W darstellen. Auf Fig. 5 finden wir wieder, daß da, wo die Spindel von der Sphäre abgeht, ein Häufchen Körner liegt, die durch Fäden untereinander verbunden sind. Nichts Entsprechendes bemerken wir auf der rechten Seite.

Wenn wirklich das doppelte Centrosoma der Fig. 5 vom zusammengesetzten linken Centrosoma der Fig. 4 abstammt, so müssen wir annehmen, daß das große männliche Centriolum sich geteilt und einer der Paarlinge sich mit dem kleinen weibUchen Centriolum vereinigt hat. Wären die beiden Centriolen des linken Pols der Fig. 5 wirklich die Enkelcentriolen für die 4 ersten Blastomeren — wie das gewöhnlich interpretiert wird — so läge die vollständige Befruchtung nur


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des einen der 4 ersten Blastomeren vor, während die 3 anderen von / dem mütterlichen Centrosoma nichts bekommen.

Meine diesjährigen Studien an den Lachskeimen haben mir gezeigt, daß das Centriolum nicht nur den Tochtercentriolen den Ursprung gibt, sondern auch den anderen, gleich aussehenden Gebilden — den Mitrocentra am wahrscheinlichsten. Jetzt muß ich die Möglichkeit ins Auge fassen, daß die Teilung der männlichen Centrosoma (Fig. 4) ein Mitocentrum für den künftigen Tochterkern liefert. In diesem Falle wäre das eine der beiden linken Centriolen der Fig. 5 das durch Kopulation renovierte junge Centrosom für eins der beiden ersten Blastomeren, das andere hingegen das vom männlichen Centrosom abstammende Mitocentrum für den Kern desselben ßlastomeres. Eins der 2 ersten Blastomeren also — nicht eins der 4 — würde eine vollständige Befruchtung erleiden. Diese Interpretation scheint mir jetzt glaubwürdiger zu sein als die frühere.

Ich schließe meine Mitteilung mit dem Hinweis auf die merkwürdige Analogie der eben beschriebenen Prozesse mit der Konjugation der Infusorien. Maupas hat konstatiert, daß die stationäre und die wandernde Mikronucleusspindel sich zuerst nur an einem „hinteren" Pole vereinigen^), so daß dieser Pol als Centrum activum betrachtet werden kann. Weitere Analogien werde ich bei der Beschreibung des Centrosomencyklus anführen.

Neapel, 22. November 1902.


Nachdruck verboten.

Ueber den Darm einiger Selachier.

Von Hermann Helbing.

(Aus dem zoologischen Institut der Universität Basel.)

Mit 3 Abbildungen.

Im Anschluß an die im Sommer dieses Jahres publizierten „Beiträge zur Anatomie und Systematik der Lämargiden" im Band 21, No. 23, 24 dieses Blattes lasse ich hier einige kurze Mitteilungen folgen. Sie bilden gleichzeitig eine kleine Ergänzung zu Redekes Arbeit über „Die sogenannte Bursa Entiana der Selachier", im Ana


1) Maupas, Le rajeunissement karyogamique chez les cilies. Archives de Zoologie experimentale, T. 7, (Serie 2), 1889, p. 197; PL IX, Fig. 32 33, 34.


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tomischen Anzeiger, 1900, Bd. 17, No. 6 u. 7. Entsprechend den von ihm aufgestellten Gruppen werden die im folgenden zu besprechenden Formen in zwei Abteilungen aufgeführt, und zwar:

I. Haifische mit deutlich entwickeltem Zwischendarm,

IL Haifische ohne Zwischendarm.

Die Bezeichnung „Zwischendarm" wurde von Redeke in der oben zitierten Arbeit eingeführt, an Stelle des früher, fälschlich als Bursa Entiana beschriebenen, klappenfreien Abschnittes des Darmkanals. Ich habe diese sehr zweckmäßige Bezeichnung hier durchweg beibehalten, da sie jede weitere Unterscheidung von Mitteldarm, Duodenum etc. überflüssig macht und jedenfalls zur rein morphologischen Orientierung, um die es sich hier handelt, vollkommen genügt.

I. Haifische mit Zwischendarm.

Laemargus rostratus Risso: Im Jahre 1881 gab P. DoederLEiN in seinem „Manuale Ittiologico del Mediterraneo" eine kurze Schilderung des Digestionstractus von Laemargus rostratus, im Zusammenhang mit einigen anderen anatomischen Details. Elf Jahre später erschien im Morphologischen Jahrbuch, Bd. 18, eine Mitteilung von Gegenbaur „üeber Coecalanhänge am Mitteldarm der Selachier", worin ebenfalls der Darm von Laemargus rostratus zur Sprache kommt.

Gegenbaur war bei seiner Publikation auf Zeichnungen angewiesen, die er 14 Jahre zuvor angefertigt hatte, da ihm das zugehörige Objekt seither abhanden gekommen war. Die damals schon publizierte Abbildung der betreffenden Verhältnisse ist neuerdings unverändert in das Lehrbuch der vergleichenden Anatomie, Bd. 2, 1901, übergegangen, nachdem das Jahr zuvor Redeke im Anatomischen Anzeiger, 1900, Bd. 17, No. 6 u. 7 die TuRNERSchen Angaben korrigiert und durch eine neue Figur die im Vergleich zu anderen Selachiern etwas komplizierten Verhältnisse am Darm von Laemargus borealis klargelegt hatte.

Redekes Vermutung, daß es sich bei Gegenbaurs Mitteilung wirklich um Laemargus rostratus handelt, kann ich durch eigene Beobachtung an Laemargus rostratus und Scymnus lichia bestätigen.

Doederlein gibt für Laemargus rostratus einen einzigen Blindsack an, der in den vom aufsteigenden Pylorus mit dem Zwölffingerdarm gebildeten Winkel mündet, und hält offenbar einen mit seinem blinden Ende an die Pars pylorica des Magens anstoßenden Darmabschnitt für die Fortsetzung des Magenrohrs.

Gegenbaur sagt: „Der aus dem weiten Oesophagus fortgezetzte Magen besaß kaudalwärts einen kurzen Blindsack, von dem ventral


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wärts ein engerer Teil abbog, welchen ich als Anfang des Mitteldarms bezeichnete. Eine leichte Einschnürung grenzte diesen Teil als Pars pylorica voni übrigen Magen ab, und weiterhin setzte sich der Anfang des Mitteldarms als etwas erweiterte Strecke nach vorn zu fort, um erst einen kürzeren und dann einen längeren Blindschlauch aufzunehmen."

Gegenbaues Beobachtung, daß tatsächlich zwei Blindsäcke existieren, kann ich durch meine Beobachtungen vollkommen bestätigen ; doch muß der speziellen Beschreibung und der Rekonstruktion der zugehörigen Figur, wie ich zu zeigen versuchen möchte, ein Mißverständnis zu Grunde gelegen haben.

Der Digestionsapparat von Laemargus rostratus schließt sich direkt an die Verhältnisse von Laemargus borealis au. Er ist vor allem durch die oben erwähnten deutlichen „zwei Caecalanhänge des Zwischendarms charakterisiert".

Der innere Magenraum öffnet sich durch eine 1 cm breite Oeffnung in eine ca. 3 cm lange, von ihm wenig deutlich abgesetzte Pars pylorica. Unmittelbar an ihrem, an das Ende des kleineren Blindsackes anstoßenden Abschnitt mündet der etwas versteckte Pylorus auf einer kleinen Papille. Die Pars pylorica, der Pylorus und der kleinere Blind sack scheinen nämhch, in natürlichem Zustand betrachtet, einen kontinuierlichen Darmabschnitt zu bilden und mochten zu der irrigen Ansicht Veranlassung gegeben haben, daß sich Laemargus rostratus durch den Besitz eines einzigen Blindsackes von anderen Selachiern besonders unterscheide. Die Einführung der Sonde in die Papille der Innenwand der Pars pylorica führt auf eine zweite Papille, die der Innenwand des kleineren Blindsackes angehört und sich 3 cm vor dem blinden Ende findet. Dieses Caecum stößt, wie dies Redeke für den homotypen Abschnitt bei Laemargus borealis hervorhebt, „mit seinem blinden Ende hart an die kurze Pars pylorica an". Zwischen diesem kleineren Coecum und dem nach hinten gerichteten, in den Spiraldarm übergehenden Abschnitt des Darmrohrs liegt der um 6 mm verlängerte zweite Bhndsack. Er besitzt kein vollkommen freies Ende, wie dies Redeke für den entsprechenden Teil von Laemargus borealis eingezeichnet hat, sondern der dem kleineren Blindsack genäherte Abschnitt ist durch Bindegewebe mit der Pars pylorica eng verbunden. Beide Blindsäcke vereinigen sich oralwärts zu einem gemeinsamen Hohlraum, der in den eigentlichen Zwischendarm übergeht und nach kurzem Verlauf den Ductus choledochus aufnimmt.

Das Längenverhältnis beider Caeca (6,4 cm : 7 cm) nähert sich also der Zahl 1, während es nach den Maßangaben von Redeke bei


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Laemargus borealis den Wert 1/2 ^icht überschreitet. In dieser Beziehung und im Modus der Verwachsung der Blindsäcke unter sich und mit der Pars pylorica des Magens ist jedenfalls der bedeutendste Unterschied der Darmapparate beider Laemargi zu suchen. Dazu kommt noch der ungewöhnlich große kaudale Blindsack des Magens, der bei Laemargus rostratus ein abweichendes Verhalten zeigt.

Die äußere Trennung beider Blindsäcke des Zwischendarms ist sehr ungleich weit gediehen, sie finden sich noch (verglichen mit Redekes Zeichnung vom Darm des Eishaies) in einem Zustand der Sonderung, ein Prozeß, der bei Laemargus borealis weiter fortgeschritten ist. Auf eine Strecke von 5 cm ist die Trennungslinie beider Blind Fig. 1. Darmkanal von Laemargus rostratus. Ma Magen, ili Milz. B Blindsack des Magens. Pp Pars pylorica. P Pylorus. C^ kleineres Caecum. C.^ das größere, ä/5 Spiraldarm. A Appendix digitiformis. De Ductus choledochus. R Rectiun.

Fig. 2. Darmkanal von Laemargus rostratus. Vom Pylorus aus gesehen. 3Ia Magen. Mi Milz. Pp Pars pylorica. p Pylorus. C, erster, C^ zweiter Blindsack des Zwischendarmes. Sp Spiraldarm.



Fig. 1.


Fig. 2.


Säcke nur durch eine schwach markierte Furche angegeben. 1 cm über der Pars pylorica scheinen die Caeca frei auszulaufen, die Trennung ist aber bloß eine scheinbare, da die Furche einfach tiefer greift, ohne die Blindsäcke vollkommen voneinander zu trennen.


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Der Spiraldarm ist nicht sehr auffallend, aber immerhin deutlich vom übrigen Darmrohr abgesetzt. Der große Appendix digitiformis findet sich 1 cm unterhalb des Spiraldarms.

Embryo Laemargus rostra tus 16 cm: Die Pars pylorica ist vom Magen noch deutlicher abgesetzt als am ausgewachsenen Tier, und die Stelle, wo der Pylorus in den der Magenwand zunächst hegenden kleinern Blindsack mündet, erscheint etwas aufgetrieben. Der relative Längeuunterschied der beiden Caeca tritt am embryonalen Darm noch mehr hervor. Die Caeca erreichen immerhin schon eine Länge von 8 und 9,5 mm und beanspruchen hier bloß Vs der gesamten Zwischendarmlänge.

Scymnus lichia: Der Darm von Scymnus ist bisher nicht eingehender beschrieben worden, und Redeke selbst ist er nicht zugänglich gewesen. Am Schlüsse seiner Arbeit „A Contribution to the visceral Anatomy of the Greenland Shark" weist Turner darauf hin, daß Johannes Müller hin und wieder Angaben über den Darmkanal von Scymnus lichia gemacht, aber keine Caecalanhänge nachgewiesen habe. J. MÜLLER sagt deutlich, anschließend an einige kurze Bemerkungen über den Darm von Scymnus:

„Zwischen dem Pylorus und dem Anfang der Klappe befindet sich eine klappenlose, oben kuppeiförmig gedeckte Höhle, in welche sich der Gallengang und Pankreasgang ergießen und wo beim Foetus auch der Ductus vitello-intestiualis einmündet. Diese Abteilung des Darmes ist die Bursa Eutiana."

Bei Scymnus handelt es sich aber um eine höchst eigenartige Ausbildung des Zwischendarms, Aeußerlich betrachtet, scheint er mit einer wahren „Bursa Entiana" zum Verwechseln ähnlich. Redeke hat aber neuerdings deutlich darauf hingewiesen, daß die eigentliche „Bursa Entiana" sich nur bei Galeus cauis findet und dort einen Bestandteil des Magens repräsentiert. Hier liegt bloß ein der echten Bursa äußerlich ähnlich sehendes Gebilde vor, auch eine kapselartig gesonderte Abteilung, die sich zwischen Pylorus und Spiraldarm einschiebt, aber durch die Valvula pylori vom Magen deutlich abgegrenzt erscheint. Der dickwandige Magen geht kaudalwärts direkt in den stark muskulösen und kurzen Pylorus über, ohne die Andeutung eines Blindsackes aufzuweisen. Der Pylorus setzt sich nun aber nicht direkt in den dünnwandigen Zwischendarm fort, sondern scheint vielmehr seitlich in ihn einzumünden. Der Ductus choledochus mündet nämlich in eine sonst blind geschlossene geräumige Partie des Zwischendarms, in welche etwa 3 cm kaudalwärts der Pylorus sich ergießt.

Es kommt hier sowohl als beim Uebergang in den Spiraldarm


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zu blindsackartigen Bildungen des Zwischendarms, von denen die erstere der Größe nach sich über die Hälfte des gesamten Zwischendarras erstrecken kann, während sich das Längenverhältnis der Blindsäcke zum Zwischendarm bei Laemargus rostratus auf nahezu V4 bestimmen ließ.

Daß es sich hier nicht um eine zufällige Anschwellung handelt, die etwa als Folge eines „hohen Füllungszustandes des Darmkanals" oder mit der „Konservierungsweise" im Zusammenhange steht, geht aus dem übereinstimmenden Befund an drei verschiedenen Exemplaren derselben Species hervor, und ferner gibt die dünnwandige Beschaffenheit dieses mit der Mündungsstelle des Ductus choledochus versehenen Darmabschnitts zwischen den angrenzenden stark muskulösen Teilen des Spiraldarms und des pylorischen Rohres ein zu sicheres Merkmal ab, als daß hier an Artefakte gedacht werden dürfte (P. Mayer, contra Parker, C. Redeke).

Scymnusembryo 18 cm: Der Darmkanal zeigt außer dem erhalten gebliebenen Ductus vitellointestinalis keine Besonderheiten, sondern schließt sich unmittelbar den für den erwachenen Scymnus beschriebenen Verhältnissen an.

Pristiophorus japonicus: Das mäßig erweiterte Speiserohr geht in den wenig kapaciöseren Magen über, der kaudal in einen schwachen Blindsack ausläuft. Die Pars pylorica ist wenig ausgeweitet und geht

Fig. 3. Darm von Scymnus lichia. Nach einem Formolpräparat. 3fa Magen. Mi Milz. Dch Ductus choledochus. B Blindsack des Zwischendarmes Zd. P Pylorus. Sp Spiraldarm. A Appendix digitiformis.

ohne scharfe Grenze in den kurzen Pylorus über. Der Zwischendarm ist stark verkürzt und stellt einen ähnlichen Wulst dar, wie er von Redeke für Rhinobatus beschrieben worden ist. Das pylorische Rohr erreicht bei weitem nicht die Länge, wie sie etwa für den Darmkanal von Rhinobatus oder Pristis charakteristisch ist, ebenso fehlt dem Magen jede Spur einer Einteilung in zwei durch eine schwache Einschnürung gesonderte Abschnitte, ein typisches Merkmal des Pristismagens. Die Milz liegt wie bei Scymnus lichia und Laemargus dem kaudalen Blindsack des Magens an, im Gegensatz zu Pristis und Rhinobatus, wo sie der vorderen Magenwand lateral angefügt erscheint. Der


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Aüsatz der Spiralfalte, sowie die Einmündungsstelle des Ductus choledochus konnten der ungünstigen Konservierung wegen nicht genau ermittelt werden. Der vordere Abschnitt der Spiralfalte war aus dem Verband mit der Darmwand gelöst.

Im ganzen zeigt aber Pristiophorus auch im Aufbau des Darmkanals vorwiegend spinacide Merkmale.

Spinax niger: Die beiden von Redeke beobachteten Ausbuchtungen am Anfang des Zwischeudarms werden wohl schwerlich mit den Caeca am Zwischendarm von Laemargus in Beziehung gebracht werden können. Wahrscheinlich handelt es sich um eine besonders starke Kontraktion des pylorischen Ringmuskels. Ich habe den Darmkanal von Spinax niger an einem 33 cm langen Exemplare nachgeprüft und keine Spur dieser Ausbuchtungen am Zwischendarm vorgefunden.

Echinorhinus spinosus besitzt nach den Angaben von W. Turner (Journal of Anatomy and Physiology, Vol. 9) einen im Vergleich zur Gesamtlänge des Darmkanals recht kurzen Zwischendarm. Turner sagt: ,,The fold of mucous membrane, which marked the commencement of the spiral valve, began about 1 inch from the pyloric tube, etc. . . ."

II. Haifische ohne Zwischendarm.

Pristis Perrotteti: Das vordere Ende der Spiralfalte setzt unmittelbar hinter der Valvula pylori ein. Die Falte ist an der Ansatzstelle annähernd ebenso stark entwickelt wie an der Uebergangsstelle in den eigentlichen Spiraldarm und erfüllt von Anfang an beinahe das ganze Darmlumen. Der Magen ist in zwei Abteilungen eingeteilt. Ein vorderer länglicher Magenabschnitt ist durch eine seichte Einschnürung von einem kleineren , aber weiteren kaudalen Abschnitt abgesetzt. Beide Magenräume unterscheiden sich ferner durch die Gestalt der Schleimhautfalten. Der kaudale Magenteil ist sackartig ausgeweitet, seine Längsachse steht zu derjenigen des vorderen Abschnitts senkrecht. Der Ductus choledochus und der Ductus pancreaticus münden in den oberen Abschnitt des Spiraldarms ein.

Cestracion galeatus: Der Oesophagus geht in einen einfachen, dünnwandigen Magensack über. Er bildet einen kaudalen BHndsack und besitzt eine glatte Schleimhaut. In der Pars pylorica verlaufen deutlich prominierende Schleimhautfalten, und äußerlich ist sie besonders durch eine einseitig entwickelte laterale Muskelschicht charakterisiert. Die Schleimhautfalten reichen bis zur Valvula pylori, wo auch schon die Spiral darmfalte ansetzt und unmittelbar in die gedrehte Spiralfalte


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übergeht. Der kolbig gestaltete Appendix digitiformis findet sich unmittelbar ani Ende des Spiraldarms. Das Rectum ist sehr weit und auffallend lang.

Cestracion Philippi: Der Darm zeigt hier eine abweichende Ausbildung, indem der Magen kaudal, ohne einen Blindsack zu bilden, in den gleichmäßig muskulösen Pylorus übergeht.


Nachdruck verboten.

lieber die Beziehungen des Nervus trigeminus zur ßiecli schleimhaut.

Von Dr. W. Rubaschkin.

(Aus dem histol. Labor, der K. militär-med. Akademie zu St. Petersburg [von Prof. M. D. Lavdow.skt].)

Mit 4 Abbildungen.

Seit den ersten Versuchen, die Methoden von Ehrlich und Golgi zur Erforschung der Riechschleimhaut anzuwenden, sind in letzterer freie, mit den Zellen des Riechepithels nicht in Verbindung stehende Fibrillen beschrieben worden ; nichtsdestoweniger ist die Frage über Herkunft und Bedeutung dieser Fibrillen bis jetzt nicht über mehr oder weniger wahrscheinliche Voraussetzungen hinausgekommen.

Grassi und Castronovo ^j, welche als erste auf imprägnierten Präparaten der Membr. olfactoria in ihr freie, mit den morphologischen Elementen nicht in Verbindung stehende Fibrillen sahen, entsagten sich, die Frage über die Herkunft dieser Fibrillen zu lösen, und waren nicht einmal fest von der wirklichen Unabhängigkeit der Fibrillen vom Geruchsnerven überzeugt.

R. Y Cajal^) im Jahre 1889 und Van Gehuchten^) 1891, welche mit Hilfe derselben Methoden die Riechschleimhaut untersuchten, verneinten gänzlich die Existenz der freien intraepithelen Fasern und betrachteten alle die zwischen den Epithelzellen der Membr. olfactoria sich befindenden Fibrillen als zentrale Fortsätze des Riechepithels.


1) Geassi und Ca.stronovo, Beiträge zur Kenntnis des Geruchsorgans des Hundes. Arch. f. mikr. Anat., 1889.

2) R. Y Cajal, Nuevas applicaciones del metodo de coloracion de GoLGi. Term, del nervio olfat. en la mucosa nasal., 1889, Barcelona.

3) Van Gehuchten, Contributions ä l'etude de la muqueuse olfactive chez les mammiferes. La Cellule, T. 6, 1891.


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Im Jahre 1893 sprach R. y Cajal^) in einem neuen Werke schon von frei endenden Fibrillen in der Riechschleimhaut von Embryonen der Mäuse, aber er sah sie in morphologischer Hinsicht als ganz identisch mit den Fibrillen des Nerv, olfactorius an.

Brunn 2) hat sich nicht verzweigende Fasern an der Grenz des Riechepithels beschrieben, welche ganz zur Riechschleimhaut heraufsteigen und frei in ihr endigen. Er hebt ihre im Verhältnis zu den Geruchsfibrillen große Dicke hervor. Aus diesem Grunde hält er sie für sensible Fasern des Nervus trigeminus. Retzius ^) hat bei Fröschen und Mäusen die intraepithelialen Fibrillen beschrieben, hat sich aber enthalten, etwas über ihren Charakter auszusagen.

Lenhossek^) beschrieb im JACOBSONschen Organe und in der Riechschleimhaut des Kaninchens dünne Fibrillen, die zwischen den Zellen des Epithels durchgehen und dortselbst mit Verdickungen endigen. Lenhossek ist geneigt, sie als sensible Zweige des Nerv, trigem. zu betrachten, wenngleich er es auch nicht für möglich hält, ihre Herkunft vom Geruchsnerven ganz und gar in Abrede zu stellen. Im Jahre 1894 °) aber hält er sie zweifellos für Zweige des Nerv, trigeminus.

DissE^) unterscheidet zwei Arten von Fibrillen, von denen die einen sich im Geruchsepithel baumartig verzweigen, die anderen aber mit Verdickungen endigen, ohne Seitenabzweigungen zu geben. Aehnliche Fibrillen fand er auch in der Regio respiratoria, deshalb zögerte er auch nicht, ihren sensiblen Charakter anzuerkennen.

AicHEL ^), der die intraepithelialen Fibrillen bei Teleostiern beschrieben hat, spricht sich nicht klar über ihren Ursprung aus und hält es für möglich, nur einen Teil von ihnen für Zweige des Nerv, trigem. anzusehen, indem er sie von der Anastomose zwischen dem


1) R. Y Cajal, Nuevo concepto de la histologia de los centres nerviosos, 1893 (Virch. Arch., 1896).

2) V. Brunn, Beiträge zur mikroskopischen Anatomie der menschlichen Nasenhöhle. Arch. f. mikr. Anat., 1892.

3) Retzius, Die Nervenendigungen in der Riechschleimhaut. Biolog. Unters., Bd. 4, 1892.

4) LenhossI;k, Die Nervenursprünge und Endigungen im Jacobsonschen Organe des Kaninchens. Anat. Anz., 1892.

5) Lenhoss:6k, Beiträge zur Histol. des Nervensyst. und der Sinnesoi-g., 1894.

6) DissE, Ergebnisse der Anat. und Entwickelungsgesch. von Merkel u. Bonnet, 1894.

7) Aichel, Kurze Mitteilungen über den histolog. Bau der Riechschleimh. embryon. Teleost. Sitzungsb. d. Gesellsch. f. Morph, u. Phys. zu München, Bd. 11, 1895.


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Ramus profundus unci Ramus superficialis des ersten Zweiges des Nervus trigeminus herleitet.

Im Jahre 1901 sah auch Jagodowsky^) dieselben Fibrillen, konnte aber ebenfalls nichts über ihre Bedeutung aussagen.

So ist denn aus diesem kurzen Rückblick auf die neue Litteratur zu ersehen, daß die Existenz freier intraepithelialer Fibrillen in der Riechschleimhaut von allen neueren Beobachtern bewiesen worden ist, und daß bei verschiedenen Autoren die Beschreibung dieser Terminale fasern beinahe identisch ist.

Fast alle Autoren sehen sie für sensible Fibrillen des Nervus trigeminus an, aber keiner war im stände, faktische Beweise für ihren Ursprung dieser Art anzuführen, und nur theoretisch, aber nicht auf Grund beobachteter Tatsachen ließ man zu, daß sie anderer Natur waren als die übrigen Fasern des Riechbündels.

Bei meinen Studien des zentralen Nervensystems und der Gefühls Organe unter der Leitung von Prof. Dr. M. Lavdowsky in der K. miliär.-mediz. Akademie zu St. Petersburg stieß ich auf Erscheinungen, welche diesen dunklen Punkt bis zu einem gewissen Grade beleuchten können.

Soviel mir bekannt, ist keine Erforschung der Riechschleimhaut der Vögel und der Nerven derselben mit Hilfe der schwarzen Färbung nach der Methode Golgis angestellt worden, indessen hier, wie mir scheint, die Lösung des fraglichen Punktes liegt.

Meine Beobachtungen betreffen die Embryonen der Hühner am 9. Tage der Inkubation und sind vermittels der Chromsilberimprägnation ausgeführt worden.

Mit der Riechschleimhaut der Hühnerembryonen verhält es sich in morphologischer Hinsicht ebenso wie mit der der übrigen Tiere. Die Zellen des Stützepithels und die bipolaren Nervenzellen haben dasselbe Aussehen und zeigen dieselben Beziehungen, welche von Retzius, Van Gehuchten, v. Lenhossek und anderen für die übrigen Tiere beschrieben worden sind, und diesen Beschreibungen habe ich nichts Neues hinzuzufügen.

In dieser Abhandlung wird beabsichtigt, einige Tatsachen vorzuführen betretend die Frage des Ursprungs der freien Intraepithelialfibrillen der Riechschleimhaut.

Die Erforschung der vorderen und hinteren Teile der Membr. olfactoria zeigt nicht den Ursprung dieser Fibrillen an. Sowohl die


1) Jagodowsky, Zur Frage nach der Endigung der Geruchsnerven. Anat. Anz., Bd. 19, 1001.

Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 27


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baumartigen, sich verzweigenden Fasern Disses, wie auch die sich nicht verzweigenden freien Fibrillen Brunns vermischen sich sogleich nach ihrem Heraustreten aus der Schleimhaut mit den Abkömmlingen der Zellen des Riechepithels, und bereits nach einer kleinen Entfernung von der Riechschleimhaut gelingt es nicht mehr, sie von den anderen Fibrillen des Geruchsnerven zu unterscheiden.

Beziehungen ein wenig anderer Art werden in den hinteren Teilen der Membr. olfact. beobachtet. Hier sind die zentralen Fortsätze der bipolaren Geruchszellen nicht auf einer so weiten Entfernung zu bemerken, wie es der Fall ist in den vorderen Teilen der Membr. olfact., denn sie entziehen sich der Beobachtung, sobald sie aus ihr heraustreten. An dicken Schnitten läßt es sich bisweilen beobachten, daß sie einen Bogen beschreiben und dabei sich nach vorn zum Riechnerven wenden — eine Tatsache, welche von der fächerartigen Verteilung der Fibrillen des letzteren bei seinem Heraustritt aus der Lamina c r i b r o s a abhängt. Wie dem aber auch sei, in diesem Teile der Membr. olfactoria sehen wir fast gar keine Riechfibrillen, was das Erforschen der Beziehungen anderer Elemente zur Riechschleimhaut bedeutend erleichtert.

In dieser Gegend beobachtet man eine interessante Eigentümlichkeit, welche an anderen Stellen der Riechschleimhaut nicht anzutreffen ist, und der bis jetzt, soviel mir bekannt, nicht Beobachtung geschenkt worden ist. Wie aus den Zeichnungen zu ersehen, hegt unter der Membr. olfactoria selbst ein Nervenknoten von ein wenig länglicher Form, welcher aus Zellen besteht, die bei Färbung mit einfachem Hämatoxylin oder Anilinfarben sich von den gewöhnlichen Ganglienzellen nicht unterscheiden. Es erweist sich, daß dieser Knoten in sehr nahen Beziehungen zu den freien, baumartig sich verzweigenden Fibrillen Disses steht. Schon auf Grund theoretischer Kombinationen kann man diesen Knoten für einen von den Ganglien der sensiblen Verzweigungen des Nervus trigeminus ansehen. Um tatsächliche Beweise für solche Voraussetzungen zu finden, hat man Schnitte aus den hintersten Teilen der Membr. olfact. angefertigt — Schnitte, die nahe der Stelle kommen, wo der Nerv, trigeminus heraustritt, ja welche den Nerv selbst einfassen. Zu diesem Zwecke gab man den Schnitten eine zur Oberfläche des Gehirns hin ein wenig abschüssige Richtung. In diesen Fällen sah man im Durchschnitt die Hinterhauptsteile der Hirnrinde, einen Teil der Basis des Gehirns und den hinteren Teil der Riechschleimhaut.

Auf solchen Präparaten gelingt es das im Schnitte Ganglion


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Gasseri s. semilunare des Nervus trigeminus mit seinen ersten Abzweigungen zu erhalten, wie es auf Fig. 1 zu sehen ist.

Gewöhnlich kann man nur 2 Wurzeln, die aus dem Gangl. Gasseri herauskommen, sehen, und zwar den ersten und zweiten sensibeln Zweig des Nervus trigeminus. Von diesen fesselt hauptsächlich der erste Zweig, der zur Riechschleimhaut herabsteigt , unsere Aufmerksamkeit. Er nimmt seinen Ursprung aus dem Gangl. Gasseri, als ein dicker Nervenstamm, und indem er die Richtung zur Riechschleimhaut einschlägt, gibt er einen unbedeutenden Zweig von sich, der sogleich sich zur Membr. olfact. wendet und an ihrer inneren Oberfläche einen Nervenknoten bildet. Zum Unterschiede von dem Ramus ethmoidalis nervi trigemini,

Fig. 1. Nerv, trigeminus und seine Beziehung zur Kiechschleimhaut (halbschematisch). g'ffl- Gangl. Gasseri; g.ol. Gangl. olfactorium ; R.ol. Ramus olfactorius nervi trigemini ; m. ol. Membr. olfactoria.

welcher zur Schleimhaut der Regio respiratoria geht, wäre es bequem, diesen Zweig Ramus olfactorius nervi trigemini, den Knoten aber, der von ihm gebildet wird, Ganglion olfactorium nervi trigemini zu nennen i).

Somit steht das Riechbündel des Nerv, trigeminus in unmittelbarem Zusammenhange mit dem ersten Zweige des Nerv, trigeminus, resp. mit dem Ganglion Gasseri. Auf nach der GoLGischen Methode imprägnierten Präparaten (Fig. 2) ist klar zu ersehen, daß die zentralen Fortsätze (Axonen) verschiedener Zellen des Riechknotens in den



1) Hier sei noch zu bemerken, daß, soviel ich selbst gesehen habe, die Embryonalzellen des „Ganglion olfactorium nervi trigemini" erst durch Teilung der ursprünglichen Bipolaren des Gangl. Gasseri zu Tage treten, und zwar während des 7. bis 8. Tages der Bebrütung. Während der folgenden Tage aber gehen die beiden Knoten auseinander. (Anmerkung von Prof. M. Lavdowsky.)

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Ramus olfactorius eindringen, und manchmal ist es möglich, sie bis zum Gangl. Gasseri zu verfolgen.

Wenden wir uns jetzt zur Betrachtung der Struktur dieses Knotens und der Beziehung des letzteren zur Riechschleimhaut.

In den Zellenelementen des Knotens kann man zwei Typen unterscheiden. Zum ersten, zu dem die Mehrzahl der Zellen gehört, zählen die bipolaren Zellen (Fig. 2 und 3), welche in morphologischer Hinsicht den bipolaren Zellen der Gangl. intervertebralia entsprechen, wie das von Retzius, Lenhossek, Prof. M. Lavdowskt und anderen beschrieben worden ist, und wie ich es auf meinen Präparaten des Rückenmarks von Vögelembryonen sehe.



Fig. 2.


Fig. 3.


Fig. 2. g. ol. Gangl. olfactorium uervi trigemini ; E. ol. Ramus olfactorius. Fig. 3. a bipolare Zellen ; b multipolare Ze?len ; c die Verzweigungen ihrer Fortsätze in der Membr. olfactoria.


Zum zweiten Typus gehören multipolare Zellen mit mehreren Fortsätzen, von denen der eine in den Ramus olfactorius nerv, trigemini eindringt. Zellen dieser Art gibt es wenig, sie kommen vielmehr als Ausnahmen vor. Es ist sehr wahrscheinUch, daß die bipolaren Zellen des Riechknotens l)loß die embryonale Form der Ganglienzellen sind, um so mehr, als in diesem Entwickelungsstadien auch in anderen Nervenknoten (intervertebralen und sympathischen) die Mehrzahl der Zellenelemente ebenfalls bipolar ist. Im gegebeneu Falle hat diese Frage keine besondere Bedeutung, weil die bipolaren und die multipolaren Zellen des Riechknotens zum Epithel der Membr. olfact. in gleicher Beziehung stehen, und der Unterschied nur in der Anzahl der Fortsätze, welche in die Riechschleimhaut eindringen, besteht.

Die peripherischen Fortsätze, sowohl der Zellen des ersten, als auch der des zweiten Typus, schlagen bald nach ihrem Ursprung aus dem Zellenkörper eine parallele Richtung zur Oberfläche der Membr.


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olfactoria ein, indem sie hierbei alle zusammen ein mehr oder weniger dichtes subepitheliales Geflecht bilden. Von hier gehen sie in Form von quer aufsteigenden Zweigen zu den Epithelzellen hinauf und zerfallen hier in ihre Endzweige. Nicht selten schlagen sie keine streng schräge Richtung ein, sondern vertauschen sie von neuem mit einer horizontalen und durchlaufen einen mehr oder minder langen Weg zwischen den Epithelzellen, indem sie hierbei aufsteigende Endzweige abgeben. Bei bipolaren Zellen dringt bloß ein Fortsatz in die Riechschleimhaut ein, während bei den multipolaren 2 — 3 und manchmal noch mehr Abkömmlinge sich zwischen den Zellen des Riech- und Stützepithels verzweigen.

Sowohl die Fortsätze selbst, als auch ihre Endzweige sind mit Varikositäten besetzt. Soweit es möglich war, diese Endzweige der Fortsätze der Zellen des Gangl. olfactorium zu verfolgen, stehen dieselben in keinerlei Beziehungen zu den Riechzellen ^). Das sind eben die Zweige = Fibrillen, welche viele Mal unter dem Namen von „freien" Fibrillen der Riechschleimhaut beschrieben worden sind.

Die zentralen Fortsätze dieser Zellen gehen entweder vom Körper der Zellen ab, wie das bei den bipolaren Zellen der Fall ist, oder, was nicht selten bei multipolaren Zellen beobachtet wird, nehmen ihren Anfang von einem der peripherischen Fortsätze iu Form sehr dünner Fibrillen. Alle diese Fortsätze verbinden sich, wie gesagt, zu einem Bündel, welches sich mit dem Zweige des Nerv, trigeminus verbindet, und schlagen die Richtung zum Gangl. Gasseri ein.

Außer diesen, aus den Zellen des Riechknotens beginnenden Fibrillen kann man in der Riechschleimhaut auch noch andere konstatieren, die mehr entfernten Ursprunges sind. Diese Fasern kommen in beträchtlicher Anzahl auch in dem Ganglion selbst vor, nehmen an der Bildung des subepithelialen Geflechts teil und treten zusammen mit den Fortsätzen der Zellen des Riechknotens in die Membr. olfactoria ein. Wegen ihres morphologischen Charakters und des Typus ihrer Endzweige unterscheiden sie sich gar nicht von den Endzweigen der Fortsätze der Zellen des Gangl. olfactorium. Es ist gelungen, zu beobachten, daß diese Fibrillen auch die Zellenfortsätze der höher liegenden Knoten sind, und kann man mit Bestimmtheit sagen, daß einige Zellen des


1) Man kann aber annehmen, daß diese freien Trigeminusfibrillen in einer Kontaktverbindung mit den Riechzellen sich befinden, doch habe ich in dieser Hinsicht keine positiven Beweise, und muß ich die Meinung nur mit aller Vorsicht hier aussprechen.


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Gangl. Gasseri lauge Fortsätze schicken, welche in den Ramus olfactorius eindringen. In anderen Fällen gelingt es manchmal, die aus dem Gangl. Gasseri gehenden Fibrillen sehr weit in den Ramus olfactorius zu verfolgen, und muß man auch sie als die Fortsätze der Zellen des Gangl. Gasseri betrachten.

So beweisen diese Tatsachen, daß wenigstens der bekannte Teil der sogenannten freien Fibrillen von Grassi und Castronovo zu den sensiblen Fasern des Nervus trigeminus, und zwar zu den Zellenfortsätzen seiner verschiedenen Knoten, gehören.






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Fig. 4. Schematische Darstellung des embryonalen Trigeminustractus bis an die Regio olfactoria.


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Am Ende des Aufsatzes sei es mir noch gestattet auf folgendes aufmerksam zu machen. Betrachtet man die Verteilung beider Arten von Fortsätzen der Ganglienzellen, sei es daß sie der Pars propria, oder auch der Pars olfactoria des Gangl. Gasseri angehören, so sieht man zweifellos, daß beide Arten von Fortsätzen der Ganglienzellen — also sowohl die Axonen, als auch die Dendriten — einartig gebaut und von gleicher Nervennatur sind. Folglich erscheint die ältere Annahme der „Protoplasma-" und „Nervenfortsätze" ganz und gar unbequem — eine Idee, welche mein hochverehrter Lehrer Prof. M. Lavdowsky bereits lange und mehreremal ausgesprochen hat.


Nachdruck verboten.

Beiträge zur Entwickelungsgeschichte des menschlichen Gehirns.

I. Die erste Entwickelung der großen HirrLkommissuren und die „Verwachsung" von Thalamus und Striatum.

Vorläufige Mitteilung von Cand. med. Kürt Goldstein.

(Aus der entwicklungsgeschichtlichen Abteilung des anatomischen Institutes der Universität Breslau.)

Da die Verötfentlichung einer Arbeit, die ich über oben stehendes Thema auf Anregung von Herrn Professor Schaper im Laufe des Jahres 19U1 angefertigt habe, eine unliebsame Verzögerung erfahren hat, obgleich das Manuskript schon seit Mai 1902 in den Händen des Verlegers ist, möchte ich im folgenden meine Hauptergebnisse in Kürze mitteilen.

Der ganzen Untersuchung lag in erster Linie die Absicht zu Grunde, die Verhältnisse der großen Hirnkommissuren in der Zeit ihres ersten Entstehens beim Menschen einer genaueren Prüfung zu unterwerfen, und besonders die Beziehung derselben zur medialen Hemisphärenwand klarer darzulegen, wozu ein selten schön fixiertes Gehirn aus der zweiten Hälfte des vierten Monats, das Herr Prof. Schaper mir gütigst überließ, Gelegenheit bot. Das Gehirn entstammte einem Embryo von 10,5 cm Steiß-Scheitellänge; die größte Länge der Hemisphären betrug 31 mm.

Die wesentlichsten Resultate der Untersuchung sind folgende:

1) Die Hemisphären des menschlichen Großhirns sind im embryonalen Alter von 3^2 Monaten noch absolut furchen los. Besonders ist hervorzuheben, daß weder eine vordere Bogenfurche (His), noch eine hintere im Sinne der Autoren vorhanden ist. Diese bisher von allen Beobachtern mit Ausnahme von Hochstetter und Retzius


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als normal beschriebeoen Furchen sind als postmortal entstandene Kunstprodukte aufzufassen.

2) Der Balken ist bei einer Länge von 2^/, mm bereits in seiner morphologischen Gesamtheit vorhanden. Seine Fasern nehmen ihren Ursprung in der medialen Hemisphärenwand in einer Schicht, die zwischen Ependym und dem Weiß der Stabkranzfasern gelegen ist, und sich im vorliegenden Stadium, als auch an älteren Gehirnen von 4 und 5 Monaten, als deutlich abgegrenzter grauer Kern in der ventrikulären Partie der weißen Substanz unterscheiden läßt („Balkenursprungszone"). — Ebenso ist die Fornixfaserung schon deutUch zu verfolgen. Balken und For nix entwickeln sich zwar in einem Bezirke der medialen Hemisphärenwand, der dem sog. Randbogen der Autoren ungefähr entspricht; von einer topographischen Abgrenzung dieses Bezirkes durch eine Bogenfurche (schon vor dem Entstehen von Balken und Fornix) kann jedoch nach obigem Befunde nicht die Rede sein.

3) Das erste Auftreten des Balkens wird nicht eingeleitet durch eine vorhergehende Verwachsung bestimmter Teile der Hemisphären wände (Marchand u. a.), sondern erfolgt in der von vornherein gegebenen Verbindung derselben durch die Lamina terminalis, deren sich allmählich mehr und mehr ausdehnende „Ectogliaschicht" (Minot) das morphologische Substrat liefert, durch welches die Balkenfasern von einer Hemisphäre zur anderen hinüberwachsen. Dementsprechend kann auch im weiteren Fortschritt des Balkenwachstums von einer fortschreitenden Verwachsung der Randbogen und einem späteren Hineinwachsen der Balkenfasern nicht die Rede sein, nach welcher Anschauung (v. MihalKovics) der Balken sich vorwiegend durch appositionelles Wachstum vergrößern würde. Die Vergrößerung kommt vielmehr dadurch zu Stande, daß bei gleichzeitigem Längenwachstum der Hemisphären sich immer neue Fasern zwischen die alten einschieben (intussusceptionelles Wachstum), und die oberflächliche „Ectoghaschicht" der Lamina terminalis dadurch eine entsprechende Expansion erfährt. Am erwachsenen Gehirn hegt daher ebenso wie bei seiner ersten Entstehung der Balken streng genommen vollkommen innerhalb der Lamina terminalis.

4) Die Bildung des Cavum septi pellucidi kommt nicht durch sekundäre Spaltbildung in einer vorher verwachsenen Partie der Hemisphärenwände (Marchand) zu stände; das Cavum verdankt vielmehr seine Entstehung dem bogenförmig nach vorn und unten stattfindenden Auswachsen des Balkens, wodurch unterhalb des


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Balkens ein Stück der Fissura longitudinalis cerebri abgegrenzt wird, das schließlich in der weiteren Entwickelung besonders durch das Fortschreiten des Rostrum nach voru und unten allseitigen Abschluß findet und sich unter dem nach hinten wachsenden Balken auch nach hinten ausdehnt.

5) Thalamus und Striatum sind ursprünglich jederseits nur durch die relativ dünne Bodenpartie der Großhirnhemisphäre miteinander verbunden. Ihre spätere breite Gegenüberlagerung verdanken sie nicht, wie fast allgemein (auch noch neuerdings von Dejerine) angenommen, einem Verwachsungsprozeß zwischen ihnen und dem gleichzeitigen Zugrundegehen des zwischen ihnen befindlichen Hemisphärenwandstreifens, sondern einer Verbreiterung der erwähnten ursprünglichen Verbindungslamelle in horizontaler und vertikaler Richtung, welche durch das zunehmende Einwachsen der Stabkranzfasern in diese bei gleichzeitigem selbständigem Wachstum von Thalamus und Striatum zu Stande kommt. Es findet also durch allmähliche Verbreiterung anfänglich schmaler Substanzbrücken zwischen benachbarten Gehirnteilen eine wesentliche Veränderung und Verschiebung äußerer Reliefverhältnisse und innerer Strukturen statt, nicht eine Bildung neuer Kontinuitäten in der Hirnmasse.

6) Aus den vorstehenden, spezielleren Resultaten habe ich dann zwei Folgerungen für die allgemeine Entwickelungsgeschichte des Gehirns gezogen :

a) Verwachsung von ursprünglich getrennten, oberflächlichen Hirnpartien findet, wenigstens in vorgeschrittenen Ent Wickelungsstadien, nicht statt, ebensowenig ein Durchbrechen der Hirnwand durch Fasern.

b) Dem Auswachsen der Faserzüge, die ihren Weg durch die primär vorhandenen Verbindungen der Hirn* teile nehmen und durch intussusceptionelles Wachstum eine zunehmende Vergrößerung ihrer Maße erfahren, kommt durch Massenverschiebung ein wesentliches, bestimmendes Moment für die morphologische Umgestaltung des Gehirns zu.

Meine hoffentlich vor Ostern noch erscheinende ausführliche Arbeit ist mit einer großen Anzahl von Abbildungen (auch solchen von Plattenmodellen) ausgestattet, die zu einer klareren Darlegung der hier in betracht kommenden höchst komplizierten morphologischen Verhältnisse wesentlich beitragen dürften,

Breslau, im Dezember 1902.


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Nachdruck verboten.

Die (xlaiidulae duodenales (Bruniieri) als Bestimmungsniittel der Diiodeiiallänge beim Menschen.

Von KoNEAD Hblly.

(Aus dem I. anatomischen Institut zu Wien.)

Mit 1 Abbildung.

Im folgenden soll der Versuch unternommen werden, ein Merkmal zu gewinnen, das es ermöglicht, an dem aus der Leiche herausgeschnittenen Darme mit ziemlicher Genauigkeit die Grenze zwischen Duodenum und Jejunum aufzufinden. Diese Aufgabe ist nicht neu, verdient aber dennoch einiges Interesse, da es ja bekanntlich Varietäten des Zwölffingerdarmes gibt, bei denen die Bestimmung seiner Länge nach den sonst üblichen Anhaltspunkten versagen kann. Hierher gehört vor allem das Vorkommen eines sogenannten freien Duodenalgekröses unter Bildung eines Mesenterium commune, sowie gewissermaßen im Gegensatze hierzu die Verlötung des Anfangsteiles des Jejunum mit der hinteren Bauchwand. Auch Fälle abnormer Schlingenbildung des Duodenum wären hierherzuzählen.

Normalerweise fällt ja der Ansatz des Musculus suspensorius duodeni und die Kreuzung des Stammes der Art. mesenterica superior mit dem Dünndarme zusammen mit der Flexura duodeno-jejunalis. Doch gibt es Fälle — die erste der erwähnten Varietätenformen zählt hierher — in denen von einer eigentlichen Flexura duodeuo-jejunaUs keine Rede ist, der M. suspensorius duodeni fehlt und auch die Kreuzung der Art. mesenterica superior mit dem Darme infolge der geänderten Gekröseverhältnisse ausbleiben mußte. Für solche Fälle schlägt Broesike (91) vor: „Wo keine mit Sicherheit erkennbare Flexura duodeno-jejunalis vorliegt, können wir das Duodenum oder Pancreaticum nur bis zu dem Punkte rechnen, wo der Darm das Pancreas verläßt. Dies geschieht unterhalb der Einmündungsstelle des Ductus pancreaticus, d. h. am Ende der Pars descendens duodeni. Wo jedoch eine annähernd normal gelegene Flexura duodeno-jejunalis vorhanden ist, müssen wir dem alten Brauch die Konzession machen, daß wir das Duodenum an derselben enden lassen. Nach den Resultaten der Entwickelungsgeschichte wäre es allerdings nur konsequent, zum Duodenum s, Paukreaticura lediglich die sog. Pars transversa sup. und Pars descendens zu rechnen, und die Pars ascendens einfach dem


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Jejunum zuzuzählen oder höchstens als eine duodeno -jejunale Uebergangsportion zu betrachten." Bezüglich der weiteren Einzelheiten in den Schlußfolgerungen Broesikes, namentlich bezüglich der Art und Weise, in welcher er die einander zum Teil entgegengesetzten Ansichten von His (85) und Toldt (79, 89) miteinander in Einklang zu bringen sucht, sei auf seine Originalarbeit hingewiesen. Jedenfalls geht aber aus seinen Untersuchungen wie auch aus denen anderer Forscher (siehe Oppel, 97) hervor, daß die Einteilung in Duodenum und Jejunum oft einer gewissen Willkür unterworfen ist, wenn man sich nur an die bisher erwähnten Bestimmungspunkte halten will.

Auch die Messung führt zu keinem für alle Fälle gleichwertigen Ergebnisse, da die Länge des Zwölffingerdarmes beim Erwachsenen verschieden ausfällt, je nachdem man längs des freien oder des dem Pankreas zugewendeten Randes mißt. Ich habe sie durch Messung entsprechend einer die Mitte zwischen beiden Rändern einhaltenden, über die Vorderfläche des Duodenum verlaufenden Linie auf ungefähr 17 — 21 cm bestimmt, was eine ziemlich bedeutende Variationsbreite ergibt. Noch weniger ist es natürlich an Individuen, welche noch im Wachstume begriffen sind, möglich, eine genauere Abgrenzung des Duodenum mit Hilfe der Messung zu erzielen.

Nun bleibt nur noch ein Auskunftsmittel, das ist nach einem Merkmale zu suchen, das nur dem Duodenum, und zwar in seiner Gänze, zukommt, den anderen Darmabschnitten aber fehlt. Als solches können, wie ich glaube, die Glandulae duodenales (Brunneri) aufgefaßt werden. Ueber ihr Ausbreitungsgebiet bestehen zum Teil sehr widersprechende Angaben. Die größte Anzahl derselben findet sich bei Oppel (1. c.) zusammengestellt. Während die einen die genannten Drüsen nur bis in die Gegend der Mündung des Gallenganges reichen lassen wollen, lassen einige andere sie über das ganze Duodenum, ja sogar, in seltenen Fällen, auch noch spärlich über das Anfangsstück des Jejunum verteilt erscheinen. Von den Ansichten der neueren Lehrbücher mögen die wichtigsten im folgenden Platz finden.

Gegenbaur (96) schreibt über die BRUNNER'schen Drüsen: „Kleine, acinose, auf den Anfang des Duodenum beschränkte Drüsen." Aehnlich heißt es bei Henle-Merkel (91): „Sie kommen auch dort (im Duodenum) nur in der oberen Hälfte vor." Desgleichen Langer-Toldt (02): „Im obersten Abschnitt des Duodenum sind sie dicht gedrängt, im absteigenden Stück werden sie allmählich spärlicher und finden sich schließlich nur mehr vereinzelt; in der unteren Hälfte des Duodenum fehlen sie gänzlich." Stöhr (03) äußert sich folgendermaßen über die Duodenaldrüsen : „Dieselben liegen beim Menschen dicht ge


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dräDgt am Sphincter pylori, nehmen aber nach abwärts an Menge ab. Reichlicher finden sie sich wieder in der Nähe der Gallengangsmündung; gegen das Ende des Duodenum sind sie völlig verschwunden."

Während also die genannten Forscher die Glandulae duodenales sich nur über einen Teil des Duodenum erstrecken lassen , weisen andere ihnen dasselbe so ziemlich in seiner Gänze als Lagerstätte an. Rauber (02) sagt: „Glandulae duodenales (ßrunneri), im oberen Duodenum, wo sie eine Fläche von 8 — 10 cm vom Pylorus an einnehmen; in den unteren Teilen des Duodenum kommen sie nur vereinzelt vor." V. Ebner in Koelltker (02) sagt: „Am zahlreichsten sind die BRUNNER'schen Drüsen am Pylorusringe. Unterhalb der Einmündung des Gallenganges werden die Drüsen spärhch und verlieren sich vollständig gegen das Ende des Zwölffingerdarmes." Am weitesten gehen Böhm und v. Davidoff (03) : „Das ganze Duodenum" ist „durch Anwesenheit einer besonderen zweiten Drüsenform (der BRUNNERschen Drüsen) charakterisiert. Mit dem Duodenum hören die BRUNNER'schen Drüsen auf."

Da also die Ansichten noch immer widersprechend lauten, habe ich bei einer Anzahl Duodena , Leichen verschiedenen Lebensalters entstammend, mit Hilfe der mikroskopischen Untersuchungsmethode die Ausdehnung der Glandulae duodenales festzustellen gesucht. Dabei fand ich zunächst in 14 Fällen von vollkommen normalem Duodenum, daß immer dasselbe Ergebnis zu Tage kam, indem die betreifenden Drüsen, am Pylorus in dichter Lage beginnend und gegen den absteigenden Teil des Zwölffingerdarmes hin an Zahl und Mächtigkeit abwechselnd ab- und zunehmend, etwa von der Mündung des Galleuganges an bedeutend spärlicher werden, um schließlich auf der Höhe der Flexura duodeno-jejunalis gänzlich zu verschwinden. In der nebenstehenden schematisierten Zeichnung ist diese typische Verteilungsweise der Glandulae duodenales zum Ausdrucke gebracht. Im angrenzenden Teile des Jejunum fand ich in den von mir untersuchten Fällen keine derartigen Drüsen mehr, was allerdings nicht ausschließt, daß sie sehr vereinzelt und zerstreut auch dort gelegentlich vorkommen können.

Wie sehr dieses Verhalten der BRUNNER'schen Drüsen in zweifelhaften Fällen verwertbar ist, möge folgendes Beispiel beleuchten. Als 15. Fall wählte ich zur Untersuchung ein in der Sammlung des I. anatomischen Institutes befindliches Präparat eines freien Mesenterium commune, der Leiche eines, nach der Größe der übrigen Organe beurteilt, jungen, noch nicht völlig erwachsenen Individuums entstammend.


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Der Dünndarm bildet vom Magen ab eine mit der Konvexität nach rechts gelegene Schlinge, deren Gekröse frei und nur zum Teil vom Pankreaskopfe ausgefüllt ist, und die ohne jede Verlötung mit der hinteren Bauchwand in die nächste, zweifellos bereits dem Jejunum angehörende, ebenfalls freie Schlinge übergeht. Es ist wohl eine Pars horizontalis superior und eine Pars descendens kenntlich; von den übrigen Abschnitten des Duodenum und von einer Flexura duodenojejunalis kann aber keine Rede sein. Der M. suspensorius duodeni fehlt, desgleichen die Ueberkreuzung der Art. mesenterica superior mit dem Darme. Die Gesamtlänge der ersten Schlinge vom Pylorus an bis zum Scheitel der folgenden, in gleicher Weise wie sonst gemessen, beträgt etwa 40 cm ; der Abstand vom Pylorus bis zum unteren Rande des Pankreas an dessen Verlötungsstelle mit dem Duodenum, dem gewöhnlichen Endpunkte der Pars descendens duodeni, beträgt 8 cm. Während also das erstere Maß als zu groß für das Duodenum betrachtet werden muß, ist das letztere zu klein.

Ich nahm nun die Suche nach den Glandulae duodenales an einem herausgeschnittenen Streifen des Darmes in der Richtung von unten nach oben vor. Die letzten Drüsen fanden sich in einer Entfernung von etwa 14 cm vom Pylorus. Macht man weiterhin den Versuch, das auf die Pars descendens nach abwärts folgende Darmstück an das Pankreas so anzulegen, daß dessen Kopf, wie es dem normalen Verhalten entspräche, gänzlich in einer Darmschlinge liegt, so kann man zwischen der ersten und zweiten Schlinge


-St>\.


-B.


.9\— H


I-Vb.


jiA.


Schematisierter Längsschnitt eines menschliehen Duodenum. £. BRUNNERsche Drüsen. M. Muscularis. Sph. Sphincter pylori. D. eh. Ductus eholedochus (schräg angeschnitten). J. Beginn des Jejunum, unmittelbar vorher letzte BRüNNEEsche Drüse.


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eine schärfere Knickung hervorrufen, die nach Form und Lage etwa einer Flexura duodeno-jejuualis entspricht. Gleichzeitig faltet sich natürlich der zwischen Darm und unterem Pankreasrande gelegene Gekrösteil zusammen. Es ist dies gewissermaßen ein Gegen versuch zu dem von Broesike an einem 4 cm langen Embryo unternommenen, wobei er die bereits an das Pankreas angelegte Pars horizontalis inferior und Pars ascendens, welche noch nicht mit der hinteren Bauchwand verlötet waren, von ersterem abzog und dabei das bereits zusammengefaltete Mesenterium wieder zur Entfaltung brachte. Das Interessanteste aber ist, daß die in meinem Versuche hervorgerufene künstliche Flexura duodeno-jejunalis ungefähr an der Stelle auftritt, bis zu welcher die BRUNNER'schen Zellen reichen. Es ist dadurch auch dargetan, daß in Fällen von freiem Mesenterium commune, wenigstens nach meinem Fall zu urteilen, der untere Abschnitt des Duodenum zwar vorhanden ist, aber nicht an richtiger Stelle lagert. Ob dieser Abschnitt entwickelungsgeschichtlich dem primären Duodenum , der Nabelschleife, oder etwa, was meines Erachtens auch möglich wäre, dem Scheitel der Flexura duodeno- umbilicalis zuzurechnen ist, wird hierdurch allerdings nicht entschieden, da ja die Anlage der Glandulae duodenales erst erfolgt, wenn das spätere Duodenum schon längst vorhanden ist. Da aber weiter diese Anlage im Bereiche des ganzen Zwölffingerdarmes erfolgt und, wie ich an einem Fetus aus dem 5. Monate sah, denselben nicht überschreitet, kann man wohl in diesem Verhalten ein charakteristisches Merkmal für den genannten Darmabschnitt erblicken. Umgekehrt bedingt das Vorhandensein der Drüsen zugleich das Vorhandensein des zugehörigen Darmabschnittes unabhängig von etwaigen durch Gekrösvarietäten bedingten Lageanomalien desselben.

Ich halte mich also nach dem Gesagten für berechtigt zu dem Vorschlage, daß die Längenbestimmung des Duodenum in zweifelhaften Fällen nach dem Ausdehnungsgebiete der Glandulae duodenales erfolge, da dasselbe normalerweise bis zur Flexura duodeno-jejunalis hinabreicht, die ja als herkömmliche Grenze des Duodenum zu betrachten ist.

Wien, Dezember 1902.

Litteratur.

Böhm und v. Davidofp, Lehrbuch der Histologie des Menschen. 3. Aufl., 1903.

Broesike, Ueber intraabdominale (retroperitonäale) Hernien und Bauchfelltaschen etc. Berlin 189L


423

Gegenbaur, Lehrbuch der Anatomie des Menschen. 6. Aufl., 1896. Henle-Merkel, Grundriß der Anatomie des Menschen. 4. Aufl., 1901.

Text. His, Anatomie menschlicher Embryonen. 1885. KoELLiKER, Handbuch der Gewebelehre des Menschen. 4. Aufl. v. Ebner,

III. T., 1902. V. Langer -ToLDT, Lehrbuch der systematischen und topographischen

Anatomie. 7. Aufl., 1902. Oppel, Lehrbuch der vergleichenden mikroskopischen Anatomie der

Wirbeltiere. IL T., 1897. Rauber, Lehrbuch der Anatomie des Menschen. 6. Aufl., 1902. Stöhr, Lehrbuch der Histologie. 10. Aufl., 1903. ToLDT, Bau und Wachstumsverhältnisse der Gekröse des menschlichen

Darmkanals. Denkschr. d. Akad. d. Wiss. zu Wien, Bd. 41, 1879. — Die Darmgekröse und Netze im gesetzmäßigen und gesetzwidrigen

Zustande. Denkschr. d. Akad. d. Wiss., math.-nat. KL, Bd. 56, 1889.


Bücheranzeigeii.

Lehrbuch der vergleichenden Anatomie. Von B. Haller. Erste Lieferung. Mit 412 Abbildungen im Text. Jena, G. Fischer, 1902. VI, 424 pp. Preis 8 M.

Seit dem Erscheinen der zweiten und letzten Auflage von GegenBAURS Grundriß besitzen wir kein Lehrbuch der vergleichenden Anatomie, welches Protozoen, Achordata und Chordata umfaßte, da das vor kurzem erschienene, an dieser Stelle von berufenerer Feder ausführlich gewürdigte Handbuch Gegenbaurs sich im wesentlichen auf die Wirbeltiere beschränkt. Da nun voraussichtlich der „Grundriß" keine neue Bearbeitung mehr erfahren wird, sowie aus anderen Gründen hat sich Verf. entschlossen, dem entschieden vorhandenen Bedürfnis nach einem kurzen Lehrbuche der gesamten vergleichenden Anatomie Rechnung zu tragen.

Das Buch setzt die Kenntnis der Anfangsgründe der Zoologie voraus. Die Litteratur ist fortgelassen. Durch die Zuvorkommenheit der rühmlichst bekannten Verlagsbuchhandlung war es möglich, eine große Zahl von Abbildungen in guter Wiedergabe dem Texte beizugeben, die natürlich zum Verständnis wesentlich beitragen.

Die erste Lieferung (Hälfte) reicht bis zu den Arthropoden. — Die Darstellung ist klar, fließend und erschöpfend, auch die zoologisch-systematische Seite des Gegenstandes ist genügend berücksichtigt, so daß das Werk auch gleichzeitig als eine „Zoologie" benutzt werden kann. Es ist ja heutzutage überhaupt schwer, eine feste Grenze zwischen „Zoologie" und „vergleichender Anatomie" zu ziehen.

Die Ausstattung ist die stets bewährte, vortreffliche des G. F i s c h e rschen Verlages, der Preis niedrig.


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Lehrbuch der Histologie des Menschen, einschließlich der mikroskopischen Technik. Von A. A. Böhm und M. von Davidoff. Dritte umgearbeitete Auflage. Mit 278 Abbildungen. Wiesbaden, J. F. Bergmann, 1903. XIV, 417 pp. Preis 7 M.

Von diesem Buche liegt bereits die dritte Auflage vor, ein Beweis für die Brauchbarkeit des Werkes, trotz der Konkurrenz des Stöhe. Aber beide Werke haben ja ihre Eigenart und in dieser neben kleinen Schattenseiten ihre Vorzüge. Das Buch von Böhm und v. Davidoff enthält mehr Einzelangaben histologischer und mikroskopischer Art als das von Stöhr; ersteres ist zum Teil mehr eine mikroskopische Anatomie der Organe, — aber wo ist die Grenze zwischen dieser und der eigentlichen Histologie oder Gewebelehre ? Freuen wir uns, daß wir mehrere so vorzügliche Bücher über diese schwierigen und interessanten Gebiete besitzen, und daß wir durch das abwechselnde Erscheinen von Auflagen dieses und jenen Werkes stets das Neueste — diesmal von „1903" — vor uns sehen.

So haben auch in der vorliegenden, im Oktober 1902 abgeschlossenen, im November erschienenen dritten Auflage an zahlreichen Stellen die Ergebnisse neuerer Untersuchungen Berücksichtigung gefunden. Ferner wurden 20 neue Abbildungen eingefügt. Bei der Revision des Textes wurde auch die Baseler Nomenklatur der Anatomischen Gesellschaft berücksichtigt.

Die Ausstattung ist sehr gut, der Preis niedrig. B.


Personalia.

Kiel. Professor Graf Spee ist zum ordentlichen Professor und Direktor der anatomischen Anstalt ernannt worden.

Strasburg Eis. Professor W. Pfitzner ist am 1. Januar gestorben. Nachruf folgt.

Jena. Am 1. Januar feierte der Verleger dieser Zeitschrift, Dr. med. et phil. h. c. Gustav Fischer, das 25-jährige Geschäftsjubiläum. Der Herausgeber bringt dem Jubilar auch an dieser Stelle seine herzlichsten Glückwünsche dar.


Berichtigung^.

No. 17 u. 18, p. 392 ist in dem Nachruf zu lesen: T. Zaaijee statt P. Zaaijek.

Abgeschlossen am 12. Januar 1903.

Frommannsehe Buchdruckerei (Hermann Fohle) in Jena.


ANATOMISCHER ANZEIGER

Centralblatt für die gesamte wissenscliaftliche Anatomie.

Amtliclies Organ der anatomischen Geselisctiaft.

Herausgegeben von

Prof. Dr. Karl "sron Bardeleben in Jena.


Verlag von Gustav Fischer in Jena.


Der „Anatomische Alizeig"er" erscheint in Nummern von etwa 2 Druckbogen. Um ein rasches Erscheinen der eingesandten Beiträge zu ermöglichen, werden die Nummern ausgegeben, sobald der vorhandene Stoflf es wünschenswert macht und event, erscheinen Doppelnummern. Der Umfang eines Bandes beträgt etwa 50 Druckbogen und der Preis desselben 16 Mark. Das Erscheinen der Bände ist unabhängig vom

Kalenderjahr.

XXII. Band. -^ 30. Januar 1903. m- No. 20 und 21.

Inhalt. Aiifeätze. August Weismann, Versuche über Regeneration bei Tritonen. Mit 3 Abbildungen, p. 425-431. — Konrad Kelly, Zur Milzfrage. Mit 2 Textfiguren und 1 Tafel, p. 431—437. — O. V. Srdinko, Beitrag zur Histologie und Histogenie des Knorpels, p. 437—446. — A. Porta, La funzione epatica negli Insetti. p. 447—448. — P. Kronthal, Zum Kapitel : Leukocyt und Nervenzelle, p. 448—454.

Bücheranzeigen. Alexander Goette, p. 455. — Wandtafeln für den Unterricht in Anthropologie, Ethnographie und Geographie, p. 455—456. — J. Playfair Mc Murrich, p. 456. — Grenzfragen des Nerven- und Seelenlebens, p. 456.

Personalia, p. 456.

Litteratur. p. 73—88.


Aufsätze.

Nachdruck verboten.

Versuche üher Regeneration bei Tritonen.

Von August Weismann. Mit 3 Abbildungen.

Schon seit einem Jahrzehnt habe ich mich in theoretischen Schriften, welche die Regeneration berührten, auf Versuche bezogen, welche ich in Bezug auf die Regeneration innerer Organe mit Tritonen angestellt hatte i), ohne sie aber im genaueren zu schildern. Ich brauchte ihr Ergebnis, insofern sie zeigen, daß innere Organe, welche

1) Zuerst in meinem Buch „Das Keimplasma, eine Theorie der Vererbung", Leipzig 1892, p. 157, woselbst die Fälle mit der Lunge angeführt sind; dann in dem Aufsatz „Thatsachen und Auslegungen in Bezug auf Regeneration", Anat. Anzeiger, Jena 1899.

Anat. Anz. XXII. Aufsätze. '^°


426

niemals im gewöhnlichen Verlauf des Lebens verletzt oder ganz beseitigt werden, auch nicht regeneriert werden, wenn man sie künstlich verstümmelt oder ganz wegschneidet; diese Tatsache aber schien und scheint mir noch zu Gunsten meiner Ansicht zu sprechen, nach welcher das Vermögen der Regeneration von seinen ersten Anfängen an auf Anpassung an die Verletzbarkeit des betreffenden Teiles beruht, also dadurch hervorgerufen ist, daß der Teil häufig im Laufe des Lebens verstümmelt wurde, während er zugleich wesentlich für das Leben und die Erhaltung der Fortpflanzungsfähigkeit des Individuums war. Organe oder Teile eines Tieres, welche im Naturzustand Verletzungen nicht oder doch so selten ausgesetzt sind, daß der Artbestand dadurch nicht gefährdet wird, können auch, wie mir scheint, auf Regeneration nicht eingerichtet sein, weil die Handhabe zum Einsetzen von Selektionsprozessen fehlt. Nur solche Teile, welche einerseits von ausschlaggebendem Nutzen für die Erhaltung und Fortpflanzung des Individuums sind und welche andererseits zugleich häufig genug von Verstümmelung betroffen werden, können auf Regeneration eingerichtet sein.

Damit stimmt es, daß der Schwanz, die Beine, die äußere Haut, der Unterkiefer, die Augen der Wassermolche, wie lange bekannt, mit außerordentlich hohem Regenerationsvermögen ausgerüstet sind. Nach dieser Richtung bedarf es kaum noch neuer Belege, und wenn ich am Schluß hier einen Versuch bezüglich der Regeneration des Auges kurz mitteile, so sollten damit nur die älteren Versuche von neuem bekräftigt werden.

Nach der anderen Seite aber fehlte es bisher an Versuchen, und diese sind es, auf deren Mitteilung es mir hier ankommt. Sie stammen — soweit sie von mir selbst angestellt sind — aus den Jahren 1890—93, und würden längst ausführlich mitgeteilt worden sein, wenn ich nicht gehofft hätte, sie wiederholen und dann auch in die histologischen Verhältnisse hinein verfolgen, in mancher Beziehung auch sie variieren zu können. Da ich bisher dazu nicht kommen konnte, veranlaßte ich in den letzten Jahren einen meiner Schüler, Herrn Egon Breinig, eine Anzahl von Versuchen mit Wasser- und Landsalamandern anzustellen. Leider hatten dieselben jedoch nur geringen Erfolg, insofern die meisten Tiere trotz aller Vorsicht bald nach der Operation eingingen, so daß man die Sache aufgeben mußte. Da in den Jahren 1890—93 ein Absterben der Tiere nur selten vorgekommen war, werden wohl irgendwelche unbekannte, infektionäre Einflüsse bei den neuesten Versuchen vermutet werden müssen. Es schien mir nur ein Versuch von Herrn Breinig mitteilenswert, der hier als letzter der Eileiterversuche angeführt werden soll.


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Alle Tiere wurden in der Aethernarkose operiert. Bei inneren Orgauen wurde durch einen langen Längsschnitt die Bauchhöhle seitlich geöffnet, das betreffende Organ entfernt, und die Wunde mit 3 — 5 Catgutnähten geschlossen, alles unter antiseptischen Vorsichtsmaßregeln. Trotz des starken Eingriffs erholten sich die Tiere rasch, immer schon nach 24 Stunden, oft viel früher, so weit, daß sie sich aufrichteten und umberkrochen. Ein Triton , dem eine halbe Lunge weggeschnitten worden war, fraß schon am 4. Tag danach einen Regenwurm, ebenso ein anderer, dem der eine Eileiter großenteils entfernt worden war.

Todesfälle infolge der Operation kamen 1890 — 93 nur ganz ausnahmsweise vor (2 Fälle unter 28), dagegen entwisclite leider eine Anzahl der operierten Tiere im Laufe der Monate, während deren ich sie nicht immer unter meiner persönhchen Aufsicht behalten konnte. Dadurch ist die Zahl der Fälle — es wurden im ganzen 28 Tiere operiert — sehr vermindert worden. Ich bezeichne im folgenden die einzelnen Tiere mit ihrer ursprünghchen Versuchsnummer.

I. Versuche mit dem Eileiter.

No. 21. Am 24. Sept. 1891 wurde einem weiblichen Triton cristatus von 14,3 cm Länge das rechte Ovarium und ein Stück von 6 cm Länge des rechten Eileiters herausgeschnitten, und zwar möglichst weit unten, nahe der Mündung in die Kloake.

Das Tier erholte sich rasch, fraß und gedieh sehr gut, und wurde erst nach 1 Jahr und 10 Monaten, am 28. Juli 1893 getötet. Ein Stückchen des Ovariums war bei der Operation zurückgeblieben und enthielt jetzt viele Eier; der Eileiter hatte sich nicht regeneriert, doch war sowohl das Tubeuende als das Kloakenende desselben noch vorhanden, aber nicht gewachsen, beide etwa 8 mm lang, die Schnittenden nicht angeschwollen, sondern einfach abgerundet und — wie es den Anschein hatte ■ — geschlossen. Der linke Eierstock war normal, groß und voll von Eiern.

No. 22. Am 24. Sept. 1891 wurde einem 14,2 cm langen Weibchen von Triton cristatus das ganze, sehr große und schon große Eier haltende rechte Ovarium herausgeschnitten, sowie ein 7,8 cm langes Stück des rechten Eileiters.

Auch dieses Tier wurde erst am 31. Juli 1892 getötet und enthielt: links ein großes, von Eiern strotzendes Ovarium, rechts kein Ovarium und vom Eileiter nur das Tubenende von 1 cm Länge (die Windungen nicht gerechnet), und das Kloakenende^ welches 8 mm lang war und an seinem freien Ende mit einer kleinen, nicht verdickten Kuppe geschlossen endete.

No. 24. Am 26. Sept. 1891 wurde einem 14,5 cm langen Weibchen das rechte Ovarium bis auf einen kleinen Rest entfernt und vom rechten Eileiter ein Stück von etwa 6 cm Länge.

28*


428


Tötung am 28. Juli 1893: Links ein großes, mit Eiern erfülltes Ovarium und normaler Eileiter, rechts nur ein kleiner Rest des Ovariums und nur die Endstücke des Eileiters, das Tubenende und das Kloakenende, letzteres etwa 11 mm lang, das freie Ende abgestumpft, rundlicb, docli nicht verdickt.

Versuch von Herrn Egon Breinig. Am 16. Juli 1901 wurde bei einem Wassermolch das vordere Stück des linken Eileiters entfernt, indem derselbe 2 cm vor der Kloake durchschnitten, und das ganze Vorderstück samt der Tubenöffnung herauspräpariert wurde.

Das operierte Tier, auf feuchtes Moos gebracht, erholte sich rasch. Im nächsten Frühjahr, am 5. Mai 1902, also 293 Tage nach der Operation, wurde es getötet. Die Wundstelle war vernarbt und kaum noch zu finden, doch war das linke Ovarium an der Haut dieser Stelle festgewachsen. Eine Regeneration des Eileiters war nicht eingetreten, der zurückgebliebene Rest desselben hatte noch dieselbe Länge wie vorher und endete mit einer rundlichen, geschlossenen Kuppe (Fig. 1).

Fig. 1. Triton cristatus, geöffnet. i>/Magen. D Darm. L Lunge, rod, lod rechter und linker Ovidukt, beide in natürlicher Lage.



IL Versuche mit dem Samenleiter.

No. 20. Einem Triton cristatus von 13 cm Länge wurde am 24. Sept. 1891 der rechte hintere Hoden nebst einem Eettkörperlappen und einem 2,7 cm langen Stück des Samenleiters (LEYDio'schen Ganges) herausgeschnitten.

Am 1. Aug. 1893, also nach 1 Jahr und 10 Monaten, zeigte das Tier den vorderen Hoden stark entwickelt, den hinteren fehlend, und am Samenleiter fehlte das herausgeschnittene Stück; keine Verlängerung desselben vom Schnittende aus war eingetreten.

No. 26. Einem 13 cm langen Triton cristatus wurde am 26. Sept. 1891 der rechte Hoden und ein kurzes, 1 cm langes Stück des rechten Samenleiters herausgenommen.


429


Am 1. Aug. 1893 getötet, zeigte das wohlgenährte Tier rechts keinen Hoden, und vom rechten Samenleiter nur das unterste, bei der Operation zurückgebliebene Stück (etwa 8 — 10 mm lang) mit nicht verdicktem, noch gewuchertem Schnittende. Links alles normal.

No. 28. Am 26. Sept. 1891 wurde einem 13,7 cm langen Triton eristatus ein 1,2 cm langes Stück des rechten Samenleiters herausgenommen; der Hoden blieb intakt.

Am 1. Aug. 1893 getötet, zeigte sich der rechte Samenleiter fehlend, der rechte Hoden dagegen stark entwickelt.

III. Auge.

No. 4. Am 22. April 1890 wurde einem männlichen Triton igneus in der Aethernarkose das linke Auge mit einer Staarnadel von der Seite her etwa in der Aequatorialebene durchstochen und die Außenhälfte entfernt. Das Tier erholte sich rasch und war schon am 23. April wieder munter, blieb auch so bis zum 31. Juli 1891, wo es getötet wurde. Das linke Auge hatte sich, soweit ohne mikroskopische Untersuchung zu sehen war, vollständig regeneriert, wenn es auch noch kleiner erschien als das rechte.

IV. Lunge.

No. 8. Einem großem Männchen von Triton eristatus wurde am 17. Mai 1890 ein etwa 2 cm langes Stück der rechten Lunge herausgeschnitten. Das Tier erholte sich schon bis zum folgenden Tage völlig und lebte bis zum 12. März 1891, wo es getötet wurde.

Die linke Lunge maß 4,4 cm in der Länge, und war wie gewöhnlich scharf zugespitzt, die rechte maß nur 3,9 cm und endete mit kurzer, nach außen gekrümmter Spitze (Fig. 2).

No. 9. Einem großen Männchen von Triton eristatus wurden am 18. Mai 1890 2,4 cm der rechten Lunge herausgeschnitten.

Bei der Tötung des Tieres am 28. Juli 1891 zeigte sich die linke Lunge um 2,5 cm länger als die rechte ; letztere endete stumpf mit einem dicken Endwulst. Länge der rechten Lunge 2,0 cm, die der linken 4,5 cm (Fig. 3).

Fig. 2. ^Kehlkopf. IL, rL liuke und rechte Lunge.

Fig. 3. Ä' Kehlkopf. IL, rL linke und rechte Lunge. Fig. 2. Fig. 3.

No. 13. Einem großen Weibchen von Triton eristatus wurde am 27. Mai 1890 ein 1,3 cm langes Stück der rechten Lunge herausgeschnitten.

Die Lunge hatte sich bei der Tötung des Tieres am 11. März 1891 nicht regeneriert, sie endete mit einem dicken Blindsack und maß nur 1,1 cm in der Länge gegen 3,9 cm Länge der linken Lunge.


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Zusammenfassung.

Die 4 mitgeteilten Versuche über Entfernung des Eileiters ergaben übereinstininieud das Resultat, daß dieses Organ sich nicht wiederherstellt, und zwar weder vom hinteren, noch vom vorderen Schnittende aus; auch wächst weder das vordere, noch das hintere Stück desselben in die Länge. Es ist dabei gleichgültig, ob das vordere Ende des Eileiters ganz entfernt wurde oder nicht, auch bleibt das Resultat dasselbe, mag das betreöende Ovarium erhalten oder entfernt worden sein. In keinem Falle auch gestaltete sich das eine Schnittende zu einer tubenartigen OeÖ'nung, vielmehr schlössen sich die Enden zu einer rundlichen, aber nicht verdickten Kuppe.

Die Versuche mit dem Samenleiter ergaben Aehnliches; auch hier fand kein Ersatz statt, das abgeschnittene Ende des Samenleiters verlängerte sich weder nach vorn hin, noch legte sich ein neuer Samenleiter an. Ob der Samen hier überhaupt keinen Abfluß fand, oder ob derselbe allein durch die hintersten Vasa etierentia und die Beckenniere erfolgte, wurde zu entscheiden nicht versucht.

Jedenfalls zeigte sich weder hier noch beim Eileiter ein Regenerationstrieb in dem Sinne, daß das verstümmelte Organ sich wieder zu seiner früheren Beschaffenheit hätte heranbilden müssen; ein „Nisus formativus" in dem Sinne, daß das „zerbrochene Kristall" sich wieder zu seiner vorigen Gestalt ergänzen muß, ist offenbar nicht vorhanden, geschweige denn eine Triebkraft, die das verstümmelte Organ der Zweckmäßigkeit entsprechend wiederherstellt. Wäre letzteres der Fall, so hätte sich das hintere Ende des durchschnittenen Eileiters wenigstens da zu einer trompetenförmigen Oeffnung erweitern müssen, welche im stände gewesen wäre, die Eier von der Bauchhöhle her aufzunehmen. Ebensowenig läßt sich ein „Nisus" aus den Versuchen mit der Lunge erschließen, denn auch hier kehrte das verstümmelte Organ in keinem der 3 mitgeteilten Fälle zu seiner ursprünglichen Gestalt zurück. Wenn eine mehr oder weniger ausgesprochene Erweiterung und Aufblähung des abgeschnitteneu Lungenendes eintrat , so wird man nicht vergessen dürfen , daß es sich um ein Organ handelt, welches in ununterbrochener Funktion bleibt und durch diese beeinflußt wird. Die Erweiterung des blinden Lungenendes wird durch die Füllung mit Luft hervorgerufen werden, da nach wie vor der Operation das Tier die Luft mit gleicher Gewalt in beide Lungen hineinpressen mußte. Eine solche mechanische Erweiterung ist aber von der aus innerem Bilduugstrieb hervorgehenden Neubildung oder Ergänzung eines Beines oder eines Auges wohl zu unterscheiden, da hier jede Mitwirkung der Funktionierung des verstümmelten Organs


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völlig ausgeschlossen ist. Nur ein einfacher Wundverschluß tritt bei der Lunge, wie beim Eileiter uud Samenleiter ein, und scheint also wohl auf einer allen Organen eigentümlichen Reaktion der Gewebe zu beruhen, auf einer geordneten Zellwucherung, welche durch den Reiz, den der Schnitt selbst und die Bloßlegung der betreffenden Gewebe ausübt, ausgelöst wird.

Nur im Falle des Auges trat, wie schon längst bekannt, Regeneration ein, entsprechend der Verletzbarkeit dieses Organs im Naturzustand durch die scharfen Kiefer von VYasserkäfern, Libellenlarven und anderer Feinde der Molche.


Nachdruck verboten.

Zur Milzfrage.

Von Dr. Koxkad Helly, Assistent.

(Aus dem L anatomischen Institut zu W^ien.)

Mit 2 Textfiguren und 1 Tafel.

Wenn ich hier in möglichster Kürze auf die von Weidenreich gegen mich gerichteten Angriffe erwidere, die er unter obigem Titel auf p. 260 ff. dieses Bandes veröffentlicht hat, geschieht es nur, um auch nicht den Anschein aufkommen zu lassen, als wären diese Angriffe berechtigt. Ich verzichte aber darauf, meinen Gegner zu überzeugen, und halte mich auch nicht für verpflichtet, es zu tun, da es nicht nur für die Frage nach dem Bau der Milz ganz gleichgültig ist, wie er meiner Auffassung von derselben gegenübersteht, sondern da er, wie ich im folgenden zeigen werde, Kampfesmittel gewählt hat, die bei einem wissenschaftlichen Streite ungewöhnlich sind.

Unter den zahlreichen von Weidenreich mir entgegengehaltenen Einwänden sind nur drei wirklich sachlicher Natur; alle übrigen betreffen bloß Aeußerlichkeiten. Der eine und wichtigste Einwand besteht darin, daß ich meine Präparate unrichtig abgebildet hätte, was Weidenreich dadurch zu beweisen sucht, daß er dieselben, in der von ihm für richtig gehaltenen Weise gezeichnet, meinen Abbildungen gegenüberstellt. Ich habe die betreffenden Präparate ihm seinerzeit zur Ansicht zugesendet, und es war zweifellos sein gutes Recht, daran öffentlich mit Worten unbegrenzt Kritik zu üben. Herr Weidenreich hat aber, ohne meine vorherige Genehmigung einzuholen'), von meinen eigenen Präparaten Abbildungen angefertigt und diese veröffentlicht!

1) Dieser Umstand war leider dem unterzeichneten Herausgeber damals nicht bekannt. Bardeleben.




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Fig- 1 Fig. 1. I* bis I* Weidenreichs Abbildung: meiner Zeichung I^; des zugehörigen Schnittes I ^ ; des folgenden I ^ und des vorhergehenden Schnittes I * (WeidenEEICH gibt in dieser und der anderen Abbildung die Reihenfolge der Schnitte irrtümlicherweise verkehrt an). I^ bis I' Pausen der Mikrophotographien ^) derselben Schnitte mit Zeiß' Apochr. Immers. 2,0 mm, Vergr. lOOOfach (s. Tafel).

a art. Kapillare, a' jene Stellen, wo Weidenreich die Kapillare nicht finden konnte ; l ' durchtretender Leukocyt ; l ^ abgeschnittenes Stück desselben ; / ^ von WeidenEEICH scharf gezeichneter, bei richtiger Einstellung auf die Kapillare aber nur undeutlich sichtbarer Leukocyt.

Fig. 2. II' bis II* Weidenreichs Abbildung: meiner Z cichnung II', des zugehörigen Schnittes II'; des vorhergehenden 11^ und des folgendes Schnittes 11*. Man vergleiche 11^ (getreue Wiedergabe des imteren Teiles von II' nach meiner Originalzeichnung) mit ak' an II'. II® bis II® Pausen der Mikrophotographien derselben Schnitte, hergestellt wie in Fig. 1.

ak art. Kapillare, Hb durchtretendes Hühnerblutkörperchen (s. p. 253 meiner Arbeit Z. 19 ff. v. o.). W jene Stellen, an welchen Weidenreich irrtümlicherweise die Fortsetzuug der" Kapillare ak gesucht hat. In II ® bedeutet 1 zwei Leukocyten, die Weidenreich als einen gezeichnet hat, 2 einen Leukocyten und S, 4. ■, ^ je ein Kaninchenblutkörperchen, welche er alle als Hühnerblutkörperchen darstellte; der Weisungsstrich ak führt durch eine vom Messer beschädigte Stelle der Capillarwand.


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1) Behufs Erzielung genauester Wiedergabe wurden die Originalplatten samt Kopien an die Verlagsfirma gesendet. Leider ersetzt auch die beste Reproduktion nicht die Deutlichkeit einer Originalphotographie.



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Gleichwohl bin ich ihm sehr dankbar für den von ihm eingeschlagenen Weg, da er mich dadurch in die Lage setzt, in der denkbar einfachsten Weise darzutun, wie richtig die von mir gegebenen Abbildungen sind und wie hoch Weidenreichs Art der Beobachtung mikroskopischer Präparate einzuschätzen ist. Ich begnüge mich nämlich, nebenstehend den von ihm und von mir zur Ansicht gebrachten Abbildungen mikrophotographische Aufnahmen der betreffenden Schnittstellen anzufügen (s. Tafel). Da man von einem photographischen Apparate größte Objektivität voraussetzen darf, „besteht also", um mich teilweise der Worte meines Gegners zu bedienen, „ein auffallender Widerspruch zwischen dem, was der Apparat abbildet, und dem, was Weidenreich wenigstens an meinen Präparaten sehen konnte", „Weidenreich (nicht Kelly!) scheint also hier Dinge gesehen zu haben, die überhaupt nicht da sind, und andere, die da sind, übersehen zu haben". Aus Fig. IP ist übrigens ersichtlich, daß Weidenreich nicht nur das betreffende Präparat, sondern sogar auch meine Zeichnung davon unrichtig wiedergegeben hat. Recht hat er nur damit, daß in II* nicht die Fortsetzung einer arteriellen Kapillare zu sehen sei; allerdings hätte er sie, wie aus 11^ ersichtlich, weiter links suchen müssen.

An dieser Stelle sei mir gestattet, Herrn Prof. Kretz, Prosektor am Kaiser-Franz- Josef- Spital in Wien, meinen wärmsten Dank für die außerordenthche Liebenswürdigkeit auszudrücken, mit der er, meiner Bitte entsprechend, die photographische Aufnahme meiner Präparate bewerkstelligt hat. Auch Herr cand. med. J. Schlachta, Demonstrator am Institut, hat sich um die Herstellung der Photographien in dankenswerter Weise verdient gemacht.

Der zweite sachliche Einwand Weidenreichs gipfelt darin, daß bereits 15 Sekunden nach Beginn der Transfusion mit Blut eines fremden Tieres „zahllose trans fundierte Blutkörperchen außerhalb jederGefäße in derKnötchenrandzone liegen und absolut keine oder nur ab und zu eines in den angrenzenden Sinus; Diapedese wurde dabei nicht konstatiert". Diese Behauptung ist in beiden Teilen falsch, wie ich an Präparaten, die ich jedermann gerne zur Verfügung stelle, beweisen kann: Diapedese wird reichlich konstatiert, am meisten natürlich dort, wo viele Blutkörperchen außerhalb der Gefäße liegen, und fremde Blutkörperchen finden sich in allen „Sinus" in großer Menge. Im übrigen verweise ich diesbezüglich auf p. 266 und 267 meiner Arbeit („Die Blutbahnen der Milz und deren funktionelle Bedeutung", Arch. f. mikr. Anat.,


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Bd. 61). Nebenbei bemerkt, macht Weidenreich an dieser Stelle seiner Polemik selbst das bedeutsame Zugeständnis, „daß tatsächlich trans fundierte Blutkörperchen in der Wand des Sinus stecken" (im Original nicht gesperrt gedruckt !).

Im dritten sachlichen Einwand will Weidenreich „einen großen Fehler" meiner Versuchsanordnung darin erblicken, daß ich „vor der Transfusion Stückchen von der Milz al)geschnitten" habe, wodurch ich „einen außerordentlich günstigen Abfluß aus den Sinus" eröffnet habe. Dem halte ich erstens entgegen, daß man sich jederzeit durch entsprechende Versuche am lebenden Tiere sowie durch künstliche Injektion herausgeschnittener Milzen davon überzeugen kann, daß von der Schnittfläche, die man an einer Milz anlegt, nur aus den unmittelbar zu- und abführenden Gefäßen Flüssigkeit abfließt, nicht aber aus den entfernteren. Es ist also die Verbindung der „überall untereinander kommunizierenden Sinus" keine derartige, daß durch das Anschneiden des Organes in von der Schnittstelle entfernteren Teilen — und nur solche habe ich zur Untersuchung gewählt — eine Druckänderung erfolgen kann. Zweitens ist aber Weidenreichs Einwand deshalb haltlos, weil ich, wie auf p. 267 meiner Arbeit steht, in den beiden letzten Versuchen „die ganze Milz .... 30, bezw. 15 Sekunden nach Beginn der Injektion der Bauchhöhle entnahm". Herr Weidenreich hat also nicht genau gelesen.

Nicht viel besser als mit den sachlichen Einwänden meines Gegners sieht es mit seinen übrigen Bedenken aus. Weidenreich ist gekränkt darüber, daß ich eine Untersuchungsraethode (die Verfolgung so zarter Gefäße auf Serienschnitten) in seinen Häpden nicht gelten lassen will, die ich selbst in ausgedehntestem Maße anwende. Auf p. 247 ff. meiner Arbeit habe ich jedoch, was Weidenreich allerdings verschweigt, klar und deutlich auseinandergesetzt, daß die von ihm behaupteten Gefäßbildungen nur nach negativen Merkmalen charakterisiert sind, während ich mich für meine Ansichten nur auf positive stütze. Wenn man aber etwas nicht findet, muß es deshalb noch nicht fehlen, wäre es auch nur das geschlossene Ende einer Kapillare. Doch halt! Einen positiven Beweis hat Weidenreich wohl für seine „Lymphröhrchen", das ist ihr gegenüber den anderen Gefäßen verschiedener Bau und Inhalt. Nun, das ist nicht übel! Zuerst beschreibt Weidenreich etwas abweichend aussehende Gefäße und benennt sie „Lymphröhrchen", ohne aber zu beweisen, daß sie dies wirklich sind; dann dreht er plötzlich den Spieß um und beweist die Lymphröhrchen aus ihrem abweichenden Aussehen. Wie man eine derartige Schlußfolgerung


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nennt, soll nicht Gegenstand dieser Zeilen sein; die Berechtigung aber, die Logik meiner Ausführungen zu bezweifeln, hat Weidenreich auf solche Art sicherlich nicht bewiesen.

Weidenreich wünscht weiter eine Erklärung darüber, wie ich mir die Diapedese in der Milz vorstelle. Die nötige Belehrung über Blutung per diapedesin vermag er sich wohl aus jedem Lehrbuche der pathologischen Anatomie oder Physiologie zu beschaffen. Diese Blutungsform kann bekannthch unter geeigneten Bedingungen ziemlich an allen Gefäßen des Körpers auftreten. Doch wird es niemand einfallen, dieselben als ofl'en im anatomischen Sinne, d. h. einer regelmäßigen Endothelauskleidung entbehrend zu bezeichnen; ebensowenig wird man, wenn eine derartige Blutung irgendwo stattgefunden hat, von einer intermediären Blutbahn sprechen. Wenn Weidenreich aber pathetisch ausruft: „Ein Sieb ist eben kein Topf!" dann bitte ich ihn, sich einmal davon zu überzeugen, daß auch ein Topf offen ist, wenn man den Deckel abhebt; auf die Milz angewendet: ihre Gefäße sind erst dann offen, wenn in der Wand Lücken auftreten. Daß dieselben aber in irgend einer Form ständig vorhanden seien, ist nicht bewiesen.

Wenn Weidenreich als Bestandteile der Milzgefäße auch die Lymphscheiden und Milzknötchen rechnet, welche doch die funktionierenden Elemente der Milz bedeuten, ist dies ebenso berechtigt, wie wenn er etwa als Teile der Leberkapillaren auch die Leberzellen betrachten würde. Jedenfalls zeigt er dadurch sowie auch noch durch andere Bemerkungen , daß ihm der Sinn meiner anatomisch und physiologisch begründeten Erklärung der Milz als regionäre Lymphdrüse des Blutes vollständig entgangen ist.

Daß Weidenreich weiter behauptet, ich hätte „den Lapsus begangen, zu übersehen, daß den Milzknötchenkapillareu überhaupt keine Hülse zukommt", ist eine vollständige Verdrehung dessen, was ich diesbezüglich auf p. 264 und 265 meiner Arbeit gesagt habe, da ich dort nur eine Parallele zwischen diesen Kapillaren und den SchweiggerSEiDELSchen gezogen habe, ohne aber im mindesten das Vorhandensein einer Hülse an ihnen zu behaupten.

An den roten Lymphdrüsen („Blutlymphdrüsen") endlich soll ich nur den Namen bemängelt haben; cf. p. 269 meiner Arbeit: „Ueber die anatomische Grundlage dieser Organe werde ich an anderer Stelle berichten ; hier sei nur bemerkt, daß sich in diesen Organen nirgends Blutbahnen ohne Endothelauskleidung finden, mithin von offenen Blutgefäßen daselbst keine Rede sein kann." Uebrigens sollte Weiden


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REICH gerade diesen Organen lieber aus dem Wege gehen, da er doch die üble Erfahrung machen mußte (siehe Verh. d. Anat. Ges. z. Halle 1902, Diskussion z. Vortr. Weidenreichs), daß man die zu- und abführenden Lymphgefäße derselben, deren Fehlen er auf Grund seiner Serienschnitte behauptet hatte, wenigstens bei dem größten Teile der von ihm untersuchten Species schon makroskopisch ohne jegliches besondere Hilfsmittel sehen kann.

Hiermit glaube ich, den einleitend angegebenen Zweck vorstehender Veröffentlichung, nämlich die Abwehr der durch nichts gerechtfertigten WEiDENREicHSchen Angriffe vollauf erreicht zu haben. Auf eine v^eitere Auseinandersetzung lasse ich mich mit Weidenreich aber nicht mehr ein.

Wien, Dezember 1902.


Nachdruck verboten.

Beitrag zur Histologie und Histogenie des Knori)els.

Von M. U. Dr. 0. V. Srdi'nko, Privatdozenten und Assistenten am histologisch-embryol. Institute der k. k. böhm. Universität.

(Aus dem Institute für Histologie und Embryologie der k. k. böhm, Universität in Prag, Vorstand Prof. Dr. J. V. Rohox.)

Im Nachfolgenden erlaube ich mir einen kurzen Bericht bezüglich meiner histologischen und histogenetischen Untersuchungen über Knorpel mitzuteilen.

Zu meinen Untersuchungen gaben mir den Anlaß die widersprechenden Ansichten in den zahlreichen speziellen Arbeiten einerseits, andererseits die verschiedeneu Angaben, welche die histologischen Lehrbücher über diesen Gegenstand enthalten.

Als Ausgangspunkt meiner Untersuchungen diente mir der Knorpel der Säugetiere und des Menschen, und zwar im embryonalen und ausgebildeteu Zustande. Untersucht wurden von mir verschiedene Knorpel an Schvveineembryonen (Länge: 1,8, 2,5, 4,5, 6,5, 12, 18 cm) und menschlichen Embryonen (im Alter von 2, 2^2, 3, 4, 4V'j, 572, 6V2, 8 Monaten), ferner der hyaline Knorpel des erwachsenen Schweines (1 Jahr alt) und des Menschen (des neugeborenen Kindes, 3, 4 Monate, 2, 6V2, 21, 60, 70 Jahre alt).

Außer den gewöhnlichen histologischen Methoden habe ich bei vielen Präparaten die Alkoholmethode von Spina (27, 28) angewandt. Die Embryonen wurden größtenteils im Alkohol 50° — 96 0, die Knorpel


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der erwachsenen Tiere und des Menschen in der MüLLERSchen Flüssigkeit oder in der Chromsäurelösung fixiert. Die Schnitte wurden unter dem Einflüsse des absoluten Alkohols verfertigt, im Alkohol beobachtet und aufbewahrt. Behufs der Kontrolle wurden auch manche Präparate nach gewöhnlichen Methoden gefärbt.

Die detaillierte Beschreibung meiner Untersuchungen ist in den „Sitzungsberichten der böhmischen Kaiser-Franz- Joseph- Akademie der Wissenschaften in Prag" (1. c. 29, 30) erschienen. In betrefi" der verschiedenen Methoden und deren Beurteilung, welche bei der Histologie des Knorpels von verschiedenen Autoren angewendet worden sind; ferner in betreif der Beurteilung der einschlägigen Litteratur sowie der beiden Abhandlungen beigelegten Abbildungen erlaube ich mir auf diese zu verweisen.

Bei meinen Untersuchungen berücksichtigte ich hauptsächlich folgende Fragen : Besitzen die Zellen des embryonalen und ausgebildeten Hyalinknorpels protoplasmatische Ausläufer, welche vielleicht miteinander kommunizieren? 1st die Grundsubstanz homogen oder faserig; endlich wie entsteht der fertige hyaline Knorpel aus dem embryonalen?

Der embryonale Knorpel.

Schiefer Schnitt des oberen Femurteiles vom Schweineembryo 2^/2 cm lang. Das Stück wurde im Alkohol 50° — 96° konserviert, und die Anfertigung der Schnitte geschah ohne Einbettung; die Schnitte wurden dann im Alkohol ungefärbt beobachtet. An einem solchen Schnitt unterscheidet man drei Schichten: oberflächliche mit dem Perichondrium, mittlere und eine innere oder centrale. In der mittleren Schicht bemerkt man Knorpelzellen von verschiedenster Form, hauptsächlich aber runde Zellen. Protoplasma ist bedeutend granuliert, der Kern undeutlich, die Grundsubstanz homogen, mitunterfein granuliert. Die Mehrzahl der Knorpelzellen entsendet starke Fortsätze, welche miteinander anastomosieren ; diese Anastomosen sind gleich wie der Zelleib granuliert.

Schnitt durch die Beckenanlage eines 4 cm langen Schweineembryos. Das Präparat konserviert in gesteigertem Alkohol, eingebettet in Celloidin, mit Methylgrün gefärbt und in Kanadabalsam eingeschlossen. Unter der oberflächlichen Schicht des Beckenknorpels beobachtet man ein ähnliches Bild wie bei vorangehendem Präparat. Wichtig ist der Umstand, daß die Protoplasma- Anastomosen der Knorpelzellen auch nach Anwendung dieser Methode zur Ansicht gelangen und daß sich die Anastomosen gleicherweise wie der Zelleib färben. Derartige Bilder habe ich sowohl an den Alkohol- als


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Balsampräparaten von 4—18 cm langen Schweineembryonen erzielt. Aehnliche Verhältnisse beobachtete ich auch am Beckenknorpel des Embryos einer Feldmaus.

Am embryonalen Knorpel jener oben angeführten Reihe von menschhchen Embryonen prüfte ich den Knorpel der Patella, Humerus, Femur, Tibia, Fibula, der Rippen und des Schildknorpels. Von den hierher gehörigen Präparaten will ich die interessantesten in Kürze beschreiben.

Schnitt von der oberen Femurepiphyse eines 4 Mon. alten menschlichen Embryos. Die Gestalt der Zellen ist sehr mannigfach ; an der Peripherie des Querschnittes sind die Zellen rund, dicht aneinander gedrängt; in der Mitte erscheinen die Zellen von verschiedenem Umriß mit 2 oder 3 bald kürzeren, bald längeren Protoplasmafortsätzen ; die Länge der einzelnen Fortsätze übertrifft sehr häufig diejenige des größten Zelldurchmessers; die Kapsel fehlt. Die Grundsubstanz ist homogen und nur zuweilen körnig und zeigt keine Faserung; verhältnismäßig erscheinen zahlreiche Zellen und wenig Gruudsubstanz.

Obere Tibiaepiphyse desselben Embryos. Aehnliche Verhältnisse wie am Femur. Bemerkenswert ist jedoch der Umstand, daß wir hier ähnlichen Erscheinungen, wie sie sich später häufig wiederholen, begegnen, d. h. daß manche unter den Zellen einen starken Fortsatz entsendet, der sich in gewisser Entfernung verdünnt, dann aber stärker wird; in dem knopfförmigen Ende befindet sich ein kleiner Kern. Diesfalls, sehen wir 2 Zellen von verschiedener Größe, die durch eine Protoplasma-Anastomose miteinander verbunden sind. Da ich jedoch oftmals bemerkte, daß die kleinere der beiden Zellen, welche jene knopfförmige Erweiterung des Fortsatzes bildet, in anderen Fällen noch kleiner ist, und der Kern noch undeutlicher wird, folgere ich, daß es sich hier um die Teilung einer Zelle in 2 handelt, von denen sich eine in die Grundsubstanz umwandelt. Dieser Erscheinung begegnete ich häufig.

Schnitt von der u nteren Femurepiphyse des menschlichen Embryos von 6V2^ion. Die Verhältnisse sind ähnhch wie am vorhergehenden Präparat; bloß fällt es auf, daß neben jenen starken Protoplasmafortsätzen an vielen Stellen sehr feine Zeichnungen in der Grundsubstanz auftreten, die als Bündel feiner, von einer Zelle zur anderen parallel verlaufender Fasern erscheinen. Aehnliche Bildungen beobachtete ich auch am ausgebildeten hyalinen Knorpel, w^elcher mit der Alkoholraethode oder mit der MüLLERSchen Flüssigkeit behandelt worden ist.


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Die erwähnten Zeichnungen haben ein eigenartiges Verhalten in der Nähe eines Blutgefäßes ; man sieht nämlich, daß die feine Faserung am Gefäße radiär beginnt, worauf bereits Spina aufmerksam machte (27), und daß dieselbe die ganze Grundsubstanz erfaßt, während unweit von dem Gefäße dieselbe Faserung bloß zwischen den Zellen vorkommt, hingegen der übrige Teil der Grundsubstanz homogen bleibt; noch in einer größeren Entfernung vom Gefäße hört die Faserung überhaupt auf, und es erscheint bloß die homogene Grundsubstanz mit den Zellen.

Die eben beschriebenen Verhältnisse in der Umgebung eines Blutgefäßes führen zwingenderweise zur nachfolgenden Deutung. Vom Gefäße aus drängt sich die Ernährungsflüssigkeit in den Knorpel ; die Folge hiervon ist, daß die Grundsubstanz des ursprünglich homogenen Knorpels faserig wird. Es ist vielleicht gestattet, in dieser Faserung des Knorpels das Vordringen der Ernährungsflüssigkeit zu erblicken.

In der Umgebung des Gefäßes findet sich nämlich für die gesamte austretende Flüssigkeit wenig Raum, und deshalb nimmt dieselbe die ganze Grundsubstanz und die Zellen ein. Etwas mehr entfernt vom Blutgefäße wird der Raum größer, und die ausgetretene Flüssigkeit bewegt sich dann bloß von einer Zelle zur anderen, wobei die Grundsubstanz an solchen Stellen faserig, an den übrigen homogen erscheint.

Wohin endlich die Flüssigkeit nicht eindrang, dort ist auch keine Faserung wahrnehmbar. In der Tat vermag ich zu konstatieren, daß jene Faserung in der Umgebung größerer Gefäße einen größeren Kreis, hingegen in der Umgebung kleinerer Gefäße einen geringeren einnimmt. In allen Fällen, wo der Knorpel der Gefäße entbehrt, erscheint die Faserung hauptsächlich vom Perichondrium ausgehend und dringt mehr oder weniger weit in das Innere des Knorpels ein.

Bei dieser Deutung wirft sich jedoch die Frage auf: welcher ist der morphologische Untergrund dafür, daß die Flüssigkeit in der Grundsubstanz des Knorpels sich fortbewegend, die erwähnten optischen Veränderungen verursacht?

Als Antwort auf diese Frage eignet sich wohl die Auffassung von Arnold, wonach die Ernährungsflüssigkeit in der feinen interfibrillären Kittsubstanz vordringt. Durch das Vordringen der Flüssigkeit werden andererseits die gleichmäßig lichtbrechenden Fibrillen und die interfibrilläre Kittsubstanz ungleichmäßig lichtbrechend und deshalb dem Auge wahrnehmbar. Mit dieser Auffassung stimmt auch Flesch (6) überein.


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Der postembryonale hyaline Knorpel. Schnitt vom Rippenknorpel des IJahr alten Schweines. Das Stück wurde im Alkohol 50" — 96" fixiert. Die ohne Einbettung verfertigten Präparate habe ich im Alkohol 96" untersucht. An einer dünnen Stelle des Schnittes bemerkt man entweder vereinzelte oder in Gruppen geordnete Knorpelzellen von verschiedenen Konturen, mit granuliertem Protoplasma und deutlichem kleinen Kern. Die Intercellularsubstanz ist gegenüber der Menge der Zellen verhältnismäßig stark entwickelt. Die Substanz ist allerdings nicht homogen, da man in ihr Stellen dreifachen Ansehens beobachtet: Stellen mit bestimmter Faserung, dann solche mit feiner Granulation und drittens vollkommen homogene.

Die erste Art, d. h. die Fasern oder die Bündel feiner Fribillen, zieht meist von einer Zelle zur anderen. Die Anzahl der Fibrillen zwischen 2 Zellen ist ungleich, manchmal lassen sich weniger (beiläufig 8—14), ein andermal aber eine große Menge derselben zählen. Die Dicke der Fasern ist gleichfalls verschieden; man findet zwischen den stärkeren überaus feine Fasern; überdies bemerkt man, daß viele der Fasern in der Nähe der Zelle dicker, je weiter von dieser dünner werden. Die Mehrzahl der Fasern verläuft von Zelle zu Zelle, wobei sie sich gegenseitig in den Bündeln verflechten; die geringere Anzahl derselben endigt oder verliert sich in der hyalinen Grundsubstanz. Häufig zieht die Faser von einer Zelle um eine andere herum, ohne in diese einzutreten, zu einer dritten oder entfernteren Zelle verlaufend. Gewöhnlich entspringen die Fasern nicht vom ganzen Umfange der Zelle, sondern bleiben manche Stellen der Oberfläche faserfrei.

Die zweite Art der Gruudsubstanz erscheint an den Schnitten als fein granulierte Substanz, welche ich für quer oder schief durchschnittene, bereits beschriebene Faserbündel halte; gerade hier bemerkt man, daß das Kaliber der Fasern sehr verschieden ist.

Die dritte Form der Grundsubstanz ist völlig homogen und füllt sämtliche, zwischen jenen beiden Formen befindlichen Stellen aus.

Das quantitative Verhalten der drei Formen untereinander ist ungleich. Man findet nämlich Schnitte, in denen die Grundsubstanz fibrillar erscheint; andererseits existieren allerdings Schnitte, wo die homogene Grundsubstanz prävaliert, hingegen die Fasern weniger zahlreich vorkommen. Aehnliche Bilder (wie in diesem Präparate) fand ich im Rippenknorpel eines 4-monatlichen Kindes gleich wie in Rippenknorpeln und im Schildknorpel des Menschen im Alter von 2, 61/2, 7'/2, 21, 60 und 70 Jahren.

Anat. An/,. XXII. Aufsätze. 29


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Wie sollen nun diese faserigen, zwischen den Zellen ziehenden Gebilde gedeutet werden?

Solger (41) betrachtet sie als Schrumpfungen, weil er eben die Querschnitte dieser Gebilde nicht finden konnte, ich aber sah sie ; aus dem Grunde fällt dieser Einwand weg. Spina (28), Elsberg, HeitzMANN (13) u. a, erklärten dieselben für zahlreiche Zellenfortsätze. Spronck (47), Vogel (31) erachten sie als Fibrillen der Grundsubstanz, welche zwischen sich eine Kittsubstanz einschließen. Wolters (52) verwirft die Deutung Solgers, daß es sich hier um Artefakte handelt, behauptet jedoch zugleich, daß das weder elastische Fasern noch Fibrillenbündel oder Zellenfortsätze wären ; er meint, es seien das Saftkanälchen.

Auf Grund der früher geschilderten Verhältnisse stimme ich mit der ursprünglichen Auffassung Arnolds überein.

Schnitt von der Patella eines neugeborenen Kindes. Unter Anwendung schwacher Vergrößerungen fällt die eigentümliche Anordnung der Zellen auf. Manche derselben legen sich der Längsachse nach hintereinander; dadurch entstehen Zellenreihen und von diesen Streifen, die sich gegenseitig durchflechten. Die Stellen zwischen den Streifen oder Zellenzoneu werden von der Grundsubstanz mit unregelmäßig angeordneten Zellen ausgefüllt. Die in den Zonen vorkommenden Zellen teilen sich abermals in Reihen, wodurch die ursprüngliche Zellenreihe verlängert wird, hingegen die zwischen den Zonen unregelmäßig geordneten Zellen sich in Gruppen teilen.

Bei stärkerer Vergrößerung erscheinen die Zellen mit 3, 4, 5 sehr langen und verzweigten Fortsätzen. Die Grundsubstanz zeigt größtenteils jene zarte Faserung, besonders in der Nähe des Perichondriums ; im übrigen bleibt sie homogen oder fein granuliert.

Schnitt von der Patella eines 3 Monate alten Knaben. Diese Präparate waren es, an denen ich zum erstenmal im menschlichen Hyalinknorpel zahlreiche verzweigte Protoplasmafortsätze beobachtete ; über die Existenz derselben kann kein Zweifel aufkommen ^). Bei schwacher Vergrößerung findet man auch an diesen Präparaten die bereits beschriebenen , durch die Zellen gebildeten Zonen und zwischen ihnen regellos zerstreute Zellen. Die Zellform ist eine sehr verschiedene: oval, kugelig, spiudelig, polygonal und völlig unregelmäßig. Fast alle Zellen haben Fortsätze; bei denjenigen Zellen aber, welche in demselben Präparate keine Fortsätze zeigten, befanden


1) Diese Präparate wurden von mir auf dem „HI. Kongreß der böhmischen Aerzte und Naturforscher in Prag 1901" demonstriert.


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sich diese in der senkrechten Ebene zu der Schnittfläche und sind bei der Schnittführung abgeschnitten worden. Zu dieser Meinung gelangte ich zunächst dadurch, daß ich derartige, plötzlich in bestimmter Entfernung von der Zelle an der Oberfläche des Schnittes endigende Fortsätze bemerkte, zweitens, daß ich häufig Querschnitte derselben Fortsätze, d. h. protoplasmatische Punkte verschiedener Größe beobachten konnte. Die Zellenfortsätze sind demnach verschieden lang, verschieden dick und entspringen in verschiedener Anzahl und verschiedener Richtung von den Zellen. Die Fortsätze teilen sich in mehrere Aeste, deren feinste Endästchen in der Grundsubstanz verschwinden.

Die Verbindung zwischen derartigen Fortsätzen von 2 Zellen konnte ich an erwachsenem Knorpel niemals beobachten. Allerdings müssen wir sehr genau zwischen diesen Protoplasmafortsätzen und jenen sehr feinen, von Zelle zu Zelle ziehenden Faserbündeln unterscheiden.

Schnitt von der Patella eines 6^/2 Jahre alten Knaben. Hierselbst sind die Verhältnisse bereits ganz andere. Die verschieden geformten Zellen entbehren der zahlreichen Fortsätze. Die Teilung der Zellen geschieht bereits nach dem gewöhnlichen Typus des Hyalinknorpels, d. h. in Gruppen ; in der Umgebung der Zellen bemerkt man eine zarte Schicht heller Substanz, nämlich die Kapsel. An einer solchen jungen Kapsel finde ich gar keine Spur von konzentrischer Schichtung; dagegen sehe ich hie und da Querstreifung, freilich selten prononciert. Das faserige Aussehen der Grundsubstanz wird durch die von Zelle zu Zelle verlaufenden feinen Fasern gebildet, jedoch können die Zwischenpartien derselben gleichfalls faserig erscheinen.

Auf Grund meiner Untersuchungen, die ich nur teilweise hier vorgeführt habe, muß ich gestehen, daß ich die Ansicht Schaffers (46), bezüglich der Histogenie des Knorpels bestätigen muß. Jener embryonale Knorpel der Säugetiere und des Menschen, der sich durch bestimmte Merkmale auszeichnet, führt direkt zu dem hyalinen Knorpel über und ist jenem ähnlich, welchen Schaffer bei A m m c e t e s als mucinösen Knorpel bezeichnete und den Schneider zuerst bei den Säugetieren unter dem Namen „Schleimknorpel" beschrieben hat.

Freilich entspricht diese Benennung keineswegs dem Charakter des genannten Gewebes, da dieses einen ziemlich festen und harten Bestandteil des Skelettes darstellt.

Wir können demnach in demselben Gewebe eine Uebergangsform zwischen dem Bindegewebe und dem typischen Hyalinknorpel erblicken,

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Diese Form des Knorpels ist nicht immer dieselbe; da Schaffer bei Ammocoetes in der Grundsubstanz derselben verschiedene faserige und blätterige Gebilde beschreibt, welche diese Form der Bindegewebsart nähert, ist jedoch das Aussehen derselben beim Menschen vom reifen Hyalinknorpel nicht allzusehr entfernt.

Auf Grund meiner bisherigen Studien resümiere ich folgendermaßen :

I. Im embryonalen Zustande besitzt der Hyalinknorpel bei Säugetieren und Menschen Zellen mit zahlreichen langen, verzweigten Protoplasmafortsätzen. Die Zellen haben keine Kapsel und teilen sich vornehmlich in der Weise, daß Reihen der Tochterzellen entstehen. Viele dieser Zellen sind in sehr jungen Stadien durch starke protoplasmatische, mit verschiedenen Methoden nachweisbare Anastomosen miteinander verbunden. Die Grundsubstanz ist homogen oder faserig; die Faserung entsteht infolge des Vordringens der Nahrungssäfte. Dieser embryonale Knorpel führt direkt zu dem Hyalinknorpel über, wobei die Zellen jene starken , deutlich sichtbaren Fortsätze verlieren und von einer Kapsel umgeben werden. Ein Teil der Grundsubstanz entsteht unzweifelhaft durch direkte Umwandlung der Zellen.

n. Im reifen Hyalinknorpel der Säugetiere und des Menschen entsenden die Zellen keine Fortsätze, wie solche im embryonalen Zustande vorkomnjen. In der Grundsubstanz macheu sich oftmals dem Auge Bündel feiner, von Zelle zu Zelle ziehender Fasern bemerkbar, die keinesfalls als Artefakte gedeutet werden dürfen, die vielmehr als durch die Kittsubstanz begrenzte Fibrillen innerhalb der Grundsubstanz betrachtet werden müssen. Bei Kindern kommt häutig nebeneinander sowohl embryonaler als typischer junger Hyalinknorpel vor.

III. Die Ernährung des Knorpels geschieht sehr wahrscheinlich, indem die Nährsäfte aus den Gefäßen vermittelst der feinen Faserbündel in den Knorpel eindringen. Demzufolge werden die Fasern dem Auge wahrnehmbar, und zwar dadurch, daß sie das Licht in anderer Weise brechen als die zwischen ihnen befindliche Kittsubstanz.

Prag, 14. Dezember 1902.

Litteratur.

1) BiGELOw, Notiz über den Teilungsvorgang bei Knorpelzellen sowie über den Bau des Hyalinknorpels. Arch. f. mikr. Anat., Bd. 16, 1879.

2) Böhm-Davidoff, Lehrbuch der Histologie des Menschen, 1895.

3) BüDGE, Die Saftbahnen im hyalinen Knorpel. Arch. f. mikr. Anat, Bd. 14, 1877.

4) — , Weitere Mitteilung über die Saftbahnen im hyalinen Knorpel. Ibidem, Bd. 16, 1879.


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Nachdruck verboten.

La fiinzione epatica negli Insetti.

Nota preventiva del Dott. A. Porta.

(Laboratorio di Zoologia, Anatomia comparata della L. Universitä di

Camerino.)

La funzione epatica negli Insetti non e ancora stata definita dagli Autori. Attribuita dapprima ai tubi di Mälpighi (Cuvier, Dufour), venne poi riferita dubitativamente alle appendici ceche dell'intestino medio (Claus, Hertwig), le quali sono ora considerate non giä come organi epatici, ma bensi come analoghe al pancreas dei vertebrati (Hoppe, Burmeister, Setler, Krukenberg, Plateau).

Dai risultati delle mie ricerche sull'apparato di secrezione e sul secreto della Coccinella T-punctata^) sono venuto ad alcune considerazioni le quali appoggiate dalla parte sperimentale, mi permettono di determinare come si compie la funzione epatica negli Insetti.

Essendo 1' argomento di sommo Interesse, pubblico ora questa breve nota preventiva descrivendo in succinto le glandole a cui spetta questa funzione, e la loro posizione. Mi riprometto poi di pubblicare il lavoro completo che comprenderä tutte le osservazioni da me fatte, nonche le modalitä di dette glandole nei diversi ordini di Insetti.

Studiando come ho detto l'apparato di secrezione e il secreto della Coccinella 7-punctata, io venni a queste important! conclusion!: che il liquido emesso dalla Coccinella non e altro che una secrezione biliare, presentando la reazione del Pettenkofer degli acid! biliar!, e all'analis! spettroscopica le strie d'assorbimento dei pigmenti biliar!; che questo secreto viene emesso da glandole follicolari, poste nelle maglie di un reticolo formato da fibre di tessuto connettivo fra i fasci della tunica muscolare nell'intestino medio; glandole follicolari considerate fino ad ora dagli Autor! come glandole gastric he.

La presenza di questa secrezione biliare nella Coccinella, m! indusse a credere che tale secrezione esistesse pure negli altri Insetti, e che similmente fosse data da follicol! glandolar! esistent! nell'intestino medio. Questa mia supposizione venne confermata dalla re


1) A. Porta, Ricerclie sull'apparato di secrezione e sul secreto della Coccinella 7-punctata L. Anat. Anz., Bd. 22, 1902, No. 9/10.


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azione del Pettenkofer e dall' esame microscopico. Trattando infatti rintestino medio di moltissimi Insetti con la reazione del Pettenkofer (zucchero e acido solforico) ebbi sempre la colorazione rossa degli acidi biliari. All' esame microscopico ho potuto osservare che detti follicoli uon haniio sempre la medesima posizione e forma.

L'intestino medio in molti Insetti da origine a dei prolungamenti a foudo ceco, i quali talora sono allungati e voluminosi, talora invece sono corti, sottili e ravvicinati gli uni agli altri.

I primi sono comunemente chiamati cechi gastrici o borse ventricolari, i second! sono designati col nome di villosita.

I cechi gastrici sono molto sviluppati nella maggior parte degli Ortotteri, insetti che si nutrono di sostanze vegetaH e che sono d' una grande voracita; si osservano pure nelle larve di molti Coleotteri fitofagi etc. Queste appendici danno vivissima la reazione del Pettenkofer degli acidi biliari, ed inoltre esaminate al microscopio presentano numerosi follicoli glandolari, diversamente ordinati, i quali sono situati nelle maglie di un reticolo di tessuto connettivo.

Le villosita si trovano nella maggior parte dei Coleotteri ma principalmente nelle specie che si nutrono di sostanze auimali. Sono piccole appendici cave terminate a cul di sacco e comunicauti con I'interno dello stomaco per Testremitä opposta. Queste villosita otfrono pure vivissima la reazione del Pettenkofer, e presentano degli utricoli secretori in diversi stadi di sviluppo.

Negli Insetti in cui l'intestino medio e liscio esteriormente, la secrezione biliare e dovuta a glandole che si trovano nello spessore della parete di questo organo, Sono follicoli microscopici posti fra i fasci della tunica muscolare ; la loro forma e arrotondata, e vi si osservano neH'interno degli utricoli contenenti delle granulazioni.

Riassumendo quanto brevissimamente ho esposto diro: che la funzione epatica negli insetti e data da follicoli glandolari che si trovano: P nei cechi gastrici; IP nelle villosita; IIP nello spessore della parete deir intestino medio fra i fasci della tunica muscolare.

Settembre 1902. (Eingegangen am 13. Dezember.)


Nachdruck verboten.

Zum Kapitel: Leukocyt und NerYenzelle.

Von Dr. P. Kronthal.

Gestützt auf histologische Bilder, entwickelte ich in einer Arbeit („Von der Nervenzelle und der Zelle im allgemeinen", Jena 1902) folgenden Gedankengang über das Wesen der zentralen Nervenzelle:


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In deu Spalträumen der dünneu, das zentrale Nervensystem umhüllenden Häute, in den ungemein feinen und zahlreichen die graue Substanz durchziehenden Kapillaren finden sich Leukocyten. In der weißen Substanz, namentlich aber in der grauen sind Zellen zu beobachten, die morphologisch und nach ihrem tinktoriellen Verhalten, den beiden fast alleinigen, jedenfalls bei weitem hauptsächlichsten Kriterien zur Identifizierung von Zellen, mit den Leukocyten übereinstimmen. Leukocyten durchwandern die Gewebe. Ergo: die Zellen in der Substanz waren früher in den Gefäßen, in den pialeu Räumen. Wenn sie beim Verlassen derselben auf das Fasergewirr der grauen Substanz stoßen, werden sie von demselben festgehalten. Die Fasern durchziehen den weichen Protoplasmaleib der ehemaligen Leukocyten (ApÄTHY-BETHESche Fasern). Diese Fasern sind für die Zelle Fremdkörper, haben mit ihr organisch nichts zu schaffen. Die für ein wanderndes, freies Leben organisierte Zelle hat durch ihre Ansiedelung, hat dadurch, daß ihr Leib von ihr fremden Körpern durchzogen wird, einen tiefgehenden Eingritf erlitten. Sie beginnt zu sterben. Zeichen dieses Prozesses ist, daß sie mit anderen ihr gleichen Zellen zusammenfließt, was sie frei lebend nie tat. Sie konfluiert nach dem physikalischen Gesetz, nach dem gleiche in sich bewegliche Massen stets konfluieren. Damit hört sie auf, ein Organismus zu sein. Es existiert kein einziger Beweis dafür, daß die zentrale Nervenzelle ein Organismus ist. Alles spricht dagegen. Sie verarbeitet keine Nahrung, sie teilt sich weder beim Embryo, noch jemals später. Zeichen ihres Todes ist das Konfluieren ihres Kernes mit dem Protoplasma. Die Fasern bestehen fort und werden von neuen auswandernden Zellen zu neuen Kombinationen zusammengefaßt. Aufgabe der Nervenzelle ist, jeden Reiz , von dem irgend einer das Metazoon konstituierenden Elementarorganismen getroffen wird, jeder Zelle des Metazoon mitzuteilen. Diese Aufgabe erfüllt sie passiv, indem sie die Isolierung der einzelnen Fasern aufhebt. Wird eine Faser, die ihren Körper durchzieht, erregt, so teilt sich diese Erregung sämtlichen sie durchziehenden Fasern mit. Da die Fasern meist wohl von verschiedenen Zellen zu verschiedenen Kombinationen zusammengefaßt werden, wird der Reiz einer sehr großen Anzahl von Fasern mitgeteilt. Da die Zellen infolge ihres protoplasmatischen, amöboiden Fortsatzes, des Neuriten, Beziehungen zu anderen Zellen haben, wird der Reiz auf eine unendlich große Anzahl von Fasern übertragen. Trotzdem ist es bei den Milliarden von Elementarorganismen, die ein größeres Metazoon konstitutieren, nicht möglich, alle diese Organismen in stetigem Konnex miteinander zu halten. Der dauernde Wechsel der Bahnkombinationen durch das dauernde Werden und Vergehen der Nervenzellen sichert eine gegenseitige Beeinflussung aller Eleraentarorganismen. Die Lage der Fasern besteht fest. Die Dendriten sind Protoplasmamasse, die längs der Fasern vorfließt.

In der Sitzung der Berliner physiologischen Gesellschaft vom 21. November 1902 habe ich unter Demonstration von Präparaten die Biologie und Leistung der zentralen Nervenzelle in diesem Sinne dargestellt. Der Vortrag erscheint im Neurologischen Centralblatt vom


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1, Februar 1903. Aus verschiedenen Mitteilungen ersehe ich die Notwendigkeit, diesen Vortrag, namentlich nach zwei Richtungen hin, zu ergänzen. Sie werden durch die Fragen gekennzeichnet: 1) Wie sind die Bilder nach Golgi mit meinen Anschauungen zu vereinigen? 2) Widerspricht die Entwickelungsgeschichte meinen Anschauungen?

Weiter gibt mir zu diesem Aufsatze noch ein Artikel Fragnitos Veranlassung, der in der No. 14 und 15 des 22. Bandes dieses Anzeigers erschienen ist. Ich möchte mit demselben beginnen.

Fragnito meint, ich hätte in meinem Buche Ideen über die Entstehung der Nervenzelle publiziert, die von ihm im Jahre 1899 (Ann. di Neurolog. und Centralbl. f. Nervenheilk. u. Psych., 23. Jahrg.) publizierten „avvicinano, se non proprio coincidono" sind, und wundert sich, daß ich in meiner ausgedehnten Litteraturangabe weder seine Arbeiten noch die F. H. Scotts (Tranact. of the Canad. Inst., Vol. 6), noch die F. Capobiancos (Verhandlungen der Anat. Gesellsch. 1900), welche seine Angaben bestätigten, erwähne. Meine Litteraturaugaben sind reichlich nur im Hinblick auf die Biologie der Zelle im allgemeinen, dürftig für die Nervenzelle. Das kam so. Nachdem es mir klar geworden war, daß die zentrale Nervenzelle durch Verschmelzen kleiner Zellen entsteht, fragte ich mich, wie sie denn eigentlich lebt, ob sie nach den Gesetzen, nach denen verschmelzende Zellen, die Syncytien, leben, zwar ein gemeinsames Protoplasma besitzt, ihre Kerne aber Individualitäten vorstellen, für sich organisiert sind. Ich kam zu der Ueberzeugung, daß die Nervenzelle mit den Syncytien biologisch nichts gemein bat, daß die verschiedenen Kerne in ihrem Protoplasma nicht gesondert fortbestehen, sondern der Auflösung verfallen (NissLSche Körpei') und daß der ehemalige Leukocyt überhaupt, wie oben dargestellt wurde, durch seine örtliche Fixation und durch seine Beziehungen zu Fasern, aufhört ein Organismus zu sein. Es schien mir richtiger, diese neue Anschauung eingehend zu begründen, als die bisherige Litteratur über die Nervenzelle zu berücksichtigen. Die Begründung meiner Ansicht war nur möglich, indem ich darlegte, in welcher Art sich das Leben der Zelle im allgemeinen abspielt und daß sich die Nervenzelle zu dieser Art gegensätzlich verhält.

Von Fragnito jetzt auf seine Arbeiten hingewiesen, gebe ich zu, daß er bei Embryonen Verschmelzen von Nervenzellen beschrieben und auch richtig die Quelle der extranukleären Chromatinsubstanzen in zerfallenen Kernen erkannt hat. Im übrigen aber gehen unsere Wege weit auseinander. Er rechnet diese verschmolzenen Zellen zu den Syncytien, spricht ihnen also Lebensfähigkeit zu. Das biologisch Charakteristische der Syncytien ist, daß, wie auch immer man von ihnen Teile fortschneidet , dieselben , sofern sie nur Kernmasse und Protoplasma enthalten, selbständig fortleben und wachsen, indem die Kerne sich teilen, weil eben diese Kerne ihre Organisation haben und behalten. Das extranukleäre Chromatinmaterial der Gauglienzelle ist chemisch Kernmasse , aber nicht biologisch , weil es , wie ja auch Fragnito annimmt, zerfallene Kerne vorstellt. Von solchen ist ein Leben nicht zu erwarten. Deshalb hat die Nervenzelle mit den Syncytien biologisch nichts gemein.


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Ueber das Verhältnis der Fibrillen zu den Zellen finden sich bei Fragnito Anschauungen, von denen ich mir ein rechtes Bild nicht machen kann. So sieht er die Fibrillen im Protoplasma der Zelle zum Teil als Abkömmlinge der früheren Kernmembran an. Die Betheschen Befunde scheint er gar nicht berücksichtigt zu haben und die ApÄTHYschen nur in einer neuen Arbeit vom Juni 1902 (Ann. di Neurologia), die ich noch nicht kenne und die zu einer Zeit erschienen ist, als mein Buch bereits der Oeifentlichkeit übergeben wurde. In den einleitenden Zeilen dieses Artikels habe ich in genauem Anschluß an mein Buch eine unzweideutige und klare Auffassung vom Verhältnis der Fibrillen zu den Zellen gegeben.

Nun zu den Ergebnissen der GoLGischen Methode! In Virchovvs Archiv, Bd. 130 findet sich ein Aufsatz von mir: „Zur Theorie der GoLGischen Färbung", den ich vollständig aufrecht erhalte. Es ist in den letzten 10 Jahren nicht eine Arbeit erschienen, die mich zu der Annahme veranlassen könnte, ich hätte mich damals geirrt, indem ich behauptete und bewiesen zu haben glaubte, daß bei der GoLGischen Methode stets mehr als nur etwas Körperliches gefärbt wird, ja daß vielleicht häufig, wo wir die schwarze Masse sehen, gar kein Körper, sondern nur ein Raum vorhanden ist. Ob diese Räume etwas Präformiertes oder Schrumpfungsfolgen der Härtung sind, ließ ich dahingestellt. Ich möchte auf die Litteratur über die Theorie der GoLGi-Färbung hier nicht wieder eingehen ; so viel ich aber glaube beobachten zu können, sind auch die begeistertsten Anhänger der GoLGischen Methode zu der Erklärung nicht bereit, daß das bei ihr sich Färbende nur Körper seien. Ich bitte nach dieser Richtung hin um Lektüre meines damaligen Aufsatzes; ich möchte mich nicht wiederholen. Von späteren Arbeiten sei nur folgendes angeführt. Weigert (Ergebnisse der Anat., 1895) wie Zimmermann (Archiv f. mikrosk. Anat., Bd. 52) sind der Ansicht, daß die Niederschläge über die Grenze der Zelleiber, also der körperlichen Elemente herausgehen. Weil und Frank (Arch, of Neurol, Vol. 2) fanden die feineren Strukturen bei demselben Material verschieden, je nachdem sie verschiedene GoLGische Methoden anwandten. In leeren Räumen sind die schwarzen Niederschläge ganz sicher nachgewiesen (Friedländer, Zeitschr. f. wissensch. Zool., Bd. 58; Zeitschr. f. wissensch. Mikroskopie, Bd. 12).

Die tiefschwarzen Bilder machen es unmöglich, zu sagen, ob sie nur der Ausguß eines Raumes sind, ob in diesem Raum eventuell auch ein Körper ist oder gar welche Struktur dieser Körper hat. Und niemand hat bisher ausreichend zu erklären vermocht, aus welchen Gründen die Silberreaktion nur an einzelnen Stellen zustande kommt. Nach wie vor scheint es am wahrscheinlichsten, daß sie nur dort eintritt, wo ein Raum vorhanden ist, sei es daß er leer ist, sei es daß er einen Körper umschließt. Aber die klaren, zierlichen, schwarzen Bilder auf weißem Grund waren zu verführerisch. Ohne sich allzu viel mit Skrupeln über ihr Zustandekommen zu quälen, sprach man vielfach als Körper an, was erst als Körper zu beweisen war. Dabei taucht öfter die Mahnung auf, man möchte die GoLGischen Bilder nur


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insoweit als körperliche Wirklichkeiten, als beweiskräftig ansehen, als sie durch andere Methoden bestätigt würden. Wie wenig das aber geschieht, dafür sei ein klassisches Beispiel angeführt.

In der jüngsten, 10. Auflage des mit Recht seiner großen Vorzüge wegen weit verbreiteten Lehrbuches der Histologie von Stöhr findet sich eine viele Seiten lange Darstellung der Nervenzellen und des Nervensystems, die fast ausschließlich auf der GoLGischen Methode beruht und zu deren Verständnis fast ausschließlich GoLGische Bilder gegeben werden. Zwar erwähnt in 7 Zeilen eine klein gedruckte Bemerkung auch Fibrillen, die sich in den Fortsätzen und dem Zellkörper finden und diesen einfach durchsetzen ; da aber schon die Form der Mitteilung verrät, daß der Autor diese für etwas mehr Nebensächliches hält, da keine Abbildung sie illustriert, muß der Leser zu der Ansicht kommen, daß die Bilder der GoLGischen Methode das Maßgebende seien. Und keine Methode ööhet Trugschlüssen mehr Tür und Tor als diese, die alle Strukturen verdeckt, von der wir nicht wissen, weshalb sie färbt, weshalb sie elektiv färbt, ja nicht einmal was sie färbt. Dabei besitzen wir Methoden, die klar und deutlich die Strukturen in den Zellen erkennen lassen. Die ApÄTHYSche Methode, die BETHEsche erfüllen eine Sehnsucht vieler Forscher auf dem Gebiete der Nervenzelle, seit M. Schultze zuerst auf die Fibrillen in den Zellen und Fortsätzen aufmerksam machte. Diese Methoden geben unzweideutige Bilder realer Körper. Man sieht die Fibrillen scharf von Fortsatz zu Fortsatz die Zelle durcheilen. Die GoLGische Methode hat Vorteile. Wenn man eine durch andere Methoden konstatierte und gesicherte Tatsache mit ihr zur Anschauung bringen kann, so ist sie mit ihren isolierten, tiefschwarzen Bildern auf weißem Grund allen anderen Methoden überlegen. Nie aber ist durch die GoLGische Methode eine Tatsache zu beweisen, nie kann vergessen werden, daß sie Räume vorstellt, oft mit, oft vielleicht auch ohne Körper, nie kann vergessen werden, daß sie von den eventuellen Körpern nur die Konturen und zwar unwahre Konturen gibt, und schheßlich, daß doch Konturen meist nicht das Wesentliche sind, sondern die Strukturen des Körpers. Das Wesentlichste mit in der zentralen Ganglienzelle scheinen mir die Fibrillen zu sein, weil ich sie, die leitenden Elemente, an allen Teilen des metazootischen Organismus finde. Sie stellen aber keine Fortsätze der Zelle, keine organischen Teile von ihr dar, wie man nach GoLGischen Bildern schließen könnte. Sie enden nicht in der Zelle und beginnen nicht in ihr, sondern durchlaufen sie ununterbrochen. Sie dürften bei einer Darstellung der Nervenzelle den führenden Gedanken geben. Sie sind wirklich und wahr, denn sie sind, bald mehr, bald weniger deutlich, fast mit jeder Methode, welche die Zelle klar läßt, zu erkennen.

Die zweite Frage lautete : Widersprechen die Ergebnisse der Entwicklungsgeschichte meinen Anschauungen von der zentralen Nervenzelle? Da die Akten über die Entstehung der peripheren Nerven durchaus nicht geschlossen sind, sondern sich zwei Ansichten, beide durch erste Forscher vertreten, diametral entgegenstehen, glaubte ich bei Veröti'entlichung meiner Arbeit mich mit gleichem Recht der einen oder der anderen Ansicht anschließen zu können, ohne mich auf die


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Materie selbst einzulassen. Ich scheine mich getäuscht zu haben, denn mir wird vorgeworfen, daß ich die Ergebnisse der Entwickelungsgeschichte nicht berücksichtigt hätte.

Wie bekannt, behaupten die einen (Bidder und Kupffee, His, KoELLiKER, Balfour, Marshall u. a.), daß die peripheren Nerven entstehen, indem embryonale Zellen, die Neuroblasten birnenförmig werden, . der Stiel zum Nervenfortsatz, dem Neurit, auswächst, welcher dann in die Peripherie vordringt, während die später entstehenden Dendriten sich in der Umgebung der Zelle ausbreiten und dort ihr Ende finden. Im vollständigen Gegensatz zu dieser Meinung behaupten, auch auf gute Gründe und Präparate gestützt, Dohrn, O. Hertwig, van Wijhe, Beard, Hensen, Apathy, Sedgwick u. a. die Entstehung der peripheren Nerven aus Ditferenzierungsprodukten des Protoplasmas an den Orten, an denen sie sich später finden. Es sind somit die peripheren Nerven, wenn man die Nervenzelle als das Centrum betrachtet, stets mit dem Ende verbunden ; sie sind keine Sprossen der Nervenzelle. Dieser letzten Ansicht mußte ich mich nach meiner ganzen Auffassung von der zentralen Nervenzelle anschließen. Hierzu bewog mich aber nicht nur meine Auffassung von der zentralen Nervenzelle, sondern vor allen Dingen eine Tatsache, die ich jetzt an den Präparaten, die His publiziert hat, nachweisen will. Ich wähle His, weil er ein Führer im Kampfe ist, weil er glücklicherweise oder vielleicht auch wohl überlegt nicht mit der irreleitenden Methode Golgis gearbeitet hat und weil seine bekannte Gründlichkeit und Objektivität für die Naturtreue der Abbildungen Gewähr leistet.

Zu seiner viel citierten Arbeit „Die Neuroblasten und deren Entstehung im embryonalen Mark" (No. 4 des 15. Bandes der Abhandlungen der mathematisch-physischen Klasse der Kgl. sächsischen Gesellsch. der Wissensch.) gibt His 4 Tafeln, deren zahlreiche Abbildungen die birnförmige Umwandlung der vom Rande des Medullarrohres in das Rückenmark gelangten embryonalen Zellen und das Auswachsen des Stieles zum Achsencylinderfortsatz beweisen sollen. Die sehr schönen, von His selbst gezeichneten Figuren zeigen in den sich verschmächtigenden protoplasmatischen Enden der Zellen, den Stielen, ganz scharf und deutlich feine, parallel längsgestellte Fibrillen, die öfter, so in Fig. 4, Fig. 11, Fig. 22, Fig. 30 zum Teil über den Kern fortziehen.

Seitdem Deiters 1865 den Achsencylinderfortsatz, jetzt Neurit genannt, wie ich glaube zuerst, in seiner morphologischen Gegensätzlichkeit zu den übrigen Fortsätzen, den jetzigen Dendriten, beschrieben hat, haben sich die späteren Autoren, wie es bei der Unzweideutigkeit der Beobachtung nicht anders möglich war, seiner Darstellung angeschlossen. Nach allgemeiner Ansicht unterscheidet sich der sogenannte Achsencylinderfortsatz von den Dendriten morphologisch dadurch, daß, während diese längs parallel gestellte^, Fibrillen, Fasern, Streifen oder Körper genannte Bildungen aufweisen, der Achsencylinderfortsatz ein bald als hyalin, bald als homogen oder als glasig bezeichnetes, mehr gleichmäßiges Aussehen darbietet. Aus dieser Tatsache schließe ich, daß jene deutlich gestreiften Stiele der Neuroblasten, die His abbildet, nicht der spätere Achsencylinderfortsatz


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sind, sondern Dendriten. Wer das nicht zugeben will, dürfte zu beweisen haben, wie und wann die von Hbrillen durchzogenen Stiele, diese ihrem Bau nach beim Embryo nur als Dendriten zu bezeichenden Fortsätze, ihren eigentümlichen Bau aufgeben und zum homogenen sogenannten Achsencylindertortsatz werden. Wir finden im Embryo Nervenzellen mit von Fibrillen durchzogenen Fortsätzen. Wir finden beim selbständigen Individuum Nervenzellen mit von Fibrillen durchzogenen Fortsätzen. Da scheint der Schluß, diese beiden Arten von Fortsätzen seien identisch, wohl berechtigt. Wann und wie der Neurit sich bildet, weiß ich nicht. Ich halte ihn für auf einen Reiz vorgeflossenes Protoplasma. Die Dendriten bilden sich beim Embryo wie beim Erwachsenen nicht als feststehende, sondern als wechselnde Formen, indem undifierenzierte amöboide Zellen, die embryonale Zelle resp. der Leukocyt, in Verbindung mit Fasern geraten und längs den Fasern ihr Protoplasma vorfließen lassen. Die Fasern sind weder beim Embryo noch beim selbständigen Individuum organische, sondern nur morphologische Teile der Nervenzelle. Die Anschauung, nach der sich die peripheren Nerven an Ort und Stelle bilden, dürfte die richtige sein.

Man hat mich weiter gefragt: Die zentrale Nervenzelle, diese ungemein feingebaute Zelle, soll kein Organismus sein? Darauf ist zweierlei zu erwidern. Einmal kann der mehr oder weniger feine Bau eines Dinges niemals zu dem Urteil bestimmen, ob ein Ding ein Organismus ist oder nicht; so sind z. B. die Schneeflocken wie viele andere Kristalle ungemein fein gebaute Objekte, trotzdem aber keine Organismen, während wir an vielen Amöben, Algenzellen, Pilzfäden einen besonders feinen Bau nicht konstatieren können, trotzdem sie Organismen sind. Zweitens ist es ein Irrtum, daß die zentrale Nervenzelle besonders fein gebaut sei. Im Gegenteil! Sie ist eine plumpe, amöboide Zelle, und diejenigen Teile, die ihr ein zierliches Aussehen geben, gehören ihr organisch gar nicht an. Wiederum hat hier die GoLGische, die Tatsachen verschleiernde Methode irregeführt, indem sie den Beschauer nach ihr gefärbter Ganglienzellen zu der Annahme verleitet, all die feinen Ausläufer und Fortsätze seien Teile der Zelle. Die ApÄTHY-BETHESchen Methoden stellen den Irrtum klar. Die vermeintlichen Fortsätze sind, mit Ausnahme eines, Fasern, die die Zelle durcheilen, und längs dieser Fasern hat die amöboide Zelle nur einiges Protoplasma vorfließen lassen.

Schließlich sei noch ein Einwand erwähnt, der mir gemacht worden ist. Man sagte, es sei nach meinen Anschauungen von der zentralen Nervenzelle nicht recht begreiflich, weshalb sich an den einen Stellen im Zentralnervensystem große multipoläre Zellen, an anderen Pyi'aniiden- und an anderen Spindelzellen fänden. Darauf ist zu erwidern: \Mr müssen nach allen Ergebnissen der Anatomie, der pathologischen Anatomie, der Physiologie und Pathologie annehmen, daß die Lage der Bahne^ im Centralnervensystem gesetzmäßig ist. Wenn nun die Fasern gesetzmäßig liegen, so kann eine amöboide Zelle, die diese Fasern umfließt, sobald ihr Protoplasma längs der Fasern vorströrat, ihrerseits nur gesetzmäßige Formen annehmen. Wir können somit aus der Form der zentralen Ganglienzelle auf die verschiedenen Faserrichtungen schließen.


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Bücberaiizeigen.

Lehrbuch der Zoologie. Von Alexander Goette. Mit 512 Abbildungen im Text. Leipzig, W. Engelmann, 1902. XII, 504 pp. Preis 12 M.

Verf. ist nicht der Ansicht, daß durch eine wesentlich oder ausschließlich beschreibende Behandlung der Tierkunde dem Studierenden die Aneignung der wichtigsten Kenntnisse vom Bau und dem Leben der Tiere erleichtert würde; nach seiner Ansicht „läßt sich sogar mit größerem Recht annehmen, daß die genetische Verknüpfung der empirischen Tatsachen sie der Vorstellung und dem Gedächtnis leichter einprägt als ihre bloß systematische Verwertung. Deshalb blieb die erstere Art der Darstellung für alle Teile dieses Lehrbuches maßgebend". Dies schloß nicht aus, daß der vom Verf. gerügten Mangelhaftigkeit des zoologischen Unterrichts auf den Mittelschulen insofern Rechnung getragen wurde, daß wenig positive Kenntnisse vorausgesetzt werden. Ferner sind die „sachlichen Angaben jeder Art" so viel wie möglich eingeschränkt, — auch wurde auf eine Darstellung der speziellen Entwickelungsgeschichte verzichtet. Litteraturnachweise sind gleichfalls fortgelassen.

Die Abbildungen wurden — mit Ausnahme verhältnismäßig weniger, aus anderen Werken entnommener Holzschnitte — nach Federzeichnungen hergestellt, denen in ganz überwiegender Zahl Originalzeichnungen des Verf. zu Grunde lagen.

Das Buch scheint zur Uebersicht über die Zoologie, besonders für Mediziner und Naturwissenschaftler, welche nicht speciell Zoologen sind, sehr brauchbar, zumal wegen der klaren und kurzen Darstellung, welche für das gesamte Tierreich nur 30 Bogen füllt.

Die Ausstattung ist die bekannte, sehr gute des Engelmannschen Verlages, der Preis angemessen,

Wandtafeln für den Unterricht in Anthropologie, Ethnographie und Geographie. Herausgeg. v. Rud. Martin. Verlag V. Art. Inst. Orell Füssli, Zürich. Kleine Ausgabe, 8 Taf., 28 M. (35 fr.) ; große Ausgabe, 24 Taf, 64 M. (80 fr.). Abnehmer der kleinen Ausgabe erhalten Tafel 9 — 24 der großen Ausgabe zum ermäßigten Preise von 36 M. (45 fr.).

Diese Wandtai'eln zeigen menschliche Rassentypen in Ueberlebensgröße (Brustbild, 88 : 62 cm) in feinster Photochrom-Ausführung. Jeder Tafel ist eine kurze Monographie , mit den wichtigsten Litteraturnachweisen, beigegeben. Die zur Reprodviktion gelangten Ty]3en sind durchaus charakteristische Vertreter der einzelnen natürlichen Gruppen der Menschheit. Zur Vorlage dienten ausschließlich Originalphotographien des Herausgebers und anderer Gelehrten und Forschuugsreisenden. Die farbigen Originale sind von W. v. Steiner hergestellt. — Die kleine Ausgabe umfaßt folgende Tj^pen: Wedda, Javanin, Australier, Masai, Melanesier, Dakota, Eskimo, Großrusse, — die große, außer diesen 8 Typen : Aegypter, Senoi, Semang (Negrito), Chinesin, Buschmann, Tamil, Karaibe, Polynesierin, Karen, Battak, Dahome-Neger, Mikronesier, Kir


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ghise, Salomonier, Samojede und Tschon (Feuerländer). Die kleine Ausgabe ist soeben (Dezember 1902) erschienen; die große Ausgabe wird in Kürze fertiggestellt sein.

Die technische und künstlerische Ausführung der dem Herausgeber d. Z. zur Probe zugesandten Tafel (Masai) ist von hervorragender Schönheit und Deutlichkeit, so daß der Unterzeichnete, in der Voraussetzung, daß die anderen Tafeln dieselben Vorzüge besitzen, nicht ansteht, das Unternehmen allen Interessenten auf das wärmste zu empfehlen.

The Development of the H vi man Body. A Manual of Human Embryology. By J. Playfair Mc Murrich. With 270 Illustrations. Philadelphia, P. Blakiston's Son & Co., 1902. XVI, 527 pp. Preis geb. 3 Dollars (ca. 12 M.).

McMuKRiCH, Prof. der Anatomie an der Universität von Michigan, hat hier, unter Benutzung der neueren Litteratur, besonders der Werke von His, 0. Hertwig, Minot und Kollmann, eine kurze Zusammenstellung des von der Ontogenie des Menschen Bekannten gegeben. Ist das Buch auch in erster Linie für den Studenten, und zwar den englisch lesenden und sprechenden, bestimmt, so wird das Werk wohl auch über diese Sprach- und Altersgrenzen hinaus in weiteren Kreisen wegen der Klarheit und Knappheit der Darstellung, sowie wegen der zahlreichen, zum Teil schematischen Abbildungen Beifall finden. Die neuere Litteratur ist in ihren wichtigeren Erscheinungen am Schlüsse der Kapitel angegeben.

Grenz fragen des Nerven- und Seelenlebens. Herausgeg. von Loewenfeld und Kurella. XIX. Sadismus und Masochismus, von A. Eulenburg. Wiesbaden, J. F. Bergmann, 1902. 89 pp. Preis 2 M. Albert Eulenburg, Professor in Berlin, gibt hier eine auf ausgedehnter Litteraturkenntnis beruhende Darstellung dieser in der Neuzeit besonders durch die Romane von Sacher- Masoch allgemeiner bekannt gewordenen sexuell-psychischen Alterationen, welche ja zum Teil schon vor Jahrhunderten vorkamen. Außer den Biographien der beiden Männer, nach denen diese krankhaften Neigungen — für welche jetzt der gemeinsame Name „Algolagnie" gebraucht wird — benannt wurden, befaßt sich die Schrift mit der speciellen Symptomatologie und Entwickelungsgeschichte der algolagnistischen Phänomene, zu denen außerdem auch Notzucht, Lustmord, Nekrophilie, sowie die aktive und passive Flagellation (Flagellantismus) zu rechnen sind. B.

Personalia.

Charlottenburg-. Die Adresse des Herrn Tornier ist : Professor Dr. Tornier, Kustos am Kgl. zoologischen Museum zu Berlin, Charlottenburg, Spreestr. 20.

Abgeschlossen am 21. Januar 1903.

Frommanusihe Buchdruckerei (Hermann Pohle) in Jena.


ANATOMISCHER ANZEIGER

Centralblatt

für die gesamte wissenschaftliche Anatomie.

Amtliches Organ der anatomischen Gesellschaft.

Herausgegeben von

Prof. Dr. Karl -sron Bardeleben in Jena.


Verlag von Gustav Fischer in Jena.


Der „Anatomische Anzeiger" erscheint in Nummern von etwa 2 Druckbogen. Um ein rasches Erscheinen der eingesandten Beiträge zu ermöglichen, werden die Nummern ausgegeben, sobald der vorhandene Stoff es wünschenswert macht und event, erscheinen Doppelnummern. Der Umfang eines Bandes beträgt etwa 50 Druckbogen und der Preis desselben 16 Mark. Das Erscheinen der Bände ist unabhängig vom

Kalenderjahr.


XXII. Band. -^ 6. Februar 1903. ^ No. 22.

Inhalt. Aufsätze. Alfio Motta Coco e Salvatore Distefano, Contributo alio studio delle terrainazioni nervöse nei muscoli bianchi. Con 3 figure, p. 457 — 466. — Ernst Smreker, lieber die Darstellung der Kittsubstanz des Schmelzes menschlicher Zähne. Mit 5 Abbildungen, p. 467 — 476. — Emil Holrngfren, Weitere Mitteilungen über die Trophospongienkanälchen der Nebennieren vom Igel. Mit 7 Abbildungen, p. 476 — 481. — G. Schwalbe, Wilhelm Pfitzner f. p. 481 bis 487.

Bücheranzeigeu. M. v. Lenhossek, p. 488.

Anatomische Gresellsehaft. 17. Versammlung, p. 488.


Aufsätze.

Nachdruck verboten.

Contributo alio studio delle terminazioni nerrose nei muscoli

bianchi.

Ricerche per i Dottori Alfio Motta Coco, e Salvatore Distefano, settore assistente, allievo interno.

(Istituto di Anatomia patologica della R. Universitä di Catania.)

Con 3 figure.

Innanzi le difficoltä insuperate per una divisione in categorie delle terminazioni nervöse motrici nei muscoli striati; innanzi le prove fallite di osservatori illustri, come il Kühne che non riusci a stabilire

Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 30


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alcuna legge speciale, prendendo a base del suo lavoro di classifica I'ampiezza e la forma dell' espansione terminale dei nervi nel tessuto muscolare; noi, senza dubbio, non ci saremmo messi su questa via circondata da reali e gravi ostacoli. Ci dissuase dal resistere il fatto ben costatato da altri, sin dalla prima epoca che tale, genere di ricerche comparve nel campo scientifico e continuo ad occupare le attivita degli studiosi, che I'apparato nervoso terminale varia raoltissimo da animale ad animale, da muscolo a muscolo, e puo variare tra i fasci primitiv! appartenenti alio stesso muscolo; ancora desistemmo pensando che e sempre aperta la quistione sul significato fisiologico di alcune arborizzazioni in alcuni muscoli, com' e per esempio, nei fascetti di Weismann-Koelliker, per i quali si discute se i nervi che ivi finiscono debbano considerarsi di natura motoria o sensitiva (Ruffini, Sherrington, Cipollone, ecc,) Percio, convenendo suU'importanza e sul bisogno di un prospetto sintetico, ammettendo il progresso delle nostre conoscenze sul modo di terminarsi dei nervi nella fibra striata, comprendiamo per nostro conto, che per ora convergono tante difficolta e molti ostacoli di fronte al proposito di classifica, per la ragione principale che mancano molti dati statistic! per assurgere ad un concetto riassuntivo sicuro e giusto.

Difatti, dopo la scoperta del Lorenzini nel 1678 e la conferma deirOEHL nel 1864 sulla coesistenza dei muscoli bianchi in alcune specie di animali, si sarebbe dovuto aprire una nuova serie di indagini al fine determinato di ricercare in questo tessuto le terminazioui nervöse, metterle in rapporto con le ordinarie piastre motrici, studiare la loro funzione, onde a questa guisa contribuire al lavoro di chi ha in mente di procedere con ordine e con chiarezza nell' esposizione di tutte, delle principal! varieta di espansion! nervöse terminal! nei muscoli striati. Tuttavia si trova il vuoto* su questo argomento.

L'importanza di questo studio si comprende in seguito alle attuali nozion! sulla morfologia di quest! muscoli. L'analis! istologica ha constatato molti dettagli sulla loro struttura, come una minima quantita di sarcoplasma (Albertoni), una bassa proporzione d! nuclei (Ranvier), una dignita morfologica meschina, o quanto dire, una ritardata evoluzione, o un arresto di sviluppo del materiale primitivo in sostanza contrattile propriamente detta. Su queste fondamenta venne piü tardi tracciata la nuova dottrina fisiologica della contrattilita dei muscoli bianchi. Pertanto si ammise da Knoll e Soltmann un rapporto diretto tra la quantita di sarcoplasma e la durata, I'energia delle contrazioni e la resistenza alia fatica del muscolo;


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Grützner, sino ad un certo punto, approvö il fatto contrario; Ranvier convenne su una modalitä speciale di reazione dei muscoli bianchi, cioe una brusca contrazione dopo gli stimoli elettrici, interrotta da ritmiche scosse corrispondenti all'interruzione della corrente.

Ammessa adunque 1' esistenza di una specie nuova di. fibra muscolare, a struttura e funzione speciale, parrebbe assai conveniente, utile, in generale, naturale, per il caso in specie, ogni altra indagine alle scopo di raccogliere nello stesso prospetto dei muscoli rossi le terminazioni nervöse delle fibre muscolari pallide. Una certa spinta a queste ricerche, nonche 1' Interesse ad intraprenderle, deriva inoltre, da tutto quanto con molto fervore e per la stessa finalitä si e venuto assodando per i muscoli del fascetto del Weismann, i quali anch'essi, hanno molti caratteri particolari in confronto ai muscoli rossi, come e a dire una maggiore quantitä di protoplasma torbido (Grützner, Knoll), l'assenza del sarcolemma (Weismann, Bremer, Sherrington, etc.).

Ma, giova ripeterlo, questo capitolo, non ha letteratura, per quanto ci risulta da nostre ricerche bibliografiche. Mai nei mammiferi, nei pesci, negli uccelh, si e fatta una chiara difierenziazione tra le placche nervöse terminali dei muscoli bianchi e rossi; mai dagli autori che si sono occupati di taU studi, si e venuto alia constatazione di apparenze differenti di forma o di struttura, in un gruppo o 1' altro di muscoli, meno che non si e cercato di mettere in riUevo i caratteri morfologici dei cosi detti fusi neuromuscolari.

II Ranvier solo, a quanto ci risulta, pare si sia interessato nella nostra quistione. Egli infatti, tra le sue minute osservazioni sul valore anatomico e fisiologico dei muscoli bianchi, toccö, in certo quäl modo, il capitolo delle terminazioni nervöse in queste fibre muscolari. Dichiarö che le varie forme di arborizzazione si possono ugualmente osservare nei muscoli bianchi e nei rossi, e molto difficilmente si puö dire se 1' una o V altra prevalga : di positivo accennö al fatto che le emiuenze terminali nelle fibre rosse si trovano molto piü grandi, ma per spiegarlo si riportö al maggiore diametro dei fasci muscolari rossi. Concludendo, approvö per le due varietä di tessuto muscolare lo stesso comportamento dei nervi motori, cosi per le guaine nervöse esterne in rapporto al sarcolemma, quanto per il modo di ramificarsi del ciliudrasse, per i contatti tra le divisioni e suddivisioni di questo, per la modalitä caratteristica di terminazione dei rami suddetti in mezzo al substrato granuloso che l'accoglie.

II Ranvier lavorö sui mammiferi, e quindi per gli uccelli, pesci e rettili, non si conoscono neanco le piü lievi differenze tra le due

30*


4Gq_

specie di muscoli. Si sa pero che le terminazioDi nervöse si somigliano in tutti i vertebrati, onde si puo indurre, che dovunque si conserva lo stesso tipo di arborizzazione dei nervi per le due varieta di tessuto muscolare.

La sola anipiezza della terminazione nervosa non poteva rappresentare un sicuro carattere ditferenziale tra gli estremi terminali dei nervi nella fibra muscolare rossa e bianca; nemmeno questo criterio vale per la prima in senso assoluto. Anzi si puo dire, che le osservazioni diraostrino tutto il contrario: se ci riferiamo all' asserzione del Trinchese per la torpedine, ove nolo che le piii grosse placche motrici sono visibili ad occhio nudo, o richiamiamo alia nostra memoria la descrizione riportata dal Cipollone, a proposito di due piastre motrici otto volte piu grandi delle comuni espansioni dei nervi, troveremo ragioni sufficienti per non giudicare in ogni caso secondo il solo concetto della dimensione per conoscere la provenienza dell' arborizzazione dall'una o dall'altra varieta di fibra muscolare.

Altri fatti bisogna ricercare e riconoscere se vogliamo interpretare il vero meccanismo funzionale delle fibre muscolari pallide. Ora, per quanto si sa, si puo facilmente indurre; saranno sempre delle induzioni campate in aria, senza basi sperimentali, senza fondamento ricavato da analisi istologiche: manca a noi la cognizione vera e non empirica del come e del perche questi muscoli funzionino con particolarita tutte proprie, ne si puo invocare la struttura del muscolo per aversi una soluzione soddisfacente del problema fisiologico, perche e ovvio che la contrattilita e 1' irritabilita non sono indipendenti dai nervi e pertanto gli stimoli provengono sui muscoli per quanto vi sono condotti dalla sostanza nervosa.

Richiamata, percio, la nostra attenzione sulla mancanza di conoscenze positive relative all' argomento premesso, cosi nel campo dell' istologia, come in quello della fisiologia, sorse a noi I'idea d'iniziare alcune ricerche su questo tema. Pero, uell' assecondare il nostro desiderio, volendo seguire un certo indirizzo ed opportuni criteri di divisione di lavoro, ci siamo imposti di studiare in primo tempo la parte microscopica, in secondo il significato delle terminazioni nervöse nei muscoli biauchi a mezzo di prove sperimentali.

In questo lavoro riferiamo i risultati ottenuti con la prima parte delle nostre indagini. Le nostre osservazioni le abbiamo praticate sul coniglio e sul polio, dei quali abbiamo prelevato dei pezzettini di muscolo bianco e rosso, che abbiamo trattato col metodo Cipollone ottenendo buoni preparati e molto dimostrativi.


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Abbiamo notato nei muscoli pallidi due tipi principali di terrainazioni nervöse, quella a pann occhia e I'altra a forma di piastra. In ogni fascio muscolare si trova una serie di espansioni terminali, si puo dire quasi una gittata, e tutte provenienti da un solo tronco nervoso. Sotto questo aspetto puo ritenersi che esiste una sola terminazione per ciascuna fibra muscolare. Le brauche della pannocchia non sono situate tutte alio stesso livello, ne nella stessa zona di fibra; esse sono poste a variabili altezze ed occupauo un buon tratto in lunghezza del fascetto muscolare dall'una e I'altra parte dello spazio mediano di esso. (Fig. I.)


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Fig. I. Fibra muscolare bianca di coniglio. Terminazione a pannocchia. A divisione dicotomica dei rami nervosi. B guaina di Hexle ehe si continua col sarcolemma della fibra muscolare. C guaina di Schwanx che accompagna il cilindrasse sine alle ultime diramazioni nervöse. La mielina non si continua nella porzione intramuscolare del nervo. D intreccio terminale cosparso di piccole i^alline. Oc. 3, Obb. F Zeiss.


L' altra qualita di terminazione, quella a forma di piastra, e molto pill regolare nella sua espansione, perche finisce, per lo piii, con estremi rotondeggianti, situati nella parte mediana della fibra muscolare, a breve distanza I'uno dall'altro. (Fig. III.)

Hanno pero alcuni dettagli di struttura che le fanno distinguere dalle comuni piastre motrici, e come diremo in seguito, le ravvicinano ad altre terminazioni nervöse.

II modo di procedere del tronco nervoso per giungere agli ultimi ramoscelli della pannocchia, puo subire alcune lievi modificazioni,


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Fhi.U.


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Fig. II. Fibra muscolare bianca di coniglio. Terminazione a pannocchia. A fibre che sorgono a cespuglio e si esauriscono con palline tcrminali. B filo terminale inserito agli estremi di due rami nervosi. C piccoli arboscelli sorti prive di guaine e di mielina. Nei rami piii grossi le membrane di Henle e di Schwann si prolungano siuo al primo bottone della catena a rosario, e quivi finiscono bruscameute. D bottoni terminali dei rami nervosi costituiti di sostanza striata interposta a sostanza finamente granulosa. Oc. 3, Obb. 7 Leitz.



Fig. III. Fibra muscolare bianca di coniglio. Terminazione a forma di piastra. A divisione a V con estremi a pallottole. B fibrille nervöse (chiasnia) che si portano da una branca all' altra della terminazione. C fill comunicauti inseriti agli estremi dei cordoni nervosi. Oc. 3, Obb. 7 Leitz.


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nei vari casi; ma, in generale, segue per la forma esteriore un andamento pressocche analogo. Cioe (fig. I e II), da un nervo si spiccano a diversa altezza dei rami, molto spesso con divisione dicotomica (fig. I), i quali finiscono nella fibra muscolare con un' estremita slargata, che rappresenterebbe la piastra motrice. NeU'esempio ritratto nella figura II il fascio di fibre staccatosi dal tronco principale provvede di terminazioni piu di una fibra muscolare. Si puo avere la divisione in due grossi rami, mentre altri piccoli sorgono a cespuglio, facendo tra di loro angoli acuti ed esaurendosi con palline terminali (fig. II).

La terrainazione a forma di piastra, in qualche esempio offre alcune particolarita rilevabili a piccolo ingrandimento. Come nella figura III, il tronco nervoso, a breve distanza dalla sua terminazione intramuscolare, si divide in due sole brauche, disposte in modo da formare una V, con estremi a pallottole. Ma la nota importante e caratteristica si riferisce a quel gruppo di fibrille che si partono da ciascuna branca della V e s'inseriscono alia branca opposta, perche costituiscono nel loro insieme un vero e proprio chiasma, ove i due rami formano I'insenatura della lettera.


Colpisce I'osservatore e ferma I'attenzione di chi vuole minutamente studiare il reperto, il fatto dei mutui rapporti tra i fili terminali emanati dallo stesso tronco nervoso. Diciamo rapporti e precisamente rapporti a mezzo di fili di sostanza che riuniscono due ramoscelli appartenenti alio stesso fusto; aggiungiamo che non si poteva accennare a vere anastomosi, nel senso di Gerlach, perche allora avremmo attribuito un significato non in armonia col criterio anatomico, mancando nei nostri esempi la comunicazione diretta, immediata, tra le divisioni provenienti da diversi tronchi nervosi.

In quanto alia natura di questi cordoni comunicanti non esitiamo ad ammetterli costituiti di sostanza nervosa, attesocche trattati i preparati col metodo anzidetto, abbiarao ottenuto reazioni analoghe a quelle dei nervi da cui essi provengono.

Le figure II e III rappresentano le relazioni suddette tra le branche della stessa terminazione nervosa, e dimostrano i punti ove le comunicanti s'inseriscono, sempre cioe agli estremi dei cordoni nervosi che riuniscono, mai su tratti difierenti lungo la lunghezza del ramo del nervo.

Quest' osservazione a noi e sembrata di molto interesse, perche vi si puo attribuire un importante significato funzionale. In effetti, considerando che nei muscoli rossi degli animali superiori non si e fatta


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menzione di queste comunicazioni, meno le rare eccezioni constatate dal Koelliker; che nelle rane al contrario sono state descritte delle anastomosi, per primo dal Gerlach, poi dal Mondino, e assai di recente dal Sommariva, non parra azzardata I'ipotesi di riferire air obbietti vita di queste terminazioni la funzione dei muscoli bianchi. Volendo serapre piu avvicioarci al concetto che la reazione della fibra muscolare pallida agli stimoli della corrente faradica risponda alia struttura della terminazione nervosa, possiamo rappresentarci quest' ultima come I'insieme di tante bottiglie di Leida. Costatiamo veramente che il cilindrasse, o si spennella in tanti filamenti con estremita rigonfie, o in ramoscelli interrotti da piccoli ingrossamenti, sempre comprende nelle sue ultime diramazioni un complesso intreccio nervoso, formato dalla riunione degli estremi dei nervi o dalla serie di palline a rosario, che da soli significherebbero le unita della batteria che vanno a costituire. Ora potrebbe questa analogia spiegarci le ragioni della scossa brusca e rapida e delle altre piccole susseguenti dopo r applicazione faradica, in quanto che la scarica elettrica, che in principio si trasmetterebbe contemporaneamente a tutti i bottoni delle bottiglie di Leida, in seguito, concorrendo Tesaurimento della fibra del nervo, si scinderebbe in un certo numero di scariche a breve intervalli, e le reazioni corrisponderebbero alia funzionalita di ciascuna sorgente elettrica.


I rapporti precisi degli elementi dei nervi e quelli della lore estremita rivelano un marcato pleomorfismo, tante sono le differenti varieta che si riscontrano nei preparati.

Nella figura I I'andamento delle guaine e come nei casi ordinari delle piastre motrici: la guaina di Henle si continua col sarcolemma, I'altra di Schwann accompagna il cihndrasse sino alle ultime diramazioni; la sostanza raielinica non si continua nella porzione intramuscolare del nervo, ma a questo limite si arresta bruscamente. La figura II, appartenente essa pure ad un preparato di rauscolo bianco di coniglio, lascia osservare, che la membrana di Henle e di Schwann si prolungano sino al primo bottone della catena a rosario, e quivi finiscono bruscamente ; la guaina mielinica termina a punta sottilissima. Come si vede dal disegno questa descrizione non si puo estendere a tutte le ramificazioni, perche nelle brauche secondarie, la disposizione delle membrane ricorda quella della figura I, meno per la mielina, che anche in questo caso finisce gradatamente. Per gli arboscelli piccoli si puo dire che sorgono privi di guaine e di mielina, come vere spennellature del cilindrasse che terminano a pallottole.


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Le espansioni terminali del cilindrasse, qualunque sia la loro forma, sono totalmente allogate in mezzo ad un ammasso di granuli, e quindi si mantengono ad una certa distanza dal tessuto muscolare. In nessun esempio si riscontrano nuclei apparteneiiti a qualcuno dei tre gruppi che figurano costantemente nelle piastre motrici dei muscoli rossi.

La struttura delle estremita nervöse si puo riportare a due tipi principali. Nel primo (fig. I), il cilindrasse giunto sotto il sarcolemma, si risolve in un gran numero di filuzzi, in direzione diflerente rispetto alia fibra muscolare ed al tronco nervoso. Questi filetti costituiscono un intreccio complicate, e quivi spicca una punteggiatura molto rilevante, dovuta ad un gran numero di piccole palline disposte e situate negli angoli e Degli interstizi dell' intreccio. Nelle figure II e III la terminazione a bottone e formata da una sostanza striata iuterposta ad un' altra finamente granulosa.


Volendo meglio notare e fermare le differenze tra le terminazioui nervöse dei muscoli bianclii e rossi, eseguimmo alcuni preparati di tessuto muscolare rosso di coniglio e di polio, adottando sempre il medesimo metodo di tecnica. Cosi riuscimmo a convincerci che tra le due forme esiste un reale distacco ed ognuna ha caratteri specifici.

Si vede nei muscoli rossi che I'arborizzazione terminale e situata in una specie di fossetta, ripiena di sostanza granulosa, cosparsa di nuclei, e situata in mezzo la massa muscolare. Si vede altresi che la terminazione si continua con una fibra nervosa la quale, man mano che si avvicina al sarcolemma, perde tutte le sue guaine e diviene costituita dal solo cilindrasse nella sua porzione sarcolemmatica e piii in la, in contatto con la granulosa, si divide in piii filamenti che, attorcigliandosi in varie guise, vanno a formare la massa propria della cosidetta placca nervosa. In ultimo si vede che ciascun tronco nervoso produce una sola arborizzazione, che ogni fibra muscolare comprende una sola terminazione, che mai si trova il caso di vere anastomosi tra due piastre motrici dipendenti dallo stesso nervo o da nervi dififerenti.

Insomma nel campo dell'innervazione motrice dei muscoli rossi, si distinguono i tre element! che la costituiscono, il telolemma, la terminazione ipolemmale, la suola, e ciascuno fornito dei comuni attributi; mentre nei muscoli pallidi manca I'esistenza di tutte queste parti, quelle che si ritrovano offrono modalita different!, la fibra nervosa procede in un altro senso per costituire le sue diramazioni e le sue estremita.


Un' interpretazione sicura sul significato de! nostr! reperti non si puo senza dubbio ricavare dalia semplice indagine raicroscopica. Per


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dimostrare esatta una nostra deduzione fisiologica avremmo avuto bisogno della prova sperimentale — e giä su questo lato ci siamo proposti di eseguirla in base agli attuali risultati.

Ad ogni modo Tanalisi istologica, se non puo in senso assoluto condurci ad una conclusione finale, basta pero a spianarci sin da ora la via per gli studi ulteriori, ed iudiziarci per le prossime ricerche. Di fronte, cioe, alia funzione dei nervi che vanno ai muscoli bianchi, innanzi Taccertamento della loro natura, riferendoci ai nostri preparati possiamo ricavare utili nozioni, che valgono a rendere molto piii facili le investigazioni sperimentali.

Contro I'ipotesi, che nei muscoli bianchi avessimo ritrovato terminazioni di senso stanno certe particolarita d' indole generale. Cosi si puo invocare la forma, che press' a poco segue il tipo delle comuni piastre motrici, e difatti nella figura I si ha, e vero, un assieme diflerente, ma le singole unita che compongouo I'espansione intramuscolare del nervo non si allontanauo gran che dalle termiuazioni ordinarie dei muscoli rossi.

In secondo luogo vi e il criterio molto signiticante dato dall'assenza di un'altra varieta di arborizzazione nello stesso tessuto; ed e ovvio che ove si sostenesse la natura sensitiva per i nostri reperti, ci troveremmo coutemporaneamente ad ammettere la possibilita di avere fibre muscolari striate prive di nervi motori.

D' altra parte non bisogua trascurare una certa analogia che risulta tra i nostri preparati e le terminazioni dei nervi nel fascetto di Weismann. Per averne conoscenza basta porre a confronto la nostra prima figura e la 2» del lavoro del Cipollone, intercalata nel testo e riportata nel Vol. VI delle „Ricerche fatte nel Laboratorio di Anatomia Normale delF Universitä di Roma; ed allora si presentera I'ipotesi molto verosimile, perche per i fusi neuromuscolari si e dato il significato di nervi motori. Comprendiamo che quest' argomentazione e le altre non possono essere inconfutabili, ma abbiamo premesso che si tratta d'induzione indirettamente ricavata dalle nostre osservazioni.

Concludiamo: P che le fibre muscolari blanche hanno un apparato nervoso terminale ben diflferente per struttura, decorso dei nervi che lo producono, procedimento della porzione intramuscolare dalla terminazione nervosa motrice dei muscoli rossi;

2° che in quanto al significato funzionale, I'esame istologico le fa sembrare di natura motrice ; ma bisogna aggiungere che per questa parte non si puo indubbiamente sostenere il uostro concetto, se non dopo di aver tentato la prova sperimentale.


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Nachdruck verboten.

üelber die JDarstellung der Kittsubstaiiz des Schmelzes menschlicher Zähne.

Von Dr. Eenst Smreker, Zahnarzt in Wien.

Mit 5 Abbildungen.

Seit dem Erscheinen der für uns grundlegenden Arbeit v. Ebners „Strittige Fragen über den Bau des Zahnschmelzes" konnte man glauben, daß der alte langwährende Streit über das Vorhandensein einer Kittsubstanz zwischen den Schmelzprismen zu Gunsten einer solchen entschieden wurde. Die überzeugende Darstellung v. Ebners in jener Abhandlung suchte Walkhofp, die Fehde wieder aufnehmend, durch eine „größere Anzahl von gewichtigen Gegengrüuden", welche derselbe in der Deutschen Monatsschrift für Zahnheilkunde verötientlichte, zu entkräften und seine Anschauung von der NichtExistenz einer Zwischensubstanz — Waldeyer und anderen folgend — zur Geltung zu bringen.

Die neuen Argumente, welche ich aus Walkhoffs Arbeit „Beiträge zum feineren Bau des Schmelzes und zur Entwickelung des Zahnbeins" entnehme, bestehen der Hauptsache nach: 1) aus der subjektiven Beobachtung vod Querschnitten der Schmelzprismen und 2) aus der Kritik der Beobachtungen seiner Gegner.

Walkhoff vermag an Querschnitten von Schmelzprismen, welche wirklich normal zur Längsachse geführt wurden, selbst bei 2400-facher Vergrößerung keine Kittsubstanz zwischen den Schmelzprismen zu sehen. Dagegen soll sich ergeben, daß dieselben aus „zwei optisch deutlich voneinander unterschiedenen Teilen bestehen", einem zentralen dunkler gefärbten Teil und einer weißlich erscheinenden peripheren Schicht, zwischen welchen eine zarte Linie die Grenze bildet, während eine bedeutend schwärzere Linie das Gesamtprisma umgibt. Dieses Ergebnis erhält man aber nach Walkhoff nur bei höchst genauer Einstellung des Mikroskopes, wo möglich auf die Oberfläche des Prismas, und scharfer Beleuchtung. Werden diese korrekten Beobachtungsbedingungen nicht eingehalten, dann ändert sich das Bild total, die früher helle Randschicht des Prismas wird dunkel und täuscht so die Kittsubstanz vor.


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Die weiteren Gegengründe versuchen die Beobachtungsfehler seiner Gegner zu analysieren.

Walkhoff warnt vor Trugbildern, welche sich bei Beobachtung von mit Säuren schwach geätzten Längsschlitfen ergeben, vor Täuschungen, welche auch ungeätzte Längsschliffe wegen der Tiefenzeichnung des Mikroskopes zu stände bringen, und selbst vor Irrtümern bei Untersuchung ungeätzter Querschliff'e. Er begründet seine Warnungen mit der Analyse des mikroskopischen Bildes von Triceratium, einer Diatomaceengattung.

Auch hat Walkhoff, um seine Ansicht als die richtige zu beweisen, Prismen im Querschnitt bei stärkster Vergrößerung photographiert und hotft, daß die Reproduktion derselben selbst den größten Verteidiger einer Kittsubstanz bekehren werde. Soweit ich mich aber bei seinen Gegnern persönlich erkundigen konnte, ist diese Hoffnung vorderhand noch aussichtslos. Dieselben stützen nach wie vor ihre Meinung auf die folgenden kurz zu skizzierenden Gründe.

Die Anhänger der Kittsubstanz sehen zwischen den Prismen, sei es im Längsschnitt oder im Querschnitt, doppeltkonturierte Bänder, möge die Beobachtung mit einem Objektiv über oder unter 1 mm num. Apert. erfolgen. Sie halten diese dunklen Bänder eben für die Zwischensubstiinz und nicht für ein optisches, durch Diffraktion entstandenes Phänomen, um so weniger, als dieselben mit zu großer Regelmäßigkeit immer in gleicher Weise sichtbar sind, während man bei dem großen Formenwechsel der Prismen (sechseckig, fünfeckig, polyedrisch, oval und kreisrund) eine gewisse Abhängigkeit des vorgetäuschten Bildes in der Längsansicht erwarten müßte. Walkhoff selbst spricht von runden Querschnitten der Prismen. Was füllt die Fugen zwischen denselben aus, wenn er die Existenz der Kittsubstanz leugnet?

Die Möglichkeit, die Schmelzprismen durch chemische Reagentien und durch mechanische Einflüsse voneinander zu isolieren, während dieselben sonst mit großer Festigkeit aneinander haften, spricht für die Existenz einer zwischen den Prismen befindlichen andersartigen Substanz.

Zum Schlüsse müssen wir noch der Präparate gedenken, welche von Ebner durch Behandlung dünner Schliffe mit schwacher Salzsäure erzielt hat: das einem Leiterwerk ähnliche Gerüste bei Längsschliffen und das einer Honigwabe gleichende Netzwerk bei Querschnitten, welche durch Kongorot färbbar sind, und welche v. Ebner als die zurückbleibende Kittsubstanz angesprochen hat, nachdem die Säure die weniger widerstandsfähige Prismensubstanz gelöst hat.


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Walkhoff will das zurückbleibende Gerüste freilich als die kortikale, schwerer lösbare Substanz der Prismen deuten. Doch ist uns dies weniger wahrscheinlich, da bei der letzteren Auffassung auch eine Trennungslinie in den Balken, entsprechend den Prismeugrenzen, sichtbar sein müßte (Prof. Schaffer).

Walkhoffs Ansicht der Nebeneinanderlagerung der' Schmelzprisraen ohne Zwischensubstanz auf Grund der angeführten und beweisend sein sollenden Photographie ist nur unter der Voraussetzung begreiflich, daß derselbe eine unrichtige Einstellung des Mikroskopes als die korrekte angenommen hat.

Nach diesen einleitenden Worten , welche den gegenwärtigen Stand der Frage über den Bau des Schmelzes flüchtig skizzieren, kann ich zu meinen Untersuchungen kommen. Ich ging von dem Gedanken aus, daß man dem Einwände Walkhoffs, es sei die Kittsubstanz nur ein optisches trügerisches Bild, am besten beikommen könnte, falls es gelänge, durch Tinktion oder Imprägnation eine Differenzierung der beiden zum Aufbau des Schmelzes verwendeten Substanzen nachzuweisen. Da der ungeätzte Schmelz Farben nur schlecht aufnimmt, so war ein negativer Erfolg solcher Versuche wohl von vornherein anzunehmen. Färbeversuche aber mit durch Säuren vorbehandeltem Schmelz hat Prof. W. D. Miller, Berlin, in großer Zahl angestellt. Da derselbe keine Differenzierung zwischen Schmelz und Kittsubstanz angibt, so konnte ich eine Wiederholung unterlassen. Auch von der Imprägnation ungeätzten Schmelzes mit salpetersaurem Silber hatte ich keinen Erfolg erwartet, obwohl gerade dieses Reagens beim Nachweise von Kittsubstanzen eine große Rolle gespielt hat. Da trotzdem dasselbe in den neueren Abhandlungen mit keinem Worte erwähnt wird, so mußte ich doch annehmen, daß die Silberimprägnation auch beim Schmelz zur Genüge geprüft, jedoch ohne besonderen Erfolg angewendet wurde, um so mehr als die Behandlung des Zahnbeins mit salpetersaurem Silber eine bekannte ausgezeichnete Methode der Darstellung der Zahnbeinkanälchen mit ihren Ausläufern ist.

Ich wollte aber die Versilberung in gleichzeitiger Wirkung mit Säuren prüfen, da ich vermutete, daß das hypothetische negative Resultat auf Rechnung der Verkalkung der Prismen und der Zwischensubstanz zu setzen sei. Und da ich gerade eine Reihe von Milchzahnschlitfen zur Hand hatte, so warf ich einige dieser Schliffe in 1 7oo Salpetersäure (sp. Gew. 1,34) und legte dicht neben die Schliffe einen kleinen Kristall von salpetersaurem Silber.

Das Präparat verfärbte sich sofort gelb, an welcher Farbe sowohl Zahnbein als Schmelz Anteil nahm. Nach einigen Minuten wurden


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die Präparate ausgewässert und nahmen bei diffusem Tageslichte im Zahnbein eine braunrote, im Schmelz eine graue Färbung an. Untersucht man dann das Präparat unter dem Mikroskope (wobei es sich empfiehlt, dasselbe vorher durch einige Züge auf dem Schleifsteine von dem oberflächlichen, die Beobachtung störenden Niederschlage zu befreien), so wird man ganz deutlich schwarze Linien zwischen den Prismen, in den oberflächlichen Lagen wahrnehmen, während die Schmelzprismen farblos bleiben oder doch nur einen leichten graulichen Schleier annehmen. Die schwarzen Linien verlaufen dort, wo wir Prismen in der Längsansicht vor uns haben, in einfachen Linien zwischen denselben, sie bilden an schiefen Schnitten derselben rhomboidale Maschen und an guten Querschnitten derselben bei flüchtigem Blick die wohlbekannte polyedrische Netzfigur. Bei genauer Betrachtung aber nehme ich wahr, daß die Silberlinien an quer getroflenen Schmelzprismen nicht den ganzen Umfang derselben einnehmen, wodurch arkadeuförmige Linien entstehen, wie solche in Fig. 2 dargestellt sind. Es erwächst dadurch der Eindruck, als ob die Querschnitte der Schmelzprismen schuppenförmig übereinander liegen würden. Durch diese unerwartete Form der imprägnierten Linien veranlaßt, habe ich auch unimprägnierte Präparate mit quer getroflenen



Fig. 1. Fig. 2.

Fig. 1. Längsschliff eines Mileheckzahnes. Die parallel verlaufenden Kittlinien sind in einem bandförmigen Bereicli stärker imprägniert. (Retziüs' bräunlicher Parallelstreifen.) Vergr. 210 : 1.

Fig. 2. Imprägnierter Schmelz eines Milchbaekenzahues. Querschnitte der Schmelzprismen. Die Kittlinieu bilden Arkaden. Vergr. 500 : 1.


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Schmelzprisraen untersucht und gefunden, daß hier die gleichen Verhältnisse angetroffen werden. Ich sehe die Prismen nicht allseitig gleich scharf von Kittsubstanz abgegrenzt. Welches histologische Verhältnis dieser Zeichnung zu Grunde liegt, kann ich nicht angeben. Auffallend ist an Querschnittbildern oft die regelmäßige Anordnung der Prismen in geraden Linien, wie die Felder eines Schachbrettes.

Die Größe der Querschnitte der einzelnen Schmelzprismen ist sehr verschieden, auch in derselben Entfernung von der Schraelzgrenze, die Zeichnung der schwarzen Linien ist bald außerordentlich zart, bald derber, entsprechend der Menge der Kittsubstanz, welche an den betreffenden Stellen vorhanden ist.

An guten Präparaten treten diese Linien so klar zu Tage, daß man diesen Befund auf den ersten BHck als den zweifellosen Nachweis einer zwischen den Prismen des Schmelzes liegenden und von diesen differenten Substanz ansprechen muß.

Der grauliche Schleier, welcher da und dort die Prismen überzog, ist auch nicht schwer zu erklären. Da, wo die Kittsubstauzflächen horizontal verlaufen, müssen wir sie viel heller imprägniert wahrnehmen als an jenen Stellen, wo diese Flächen parallel mit der Mikroskopachse in ihrer Tiefenausdehnung zur Ansicht kommen. Bei starker Vergrößerung beobachtet, setzen sich diese Linien aus lauter kleinen Körnchen zusammen, wie es für die Silberimprägnationslinien charakteristisch ist. Die Linien lassen sich zwischen den Schmelzprismen oft auf lange Strecken ununterbrochen verfolgen, zeigten aber auch nicht selten Unterbrechungen, was ja bei Niederschlägen mit salpetersaurem Silber oft vorkommt. Eine einzelne Linie ist in ihrem Verlaufe auch nicht gleich stark ausgeprägt, sondern bald schwach, bald stärker erscheinend. Als ich am nächsten Tage ein zweites zu gleicher Zeit hergestelltes Präparat untersuchte, stellte sich der gleiche Befund dar, mit dem einzigen interessanten Unterschiede, daß an vielen Stellen, namentlich aber in den tiefen, dem Dentin nahen Schmelzstellen die Imprägnationslinien doppelt auftraten — gleich als ob hier die Imprägnation an den Grenzen zwischen Prisma und Kittsubstanz aufgetreten wäre. Eine Erklärung dieses Befundes zu geben, ist etwas schwierig. Vielleicht hängt dies einzig und allein mit der Tiefenzeichnung des Mikroskopes zusammen.

Da die Wirkung des salpetersauren Silbers selten eine tiefgreifende ist, so war es nicht zu verwundern, daß die schwarzen Linien nur bis zu einer gewissen Tiefe in den Präparaten sichtbar waren, und darauf Schichten kamen, in welchen die Kittlinien ungefärbt erschienen ; der Vergleich der imprägnierten und nicht imprägnierten


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Linien lieferte den Beweis, daß ich es hier mit Iceiner optischen Täuschung zu tun hatte, ganz abgesehen von der früher erwähnten Auflösung dieser Linien bei starker Vergrößerung in nebeneinander liegende Silberkörnchen. Da die Präparate einige Wochen in 10-proz. Formalin, die fertigen Schliffe später in absolutem Alkohol lagen, so mußte ich weiter eruieren , ob auch bei frischen Milchzähnen auf gleiche Weise die Zwischensubstanz der Schmelzprismen sich nachweisen lasse. — Die Kittlinieu erschienen sofort an den von mir hergestellten Präparaten und stellten ebenso schöne Bilder dar wie die alten, schon lange fixierten Objekte. Freilich muß ich gleich hier erwähnen, daß man an guten Präparaten auch in den oberflächlichen Schichten nicht jede Kittlinie schwarz gefärbt findet. Neben Stellen



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Fig. 3. Längsschliff eines Milchbaekenzalines mit Silberimprägnation. Unten Zahnbein, oben Schmelz, in dessen tieferer Lage die Schmelzprismen abwechselnd der Länge nach nnd quer getroffen sind, während die obere Lage des Schmelzes nur längs getroffene Prismen zeigt. Beide Lagen sind durch einen RETZiusschen Streifen getrennt. Vergr. 210 : 1.


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ausgezeichneter Imprägnation finden wir mangelhaft imprägnierte Stellen und solche, wo keine Silberwirkung wahrzunehmen ist. Dies kann bedingt sein durch stellenweise erschwertes Eindringen der Silberlösung in das Email, sowie durch verschieden reiches Vorhandensein der Zwischensubstanz. Auch ungleiches Abschleifen der oberflächlichen Schichten des Präparates, zwecks der Entfernung des früher erwähnten Niederschlages, könnte man beschuldigen, ist aber sicher nicht der einzige Grund hierfür, da man an gut gelungenen Präparaten, an denen der Niederschlag nur abgepinselt wurde, Stellen ausgezeichneter und mangelhafter Imprägnation nebeneinander vorfindet. Regelmäßig finde ich eine gute Imprägnation an jenen Stellen mitten im Schmelze, welche bei auffallendem Lichte ein milchweißes Aussehen darbieten im Gegensatz zu dem durchscheinenden, blauweißen, normalen Schmelz. Es handelt sich hier um die bei Milchzähnen so außerordentlich häufigen breiten RETziusschen Streifen (Konturbänder Preiswerk), in welchen bekanntlich v. Ebner eine reichere Ansammlung der Kittsubstanz vermutet hat. Dieser neue Befund veranlaßte mich natürlich, auch Versuche mit salpetersaurem Silber allein anzustellen, einerseits weil ich sehen wollte, welche Bilder hierbei zu Stande kommen, andererseits weil ich wegen des Vorwurfs der Mitwirkung einer Säure für meine Experimente den Einwurf minderer



Fig. 4. Silberimprägnation des Queischliffes eines Tigerzahnes mit längs getroffenen Prismen, welche in verschiedener Tiefe verschiedenen Verlauf zeigen. Schliff aus einem Troekenpräparat. Vergr. 210 : 1.

Anat. Anz. XXII. Aufsätze». 31


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Beweiskraft fürchten müßte. Ich stellte die Versuche in etwas abgeänderter Form an und brachte die völlig ausgearbeiteten Schliffe in eine schwache salpetersaure Silberlösung 1 : 500, in welchen ich dieselben stundenlang in einem dunklen Räume verweilen ließ. Sie wurden darauf wieder im Dunklen ausgewässert und dann erst ans

Tageslicht gebracht. Hier nahmen die erst gelb ge!^'\kUkUA\4M„ ,. , _. . färbten Präparate eine

graue und später schwarze Farbe an, wobei jedoch der Schmelz stets eine bedeutend lichtere Färbung und einen anderen Farbenton aufweist , so daß die Grenzlinie zwischen beiden Geweben haarscharf hervortritt.



Fig. 5. Schmelz aus dem Höcker eines Milchbackeuzahnes. Seltene Form eines EETZinsschen Streifens bei Milchzähnen, indem eine starke Silberlinie quer durch die Prismen läuft. Vergr. 210 : 1.

Unter dem Mikroskope betrachtet, zeigen solche Milchzahnpräparate, neben den früher genügend ausführlich geschilderten Verhältnissen, auch einzelne Stellen, welche zu dem gewöhnlichen Befunde sich entgegengesetzt verhalten. Die Prismensubstanz ist tief dunkel imprägniert, während die Zwischensubstanz ohne jede Spur einer Verfärbung hell weiß erscheint. Ich verzeichne hier diesen Befund, ohne eine Erklärung hierfür geben zu können. Aber auch diese Bilder liefern den Beweis, daß zum Aufbau des Schmelzes zwei voneinander verschiedene Substanzen in Betracht kommen.

Das nächste Ziel meiner Arbeit war, zu untersuchen, ob bei bleibenden Zähnen gleiche Verhältnisse wie bei den Milchzähnen nachzuweisen seien. Nach wenigen Mißerfolgen gelaug es mir, ein prächtiges Präparat des Schmelzes eines bleibenden Zahnes einer älteren Person, welcher monatelang in Alkohol aufbewahrt war, zu erzielen. Der Zahnschlitf wurde bis zur höchsten Feinheit ausgearbeitet, in 5-proz. salpetersaures Silber auf 1 Stunde in dunklem Raum gebracht, ausgewässert; nach einigen Stunden ans Tageslicht gebracht und untersucht. Die Kittsubstanz war durchgehends schwarz imprägniert. An diesem Präparate waren auch sehr schöne Prismenquerschnitte sichtbar, wobei die Imprägnationslinien nur einfach —


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nicht doppelt — gezeichnet waren. Man sieht an solchen Querschnitten, daß die Prismen nicht immer regelmäßige Polygone darstellen ; oft erstrecken sich schmale Fortsätze (Prismenkanten) zwischen die Nachbarprismen und müssen so, wenn sie von der Längsansicht gesehen werden, einen doppelten Imprägnationsstreifen zeigen.

Aus weiteren Versuchen ergab sich, daß auch frische Schliöe aus dem Schmelz der bleibenden Zähne der Imprägnation der Zwischensubstanz des Schmelzes keine Schwierigkeit entgegensetzen. Die beste Methode hierfür ist die folgende: Man bringe die bis zur höchsten Feinheit geschlitfenen Präparate in schwache Lösungen von salpetersaurem Silber, belasse sie bei diffusem Tageslichte 4 — 6 Stunden darin und wässere dieselben gut aus. In diesem Falle ist der Silberniederschlag so gering, daß man denselben mit wenigen Strichen auf dem Schleifsteine entfernen kann, und beschränkt sich fast stets nur auf die Zwischensubstanz. Verwendet man starke Lösungen, so erhält man im rechten Zeitpunkte auch sehr gute Präparate, später aber imprägniert sich auch die Substanz der Prismen, so daß die Präparate schließlich keine Differenzierung der Prismen und Zwischensubstanz zeigen.

lieber die Haltbarkeit der Präparate kann ich mich wegen der Kürze der Beobachtungszeit noch nicht aussprechen. In Kanadabalsam eingebettet, dunkeln die Präparate stark nach, nehmen einen braunroten Ton an und verlieren so an Deutlichkeit. Werden die Präparate nicht sehr gut ausgewässert, so muß man auch bei Einschluß in Glyzerin auf späteres Undeutlichwerden derselben durch folgende störende Niederschläge gefaßt sein.

Freilich ist die Methode, derartige Präparate herzustellen nicht immer gleich verläßlich, wie ich mich im Verlaufe einiger trüber Wintertage überzeugen konnte, an welchen ich gegen 20 Schmelzpräpate von Milchschneide- und Eckzähnen vergeblich mit salpetersaurem Silber behandelte. Ich veränderte alle Versuchsbedingungen, die Konservierungsfiüssigkeit, die Zeit der Silbereinwirkung, die Konzentration der Silberlösung, die Zeit des folgenden Auswässerns und andere mehr, ohne einen Erfolg zu erzielen, bis endlich das Eintreten hellerer Tage einen Wandel zum Besseren brachte.

Jedenfalls müssen diesbezüglich noch viele Versuche augestellt werden, um zu entscheiden, ob sich die Kittsubstanz stets darstellen lassen wird, oder ob gewisse Verhältnisse ihrer Darstellung hindernd im Wege stehen.

Haben wir in dieser Beziehung größere Sicherheit gewonnen, so sind wir vielleicht in der Lage, neue Aufschlüsse über die Struktur

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des Schmelzes zu bekommen. Warum diese Methode nicht schon längst gefunden wurde, scheint mir etwas rätselhaft.

Es läßt sich dies vielleicht dadurch erklären, daß niemand daran dachte, daß eine Imprägnationsmethode, die sonst nur an weichen lebenden Epithelien mit Erfolg angewendet wird, auch an der versteinerten Schmelzmasse eine bestimmte Zeichnung hervorrufen könnte. Die Bedingungen, unter welchen in dem einen und dem anderen Falle die Reaktion erfolgt, scheinen auch wesentlich verschieden zu sein. Während die Schwärzung der Intercellularräume der Epithelien, bezw. der sog. Kittsubstanz wohl darauf beruht, daß lebende Epithelzellen kein Silbernitrat aufnehmen, dagegen dasselbe in die Intercellularräume leicht eindringen lassen, beruht die Imprägnation des Kittes der Schmelzprismen auf wesentlich anderen Bedingungen. Hier verhindert wohl die dichte Kalkmasse der Prismensubstanz das Eindringen der Silbersalzlösung, während die wesentlich organische Substanz des Kittes für Flüssigkeiten durchdringbar ist. Dieser Unterschied der Bedingungen erklärt auch, daß die Silberimprägnation an mit Formalin oder Alkohol konservierten, sowie an trocken aufbewahrten Zähnen gehngt, während bei Epithelien der überlebende Zustand des Gewebes wesentliche Bedingung ist. Die Silberreaktion der Epithelien kann man weder mit totem konservierten Materiale noch mit konzentrierten Silberlösungen an frischen Objekten erhalten. In dem letzteren Falle werden die Zellen rasch getötet, und in die toten Zellen dringt das Silbersalz ebenfalls rasch ein, wie in die Kittsubstanz, und man bekommt nur diffuse Färbungen und regellose Niederschläge.


Nachdruck verboten.

Weitere Mitteilungen über die Trophospongienkanälchen der Nebennieren vom Igel.

Von Prof. Dr. Emil Holmgkex, Stockholm.

Mit 7 Abbildungen.

Ich habe schon früher in dieser Zeitschrift^} über „Saftkanälchen" oder, wie ich dieselben jetzt besser nennen mag, Trophospongienkanälchen der Nebennierenzellen vom Igel berichtet. Infolge fortgesetzter Studien über diesen Gegenstand kann ich jetzt weitere und nicht unwichtige Zusätze liefern.


1) Ueber die „Saftkanälchen" der Leberzellen und der Epithelzellen der Nebenniere. Anat. Anz., Bd. 22, 1902, No. 1.


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Ich habe gefunden, daß man an den Nebennierenzellen ganz dieselben extremen Typen der fraglichen Kanälchenbildungen beobachten kann wie an den Nervenzellen verschiedener Tiere. Die Kanälchen treten nämlich teils in der Form eines dichtraaschigen, fast den ganzen Zellkörper aufnehmenden Netzes auf (Fig. 1), teils stellen sie nur hier und da innerhalb des Zellkörpers auftretende, mehr oder weniger weite, spaltenähnliche Bildungen dar (Fig. 2 und 3). Hin und wieder kann man beobachten, daß die Kanälchen bei der letztgenannten Erscheinungsform wie eine kanalikuläre Kapsel um die Zellsphäre herum bilden (bei a in der Fig. 3), ähnlich wie es Studnicka einmal gelungen war, um die Zellsphären der Nervenzellen von Lophius herum wie eine Kapsel angeordnete Kanälchen zu sehen.

Ich kann in diesem Zusammenhange nicht umhin , meine vielmals ausgesprochene Meinung wieder hervorzuheben , daß die GoLGischen, durch die schwarze Reaktion hergestellten binnenzelligen Netzwerke in der Tat meinen Trophospongienkanälchen entsprechen. Wie ich neulich, infolge der , Liebenswürdigkeit des


n



Fig. 1.



Fig. 2.


Fig. 3.



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Verf., mir einen Sonderabdruck zu übersenden, erfahren habe, hat GoLGis Schüler Antonio Pensa ^) eine sehr interessante Mitteilung über von ihm hergestellte Chromsilbernetze innerhalb der Nebennierenzellen von Meerschweinchen und Katze geliefert, welche Netze den GoLGischen Chromsilbernetzen der Nervenzellen auffallend ähnlich sind. Ich nehme mir hier die Freiheit, aus Pensas Aufsatze zwei Abbildungen

wiederzugeben (Fig. 4). Ich finde in /j^)^w^| (I-^-j

dem Vergleich dieser PENSAschen Chromsilberbilder mit den dichten diliüsen Kanälchennetzen der Igelzellen, wie sie in Fig. 1 abgebildet worden sind, eine Fig. 4.

gute Stütze für die Auffassung, daß die

Chromsilbernetze und die Trophospongienkanälchen identisch sein sollen. Was indessen die Zellsphären der Epithelzellen von Nebennieren des Igels weiter betrifft, habe ich Befunde gemacht, die eine nicht geringe Aufmerksamkeit verdienen. Es ist auffallend, daß diese Sphärenbildungen am konservierten Materiale fast immer mehr oder weniger retrahiert vom Zellplasma hervortreten, trotzdem die Konservierung ganz vorzüglich ausgefallen war. Sie liegen wie fast völlig selbständige Körperchen in Aushöhlungen des Protoplasmas. Eine solch eUnabh an gigkeitderSphäreubildungen gegen das Zell plasm a kann man dagegen niemals in den interstitiellen Zellen (wo diese Strukturen auch sehr leicht darstellbar sind) beobachten. Die Sphären dieser Zellen stellen unzweideutig nur eine mehr oder weniger spezialisierte Partie des Zellkörpers dar. Wenn man die in Carnoys Gemisch oder in Sublimatgemischen konservierten Nebennierenschnitte mit Eisenhämatoxylin-Säurefuchsin-Orange färbt, werden die Centrosomen sehr scharf fingiert und treten als 2 oder 3 (untereinander dreieckig angeordnete) winzige Körperchen hervor (s. die Figur). Die Sphären färben sich dabei mit einer sehr charakteristischen Gemischfarbe von Säurefuchsin und Orange, während das Zellplasma gleichzeitig orange gefärbt wird (selbstfallend mit Eisenhämatoxylin gefärbten Einmischungen). Ist man indessen bei seiner Untersuchung etwas aufmerksamer, wird man leicht gewahr, daß die Sphären, die an den zentralen Polen der Kerne auftreten, doch gewiß nicht immer rundlich sind, sondern vielmehr oft keulenförmig aussehen, indem sie (Fig. 3Z>, Fig. 5 a) mit


1) Sopra una fina particolaritä di struttura di alcune cellule delle capsule sopra renali. Sog. Med.-chir. di Pavia, 24. März 1899.


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ihrem dicken und die Zentrosomen tragenden Ende dicht an den Kernen der Epithelzellen liegen, mit ihren schmalen Enden dagegen bis an die Oberfläche dieser Zellen heranreichen. Hier gehen sie unvermittelt in ähnlich gefärbte extrazelluläre Gebilde über. — Untersucht man indessen die Interstitien genauer, so wird man gewahr, daß hier eigentlich zwei verschiedene Gebilde vorliegen, nämlich teils faserige (kollagene) und rein Säurefuchsin gefärbte, teils, und zwar dicht an der Oberfläche der Epithelzellen, mehr körnige und locker gebaute Bestandteile, die sich in charakteristischer Weise durch eine Gemischfarbe von Säurefuchsin und Orange färben. Daß diese letztgenannten Partien nicht den Epithelzellen, sondern den interstitiellen Elementen zugehören, betrachte ich als ziemlich sicher. — Es ist nun sehr bemerkenswert, daß innerhalb dieser Säurefuchsin-orange gefärbten, extrazellulären Bestandteile charakteristische Körnchengruppen auftreten, die in keiner Weise v on den Mikrozentren abweichen (Fig. 2 und 5 a).

Es ist gewiß nicht leicht, sich darüber zu orientieren, zu welchen interstitiellen Formbestandteilen man die hier und da Mikrozenten ähnliche Bildungen führenden und von Säurefuchsin-Orange gefärbten Bestandteile zunächst zu rechnen habe. M einesteils bin ich jedoch der Meinung, daß diese interstitiellen Teile und ihre keulenförmigen, Zentrosomen tragenden intracelluläreu Verlängerungen aus multipolar gestalteten



Fig. 5.



Fig. 6.


Fi^. 7.


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interstitiellen Zellen herstammen könnten. Ich finde nämlich in meinen Präparaten nicht selten Stellen, die so aussehen, wie es die Fig. 6 wiedergibt. Wir sehen eine interstitielle Zelle, deren Protoplasma locker gebaut und von Säurefuchsin- Orange hell gefärbt ist. Sie sendet in eine Epithelzelle, bis an den zentralen Pol des Kernes derselben, einen Fortsatz ihres Körpers hinein, der 3 mit Zentrosomen völlig identische Körnchen trägt. — In der Fig. 7 finden wir eine ähnliche interstitielle Zelle mit langen Fortsätzen, die sich mit den Verzweigungen einer anderen Zelle verbindet. Diese Zelle zeigt 2 Diplosomen enthaltende Mikrozentren.

Aus diesen Befunden zu beurteilen, hätten wir mit zwei wahrscheinlich nach ihrer Genese und ganz bestimmt nach ihrem allgemeinen Aussehen grundverschiedenen Sphärenbildungen zu tun.

Ich kann nicht finden, daß die Nebennierenzellen, die sich in einem solchen physiologischen Zustande befinden, daß sie ein diffuses und dichtmaschiges Kanal chennetz (Fig. 1) zeigen, mit Sphären und Zentrosomen ausgestattet sind. Sie scheinen derselben zu entbehren.

Durch das liebenswürdige Entgegenkommen des Herrn Assistenten E. Landau an dem Histologischen Institut zu Jurjew (Dorpat) habe ich in diesen Tagen erfahren, daß dieser Forscher infolge seiner Studien an den Nebennierenzellen gewissermaßen ähnliche Ergebnisse, wie die oben kurz referierten, hat erzielen können. Er hat mir nämlich geschrieben, daß er auf der XI. Versammlnng russischer Naturforscher und Aerzte zu St. Petersburg einen Vortrag: „Zur Morphologie der Nebenniere II (Intracelluläre Vakuolen und Kanälchen) gehalten hat. Der fragliche Forscher ist so freundlich gewesen, mir eine deutsche Uebersetzung der Zusammenfassung seines russischen Vortrages zu übersenden. Ich teile dieselbe hier in extenso mit :

„Beim Durchmustern der Präparate der Nebenniere (Ratte) kann man sich von der Existenz von Vakuolen und Kauälchen, welche wie in der ganzen Z. reticularis, so auch in den Zellen der Z. fasciculata und auch in denen der Marksubstanz zu sehen sind, im Protoplasma der Nebennierenzellen überzeugen. Was die Beziehung dieser Vakuolen zum Extracellularraume betrifit, so stehen sie, der Meinung des Autors nach, in Verbindung mit dem Lymphkapillarraume. Außer den eben l)eschriebenen Bildungen in den Zellen ist das Protoplasma einiger Zellen von vielen in den verschiedensten Richtungen sich hinziehenden


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Kanälchen durchwühlt. — Der zweite Umstand, auf den hinzuweisen ist, ist der, daß zwischen den beschriebenen Bildungen im Protoplasma der Zellen und den Sphären, wie auch den Zentrosomen ein gewisser Zusammenhang obwaltet. In denjenigen Zellen, wo die Vakuolen und Kanälchen nicht vorhanden sind, treten nämlich die Sphären, ebenso wie die Zentrosomen, deutlich hervor; in denjenigen Zellen dagegen, wo Vakuolen und Kanälchen wohl existieren, fehlt die Sphäre immer. Dagegen sind aber fast in jeder Vakuole, manchmal auch in den Kanälchen, dunkle Körnchen, die ebensolche Reaktionen aufweisen wie die Centrosomen, zu sehen. — Hypothese: Die Sphäre gibt das System von Vakuolen und Kanälchen, die Centrosomen diejenigen Körnchen, die in den Vakuolen und Kanälchen zu finden sind."

Wie zu sehen ist, hat also Landau die Sphären und die Kanälchen gesehen. Seiner Hypothese von dem genetischen Zusammenhang zwischen den Kanälchen und den Sphärenbildungen der fraglichen Epithelzellen kann ich indessen nur so weit beitreten, als ich geneigt bin, diese Gebilde als exogen zu betrachten.


Nachdruck verboten.

Wilhelm Pfltzner f.

Am ersten Tage des neuen Jahres starb an einem Herzschlage Dr. Wilhelm Pfitzner, außerordentlicher Professor für Anatomie am anatomischen Institut in Straßburg. Mir, der ich nahezu 20 Jahre mit dem Verstorbenen in gemeinsamer Arbeit an demselben Institut verbunden war, ist es ein Bedürfnis, dem treuen Freunde und Mitarbeiter Worte der Erinnerung nachzurufen, ihm den Dank auszusprechen für alles, was er in aufopfernder Arbeit für das anatomische Institut in Straßburg geleistet hat, ein Bild zu entwerfen vom wissenschaftlichen Werk seines Lebens.

Wilhelm Pfitzner wurde am 22. August 1853 zu Oldenburg in Holstein geboren. Anfangs dazu bestimmt, in den Kaufmannsstand einzutreten, zeigte es sich sehr bald, daß seine Lebensinteressen nur auf einem ganz anderen Gebiet eine Befriedigung erhalten konnten. Nach kurzer Lehrzeit setzte er es durch, daß er das Studium der Medizin zu seiner Lebensaufgabe machen durfte, kehrte zum Gymnasium zurück und bestand Ostern 1873 das Maturitätsexamen. Vor nunmehr 30 Jahren bezog er im Sommersemester 1873 die Universität Straßburg, der er in Zukunft nahezu 20 Jahre angehören sollte. Das Studium der Medizin wurde sodann an den Universitäten Heidelberg und Göttingen fortgesetzt und in Kiel, seiner Heimatsuniversität, beendet. Pfitzner bestand dort 1878 die medizinische Staatsprüfung und wandte sich unter Flemmings Leitung den mikroskopischen


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Studien zu, die für die ersten Zeiten seiner wissenschaftlichen Laufbahn bestimmend wurden. In Flemmings Laboratorium entstand auch die Doktordissertation : „lieber die LEYDiGschen Schleimzellen in der Epidermis der Larven von Salamandra maculosa", auf Grund deren er am 28. Februar 1879 zum Doktor promoviert wurde. Eine Ergänzung fand diese Arbeit im folgenden Jahre in der im Morphologischen Jahrbuch, Bd. 6 erschienenen Mitteilung: „Die Epidermis der Amphibien". Unsere Kenntnisse von den Intercellularräumen des Epithels, von den Kutikularsäumen und ihren Beziehungen zu den Cilien des Wimperepithels, von den einzelligen Drüsen der Epidermis erhielten durch diese Arbeiten eine wesentliche Bereicherung. Eine weitere Ergänzung fanden Pfitzners Untersuchungen über die Epidermis der Amphibien in der 1882 ebenfalls in der GEGENBAURSchen Zeitschrift veröffentlichten Mitteilung: Nervenendigungen im Epithel. Korrekteste, feine, saubere Ausführung zeichnete schon diese Erstlingsarbeiten aus. Mit peinlichster Gewissenhaftigkeit verfuhr er in Methode, Beschreibung und Schlußfolgerungen. Ermutigt durch diese wissenschaftlichen Erfolge, entschloß sich Pfitzner zur akademischen Laufbahn. Schon im Jahre 1880 finden wir ihn als Assistenten am anatomischen Institut in Heidelberg, woselbst er bald darauf mit der geliebten Frau den Bund für das Leben schloß. Ostern 1883 siedelte er sodann nach Königsberg über als Assistent an dem damals unter meiner Leitung stehenden anatomischen Institut, Bei meiner im Herbst desselben Jahres stattfindenden Berufung nach Straßburg entschloß er sich, mich als erster Assistent zu begleiten, und seit dieser Zeit ist er zunächst als erster Assistent, später als Prosektor unserem anatomischen Institut treu geblieben. Im Jahre 1885 habilitierte er sich mit einer Arbeit: „Zur pathologischen Anatomie des Zellkerns" als Privatdozent für das ganze Gebiet der Anatomie; im Jahre 1891 wurde er zum außerordentlichen Professor ernannt, und 1893 erhielt er nach Joessels Tode die Stellung eines Prosektors und zugleich einen Lehrauftrag für topographische Anatomie. Das ist in kurzem sein äußerer Lebensgang. Was er aber innerhalb dieser 20 Jahre seines Straßburger Lebens für Institut, Sammlung und Unterricht, was er für die anatomische Wissenschaft geleistet hat, ist nicht in aller Kürze zu bezeichnen. Aus der Fülle des Materials will ich nur das Wesentliche hervorheben.

Auf wissenschaftlichem Gebiete waren es zunächst seine in Kiel begonnenen Studien über den feineren Bau der Zelle und der Gewebe, welche er mit intensivster Arbeit in Heidelberg, Königsberg und auch noch in den ersten Straßburger Jahren durchführte. Aus dem Jahre 1881 stammen zwei wichtige Veröffentlichungen: 1) „Beobachtungen über weiteres Vorkommen der Karyokinese" (Archiv f. mikrosk. Anatomie, Bd. 20), und 2) „Ueber den feineren Bau der bei der Zellteilung auftretenden fadenförmigen Differenzierungen des Zellkerns" (Morphologisches Jahrbuch, Bd. 7). Diesen beiden Arbeiten schließt sich stofflich unmittelbar an die im Jahre 1883 erschienene: „Beiträge zur Lehre vom Bau des Zellkerns und seiner Teilungserscheinungen" (Archiv f. mikrosk. Anatomie, Bd. 22). Mit diesen Arbeiten reihte er sich würdig unter die Forscher, welche damals mit allem Eifer die Ent


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deckuDgen auf dem Gebiete der Struktur und Fortpflanzung des Zellkerns weiterführten und vervollständigten. In der ersten der genannten Arbeiten gibt Pfitzner eine Uebersicht über das Vorkommen der Karyokinese in den verschiedensten Geweben, vervollständigt durch eigene Untersuchungen; in der zweiten wird besonderes Gewicht gelegt auf die Zusammensetzung der chromatischen Fäden des Kernes aus den von Balbiani zuerst beschriebenen Chromatinkugeln und ihr Verhalten bei der Längsteilung der Fäden. In der dritten Arbeit liefert er eine genaue Beschreibung der Kernteilung bei Hydra und bespricht sodann die verschiedenen abweichenden Meinungen auf diesem Gebiet. Als Nebenergebnis erhalten wir eine bedeutsame Erweiterung der Technik (Safraninfärbung). — Die folgenden Arbeiten Pfitzners sind in Straßburg entstenden. In der Arbeit: „Zur morphologischen Bedeutung des Zellkerns" (Morphol. Jahrbuch, Bd. 11, 1885) wird die Ansicht verteidigt, daß der Kern während der Kernteilungsvorgäuge stets selbständig gegenüber dem Protoplasma bleibe; in der zweiten in derselben Zeitschrift veröffentlichten Arbeit desselben Jahres: „Zur Kenntnis der Kernteilung bei den Protozoen" au dem Beispiel der Opalina ranarum gezeigt, daß bei den niedersten Tieren die karyokinetischen Prozesse im wesentlichen in derselben Weise ablaufen, wie bei den höchsten Wirbeltieren. Seine Habilitationsschrift „Zur pathologischen Anatomie des Zellkerns", welche 1886 in Virchows Archiv (Bd. 103) erschien, handelt im wesentlichen von den Altersveränderuugen der Zellkerne, die nach zwei verschiedenen Richtungen hin erfolgen, welche er als chemische und morphologische Dekonstitutiou des Chromatingerüsts bezeichnet. So trug Pfitzner unermüdlich wichtige Bausteine zum feineren Ausbau der Zellenlehre zusammen. In einer mit H. Stilling gemeinschaftlich ausgeführten Untersuchung über die Regeneration der glatten Muskelfasern fand sodann noch in demselben Jahre Pfitzners wissenschaftliche Tätigkeit auf dem Gebiete der mikroskopischen Forschung gewissermaßen ihren Abschluß. Nur einmal noch ist er auf diese seine alten LiebHugsstudien wieder zurückgekommen, als er im Jahre 1897 aufgefordert wurde, einen Beitrag für eine Festschrift zu liefern, welche W. Kühne zur Feier seiner fünfundzwanzigjährigen Tätigkeit in Heidelberg gewidmet werden sollte. Da setzte er in einer kleinen, geistreich geschriebenen Arbeit „Das Epithel der Conjunctiva" die Bedingungen auseinander, welche das Epithel der Conjunctiva primitiver erhalten haben, als die gewöhnliche Epidermis. Wenn Pfitzner in der Folge auch nicht mehr selbst produktiv sich zeigte auf dem Gebiete der mikroskopischen Forschung, so hat er dieser Jugendliebe doch stets das wärmste Interesse bewahrt und sich auch hier die umfassendsten Kenntnisse angeeignet.

Das Jahr 1886 bezeichnet einen eigentümlichen Wendepunkt in Pfitzners wissenschaftlicher Tätigkeit. Schon in Heidelberg war sein Interesse für die makroskopische Anatomie angeregt worden. Zwei kleinere Arbeiten aus dem Jahre 1884 („Ein Fall von accessorischen Spinalnerven", Morphol. Jahrbuch, Bd. 8; „Ueber Wachstumsbeziehungen zwischen Rückenmark und Wirbelkanal", ebenda Bd. 9) entstanden infolge dieser Anregung, Aber erst in Straßburg wurde dies Interesse


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an der makroskopischen Anatomie infolge seiner intensiven Teilnahme an den Präparierübungen so lebendig, daß es nur eines äußeren kleinen Anlasses bedurfte, dies Interesse in eigenste tatkräftigste Arbeit umzusetzen. Es lag ihm in jenem Jahre die .Präparation des Fußskeletts eines jungen afrikanischen Elefanten ob. Die interessanten Skelettverhältnisse des Carpus und Tarsus dieses Tieres, die er in Sammlungspräparaten auszuarbeiten hatte, wurden der Ausgangspunkt für seine grundlegenden Untersuchungen über das Hand- und Fußskelett des Menschen. In den Lehrbüchern der menschlichen Anatomie fand er nicht eine genügende Basis für spätere vergleichende Studien. Außer den von ihm selbst in humoristischer Weise als kanonische Elemente des Carpus und Tarsus bezeichneten Knochen genoß damals von accessorischen Elementen eigentlich nur das Centrale carpi aus entwickelungsgeschichtlichen und vergleichend - anatomischen Gründen ein allgemeines Ansehen, obwohl bereits früher W. Gruber, später Bardeleben eine Anzahl anderer accessorischer Elemente in Tarsus und Carpus kenneu gelehrt hatte. Pfitzner ergritf die neue Aufgabe mit der ihm eigenen Energie. In richtiger Würdigung der Tatsachen der Variation war er sich wohl bewußt, daß nur die sorgfältigste Bearbeitung eines möglichst großen Materials hier eine sichere Grundlage gewähren konnte — und diese hat er im Laufe der nächsten 10 Jahre in monumentaler Weise geschaften. Er war sich ferner bewußt, daß auf diesem schwierigen Gebiet die Zusammenfügung der mazerierten Elemente des Carpus und Tarsus nicht der schwer kontrollierbaren Tätigkeit auch des besten Anatomiedieners überlassen werden durfte, sondern daß er selbst Mazeration, Präparation und Zusammenfügung der Hand- und Fußknochen übernehmen müsse. So hat er Hand für Hand, Fuß für Fuß selbst zusammengesetzt, so daß au seinen Präparaten selbst alle vorhandenen Sesambeine erhalten sind und an ihrem richtigen Platze stehen ; er hat dies mit einem Geschick, mit einer Technik erreicht, welche die Bewunderung aller Kenner erregt. Für unser anatomisches Institut ergab sich aus dieser rastlosen Tätigkeit Pfitzners eine 371 Nummern umfassende Sammlung von Hand- und Fußskeletten, die in der Art sauberster, exaktester Ausführung einzig dasteht. Um nur eine kleine Vorstellung zu geben von der gewaltigen Arbeit, die seinen VeröÖentlichungen über Hand und Fuß zu Grunde liegt, führe ich an, daß die Zahl der von ihm präparierten Hände sowohl als Füße weit über 1600 beträgt.

Aus den ersten Anfängen dieser Untersuchungen im Jahre 1887 erwuchsen allmählich Monographien über die Hand- und Fußmaße, über die Sesambeine, über die Variationen im Aufbau des Hand- und Fußskeletts, über die morphologischen Elemente des menschlichen Handskeletts, welche in diesem Jahre durch eine zusammenfassende Arbeit über die morphologischen Elemente des menschlichen Fußskeletis ihren Abschluß finden sollten, aber nun leider nicht mehr gefunden haben. Eine neue Welt von accessorischen kleinen Skelettstücken in Hand und Fuß wurde aufgedeckt und durch zahlreiche vortreffliche Abbildungen erläutert, durch eine zusammenfassende schematische Zeichnung, welche nunmehr auch in Lehrbücher übergegangen ist, veranschaulicht. Es


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würde zu weit führeo, alle Arbeiten Pfitzners auf diesem Gebiet, die nahezu sämtlich in meinen Morphologischen Arbeiten und in ihrer Fortsetzung, der Zeitschrift für Morphologie und Anthropologie, erschienen sind, einzeln aufzuzählen. — Ein Nebenprodukt dieser einzig dastehenden Untersuchungen war zunächst die Mitteilung über die kleine Zehe (Zeitschr. f. Anat. u. Phys., 1890), in welcher der Nachweis geliefert wurde, daß die so häufige Verschmelzung der Mittel- und Endphalanx derselben nicht etwa durch Schuhdruck hervorgebracht werde, sondern, schon im embryonalen Leben vorkommend, eine Rückbildung bedeute. Sodann erschienen nach und nach Beiträge zur Kenntnis der Mißbildungen des Extremitäteiiskeletts, in welchen interessante Fälle von Spaltbildungen, Verdoppelung des Zeigefingers, der großen Zehe, Doppelbildungen der 5. Zehe, Brachyphalangie und dergl. eingehend untersucht und wissenschaftlich verwertet worden sind. Die Verdoppelungen wurden nicht als atavistisches Auftreten ehemals zahlreicherer Strahlen erkannt, sondern als pathologische Bildungen. Fälle von Dreigliedrigkeit des Daumens führten Pfitzner ferner zur Erkenntnis, daß die Endphalanx des Daumens als aus Mittel- und Endphalanx verschmolzen angesehen werden müsse.

In anziehendster, fließendster Darstellung wußte Pfitzner das oft sehr spröde Material zu behandeln, wußte die Beschreibung zu würzen mit dem Salz gesunden Humors. Seine Veröifentlichungen zeigen überall die allgemein umfassende Bildung, den weiten Blick, das feinste Formverständnis. So haben wir durch Pfitzner wenigstens für ein Gebiet der menschlichen Skelettlehre zum erstenmal einen festen Grundbau erhalten, in welchem jeder sich orientieren, ein jeder weiterbauen muß, der sich überhaupt mit diesen Dingen beschäftigen will. Pfitzner wurde schließlich auf diesem Gebiete derart zu einer Autorität, daß mancher, der bei der inzwischen ausgebildeten Untersuchung der Körperteile des Lebenden mit Röntgen- Strahlen in den erhaltenen Schattenbildern sich nicht zurecht finden konnte, Pfitzner um Rat fragte, ihm seine Aufnahmen zur Kontrolle und richtigen Deutung, seine Präparate zur Vergleichung übersandte. Im dritten Beitrag zur Kenntnis der Mißbildungen des menschhchen Extremitätenskeletts (Morphol. Arbeiten, VIII, 1898) teilt er am Schluß in einem besonderen Anhang sein Verfahren zur Ausnutzung der RöNTGEN-Bilder mit, das er als ein Rekonstruktionsverfahren bezeichnet. So wurde sein Können vielfach von der größten Bedeutung für Fragen der praktischen Medizin.

Es würde zu weit führen, hier auf alle Arbeiten einzugehen, die der unermüdliche Mann mit eisernem Fleiß im letzten Jahrzehnt vollendet hat. Hervorheben muß ich aber zunächst seine Arbeiten auf dem Gebiete der Variation und Variationsstatistik. Angeregt waren dieselben durch die von mir auf dem Straßburger Präpariersaal eingeführten variationsstatistischen Untersuchungen , die sich zunächst auf die Variationen von bestimmten, leicht im Präpariersaal kontrollierbaren Muskeln und Gefäßen bezogen. In drei Mitteilungen brachten wir beide die Resultate dieser Untersuchungen unter dem Titel: „Varietätenstatistik und Anthropologie" zur Veröfl'entlichung. Es wurden dabei besonders die regionären Verschiedenheiten in der Häufigkeit des


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Vorkommens von Varietäten betont, eine Ansicht, die dann später ihre Bestätigung fand durch analoge Untersuchungen in anderen Ländern. Eine selbständige Ausführung dieses Gedankens finden wir in Pfitzners Arbeit: „Ueber die Ursprungsverhältnisse der Arteria obturatoria", deren Variationen statistisch untersucht wurden. Das hohe Interesse, welches er in allen seinen Untersuchungen für die Variationen der Form und der Größen zu erkennen gab, führte ihn zu statistischen Arbeiten allgemeinerer Art, zu einem genauen Studium der mathematischen Grundlagen der Statistik, mit denen er, für mathematische Behandlung hoch veranlagt, sich noch in den späten Nachtstunden zu beschäftigen pflegte. Besonders eingehend beschäftigte er sich mit den Proportionen des menschlichen Körpers in den einzelnen Lebensaltern, bei Mann und Weib. So wurde er Schritt für Schritt zur Beschäftigung mit einer Wissenschaft geführt, welche seinem Arbeitsgebiet ursprünglich fern lag, zur Anthropologie, in welcher die Variationen der Formen und Maße und ihre statistische Verwertung eine hervorragende Stelle einnehmen. Eine dilettantenhafte oder eine in den gewohnten Bahnen sich bewegende Behandlung dieser Wissenschaft war seiner Natur zuwider. Er hatte sich für das, was ihm vorschwebte, erst den Weg zu ebnen. In seinen vier sozial-anthropologischen Studien schuf er eine neue Grundlage für die Lehre von den Proportionen des menschlichen Körpers.

In der ersten dieser vier grundlegenden Arbeiten wurden die einzelnen anthropologischen Charaktere (Körpergröße, Kopfform, Haarund Augenfarbe etc.) in den verschiedenen Lebensaltern untersucht, festgestellt, daß die Kopfform sich nicht ändert, daß dagegen die Haare noch bis zum 40. Jahre nachdunkeln. In der zweiten Studie (1901) werden Mann und Weib in ihren Proportionen verglichen und gezeigt, daß Männer und Weiber derselben Körpergröße auch gleiche Proportionen besitzen.

Vom höchsten allgemeinen anthropologischen Interesse ist die dritte (1902) erschienene Arbeit: „Der Einfluß der sozialen Schichtung (und der Konfession) auf die anthropologischen Charaktere", in welcher es ihm gelang, Unterschiede in den anthropologischen Untersuchungen bei sozial verschiedenen Schichten der Bevölkerung nachzuweisen. Besonders interessant und von humorvoller Darstellung getragen ist sein auf die Hutnummern sich stützender Nachweis, daß die oberen sozialen Schichten einen absolut und relativ größeren Kopf besitzen als die unteren.

Die Folge dieser ausgezeichneten Untersuchungen war, daß Pfitzner sich in kurzer Zeit auch auf anthropologischem Gebiet einen hervorragenden Ruf erwarb. Es ward ihm noch im letzten Jahre die Genugtuung, daß die Pariser anthropologische Gesellschaft ihn zu ihrem correspondent etranger ernannte.

Das Erscheinen seiner letzten hochbedeutenden Arbeit: „Die Proportionen des erwachsenen Menschen" hat Pfitzner nur wenige Wochen überlebt. Als bleibende Ergebnisse dieser Untersuchungen führe ich mit Pfitzners eigenen Worten unter anderem an: „Die Feststellung der Bedeutung des arithmetischen Durchschnitts", — „Die


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Konstatierung, daß die Variationen der Maße und die Variationen der Proportionen durch dieselben Gesetze beherrscht werden", „vor allem aber die Auffindung einer erweislich leistungsfähigen und verwendbaren Maßeinheit in der Körper länge — denn damit erst haben wir eine sichere Grundlage für die weitere, eingehendere Erforschung der Proportionen des menschlichen Körpers gewonnen."

Dies sind die letzten Worte, welche Pfitzner publiziert hat. Seine wissenschaftliche Eigenart ist es, nicht bequemen, oft betretenen Wegen zu folgen, sondern sich neue, eigene Wege zu bahnen, die er dann so sicher auszugestalten wußte, daß nunmehr jeder Neuling sicher auf ihnen wandeln konnte.

Ich glaube, die Eigenart der wissenschaftlichen Arbeit Pfitzners genugsam charakterisiert zu haben. Diese Eigenart war aber ein unmittelbarer Ausfluß seines festen, bestimmten Charakters, der nur auf sich selbst vertraute. Unter zuweilen etwas harter Schale verbarg er einen Kern von Treue, Pflichtgefühl und aufrichtiger Menschenliebe. Auf sein Wort konnte man sich verlassen, wie auf die Zuverlässigkeit seiner Arbeiten. Unermüdlich war er in den vielfachen Arbeiten, die zum Betriebe eines anatomischen Institutes gehören. Mit peinlichster Ordnungsliebe geschah alles, was er tat. Sammlung, Bibliothek, Präpariersaal haben von dieser Eigenschaft in gleicher Weise Nutzen gezogen.

Auch als Lehrer ist er hervorragend gewesen. Mit größter Gewissenhaftigkeit war er im Präpariersaal tätig, unermüdlich im Anleiten durch Wort und Tat. In hohem Maße anregend gestalteten sich seine Vorlesungen besonders auch durch sein allgemeines umfassendes Wissen, durch die fesselnde Darstellung. Ueber die verschiedensten Gebiete der anatomischen Wissenschaft hat er im Laufe von nunmehr 17 Jahren vorgetragen, über Knochen und Gelenke, Nerven und Blutgefäße, über Histologie und vergleichende Anatomie und besonders auch über topographische Anatomie.

So ist auf allen Gebieten Pfitzners 20-jährige Tätigkeit am Straßburger anatomischen Institut segensreich gewesen. Aufgeprägt hat er seiner Wissenschaft seine Eigenart, dem Betriebe des anatomischen Institutes aber hat er hinterlassen das harmonische Uhrwerk streng pflichtmäßig ablaufender Tätigkeit.

Dies strenge Pflichtgefühl ist eine seiner hervorragendsten Charaktereigenschaften gewesen. Mit seltener Energie hat er trotz zunehmenden körperlichen Leidens sich seiner Lehrtätigkeit und seinen Prosektorpflichten gewidmet, hat sich über Schmerzen und Stimmungen hinweggesetzt, treu seinen Pflichten bis in den Tod.

G. Schwalbe.


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Bücheraiizeigen.

Die Entwickelung des Glaskörpers. Von M. v. Lenhossek.

(Vorgelegt d. ung. Akad. d. Wiss. am 20. Okt. 1902.) Mit 2 Taf. u.

19 Abbildungen im Text. Leipzig, 0. F. W. Vogel, 1903. 106 pp. 4». Verf. suchte die Frage nach der Natur, dem histogenetischen Charakter des Glaskörpers auf embryonalem Wege zu lösen. Er studierte seine Entwickelung bei Kaninchen, Katze, Rind und Mensch. Das Ergebnis lautet, daß der Glaskörper in seiner Gesamtheit eine Bildung der Linse, daß er also ektodermaler Natur ist. L. vergleicht die Glaskörperzellen mit Ependymzellen des Zentralnervensystems. — Der fibrilläre Glaskörper bildet ein einheitlich verschmolzenes Gerüstwerk. Die Beziehungen seiner Fibrillen zur Netzhaut sind nur sekundär. Die Membrana hyaloidea entsteht dagegen von der Netzhaut aus und hat genetisch mit dem Glaskörper nichts zu tun. Die Linsenkapsel ist eine kutikulare Ausscheidung der Zellen des Linsenbläschens. Die Ausstattung der Monographie ist ausgezeichnet.

B.


Anatomisclie Gesellscliaft.

Die 17. VersammluDg wird, wie bereits in Halle in Aussicht genommen war, zu Pfingsten d. J. in Heidelberg abgehalten werden. Da besondere Umstände einen möglichst frühzeitigen Termin erheischen, wird die Begrüßung bereits am Freitag, den 29. Mai abends, die Sitzungen von Sonnabend, den 30. Mai bis Montag, den 2. Juni stattfinden.

Die nähere Tagesordnung folgt demnächst.

Anmeldungen von Vorträgen und Demonstrationen nimmt der Unterzeichnete jederzeit entgegen , jedoch wird die Vortragsliste satzungsgemäß drei Wochen vor dem Beginn der Versammlung, also diesmal am 8. Mai, geschlossen.

L N. des Vorstandes:

der ständige Schriftführer:

Bardeleben.

Abgeschlossen am 1. Februar 1903.


Frommaansche liuchdruckerei (Herma&n Fohle) in Jena.


ANATOMISCHER ANZEIGER

Centralblatt

für die gesamte wissenscliaftliclie Anatomie.

Amtliclies Organ der anatomischen Gesellscliaft.

Herausgegeben von

Prof. Dr. Karl ttoii Bardeleben in Jena.


Verlag von Gustav Fischer in Jena.


Der „Anatomische Anzeiger" erscheint in Nummern von etwa 2 Druckbogen, um ein rasches Erscheinen der eingesandten Beiträge zu ermöglichen, werden die Nummern ausgegeben, sobald der vorhandene Stoff es wünschenswert macht und event, erscheinen Doppelnammern. Der Umfang eines Bandes beträgt etwa 50 Druckbogen und der Preis desselben 16 Mark. Das Erscheinen der Bände ist unabhängig vom

Kalenderjahr.

XXII. Band. ^ U, Fel )ruar 1903. m- No. 23.

Inhalt. Aiifslitze. Const. Saint-Hilaire, lieber den Bau des Darmepithels bei Araphiuma. Mit 6 Abbildungen, p. 489—493. — Carmelo Ciaccio, Comunicazione sopra i canaliculi di secrezione nelle capsule soprarenali. Con 3 figure, p. 493—497. — Hans König-stein, Notiz zu einer Cetaceenlunge (Delphinus delphis). Mit 2 Abbildungen, p. 497—500. — R. Staderini, Annotazioni a un recente lavoro sul „ventriculus terminalis" neil'uomo. p. 500 — 502. — M. v. Lenhossök, Ein kleiner Beitrag zur Technik des anatomischen Unterrichtes, p. 502 — 504.

Litteratnr. p. 89—104.


Aufsätze.

Nachdruck verboten.

Ueber den Bau des Darmepithels bei Amphiuma.

Von Const. Saint-Hilairb in St. Petersburg. Mit 6 Abbildungen.

Dank dem freundlichen Engegenkommen des Herrn Dr. A. KuLjABKO wurde mir die Möglichkeit geboten, den Bau des Darmes von Amphiuma an Präparaten, welche teils mit Sublimat plus Essigsäure, teils mit FLEMMiNGscher Lösung konserviert worden waren, zu untersuchen.

In der einschlägigen Litteratur konnte ich keinerlei auf diese Frage bezüglichen Arbeiten finden : Oppel erwähnt in seiner vergleichenden mikroskopischen Anatomie (II. Teil Darm) der Amphiuma

Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 32


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nicht, und auch in den späteren Jahresberichten habe ich keinerlei Angaben hierüber gefunden. Und doch zeigt der Bau der Epithelzellen dieser Amphibien gewisse Eigentümlichkeiten, welche allgemeineres Interesse verdienen.

Die Elemente aller Gewebe zeichnen sich bei Amphiuma durch ungewöhnlich große Dimensionen aus. Der Darm ist, wie auch bei allen übrigen Amphibien , von hohem Cylinderepithel mit becherförmigen Schleimzellen ausgekleidet. Das Epithel selbst springt in Gestalt großer Falten in die Höhlung des Darmes vor.

Die Zellen des Cyliuderepithels (Fig. 1) sind sehr hoch, nach unten zu verjüngt und von oben mit einem Stäbchensaum bedeckt; letzterer besteht aus einer Reihe von Säulchen, was besonders deutlich auf den Präparaten zu sehen ist, welche mit FLEMMiNGScher Lösung fixiert wurden. Das Protoplasma hat ein feinkörniges Aussehen und färbt sich intensiv mit Eosin, Fuchsin S und anderen sauren Farbstoffen. Es erscheint schwach längsgestrichelt, doch glaube ich, daß diese Strichelung, wie auch in den übrigen Epithelzellen , durch das Vorhandensein von Längsfalten an der Zellmembran zu erklären ist, welche die Körnchen und die übrigen Elemente des Protoplasmas veranlassen, sich in Reihen parallel zur Zellachse anzuordnen. In der Tat sehen wir auf Querschnitten die Fältelung der Zellhüile, welche allerdings nur schwach ausgesprochen ist, was jedoch der schwachen Längsstrichelung entspricht. Auf Querschnitten kann man ferner bemerken, daß zwischen den Zellen die einzelnen Zellen untereinander durch



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Fig. 1.


Fig. 2.


Lücken bestehen und daß Brücken verbunden sind.

Der Zellkern ist groß und von charakteristischem Bau. Er enthält größere (Chromatin-?) Klümpchen, welche von den üblichen Farbstoffen tingiert werden ; dieselben sind von einer feineren, oxyphilen Körnelung umgeben, welche auch die Klümpchen untereinander verbindet. Auf Präparaten, welche mit Subhmat plus Essigsäure be


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handelt und mit BiONDischer Mischung gefärbt worden sind, bemerkt man in der Nähe der basophilen Körner noch kleinere, stark gefärbte oxyphile Körner.

In dem Protoplasma finden wir fast keine von den Einschlüssen, welche in den Zellen des Cylinderepithels bei anderen Tieren — z. B. bei Salamandra — beschrieben worden sind. Dafür enthält das Protoplasma Gebilde, welche wegen ihres originellen Aussehens bemerkenswert sind. Sie haben die Gestalt von Fäden, welche in der mannigfachsten Art und Weise zu Schlingen zusammengedreht sind (Fig. 1). Diese Fäden haben ein glänzendes Aussehen, sind augenscheinlich massiv und erinnern gewissermaßen an verbogenen Draht. Sie färben sich intensiv mit sauren Farbstoffen, wie Säurefuchsin u. a. m. Auf Präparaten nach Heidenhain sind sie nur dann sichtbar, wenn die Farbe schwach ausgezogen wurde. Ich teile hier (Fig. 3) eine ganze Serie von Zeichnungen mit, auf welchen diese Fäden dargestellt sind, um deren Mannigfaltigkeit zu zeigen. Die einen bilden unregelmäßige Schlingen, andere sind zu dichten Knäueln zusammengeballt, wieder andere liegen einfach in der Längsachse der Zelle u. s. w. Da, wo ein Knäuel solcher Fasern im Querschnitt erscheint, sieht man die Abschnitte der Fäden ; diese letzteren erinnern dann im höchsten Grade an die von Eberth und Müller und anderen Autoren für das Pankreas beschriebenen Nebenkerne.

Ueber dem Kern der Epithelzellen finden wir häufig eine Gruppe von Bläschen (Fig. 4), welche wahrscheinlich dadurch entstanden sind, daß unter Einwirkung der Reagentien irgend eine Substanz aus den



Fig. 3.




Fig. 5.


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Zellen entfernt worden ist. Diese kleinen Bläschen von gleichförmigem Aussehen bilden gleichsam einen Schaum. Häufig verläuft zwischen ihnen der oben beschriebene Faden, ohne nur im geringsten an dieselben anzustreifen. Augenscheinlich stehen die Fäden in keiner Beziehung zu diesen Bläschen, und die Gegenwart der einen bedingt durchaus nicht das Vorhandensein der anderen.

Verfolgt man aufmerksam die Richtung der Fäden, so kann man bemerken, wie dieselben, nachdem sie einige Biegungen gemacht haben, längs des Kernes hinlaufen, an die Kernwand herantreten und sich dort verlieren (Fig. ö). Weiter läßt sich der Verlauf dieser Fäden nicht verfolgen. Indem sie an dem Kern vorbeigehen, treten sie augenscheinhch in innige Berührung mit demselben und lassen gleichsam eine Spur auf demselben zurück: an der Oberfläche des Kernes tritt eine Art Kanälchen auf, welches durch eine doppelt konturierte Linie bezeichnet ist. Das Chromatin zeigt in der Nähe dieser Linie eine etwas abweichende Anordnung.

Es drängt sich nun die Frage auf, was diese Fäden wohl zu bedeuten haben? In neuerer Zeit sind für das Protoplasma viele derartige Bildungen unter verschiedenen Bezeichnungen beschrieben worden: Mitochondrin — Benda, Trophospongium — Holmgreen, Ergastoplasma — Prenant, Garnier u. a.

Unsere Fäden sind eher mit dem Trophospongium zu vergleichen. Das letztere besteht aus Fortsätzen eigenartiger Zellen, welche in andere Zellen eindringen und dort sich verästeln. Nichts derartiges aber bemerken wir in dem uns interessierenden Fall. Hier haben wir einen einzigen Faden, welcher stark gewunden ist und, augenscheinlich von der Zellhülle ausgehend, nach dem Inneren der Zelle verläuft. Allerdings sind die HoLMGREENSchen Zeichnungen des Trophospongium in den Zellen des Cylinderepithels des Darmes oder des Nebenhodens meinen Figuren sehr ähnlich, doch ist diese Aehnhchkeit eine rein äußerliche.

Unter dem Epithel liegen bei Am phi um a Zellen von augenscheinlich bindegewebigem Charakter; von diesen Zellen kann man jedoch mit DeutHchkeit nur den Kern erkennen, da sie ganz von elastischen Fasern bedeckt sind; es ist daher unmöglich, an diesen Zellen den Austritt von Fortsätzen und deren Eindringen in das Plasma der Epithelzellen zu verfolgen. Die elastischen Fasern färben sich hier sehr gut mit Orcein oder Resorcin-Fuchsin ; sie bilden ein dichtes subepitheliales Geflecht, wobei einige Fasern zwischen die Zellen hin eindringen, doch ist es wiederum nicht möglich, eine Verbindung dieser Fasern mit unseren Fäden festzustellen. Wir können daher, trotz der


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Uebereinstimmung in der Färbung und der allgemeinen Aehnlichkeit im äußeren Bau der Fäden mit den elastischen Fasern, erstere nicht als solche auffassen und müssen uns einstweilen der Lösung der Frage über die Bedeutung der Fäden enthalten. Ich kann jedoch nicht umhin, meine Zweifel bezüglich der trophischen Funktion dieser letzteren , wie sie von Holmgreen für seine ^^

Trophospongien angenommen wird (worauf auch der Name hinweist), auszusprechen. Eine derartige Voraus- v Setzung wäre in unserem Fall vollständig willkürlich, da im Epithel keinerlei Sekret gebildet wird und der Stottwechsel hier nicht intensiver sein dürfte als in anderen Zellen, besonders in den becherförmigen Zellen. Das Aussehen selbst der Fäden und ihre merkwürdige Gestalt können nur schwer mit einer solchen Deutung in ! Einklang gebracht werden. '■

Ich habe nunmehr noch einige Worte über die becherförmigen Zellen zu sagen. Diese haben einen sehr in die Länge gezogenen, schmalen Zellkörper (Fig. 6), welcher sich unten in dem Gebiet des Kernes und oben, wo sich das Sekret befindet, erweitert. Letzteres erscheint in Gestalt von Körnchen, welche, nach Biondi Fig. 6. gefärbt, eine schwache grünliche Färbung annehmen. Zwischen denselben liegt ein Netz von roten Körnchen, von denen einige ganz bedeutende Dimensionen erreichen. Oft kann man den Austritt des Sekrets in den Darm beobachten. Das Protoplasma der becherförmigen Zellen färbt sich sehr dunkel.

11. Dezember 1902. (Eingegangen den 29. Dezember.)


Nachdruck verboten.

Comunicazione sopra i canaliculi di secrezioiie nelle capsule

soprarenali.

Per il Dott. Carmelo Ciaccio (interno).

(Istituto d' Anat. Patologica di Napoli, diretto dal Prof. Otto von Schrön.)

Con 3 figure.

i, noto che 1' apparato, il quale deve portare all' esterno i prodotti di secrezione delle glandole, origina sotto forma di fini canalini intercellulari ed intracellulari e secondo Browicz pare che i canalini biliar! abbiano financo origine nucleare. Questo particolare, osservato per


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mezzo d' iaiezioni da Giannuzzi nel pancreas e da Kuppfer nel fegato (biliari), ha avuto una larga e dettagliata confernja col metodo del cromato d'argento. E cosi E. Müller e Golgi hanno dimostrato del canalini secretorii, originantisi dalle cellule delomorfe dello storaaco, Cajal li ha trovati nel pancreas e Zimmermann, che si e occupato largamente di questo argomento, dice che questi canalini di secrezione esistono in tutte le glandole a secrezione esterna, eccettuato il rene. Pare adunque che i prodotti di secrezione vengano trasportati per mezzo di fini canali dalla cellula ai dotti principali. A me e sorta ridea che anche le glandole a secrezione interna debbano essere provviste di un simile apparato, che avendo origine dalle cellule andasse a sboccare nelle vene o nei linfatici, che naturalmente rappresentano la parte escretiva dei prodotti di elaborazione delle glandole chiuse. A tal proposito ho eseguito sulle capsule surrenali delle ricerche, che a quanto pare, non sono state fatte da alcuno.

Metodi di ricerca e materiale di studio. II metodo di cui mi son servito a preferenza 6 state quello di Golgi: i pezzi freschissimi venivano fissati per 15 o 20 giorni nel liquido di MtJLLER e dopo asciugati con carta satinata venivano trasportati per 24 ore in una soluzione di nitrato d'argento all' 1 ^/q. II liquido di Müller, perö come e stato osservato da parecchi, non fissa molto bene i pezzi e quindi non lascia vedere i canalini di secrezione intracellulari ; d'altra parte io non potevo ricorrere al metodo rapido, perche la grande abbondanza di grasso nelle cellule delle capsule surrenali mi avrebbe impedito di osservare detti canalini. Percio ho fissato dei pezzi nella seguente miscela, la quale mi ha dato risultati soddisfacenti :

Formalina ccm 15

Bicromato di potassa g 5 Acqua distillata cc^ 100

Per ottenere buoni preparati e conveniente far dei tagli con un buon rasoio appena tolti i pezzi dal nitrato d'argento; perö alio scopo di osservare minuti particolari di struttura ho ricorso anche air imparaffinamento dei pezzi, avendo I'accortezza di tenerli poco tempo nell'alcool ed alia temperatura di 40^ nella stufa a paraffina. Le sezioni colorate colla fuxina acida vennero diafanizzate in olio di garofani ; qualche sezione e stata anche trattata col metodo di Zimmermann al cloruro d'argento.

I risultati ottenuti con questo metodo sono stati controllati con


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preparati fissati e colorati coi soliti metodi e con preparati iniettati, gentilmente favoritimi dal mio maestro Otto von Schrön.

Gli animali di cui mi son servito sono stati il coniglio, la cavia ed il gatto.

Osservando un preparato ben riuscito di un pezzo trattato col metodo di Golgi si notano dei cordoncini intensamente colorati in nero e con diversa disposizione a seconda delle zone della Capsula Suprarenale.

Questi cordoncini per la loro forma, dimensione e direzione agevolmente si riconoscono per capillari sanguigni: infatti essi sono di forma pressoche cilindrica, di larghezza oscillante tra i 6 ed i 15 /< circa; essi nella zona fascicolata si dispongono col maggior asse in senso lougitudinale; nella zona reticolare contraggono anastomosi tra loro costituendo una rete e nella sostanza midollare hanno forma di lacune pill o meno ample ed irregolari. In questi capillari vanno a finire dei canalini piii o meno ampii situati negli spazii intercellulari ; questi sono disposti intorno alle cellule a guisa di cornice e qualche volta si scambiano tra di loro delle anastomosi. In questi canalini pericellulari sboccano altri sottilissimi canalini intracellulari, la cui disposizione e varia. Essi cio§ avvolgono in forma di un intreccio finissimo gli elementi cellulari; altre volte sono conformati a pennello e finalmente spesso formano una rete nel protoplasma, Non ho potuto mai osservare questi canalini nelPinterno del nucleo.



Fig. 1.




Fig. 3.


Fig. 1. Canali pericellulari con qualche ramificazione intracellulare. I 3 canali pift grossi sono capillari sanguigni. (Metodo di GoLGi.) Hartnaek oc. 3, obb. 4.

Fig. 2. a) Si vede un grosso capillare da cui partono canali pericellulari e da questi ramificazioni intracellulari ; b) una cellula isolata. (Metodo di Golgi.) Hartnaek oc. 3, obb. 7.

Fig. 3. Si vede uu capillare da cui parte un canale che si biforca a T e da questi rami secondarii si vedono dei canali intracellulari, che formano un fitto intreccio. (Metodo di GOLGI.)

Debbo far notare che questi canalini non sono egualraente sviluppati in tutte le zone della Capsula surrenale, ma si trovano a pre


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ferenza molto riccamente distribuiti nella parte media della zona fascicolata e nella zona reticolare. Nella sostanza midollare raramente sono dimostrabili, perche il bicromato di potassa impregna di una massa gialla le cellule (cellule cromaffini).


In alcuni preparati, iniettati con gelatina al carminio e gentilmente messi a mia disposizione dal mio maestro Otto von Schrön, ho osservato del particolari che, se non perfettamente simili ai precedent!, possono a quest! servlre d! controllo. Infatt! nella zona fascicolata della Capsula surrenale del gatto s! vedouo partire da! capillar! venos! de! canal! che mess! !ns!eme dlsegnano una rete. Nella zona reticolare s! vedono originäre slmllmente de! canalin! a forma d! cluffi e spesso s! vedono delle cellule, coartate per azlone dell'alcool, con una membrana tlnta !n rosso Intenso ; ha cosi tutto 1' aspetto d' un canale che a gulsa d! cornice avvolge la cellula. In quest! preparati i nuclei sono perfettamente Incolori e qulnd! non s! puo parlare d! dlfifuslone della massa d'lniezlone.


Flnalmente In preparati fissat! e colorati co! metod! d! Pianese^) ho rllevato del particolari molto interessant! non solo rlguardo a quest! canalinl, ma anche riguardo alia funzione delle capsule surrenali: In embrion! di cavia quasi a termine e in cavie durante la gestazione si nota nelle capsule surrenali una sostanza colloide, il cui aspetto ha graude somiglianza con quello della tiroide e della pltuitaria. Negli embrion! questa sostanza si trova nella zona fascicolata, mentre nella cavla gravida sta nella zona reticolare. Ora, in parecchi punti, si vede questa sostanza nell'lnterno di capillar! enormemente dllatat! e da quest! imbocca direttamente (senza che ci sia spazio alcuno vuoto) del canal! intercellular! e finalmente questa stessa sostanza si riscontra sotto forma di grosse granulazion! nell'lnterno delle cellule.

Ho voluto semplicemente annunziare questo reperto, perche dovra ossere oggetto d'un altro lavoro.


In preparati fissat! co! metod! ordinär!! e colorati con ematossillna e fuxlna acida si vedono specialmente nella zona reticolare e nella sostanza midollare dei tratti interceUular! intensamente tint! dalla fuxlna acida e qualche volta si vedono partire da quest! de! sottili filament! che penetrano nella cellula. Che ess! non slano semplicemente degli spazi! intercellular! lo dimostrano due fatti:


1) Fissazioni in un miscnglio osmio-cromo-platino-formico e colorazioni in verde di malachite, fuxina acida e giallo Martius.


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PI filanienti endocellulari.

2^ La cellula puö essere scomparsa coartata o distrutta, mentre questi tratti fuxinofili rimangono costantemente.

Credo che da queste ricerche si possa conchiudere che le capsule surrenali siano provviste di un apparato di canali, deputato a trasportare i prodotti di secrezione dalle cellule ai capillari sanguigni e molto probabilmente questa disposizione strutturale si verifica in tutte le glandole a secrezione interna. Giä sin dal 1897 Szuzinski ha notato col metodo Golgi nel fegato dei canalini intracellulari indipendenti dai biliari e da lui interpretati come canali del glicogeno. Anche io ho potuto osservare questo fatto, ma veramente non saprei dire se realmente sono in rapporto coi vasi e se servono al trasporto del glicogeno.

In un altro mio lavoro mi occuperö, per quanto riguarda questi studii, dell'ipofisi, della tiroide e del fegato.


Esprirao la mia piü sincera gratitudine al mio illustre maestro Prof. Otto von Schrön ed al suo primo assistente Prof. Pianese per il materiale messo a mia disposizione e per i consigli di cui mi sono stati larghi.


Nachdruck verboten. Notiz zu einer Cetaceenlunge (Delphinus delphis).

Von stud. med. Hans Königstein. (Aus dem I. anatomischen Institut (Hofrat Prof. E. Zuckerkandl) in Wien.)

Mit 2 Abbildungen.

An dieser Stelle soll kurz eine eigenartige Bildung an einer Lunge von Delphinus delphis beschrieben werden, weil der Befund, welchen mau an den mir zur Verfügung stehenden Präparaten erheben kann, bis jetzt in der Litteratur noch keine Erwähnung gefunden hat.

Die Lunge des Delphins ist, was nach den Untersuchungen Müllers i) auch für die übrigen Cetaceen gilt, bei erwachsenen Tieren ungeteilt, sie ist langgestreckt und in ihren lateralen Partien so plattgedrückt, daß dieselben wie Anhänge der kompakteren Teile im Thorax liegen.

Diese lateralen Partien gelangten, nach gelungener Gefäßinjektion in schwachem Formol fixiert, zur Untersuchung. An beiden Objekten


1) Untersuchungen über Veränderungen, welche die Respirationsorgane der Säugetiere durch die Anpassung an das Leben im Wasser erlitten haben. Jenaische Zeitschr. f. Naturw., Bd. 37.


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fällt bei makroskopischer Betrachtung eine etwa handgroße Fläche in der Nähe des lateralen Randes auf, an der folgende drei Besonderheiten zur Entwickelung kamen: das Lungengewebe ist im ganzen Umkreis der eben angegebenen Fläche verdünnt, fehlt an dem einen Objekt an 4, an dem anderen an 6 Stellen vollständig, und endlich kann man von der Oberfläche der Lunge sich abhebende Falten beobachten, welche mit dem darunter gelegenen Gewebe Taschen bilden (Fig. 1).

D


Lf -...



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1


Lt


zU


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Fig. 1. Ein Stück der lateralen Lungeuj^artie. Man sieht 6 Defekte, größtenteils zackig umrandet. Eine Lungenfalte bildet mit der Pleuraduplikatur eine Tasche. D Defekt. Lf Lungenfalte. Lt Lungentasche. 8 Schnittfläche, z U zackige Umrandung.

An jenen Stellen, an welchen das Lungengewebe vollständig geschwunden ist, liegen die Pleurablätter aufeinander und sind schwer voneinander zu trennen. Ueber die sehr verschiedene Größe der Defekte werden die nachfolgend angeführten Zahlen Aufschluß geben: Längsdurchmesser: 6,8, 4,6, 2,5, 5,5, 4,8, 3,8, 3,0 ( Querdurchmesser: 1,0, 1,7, 1,0, 1,3, 0,3, 1,5, 0,5/ Daraus, daß der Längsdurchmesser stets bedeutend größer als der Querdurchmesser ist, erhellt die längliche Gestalt der Substanzverluste.


499


Die Begrenzung der polygonal gestalteten Defekte ist eine unregelmäßige. Bald sieht der Rand wie gezähnt aus, dort ragen zarteste Bronchien mit ihren alveolären Verästelungen zwischen die Pleuraduplikatur hinein. Bald wieder wird das kompaktere Lungengewebe zur Umgrenzung herangezogen, und an diesen Stellen gelangen die erwähnten Taschen zur Ausbildung. Dieselben entstehen auf folgende Weise: Kreissektorenförmig umgrenzte Falten verdünnten Lungenge


webes ragen über das Niveau der


übrigen Substanz her


vor, und ihre Ansatzlinie a bezeichnet meist die Grenzlinie zwischen Lungengewebe und dem von der Pleura gedeckten Defekt. Indem nun die Flachseite dieser Falte, den Defekt überragend, der Pleura aufliegt, und an den beiden Ecken (h) der Falte an kurzen Strecken Verwachsungen stattfinden, entsteht eine Tasche zwischen Pleura und Lungenfalte. Das Auftreten dieser Lungenfalten ist ziemlich häufig. Manchmal findet man, daß sie sich an einem schmalen Streifen Lungengewebes, der die Scheide zwischen zwei Defekten bildet, ansetzen, während sie an anderen Stellen auch mit dem kompakten Lungengewebe Taschen bilden.

Quer durch die Pleuraduplikatur sieht man häufig Gefäße ziehen. — Stücke aus der zackigen Umrandung Fig. 2 der Defekte wurden mikroskopisch untersucht, wobei die bei makroskopischer Betrachtung aasgesprochene Vermutung, daß es sich um Bronchien und deren alveoläre Verästelung handle, sich als die richtige erwies. Der histologische Befund ist identisch mit demjenigen , den man an Bronchioli und Alveolen, die sich an normaler Stelle vorfinden , erheben kann , namentlich muß darauf hingewiesen werden, daß die Alveolen alle jene Merkmale an sich tragen, die sie für den Gasaustausch befähigen.


^



Fig. 2. Ein Stück aus der zackigen Umrandung. Bronchus mit alveolärer Verästelung, Gefäße injiziert.

Zum Schluß sei noch bemerkt, daß diesen verdünnten Lungenpartien häufig kleine, rundlich gestaltete Fettläppchen aufliegen.

Die endgültige Deutung der an diesen Lungen vor sich gegangenen Veränderungen zu geben, bleibt demjenigen vorbehalten, der über ein


5U0

größeres Lungenmaterial von Cetaceen und anderen Wassersäugern verfügt, doch liegt schon jetzt die Annahme nahe, daß infolge des hohen Druckes, welchem der Thorax beim Tauchen in große Tiefen ausgesetzt ist, der Raum in demselben beengt und die Lunge stellenweise zum Schwinden gebracht wird.

Herrn Hofrat Zuckerkandl danke ich bestens für die üeberlassung des Materials,


Nachdruck verboten.

Annotazioni a un recente lavoro sul „veiitriculus terminalis"

neir uomo.

Del Prof. R. Staderini in Catania.

Nel raarzo del 1899 pubblicai nel Monitore Zoologico Italiano^) una breve nota critica per mettere in rilievo che il prof. Argutinsky in un suo lavoro comparso poco prima sul „ventriculus terminalis" 2) non si era affatto curato di accennare a una mia memoria sullo stesso argomento^), coUa quale circa due anni prima avevo rese note per riguardo al ventricolo terminale quelle medesime particolaritä di forma su cui poi si intratteneva Argutinsky.

Oggi da due altri osservatori, Brugsch e Unger, vien rimessa in carapo la questioned) e anche questa volta non si fa parola delle mie ricerche. Eppure a chi consider! che tanto queste ultime quanto la mia nota critica videro la luce in un periodico italiano di biologia, che gode di una larga diffusione, ben poco giustificata deve apparire la omissione degli autori citati. Del resto io ne prendo occasione per fermarmi a considerare qualche punto del lavoro di Brugsch e Unger. Gli autori hanno studiato il ventricolo terminale dell'uomo in stadii assai giovani della vita embrionale e per essi si deve ritenere che nel


1) R. Staderini, La forma e 11 significato niorfologico del ventricolo terminale di Krause. Monitore Zoologico Italiano, Anno 10, No. 3, 1899.

2) P. Argutinsky, Ueber die Gestalt und die Entstehungsweise des Ventriculus terminalis und über das Filum terminale des Rückenmarkes bei Neugeborenen. Archiv f. mikrosk. Anat. u. Entwickelungsg., Bd. 52, H. 3, 1898.

8) R. Staderini, II ventricolo di Krause nella sua conformazione e in confronto col seno romboidale degli uccelli e col quarto ventricolo. Con 2 tavole. Monitore Zoologico Italiano, Anno 7, 1896, No. 8.

4) T. Brugsch und E. Unger, Die Entwickelung des Ventriculus terminalis beim Menschen. Archiv f. mikrosk. Anatomie u. Entwickelungsgesch., Bd. 61, 1902, H. 2.


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ventricolo fino dai primordi del suo sviluppo siano da distinguere due porzioni: una inferiore piii piccola la quale derivata da tutto quanto 11 canal centrale del primitivo abbozzo del filura mantiene la forma di una cavita spaziosa, rotondeggiante, e un' altra superiore piu grande che e derivazione del primitivo canal centrale, diminuito pero della sua porzione dorsale corrispondente al territorio delle Flügelplatten di His. Questa parte superiore piu sviluppata si formerebbe dunque esclusivamente a spese della porzione ventrale del canal centrale primitivo e si ingrandirebbe per mezzo di due estroflessioni laterali. Per questa ragione il ventricolo in alto si troverebbe principalmente esteso dal lato ventrale del midollo.

In appoggio di queste vedute Brugsch e Unger adducono che in un soggetto molto giovane hanuo trovato ancora esistente nella sua totalita il canal centrale il quale presentava percio la forma di un T rovesciato, ma che in un periodo ulteriore dello sviluppo questa parte dorsale — branca verticale del T — era scomparsa, onde il ventricolo non era piu rappresentato che dalla porzione ventrale — branca trasversa del T — notevolmente slargata.

Contro tali vedute contrasta in modo singulare il reperto da noi precedentemente ottenuto. Invero coll'esame in serie di raidoUi uniani abbiamo verificato che il ventricolo terminale anche nella sua parte alta e ugualmente esteso sia dal lato ventrale che da quello dorsale ed occupa press' a poco, come giä il primitivo canale del tubo midollare, tutto quanto il diametro antero - posteriore del midollo. Dorsalmente anzi la cavita prende tale uno sviluppo che nella regione corrispondente ne rimangono divaricati i due cordoni posteriori. Questi fatti, notisi bene, sono dimostrabili non solo nelle primissime etä della vita extrauterina, ma anche nell'adulto. Vi ha di piii: nella metä superiore del cono midollare il ventricolo terminale viene a cessare, perche la cavita che lo rappresenta si sdoppia cranialmente in due cavita secondarie, di cui una dorsale termina poco piu sopra a fondo cieco, una ventrale si continua senza interruzione nel canal centrale propriamente detto.

Ora se per consenso generale il canal centrale definitivo e da considerarsi come la parte ventrale del primitivo lume del tubo midollare e se dalle nostre osservazioni risulta che in una regione data, e precisamente in quella corrispondente al ventricolo terminale, a questa parte ventrale se ne aggiunge una dorsale e che tutte e due riunite vengono a formare una sola cavita, la quale come quella primitiva del tubo midollare, occupa quasi tutto il diametro dorso-ventrale del midollo, a noi sembra logico ammettere che questa cavita o ventricolo


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terminale sia una derivazione dell'intiero canal centrale primitivo, tanto cioe della sua porzione ventrale come di quella dorsale. Non possiamo quindi convenire con Brugsch e Unger che superiormente il ventricolo sia rappreseutato dalla sola porzione ventrale del canale primitivo e che la p'orzione dorsale si obliteri assai presto. Quest' ultima anzi rimane per lungo tempo ed e perciö che nella regioue in parola anche nell'adulto si puö trovare il canale dell'ependima esteso fino alia superficie dorsale del midollo, come appunto e stato verificato da Clarke ^) in una donna di 33 anni e da noi in un uomo di 19.

Adunque per regola generale non puö ammettersi una parziale obliterazione del canal centrale primitivo in alcun punto del veutricolo terminale. Questo nella sua lunghezza e derivazione di tutto quauto il lume del canal midollare.

Istituto Anatomico di Catania, 26 dicembre 1902.


Nachdruck verboten.

Ein kleiner Beitrag- zur Teclinilt des anatomisclien UnterricJites.

Von M. V. LENHOssiiK in Budapest.

Je größer der Hörsaal, je zahlreicher das Auditorium, desto mehr schwindet der Wert des Vorzeigens von anatomischen Präparaten während der Vorlesung, da nur die in den ersten Reihen Sitzenden etwas von den vorgezeigten Einzelheiten sehen können. Ja selbst der Demonstration der Präparate nach der Vorlesung kann nur ein bedingter Wert zuerkannt werden, da doch in der Regel die meisten Hörer in andere Vorlesungen eilen, überdies nur eine beschränkte Anzahl von Hörern um den Tisch herum Platz findet. Bei dieser Sachlage muß umsomehr Gewicht auf eine möglichst vollkommene Ausgestaltung und Ausnutzung der anderweitigen demonstrativen Hilfsmittel der anatomischen Vorlesung (Wandtafeln, Projektionen, Zeichnungen auf die Tafel u. s. w.) gelegt werden. Von all diesen Hilfsmitteln halte ich das Zeichnen von Seiten des Lehrers während des Kollegs, im unmittelbaren Anschluß an das lebendige Wort, für das wichtigste und fruchtbringendste, und zwar aus einem psychologischen Grunde. Die fertigen Wandtafeln und ebenso die Projektiousbilder mit ihren bunten Farben und der Mannigfaltigkeit der in ihnen naturgetreu wiedergegebenen Einzelheiten können jene einfacheren StegreifzeichnuDgen niemals völlig ersetzen, da sie von dem Hörer in der Regel nicht so vollkommen verstanden und so dauernd dem Gedächtnis einverleibt werden, wie jene mehr oder weniger schematischen, leicht verständlichen Zeichnungen, die Linie


1) J. L. Clarke, Further Researches on the Gray Substance of the Spinal Cord. PI. XXXIII, fig. 20, 21, Philosph. Transactions cf the R. Society of London, 1859.


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für Linie vor ihm entstehen und ihm während ihres Entstehens in allen ihren Teilen vollkommen klar gemacht werden können.

Nun ist es ein eigen Ding mit diesen Tafelzeichnungen. Es gehört nicht nur viel Uebung und morphologischer Sinn, sondern vor allem auch eine ganz spezielle zeichnerische Begabung dazu, sie, besonders wenn sie wegen der großen Dimensionen des Hörsales recht groß angefertigt werden müssen, in den Proportionen stets richtig zu treffen. Es ist aber die Forderung aufzustellen, daß, ebenso wie wir bestrebt sein müssen, im mündlichen Vortrag unseren Hörern nur Zutreffendes darzubieten, dem Hörer auch in diesen Zeichnungen immer nur Korrektes und niemals Falsches vorgelegt werde; die Zeichnungen dürfen sich, selbst in ihrer Eigenschalt als Schemata, nicht allzu sehr von der Wirklichkeit entfernen. Mißlungene Tafelzeichnungeu bieten ein sehr klägliches Bild, geben unrichtige Vorstellungen von den wirkhchen Verhältnissen und fordern die Kritik der Hörer heraus. Ich habe verschiedentlich die große Fertigkeit bewundern können, zu der es einzelne mit besonderem Zeichentalent begabte Kollegen im Lehrfach in diesen improvisierten Tafelzeichnungen gel)racht haben , und doch muß ich sagen, daß mir auch ihre Darbietungen häufig in einem oder anderem Punkte verzeichnet oder gar zu sehr schematisiert zu sein schienen. Ich selbst, obgleich des Zeichnens „für den Hausgebrauch" im üblichen Maße mächtig, kann mich nicht damit rühmen, in dieser Hinsicht wirklich Befriedigendes zu leisten, ein Mangel meiner Befähigung, der mir seit dem Beginn meiner akademischen Lehrtätigkeit ein Grund zur Unzufriedenheit mit mir selbst war. Es ist mir z. B. nicht gegeben , einen Brustkorb mit allen Rippen während des Vortrages mit der erforderlichen Schnelligkeit und Sicherheit symmetrisch und in allen seinen Teilen richtig auf die Tafel zeichnen zu können, selbst mit einer Vorlage in der Hand; manchen anderen wird es wohl auch nicht besser ergehen.

Dazu kommt noch der üebelstand, daß dieses Zeichnen während der Vorlesung, besonders wenn es etwas sorgfältiger geschieht, sehr viel Zeit in Anspruch nimmt, was besonders dort in die VVagschale fällt, wo, wie z. B. hier am Orte, der anatomischen Vorlesung nur eine verhältnismäßig geringe Stundenzahl zugewiesen ist. Dieser Zeitverlust geht dann immer auf Kosten des interessanteren, erklärenden Teiles des Vortrages, so daß das ganze Kolleg schließlich nur aus Zeichnen und aus dem geistlosen Aufzählen der trockenen anatomischen Tatsachen besteht.

All diesen Nöten ist nun ein Ende gemacht durch ein Verfahren, das ich in der letzten Zeit anwende, und das mir so unentbehrlich geworden ist, daß ich mir meine Vorlesung ohne dieses Aushilfsmittel nicht mehr denken könnte. Ich mache mir die Zeichnungen für das Kolleg im voraus, und zwar im kleinen, mit Feder und Tinte auf Pauspapier; als Vorlage dienen zumeist die Abbildungen in Büchern und Atlanten. Mit anderen Worten : die Zeichnungen werden aus Büchern ausgepaust, wobei nach Bedarf und Belieben Veränderungen und Ergänzungen angebracht werden. Diese Pause wird nun mit Hilfe eines Scioptikons in gewünschter Größe auf festes, glattes Pack


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papier projiziert und mit dem Bleistift nachgezeichnet ; das Pauspapier läßt die Lichtstrahlen wie Glas durch. Dies besorgen meine Assistenten, die darauf schon so eingearbeitet sind, daß sie in einer Viertelstunde mehrere solche vergrößerte Zeichnungen fertigstellen können. Was nun folgt, ist wieder Sache des Dieners. Mit einem 1—2 mm engen Locheisen werden die Linien der Zeichnung in Abständen von 1 — 4 cm durchlöchert, wobei ein hartes Brett als Unterlage dient; auch dies nimmt nicht viel Zeit in Anspruch. Die Originalpause wird sofort auf einen halben Bogen Schreibpapier aufgeklebt, mit einer Nummer versehen und aufgehoben ; dieselbe Nummer erhält auch die vergrößerte Zeichnung. Dieses Verfahren ist notwendig, damit man einen üeberblick hat über die vorrätigen Zeichnungen und die gewünschte Zeichnung im Bedarfsfalle leicht findet.

Die praktische Verwendung dieser vergrößerten Zeichnungen gestaltet sich nun folgendermaßen. Die Zeichnung wird auf die Tafel flach aufgedrückt, und man fährt mit einem weichen Lappen, der mit Kreide bestäubt ist, einmal leicht darüber. Nimmt man das Papier weg, so sieht man einen blassen Abklatsch der Originalzeichnung vor sich, natürlich mit Punktreihen statt der Linien. Man kann diesen Abklatsch leicht auch so blaß gestalten, daß er gerade nur in allernächster Nähe, hier aber immer noch ganz deutlich sichtbar ist. Um auch den Schein einer beabsichtigten Täuschung der Zuhörerschaft zu vermeiden, unterlasse ich es natürlich nicht, die Methode den Hörern in einer der ersten Stunden zu erklären.

Die Punktreihen können nun während der Vorlesung vom Vortragenden leicht und rasch nachgezeichnet werden ; selbst große und komplizierte Zeichnungen lassen sich so in einigen Minuten fertigstellen. Bei den Muskeln werden die entsprechenden Skelettunterlagen schon vor der Vorlesung vollkommen fertiggestellt und bloß die Muskeln während des Kollegs eingetragen ; ähnlich verfahre ich auch bei den Gefäßen und Nerven. Man wird es mir kaum glauben, daß die so hergestellten Zeichnungen durch die Tadellosigkeit der Proportionen und die Sicherheit der Linien einen ganz anderen Charakter haben als die frei hingeworfenen Zeichnungen ; sie sehen geradezu elegant aus. Natürlich verzichtet man durch dieses Verfahren darauf, vor den Hörern als brillanter und verblüffender Zeichner zu glänzen ; aber dieses Opfer der persönlichen Eitelkeit wird reichlich aufgewogen durch das befriedigende Gefühl, den Hörern etwas wirklich Korrektes und Vollkommenes zu bieten.

. Vielleicht wird dieses Verfahren oder etwas Aehnliches auch schon anderweitig geübt ; jedenfalls ist dies aber nicht überall der Fall, da ich noch nirgends etwas derartiges gesehen habe. Deshalb glaube ich nichts Ueberflüssiges getan zu haben , wenn ich diese sehr einfache, aber auch sehr praktische Methode, die sich natürlich nicht nur für den anatomischen Unterricht, sondern auch für andere demonstrative Fächer eignet, beschrieben habe. Sie sei den Kollegen im Lehrfach angelegentlichst empfohlen.

Abgeschlossen am 7. Februar 1903.

Frommannsche Buchdruckerei (Hermann Fohle) in Jena.


ANATOMISCHER ANZEIGER

Centralblatt

für die gesamte wisseEsoliaftliche Anatomie.

Amtliclies Organ der anatomischen Gesellschaft.

Herausgegeben von

Prof. Dr. Karl -sron Bardeleben in Jena.


Verlag von Gustav Fischer in Jena.


Der „Aiintomisclie Alizeig-er erscheint in Nummern von etwa 2 Druckbogen. Um ein rasches Erscheinen der eingesandten Beiträge zu ermöglichen, werden die Nummern ausgegeben, sobald der vorhandene Stoflf es wünschenswert macht und event, erscheinen Doppelnammern. Der umfang eines Bandes beträgt etwa 50 Druckbogen und der Preis desselben 16 Mark. Das Erscheinen der Bände ist unabhängig vom

Kalenderjahr.

XXII. Band. -m 21. Februar 1903. ^ No. 24.


Inhalt, Aufsätze. Th. Ziehen, lieber den Bau des Gehirns bei den Halbaffen und bei Galeopithecus. Mit 7 Abbildungen, p. 505 — 522. — R. Wiedersheim, Ueber den Kehlkopf der Ganoiden und Dipnoer. Mit 9 Abbildungen, p. 522 bis 535.

Bücheranzeigen. Handbuch der pathologischen Anatomie des Nervensystems, p. 535.

Anatomische Gesellschaft. 17. Versammlung, p. 536.


Aufsätze.

Nachdruck verboten.

Ueber den Bau des Oehirns bei den Halbaffen und bei Galeopithecus.

Von Prof. Tu. Ziehen in Utrecht.

Mit 7 Abbildungen.

Durch die Freundlichkeit von Prof. Hubrecht bin ich neuerdings in den Besitz von einigen Halbatfeugehirnen gelangt und so in den Stand gesetzt, meine früheren Angaben ^) über die Großhirnfurchung der Halbaffen in einigen nicht unwichtigen Punkten zu ergänzen. Es handelt sich um die Gattungen Tarsius, Nycticebus und Galeopithecus.


1) Arch. f. Psychiatrie, Bd. 28, Heft 3.

Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 33


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1. Tarsius.

Während ich damals nur über ein Gehirn von Tarsius spectrum Geoff, verfügte, standen mir jetzt 6 Gehirne derselben Art zur Verfügung. Insbesondere war im Hinblick auf die damals geäußerten Zweifel auch wertvoll, daß ich die Gehirne selbst aus dem frisch in Formol eingelegten Schädel herausnehmen konnte. Ein siebentes, in Alkohol gehärtetes Gehirn zog ich nur in einzelnen Fragen zum Vergleich heran.

Die 6 Gehirne 1) stimmen so vollständig überein, daß eine gemeinsame Beschreibung zulässig ist. Die Abweichungen der äußeren Form von dem in meiner ersten Abhandlung beschriebenen Gehirn sind wahrscheinlich auf Deformationen des letzteren zurückzuführen.

Die nachfolgenden Figg. 1 — 4 geben das Tarsiusgehirn in der Parietal-, Seiten-, Medial- und Basalansicht wieder. Die Gesamtform muß ich auch heute noch als höchst merkwürdig bezeichnen. Ich kenne kein einziges Säugetiergehirn, dem das Tarsiusgehirn bezüglich derselben wirklich nahestände. Bemerkenswert ist vor allem die relativ sehr starke Entwickelung des Schläfen- und Hinterhauptteils, dem gegenüber der Stirn teil verkümmert ist. Der letztere erscheint als ein kurzer, ziemlich spitzer, schnabelförmiger Fortsatz, welcher seinerseits die im Vergleich zu den Affen gut, im Vergleich zu den Halbaffen schlecht entwickelten Lobi olfactorii an seiner vorderen Spitze trägt. Höchstens das vorderste Drittel des Kleinhirns wird vom Großhirn bedeckt. Der Längsdurchmesser des Großhirns ist gegenüber dem größten Breitendurchmesser klein. Der letztere beträgt 23 mm, der erstere 20 mm (bestimmt als senkrechter Abstand der occipitalen Grenzebene, d. h, einer durch den Occipitalpol gelegten Ebene von der frontalen Grenzebene, d. h, einer durch den Frontalpol gelegten Ebene) ^). Der Angulus occipitomedialis — so will ich den Punkt nennen, wo die medialen Mantelränder auseinanderweichen und das Kleinhirn zum Vorschein kommen lassen — liegt 2^2 ^^ vor der occipitalen Grenzebene, Die occipitale Kurvatur (Curvatura occipitalis) — so will ich den , ausgeschweiften hinteren Begrenzungsrand des Occipitallappens in der Parietalansicht bezeichnen — ist sehr flach; ein wirklicher Winkel (Angulus occipitolateralis) , wie er bei vielen Säugern vorkommt, fehlt


1) Angaben über die Hirngewicbte finden sich in Monatsschr. f. Psych, u. Neur., 1902.

2) Diese Grenzebenen legt man am besten senkrecht zur Schädelbasis. Ihr senkrechter Abstand wird durch den Winkel zur Schädelbasis natürlich beeinflußt, auch wenn die beiden Ebenen parallel sind.


507


AS Aom



daher auch. Der Occipitotemporah'and zeigt die bekannte Ausschweifung oder Depression (Depressio occipitotemporalis), welche beinahe in der ganzen Säugetierreihe wiederkehrt und in meiner ersten Arbeit mit einem Kreuz bezeichnet worden ist. Die Verlaufsrichtung des Occipitotemporalrandes nähert sich in ungewöhnlicher Weise der frontalen. Sie bildet nämlich mit der Medianlinie einen Winkel von fast 45 ^ während z. B. bei Nycticebus derselbe Winkel kaum 30° beträgt. Die Seitenansicht des Tarsiusgehirns in der mir inzwischen zugänglich gewordenen Abhandlung von / / / ; , I. VAN DER HoEVEN ^) gibt das Verhältnis Lo Mof \Fbta aü

LS + FS

Fig. 1. Seiteufläche des Großhirns von Tarsius spectiiim. Aom Angulus oeeipitomedialis. Aol Angulus occipitolateralis. AS Angulus Sylvieus. AÜ Angulus temporalis lateralis. Fo Facies orbitalis. Co Curvatura occipitalis. Dot Depressio occipitotemporalis. Fbta Facies basitemporalis anterior. Mof Margo orbitofrontalis. 3Ita Margo temporalis anterior. Lo Lobus olfactorius. LS + FS Linea Sylvica und Fissura Sylvii.

nicht richtig wieder. Noch eigenartiger gestaltet sich der dem Temporalpol entsprechende vordere Rand des Schläfenlappens. Während bei den übrigen mir bekannten Halbaffen ähnlich wie bei den Affen und bei dem Menschen der vordere Rand des Temporallappens in der Seitenansicht einen sehr kurzen Bogen, die Curvatura temporalis, bildet, so daß man ihn schlechthin als Temporalpol bezeichnen konnte, zieht sich bei Tarsius der vordere Rand des Temporallappens (Margo temporalis anterior) unverhältnismäßig lang aus. Auf meinen Tarsiusgehirnen mißt er 10 Va ni™- Mit dem occipitotemporalen Mantelrand stößt er unter einem abgerundeten spitzen Winkel von ca. 80° (Angulus temporalis lateralis) zusammen.

Noch auffälliger gestaltet sich die Basalfläche. In ihrem vorderen Teil findet man 2 unter stumpfem Winkel gegeneinander geneigte Flächen, welche man nach ihrer Lage als Orbitalfläche (Facies orbitalis) und vordere Basitemporalfläche (Facies basitemporalis anterior) bezeichnen kann. Beide zeigen eine seichte Mulde. Sie stoßen in einer fast geradlinigen, nur leicht geknickten Kante, der Linea Sylvica, zusammen. Die Facies orbitalis senkt sich ziemlich steil bis zum medialen Mantelrand herab. Hinten wird


1) Bijdragen tot de kennis van de Lemuridae of Prosimii, Leiden 1844, Taf. I, Fig. 8.

33*


508


Frla Fo


RlTro

LS + FS



Co


sie durch die laterale Wurzel des Tractus olfactorius von dem Tuberculura olfactorium getrennt. Lateral reicht sie bis an die Furche FS,

welche, wie unten erörtert werden wird, der Fissura Sylvii entspricht und streckenweise mit der Linea Sylvica zusammenfällt ; sie stößt also im Bereich dieser Furche mit der Basi temporalfläche zusammen. Sie entspricht der hinteren oberen Wand der Orbita, welche entsprechend der enormen Entwickelung des Aug Aol

Fig. 2. Basalansicht des Gehirns von Tarsius spectrum. Das Gehirn ist dui"ch einen Schnitt im Bereich der hinteren Vierhügel und des Hirnschenkels abgetrennt worden. Aq Aquädukt. Atl Angulus temporalis lateralis. Aol Angulus occipitolateralis. Aom Angulus occipitomedialis. Cho Chiasma opticum. Co Curvatura occipitalis. Cqp Corpus quadrigeminum post. Dot Depressio occipitotemporalis. B]^ Basis peduneuli. Fh Fissui'a hippocampi. Cgm Corpus geniculatum mediale. Fo Facies orbitalis. Fbta Facies basitemporalis ant. Fbtp Facies basitemporalis post. LS + FS Linea und Fissura Sylvica. GtMr occipitotemporaler Mantelrand. RlTro laterale Riechwurzel. Sotb Sulcus occipitotemporalis basalis. Spa Substantia perforata anterior. Tc + Cm Tuber cinereum mit Corpus mamillare. Frla Fissura rhiualis lateralis ant. Tr Tractus olfactorius. To Tuberculum olfactorium.

apfels sehr geräumig ist. Man kann sich kaum des Eindruckes erwehren, daß die schiefe Stellung der Orbitalfläche und die schnabelförmige, schmale Gestalt des Stirnteils des Gehirns auf die Raumbeschränkung zurückzuführen ist, welche die starke Entwickelung der Orbitahöhle für die vorderen Abschnitte der Schädelhöhle zur Folge gehabt hat. Das Tuberculum olfactorium mißt in frontaler Richtung 8^/3, in sagittaler fast 2 mm. An das Tuberculum olfactorium schließt sich ein schmaler Streifen an , welcher im wesentlichen als Substantia perforata ant. zu deuten ist. Zwischen dieser und dem vorderen Chiasmawinkel liegt noch ein rhombisches Feld, welches zum Teil der Lamina terminalis entspricht. — Mit der Lateralfläche des Stirnhirns stößt die Facies orbitalis in dem ziemlich scharfen Margo orbitofrontalis zusammen. Den stumpfen Winkel, in welchem der Margo orbitofrontalis mit dem Margo temporalis anterior


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zusanimeDtriÖt und in welchem auch die Linea Sylvica mündet, will ich als Angulus temporofrontalis s. Sylvicus bezeichnen.

Die Basal fläche desTemporal-undOccipitalgebietes läßt im übrigen 2 Hauptflächen erkennen : die bereits erwähnte Facies basitemporalis anterior und die Facies occipitotemporalis basalis. Diese beiden Hauptflächen stoßen untereinander und mit der Lateralfläche des Schläfenlappens in dem bereits erwähnten Angulus temporalis lateralis (Ätl auf Fig. 2) zusammen. Auf Fig. 2 sind die 3 hier zusammentrefl'enden Flächen durch Schattierung bezvv. Strichelung hervorgehoben.

Die Furche FS, welche ich, wie gesagt, als Fissura Sylvii deute, schneidet sehr scharf ein. Sie nimmt fast genau die laterale Hälfte der Linea Sylvica ein. Sie läßt sich bis zum Angulus Sylvicus verfolgen, ist aber hier schon so seicht, daß von einer „Incisura Sylvica" kaum gesprochen werden kann. Am tiefsten ist sie an ihrem medialen Ende, also etwa in der Mitte der Linea Sylvica. Sie weicht hier in Regel etwas von der letztgenannten Linie temporalwärts ab. Ein Blutgefäß ist in der Furche meist nicht enthalten, vielmehr läuft das stärkste hier in Betracht kommende Blutgefäß meist etwa 1 mm hinter der Linea Sylvica über die Facies basitemporalis anterior zur lateralen Konvexität. Von einer Insel- oder Operculumbildung ist keine Spur zu finden. Eine andere Homologie als diejenige mit der Fissura Sylvii scheint mir nicht in Betracht zu kommen. Man darf nur nicht, wenn man die Furche FS von Tarsius mit der Sylvischen Furche homologisiert, etwa an den Ramus posterior der Sylvischen Furche der Anthropomorphen oder gar des Menschen denken, bei welchen der sog. Ramus posterior fissurae Sylvii gar keine Oberflächenfurche s. str. ist, sondern die Linie darstellt, in der der überwallende temporale Klappdeckel mit dem überwallenden parietalen Klappdeckel zusammenstößt. Vielmehr hat man an die Fissura Sylvii zu denken, wie sie uns bei den tieferstehenden Säugern allenthalben begegnet. Der äußerliche Unterschied in der Gestaltung dieser ganzen Gegend zwischen Tarsius und den anderen tiefstehenden Säugern beruht fast ausschließlich auf der relativen Verkümmerung des Rhinencephalons, mit welcher das Ausbleiben der Ueberbrückung der Linea Sylvica in ihrer medialen Hälfte durch das Rhinencephalon in engem Zusammenhang steht. Während daher bei Aplacentaliern, Carnivoren etc., die Fissura Sylvii aus der lateralen Grenzfurche des Rhinencephalons, d. h. der Fissura rhinalis lateralis zu entspringen scheint, entspringt sie bei Tarsius vollkommen frei. Bei den höchsten Primaten ein


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schließlich des Menschen wäre infolge der noch stärkeren Verkünimerung des Rhinencephalons eine ähnliche Gestaltung der Fissura Sylvii zu erwarten, indes hat sich hier, wie ich schon früher in Gemeinschaft mit Kükenthal nachgewiesen habe, die Fissura Sylvii zu einer mächtigen Bogenfurche, der Fissura circularis externa, entwickelt, welche die Insel umkreist. Bei Tarsius bieten sich die primitiven Verhältnisse der Fissura Sylvii eines relativ mikrosmatischen Säugers in überaus interessanter und einleuchtender Form dar.

Die Linea Sylvica wird man am besten mit der Vallecula Sylvii vergleichen können. Auch die Entstehung der letzteren in teilweiser Abhängigkeit von der Gestaltung der Schädelbasis erscheint damit im besonderen Licht.

Eine Fissura r hinaus lateralis anterior kommt Tarsius ebenso wie den anderen Halbaffen zu. Wenigstens steht nichts im Weg, die laterale Grenzfurche der lateralen Wurzel des Tractus olfactorius als Fissura rhinalis lateralis anterior zu bezeichnen. Die laterale Wurzel des Tractus olfactorius verschwindet in der Linea Sylvica auch für die Betrachtung mit der Lupe fast vollkommen. Von der Fissura rhinalis lateralis anterior ist jenseits, d. h. hinter der Linea Sylvica keine Spur zu finden, mit anderen Worten: eine Fissura rhinalis lateralis posterior, welche bei Lemur und anderen Prosimiern noch gut nachzuweisen ist und auch dem Menschen nicht fehlt, ist bei Tarsius nicht vorhanden.

Das basale Gebiet des Occipitotemporallappens läßt nur eine einzige Furche erkennen, welche schräg sagittal, dem occipitotemporalen Mantelrand im Bereich der Depressio occipitotemporalis parallel läuft. Sie liegt außerdem in einer etwas vertieften Nische, welche einer Hervorwölbung des Felsenbeins entspricht. Ich habe in meiner ersten Arbeit diese Furche als ß bezeichnet und sie unter Vorbehalt mit dem Sulcus occipitotemporalis raedialis und lateralis des Primatengehirns homologisiert. Ich halte hieran auch heute noch fest, möchte aber nach meinen fortgesetzten Studien der Großhirnfurchung der Primaten die Homologie mit dem Sulcus occipitotemporalis medial is (also der Kollateralfurche) in die erste Linie stellen. Der Sulcus occipitotemporalis lateralis ist überhaupt keine konstante und einheitliche Furche des Primatengehirns. Es dürfte sich empfehlen, die in Rede stehende Furche des Lemurengehirns einfach als Sulcus occipitotemporalis basalis zu bezeichnen.

Die laterale Konvexität zeigt keine einzige echte Furche (vergl. Fig. 3). Die mit Gef,f bezeichnete Furche ist, wie mir auch Serienschnitte bestätigt haben, eine Gefäßfurche. Die mit S (Scheitel


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furche) bezeichnete Depression findet sich auf allen Hemisphären. Wie ich jetzt sehe, ist sie auch bei v. d. Hoeven angegeben. Sie darf trotz ihrer Seichtigkeit daher wohl als konstant betrachtet werden. Der Vergleich mit dem S. temporalis superior der Primaten liegt sehr nahe^). Die in meiner ersten Arbeit beschriebene Depression y hat sich als inkonstant erwiesen.


Cc Sf Md Fpo Iq


AS



Aom


Fe


Sotb


Fig. 3.


Le


Fo Fd


Feh Fh Fiff. 4.


Dot


Fig. 3. Parietalaiisicht des Gehirns von Tarsius spectrum. AS Angulus Sylvieus. Dot Depressio occipitotempoi-alis. Gef.f Gefäßfurche. Le Lobulus eruciformis. Lo Lobus olfactorius. Lp Lobulus petrosus. Py Pyramis. S Scheitelfurche.

Fig. 4. Medialfläche des Gehirns von Tarsius spectrum (hinterer Teil). Der Hirnstamm ist entfernt. Vergr. 2:1. Aom, Angulus occipitomedialis. Dot Depressio occipitotemporalis. Cc Corpus callosum. Fe Fissura calcarina. Fd Fascia dentata. Feh Fissura chorioidea. Fh Fissura hippocampi. Fo Fornix. Fpo Fissura parietooccipitalis. Iq Impressio quadrigemina. 3Id Margo dimidians. Sf Sulcus foreipitis. Soth Sulcus occipitotemporalis basalis.

Die Medialfläche ist auf Fig. 4 dargestellt. Der Balken ist 5V2 ™D3 lang. Die punktiert-gestrichelte, etwas unregelmäßige Linie, welche vom Splenium bis zum Angulus occipitomedialis führt, gibt die Grenze zwischen dem oberen , genau vertikal gestellten Teil der Medialfläche und der schräg lateralwärts abfallenden, oben zur Basalfläche gerechneten basalen Occipitotemporalfläche wieder. Unterhalb dieser Linie, welche ich als Margo dimidians bezeichnen will, liegt eine sehr charakteristische, auf der Figur schraffierte Nische, welche die Bezeichnung Impressio quadrigemina verdient: in diese Nische sind nämlich rechts und links die Kuppen der vorderen Vierhügel eingelagert. Im Grunde dieser Nische liegt die einzige Eigenfurche der Medialfläche, zugleich die tiefste Furche des Tarsiusgehirns überhaupt.


1) Vergl. in meiner ersten Arbeit die Bemerkungen über die Furche & bei Perodicticus potto.


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V. D. HoEVEN hat sie nicht abgebildet. Auf dem in meiner ersten Arbeit beschriebenen Gehirn ist sie — offenbar infolge einer Deformation des Gehirns — auch nicht zu erkennen gewesen. Ich finde sie auf den jetzt mir zur Verfügung stehenden Gehirnen überall in ganz konstanter Lage und Form. Auf den ersten Anblick erscheint sie dreistrahlig. Eine genauere Untersuchung ergab, daß der vordere untere und der hintere Strahl eine zusammenhängende tiefe Furche bilden, in deren obere Lippe der seichtere vordere obere Strahl mündet. Ein Blick auf andere Halbaffengehirne genügt, um die seinerzeit von mir beschriebene Furchentrias q -\- o -\- n wiederzuerkennen. Auch bei Nycticebus und Lemur ergab sich, daß /r, d. h. der vordere obere Strahl in die obere Lippe von ^ + o, d. h. die obere Lippe des zusammengehörigen vorderen unteren und hinteren Strahles einschneidet. Ebenso ist zweifellos, daß der vordere obere Strahl der Fissura parietooccipitalis, der hintere Strahl der Fissura calcarina und der vordere untere Strahl dem sog. gemeinsamen Stiel beider Furchen entspricht. Jedenfalls ist bemerkenswert, daß bei Tarsius und, so viel ich sehe, allen Prosimiern der gemeinsame Stiel sich direkt in die Fissura calcarina fortsetzt. Die Fissura parieto-occipitalis ist bei Tarsius knapp 2 mm lang und verläuft geradlinig. Die Fissura calcarina s. Str., d. h. der hintere Ast des Dreistrahles, ist 4 mm lang. Der „gemeinsame Stiel", der nach dem Obigen bei Tarsius nichts ist als der vordere Teil der Fissura calcarina, ist leicht geschweift, überschreitet den Rand der Impressio quadrigemina und zieht noch eine Strecke weit, der Fissura hippocampi parallel, längs des Stammausschnitts des Hemisphärenmantels; insgesamt ist er etwas über 3 mm lang.

Die Fissura hippocampi ist auf der Basalfläche (Fig. 2 Fh) in der charakteristischen Weise sichtbar. Auf der Medialfläche (Fig. 4) läßt sie sich etwa bis in das Horizontaluiveau der Fissura calcarina verfolgen. Dem Splenium nähert sie sich bis auf etwas über 4 mm. Die auf der Figur mit Sf bezeichnete Furche hat mit der Fissura hippocampi nichts zu tun und ist überhaupt keine echte Furche. Sie kommt vielmehr dadurch zu stände, daß die seitlichen Ausstrahlungen des Balkenwulstes (Forceps posterior) sich über das Niveau der Rinde noch eine Strecke weit etwas erheben. Ich bezeichne daher diese uneigentliche Furche als Sulcus forcipitis.

Die Fascia dentata ist an der breitesten Stelle ca. IV2 ^a™ breit. Der Sulcus fimbriodentatus ist in der gewöhnhchen Weise entwickelt. Der absteigende Fornixschenkel resp. die Fimbria (Fo) zeigt makroskopisch keine Besonderheiten, welche für die Auffassung der Hirnfurchung interessant wären.


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Bevor ich zur Beschreibung anderer Gehirne übergehe, will ich einige andere interessante Einzelheiten des Tarsiusgehirns kurz hervorheben. Es sind namentlich folgende. Die Commissura inferior (Guddeni) des Chiasma opticum ist mit bloßem Auge sichtbar. Auf Fig. 2 ist nur ihr lateralstes Stück zu erkennen. Die beiden Hauptwurzeln des Tractus opticus sind sehr deutlich zu unterscheiden, die mediale ist sehr viel schwächer als die laterale. Der laterale Kniehöcker ist enorm mächtig, der mediale (vergl. Fig. 2) relativ kleiner. Der Sehhügel mißt einschließlich des lateralen Kniehöckers 6 mm im frontalen Durchmesser; die mediale obere Sehhügelkante mißt nur S'/a — 4 mm. Der vordere Vierhügel ist gelblichgrau, der frontale Durchmesser beträgt 4 mm, der sagittale ebenfalls 4 mm. Der hintere Vierhügel erscheint mehr weiß, der frontale Durchmesser beträgt knapp 3, der sagittale P/g mm. Die Commissura anterior ist im Medianschnitt elliptisch, ihre Durchmesser betragen ^/^ resp. 1^/4 mm. Die Brücke ist 1^/4 mm, das Corpus trapezoides 2V4 mni breit. Die Pyramiden sind sehr deutlich ; jede ist etwas über 1 mm breit. Gegen den Ponsrand divergieren die Pyramiden etwas. Zuweilen zerfallen sie in 2—3 Stränge. Der Zusammenfluß der Aa. vertebrales liegt 6 mm unterhalb des distalen Ponsrands. Der Trigeminus entspringt am vorderen Rande der Brücke. Die Pyramidenkreuzung gleicht mikroskopisch im ganzen derjenigen der Afifen. Alle Fasern gehen in den gekreuzten Seitenstrang über. Ein medianer GoLLScher Kern ist vorhanden (NB. Tarsius ist geschwänzt; der Schwanz soll 23 — 24 cm messen, während die Körperlänge nur 16—17 cm betragen soll), doch erstreckt er sich lange nicht so weit cerebralwärts wie der paarige Abschnitt. Die Oliva inferior ist fast ganz kompakt (ungefältelt und ohne deutlichen Innenraum). Die Nuclei laterales sind sehr mächtig. Die Hypoglossusfasern treten teils am lateralen Rande der Olive, teils durch die Olive aus. Der ventrale Raphekern der Oblongata ist auffällig mächtig. Eine kurze Strecke liegt er fast frei zwischen den beiden Pyramiden zu Tage, dann wird er von den sich kreuzenden Trapezfasern verdeckt. Der Nucleus arciformis fehlt. Die Oliva superior ist sehr mächtig und S-förmig gefältelt; sie liegt ventromedial vom Facialiskern. Sehr stark ist auch die Formatio fasciculata des Acusticus. Die Cochlearwurzel umgreift, wie bei allen placentalen Säugern, das Corpus restiforme. Der Mittelteil des Rautenbodens ist ungewöhnlich vertieft. Auf viele andere Einzelheiten komme ich an anderer Stelle zurück.

Das Kleinhirn zeigt die von mir in meinem Handbuch i) be 1) 2. Lief., p. 486.


Ri


Cu --,


Lc '"



PH


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schriebene Gliederung. Der Sulcus valleculae, welcher Hemisphären und Wurm scheidet, ist auf der unteren und hinteren oberen Fläche sehr gut ausgeprägt, während er auf der vorderen oberen, den Vierhügeln zugekehrten Fläche kaum zu erkennen ist. Auf der hinteren oberen Fläche tritt nahe der Gipfellinie des Kleinhirns das Marklager streifenförmig zu Tage. Auf dem Medianschnitt erkennt man sofort den Lobulus impendens (= Decüve + Tuber). Das Culmen ist sehr

schmächtig, das vor und unter dem Culmen gelegene Läppchen kann entweder als Sublobulus des Culmen oder als Lobulus centralis gedeutet werden. Die Pyramis ist sehr gut entwickelt und schleift gewissermaßen schleppenartig ihre unterste Windung auf

dem verlängerten Mark nach, Uvula und Nodulus ^u sind verschmolzen. Mit dem

Fig. 5. Medianschnitt durch das Kleinhirn von Tarsius spectrum. Vergr. 4 : 1. Cu Culmen. Lc Lobulus centralis (vergl. jedoch auch Text). NU Läppchen, welches der Uvula und dem Nodulus homolog ist. Py Pyramis. Ri Ramus impendens arb. vit.

Lobulus ^impendens, und zwar nur mit diesem, hängt durch einen verschmälerten Stiel ein typischer Lobulus eruciformis zusammen, welcher den Hauptteil der Hemisphären bildet. Ein Lobulus palpiformis fehlt. Der Lobulus petrosus ist gut entwickelt. — Aus der Untersuchung meiner Serie ergibt sich, daß 2 Kleinhirnkerne zu unterscheiden sind, die beide paarig sind : ein Nucleus medialis s. tecti und eine Massa grisea lateralis i). An ersteren schließt sich seitHch noch eine weitere graue Masse an, welche event, dem Nucleus anterolateralis oder posterolateralis von Weidenreich entsprechen könnte. Die Massa grisea lateralis mißt bis zu 1080 1.1 im frontalen Durchmesser und ist völlig kompakt (ungefältelt und ohne Innenraum) ; in ihrer Umgebung finden sich noch einige kleinere graue Ansammlungen.

2. Nycticebus. In meiner ersten Arbeit konnte ich 4 Gehirne von Nycticebus tardigradus beschreiben. Jetzt standen mir 5 weitere Gehirne von


1) Vergl. mein Handbuch, p, 549.


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Nycticebus (wahrscheinlich javanicus) zur Verfügung. Die Furchung ist fast genau dieselbe, wie ich sie damals beschrieben habe. Ich füge nur folgendes bei. Recht gut kann man außer der Fissura rhinalis anterior auch die Fissura rhinalis posterior erkennen. Erstere hat dieselbe Lage wie bei Lemur (vergl. meine erste Abhandlung Fig. 9), verläuft jedoch etwas mehr horizontal, wie dies übrigens auch bei Lemur oft vorkommt. Mit der Fissura Sylvii s. str. hängt sie nur scheinbar zusammen, mit der F. rhinalis posterior überhaupt nicht. Der Sulcus lateralis + coronalis {= y -\- r] der ersten Abhandlung) ist ganz so ausgeprägt, wie ich es für Nycticebus tardigradus beschrieben habe.

Die Furchen des Frontalteils möchte ich jetzt etwas anders deuten ^). Vor allem ist der Verlauf der Furchen hier ziemlich variabel. Stets handelt es sich um 3 Furchen, welche ich früher als e', e" und ^ bezeichnet habe 2), Bei Lemur finden sich trotz des fast doppelt so großen Gehirns scheinbar nur 2 Furchen in diesem Gebiet, die ich damals als C und e bezeichnet habe. Von diesen beiden entspricht die horizontal verlaufende Furche C wohl unzweifelhaft dem Sulcus principalis der Affen. Bei Nycticebus ist diese Furche sehr viel kürzer; der hintere Abschnitt ist ganz weggefallen. Die Lage ist im übrigen dieselbe. Auf dem von mir abgebildeten Gehirn von Nycticebus tardigradus (1. c. Fig. 4) liegt t ungewöhnlich hoch. Meist liegt diese Furche auch bei Nycticebus wie bei Lemur dem Margo orbitofrontahs näher. Sehr schwer ist die Deutung und Homologisierung der bogenförmigen Furche e" des Nycticebusgehirns, welche stets gut ausgeprägt ist. Ich glaube jetzt nach wiederholter Vergleichung meines gesamten Materials an Halbaifengehirnen, daß die Furchen /, e und C Glieder einer Furchenkette sind, die sich untereinander in der Prosimierreihe innerhalb gewisser Grenzen vertreten können. Bei manchen Lemurarten krümmt sich / so weit nach unten und vorn, daß dieser vordere untere Abschnitt beinahe dieselbe Lage bekommt, wie die bogenförmige Furche e" des Nycticebusgehirns. Ich möchte daher nicht ausschließen, daß die letztere doch wenigstens zum Teil dem herabgekrümmten vorderen Abschnitt der Furche y des Lemurgehirns entspricht. Man hätte dann auzu


1) Ich habe übrigens auf diese abweichende Deutung schon damals (1. c. p. 29) hingewiesen.

2) Flatau und Jacobsohn, Handb. d. Anat. u. vergl. Anat. des Centralnervensyst. der Säugetiere, 1899, Fig. 24, haben neuerdings eine Abbildung des Gehirns des nahe verwandten Stenops gracilis gegebenDie Furchung ist hier auch im Stirnteil sehr ähnlich.


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nehmen, daß bei Nycticebus die Furche / mit der Fissura Sylvii zusammenfließt und dadurch y um den vorderen (vor der F. Sylvii gelegenen) herabgekrümmten Teil, der für das Lemurgehirn so charakteristisch ist, verkürzt worden ist, daß aber die Tendenz zu einer bogenförmigen Furchenbildung vor der F. Sylvii doch nicht völlig verloren gegangen ist, sondern zur Bildung der Furche e" des Nycticebusgehirns geführt hat. Ich bin überzeugt, daß wir mit solcheu Furchungs-„Tendenzen" mehr als bisher rechnen und die schematische Aufstellung der Homologien einzelner ausgeprägter Furchen entsprechend einschränken müssen. So werden auch die Variationen^ welche ich p. 18 und 19 meiner ersten Arbeit mitgeteilt habe, verständlicher. — Die Furche £' nahe dem Mantelrand ist Nycticebus und Lemur gemeinsam. Bei anderen Prosimiern kann sie mit «" verschmelzen bezw. zusammenfließen, so z. B. bei Stenops gracilis^) und Perodicticus potto.

Die Homologie von «' mit dem S. centralis der Affen scheint mir noch immer sehr naheliegend. Für e" (des Nycticebusgehirns) dürfte nach den vorausgegangenen Ausführungen eine einfache Homologie nicht anzugeben sein. Jedenfalls müßte erwogen werden, ob e" nicht wenigstens zum Teil auch als ein weit basal- und frontalwärts verschobener Abschnitt der Retrocentralfurche aufzufassen ist, bei dessen Verschiebung die Verkürzung der Prinzipalfurche (C) und der Zusammenfluß der Sylvischen Furche mit der Intraparietalfurche (/) mitgewirkt hat. Zu der von Flatau und Jacobsohn vorgeschlagenen Homologisierung mit dem Sulcus praecentralis kann ich mich weniger denn je entschließen, da sie bei der Uebertragung auf das Lemurgehirn sofort scheitert.

Im übrigen habe ich meiner damaligen Beschreibung der Furchung des Nycticebusgehirns nichts Wesentliches hinzuzufügen.

Bezüglich des Kleinhirns ist bemerkenswert, daß im Vergleich zum Tarsiusgehirn das Culmen viel stärker entwickelt ist und sein Markstrahl etwas nach hinten abweicht. Im Zusammenhang damit ist die Krümmung des Truncus posterior arboris vitae nach vorn weggefallen. Die Bezeichnung Lobulus „impendens" für Tuber und Declive ist daher für Nycticebus nicht zutreflend. Lemur verhält sich in dieser Beziehung wie Nycticebus. Bei beiden ist also die Kleinhirnbildung sehr viel primatenähnlicher als bei Tarsius.


1) Hier jedoch, wie die Abbildung von Flatau und Jacobsohn lehrt, nicht stets.


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3. Galeopithecus.

Das Gehirn von Galeopithecus i), dessen systematische Stellung noch sehr unsicher ist, ist eines der merkwürdigsten der Säugetierreihe. Es nimmt unter den Placentaliergehirnen etwa dieselbe fremdartige Sonderstellung ein, wie das Echidnagehirn unter den Apla«entaliergehirnen. Zu meiner Verfügung standen 6 sehr gut erhaltene Exemplare von G. volans.

Der Längsdurchmesser des Großhirns beträgt 22 mm, die Breite «iner jeden Großhirnhemisphäre 11 mm. Der Lobus olfactorius ragt in der Dorsalansicht reichlich 5 mm über den Frontalpol hinaus. Das Kleinhirn liegt völlig frei, und zwischen dem Kleinhirn und den Großhirnhemisphären liegen die Vierhügel fast 3 mm breit unbedeckt.

Auf der lateralen Konvexität (vergl. Fig. 6) findet man 3 Hauptfurchen. Die erste ist zweifellos als Fissura rhinalis lateralis anzusprechen und grenzt ein breites Rhinencephalon anterius und ein noch breiteres Rhinencephalon posterius ab. Sie beschreibt 4 Krümmungen : die erste ist entsprechend dem Stiel des Riechlappens konkav nach oben, die zweite liegt etwa über der Vallecula Sylvii und ist konvex nach oben, die dritte mächtigste liegt oberhalb des Rhinencephalon posterius und ist konvex nach unten ; die vierte Krümmung ist konkav nach unten, aber nicht stets deutlich ausgesprochen und sehr kurz. In den occipitalen Mantelrand schneidet dieFurche nicht ein .



^<//


Fig. 6. Seitenansicht des Großhirns von Galeopithecus. Vergr. 2:1. Frha Fissura rhinalis lateralis anterior. Frhp Fissura rhinalis lateralis posterior. Frhm Fissura rhinalis medialis. sHf sagittale Hauptfurche, üeber u und '\) vergl. Text. Rüo Radix lateralis traetus olfactorii. To Tuberculum olfactorium. Gef.f Gefäßfurche, •die basalwärts sich längs des hinteren Randes des Tiiberculum olfactorium verfolgen läßt (hier nur auf einer kurzen Strecke angegeben).

1) Die Literatur beschränkt sich auf eine sehr unvollkommene Abbildung bei Gervais, Journ. de Zool., 1872, und eine Beschreibung eines Gehirns von Galeopithecus Temminckii Waterhouse bei Leche („Ueber •die Säugetiergattung Galeopithecus, eine morpholog. Untersuchung, Kongl. Svenska Vetensk. Akad. HandL, Bd. 21, No. 11). Letzterer gibt auch 3 Abbildungen (Taf. IV, Fig. 30—32); von diesen ist die Dorsalansicht und auch die Seitenansicht korrekt, während die Medialfläche schwerlich naturgetreu ist (Deformation bei der Spiritushärtung?).


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Oberhalb dieser Fissura rhinalis lateralis nun liegt eine sehr rätselhafte Furche, welche in einer Länge von 18 mm (Zirkelmessung) im ganzen sagittal, jedoch mit einer lang hingestreckten, flachen, basalwärts gerichteten Ausbiegung vom Stirnhirn bis zum Occipitalhirn verläuft. Dem Frontalpol nähert sie sich bis auf 8^/2 mm, dem occipitalen Mantelrand ebenfalls bis auf 3^/^— 3^/2 inm. Vom medialen Mantelrand ist sie im Frontalteil knapp 3 mm, im Bereich der Ausschweifung fast 71/2 mm, im Occipitalteil 5V2 mm entfernt.

Ich lasse die Deutung dieser Furche, die ich als sagittale Hauptfurche des Palliums bezeichne i), vorläufig noch dahingestellt und wende mich zur dritten Hauptfurche, welche zwischen den beiden erstbeschriebenen Furchen liegt, jedoch der ersten viel näher als der zweiten. Sie gehört bereits der Orbitalfläche an, d. h. sie liegt unterhalb des Margo orbitofrontalis. Ihr vorderes Ende ist von der frontalen Hirnspitze 3—4 mm und von der Fissura rhinalis lateralis 3 mm entfernt. Nach hinten zu nähert sie sich der Fissura rhinalis lateralis mehr und mehr und kann selbst ausnahmsweise in ihre obere Lippe einschneiden. Auf der Figur ist sie mit v bezeichnet. Leche bezeichnet sie ohne weitere Argumentation als „vordere senkrechte Hauptfurche" im Sinne Panschs.

Eine seichte Vallecula Sylvii ist vorhanden, hingegen deutet höchstens eine seichte Depression die Lage der Sylvischen Furche an. Auf den meisten Hemisphären findet sich zwischen der Fissura rhinalis lateralis posterior und der sagittalen Hauptfurche des Palliums noch eine kleine, annähernd sagittal verlaufende Furche, welche auf der Abbildung mit ip bezeichnet ist. Sie ist 2—3 mm lang. Auf einer Hemisphäre mündet sie an ihrem vorderen Ende in die soeben erwähnte Depression, welche an die Sylvische Furche erinnert.

Leche gibt noch eine weitere Furche an, welche zwischen der sagittalen Hauptfurche und dem medialen Mantelrand liegt. Dieselbe findet sich [nicht auf allen Hemisphären und ist nur in der Dorsalansicht sichtbar. Leche will sie als „obere longitudinale Hauptfurche oder Sulcus centralis" deuten, ohne diese jedenfalls sehr zweifelhafte Homologie näher zu begründen.

Auf der Medialfläche findet man eine Bogenfurche, deren Verlauf sehr an den S. splenialis mancher Säuger erinnert. Sie beginnt unterhalb des Margo dimidians und zieht in einem Abstand von 2^/, mm.


1) Leche homologisiert sie ohne nähere Begründung mit dem Sulcus interparietalis des Menschen und der lateralen Hauptfurche im Sinne Panschs (d. h. also z. B. mit dem Sulcus suprasylvius des Hundes).


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v,^



dem medialen Mantelrand parallel. Oberhalb des Balkenknies angelangt, biegt sie in einem ziemlich flachen Bogen zum medialen Mantelrand ab und schneidet in den letzteren eben noch ein. Außerdem findet sich im Frontalteil eine zweite Furche, welche oberhalb des Balkenknies beginnt und sehr leicht geschweift, fast rein horizontal zum Stirnpol zieht. Sie nähert sich dem letzteren bis auf etwa 1 mm. Auf der Figur ist sie als i bezeichnet.

Fig. 7. Medialfläclie des Großhirns von Galeopithecus. Der Himstamm bis zum Zwischenhirn (einschließl.) ist entfernt. Vergr. 2:1. Cc Corinis callosum. Fh Fissura hippocampi. Md Marge dimidians. 8fd Sulcus fimbriodentatus. Sspl Sulcus splenialis. Ueber \ und 9 vergl. Text.

Unterhalb des Margo dimidians findet man die Fissura hippocampi und den Sulcus fimbriodentatus. Erstere läßt sich einerseits bis auf die Basalfläche verfolgen, andererseits endigt sie nahe dem Balkenwulst noch unterhalb des Margo dimidians. Oberhalb des Margo dimidians liegt in ihrer Fortsetzung eine Furche, welche den Balken in einem Abstand von weniger als 1 mm bis jenseits des Genu umkreist. Ich habe diese Furche, um nichts zu präjudizieren, als (p bezeichnet. Die mikroskopische Untersuchung ergibt, daß sie als eine Fortsetzung der Fissura hippocampi aufzufassen ist, obwohl sie mit dieser letzteren nicht direkt kommuniziert.

Die Fissura rhinalis medialis ist als Furche nicht vorhanden, indessen durch den medialen Rand der lateralen Wurzel des Tractus olfactorius doch bis in die Vallecula Sylvii (inkl.) deutlich markiert. — Das Tuberculum olfactorium ist 4V2 "^"^ la,ng und 5^2 nim breit.

Die Deutung der soeben besprochenen Furchen ist außerordentlich schwierig. Zweifellos scheint mir nur, daß keinerlei Beziehungen zur Furchung der Prosimier bestehen, zu welchen man seit Pallas^) und Linke bis heute die Gattung Galeopithecus sehr oft gestellt hat. Eher könnte man die Furchen im Sinne der Furchung des Gehirns der Carnivoren deuten, zu welchen Geoffroy die Pelzflatterer zählte. Man würde z. B. au manche Viverriden, z. B. Herpestes, denken können, deren Furchen auf der lateralen Konvexität statt des bogen


1) Act. Acad. Petropol. pro 1780.


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förmigen Verlaufes einen rein sagittalen zeigen ^). Indessen bleiben zu viel Differenzen übrig. Die wichtigsten sind, wenn ich das Galeopithecusgehirn mit ;einem in meinem Besitz befindlichen Gehirn von Herpestes griseus vergleiche, welches noch die meiste Aehnlichkeit zu bieten scheint, folgende: Herpestes griseus besitzt eine deutliche Sylvische Furche, der Sulcus splenialis schneidet 6 mm weit in den Mantelrand ein, und endlich findet sich ein sehr charakteristischer, dem Mantelrand parallel laufender, bogenförmiger Sulcus medilateralis. Ich halte diese Unterschiede für so erheblich, daß eine direkte Homologisierung beider Gehirne wohl ausgeschlossen ist.

Wesentlich aussichtsvoller ist ein Vergleich mit dem Gehirn mancher Chiropteren, zu welchen bereits Cuvier in seinen Legons d'anatomie compar6e die Gattung Galeopithecus zählte. So zeigt das Gehirn von Cynonycteris collaris, wie es Turner 2) abgebildet hat, eine Sagittalfurche, welche stark an die sagittale Hauptfurche von Galeopithecus erinnert. Auch scheint die Sylvische Furche bei Cynonycteris ebenso schlecht entwickelt zu sein wie bei Galeopithecus. Pteropus medius und Pteropus edulis, welche mir genauer bekannt sind, zeigen weniger Aehnlichkeit ^) ; durch die Entwickelung der Sylvischen Furche ist das Gesamtbild verändert. Bei anderen Gattungen, welche ich verglichen habe (Plecotus, Vespertilio), ist das Gehirn zu klein und daher fast lissencephal, so daß eine Vergleichung nicht wohl durchführbar ist. Ferner ist auch zu beachten, daß innerhalb der Chiropteren wenigstens zwei verschiedene Typen des Gehirnbaues vorkommen. Ein sehr wesentlicher Unterschied besteht andrerseits jedenfalls insofern, als bei den Chiropteren, wie ich schon früher hervorgehoben habe, die direkte Vereinigung der Fissura rhinalis lateralis anterior mit der Fiss. rhin. lat. post, unterbleibt.

In Betracht kämen endlich noch dielnsektivoren, zu welchen z. B. Peters, Huxley und Flower die Gattung Galeopithecus gerechnet haben. Man würde dann die Furche v mit dem Sulcus primigenius der Insektivoren, der ältesten Furche des Mammalierpalliums *), homologisieren. Indes ist im übrigen die Furchung bei Galeopithecus


1) Die Furche v wäre dann als 8. praesylvius zu deuten.

2) Journ. of Anat. and Phys., 1890.

3) Mehr Uebereinstimmung scheint das von Leche abgebildete Gehirn von Pteropus Gouldii zu zeigen (1. c. Taf. IV, Fig. 33 — 35). Das Gehirn von Pteropus edulis, welches Kohlbrugge (Monatsschr. f. Psych, u. Neuro]., Bd. 12, Heft 2) abgebildet hat, zeigt eine deutliche Sylvische Furche, aber keine Sagittalfurche.

4) Jenaische Denkschr., Bd. 6, p. 153.


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so viel weiter eotwickelt, daß eine Vergleichuog ausgeschlossen erscheint. Nicht unerwähnt darf hingegen bleiben, daß die Sagittalfurche der Nager sehr gut mit der sagittalen Hauptfurche des Galeopithecusgehirns übereinstimmt. Schließlich will ich nicht unterlassen, auf die Aehnlichkeit der Furchung der Medialfläche bei Dasypus hinzuweisen, obwohl Galeopithecus selbstverständlich weder bei den Nagern noch bei den Edentaten untergebracht werden kann.

Faßt man alle diese Sätze zusammen, so wird man vorläufig der Hirnfurchung von Galeopithecus eine sehr selbständige Stellung zuerkennen müssen und höchstens an eine entferntere Beziehung zu manchen Chiropterengehirnen denken können.

Was den sonstigen Hirnbau betrifft, so hebe ich vorläufig nur folgendes hervor. Das Chiasma ist sehr mächtig, der Tractus opticus ist ibei seinem Austritt aus dem Chiasma 2 mm breit. Das Corpus mamillare ist makroskopisch unpaarig. Die Brücke ist sehr schmal; der an der Basis freiliegende Teil mißt im sagittalen Durchmesser nur IV2 mm- I^as Corpus trapezoides ist am lateralen Rande der Pyramide reichlich 2 mm breit (sagittaler Durchmesser). Die Pyramiden sind sehr deutlich und verbreitern sich gegen den distalen Ponsrand bis auf reichlich IV2 ^^- Alle Pyramidenfasern gehen in den Seitenstrang des Rückenmarkes über. Der transversale Durchmesser des oberen Cervikalmarks beträgt reichlich SV? nam, der sagittale reichlich 2^/2 mm.

Die vorderen Vierhügel sind enorm stark entwickelt. Ihre Erhebung über den Boden des Aquädukts beträgt über 5 mm. Sie kommen zwischen dem Kleinhirn und den Großhirnhemisphären in der Dorsalansicht zum Vorschein. Dementsprechend ist auch das Fastigium anterius des Aquädukts sehr gut entwickelt; seine Höhe beträgt 1^/4 mm. Die hinteren Vierhügel sind relativ verkümmert. Ihre Erhebung über den Aquäduktboden beziffert sich auf 2^/2 mm. Die Kuppe der hinteren Vierkügel ist wie bei vielen Säugern in eine Nische der Vorderfläche des Kleinhirns eingelagert, welche sich auf dem Medianschnitt als eine konkave Einbuchtung des vorderen Kleinhirnkonturs im Bereich des Culmen und des Lobulus centralis zu erkennen gibt.

Das Kleinhirn zeigt einen ziemlich breit entwickelten Wurm, Die Hemisphäre ist etwas schmal (im transversalen Durchmesser). Ein Lobulus petrosus ist vorhanden. Sein lateralster Punkt ist beinahe 11 mm von der Medianebene entfernt. Der Medianschnitt zeigt einen sehr ausgeprägten Ramus impendens. Das Bild erinnert im übrigen sehr an den Medianschnitt mancher Chiropterenkleinhirne.

Ueberblickt man diese Bemerkungen über den sonstigen Bau des

Anat. Anz. XXII. Aufsätze. 34


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Gehirns, so ergibt sich, daß sie einigermaßen bestätigen, daß Galeopithecus bei seiner Sonderstellung doch auch manche für tiefstehende Chiropteren charakteristische Züge zeigt ^). Ich hoöe, durch die weitere mikroskopische Untersuchung zur weiteren Klärung der Stellung des Galeopithecusgehinis vielleicht noch beitragen zu können.


Nachdruck verboten.

Ueber den Kehlkopf der Oanoiden und Dipnoer.

Von R, WiEDERSHEIM.

Mit 9 Abbildungen.

Nachdem durch die Arbeiten von C. Gegenbaur, E. Göppert und H. H. Wilder das Laryngo-Trachealskelett und seine Muskulatur bei Amphibien und Amnioten eine gründliche Durcharbeitung erfahren hatten, lag der Gedanke nahe, auch die zu den Amphibien bekanntlich in nahen genetischen Beziehungen stehenden Ganoiden und Dipnoer hinsichtlich ihres „Ductus pneumaticus" einer genaueren Betrachtung zu unterziehen. Dies schien mir um so mehr angezeigt, als die große Litteratur, welche sich mit jenen Tiergrujjpen befaßt, gerade hierin eine klaffende Lücke aufweist.

Ich glaube nun behaupten zu dürfen, daß es mir gelungen ist, dieselbe auszufüllen, und ich werde im folgenden meine Resultate in der Kürze mitteilen, an anderem Orte aber ausführlicher darüber berichten.

Protopterus annectens.

Die ventral liegende Glottis steht unter der Herrschaft eines Bilateral angeordneten Muskels, welcher, vom letzten Kiemenbogen und der Pharyngealfascie entspringend, unter spitzem Winkel mit der Schlundlängsachse kaudalwärts zieht. Er inseriert teils an einem oralwärts von der Glottis sich erstreckenden zungenförmigen Faser knorpel, teils in unmittelbarer Nähe der Glottisränder, woselbst er die in den letzteren liegenden Faserknorpelmassen in radiärer Richtung durchsetzt und als Dilatator wirkt (Fig. 2 Dil^, FK). Das faserknorpelige Stützskelett erinnert dadurch hier in seiner Anordnung an die Lateralknorpel der Amphibien und setzt sich auch noch in das

1) Leche (p. 51) schließt: „Der Organisation des Hirns nach zu urteilen, ist Gal. weder Lemuride noch Insektivore noch Fledermaus, sondern ist vielmehr als eine zwischen Insektivoren und Pteropi stehende Form anzusehen."


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Vestibulum pulmonis fort, welches dadurch eine gewisse Aehnlichkeit mit einer kurzen, durch Skelettelemente gestützten Trachea gewinnt.

Fig. 1. Anordnung der Kehlkopfmuskulatur von Protopterus, von der Dorsalseite gesehen. Co, Co Constrictor pharyngis, resp. Constrictor laryngo-trachealis. Dil Dilatator laryngis. KG Kiemengefäße. KR Kopfrippe. M Muskeln, welche von der Koijfrippe entsprungen und den Branchialraum von hinten her begrenzen. R Rimaglottidis. S sehnige Naht. SP Sehnenplatte, welche in der Submucosa oris nach vom verläuft, ^zungenförmige Faserknorpelplatte. ^,5 = 4. und 5. Kiemen bogen.



BiL



Fig. 2. Querschnitt durch den Anfang der Eima glottidis von Protopterus. Der Schnitt geht durch das kaudale Ende der auf Fig. 1 mit Z bezeichneten Faserknorpelzunge. Co Constrictor pharyngis, rein quer verlaufend. CO^ Constrictor pharyngis, schräg verlaufendes Stratum, nur in Umrissen gezeichnet. Dil Einstrahlender Dilatator. Dil'^ Stratum transversum, zwischen den faserknorpeligen Stützelementen {FK) zur Schleimhaut der Rima glottidis ziehend. FK radiär zur Glottis angeordnete Faserknorpelmassen. FK^ faserknorpeliges Septum des Constrictors, FK"^ von der Hauptmasse weit entfernt liegende Faserknorpelstücke. 31 Mucosa. R Rima glottidis.

34*


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In dieser Gegend fließen die unmittelbar unter der Schleimhaut liegenden Dilatatorfasern von beiden Seiten zu einem breiten Muskelband zusammen, welche das Luftrohr dorsalwärts umgreifen und so mit dem ventral liegenden , gewaltigen, von der Wirbelsäule und von der Kopfrippe entspringenden Constrictor pharyngis eine Verengerung, bezw. VerSchließung des Kanallumens bewirken können (verg. Fig. 3 bei Dil^ und Fig. 9 bei Dil. v.). Kurz, es handelt



Fig. 3. Laryngotrachealskelett und Muskulatur von Protopterus. Querschnitt durch das Vestibulum pulmonum (Trachea). Skizze. Co, Co Constrictor pharyngis, nur in Umrissen angedeutet. DU einstrahlender Dilatator, welcher mit seinem Gegenstück hei Dü^ zusammenfließt, i^ faserknorpelige Stützelemente. ZTCavum laryngo-tracheale. M Mucosa. ZS sehr starke Zwischensehne zwischen den beiden Constrictorenhälften, Tentral vom Cavum laryngo-tracheale.

sich um Verhältnisse, die eine genaue Parallelisierung mit den Mm. laryngei dorsales und ventrales der Amphibien, in specie von Proteus und Menobranchus (Göppert, Wilder) erlauben und die sich hier wie dort auf den M. dor so- und hyopharyngeus, bezw. auf interarcuale Muskelzüge zurückführen lassen. Auch die Innervationsverhältnisse (Vagus) stimmen überein.

Polypterus bichir.

Bei Polypterus liegen die Verhältnisse des Constrictor pharjmgis, was seinen Ursprung und Faserverlauf anbelangt, ganz ähnlich wie bei Protopterus, nur daß sich hier auf Grund des Verlustes eines 5. Branchialbogens eine Vorwärtswanderung der interarkualen Muskulatur auf den 4. Bogen vollzogen hat.


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Ein weiterer Unterschied besteht darin, daß es bei Polypterus noch zu keiner Abspaltung einer besonderen, superfiziellen Dilatatorschicht aus dem Constrictor pharyngis heraus gekomnien ist, sondern daß die vom letztgenannten Muskel direkt zu den Glottisrändern ziehenden Faserpartien des Constrictor (Fig. 4 Dil) eine diktatorische Funktion besitzen. Es sind also hier, wie auch in Anbetracht des im Kehlkopfbereich noch vollständig fehlenden Stützknorpelgerüstes ^) nicht anders zu erwarten ist, sehr primitive Zustände bewahrt geblieben. Von Interesse ist, daß sich übrigens auch bei Polypterus die ersten Spuren der oben erwähnten zungenförmigen Faserknorpelplatte des Protopterus in Form einer medianen Zwischensehne (S) bereits erkennen lassen. Beide Bildungen, in der kaudalen Verlängerung der Copularia (Polypterus) liegend, sind zweifellos als Produkte des Muskelzuges aufzufassen.

Fig. 4. Constrictor pharyngis und Glottis von Polypterus. Dorsalseite.'lQ) Copula (kaudales Ende). Dil Dilatator laryngis, resp. Constrictor pharyngis, Co (M. transversus areuum branch, ventralis). Lv Levatores arcuum branch. R Eima glottidis. S sehnige Platte (Eaphe zwischen den beiden Hälften des Dilatator). 3, 4 = 3. und 4. |(vorletzter und letzter) Kiemenbogen.

Ein Querschnitt durch die Glottisregion läßt auf das deutlichste erkennen, wie am Aditus laryngis das Diktatoren- und Sphinktersystem zusammen mit den außerordentlich derben Muskelwänden der Schwimmblase, resp. Lunge, eine untrennbare Masse bilden, welche insgesamt wohl genetisch auf das interarkuale Muskelsystera, d. h. auf einen M. transversus ventralis arcuum branch, posterior hinterer (in der Phylogenese verloren gegangener) Branchialbogen zurückzuführen ist.



1) Ich erwähne dies ausdrücklich, da man auf Grund des fehlenden 5. Branchialbogens ein solches, als in den Dienst des Kehlkopfes übergetreten, auf Grund der bis jetzt geltenden Anschauungen, erwarten konnte.


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Palm



VM.Mu


Fig. 5. Querschnitt durch die Glottis und die vordei'e Schwimmblasengegend von Polypterus bichir. Skizze. Co Constrictor (Sphinkter) laryngis. Dil einstrahlender Dilatator, der bei Dil^ den Constrictor laryngis durchflicht und an derselben Stelle auch mit der muskulösen Wand der Lunge zusammenhängt. Lg, Lg rechte und linke Lunge. M Mucosa. M, Mu die 2 Muskelschichten der Lungenwand. Pulm. Art. pulmonalis. Vg, Vg Vagus (R. bronchialis), E Rima glottidis. f Conus arteriosus.

Zwischen dem Constrictor pharyngis, der in seiner oralen Hälfte auch als Adductor der beiderseitigen 4 Kiemenbogen dient (bezw. als Diktator laryngis) und den Schnürmuskeln der Schwimmblase verläuft die Arteria pulmonaHs, begleitet von den Ausstrahlungen des Ramus bronchialis n. vagi, unter welchen ein Kam us recurrens (R, branchialis IV) deutlich zu unterscheiden ist. Von der Arteria pulmonalis zieht ein starker, die Eingan gsötfnung zur Lunge innerhalb des Vestibül um pulmonis bogig umgreifender Seitenast zur Vena hepatica.

Lepidosteus osseus.

Hier liegt der Eingang zur Schwimmblase (Lunge) bekanntlich dorsal, und zwar genau in der Medianlinie. Er ist von 2 knorpelharten, derben, aus dicht verfilztera, kernreichem Bindegewebe bestehenden Seitenmassen umgeben (Fig. 7 5, S), welche in oro-kaudaler Richtung einem starken Wechsel ihrer Formverhältnisse unterliegen und medianwärts einen tiefen, sagittal stehenden Spaltraum begrenzen (Fig. 6 E). Dieser erweitert sich kaudalwärts an seinem Grunde, d. h. dorsalwärts gegen die Basis cranii zu, T- förmig und führt schließlich in das Cavum der Schwimmblase, resp. der Lunge hinein (Fig. 7 Cav). An dem betreffenden Uebergangsgebiet verdicken sich die lateralen, von der Umgebung deutlich differenzierten Bindegewebsmassen zu mächtigen Polstern oder Kissen (Fig. 7 K und


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Fig. 8 und 9), welche kaudalwärts gerichtet sind und in das Cavum pulmonis in bilateral-symmetrischer Anordnung prominieren.

Jener Spaltraum unterliegt während des Lebens offenbar den allermannigfachsten Größe- und Formschwankungen, denn es findet sich in seinem engeren und weiteren Bereich ein Muskelapparat, welcher in seiner Kompliziertheit und reichen Ent


Add,



Fig. 6. Muskeln und Nerven des Kehlkopfes von Lepidosteus osseus. Ventrale Ansieht. 1 — 5 = 1 — 5. Branchialhogen, I — IV = 1 — 4 Kiemenvene (Art. efferens). Add Adductor are. branch. As, As Ausstülpungen der ventralen Lungenwand. Co, Co^ durchschnittener Constrictor pharyngis. BS Lungenblindsäcke. D.p., D. a. hintere und vordere Portion des Dilatator laryngis. D hohes, d. h. ventrales Stratum desselben, welches bei * * * in die Constrictoren der Lunge übergeht, f Einsattelung der Lunge am Abgang der Blindsäcke {BS). Letztere liegen dorsal vom Constrictor phar. Inf. arc. d. M. interarc. dorsal. (M. obliquus I s. anterior). L Lunge. Ph, S, 4 Infrapharyngobranchiale, nur in seinen Umrissen gez. Pro M. protractor. R Rima glottidis. Vag, Vag^ N. vagus. 5


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faltung demjenigen eines hochentwickelten Kehlkopfes nicht nachsteht.

Schaut man vom Cavum oris aus gegen die Basis cranii, so unterscheidet man nach Entfernung der Schleimhaut zunächst einen kräftigen Dilatator (Fig. 6 D.p., B.a), der eine ähnliche Faserrichtung zeigt wie der gleichnamige Muskel von Protop ter us (vergl. Fig. 1). Er entspringt von^der Dorsalfläche des mächtigen Infrapharyngo-Branchiale (Fig. 6 Pä, 5, 4) und nimmt seine Richtung teils in transversaler, teils in schräger, d. h. mehr kaudaler Richtung.

Nach hinten von der schlitzförmigen Oeflfnung E, die ich als Glottis dorsalis bezeichnen will , differenziert sich aus dem Diktator eine hohe Schicht, welche unter Kreuzung ihrer Fasern die vordere Lungenpartie an der Stelle zwingenartig umgreift, wo die Blindsäcke {BS) von ihr abgehen und wo der Bronchialast des Vagus ( Vag^) zur Lunge heruntersteigt (Fig. 6 bei f und * * *). Zahlreiche


Cav. or.



Fig. 7. Medianschuitt durch den Kopf von Lepidosteus osseus. Ao Aorta. Cav Cavum pulmonis. Cav. or. Cavum oris. Co, Co und ** Constrictor pharyngis, laryngis et pulmonis. Da Dilatator. G Schädelböhle. K kissenartiger Vorsjirung der laryngealen Stützelemente. L. Bg. lockeres Bindegewebe zwisclien Lunge und Pliaiynx. Peric. Herzbeutel. Ph^, 3, 4 Infrapharyngo-Brancbiale. Phar Pharynx. PM Spinalkanal. >S'*S' fibröse laryngeale Stützelemente. WS Wirbelsäule.


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riogförmige und netzebildende Fasern setzen sich kaudalwärts auch noch auf die Lunge (L) fort, deren Lumen dadurch temporär kräftig abgesperrt werden kann.

In engem Zusammenhang damit steht wohl auch die Ausstülpungsfähigkeit gewisser vorderer Lungenpartieu, welche ich unter 5 Exemplaren 2mal angetroffen habe, und die formell an die Schallblasen gewisser Anuren erinnern (Fig. 6 ÄS).

Ueber die erweiternde Funktion von Dp kann ein Zweifel um so weniger bestehen, als man auf Querschnitten die Faserausstrahlung in radiärer Richtung, und zwar unter Durchsetzung der bindegewebigen Stützlamellen, bis dicht an das Spaltlumen heran mit Leichtigkeit verfolgen kann (Fig. 8).

^,% Retr.



Fig. 8. Querschnitt durch den Kehlkopf von Lepidosteus. Skizze. Ao Aorta. Co Constrictor. Du Dilatator. GG Gefäße. L. Bg. lockeres Bindegewebe. M Mucosa. Retr M. retractor laryngis (M. subspinalis). R Rima glottidis, die sich dorsalwärts {ff) gabelt. Rechts und links, sowie dorsal von der laryngealen Höhle ist das vom M. dilatator durchflochtene, derbe Stützgewebe (*) tief schwarz gehalten. S, S Zwischensehne der Mm. retractores.

Bei Vag'^ (Fig. 6) verschwindet der Ramus pulmonalis des Vagus in der ventralen Lungenwand.

Das Dilatatorsystem wird dorsalwärts von dem mächtigen Constrictor (Fig. 6 Co)., welcher, um die Vagusverzweigung zu zeigen, bei Co^, Co eingeschnitten ist, umgriffen, so daß die Fasermassen von beiden Seiten in der dorsalen Mittellinie miteinander konfluieren. Die Wirkung dieses mächtigen Muskels, der einem M. transversus arc. br, dorsalis entspricht, und dem gleichsam der ganze Laryngeal


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apparat von der ventralen Seite her aufgesetzt erscheint, ist offenbar die eines Prelltuches, und zwar derart, daß das ganze Laryngotrachealsystem temporär in ventraler Richtung gesenkt werden kann (vergl. auch Fig. 7 Co und **). Wahrscheinlich geschieht dies im Interesse einer günstigeren Luftaufnahme (vergl. den Schlußpassus dieser Mitteilung).

Schneidet man die ventrale Lungen wand unmittelbar am kaudalen Glottisende quer, d. h. von rechts nach links, durch und trägt man sie ab, so wird der Einblick auf die dorsale Wand vom Cavum pulmonis aus frei. Man sieht nun, wie der Constrictor pharyngis sich auch auf die dorsale Lungenwand fortsetzt, und daß seine Fasern in der Cirkumferenz der Eingänge zu den oralwärts gerichteten Lungenblindsäcken (Fig. 6 BS) eine sphinkterartige Anordnung gewinnen. Durch dieses Uebergreifen des Constrictors auf die dorsale Lungenwand wird es verständlich, wie der Muskel sich auch an der Schnürung, resp. Verengerung des kaudalen Larynx- und vorderen Lungengebietes seitens der auf Fig. 6 mit * und ** bezeichneten Partie des Diktators beteiligen kann. Mit anderen Worten: es handelt sich auch hier wieder um ventrale und dorsale Muskelzüge, ganz ähnlich wie bei



Fig. 9. Querschnitt durcli das orale Lungenende von Lejji doste us. Skizze. Ao Aorta. Co Constrictor, welcher bei f, f mit der ventralen, gleichfalls als Constrictor wirkenden Schicht des Dilatator eine Masse bildet. Dil die letzten spärlichen (kaudal liegenden) Enden der in die laryngealen Stützelemente eingebetteten Dilatatorpartie. Dil. V. ventrale oder hohe Schicht des Dilatator. Z Cavum pulmonis. L. Bg. lockeres Bindegewebe. 31 Miicosa. Retr. M. retractor laryngis. •■' in kaudaler Richtung liegende Verlängerung der Glottis.


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Protopterus und den Perennibranchiateii, d. h. um einen M. laryngeus dorsalis und ventralis, jedoch mit dem Unterschied, daß der M. 1. dorsalis hier direkt durch den M. constrictor pharyngis, der M. 1. ventralis dagegen von dem genetisch auf ebendenselben zurückzuführenden Diktator gebildet wird. Gleichwohl aber ist, wie man ohne weiteres zugeben wird, eine prinzipielle Uebereinstimmung zwischen dem dorsalen Laryngealapparat von Lepidosteus und dem ventralen Larynx von Protopterus nicht zu verkennen, und dieselbe steigert sich noch, wenn man den Verlauf und die topographischen Beziehungen des bronchialen Vagusgebietes bei Polypterus und den Perennibranchiaten einer — sowie bei Lepidosteus und, wie ich gleich hinzufügen kann, bei A mia andererseits miteinander vergleicht. Ich will jedoch hierauf an dieser Stelle nicht weiter eingehen und nur noch betonen, daß die starke, in gewissem Sinne segmentierte Muskulatur der Lungen wand bei Lepidosteus genau so, wie ich dies bei Polypterus bereits ausgeführt habe, genetisch auf den Constrictor pharyngis zurückzuführen ist, wie denn Schwimmblase und Lunge bekanntlich in gleicher Weise als pharyngeale Aussackungen zu betrachten sind.

Wie nun der Kehlkopf der terrestrischen Tiere eigene, für die Verengerung und Erweiterung der Stimmritze, bezw. für eine verschiedene Lauterzeugung bestimmte Muskeln besitzt und andererseits dem Einfluß von Muskeln unterliegt, welche ihn als Ganzes mit der Nachbarschaft in Verbindung setzen, d. h. ihn oral- und kaudalwärts bewegen, so gilt dies auch für den Kehlkopf des Lepidosteus und, wie ich gleich hinzufügen kann, auch für Amia. Hier wie dort gelangt nämlich ein am Schädelgrund, in der Gegend der Ohrkapsel, entspringender Muskel, der in das System der Mm. levator es arc. branch, int. post, gehört, auf die Dorsalseite des InfrapharyngoBranchiale 3, bezw. 3 und 4 (Fig. 6 Pro und Ph 5, 4). An letzterem nimmt wiederum der ganze, in die mächtigen Stützelemente der Glottis einstrahlende Dilatatorenkomplex seinen Ursprung, was zur Folge hat, daß das gesamte Glottisgebiet mit dem Infrapharyngo-Branchiale durch jenen, als Protractor wirkenden Muskel oralwärts gezogen werden kann.

Ein gewaltiger, als Retractor fungierender Muskel entspringt von der dorsalen Wand der Schwimmblase (Lunge), zum weitaus größten Teil aber auch von den 3—4 vordersten Wirbeln und erreicht ebenfalls die dorsale Fläche des Infrapharyngo-Branchiale 3 und 4. Er wird vom V,agus versorgt und ist in genetischer Hinsicht zweifellos gleichfalls auf die branchiale Muskulatur zurückzuführen. Bei Amia


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entspringt er ungleich weiter kaudalwärts, näralich bis zum 7.-8. Wirbel hinunter; allein hier wie dort liegen prinzipiell die gleichen Verhältnisse vor, und bei beiden Ganoiden begrenzen der linke und der rechte Muskel medianwärts die starke fibröse Scheide, in welcher die Aorta ihren subvertebralen Lauf verfolgt.

Der M. retractor entspricht dem M. subspinalis anderer Fische.

A m i a c a 1 v a.

Was bei Lepidosteus durchgeführt ist, erscheint hier augebahnt oder vielleicht bereits wieder modifiziert, so daß die betreffenden Verhältnisse leicht aufeinander zurückzuführen sind.

Wie bei Lepidosteus, so entspringt auch bei A m i a vom kaudalen Rand und der dorsalen Fläche des entsprechenden Infrapharyngo-Branchiale ein kräftiger, eine starke Sehnenplatte zwischen sich fassender Dilatator der Glottis. Weiter lateral liegende Bündel strahlen in der pharyngealen Submucosa aus und erzeugen über dem unterliegenden, außerordentlich mächtigen Constrictor einen zarten Faserschleier.

Der Constrictor entspringt, wie bei Lepidosteus, zum Teil vom 5. Branchialbogen und strahlt mit der betreffenden Fasermasse an der Dorsalfläche des Infrapharyngo-Branchiale aus. Vom letztgenannten Skelettstück nehmen dann noch zwei weitere Constrictorportionen ihren Ursprung: eine mehr kaudal- und eine mehr oralwärts gelegene, und diese letztgenannte Portion fließt zum Teil mit dem schon oben erwähnten M. retractor (M. subspinalis) zusammen.

Die Stützelemente des Kehlkopfeinganges bestehen, wie bei Lepidosteus, aus kernreichem Bindegewebe, enthalten aber hyalinknorpelige Inseln eingesprengt.

Acipenser platy rhynchus und Skaphirhy n chus cataphractus (Spatula ria). Bei diesen beiden Knorpelganoiden erscheint bekanntlich der schlitzartige Eingang zu der, dem Darmrohr fast unmittelbar, d. h. ohne Vermittelung eines eigentlichen Ductus pneumaticus, aufsitzenden Schwimmblase weit nach hinten gegen den Magen gerückt, und schon durch diese seine Lageverhältnisse ist er der branchialen Muskulatur weit entrückt. Eine Beiziehung der letzteren, bezw. eine Modifikation derselben zu solchen komplizierten Einrichtungen, wie wir sie bei den Knocheng anoiden kennen gelernt haben, ist also hier a priori nicht zu erwarten. Offenbar ist die Schwimmblase der Sturionen mit anderen, ungleich einfacheren physiologischen Aufgaben betraut, welche kehlkopfartige Bildungen an der Verbindungsstelle mit dem Tractus intestiuaUs als unnötig, resp. als unmöglich erscheinen lassen.


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Rückblick.

Bei Protopterus und zweifellos bei sämtlichen Doppelatmern i), sowie bei Polypterus existiert im Bereich der Glottis ein Muskelapparat, der in einen Verengerer und Erweiterer zerfällt. Die Ausbildung des Erweiterers steht bei Protopterus auf einer höheren Stufe der Differenzierung, während bei Polypterus noch sehr primitive Zustände herrschen. Hier wie dort aber lassen sich die betreffenden Muskeln auf die interbranchiale Muskulatur der hintersten Kiemenbogen, bezw. auf einen M. dor so- und hyo-pharyugeus im Sinne der geschwänzten Amphibien zurückführen. Wie bei letzteren, so kann man auch schon bei Protopterus und Polypterus von einem M. laryngeus dorsalis und v e n t r a 1 i s reden, kurz es liegen prinzipiell dieselben Verhältnisse vor, wie dies auch insbesondere hinsichtlich der Innervation (Vagus) gilt.

Die Erwartung, bei Polypterus stützende Gewebseleraente im Bereich der Glottis zu finden, wurde nicht bestätigt, während sich solche bei Protopterus trotz der Anwesenheit eines fünften Kiemenbogens in verhältnismäßig guter Ausbildung nachweisen ließen. Die in die faserige Grundmasse eingestreuten Knorpelkapseln liegen hier an vielen Stellen so dicht, daß die Zwischenmasse oft ganz verschwindet und fast der Eindruck von hyalinen Aryknorpeln hervorgerufen wird.

In der breiten fibrösen Raphe des Constrictors, bezw. des Diktators von Polypterus ist das Homologon des zungenförmigen Faserknorpels von Protopterus zu erblicken. Beide Bildungen sind Produkte des Muskelzuges, und letzterer ist hier, unter Ausschluß branchialer Skelettelemente, alsdas wichtigste Kausalmoment für die Genese eines laryngealen Stützapparates zu betrachten.

Der dorsal liegende Kehlkopf von Lepidosteus und Amia ist, was die Muskulatur und die Innervation betrifft , sozusagen das getreue Spiegelbild des ventralen Kehlkopfes von Protopterus, Polypterus und weiterhin der P erennibranchiaten. Hier wie dort handelt es sich gegen das pharyngeale Lumen zu um eine Differenzierung des interarkualen Muskelsystems, d. h. des primitiven Constrictor pharyngis zu einem wohlausgebildeten Dilatator glottidis. Der Mutterboden und das Inner vationsgebiet hierfür sind ja ventral wie dorsal dieselben,

1) Mitteilungen über Lepidosiren paradoxa und Ceratodus behalte ich mir vor und will hier nur bemerken, daß der Aditus laryngis von Ceratodus keine Stützelemente enthält. Die betr. Verhältnisse stimmen fast vollständig mit denjenigen von Polypterus überein.


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und man begreift, wie die Natur es fertig bringen konnte, in Anpassung an bestimmte physiologische Bedingungen, zweimal, an zwei verschiedenen Stellen denselben komplizierten Apparat hervorzubringen. Von diesem Gesichtspunkte aus erscheint die von Boas und anderen geäußerte Hypothese hinsichtlich der phylogenetischen Wanderung des dorsalen Kehlkopfes nach der ventralen Seite nicht mehr als zwingende Notwendigkeit, ein Punkt, auf den ich. übrigens in der ausführlicheren Schilderung später noch einmal zurückzukommen gedenke.

Die üebereinstimmung zwischen dem ventralen und dorsalen Apparat geht nicht nur hinsichtlich der Muskelgruppierung und der topographischen Verhältnisse der Nerven bis ins einzelnste, sondern es kommt sogar, wie ich zeigen konnte, hier wie dort zur Herausbildung von Muskelkomplexen, welche, wenn auch nicht anatomisch (verschiedene Innervation !), so doch physiologisch mit den Vor- und Rückziehern des Hyo-Laryngealskelettes höherer Tierformen verglichen werden können.

Wenn nun auch zuzugeben ist, daß es in dem hochdift'erenzierten Laryngealapparat der Knochenganoiden , so wenigstens bei Lepid s t e u s , nicht zur Entwickelung eines hyalinknorpeligen Stützskelettes und ebensowenig von Stimmbändern kommt, so ist doch eine Forderung nicht von der Hand zu weisen, nämlich die, daß man künftighin in der Wirbeltier reihe mit der Existenz von zwei, in verschiedenen Lage Verhältnissen befindlichen, im Bereich des Kopfdarmes gelegenen Kehlköpfen, einem Larynx ventralis und einem Larynx dorsalis, zu rechnen hat. Ich ziehe die Bezeichnung „dorsaler" Kehlkopf vor und sage nicht: oberer Kehlkopf, weil dieser Name bekanntlich in der Anatomie der Vögel bereits vergeben ist. Bei den letzteren kommt dann noch der untere Kehlkopf (Syrinx) als das eigentliche Stimmorgan in betracht, und angesichts dieser Tatsache sind also bei den Vertebraten künftighin drei Kehlköpfe zu unterscheiden.

Was die F unktion des Lary n X dorsalis anbelangt, so beruht sie wohl vor allem darin, die Schwimmblase unter gewissen Verhältnissen gegen das äußere Medium abzuschließen, und dabei ist wohl zu beachten, daß, wie zahlreiche Experimente gezeigt haben, die Schwimmblase von Lepidosteus und von Ami a als Lunge, als Respirationsorgan, dient. Das heißt: das zur Schwimmblase, oder wie man also mit voller Berechtigung sagen darf, zur Lunge strömende arterielle Blut wird durch die häufig per os aufgenommene atmosphärische Luft noch weiter oxydiert. Daß es aber gerade unter so eigenartigen, für die Fische exceptionellen physiologischen Verhältnissen am Eingang zur Atmungshöhle zur Anlage eines hoch


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komplizierten Kehlicopfes kommt, kann sicherlich kein Zufall, sondern muß tief in den Lebensgewohnheiten des Tieres begründet sein.

Auf diese biologischen Fragen werde ich an anderer Stelle ausführlicher einzugehen Gelegenheit haben.

Freiburg i. Br., 24. Dezember 1902.


BUcheranzeigen.


Handbuch der pathologischen Anatomie des Nervensystems. In Verbindung mit (zahlreichen Forschern) herausgegeben von E. Flatau, L. Jacobsohn, L. Minor. I. Abt. (Bogen 1 — 20). Berlin, Verlag v. S. Karger, 1903. 320 pp. 2 Taf., 18 Fig. im Text. Preis 10 M.

Hier soll zum ersten Male die pathologische Anatomie des gesamten Nervensystems in Form eines Handbuchs (3 — 4 Abteilungen von je etwa 20 Bogen) in quantitativ und qualitativ hervorragender Weise dargestellt werden.

Meist sind die einzelnen Kapitel von denjenigen Autoren verfaßt, welche unsere Kenntnisse hier erweitert und vertieft haben. Außer Deutschland und Oesterreich sind so vertreten: Frankreich, Rußland, Belgien, Italien, Schweden durch Ballet, von Bechterew, DarkschewiTSCH, Van Gehuchtbn, Hom^n, Lugaro, Petrin, Raymond, Rossolimo. Die Sprache ist, wenigstens in der ersten Lieferung, durchweg deutsch. Das Inhaltsverzeichnis kündigt an: I. Untersuchungsmethoden. IL Allgemeiner Teil. III. Spezieller Teil (pathologische Anatomie des Gehirns, des Rückenmarks, der peripheren Nerven, der Muskeln, der sog. Neurosen, der Haut, Knochen, Gelenke und Drüsen bei Nervenkrankheiten, — ferner pathologische Anatomie bei Geisteskrankheiten). — Die erste Lieferung enthält den L, IL und Anfang des III. Teiles, im einzelnen : Untersuchungsmethoden, anatomische Veränderungen des Nervensystems nichtpathologischer Art, — pathologische Anatomie der Nervenzellen, -fasern, der Neuroglia und der Gefäße, schließlich krankhafte Veränderungen der knöchernen Kapsel und der Hüllen des Gehirns. — Da ein großer Teil des Inhaltes sich direkt auf die normale Histologie des Nervensystems bezieht, soll an dieser Stelle ganz besonders auf folgende Kapitel hingewiesen werden : Gehirn- und Rückenmarkssektion, Technik zur Untersuchung der histologischen Veränderungen des Nervensystems, von L. Jacobsohn; von demselben: Anatomische Veränderungen des Nervensystems nichtpathologischer Natur (intravital und postmortal eintretende); Pathologische Anatomie der Nervenzellen von Van Gehuckten; Allgemeine pathologische Anatomie der Nervenfasern, von E. Lugaro. Wie bei solchen Sammelwerken unausbleiblich, ist die Behandlung des Gegenstandes in den verschiedenen Kapiteln nicht gleichartig. — indessen dürfte z. B. gerade die unverhältnismäßig lange und mit Abbildungen reichlich ausgestattete, normal-histologische Einleitung zur pathologischen Anatomie der Nervenzellen von Van Gehuckten vielen Lesern sehr erwünscht sein.

Die Ausstattung ist gut, der Preis mäßig. B.


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Anatomisclie Gesellscliaft

Vorläufige Tagesordnung für die 17. Versammlung in Heidelberg, 29. Mai bis I.Juni 1903.

Freitag, den 29. Mai:

Abends 8 Uhr: Begrüßung im Grand Hotel (Rohrbacher Str. 11).

Sonnabend, den 30. Mai: Vormittags 9—1 Uhr: I. Sitzung. Nachmittags 3—6 Uhr: Demonstrationen.

Sonntag, den 31. Mai: Vormittags 9 — 1 Uhr: II. Sitzung. Nachmittags 3—4 Uhr: Geschäftssitzung: Neue Statuten,

Vorstandswahl etc. Nachmittags 4 — 6 Uhr: Demonstrationen. 6 Uhr: Gemeinsames Essen im Grand Hotel. Preis trocken M. 5. —

Montag, den 1. Juni: Vormittags 9—1 Uhr: III. Sitzung. Nachmittags: event. Demonstrationen oder Ausflug.


Die Sitzungen finden im Anatom. Institute (hinter dem Friedrichsbau, Hauptstr. 47/51 oder Brunnengasse 1) statt.

Tafeln und Präparate sind an Herrn Prof. E. Göppert, Anat. Anst. (Privatwohnung Buusenstr. 3) zu senden. Wegen der Mikroskope und Projektionen wolle man sich an Herrn Prof. H. Braus, Anat. Anst. (Privatwohnung Bismarckstr. 19) wenden.

Auch sind beide Herren gern bereit, hinsichthch der Hotels zu raten und zu sorgen. Diesbezügliche Fragen und Bestellungen werden wegen der Hotelüberfüllung möglichst frühzeitig angeraten.

Hotels 1. Ranges: Europäischer Hof (Leopoldstr. 1 — 4; 7) *), Grand Hotel (Rohrbacher Str. 11 — i^'/gi l^)i Schrieder (Rohrbacher Str. 10 — 2'/2; 10), Victoria (Leopoldstr. 6 — 4'/,; 8), Prinz Karl (Hauptstr. 206 — 21; 13). — Einfacher: Darmstädter Hof (Sophienstr. 9 — 5; 5), Pension Lang (Rohrbacher Str. 13/15 — 3; 11), Ritter (Hauptstr. 178 — 19; 11), Bayrischer Hof (Rohrbacher Str. 1 — 2V2 ; 7), Reichspost (Rohrbacher Str. 2 — 2V2; ^) Wiener Hof (Hauptstr. 11 - ö'/^; 4 V2).

1) Die erste Zahl bedeutet Entfernung vom Hauptbahnhof, die zweite Entfernung von der Anat. Anstalt in Minuten.


Notiz hctr. Adresse.

Ich bin vom März an wieder in Würzburg.

KOELLIKER.

Abgeschlossen am 14. Februar 1903.

Frommannsche liuchdruckerei (Hermann Fohle) in Jena.


ANATOMISCHER ANZEIGER

Centralblatt

für die gesamte wissenscliaftliche Anatomie.

Amtliclies Organ der anatomischen Gesellschaft.

Herausgegeben von

Prof. Dr. Karl Ton Bardeleben in Jena.


Verlag von Gustav Fischer in Jena.


Der „Anatomische Anzeiger" erscheint in Nmmnem von etwa 2 Druckbogen. Um ein rasches Erscheinen der eingesandten Beiträge zu ermöglichen, werden die Nummern ausgegeben, sobald der vorhandene Stoff es wünschenswert macht und event, erscheinen Doppelnammern. Der Umfang eines Bandes beträgt etwa 50 Druckbogen und der Preis desselben 16 Mark. Das Erscheinen der Bände ist unabhängig vom

Kalenderjahr.

XXII. Band. -^ 28. Feb raar 1903. ^ No. 25.

Inhalt. Aufsätze. P. K. Studnicka, Schematische Darstellungen zur Entwickelungsgeschichte einiger Gewebe. Mit 2 Tafeln und 2 Abbildungen im Text, p. 537 — 556. — Livio Vincenzi, Sulla mancauza di cellule monopolari nel midollo allungato. Con 8 figure, p. 557—567. — Livio Vincenzi, Sulla presenza di fibre incrociate nel nervo ipoglosso. Con 1 figura. p. 567—568. — R. Wiedersheim, lieber ein abnormes Rattengebiß. Mit 4 Abbildungen, p. 569—573. — Carl Rabl, Zur Frage nach der Eutwickelung des Glaskörpers, p. 573—581. — Nachtrag zu dem Aufsatz von Hans Königstein, p. 581.

Bücheranzeigen. Aug. Heinr. Braasch, p. 581—583. — Encyklopädie der mikroskopischen Technik mit besonderer Berücksichtigung der Färbelehre, p. 583 — 584. — Polnisches Archiv für biologische und medizinische Wissenschaften, p. 584.

Anatomische Gesellschaft, p. 584.


Aufsätze.

Nachdruck verboten.

Schematische Darstellungen zur Entwickehmgsgeschichte einiger

Gfewebe.

Von ¥. K. Studnicka in Brunn.

Mit 2 Tafeln und 2 Abbildungen im Text.

Auf den die vorliegende Arbeit begleitenden Tafeln haben wir den Versuch gemacht, die Entwickelung einiger Gewebe des W'irbeltierkörpers: des Epithelgewebes resp. des mit diesem in seiner Struktur fast übereinstimmenden sog. „epidermoiden" Chordagewebes, des hyalinen Knorpelgewebes und des fibrillären Bindegewebes auf schematische

Auat. Anz. XXII. Aufsätze. 35


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Weise darzustellen. Dieselbe Gelegenheit benützten wir auch dazu, um die Entstehung einiger Abweichungen vom normalen Typus der Gewebe zu erklären.

Die Figuren unserer Tafeln stellen zum Teil bereits bekannte Sachen dar, sonst stützen sie sich auf die Ergebnisse unserer eigenen Untersuchungen im Gebiete der Histologie und Histogenese der oben genannten Gewebsarten. Sie sind, wie man auf den ersten Blick erkennt, ganz schematisch gehalten. Wie ein jedes derartige Schema sind sicher auch unsere Figuren nicht von jeder Einseitigkeit frei. Wir sind uns jedoch der Vervollkommnungsfähigkeit derselben vollkommen bewußt, und es wird uns freuen, wenn man wenigstens den Wert einer solchen Darstellungsweise, die da auf diesem Gebiete zum ersten Male im größeren Maßstabe angewendet wurde, anerkennen wird, und wenn es uns gelingt, durch diese auf die nicht zu verkennenden, weitgehenden Aehnlichkeiten zwischen den scheinbar so weit voneinander stehenden Gewebsarten aufmerksam zu machen.

Die Hauptgedanken, die durch unsere Abbildungen zum Ausdruck kommen sollen, betreffen die Uebereinstimmung der Exoplasmen und gewisser Grundsubstanzen ^) und die Analogien der faserförraigen Differenzierungen der verschiedenen oben genannten Gewebsarten.

Die Abbildungen sind bei der vorliegenden Abhandlung das Wichtigste. Der Text hat nicht viel mehr als die Bedeutung einer jedenfalls etwas ausführlicheren Tafelerklärung; die Abbildungen sollen sonst für sich selbst sprechen. Belege zu den Einzelheiten führen wir, die wichtigsten Litteraturangaben ausgenommen, nicht an. Wir verweisen in dieser Beziehung auf eine ausführlichere Abhandlung, in der alle die Sachen, um die es sich in den Abbildungen handelt, auf Grundlage eigener Untersuchungen eine nähere Besprechung finden werden. Die vorliegende Verötientlichung soll eigentlich nur eine Ergänzung jener größeren Arbeit, die sich derzeit, während wir dies schreiben, im Drucke befindet 2), vorstellen.

Tafel IX, Fig. 1 stellt uns, und zwar in den Reihen 1 bis 15^),


1) Auf die in der letzten Zeit auch von anderen Seiten (Hansen) hingewiesen wurde.

2) Wird unter dem Titel „Histologische und histogenetische Untersuchungen" in Merkel und Bonnets „Anatomischen Heften", Bd. 21, erscheinen.

3) Der Uebersichtlichkeit wegen haben wir in den Abbildungen 1 bis 3 (Taf. IX, X), die daselbst abgebildeten Zellenreihen mit Nummern versehen, und zwar in den Fig. 1 und 2 die horizontalen mit römischen, die vertikalen mit arabischen; nur in der Figur 3 geschah dies umgekehrt.


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(lie Entwickelung eines gewöhnlichen , aus Stachelzellen zusammengesetzten Epithelgewebes dar, eines solchen etwa, wie man ihm z. B, in der Epidermis der Wirbeltiere begegnen kann. In den Reihen 16 bis 18 wird die Umbildung des Stachelzellengewebes in ein solches mit sternförmigen Zellen dargestellt (modifiziertes Epithelgewebe).

Da sich ein sog. „epidermoides" Chordagewebe von einem aus Stachelzellen zusammengesetzten Epithelgewebe, was seine allgemeinen Eigenschaften betrifft, fast nicht unterscheiden läßt, da weiter auch die Entwickelung beider Gewebsarten im Prinzip dieselbe ist, haben die Reihen 1 bis 15 auch für das zuerst hier genannte Gewebe ihre Gültigkeit 1). In den Reihen 12 bis 15 — I, II kamen auch einige Verhältnisse zur Darstellung, wie man ihnen nur im Chordagewebe begegnen kann.

Die Einzelheiten der Abbildung, auf die wir da aufmerksam machen, sind die folgenden :

1) (Reihe 1, 2.) Schematisch dargestellte Zellen eines Keimblattes, aus denen sich später das Gewebe (Epidermis oder Chordagewebe) entwickeln soll. Zwischen den Zellen haben wir da die Intercellularlücken und Brücken eingezeichnet, wie solche in einigen Eällen nachgewiesen wurden 2). Statt aus einem in Zellen diö'erenzierteu Keimblatte kann sich das spätere Gewebe in einigen Fällen bekanntlich auch aus einem syucytialeu entwickeln !

2) (Reihe 3.) Embryonales Epithelgewebe, dessen Zellen gegeneinander mittelst einfacher Scheidewände, die den Wert von intercellularen Protoplasmaverdichtungen haben, abgegrenzt sind. Ein Zustand, der sich im Epithelgewebe auch lebenslang erhalten kann.

3) (Reihe 5 — I, II und III zum Teil.) Die früher einfachen intercellularen Scheidewände spalten sich in zwei, den einzelnen Zellen von jetzt an zugehörende Spezialmembranen (Exoplasmen 3), oder wie man sie, solange sie noch dünn sind, benennen kann : Zellmembranen). Die


1) Hauptsächlich gilt dies von den Verhältnissen an den Zellgrenzen, die für uns hier ohnehin wichtiger sind als die des Zelleninneren.

2) V^ir meinen da die Befunde von Hammak und Klaatsch. Der letztere (Sitzungsber. d. K. Preuß. Akad., Jahrg. 1898) fand bei Amphioxus die erwähnten Intercellularstrukturen bis zum Gastrulastadium. Es ist nicht ausgeschlossen, daß sie sich noch länger erhalten können. Die Intercellularstrukturen der bleibenden Gewebe müssen von ihnen, wie das in der Abbildung gezeigt wird, nicht notwendig abstammen.

3) Der Namen „Exoplasma" wird da nach dem Beispiele von Rbnaut angewendet (vgl. den Artikel Renauts „Tissu epithelial" im „Dictionnaire encyclopedique des sciences medicales". Paris 1886.

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Spaltung ist durch das Auftreten einer Schicht von kleinen , mit Flüssigkeit (Intercellularflüssigkeit) gefüllten Vakuolen an den Zellgrenzen, also im Innern der Scheidewände, bedingt. Die intervakuolären Substanzpartien, mittelst welcher die Exoplasmaschichten untereinander zusammenhängen, stellen uns später, nachdem die Vakuolen etwas größer geworden sind, ein intercellulares Lamellenwerk dar. Auf Querschnitten durch die Zellgrenzen haben solche Substanzpartien das Aussehen von Intercellularbrücken. Wirkliche Brücken entwickeln sich erst später aus ihnen, und zwar dadurch, daß die einzelnen Vakuolen miteinander zu zusammenhängenden spaltenartigen Intercellularlücken verschmelzen ^). In der Abbildung konnten aus technischen Rücksichten die eben besprochenen Verhältnisse nicht zur Darstellung kommen.

4) (Reihe 5 — III zum Teil, IV, V.) Man begegnet stellenweise Zellen, die zwar durch intercellulare Vakuolenschichten voneinander getrennt sind, deren Oberfläche jedoch eines Exoplasmas entbehrt und vollkommen nackt ist. Ein solches Verhalten kann man sich am besten durch das Verschwinden der früher da bestandenen, zeiltrennenden Verdichtungsschichten bei dem Entstehen der denselben Dienst versorgenden Vakuolen erklären. Für das Chordagewebe, an dem diese Beobachtungen gemacht wurden, ist es wenigstens ausgeschlossen, daß sich diese Verhältnisse durch einen ehemaligen syncytialen Zustand des Gewebes erklären ließen.

5) (Reihe 6, 7 unten.) Auf der ursprünglich nackten Oberfläche solcher Zellen bilden sich durch einen Verdichtungsprozeß dünne Exoplasmaschichten, die vollkommen denen entsprechen, die sich in anderen Fällen durch Spaltung einer einfachen Scheidewand gebildet haben.

6) (Reihe 9, 10.) Die auf die erste oder die zweite Weise zu stände gekommenen exoplasmatischen Hüllen der Zellen (Zellmembranen) werden dicker; vom übrigen Protoplasma (Endoplasma) sind sie durch scharfe Grenzen abgegrenzt. Bei dem fortschreitenden Verdicken des Exoplasmas, das in Epidermiszellen, besonders aber in epidermoiden


1) Von F. E. Schulze zuerst an der Epidermis der Amphibien (Sitzb. d. Akad. Berlin, 1896) nachgewiesen, von uns selbst im Chordagewebe beobachtet. Im Chordagewebe erhalten sich übrigens in der Mehrzahl der Fälle die Vakuolenschichten lebenslang, während im Epithelgewebe so etwas zu Ausnahmen gehört. (Vergl. unsere Abh. „Ueber d. Epithel aus der Mundhöhle von Chimaera", Bibliogr. anatom., 1902.) Man sieht, daß die Intercellularbrücken nicht deshalb entstehen, damit die Zellen besser miteinander sich verbinden, sondern daß sie gerade im Gegenteil dazu als natürliche Folge der Trennung der Zellen aufzufassen sind.


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Chordazellen so weit gehen kann, daß das Exoplasraa bis nahe zum Kern reicht, bemerkt man, daß das Endoplasma die Tendenz hat, im Innern der Zelle eine möglichst kugelförmige Gestalt anzunehmen. Eine Folge dessen ist, daß das Exoplasma auf der Oberfläche der Zellen nicht eine gleichmäßig dicke Schicht bildet, sondern stellenweise dicker, anderswo wieder dünner ist; die Fortsätze der Zellen (in der Abbildung sind solche nicht eingezeichnet worden) wandeln sich immer ganz in Exoplasma um.

7) (Reihe 9 bis 14 in der oberen Hälfte der Abbildung.) Hier haben wir einige der wichtigsten Erscheinungen, die mau am Endoplasma der Zellen beobachten kann, gezeichnet. Es verdient da erstens das Bilden von Vakuolen (Reihe 9 bis 11), das für das Chordagewebe im allgemeinen charakteristisch ist, indem hier (in dem normalen Typus desselben) die Vakuolen den ganzen übrigen Inhalt der Zelle zur Seite drängen 1), und weiter (in den Reihen 12, 13 und 15 — I, II) die von uns im epidermoiden Chordagewebe einiger Teleostier beobachtete Bildung von besonderen „Endoplasmazellen" im Innern der „Gesamtzellen" erwähnt zu werden. Das Endoplasma, das sonst auch in stark vakuolisierten Zellen überall mit Exoplasma im Zusammenhange steht, zieht sich in solchen höchst interessanten Phallen zurück, und nimmt die Gestalt von sternförmigen, nur mittelst ihrer Fortsätze an die exoplasmatische Hülle sich anheftenden Zellen an. Das Ganze hat annähernd etwa so ein Aussehen, als ob da zwei Zellen ineinander eingekapselt wären.

8) (Reihe 13 — IL) Das Exoplasma pflegt nicht in allen Fällen, und besonders da, wo es in dickeren Schichten auftritt, vollkommen einheitlich zu sein. Es treten in ihm dunklere und hellere Zonen auf, die keine andere Bedeutung haben , als daß es sich da um Grenzen zwischen den einzelnen, beim Zuwachs des Exoplasmas aufeinander sich auflagernden Schichten handelt. Das Wachstum des Exoplasmas geschieht doch hauptsächlich durch Apposition neuer und neuer Schichten von Seiten des Endoplasmas ^). Man sieht solche dichtere und stark sich färbende Schichten zum Beispiel auf der äußeren


1) Es muß hier besonders erwähnt werden, daß die Vakuolen im Innern der Chordazellen schon in früheren Entwickelungsstadien, als das in unserer Abbildung dargestellt ist. erscheinen. Sie treten schon zu der Zeit auf, in der die Zellen mittelst einfacher Scheidewände (vgl. Reihe 3) voneinander getrennt sind.

2) Nach einigen Zeichen, auf die wir in unserer größeren Arbeit aufmersam machen, kann man schließen, daß diese auch selbständig wachsen kann.


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Oberfläche des Exoplasmas, sie haben da manchmal das Aussehen einer das Exoplasma außen bedeckenden Zellmembran (Reihe 13 — II). Wie es uns scheint, entsprechen solche Schichten der allererst selbständig entwickelten Exoplasmapartie. Wo man solche Zonen auf der inneren Grenze des Exoplasmas sieht, da kann man mit Sicherheit annehmen, daß es sich da um die allerletzt abgeschiedenen Partien des Exoplasmas handelt (Reihe 15 — II). In diesem letzteren Falle erinnern solche Verdichtungszonen auft'allend an die Knorpelkapseln des grundsubstanzreichen Knorpelgewebes. Sie können, ebenso wie das bei den Knorpelkapseln der Fall zu sein pflegt, in der Mehrzahl auftreten. Alle diese Angaben über Kapselbildungen im Exoplasma haben ausschließlich für das epidermoide Chordagewebe einiger Teleostier ihre Geltung i). Im Epithelgevvebe ist es uns bisher nicht gelungen, etwas Aehnliches zu finden.

9) Unter Umständen kommen die Zellen des Epithelgewebes weiter voneinander zu liegen, wobei sich ihre Gestalt autfallend ändert. Statt „Stachelzellen" haben wir jetzt „sternförmige" Zellen vor uns. Die Ursache dieser Erscheinung ist ein stärkerer Andrang von Flüssigkeit in die Intercellularlücken, der die letzteren erweitert. Einer solchen Erscheinung begegnen wir nur im Epithelgewebe (modifiziertes Epithelgewebe, Epithelien mit netzförmig verbundenen Zellen); im Chordagewebe hat man eine ähnliche Erscheinung bisher nicht beobachtet. Die Reihen 15, 16, 17, 18 unserer Abbildung stellen den einfacheren und verbreiteteren der beiden Bildungsmodi^) dieses Gewebetypus dar: In der Reihe 15 — II sind die Intercellularlücken nur schwach erweitert, viel stärker in der 17. und 18. Die laug ausgedehnten Intercellularbrücken verschmelzen am Ende des Prozesses miteinander zusammen und bilden sich zu einfachen, die Zellen mit einander verbindenden Strängen, die man als Fortsätze der einzelnen Zellkörper bezeichnen kann (vgl. Reihe 18).

Es muß darauf besonders aufmerksam gemacht werden, daß in der Wirklichkeit nicht immer nur Zellen, die mit so starken Exoplasmaschichten versehen sind, wie das in unserer Abbildung gezeichnet ist, die sternförmige Gestalt annehmen. Es können sich auch Zellen, deren Oberfläche mit einer dünnen Zellmembran, oder solche, die vollkommen nackt sind (vergl. Reihe 5 — IV, V), auf die eben angegebene Weise umbilden. Wir finden hier und da, daß das Epithel der Körper


1) Nähere Angaben darüber sind in unserer größeren Arbeit enthalten.

2) Vergl. sonst unsere Abhandlung: „Ueber Stachelzellen und sternförmige Zellen in Epithelien", Sitzungsber. d. K. Ges. d. Wiss. Prr^g, 1902.


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Oberfläche io der embryonalen Zeit aus nackten sternförmigen Zellen besteht, auch die Zellen der Schmelzpulpa sind nackt. Solche Zellen unterscheiden sich in ihrem Aussehen und ihrer Anordnung sehr wenig von Mesenchymzellen, die ebenfalls nackt sind und netzförmig miteinander zusammenhängen. Besonders eine Eigenschaft hat das aus sternförmigen Zellen zusammengesetzte Epithelgewebe mit dem Mesenchymgewebe gemeinschaftlich. Die Intercellularflüssigkeit, welche die zwischen den Zellen sich befindenden weiten Lücken ausfüllt, kann sich in beiden Fällen etwas auffallender verdichten, und es kann auf diese Weise die Gegenwart einer Intercellularsubstanz vorgetäuscht werden. Eine solche eiweißhaltige und bei der Fixation koagulierende Flüssigkeit muß von der wirklichen Grundsubstanz, auf die wir später zu sprechen kommen werden, immer streng unterschieden werden.

10) (Reihe 11 bis 17 in der unteren Hälfte der Figur.) Hier haben wir die im Exoplasma der Epithel- sowie Chordazellen sehr, wenn auch nicht allgemein, verbreiteten sog. „Protoplasmafasern" in die Abbildung eingezeichnet. Solche gehen durch die Intercellularbrücken von einer Zelle zur anderen, auf diese Weise sie untereinander fester verbindend, über^). Sie lassen sich jedoch, sowohl im Epithelgewebe (Epidermis) wie im Chordagewebe, noch weiter in weitere Zellen verfolgen, und erinnern infolgedessen stark an Bindegewebsfasern. In unserer Abbildung haben wir diese Fasern der Uebersichtlichkeit wegen nur in die Zellen mit dickeren Exoplasmaschichten eingezeichnet. In der Wirklichkeit kommen sie auch in ganz dünnen Zellmembranen vor, wie man sich davon am besten im vakuolisierten Chordagewebe überzeugen kann. Nur ausnahmsweise können solche Fasern auch im Endoplasma (Chordazellen) vorkommen.

Tafel IX, Fig. 2. Schematische Darstellung der Entwickelung des hyalinen Knorpels aus Mesenchymgewebe, wie man sie bei Wirbeltieren (Beispiele : Petromyzon, Teleostier, Amphibien) beobachten kann ^). Als Grundlage dienten uns da unsere eigenen Untersuchungen über die Chondrogenese in den sich anlegenden Skeletteilen der paarigen Ex 1) Renaut hat sie deshalb mit dem Namen „Fibres unitives" benannt.

2) Es handelt sich da um jenen Typus der Chondrogenese, bei dem die Grundsubstanz zuerst nur in geringer Menge auftritt. Wenn sie auch von dieser embryonalen Chondrogenese nicht prinzipiell verschieden ist, so muß man doch die Chondrogenese der postembryonalen Zeit aus bereits differenzierten Gewebsarten von ihr unterscheiden; eine solche kann man bekanntlich z. B. besonders schön bei der Metamorphose des Ammocoetes zu Petromyzon beobachten (z. B. Bildung des Knorpels aus dem sog. Schleimknorpel u. s. w.).


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tremitäten von Lophius, die, abgesehen von einem später zu erwähnenden Umstände, in der Hauptsache mit denen von Strasser (Amphibien) und Schaffer ^) (Ammocoetes) vollkommen übereinstimmen,

1) (Reihe 1.) Der Anfang der Figur stellt uns, so wie im vorangehenden Falle, die Zellen eines Keimblattes dar. Während sich die früher besprochenen Gewebe durch einfache Umbildung des Keimblattes entwickelt haben, nimmt das Knorpelgewebe und die Stützsubstanzen überhaupt aus Zellen, die aus dem Keimblatte sich losgelöst haben (Mesenchymzellen, Reihe 2), seinen Urprung. Diese Zellen vereinigen sich mittels ihrer Fortsätze zu einem netzförmig angeordneten Gewebe, dem Mesenchymgewebe (Reihe 3, 4)^). Aus dem immer noch aus selbständigen Zellen bestehenden Mesenchym kann sich, wie aus den Angaben der Autoren einerseits, aus unseren eigenen Befunden andererseits hervorgeht, ein Knorpelgewebe auf zwei verschiedene Weisen bilden, die, streng genommen, eigentlich nur als Modifikationen eines und desselben Bildungsmodus aufgefaßt werden können.

2) a. (Reihe 8, 9, 10, untere Hälfte der Abbildung.) Die Mesenchymzellen, die sich unterdessen auch stark vermehrt haben, bilden, indem ihre Körper einerseits untereinander verschmelzen, andererseits, indem die Teilungen ihrer Kerne nicht von Teilungen der Zellkörper gefolgt sind^), eine zusammenhängende Protoplasmapartie mit eingelagerten Kernen, ein Syncytium. Aus einem solchen entsteht die eigentliche Anlage des künftigen Knorpelgewebes, und zwar so, daß sich die zu den einzelnen Kernen zugehörenden Protoplasmaterritorien mittelst einfacher Scheidewände, die als Protoplasmaverdichtungen (und zwar als ein Exoplasma) aufzufassen sind, voneinander trennen. Auf diese Weise erklärten die ersten Stadien der Chondrogenese Strasser und neuestens Schaffer •^).

3) b. (8, 9, 10, obere Hälfte der Abbildung.) Die Scheidewände erscheinen gleichzeitig mit der Vergrößerung und dem Aneinanderlegen der Mesenchymzellen^), so daß ein syncytiales Uebergangsstadium überhaupt nicht zum Vorschein kommen muß. Solche Zustände haben wir


1) Schaffer, Zeitschr. f. wiss. Zool., Bd. 70, 1901; Strasser, Morphol. Jahrb., Bd. 5, 1879.

2) Wie wir in unserer größeren Arbeit darauf aufmerksam machen, gibt es auch Ausnahmen davon. Gerade bei der Extremitätenaulage handelt es sich nur um eine W^ucherung im Keimblatte.

3) Man muß das Vorkommen beider Prozesse zulassen !

4) Strasser und Schaffbr, 1. c.

5) Resp. Zellteilungen, von einem gewissen Augenblicke angefangen.


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selbst bei der Anlage der knorpeligen Skelettstücke von Lophius gefunden (vergl. unsere größere Arbeit).

Wir halten es für vollkommen möglich, daß beide Anfangsstadien des chondrogenetischen Prozesses, wie wir sie gerade charakterisiert haben, nebeneinander und zwar bei verschiedenen Tierformen vorkommen können, und daß das Knorpelgewebe sich wirklich einmal aus einer syncytialen Anlage, einmal aus gesonderten Zellen entwickeln kann. Die Unterschiede sind, wie man sieht, nicht wesentlich.

4) Das auf die erste oder die zweite Weise zu stände gekommene embryonale Gewebe, dessen Zellen durch dünne, acidophile Scheidewände voneinander abgegrenzt sind (Reihe 9 — I, II; 11 — IV, V), wurde seinerzeit (von Strasser) mit dem Namen „Vorknorpel" bezeichnet. Wir können besser von einem „Vorknorpelstadium" der Chondrogenese sprechen.

5) (Reihe 11—11; 12 — III.) Die bisher ganz feinen und acidophilen Scheidewände fangen an, sich mit Hämatoxylin intensiv zu färben, und werden allmähhch auch etwas dicker. Wir haben die erste wirkliche Knorpelgrundsubstanz vor uns. In unserem Schema konnte natürlich höchstens auf das Dickerwerden der Scheidewände Rücksicht genommen werden.

Die basophile Reaktion der Knorpelgrundsubstanz (Färbbarkeit mit Hämalaun resp. mit Hämatoxylin) ist durch Ausscheidung gewisser Stoöe aus dem Protoplasma bedingt; es wird da Chondromucoid und Chondroitinschwefelsäure genannt. Nach Hansen i) soll die Knorpelgrundsubstanz zuerst aus dichtliegenden, kollagenen Fibrillen bestehen, die bei der Knorpelbildung durch die betreffenden Substanzen durchtränkt und dadurch undeutlich gemacht oder, wie er sich ausdrückt, „maskiert" werden. Die Grundsubstanz wird hyalinisiert. Wie wir darauf an einer anderen Stelle aufmerksam machen werden, können jedoch auch ohne die Ausscheidung von Chondromucoid in acidophil bleibenden Exoplasmen die kollagenen Fibrillen so miteinander verschmelzen, daß dadurch scheinbar homogene Kapseln um das Endoplasma herum entstehen. In Erwägung dessen scheint es uns deshalb gar nicht unwahrscheinlich zu sein, daß bereits in den homogen aussehenden Scheidewänden des Vorknorpelstadiums (in etwas späterer Zeit der Entwickelung) kollagene Fasern vorhanden sind; die auffallende Färbbar


1) F. C. C. Hansen, Ueber die Genese einiger Bindegewebsgrundsubstanzen. Anat. Anz., Bd. 16, 1899. — Hansen hat das große Verdienst, die Analogie der Knorpelgrundsubstanz mit dem Exoplasma zuerst genau bewiesen zu haben.


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keit derselben ließe sich anders nicht erklären, bloßes Exoplasma ist niemals so stark färbbar.

6) (Reihe 13 bis 20 in der unteren Hälfte der Abbildung.) Hier haben wir in unserer Abbildung schematisch die kollagenen Fibrillen des entwickelten Knorpelgewebes, von denen oben die Rede war, eingezeichnet. Auf die gleichzeitigen Kapselbildungen (s. unten) haben wir dabei nicht Rücksicht genommen. Die Darstellung der Fibrillen geschah nur deshalb, um auf die Aehnlichkeiten mit anderen Geweben aufmerksam zu machen. Wir kehren wieder zu den jüngeren Stadien der Knorpelbildung zurück:

7) (Reihe 15 — H, IV; 16 — I, HL) Während die Grundsubstanz allmählich zunimmt, runden sich die Körper der einzelnen Knorpelzellen (Knorpelendoplasmazellen) ab, um eine möglichst kugelförmige Gestalt anzunehmen. Mit dieser Erscheinung begegnet man sich in der größten Mehrzahl der Fälle im Knorpelgewebe, besonders dort konstant, wo die Grundsubstanz zuerst in geringen Mengen vorhanden war und erst später sich reichlicher entwickelte. Die Endoplasmazellen des Knorpelgewebes stimmen, was diese ihre Eigenschaft betrifft, mit denen des Epithel- sowie des Chordagewebes überein. Man findet jedenfalls auch in einzelnen Knorpeln unregelmäßige, spindelförmige, oder Fortsätze aussendende Knorpelzellen, doch haben alle solche Zellenformen entweder bei sekundären Veränderungen im Gewebe, so z. B. durch Zugwirkung bei Zellteilungen u. s. w. ihren Ursprung genommen, oder, und dies gilt von dem zuletzt erwähnten Falle ausnahmsweise, es handelt sich da um einen etwas abweichenden Knorpeltypus, auf den wir später unten zu sprechen kommen werden.

8) (Reihe 13 — H; 15 — H.) Die einheitlichen Scheidewände, die die jungen Knorpelzellen voneinander trennen, nehmen zu, und zwar dadurch, daß sich auf ihren Oberflächen eine weitere Exoplasmaschicht ablagert. Diese zweite Schicht, die sich von der primären einheitlichen Schicht sowohl durch Konsistenz wie durch Färbbarkeit unterscheiden kann, stellt uns jetzt eine wirkliche Zellmembran der Knorpelzellen oder, wie wir das nennen, eine Knorpelkapsel dar. Eine Scheidewand zwischen den Knorpelzellen besteht auf der jetzigen Entwickelungsstufe aus zwei Knorpelkapseln und der zwischen ihnen sich befindenden primären Grundsubstanzschicht. Alle diese Schichten sind exoplasmatisch. Die Knorpelkapseln verdicken sich von jetzt an weiter durch Ablagern von weiteren und weiteren Grundsubstanzschichten auf ihren inneren Oberflächen ^). Es ist von jetzt an, abge 1) Es braucht wohl nicht darauf aufmerksam gemacht zu werden, daß der rechte Teil unserer Fig. 2 (Taf. IX) insofern unrichtig ist, als


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sehen von den primären Scheidewänden, alle Grundsubstanz in den Knorpelkapseln enthalten. Die richtige Erklärung dieser Verhältnisse verdanken wir SchapferI), der dies durch Untersuchung der Entwickelung des Schwanzflossenknorpels von Petromyzon feststellen konnte. Soviel wir uns überzeugen konnten, geht die Entwickelung der Knorpelgrundsubstanz auch anderswo auf ähnliche Weise vor sich. Die primären Knorpelkapseln lassen sich sehr gut mit den Exoplasmaschichten der Epithel- und Chordazellen vergleichen, wenn man sich vorstellt, daß in den letzteren zugleich auch die Substanz der gespaltenen primären Scheidewände mitenthalten ist 2).

9) In solchen Knorpeln, in denen sich die Grundsubstanz sehr reichlich entwickelt hat, sieht man, daß die primären Knorpelkapseln, miteinander so verschmelzen, daß sie sich, wenn überhaupt, nur mittelst besonderer Färbungen (Mörner) nachweisen lassen. Nur die allerletzt abgeschiedenen Schichten des Exoplasmas lassen sich hier meistens als optisch und mikrochemisch unterscheidbare, sekundäre Knorpelkapseln von der übrigen Grundsubstanz nachweisen (vergl. Reihe 19 — II; 20 — I, III). Sehr oft sieht man bekanntlich gleichzeitig mehrere solcher Kapseln, und sie werden bei Zellteilungen mannigfaltig ineinander eingekapselt. Solche Knorpelkapseln, wie wir sie zuletzt erwähnt haben, stellen uns etwa Analoga zu den bei der Besprechung des Chordagewebes erwähnten Kapselbildungen des Exoplasmas (vergl. Taf. IX, Fig. 1 Reihe 15 — II) dar.

Taf. X, Fig. 3 stellt uns schematisch die Entwickelung des fibrillären Bindegewebes aus embryonalem Bindegewebe dar. Während man die fortschreitende Entwickelung des Mesenchymgewebes zum festen fibrillären Bindegewebe immer an nacheinander folgenden Schichten von mit ihren breiten Seiten sich anlegenden Zellen zu sehen gewohnt ist, müßte hier aus technischen Rücksichten eine etwas andere Darstellungsweise gewählt werden. Wir stellen die fortschreitend sich entwickelnden Zellen mit ihren Enden aneinander gereiht, dies ist es eben, was das etwas ungewöhnliche Aussehen unseres Scheraas bedingt.


auf das gleichzeitige Entfernen der Zellen voneinander bei dem fortschreitenden Zunehmen der Grundsubstanz nicht Rücksicht genommen wird. Es geschah dies, damit die Abbildung nicht zu kompliziert sei.

1) Schaffer, Anat. Anzeiger, Bd. 15, 1901. Vergl. auch unseren Aufsatz daselbst, Bd. 12, 1898.

2) Sie ist es vielleicht, die sich manchmal als ein aus einer dichteren Substanz bestehender Ueberzug auf der äußeren Oberfläche der Exoplasmaschichten solcher Zellen nachweisen läßt (s. oben).


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Als Grundlage zu dieser Abbildung dienten uns eigene Untersuchungen an Selacliierenibryonen (Spiuax, Torpedo), weiter am subkutanen Bindegewebe der Embryono von Tropidonotus natrix (vergl. die Textfigur 4) und einer eigentümlichen Art von Bindegewebe bei



  • Fig. 4. Eine Partie aus dem suVikutaiieii BiudcgCAvebe oiues älteren Embryos

von Tropidonotus u:\trix. Oben sieht man loekcr liegende Bindegeweliszelleu , die sich unten zu dem festen Bindegewebe einer Fascie vereinigen. ( Vergrößeniug : Zeiß homog. Imm. V,«, Ok. 4.

Petromyzon, über die wir nächstens in einer besonderen Arbeit ausführlicher zu handeln beabsichtigen. In der Hauptsache stimmen die Ergebnisse unserer Untersuchungen mit den Ansichten, die seinerseits BoLL ^) in seiner klassischen Arbeit ausgesprochen hat , und die ueuestens auch von Flemming-) vertreten werden, überein.

^Yic in der vorangehenden Abbildung, sind auch hier, und zwar in den Reihen 1 — 4 die Meseuchymzellen und das aus ihnen sich bildende Mesenchymgewebe dargestellt. Unsere Abbildung stellt zwar, der Uebersichtlichkeit wegen, die Meseuchymzellen als regelmäßig sternförmig und mittelst weniger Fortsätze verbunden dar, doch in der Wirklichkeit besitzen sie oft viel zahlreichere Fortsätze, und diese können, indem sie sich mannigfaltig verzweigen, komplizierte Netze zwischen den Zellen bilden. Eine wirkliche Grundsubstanz kommt zwischen den Zellen ') nicht vor, nur eine etwas verdichtete Inter


1) BoLL, Untersuchungen über den Bau und die Entwickelung deiGewebe.. Arch. f. mikrosk. Anat., Bd. 8, 1871.

2) Vergl. den Artikel Flemmings im Handbuch der Eutwickelungslehre der Wirbeltiere, Lief. 4/5, p. 139, wo aiach die weitere Literatur angegeben ist.

3) Wie schon von Boll (1. c.) hervorgehoben wui-de.


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cellularflüssigkeit (die Urlymphe) ist da vorhanden, von der an fixierten Präparaten Koagulate übrig bleiben.

Bei der Umbildung in ein fibrilläres Bindegewebe verändert sich das Mesenchymgewebe etwa so, als wenn es einem starken einseitigen Zuge unterworfen wäre. Die Körper der einzelnen Zellen werden bedeutend in die Länge ausgedehnt, und zugleich bilden sich in ihnen, sowie in ihren Fortsätzen (resp. den durch diese gebildeten Netzen) feine Faserungen, die als die ersten Andeutungen (Vorstufen) der kollagenen Fibrillen anzusehen sind (Reihe 5, 6 — I bis V). Die Fibrillen erscheinen zuerst im ganzen Innern der Zellen ohne Unterschied; sie werden von dem noch nicht in besondere Schichten differenzierten Protoplasma der Zellen (wie das Flemming zeigte) gebildet. Erst später erscheint um den Kern herum eine Partie eines reinen Protoplasmas und die Fibrillen konzentrieren sich jetzt hauptsächlich auf der Peripherie der Zellen. Der ganze Zellkörper wird in ein Endoplasma, das den Zellkern umgibt, und in das die Fibrillen enthaltende Exoplasma geteilt. Die zwei Plasmaarten sind also anfangs keinesfalls durch so scharfe Grenze gegeneinander abgegrenzt, wie wir das anderswo und auch im Bindegewebe später sehen. Erst erheblich später erscheint eine solche Grenze um das Endojjlasma herum, das sich dadurch in die eigentliche Bindegewebszelle verändert. Auch die „Gesamtzellen" können sich, auch nachdem die Fibrillenbildung etwas fortgeschritten ist, mit keiner äußeren scharfen Grenze ausweisen. Ihre Oberfläche sieht wie zerfasert aus. Es scheint, als ob sich das fibrillenhaltige Exoplasma auf der Zelloberfläche auflösen würde und ob dadurch die Fibrillen frei zu liegen kommen würden. In günstigen B'ällen kann man sich bestimmt davon überzeugen, daß da von einer wii'klichen Auflösung nicht die Rede sein kann, sondern daß auch später das stark und wie schleimartig veränderte Exoplasma als die Interfibrillärsubstanz , die eigentliche Grundsubstanz des Gewebes erhalten bleibt.

Nur im eigentlichen Schleimgewebe kommt es nicht zur Ablagerung von zusammenhängenden, fibrillenhaltigen Exoplasmaschichten. Die Fibrillen, die sich hier meistens aus den reichlich verzweigten Zellfortsätzen bilden (Flemming), scheinen später von den Zellen unabhängig zu sein. Hier spielt wirklich die verdichtete Intercellularflüssigkeit selbst die Rolle einer Grundsubstanz.

Die Zellen stehen, wie wir sagten, mittelst Intercellularverbindungen miteinander im Zusammenhang. Nun werden bei der Umbildung des Gewebes diejenigen Verbindungen, die sich in der Längsrichtung des Gewebes befinden, erhalten und werden, indem sich in ihnen die Fibrillen reichlich ablagern, bedeutend stark, so daß auf


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diese Weise am Ende die eine „Gesamtzelle" mit der anderen zusammenschmelzen kann (vergl. die Textfigur 4).

Die Fibrillen verlaufen von einer „Gesamtzelle" zur anderen, und zwar in der Längsrichtung des Gewebes. Sie verbinden die Zellen auf diese Weise untereinander, und lassen sich bekanntlich im Gewebe auf lange Strecken verfolgen. Entweder verlaufen sie vereinzelt oder sie verbinden sich miteinander und bilden „Fibrillenbündel", die sog. „Bindegewebsbündel". Solche verhalten sich später meistens so, als ob sie zu den kleinen Endoplasmazellen, den eigentlichen Bindegewebszellen, durch deren Wirkung sie einmal entstanden sind, gar nicht gehören würden.

Die Fibrillen verdanken ihre Entstehung einer Zugwirkung, doch wäre es verfehlt, wenn man annehmen wollte, daß eine solche wirklich in jedem Falle bei der ontogenetischen Entwickelung des Bindegewebes ihre Rolle spielt; in der Regel muß man annehmen, daß da, wo man den Fibrillen begegnet, in den früheren (phylogenetischen) Entwickelungsstadien eine Zugwirkung ihren Einfluß geübt hat. Daß im einmal entwickelten Bindegewebe die Fibrillen dasjenige sind, das die Zugfestigkeit desselben bedingt, ist klar. Einem Exoplasma (Interfibrillärsubstanz) kommt hier nur eine ganz untergeordnete Aufgabe zu, ebenso tritt hier das Endoplasma, die eigentlichen kleinen Bindegewebszellen, in den Hintergrund.

In unserer Abbildung zeichnen wir, und zwar in der linken Hälfte derselben, das fibrilläre Bindegewebe so, wie es wirklich meistens er-^ scheint, in der rechten Hälfte dagegen zeichnen wir zwischen den Fibrillen schematisch die durch Verschleimung der Zelloberfläche entstehende Interfibrillärsubstanz (das Exoplasma). Ganz am rechten Rande zeichnen wir endlich, damit der Vergleich mit den übrigen Geweben erleichtert wird, schematisch eine Partie des Gewebes, wie es etwa aussehen würde, wenn man sich aus ihm die Fibrillen überhaupt wegdenken und das Exoplasma als fest und mit scharfen Grenzen vorstellen würde.

Die ehemaligen Intercellularlücken des Mesenchymgewebes erhalten sich, wie es in der Abbildung dargestellt ist, sehr lange zwischen den zerfaserten Körpern der Gesamtzellen (vgl. Reihe 7 bis 10), Sie trennen entweder die einzelnen Gesamtzellen voneinander oder ganze Reihen oder Schichten derselben, wenn sich die Zellen, wie man das meistens sieht, zu solchen vereinigen. Die Lücken schwinden in solchen Fällen fast ganz, in denen die ehemaligen Zellen in allen Richtungen miteinander sich vereinigen und ein festes fibröses Bindegewebe bilden (Reihe 11). Vollständig schwinden die Lücken, wie es


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uns scheint, überhaupt nur selten. Es lassen sich, wenn wir uns nicht irren, meistens die Lymphspalten des Gewebes auf solche zurückführen.

Verschieden kann das Verhalten der Endoplasmazellen bei der Bildung des Bindegewebes sein. Entweder verlieren die Endoplasmazellen dadurch, daß sich die Fortsätze der Gesamtzellen vollständig in fibrillenführendes Exoplasma umbilden, jeden Zusammenhang miteinander und präsentieren sich uns dann als voneinander isolierte selbständige Bindegewebszellen (Reihe 6, 7, 8 — I, II). Oder, und zwar sehr häufig, bleiben innerhalb des Exoplasmas, das nur die Oberfläche der Fortsätze überzieht, die Verbindungen des Endoplasmas erhalten. Die Gestalt der Endoplasmazellen kann in diesem Falle sogar ziemlich genau die Form der ehemaligen sternförmigen Gesamtzellen wiederholen (Reihe 6, 7 — VI, VII). Solche Verbindungen zwischen Endoplasmazellen erhalten sich vielfach noch dann, wenn die ehemaligen Gesamtzellen vollkommen sich vereinigen. Wir begegnen dann im Innern einer einheitlichen, überall zusammenhängenden, fibrillenhaltigen Grundsubstanz eingeschlossenen sternförmigen Zellen, die dasselbe Aussehen haben wie die Mesenchymzellen, aus denen ehemals das ganze Gewebe seinen Ursprung genommen hat. Am häufigsten erhalten sich jedenfalls, aus leicht erklärlichen Gründen, diejenigen Fortsätze, die in der Längsrichtung des Gewebes verlaufen (Reihe 8, 10 — II; 9, 11 — VII), und die Form der Endoplasmazellen wird auch sonst noch, wie bekannt, durch die Lagerung der Fibrillen oder Fibrillenbündel bestimmt. Diejenigen Fortsätze und Verbindungen, die man im vollkommen entwickelten Gewebe sieht, stellen uns jedenfalls ebenso häufig nur Reste nach in der Längsrichtung des Gewebes erfolgenden Zellteilungen dar.

Wenn man alle die 3 von uns gelieferten Schemata untereinander vergleicht, so ergeben sich die Analogien, auf die wir übrigens im Verlaufe unserer bisherigen Schilderung wiederholt aufmerksam gemacht haben, von selbst. Es ist klar, daß die Bindegewebszellen und die Knorpelzellen nur den „Endoplasmazellen" des Epithelgewebes und nicht den „Gesamtzellen" desselben entsprechen können^). Die sogenannten Grundsubstanzen der beiden „Grundsubstanzgewebe" entsprechen nicht dem Inhalte der Intercellularlücken, sondern dem Exoplasma des Epithel- resp. des Chordagewebes. Was endlich die Fasergebilde des Bindegewebes und des Knorpels betrifft, die, wie das


1) Flemming (Heetwigs Handb. d. Entwickel.) will die „Endoplasmazellen" der Grundsubstanzgewebe als „Grundsubstanzzellen" benennen. Es ist klar, daß man für sie diesen Namen nicht ohne weiteres anwenden darf, es wäre ein anderer Name, der sich auch für das Epithelgewebe anwenden ließe, mehr am Platze.


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Hansen gezeigt hat, identisch sind, so finden diese ein vollkommenes Analogon in den sog. „Protoplasmafasern" des Epithel- und Chordagewebes ^).

Am meisten stimmen natürlich die beiden Grundsubstanzgewebe, das Knorpelgewebe und das fibrilläre Bindegewebe, miteinander überein. Ihr Habitus ist wesentlich von dem des Epithelgewebes, dessen Gesamtzellen durch ganz regelmäßige Lücken voneinander getrennt sind, und durch eine bestimmtere Form und scharfe Grenzen sich ausweisen, verschieden. Was die Unterschiede zwischen den erstereu zwei Gewebsarten betriöt, so lassen sich diese durch die Rolle, die einem jeden von ihnen im Wirbeltierkörper zukommt, leicht erklären. Bei dem Knorpelgewebe handelt es sich um das Erlangen einer möglichst großen Druckfestigkeit unter gleichzeitiger Erhaltung der Elasticität. Die Zellen desselben, die sich meistens durch eine gewisse Größe auszeichnen, sind in allen Dimensionen etwa gleich groß, wenigstens sind, von einigen unten zu erwähnenden Fällen abgesehen, die Unterschiede in den einzelnen Dimensionen nicht so auffallend. Die kollagene Fasern enthaltende Grundsubstanz wird durch die aus den Zellen ausgeschiedenen Substanzen durchtränkt und hyalinisiert, wodurch ihr eben die nötigen Eigenschaften, in erster Reihe die Elastizität, verliehen werden. Im Gegenteil dazu handelt es sich in dem fibrillären Bindegewebe um das Erlangen einer möglichst großen Zugfestigkeit ; hiermit stehen alle die Eigenschaften des Gewebes in Uebereinstimmung. Die Endoplasmazellen sind eher in die Länge ausgezogen und verhältnismäßig klein. Die kollagenen Faserungen, denen hier bei der Bestimmung des Gewebes die Hauptrolle zukommt, sind alle in einer Richtung angeordnet, sie vereinigen sich meistens zu Bündeln (Bindegewebsbündel ^)), und sie behalten in der Regel im Unterschied zum Knorpelgewebe ihre ursprüngHchen Eigenschaften, sie brauchen nicht so wie die des Knorpelgewebes fest vereinigt zu werden. Im Gegenteil, sie lassen sich leicht voneinander isolieren. Ein weiterer Unterschied zwischen Bindegewebe und Knorpel besteht darin, daß in dem ersteren sich die Intercellularlücken womöglich erhalten, während die Knorpelgrundsubstanz immer vollkommen einheitlich und lückenlos ist.

Nach unseren Abbildungen könnte man schließen, daß besonders zwischen der Bildungsweise der beiden gerade besprochenen Gewebe wesentliche Unterschiede bestehen. Dies ist, streng genommen, nicht

1) Vergl. unsere Mitteilung: „Die Analogien der Protoplasmafaserungen", Verhandl. d. K. Gesellsch. d. Wissensch. in Prag, 1902.

2) Die Anordnung der Bindegewebsbündel bedingt oft die Gestalt der Zellen des Bindegewebes.


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der Fall. Wir haben uns in unserer Abbildung die Entwickelungsgeschichte eines solchen Knorpelgewebes zur Darstellung gewählt, in dem die Knorpelgrundsubstanz anfangs in nur ganz spärlicher Menge vorhanden ist und sich erst später reichlicher entwickelt. Auf diese Weise sich entwickelnde Knorpel findet man bei Petromyzon, bei dem die Grundsubstanz lebenslang nur spärlich vorhanden ist, weiter bei Teleostiern und Amphibien, bei welchen letzteren später die Grundsubstanz auch reichlicher sich entwickelt, sodaß der Knorpel den Charakter eines Hyalinknorpels annimmt. Im Gegensatz zu diesem Knorpeltypus können wir noch einen solchen unterscheiden, in dem die Grundsubstanz gleich vom Anfang an in großen Massen auftritt, so daß die auf die unmittelbare Nähe des Kerns beschränkten Endoplasmazellen gleich anfangs weit voneinander entfernt sind. Wir selbst konnten das Vorkommen eines solchen Bildungsmodus des Knorpelgewebes bei Selachiern konstatieren i). Derselbe zeichnet sich hier hauptsächlich auch dadurch aus, daß die allererste Grundsubstanz, der man da begegnet, schon basophil ist, so daß da von einem Vorknorpelstadium in dem Sinne, wie wir es oben angenommen haben, nicht die Rede sein kann 2).

Die Bildungsgeschichte eines Knorpelgewebes von diesem letzteren Typus ist bei weitem nicht von der eines fibrillären Bindegewebes so verschieden wie die des ersteren, bei dem das Gewebe ein Vorknorpelstadium durchlaufen muß, und in dem die Zellen immer im Verhältnis zu der Grundsubstanz überwiegend sind. Wichtig erscheint jedenfalls das plötzliche Verschwinden aller Lücken in der Grundsubstanz gleich am Anfange eines solchen chondrogenetischen Prozesses, das fibrillenhaltige Exoplasma bildet sich hier sehr schnell und füllt den Raum zwischen den Endoplasmazellen vollkommen aus, während sich im Bindegewebe in der Regel die Lücken erhalten. Mit dem fibrillären Bindegewebe hat ein solches Knorpelgewebe besonders die Eigenschaft gemeinschaftlich, daß seine Zellen (Endoplasmazellen) nicht, wie das in dem ersten Falle die Regel ist, abgerundet zu sein brauchen, sondern auch Fortsätze aussenden können oder sogar mittelst solcher miteinander zusammenhängen^). Solche in reichlich vorhandenen Grund 1) Nähere Angaben über die an Embryonen von Torpedo und Spinax niger ausgeführten Untersuchungen sind in der oben erwähnten Abhandlung enthalten.

2) Wenn dieser "Unterschied auch ziemlich auffallend ist, so darf man ihm doch nicht eine prinzipielle Bedeutung zuschreiben,

3) Vergleiche z. B. die Abbildung IV bei Hansen, „Undersogelser over Bindevaevsgruppen", oder bei Van der Steicht, Arch, de Biologie, T. 7, 1886, PI. II, Fig. 18.

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substanzmassen liegenden Knorpelzellen ahmen oft ebenso, wie wir das bei Bindegevvebszellen beobachtet haben, die Gestalt der ehemaligen Mesenchymzellen, durch deren Umbildung das ganze Gewebe ehemals entstanden ist, nach. Es scheint uns, daß auch im Epithelgewebe in einigen Fällen das Exoplasma von Anfang an in breiten Schichten erscheint, und das auch hier, wie beim Knorpelgewebe zwei solche Typen voneinander zu unterscheiden wären.

In einigen Beziehungen sind unsere Abbildungen entschieden unvollkommen. Es konnte bei dem Verfertigen derselben erstens nicht auf das gleichzeitige Wachstum der Zellen und das Zunehmen der Intercellularflüssigkeiten während des Vervollkommnens der Gewebe, weiter auf das richtige Verhältnis des Wachstums des Exoplasmas zu dem des Endoplasmas Rücksicht genommen werden. Es wäre eine sehr dankbare Aufgabe in dieser Beziehung, den wahren Sachverhalt durch genaue Messungen an einem bestimmten Objekte zu ermitteln. Eine Grundlage zu ähnlichen Untersuchungen besitzen wir bereits, und zwar in einer unlängst erschienenen, sehr interessanten Abhandlung von ScHAPER^), in der hauptsächlich auf die verschiedene Art und Weise der Entwickelung der Gewebe, einerseits durch ein wirkliches Wachstum, andererseits durch Zunehmen von Flüssigkeiten in den Zellen und zwischen ihnen, aufmerksam gemacht wird.

Ein anderer Umstand, der ebenfalls, diesmal aus rein technischen Rücksichten nicht zur Beachtung gekommen ist, ist das mit dem Vervollkommnen des Gewebes gleichzeitig vor sich gehende Vermehren der Zellen durch Zellteilung. Diese Vermehrung der Zellen kann in gewissen Stadien der Gewebsentwickelung auch lebhafter sein, in anderen wieder nur eine nebensächliche Bedeutung haben.

Die Vermehrung der Zellen kann, wie man leicht einsehen muß, auf eine wesentlich verschiedene Weise in einem Gewebe, dessen Gesamtzellen mittelst Intercellularlücken voneinander getrennt sind, und auf eine andere in einem Gewebe mit zusammenhängender Grundsubstanz, wie es z. B. der Knorpel ist geschehen. In ersterem Falle teilen sich die Gesamtzellen, in letzterem nur das Endoplasma allein. Das Bindegewebe verhält sich trotz der in ihm meistens vorhandenen Lücken auf etwa dieselbe Weise wie das Knorpelgewebe.

Wir haben die wesentlichsten Unterschiede beider dieser Arten von Zellteilungen in unseren Textfiguren 5 a bis c auf eine schematische Weise dargestellt, und verweisen jetzt auf dieselben. Man sieht, wie


1) Alfked Schaper, Beiträge zur Analyse des tierischen Wachstums. I. Teil. Arch. f. Entwickeluugsmech., Bd. 14, 1902.


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sich die mit dicken Exoplasmaschichten versehenen Epithelzellen doch als Gesanitzellen zu teilen vermögen (Textfigur 5 a, b), wobei sie auf der



I*





Fig. 5. Schematische Darstellungen der Zellteilungsprozesse im Epithel (a, b) und im hyalinen Knorpelgewebe (c, d). Für a und b dienten uns unsere eigenen Untersuchungen am Ej^ithelgewebe der Mundhöhle von Chimaera monstrosa als Grundlage.

Teilungsfläche mit einer neuen Wand versehen werden ^). Erst später gleichen sich die Unterschiede in der Dicke auf den verschiedenen Seiten der Zelle aus. Auf welche Weise dies etwa geschehen kann, haben wir in der Figur schematisch dargestellt. In der Wirklichkeit sieht mau jedenfalls in dem betreffenden Falle solche Zuwachszonen, wie wir sie hier darstellen, nicht-). Der zweite Teil der Textfigur (c, d) stellt uns die bekannte Art und Weise dar, auf die sich die Knorpelzellen zu teilen pflegen. Im Gegensatz zu dem ersteren Falle begegnen wir hier einer Teilung des Endoplasmas. Die ehemalige Knorpelkapsel der Mutterzelle bildet, wenn sie sich überhaupt als eine abgegrenzte Schicht erhält, eine gemeinschaftliche Hülle um die neu entstandenen Endoplasmazellen , deren jede wieder eine eigene Exoplasmaschicht,


1) Als Grundlage der Textfig. 5 a, b dienten uns eigene Untersuchungen über Zellteilungen in einigen Partien des Epithels der Mundhöhle und der Lippen von Chimaera monstrosa. Im Unterschied zu vielen anderen Epithelien teilen sich hier die mit Exoplasma umgebenen Zellen in allen Partien des Gewebes und nicht nur die der untersten Zellschicht.

2) Wir haben da nach der Analogie des Knorpelgewebes geschlossen. Ob wir dabei das Richtige getroffen haben, wagen wir nicht zu sagen.

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eine Knorpelkapsel, auf ihrer Oberfläche ausgebildet hat. Die auf diese Weise entstehenden Zellgruppen, deren Exoplasmen wie ineinander eingeschachtelt sind, hat Renaut seinerzeit als „groupes isog^niques" benannt. Es ist für unsere Auffassung des Exoplasmas der Epithel- und Chordazellen, als eines Analogons der Knorpelgrundsubstanz, der Umstand sehr wichtig, daß sich manchmal wirklich auch das Endoplasma ganz so, wie wir das im Knorpelgewebe sehen, im Innern des Exoplasmas, von ihm vollkommen unabhängig, teilen kann. Eine solche Beobachtung machte seinerzeit Ebner ^) an „epidermoiden" Chordazellen von Esox; es gehört diese Erscheinung jedenfalls zu großen Seltenheiten; uns ist es wenigstens nicht gelungen, während unseres Studiums des Chordagewebes etwas Aehnüches zu finden.

Eine wichtige Frage bleibt endlich zu beantworten: wie läßt sich alles das, was wir da über die Analogien der Zellteile in einzelnen Geweben angeführt haben, mit der Cellulartheorie, wie sie heute angenommen wird, in Uebereinstimmung bringen? Man sieht ja deutlich, daß das, was wir heute im Bindegewebe und im Epithelgewebe eine Zelle nennen, nicht genau dasselbe ist, daß das, was einmal den Charakter einer Zellmembran hat, in einem anderen Gewebe als eine Grundsubstanz sich präsentiert. Dies sind Sachen, die sich eigentlich nicht lo leicht ohne gewisse Aenderungen in der Nomenklatur in Uebereinstimmung bringen lassen. Man muß sich wirklich fragen: was soll man da mit dem Namen einer „Zelle" bezeichnen ? In Erwägung dessen, was wir oben angegeben haben, läßt es sich nicht bestreiten, daß, wenn der Begriff" einer „Zelle" mit der ScHULTZESchen Definition nicht so zusammenhängen würde, es sich lohnen würde, den betreffenden Namen wie das Schwann tat für das, was wir an unserer Abhandlung als „Gesamtzelle" bezeichnet haben, anzuwenden ; so müssen wir aber gerade umgekehrt die Endoplasmazellen als die eigentlichen „Zellen" bezeichnen. Für die eigentlichen Knorpel- sowie Bindegewebszellen würde übrigens auch der von Koelliker seinerzeit vorgeschlagene Name „Protoplasten" gut passen. Wir können uns eben nur mit dem Konstatieren dieser Fakta, auf die auch schon von Koelliker und anderen hingewiesen worden ist, begnügen, in der allgemeinen Benutzung bleibt trotz alledem auch für später die heutige, ganz inkonsequente Nomenklatur!

Brunn, Anfang Dezember 1902. (Eingegangen den 23. Dezember.)


1) Ebner, Ueber die Wirbel der Knochenfisclie und die Chorda dorsalis der Fische und Amphibien. Sitzungsber. d. K. Akad. Wien, math.-nat. Kl., 1896, Bd. 105.


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Nachdruck verboten.

Sulla mancanza di cellule monopolar! nel midollo allungato.

Pel Prof. Livio Vincenzi. Con 8 figure.

Da alcuni Anatomici vennero ammesse cellule monopolari:

nel nucleo anteriore del cocleare,

nel nucleo del corpo trapezoide,

nel nucleo accessorio o discendente della radice motrice del V.

I. Peril nucleo anteriore del cocleare, facendo astrazione dalle ricerche fatte con metodi di colorazione insufficenti a palesarci l'intera figura delle cellule, ricorderö che Sala (1) valendosi della reazione nera vide nella parte periferica elementi monopolari ^).

L'istesso fatto venne constatato da Vekatti (2) nel coniglio neonato.

KoELLiKER (3) per contro in tutti i casi nei quali la colorazione nera gli riusci, vide solamente cellule multipolari.

Ramon y Cajal (4) dice che le cellule della porzione anteriore del nucleo sono provviste di un numero esiguo di dentriti, di estensione breve, raa non accenna a cellule monopolari.

II 'poco accordo nei risultati avuti da questi scienziati, sebbene si sieno serviti di uno stesso raezzo di colorazione, non meraviglia certo Chi conosce il metodo Golgi. La reazione nera non solo e molto incostante nella riuscita, ma e spesso incompleta anche sull'elemento nervoso che ha colorato. Da un annerimento parziale o grossolano delle cellule nervöse si passa a colorazioni complete, nitide che mettono in evidenza dettagli di una finezza straordinaria. Pei vari risultati ottenuti puö dunque facilmente accadere che si dieno degli stessi elementi descrizioni differenti.

Per risolvere la questione dell' esistenza di cellule monopolari fa d"" uopo dimostrare : l"che la loro presenza ecostante; 2 che non e dovuta ad incompleta impregnazione degli ele


1) Fra le conclusioni del lavoro del Sala „Sull'origine del nervo acustico" (premiato . dal R. Istituto Lombardo, premio Fossati 1894) al No. 8 si dice : La porzione piü periferica del nucleo anteriore si puö considerare come un vero ganglio periferico, analoge ai gangli spinali, proprio della radice anteriore e della porzione interna della radice posteriore del nervo acustico.


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menti; 3*^ al modo col quale la direzione del taglio puo averli seziouati.

E indispensabile quindi fare confronti fra preparazioni ben riuscite, paragonando punto per punto sezioni ottenute dal midollo di animali della stessa specie non solo, ma nel medesimo periodo di sviluppo.

Attenendomi strettamente a questi criteri io ho potuto convincermi che nel nucleo anteriore del cocleare (topo, cavia, coniglio, cane, uomo) mancano assolutaraente cellule monopolar!,

Non interessando di fare qui la morfologia delle cellule dell' intero nucleo, essendo giä messo fuor di dubbio dagli Anatomici su ricordati, che gli elementi monopolari si troverebbero esclusivamente verso I'entrata del fascio nervoso, mi limito a dare una descrizione delle cellule situate alia porzione periferica.

Si hanno spesso elementi con una sola dentrite; questa si sfiocca appena staccata dal corpo cellulare in un numero piii o meno grande di fili, o decorrendo per un certo tratto a guisa di grosso tronco si suddivide poi in copiosi rami. Sono queste le cellule che pel modo come vennero sezionate possono piu facilmente mostrarsi come monopolari (fig. 1).

Si osservano poi cellule con due prolungamentiprotoplasmatici; essi di regola si staccano da punti opposti e si risolvono in una specie di pennacchio a fili estremamente complicati (fig. 2).


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Fig. 1.


Fig. 2.


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In altri element! pure essendo due sole le dentriti, queste si originano da punti vicini e a breve distanza si suddividono in rami sottilissimi e numerosi (fig. 3). Qualche volta le cellule appaiono come circondate da un'intricata rete di ramuscoli brevi, senza che si riesca a vedere ne la loro origine e tanto meno il modo di suddividersi. Al posto di tali cellule nei preparati con una colorazione estremamente delicata, si vedono elementi con numerosissime dentriti che si dicotoraizzano in rami assai brevi. Infine si trovano pochi elementi di forma fusata con tre o quattro dentriti grosse e che solo dopo un lungo tragitto si suddividono. p. 3



II. Ilnucleo del corpotrapezoide risulta secondo Held (5) da cellule multipolari.

KOELLIKEE (1. c. p. 400) dicc che hanno forma rotonda o fusata, misurano da 15 a. SO (.i e sono tutte multipolari.

Ramon y Cajal (6) scrive: „Los elementos son globulosos, de talk mediana y estan provistos de una, dos 6 mas dentritas relativamente delgadas que divergen en todos sentidos, pero de preferencia en direccion dorso-ventral." Poi riferendosi ad una figura che riporta le cellule di coniglio neonato, con dentriti fine e poco ramificate aggiunge: „pero en la corrispondiente al conejo de ocho dlas, estas espansiones son ya mucho mas largas y ricas en ramos, raostrandose terminadas por ramos ö penachos espinosos".

Veratti (1. c.) ammette che il nucleo del corpo trapezoide sia costituito da due sorta di cellule: cellule monopolar! fornite di un prolungamento nervoso che si continua in una fibra grossa, a decorso tipico e costante e rivestite da un involucro membranoso: cellule multipolari.

Per la constatazione delle cellule monopolar! Veratti si e servito innanzi tutto di dilacerazioni a fresco. II metodo usato consisteva in questo :

„Si seziona il pezzo fresco col microtomo congelatore, le sezioni si portano in soluzione fisiologica di cloruro sodico, si osservano poi al microscopio semplice ed allora e facile orientarsi e distinguere con precisione la regione del nucleo del trapezio che appare come un campo


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chiaro fra le fibre raclicolari del VI^ e 1' oliva superiore — con due aghi si ritaglia dalla sezione la piccola porzione voluta e si porta in un liquido macerante (alcool al terzo bollente, miscela di Landois ecc.) per poi allestirne dei preparati per dilacerazione nel modo ordinario."

E riuscito poi coll